Karpòs - 4 Aprile 2014

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Edizione PREMIum

Karpos

Karpòs alimentazione e stili di vita

Anno III - N° 4 Aprile 2014

Poste Italiane spa Sped. in A.P.-D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 - Cesenatico

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Carota Riscaldamento globale Salgado Uovo Istanbul

La nuova alleanza


EDITORIALE

La nuova alleanza

Renzo Angelini Direttore editoriale

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Le vere Fiere, quelle che riescono ad incidere sui comportamenti e quindi sulla realtà economica, sono, tra le altre cose, una straordinaria cartina di tornasole di alcuni messaggi che ci arrivano dal futuro. Questa è l’impressione che ho avuto visitando e vivendo, le intense giornate dell’ultima edizione di Vinitaly a Verona. Quale è il messaggio che mi sembra di avere intercettato dalle aziende, dagli imprenditori, dagli esperti e soprattutto dal pubblico diffuso? Io la metterei giù così: ho percepito un desiderio crescente di fiducia; fiducia che possiamo farcela, che possiamo credere in un futuro nel quale tutto il settore agroalimentare italiano possa aiutare i consumatori e il Paese a ritrovare valori e ritmi di crescita adeguati alla straordinaria cultura materiale che abbiamo ereditato dalla nostra irripetibile tradizione. Quali sono stati i sintomi che mi hanno trasmesso la percezione di questo desiderio che suona come una volontà di far ripartire l’economia? Prima di tutto metterei in rilievo la evidente ricerca di nuove alleanze tra le marche del settore e l’idea che occorra fare sistema. Aggiungerei anche l’atteggiamento diverso nei confronti delle istituzioni: più che critiche radicali, ho sentito discorsi costruttivi improntati a cercare un allineamento con chi nelle istituzioni può e deve creare una cabina di regia, orientata al mercato, per creare l’effetto “rete intelligente” necessario per valorizzare il Made in Italy. E lo sappiamo tutti, il cuore del Made in Italy non è solo moda e design. Forse, e lo dico con tutto il rispetto per questi due comparti di sicura eccellenza, il cuore si chiama cucina e dieta mediterranea, con tutta la filiera di prodotti e produttori che le forniscono le gambe per portare i nostri Karpòs ( i buoni frutti della terra) in giro per il mondo. Un altro sintomo è sicuramente la ricerca di un

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confronto con il consumatore modulato da un “ascolto” sostanzialmente diverso dal passato. Questa sensibilità nei confronti della domanda, mi suggerisce che nel futuro aumenterà la spinta alla ripartenza anche del nostro mercato interno. Ed è importante che ciò avvenga partendo da una interrogazione sui problemi della gente, sui valori di una buona alimentazione. Ma gli umori percepiti o per dirla meglio, le passioni che ho intercettato al Vinitaly da sole non bastano. Oltre alla cabina di regia istituzionale, per fare sistema occorre la volontà di cambiare il modo di comunicare l’agroalimentare. In questa seconda cabina di regia, per la mia storia personale e per il tipo di impresa che ho creato, mi sento profondamente coinvolto. Per agire come se il Made in Italy fosse una rete di intelligenze in sintonia con la domanda, occorre creare ciò che io chiamo la bella comunicazione, immaginando la bellezza come la metafora qualitativa capace di ispirarci nuove sinergie con il mercato. Karpòs magazine è una piccola isola nell’arcipelago della comunicazione attuale. Tuttavia la nostra volontà e responsabilità, orientate a fondere agricoltura e alimentazione con la scienza, i “prodotti” con narrazioni (parole e immagini) coinvolgenti, il bisogno di informazione con i nuovi paradigmi del sapere, credo che vadano nella direzione di ciò che vi ho presentato come le passioni emergenti del comparto agroalimentare. Abbiamo una grande tradizione, abbiamo cuore, ma dobbiamo ora proiettarli sul presente, sui nostri problemi. A tal riguardo la bella comunicazione può essere una risorsa per tutti. E, mi piace ricordarlo, rappresenta anche l’etica di fondo sulla quale è nata Karpòs e sulla quale prenderanno forma i nuovi progetti che nasceranno dall’alleanza con i protagonisti del mercato.

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Karpòs Magazine

CALEIDOSCOPI

APRILE 2014

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Direttore editoriale Renzo Angelini

LA NUOVA ALLEANZA Renzo Angelini

Direttore responsabile Lamberto Cantoni Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 variazione in corso di registrazione Proprietario ed editore della testata Karpòs S.r.l. Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC) CF 04008690408 - REA 325872 Grafica Francesca Flavia Fontana Giulia Giordani pixelandlove@gmail.com Raccolta pubblicitaria Per contatti cell 335 6355354 pubblicita@karposmagazine.net Relazioni Esterne Stefania Valentini stefania.valentini@karposconsulting.net (+39) 347 4389829

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Per le fotografie: da pag. 10 a pag. 13 Foto archivio Bejo da pag. 18 a pag. 19 Consorzio carota novella di Ispica IGP pag. 20 Consorzio dell’altopiano del Fucino pag. Covalpa da pag. 22 a pag. 36 Foto archivio Bejo da pag. 74 a pag. 86 Sebastiao Salgado/ Amazonas Images da pag. 104 a pag. 114 Foto archivio Eurovo da pag. 120 a pag. 129 e pag. 138 Paolo Inglese da pag. 130 a pag. 137 Francesco Venturini

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Tutte le altre fotografie: © Renzo Angelini

EMERGENZA RISCALDAMENTO GLOBALE Paolo Sequi, Liviana Leita

104 L’UOVO Giovanni Lercker

74 Sebastiao Salgado Lamberto Cantoni

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Incontro Karpòs, AD MAIORA e Wine Industry Association di Hong Kong Al Vinitaly

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Con i piedi per terra

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ISTANBUL Paolo Inglese

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cantina tollo

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Stampa Centro Stampa Digitalprint Srl Via A. Novella, 15 47922 Viserba di Rimini (RN) Tel. 0541 - 742974 / 742497 e-mail: info@digitalprintrimini.com

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GALLERIE AUCHAN

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HOFSTÄTTER. IL GEWÜRZTRAMINER

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vivi verde bio coop oi pera ferrara

72 88 Distribuzione in abbonamento: on line tramite carta di credito, bonifico bancario, cartolina postale (scaricabile del sito www.karposmagazine.net cliccando su contatti) oppure chiamare il numero +39 347 4389829 Edizione “Premium” 12 numeri = 84€ copie arretrate 12€ a copia (salvo disponibilità). Edizione “Country” 12 numeri = 42€ copie arretrate 7€ a copia (salvo disponibilità).

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oro caffè

il vIno non conosce crisi

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asparagi del veneto Asparagi big televisivi

gemma di mare

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Diffusione online Karpòs Magazine viene inviato gratuitamente a una community di oltre LATTERIA SOLIGO 200.000 destinatari; consumatori, università, istituzioni, STATISTICHE ED EVENTI CULTURALI industrie, Grande Distribuzione Organizzata, Ho.Re.Ca. fornitori di mezzi tecnici e servizi, associazioni, agroindustrie, A BERLINO CON GERMANWINGS produttori, tecnici e centri media.

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il Sudafrica di Evolution Travel

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In copertina: Panoramica su vigneti a pergola in Trentino. Foto Renzo Angelini

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Non si restituiscono testi, immagini, supporti elettronici e materiali non espressamente richiesti. La riproduzione anche parziale di articoli e illustrazioni è vietata senza espressa autorizzazione dell’editore in mancanza della quale si procederà a termini di legge per la quantificazione dei danni subiti. L’editing dei testi, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze, limitandosi l’editore a scusarsene anticipatamente con gli autori e i lettori. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo ha scritto e pertanto ne impegna la personale responsabilità. Le opinioni e, più in generale, quanto espresso dai singoli autori non comportano alcuna responsabilità da parte dell’editore anche nel caso di eventuali plagi di brani da fonti a stampa e da internet. Karpòs rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare.


CALEIDOSCOPIO

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Incontro Karpòs, AD MAIORA e Wine Industry Association di Hong Kong Al Vinitaly

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“Affari di cultura” potrebbe essere il titolo dell’incontro a Vinitaly tra lo staff di Karpòs Magazine e quello di Ad Maiora Italia, consulenti del Wine & Food Made in Italy e accompagnatori ufficiali, durante tutta l’edizione della fiera, del Presidente della Wine Industry Association di Hong Kong, Mr. Boaz Lee e della manager Mrs. Annie Wong, di Fabuwine Ltd. L’importanza della cultura, della conoscenza e della comunicazione del pordotto, il suo contesto, il suo ambiente, il lavoro e l’umanità che non possono restare dietro le quinte, hanno caratterizzato maggiormente lo scambio di vedute con i prestigiosi ospiti di Hong Kong. In ogni tappa percorsa, per ogni regione d’Italia, con realtà molto differenti ma così omogenee per l’alto livello di qualità e di competitività, il tema della cultura del prodotto, come elemento propedeutico alla fase distributiva, quindi di vero e proprio business, è stato l’elemento che ha reso possibile una forte unità d’intenti tra gli interlocutori. Da queste premesse si sta aprendo la strada per un accordo di collaborazione culturale e strategica tra WIAHK, Ad Maiora e Karpòs, in quella che di certo è la mission più importante ma anche più complessa, quella appunto culturale. Come conferma il Dott. Malavasi di Ad Maiora, “la presenza secondaria dei vini italiani in quei mercati non è infatti giustificabile visto il livello di veritce della nostra vitivinicoltura e la rotta va decisamente invertita, così come per molte altre eccellenze del nostro Made in Italy agroalimentare. Non sono più sostenibili errori nelle strategie di comunicazione, così come nelle scelte di politica agroindustriale delle cantine. Non abbiamo più tempo se non quello di dimostrare, nei fatti, la nostra assoluta propensione per l’alta qualità, per l’elevatissimo rapporto qualità-prezzo, con l’impegno serio di abbandonare l’individualismo commerciale che ci ha già creato troppi problemi e altrettante perdite di posizione sui mercati internazionali.”

Da sinistra: Renzo Angelini, Stefania Valentini, Mr. Boaz Lee, Mrs. Annie Wong e Giulia Giordani

Da sinistra: Marco Malavasi, Mr. Boaz Lee, Mrs. Annie Wong e Renzo Angelini

www.wiahk.org Da sinistra: Paolo Cherri, Paolo Bulgarelli, Marco Malavasi, Mr. Boaz Lee, Mrs. Annie Wong, Renzo Angelini, Stefania Valentini e Giulia Giordani


CALEIDOSCOPIO

CALEIDOSCOPIO

“Con i piedi per terra” : una stagione piena ! Pecore, pesce, e biologico in copertina Si entra nel vivo della campagna agricola, e la trasmissione seguira’ passo passo i settori tecnici che accompagnano la vita degli agricoltori. Ma ci sara’ anche qualche flash particolare, dall’ acquacoltura biologica di valle Bertuzzi a Comacchio, alla tosatura delle pecore (un tempo bene aziendale, oggi costo per l’allevatore, che affida questa pratica a professionisti che arrivano da oltre oceano) , e una bella parentesi dedicata al bio, dal mondo del vino alla zootecnia. Per il mondo dei sapori e dell’agriturismo : un’area rinaturalizzata piantata con le essenze boschive autoctone dell’area della pianura padana, e le proposte

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per una dolce colazione a base di torte e confetture con frutti aziendali e frittate con ortaggi coltivati direttamente, mentre sotto il parco della vena del gesso romagnola scopriremo la cucina tradizionale di un azienda vitivinicola le cui vigne abbracciano ad anfiteatro la collina.

La chianina, un tempo utilizzata come forza motrice e ora allevata esclusivamente per la produzione di carne. È una razza di antiche origini, conosciuta da più di 2000 anni. Allevamento, macellazione, punto vendita, agriturismo: il ciclo completo della carne di chianina con marchio comunitario, garanzia di genuinita e tracciabilita’. Il mese della fragola, dai comprensori italiani piu’ vocati.

La piccola meccanizzazine per il gardem l’orto e il giardino.

Il “paese sospeso” , una tragica realta’ che dall’Emilia ala sardegna caratterizza il 70% dei comuni italiani a rischio idrogeologico. L’appuntamento di “Con i piedi per terra” e’ sempre al sabato alle 12.30 e al martedì sera alle 21 su telesanterno, mentre al lunedi’ alle 20.30 arriviamo su Odeon tv, e ogni giorno in streaming live sul primo canale tematico agroalimentare Antenna Verde, anche sul digitale terrestre in Emilia Romagna (canale 656) e in veneto ( canale 288) Per ogni informazione il nostro portale on line www. conipiediperterra.com

Dal cuore dell’Umbria un giro in fattoria alla scoperta della chianina, il gigante bianco oggi importantissimo per la produzione di una carne di qualita’, garantita dall’Igp del vitellone bianco dell’Appennino centrale. La gestione dell’allevamento, il problema delle risorse mancanti alla ricerca genetica, la valorizzazione dei tagli freschi e la novita’ della bresaola di chianina. Un ulteriore approfondimento si occupera’ del dissesto idrogeologico nei comuni italiani. Sipario tecnico sulle macchine per il giardinaggio, dai tosaerba ai decespugliatori, e anche un salto in serra, per scoprire le migliori sementi prodotte dagli agricoltori e che il consumatore puo’ direttamente piantere nell’orto o sul balcone. In ogni puntata poi la consueta rubrica “Lune e cieli” , il lunario dedicato a santi, patroni, superstizioni e tradizioni popolari, ambientata nei tanti casali della campagna italiana.


LA CAROTA Luciano Trentini

AGRICOLTURA OGGI

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La Carota

una coltura orticola dalle mille risorse Luciano Trentini


Non è possibile definire con certezza l’origine di questa specie che appartenente alla famiglia delle Ombrellifere. Alcuni autori individuano il bacino del Mediterraneo come prima zona di sviluppo della carota, ottenuta dall’incrocio di varietà spontanee del genere Daucus; altri autori, invece, ritengono che sia l’Estremo Oriente la principale area di sviluppo della specie. Le prime segnalazioni della coltivazione in Italia risalgono al 1700; è però in Francia che nel 1800 sono state selezionate le prime cultivar che nel tempo hanno dato origine a molte di quelle oggi coltivate (ancora si citano cultivar del tipo nantese). La coltivazione della carota si è poi largamente è diffusa in tutto il mondo e si raccolgono oltre 35 milioni di tonnellate di radici commestibili destinate preva-

lentemente al consumo fresco, oppure destinate alla trasformazione industriale. Nel continente asiatico oggi si coltiva oltre il 65 % della produzione di ortaggi del mondo, e anche la carota non sfugge a questa regola, infatti qui ha trovato la massima diffusione, e si raccolgono oltre 21 milioni di tonnellate di prodotto. Nell’Europa a 28 secondo areale produttivo nel mondo, si coltivano oltre il 23 % della produzione mondiale e si raccolgono oltre 5 milioni di tonnellate di carote. La Polonia è il primo paese produttore con oltre il 16, 5 % della produzione totale, seguita da Regno Unito, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Francia. Se si considera l’Europa geografica, invece, il primo paese produttore risulta essere l’Ucraina.

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LA CAROTA Luciano Trentini

LA CAROTA Luciano Trentini


Mercato ortofrutticolo a Città del Messico

Il continente asiatico coltiva oltre il 65% della produzione mondiale di ortaggi

La carota è un alimento base della cucina marocchina

La Cina è leader mondiale nella produzione di carote, destinate totalmente al consumo interno

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LA CAROTA Luciano Trentini

LA CAROTA Luciano Trentini


La carota in Italia strato forte vocazionalità ed adattabilità della specie al territorio ed un denominatore comune molto importante, individuto nei terreni di coltivazione,che devono essere sciolti o di medio impasto tendenzialmente sabbiosi . I principali bacini produttivi, da ricordare sono quello di: Chioggia in Veneto e Ferrara (Basso ferrarese) in Emilia-Romagna. In questo areale le carote si seminano in due periodi principali dell’anno e più precisamente da novembre a gennaio e da maggio a luglio per raccolte in maggio giugno e nei tre mesi di fine anno: ottobre, novembre e dicembre. Fiumicino in Lazio dove le carote si seminano prevalentemente in luglio agosto e si raccolgono in dicembre e gennaio. In questa regione si coltivano carote anche a Latina dove fra serra (300 ha circa) e a pieno campo si producono carote da commercializzare in mazzetto con la foglia. Fucino in Abruzzo dove si semina nei mesi di marzo e aprile e le carote sono rac-

Se si analizza la situazione produttiva in Italia, si rileva che negli ultimi anni, la produzione è sostanzialmente stabile e valutata intorno alle 550.000 tonnellate ottenute da una superficie coltivata di poco inferiori ai 12.000 ettari. La maggiore concentrazione produttiva è nel Centro e nel Sud Italia. Le regioni maggiormente interessate a questo tipo di coltivazione sono l’Abruzzo, dove si coltiva una superficie di poco superiore ai 1.900 ettari, capace di fornire una produzione raccolta di 145.000 t., Sicilia dove su 2.900 ettari, si raccolgono 112.000 tonnellate, Lazio che con 2.120 coltivati, si raccolgono 96.500 t.. Al terzo posto l’Emilia-Romagna, dove, anche in questo caso, su 1.950 ettari si raccolgono poco meno di 90.000 tonnellate di carote destinate soprattutto al mercato fresco. Si aggiungono i 500 ettari coltivati nel Veneto in grado di produrre oltre 15.000 tonnellate. Queste cinque regioni insieme rappresentano oltre l’80 % della offerta totale nazionale. Ed hanno dimo-

2-3°C.La temperatura ottimale per un corretto sviluppo della coltivazione è variabile fra i 18 ed i 25 °C. Le 4 macroaree produttive sopra citate possiamo affermare che hanno in comune la tipologia dei terreni utilizzati per la coltivazione che debbono essere tendenzialmente sciolti, ricchi di una alta componente sabbiosa, dotati di buona struttura e capaci di drenare importanti quantità d’acqua. I produttori specialisti della coltivazione sanno che i terreni debbono essere possibilmente ricchi di sostanza organica, che viene spesso impiegata anche durante la coltivazione, in copertura. I terreni debbono essere ricchi di calcio e di microelementi in generale e disporre di una falda profonda almeno 60-80 cm. Coloro che per hobby praticano l’orticoltura, quando seminano le carote debbono avere l’avvertenza di seminarle in terreni privi di scheletro (sassi), che, se presente, provoca deformazioni sul fittone.

colte da luglio a dicembre. Ragusa in Sicilia, quelle più conosciute sono le carote di Ispica; si seminano nei mesi di settembre ed ottobre e la produzione raccolta è disponibile dal mese di luglio al mese di dicembre. Questa situazione produttiva che va dal nord all’estremo sud (oltre 1000 km fra il polo produttivo veneto e quello siciliano), rende disponibile per i nostri consumatori carote fresche per tutto l’anno. Questo risultato positivo, è anche frutto di una attenta programmazione produttiva che vede anche l’uso di sistemi di protezione della coltivazione nei periodi più freddi dell’anno. Si impiegano film di polietilene e/o film di tessuto non tessuto, in grado di proteggere la coltivazione da pericolosi abbassamenti termici. La carota, infatti è una specie definita macroterma che ha lo 0 termico a + 5° C. (temperatura minima biologica), che germina quando la temperatura supera i 10°C. mentre la radice può subire danni, anche gravi, quando le temperature scendono al di sotto dei

Azienda Maccarese a Fiumicino, Roma.

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LA CAROTA Luciano Trentini

LA CAROTA Luciano Trentini


Un territorio generoso e ricco di storia

Un territorio ricco di storia e di natura, di terra e di mare. Luoghi baciati dal sole in pianura come in collina, arricchiti da un ambiente generoso e un mare cristallino. E’ tra le province di Ragusa, Siracusa, Catania e Caltanissetta, nell’estrema punta sud-orientale della Sicilia, che cresce la Carota Novella di Ispica Igp, in un’area che, storicamente, ha fondato la propria economia ed il proprio sistema produttivo sull’agricoltura. Luoghi di grande fascino e di forte richiamo nei quali spaziare dalle bellezze monumentali, come quelle di Modica, Ragusa, Scicli, Noto o Caltagirone, a quelle scandite dai campi coltivati, come a Chiaramonte Gulfi, Pachino o Vittoria, per arrivare a località suggestive incorniciate dal mare come Porto Palo di Capo Passero o Ispica. Tutte accomunate da uguali caratteristiche del clima e dei terreni, tanto da diventare luogo privilegiato per la coltivazione di vari prodotti di pregio. Tra questi si inserisce a pieno titolo la Carota Novella di Ispica Igp, la cui storia è legata a doppio filo con quella della tradizione agricola e popolare dei luoghi in cui è coltivata. Le sue origini, infatti, risalgono al 1950, come documentato da un articolo del 1955 dell’agronomo Giuseppe Di Pietro, pubblicato sulla rivista di storia e cultura ispicese “Hyspicae Fundus”. Da quegli anni, la sua coltivazione, iniziata ad Ispica, si è progressivamente allargata fino a comprendere tutti gli attuali territori, i cui punti di forza sono senza dubbio le caratteristiche del terreno ed il clima. Ispica, insieme con Pachino e Pozzallo è, infatti, tra le città più assolate d’Italia e, non a caso, tutti e tre i comuni rientrano tra quelli nei quali è coltivata la Carota Novella. Il colore arancione intenso, il profumo deciso e la croccantezza, sono infatti tutti tratti distintivi legati alla presenza del sole, oltre che alle caratteristiche dei terreni. Assaggiare la Carota Novella, diventa dunque occasione per conoscere un territorio che custodisce alcuni tra i più importati monumenti del barocco siciliano, diventati patrimonio dell’Unesco, ma anche momento per poter ammirare il liberty di alcuni palazzi, le antiche atmosfere di siti archeologici di grande pregio o rari contesti naturali ancora incontaminati.

ha con produzioni che mediamente nelle annate buone si aggirano a 650.000-750.000 di q.li. I dati ISTAT sono molto variabili, per quanto riguarda la produzione, in relazione all’andamento climatico. La produzione del comprensorio delimitato rappresenta circa il 90% della produzione della Sicilia. Le aziende che si sono associate per tutelare e valorizzare le produzioni della “Carota Novella di Ispica” rappresentano, in termini di superfici, di produzione e di commercializzazione il 55-60% degli operatori che insistono nel comprensorio, costituendo la parte rappresentativa dei produttori della “Carota Novella di Ispica” del territorio delimitato. Oggi è coltivata in circa 1500 ettari, per una produzione complessiva che supera i 75.000 tonnellate. Per quanto attiene la coltivazione della carota, le superfici coltivate sono 12.664 ha in Italia, di cui 3.390 in Sicilia, pari al 26,8% del totale e quantitativi raccolti (587.319 ton in Italia, di cui 128.585 in Sicilia, pari al 21,9%), e si registra un dato export pari a 1,2% della produzione nazionale, mentre è in crescita la quota

di prodotto importato: oltre 9.400 ton. In questo contesto la carota “Novella di Ispica”, gioca un potenziale ruolo chiave in quanto rappresenta la prima carota di qualità ad entrare nel mercato proprio nel momento di massimo livello di importazione. Le origini documentate della Carota Novella di Ispica risalgono al 1955 e dagli anni ‘50 la sua coltivazione si è progressivamente allargata, anche grazie al grande successo commerciale riscontrato sui mercati nazionali ed esteri, dovuto principalmente alle caratteristiche uniche, quali la precocità di maturazione, la croccantezza, il profumo, il colore ed il sapore, nonché la ricchezza di carotene e glucosio. Gli scambi commerciali import-export dell’Italia evidenziano un aumento delle esportazioni di carote rispetto alle importazioni che restano sostanzialmente stabili. In Sicilia il primato della produzione della carota spetta alla provincia di Ragusa, che da sola rappresenta il 59% (80.000 ton - dati Istat) della produzione regionale, seguita dalla provincia di Siracusa con il 32% (44.200 ton, dati Istat).

