Karpòs n. 7 - 2015

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Karpòs alimentazione e stili di vita

Anno IV - Karpòs - N° 7 - 2015

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Capitanata: un tesoro di eccellenze Expo: Il grano tra i grattacieli di Porta Nuova Casa sollievo della sofferenza KARPòS VETTORE DI ESPERIENZE


Capitanata:

un tesoro di eccellenze Relatori Riccardo Cotarella Vincenzo Patruno Daniele Tirelli Renzo Angelini Moderatore Enzo Delvecchio

Presidente Enologi Mondiali Presidente Alleanza Confcooperative Puglie Presidente POPAI Direttore Karpòs

RAI 3, Puglia

il 21 Giugno 2015 ore 17,00 presso

Cantine Le Grotte

S.P. Apricena - San Nazario Km 4 Contrada Le Grotte - Apricena, FG

ore

20,00

Degustazione prodotti tipici delle Aziende partecipanti

Karpos

Karpòs alimentazione e stili di vita w w w. k a r p o s m a g a z i n e . n e t

KARPòS

EVENTI www.karposmagazine.net


EDITORIALE

KARPÒS VETTORE DI ESPERIENZE

Renzo Angelini Direttore editoriale

Carissimi lettori, la Puglia è una delle regioni più importanti per la nostra agricoltura. E della Puglia i territori della Capitanata presentano la maggiore concentrazione delle eccellenze di questa terra straordinaria. Per questo motivo ho deciso di sostenere come editore la manifestazione che meglio rappresenta la vocazione imprenditoriale della gente del comprensorio agroalimentare foggiano. Karpòs ha collaborato ad organizzare il già conosciuto “Solstizio d’estate”, giunto quest’anno alla VII edizione. In particolare porteremo in un convegno specificamente pensato per la manifestazione che coinvolge tanti imprenditori pugliesi, alcuni tra i più prestigiosi collaboratori della rivista, con l’obiettivo di diffondere contenuti significativi per la crescita culturale del territorio. Ma la nostra partecipazione si ricollega ad una visione allargata, della quale il “Solstizio d’estate”, che si terrà ad Apricena (FG) il 21 giugno prossimo, rappresenterà una prima e autorevole tappa. Karpòs infatti coltiva l’ambizione di non essere una rivista come tutte le altre. Karpòs non è un brand con il quale produrre testate basate solo su informazioni utili per la crescita culturale del lettore sensibile ai temi della natura, del cibo, dell’agricoltura, del benessere, della cultura… Le sole informazioni non cambiano l’ordine delle cose. Ecco perché Karpòs vuole proporsi anche come un vettore

di esperienze. Per noi una rivista non deve essere solo un insieme di narrazioni utili per configurare un buon prodotto editoriale. Lo scopo di Karpòs è cambiare il modo di comunicare il cibo, l’agricoltura e tutto ciò che le ruota intorno per valorizzarne il potenziale di sviluppo. Per far ciò Karpòs deve proporsi come un dispositivo culturale proattivo, capace di agire in sinergia con i soggetti e i territori che, lavorando in sinergia, possono cambiare le mentalità e il ruolo dell’agricoltura nella crescita del Paese. Partecipare come attori consapevoli dell’importanza di eventi come il “Solstizio d’estate”, per noi significa impegnarsi a connettere le narrazioni del magazine con l’esperienza della cultura materiale del territorio, portando tutti i soggetti che riusciremo a coinvolgere ad immaginarsi come una grande rete con la quale creare intelligenza collettiva. Karpòs significa dunque diffondere narrazioni che hanno la vocazione a trasformarsi in possibili esperienze. In questo modo noi pensiamo di muoverci all’interno di un paradigma che mi piace ricollegare in qualche modo all’economia positiva. Ovvero ad una visione del fare impresa in cui le ragioni economiche si intrecciano con i problemi della sostenibilità, con le questioni delle nuove forme del lavoro, di socialità, e con un’etica capace di produrre valori.

03 EDITORIALE


Karpòs Magazine N. 7 - 2015

Direttore editoriale Renzo Angelini Direttore responsabile Lamberto Cantoni

3 KARPòS VETTORE DI ESPERIENZE Renzo Angelini

Iscr. trib. di Forlì n° 3/12 del 4/5/2012 Proprietario ed editore della testata Karpòs S.r.l. Via Zara 53 - 47042 Cesenatico (FC) P.I./C.F. 04008690408 REA 325872

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Hanno collaborato a questo numero

Capitanata: un tesoro di eccellenze Angelini Renzo, Domenico Tangaro Nello Biscotti

Stefano Candoli stefano.candoli@karposconsulting.net Antonella Bilotta antonella.bilotta@karposconsulting.net Laura Fafone laura.fafone@karposconsulting.net Amministrazione Milena Nanni milena.nanni@karposconsulting.net Raccolta pubblicitaria pubblicita@karposmagazine.net Tel. +39 335 6355354 Stampa Centro Stampa Digitalprint Srl Via A. Novella, 15 47922 Viserba di Rimini (RN) Tel. 0541 - 742974 / 742497 e-mail: info@digitalprintrimini.com

62 Expo: Il grano tra i grattacieli di Porta Nuova Renzo Angelini

110 Casa sollievo della sofferenza Annabella D’Argento


Karpòs promo 10 54

Per le fotografie: pag. 64, 65 Gabriele Romagnuolo pag. 110, 111, 117, 120, 121 © Casa della Sofferenza

alce nero

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Tutte le altre fotografie © Renzo Angelini

ponti

In copertina: vista su Rignano Garganico (FG) Foto © Renzo Angelini

san benedetto

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illy pomì

vitasnella stuffer Inailpi

meliconi

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kasanova

lavazza novamont

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cso bauli https://twitter.com/KarposMagazine

Chupa chups

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bauer

valvenosta mionetto https://www.facebook.com/karposmagazine1

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molino clitunno la delizia

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daniel Wellington

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La vigna di leonardo

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do di Leonar la Vigna Milano È NTO IL REIMPIA ENTO E NO TROVAM CI A MILA IA, IL RI O DA VIN LA STOR LEONA RD DI ANI TO ELL NE I AT DEL VIG SA DEGL CA A LL NE sua Vigna il Vino e la Leonardo, Leonardo L’umanità di degli uomini intelligenza do Leonardo all’ a di Leonar volto, la firm I luoghi, il di Leonardo o lari abo Il voc

SENS

Sipo U-Tube Murgia filari di bolle

Non si restituiscono testi, immagini, supporti elettronici e materiali non espressamente richiesti. La riproduzione anche parziale di articoli e illustrazioni è vietata senza espressa autorizzazione dell’editore in mancanza della quale si procederà a termini di legge per la quantificazione dei danni subiti. L’editing dei testi, anche se curato con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali errori o inesattezze, limitandosi l’editore a scusarsene anticipatamente con gli autori e i lettori. Ogni articolo firmato esprime esclusivamente il pensiero di chi lo ha scritto e pertanto ne impegna la personale responsabilità. Le opinioni e, più in generale, quanto espresso dai singoli autori non comportano alcuna responsabilità da parte dell’editore anche nel caso di eventuali plagi di brani da fonti a stampa e da internet. Karpòs rimane a disposizione di altri eventuali aventi diritto che non è stato possibile identificare e contattare.


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Karpòs promo tortiNo di CeCi aLCe Nero RICETTA Ingredienti per 6-9 persone

Aggiungete il sedano, la cipolla e la carota tagliate sottili, la foglia di alloro e cuocete a fuoco lento per circa 1 ora e mezza. Salate durante gli ultimi dieci minuti di cottura. Passate tutto attraverso un passaverdure per eliminate eventuali pellicine. Sistemate i pomodorini su di una teglia foderata con carta da forno, salate, pepate e spargete il sale, l’origano e lo zucchero a velo. Infornate per 1 ora circa a 160°.

600 g di ceci secchi Alce Nero 1 foglia di alloro 1 costa di sedano 1 cipolla 1 carota, olio extravergine di oliva Alce nero sale,pepe qb, 1 cucchiaino di origano secco 500g di pomodorini 1 mazzetto di cipollotti 1 vasetto di olive verdi belle di Cerignola Alce nero Svolgimento: Mettete i ceci a bagno per una notte in acqua fredda.Trasferiteli in una pentola con abbondante acqua fredda.

Tagliate i cipollotti a quarti e saltateli in padella con un filo d’olio, un mestolino d’acqua e un pizzico di sale. Lasciate che i cipollotti cuociano a fiamma media per 5 minuti circa. Formate dei piccoli tortini, cospargere di pepe nero, sistemate sulla sommità i cipollotti, i pomodorini e olive scolate e tagliate a fette sottili.

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Karpòs promo PONTI: L’ECCELLENZA ITALIANA DELL’ACETO ALL’EXPO Ponti, una delle aziende di famiglia più note tra i marchi storici italiani e più longeve fondata nel 1867 con sede a Ghemme (NO) e leader mondiale della produzione dell’aceto di vino, sarà all’Expo di Milano, a fianco del Padiglione Italia, all’interno dello spazio Federalimentare, con uno stand nel settore gestito da Cibus è Italia. Qui, Ponti racconterà la sua storia, il suo saper fare e la tradizione dei suoi prodotti: aceti di vino, aceto di mele e aceto balsamico di Modena IGP. Sempre in quest’area, nello spazio gestito dal Consorzio Italia del Gusto, cui Ponti aderisce, l’azienda leader dell’aceto sarà presente con altri prestigiosi marchi del food italiano, per spiegare, grazie a video dedicati, l’eccellenza dei prodotti italiani, un saper fare che tutto il mondo ci invidia. Inoltre, sarà Ponti, con esclusiva merceologica, a rappresentare le categorie aceti e sottaceti/sottoli nel Supermercato del Futuro, gestito da Coop. Oltre agli aceti, si potranno scoprire gli altri prodotti della storica azienda: da quelli ormai entrati a far parte dell’immaginario comune, come le celebri conserve di verdura Peperlizia, a quelli più innovativi, come le recentissime verdure Zero Olio e le Glasse Gastronomiche. Questi prodotti saranno inoltre utilizzati dai celebri chef che guideranno le cucine dei ristoranti regionali gestiti da Eataly. All’interno degli spazi dei ristoranti regionali sa-

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ranno posizionate 8 “Dressing Station”, ciascuna montata su una barrique, dove sarà possibile insaporire ogni piatto utilizzando Aceti e Glasse Gastronomiche Ponti, oltre alle pratiche monodosi Ponti. In testa al padiglione Eataly, che ospita i ristoranti regionali, vi sarà inoltre uno spazio espositivo gestito dal Consorzio Italia del Gusto dove sarà possibile degustare piatti preparati utilizzando i prodotti Ponti in combinazione con quelli delle altre aziende leader aderenti al Consorzio. Grazie all’acetaia di Vignola, ubicata nel cuore della zona di denominazione, Ponti ha contribuito enormemente allo sviluppo dell’immagine internazionale dell’Aceto Balsamico di Modena IGP, divenuto oggi uno dei prodotti bandiera del Made in Italy, richiesto in tutto il mondo. Portare sulle tavole di tutto il mondo prodotti alimentari che uniscono la grande tradizione italiana del buon cibo con la ricerca di gusti innovativi, ai massimi standard di qualità, è infatti la missione di Ponti da sempre, da ormai quasi 150 anni!

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Giacomo Ponti


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Capitanata: un tesoro di eccellenze Angelini Renzo, Domenico Tangaro, Nello Biscotti

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Con il toponimo Capitanata si intende il territorio che ricadeva sotto l’amministrazione dei catapani (funzionari dell’impero bizantino residenti a Troia e a Siponto, capi civili e militari nominati personalmente dall’imperatore) e dai quali prese il nome, ovvero “terra del catapano”. Corrisponde all’incirca all’antica Daunia ed all’odierna provincia di Foggia, la parte settentrionale della Puglia, che comprende il Tavoliere delle Puglie, il Gargano e il Subappenino Dauno. Quando fu istitu-

ita, nel X secolo, comprendeva anche l’attuale Molise ed in particolare la valle del Fortore ed il litorale molisano e Termoli. Oltre 7.000 kmq, i maggiori comuni da nord sono San Severo, Manfredonia, Lucera, Foggia e Cerignola. Dal punto di vista geografico il Tavoliere è piatto o lievemente ondulato e forma una vasta pianura di circa 3.000 kmq al centro della Capitanata; deve il suo nome alle Tabulae censuariae, il libro in cui erano censiti i beni posseduti dal fisco imperiale

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romano. Un tempo era raggiunto e attraversato dai grandi “tratturi”, ampi corridoi di pascolo e trasferimento delle pecore che venivano qui a trascorrere l’inverno per poi ritornare sui pascoli appenninici, durante la bella stagione. Grandi opere di bonifica hanno prosciugato le aree paludose, regolarizzato i corsi d’acqua, fondato numerosi centri rurali, hanno trasformato il Tavoliere in una delle più vaste aree agricole italiane dove il grano duro, in quello che fu chiamato “granaio d’Italia”

occupa le maggiori superfici, modellando cromaticamente il paesaggio in ogni stagione, fino alla “bruciatura delle stoppie” che riapre la nuova annata agraria. Foggia ne costituiva il centro di raccolta e di mercato e, come a Cerignola, il grano veniva conservato nelle “fosse” sotterranee. I terreni argillosi, derivanti geologicamente da sedimentazioni marine o continentali, ospitano una agricoltura ricca e variegata ormai completamente irrigua.

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Manfredonia

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Nella zona di confine con il Subappennino Dauno le colline di 300-400 metri digradano verso San Severo, Foggia, Cerignola, fino al golfo di Manfredonia dove le saline di Margherita di Savoia terminano sui cordoni sabbiosi costantemente coperti, durante la bella stagione, da magnifiche fioriture. La coltivazione estensiva del grano e l’allevamento ovino transumante hanno lasciato

spazio alla agricoltura intensiva che oggi mette a disposizione del mercato domestico ed estero prodotti di alta qualitĂ (pomodoro, patata, cavoli, finocchi, carote, carciofi, asparagi, uva da tavola, frutteti e soprattutto grano duro, olivo e vite). Lungo la costa del golfo di Manfredonia, al margine estremo della piana del Tavoliere, sorge Margherita di Savoia fondata nel 1256 da Manfredi, fi-


industriale del carbonato sodico e del cloro ed elemento indispensabile in cucina. L’attività salinara, oggi collocata nell’industria, è una delle forme più antiche di agricoltura litoranea; la connotazione rurale è data dalla dipendenza dal clima, dalla esigenza di grandi spazi e dalla stagionalità del raccolto.

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glio di Federico II, per accogliere i profughi fuggiti dalla vicina Siponto. Si chiamò Salina di Barletta e, nel 1879 prese il nome dalla prima regina d’Italia: legata ancora alle saline che si estendono parallelamente alla costa per una lunghezza di 20 chilometri ed una superficie di circa 4.000 ettari. Il sale (cloruro di sodio) è ancora oggi una materia prima fondamentale per la produzione

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Orticoltura

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Grano

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Pomodoro

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Raccolta del pomodoro in Puglia

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Carciofo

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Cavoli

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Viticoltura

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Tenuta Coppadoro a San Severo (FG)

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Tra il Tavoliere e il promontorio del Gargano, Apricena, fondata dai Dauni oltre duemila anni fa e che conobbe il massimo splendore tra il 1222 e il 1243, sotto Federico II che soggiornava con la sua

corte nel periodo invernale dedicandosi alla caccia del cinghiale. Le risorse di oggi sono le cave, da cui si estrae la pietra di Apricena, e le distese di uliveti di Ogliarola Garganica.

Giacimento marmifero del Gruppo Franco Dell’Erba ad Apricena (FG), da cui si estrae l’omonima pietra conosciuta come “Trani”. Utilizzata un tempo per le cattedrali daune e per i castelli federiciani, primo fra tutti Castel del Monte.

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San Severo era l’antica Castel Drione, città pagana convertita da San Severo al Cristianesimo, è uno dei maggiori centri di produzione del vino e capitale del Bombino bianco, prima DOC regionale. E’ anche la terra del “grano arso” che ricorda le fatiche dei poveri che andavano a spigolare

dopo la bruciatura delle stoppie, da cui si otteneva una piccola quantità di preziosa farina. Insieme a Torremaggiore è la culla dell’oliva Peranzana, varietà di origine provenzale importata dai Principi de Sangro, discendenti dei Duchi di Borgogna.

San Severo era l’antico capoluogo della Capitanata oggi noto specialmente per gli ottimi vini bianchi e rosati

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Gargano

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Il Gargano si estende per circa 2.000 kmq e si presenta come un promontorio brullo e arcigno, limitato verso la pianura da rocce calcaree, che alterna petraie carsiche desolanti durante l’estate, ad aree di rigogliosa vegetazione come le pinete costiere o le faggete della Foresta Umbra. La dissoluzione della roccia calcarea ad opera delle acque piovane è un processo chimico che costituisce il principale agente di modellamento nelle regioni calcaree con formazione di doline (depressioni circolari), depressioni, inghiottitoi (cavità a sviluppo verticale) e grotte, spesso abitate in passato, attraverso i quali le acque si infiltrano nel sottosuolo andando ad alimentare una idrografia sotterranea che riappare a valle (laghi di Lesina e Varano e sorgenti costiere). Un territorio

povero che ha sviluppato una economia basata sull’agricoltura e sull’allevamento, dove l’uomo ha strappato fazzoletti di terra, li ha difesi terrazzando i pendii, piantando ulivi e mandorli, dove le pietre affiorano ovunque, sovrapposte per creare i muretti che dividono gli appezzamenti o i ripari per le capre garganiche o per le vacche podoliche. In questi territori sono state rinvenute le più antiche testimonianze della presenza umana fin dal paleolitico; l’abbondanza di selce era sfruttata per la produzione di diversi manufatti. La grotta di Paglicci, vicino a Rignano Garganico, ha portato alla luce importanti testimonianze di circa 200.000 anni fa (manufatti in selce, scheletri umani e animali, oggetti vari e pitture parietali).


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La grotta è all’interno delle proprietĂ della Masseria Paglicci dove, tra uliveti secolari si possono osservare le capre garganiche e le vacche podoliche, allevate allo stato semibrado, ed assistere alla produzione del caciocavallo podolico, dalla caratteristica forma a fiasco e che va degustato con il tipico pane locale.

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San Giovanni Rotondo A San Giovanni Rotondo, da non perdere, è la grande Chiesa di San Pio progettata da Renzo Piano ed in particolare i mosaici ipogei che narrano la vita del Santo; vicino è la Casa della Sofferenza, ospedale voluto da Padre Pio, oggi all’avanguardia nella Ricerca medica.

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Agrumi del Gargano Il Gargano è anche l’unica oasi della produzione di agrumi del versante adriatico. Rodi, Ischitella e Vico erano famosi alla fine dell’Ottocento per la esportazione di arance e limoni. Il limone Femminello del Gargano, tipico di Rodi, è la più antica varietà italiana.

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Olivo

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Castello di LEuca

Le bellezze naturali della Capitanata hanno sviluppato negli ultimi decenni un rigoglioso movimento turistico, localizzato perlopiù in prossimità della costa, che contribuisce in modo significativo alla ricchezza del territorio. La nascita di numerose aziende agrarie dedicate all’agricoltura biologica, la bellezza delle campagne, la diffusione di prodotti estremamente qualitativi oggi conosciti a livello internazionale, lascia intravvedere per il futuro della Capitanata un potenziale grande sviluppo di un turismo agreste, ecologico e culturale.

Il Subappennino Dauno, tra il Fortore e l’Ofanto, è un’area dedita soprattutto all’agricoltura e all’artigianato e si caratterizza per paesaggi collinari ed aree boschive. Storicamente luogo di frontiera, conteso da Bizantini e Longobardi, è ricco di torri e fortificazioni a sentinella delle posizioni strategiche. Lucera, fondata dai Dauni ed alleata di Roma (Luceria) contro i Sanniti, dominata dai Longobardi e distrutta dai Bizantini, preferita da Federico II che vi trasferì il palazzo e le milizie arabe stanziate in Sicilia, venne chiamata Luceria Saracenorum. Oggi, grazie all’operosità e allo spirito imprenditoriale della gente del luogo, il territorio della Capitanata viene considerato uno dei comparti strategici della nostra agricoltura. Particolarmente importanti sono le filiere cerealicola, molitoria-pastaria, vitivinicola, olivicola-olearia, ortofrutticola-conserviera, lattiero-casearia e quella dei servizi per l’agricoltura.

Angelini Renzo Direttore editoriale

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In Puglia, la Capitanata con il Tavoliere costituiscono la più vasta pianura dell’Italia meridionale tra il fiume Fortore a nord, le colline del subappenino del Gargano ad est, il fiume Ofanto a sud e l’Appennino Campano ad ovest. Il termine Tavoliere è di origine Romana e si riferisce alla proprietà “tabulare” cioè a quei territori iscritti nel catasto delle terre appartenenti al fisco imperiale “tabulae censuariae”, mentre la definizione di Capitanata è più recente, del periodo Bizantino, ed è originaria del “Catapano” ossia dell’amministratore di queste terre, nell’alto medioevo, per conto dell’Impero di Costantinopoli. Tutto il territorio è ricco di testimonianze della storia; gli antichi centri riemersi dopo le campagne archeologiche come Aecae, Ausculum, Herdonia e Salapia a cui si sono sommati, sovrapposti e in alcuni casi sostituiti i castelli, le chiese, le cattedrali e monasteri, aleggia sempre la figura di Federico II e la sua opera di organizzazione geografica e architettonica del territorio proseguita poi, nel tempo, dai Normanni e dagli Angioini, che promossero la straordinaria stagione dell’Arte e l’Architettura Romanica di cui la Cattedrale di Troia è una testimonianza esemplare perché costruita, nella maggior parte, da pietre naturali estratte in loco provenienti dalle antiche cave di Apricena, arricchite da pietre naturali fatte arrivare da città del Mediterraneo e sbarcate in Capitanata nel golfo di Manfredonia. Apricena è un piccolo paese agricolo avente un’agro costellato da cave per l’estrazione di pietra naturale, che si estende ad ovest del Promontorio del Gargano, dove si estrae tutt’oggi, una pietra naturale pregiata, analoga alla pietra di Trani per la sua compattezza, lavorabilità scultorea e il suo colore unico, storicamente utilizzata in epoca Federiciana.

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La Capitanata, il suo Tavoliere, e cave di Apricena e la Cattedrale di Troia

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Si racconta inoltre che il toponimo, Apricena, deriva da una antica leggenda in cui si parla di una famosa “cena” offerta da Federico II, dopo una battuta di caccia al cinghiale. L’Imperatore infatti, aveva qui un Castello di caccia, trasformato nella metà del XVII secolo, in Palazzo Baronale. Troia, a sud di Apricena, è una cittadina, in provincia di Foggia, in posizione strategica lungo l’antica direttrice per Benevento della Via Traiana che, a tutt’oggi, ancorché distrutta nei segni storici, costituisce ancora l’asse principale di questo territorio. E’ l’eredità dell’ antica àpula Aecae, poi diventata Colonia Augusta Apula, cittadina di Puglia, fortificata sotto i Bizantini, diventata importantissima Sede Vescovile e di Concilii Ecumenici nel XI secolo, oggi perduto, per la sua posizione geografica e il suo ruolo politico/ideologico, essendo stata città anti Federiciana e dipendente direttamente dalla Chiesa di Roma. Fu per questo motivo che Federico II, nel 1229, la rase al suolo, comprimendo notevolmente la futura possibilità di crescita fisica e politica restando, fino al XIII secolo,

solo un feudo amministrato dal potere religioso di Roma. Di questo “forte” passato storico ne è testimonianza la Cattedrale in pietra naturale, sintesi d’Arte e Architettura. Consacrata a Santa Maria in Episcopio, fu edificata su una preesistente chiesa a “croce greca” tra il XII e il XIII secolo e la sua costruzione racconta, per tramite delle sue pietre, un caso particolarissimo nel panorama architettonico in Puglia perché, nella sua composizione, furono fuse culture e sensibilità Bizantine, Romaniche ed Islamiche. Le facciate esterne sulle vie e sugli slarghi cittadini raccontano, come un libro di Storia dell’Arte a cielo aperto, leggibile ad occhio nudo, la capacità immaginativa e costruttiva degli uomini che l’hanno edificata utilizzando pietre alternate con colorazioni particolari. Il racconto compositivo è percepibile dall’uomo, attraverso il contatto fisico, toccando con mano le pietre naturali tagliate nel 1200 in modo certosino, preciso, etico, affiancate da un portale di bronzo su cui, con un’abilità artistica ed artigianale unica, fu raffigurata la storia della città di


Arte, Scultura attraverso un racconto materico e visivo, esplicito ed estremo, in cui simboli cristiani, islamici e bizantini, s’impongono tra loro, gridando la propria identità. Troia è una somma visiva di un dramma tra conquiste fisiche e ideologiche che, contrapponendosi con forza, hanno lasciato tracce indelebili, offrendoci una lettura storica e comunicandoci emozioni d’un tempo, ricco di passioni segnate da un’audacia senza limiti, temperamenti forti, dominanti, dirompenti, che hanno progettato il futuro determinando equilibri sociali, definendo spazi fisici e mentali, in cui l’uomo poteva e può ancor oggi immergersi nella Cultura attraverso la Storia dell’Arte, scolpita nelle pietre naturali e nei bronzi.

Troia, un’opera di Oderisio da Benevento. Intorno, le pietre bi/cromatiche con dominante verde e giallo chiaro, provenienti da altre cave del mediterraneo, realizzano l’intera Architettura avvolgendo un rosone di pietra naturale, scandito in modo radiale con undici colonnine, cucite tra loro con archi arabi e transenne marmoree (lastre di pietra naturale a basso spessore) traforate ed intagliate in modi diversi, poste a chiusura del rosone e custodito da due leoni scolpiti in blocchi di pietra con una forte, drammatica espressione di “difesa” del luogo sacro, da qualsiasi attacco esterno fisico ed ideologico. Tutta una cultura del pensiero architettonico è racchiusa in queste pietre naturali ricche di un’infinita quantità di riferimenti storici, dettagli che, viaggiando nel tempo, ricchi di volontà progettuale, raccontano idee, futuro, potere, drammi, sottomissioni, vittorie, difese. Allegoria della potenza Papale ed Imperiale che contendendosi un luogo geograficamente cardine nel territorio Dauno, hanno segnato con le pietre e i bronzi, tra gli intagli e i bassorilievi, una cultura del fare Architettura,

Domenico Tangaro Architetto

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Capitanata: un tesoro di eccellenze Angelini Renzo, Domenico Tangaro, Nello Biscotti


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La fava di carpino, tra dieta spaziale e etnobotanica

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Nicola Ortore, pensionato (74 anni), agricoltore, testimone in primis della storia agricola del Comune di Carpino e della sua fava nel particolare, oggi elemento della dieta per la missione spaziale di Samatha Cristoforetti. Le fave di Carpino: circa 10 ettari di superficie investita, una produzione media annua intorno ai 300 quintali. 10 ettari salvano oggi dall’estinzione un’accessione (collezioni di risorse genetiche agrarie) che diversamente avrebbe seguito il destino di tante specie e “cultivar” (erosione genetica) delle agricolture tradizionali. Protagonisti di questo percorso, prima un Consorzio (Sloow food, Ente Parco Nazionale del Gargano), oggi un’associazione di 5 cinque agricoltori, presidente, Maria Antonietta Di Viesti, moglie di Michele Cannarozzi, 41, anni, figlio di Antonio Cannarozzi che insieme al nostro Nicola Ortore rappresentano oggi gli ultimi biopatriarchi di questa legume con una indiscutibile identità storica e culturale e probabilmente anche genetica. L’interesse pertanto per questo legume è anche scientifico, poiché rappresenta un patrimonio genetico che ha rischiato concretamente di perdersi definitivamente. Chi è la fava di Carpino? Quale la sua storia?. Domande che rientrano nel campo di studio dell’etnobotanica, dalla quale è necessario partire. Prezioso, pertanto, il contatto con Nicola Ortore. Gli attuali 10 ettari sono il risultato di un percorso di recupero che parte negli anni novanta del 900, quando la coltura aveva conosciuto il suo minimo storico (culturale, produttivo, alimentare); a Carpino gli ultimi contadini rimasti a coltivarla erano appunto Nicola Ortore e Antonio Cannarozzi e qualche altro sicuramente; insieme continuavano a seminare (non più di 3-4 ettari) quelle stesse fave (germoplasma) che avevano seminato i loro padri. La faticosa e sempre meno remunerativa coltura della fava sarà gradualmente sostituita dai nuovi impianti di ulivo soprattutto, poi dalle orticole. Chi era questa fava non è facile rispondere, ma è una questione di grande interesse scientifico oggi (ci stiamo lavorando); risposte potrebbe venire dal progetto “Biodiverso” (Università di Foggia/Bari) nel quale abbiamo coinvolta con grande interesse anche la Fava di Carpino. Ricerche bibliografiche non sono di grande ausilio, se non una generale ma preziosa letteratura (Baselice, 1812; Nardini, 1914) che attesta il Gargano tutto come un’importante area produttiva per il foggiano e, probabilmente, per l’intera Puglia, della fava. Per le comunità rurali garganiche particolarmente, la fava, insieme ad altri legumi (ceci, fagioli, cicerchie) era l’alimento fondamentale, prezioso del resto anche sul piano nutrizionale (nobili proteine vegetali); fondamen-

tale anche per nutrire la variegata fauna domestica, specialmente muli, asini, cavalli, la forza motrice per l’agricoltura tradizionale e ancor di più per lo “scosceso” e arido Gargano. A cavallo tra la fine dell’800 e i primi anni del 900 le fave costano, diventano quasi un alimento di lusso, e così “tendono ad abbandonare – scrive Nardini il desco del contadino garganico…; e alla pignatta di fave … va sostituendosi la pentola delle patate. Triste sostituzione – conclude - in quanto che la fecola non vale la legumina”. E’ un prodotto che già ha un mercato, un prodotto che si esporta: circa 40 mila ql che devono far fronte ad un consumo locale di circa 9 mila ql., evidentemente al di sotto del fabbisogno, se circa 39 mila erano destinati all’esportazione. La patata invece aveva raggiunto livelli produttivi di circa 150 mila quintali (Nardini, 1914). Il centro agricolo garganico di maggior produzione delle fave era Manfredonia (15.000 ql), ma se consideriamo il solo promontorio, si distingue Carpino (9.000 ql). I dati, gli unici disponibili, sono frutto di stime fornite dai singoli comuni, per motivare e rafforzare la necessità di un progetto di Ferrovia garganica e pertanto, precisa Nardini, sono anche “esagerati in più”. Al di la dei numeri reali, quelli indicati sono sufficienti a delineare un quadro produttivo comunque significativo, rilevante. Le produzioni variavano a seconda dei terreni dai


terreni profondi, freschi e, soprattutto, con un basso (o normale) tenore di calcio, poiché è proprio questo elemento che è determinante nel decidere il livello di cottura delle fave. Nella maggior parte dei casi i suoli garganici sono ricchi di calcio, disponibilità che induce le piante ad un maggior assorbimento rendendo, soprattutto il tegumento più duro, quasi cuoioso; di qui la non facile cottura del seme, in termini più semplici, della scarsa o bassa permeabilità all’acqua del tegumento soprattutto. Le terre “cucevole” avendo un ph più basso riducono la disponibilità di calcio e l’assorbimento da parte delle piante. La cuocibilità o meno pertanto è, sostanzialmente, un problema di idratazione del seme. Tra le pratiche quasi quotidiane delle nostre nonne vi era quella di preparare le fave da cuocere: rompere il tegumento almeno alla base (“moccicare” le fave) a colpi di denti o con l’ausilio di un coltello e lasciarle per ore in ammollo. L’unico modo per rendere cottoie tante fave, che diversamente sarebbero state non cuocibili. Se consideriamo però la notevole presenza di seminativo che interessava soprattutto il Gargano interno, con suoli, specialmente nell’altopiano carsico (da Sannicandro, a Cagnano alla Foresta Umbra) freschi, profondi, ricchi di sostanza organica, la fava cottoia era possibile ottenerla un po’ ovunque. Carpino invece raggiungeva livelli di produzione di prodotto cottoio considerevole; la superficie a fave, secondo quanto ci ricorda Nicola Ortore, è importante (60/70 ettari) ancora negli anni 50 e 60 del 900 e motiva ancora fermenti economici e commerciali: “a giugno - precisa Ortore - Carpino era invasa di mediatori del barese (Acquaviva delle Fonti, Castellanata) che comprano quasi tutta la produzione per venderla nei mercati pugliesi fino a Taranto; la riconoscibilità e il valore commerciale delle fave di Carpino raggiunti sono cosi forti che “sono quotate nella borsa merci di Bari (anni 50/60 del 900)”- aggiunge. Mi fa vedere la “pignatella” che ancora conserva, quella che i mediatori utilizzavano per saggiarne non solo le caratteristiche organolettiche in generale, ma soprattutto la cuocibilità, per poi procedere all’acquisto della partita; il valore economico del prodotto, infatti era indissolubilmente legato al livello di cuocibilità (oggi può essere sufficiente il coefficiente di idratazione, per la stretta correlazione fra grado di cuocibilità e tempo di idratazione). Ma la fava e, non solo di Carpino, aveva anche un intenso consumo allo stato fresco, nella forma di companatico. “Allorchè son tenere si mangiano col pane” è quanto si trova in una relazione di Luigi Baselice (1812), botanico foggiano, allievo di Michele Tenore (fondatore Orto Botanico di Napoli) per sottolineare il forte legame delle comunità foggiane con le fave. Sempre Baselice può confermarci l’intenso uso alimentare riportandoci quella che

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10 ql per ettaro ai 18; ipotizzando una produzione media di 12 ql/ha, il Gargano coltiva fave su circa 2700 ettari, dei quali circa la metà nell’agro di Manfredonia (terreni pianeggianti) e circa 700 nel solo territorio di Carpino. Un primato storico a Carpino va dunque riconosciuto. Le fave di Carpino sono anche cottoie, si cuociono facilmente (ottima cuocibilità), la ragione del loro successo commerciale. Le altre fave del Gargano non erano cottoie? Tutto dipendeva dal tipo di terreno!! I contadini dicono ancora oggi che nel Gargano il “terreno cambia a palmo”: era possibile che nello stesso fondo vi fossero parcelle di “terra cucevole”, tra quelle “crudevole”, cioè in grado di indurre alle fave o a qualsiasi altro legume la difficile cottura. I contadini sapevano riconoscere una “terra cucevole”, dalla presenza di una pianta velenosa: Sambucus ebulus; abbiamo potuto verificare che i suoli che la ospitano sono freschi, profondi, argillosi, calcarei certamente, ma con un ph più basso (specie tendenzialmente acidofila) che riduce l’assorbimento del calcio. Quanto ne sanno più della “scienza” i nostri contadini!! La fortuna o il coraggio, la lungimiranza, delle fave di Carpino è di aver utilizzato “terre cucevole”, concentrati tutti nella Piana di Carpino, ottimi suoli, investiti in parte a vigne e uliveti e, soprattutto, al seminativo ove occuperà un posto d’onore la fava. La piana di Carpino, è una piana alluvionale, con

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dovevano essere le ricette più diffuse in Capitanata:” cotte all’acqua con aglio non trito e condite con olio; cotte con la cotenna a piccoli pezzi; cotte a minestra nel brodo di carne”. La tecnica colturale ancora oggi si basa in gran parte su lavori manuali (non può essere diversamente); si semina ancora entro la prima decade di dicembre. Oggi può esserci una seminatrice, ma almeno fino agli anni 60/70 del 900, la semina si faceva lasciando cadere il seme in fondo al solco da una mano femminile che seguiva un aratro prima a chiodo e poi in ferro (con vomere); un solco successivo provvedeva a colmare il solco precedente e a interrare il seme. Tecnica consolidata da tempo, come si faceva già 150 anni prima: “Le fave si seminano – scrive Baselice – in fila ad uno ad uno, seguendo l’aratro”. E come ieri si devono falciare ancora mano e, soprattutto, sgranare “a mano” (un trebbiatrice romperebbe tanti semi). La fava storicamente entrava in regolari rotazioni nella coltura del grano: una rotazione almeno triennale che cominciava con il grano, al primo anno, avena nel secondo anno – ci ricorda Ortore – e poi la fava; senza di essa la produzione di grano (non vi era nessuna concimazione) non sarebbe stata possibile nei magri e difficili suoli garganici. Ma la fava entrava anche nelle consociazioni di colture arboree, dagli agrumeti di Rodi, Vico e Ischitella, agli uliveti e ai mandorleti delle colline costiere del Promontorio. Dopo qualche mese dalla semina (febbraio/marzo) una/due sarchiature manuali, poi la raccolta, con mietiture manuali, essiccazione in campo con i tipici “Manucchi” (quattro/cinque manipoli del mietitore) disposti in fila; infine, la “trebbiatura con giumente” (Baselice, 1812). La fatica non era finita poichè bisognava separare i semi da paglia e tutto il resto. Come? Il vento! si cercavano posti ventosi, le cosiddette aie (ariòle, ariìl), spesso luoghi anche pubblici, molti divenuti poi toponimi importanti anche di quartieri di centri abitati. A colpi di forche prime e pale il vento favoriva l’allontanamento dei resti vegetali e la caduta del seme tutta da una parte. Lavoro faticosissimo, la paglia “bruciava”, più estenuante quando il vento si faceva desiderare. Di questi scenari che potrebbero animare oggi folcloristiche rubriche televisive, ci restano solo memorie. Le fave vi sono ancora nel Gargano, per consumi familiari, ma anche per alimentare i mercati locali di “fave fresche”, ma i semi non sono più “quelli di una volta”; si comprano facilmente ovunque, confezionati in belle e pratiche scatole colorate, che riproducono baccelli lunghissimi, ricchi di semi; facile immaginare che si tratta di semi prodotti altrove, generalmente ibridi; soluzioni facili che hanno accattivato ogni contadino, per cui da tempo il Gargano ( e non solo) ha smesso di prodursi i suoi

semi di fave, un altro germoplasma andato definitivamente perduto: ecco l’importanza della fava di Carpino, l’ultimo testimone di un germoplasma che aveva nutrito per secoli una vasta comunità rurale come quella del Gargano (160/180 mila abitanti). Ma torniamo al nostro interesse: di quale fava doveva trattarsi? Di un unico tipo che si era diffuso in tutto il promontorio? O la secolare tradizione colturale aveva determinato una differenziazione di biotipi? Nicola Ortore, riconoscerebbe anche ad occhi chiusi la “fava di Carpino” e, se gli chiedi quali sono le sue caratteristiche, ti dice che la fava di Carpino è “piccola, piatta, con apice troncato (seme compresso), baccello stretto e corto con non più di 4/5 semi; e poi la “fossetta” all’apice” (piccola incavatura). Elementi sufficienti a caratterizzare sul piano morfologico la Fava di Carpino? Sono i primi ma fondamentali indizi da cui certamente partire. C’è poi, il colore con leggere sfumature verdastre, anche quando secca. Le fonti letterarie potrebbero darci qualche altra indicazione utile? Per quanto non esaustiva, è ancora una volta il Nardini che parla in proposito di due varietà: la fava da granella, a seme grosso e a seme mezzano e poi la favetta (da foraggio). Nardini aveva ben colto la diversità colturale della fava. La moderna botanica, infatti, classifica le fave in due varietà: Vicia faba var. major, fava grossa e Vicia faba var. equina, favetta o fava cavallina, la prima per l’alimentazione umana, la seconda per il bestiame. Ci sarebbe anche il favino, Vicia faba var. minor, favino o fava piccola (semi rotondeggianti e relativamente piccoli) utilizzato per il sovescio (forma di concimazione). Nel Gargano vi era la fava grossa e quella mezzana; qualche anziano ci ricorda che quella grossa, generalmente meno cottoia,


era destinata spesso all’alimentazione del bestiame. Le mezzane, invece, erano le preferite, perché generalmente più cottoie. La fava di Carpino è riconducibile al tipo mezzano. La botanica si ferma qui. Volendo procedere in una ulteriore classificazione, sono da considerare le categorie agronomiche quali le cultivar (varietà coltivate), gli ecotipi, infine le accessioni. La fava di Carpino è oggi riconosciuta come “varieta locale”, per l’utilizzo agronomico locale, quindi non ha il valore di una cultivar (es. Aguadulce, Aprilia, Reina Blanca, Supersimonia) ma ha almeno i caratteri di un ecotipo, cioè evidenzia un insieme di caratteri che la rendono diversa, unica, ma dipendenti strettamente dalle condizioni pedoclimatiche a cui si è legata (Piana di Carpino). Un ecotipo si distingue in primo luogo su caratteri morfologici: lunghezza dei baccelli, numero di semi, forma e colorazione del seme a maturazione; e poi caratteri agronomici (es. epoca di raccolta); ebbene alcune di queste informazioni per le fave di Carpino sono note, ma tante altre ancora da acquisire, necessario percorso per pensare di poterla elevare ad un rango superiore (es. cultivar). Il fatto di essere cottoia è caratteristica acquisita nel contesto pedologico: ciò non esclude che i caratteri morfologici (numero semi, forma, colore, ecc.) possano essere divenuti invece una condizione genetica. Intanto continuiamo a considerarla una “varietà locale”, una logica che ha discriminato fino a semplificarla, la diversità di fave (e non solo le fave) creata dai nostri nonni; nelle facoltà di Agraria si distinguevano cultivar importanti e cultivar meno; queste ultime erano quelle “locali” sulla base del livello di utilizzo colturale. Già negli anni 70 del 900, le industrie sementiere offrivano cultivar produttive, grosse, e belle. Perché continuare a farsi i semi di varietà “locali” quando si possono direttamente comprare? Quale contadino avrebbe potuto resistere a questa tentazione? Nessuno! Soprattutto nella prospettiva che avrebbe potuto produrre più fave e, non per fare più soldi, ma per non essere costretto a cambiare mestiere. Perché le fatiche dei contadini, si sa, specialmente in Italia (mancanza assoluta di politiche agrarie da almeno 40 anni) non valgono niente. Infatti anche producendo di più, niente è cambiato, senza considerare che abbiamo inquinato falde, banalizzato il paesaggio agrario. Per concludere, la fava di Carpino, come tante altre risorse agricole che abbiamo perso per sempre, è un eccellente testimone anche di queste storie, che sarebbe bello sentirle raccontare qualche volta a Quark o Superquark. Testimone soprattutto della difficile storia del seminativo granario nel Gargano (circa 60 mila ettari). Un contadino di Vico del

Gargano (Michele Del Viscio) ha “buttato” qualche anno fa l’ultimo sacco pieno di fave “mezzane” che il padre (anni 70 del 900) aveva conservato per seminarle. Reperti oggi preziosissimi, per comprendere meglio anche la stessa Fava di Carpino. Qualche altro seme di fave garganiche è necessario trovare!!! Prima buttiamo e poi dobbiamo necessariamente recuperare, è un paradosso, ma è una condizione oggi obbligata per non perdere BIODIVERSITA’ che non è solo un fatto scientifico, ma è la premessa perché possiamo continuare a nutrirci. Expo Milano 2015 è Alimentazione!. Di qui, finalmente, il PROGETTO BIODIVERSO (biodiversitapuglia.ii) a cui tutti possiamo e dobbiamo collaborare, perché la Fava di Carpino, e tante altre orticole del Gargano, possono tornare ad essere risorse agricole, senza le quali non si vede futuro per queste “terre”. Tanti giovani, spesso laureati, in tante parti d’Italia scelgono di essere “contadini”. Non è solo un ritorno alla terra o una scelta di vita, ma volersi spendere scientificamente in un’attività produttiva che abbiamo visto storicamente come condizione di “cafoni” e “bifolchi” senza avere la consapevolezza che l’agricoltura, rimane ancora oggi, il settore ove si ha il massimo livello di applicazioni scientifiche.

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Nello Biscotti PhD in Geobotanica

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Karpòs promo IL CAFFE’ A EXPO MILANO 2015 Divulgare e valorizzare il caffè e il suo consumo, un prodotto di crescente importanza economica e sociale, all’insegna della salute, della sostenibilità e del piacere. Sono questi gli obiettivi principali individuati dal Protocollo d’Intesa, sottoscritto questa mattina dal Commissario Unico delegato del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala, dal Presidente e CEO di illycaffè Andrea Illy, con il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini e dal Presidente della Camera di Commercio di Trieste Antonio Paoletti. Il protocollo intende promuovere la denominazione “Trieste Capitale del Caffè”, inserendo la città e il Friuli Venezia Giulia tra i “luoghi strategici per gli scambi commerciali ed economici e come territori strettamente collegati

alla realtà dell’Esposizione Universale”. La firma del documento si è svolta in Expo Gate nel corso dell’evento “Il caffè a Expo Milano 2015”, che ha visto la presentazione dei contenuti del Cluster del Caffè, curato da illy. Il Cluster del Caffè, curato da illycaffè, in qualità di Official Coffee Partner, si pone l’obiettivo di raccontare il passato, presente e futuro del caffè partendo da tre elementi fondamentali: il prodotto e il suo percorso dal chicco alla tazzina; la creatività, l’arte e la cultura che si sviluppano attorno alla tazzina di caffè; le storie e le tradizioni dei Paesi coltivatori e di quelli consumatori. La mostra del fotografo brasiliano Sebastiao Salgado, che animerà l’area comune del Cluster, presenterà con scatti d’autore raccolti in un affascinante viaggio per il mondo le proprietà del chicco più amato al mondo.

A partire da sinistra: Debora Ferrachiani, Giuseppe Sala, Andrea Illy, Roberto Cosolini, Antonio Paoletti

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Il progetto architettonico del Cluster Caffè è ispirato alle immense piantagioni di caffè che si distendono lungo i margini delle foreste tropicali in Africa e in America Centrale. L’architettura degli spazi richiama infatti i rami più alti degli alberi all’ombra dei quali crescono le piante di caffè, mentre i padiglioni sono una metafora dei loro tronchi.

SCHEDA DEL CLUSTER

Una volta dentro l’area ristoro, i visitatori possono gustare caffè aromatici e deliziosi. Nell’area avranno luogo incontri, presentazioni e spettacoli. Il caffè proveniente dai Paesi produttori presenti nel Cluster è tostato in tempo reale nell’apposita area tostatura, dove i visitatori possono vivere una esperienza diretta della trasformazione del chicco da verde a tostato. Lo stesso caffè dei Paesi del Cluster può essere acquistato nell’area “mercato” posta tra i bar e l’area eventi. Il Cluster presenterà anche un’intensa e sorprendente esperienza “digitale”. Parte delle visite guidate organizzate e gestite da illycaffè si svolgerà con i famosi glasses, gli occhiali in grado di combinare esperienza fisica e realtà aumentata, e gli stessi Paesi ospitati nel Cluster – oltre a tutti i visitatori – potranno così contribuire al Cluster digitale presente nel web, con un percorso che simula in tutto la visita “fisica”. In alcune sedi esterne a Expo, anche fuori dall’Italia, la visita al Cluster sarà proposta in versione tridimensionale grazie agli Oculus Rift, con un’esperienza “immersiva” unica e coinvolgente. Il Cluster del Caffè è uno dei nove padiglioni tematici che durante EXPO 2015 saranno dedicati a specifici alimenti e argomenti relativi al tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”: riso, cacao, frutta e legumi, spezie, cereali e tuberi, bio-mediterraneo, zone aride e isole, mare e cibo. Grande attenzione è dedicata inoltre alla ecosostenibilità della struttura: un esempio è la polvere di caffè esausta che verrà utilizzata per la creazione di oggetti e allestimenti.

COORDINATORE DI RICERCA: illycaffè S.p.A.

SVILUPPO DEI CONTENUTI: Università del Caffè / illycaffè, Università Commerciale “Luigi Bocconi” DIRETTORE DEL CLUSTER: Roberto Morelli RESPONSABILE SCIENTIFICO: Università del Caffè / illycaffè - Università Commerciale “Luigi Bocconi”/ Chiara Mauri CONCEPT E LAYOUT DELLA MOSTRA: Politecnico di Milano/ Alessandro Colombo, Stefan Vieths, Francesca Rapisarda e illycaffè AREA TOTALE: 4.427 mq AREA ESPOSITIVA: 1.250 mq AREA COMUNE: 3.000 mq AREA EVENTI: 122 mq PAESI PARTECIPANTI • Burundi • El Salvador • Etiopia • Guatemala • Kenya • Repubblica Dominicana • Ruanda • Timor Leste • Uganda • Yemen

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Karpòs promo PoMi’ LaNCia iL CoNtest “sChiaCCia seLFie Pomì, la passata che porta in tutto il mondo il gusto del pomodoro italiano, sponsor ufficiale della squadra di pallavolo femminile VBC Casalmaggiore, sceglie proprio questo esempio di sportività, sana competitività e passione, per premiare i tifosi e tutti gli amanti dello sport con un divertentissimo contest on line. Si chiama “Schiaccia Selfie”, è semplice e gratuito. Per partecipare basta possedere uno smartphone e allenarsi a suon di selfie, da scattare rigorosamente durante un evento sportivo legato alle discipline del calcio, rugby, basket e pallavolo. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di coinvolgere gli utenti Facebook in un’azione di condivisione e partecipazione legata al mondo dello sport, invitando tutti gli appassionati - da chi lo pratica a chi fa un tifo sfegatato - ad immortalarsi e documentare il “loro lato sportivo”. Dal 1° Marzo 2015 al 31 Maggio 2015 saranno invitati a realizzare ed inviare autoscatti fotografici che dovranno essere caricati tramite l’apposito form per l’invio dell’immagine sul sito web http://volley. pomionline.it/ o nella tab dedicata sulla pagina Facebook di Pomì Italia. I selfie commentati saranno poi raccolti all’interno di un e-book scaricabile dagli utenti sul sito web dedicato all’iniziativa. Tra tutte le foto pubblicate entro il 31 Maggio, il pubblico di Facebook indicherà le 10 più meritevoli attraverso il meccanismo del “like”. Gli scatti più votati saranno poi esaminati da una Commissione tecnica nominata da Pomì che valuterà le cinque foto giudicate più belle ed attinenti al tema del Contest. Saranno in tutto cinque i fortunati vincitori dei premi finali, uno under 18 e gli altri quattro over 18. I fantastici premi finali assegnati saranno rispettivamente: - 1 Campo estivo Pomì, 6 giorni tutto compreso in struttura con spiaggia e piscina privata a Marina di Massa. Allenamenti di pallavolo e beach volley con tecnici qualificati e con alcune giocatrici di serie A. Incluso anche un abbonamento per la stagione 2015/16 della squadra di A1 Pomi’ Casalmaggiore - 4 Week-end, nel mese di Luglio, con la VBC Pallavolo Rosa. Ciascuno include: pernottamento per due persone con formula di pensione completa in albergo 4 stelle,

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Wheatfield zione Nicola Trussardi e Confagricoltura. E’ in linea con il tema di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la crescita sociale ed economica nel rispetto della qualità della vita degli individui e delle comunità. Expo: Il grano tra i grattacieli di Porta Nuova Angelini Renzo

Wheatfield (il campo di grano opera d’arte) ideato dall’artista americana Agnes Denes, venne realizzato nel 1982 a New York. Seminato il 28 febbraio scorso e inaugurato sabato 11 aprile, Wheatfield si sviluppa su un’area di 50.000 metri quadrati a Milano, fra i nuovi grattacieli del Distretto di Porta Nuova, creando uno spettacolo di land art ecologica, per rendere consapevoli i visitatori sui valori di questa coltura/cultura strategica del Pianeta: il grano. Il percorso “MiColtivo. The Green Circle ”dedicato all’agricoltura urbana, aperto al pubblico tutti i giorni, è promosso da Fondazione Riccardo Catella in collaborazione con Fonda-

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Stazione Centrale Gigantesca e monumentale realizzazione di Ulisse Stacchini (1912) e inaugurata nel 1931. Il disegno originario fu adattato, con ricca dotazione scultorea imposta dal regime fascista. Rivestito in pietra d’Aurisina,

il fabbricato presenta una facciata centrale lunga 207 m per un massimo di 50 in altezza, in stile di ispirazione liberty, e due fianchi paralleli ai binari.