Origini della carota ad Ispica “Intorno agli anni ’80, periodo della massima produzione di “Carota Novella di Ispica”, le superfici del comprensorio sono arrivate a raggiungere i 35004000 ha con produzioni da q.li 1.500.000 a 2.000.000 di carote. Negli ultimi anni le superfici si sono ridotte mantenendosi nel comprensorio intorno a 1300-1500

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L’Altopiano del Fucino e la storia del suo lago È nella valle del Fucino, nel cuore dell’Abruzzo, che ha origine la maggior parte delle nostre Verdure. In questa terra dal particolare microclima, circondata da Parchi Naturali e ricca di sorgenti che sgorgano in quota, la vocazione all’agricoltura ha radici profonde. Risalgono alla fine dell’800 le prime coltivazioni agrarie, quando nel 1875 il principe Alessandro Torlonia ordinò di prosciugare quello che allora era il terzo più grande lago d’Italia e che proprio nell’altopiano del Fucino si estendeva. La bonifica regalò terreni particolarmente fertili e fu così che iniziarono ad essere coltivati cereali, patata, bietola e, dagli anni Settanta del ‘900 fino ad oggi, gli ortaggi. Ancora oggi le terre emerse sono la porzione produttiva più strettamente agricola, il cuore della produzione del Fucino. Le condizioni pedo-climatiche influenzano le caratteristiche dei vegetali, tanto da attribuirgli una qualità e una bontà ineguagliabili: la struttura limo-argillosa delle terre; i suoli ricchi di elementi nutritivi quali l’azoto, il fosforo, il potassio; la capacità di ritenzione idrica dei terreni e la risalita idrica delle falde sottostanti; l’escursione termica nel periodo produttivo, sono sole alcune delle condizioni tipiche della zona che permettono alle colture di esprimere il meglio del loro potenziale. È per queste peculiarità che la carota del Fucino – ad altissimo contenuto di vitamine e dal tipico colore arancione vivo – ha ottenuto la denominazione IGP. Oggi gli ortaggi principali coltivati nell’Altopiano del Fucino sono numerosi: la patata, la carota, gli spinaci, le biete, la cicoria, il pomodoro, il finocchio, l’indivia, i radicchi, le lattughe, i cavoli, il sedano. Si aggiungono anche alcune colture che, grazie al clima di montagna, vengono prodotte in modo destagionalizzato (i finocchi, i cavolfiori estivi) ed altri ortaggi minori.

COVALPA e le caratteristiche degli ortaggi del Fucino L’impianto agro-industriale Covalpa ha sede in Celano (AQ) ed è qui dove avviene la surgelazione, la conservazione e la trasformazione delle patate e degli altri prodotti orticoli. Il complesso industriale si estende su un’area di 110.000 m² al centro della Piana del Fucino. La sua ubicazione, immediatamente raggiungibile dai campi circostanti, è garanzia di filiera corta e controllata. La superficie coperta, di oltre 30.000 m², presenta 25.000 m³ di celle a 0°C, 100.000 m³ di celle a –28°C, nonché sale di lavorazione e di confezionamento recentemente rinnovate secondo gli standard qualitativi maggiormente all’avanguardia. Cinque sono le linee di trasformazione, con notevoli potenzialità produttive per tutta la gamma dei vegetali: • Linea fogliame (tradizionale e di nuova generazione): spinaci, cicoria, cime di rapa, bieta surgelati; • Linea patate: patate surgelate, sia prefritte che al naturale; • Linea nofrost: patate e carote fresche e al naturale • Cubetti e rondelle surgelati di carote, patate, sedano, finocchi, minestroni di verdure, etc.; • Finocchi in quarti e a fette, cavolfiore e broccoli a rosette La media giornaliera di prodotto finito ammonta a 150 ton, per un totale di 25.000 ton annue trasfor-

mate. La materia prima viene accuratamente scelta e selezionata: al conferimento viene destinato solo il prodotto rispondente ai criteri predeterminati dal controllo qualità ed in possesso delle certificazioni OGM Free. Tutte le produzioni vengono pianificate dall’Ufficio Agronomico: dalla scelta varietale, all’acquisto del seme, alla continua assistenza tecnica in campo, sono seguite fino al conferimento per la trasformazione.

Linea Retail

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Linea Co-Packer L’attività di co-packer è svolta con una totale attenzione alla qualità dei prodotti e alla lavorazione delle materie prime; garantiamo una cooperazione concreta con la Clientela che richiede alta efficienza e capacità produttiva, tecnologie all’avanguardia, massima tempestività ed elasticità nel rispondere alle richieste del mercato.

Linea Industria Anni di esperienza al servizio dei Clienti Industria ci permettono oggi di offrire efficienza, conoscenza approfondita dei bisogni della Clientela, soluzioni adatte all’utilizzatore industriale. Tutti i nostri Vegetali surgelati sono disponibili anche nei tagli e nei formati richiesti dal canale industria: bulk, sacchi, cartoni.

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Produzione della carota in Italia

Biodiversità

5 regioni (Abruzzo, Sicilia, Lazio, Emila-Romagna e Veneto) rappresentano oltre l’80% della produzione Italiana che è pari a 12.000 ettari e 550.000 tonnellate.

Veneto: 550 ha - 15000 t Emilia-Romagna: 1950 ha - 90000 t

Abruzzo: 1900 ha - 145000 t

Lazio: 2122 ha - (96500 t)

Sicilia: 2900 ha - 112000 t

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Prima della preparazione le carote vanno spazzolate sotto acqua corrente e spuntate all’estremità; è meglio non pelarle perché la buccia è la parte più importante dal punto di vista nutritivo. Il modo migliore di condire la carota è con olio extravergine di oliva e limone; si ottiene in questo modo uno straordinario “cocktail vitaminico” che associa il betacarotene della carota alla vitamina C del succo di limone ed alla vitamina E dell’olio extravergine di oliva. Le carote grattugiate non vanno lasciate esposte all’ aria altrimenti i betacaroteni si alterano velocemente: l’aggiunta di succo di limone ne evita l’ossidazione. La cottura sfrutta al meglio le proprietà salutari della carota: le carote cotte hanno 3 volte la concentrazione di antiossidanti rispetto a quelle crude. Per chi ha necessità di consumare elevate quantità di carota si consiglia il succo di carota ottenuto per centrifugazione di carote fresche. Le carote si possono consumare crude in insalata oppure lessate e saltate al burro. Come verdura aromatica si tritano nel classico soffritto all’italiana (carote, cipolla e sedano) o nei fondi per arrosti ecc.

quantità di carboidrati pari al 6-7%. Questi sono solubili e prontamente assimilabili, quelli che danno alla carota il classico sapore dolce, molto apprezzato dai consumatori. Le radici per il consumo fresco, debbono essere di forma cilindrica, di calibro variabile dai 15 ai 35 mm ed avere un peso medio variabile dai 50 ai 130 grammi cadauna, di media lunghezza, colorate uniformemente di un colore arancione inteso, prive di difetti esterni (colletto verde e profonde spaccature) e cuore poco fibroso.

Utilizzazione della carota La parte edule delle carote, destinata al mercato fresco, è la radice che viene raccolta in fasi di sviluppo differenti, quando a maturazione ha raggiunto la colorazione tipica della varietà ed assume un aspetto lucido dell’epidermide. Quelle colorate di arancione intenso sono maggiormente ricche di beta-carotene. Coltivata prevalentemente per la produzioni di radici destinate al mercato fresco, le carote debbono avere un contenuto di sostanza secca pari a 10-12% ed una

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Dalle carote prendono il nome i carotenoidi, le sostanze che danno il caratteristico colore a questo ortaggio. I carotenoidi sono potenti antiossidanti che si possono dividere in 3 categorie a seconda della tonalità dei pigmenti: giallo arancio, giallo verde e rosso. La loro attività biologica è ampia: da precursori della vitamina A (alfa, beta e gamma carotene) ci difendono dall’assedio delle radiazioni solari, combattono i radicali liberi, le instabili e distruttive molecole di ossigeno prodotte dall’inquinamento, svolgono un effetto protettivo nei confronti di molte malattie neoplastiche. Recentemente si è visto che due carotenoidi (zeaxantina e luteina) svolgono una azione protettiva per gli occhi contro le malattie legate all’età quali la degenerazione maculare senile e la cataratta: queste due sostanze formano i pigmenti maculari che impediscono alle radiazioni nocive di raggiungere e danneggiare la retina. Chi ha difficoltà visive al crepuscolo manca spesso di vitamina A. Un elevato consumo di carote riesce a correggere il disturbo. Il betacarotene contenuto nelle carote protegge i tessuti che rivestono le pareti interne dell’apparato gastrointestinale e respiratorio, dall’attacco di virus, batteri e microrganismi infettivi. Consumare carote in quantità fa bene nei casi di acne, coliti, gastriti e ulcere (le ferite si rimarginano più velocemente); la carota agisce delicatamente sulle pareti intestinali ed è indicata sia nei casi di stitichezza, perché aumenta il volume delle feci, che di diarrea, perché assorbe l’acqua presente nelle feci ( ogni grammo di fibra presente nella carota assorbe ben 23 g di acqua, molto più di qualsiasi altra fibra vegetale).

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La ricerca Bejo sulla carota Bejo Zaden bv è un’azienda sementiera olandese che opera nel settore delle sementi da orto da oltre 100 anni ed è specializzata nel miglioramento genetico, nella produzione, nella lavorazione e nella vendita di sementi di alta qualità per il mercato ortofrutticolo professionale. Le sementi Bejo vengono distribuite in oltre 100 paesi grazie alla rete mondiale di filiali Bejo. Ad oggi Bejo ha un assortimento di oltre 1000 varietà, suddivise in circa 50 specie, offrendo un programma completo per tutti i mercati e per i climi più diversi. Per Bejo l’innovazione costante è al primo posto, al fine di tradurre le esigenze del mercato in varietà con un chiaro valore aggiunto per l’intera filiera alimentare. L’attività di ricerca e miglioramento genetico di Bejo sulla carota ha origini che risalgono agli esordi dell’ azienda e viene oggi effettuata in diverse stazioni nel mondo, consentendo a Bejo di diventare negli anni uno dei principali riferimenti nel mercato professionale di questo ortaggio su scala globale. Gli obiettivi della ricerca Bejo sono diversi e puntano tutti alla costituzione di varietà ibride F1 che apportino vantaggi alla coltivazione, la raccolta, la conservazione post-raccolta fino alla

trasformazione industriale delle carote. Per ottenere questo si è prestata nel tempo notevole attenzione ad ottenere varietà con piante rustiche e robuste, che ben sopportino gli attacchi di parassiti e funghi, primo fra tutti l’ Alternaria, le condizioni climatiche avverse, le manipolazioni post-raccolta e con qualità organolettiche uniche che consentano una buona resa durante la lavorazione industriale, senza trascurare anche le qualità visive delle carote destinate al mercato fresco che presentano radici lisce e di colore arancio intenso e brillante. Tutto questo senza mai trascurare le caratteristiche di gusto, croccantezza e colore, particolarità che rendono uniche le carote Bejo. In quest’ ottica di unicità ed innovazione Bejo oggi offre anche un gruppo di varietà uniche per gusto e colore. Oltre alle carote dal classico colore arancio ma dalla croccantezza e dolcezza uniche, sono disponibili anche varietà di carota viola, bianca e gialla. In queste carote dal colore “inusuale” il consumatore può trovare aspetti nutraceutici sorprendenti, con contenuti di carotene, flavonoidi, luteina o fibre superiori a quelli contenuti nelle carote arancioni, senza dover però rinunciare al gusto ed alla dolcezza tipiche di questo ortaggio. Contatti per l’Italia: Bejo Italia srl Via Cervara Vecchia 13 48015 Pisignano di Cervia (RA) info@bejoitalia.it

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Industria di trasformazione

Composizione chimica e valore energetico per 100g di carota (fonte: INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)

Parte edibile (%)

95

Acqua (g)

91.6

Proteine (g)

1.1

Lipidi (g)

0.2

Colesterolo (mg)

0

Carboidrati disponibili (g)

7.6

Amido (g)

0

Zuccheri solubili (g)

7.6

Fibra totale (g)

3.1

Fibra insolubile (g)

2.70

Fibra solubile (g)

0.41

Alcol (g)

0

Energia (kcal)

35

Energia (kj)

147

Sodio (mg)

95

Potassio (mg)

220

Ferro (mg)

0.7

Calcio (mg)

44

Fosforo (mg)

37

Magnesio (mg)

11

Zinco (mg)

2.92

Rame (mg)

0.19

Selenio (μg)

1.0

Tiamina (mg)

0.04

Riboflavina (mg)

0.04

Niacina (mg)

0.70

Vitamina A retinolo eq. (μg)

1148

Vitamina C (mg)

4

Vitamina E (mg)

-

Le carote destinate all’industria di trasformazione, per la preparazione di surgelati o da utilizzare per la produzione di sottaceti, in genere sono di dimensioni più grosse, rispetto a quelle destinate al mercato fresco, e più ricche di sostanza secca. Oggi le carote sono utilizzate anche per la produzione di succhi, molto apprezzati dai consumatori proprio per l’elevato contenuto di elementi utili alla salute, quali il beta-carotene. La conservazione delle carote riveste una importanza fondamentale per il mantenimento della qualità delle radici. Si debbono evitare la presenza di avvizzimenti, germogliazioni e l’assunzione del “sapore amaro”. Alcune di queste fisiopatie sono evitabili se si agisce correttamente controllando la temperatura e l’umidità relativa dell’ambiente di conservazione. In particolare il mantenimento di temperature basse permettono di ridurre l’avvizzimento della radice in quanto si rallenta l’attività metabolica e di conseguenza la traspirazione. I consumatori debbono ricordare di non tenere le carote assieme ad altri prodotti ortofrutticoli capaci di emettere importanti quantitativi di etilene (es. mele o pere, meloni ecc.). La presenza di questo gas naturale, anche per brevi periodi, influenza negativamente le caratteristiche qualitative della carota facendole assumere il classico sapore amaro. La carota possiede numerose proprietà nutrizionali: è significativo è il contenuto in vitamine (A, B, C, K) e di betacarotene, componente fondamentale per la produzione organica della melanina, sostanza di pigmentazione della pelle che protegge dagli effetti negativi dei raggi solari. Il betacarotene potenzia le difese immunitarie contro le infezioni delle vie respiratorie, acuisce le capacità visive. Insieme a Calcio e vitamina B contribuisce al mantenimento dei denti sani, La carota cruda inoltre svolge una importante azione regolatrice dell’intestino. Per utilizzare al meglio la carota e le sue disponibilità vitaminiche, andrebbe consumata al naturale, possibilmente non pelata, solo spazzolata sotto l’acqua poiché la maggiore quantità di nutrienti sono collocati prevalentemente nella parte superficiale della radice.

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Carote in mazzetto

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Lavaggio delle carote

Fucino, il cui prosciugamento già tentato in epoca romana fu realizzato a partire dalla fine dell’800 dal principe Alessandro Torlonia. Anche in questo caso la coltivazione iniziò a partire dal 1950, assicurando un reddito tale da convincere i produttori ad inserire questo importante ortaggio nella rotazione culturale.

Carota Novella di Ispica IGP Coltivata in Sicilia trova nei terreni delle province di Siracusa, Ragusa, Catania e Caltanisetta dove trova un ambiente ideale per clima e terreno. A partire dal 1950 che la Carota Novella di Ispica viene coltivata nella terra del barocco siciliano i cui monumenti sono diventati patrimonio dell’Unesco. Carota dell’Altopiano del Fucino IGP La zona di produzione interessa l’intero comprensorio del Fucino in provincia dell’Aquila, in Abruzzo. L’area di coltivazione è stata ricavata dal lago del

Luciano Trentini Vicepresidente AREFLH (Associazione delle Regioni Europee Ortofrutticole)

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Nuovo look per Cantina Tollo Online il nuovo sito web e il portale e-commerce

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Tradizione e innovazione vanno di pari passo in Cantina Tollo, per dar vita a vini di qualità. Da questa stessa filosofia nasce il restyling del sito web aziendale: www. cantinatollo.it

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Una vetrina rinnovata nella grafica, che risulta elegante e raffinata e dà ampio risalto alle immagini. Foto che raccontano una grande storia così come il forte legame che da sempre unisce l’azienda al proprio territorio, ricco di sfaccettature e da sempre vocato alla viticoltura. Sostenibilità – nelle sue diverse accezioni – innovazione, rispetto della tradizione e valorizzazione dei prodotti: navigando il nuovo sito Cantina Tollo si dispiega un universo fatto di elementi altrettanto rilevanti nella filosofia produttiva dell’azienda, che da oltre cinquant’anni pone al centro della propria strategia lo sviluppo della qualità.

Ampio spazio è dato ai prodotti: segni distintivi, caratteristiche tecniche, perfetti abbinamenti e immagini. Ciascun vino è raccontato nella sua pienezza per fornire al visitatore tutte le informazioni utili per scegliere il prodotto giusto per ogni occasione. Il nuovo sito web ospita, inoltre, un’altra novità: la sezione e-shop, attraverso la quale, l’azienda sfrutta appieno le opportunità offerte dalla rete per aprirsi al grande pubblico e portare l’eccellenza Cantina Tollo direttamente nelle case dei consumatori. Cantina Tollo Insieme ai suoi produttori, Cantina Tollo, tra le più importanti realtà del settore vitivinicolo italiano, coltiva a vigneto oltre 3.000 ettari sul territorio. Un successo che si misura anche con i numerosi riconoscimenti ricevuti, oltre che con i numeri. Le bottiglie Cantina Tollo sono presenti in tutta Italia, in gran parte dei Paesi dell’Unione Europea, negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone. L’esportazione rappresenta il 35% del fatturato della Cantina, che si affaccia anche su nuovi mercati emergenti come la Russia, l’India e la Cina. L’azienda chiude il 2013 registrando un fatturato di 46 milioni di euro, il 24% in più rispetto all’anno precedente.

C’È DI BUONO DI PEDON, CEREALI ANTICHI ED ITALIANI PRONTI IN 10 MINUTI Tanto gusto e poche calorie contraddistinguono i cereali C’è di Buono. Piatti facili e veloci da preparare grazie alle ricette estive degli Chef di Arclinea Design Cooking School La nuova linea C’è di buono di Pedon è una gamma di cereali antichi, 100% italiani, e provenienti da filiere selezionate. Facili e veloci da preparare in soli 10 minuti, i cereali C’è di buono sono la soluzione ideale per soddisfare le esigenze del consumatore moderno, alla ricerca un piatto semplice e dall’elevato contenuto nutrizionale, senza rinunciare però al gusto e alla qualità. Gustosi e nutrienti, i cereali C’è di buono sono altamente versatili in cucina, ideali per sostituire i piatti a base di pasta e riso e per variare la propria dieta giornaliera. Ricchi di proteine e fibre, poveri in grassi, sono indicati per una alimentazione sana ed equilibrata, e permettono la preparazione di ricette gustose, leggere ed originali ad un prezzo contenuto. Sulla confezione sono disponibili e collezionabili le ricette elaborate degli Chef di Arclinea Design Cooking School. Le ricette per l’estate portano la firma di Luca Marchini, Giuseppe Falanga, Erica e Camilla Maggiora, Luca Montersino e Francesca Maggio. Le quattro referenze che costituiscono la gamma - mix 5 cereali, orzo, grano e farro - provengono da filiere controllate, 100% italiane e NO OGM. www.pedon.it

About Pedon Fondata nel 1984 dai tre fratelli Pedon, come azienda distributiva all’ingrosso di prodotti alimentari, Pedon è oggi presente capillarmente in tutti i moderni canali distributivi, sia con prodotti a proprio marchio, sia come private label per la GDO con oltre 100 linee a marchio privato e 3.000 referenze. Le aree di business dell’azienda, oltre a quella predominante dei cereali e legumi secchi, si diversificano nei preparati per dolci, funghi secchi, alimenti biologici e senza glutine. Punto distintivo e di forza del Gruppo Pedon è la rete globale di approvvigionamento, presente in 15 Paesi nei 5 continenti, che tramite la divisione HYPERLINK “http://www.acosnet.it/” Acos riesce a garantire nel tempo elevati livelli qualitativi ed il controllo totale delle filiere di approvvigionamento. Il Gruppo Pedon oggi è il punto di riferimento a livello mondiale per la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di cereali e legumi secchi. Un’impresa di successo che vanta un fatturato di 90 milioni di euro in 25 Paesi (40% export) e impiega 600 persone con propri stabilimenti in Italia, Cina, Egitto, Etiopia e Argentina.