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Grattacielo Pirelli o “Pirellone”

(m 127) ed è una delle più grandi costruzioni al mondo in cemento armato, grande eleganza stilistica: è stato restaurato e nuovamente inaugurato il 18 aprile 2004, a seguito dello schianto nel medesimo giorno del 2002 di un piccolo aereo che causò vittime e l’incendio del palazzo. Sulla facciata espone le bandiere dei Paesi aderenti a Expo.

Già prestigiosa sede di quella società e dal 1978 della Regione Lombardia, domina la piazza Duca d’Aosta: fu costruito nel 195560 su progetto di Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli, Giuseppe Valtolina, Egidio Dell’Orto, in collaborazione con Arturo Danusso e Pier Luigi Nervi per i calcoli statici. Era il più alto grattacielo di Milano

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Progetto di Porta Nuova Nasce per la riqualificazione urbana e architettonica dei quartieri Garibaldi, Isola e Varesine. Nel dopo guerra si pensava ad un quartiere a destinazione terziaria direzionale ma il progetto restò sulla carta. In conseguenza della carenza di programmazione urbanistica, il quartiere presentò molti caratteri originari della periferia storica con una frammentazione di attività tipica della prima fase di industrializzazione urbana, il carattere popolare complice l’abbandono di molte aree e strutture. Cantiere a cielo aperto per mol-

ti anni, la nuova skyline di oggi ha cambiato volto al capoluogo lombardo: si impenna la sua silhouette di nuovi grattacieli, il suo tessuto si arricchisce di architetture importanti, di aree verdi affidate a famosi paesaggisti. Prende corpo nel 2004 attraverso una cordata di gruppi finanziari guidati dall’americana Hines e da Unicredit; a febbraio il Fondo Sovrano del Qatar ha acquisito l’intera area. Un omaggio alla laboriosità d milanese, a dispetto dei tempi che corrono, quasi a rifarsi alle parole della canzone milanese di Giovanni D’Anzi “lassa pur ch’el mond el disa ma Milan l’è un gran Milan”.

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Torre Diamante o “Diamantone”

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E’ una torre irregolare di 30 piani, alta 140 metri, di Lee Polisano (studio Kohn Pedersen Fox) che svetta su viale Liberazione: si riconosce per la sua vetta sfaccettata che ricorda quella di un diamante. E’ corredata ad una serie di corpi bassi, detti Diamantini in uno dei quali si è trasferita Samsung, che si pongono come elemento di continuità con il grattacielo stesso. Adibiti ad uffici, la torre Diamante è l’edificio in acciaio più alto d’Italia.


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Torre Solaria La progettazione è opera di: Studio Arquitectonica di Miami, Studio Dolce Vita Homes, Antonio Citterio, Patricia Viel and Partners e Coima Image. Composta da 3 ali distinte, ognuna di altezza diversa, convergono in un nucleo centrale dove arriva la luce naturale. La Torre alta 143 metri ospita 102 appartamenti, alcuni su 2-3 piani. Ogni appartamento è studiato per avere la massima esposizione alla luce naturale e mas-

sima funzionalità. Gli ambienti si affacciano su ampie vetrate dove la zona giorno è nettamente divisa dalla zona notte. Le terrazze sono state progettate per essere una continuazione dell’esterno e disposte in modo irregolare per garantire la massima privacy. I parapetti sono in vetro acidato con trasparenza progressiva per garantire privacy e possibilità di vedere il panorama.

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Piazza Gae Aulenti Spazio circolare di 100 metri di diametro, dove l’ardesia della pavimentazione lascia spazio a fontane a sfioro, è il cuore di Porta Nuova. E’ un podio sopraelevato, rialzato di 6 metri rispetto al livello della strada, cui si accede attraverso scalinate e scale mobili. Progettata dall’architetto e designer argentino Cesar Pelli a completamento delle omonime torri. Al centro spicca i Solar Tree che si illumina di notte grazie all’energia accumulata durante il giorno. Intorno, l’ammiraglia del progetto è un grattacielo strutturato in 3 corpi di vetro e acciaio di altezze diverse: la Torre Unicredit o Cesar Pelli, un edificio circolare, di altezza crescente, che si arrotola su se stesso. La piazza diventa così il cortile di

una torre circolare che si suddivide in basso in 3 settori che tornano ad unirsi nelle tettoie di un porticato .. coperto di foglie. Dalla piazza si può godere il panorama dello skyline di Milano: sullo sfondo sono visibili Palazzo Lombardia, la Torre Diamante, le tre torri residenziali di Solaria, Solea e Aria, il grattacielo Pirelli, i grattacieli del Bosco Verticale e tutti i nuovi palazzi del Progetto Porta Nuova. Oltre agli uffici Unicredit, sono presenti nella piazza una gelateria Grom, un negozio di arredamento e abbigliamento Muji, una profumeria Sephora, uno store della Nike ed un ristorante-libreria RED Feltrinelli. Nel piano sotterraneo è presente un supermercato Esselunga.

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Torre Unicredit metri; la guglia è completamente avvolta da lampade a led che cambiano colore continuamente. I lavori sono iniziati nel 2009 ed inaugurata l’ 11 febbraio 2014. Nella struttura lavorano circa 4.000 dipendenti Unicredit.

Progettata da Cesar Pelli, un grattacielo strutturato in 3 corpi di vetro e acciaio rispettivamente di 32 piani, 22 il secondo e 12 il terzo. Termina con una spirale sommitale alta 231

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Padiglione Unicredit Disegnato da Michele De Lucchi è concepito come uno scheletro di legno ed un involucro di vetro. Concettualmente vuole ricordare un seme e l’idea romantica è di una impresa che si propone di seminare cultura e fare germogliare idee. Struttura flessibile, dinamica, quasi ergonomica per la sua leggerezza e capacità di gestire gli spazi in funzione delle esigenze. Padiglione polifunzionale che assolve il ruolo primario di auditorium, sede per incontri, dibattiti, seminari e spazio espositivo. Sarà pronto in autunno.

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Bosco verticale Due torri residenziali di 111 e 78 metri progettate da Stefano Boeri. Su 8.900 metri quadri di terrazze sono collocati circa 1.000 alberi di diverse specie per garantire un rapporto alberi/ abitanti di 2/1; non si limitano a liberare suolo da destinare a giardini ma sono loro stessi giardini. Un modo originale di creare verde, come sostengono a Hines “un esperimento di botanica e architettura, che riduce i consumi energetici grazie al filtro che le foglie esercitano sulla luce solare, e al microclima che si crea sui balconi”. Premiato dal Deutsches Architektur Museum di Francoforte con l’ International Highrise Award definendolo “l’edificio più bello e innovativo del mondo”.

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Palazzo Lombardia bar, ristoranti, negozi, un supermercato. Lo spazio coperto di 4.000 metri quadrati è affittato per mostre ed eventi. Una torre alta 161 metri ed un sistema di strutture curvilinee, alte da 6 a 8 piani.

Alto 163 metri e completato su progetto di Pei Cobb Freed and Partners nel 2010. Vi sono raggruppati gran parte degli edifici della Regione Lombardia. La piazza coperta del Palazzo, oltre agli uffici della Regione ospita

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L’opera occupa 33.700 meri quadrati. Per costruire il Palazzo Lombardia l’amministrazione regionale ha cancellato il bosco di Gioia, 12.000metri quadrati adibiti a vivaio. Qui il parco sarà di quasi 100.000 metri quadrati. Si chiamerà Biblioteca degli Alberi ed è iniziato con un campo di 5 ettari di grano: un Wiethfield come accadu-

to a New York nel 1982, su ispirazione di Agnes Denes.

Renzo Angelini Direttore editoriale

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Karpòs promo Fresche e golose novità da Stuffer Nuovi yogurt Herakles con lo 0% di grassi L’azienda altoatesina Stuffer lancia sul mercato una nuova gamma di yogurt completamente senza grassi, quattro referenze leggere e gustose ispirate alla ricetta del classico yogurt “greco”. Stuffer amplia ancora una volta la sua già vasta gamma di delizie al cucchiaio. Da oggi al banco frigo si potranno trovare anche i nuovi Yogurt Herakles con 0% di grassi, golosità create per assecondare le sempre più variegate esigenze di gusto dei consumatori, che ricercano fresche novità con una particolare attenzione alla genuinità e alla dieta. I nuovi Yogurt Stuffer Herakles senza grassi si ispirano alla classica ricetta dello yogurt “greco” e sono pensati appositamente per chi desidera restare in forma senza rinunciare al piacere di una pausa ricca di gusto. Sono quattro le nuove referenze proposte dall’azienda altoatesina: Herakles Yogurt Bianco, alla Fragola, alla Pesca e alla Ciliegia. Il sapore intenso e la consistenza cremosa e vellutata del classico yogurt greco si uniscono alla fresca frutta in pezzi, dando vita ad un dessert leggero e vellutato perfetto anche come snack estivo.

realizzate nella pratica confezione da 150 g, in vendita nelle principali insegne di supermercati della Grande Distribuzione italiana a partire da €1,19. La gamma di Yogurt Stuffer Herakles 0% di grassi si va ad aggiungere alle tante proposte sfiziose create dall’azienda di Bolzano. Da sempre la famiglia Stuffer è attenta a soddisfare le esigenze di ogni consumatore, lavorando solo materie prime selezionate alla ricerca della massima qualità e realizzando prodotti sempre innovativi che sappiano soddisfare la richiesta di un’alimentazione sana e allo stesso tempo gustosa.

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Karpòs promo Lavazza e NovaMoNt Il nuovo paradigma del caffè: l’innovazione in tazzina LA PRIMA CAPSULA COMPOSTABILE PER CAFFè ESPRESSO ITALIANO Un nuovo modello di sviluppo che parte dal caffè e dalla prima capsula compostabile 100% italiana: è il progetto che ha visto impegnate in una ricerca durata 5 anni due eccellenze italiane, Lavazza e Novamont e i cui risultati vengono presentati oggi. Grazie all’alleanza strategica tra i due campioni del Made in Italy e ad un altissimo lavoro di ricerca, è stata messa a punto la prima capsula compostabile con brevetto Lavazza per un perfetto espresso italiano. La capsula Lavazza sarà: realizzata in Mater-Bi® 3G, compatibile con la macchina Lavazza Minù e disponibile in due pregiate miscele 100% Arabica, certificate dall’ONG Rainforest Alliance. La capsula sarà pronta nel secondo semestre 2015 e presente sul mercato nel 2016. La terza generazione di bioplastiche è una famiglia di materiali con una più alta percentuale di rinnovabilità, che usa sostanze vegetali anche da filiera agricola integrata, che si ricicla in compostaggio, in grado di biodegradare in ambienti naturali diversi e che garantisce una significativa riduzione delle emissioni di gas serra rispetto alle precedenti tecnologie. L’aspetto su cui Lavazza ha puntato con questa innovazione è una fase precisa del ciclo di vita del

prodotto: il fine vita. Ad oggi nel modello lineare produzione-consumo-smaltimento, il prodotto diventato rifiuto viene avviato in discarica o incenerimento. Applicando invece il principio dello zero waste dell’economia circolare, secondo il quale niente è rifiuto ma tutto torna ad essere risorsa con grandi benefici per l’ambiente, Lavazza e Novamont hanno messo a punto una capsula che può essere raccolta con il rifiuto umido ed avviata al compostaggio industriale, dove capsula e caffè esausto vengono riciclati insieme in compost, concime naturale per i suoli. Questa capsula, realizzata con il Mater-Bi® di terza generazione, permetterà un importante contributo alla diminuzione delle emissioni di gas serra grazie alle performance ambientali del materiale. “E’ una tappa storica per Lavazza in quanto presentiamo un nuovo prodotto che prima non c’era” commenta il Vice Presidente del Gruppo Marco Lavazza. “Finalmente abbiamo raggiunto un importante traguardo scientifico e tecnologico con la prima capsula compostabile, con brevetto Lavazza, realizzata in Mater-Bi® di terza generazione che garantisce un’eccellente

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qualità in tazza come da standard Lavazza. Con la capsula ci siamo concentrati su un aspetto preciso del ciclo di vita del prodotto, il cosiddetto fine vita. L’ultimo miglio è un ambito molto rilevante del ciclo di vita non solo in chiave socio-ambientale ma anche economica. In una prospettiva di sviluppo circolare infatti il fine vita di un prodotto o il termine di un processo segnano l’inizio di un altro processo economico. 3G significa riduzione dell’impatto ambientale del prodotto in quanto utilizza più materia prima rinnovabile e impiega meno materia prima di origine fossile. Proprio nell’anno in cui celebriamo i nostri 120 anni, che coincidono con EXPO - dove Lavazza è caffè ufficiale di Padiglione Italia - la capsula compostabile è un esempio concreto di sintesi virtuosa tra innovazione, sostenibilità e qualità. Con questo prodotto il nostro obiettivo è garantire al consumatore una gratificazione emozionale attraverso un caffè espresso perfetto e condividere buone pratiche e comportamenti sostenibili. Si tratta di valori che Lavazza ha nel proprio DNA e che applica sia attraverso un rigoroso codice etico interno sia nelle relazioni con i partner” conclude Marco Lavazza. Lavazza prosegue così nel suo percorso di ricerca e innovazione che, negli anni, l’ha vista sempre investire e lavorare al fianco di numerosi partner di eccellenza, come Novamont. “Oggi presentiamo molto di più di una soluzione tecnica che migliora la sostenibilità ambientale di un prodotto. Attraverso la prima capsula compostabile per caffè espresso sviluppata insieme a Lavazza, che impiega Mater-Bi® di terza generazione, possiamo mostrare in concreto le potenzialità della bioeconomia, intesa come rigenerazione territoriale e non come semplice uso di materie prime rinnovabili” spiega Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont. “Il modello che abbiamo ideato e che stiamo da tanti anni mettendo in pratica, è quello delle bioraffinerie integrate nel territorio, dedicate ai prodotti ad alto valore aggiunto, quali biochemicals e bioplastiche. Il Mater-Bi® di terza generazione con cui verranno realizzate le capsule per caffè espresso Lavazza viene prodotto attraverso una filiera che coinvolge ben tre siti produttivi italiani (Terni, Patrica e Porto

Torres). Grazie alle tecnologie sviluppate negli anni dalla ricerca Novamont, questi siti, non più competitivi, sono stati rivitalizzati in innovativi impianti industriali, generando lavoro, nuovi prodotti e nuove filiere, creando ponti tra settori diversi e trasformando scarti in risorse. A Porto Torres è appena entrata in funzione la bioraffineria Matrìca (jv tra Novamont e Versalis), che utilizza la nuova tecnologia Novamont per produrre a livello industriale acido azelaico, uno degli l’ingredienti che caratterizza il Mater-Bi® di terza generazione a partire da una filiera agricola integrata. è importante sapere che dietro ad un piccolo gesto quotidiano, legato ad un rito e ad un piacere come quello del caffè, grazie alla nuova capsula compostabile Lavazza potrà esserci non solo una migliore salvaguardia dell’ambiente, ma anche opportunità di sviluppo, in un’ottica di filiera integrata nel territorio e di rispetto per la biodiversità”, prosegue Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont. Durante EXPO Lavazza lavorerà insieme a Novamont e ad AMSA su un progetto che dimostra proprio il valore sociale, culturale ed economico di questo approccio: AMSA si occuperà del ritiro dei fondi, che saranno poi dati in carico alle Associazioni coinvolte nel progetto e portati nei centri di raccolta gestiti dalle cooperative sociali. A loro il compito rendere tangibili le trasformazioni dei fondi: substrato per funghi commestibili, pellet, inchiostri, semilavorati e molti altri prodotti.

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Casa sollievo della sofferenza

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«È stato deposto nella terra un seme che il Signore Dio riscalderà coi suoi raggi d’amore (…). Quest’opera che voi oggi vedete è all’inizio della sua vita (…). Una tappa del cammino da compiere è stata fatta. Non arrestiamo il passo, rispondiamo solleciti alla chiamata di Dio per la causa del bene, ciascuno adempiendo il proprio dovere: io, in incessante preghiera di servo inutile del Signore nostro Gesù Cristo, voi col desiderio struggente di stringere al cuore tutta l’umanità sofferente per presentarla con me alla misericordia del Padre celeste». è con queste parole che il 5 maggio 1956 Padre Pio presentava la “creatura della Provvidenza” alla straripante folla. Si inaugurava a San Giovanni Rotondo, nella provincia di Foggia, la Casa Sollievo della Sofferenza”, la sua grande opera terrena che voleva diventasse una cittadella ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche. Pensò a un centro di studi intercontinentale che coadiuvasse i sanitari nel perfezionare la loro preparazione, volle attrezzature di prim’ordine per garantire a tutti, senza distinzione, le cure migliori e che la speranza alimentasse l’opera dei medici che difendevano la vita sino all’ultimo respiro.

Entrando a San Giovanni Rotondo, dove mi aspetta Michele Giuliani, direttore amministrativo di Casa Sollievo della Sofferenza, ripenso alle parole profetiche di San Padre Pio che ritraevano con chiarezza e lungimiranza il destino del suo ospedale che voleva sempre più grande e più bello e che oggi, a quasi 60 anni di distanza, si presenta come un magnifico successo, uno degli ospedali meglio attrezzati di Italia. L’Ospedale, uno dei migliori istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, è a tutti gli effetti un policlinico dove sono rappresentate tutte le competenze clinico-assistenziali con circa 900 posti letto ed un enorme flusso di prestazioni mediche annuali (57.000), ma che ha a disposizione le tecnologie e le competenze più avanzate diagnostico-terapeutiche. Per questi motivi, pur essendo delocalizzato, attrae pazienti ma anche gruppi di preghiera da tutta Italia e dall’estero. Negli anni migliaia di persone hanno salito la sua scalinata per trovare conforto nelle cure dell’Ospedale che decennio dopo decennio è cresciuto, sviluppandosi attraverso un progetto di riorganizzazione funzionale che si innesta nel cuore della struttura rispettando il paesaggio e le preesistenze storiche. Con linguaggio moderno

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Michele Giuliani.

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contesto tecnologico, offrono un’atmosfera familiare secondo la visione secondo la quale Padre Pio ha scelto come nome quello insolito di “Casa”. Con la stessa familiarità mi accoglie Michele Giuliani che da venti anni lavora in CSS, da sei ricopre il ruolo di direttore amministrativo, ex direttore acquisti e vice direttore bilancio. è sorridente e disponibile come quando lo conobbi la prima volta nel corso di una serata di solidarietà a favore della ricerca promossa da Casa Sollievo. L’impressione è la stessa, quella di un professionista instancabile e di una persona appassionata del suo lavoro e dei risultati che soprattutto umanamente produce. L’intervista non è ancora iniziata e mi indica con gioia dei lavoretti posti in primo piano sulla sua scrivania. Gli sono stati donati da alcuni bambini che frequentano la piccola scuola di ceramica allestita proprio all’interno dell’ospedale.

i nuovi edifici si inseriscono nel contesto in modo naturale anche grazie all’uso della pietra locale che assorbe la luce e cambia colore a seconda dell’ora del giorno. Qui molti trovano la cura dello spirito e del corpo che sembrano uniti idealmente dalla salita della via crucis proiettata verso il cielo e che si fa visibile nel fronteggiarsi del Santuario e dell’Ospedale che si apre alla città verso la piazza. Penso anche a queste terre che non visitavo da tempo, al Gargano come terra sacra e ai suoi molti itinerari religiosi. Uno dei luoghi più frequentati dal turismo religioso è proprio San Giovanni Rotondo, con la sua basilica di Padre Pio, realizzata su progetto di Renzo Piano e con al suo interno alcune belle sculture firmate da Arnaldo Pomodoro. Arrivata in Casa Sollievo della Sofferenza mi accorgo di questi nuovi ampi spazi accoglienti e rassicuranti e i reparti, pur in un

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Dott. Giuliani, Padre Pio a chi giudicava la sua Casa troppo bella e lussuosa, rispondeva: «Troppo lussuosa?… Ma se fosse possibile, la Casa la farei d’oro, perché il malato è Gesù e tutto è poco quello che si fa per lui». è attualmente valida questa sua visione della cura del malato?

rata e per la prima volta, forse, troverà un posto bello. L’ospedale nasce con un nome che era già una missione. Si chiama Casa. E qui tutte le persone si sentono a casa propria… Non abbiamo camere a pagamento, nessuno può pagare di più per essere trattato diversamente. Lui ha sempre coltivato questo sogno, nonostante varie vicissitudini e primi esperimenti. Già negli anni ’20 tentò di costruire una palazzina nel centro del paese che fu costretta a chiudere. Poi ci fu il terremoto e poi ancora la guerra. Ma il sogno di costruire una struttura sanitaria per curare gli ammalati poveri ha continuato a perseguirlo. Per farlo riunì intorno a lui i migliori: professori, alti dirigenti che abbandonarono la loro carriera accademica, il loro lavoro, per vivere qui a San Giovanni Rotondo. E quando nel ’47 inizia la costruzione dell’ospedale i cantieri non si fermano per un solo giorno. Mi raccontano di quando le risorse per comprare i materiali si esaurivano e Padre Pio usava dire a coloro che si recavano a dirglielo “occupatevi e non preoccupatevi”. L’indomani puntualmente giungevano delle donazioni. E in un modo sempre provvidenziale si risolvevano i problemi. Oggi cerchiamo di perseguire la mission che ci è stata affidata dal Fondatore con grande responsabilità che corrisponde a un grande impegno per mantenere alto il livello di assistenza e innovazione.