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Dalle pagine Facebook al Concorso per la miglior campagna pubblicitaria Selfie, le Gallerie Auchan si presentano su diversi strumenti multimediali e offrono ai clienti e ai partner nuovi servizi, promozioni e attività per rendere più piacevole lo shopping nei 46 Centri Commerciali Auchan

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Pagine Facebook di tutte le gallerie, sito internet nuovo, virtual tour con Google Maps, l’App Gallerie Auchan tutta nuova e il concorso “Fai vedere chi sei” per tutti quelli che faranno il download dell’App Gallerie Auchan. Il 2014 di Gallerie Auchan si tinge di web e offrirà ai clienti e agli oltre 2 mila negozi che popolano i 46 Centri Commerciali Auchan diversi strumenti multimediali per informarsi, promuoversi e vincere buoni sconto per lo shopping in Galleria. Da Febbraio sono on line le pagine Facebook di tutte le Gallerie con l’obiettivo di comunicare ai clienti in modo più diretto e interattivo, ma soprattutto di offrire ai negozi dei centri commerciali uno strumento in più attraverso cui farsi conoscere al grande pubblico. Si continua in Aprile con il lancio del nuovo sito internet www.gallerieauchan.it che proporrà una nuova veste grafica, maggiori contenuti, un aggiornamento continuo su informazioni, news ed eventi nei diversi Centri Commerciali Auchan. Un sito che avrà il duplice obiettivo di fornire un servizio diretto per tutti i clienti, ed anche in questo caso ampio sarà lo spazio dedicato ai partner di Gallerie Auchan per la promozione della propria attività.

Infine, per valorizzare il successo ottenuto dalla App Gallerie Auchan lanciata nel novembre del 2012 e che in questi primi due anni di vita ha contato oltre 50 mila installazioni, 5 mila promozioni pubblicate, 2 mila negozi coinvolti e quasi 3 mila volantini pubblicati, Gallerie Auchan rinnoverà la grafica dell’App e lancerà un concorso riservato a chi ha scaricato l’applicazione. I clienti saranno invitati a creare, scattandosi una foto, la propria campagna pubblicitaria in linea con quella ufficiale “Benvenuta persona speciale”. Le campagne Selfie più originali vinceranno buoni sconto per lo shopping nei negozi della galleria e negli ipermercati della Galleria Auchan preferita. Per Gallerie Auchan il 2014 sarà sempre più all’insegna del consumatore, dei partner e della tecnologia! www.gallerieauchan.it

Fendt ha incrementato le proprie unità di vendita e le quote di mercato in Europa. Con una vendita di 17.837 trattori AGCO/Fendt ha raggiunto nel 2013 un nuovo record. Ciò significa un incremento del 22%, nonché 3.249 trattori in più in confronto all’anno scorso. Con questa eccezionale crescita la casa produttrice di macchine agricole tedesca è riuscita ad incrementare notevolmente la sua quota di mercato Fendt in Europa passando dal 7,7% al 9,4 %. “Dopo l’inaugurazione del nuovo stabilimento ci eravamo prefissati di vendere, nell’anno d’esercizio 2013, 18.000 trattori Fendt. Questo obiettivo è stato praticamente centrato. Siamo più che soddisfatti di essere riusciti a raggiungere una quota di mercato pari al 9,4% grazie anche alla collaborazione dei nostri distributori europei,” così spiega PeterJosef Paffen, vice-presidente e direttore generale della AGCO/Fendt. I mercati più importanti per Fendt sono Germania, Gran Bretagna /Irlanda, Italia, Austria, Olanda, Spagna, Svizzera, Belgio, Scandinavia, Europa centrale/orientale e Francia. Ed è proprio in Francia, nel più grande mercato agrario europeo, che Fendt è riuscita a raggiungere con le sue 3.586 immatricolazioni una quota di mercato del 9,8 % (+ 14% rispetto all’anno scorso con 2.759 immatricolazioni). Per quanto riguarda l’Italia, anche qui il salto in avanti è stato più che soddisfacente con un incremento delle unità vendute del 4,6% in rispetto al 2012. www.fendt.it

L’altra grande novità sarà il virtual tour che attraverso Google Maps sarà disponibile per tutti i Centri Commerciali Auchan. In questo modo i clienti potranno muoversi virtualmente dentro la Galleria con una visione a 360° di tutti gli ambienti e scoprire e vedere i negozi direttamente da casa.

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GALLERIE AUCHAN AL CENTRO DEL WEB

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CALEIDOSCOPIO HOFSTÄTTER. IL GEWÜRZTRAMINER? UNA QUESTIONE D’ONORE!

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Si chiamerà “Joseph” la nuova selezione di Gewürztraminer della storica cantina altoatesina, che ha sede nel centro storico del paese di Tramin – Termeno, paese natale di questo importante vitigno. La tenuta prende una strada senza compromessi: non esisterà più il vitigno simbolo del territorio nella versione “base”.

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Il Gewürztraminer è la varietà da sempre legata al paese di Tramin -Termeno. Un vitigno che rappresenta la storia di un territorio e la cui valorizzazione parte dalla tenuta Hofstätter, condotta oggi da Martin Foradori Hofstätter in quarta generazione. Da tempo immemorabile il Kolbenhof è il maso più conosciuto nei dintorni di Tramin - Termeno. Questo lo sapevano anche i Gesuiti di Innsbruck che al Kolbenhof tra il 1722 e il 1773 vinificarono il loro vino. Successivamente furono i Baroni von Unterrichter di Caldaro, residenti nel vicino Castello Rechtenthal, ad esserne i proprietari. Nel 1936, fu Joseph Hofstätter ad acquistare la tenuta, i cui vigneti oggi sono coltivati quasi esclusivamente a Gewürztraminer. Solo le uve migliori vengono vinificate per quel vino che fin dal 1987 porta il nome del Kolbenhof. Ed è probabilmente la prima volta che un Gewürztraminer viene battezzato con il nome del suo luogo di nascita. Così giá l’etichetta segnala ciò che ha massima importanza per la Hofstätter: risaltare il carattere delle singole tenute nei rispettivi vini. Oggi, a distanza di 78 anni, nonostante il successo commerciale del Gewürztraminer, l’azienda compie un passo importante: eliminare la linea “base” per produrre solo la linea premium Joseph ed il cru Kolbenhof: “Il Gewürztraminer è il nostro vitigno simbolo ed è strettamente legato con il nostro paese” – afferma Martin Foradori Hofstätter. “Con questo passo vogliamo dare un segnale forte e chiaro: il Gewurztraminer deve essere sempre più il vino bandiera della nostra area, deve esprimere esclusivamente la migliore qualità. Per questo abbiamo deciso di produrre esclusivamente “Joseph” e il cru Kolbenhof. E’ una scelta impegnativa ma abbiamo voluto guardare al lungo termine.” www.galzignano.it


EMERGENZA RISCALDAMENTO GLOBALE Parliamone con cognizione di causa.

Ebbene, il danno più grave che si può immaginare a livello planetario è la riduzione a livelli inadeguati dell’anidride carbonica che rende possibile la fotosintesi clorofilliana. Senza una quantità adeguata di CO2, oltre che di acqua e di luce, non è possibile fornire l’energia alla vita sul nostro pianeta. Paolo Sequi, Liviana Leita

EMERGENZA RISCALDAMENTO GLOBALE PAOLO SEQUI, LIVIANA LEITA

SALUTE PIANETA

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Campi arati nelle terre di Siena.

L’ANIDRIDE CARBONICA: NUTRIMENTO DI BASE PER LA VITA. È utile, se non indispensabile, premettere ciò che molti tendono a ignorare o, peggio, ad occultare: il biossido di carbonio CO2, più comunemente chiamato anidride carbonica, è la fonte nutritiva più importante e quantitativamente superiore a tutte le altre che servono per la nutrizione dei vegetali. L’anidride carbonica, combinandosi con l’acqua sotto l’effetto dei raggi del sole, dà origine ai carboidrati, i prodotti organici fondamentali per (1) fornire energia e (2) formare la base della costituzione di tutte le successive biosintesi, a partire da quella delle proteine. Carboidrati = energia L’energia presente nei carboidrati ed in altri prodotti organici che ne derivano viene fornita dalla luce del sole attraverso il processo da cui questi stessi prodotti si originano. Nella reazione chimica che classicamente rappre-

senta questo processo troviamo sei molecole di anidride carbonica CO2 e sei molecole di acqua H2O che danno origine ad una molecola di glucosio C6H12O6 e a sei molecole di ossigeno O2: 6 CO2 + 6 H2O + energia

6 C6H12O6 + 6 O2

Questa reazione chimica viene chiamata fotosintesi ed avviene nelle foglie ed in altri tessuti vegetali di colore verde in quanto è mediata dalla clorofilla, che dà loro questo colore. L’energia necessaria per la reazione viene fornita dalla luce del sole: una sessantina di quanti di luce solare (fotoni) per ogni molecola di glucosio sintetizzata. Così, mentre l’ossigeno prodotto rientra nell’atmosfera, il glucosio (cioè il carboidrato) resta nell’ambiente, pronto a restituire l’energia solare che ha immagazzinata in sé. Infatti, dall’utilizzazione dei carboidrati viene prodotta l’energia necessaria per tutte le funzioni vitali, non

per reazioni chimiche con l’azoto; ad essi si aggiungono anche altri i composti complessi quali gli acidi nucleici nei quali deve essere presente il fosforo o come la clorofilla che ha bisogno del magnesio. Ebbene, nei vegetali molti tessuti strutturali sono costituiti essenzialmente da carboidrati, mentre negli animali abbondano le proteine anche nei tegumenti. In sostanza la reazione di cui sopra, che trasforma l’anidride carbonica in un composto organico, può essere considerata la più importante di tutto il mondo biologico, o per lo meno quella che ne condiziona l’esistenza.

solo delle piante, ma anche degli animali che si nutrono delle piante e degli animali carnivori che si nutrono di altri animali. Dunque, all’inizio della catena alimentare ci sono sempre vegetali, c’è sempre l’energia fornita dalla luce del sole (e c’è sempre l’anidride carbonica…). Omettiamo per semplicità qualunque altro dettaglio e veniamo alla seconda funzione dei carboidrati. CARBOIDRATI = MATTONI DELLA VITA Come l’energia di tutti i cicli biologici, anche tutti i tessuti biologici presenti in natura si originano dai carboidrati di partenza. Come si è detto poco sopra, i carboidrati che si originano dall’anidride carbonica sono le molecole di partenza non solo per molecole molto più complesse come la cellulosa o l’amido, ma anche per amminoacidi e poi peptidi e proteine, cioè di sostanze che si ottengono

Antiche attività agricole lungo il fiume Li, Cina.

L’ANIDRIDE CARBONICA: È UN MOSTRO PER L’AMBIENTE? Oggi siamo in un periodo definito di intenso riscaldamento globale, dovuto all’emissione sia naturale che provocata dall’uomo di molti gas serra. Tra questi, la responsabilità mag-

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Uliveti secolari nelle Terre di Bari.

giore viene data proprio all’anidride carbonica sebbene esistano molte altre emissioni gassose capaci di influire sul fenomeno in misura maggiore della anidride carbonica come, e soprattutto, il vapore acqueo (le stesse nubi) oppure i prodotti organici di origine esclusivamente antropica come i clorofluorocarburi dei quali non abbiamo spazio per trattare in questa sede. Ma, come detto, la massima responsabilità viene attribuita alla CO2 in quanto prodotto della combustione di sostanze fossili un tempo non utilizzate e, quindi, conseguenza dell’uso di una tecno-

logia esclusivamente umana e relativamente moderna. Si tratta di una scelta discutibile, dato che la percentuale di CO2 che deriva dalla combustione antropica dei fossili non risulta costituire che una parte davvero minore rispetto a quella che deriva dalle perdite dovute alla respirazione degli organismi viventi, alla decomposizione dei residui organici e alla loro ossidazione da parte dei microrganismi. Considerazione, questa totalmente trascurata dall’IPCC (International Panel on Climate Change) nel momento in cui ha attribuendo alla CO2 la responsabilità del 50%

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Esondazione del Tevere.

La fertilizzazione organica incrementa il carbonio dello 0,1% nel suolo.

Una coltivazione in serra deve essere mantenuta a contatto con l’atmosfera esterna. La produzione si arrestanon appena la concentrazione di CO2 scende sotto 120-150 ppm.

dell’effetto serra: meno male che le ultime stime ufficiali non la danno poi così importante come in passato. Tuttavia, tale è il convincimento generale su tali valutazioni che, alla riduzione dei possibili rischi rappresentati dalla crescita della percentuale di CO2 nell’atmosfera del nostro pianeta viene attribuita grande importanza strategica, tanto che esistono programmi internazionali consolidati per diminuirne la presenza. I costi di queste operazioni sono estremamente elevati, basti pensare a quel progetto che prevede l’inserimento di CO2 atmosferica in zone della litosfera dalle quali non avrebbe facile possibilità di essere riemessa, neppure se dovesse servire. È all’opera un numero molto elevato di ricercatori divisi in tre Working Groups sui tre fronti distinti che si propongono di (1) aggiornarne le basi scientifiche, (2) studiare il fronteggiamento dei rischi per gli ecosistemi e gli organismi viventi e (3) valutare le possibilità di mitigazione dei cambiamenti climatici con la riduzione delle emissioni dei prodotti gassosi che ne sono responsabili. L’attività di

questi gruppi di lavoro è oggetto di numerosi congressi e pubblicazioni; inoltre, periodicamente viene pubblicato un “Rapporto”, la cui quarta edizione risale al 2007 mentre la quinta è attualmente in corso. I risultati del primo gruppo di lavoro sono stati già pubblicati (si tratta di più di 2200 pagine) ma non ufficialmente approvati. Nel prossimo Rapporto si prevede la presentazione anche dei risultati del secondo e del terzo gruppo di lavoro, che saranno pubblicati nel 2014. Il timore che il riscaldamento globale superi soglie di pericolo per il mantenimento e lo sviluppo della vita sulla terra è assai forte! Il primo errore tuttavia, come si è affermato poco sopra, è che la sensibilità a questi problemi dovrebbe essere limitata ad altri prodotti gassosi che davvero potrebbero comportare rischi di una certa reale concretezza. Si parla invece di scenari apocalittici provocati dall’accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera! Per quanto comunque riguarda l’anidride carbonica non si tiene conto neppure del fatto che la crescita della sua concentrazione

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EMERGENZA RISCALDAMENTO GLOBALE PAOLO SEQUI, LIVIANA LEITA

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Il riscaldamento globale è dovuto alla emissione, sia naturale che provocata dall’ uomo, di gasserra.

La crescita della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera viene bilanciata dalle acque.

La percentuale di anidride carbonica che deriva dalla combustione antropica dei fossili è minore rispetto alle perdite dovute alla respirazione degli organismi viventi e alla decomposizione dei residui organici.

Abbiamo a che fare dunque, con un riscaldamento che è definito globale e che viene illustrato e descritto nel modo più spaventoso, ma che insomma non riscalda.

nell’atmosfera viene bilanciata dalle acque: quantità dell’ordine di grandezza dell’80% sono assorbite nei mari ed oceani, anche se nessuno dice che in genere il loro effetto non appare particolarmente importante. Le quantità che passano nelle acque possono essere inferiori alle obiettive necessità delle piante acquatiche: ci si tornerà più avanti. Un altro motivo di apparente tranquillità nelle valutazioni o previsioni del riscaldamento globale è quello degli effettivi dati riportati dai relativi termogrammi, quando vengono estesi a periodi di tempo molto lunghi. Sulla scala delle ordinate ben difficilmente si hanno fluttuazioni diverse da un grado centigrado: il più delle volte ne basta solo uno o poco meno. Si parla di 0,8°C dal 1860 al 2002 (IPCC), pari a 0,00644°C all’anno!!

NON CI SI RICORDA DEL SUOLO… Il protocollo di Kyoto ha preso in considerazione la CO2 come principale emissione da limitare, come simbolo di un esagerato sfruttamento antropico di una risorsa non rinnovabile, ossia i combustibili fossili. Bisogna stare attenti però a non esagerare nell’applicazione di queste idee. E, tralasciando alcuni esempi che potranno essere ripresi in altre sedi, bisogna sottolineare che a Kyoto ci si è dimenticati del maggiore serbatoio terrestre di carbonio dopo i combustibili fossili: il suolo.

Il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre che, oltre ad essere normalmente esplorata dalle radici delle piante, ospita una quantità di organismi viventi superiore di dieci volte alla quantità di animali che vivono sopra il suolo. Questi organismi vivono in collegamento fra di loro e soprattutto con le radici delle piante, che arricchiscono il suolo di carbonio: un carbonio che viene utilizzato e trasformato, come si può facilmente intuire, anche dagli stessi organismi viventi che ci vivono. Un suolo fertile, anche coltivato, può contenere circa il 3% di carbonio che, espresso come sostanza organica, assume un valore superiore di oltre due volte, ma questa quantità può variare notevolmente. A livello planetario il carbonio presente nel suolo rappresenta

una quantità molto elevata, che ovviamente interagisce con fattori biologici ed ambientali molto più di quello fossile, e la sua presenza non può essere trascurata. Un’idea più concreta di quanto si è detto può essere data da una stima dei rapporti che si hanno tra le forme di carbonio più comuni sul nostro pianeta. Le forme di carbonio più comuni sulla terra (1 Pg = 109 t)

Combustibili fossili Suolo Atmosfera Organismi vegetali Organismi che vivono nel suolo Organismi animali

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Pg di C 4000 2.500 700 600 40 4


La quantità di anidride che passa nelle acque può essere inferiore alle necessità delle piante acquatiche.

Mari e oceani assorbono fino all’ 80% di anidride carbonica.

Nel protocollo di Kyoto ci si è dimenticati del suolo. E dimenticandosi del suolo non ci si è dimenticati di poco! Ci si è dimenticati di un colossale serbatoio di carbonio. Si, perché con l’abbandono delle attività rurali convenzionali, con le lavorazioni spinte del terreno e con il continuo boicottaggio dell’impiego di fertilizzanti organici e delle biomasse in agricoltura, la sostanza organica del suolo continua a calare ovunque: il che significa minore ritenzione idrica ed un maggiore sforzo per lavorare i terreni (più richiesta di energia, maggior consumo di carburante). Ma facciamo due conti semplici. Una lavorazione spinta di un suolo agricolo

Lo stesso modo di coltivare il suolo è estremamente importante ai fini di un corretto bilancio del carbonio. Non è questa la sede per affrontare approfonditamente l’argomento, ma basti sottolineare che alcune pratiche agronomiche tendono a favorire un aumento del carbonio presente nel suolo ed altre conducono alla sua diminuzione, con effetti anche nocivi sulla fertilità, ossia sulla sua attitudine a produrre. La sostanza organica presente nel suolo ha molti effetti favorevoli al mantenimento di una buona struttura del suolo (rapporto fra fase solida, liquida e gassosa), che favorisce la crescita delle piante e la vita degli organismi che ci vivono.

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precedentemente non arato per diversi anni perché adibito alla produzione di foraggi può ridurre in misura consistente il carbonio organico presente. Prendiamo un ettaro (ha) di suolo, corrispondente a 10.000 m2 di superficie terrestre. L’ettaro, considerato come lo strato arabile del suolo (nel caso specifico i 50 cm superficiali) nel quale si assume a titolo esemplificativo un contenuto di carbonio organico di qualche punto percentuale, è composto da 5x106 kg di suolo, la superficie agricola utilizzata (SAU) in Italia corrisponde a poco meno di 15x106 ha, la diminuzione di un semplice 0,1% di C (5x103 kg di C, ossia 1,83x104 kg/ha di CO2 emessa) equivale,

se esteso a livello dei suoli agricoli nazionali, a 2,75x1011 kg di CO2 per ettaro! E questo vale soprattutto in ambiente mediterraneo!! Un effetto esattamente contrario lo possiede un incremento di carbonio dello 0,1% nel suolo, provocato da una fertilizzazione organica che preserva il carbonio organico presente nei fertilizzanti organici somministrati e da una saggia conduzione agronomica intesa a conservare il conseguente aumento di sostanza organica se esteso a livello di tutti i suoli agricoli nazionali: un una sottrazione di CO2 per una quantità corrispondente a 2,75x1011 kg di CO2 per ettaro dal suo indesiderato destino atmosferico.

Torino nel dopoguerra è stata la meta dell’esodo dalle campagne. La motivazione più forte era lo status emarginante del contadino, percepito dalla società, a favore di chi lavorava in fabbrica.

Sirmione e lago di Garda.

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Frutticoltura intensiva nel Ferrarese.

Agricoltura intensiva in Toscana.

dei processi fotosintetici. L’impiego di bombole o di condutture che apportano CO2 nelle serre è ormai divenuto una regola di comportamento almeno in tutto il Centro-Nord Europa. Come si vedrà, questa situazione appare estendersi anche ad alcune esperienze in ambiente acquatico. Si evince anche che molti risultati straordinari attribuiti ai moderni concimi sono stati resi possibili per la presenza di quantità sufficienti di carbonio, il primo elemento nutritivo per tutti i vegetali. Non dimentichiamoci, lo abbiamo visto più sopra, che il carbonio è l’elemento più importante in tutti gli organismi viventi (anche se è dominante solo nei vegetali) e che la fotosintesi rappresenta la base

energetica della vita su tutto il nostro pianeta! Il carbonio, l’ossigeno e l’idrogeno assimilati a partire dall’anidride carbonica e dall’acqua costituiscono il 91% della sostanza secca della pianta, mentre l’azoto e gli altri elementi nutritivi che la pianta assume dal suolo o che vengono somministrati con le normali concimazioni non rappresentano altro che una quantità inferiore al 5% del suo peso secco. La legge del minimo, sviluppata da Justus von Liebig, dice che lo sviluppo di una pianta è condizionata dall’elemento presente in proporzione minore rispetto agli altri. La legge viene ancora oggi esemplificata dalla raffigurazione di una botte le cui doghe rappresentano i singoli elementi nutritivi, hanno un’ampiezza che rappresenta in larghezza la percentuale ottimale dell’elemento ed in al-

Composizione tipica di una pianta

Il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre, quella esplorata dalle radici, e ospita una quantità di organismi viventi superiore di 10 volte alla quantità di animali che vive sopra il suolo.

A Kyoto ci si è dimenticati del maggiore serbatoio terrestre di carbonio dopo i combustibili fossili: il suolo.

Se è vero pertanto che a seguito dell’adesione ai programmi previsti dal protocollo di Kyoto le emissioni annue totali di CO2 provocate dalla combustione dei fossili in Italia ammontano diciamo a un ordine di grandezza di 450.000 Gg e dovrebbero essere ridotte del 6,5%, ossia di circa 30x103 Gg, non si è considerato che la riduzione ulteriore o l’incremento programmato di un solo 0,1% di C organico nei suoli italiani contribuirebbe ad una emissione o ad una sottrazione di CO2 dall’atmosfera di 275x103 Gg, poco più, poco meno. Bene, c’è abbastanza per riconsiderare il suolo delle attività rurali sostenibili in questo settore? Indubbiamente lo sforzo per calcolare il preciso contributo di una pratica rurale all’incorporazione del

Elemento

%

Carbonio Ossigeno Idrogeno Azoto Altri elementi

45 45 6 1,5 2,5

mMoli/g di sostanza secca 35 30 60 1 <1

carbonio nel suolo richiede ancora un affinamento, ma si può affermare che vale certamente la pena di tendere ad una sua valutazione sperimentale! L’ANIDRIDE CARBONICA PER L’AGRICOLTURA Chi si occupa di scienze agrarie sa che una coltivazione in serra deve essere mantenuta a contatto con l’atmosfera esterna. Se questo non avviene, come succede talvolta per evitare i costi del riscaldamento nelle stagioni che lo richiedono, la produzione si arresta non appena la concentrazione di CO2 scende sotto 120-150 ppm. Allora, è essenziale intervenire al fine di somministrare l’anidride carbonica che può assicurare il normale decorso

Saline dello Stagnone.

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larghe meno di 8 cm. Ce la faranno le piante a svuotare la botte, in fase nutrizionale, in modo abbastanza evidente da far capire che la nutrizione presenta degli scompensi? Se si arriva poi a carenze specifiche di elementi come il rame, il cobalto e il molibdeno la larghezza delle doghe si potrà misurare in un ordine di grandezza di non molti micron e si può certamente dubitare che la botte si svuoti in tempi misurabili od anche che il livello della botte sia influenzato da qualche carenza perché interverranno fenomeni di capillarità. Non resterà altro mezzo, per misurare le carenze nutrizionali, che quello di valutarle mediante analisi sulla vegetazione o di prospettare un’improponibile valutazione in una botte del diametro di un chilometro!

tezza quella effettiva disponibile. Il volume che può essere contenuto della botte è condizionato dalle doghe più corte, che non consentono al suo contenuto di superare un certo livello, a meno che… LA “LEGGE DEL MINIMO” Se si tiene conto delle proporzioni reali fra i vari elementi nutritivi, si possono fare i conti. Prendiamo per comodità una bella botte, per comodità cilindrica e del diametro di un metro. La circonferenza sarà di 3,14 metri, e la doga relativa al carbonio (aggiungiamoci per comodità anche ossigeno e idrogeno) sarà pari praticamente a poco più di 3 metri; la doga relativa all’azoto sarà larga solo 4,71 cm e tutte insieme, quelle degli altri dodici elementi, saranno

Concentrazione di elementi nutritivi tipica di una pianta

Elemento C N K Ca Mg P S Fe B Zn Mn Cu Co Mo

Numerosi ricercatori stanno valutando le possibilità di mitigare i cambiamenti climatici con la riduzione delle emissioni gassose che ne sono responsabili.

Concentrazione nella sostanza secca 45% 1,5% 1,0% 0,5% 0,2% 0,2% 0,1% 250 ppm 20 ppm 50 ppm 20 ppm 6 ppm 0,2 ppm 0,1 ppm

Numero di atomi rispetto al molibdeno 35.000.000 1.000.000 250.000 125.000 80.000 60.000 30.000 5.500 2.000 1.000 300 100 3 1

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Da sinistra: vigneti a pergola in Trentino, il modo di coltivare il suolo è estremamente importante per il corretto bilancio del carbonio.

Alcune pratiche agronomiche tendono a favorire un aumento del carbonio presente nel suolo ed altre lo diminuiscono.

Un tipico esempio degli incrementi produttivi registrati in agricoltura nel XX Secolo: la produzione di mais in Italia. La linea verde rappresenta la produzione annuale totale in centinaia di tonnellate, la linea rossa la produzione in quintali per ettaro e la linea azzurra la superficie totale coltivata a mais nel nostro Paese. Da D. Casati e T. Maggiore, Agricoltura multifunzionale: aspetti tecnici ed economici. Bollettino dell’Agricoltura, 3-4, 7 (2001).

Trebbiatura in Lomellina.

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Cambia il discorso a concentrazioni di CO2 elevate, cioè anche molto superiori alle 390 ppm presenti oggi in atmosfera? Per quanto possiamo evincere dai dati disponibili, no. Ma anche per i biologi del mare, oltre che per gli agricoltori, il discorso rimane lo stesso quando si leggono esperienze positive condotte con colture agrarie o con alghe marine in presenza di quantità di CO2 molto forti (anche 800-1000 ppm e oltre, anche 1500 ppm); solo a concentrazioni molto superiori e con alcune specie vegetali sono stati rilevati possibili danni. Intendiamoci, non è indispensabile arrivare a concentrazioni del genere nella pratica corrente dell’agricoltura o della biologia marina, ma è opportuno sapere che a valori molto elevati di CO2 cresco-

no meglio anche le alghe e, di conseguenza, i pesci possono ricevere direttamente maggiore quantità di alimenti vegetali e di ossigeno, che è il primo prodotto della fotosintesi. TEORIE CHE RAPPRESENTANO UN RISCHIO PER L’AGRICOLTURA Da queste valutazioni, si evince anche che molti risultati straordinari attribuiti ai moderni concimi nei decenni scorsi ed in particolare nella seconda metà del millenovecento, nella quale si sono avuti forti incrementi produttivi per unità di superficie in agricoltura, sono stati resi possibili dalla presenza di quantità via via più adeguate nell’atmosfera di carbonio, del primo elemento nutritivo per tutti i vegetali. E chi ci pensava?

L’ abbandono delle attività rurali convenzionali, con lavorazioni spinte del terreno e riduzione di fertilizzanti organici e biomasse, fanno calare la sostanza organica del suolo.

Risaie nel Vercellese.

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La responsabilità maggiore del riscaldamento globale viene data alla anidride carbonica, sebbene altre emissioni gassose possano esssere più influenti come il vapore acqueo (le stesse nubi).

Leggiamo in un documento recentemente pubblicato da GREEN-NET, la Rete Nazionale di Misura dei Gas ad Effetto Serra, che è auspicabile una drastica revisione degli obiettivi del protocollo di Kyoto e che le emissioni dei gas ad effetto serra dovrebbero essere tagliate in misura almeno 10 volte superiore, ossia del 60%!

E, ovviamente, l’aumentata disponibilità di alimenti in generale, indispensabili per soddisfare le nuove esigenze provocate dal forte incremento demografico nel pianeta, è stata resa possibile dall’altrettanto forte crescita dei vegetali che per primi condizionano la proliferazione degli organismi animali. Molti eccessi di CO2 registrati nell’atmosfera terrestre, diciamo pure così, potrebbero essere completamente evitati se si evitassero le deforestazioni e le asportazioni di fitoplancton in corso in tutti i continenti; se si evitasse l’abbandono delle superfici collinari o montane da parte di chi è andato a popolare le pianure e a ridurre alla pianura e a parte delle colline le superfici coltivabili. Per quasi tutte le cause oggi note che ostacolano lo sviluppo della produzione alimentare, sono possibili e noti i rimedi. Non appare possibile invece alcun rimedio per una situazione che comporti il danno più grave che si possa immaginare a livello planetario.

Articolo estratto da Italiaetica n.1 2014

Paolo Sequi Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura Roma

Liviana Leita Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura Gorizia

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CALEIDOSCOPIO

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L’Italia si scopre patria del “bio” Il nostro Paese è primo in Europa nella produzione di alimenti “verdi”. Da Coop la più ampia offerta nella GDO: la salute dell’uomo e dell’ambiente viaggiano di pari passo

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L’agricoltura biologica continua a crescere e l’Italia si conferma tra i leader europei e non solo nel mercato del “bio”, se l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica, nel documento Bioreport 2013, stima che un terzo delle aziende biologiche mondiali abbiano la base operativa nel BelPaese - sarebbero poco più di 50mila - e davanti ci siano soltanto colossi delle produzioni agricole: come l’Argentina, gli Stati Uniti, la Cina e l’Australia. Oggi l’agricoltura biologica - sottoposta a un rigido disciplinare di controlli effettuati da organismi di certificazione autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole rappresenta un modello di sviluppo molto diffuso e di grande interesse: per ragioni economiche, sociali e ambientali. IL SUCCESSO DEL “BIO” - Alla base della recente diffusione dell’alimentazione biologica tra i consumatori ci sono soprattutto motivazioni salutistiche ed etiche. L’esclusione di sostanze di sintesi chimica dai processi di coltivazione è utile a preservare la fertilità dei terreni e riduce l’esposizione umana a composti per cui, in alcuni casi, esistono

diverse prove di tossicità. Diversi studi hanno inoltre confrontato il valore nutrizionale degli alimenti biologici e dei corrispettivi prodotti secondo le tecniche di agricoltura tradizionale. Da una revisione di studi pubblicata su Annals of Internal Medicine, per esempio, è emerso come gli alimenti biologici risultino più nutrienti e il loro consumo riduca l’esposizione a pesticidi e a batteri resistenti agli antibiotici. Uno studio appena pubblicato su Food Chemistry ha posto invece l’attenzione sulla farina di frumento: quello “bio”, è emerso dalla ricerca, ha proteine più digeribili e una contaminazione da micotossine di circa due volte inferiore a quella della farina convenzionale. La diffusione di questi dati, unita alle scelte adottate per ragioni etiche, ha fatto sì che, negli anni, aumentasse la fiducia dei consumatori italiani nei confronti degli alimenti “bio”, più rispettosi dell’ambiente e in grado di apportare diversi benefici alla salute dell’uomo. COOP E IL BIOLOGICO - Coop, da sempre sensibile alle tematiche legate alla salute e all’ambiente, ha messo a punto una linea dedicata: Vivi verde, l’assortimento biologico ed ecologico a marchio più ampio nel panorama della GDO. Oltre agli alimenti, la linea annovera piante aromatiche e sementi, cosmetici, prodotti per l’igiene della persona e della casa, delle stoviglie e dei tessuti: alcuni di questi garantiti dal marchio europeo Ecolabel, attestato di eccellenza attribuito ai prodotti con ridotto impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita. Diversi prodotti “bio” rientrano anche nella Linea Crescendo, una gamma di alimenti - farine, omogeneizzati di carne e frutta, nettari, pastine e merende - rivolta ai bambini di età compresa tra sei mesi e tre anni. Alla qualità che da sempre accompagna i prodotti a marchio Coop, si aggiunge dunque la massima sostenibilità e compatibilità ambientale della produzione. www.e-coop.it/web/guest/viviverde


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ESORDIO DI SUCCESSO PER L’OI PERA A FERRARA

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Una partenza ufficiale piena di entusiasmo per L’Interprofessione della Pera a Ferrara dove, con una grande partecipazione del settore, si sono tracciate le linee guida per le attività che dovranno essere messe in campo nei prossimi mesi. Il Presidente dell’OI Gianni Amidei sintetizza gli obiettivi chiave e le prospettive del comparto alla luce degli interventi e delle osservazioni messe in evidenza in occasione del Convegno.“ In un contesto di crisi economica come quello attuale – dichiara Gianni Amidei – assistiamo costantemente, e su tutti i comparti, ad un calo dei consumi che riguarda innegabilmente anche la pera. Ed è per questo – rimarca Amidei – che la parola d’ordine per il rilancio del settore è fare sistema al fine di condividere le regole e le strategie per rilanciare il comparto. E’ chiaro – conferma Amidei - che l’OI è uno strumento fondamentale per realizzare questi obiettivi. “Le attività dell’OI sono molteplici e, da parte della Regione Emilia Romagna, c’è - come evidenziato dall’Assessore Rabboni – grande sostegno e disponibilità .” La Regione – continua Rabboni – si sta attivando nell’ambito del nuovo PSR con importanti novità a sostegno delle Interprofessioni . Secondo il piano della Regione Emilia Romagna che verrà presentato a Bruxelles, l’OI potrà ricevere finanziamenti direttamente dal PSR e potrà farsi promotrice di gruppi operativi per l’innovazione. Aderendo all’OI anche i singoli produttori avranno un incremento di punteggio nella valutazione dei

progetti presentati “ Tra le attività dell’OI si annoverano: il miglioramento della conoscenza della produzione e dei mercati; l’orientamento e la programmazione dei nuovi impianti, per migliorare la qualità della produzione di pere e favorire la coltivazione delle varietà più idonee al consumo ; il monitoraggio delle informazioni relative all’attività normativa e legislativa sia a livello nazionale che comunitario; la promozione di iniziative, anche di sistema, per favorire il superamento delle barriere fitosanitarie; la valorizzazione del prodotto pera anche attraverso la partecipazione a fiere, manifestazioni e convegni, nazionali ed internazionali; il sostegno ad attività di ricerca per orientare la produzione verso la qualità del prodotto e la sostenibilità ambientale; la promozione di metodi atti a ottimizzare l’impiego dei fattori di produzione per una maggiore competitività del settore; la definizione di regole di produzione e di commercializzazione; la raccolta e la diffusione nell’ambito della base sociale delle le informazioni necessarie per attuare strategie comuni. “Conoscere le produzioni, programmare le attività di promozione dei consumi sia sul mercato nazionale che estero e fare pressione in Europa per armonizzare l’uso dei fitofarmaci tra tutti i Paesi produttori sono tre punti chiave su cui l’intero sistema si sta muovendo e l’OI – conclude Amidei – può svolgere un ruolo importante in tale senso perché associa al suo interno tutte le componenti della filiera, dalla produzione alla Grande Distribuzione Organizzata. E non dimentichiamo – continua il Presidente Gianni Amidei che se l’OI raggiungerà il 60% della rappresentatività potrà dettare regole che dovranno essere attuate da tutto il comparto e questa sarà una grande opportunità per dare competitività all’intero settore.

Campagna finanziata con l’aiuto dell’Unione europea.

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CALEIDOSCOPIO ORO Caffè ospita il concorso AIBES FVG

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ORO Caffè, torrefazione friulana che da oltre 25 anni seleziona, tosta e miscela i migliori caffè del mondo, ha ospitato la seconda tappa del concorso AIBES FVG – Associazione Italiana Barmen e Sostenitori del Friuli Venezia Giulia. Dalla didattica fino alla performance, l’intera giornata ha avuto come protagonista il caffè in tutte le sue declinazioni e per la prima volta nella storia del concorso AIBES FVG, la competizione è stata preceduta da un corso formativo sul caffè, offerto gratuitamente da ORO Caffè a tutti i partecipanti.

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La torrefazione friulana ORO Caffè, azienda specializzata nella selezione, tostatura e miscelatura dei migliori caffè del mondo e prima in Italia ad importare la pregiata miscela Doi Chang Coffee, venerdì 28 febbraio 2014 ha ospitato presso la sua sede il concorso AIBES FVG, la competizione regionale organizzata dall’Associazione Italiana Barmen E Sostenitori. Per la prima volta nella storia di AIBES FVG, la tradizionale competizione è stata preceduta da un corso professionale organizzato e diretto da ORO Caffè. Da sempre impegnata nella promozione di cultura, arte e segreti della bevanda più famosa ed apprezzata al mondo, l’azienda friulana ha messo a disposizione “La Scuola ORO Caffè”, una tra le più importanti realtà del territorio, riconosciuta e segnalata dall’IIAC (Istituto Internazionale Assaggiatori di Caffè), che offre una formazione completa ed adeguata riguardo la cultura del

caffè. Coffee trainer d’eccezione Giovanni Roitero, specialista nel settore e barman professionista che nel 1997 ha conseguito il titolo di “Maestro dell’Espresso” e ricevuto la “Patente di Assaggiatore di Caffè”, il quale ha proposto ai partecipanti un excursus storico sul caffè, ha fornito approfondimenti sulla sua lavorazione e ne ha presentato i vari metodi di estrazione, le diverse qualità, le miscele e le regole fondamentali per la preparazione di un buon espresso. Inoltre, la teoria è stata supportata dalla pratica, trasformando la lezione in aula in un’autentica esperienza per tutti i sensi. In seguito al corso formativo, durante il pomeriggio, i migliori barmen friulani hanno potuto iniziare la competizione AIBES FVG e si sono sfidati a colpi di Fancy Coktails a base di caffè, creando ricette esclusive sia per gusto che per creatività nella presentazione. Sotto l’occhio vigile della giuria, i 30 partecipanti sono stati quindi valutati secondo i diversi parametri standard: profumo, aroma e gusto; innovazione; fantasia e creatività. A salire sul podio dei vincitori sono stati: Franco Cruder di Un Bacio sul Canale (TS), vincitore assoluto di questa tappa a cui è stato assegnato il premio “ORO Caffè”, Simone Maion di Orso Blu (UD) e Valentina Saccà di Un Bacio sul Canale (TS), rispettivamente secondo e terzo classificati. Inoltre, il premio speciale dedicato alla miglior decorazione ha premiato le realizzazioni più creative. www.orocaffe.com


SEBASTIAO SALGADO Lamberto Cantoni

SALUTE PIANETA

Sebastiao Salgado: Genesi Un appassionante viaggio fotografico alla ricerca delle Origini della Terra e dell’Uomo. Lamberto Cantoni

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RITORNO ALLA TERRA Per comprendere le ragioni dell’ultimo racconto/poema fotografico del grande fotografo brasiliano, dobbiamo fare un passo indietro e prendere in considerazione le conseguenze sul corpo dell’autore del lavoro compiuto per terminare la devastante serie di reportage culminati nel libro In cammino (Contrasto, 2000). L’odio, la violenza, la sofferenza, l’orrore vissuti in prima persona, soprattutto in Mozambico e Ruanda, prostrarono fisicamente e psicologicamente Salgado. La crudeltà dell’uomo vissuta in prima persona, in molti casi insensata e senza limiti, sia nei confronti dei propri simili e sia come sfruttamento della natura, gli avevano lasciato in eredita’ depressione e pessimismo. Salgado aveva ripreso masse enormi di individui, famiglie e a volte di intere etnie nei drammatici sradicamenti che accompagnano le guerre, i conflitti etnici, gli sconvolgimenti economici, le crisi ecologiche. Le sue foto, in quel libro, documentavano la distruzione di interi ecosistemi, paesaggi rovinati in modo indelebile, alberi abbattiti, economie agricole abbandonate, megalopoli soffocate dal dolore di milioni di persone senza più passato, dal presente incerto, senza alcun futuro. Credendo ciecamente nel principio di testimonianza come aspetto etico centrale della fotografia di reportage, aveva raggiunto i luoghi nei quali poteva documentare l’esistenza di un’umanità che sarebbe entrata nei libri di storia forse solo come numero, come effetto collaterale di questioni ideologiche o semplicemente come tragico destino. Le sue foto restituivano dignità agli ultimi, ma al tempo stesso facevano traballare le sue certezze interiori generando una sorta di “doppio legame” psicologico: se fotografo tanta sofferenza non rischio di diventare complice dell’orrore, trasformandolo in spettacolo? Ma se non fotografo, tutto questo dolore non sarà servito a nulla?