Nell’anniversario del primo anno lui parla di ospedale con tecnologia d’avanguardia, un ospedale dove oltre le cure agli ammalati bisogna parlare di amore. Ai sanitari di allora diceva: Portate Dio a letto del malato, altrimenti le cure non serviranno a molto. Parlava di un centro intercontinentale in cui gli studi portassero dei benefici ai pazienti. Tutti concetti che oggi vengono più facilmente capiti, ma non sessant’anni fa. Pensate a come anticipava quello che poi è diventato anni e anni dopo il motivo ricorrente della medicina del mondo, ovvero una “ricerca traslazionale”, dal laboratorio di ricerca al paziente e dal paziente al laboratorio. Si parla di “medicina personalizzata” dove medicina e scienza insieme definiscono il miglior approccio per il paziente e la sua specifica patologia. Tornando alla visione, molti studi dimostrano che un paziente curato e seguito in un bell’ambiente, guarisce prima e meglio. Padre Pio costruì un bellissimo ospedale già per i tempi di allora. Diceva: qui arriverà gente povera e dispe-

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Mi viene da dire che l’evoluzione della storia dell’ospedale, il raggiungimento di ottimi risultati sono stati possibili soprattutto per la capacità della direzione generale, scientifica, sanitaria, amministrativa e del personale di lavorare insieme con spirito di corpo. Cosa significa per lei essere parte di questa storia?

za tra i venticinque Ospedali-Istituti Scientifici (IRCCS) che dovevano rappresentare l’avanguardia della ricerca biomedica italiana. Il nostro fu il primo IRCCS riconosciuto per le “malattie genetiche ed eredofamiliari”. Nei primi anni duemila CSS si è dimostrata ai vertici della ricerca scientifica nel campo pubblicando importanti scoperte di geni e malattie genetiche sulle riviste scientifiche più autorevoli. Disponiamo di un patrimonio di conoscenze sul tema di oltre trenta anni. Oggi si contano trenta milioni di europei affetti da malattie rare. Le preziose informazioni sul genoma umano unite allo sviluppo delle tecnologie di biologia cellulare sempre più avanzate, hanno portato all’esplosione dello studio delle “cellule staminali” che per semplificare, mantengono la capacità di duplicarsi e di differenziare specializzandosi progressivamente per costituire i diversi tessuti. Si apre così una nuova frontiera della medicina. Anche in CSS prende forma l’idea di usare le cellule staminali per riparare tessuti danneggiati o degenerati. Parliamo quindi di medicina rigenerativa. CSS è il primo Ospedale-Istituto Scientifico d’Italia (in tutto oggi 47) ad essere riconosciuto dal Ministero della Salute per la medicina rigenerativa. Gli studi hanno prodotto risultati così importanti che nel 2010 alla direzione scientifica di CSS, arriva il Prof. Angelo Vescovi, pioniere della ricerca sulle cellule staminali, in particolare di quelle neurali o cerebrali. Lui e il suo team sono stati i primi al mondo a proporre di curare il tessuto nervoso alterato da patologie neurodegenerative inoculando cellule staminali cerebrali. Questo ci ha portato ad ottenere nel 2011 da parte delle commissioni dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) l’approvazione per la sperimentazione clinica di fase 1 per il trapianto di cellule staminali cerebrali umane in pazienti affette da Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Questa pri-

è una bella domanda… come molti, all’inizio sognavo dopo il Master di andare a lavorare all’estero. Sono arrivato qui come consulente esterno e poi mi è stato chiesto di rimanere. Lavoro in una struttura che ho visto evolversi e che conosco da sempre in cui le famiglie sono legate in maniera viscerale alla sua storia, al suo Fondatore e ai suoi miracoli. Io stesso ho assistito alla risoluzione improvvisa di molti problemi che ci sono stati nel corso del tempo. Casa Sollievo ha dovuto affrontare molte difficoltà, anche economiche ma le ha superate. Siamo consapevoli di essere testimoni di un’opera che va ben oltre di noi e questo ci porta a lavorare in maniera forse diversa dal lavoro ordinario. Ognuno porta molto di più rispetto al lavoro del buon dipendente. Ognuno di noi si sente proprietario e non si tira indietro se c’è da impegnarsi oltre il previsto. Solo così possiamo crescere e rendere disponibili i traguardi che raggiungiamo. A proposito di traguardi. Nella missione di Casa Sollievo della Sofferenza c’è innovazione scientifica e tecnologica. Quali i risultati e gli indirizzi per il futuro? Si parla di ricerca in CSS già agli inizi degli anni ’80. Io non c’ero, sono arrivato nel 1994. In quegli anni, come mi hanno riferito, parlare di “genetica” risultava difficile, specie con i pazienti. Poi nel 1991 l’allora Ministero della Sanità e quello dell’Università e Ricerca Scientifica e Tecnologica selezionarono ed inclusero la Casa Sollievo della Sofferen-

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ma fase è stata terminata e i risultati della sperimentazione saranno sottoposti all’Istituto Superiore della Sanità. Siamo felici di poter intanto confermare che non si sono riscontrati effetti avversi causati dal trattamento a cui i pazienti sono stati sottoposti. Aggiungo, senza entrare nel dettaglio, che ci sono diversi modi di trattare le malattie. Chi studia la malformazione del gene cerca di capire qual è il gene che si è modificato e ha causato, in questo caso, la Sla. Ma noi di CSS adottiamo un approccio diverso, affrontan-

do i danni prodotti. Questi studi ci hanno permesso di trattare altre malattie neurodegenerative come il Parkinson, la sclerosi multipla, l’Alzheimer… E lo facciamo con le nostre forze, misurando e calibrando le risorse a disposizione. è recente un altro importante passo frutto della collaborazione tra l’Istituto Europeo di Oncologia, Università di Milano e CSS. Una ricerca che apre la strada all’uso di farmaci molecolari per la cura dell’autismo, in generale a patologie da deficit dello sviluppo neurologico.

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Dott. Giuliani, entro il 2015 è previsto l’avvio del nuovo Centro di ricerca ISBReMIT realizzato da CSS in posizione adiacente al Poliambulatorio, una cell factory che consentirà di svolgere sperimentazioni di terapie basate su cellule staminali e saranno operativi anche nuovi gruppi di ricerca. A che punto siete? Il centro è terminato. Stanno tarando gli impianti. Il nuovo polo scientifico rappresenterà senza dubbio un’ulteriore eccellenza all’interno della nostra struttura. Il nuovo complesso di laboratori genererà informazioni che permetteranno di specificare meglio il ruolo delle cellule staminali somatiche nei processi di mantenimento dell’integrità dei tessuti adulti, nell’invecchiamento e nella patogenesi di malattie a base degenerativa, genetiche e non. Fiore all’occhiello sarà un’officina farmaceutica in cui verranno prodotte cellule staminali di grado clinico per il trapianto nei pazienti secondo le nor-

mative, nazionali e internazionali. L’attività si svilupperà anche in campo oncologico. Nel centro sarà operativo un nuovo gruppo di ricerca che, formatosi sulla base dell’esperienza scientifica del Prof. Vescovi, sarà impegnato nel settore dell’oncogenomica funzionale. È il frutto di un bando europeo che abbiamo vinto e l’abbiamo vinto poggiando il tutto su due concetti chiave: che l’avremmo terminato nei tempi spendendo i fondi assegnati. Garanzia certa che non sarebbe stata la cattedrale nel deserto… quanto ci date, tanto spenderemo. L’altro punto su cui siamo stati vincenti è la capacità di condurlo. Abbiamo all’interno tutte le professionalità per andar a regime il giorno dopo della chiusura dei lavori. Molto difficile vincere un bando europeo da soli. Abbiamo presentato un progetto per 39milioni, di questi ce ne hanno assegnati 14. Abbiamo liofilizzato il concetto. Il core è rimasto quello. È una fabbrica farmaceutica che non produce farmaci ma cellule staminali. La progettazione è av-

Nuovo Centro di ricerca.

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ché ci sono tanti italiani che dagli Stati Uniti, per esempio, tornerebbero volentieri in Italia, qui da noi. Qualcuno di questi ritorni lo abbiamo già realizzato; possiamo garantire che quello che fanno a Parigi Amsterdam… lo possono fare qui. All’inizio c’è stata un pò di diffidenza ma oggi sono qui stabilmente. Non che non ci siano le difficoltà. Oggi fare ricerca è difficilissimo. Negli ultimi cinque anni il Ministero ha dimezzato i fondi ma noi abbiamo raddoppiato l’attività. Questo vuol dire inventarsi e reinventarsi. Siamo molto attivi anche localmente con la piccola e media impresa pugliese. Collaboriamo con le eccellenze nel barese, nel leccese e nel foggiano. Esistono piccole aziende all’avanguardia. Le faccio l’esempio del distretto leccese per quanto riguarda le nanotecnologie con cui stiamo lavorando. Stiamo realizzando progetti interessanti anche con il distretto della Meccatronica barese… creare attrezzature che permettono al chirurgo di simulare l’intervento prima di farlo…

venuta al contrario di come avviene di solito. È partita dal core. Cosa dobbiamo fare? Quali attrezzature servono? Che impianti servono? Qual è l’involucro che deve contenete questo impianto? Il bando europeo ha riguardato anche competitor stranieri e ha vinto una cordata italiana. Il centro è stato realizzato. è dotato di una tecnologia elevatissima e sono sempre impressionato dal livello di pulizia, sterilizzazione e asetticità. Pensi ad un impianto in cui vi è ricambio di aria 60 volte al minuto… Stiamo calibrando tutti gli impianti, gli accessi controllati. Oltre a questo ci sono laboratori di ricerca classici e chirurgia sperimentale. Il centro ha delle grandissime potenzialità. Neanche noi sappiamo dove può condurre. Si produrranno cellule staminali che avranno una certificazione internazionale. Prodotte qui impiantabili sull’uomo in tutto il mondo. Già in fase di realizzazione abbiamo avuto contatti di ricercatori sparsi nel mondo che vogliono venire a lavorare qui. È bello per-

Nuovo Centro di ricerca.

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A proposito di risultati e di Puglia, ho letto che per il biennio 2014-2015 CSS ha ottenuto il massimo riconoscimento, unico ospedale della Regione, da O.N.Da (Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna) per l’attenzione dedicata alle patologie femminili. Tre bollini rosa… Nonostante l’ISTAT abbia certificato il costante calo delle natalità e una crescita demografica negativa, nell’Ospedale di San Pio le nascite sono passate da 1.200 nel 2013 a 1.302 nel 2014 con un incremento vicino al 9%. L’Onda ha premiato l’impegno di CSS. Abbiamo inaugurato da poche settimane le nuove sale parto. Durante i lavori non mi rendevo conto. Oggi mi sembra di vedere una di quelle sale che si vedono nei film americani. Con la ristrutturazione, il travaglio e il parto si svolgeranno nella stessa stanza, senza necessità di spostamenti tra i vari ambienti. Le stanze hanno un’isola neonatale dedicata all’assistenza del neonato e sono cromaticamente più accoglienti con pareti verdi, gialle, celesti e arancio. I soffitti, inoltre, sono animati da immagini che riproducono ambientazioni naturali e rilassanti. La postazione di

accettazione, posizionata al centro del punto nascita, permetterà al medico e all’ostetrica di turno di visualizzare in tempo reale sui monitor i tracciati cardiotocografici di tutte le pazienti. Una particolarità sono le liane che abbiamo istallato per aiutare le donne a partorire. Prima stringevano i braccioli. Ci siamo attrezzati anche per il parto indolore, partonalagesia gratuita e praticata 24 ore su 24, in collaborazione con i medici anestesisti. Le dico anche che in caso di mastectomia, in sala operatoria interviene anche il chirurgo plastico. Vogliamo evitare il momento traumatico per la donna in cui si vede amputata. Molte di queste attività rientrano nel “Percorso Donna”, un nuovo processo organizzativo-assistenziale pensato per le donne e che racchiude le Unità di Senologia, Ostetricia e Ginecologia, Oncologia, Neonatologia e Banca del latte umano donato. E i tre bolini non sono frutti del caso ma di un’attenzione rivolta alla donna, e anche nei confronti delle nostre lavoratrici. Abbiamo inaugurato l’asilo aziendale organizzato in funzione dei turni delle mamme. è un lavoro complicato da realizzare ma come le dicevo, andiamo oltre l’ordinario.

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E riuscite anche a risparmiare con una filiera cortissima dal punto di vista alimentare…

stalla produciamo energia, in buona sostanza. L’impianto è composto da una vasca termicamente isolata e in cemento armato che contiene la biomassa da “digerire”. Un’altra vasca contiene i prodotti di scarto dell’allevamento e della produzione di latticini. Il calore necessario al processo di digestione viene fornito dal cogeneratore alimentato dall’impianto stesso. In questo modo si autoalimenta e non richiede energia esterna. L’acqua recuperata viene riutilizzata per il caseificio e il risultato è la produzione di energia elettrica utilizzata dalla fattoria, in parte venduta al gestore della rete elettrica. Il digestato usato come fertilizzante. Dobbiamo ammortizzare le spese dell’impianto e credo che ci riusciremo a fine anno. è molto più complicato di come posso raccontarlo ma affascinante. Le parlavo di lavoro, impegno, cuore che bisogna sempre buttare oltre ogni ostacolo.

Non siamo autosufficienti ma siamo sulla buona strada. Padre Pio voleva che i suoi pazienti bevessero ogni giorno latte fresco. Sei mucche provvedevano ai posti letto di allora. Pensate che a quei tempi qui era tutta campagna… c’era un paesino e una fattoria molto piccola che poi venne spostata nei pressi dell’aeroporto in località Amendola e quelle sei mucche diventano 600 che mangiano il foraggio prodotto da settanta ettari. Oggi lo stabilimento destina quello che serve all’Ospedale. L’eccesso venduto sul mercato. Non ci sono avanzi di magazzino. Carne, latte, mozzarelle: quello che i pazienti mangiano è prodotto da noi. A km zero. Su questo penso siamo gli unici. Dall’azienda al vassoio. Ora anche energia a costi zero… A dicembre abbiamo inaugurato il nuovo impianto di produzione di biogas dell’azienda agricolo-zootecnica “Posta la Via”, la fattoria di cui parlavo prima. Con i residui della

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Karpòs promo ORTOFRUTTA D’ITALIA DI CSO E ANSA SI ALLEANO PER COMUNICARE IN OCCASIONE DI EXPO’ L’ortofrutta diventa protagonista della comunicazione grazie ad Ansa ed al Progetto Ortofrutta d’Italia di CSO, un progetto nato tre anni fa per comunicare i valori della produzione ortofrutticola italiana e per “raggiungere” finalmente il consumatore attento e non solo gli addetti ai lavori. Tante attività, compresi gli eventi nei punti vendita, realizzate da imprese leader della produzione italiana come Alegra, Valfrutta Fresco, Apofruit , Solarelli, Cico Mazzoni, Apo Scaligera, Opo Veneto, Granfrutta Zani, Solatia, Coop Sole, Oranfrizer, Pempa Corer, Diamantina, Cuore Dolce. Per la rubrica Ortofrutta d’Italia su ANSA, al sostegno delle precedenti aziende si aggiungono: Agribologna, CPR System, Naturitalia, Consorzio Jingold, Agricola Don Camillo, Asipo, Consorzio Pesca e Nettarina di Romagna IGP, Consorzio Pera dell’Emilia Romagna IGP e altre aziende saranno coinvolte nei prossimi mesi. “L’occasione di collaborare con ANSA nei mesi di Expo si presenta doppiamente propizia per raccontare i valori e l’elevata qualità dei prodotti ortofrutticoli – dichiara il Presidente Paolo Bruni. Le 4 parole chiave di Expo : saper fare, bellezza, innovazione e vivaio sono nel DNA delle imprese aderenti a CSO che da lungo tempo hanno investito nella sostenibilità delle produzioni”. Il progetto Ortofrutta d’Italia del CSO prosegue con gli obiettivi che lo hanno visto nascere e che sono quelli di comunicare i valori di un comparto e di tante produzioni che solo in Italia riescono a raggiungere livelli di eccellenza impareggiabili.

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Karpòs promo Mela Val Venosta: stagione in ripresa, ottimi volumi e miglioramento dei prezzi Fabio Zanesco, responsabile commerciale VI.P, fa il punto sull’andamento delle vendite. “La stagione 2014-2015 è iniziata con alcune difficoltà, a causa della produzione record in Europa, cui si è aggiunto l’embargo russo - spiega Fabio Zanesco, Responsabile Commerciale VI.P. Tuttavia, grazie all’anticipo di due settimane nell’inizio dell e vendite, i volumi venduti sono stati da subito molto positivi, grazie anche all’ottima qualità del prodotto ed ai prezzi ridotti. Ciò ci ha permesso di posizionarci rapidamente su tutti i mercati e canali. Le vendite record dell’autunno e dell’inizio dell’inverno hanno permesso di entrare nel 2015 con giacenze pienamente sotto controllo nelle principali aree di produzione e – per quanto ci riguarda – addirittura inferiori a quelle della stagione precedente. Questa situazione equilibrata ha dato modo al mercato di riprendersi dopo la pausa natalizia, periodo nel quale le vendite sono state molto sostenute, con sviluppi positivi per le diverse varietà. Varietàì Per la Gala la vendita è dinamica e le giacenze ridotte, con prezzi in deciso aumento – prosegue Zanesco - termineremo quindi la stagione tra la metà e la fine di marzo, avendo già programmato con i nostri clienti principali il lavoro delle ultime settimane. Per la Red Delicious la stagione entra in queste settimane nella parte centrale, visto che nel mese di febbraio saremo a metà della vendita. Anche per questa varietà si sta notando un movimento verso l’alto dei prezzi, che sta coinvolgendo progressivamente tutti i mercati in cui siamo presenti. La qualità resta ottima e siamo quindi ottimisti per la seconda parte della stagione, che si chiuderà all’inizio dell’estate. Con la Golden Delicious entriamo ora nel vivo delle vendite, il cui picco è nel periodo febbraio-maggio; la prima parte della stagione – pur con quotazioni ridotte – ci ha permesso di distinguerci con la qualità, e notiamo un ritmo di volumi crescenti, con alcuni segnali di miglioramento a livello di prezzi. La commercializzazione si protrarrà come sempre

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fino a settembre. La mela Kanzi®, che abbiamo iniziato a lavorare dal mese di dicembre, sta procedendo positivamente: notiamo un crescente interesse e una sempre maggiore regolarità anche per questa mela club, che si distingue per il gusto dolce-acidulo. Anche in questo caso avremo disponibilità fino a primavera inoltrata, con volumi crescenti previsti per le prossime stagioni. Infine, proprio in questi giorni, abbiamo iniziato la commercializzazione della nostra Pinova, che riscuote sempre maggiore considerazione ed interesse da parte dei clienti e consumatori italiani ed europei, e per cui prevediamo disponibilità fino all’inizio dell’estate. Mercati L’Italia – conclude Zanesco – si conferma mercato principale (ca. 55% del venduto), ma VI.P resta presente in ben 46 mercati diversi, con l’export che rappresenta circa il 40% del giro d’affari. Le destinazioni europee principali sono Germania, Penisola Iberica, Scandinavia ed Est-Europa, mentre al di fuori del nostro continente acquisiscono sempre maggiore interesse e stabilità le aree di Nord-Africa e Medio Oriente”.

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Protagoniste più di 100 etichette di vini da vitigno vermentino provenienti dai quattro territori di produzione (Liguria, Sardegna, Toscana e Corsica), insieme alle cantine e alle dimore storiche del centro storico di Castelnuovo Magra (SP), tra eventi, laboratori del gusto, prodotti tipici, convegni e trekking tra i vigneti. Questo, ed altro ancora nella sesta edizione di “Benvenuto Vermentino” che torna a Castelnuovo Magra dal 23 al 25 maggio (info: www.comune.castelnuovomagra.sp.it). Le location scelte saranno le dimore storiche settecentesche che caratterizzano il Centro Storico di Castelnuovo Magra, che si affacciano inparticolare sulla centrale Via Dante. Gli atri dei palazzi signorili si apriranno straordinariamente per ospitare i produttori di vermentino presenti alla manifestazione, che offriranno le loro perle enologiche ai tanti visitatori e turisti, dando la possibilità di assaggiare il Vermentino in una cornice di antico splendore. Come ai “vecchi tempi”, via Dante tornerà ad essere il salotto buono di cittadini e

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passanti, dove si potrà passeggiare e, tra una chiacchiera e l’altra, soffermarsi in vero e proprio boudour all’aperto con la piacevole compagnia del Vermentino proposto dai produttori locali e di toscana, Sardegna e Corsica, accompagnato, come ogni anno, dai prodotti tipici locali. Nel Giardino comunale poi saranno organizzate le degustazioni guidate e gli Wine tasting, eventi e presentazioni. Si potrà inoltre visitare il Museo multimediale del Vermentino dove effettuare un percorso rivolto ai territori del Vermentino, consultare il data base delle aziende, la guida multimediale e conoscere i territori e i produttori attraverso i video di presentazione. Un’edizione di Benvenuto Vermentino che mette in sintonia la storia e la tradizione con l’egastronomia di qualità e la tecnologia. In Piazza Querciola dove è possibile ammirare le vestigia del Castello dei Vescovi di Luni con la torre medievale risalente al 1273 appena restaurata e aperta al pubblico, ci saranno gli stand dedicati ai produttori di Olio extravergine d’Oliva del Territorio e dei prodotti tipici locali come miele, prosciutto Castelnovese, Lardo di Colonnata, formaggi e salumi della Val di Vara. Sempre nella Piazza sarà allestito il ristorante della Pro Loco che proporrà i piatti tipici della tradizione locale come sgabei, torte di verdura, muscoli ripieni, baccalà marinato, frittura mista, coniglio alla ligure e torta di riso. Numerose le iniziative organizzate per arricchire la manifestazione. Degustazioni accompagnate da prodotti tipici locali, laboratori del gusto, wine tasting, convegni tematici, trekking tra i vigneti, visite guidate del centro storico e delle sue


importanti emergenze artistiche. Come ogni anno sarà conferita l’onorificenza di Ambasciatore del Vermentino a un personaggio del mondo dello spettacolo, dello sport o dell’enogastronomia. Nelle edizioni precedenti sono stati “Ambasciatori del Vermentino” Dario Vergassola, Adua Villa, Paola Ricas, giudice della trasmissione televisiva La prova del Cuoco, Davide Oldani, chef inventore della cucina pop, il velista Giovanni Soldini, l’allenatore della nazionale di calcio Marcello Lippi, i comici Dario Vergassola e Gene Gnocchi . IL VERMENTINO TRA INNOVAZIONE E TRADIZIONE - VERTOURMER 2.0 A fine anno 2013 è stato approvato Vertourmer 2.0, finanziato dal P. O. Italia Francia Marittimo della comunità Europea, che vede ancora il Comune di Castelnuovo Magra capofila, con un partenariato ancora più ampio e prestigioso. L’elemento caratterizzante VerTourMer 2.0 sarà la forte componente di innovazione tecnologica, volta ad allargare l’orizzonte del marketing territoriale, attraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche innovative che valorizzino la produzione delle eccellenze dei territorio, non solo vitivinicole ma anche enogastronomiche. L’obiettivo è quello di introdurre nei territori rurali, caratterizzati da una diffusa presenza di aziende agricole, nuovi strumenti per la promozione e lo sviluppo dei prodotti di eccellenza. Un’importanza particolare è data alla sostenibilità futura del progetto, da raggiungere tramite investimenti volti a garantire la gestione dei prodotti realizzati nel lungo periodo, per poter proseguire l’aggiornamento delle banche dati, il mantenimento dei contatti aperti, la fruizione da parte di turisti e operatori. Le proposte che caratterizzano il nuovo progetto sono le seguenti: L’implementazione del Museo del Vermentino, realizzato presso il capofila, attraverso arredi e attrezzature, migliori tecnologie informatiche e di sicurezza, nonché il collegamento a infopoint sul territorio.

- Implementare la guida multimediale e il database delle aziende con i dati relativi ai nuovi territori, migliorare le informazioni ed il censimento delle aziende già inserite, aggiungere le nuove aziende. - Implementare i prodotti sopra menzionati attraverso la realizzazione (e l’aggiornamento) di apposite etichette con il codice QR CODE da collocare sulle bottiglie di vino delle aziende, in modo tale da connettere il consumatore, mediante specifici applicativi, all’azienda; a tal fine, sarà realizzato un applicativo per smartphone che attraverso una georeferenziazione delle aziende agricole del territorio, potrà consentire l’accesso virtuale alla banca dati; tale applicativo comporta anche la realizzazione di mappe multimediali georeferenziate, in modo tale da individuare la collocazione delle aziende agricole insieme ai siti di interesse. - Realizzazione e promozione di percorsi tematici del Vermentino, supportati da info point e video didattici. Realizzazione di una piattaforma sperimentale per lo studio della biodiversità genetica riferita ai prodottitipici (viticoli) dei territori del progetto, da realizzarsi presso la Provincia di Lucca. - Realizzazione di una “Enoteca itinerante” (wine bus) all’interno di un autobus storico opportunamente attrezzato, quale strumento per la promozione del “Vermentino” e dei prodotti tipici di qualità, da utilizzare in occasione di eventi, fiere turistiche ed enogastronomiche e manifestazioni varie.

www.comune.castelnuovomagra.sp.it www.terredelvermentino.net

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Karpòs promo MIONETTO MEDAGLIA D’ORO A MUNDUS VINI 2015 CON IL PROSECCO DOC TREVISO MO COLLECTION La storica Cantina di Valdobbiadene si aggiudica in totale tre medaglie e numerosi riconoscimenti in occasione del prestigioso concorso enologico internazionale. Un successo continuo, quello di Mionetto, che si distingue nell’edizione primaverile di Mundus Vini 2015, il concorso internazionale che promuove la qualità e la commercializzazione dei vini partecipanti. A conquistare la medaglia d’oro il Prosecco Doc Treviso della MO Collection, cui hanno fatto seguito altre tre medaglie d’argento assegnate rispettivamente al Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Santo Stefano Millesimato Brut della Luxury Collection, al Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e al Prosecco Doc Treviso Brut della Prestige Collection. Arricchiscono la rosa dei riconoscimenti ottenuti dalla cantina, i punteggi di categoria attribuiti ad altre tre referenze della Luxury Collection: Cuvée Sergio 1887 con 86 punti, Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg con 82 punti e Valdobbiadene Prosecco Docg Frizzante “Spago” con 81 punti. Il Gran Premio Internazionale del Vino è stato istituito nel 2001 registrando dei picchi di successo negli anni, fino a contare la partecipazione, oggi, di oltre 6mila vini provenienti da tutte le più importanti zone di produzione del mondo. Si attesta oggi tra le manifestazioni più importanti poiché si propone a produttori, viticoltori, importatori e consumatori come una piattaforma ideale in grado di mettere a confronto fra loro i vini oltre che di offrire un valido strumento di orientamento al grande pubblico in fase di acquisto del prodotto. Oro per il Prosecco DOC Treviso della MO Collection, la linea dal design morbido ed elegante, sinuoso e raffinato che si ispira alle caratteristiche dei prodotti che custodisce e di cui rappresenta la sintesi perfetta. Spumante extra dry ottenuto da uve provenienti da una zona storicamente vocata alla produzione di Prosecco, accuratamente spumantizzato con il metodo Charmat, si esprime attraverso cremose e persistenti bollicine e generose note fruttate di mela, acacia, agrumi e mandorla, tipiche del vitigno di provenienza. Ideale in abbinamento con il pesce più nobile e la pasticceria leggera.