Il profondo senso di depressione rappresentava la risposta somatica al dilemma del fotografo/testimone che risponde alla violenza delle crudeltà della vita con la violenza dell’atto fotografico capace di strappare l’orrore dal nulla, consegnandolo pero’ al mondo ambiguo dei circuiti informativi, delle interpretazioni aberranti, dello sguardo cinico dell’occhio occidentale spesso più attratto dalla spettacolarità dei grandi drammi piuttosto che dai loro risvolti morali o etici. Nella sua autobiografia, Dalla mia Terra alla Terra (Contrasto, 2014), Salgado racconta che riuscì a ritrovare serenità e forza per tornare a fotografare, grazie a due grandiosi progetti: insieme alla moglie Lelia, creo’ la rete di alleanze che permisero di ricostruire in parte la foresta atlantica brasiliana, andata distrutta dall’espansione urbanistica; e quindi, forse grazie alle energie positive che gli arrivavano dalla baby foresta in crescita, comincio’ a concepire il progetto Genesi, ovvero la riscoperta degli spazi incontaminati del pianeta come metafora del luogo delle origini dell’uomo. PROGETTO GENESI L’idea rigenerante di Salgado consisteva in 32 reportage nei territori meno accessibili del pianeta, alla ricerca delle immagini dei luoghi delle Origini e delle forma di vita che ne riproducevano i ritmi e le armonie. Il primo reportage fu realizzato nel 2004, l’ultimo dei viaggi previsti l’itraprese nel 2012. In otto anni, Salgado percorse il mondo in aerei grandi e piccoli, in navi, in barche, in canoe, a piedi e in mongolfiera. Dopo aver dedicato quasi tutta la sua vita a fotografare donne, uomini, bambini, divenuto uno dei fotografi più celebri del pianeta, mise alla prova tutto quello che aveva appreso, riprendendo vulcani, deserti, ghiacciai, foreste, canyon, jungle, balene, renne, leoni, pellicani etc. Le parole dell’autore ci fanno capire benissimo cosa rappresentavano quei viaggi per

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Galapagos 2004 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

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il suo sguardo fotografico, tornato ad essere penetrante, colto, etico: “Sono stati anni magnifici, che mi hanno portato gioie immense. Dopo aver visto tanto orrore, ho potuto contemplare tanta bellezza... Durante la realizzazione dei reportage, Leila mi ha spesso raggiunto nei miei viaggi. Insieme, siamo rimasti tante volte senza fiato di fronte alle maestosità della natura e a tutte le forme di vita che vi regnano, attraverso i milioni di specie che la abitano. Alla fine, la Terra ci ha regalato una magnifica lezione di umanità. Scoprendo il mio pianeta, ho scoperto me stes-

so e ho capito che tutti noi siamo parte dello stesso insieme - il sistema Terra”. Tuttavia, mi permetto di aggiungere alle parole dell’autore un non trascurabile supplemento di significanza dei suoi viaggi. A me pare decisivo il fatto che, aldilà del movente interiore e del valore umanistico del progetto, Salgado sia riuscito a restituirci la bellezza di cui parla, nel suo particolare “linguaggio” fotografico, senza cedimenti sul fronte del colore o di tecniche da realismo documentarista. La suggestiva foto delle zampe anteriori di un’iguana, ripresa durante il primo reportaPenisola Antartica @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

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Etopia 2007 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

Brasile 2009 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

Arizona 2010 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

Isola di Siberut @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

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ge dedicato alla rivisitazione delle Galapagos, così lontana ma anche vicina alla mano di un guerriero del Medio Evo, mi trasmettono il prodigio della diversificazione delle specie, secondo un registro affettivo/passionale che ha lo stesso valore cognitivo delle straordinarie pagine di Darwin. Posso generalizzare questa impressione di una bellezza sapiente alle foto del Madagascar, a quelle fatte a Sumatra, in Nuova Guinea, in Papuasia, nella Russia Asiatica, in Africa, in Amazzonia, nei grandi ghiacciai del Nord del pianeta. Anche le foto che si propongono di ritrovare le origini della specie umana trasudano del

tono emotivo di bellezza, del quale Salgado e’ maestro. I ritratti dei Kuikuros, dei Wauras e dei Kamayura del Mato Grosso trasmettono dignità, armonia con la natura, una grazia inaspettata. Quale e’ il messaggio che le immagini di Salgado trasmettono? A me sembra di capire che il fotografo intenda far dipendere la sottile regolazione del registro di bellezza e gli effetti passionali che le foto evidenziano, dall’atteggiamento di reverente conoscenza dell’ambiente in cui vivono le tribù. Una bellezza che deriva dunque da un’unita’ tra uomo e ambiente che noi occidentali abbiamo perduto.

Penisola di Yamal 2011 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

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SEBASTIAO SALGADO Lamberto Cantoni

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Isole South Sandwich 2009 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

to il bianco e nero. Secondo la sua opinione i parametri delle inquadrature a colori erano troppo rigidi per poi sperare di poter configurare l’immagine in post produzione, in modo tale, da restituirle l’impronta emotiva percepita al momento dello scatto. Le pellicole in bianco e nero invece, hanno la proprietà di permettere al fotografo le sovraesposizioni di qualche diaframma, che in un secondo tempo verranno corrette in laboratorio. Per tentativi ed errori, si può arrivare ad ottenere esattamente quello che si e’ provato al momento dello scatto. Il vangelo estetico di Salgado si basa dunque sull’idea della continuità, ovvero sulla capacita’ del fotografo di concepire l’atto fotografico come se fosse un processo. Un’altro argomento contro il colore, per le finalità di Genesi, e’ la loro intrinseca bellezza. I colori della natura possono essere così in-

Tutte le tribù documentate da Salgado possiedono una conoscenza perfetta dell’ambiente in cui vivono. Il trucco a fin di bene, che il fotografo mette in gioco, e’ centrato su uno scivolamento metonimico, nel nome della bellezza, tra i frammenti di mondo ripresi e i popoli tribali raffigurati. Grazie alla sua particolare tecnica fotografica, Salgado, riesce a farci percepire le somiglianze di famiglia tra aggregati di forme eterogenee, ghiacciai che hanno la forza emotiva di un ritratto, ritratti che hanno la consistenza di una foresta, stabilendo tra esse la sacra unita’ raffigurata nel linguaggio dalle parole chiave Genesi. PERCHÉ UN MONDO IN BIANCO E NERO? Salgado ha lavorato spesso con il colore. Ma per i suoi grandi reportage ha sempre scel-

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Sud del Djanet, Algeria 2009 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

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kafue National Park 2009 @Sebastiao Salgado/Amazonas Images

Se paragonati ai Papua, alle tribù dell’amazzonia, ai Nenci della penisola di Yamal (Siberia) siamo diventati persone molto complicate, spesso tanto complicate da divenire estranei a noi stessi, a chi ci ama, al pianeta. Tuttavia non c’è nulla di definitivo o irrisolvibile. La soluzione non sta nel volgere uno sguardo nostalgico al passato, nel tornare indietro, ma nel ricominciare a sentire la bellezza della natura.

tensi da diventare più importanti delle emozioni (cercate dal fotografo) contenute in una foto. La sottile regolazione della gamma dei grigi, invece, ha consentito a Salgado di concentrare la forza visiva sull’intensità delle persone e delle cose, conferendo ad esse la serena dignità che induce reverenza e rispetto. Scrive il fotografo nella sua autobiografia: “Penso che il potere del bianco e nero sia straordinario e per questo l’ho utilizzato senza nessuna esitazione per rendere omaggio alla natura: fotografarla così era per me il modo migliore di mostrare la sua personalità, far emergere la sua dignità. Bisogna sentire la natura, bisogna amarla e rispettarla per poterla fotografare, come per le persone e gli animali”. Da queste parole possiamo inferire facilmente il messaggio che la bellezza sapiente di Salgado vuole meta comunicarci in forma di speranza e non come ideologia.

La mostra di Salgado del progetto Genesi e’ attualmente a Venezia nel Palazzo dei tre Oci, fino all’11 maggio 2014. Il grande libro del progetto, editato da Taschen, si trova in tutte le librerie.

Lamberto Cantoni Direttore Responsabile Karpòs Magazine

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CALEIDOSCOPIO Andamento delle Private Label

IRI Vinitaly 2014

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Totale Vino in bottiglia da 75cl: classifica a Valore, delle tipologie di vino più vendute in GDO nel 2013

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Andamento totale delle Denominazioni

Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013

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Andamento dei formati

Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013

Andamento Colore/Fermo-Frizzante

Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013

Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013


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Classifica delle tipologie più vendute per regione nel formato da 75cl

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Classifica delle Denominazioni in bottiglia da 75cl con il maggior tasso di crescita a Volume*

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*Tipologie in bottiglia da 75cl con fatturato> 3 mio€ Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013

Classifica delle Denominazioni in bottiglia da 75cl con il maggior tasso di crescita a Volume*

Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013 *Tipologie in bottiglia da 75cl con fatturato> 3 mio€ Fonte: Infoscan Census®: totale Italia Ipermercati+Supermercati+Libero Servizio Piccolo - Anno Terminante 29Dic 2013


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CALEIDOSCOPIO

L’annuncio dell’incarico è stato comunicato dal Ministro delle politiche agricole alimentari forestali, Maurizio Martina, presente alla giornata inaugurale della 48ª edizione di Vinitaly, nel corso della conferenza stampa “Il Vino italiano per Expo Milano 2015”, tenutasi presso l’area Mipaaf.

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Vinitaly, rassegna di riferimento a livello internazionale nel settore enologico organizzata da Veronafiere, è stata incaricata della realizzazione e gestione del Padiglione del Vino per Expo Milano 2015. L’incarico è stato assegnato sulla base della convenzione siglata tra Padiglione Italia e Veronafiere, a meno di un mese dalla firma del protocollo tra il Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, il Padiglione Italia e Expo 2015 S.p.A. (firmato lo scorso 10 marzo). Commentando l’annuncio, il Ministro Maurizio Martina ha dichiarato: «La scelta di Vinitaly è una scelta di competenza, esperienza e professionalità, fatta nella consapevolezza che possa assicurare al vino Italiano una importante e adeguata rappresentazione nell’ambito di Expo Milano 2015. Vinitaly è la manifestazione che più di ogni altra ha scandito e accompagnato l’evoluzione del sistema vitivinicolo nazionale e internazionale, contribuendo negli anni a rendere il vino una delle più coinvolgenti e dinamiche realtà del settore primario». Diana Bracco, Presidente Expo 2015 S.p.A e Commissario per il Padiglione Italia, ha aggiunto: «L’accordo di oggi è importantissimo perché un altro pezzo fondamentale della cultura e della produzione italiana fa il suo ingresso nel grande mosaico del Padiglione Italia all’Expo 2015. In particolare il vino è uno degli elementi centrali della nostra storia e della nostra stessa identità.

I vigneti punteggiano tutta la nostra penisola e rendono il comparto vinicolo italiano unico al mondo per varietà e qualità. Il Padiglione Italia sarà il cuore dell’intera Esposizione, e il fatto che la stessa Unione Europea abbia deciso di collocare il proprio spazio espositivo al suo interno, a poca distanza dal vino italiano, è un’ulteriore occasione di attrattività del nostro Cardo: il vino pertanto avrà la giusta primazia che si merita». «In virtù della profonda conoscenza di Veronafiere del settore agroalimentare, abbiamo ritenuto fin da subito un dovere mettere a disposizione del Paese la nostra esperienza per un’occasione tanto importante e strategica come EXPO 2015, e abbiamo trovato nel Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, in Expo 2015 S.p.A. e nei rappresentanti di Padiglione Italia interlocutori che, con altrettanta sensibilità, hanno dimostrato attenzione e piena comprensione per il valore aggiunto che il coinvolgimento di Vinitaly può portare nel corso dell’Esposizione Internazionale. Desidero infine sottolineare che l’incarico rappresenta un riconoscimento all’intero sistema fieristico italiano» ha dichiarato Ettore Riello, Presidente di Veronafiere. «Opereremo con il preciso obiettivo di dare massima e piena rappresentazione del comparto, della sua storia e identità e delle sue potenzialità, coinvolgendo tutte le espressioni della filiera, valorizzando per ciascuna di esse il contributo unico e determinante che ha apportato e potrà apportare al comparto, nell’ambito dei precisi contenuti che animeranno il Padiglione» ha concluso Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere. Il Padiglione del Vino a Expo Milano 2015 si svilupperà su una superficie di circa 2.000 metri quadrati e sorgerà nelle aree di pertinenza del Padiglione Italia, esattamente all’incrocio tra il Cardo NE e il Decumano, pertanto nella piazza centrale dell’intera area Expo, dove godrà della massima visibilità.

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AL VINITALY DI VERONAFIERE L’INCARICO PER LA REALIZZAZIONE DEL PADIGLIONE DEL VINO A EXPO MILANO 2015

93 Nella realizzazione dello spazio e gestione della regia, Vinitaly lavorerà in concerto con Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, Padiglione Italia ed Expo 2015 S.p.A per il coinvolgimento di tutta la filiera vitivinicola italiana: dalle associazioni ai grandi gruppi di produttori, dai comitati alla distribuzione ai soggetti che ne divulgano la cultura. Il Padiglione del Vino italiano racconterà la storia e la tradizione culturale del comparto, riserverà un’area dedicata al “primo approccio” al mondo del nostro vino per i milioni di visitatori che non lo conoscono, destinerà spazi agli educational attraverso wine tasting e masterclass, nonché con il coinvolgimento di produttori e testimonial, e guiderà agli abbinamenti “wine&food” nell’area specifica. Un focus importante sarà inoltre sul turismo del vino, sulla cultura del territorio e le bellezze italiane ad esso legate. Non mancherà una forte connotazione tecnologica, fino ad offrire veri e propri viaggi virtuali ed interattivi alla scoperta di attrezzature, macchine e prodotti per la produzione, l’imbottigliamento ed il confezionamento di vino. I

visitatori potranno infine accedere all’“Enoteca dei vini italiani”, con relativo wine shop, per la vendita diretta del prodotto confezionato, con consegna a domicilio, merchandising e gadget del vino e di EXPO 2015. L’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo e definizione del progetto sarà in capo al Comitato Scientifico, di prossima costituzione. Al fianco di Diana Bracco, Commissario Generale di Sezione per il Padiglione Italia e, presieduto da Riccardo Cotarella (Presidente Assoenologi), il Comitato vedrà anche: Piero Antinori, Presidente Istituto del vino italiano di qualità - Grandi Marchi; Giovanni Mantovani, Direttore Generale VeronaFiere; Ruenza Santandrea, Presidente Gruppo Cevico; Lamberto Vallarino Gancia, Presidente Federvini; Domenico Zonin, Presidente Unione Italiana Vini; il Presidente del Comitato Grandi CRU che sarà nominato dall’Assemblea. Del Comitato farà parte anche Raffaele Borriello, Vice Capo di Gabinetto del Ministero delegato all’EXPO 2015, in qualità di coordinatore. www.veronafiere.it


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IL VINO NON CONOSCE CRISI: DAL 2008 L’EXPORT AUMENTA DEL 37%

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Nuovo balzo anno su anno delle vendite oltre confine che superano per la prima volta i 5 miliardi di euro in valore e crescono nel 2013 di un ulteriore 7% sull’anno precedente. In cinque anni l’export è passato da 3.673 a 5.039 milioni di euro. L’export sempre al centro di Vinitaly, in programma dal 6 al 9 aprile, con la nuova iniziativa International Buyer’s Lounge dedicata all’incontro con i buyer esteri.

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È il vino la freccia dell’export alimentare italiano. Anche nel 2013, secondo i dati Istat elaborati da VinitalyAssoenologi, va a bersaglio centrando un +7,3% sull’anno precedente, che vale il primato tra le produzioni alimentari più vendute oltre confine. Un record doppio dal momento che per la prima volta supera anche la soglia dei 5 miliardi di euro in valore e si conferma driver fondamentale per l’economia del Paese. Dato ancor più rilevante se si considera la diminuzione di quasi 1 milione di ettolitri dei volumi esportati (il totale è sceso a 20,4 milioni contro i 21,3 del 2012) e il contestuale incremento del valore medio unitario, passato da 2,20 euro a 2,47 euro al litro (+12,3%). Un crescita che non conosce crisi e prosegue incessante passando dai 3.673 milioni di euro del 2008 ai 5.039 milioni del 2013 (+37% sul quinquennio). Due i mercati di riferimento che insieme assorbono oltre il 41% del totale esportato: Stati Uniti e Germania, entrambi con un valore di oltre 1 miliardo di euro. In molti dei principali mercati di sbocco del vino italiano si incontrano incrementi in valore a due cifre. È il caso del Regno Unito che registra un balzo del +15,4% passando da 535 a 618 milioni di euro, grazie a una sensazionale crescita dell’import di spumante, così come interessante è il deciso recupero della Russia: +14,4% per 114 milioni di euro in valore. Di particolare valenza l’exploit della Svezia, con un +15,2% che consente di toccare la soglia mai raggiunta prima di 141 milioni di euro. Molto positivo è l’andamento del mercato norvegese, +12%, con una variazione in un solo anno di 10 milioni di euro, da 77 a 87 milioni di euro. Nel Nord America gli USA registrano un’interessante ripresa delle importazioni da 1.006 a 1.078 milioni di euro, +7,1%; il Canada, grazie a un recupero della flessione della parte iniziale dell’anno, chiude il 2013 a 280 milioni di euro, -1% rispetto al 2012. In Estremo Oriente la Cina mostra una decelerazione

dei valori pari al -3%, mentre il Giappone pareggia con lo stesso valore del 2012: 154 milioni di euro. Maggiore vivacità si riscontra nei mercati di media grandezza come Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan. Tassi incrementali a due cifre si registrano in Vietnam (+28,3%), Malaysia (+39,2%) e Filippine (+19,7%). Tra gli elementi interessanti è il delinearsi all’orizzonte di un altro player globale: l’Africa. Quest’area, se ancora non è da annoverare tra i grandi mercati, sicuramente merita attenzione per cogliere sul nascere quelle opportunità che al momento sono solo abbozzate. «Il 2013 ha dato alle cantine italiane grandi soddisfazioni – rileva Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi –. Il superamento dei 5 miliardi di euro e l’aver costruito due mercati che superano il valore del miliardo di euro, in un contesto di flessione dei volumi esportati, rappresentano la prova di come il vino italiano sia vincente e piaccia al consumatore internazionale». «Premesse positive per la 48ª edizione di Vinitaly, che si conferma piazza per gli affari grazie a un potenziamento dell’incoming dai più interessanti mercati, sia consolidati che emergenti, e all’International Buyer’s Lounge – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –. La nuova iniziativa prevede incontri b2b con selezionati operatori esteri nell’area Taste and Buy e degustazioni nell’Enoteca dell’International Buyers’ Lounge, dove vini pensati dalle aziende per i mercati esteri vengono proposti a tutti gli operatori stranieri presenti in fiera». Fonte: Elaborazione dati Istat di Vinitaly-Assoenologi www.veronafiere.it www.vinitaly.com

HELENA RIZZO NOMINATA VEUVE CLICQUOT WORLD’S BEST FEMALE CHEF 2014 Helena Rizzo del Ristorante Maní di San Paolo, Brasile, è stata nominata Veuve Clicquot World’s Best Female Chef 2014 e sarà premiata a Londra il 28 aprile, ai World’s 50 Best Restaurants Awards, sponsorizzati da S.Pellegrino e Acqua Panna. Helena Rizzo, di origini brasiliane, vinse il premio Veuve Clicquot Latin America’s Best Female Chef award lo scorso anno, durante la cerimonia inaugurale dei Latin America’s 50 Best Restaurants, svoltasi nel settembre 2013. Si trasferì a San Paolo a 18 anni per intraprendere la carriera di modella. Iniziò a lavorare in cucina a tempo parziale e, successivamente, a tempo pieno, voltando le spalle alla carriera di modella per coltivare la sua passione per la gastronomia. Dopo aver lavorato con alcuni dei più influenti nomi del panorama gastronomico brasiliano, tra cui Emmanuel Bassoleil, Luciano Boseggia and Neka Barreto, Helena Rizzo lavorò per due anni nella cucina del Na Mata Café di San Paolo, prima di iniziare un’avventura gastronomica, finalizzata all’affinamento delle proprie competenze e alla ricerca di nuove tecniche. Si susseguono esperienze lavorative in Italia e in Spagna, come quella presso il El Celler de Can Roca, attualmente in testa alla classifica dei World’s 50 Best Restaurants. La sua esperienza al ristorante di Girona fu particolarmente speciale perchè fu lì che conobbe il suo futuro marito e partner in cucina, lo chef Daniel Redondo. Tornò a San Paolo nel 2004, seguita da Redondo all’inizio del 2005, pronti per la tappa successiva del loro viaggio gastronomico. Il ristorante Maní apre le porte nel 2006 nel quartiere Jardim Paulistano di San Paolo, con l’inusuale combinazione di marito e moglie che lavorano insieme in cucina. La loro originale cucina, che rispetta le pratiche e gli ingredienti della gastronomia brasiliana tradizionale, si sposa con tecniche moderne e riceve influenze spagnole. Con la tradizione brasiliana di Helena Rizzo sempre in primo piano, la cucina offre un’esperienza gastronomica unica. Il piatto tipico, simbolo della cucina di Helena Rizzo, è la sua interpretazione del Maniocas, piatto tradizionale brasiliano: manioca cotta e servita con tucupi, latte di cocco e olio di tartufo bianco. Helena Rizzo e Daniel Redondo sono costantemente alla ricerca dell’autenticità nella loro cucina, guadagnando gli elogi

di alcuni dei migliori critici gastronomici del mondo e di altri cuochi. Quando domandarono a Joan Roca del ristorante El Celler de Can Roca, l’attuale detentore del primo posto della classifica dei World’s 50 Best Restaurants, cosa faceva di Helena una grande chef, spiegò: “Helena ha talento, sensibilità e passione. È autentica e fedele alle sue radici”. Attraverso il premio World’s 50 Best Restaurants, in collaborazione con Veuve Clicquot, si mette in evidenza una ristretta cherchia di eccellenti chef donne. Il premio Veuve Clicquot World’s Best Female Chef award celebra il lavoro di una donna, la cui cucina suscita l’interesse dei critici più severi del mondo e degli chef più rinomati, di cui più di 900 hanno votato questa categoria. William Drew, direttore dei World’s 50 Best Restaurant, disse: “Siamo molto fieri di consegnare questo premio a Helena, in collaborazione con Veuve Clicquot. In un mondo ancora profondamente al maschile, crediamo che celebrare il successo di brillanti chef donne sia di vitale importanza. Se le conquiste di Helena, a sua volta, spingeranno future generazioni di donne ad intraprendere questa professione, non sarà altro che un esito positivo.” La casa produttrice di champagne è nota da tempo per il fatto di conferire maggiore potere a donne innovative e audaci. Ciò inizia con Madame Clicquot, che assunse il controllo dell’impresa nel 1805, creando l’attuale marchio di fama globale, e si estende attraverso il premio annuale Veuve Clicquot Business Woman Award, esistente da 40 anni. www.theworlds50best.com

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Baden-Württemberg: andar per feste

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Con l’arrivo della bella stagione il Baden-Württemberg, Land nel sud-ovest della Germania, si appresta a vivere un anno di eventi che celebrano la sua ricca offerta culturale, tra tradizione, folclore, enogastronomia e musica. Stoccarda, Ludwigsburg e l’isola di Mainau presentano un calendario ricco di eventi per scoprire al meglio le loro mille sfaccettature.

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Stoccarda: una festa per ogni stagione La primavera, l’estate e l’autunno a Stoccarda, elegante e vivace capitale del Baden-Württemberg, sono scandite da altrettante feste tradizionali che ogni anno tornano ad aprire ogni stagione. Si inizia dal 19 aprile all’11 maggio con la 76esima “Festa di Primavera” (Frühlingsfest), la più grande d’Europa nel suo genere. Sulla spianata del Wasen ruota panoramica e montagne russe, giostre, zucchero filato e “Bratwurst” sono un’attrazione e un’occasione di divertimento per ogni età. Il coloratissimo mercatino delle pulci offre tanti prodotti tipici e le famose tende delle birrerie traboccano della più gioviale atmosfera primaverile con tanta birra, pollo arrosto e musica. A fine estate i produttori della regione e tanti amanti del vino provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento nelle piazze e nelle vie del centro di Stoccarda per il tradizionale “Villaggi del vino” (Weindorf). Dal 27 agosto al 7 settembre 125 stand del vino amorevolmente decorati offrono oltre 500 varietà di vini del Baden e del Württemberg, accompagnati a corposi piatti svevi come Maultaschen, Spätzle al formaggio, Schupfnudeln con crauti e altro ancora. Con l’arrivo dell’autunno inizia anche la girandola festosa che per 17 giorni freme intorno all’albero della cuccagna alto 26 metri nel bel mezzo della spianata del Wasen. È il simbolo del “Cannstatter Volksfest”, nato come festa del raccolto nel lontano 1818. Oggi sono ottovolanti e giostre d’ogni tipo, ruote panoramiche e stand colorati a entusiasmare milioni

di visitatori, che nel 2013 sono stati ben 3.5 milioni. Dal 26 settembre al 12 ottobre nelle grandi tende delle birrerie, nei padiglioni all’aperto e nei piccoli “Biergarten” la birra scorre a fiumi praticamente senza sosta, ma non mancano neppure altri generi di conforto. Il “via” della festa della birra di Stoccarda è dato ogni anno dalla grande sfilata tradizionale, con i carri delle birrerie trinati da cavalli possenti e gruppi in costume provenienti da tutto il Baden-Württemberg. Nelle calde sere d’estate Stoccarda si trasforma in un palcoscenico musicale a cielo aperto. Dal 13 al 20 luglio artisti della scena jazz, blues, soul e pop internazionale si incontrano per la 21esima edizione del “jazzopen”. Tra di essi spiccano i nomi di Jamie Cullum e Van Morrison. Dal 30 agosto al 14 settembre l’estate musicale di Stoccarda continua con la “MUSIKFESTSTUTTGART”. Il festival di musica classica organizzato dall’Accademia Internazionale di Bach, tra gli istituti culturali più importanti della città e rinomato a livello mondiale, quest’anno ha come tema le origini. www.stuttgart-tourist.it LUDWIGSBURG: SPIRITO BAROCCO Splendido esempio di arte barocca nel suo insieme, la cittadina Ludwigsburg si trova a pochi chilometri da Stoccarda. Fulcro del magnifico centro cittadino è la sfarzosa Residenza, fondata dal Duca Carlo Eugenio nel 1758. Il castello barocco più grande della Germania conta 18 edifici, tre cortili interni e 452 stanze. Poco distanti dalla cosiddetta “Versailles sveva” si trovano il castello di caccia e residenza estiva Favorite e il castello sul lago Monrepos. I 30 ettari di giardini che circondano la reggia ospitano il “Blühendes Barock”, uno straordinario parco con opere d’arte di giardinaggio di diverse epoche e il fantastico mondo incantato del Giardino delle fiabe, meta preferita dei piccoli visitatori. Sono queste le location d’eccezione che ogni anno ospitano gli eventi di Ludwigsburg, per festeggiare nel segno della migliore tradizione barocca. Dal 15 maggio al 30 luglio l’annuale “Festival del Castello” (Ludwigsburger Schlossfestspiele), la più

MAINAU: FESTE REGALI Una meravigliosa fioritura tutto l’anno, un parco con alberi di oltre 150 anni, lo splendore barocco del castello e della chiesa, un’atmosfera mediterranea – questa è Mainau, l’isola dei fiori sul Lago di Costanza. Nel calendario del 2014 dell’isola non possono mancare le tradizionali feste „Gräfliches Inselfest“ e „Gräfliches Schlossfest“ in omaggio alle nobili origini degli attuali proprietari, i Conti Bernadotte membri della famiglia reale svedese. Dal 29 maggio al 1° giugno la “Gräfliches Inselfest” ospita intorno al castello e al roseto una fiera mercato dedicata alla casa, al giardinaggio, al lifestyle e al benessere. Il programma alterna sfilate di moda a incontri sul tema del giardino e attività per i più piccoli. “Noblesse Oblige” è il tema della festa del castello „Gräfliches Schlossfest“. In occasione dell’evento dal 2 al 5 ottobre il castello barocco apre eccezionalmente le porte al pubblico per un mercato esclusivo, dove

acquistare originali gioielli, abiti e oggetti di design. www.mainau.de IL BADEN-WÜRTTEMBERG IN BREVE La regione del Baden-Württemberg, nel sud-ovest della Germania, confina con Francia e Svizzera ed è facilmente raggiungibile dall’Italia in auto, treno o aereo. Land tra i più popolosi del Paese, vanta diversi primati: è la regione con il maggior reddito procapite della Germania e quella con il miglior sistema scolastico, è conosciuto per l’eccellente offerta culturale, così come per la lunga tradizione termale, i vini i e la cucina gourmet. Una delle aree più visitate della Germania, offre una grande varietà di panorami e paesaggi, che vanno dagli incontaminati boschi della Foresta Nera alla vivacissima Stoccarda, fino al Lago di Costanza. Che si tratti di una vacanza-benessere o di un soggiorno attivo, viaggi con bambini o vacanze culturali, esperienze culinarie o grande shopping, il Baden-Württemberg è pronto a dare il benvenuto. Per maggiori informazioni sulla regione e sulla sua offerta turistica: www.tourism-bw.com.

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antica e importante rassegna di musica classica della regione, offre un programma sfaccettato e innovativo che spazia dalla musica classica al jazz, passando dalla danza per un totale di oltre 70 eventi. Clou della kermesse artistica è il concerto “Klassik Open Air” nella splendida atmosfera offerta dal castello sul lago di Monrepos. Dal 6 all’8 giugno sono di scena i musicisti del “Festival internazionale di musica di strada”. Circa 50 tra artisti e ensemble provenienti da tutto il mondo daranno vita a concerti dei più svariati generi musicali – dal folk al pop, dalla classica all’indie – in 12 diverse location all’interno del magnifico parco barocco “Blühendes Barock”. Ogni due anni per un fine settimana Ludwigsburg si trasforma in una piccola Venezia. È la “Fiera Veneziana”, voluta per la prima volta nel 1768 dal duca Carl Eugen, che, durante un viaggio nella città italiana, scoprì e subito si innamorò delle feste in maschera del tempo e pensò di importarle nella sua città, trasformando così la sua in Piazza San Marco. Dal 12 al 14 settembre 2014 un mare colorato di maschere e costumi, acrobati, musicanti, danzatori e teatranti trasformano la Piazza del Mercato di Ludwigsburg in un palcoscenico fantastico, sul quale si incontrano illusione e realtà, passato e presente, artisti, musicisti e pubblico. In occasione dei suoi eventi e non solo l’Ufficio del turismo locale propone speciali pacchetti soggiorno combinabili con particolari servizi, a seconda degli interessi dell’ospite (visite guidate della Residenza, ingressi nei castelli, menu gourmet, degustazioni e molto altro). www.ludwigsburg.de

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COME ARRIVARE Il Baden-Württemberg è facilmente raggiungibile dall’Italia in auto, treno o aereo. In particolare l’Aeroporto di Stoccarda www.stuttgart-airport.com è ottimamente collegato all’Italia. Germanwings www.germanwings.com Airberlin www.flyairone.com.


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Sipcam Italia annuncia l’avvenuta registrazione di LIETO®, il nuovo antiperonosporico per la protezione del grappolo

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LIETO è il nuovo antiperonosporico sviluppato da Sipcam per la protezione del grappolo. Grazie all’associazione originale di cimoxanil e zoxamide, LIETO è una garanzia nella gestione della peronospora anche in caso di pressione elevata della malattia. • LIETO assicura risultati costanti grazie alla flessibilità di applicazione e alla duplice azione preventiva e curativa, anche in condizioni difficili d’intervento • LIETO garantisce la sicurezza della protezione grazie all’azione penetrante e all’elevata resistenza al dilavamento • L’ottima attività collaterale sulla botrite semplifica il controllo della malattia con i successivi trattamenti specifici • L’efficacia nel tempo di LIETO è garantita dalla sinergia di due meccanismi d’azione unici nel loro genere • LIETO soddisfa i requisiti di filiera in termini di protocolli di produzione della vite e di export per il vino LIETO è il nuovo antiperonosporico di Sipcam per il viticoltore professionale che richiede flessibilità di applicazione e garanzia di protezione del grappolo.

Sipcam Italia è una società controllata dal gruppo Sipcam-Oxon, multinazionale italiana, privata e indipendente, fondata nel 1946. Il gruppo ha elevate competenze nello sviluppo, formulazione, registrazione, produzione e vendita di soluzioni per la protezione delle colture e di intermedi chimici. Maggiori informazioni su Sipcam-Oxon sono disponibili sul sito web www.sipcam-oxon.com. Sipcam Italia sviluppa e commercializza agrofarmaci provenienti in particolare dal gruppo Sipcam-Oxon e da primarie società giapponesi, fertilizzanti speciali e sementi di soia con marchio Asgrow. Maggiori informazioni su Sipcam Italia sono disponibili sul sito web www.sipcam.it. www.sipcam-oxon.com


CALEIDOSCOPIO L’APPUNTAMENTO BUSINESS DELLA FILIERA AGROALIMENTARE MONDIALE !

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Dal 19 al 23 ottobre 2014, il Quartiere delle Esposizioni di Paris Nord Villepinte-Francia accoglierà l’evento principale dell’agroalimentare mondiale; SIAL Paris con i suoi 6 000 espositori e 150 000 visitatori qualificati. Tra questi, i più importanti decision maker francesi e internazionali … Tutto ciò solo al Salone Internazionale dell’Alimentazione e da nessun’altra parte !

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« A 9 mesi dall’apertura del salone, gli indicatori segnalano una situazione positiva. Segnali positivi che lasciano già prevedere un’annata eccezionale. Sono 50 anni che SIAL Paris offre opportunità d’affari agli operatori dell’agroalimentare. Anche quest’anno il Salone si presenta come un vero e proprio strumento Business, una vetrina del dinamismo imprenditoriale dell’industria mondiale, uno spazio di networking esemplare, un vero punto di riferimento dell’innovazione mondiale ! Vera e propria piattaforma commerciale, SIAL Paris è, soprattutto in un periodo di crisi, una leva efficace per sviluppare la propria attività. » dichiara Nicolas Trentesaux, direttore di SIAL Group. Da notare • Una presenza massiccia della Francia, 1° paese espositore! • Una copertura del 100% della filiera agroalimentare con il lancio di un settore Attrezzature e Servizi che completerà l’offerta tradizionale di materie prime, semi-trasformate e elaborate ! • Un’importante dinamica nell’ambito dei settori Freschi come la Frutta e gli Ortaggi che saranno al posto d’onore nell’ambito di SIAL Innovation

+ di 150 000 compratori internazionali di cui il 54% proveniente dalla distribuzione mondiale 100% delle insegne mondiali rappresentate nel 2012 18% provenienti dalla Ristorazione Food 24% provenienti dalle IAA

www.sialparis.fr

SIAL Group è il 1° network internazionale di saloni agroalimentari. Esso offre un know how e una conoscenza unici per identificare i mercati alimentari più dinamici e creare opportunità d’affari in un contesto B2B. 50 anni d’esperienza, hanno reso SIAL L’appuntamento che riunisce 8 fiere professionali e circa 12 000 espositori provenienti da 100 paesi e oltre 280 000 visitatori provenienti da 200 paesi. Il marchio SIAL ha l’innovazione nel suo DNA e offre una visione unica delle tendenze e innovazioni alimentari con oltre 1 500 innovazioni alimentari provenienti da tutto il mondo presentate ad ogni sessione, nell’ambito di “SIAL Innovation” evento presente in tutti i saloni SIAL. Forte di una presenza internazionale in tutti i continenti, SIAL Group offre una copertura mondiale con un approccio locale adatto ai diversi mercati.


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Piogge e calo di temperatura raffreddano nel Veneto la crescita degli asparagi

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C’è uno stop alla maturazione degli asparagi nel Veneto a causa delle piogge e di un abbassamento improvviso della temperatura, un fenomeno peraltro che non sorprende. Semmai è stato assolutamente inconsueto quest’anno il primo raccolto, arrivato con una ventina di giorni di anticipo per una primavera assolutamente precoce. Nelle terre termali del Padovano, già all’inizio di febbraio si sono raccolti, sotto le serre, i primi asparagi sia verdi che bianchi, con soddisfazione dei coltivatori. Buona la qualità e discreta la quotazione. Si sta adesso rientrando quasi nella normalità: la produzione sotto serra si è sostanzialmente “raffreddata”, mentre per gli asparagi in campo bisognerà attendere qualche giorno per vederli spuntare. Gli asparagi padovani da sempre sono i primi a crescere nel Veneto. Stesso andamento stagionale per quelli Dop di Bassano del Grappa e per gli Igp di Cimadolmo e di Badoere. La partenza è stata letta come un positivo segnale per il proseguo della stagione degli asparagi 2014. E’, comunque, sempre difficile fare previsioni, perché il prodotto è fortemente condizionato dall’andamento climatico; ci sono però, osservano gli operatori commerciali di OPO Veneto, tutte le premesse per un raccolto più abbondante

rispetto allo scorso anno, che è stato molto scarso e di qualità non eccellente proprio a causa del maltempo con piogge prolungate e una primavera quasi inesistente. Sempre stando alle considerazioni provenienti da OPO Veneto, il mercato potrebbe dare buone risposte, con quotazioni interessanti. Si tratterà di vedere, poi, quanto i consumatori saranno disposti a spendere per un ortaggio che attira molto, ma che, in tempi di crisi e di risparmi anche a tavola, potrebbe essere considerato troppo caro. Secondo i dati Istat, nel 2013 sono stati raccolti nel Veneto su 1.334 ettari di terreno 59.304 quintali di asparagi; in testa la provincia di Padova con 15.399 quintali di raccolto, seguono le province di Verona (13.993 quintali) di Vicenza (11.546 quintali), quindi Venezia e Treviso.

Gli asparagi sono big televisivi, protagonisti in tanti programmi Su “Unomattina Verde”, programma di RaiUno, è stata trasmessa una bella puntata dedicata agli asparagi veneti: sono stati presentati in particolare i Dop di Bassano del Grappa, gli Igp di Cimadolmo e di Badoere (località trevigiane) e gli eccellenti germogli di primavera che si producono nelle calde e soffici terre termali Euganee, in provincia di Padova. Sono stati portati direttamente dalle coltivazioni venete da Cesare Bellò, consigliere delegato di OPO Veneto, che ne ha illustrato

Foto: Elisa Isoardi, condittrice di Unomattina, RaiUno Set televisivo Sky allestito nella cornice delle prealpi trevigiane, nella locanda da “Lino” a Solighetto (TV)

le differenze, le caratteristiche organolettiche, i valori nutrizionali, le tecniche di lavorazione. Gli asparagi sembrano tutti uguali, ma in realtà le diversità per chi se ne intende e li sa gustare sono notevoli. Bisogna conoscerle per apprezzarle e per goderle. Da “Lino” a Solighetto, ai piedi delle Prealpi Trevigiane, Fabrizio Nonis, giornalista gastronomico, ha presentato i “germogli di primavera” in una puntata del suo programma speciale, promosso dalla Regione Veneto, sui prodotti tipici del territorio, che andrà in onda su Alice, canale televisivo dedicato alla cucina. Con Fabrizio Nonis il direttore di OPO Veneto Francesco Arrigoni, che ha spiegato il percorso dell’asparago dalla terra alla tavola, mettendo in risalto le specificità dell’ortaggio, che sono esaltate quando questo è coltivato con buone pratiche agricole, rispettose dell’ambiente. A Pernumia, in provincia di Padova, è arrivata una troupe di “Rai Uno” per riprendere le primissime raccolte di turioni. Ha fatto da guida Ettore Petranzan, presidente della Cooperativa “Terre euganee”, associata a OPO Veneto. Diversi servizi sono tati realizzati e trasmessi da televisioni private. Gli asparagi condividono con i radicchi la grande capacità di essere protagonisti nei programmi dedicati all’arte culinaria, che sono sempre più popolari e più seguiti. In questo avvio della loro stagione sono “onnipresenti”, presentati in tutte le loro sfaccettature: come ortaggi che piacciono, che fanno bene, che si adattano felicemente in diete salutistiche per lo scarso contenuto calorico, che si prestano a tantissime ricette e a fantasiosi accostamenti in cucina. Rappresentano una ricchezza orticola nelle aree, dove sono tradizionalmente coltivati. Al centro di festosi eventi popolari (feste, sagre, rassegne gastronomiche, manifestazioni culturali), alimentano un forte movimento turistico locale, contribuiscono alla valorizzazione del territorio e fanno da traino ad altri prodotti meno nobili dell’orto.

Ettore Petranzan illustra la produzione di Asparagi nel territorio Padovano

Inquadratura sulle varietà, in trasmissione sono stati presentati tutti gli asparagi del Veneto La coreografica presentazione degli asparagi nello studio di UnoMattina

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I segreti dell’uovo e delle carni bianche L’uovo da sempre è uno degli alimenti più diffusi e importanti per l’essere umano. Nei più antichi periodi della storia dell’umanità, insieme al latte, ha rappresentato la fonte alimentare riconosciuta come simbolo della redditività dell’allevamento animale.

Giovanni Lercker

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ALIMENTAZIONE

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Nelle tradizioni di molte popolazioni, l’uovo è sempre presente nei dolci delle feste più importanti, spesso anche nella forma di uovo intero, sodo come tale o inserito intero in pani e dolciumi, utilizzo testimoniato da molti dolci pasquali. L’uovo è senza dubbio l’alimento che presenta una più alta concentrazione di alcuni fra i più importanti nutrienti: contiene Proteine

(12 %), Sostanze grasse (11 %, di cui 82 % sono trigliceridi e 15 % sono fosfolipidi), Sali minerali (0,9 %) e Acqua (75 %) (Tabelle 1 e 2). Le proteine degli alimenti di origine animale sono utili all’organismo umano e quelle dell’uovo sono universalmente riconosciute più assimilabili e utilizzabili fra tutti gli alimenti proteici (100% di utilizzazione).

Composizione dell’uovo di gallina e della carne della coscia di pollo gallina, faraona e tacchino

Peso per uovo (g) Acqua (g) Proteine (g) Lipidi (g) Carboidrati (g) Fibra (g) Ceneri (g) Calorie (kcal/100g)

Uovo Intero

Tuorlo

Albume

50 37,28 6,07 5,58 0,60 0 0,47 79

17 8,29 2,79 5,60 0,04 0 0,29 63

33 29,06 3,35 tr 0,41 0 0,18 16

Pollo %

Gallina %

Faraona %

Tacchino %

74,9 18,4 5,7

66,0 20,9 12,3

73,6 24,3 1,8

74,7 17,9 6,0

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60.0

uova in polvere

50.0 7 - cheto - colesterolo (ppm sui lipidi)

57.0

uova fresche 0 = dopo cottura

40.0

35 = dopo 35 giorni

30.0 20.0

13.0

10.0 0.0

4,7

3,9

P

F0

0,5 F

P0

9.3

F35

P35

Biscotti all’uovo fatti con uova fresche (F) e con uova in polvere (P), appena sfornati F0 e P0) e dopo 35 giorni di conservazione (F35 e P35). L’indicazione 7-chetocolesterolo = marcatore dell’ossidazione del colesterolo e dell’ossidazione problenatica.

Se si considera l’apporto calorico delle uova (79 kcal/uovo intero), in considerazione della capacità nutrizionale che posseggono, queste rappresentano l’alimento meno calorico che si possa consumare quando si è attenti al proprio peso. Uova insieme a carni di pollo, coniglio e tacchino (carni avicunicole) sono gli alimenti proteici e non solo, che possiamo acquistare a buon mercato, con risparmio economico e assicurandoci l’apporto nutrizionale corrispondente, generalmente privo di controindicazioni. Molti cibi delle regioni del nord e del centronord dell’Italia sono prodotti con l’impiego di uova, abbinate a diversi altri alimenti, ma le

paste alimentari all’uovo insieme ai prodotti da forno con uova, come panettone, colomba pasquale e pandoro, sono tra quelli più tradizionali. In una confezione alimentare, che ha tra gli ingredienti l’uovo, questo è visibilmente rappresentato per il valore aggiunto che rappresenta nell’alimento, che consente di attirare gli acquirenti in particolare quelli che hanno figli. Purtroppo il consumo di questi prodotti alimentari, ottenuti con l’impiego delle uova, dovrebbe essere limitato a tempi brevi dalla produzione soprattutto se ottenuti con cotture ad elevata temperatura (ad es. in forno), evitando quindi conservazioni prolungate. In altre parole andrebbero “fatti e mangiati”, come di solito avviene a livello casalingo.