Argento per il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Rive di Santo Stefano Millesimato Brut l’ultimo nato della Luxury Collection, la linea (esclusivamente dedicata al canale Ho.Re.ca in Italia) che racchiude in sé tutte lo stile e la raffinatezza del Made in Italy grazie al design moderno ed estremamente ricercato della bottiglia che si fonde con le eccellenze qualitative frutto dell’esperienza enologica di Mionetto. Seguono, nell’ambito della Prestige Collection, la linea più classica delle proposte Mionetto che esprime il legame con la storia della cantina già nell’elegante design delle bottiglie, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, spumante extra dry dal profumo e sapore inconfondibile di mela acerba e il Prosecco Doc Treviso Brut.

www.mionetto.com

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Karpòs promo LE ISOLE DELL’ETERNA PRIMAVERA: LE BALEARI DI EVOLUTION TRAVEL Oltre alle quattro le isole principali, Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera, fa parte dell’arcipelago delle Baleari anche l’isola minore di Cabrera, che ospita l’omonimo parco naturale. Chiamate “Isole dell’eterna primavera”, le Baleari si contraddistinguono dal clima mite tipico delle zone mediterranee, con 300 giorni di sole all’anno e quindi una scarsa frequenza di piogge. Grazie alla vasta gamma di strutture, alle spiagge, al mare cristallino, alle bellezze paesaggistiche, all’eccellente cucina e alla vita notturna, le Baleari hanno tutte le carte in regola per soddisfare tutti i gusti. FORMENTERA Formentera e la vicina Ibiza, furono chiamate isole Pitiuse da Plinio il Vecchio che fu colpito dalla grande quantità di pini esistenti. Utilizzata dai romani come deposito di frumento (da qui “Formentera”) e granaio, grazie all’acqua proveniente dalle falde acquifere (ormai prosciugate) che rendeva l’isola molto fertile. Le cittadine presenti sull’isola sono Sant Francesc Xavier (il capoluogo), La Savina (dove c’è il porto), Es Pujols (principale centro turistico), Sant Ferran de ses Roques (meta hippy dagli anni ’60), Es Calò de Sant Augustì ed El Pilar de La Mola. A poco più di 2 chilometri da Sant Ferran, sulla spiaggia Mitjorn, è situato l’Hostal Sol y Mar con le sue 38 camere, con balcone o terrazza. Il soggiorno di 8 giorni/7 notti parte da 549 euro per persona in camera doppia, in mezza pensione con voli e traghetto da Ibiza. IBIZA Santa Eulalia del Rio, situata sulla costa orientale di Ibiza, offre ai turisti la fortezza dell’El Puig (costruita tra XVI e il XVII secolo), il Museo Barrau, che conserva la collezione dell’impressionista catalano Laureà Barrau (1863-1957), il Museo di Etnografia di Ibiza ed i vecchi mulini, testimoni dell’abbondanza di acque della zona, necessarie sia per l’irrigazione dei campi sia per il movimento dei mulini stessi, utili per la macinazione del grano e la produzione di farina. L’Hotel Club Augusta, immerso in una splendida pineta, è ad un passo dal mare e a circa 3 chilometri dal centro. Il soggiorno di 8 giorni/7 notti parte da 415 euro per persona in

camera doppia, in pensione completa con voli. MINORCA Sulla costa occidentale dell’isola, Ciutadella, ex capitale dell’isola, è una cittadina che mischia architettura araba e medievale, con le sue piccole piazze, i palazzi sontuosi, gli antichi monasteri, le chiese, le gallerie d’arte. Da vedere anche il porto vecchio che si trova sotto le mura della città vecchia. L’Aparthotel Club Andria, che si trova a poco di più 2 chilometri da Ciutadella, in localtà Santandria e a 300 metri dall’omonima spiaggia, offre 76 bilocali, una piscina per adulti e una per bambini. Il soggiorno di 8 giorni/7 notti parte da 369 euro per persona in bilocale, in trattamento all inclusive con voli. MAIORCA Sulla costa sud orientale di Maiorca, l’isola più grande delle Baleari, affacciato sulla caletta di Cala Egos e a pochi chilometri da Cala d’Or, il Marina Corfù & Skorpios Resort mette a disposizione dei suoi ospiti un campo da tennis, da volley e da calcio, il tiro con l’arco e con la carabina, un miniclub 4-12 anni, il minigolf, il biliardo, un campo da golf a 7 chilometri e sport nautici nelle vicinanze. Il soggiorno di 8 giorni/7 notti parte da 449 euro per persona in camera doppia, in trattamento all inclusive con voli.

www.evolutiontravel.it

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NUOVO NOME PER IL CONSORZIO: SI CHIAMERÀ BARBERA D’ASTI E VINI DEL MONFERRATO Lo storico Consorzio che tutela l’area vitivinicola di Asti e del Monferrato cambia identità e punta tutto su export e Barbera per spalancare le porte del mondo a questa eccellenza piemontese a cui saranno dedicati una campagna e un sito ad hoc. Il Consorzio dei Vini d’Asti e del Monferrato cambia identità e punta tutto sui mercati internazionali dove registra una costante crescita, con una vera e propria impennata negli Usa, divenuto primo mercato d’esportazione. La parola d’ordine, anche oltre confine, sarà Barbera, con un messaggio forte e chiaro ai consumatori sin dalla scelta del nuovo nome che sarà, non a caso, Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato. Una definizione che porta con sé il punto cardine della mission per il futuro: identificare ancor di più il territorio di Asti con il suo vino simbolo che farà ancor più da traino alle altre eccellenze di quest’area vinicola. L’annuncio del nuovo corso, a cui si accompagna l’avvio della campagna di comunicazione dal titolo “MY NAME IS BARBERA, AND I HAVE A STORY TO TELL”, è stato dato domenica 22 marzo, durante la prima giornata dell’edizione 2015 di Vinitaly, in una conferenza stampa che ha unito interventi di alto livello e degustazioni stellate. Il Consorzio ha saputo dunque cogliere i segnali giunti dai mercati: quelli stranieri, e gli Usa in testa, prediligono sempre di più la Barbera d’Asti di cui, nel 2014, sono state prodotte 22.000.000 bottiglie da 0,75 litri. A parlare sono i dati dell’analisi effettuata dallo stesso Consorzio e ricavati da un campione di 100 tra le più importanti aziende produttrici di Barbera d’Asti: le vendite interne ed estere del Barbera d’Asti sono pressoché paritarie. Dal 2008, in cui l’Italia assorbiva il 55,93% della produzione di questo vino contro il 44,07% dell’estero, si è passati ad un 2014 in cui le esportazioni hanno raggiunto quasi il 50% con il 49,42%. Il trend di crescita più significativo si è registrato negli Usa: se nel 2010 questo

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mercato costituiva solo il 10% del totale, nel 2014, infatti, è salito al 22%, scalando ben 4 posizioni e superando la Germania che da quattro anni era al primo posto. Da qui la decisione del Consorzio di valorizzare la sua Docg di spicco con una serie di progetti di stampo internazionale, come il lancio della nuova campagna “MY NAME IS BARBERA” che approderà anche sulle pagine dell’autorevole rivista americana Wine Spectator a partire da maggio. Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha messo in agenda nuovi progetti anche per la comunicazione sui canali web e social: lo slogan della campagna diverrà anche un blog (mynameisbarbera. com) e profili con lo stesso nome prenderanno vita su Facebook, Twitter, Pinterest, Youtube e Instagram. L’iniziativa digitale vedrà la partecipazione della giornalista e sommelier Francesca Rosso e di un ospite americano, John Murnane, esperto di turismo culturale e ristorazione. I due blogger, che cureranno tra le altre la sezione Landscapes, andranno alla scoperta dei luoghi in cui nasce la Barbera d’Asti – un territorio nella lista Patrimonio Unesco – per raccontarne i paesaggi, i sapori e le storie, da cui emana la passione per la viticoltura. Le due sezioni del blog ─ Lifestyle e Taste ─ si dedicheranno all’aspetto gourmet, con suggerimenti enogastronomici: dall’aperitivo agli abbinamenti di vino e cibo, tutto all’insegna di una sana convivialità e di un consumo moderato e gradevole. Ai volti della Barbera e alle loro storie sarà invece dedicata l’area People. Per presentare questa serie di progetti dal respiro internazionale, domenica 22 marzo, si sono alternati gli


interventi del presidente del Consorzio Filippo Mobrici, che ha illustrato i programmi che sono sul tavolo in Italia e nel mondo, e il suo vice Stefano Chiarlo che ha annunciato la volontà di rendere la comunicazione efficace in ogni canale con particolare attenzione ai giovani consumatori e al loro linguaggio. Tra i contributi quelli di professionisti del calibro dell’enologo Ezio Rivella, Stevie Kim, managing director di Vinitaly International, Cathy Huyghe, giornalista americana della rivista Forbes, e di figure istituzionali come il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e

dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero. Durante l’evento si è potuto assistere al monologo “Barbera d’Asti, una storia da raccontare”, realizzato da Federico Francesco Ferrero, vincitore di MasterChef Italia 2014. Medico chirurgo nutrizionista, autore di libri e “food-teller” con un’importante esperienza nel campo dell’alimentazione, Federico Francesco Ferrero ha raccontato le emozioni che questo vino sa suscitare, in quanto memoria di un territorio ed espressione del suo spirito di convivialità. Dalla creatività dello chef Walter Ferretto, del ristorante stellato Il Cascinalenuovo di Isola d’Asti, sono nati invece gli innovativi abbinamenti che hanno messo in luce tutta la versatilità del vino prodotto tra i saliscendi del Monferrato, area divenuta Patrimonio Unesco.

www.viniastimonferrato.it

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MILANO È LA VIGNA DI LEONARDO di Luca Maroni

Luca Maroni, analista sensoriale, enologo, autore ed editore dell’Annuario dei Migliori Vini Italiani, dopo 11 anni di lavoro è riuscito nell’intento della sua missione: il ritrovamento e il reimpianto dell’originaria vigna di Leonardo da Vinci in Milano. A seguito di scavi fortemente voluti dall’Autore eseguiti all’interno del giardino della Casa degli Atellani in collaborazione con il professor Attilio Scienza, la genetista Serena Imazio e il pedologo Rodolfo Minelli dell’Università degli Studi di Milano, sono stati rinvenuti frammenti di radice non completamente morti di Vitis Vinifera appartenenti alla originale vigna leonardesca. Ciò ha consentito l’identificazione della varietà originale coltivata nella vigna di Leonardo e il successivo reperimento fra le attualmente viventi di piante identiche a quelle native. Così la vigna alla vigilia dell’Expo 2015 è stata re-impiantata dello stesso tipo, nello stesso sito e nella stessa filologica disposizione di quella del genio vinciano. Il volume “Milano È la Vigna di Leonardo” narra ed illustra allora cronologicamente tutti gli eventi che hanno consentito a Luca Maroni di portare a compimento tale sua missione: contiene le originali relazioni scientifiche riguardanti il ritrovamento e l’identificazione del DNA dell’originale vigna di Leonardo, e le immagini di tutte le fasi del recupero e del reimpianto della vigna leonardesca. Vigna che 72 anni dopo l’incendio che la distrusse nel 1943, grazie a questo lavoro e alla sensibilità e generosità dei proprietari attuali della Casa degli Atellani, la famiglia Castellini, può rinascere e può essere visitata nel cuore di Milano. Gli ulteriori capitoli del volume riguardano anzitutto il rapporto fra Leonardo, il vino e la sua vigna, con la riproduzione di tutti gli appunti dal genio dedicati al vino e al suo possedimento in Milano. Quindi la riproduzione di tutti i pensieri che distinguono i tratti caratterizzanti della spiritualità di Leonardo da Vinci. Un’indagine sulla natura umana della Sua figura e della Sua persona, con la riproduzione di tutte le note e i pen-

sieri che il genio scrisse al riguardo di suo pugno nei suoi Codici. Approfondimenti inediti della figura di Leonardo da Vinci con primario riguardo alla sua umanità, alla sua concezione filosofica, al suo carattere più intimo, vero, profondo. Segue una rassegna delle più belle parole spese da esimi letterati, da artisti e da valorosi uomini di ogni tempo per descrivere i diversi aspetti dell’opera e della figura di Leonardo. Luca Maroni ha infine ridigitato e disposto in ordine alfabetico l’originale vocabolario-lemmario di circa 10.000 termini annotato da Leonardo a mano nei suoi codici. Ha in sostanza composto il Vocabolario di Leonardo da Vinci: lavoro e compilazione sin qui mai effetuata né pubblicata su alcun libro esistente. La prefazione del libro è opera del Professor Paolo Galluzzi, Direttore del Museo Galileo di Firenze, già Istituto e Museo di Storia della Scienza, uno fra i più prestigiosi leonardisti viventi di fama internazionale. Il volume “Milano È la Vigna di Leonardo” è edito dalla Sens di Roma, ed è composto da 7 capitoli. Consta di 505 pagine e di oltre 150 illustrazioni a colori. La sua uscita è prevista in libreria per il 7 aprile 2015.

www.lucamaroni.com Luca Maroni

Milano È la Vigna di Leonardo

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LA STORIA, IL RITROVAMENTO E IL REIMPIANTO DEL VIGNETO DI LEONARDO DA VINCI A MILANO NELLA CASA DEGLI ATELLANI Leonardo, il Vino e la sua Vigna L’umanità di Leonardo Leonardo all’intelligenza degli uomini I luoghi, il volto, la firma di Leonardo Il vocabolario di Leonardo

SENS


SIPO sostiene la Croce Rossa Italiana SIPO dona un contributo di ortaggi freschi a favore della Croce Rossa Italiana per il suo progetto di distribuzione di aiuti e beni di prima necessità. SIPO ha scelto di sostenere la lodevole attività della Croce Rossa Italiana a favore dei soggetti più svantaggiati attraverso una donazione di verdure fresche che aiuterà a garantire loro almeno un pasto, spesso l’unico della giornata, equilibrato anche dal punto di vista dei nutrienti. Il progetto, partito con le prime due consegne di gennaio e febbraio 2015, prevede una fornitura gratuita mensile fino alla fine dell’anno di carote, cavoli, cicorie, pan di zucchero, finocchi, indivie, lattughe e cipolle presso la struttura distributiva di Milano “Centro d’ascolto Decanale Cagnola Il Melograno”. “La verdura fresca, mai distribuita in passato, è apprezzatissima - ha dichiarato Antonio Arosio, Presidente del Comitato Provinciale di Milano - Croce Rossa Italiana. La fornitura di SIPO ci consentirà di far fronte alle molteplici richieste provenienti dalle famiglie in grave disagio che vivono a Milano. Desidero esprimere vivi ringraziamenti all’azienda per l’attenzione che dimostra nei confronti della nostra attività”. “La corretta alimentazione è da sempre un punto cardine della comunicazione di SIPO. L’apporto derivante dalle verdure riveste un ruolo

fondamentale - ha sottolineato Massimiliano Ceccarini, General Manager SIPO Group - e spesso proprio questi alimenti vengono assunti in misura inferiore al reale fabbisogno dell’organismo, soprattutto da parte di soggetti con difficoltà economiche. Intendiamo così colmare questa lacuna attraverso la collaborazione con la Croce Rossa Italiana”. Azienda di produzione, lavorazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli freschi di I e IV gamma provenienti da coltivazioni a filiera controllata e da agricoltura biologica, SIPO è presente sul mercato con la linea Sapori del mio Orto per la distribuzione Retail e HoReCa, con le spremute di frutta fresca SIDrink e con la linea SIBionda di insalate biologiche. Le verdure provengono da coltivazioni dirette in campo aperto e in serra seguite direttamente dall’azienda che utilizza disciplinari di produzione al fine di limitare l’utilizzo di fitofarmaci. Il lavoro quotidiano è basato sulla presenza di sistemi produttivi sicuri e moderni, sulla ricerca di prodotti di alta qualità e sull’attenzione alle esigenze del consumatore.

www.sipo.it

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Karpòs promo “Nutri il Sapere”: da Panorama i bambini imparano a conoscere ciò che mangiano! E’ partito da Treviso l’originale iniziativa pensata per informare e sensibilizzare gli studenti delle scuole primarie ad una consapevole e corretta alimentazione, con una formula nuova, per la prima volta all’interno di un ipermercato. Grazie a laboratori appositamente studiati ad hoc e tenuti direttamente presso i banchi dei freschi dagli esperti di Pam Panorama, i piccoli studenti approfondiranno la conoscenza e scopriranno i segreti dell’intera filiera del pesce e del processo di produzione del pane. Un’iniziativa che, da marzo sino a fine maggio, coinvolgerà numerosi punti vendita Panorama sul territorio nazionale e numerose scuole. Ha preso il via da Treviso “Nutri il Sapere”, l’iniziativa dedicata al mondo del food ideata da Pam Panorama, che coinvolgerà gli alunni di numerose scuole primarie in tutta Italia con l’obiettivo di promuovere la cultura alimentare anche nei più piccoli. A partire dal 3 marzo sino alla fine di maggio, all’interno di numerosi punti vendita Panorama gli esperti formatori di Pam Panorama, in giornate appositamente dedicate, terranno delle vere e proprie lezioni durante le quali racconteranno ai giovani alunni tutto quanto c’è da sapere su alimenti di consumo quotidiano, come il pesce e il pane. Il primi 2 appuntamenti con “Nutri il Sapere” si sono tenuti martedì 3 marzo presso l’ipermercato Panorama di Treviso e venerdì 6 marzo presso l’ipermercato Panorama di Marghera ed hanno visto la partecipazione degli alunni della scuole G.Prati Stefanini di Treviso e F.Grimani di Marghera. L’iniziativa, realizzata con il supporto di Gruppo Pleiadi, sarà strutturata in laboratori della durata di 1 ora circa ciascuno, durante i quali i piccoli partecipanti approfondiranno la conoscenza ed apprenderanno i segreti relativi del mondo ittico e del processo di produzione del pane, in una formula che consentirà loro di toccare con mano e sperimentare in prima persona quanto raccontato e spiegato a voce dal personale di Pam Panorama.

Airoldi, Direttore Marketing di Pam Panorama – Per far questo abbiamo messo a disposizione l’esperienza ultra cinquantennale che abbiamo maturato sul campo, le competenze in materia di chi come noi quotidianamente si impegna per offrire il meglio da portare in tavola e gli strumenti più adeguati affinché anche i più piccoli possano capire l’importanza ed il valore della scelta di materie prime di qualità”.

www.nutriilsapere.pampanorama.it

“Nell’anno di Expo2015 durante il quale il tema della corretta nutrizione del Pianeta diventa centrale come non mai, abbiamo deciso di investire fortemente in un progetto dedicato ai più piccoli per sensibilizzarli all’importanza di una consapevole e corretta alimentazione sin dalla loro giovane età – afferma Michela

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Karpòs promo Latteria Soligo, fatturato 2014 segna un +6% Brugnera: “I consumatori premiano la qualità” I produttori soci della storica cooperativa oggi in assemblea a Soligo hanno fatto il punto sui risultati di esercizio 2014 e sulle linee strategiche di sviluppo. Il sistema cooperativistico garantisce un giusto prezzo al late dei soci e un conguaglio da 1,5 milioni. Parola d’ordine qualità. Per resistere in un settore come quello del latte, oggi – nel dopo quote - spazzato dai venti di una concorrenza senza regole, l’unica garanzia resta puntare sull’eccellenza. Questo il messaggio forte uscito dall’assemblea dei soci di Latteria Soligo, riunita stamane nella sua sede centrale a Soligo, per approvare i risultati di esercizio 2014. Qualità che entra in ciascuna delle 200 stalle dei soci conferitori (tra Veneto e Friuli Venezia Giulia) per migliorare il benessere animale e l’efficienza dell’aziende, anche attraverso la collaborazione con le Università con l’obiettivo di innalzare costantemente la già altissima qualità del latte Soligo. Qualità dei sistemi produttivi nelle centrali del latte e nei caseifici Soligo (dalla storica sede di Farra di Soligo, a Caposile, da Breganze a Mareno) con costanti investimenti di ammodernamento e attraverso la ricerca per nuovi prodotti attenti alle esigenze dei consumatori. Una qualità che paga come dimostrano i risultati del conto consuntivo 2014. Latteria Soligo ha visto crescere il fatturato del 6% (da 65 a 69,3 milioni di euro), ha visto aumentare la produzione (+8% il latte conferito dai soci) e soprattutto è riuscita ad assicurare un giusto prezzo alla propria base associativa. Ieri, infatti, l’annuncio del conguaglio di dividendi per quasi 1,5 milioni di euro. Una cifra che ha consentito di far raggiungere al prezzo del latte pagato ai soci di Latteria Soligo i 0,50 €/Litro contro la media nazionale ferma a 39 €/Litro. “Un dividendo che torna alle nostre aziende per essere reinvestito e continuare a migliorare i processi produttivi e la qualità del nostro latte – ha spiegato il Presidente di Latteria Sligo, Lorenzo Brugnera - specialmente in questo particolare momento storico. Eliminata la protezione delle quote latte, la sfida che abbiamo di fronte è quella di un mercato libero dove potremo resistere solo se innalziamo efficienza e qualità. L’importante risultato sul piano del fatturato dimostra che i consumatori riconoscono ai prodotti Soligo una qualità superiore”. Negli ultimi due anni ormai Soligo ha avviato una politica di crescita sui mercati nazionali e stranieri. Anche se l’area di riferimento resta quella del Nordest, vi sono segnali estremamente positivi dal mercato interno: +25% il fatturato nel Nordovest (che rappresenta ormai il 6% del fatturato Soligo), e +35% nell’area del Centro Italia (che è oggi il 3,6% del fatturato). Fette di mercato importanti che Latteria Soligo ha conquistato in particolare in Lombardia, Piemonte e Toscana. Senza dimenticare l’export: + 500 mila euro nel 2014

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(che ha segnato l’ingresso nel Regno Unito, in Austria e il consolidamento in Svizzera). Tutto questo nonostante una contrazione dei consumi interni del -2,7%, che per il latte fresco è arrivata a -6%. “Risultati – ha concluso il presidente Brugnera - che ci premiano per la nostra filiera produttiva, che garantisce eccellenza e controlli, per la qualità di prodotti fortemente radicati nel territorio e garantiti da marchi di tutela – dal Latte Soligo Alta Qualità QV ai formaggi DOP – per la rispondenza alle esigenze dei consumatori: dalle nuove linee biologiche (latte, mozzarella e a breve stracchino) ai prodotti a basso contenuto di lattosio. La nostra responsabilità è guardare al futuro puntando su ricerca, sviluppo e territorio, solo così una piccola realtà come la nostra potrà resistere alla concorrenza dei grandi colossi internazionali. Non dimenticando una gestione oculata che punti a patrimonializzazione e ottimizzazione dei processi produttivi ma soprattutto la nostra natura mutualistica che, come cooperativa del territorio forte di oltre 130 anni di storia, si fonda su forti valori etici e ci vede impegnati a contribuire alla crescita culturale e sociale del territorio”. Tanti i progetti che hanno visto e vedono Soligo impegnata: dal progetto Pollicino per Fondazione di Comunità (a sostegno dell’infanzia in difficoltà) a Soligo Reload per il turismo e la cultura del Solighese.

www.latteriasoligo.it

Assemblea

Lorenzo Brugnera


La Murgia che va avanti è anche U-TUB. Lazazzera: «Una azienda che può crescere ha il dove morale di andare avanti e dare lavoro» Le aziende murgiane che hanno una marcia in più a colloquio in una tavola rotonda. Nella sala convegni del quartiere fieristico, ieri mattina le eccellenze imprenditoriali del territorio hanno condiviso esperienze e progettualità, durante il convegno dal titolo “Storie di aziende: la Murgia che va avanti”, promosso dall’assessorato alle Attive Produttive, guidato da Mariarita Costanza. Applausi scroscianti da parte del pubblico e dei colleghi per l’intervento di Angelo Lazazzera, direttore commerciale dell’azienda “Base Pizza”, marchio “U-TUB”, leader nel mercato delle pizze e pucce creative. «La qualità è questione di coraggio. È anche grazie a questa scelta che U-TUB cresce al ritmo del 30-40 percento un anno sull’altro. Se si è bravi, gli obiettivi e le possibilità di crescita sono illimitate; difatti l’unico problema che abbiamo è quello di contenere la crescita nei limiti della sostenibilità dell’azienda. A questo scopo, quest’anno abbiamo fatto investimenti in strutture e macchinari che ci consentiranno di poter triplicare la produzione», ha spiegato Lazazzera, prima di partecipare al pubblico e

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ai colleghi quel dovere sociale di cui l’azienda “Base Pizza” prova a farsi carico. «Sentiamo una responsabilità sociale come azienda; perché fermarsi e capitalizzare è facile, ma è da vigliacchi. In questo momento una azienda che può crescere ha il dove morale di andare avanti e dare lavoro», ne è convinto Lazazzera.