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Quindi possiamo stare tranquilli in quanto i prodotti alimentari contenenti uova, fatti in casa o da aziende artigianali di piccola dimensione, difficilmente sono conservati a lungo, poichè spesso preparati per specifiche occasioni giusto poco prima di cuocerli e consumarli. L’industria alimentare che prepara pasta e biscotti all’uovo con l’intento di commercializzarli, è costretta a impiegare almeno un mese, tempo minimo necessario all’organizzazione della distribuzione nella quale il prodotto sosta per tempi variabili, a seconda dell’andamento degli acquisti, ma che risulta problematico per la possibile formazione

di sostanze ossidate durante la meido-lunga conservazione. Recenti studi hanno dimostrato che la presenza di quantità non trascurabili di derivati di ossidazione nei prodotti da forno conservati, non dipende solo dall’impiego di uova fresche o di derivati delle uova fresche, come

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uova sgusciate e congelate oppure uova sgusciate e pastorizzate, ma anche dal trattamento di cottura ad elevata temperatura associato al successivo periodo di conservazione prima del consumo. Nel caso poi che sia stata utilizzata a livello industriale la cosiddetta “polvere d’uovo” denominata anche “uovo in polvere”, per introdurre l’uovo nell’impasto senza renderlo troppo fluido, la quantità di derivati di os-

sidazione risulta molto più elevata fin dalla produzione di partenza, aumentando molto durante la conservazione. Le uniche eccezioni del comportamento negativo descritto, quando fra gli ingredienti è previsto l’impiego di uova congelate o del misto d’uovo pastorizzato, sono gli alimenti tipo il pandoro e il panettone, che ne sono praticamente privi nonostante siano prodotti da forno, con “struttura” apparentemente porosa e teori-

Composizione chimica e potere calorico delle paste alimentari (riferiti a 100 g di parte edule)

Tipo di pasta

Acqua g

Proteine g

Lipidi g

Glucidi g

Pasta comune (spaghetti, lasagne, fettuccine, arrigatoni, ecc.) Pasta all’uovo Pasta aproteica Pastina glutinata Pasta glutinata media

12,4

10,8

0,3

72,0

Calorie kcal/100g 356*

12,5 10,0 10,8 11,0

13,0 0,5 23,0 13,0

2,4 0,6 1,4

69,0 89,3 63,0 73,9

368* 340* 363* 360*

* Fonte: Istituto Nazionale della Nutrizione (INRAN) www.inran.it

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(frittura o cottura in forno), può innescare un’ossidazione che, in presenza del colesterolo delle uova, potrebbe portare ad una limitazione della corrispondente conservazione in relazione al consumo ottimale. Così ad esempio, la produzione anche a livello casalingo, ma anche quella industriale di biscotti all’uovo sarebbe da consumare in tempi di qualche settimana. Nel caso che si voglia acquistare un sacchetto di biscotti o altro prodotto da forno di produzione industriale è necessario controllare che non sia stata impiegata la cosiddetta “polvere d’uovo”. É stato dimostrato scientificamente che prodotti da forno come panettoni e pandori, che contengono sempre uova di gallina, non abbiano i problemi appena descritti.

camente più esposta all’ossidazione. Questi prodotti sono sì prodotti da forno, ma, non essendo essiccati, non possono aver raggiunto, al loro interno poroso, quelle temperature che provocano l’ossidazione. CONCLUSIONI L’uovo è un alimento che appartiene alla nostra alimentazione, probabilmente fin da diverse migliaia di anni. La sua facilità di utilizzo e la versatilità di diretta elaborazione culinaria con risultati differenti e tutti piacevoli, oltre al piacevole accoppiamento con altri ingredienti e materie prime alimentari, ne fanno un importante alimento per la nostra cucina. I prodotti avi-cunicoli, oltre alle uova, particolarmente le carni e cibi ottenibili con esse, rappresentano un ottimo consumo per bambini ed adulti, associato alla nota ed interessante economia realizzabile con il loro impiego. L’impiego come ingrediente delle uova in alimenti di formulazione complessa, quando sottoposti a cottura ad elevate temperature

Giovanni Lercker Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, Alma mater StudiorumUniversità di Bologna

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BUON COMPLEANNO A GEMMA DI MARE. DA 40 ANNI IN CUCINA E SULLE TAVOLE DEGLI ITALIANI. Prima in Italia nella produzione di sale marino, Gemma di mare festeggia 40 anni assieme agli italiani.

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Gemma di mare compie 40 anni e da allora è protagonista in cucina e sulla tavola degli italiani.

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Dal 1974 la stella scintillante impressa sulla confezione blu è entrata nei supermercati diventando fedele compagna dei consumatori quale ingrediente d’eccezione per ogni piatto. Prima in Italia a introdurre il sale marino iodato, fondamentale per la prevenzione delle patologie della tiroide, cui si affianca nel tempo la linea di sale marino Integrale, ricco di oligoelementi.

Oggi Gemma di mare propone dal Sale Marino di qualità al Sale Integrale, fino alla linea di Sale Iodato, arricchito di iodato di potassio, elemento importantissimo per il corretto funzionamento della tiroide.

Birra verde, è arrivata la primavera di Malastrana Malastrana Zelene Pivo è prodotta artigianalmente nel birrificio di Jihlava. Il colore speciale è dato naturalmente con clorofilla.

In occasione del suo 40° compleanno Gemma di mare ha deciso di cambiare look con una grafica innovativa dei pack grazie alla rivisitazione del logo. Una nuova veste grafica più attenta a trasmettere la storicità e il nuovo concorso organizzato per festeggiare insieme ai propri consumatori un compleanno importante.

In occasione dell’arrivo della primavera e seguendo l’antica tradizione ceca, quest’anno Malastrana propone in Italia la sua prima birra primaverile. Verde. Malastrana Zelene Pivo è una birra speciale, prodotta in bassa fermentazione nel birrificio di Jihlava secondo l’antica ricetta di Telc, dal retrogusto pieno e deciso e con 6 gradi di volume alcolico. L’esclusivo e particolare colore verde che caratterizza questa birra si ottiene in maniera completamente naturale, attraverso l’aggiunta di clorofilla.

Molte le iniziative legate ai festeggiamenti del 40° compleanno di Gemma di mare come il nuovo portale dedicato www.giocacongemma.com dove gli affezionati clienti e gli internauti potranno divertirsi a giocare e scoprire sfiziose ricette. Compagnia Italiana Sali con il marchio Gemma di mare è oggi leader nel mercato nella produzione di sale marino pregiato e totalmente naturale. www.gemmadimare.com

Malastrana Zelene Pivo sarà disponibile a partire

dall’ultima settimana di marzo in fusto da 15 litri. Data la limitata quantità prodotta è necessaria la prenotazione. Malastrana Zelene Pivo sarà presentata anche alla 48esima edizione di Vinitaly, in programma dal 6 al 9 aprile alla Fiera di Verona, dove Interpivo Czech sarà presente con un suo stand all’interno della rassegna Sol&Agrifood. Per ulteriori informazioni commerciali su questa birra e sugli altri selezionati prodotti della linea di birre speciali, contattare Interpivo Czech scrivendo a info@interpivo.com. Per seguire tutte le novità basta tenere d’occhio il www.malastranabeer.com e la pagina Facebook di Malastrana (www.facebook.com/malastrana).

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MASERATI sceglie AGRIVERDE per rappresentare il Made in Italy a Dubai C’è il marchio AGRIVERDE nello speciale dono che la MASERATI ha riservato al suo privilegiato parterre di ospiti invitati al lancio della nuova “Ghibli”, negli Emirati Arabi. La nuova berlina di lusso firmata Maserati è stata presentata all’ International Motor Show di Dubai e, per l’occasione, la MASERATI ha riservato ai suoi prestigiosi ospiti internazionali una serata di gran gala in uno dei locali più esclusivi del Pianeta, il ristorante AT.MOSPHERE, posto al 122esimo piano della Burj Khalifa, la torre più alta del mondo. Durante la serata, gli ospiti della MASERATI sono stati omaggiati con una ricercata selezione di prodotti gastronomici italiani tra i quali ci sono anche i prodotti AGRIVERDE, che l’icona

dell’automotive di lusso ha scelto per rappresentare l’eccellenza del Made in Italy. L’azienda ortonese è stata dunque affiancata ad uno degli ambasciatori indiscussi della migliore gastronomia italiana, il Parmigiano Reggiano, e alla storica Acetaia San Giacomo di Reggio Emilia. Dopo la partnership quinquennale con la Scuderia Ferrari, AGRIVERDE si conferma ancora una volta esempio di eccellenza italiana, azienda di riferimento e partner dei più prestigiosi marchi del Made in Italy a livello mondiale. I suoi prodotti sono stati inoltre selezionati per fornire abitualmente l’esclusivo ristorante At.mosphere che, con i suoi 442 metri d’altezza, è oggi considerato il tetto sul cielo del deserto e vanta una clientela fra le più esclusive del mondo.

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CON I CHEWING GUM VIVIDENT XYLIT E AIR ACTION VIGORSOL, IN PALIO OGNI MESE 300 CUFFIE BOSE Parte un nuovo concorso molto attraente per i ragazzi e i giovani consumatori di Air Action Vigorsol e Vivident Xylit: dal primo Aprile fino a fine ottobre, acquistando uno stick di chewing gum con questi marchi, si potrà vincere una esclusiva cuffia Bose AE2, di colore bianco o nero. Un premio molto ambito, di altissima qualità, che risulta sempre tra le prime voci delle “wish list” di ragazzi e ragazze. Il concorso è molto semplice: basta acquistare uno stick, cercare il codice stampato all’interno, inviarlo tramite SMS al numero stampato sullo stick, oppure digitarlo sul sito web www.orasivince.com o nella tab dedicata presente nelle pagine Facebook Vigorsol e Vivident Italia, per scoprire subito se si ha vinto una della 300 cuffie Bose in palio ogni mese! Chi partecipa e non vince può comunque accedere all’estrazione finale delle cuffie non assegnate. Il concorso è sostenuto da un’intensa attività di comunicazione cross media: un nuovo spot televisivo che andrà in onda per la prima volta nel mese di maggio,

La torre Burj Khalifa di Dubai.

Da sinistra: Umberto Cini (Managing Director Maserati Global Overseas Markets), una sala del ristorante At.mosphere e il cadeau riservato agli ospiti Maserati con i prodotti a marchio AGRIVERDE.

il sito web dedicato al concorso www.orasivince.com, presenza sulle pagine Facebook Vigorsol e Vivident Italia, campagna radio, oltre a diversi strumenti espositivi ad hoc per il punto vendita. Il concorso è attivo sia per i prodotti venduti singolarmente nei bar e tabacchi sia per i prodotti venduti in multipack nei supermercati, in tutte le varianti di gusto. Non solo: in occasione di questa iniziativa è stato lanciato Vivident Xylit White al gusto Bubble Mint, un gusto assolutamente nuovo che unisce alla freschezza della menta la dolcezza del gusto bubble. Vivident Xylit White è il chewing gum in confetti senza zucchero, che aiuta a mantenere il bianco naturale dei denti. È ORA DI VINCERE CON VIVIDENT XYLIT E AIR ACTION VIGORSOL! Vivident Xylit e Air Action Vigorsol sono marchi di Perfetti Van Melle, il terzo Gruppo mondiale nel mercato confectionery (caramelle e chewing gum) presente con i suoi prodotti in oltre 130 paesi nel mondo. I marchi commercializzati in Italia sono tra i più noti e rinomati: Vigorsol, Vivident, Daygum, Brooklyn, Happydent, Big Babol, Mentos, Frisk, Fruittella, Alpenliebe, Golia, Morositas, Chupa Chups. www.perfettivanmelle.it

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ISTANBUL Magico incontro tra culture.

Paolo Inglese


“S

e l’arcivescovo di Costantinopoli si arcivescovocostantinopolizzasse vi arcivescovocostantinopolizzereste voi per arcivescovocostantinopolizzare lui?” Si, certamente e volentieri. Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul, città ponte tra continenti, culture, storie, religioni, tanto da meritare tre nomi, nessuno dei quali capace di cancellare l’altro. Perché ancora oggi, Istanbul è Costantino-

poli, ma anche Bisanzio. Lo si vede immediatamente, e lo si sente, nel cibo che si mangia per strada o nei migliori ristoranti. “Roma la nuova”, il grande Costantino la volle, nel 330, capitale dell’Impero e, poi, del suo ramo d’Oriente, ma, in verità fu culla e custode dell’Occidente Cristiano, e, per mille anni dopo la caduta della Roma italica, fu baluardo a guardia dei popoli nomadi che, dalle steppe asiatiche, minacciavano la cristianità, i turchi. “Rum” la chiamavano i

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nuovi conquistatori, che, nel 1453, dopo mille anni di di impero romano, le cambiarono per sempre il credo e i costumi, per farla divenire la “sublime porta”. Istanbul è ancora tale: sublime, certamente e porta, naturalmente aperta tra oriente e occidente, grazie anche allopera dell’ultimo grande turco, quell’Ataturk che la rese laica, facendola rinascere dalle rovine di un impero caduto alla fine della grande guerra. Città dove nessuno può sentirsi straniero, tanto meno i gatti.

Città nella quale si può, si deve, sperare in un futuro di convivenza tra mondi che devono sapersi parlare. Della grandiosità della Roma di Giustiniano rimangono testimonianze incredibili come la stessa Santa Sofia, oggi Haga Sophia, l’ippodromo e la cisterna basilica (Yerebatan Sarniçi), realizzata nel 532, con 336 colonne, con capitelli e pietre scolpite, divise in 12 file da 28 ciascuna, capace di contenere 80.000 metri cubi d’acqua. Città che fu porto dei genovesi, i “ceneviz”,

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mo di Costantino che, ancora oggi, guardano dall’alto della Basilica i turisti di piazza S. Marco. Capitale di un regno, multireligioso e multietnico da sempre, che andava da Bagdad a Belgrado e da Algeri a La Mecca, fu governata da un elite che in molti casi aveva origini cristiane. Un impero, quello del Magnifico Solimano, dove il gran visir convocava l’organo di governo, il divan, nel quale sultano, ministri e giannizzeri, tutti in sella ai loro cavalli, prendevano le decisioni cruciali per i destini dell’impero. Un popolo originario delle steppe, manteneva in questo strano cerimoniale i legami forti con il suo passato di nomade delle steppe. E

che dal 1273 al 1453 governarono la cittadella di Galata, con la la sua torre, la Christea Turris, affacciata sul Corno d’Oro, quella lingua di mare che divide le due sponde della città antica. Ma Costantinopoli fu anche teatro degli scontri tra genovesi e veneziani che la conquistarono, saccheggiandone il tesoro, nel 1203, guidati dal Doge Dandolo, che li finì per morire, sepolto, a 98 anni, a Santa Sofia. Ma le glorie di BisanzioCostantinopoli bizantina rimangono straordinariamente vive a San Salvatore in Chora, gioiello unico dell’arte del mosaico, vero scrigno di mistica bellezza. I veneziani portarono a Roma i cavalli dell’ippodro-

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sorgeva Bisanzio. Guardate Istanbul dai suoi giardini: sulla destra il Bosforo con i suoi palazzi imperiali, tra tutti il Dolmabahce, il palazzo da “Mille e una notte”, Ortakoy e il ponte che unisce due continenti. In basso, il ponte di Galata, con i pescatori che arrivano all’alba per rientrare al tramonto, i venditori ambulanti di pesce arrostito, pannocchie di mais e dolciumi. In alto Taksim, con la sua piazza e i viali della citta che, con Ataturk, si fa “europea”, con il tram i negozi egli alberghi di lusso, le strade piene di gente a tutte le ore del giorno. Istanbul, musa del grande poetea Turco Nazim Hikmet, che nel 1933 scrive “Istanbul”:

fu Solimano a trasformare Costantinopoli in Istanbul, con le sue incredibili moschee, Haga Sophia, Suuleymaniye , Fatih e Moschea Blu, tra le tante. Istanbul è anche, o soprattutto, il Gran Bazar e il mercato egiziano, Misir Carsisi, che dal 1663 ha una scelta illimitata di aromi, frutta secca e dolciumi di ogni genere e specie, che sono l’essenza del fascino di questa città, di culto, di piacere, di lusso, di amore nascosto nel silenzio di Hammam secolari o nel serraglio di un altro dei luoghi del mito, il Topkapy, incredibile gioiello dell’arte islamica, costruito sul limite meridionale del Corno d’Oro, dove confluisce nel Bosforo e

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La Moschea Blu

Interni della Moschea Blu

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“È l’alba. S’illumina il mondo come l’acqua che lascia cadere sul fondo le sue impurità. E sei tu, all’improvviso tu, il mio amore, nel chiarore infinito di fronte a me”.

Ma è anche la citta di Orham Pamuk, che ne fa metafora della sua stessa visione della vita. Con la sua decadenza, i vicoli fatiscenti e poco illuminati, le ville di legno sul Bosforo, testimonianza di antichi fasti. Per non parlare di Esmahan Aykol e della sua avventurosa libraia di Istanbul, Kati Hirschel, investigatrice per vivacità, che degli inrtighi più intimi della città si fa interprete ed esegeta. Potete vederla, viverla, respirarla come volete questa città, ma non rinunciate mai alla sua incredibile cucina, dai gelatai giocolieri al panino con le sardine delle rive del Corno d’Oro, al pesce grigliato, al Börek alla Dolma (polpettine di riso speziato, pinoli, uvetta e av-

volte in foglie di vite). Per non dire del kebab, delle Pide , o dei Sìmit. Per finire con la baklava, una sfoglia con noci e pistacchi imbevute in sciroppo di zucchero. Mangerete mondi, culture diversi e viaggerete nel tempo, come in nessun’altra città accade.

Paolo Inglese Prof. of Horticulture Department of Agricultural and Forest Sciences President of the Network European Societies for Horticultural Science Coordinatore Consiglio di Interclasse Produzioni e Tecnologie Agrarie

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Grandi consensi a Capua per i succhi di frutta e le confetture naturali del progetto DERFRAM Giornata di chiusura del progetto con un convegno tecnico, un nuovo dolce di Rosanna Marziale, un concorso per giovani barmen e tante attività didattiche per i bambini Presente anche Daniela Nugnes, Assessore regionale all’Agricoltura

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Presentati venerdì 28 marzo alla Masseria Giòsole di Capua (Ce) i risultati finali del progetto DERFRAM, partito nel novembre 2010, grazie alle ricerche effettuate nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania e attuate da Università del Molise e CNR. Il convegno pomeridiano che ha visto la partecipazione di Daniela Nugnes, Assessore all’agricoltura della regione Campania, ha consentito di tirare le somme su quanto realizzato in questi anni di lavoro e di presentare le opportunità offerte, nel campo dell’innovazione e della cooperazione, dal nuovo PSR 2014 – 2020. Il progetto Derfram, che ha visto coinvolti diversi enti di ricerca, tra cui il Dipartimento Agricoltura, ambiente e alimenti dell’Università degli studi del Molise, l’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo di Ercolano e l’Istituto di Scienze dell’Alimentazione di Avellino nonché cinque aziende agricole campane (quattro della provincia di Caserta e una della provincia di Salerno), ha permesso di dare vita a confetture e succhi naturali e particolarmente sani con un contenuto ridottissimo di residui di fitofarmaci e micotossine tra cui la patulina, rispondendo in anticipo alle istanze del programma Horizon 2020, che richiede la riduzione del ricorso alla chimica in agricoltura e fornisce un protocollo che può essere esportato in tutta Europa. Inoltre sono state definite nuove ricette a più alto contenuto di frutta e a più bassi livelli di zucchero aggiunto facendo ricorso a dolcificanti naturali ad elevato potere edulcorante e a zuccheri estratti dalla frutta. Il convegno tecnico pomeridiano è stato preceduto da una mattinata intensa arricchita dalla presentazione della nuova creazione dolce di Rosanna Marziale, chef stellata de Le Colonne di Caserta, che ha realizzato “ConciatoGiò” impiegando la confettura di albicocca del progetto Derfram e il conciato romano, altra grande eccellenza di Terra di Lavoro. A completare il ricco programma della mattinata tante attività didattiche a cura di Agrigiochiamo per gli alunni del 2° Circolo Didattico Capua e un concorso per giovani barmen,

rivolto agli studenti degli Istituti alberghieri di Caserta e provincia, chiamati a realizzare cocktail, analcolici o a bassa gradazione alcolica, a base di succhi di frutta. La giuria presieduta da Michele Pagliuca, vice fiduciario AIBES per la zona di Caserta, e composta da giornalisti ed esperti del settore enogastronomico ha premiato per la Migliore decorazione l’Ipssart di Cesa e dichiarato vincitore del concorso l’Isis Marconi di Vairano seguito dall’Isis Ferraris di Caserta. IL PROGETTO Il Progetto DERFRAM ha forti contenuti di innovazione e rientra nelle attività sostenute dal Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania attraverso la misura 124. DERFRAM si prefigge di apportare innovazioni nelle aziende agricole del territorio, ammodernandone la gestione tecnica, diversificandone le attività produttive e rafforzandone le relazioni col mercato. In sintesi, il progetto DERFRAM mira a mettere a punto la produzione di succhi, marmellate, confetture e altri derivati di frutta della filiera corta locale, al fine di garantirne sicurezza, naturalità, sostenibilità ambientale ed eccellenza nelle qualità sensoriali, come richiesto dalle giuste esigenze dei consumatori, soprattutto dalle fasce più esposte ai rischi da accumulo di residui tossici presenti negli alimenti. DERFRAM, inoltre, risponde in anticipo alle istanze del programma Horizon 2020, che richiede la riduzione del ricorso alla chimica in agricoltura (Dir. CE 128/2009), e fornisce un prodotto esportabile in tutta la UE. LE ATTIVITÀ IL PROGETTO HA AVUTO INIZIO NEL NOVEMBRE 2010, SONO STATE SVOLTE LE ATTIVITÀ NELLE SEGUENTI AZIONI: Sperimentazione Agronomica Questa azione ha previsto l’impiego di agenti di lotta biologica in parcelle sperimentali di frutteti (peschi e albicocchi) in tutte le aziende coinvolte nel progetto DERFRAM. Gli agenti di lotta biologica hanno consentito di ottenere ottimi livelli di protezione dagli attacchi fungini quando applicati da soli ed eccellenti quando applicati in combinazione con dosi ridotte del fungicida di sintesi boscalid. Inoltre, gli agenti di lotta biologica usati da soli e in combinazione col fungicida

hanno garantito l’assenza della contaminazione con la micotossina patulina sia nei frutti sia nei prodotti derivati. SVILUPPO DI PRODOTTI Le attività relative a questa azione hanno riguardato la razionalizzazione del processo produttivo e la definizione di nuove ricette per i derivati di frutta prodotti presso l’azienda GiòSole. Gli interventi sul processo produttivo hanno permesso il superamento delle criticità riscontrate anche attraverso l’implementazione dell’impianto di produzione. Le ricette sono state ridefinite per migliorare e standardizzare le qualità sensoriali e garantire la naturalità dei prodotti. In particolare, sono state definite nuove ricette a più bassi livelli di zucchero aggiunto, più alto contenuto di frutta e senza l’impiego di additivi chimici. I conservanti e gli antiossidanti di origine sintetica sono stati sostituiti con composti analoghi di origine naturale. Al fine di ridurre il contenuto di zucchero sono stati validati anche dolcificanti naturali ad elevato potere edulcorante e zuccheri estratti dalla frutta. Infine, sono stati realizzati nuovi succhi e derivati di frutta a base di mela annurca.

STUDIO TERRITORIALE Quest’azione è consistita in un’indagine territoriale finalizzata allo studio delle proprietà dei suoli e della loro variabilità spaziale, sia su scala comprensoriale sia su scala aziendale, allo scopo di costruire una base dati e cartografica per orientare gli interventi, ridurre l’impatto ambientale degli usi agricoli e favorire la replica dell’esperienza del progetto DERFRAM nel territorio circostante. I RISULTATI PRINCIPALI DEL PROGETTO SONO: - definizione di protocolli di lotta biologica e integrata per la difesa di frutta e derivati dalle fitopatie fungine e dalla presenza di micotossine. - sviluppo di una linea di prodotti con un nuovo marchio, a valenza funzionale, rispondenti alla domanda dei mercati nazionale ed estero. - indagine territoriale che ha portato alla redazione di una Carta delle Unità di Paesaggio del Basso Volturno, in scala 1:250.000, alla caratterizzazione dei suoli dei paesaggi frutticoli, alla caratterizzazione e alla cartografia digitale dei suoli delle aziende coinvolte nel progetto DERFRAM, alla valutazione dell’impatto dei trattamenti fungini sulla componente microbica dei suoli.

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La giacca Spectrum di Helly Hansen con H2Flow ™ vince l’ambito Red Dot Design Award

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Helly Hansen, l’azienda norvegese nota per le sue collezioni di abbigliamento e calzature tecniche, ha vinto il prestigioso riconoscimento Red Dot Design Award per il design e le innovazioni introdotte dalla giacca Spectrum che sarà in vendita nella prossima stagione invernale.

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Un gruppo di 40 giurati del Red Dot Award hanno valutato 4.815 prodotti provenienti da ben 53 paesi, un numero record per il concorso che si svolge ogni anno. Tra questi sono stati scelti 72 prodotti che verranno contrassegnati dal sigillo Red Dot. La giacca di Helly Hansen modello Spectrum è stata premiata come miglior prodotto sua per qualità che per innovazione. “40 esperti hanno valutato i prodotti con la massima cura e attenzione stando particolarmente attenti a notare anche se sono rappresentativi della cultura del paese di provenienza. Ma solo i migliori prodotti hanno ricevuto il consenso dalla giuria” ha detto il Professor Dr. Peter Zec, ideatore e CEO del concorso Red Dot. “Questo premio è davvero ambito e difficile da vincere perché non è semplicemente un

premio che si prende per l’estetica del prodotto ma perché realmente il prodotto risponde a tutti i requisiti richiesti. Per questo avere il riconoscimento Red Dot è davvero prestigioso. Solo pochi prodotti sono in grado di superare la prova davanti agli giurati critici ed esperti. Il premio verrà consegnato durante il Gala Red Dot davanti a un pubblico internazionale”. La giacca tecnica Spectrum di Helly Hansen è adatta agli sport invernali ed ha avuto il riconoscimento Red Dot oltre che per il suo design anche per la possibilità di utilizzarla con tutte le condizioni metereologiche. La giacca utilizza la pluripremiata tecnologia H2Flow™ che permette la regolazione della temperatura grazie all’utilizzo di una serie di cerniere che garantiscono il flusso d’aria. L’esterno della giacca è realizzato nel tessuto elasticizzato più performante di cui dispone in esclusiva l’Azienda, l’Helly Tech ® Professional, un tessuto che garantisce un comfort eccezionale anche in movimento mentre lo strato interno è in PrimaLoft ® Black che dona calore quanto serve. “L’innovazione è fondamentale per convincere la giuria del Red Dot” ha dichiarato Erik Burbank, Vice Presidente del Marketing Globale di Helly Hansen. “L’esclusiva tecnologia H2Flow ™ di Helly Hansen si è fatta notare tra tante perché e davvero capace di mantenere gli appassionati di sport invernali più caldi, più freschi e più leggeri grazie all’aria calda che si annida o fuoriesce velocemente dagli spazi positivi presenti nello strato interno rendendo il capo se serve molto isolante e caldo o altrimenti fresco e senza peso. La tecnologia H2Flow permette di sciatori di regolare la loro temperatura corporea in modo meccanico tramite le zip in base al tempo meteorologico e all’attività. Il Design Award Il Red Dot Design Award è un premio internazionale al design curato dal Design Zentrum Nordrhein Westfalen di Essen, in Germania. L’obiettivo del premio è quello di scegliere i prodotti che si contraddistinguono per l’innovazione e di design. Dal 1955, progettisti e produttori sono chiamati a ritirare il premio durante una cerimonia annuale. I prodotti premiati restano poi esposti al Red Dot Design Museum a Essen. Al fine di valutare la diversità nel campo della progettazione in modo professionale, il Red Dot Design Award si divide in tre discipline: Product Design, Communication Design e Design Concept. www.hellyhansen.com

LATTERIA SOLIGO GUARDA AL FUTURO APPROVANDO UN BILANCIO PIU’ CHE POSITIVO Il 2013 si è chiuso con un fatturato da 65 milioni di euro (contro i 62 del 2012): traina l’export (1,2 milioni di fatturato) ma l’azienda consolida le sue posizioni anche sul mercato nazionale. Il prezzo del latte pagato ai conferitori nel 2013 è stato il più alto del decennio. Il presidente Brugnera: “Più qualità per resistere alla concorrenza del dopo quote latte”. Farra di Soligo- Un fatturato in crescita di 2,4 milioni di euro e un bilancio dove la nota distintiva restano i segni positivi: l’assemblea dei soci di Latteria Soligo, riunita oggi nella sede centrale di Soligo, ha approvato un bilancio di esercizio che rappresenta una tappa storica per l’azienda che si conferma una delle realtà lattiero casearie più importanti e più solide del Veneto. L’appuntamento è infatti coinciso con il rinnovo delle cariche sociali. Nonostante il calo dei consumi alimentari, da una parte, e la difficile situazione della zootecnia da latte con una significativa riduzione delle stalle in Veneto, Latteria di Soligo ha molti motivi per guardare al futuro con sguardo positivo. Da un lato il trend del fatturato in costante crescita: 65 milioni di euro nel 2013 contro i 62,6 del 2012, con una quota sempre più importante riferibile al fatturato estero (1,2 milioni). “Abbiamo raggiunto importanti risultati di mandato – commenta il presidente Lorenzo Brugnera – da un lato la conquista di nuovi mercati con la presenza estera, dall’altro il forte consolidamento nel Nord e Centro Italia”. Latteria Soligo resta sicuramente una realtà con solide radici in Veneto: il report sul mercato del latte nella regione dice che il Latte Fresco Soligo si conferma per il secondo anno il brand più amato dai veneti con il 15% delle quote di mercato. E in Veneto, Soligo raggiunge quasi il 92% del suo fatturato. Tuttavia l’obiettivo del Consiglio di Amministrazione è stato quello di aprirsi a nuove frontiere. Un obiettivo che

è stato conquistato: oltre alla presenza estera, Soligo ha raggiunto nel 2013 quasi il 3% di fatturato nel Nordovest (+52%), e quasi il 2% al Centro (+152%). Un risultato ottenuto anche grazie ad importanti accordi con la GDO nazionale che rappresenta il canale di vendita per il 46% del fatturato (+2%), seguita dall’HORECA (19% del fatturato, +1,5%). Nel 2013 gli stabilimenti di Latteria Soligo hanno confezionato e trasformato in formaggi 716 mila ettolitri di latte prodotto in Veneto e Friuli Venezia Giulia (il 67,7% conferito dai soci). A dimostrazione dell’importante rapporto con la base sociale, rappresentata soprattutto dai propri allevatori, il prezzo medio per il latte conferito: nel 2013 ha raggiunto il picco massimo dell’ultimo decennio, con un prezzo medio di 0,473 euro al litro contro i 0,3946 euro al litro del 2004. Un dato che resta più alto del prezzo medio pagato in Lombardia (0,449 euro al litro nel 2013). Trasformare il latte in “prodotti perfetti” questa la mission di Latteria Soligo fin dal suo statuto fondante firmato 130 anni fa e proprio i prodotti perfetti, ovvero la gamma di formaggi freschi e stagionati, si conferma il traino nel fatturato aziendale sfondando per la prima volta in sei anni la soglia dei 30 milioni di euro. Merito della qualità non a caso proprio nel 2013, Latteria Soligo è stato il marchio più premiato a Caseus Veneti il concorso regionale dedicato ai formaggi. E il monito del presidente Brugnera rivolto ai produttori di latte è stato rivolto proprio in questa direzione: “La qualità del latte Soligo sarà il nostro valore aggiunto, per questo siamo impegnati con progetti di ricerca e processi di innovazione. Con l’abolizione del regime delle quote latte i mercati Nord Europei torneranno a produrre latte in quantità, noi potremo resistere solo opponendo la qualità del latte alla base di formaggi di alta qualità”. L’assemblea dei soci ha quindi approvato un utile netto di 13.430 euro contro i 10.189 del 2012.

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STATISTICHE ED EVENTI CULTURALI

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DATI STATISTICI GENERALI Secondo i dati del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, i turisti internazionali arrivati in Turchia nel 2013 sono stati 34.910.098, con un incremento del 9,84% rispetto al 2012 (31.782.832 turisti). Gli italiani sono stati 731.784, con un incremento del 2,48% rispetto al 2012. Anche il 2014 è partito positivamente : a gennaio sono stati registrati 1.146.815 turisti internazionali (di cui 22.731 italiani), con un incremento di 3,81% rispetto a gennaio 2013.

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FESTIVAL LEGATI ALL’OPERA E AL BALLETTO Cinque importanti appuntamenti legati all’Opera e al Balletto ritornano quest’anno e sono realizzati grazie al sostegno del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia: • 15ma edizione International Bodrum Dance Festival: 20-25 maggio 2014 www.bodrumdancefest.org • 5a edizione International Istanbul Opera Festival: 3-17 giugno 2014 www.istanbuloperafestival.gov.tr • 4a edizione International Istanbul Ballet Competition & Festival: 21-26 giugno 2014 (c’è tempo fino al 25 aprile per presentare le candidature) www.istanbulballetcompetition.gov.tr • 12ma edizione International Bodrum Ballet Festival: 29 luglio - 16 agosto 2014 www.bodrumballetfestival.gov.tr • 21ma edizione Aspendos Opera and Ballet Festival: 30 agosto - 20 settembre 2014 www.aspendosfestival.gov.tr L’INTERNATIONAL ISTANBUL TULIP FEST TORNA AD APRILE Ad aprile torna la IX edizione dell’International Istanbul Tulip Fest - organizzato dalla Municipalità di Istanbul - quando la città si trasforma per un mese in un meraviglioso giardino fiorito, celebrando così il simbolo floreale nazionale. Questo fiore ebbe infatti una grande popolarità in Turchia durante il periodo Ottomano e in particolare nel XVI secolo durante il regno di Solimano il Magnifico, che lo volle sviluppare in numerose varietà e piantare ovunque. Proprio in questo periodo, per l’esattezza nel 1554, il tulipano arrivò per la prima volta in Europa grazie al fiammingo Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di Ferdinando I ad Istanbul, che ne spedì alcuni bulbi al botanico Carolus Clusius, responsabile

dei giardini reali olandesi. I tulipani divennero subito estremamente popolari in tutta l’Europa, ma è noto come molte delle varietà fossero sviluppate in Turchia molto prima che fossero introdotte nei giardini europei. Il programma non è stato ancora annunciato, ma il sito ufficiale è : www.istanbulunlalesi.com

A BERLINO CON GERMANWINGS PER UNA NOTTE AI MUSEI Il 17 maggio 2014 la Lunga notte dei musei a Berlino promette un viaggio insolito alla scoperta di musei, collezioni, memoriali e castelli, per fare le ore piccole tra arte e divertimento.

I FESTIVAL DELLA CULTURA AD ISTANBUL La IKSV - Fondazione per le Arti e la Cultura di Istanbul è un’organizzazione non governativa e senza scopo di lucro che dal 1973 si impegna ad offrire gli esempi più interessanti a livello mondiale dei vari settori artistici come il cinema, il teatro, la musica, il jazz, il design e l’arte e, allo stesso tempo, a promuovere i beni culturali ed artistici della Turchia, usando le arti per creare una piattaforma internazionale di comunicazione di straordinario livello qualitativo.

Fino a tardi ancora al museo – è questa l’idea di successo dietro alla Lunga notte dei musei di Berlino, la manifestazione nata per la prima volta nel 1997 nella capitale tedesca riunificata (e poi copiata poi da molte altre città), che negli anni si è trasformata in un evento di richiamo internazionale con 5 milioni di visitatori e oltre un milione di biglietti venduti dalla sua prima edizione. Oggi l’evento culturale appartiene a Berlino tanto quanto la Torre della televisione, il Muro o la Porta di Brandeburgo. Quest’anno per la prima volta l’evento si svolge alla vigilia della Giornata internazionale dei musei. I prossimi 17 e il 18 maggio il famoso panorama museale di Berlino presenterà così un intero fine settimana di arte e cultura con programmi speciali e attrazioni. Dalle 18 di sabato e fino alle 2 della domenica mattina, circa un centinaio tra musei, collezioni, archivi, memoriali, castelli e sale espositive apriranno le porte per offrire accesso alle proprie collezioni ed esposizioni e un programma del tutto speciale tra visite guidate, musica, letture, proiezioni, dibattiti e attività intorno all’arte anche per i piccoli visitatori, con iniziative a loro dedicate. Con un solo biglietto combinato – nel quale sono compresi l’ingresso all’interno di tutte le strutture interessate, il servizio navetta da un museo all’altro e l’uso dei mezzi pubblici cittadini – si possono fare le ore piccole tra arte e divertimento. Per scoprire la ricca diversità del panorama museale della capitale tedesca è possibile scegliere i singoli istituti di interesse oppure seguire i percorsi proposti, tutti serviti dal servizio di shuttle. Tra gli istituti, solo per citarne alcuni, si possono scegliere i musei Pergamon, Bode o Neues Museum sulla meravigliosa Isola dei Musei; gli storici Museo della RDT, Museo del Muro,Topografia del Terrore; le collezioni d’arte del XX secolo della Neue Nationalgalierie, i capolavori d’arte moderna e contemporanea della Berlinische Galerie e i dipinti degli antichi maestri alla Gemäldegalerie. Per i più piccoli sono d’obbligo le tappe al museo dei bambini MACHmit!, al Museo di scienze naturali o allo Zoo. Tra gli indirizzi più curiosi si trovano i musei del Currywurst, delle Trabant e il Werkbundarchiv – Museo delle cose.

I prossimi eventi : · 33ma edizione Istanbul Film Festival: 5-20 aprile 2014 · 19ma edizione Istanbul Theatre Festival: 9 maggio - 5 giugno 2014 · 42ma edizione Istanbul Music Festival: 31 maggio - 27 giugno 2014 · 21ma edizione Istanbul Jazz Festival: 1-14 luglio 2014 · 2a edizione Istanbul Design Biennial: 18 ottobre - 14 dicembre 2014 L’IKSV ha inoltre ottenuto, con un contratto ventennale, il Padiglione Turchia alla Biennale di Venezia (in Arsenale) grazie alla co-sponsorizzazione di Schüco Turkey e di VitrA, con il contributo del Fondo di Promozione del Primo Ministro Turco e con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia. Per la 14ma edizione della Biennale d’Architettura di Venezia, dal 7 giugno al 23 novembre 2014, la Turchia presenterà “Places of memory” ideata dal curatore Murat Tabanlıoğlu e con il coordinamento di Pelin Dervis. www.iksv.org/en

Per maggiori informazioni sugli istituiti interessati dalla Lunga Notte dei Musei e il programma 2014: www. lange-nacht-der-museen.de/en Diversi i pacchetti che www.visitberlin.de propone per soggiornare nella capitale tedesca. L’offerta “3X2”, per esempio, include 3 pernottamenti in camera doppia con colazione, una WelcomeCard e un biglietto per l’uso gratuito dei mezzi pubblici a partire da 99 Euro per persona in camera doppia. L’offerta è valida per tutto il 2014. Maggiori informazioni e prenotazioni dei pacchetti proposti online oppure allo 0049 (0)30 25 00 23 33. Durante l’orario estivo (in vigore fino a ottobre 2014) Germanwings collega l’aeroporto di Berlino Tegel con Ancona, Bologna, Catania, Milano Linate, Roma Fiumicino e Verona. Prezzi a partire da 33 Euro in tariffa BASIC e da 53 Euro in tariffa SMART tasse incluse per tratta e persona. Entrambe le tariffe possono essere integrate con servizi a pagamento, per un’esperienza di volo “à la carte”. Dal 15 maggio sui voli da Milano sarà acquistabile anche la tariffa Best, la formula tariffa di alta gamma di Germanwings al momento disponibile solo su alcune rotte. I voli di Germanwings possono essere prenotati su www.germanwings.com, telefonando all’199 25 70 13 o presso le agenzie di viaggio. Sul sito www.germanwings.com si trovano, inoltre, vantaggiose offerte per soggiorni in hotel, noleggio auto e altri servizi nelle città di destinazione.

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CALEIDOSCOPIO Schweppes svela il nuovo capitolo della saga

The Rainbow Nation: il Sudafrica di Evolution Travel

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Scopriamo il Paese Arcobaleno con tour individuali, di gruppo e anche fly & drive

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Il Vescovo Desmon Tutu ha definito il Sudafrica, la “Nazione Arcobaleno” per la varietà di genti, culture e paesaggi. La superficie del Sudafrica è 30 volte la Svizzera e 4 volte l’Italia, ha 3 capitali: Cape Town (sede del parlamento), Pretoria (sede del governo) e Bloemfontein (capitale giudiziaria). Nel Paese di sono 11 lingue ufficiali delle quali 9 sono lingue africane (l’inglese si posiziona solo al 5° posto). Il Paese, dal clima mediterraneo, evoca spettacolari contrasti, dalla natura del grande parco Kruger, paradiso degli animali, al deserto, dalle coste lambite dall’Oceano Atlantico e da quello Indiano, dalla musica, all’artigianato, per arrivare alla cucina e all’ottimo vino. Pasqua in Sudafrica, Lesotho e Mozambico - 17 giorni/14 notti da 2.180 euro per persona in camera doppia: un Tour di Gruppo che tocca Sudafrica, Lesotho e Mozambico per visitare luoghi lontani dai principali canali del turismo di massa. Un grande esempio di turismo responsabile, in quanto la maggior parte degli alloggi usati sono di proprietà di locali. In Lesotho i pasti saranno cucinati e serviti nella case che accolgono

gli ospiti. A Maputo, in Mozambico, il pranzo avverrà in un quartiere dove dei locali ci ospiteranno per il pranzo con la possibilità di giocare con i bambini e lasciare loro dei regali. In Sudafrica si visiterà il Parco Kruger, dove le conservation fees pagate in loco vanno proprio a beneficiare le comunità del posto e la preservazione dell’ambiente. Tour di gruppo tra i colori del Sudafrica e Cascate Vittoria – 12 giorni/9 notti da 2.060 euro per persona in camera doppia: un percorso attraverso le bellezze del Sudafrica. Da Cape Town alle Cascate Vittoria, passando per una meravigliosa Riserva Privata per vedere da vicino gli animali tipici dell’Africa. Open Voucher: Su e Giù per la Nazione Arcobaleno – 9 giorni/7 notti da 1.150 euro per persona in solo pernottamento: tour individuale fly & drive dedicato a chi si approccia al viaggio con un’idea del tutto creativa. Il Sudafrica è uno dei luoghi al mondo che si presta maggiormente a questo genere di viaggio. E’ possibile confermare il volo, la prima notte, scegliere la durata e lasciarsi poi portare dalle emozioni che la “strada” sussurra. Un viaggio in autonomia con il notevole vantaggio della consulenza ed esperienza Evolution Travel. www.sudafrica.evolutiontravel.it

« What did you expect? »* *Che ti aspettavi? DOPO NICOLE KIDMAN E UMA THURMAN SCOPRITE LA NOSTRA NUOVA TESTIMONIAL: PENéLOPE CRUZ. Dal 2008 Schweppes comunica il mondo glamour attraverso i codici del lusso. Un mood fatto di star hollywoodiane (Nicole Kidman, Uma Thurman) e raccontato da rinomati registi come Shekhar Kapur e David LaChapelle che hanno permesso al marchio di costruire un posizionamento unico attorno alla firma «What did you expect?» Perfetta sintesi dello charme internazionale e della sensualità spagnola, Penélope Cruz è la protagonista d’eccezione del terzo capitolo della saga Schweppes. UNA STORIA ED UN UNIVERSO AL PA SSO CON i TEMPI! Originale location di questo nuovo episodio, l’Alexandra Palace, teatro vittoriano che fu il primo luogo di trasmissione della BBC negli anni ‘30 e sala dei concerti dei gruppi Blur e The Strokes, permette di creare uno scenario moderno e un po’ underground, per una serata singolare e tutta da scoprire. Un’ambientazione dalle riprese sorprendenti, uno scenario audace in un’atmosfera elettrizzante, che si svolge sotto l’occhio esperto di Sean Bobbitt, uno dei

direttori della fotografia più talentuosi degli ultimi anni. Il cocktail perfetto per una regia scoppiettante reso esplosivo da una musa accattivante che sorprende per la sua autoironia. Penélope Cruz avanza verso una giovane donna con determinazione. Giochi di sguardi, corpi che si avvicinano, tensione che aumenta… Ecco l’intrigante trama del nuovo spot. UNA NUOVA E SENSUALE MUSA, IMMORTA LATA IN UN CONTESTO SURREALISTA . Questa nuova campagna è frutto della collaborazione fra Schweppes e l’agenzia parigina Fred&Farid, da sei anni insieme per tradurre con brio ed originalità la firma «What did you expect?». «Sono onorata di essere la nuova ambasciatrice Schweppes, da sempre una delle mie bevande preferite! Ero molto eccitata per questa campagna, non soltanto per lo script ma anche perchè mi ha permesso di collaborare con una regista del calibro di Kathryn Bigelow, della quale sono una grande fan! Impeccabile anche il set!» Penélope Cruz www.schweppeseuro.com/it

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