www.utub.it www.basepizzasrl.it


Karpòs promo La Montina a Vinitaly 2015 con un nuovo spirito! Glamour, Giovane e Green: così si sintetizza il nuovo mood dell’azienda vinicola La Montina, marchio storico della Franciacorta. Nel pieno rispetto della propria tradizione, La Montina si rinnova nell’immagine. E lo fa affidandosi ai colori, ai valori e agli elementi di Madre Natura. A Madre Natura, figura mitica da un lato, ma presenza vera e palpabile dall’altro, inarrestabile e primordiale, ha dedicato i colori che vestono le nuove bottiglie. Una scelta etica ed estetica allo stesso tempo. Per ribadire un impegno enologico che guarda al futuro e alle sue sfide. Per confermare uno stile produttivo unico e inconfondibile, ormai affermato e riconoscibile. Il percorso di rinnovamento dell’immagine aziendale ha avuto inizio l’anno scorso, con una veste davvero speciale dedicata al Rosé Demi Sec (presentata proprio in occasione di Vinitaly 2014). Chic, dedicato alle donne e a tutti gli amanti della finezza fatta a bollicine, il nuovo packaging è valso all’azienda un importantissimo riconoscimento a livello internazionale, il Luxury Packaging Award assegnato a Londra lo scorso Settembre. Sull’onda di questa ispirazione femminile, La Montina ha dunque trovato in Madre Natura la figura ispiratrice della sua nuova immagine aziendale. Le bottiglie, così, si colorano completamente: non solo l’etichetta, infatti, ma anche la capsula diventa elemento personalizzante. Con una texture creata da tante piccole M, La Montina crea un motivo assolutamente nuovo e tutto suo. Centrale dunque il ruolo della M, utilizzata anche nel collarino, sigillo della storia e delle origini dell’azienda, che è pronta però ad affrontare il presente con uno stile più moderno e contemporaneo.

l’importanza e il valore della terra e del territorio; verde per l’Extra Brut per richiamare la freschezza e tutte le sfumature dell’erba; lilla tendente al rosa per il Rosé Demi Sec ad evocare la seduzione delle rose, la loro complicità in amore e la loro fragranza. Per il Satèn è stata scelta un’etichetta di un verde delicato per comunicare freschezza e donare le eleganti emozioni di un chiaro di luna, mentre per il Millesimato Brut il rimando è alla storia millenaria e al fascino del legno, soprattutto quello dei tronchi della vite. Per il Brut la scelta dell’etichetta è stata semplice ed è caduta in modo naturale sul colore arancione a richiamare il caldo abbraccio del sole. Infine per il Millesimato Extra Brut il vetro trasparente della bottiglia ha quasi obbligato il rimando alla pura trasparenza dell’acqua. Il nuovo logo - Completamente reinterpretato e rinnovato anche il logo aziendale. Un passo sicuramente deciso, che La Montina ha voluto compiere per delineare in modo netto la sua nuova fase e il suo nuovo spirito, sempre più rivolti anche ad un pubblico giovane, attento alla qualità di ciò che beve e affascinato dal mondo delle bollicine. Dalle linee semplici ma decise, il nuovo logo campeggia sull’etichetta, che conserva la classica forma incorniciata nella bottiglia (realizzata nel 2010 dall’artista Paolo Menon).

www.lamontina.it

Sette colori per sette declinazioni di Franciacorta – I colori che caratterizzano le varie tipologie di Franciacorta prendono le tonalità dagli elementi della natura e sono forti, di personalità e di attualità, esattamente come il prodotto che vestono. La scelta della famiglia Bozza, proprietaria dell’azienda, è stata quella di proporre una nuova immagine, più colorata, contemporanea e fresca, mantenendo la forma tradizionale della bottiglia per preservare e trasmettere, rinnovandoli, i valori di una tradizione. Marrone per il Riserva Baiana Pas Dosè per ribadire

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“FILARI DI BOLLE” LA PRIMA SELEZIONE DI VINI SPUMANTI MADE IN FRIULI VENEZIA GIULIA Al via “Filari di Bolle”, la prima selezione di vini spumanti del Friuli Venezia Giulia che valorizza la produzione spumantistica regionale, con la sua qualità ed eleganza sempre più apprezzata nel mercato italiano ed internazionale. Gli esiti della selezione verranno resi noti sabato 25 aprile durante l’inaugurazione della 67^ Sagra del Vino a Casarsa della Delizia (Pn). Far conoscere ed apprezzare agli operatori del settore vitivinicolo e ai consumatori la qualità e l’eleganza dei vini spumanti del Friuli Venezia Giulia. È questo l’obiettivo che ha spinto la Pro Casarsa della Delizia ad istituire la prima selezione “Filari di Bolle”. Sabato 25 aprile a Casarsa della Delizia (Pn) verranno resi noti i nomi dei migliori spumanti prodotti in Friuli Venezia Giulia durante la cerimonia inaugurale della 67^ Sagra del Vino, la tradizionale festa di primavera dedicata alla cultura del vino e alla promozione dei prodotti tipici locali in programma fino al 4 maggio. La selezione gode del patrocinio e sostegno dell’Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. “Si tratta di un riconoscimento – ha dichiarato il vicepresidente e assessore alle attività produttive, commercio, cooperazione, risorse agricole e forestali del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello - importante per la produzione di vini spumanti del Friuli Venezia Giulia: un’opportunità per promuoverli veicolando la conoscenza del loro intrinseco livello qualitativo. Una produzione significativa, quella della spumantistica regionale, che incide fortemente nelle esportazioni del nostro comparto vinicolo”. Una giuria di esperti del settore vitivinicolo decreterà attraverso una degustazione alla cieca i migliori vini spumanti del Friuli Venezia Giulia, suddivisi nelle categorie: a) Metodo Charmat Prosecco Doc, b) Metodo Charmat Spumanti monovarietali, c) Metodo Charmat Cuvée e d) Metodo Classico, che devono essere ottenuti da uve prodotte in Friuli Venezia Giulia, spumantizzate nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige e commercializzate da aziende che hanno la sede legale o che possiedono unità operative in Friuli Venezia Giulia. La collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, a cui sono affidate le degustazioni tecniche, qualifica maggiormente la manifestazione eleggendola a vetrina dei migliori spumanti della regione Friuli Venezia Giulia. I vini finalisti della

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selezione saranno posti in degustazione in uno spazio riservato nell’Enoteca del Friuli Venezia Giulia, all’interno della stessa Sagra del Vino di Casarsa della Delizia, e saranno poi presenti al banco di assaggio durante la manifestazione nazionale organizzata dall’Associazione Italiana Sommelier a Roma nel mese di luglio. La selezione “Filari di Bolle”, che si avvale della collaborazione della Città di Casarsa della Delizia, del Consorzio delle DOC-FVG,AIS FVG,Assoenologi, Onav FVG e Slowine, mira a valorizzare ancor più il legame tra territorio friulano, vocazione enologica, tradizioni e realtà vitivinicole locali. La produzione spumantistica del Friuli Venezia Giulia si è affermata grazie all’estensione della Doc interregionale “Prosecco” a quattro provincie della regione Friuli Venezia Giulia, che conta oggi 3.750 ettari vitati a Prosecco pari ad una produzione di 675.000 qli, circa 470.000 hl di Prosecco a cui si aggiungono spumanti da vitigni autoctoni come il Ribolla Gialla. Un comparto, quello spumantistico friulano, sicuramente in crescita anche grazie all’aumento della domanda e al successo che stanno avendo i vini spumanti friulani sui mercati sia nazionali che esteri. Le aziende che desiderano partecipare alla selezione “Filari di Bolle” possono iscriversi entro mercoledì 9 aprile 2015 contattando la segreteria della Pro Casarsa della Delizia (Tel. 0434 871031 e-mail: segreteria@procasarsa.org).


Karpòs promo La MoLiNo sUL CLitUNNo di trevi, iN UMBria, sPeriMeNta Prodotti Per Chi soFFre di iNtoLLeraNze aLiMeNtari La Molino sul Clitunno S.p.a, realtà umbra leader nel mercato delle farine personalizzate per panificazione, pizzeria e pasticceria, sta avviando un progetto per la produzione di farine speciali rivolte a coloro che soffrono di intollerante alimentari. L’azienda di Trevi, con oltre 30 anni di storia alla spalle, ha ricevuto diverse certificazioni per la qualità dei propri prodotti, quali HACCP Certificate UNI: 10854:1999 e la BRC Food Certificate, nonché l’autocertificazione “enzimi free”. Da quest’anno infatti l’azienda ha intrapreso un lavoro di ricerca all’interno del proprio laboratorio di analisi, all’interno dello stabilimento a Trevi, con l’obiettivo di fornire prodotti rivolti a coloro che hanno intolleranze alimentari, in particolare per i celiaci. Questo insieme di studi e indagini

nasce dall’attenzione che il Molino rivolge all’evoluzione del mercato, ai cambiamenti dei consumi e alle nuove esigenze alimentari. Proprio per rispondere alla crescente richiesta di un’alimentazione specifica, presso il centro tecnico del Molino, si stanno preparando due nuove linee di prodotti senza glutine sia per uso domestico sia per i laboratori artigiani: una linea, specifica per pane e tutti i derivati (panini, pizza, rustici), l’altra specifica per i dolci (crostata, frolla, frollini amor di polenta, ciambelloni). Questi nuovi prodotti sono stati già testati e trasformati recentemente in pane e pizza.

www.molinosulclitunno.com

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Karpòs promo UNA FINESTRA SUL TERRITORIO FRIULANO ECCO IL NUOVO SITO WEB DELLA CANTINA VINI LA DELIZIA Rinnovato ed arricchito nei contenuti, il portale guida l’utente nella storia, nella tradizione e nell’unicità della Cantina Vini La Delizia, esempio di “orgoglio friulano”. La Cantina Vini la Delizia si rinnova. Dopo la nuova linea di imbottigliamento, la creazione di un packaging innovativo per la gamma vini La Delizia e l’aggiunta delle due nuove linee Sass Ter e Naonis, la Cantina friulana ha deciso di rifare il look anche al sito web. Emozione, immediatezza, interattività e grafica rinnovata sono solo alcuni dei tratti distintivi che si possono scoprire visitando l’indirizzo www. ladelizia.com. Il portale ora è aggiornato non solo nei contenuti ma anche e soprattutto nello stile, con l’obiettivo di garantire ad un pubblico sempre più eterogeneo la massima interattività. La cantina di Casarsa, da sempre attenta alle tematiche legate alla comunicazione e alle esigenze del consumatore, ha voluto dare maggior valore al sito web, rendendolo uno specchio della realtà aziendale. Il concept si presenta con una grafica lineare ed elegante, che guida l’utente in un viaggio interattivo all’interno del mondo di Vini La Delizia. Navigare in questo nuovo sito web significa ripercorrere la storia dell’azienda, fatta di cooperazione, lungimiranza, passione, impegno e tradizione. È scoprire la filosofia che guida da anni questa cantina e che l’ha resa la maggiore realtà vitivinicola della Regione Friuli Venezia Giulia. L’inconfondibile ricchezza territoriale è attestata delle numerose immagini interattive che nel sito web ritraggono i vigneti della Cantina Vini La Delizia, dislocati nel cuore del Friuli. L’utente ha, già dalla homepage, la possibilità di immergersi nei luoghi in cui vengono realizzati i vini dell’azienda e scoprire da vicino tutta la qualità del “Made in Friuli”. Chiunque visiti il nuovo sito web può inoltre conoscere, mediante le diverse sezioni, tutte le informazioni utili sulla produzione della vasta gamma di vini e rimanere aggiornato costantemente sulle news e novità della cantina friulana. Oltre alla semplice navigazione, sul portale è anche possibile registrarsi alla newsletter, ricevendo mensilmente consigli sui migliori abbinamenti vinocibo e scoprendo in anteprima notizie, eventi e curiosità.

Il sito web mira a creare un dialogo sempre più interattivo e globale tra l’azienda ed il pubblico della Rete, consentendo a quest’ultimo di raggiungere con un click anche i social network - Facebook e Twitter - della Cantina Friulana Vini La Delizia.

www.ladelizia.com


Karpòs promo Il Consorzio interviene nel giorno della mobilitazione contro la contraffazione alimentare a tutela del Made in Italy Pecorino Toscano Dop: “Solidarietà ai produttori di Parmigiano Reggiano e Grana Padano” Righini: “Ci vuole una norma che obblighi a inserire nelle etichette l’origine di tutti i prodotti agroalimentari” “Il Consorzio del Pecorino Toscano Dop esprime solidarietà ai produttori e agli operatori del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano che oggi sono scesi in piazza a Bologna contro la contraffazione alimentare e in difesa dei prodotti del Made in Italy”. Con queste parole Andrea Righini, direttore del Consorzio del Pecorino Toscano Dop interviene nel giorno della mobilitazione organizzata da Coldiretti a difesa dei produttori di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Primo passo contro la contraffazione: inserire nelle etichette l’esatta origine dei prodotti. “Il tema della contraffazione alimentare – spiega Righini – è una questione che riguarda tutte le produzioni enogastronomiche del Made in Italy e che lede sia i produttori che i consumatori. Le istituzioni italiane, insieme a quelle europee, devono impegnarsi di più per garantire la trasparenza delle informazioni nelle etichette dei prodotti, la difesa della qualità delle produzioni e la salute dei cittadini. Troppo spesso i consumatori si trovano ad acquistare prodotti che apparentemente sono indicati come italiani, ma le cui materie prime provengono dall’estero o addirittura la produzione viene svolta fuori dall’Italia. Per questo, come è accaduto nel settore delle carni bovine, c’è bisogno che nelle etichette di tutti i prodotti agroalimentari sia

specificata e inserita l’indicazione di origine del prodotto. Un ‘accorgimento’ che se diventasse legge darebbe concretezza a quel processo di trasparenza delle produzioni per il bene dell’Italia, delle sue imprese agroalimentari ed agricole, ma anche dei consumatori finali”. Garantire informazioni trasparenti sul valore delle Dop e Igp. “Per tutelare le produzioni di qualità – conclude Andrea Righini – c’è bisogno che l’Italia e l’Europa investano di più per informare i consumatori finali sul valore delle certificazioni DOP e IGP. La tutela DOP è un’esclusiva di produzioni legate a filo doppio con il territorio di origine e le persone che partecipano ad ogni fase della filiera produttiva: dall’allevamento del bestiame fino alla tavola del consumatore. Nel caso del Pecorino Toscano significa che solo il formaggio prodotto, stagionato, confezionato e distribuito secondo le norme contenute nel Disciplinare di produzione è Dop e garantisce al consumatore eccellenza delle materia prime e dei procedimenti di produzione. I consumatori italiani ed europei devono essere informati sulle differenze tra i prodotti per poi scegliere in trasparenza e in libertà cosa mettere dentro i carrelli della spesa”.

www.pecorinotoscanodop.it

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Karpòs promo WiNe advoCate 2015 eroBertParker.CoM: eNtUsiasMaNti PUNteGGi Per i viNi tedesChi I vini Tedeschi, potenti, eleganti e dotati di grande personalità e tipicità, hanno raggiunto punteggi molto entusiasmanti sulla più prestigiosa e influente rivista di vini Wine Advocate – eRobertParker.com. La rivista, insieme a Wine Spectator, è letta e considerata in tutto il mondo, non solo in America e in Europa, ma anche in Asia.

’60, quando Lorenzo Tedeschi ebbe la felice intuizione di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi dando origine a uno dei primissimi cru della Valpolicella ed a un vino che è diventato il porta bandiera dell’azienda.

www.tedeschiwines.com

Monica Larner, nota e autorevole critica del vino, responsabile per l’Italia di Wine Advocate, ha pubblicato le degustazioni dei vini della Valpolicella, apprezzando tutti i vini che Tedeschi ha presentato, da sempre unici e perfettamente distinguibili. Quest’anno i vini Tedeschi risultano quindi ai vertici di tutte le tipologie di vini della Valpolicella: un’ottima notizia non solo per l’azienda, ma per tutti i clienti, che hanno dimostrato entusiasmo e apprezzamento e un grandissimo risultato per l’immagine di Tedeschi in Italia e nel mondo. Nella varie categorie il Recioto è al vertice, in seconda posizione il Capitel Monte Olmi , il Valpolicella Fabriseria e il Maternigo e in terza posizione l’Amarone e il Ripasso. Davvero una grande soddisfazione. Tedeschi, una delle aziende storiche della Valpolicella, produce vini potenti, eleganti e dotati di grande personalità e tipicità. L’attenzione alla tradizione, l’orientamento all’innovazione, la conoscenza del territorio sono gli elementi che ne definiscono l’identità. Per fare grandi vini, come l’Amarone, ci vogliono pazienza e dedizione, che per la famiglia Tedeschi significano però anche sollecitudine nel fare, attenzione al dettaglio, e cura verso le attitudini. Questi valori, si traducono in uno stile, lo stile Tedeschi, fedele al territorio e ai vitigni autoctoni e capace di interpretare al meglio ogni singola vendemmia in modo che anche l’andamento della stagione diventi parte integrante del vino. Uno stile nato nei primi anni

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Karpòs promo ORO Caffè presenta ADORO CAFE’: il progetto di caffetterie in franchising che unisce tradizione e gusto Made in Italy In occasione di Franchise Expo Paris, la fiera internazionale dedicata allo sviluppo delle reti del commercio organizzato, in programma a Parigi dal 22 al 25 marzo 2015, la torrefazione friulana ORO Caffè presenterà in anteprima il nuovo format di ADORO CAFE’, il suo progetto di caffetterie in franchising che unisce tradizione e gusto Made in Italy. ORO caffè, azienda specializzata nella selezione, tostatura e miscelatura dei migliori caffè del mondo, prima in Europa a sposare il progetto equosolidale “Beyond Fair Trade”, dal 22 al 25 marzo 2015 sarà presente a Franchise Expo Paris, la prima fiera internazionale dedicata al settore franchising. Per l’occasione, la torrefazione friulana presenterà in anteprima il nuovo format di ADORO CAFE’, il suo progetto di caffetterie in franchising nato con l’obiettivo di diffondere in Italia e nel Mondo la cultura dell’espresso e della caffetteria italiana. “Abbiamo fortemente voluto investire in questo progetto perché è il risultato di un profondo impegno che da oltre trent’anni guida la filosofia aziendale e del quale andiamo orgogliosi.” – afferma Chiara De Nipoti, Presidente del C.d.A. di ORO Caffè, che continua – “Dopo aver aperto La Scuola ORO Caffè – centro di formazione riconosciuto dal IIAC –, essere stati tra i fondatori del Consorzio per la tutela del caffè espresso italiano tradizionale ed aver aderito alla SCAE (Speciality Coffee Association of Europe), oggi siamo pronti a lanciare il nuovo format ADORO CAFE’, un locale dove i clienti potranno trovare un’ampia degustazione di caffè eccellenti e, al contempo, scoprire prodotti di alta qualità testimoni del Made in Italy”. Già sperimentati in Italia, gli ADORO CAFE’ sono principalmente luoghi di incontro, accoglienti e rilassanti, dal design squisitamente italiano, dove tutto ruota intorno al caffè ed al rito di berlo. Caratteristica peculiare degli ADORO CAFE’ è infatti la possibilità di degustare questa bevanda ottenuta attraverso diversi metodi di estrazione, a partire dal tradizionale espresso fino al chemex o alla

moka. “Vogliamo offrire ai nostri clienti non solo la possibilità di scegliere la propria miscela preferita, ma anche l’esperienza unica di decidere il metodo di estrazione del proprio caffè.”- commenta la De Nipoti. L’offerta degli ADORO CAFE’ si completa con un ampio menù di ricette speciali al caffè, studiate e create rigorosamente in Italia, una vasta selezione di prodotti italiani di alta qualità, come cioccolato, gelato e prelibatezze sia dolci che salate, e un’ampia scelta di prodotti da asporto e confezioni per il consumo fuori dal bar – panini, tramezzini, insalate, preparazioni a base di caffè. Nei locali inoltre sono disponibili dei corner dedicati al mondo delle capsule e delle cialde, di cui ORO Caffè stessa ne è produttrice. Per chi volesse avviare una caffetteria ADORO CAFE’, la torrefazione friulana offre un ampio pacchetto di servizi studiati appositamente per accompagnare il partner in tutte le fasi di sviluppo del progetto: dall’analisi di fattibilità, della concorrenza e della location, fino allo studio e realizzazione del progetto; dalla formazione del personale fino all’affiancamento sia in fase di avviamento che durante le gestione ordinaria. In questo modo ogni affiliato potrà sentirsi sempre partner partecipe e, al contempo, riceverà un aggiornamento continuo. L’allestimento dai colori chiari in abbinamento ai materiali naturali, fanno sì che ADOROcafè sia ideale sia per appuntamenti di lavoro, momenti di studio o lettura, ma anche punto di incontro dove il bancone convivale ed i comodi arredi sapranno mettere tutti a proprio agio.

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Karpòs promo IL BRAND DANIEL WELLINGTON Da oltre cinquant’anni Coam fa del confezionamento e conservazione gli strumenti attraverso cui portare sulle tavole degli italiani prodotti agroalimentari d’eccellenza. DANIEL WELLINGTON è il marchio di orologi dal design svedese che ha già riscosso un successo internazionale esprimendo perfettamente il nuovo affermarsi della creatività scandinava, sempre più apprezzata per il particolare mix fra toni sofisticati, purezza e understatement. DANIEL WELLINGTON nasce nel 2011 a Uppsala, a un’ora da Stoccolma. La sua storia inizia quando il giovanissimo fondatore, Filip Tysander, viaggiando per il mondo ha incontrato un autentico gentleman inglese, dai modi raffinati ma allo stesso tempo composti e rilassati. Con stile impeccabile, ama indossare il suo orologio vintage con un cinturino NATO consumato nel tempo. Il suo nome è Daniel Wellington. Fra loro è nata una forte amicizia, Filip Tysander è rapito non solo dalle affascinanti storie di Daniel Wellington, ma soprattutto dalla sua classe innata e senza tempo. In particolar modo lo ha colpito come Wellington porta quell’orologio, al punto da volerlo riproporre in una nuova collezione. Così, con pazienza e determinazione, è nato un bellissimo modello dalla cassa sottile, perfettamente rotonda. Minimale e senza troppi dettagli. Il design classico e pulito permette di abbinarlo in più modi, con un semplice cinturino in pelle, oppure con l’iconico cinturino NATO, o ancora con un altro in pelle più elegante. Così Filip Tysander è riuscito a cogliere un po’ del grande stile di Daniel Wellington in ogni modello, ed è orgoglioso di aver raggiunto questo risultato in così breve tempo. “Daniel Wellington è un gentleman britannico. Ho tenuto bene a mente il suo fascino e la sua eleganza quando ho sviluppato la nostra prima collezione.” Dice Filip Tysander, founder e CEO di DANIEL WELLINGTON, e prosegue: “Ad essere sincero, non ho mai avuto molto interesse per gli orologi, perché non avevo ancora trovato quello giusto per me, che mi piacesse veramente, con un giusto rapporto fra stile e prezzo. Quelli che mi attiravano erano sempre troppo costosi. Dopo aver incontrato Daniel Wellington, apprezzando il suo stile pulito e il modo in cui indossava il suo orologio vintage, con il cinturino vissuto NATO,

mi sono lanciato nello studio di un nuovo modello ricercandolo nello stile preppy, raffinato ma accessibile. Da qui la mia prima collezione, la Classic Collection, che ha iniziato lentamente, ma tenacemente, a imporsi sul mercato. Il mio sogno è di portare DANIEL WELLINGTON a essere in 5 anni l’orologio più diffuso al mondo”.

www.danielwellington.com/it

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Karpòs promo Finalmente si può prevenire la formazione dei gas intestinali che causano fastidio e disagio. Gonfiore, tensione addominale, crampi, flatulenza, reflusso: sintomi diversi che possono avere un’origine comune. L’uomo, infatti, presenta un deficit fisiologico di due enzimi essenziali per una corretta e completa digestione di molti alimenti, alla base della nostra dieta: alfa e beta galattosidasi. L’α galattosidasi, essenziale per la digestione di raffinosio, stachioso e verbascosio, oligosaccaridi non digeribili (OND), contenuti in una grande varietà di cerali, farine bianche, pane, pasta, legumi, frutta e verdura, è un enzima che il nostro organismo non può sintetizzare. La β galattosidasi, enzima indispensabile per la digestione del lattosio, viene sintetizzata nell’intestino fin dalla nascita. Tuttavia il livelli di tale enzima, si riducono di circa il 90% durante l’età adulta. Ecco perché l’intolleranza al lattosio, intesa non come allergia, ma come vera e propria difficoltà nella digestione di questo zucchero, è l’intolleranza più diffusa al mondo. Oltretutto il lattosio non si trova solo nel latte, nei suoi derivati (formaggi, burro, yogurt etc.) ma anche come conservante, in molti altri alimenti in cui non ci aspetteremmo di trovarlo. In mancanza di tali enzimi, gli OLIGOSACCARIDI NON DIGERIBILI e LATTOSIO arrivano inalterati nel colon, dove subiscono fermentazione batterica ad opera della microflora intestinale provocando gonfiore, distensione addominale, crampi, flatulenza, stipsi o frequenti scariche diarroiche. Il rallentato svuotamento gastrico e la maggior pressione intraddominale possono, inoltre, provocare reflusso gastro-esofageo e dispesia. Elgasin, integratore alimentare a base di l’α galattosidasi, β galattosidasi e Carvi ad alta concentrazione, previene la formazione di gas intestinali ed elimina quelli già presenti. In particolare, la ß-galattosidasi contenuta in Elgasin®, migliora la digestione del lattosio (e degli alimenti che lo contengono) nei

soggetti che lo mal digeriscono, riducendo la fermentazione e la produzione di gas intestinali. Il Carvi contribuisce a regolare la motilità intestinale ed all’eliminazione del gas presente nell’intestino. Elgasin® non dà assuefazione, è privo di controindicazioni, previene la formazione dei gas intestinali ed elimina, in modo naturale e fisiologico, quelli già preseti riducendo rapidamente la sintomatologia senza effetti indesiderati. Senza glutine e senza lattosio, in compresse masticabili da assumere prima dei pasti. Sanitas Farmaceutici S.r.l. azienda farmaceutica italiana, fondata nel 1931 e certificata ISO 9001:2008. Tra i suoi principali prodotti troviamo nutraceutici, dispositivi medici, presidi medico chirurgici e farmaci ideati secondo le più recenti linee guida e i più rigidi standard europei di qualità. SANITAS IN CORPORE SANO

www.elgasin.com www.sanitas1931.it

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Oltre il 50% delle aziende dell’alimentare italiano non ha un processo integrato di pianificazione della domanda L’80% delle imprese del food subisce o rincorre il mercato; una flessibilità spesso non progettata, a scapito dell’efficienza interna e della crescita sui mercati internazionali È urgente ripensare i processi di gestione della domanda e della supply chain delle imprese alimentari italiane: per sostenere il valore di prodotti eccellenti senza essere sopraffatti dalla crescente complessità del mercato; per recuperare margine ed efficienza, sfruttando al meglio la capacità produttiva di impianti spesso sovradimensionati; per muoversi con successo verso nuovi confini. Questo, in sintesi, quanto emerge dall’indagine realizzata da GEA Consulenti di Direzione e ASSET, presentata oggi in occasione del convegno “Food Boost – Liberare l’eccellenza con la supply chain” che ha visto la partecipazione di oltre 200 rappresentanti dell’industria del food&beverage, secondo settore manifatturiero a livello nazionale con 6.800 imprese e € 133 miliardi di fatturato. Con l’obiettivo di sondare il livello di evoluzione del settore alimentare italiano nei processi di previsione della domanda e pianificazione delle operazioni aziendali, l’indagine ha costituito il punto di partenza di un dibattito volto a comprendere in quale misura essere eccellenti in questi ambiti costituisce un reale vantaggio competitivo, in particolare per lo sviluppo sui mercati esteri. «Oltre la metà delle aziende continua a sprecare capitali perché non è in grado di realizzare previsioni accurate, che siano di supporto a una programmazione strategica e ottimizzata delle attività produttive. In un mercato globale sempre più esigente e complesso, non basta guardare a come si è sempre fatto in passato e non possiamo più permetterci che questo continui a penalizzare i nostri marchi», ha commentato Luigi Consiglio, Presidente di GEA Consulenti di Direzione. «È vitale rivedere con urgenza i processi di gestione dell’intera supply chain in un’ottica più evoluta, integrata e interfunzionale; una svolta necessaria per recuperare efficienza e accelerare la crescita della nostra industria alimentare, in Italia come all’estero». “Incremento della gamma, competizione sempre più sul tempo, pressione sulla riduzione dei costi e globalizzazione sono fenomeni che caratterizzano la maggior parte dei settori industriali; nel caso del food&beverage la complessità è enfatizzata dalla presenza di numerosi canali da servire contemporaneamente, tenendo conto delle rispettive specificità e da normative sempre più stringenti. Sfide sempre più difficili richiedono approcci sistemici e soprattutto progettualità, non solo nell’affrontare i percorsi di internazionalizzazione, ma anche nel recupero di ef-

ficienza dei sistemi produttivi e nel recupero di efficacia dei processi di pianificazione e programmazione della produzione e della catena di distribuzione” ha aggiunto Andrea Sianesi, Partner di ASSET. Il campione e le aree di indagine L’indagine GEA-ASSET ha preso in considerazione un campione selezionato di 30 aziende italiane – rappresentativo di tutte le categorie merceologiche dell’industria alimentare e di diversi livelli di grandezza e fatturato – analizzandone l’assetto organizzativo (dipendenze gerarchiche, responsabilità operative e gestionali, momenti di condivisione interna delle informazioni), le performance (livello di servizio erogato e impegno del capitale circolante) e le prassi adottate nella gestione dei processi di demand management e operations planning, nonché gli strumenti informativi a supporto. In particolare, il panel di intervistati è composto in prevalenza di imprese del settore beverage (36%), seguito da caffè e dolciumi (20%), pasta e bakery (16%), carne e salumi (16%), latte e derivati (16%) e comparto ortofrutticolo (4%). Più dell’80% sono aziende grandi (44% con più di 250 dipendenti) e medie (40% tra 50 e 250 dipendenti); in termini di fatturato, per il 36% delle imprese coinvolte è compreso tra 100 e 500 milioni di euro, per il 24% tra 50 e 100 milioni, superando il miliardo di euro nel 20% dei casi, per un giro d’affari complessivo di oltre € 20 miliardi. Per il 44% del campione, l’export rappresenta meno del 10% del fatturato e solo per il 16% la percentuale supera il 50%; mentre la quota derivante dalla GDO rappresenta oltre la metà del fatturato per due terzi delle imprese, superando l’80% nel 40%. Tutte le aziende prese in esame – concentrate prevalentemente nel Centro-Nord Italia (28% in Lombardia, 24% in Emilia Romagna e 20% in Veneto) – hanno la produzione in Italia, di cui la maggior parte con 1 o 2 stabilimenti produttivi. I risultati dell’indagine – “Sales & Operations Planning: No Man’s Land” I risultati dell’indagine evidenziano come la necessità di ripensare i processi di pianificazione e gestione della domanda e delle operations sia un tema particolarmente sentito tra le imprese dell’alimentare italiano. Solo un terzo degli intervistati, infatti, si ritiene soddisfatto dei processi adottati attualmente dalla propria azienda e il 50% conferma di avere intrapreso una revisione di tali procedure, concentrandosi soprattutto sul demand management.

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Di fronte alla diffusa incapacità di realizzare previsioni oculate, la grande maggioranza delle imprese sopperisce alla difficoltà di anticipare la domanda affrontando il mercato in ottica perlopiù reattiva. Se, da un lato, solo il 25% degli intervistati ritiene di avere una buona accuratezza delle forecast, dall’altro più dell’80% sostiene di avere performance eccellenti nella flessibilità di risposta al cliente, pagando tuttavia un costo elevato in termini di efficienza interna e di impegno di capitale circolante. Questa elevata variabilità e scarsa prevedibilità della domanda impatta fortemente sulle attività di pianificazione e sui processi produttivi, tanto che meno di un quarto delle aziende del campione riesce ad avere più di una settimana di orizzonte congelato. Guardando agli aspetti che ad oggi contribuiscono a rendere soddisfatti il 30% dei rispondenti in materia di demand planning, a fare la differenza sono la raccolta di più informazioni bottom-up dalla forza vendita e sulle promozioni dei clienti (nel 90% dei casi), una maggiore frequenza di aggiornamento delle previsioni (più che mensile per il 65%) e l’utilizzo di algoritmi a supporto (75%). Aspetti che si riflettono anche sulle aziende più soddisfatte del proprio operations planning che, potendo contare su una buona accuratezza previsionale della domanda (63% degli intervistati) riescono a garantire alla produzione un orizzonte congelato (nel 75% dei casi) e, quindi, a limitare al minimo le inefficienze, pur rivedendo spesso i piani. In generale, tuttavia, si rilevano livelli di maturità differenti nella definizione dei ruoli deputati a gestire l’interfaccia tra la domanda e supply chain. Oltre il 50% delle imprese coinvolte non ha un processo definito per il demand management, che risulta o del tutto inesistente (26%) oppure assimilato alle vendite (26%) denotando grande confusione circa i confini di responsabilità tra le varie funzioni aziendali. Laddove esiste un’unità dedicata alla gestione della domanda (48%), questa fa capo prevalentemente all’area Supply Chain (55%). Entrando nel dettaglio dei tre livelli: - quando il ruolo del demand manager è inesistente, le performance aziendali sono basse, vi è una scarsa visibilità sul mercato in quanto le informazioni sono raccolte solamente dalle vendite, l’export conta per una piccola percentuale del fatturato (10% circa) e vi è una limitata incidenza delle promozioni. La maggiore preoccupazione di queste aziende risiede nel rispondere alla crescente complessità del settore. - se è assimilato alle vendite, le performance sono mediamente buone, vi sono da 3 a 5 persone che se ne occupano ma vi è una forte distinzione tra chi ha la responsabilità di gestire il mercato rispetto a chi si occupa della supply chain, l’export conta per il 20%30% del fatturato e vi è un’incidenza delle promozioni fino al 50%. La principale criticità per questo tipo

di imprese consiste nel gestire in maniera efficace il coordinamento interno tra le diverse funzioni. - laddove esiste un’unità dedicata, le performance sono alte e la funzione dispone solitamente di molte risorse, che realizzano previsioni raccogliendo informazioni attraverso meeting periodici interfunzionali e tenendo conto sia della BaseLine sia delle promozioni, che anche in questo caso hanno un’alta incidenza; l’export rappresenta oltre il 50% del fatturato e la produzione è spesso legata a un’elevata stagionalità. La difficoltà per queste aziende sta nel gestire al meglio la collaborazione con gli attori esterni della filiera (fornitori e retailer). Infine, alla luce della crescente necessità di amministrare grandi volumi di dati complessi, diventa fondamentale avvalersi di adeguati strumenti informativi che siano di effettivo supporto ai processi decisionali e operativi dell’azienda, in un’ottica quanto più integrata. Ciononostante, guardando al campione di imprese interpellate, si evidenzia un’elevata frammentazione anche nell’utilizzo dei sistemi informatici. Spesso la scelta di soluzioni diverse, che tendono a tenere separati il demand planning (DP) dall’operations planning (OP) ostacola l’adozione di un approccio realmente interfunzionale e flessibile. In particolare: il 23% degli intervistati utilizza Excel quale unico programma a supporto per entrambe le funzioni; i sistemi ERP sono utilizzati dal 18% per il DP e dal 27% per l’OP, sebbene molto spesso integrati con Excel (rispettivamente nel 75% e 83% dei casi); il 59% si avvale di un sistema verticale o software ad hoc per il DP, in linea con quanto accade per l’OP (50%), sempre sfruttando anche Excel per alcune funzionalità (62% DP vs 9% OP). Il quadro complessivo che emerge dall’indagine GEAASSET sul food italiano è quindi quello di un settore in cui è sempre più forte l’esigenza di evolvere verso nuove prassi virtuose, che favoriscano l’adozione di un unico processo integrato di Sales & Operations planning, basato su: un ascolto più attento del mercato e dell’azienda stessa, per raccogliere le informazioni utili al processo su vari fronti, con rapidità e precisione; una maggiore collaborazione, sia tra le diverse funzioni aziendali sia verso l’esterno, con clienti e fornitori; una misurazione più efficace delle performance del processo e un nuovo approccio all’innovazione, che sappia guardare ad esempi eccellenti anche fuori dal proprio settore, per ripensare a proprio vantaggio le regole del gioco.

http://gea.it/it

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- www.asset.it

Indagine GEA–ASSET: “Sales & Operations Planning: Man’s Land” Indagine No GEA–ASSET: “Sales & Operations Planning: No Ma

Oltre il 50% delle aziende dell’alimentare nonaziende ha un processo Oltre ilitaliano 50% delle dell’alimentare italiano non integrato di pianificazione della domanda integrato di pianificazione della domanda


Karpòs promo Arriva la primavera: scopri come proteggere gli occhi dalle allergie indossando gli occhiali Mancano pochi giorni all’avvio ufficiale della primavera che annuncia l’avvento della bella stagione. Questo periodo dell’anno non viene però accolto con entusiasmo dai quattro italiani su dieci, che soffrono di allergie dovute alla comparsa dei primi pollini. La primavera, infatti è il periodo in cui la concentrazione aerea di pollini è più alta ed è perciò la stagione in cui le allergie raggiungono il loro culmine. I sintomi più caratteristici delle allergie primaverili sono a carico delle mucose delle vie respiratorie e delle mucose oculari. La reazione degli occhi è particolarmente acuta, infatti questi reagiscono immediatamente alle sostanze estranee, i vasi sanguigni si dilatano e viene rilasciato del fluido, sotto forma di lacrime, naso gocciolante, gonfiore o arrossamento. Prurito localizzato agli occhi ed eccessiva lacrimazione sono quindi i primi segni dell’inizio di una allergia. Secondo le ricerche degli esperti Zeiss che porta gli occhiali è più soggetto a sviluppare allergie perchè le lenti degli occhiali, a causa della possibile presenza di queste micro particelle sugli occhiali, che essendo molto vicino agli occhi, possono rappresentare un possibile fattore del rischio di insorgenza. Le lenti degli occhiali, fortemente elettrostatiche, attraggono e permettono una facile adesione degli allergeni e pollini alla loro superficie, perciò: n quale modo la scelta della giusta lente può influire riducendo il rischio di allergie? Ecco i consigli: 1. Utilizzare lenti con trattamento antistatico per limitare l’adesione degli allergeni 2. Utilizzare occhiali avvolgenti con astine larghe 3. A casa, detergere regolarmente gli occhiali con acqua e sapone non oleoso 4. Durante la giornata, utilizzare pezzuole in microfibra o pezzuole umidificate

Zeiss, azienda leader nel settore dell’ottica e optoelettronica e da sempre attenta alle esigenze e al benessere visivo, ha creato una innovativa gamma di trattamenti che, per le loro proprietà antistatiche, idrofobiche e antiriflesso, possono essere ritenuti un valido aiuto verso i più comuni allergeni da polline. I trattamenti Zeiss DuraVision Premium sono composti da nove strati ultrasottili ottenuti tramite una tecnologia a bombardamento ionico per una maggior resistenza e durata del rivestimento. Lo strato Super Clean Coat permette una facile pulizia delle lenti e quindi la completa eliminazione delle micro particelle responsabili della reazione allergica. Lo strato interno antistatico, invece, è stato brevettato dai laboratori Zeiss per una migliore resistenza allo sporco e per limitare l’adesione degli allergeni alla superficie della lente. Un’ulteriore suggerimento dagli esperti Zeiss, per proteggersi dagli allergeni, è quello di detergere regolarmente i propri occhiali. Si può usare acqua e sapone neutro non oleoso, pezzuoline in microfibra morbida o speciali salviettine umidificate, come le speciali salviettine per lenti ZEISS, che con la loro combinazione unica di agenti attivi permettono una pulizia delicata e accurata. Test indipendenti confermano che i tessuti ultrasottili di Zeiss offrono le prestazioni di pulizia più efficaci senza causare graffi. Questi tessuti dispongono di una struttura particolarmente fine che non danneggia le moderne lenti per occhiali o i loro trattamenti. Sono inoltre preinumidite con una speciale combinazione di due agenti attivi, prive di sostanze detergenti aggressive e profumazioni artificiali.

www.zeiss.it

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Karpòs promo Giraudi Creative Meats presenta SMILEY MEALS Smiley, il marchio più felice, fu fondato da Franklin Loufrani nel 1971 attraverso la pubblicità su un giornale per far sorridere le persone e mettere in evidenzia le buone notizie. Per 4 decadi Smiley é stato il simbolo più riconoscibile nel mondo e lo rimane ancora oggi. Tuttavia Smiley é più di un simbolo, di un marchio, di un “lifesyle”, rappresenta uno stato d’animo e una filosofia ed esiste per ricordare alle persone il potere che puo’ avere un sorriso. Il marchio Smiley 3D é diventato molto popolare grazie a McCain che dal 1994 produce le patatine smile per i più piccoli. GIRAUDI GROUP ha il grande piacere di poter continuare questa tradizione, e presenta la collaborazione con Smiley per la produzione di una nuova gamma di prodotti surgelati che comprende omelettes, nuggets di pollo, burgers di manzo e di vitello. Questa gamma, in esclusiva mondiale, offre una selezione di prodotti deliziosi preparati con carne 100% certificata Europea, per controllare la qualità dal produttore al consumatore. La gamma di questi prodotti ludici e appetitosi comprende: Mini Nuggets di pollo (23 gr.) : la panatura racchiude una morbida preparazione a base di cosce e ali di pollo. 4 Porzioni sono sufficienti a coprire il fabbisogno proteico giornaliero di un bambino. Si possono cuocere al forno, in padella, al micro-onde o in friggitrice. Mega Nuggets di pollo (100 gr.) : teneri e allo stesso tempo croccanti, questi nuggets precotti a base di filetti e cosce di pollo si cuociono bene sia al forno, che in padella o in friggitrice. Beef Burger (90 gr.) : i nostri burgers di manzo non mancheranno di conquistare anche i più piccoli, sono cosi’ teneri che si tagliano con la forchetta e si sciolgono in bocca. Si consiglia la semplice cottura alla griglia. Burger di vitello (90 gr.) : ricchi di proteine e poveri di materie grasse e colesterolo, i nostri burgers di vitello sono teneri e gustosi. Si consiglia la cottura alla griglia, per una perfetta scelta salutare. Omelettes (60 gr.) : al naturale, queste mini omelette sono l’ideale per la prima colazione; accompagnate da un’insalata sono ottime anche a pranzo o cena. Essendo precotte, si preparano molto velocemente al micro-onde, nella tostiera o in padella.

Per i genitori ancora più attenti alla qualità proponiamo i nostri nuggets e burgers biologici, con certificazione AB. Questi nuovi prodotti saranno lanciati durante la fiera TUTTOFOOD/Milano World Food Exhibition dal 3 al 6 Maggio. Una manifestazione di grande portata non lontana dall’Expo Universale. Giraudi Meats vanta oltre 50 anni di esperienza nel settore della carne. Negli anni ’60 il gruppo inizio’ la propria attività con l’importazione di carne di vitello olandese verso il mercato italiano. Da allora la Giraudi é diventata leader nel commercio intraeuropeo ed uno dei principali importatori di carni pregiate da tutto il mondo. Attualmente la Giraudi Meats é divisa in 3 settori: - Giraudi Traditional Meats con agenti e traders per la carne di vitello, di manzo e di suino di provenienza europea e destinata all’Unione Europea, al Giappone, al Medio-Oriente, all’Asia e all’America. - Giraudi Exclusive Meats, per l’importazione e l’esportazione di carne fresca e surgelata, e salumi di alta qualità. - Giraudi Creative Meats, per la produzione e sviluppo di marchi, e per la presentazione di prodotti a base di carne innovativi e creativi.

www.giraudi.com

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Karpòs promo FLOWER TALES APRE ONLINE IL PRIMO E-SHOP PER LA COSMESI FAI-DA-TE Prodotti cosmetici, ingredienti 100% naturali e ricette di qualità per la bellezza e il benessere, femminile e non. E a maggio Flower Tales propone una sorpresa per tutte le mamme

E’ online Flower Tales, il primo e-shop italiano specializzato in cosmetici e materie prime naturali di qualità professionale, con facili ricette che permettono a qualsiasi donna di distinguersi confezionando propri esclusivi profumi e cosmetici di ogni tipo (olii per massaggio, prodotti corpo, struccanti, shampoo e prodotti per capelli, detergenti, stick per labbra, soluzioni anti-age, aromaterapia con oli essenziali, maschere viso, prodotti da bagno, prodotti per unghie, ciglia ecc), tutti totalmente originali e inimitabilmente personalizzati. Ogni donna trova in Flower Tales nuove vie per prendersi cura di sé: abbandonando i comuni e costosi cosmetici prodotti industrialmente, standardizzati e di derivazione sintetica e petrolifera, e sostituendoli con profumi, creme e soluzioni cosmetiche personalizzate, create con le proprie mani da ingredienti completamente naturali, può sfruttare le loro benefiche proprietà e risparmiare al tempo stesso, per di più adottando logiche di produzione e consumo sostenibile. La cosmesi naturale consente infatti considerevoli economie perché usa materie prime poco costose, facilmente disponibili in natura, ed elimina ogni spreco legato al confezionamento, al packaging superfluo e alla pubblicità non informativa.

Maggio, dedicato alle mamme. Proprio alle donne e in particolare alle mamme è dedicata, per la loro festa, la soluzione in kit Box Viso - All’estratto di Malva e olio di Argan, con acido ialuronico, olio essenziale di lavanda e olio di rosa mosqueta che permette di realizzare nel modo più semplice, anche a chi non è pratico di cosmetica fai da te, ben quattro ricette, crema giorno, notte, struccante bifasico e contorno occhi, tutte originali, naturali e sicure al 100%. Con questo kit, che in occasione del mese della festa della mamma sarà in promozione per tutto il mese di maggio, la preparazione diventa facilissima e la qualità del risultato è professionale perché le ricette illustrate guidano passo per passo con immagini e spiegazioni. Praticissima è anche la scelta delle monodosi di olio vegetale e dei misurini, con dosi esatte per ciascun prodotto. Infine, il mix emulsionante si fa carico di tutto e sorprende per semplicità d’uso e qualità professionale.

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I vantaggi della personalizzazione. Flower Tales sa che ogni donna ha un proprio tipo di corpo, di capelli, di pelle, e una propria situazione di allergie e di refrattarietà più o meno evidenti ad alcune sostanze. Così, Flower Tales permette a ogni donna di prodursi i propri cosmetici anallergici personalizzati e idonei ad ogni specifica situazione, dermatologica e tricologica. Etica e italianità. Flower Tales nasce come risposta a un’esigenza al tempo stesso semplice e profonda: essere attenti e creativi con i cosmetici come già accade i prodotti alimentari. Andrea Pavanello, designer del Politecnico di Milano e fondatore di Flower Tales, ne riassume così la filosofia: “Flower Tales si fonda su valori forti. E’ un’azienda tutta italiana: più del 90% delle lavorazioni dei prodotti finiti e il 100% della raffinazione e del confezionamento avvengono nel nostro paese. C’è inoltre una estrema attenzione all’etica della produzione: Flower Tales rinuncia infatti a ogni prodotto testato su animali o di derivazione animale, agli OGM e ai prodotti vegetali trattati con radiazioni.”

Qualità e convenienza. Chi autoproduce i propri cosmetici con Flower Tales risparmia oltre il 75% rispetto a chi li acquista in negozio. Per esempio, con Flower Tales una confezione di Argan 100ml costa appena 9 euro, una di burro di karité 100ml ne costa 4,20; il risparmio raggiunge livelli altissimi con l’acido ialuronico gel puro, disponibile a 4,90 euro in confezione da 100ml mentre in erboristeria il suo costo sale a circa 20,00 euro per confezioni di soli 30ml. E la qualità? E’ sicuramente pari o addirittura superiore: per esempio, gli olii sono 100% naturali, di prima pressione ed estratti a freddo; insomma, si tratta di prodotti riservati di norma ai professionisti. Diffondere cultura. Per Flower Tales è fondamentale che ogni consumatore sia informato e consapevole: per questo è stato creato il blog flowertales.it che permette di conoscere prima di acquistare. Gli articoli, curati da una community di erboristi e specialisti di cosmetica naturale, permettono a chiunque di apprendere le proprietà delle materie prime e di utilizzare ricchi database di ricette consolidate per creare da soli i propri prodotti cosmetici in base alle caratteristiche e ai gusti personali, tenendo conto di eventuali allergie e intolleranze, secondo la formula della flessibilità e del do-it-yourself. Poi, sul sito www.flowertalescosmetics.com, principianti ed esperti possono leggere le descrizioni dettagliate e conoscere le proprietà di ciascuna materia prima, per scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze, da usare pure o in combinazione tra loro sfruttando anche i suggerimenti delle numerose ricette per formulare i propri cosmetici. In più, chi è alle prime esperienze con il fai-da-te della cosmetica, si troverà sicuramente a suo agio con lo speciale starter kit di elementi predosati e ricette illustrate.

www.flowertalescosmetics.com

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IL GELATO DELLE REGIONI DI RIGOLETTO OFFRE UN DOLCE BENVENUTO AI VISITATORI DI EXPO 2015 Svelati i primi gusti di Rigoletto Gelato e Cioccolato per Padiglione Italia a Expo Milano 2015 Gelato, come pasta e pizza, è una delle poche parole italiane che all’estero non viene tradotta perché rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. Certamente è di questo avviso Antonio Morgese, gelatiere e amministratore di Rigoletto Gelato e Cioccolato, uno che crede tanto nel valore del gelato artigianale italiano da aver conquistato l’esclusiva per l’area tematica “gelato e cioccolato” all’interno di Padiglione Italia a Expo Milano 2015. Per l’occasione Rigoletto ha sviluppato il progetto “Il Gelato delle Regioni”: per ogni regione italiana sono stati selezionati i migliori prodotti agroalimentari d’eccellenza rappresentativi del territorio, utilizzati come ingredienti per i gelati che verranno commercializzati ai visitatori. La provenienza e la storia dei prodotti saranno raccontati attraverso i video proiettati sui monitor della struttura di Rigoletto nella piazzetta “Gelato e Cioccolato”. Ma ovviamente quello che i visitatori potranno sperimentare è un vero e proprio viaggio del gusto attraverso i sapori d’Italia. Durante l’intera durata di Expo verranno presentati oltre 30 gusti, sviluppati in collaborazione con il mastro gelatiere Sergio Colalucci, fra i massimi esperti italiani e già vincitore della coppa del mondo riservata ai gelatieri. La prima tavolozza di colori e sapori, disponibile da Rigoletto a partire dal 1 maggio, giorno dell’inaugurazione di Expo Milano 2015, comprende gusti classici come la Crema all’Uovo, il Cioccolato Fondente, la Nocciola IGP del Piemonte, la meno conosciuta Nocciola Mortarella Campana o la Menta di Pancalieri, insieme a gusti meno consueti, come il Gorgonzola di Abbiategrasso con Zenzero, il Pistacchio di Bronte, lo Zabaione al Marsala Florio, la Crema Santa Fina di Zafferano e Pinoli. Gli altri gusti verranno svelati con il procedere di Expo Milano 2015. La gelateria di Rigoletto Gelato e Cioccolato si trova lungo il cosiddetto “Cardo”, cuore di Padiglione Italia a Milano Expo 2015. L’architettura è stata progettata da Paolo Gerosa, con un approccio a basso impatto ambientale: la struttura in legno, rivestita di piante, è completamente smontabile e riutilizzabile, come pure tutte le attrezzature impiegate. La medesima filosofia caratterizza anche le attività commerciali, che adottano pratiche virtuose per minimizzare l’impatto ambientale, ad esempio prevedendo l’utilizzo di coppette e cucchiaini compostabili. I nuovi gusti non saranno però disponibili ai soli visitatori di Expo Milano 2015: oltre che all’interno di Padiglione Italia, una selezione delle nuove ricette sarà in vendita presso le quattro gelaterie Rigoletto

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di Milano, in via San Siro, via San Marco, piazza Po e via Cola di Rienzo. Intervista ad Antonio Morgese, gelatiere e amministratore di Rigoletto Gelato e Cioccolato È vero che in Italia si fa il gelato più buono del mondo? In Italia esiste una lunga e ricca tradizione nella produzione di gelato artigianale. A partire dai primi anni del ‘900 i nostri maestri gelatieri hanno diffuso la cultura e la tradizione del buon gelato nel resto d’Europa. Prova ne sia che nel resto del mondo il gelato artigianale italiano viene chiamato “gelato”, mentre “ice cream” identifica solo quello industriale. Nel nostro paese esistono delle grandi differenze nelle ricette e nelle modalità di preparazione tra le diverse regioni e come sempre dall’incontro di diverse culture nasce un arricchimento. I gelatieri che amano il loro lavoro studiano la materia, attingono dalle tradizioni, sperimentano nuovi sapori e continuano a fare del gelato artigianale italiano quello che possiamo dire con orgoglio essere il gelato più buono del mondo. Cosa ci fa una gelateria artigianale a Expo Milano 2015? Rigoletto Gelato e Cioccolato sta affrontando la partecipazione a Expo Milano 2015 all’interno di Padiglione Italia come un’occasione culturale unica e forse irripetibile per far conoscere a centinaia di migliaia di visitatori italiani e stranieri l’eccellenza del gelato artigianale italiano, coerentemente al tema generale di Expo. Ma la nostra più grande passione è servire un buon gelato preparato secondo la tradizione artigianale italiana, un alimento realizzato con prodotti genuini. Per questo Il Gelato delle Regioni ci è sembrato un progetto entusiasmante e il modo migliore per essere coerenti con la nostra missione e offrire ai visitatori di ogni parte del mondo un assaggio della varietà delle eccellenze del territorio italiano, rispondendo secondo il nostro punto di vista al tema generale di Expo, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”.


Come sono nati i nuovi gusti che presenterete durante Expo? I nuovi gusti sono stati creati da me (Antonio Morgese, ndr) in stretta collaborazione con Sergio Colalucci, mastro gelatiere di fama internazionale. I “Gelati delle Regioni” sono stati l’occasione per trasformare un’amicizia in collaborazione professionale. Insieme abbiamo effettuato un’approfondita ricognizione delle eccellenze territoriali, distillate in una ricettazione che offre uno spaccato del meglio della cultura agro-gastronomica italiana. Avete dei progetti per il dopo Expo? Intanto vediamo di arrivarci alla dine di questo Expo, che si annuncia come una grandissima avventura, sia professionale sia umana. Per la nostra azienda ovviamente questa è anche un’opportunità per sviluppare nuove relazioni a livello internazionale con l’obiettivo di esportare in altri paesi e altri continenti il nostro know-how. Il gelato artigianale italiano è riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo e Rigoletto ritiene di poter essere un solido partner per la diffusione dell’imprenditorialità di settore all’estero. Ci sono già diversi contatti ben avviati e siamo certi che la vetrina di Expo sarà un tassello importante in questa strategia. È vero che il gelato fa bene all’umore? È assolutamente vero. Esiste una documentata relazione scientifica tra l’assunzione di cibo e la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che ha la capacità di promuovere il buonumore e la tranquillità. La maggior parte degli zuccheri presenti nel gelato sono zuccheri semplici che stimolano, attraverso la risposta insulinica, la produzione di serotonina. È anche vero che non bisogna esagerare perché una assunzione continua e prolungata di zuccheri può determinare una resistenza insulinica con conseguente aumento di peso e il relativo malessere. Quindi in definitiva possiamo dire che il gelato, nella giusta misura, fa bene all’umore e non fa ingrassare. Il gelato è l’alimento adatto per ogni età, da chi fa intensa attività sportiva a chi invece vuole rilassarsi con un pranzo leggero nel tepore estivo.

A PROPOSITO DI RIGOLETTO Dal 1997 le gelaterie Rigoletto di Milano servono gelato artigianale, preparato su ricette esclusive con ingredienti genuini selezionati, abbinando ai gusti classici nuovi gusti sviluppati in collaborazione con i migliori maestri gelatieri nel rispetto più rigoroso della tradizione del gelato italiano. Rigoletto è presente a Milano con 4 punti vendita (nella storica sede di via San Siro e in via San Marco, piazza Po e via Cola di Rienzo) impostati e gestiti con la filosofia delle “gelaterie di quartiere” servite da un laboratorio centralizzato, oltre a un punto vendita itinerante per eventi e attività on-the-road. A PROPOSITO DI ANTONIO MORGESE Nel 1997 Antonio Morgese si trasferisce a Milano per rilevare insieme alla futura moglie la storica gelateria Rigoletto di via San Siro, che dal 1955 è il presidio milanese del gelato artigianale di qualità. In questi anni Antonio Morgese arricchisce le proprie competenze frequentando corsi di gelateria e iniziando a collaborare con i migliori maestri gelatieri italiani come Sergio Colalucci e iniziando a sperimentare nuove ricette. Attualmente è consigliere Assofood Milano e ALGA - Latterie Gelaterie ed Affini e Gruppo Gelatieri di Milano e Provincia. A PROPOSITO DI SERGIO COLALUCCI Verso la fine degli anni ’80 Sergio Colalucci affianca il padre gelatiere nella attività di famiglia, che dal 1990 gestisce con il fratello. In questo periodo incontra il maestro Luca Caviezel che gli apre nuovi orizzonti professionali. Successivamente partecipa a corsi di formazione, studi mirati in scienza dell’alimentazione e nutrizione, tavole rotonde con colleghi italiani e stranieri ed entra in contatto con aziende leader del settore sempre desideroso di saperne di più. Dopo la partecipazione ad eventi e collaborazioni, nel 2004 si classifica 3° al concorso “Gelato in Tavola” e nel 2006 è 1° alla Coppa del Mondo della Gelateria. Attualmente offre servizi di consulenza e formazione ed è membro del direttivo nazionale COGEL FIPE.

www.gelateriarigoletto.it

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Karpòs promo Il metodo antifrode per l’olio extravergine di oliva vola negli Stati Uniti Valentina Domenici, coordinatrice della ricerca realizzata all’Università di Pisa, invitata al Congresso della Società Americana dei Chimici dell’Olio che si è svolto ad Orlando dal 3 al 6 maggio. E intanto nel febbraio scorso una rappresenta del gruppo di ricerca è stata ascoltata dalla Commissione Agricoltura del Senato Il nuovo metodo per l’analisi dell’olio extravergine di oliva messo a punto da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa è stato inserito fra le innovazioni del settore della Società Americana dei Chimici dell’Olio (AOCS) e così Valentina Domenici, ricercatrice dell’Ateneo pisano e coordinatrice dello studio, dal 3 al 6 maggio sarà al Congresso di Orlando dell’AOCS per illustrare tutti gli aspetti della ricerca. “La metodologia che abbiamo ideato – spiega Valentina Domenici – è molto veloce e poco costosa rispetto alle pratiche analitiche esistenti tanto che, in prospettiva, potrebbe essere usata direttamente nei punti vendita. L’olio viene inserito in una celletta di quarzo, si registra uno spettro di assorbimento UV-visibile e con il nostro metodo otteniamo in modo immediato le quantità dei suoi quattro pigmenti principali (luteina, feofitina-a, feofitina-b e β-carotene). Queste informazioni servono a valutare con pre-

cisione la qualità dell’olio e vedere, ad esempio, se ha subito trattamenti termici. Stiamo inoltre ottimizzando la procedura per verificare la sua efficacia nell’individuazione di alcune frodi, come la miscelazione di oli extravergine di oliva e di oli di semi.” Ma l’interesse per lo studio non è solo americano. Il 18 febbraio scorso, una rappresentanza del gruppo di ricerca è stata infatti convocata dalla Commissione Agricoltura del Senato per avere informazioni dettagliate sulla nuova metodologia, nell’ambito del contrasto alle contraffazioni all’olio d’oliva extravergine. Oltre a Valentina Domenici, stanno contribuendo alla ricerca Mario Cifelli, Cristina Lazzerini, Carlo Alberto Veracini e Maurizio Zandomeneghi del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Ateneo pisano.

www.unipi.it

All’uscita della Commissione Agricoltura del Senato, da sinistra a destra, Maurizio Zandomeneghi, Mario Cifelli, Valentina Domenici

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Karpòs promo SAPòrem Consorzio del prosciutto di San Daniele, Consorzio Tutela Grana Padano DOP, Consorzio Mortadella Bologna, Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore: i quattro Consorzi, conosciuti in tutto il mondo, si presentano al fianco di Eataly per EXPO 2015 sotto l’emblema del “Sapòrem”. “Sapòrem”, inteso come unione di sapore e sapere, è l’emblema del legame di quattro grandi marchi che si affiancano nello spazio Eataly ad EXPO 2015: Consorzio del prosciutto di San Daniele, Consorzio Tutela Grana Padano DOP, Consorzio Mortadella Bologna e Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. I quattro Consorzi hanno deciso di presentarsi uniti e coesi all’appuntamento di EXPO 2015 per poter trasferire al meglio quei valori comuni di eccellenza e di grande attenzione alla qualità che da sempre li contraddistinguono. Eataly è per i quattro Consorzi un contesto di grande rilevanza in cui essere a tutti gli effetti portabandiera di un’alimentazione consapevole e di qualità rivolte a un pubblico attento alla cultura enogastronomica.

“Sapòrem” sarà anche il nome dello spazio dei Consorzi ad Expo 2015, un luogo situato all’interno di Eataly, in cui poter gustare ma anche conoscere i prodotti simbolo dei quattro marchi, dove tutti i visitatori potranno scoprire ogni segreto di queste eccellenze del Made in Italy attraverso degustazioni, eventi e un originale menù all’insegna della qualità e del gusto, in linea con quella che è la mission dei quattro Consorzi all’interno di Expo.

www.saporem.it

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Karpòs promo UN BIANCO CHE EVOCA LA SUA TERRA: IL FICILIGNO DI BAGLIO DI PIANETTO Il primo bianco prodotto a Pianetto prende il nome da una pietra locale presente nelle vigne della Piana degli Albanesi: nasce così il Ficiligno, un vino che si distingue per la sua freschezza e mineralità.

La cantina siciliana Baglio di Pianetto del

CANTINA BAGLIO DI PIANETTO

conte Paolo Marzotto firma un vino che

www.bagliodipianetto.com

esprime pienamente la quintessenza del luogo in cui nasce: Ficiligno Doc Sicilia, un bianco intenso e persistente che deve il suo nome ad una pietra tipica del territorio, la quale gli conferisce una particolare

GUESTHOUSE & RISTORANTE- AGRIRELAIS

www.bagliodipianetto.com/it/pages/agrirelais

nota minerale. Ottenuto da uve Insolia e Viogner – raccolte a mano in tre differenti vendemmie – questo vino è un blend di vitigni che unisce al carattere della Sicilia l’eleganza della Francia, seguendo un’idea che scorre come un fil rouge nel progetto del suo fondatore. Il luogo da cui provengono le uve con cui si ottiene il Ficiligno è la Piana degli Albanesi, località nei pressi di Santa Cristina Gela (PA), che con i suoi 650 m di altitudine offre un microclima montano ideale alla coltivazione di Insolia e Viognier. Nel primo bianco proveniente da Pianetto il colore giallo paglierino dai riflessi verdognoli si combina con un profumo intenso e persistente, molto fine. Al palato si avvertono all’inizio le note floreali, che pian piano lasciano spazio a sentori di frutta fresca e tropicale come ananas e mango. Ottima risulta l’armonia e la persistenza degli aromi in questo vino di ottimo corpo, equilibrato e fine.

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Karpòs promo DECOLLANO I PRIMI VOLI TARGATI SUNEXPRESS DA MILANO MALPENSA E ROMA FIUMICINO PER IZMIR Da venerdì 1 maggio la compagnia aerea controllata di Lufthansa e Turkish Airlines ha debuttato sul mercato italiano e inizia a operare da Milano Malpensa e da Roma Fiumicino la rotta per Izmir (Smirne) sulla costa egea della Turchia SunExpress, compagnia aerea nata nel 1989 come joint venture di Lufthansa e Turkish Airlines, ha debuttato in Italia e apre i primi voli di linea non-stop dal Bel Paese per la Turchia. Dal 1 maggio è operativo il primo collegamento diretto tra Milano Malpensa e Izmir (Smirne), operato con due frequenze a settimana ogni lunedì e venerdì con un Boeing 737-800 da 189 posti. Il volo SunExpress XQ 871 decollerà ogni lunedì e venerdì alle 18.45 da Malpensa e arriverà a Izmir alle 22.30. Il volo di ritorno XQ 870 partirà dalla città turca alle 15.55 per atterrare a Malpensa alle 17.55. Contemporaneamente partirà anche il collegamento diretto tra Roma Fiumicino e Izmir (Smirne), operato con due frequenze a settimana ogni lunedì e venerdì. Il volo SunExpress XQ 875 decollerà ogni lunedì e venerdì alle 8.30 da Fiumicino e arriverà a Izmir alle 11.55. Il volo di ritorno XQ 874 partirà dalla città turca alle 6.05 per atterrare nella capitale alle 7.35. I biglietti partono da 59,99 euro a tratta tutto incluso. Izmir, perla dell’Egeo, è una delle destinazioni balneari più rinomate della Turchia. Terza città del Paese, è un importante centro commerciale con oltre 3 milioni di abitanti. Si trova sul golfo omonimo con alle spalle le montagne che rendono la sua posizione davvero particolare. Quella che la leggenda annovera come paese natale di Omero, è oggi una città in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione.

In 25 anni di operatività SunExpress ha trasportato oltre 65 milioni di passeggeri. Con l’attuale operativo estivo la compagnia aerea si prepara a una crescita considerevole. Con oltre 700 voli a settimana e più di 110 destinazioni internazionali l’offerta di SunExpress diventa la più grande nella sua storia. Grazie al nuovo sistema tariffario di SunExpress, i passeggeri possono scegliere tra tre diverse tariffe e servizi diversi, per adattare il viaggio alle proprie esigenze e passare così da un viaggio a basso costo a un’esperienza di volo di alta qualità in termini di servizi. La tariffa base SunEco comprende un bagaglio in stiva fino a 20 kg e la possibilità di prenotare servizi aggiuntivi. Oltre a 25 kg di franchigia del bagaglio, SunClassic garantisce prenotazione del posto, snack e drink a bordo. La tariffa SunPremium comprende la possibilità di imbarcare fino a 30 kg di bagaglio, prenotazione del posto con più spazio per le gambe (X-Leg seat) e menu a scelta. I voli sono prenotabili online sul sito della compagnia, www.sunexpress.com, tramite il call center Italia allo 06 97628570 (0,039 EUR/min.), nella agenzie di viaggio, tramite tour operator, sui portali di prenotazioni online oltre ai sistemi GDS Amadeus e Sabre.

www.sunexpress.com

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IL JTB COMPIE 60 ANNI!!

Fondato nel 1955 il Jamaica Tourist Board è giunto al suo sessantesimo anniversario. L’evento sarà celebrato con una serie di iniziative in Jamaica che si protrarranno per tutto il corso del 2105. Con il mandato di promuovere la destinazione Jamaica come meta turistica in tutto il mondo, il JTB ha le sue sedi principali a Kingston, Montego Bay, Miami, Toronto e Londra e uffici di rappresentanza a Berlino, Barcellona, Roma, Amsterdam, Mumbai e Tokyo. Per info contattare tel. (+39) 06 48.90.12.55 / 56 - sergat@rmnet.it EVENTI Dal 4 all’8 giugno week end gourmet sulle Blue Mountain Un’esperienza davvero speciale! Trascorrere alcuni giorni sulle Blue Mountain nella zona delle piantagioni del famoso caffè jamaicano, prodotto DOC, gustare piatti locali, visitare le case private dei proprietari delle piantagioni, bere ottimo rum. Non perdetevi questa occasione! Per info contattare Jamaicatoursociety@gmail.com Arriva Jamrock Summer Festival - 90 days 90 ways! A partire dal 15 maggio 90 giorni di eventi imperdibili per la prossima estate jamaicana. Cultura, moda, musica, fra cui il famoso Reggae Sumfest, gastronomia, sport, intrattenimento! Fino a settembre non ci si annoia in Jamaica!

http://jamrocksummer.com/about-us/ Il presidente Obama in visita alla casa museo di Bob Marley Il 9 aprile il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è fermato per un giorno in Jamaica ed ha visitato la casa museo di Bob Marley a Kingston. “ Ho ancora tutti i suoi album” ha detto il presidente Obama riferendosi al famoso cantante jamaicano scomparso nel 1981 e ormai divenuto leggenda ed icona della lotta per l’uguaglianza e la libertà. Guarda il coloratissimo video della marcia del carnevale jamaicano! Il Carnevale jamaicano – Bacchanal Jamaica - dura per tutta l’estate con Bacchanal Summer! Guarda il coloratissimo video della road march del 12 aprile a Kingston:

https://www.youtube.com/ watch?v=uVISZgP5wxo&sns%3Dem Per info http://bacchanaljamaica.com/

JAMAICA FAI DA TE Per il turista fai da te e non solo indispensabile conoscere l’ efficientissimo servizio offerto dalle linee di bus Knutsford Express che collegano con oltre 105 partenze settimanali la città di Kingston con il nord e l’ ovest dell’ isola. La compagnia offre partenze programmate, servizio di corriere veloce, noleggio privato e shuttles per eventi speciali.

http://www.nutsfordexpress.com/ NOTIZIE DALLE LINEE AEREE Ripristinato il volo serale da Miami a Montego Bay A partire dal 21 agosto 2015, American Airlines riattiverà il volo da Miami a Montego Bay con partenza alle ore 17.15. Un orario che permetterà comode coincidenze con i voli provenienti dall’Europa.

http://www.americanairlines.it/intl/it/index. jsp?locale=it_IT NOTIZIE DAGLI ALBERGHI Annunciato accordo fra Sunset Beach Resort Spa & Waterpark – The Oasis at Sunset e AMResorts Operativo a partire dal 1 agosto 2015 l’accordo fra Sunset Beach Resort Spa & Waterpark – The Oasis at Sunset e AMResorts per la gestione dei due alberghi di Montego Bay. L’accordo prevede anche il rebranding che avverrà verso la fine dell’anno: il nuovo nome delle strutture sarà Sunscape Resort & Spa. Sunset Resort Management Team continuerà invece a gestire l’albergo Sunset at the Palms a Negril.

http://www.sunsetresortsjamaica.com/ Grandi offerte per l’estate negli albeghi della catena Island Outpost 4 notti la prezzo di 3, 7 notti al prezzo di 5, 10 notti al prezzo di 7 e chi più ne ha più ne metta! Grandi affari per chi prenota una vacanza estiva negli alberghi Island Outpost!

https://www.islandoutpost.com/

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Karpòs promo SWEDISH GLACE – ALGIDA Nuovo gelato a base di Soia, senza glutine e con lo 0,01 % di lattosio Il suo motto: tutto il gusto del gelato, senza compromessi Per la prima volta nella storia del gelato, dal cuore di panna di Algida arriva un gelato a base di soia capace di soddisfare i consumatori più attenti: perfetto per chi soffre di allergie o intolleranze, grazie all’assenza di glutine e alla quasi totale assenza di lattosio. E perfetto per chi ama l’esperienza golosa e gratificante del gelato. La qualità della soia di Swedish Glace è certificata da quattro caratteristiche principali: ·

è senza glutine

·

è senza lattosio

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è decorticata

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è priva di OGM

Per questo Swedish Glace riesce a far convivere esigenze di gusto e attenzione alla salute per regalare un momento di piacere a tutti coloro che nel corso degli ultimi anni hanno maturato una maggiore consapevolezza riguardo agli alimenti ma non vogliono rinunciare al piacere della bontà. Una rivoluzione per il mondo del gelato.

Vaniglia e lamponi: sono questi gli ingredienti scelti da Swedish Glace per innovare la storia del gelato. L’aroma dolce e invitante della vaniglia, la nota aspra e fruttata dei lamponi: due gusti intensi e gratificanti combinati con creatività alle qualità salutari delle materie prime. La soia incontra il lampone e la vaniglia per offrire una duplice esperienza di gusto e benessere: perché il gelato è prima di tutto un intervallo di piacere fresco e spensierato. Lampone e vaniglia due gusti per dire addio a tutti quei dualismi che vogliano da una parte i salutisti e dall’altra i golosi, da una parte gli intransigenti e dall’altra gli indulgenti. Sentirsi al meglio o gratificarsi con un gustoso gelato? Oggi puoi non scegliere: con Swedish Glace cadere in tentazione non è mai stato così salutare.

www.sharehappy.it/Brand/swedish_glace.aspx

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Karpòs promo Il 3 e 4 agosto a Noci (Bari), città dell’enogastronomia, in Valle d’Itria, nel cuore delle Murge Orecchiette nelle gnostre, al via la grande kermesse dell’eccellenza pugliese Nelle tipiche viuzze: percorsi enogastronomici, itinerari turistici, laboratori di gusto, appuntamenti musicali e tanto altro ancora Percorsi enogastronomici, itinerari turistici, laboratori di gusto, appuntamenti musicali. Tutto questo è “Orecchiette nelle gnostre” che si terrà il 3 e 4 agosto a Noci (Bari), città dell’enogastronomia, delizioso comune della Valle d’Itria, nel cuore delle Murge. L’eccellenza pugliese andrà in scena nelle tipiche gnostre cioè i piccoli spazi che si aprono nel centro antico di Noci tra le viuzze che lo caratterizzano. Protagoniste assolute dei vari stand le orecchiette, simbolo della Puglia in Italia e nel mondo, preparate dalle mani dei più importanti chef regionali. In due giorni sarà possibile degustarle in svariate ricette, in un percorso di gusto che partendo dalla tradizione approderà alle più recenti sperimentazioni. L’immancabile compagno di questo viaggio sarà il vino, rigorosamente selezionato dalle migliori e più prestigiose produzioni pugliesi. Tra le novità il ristorante dell’Eccellenza: un vero e proprio percorso degustativo guidato, creato ad hoc da uno chef stellato che utilizzerà per l’occasione solo il meglio degli ingredienti pugliesi. Su ogni piatto verrà e abbinato dall’Ais Puglia il top delle etichette delle cantine partecipanti. Inoltre, nel percorso del gusto si potranno scoprire i sapori di tutti i prodotti tipici pugliesi: carni delle Murge, olio, mozzarella, cardoncello delle Murge, capocollo di Martina Franca, uva da tavola, focaccia barese, pane Dop di Altamura, birre artigianali e tanto altro ancora. E per chi poi non si accontenta solo di mangiare, ma vuole imparare l’arte di mettere le mani in pasta, ci sono laboratori per fare le orecchiette: un’opportunità per scoprire piccoli trucchi e realizzare grandi piatti.

Prenderà il via anche il concorso fotografico dedicato alla regina della pasta pugliese: l’orecchietta. Le foto più belle e rappresentative saranno premiate ed esposte in una mostra presso il chiostro delle Clarisse, cuore del centro storico di Noci. Scaricando l’app di Orecchiette nelle gnostre sarà possibile informarsi su tutte le attività della manifestazione, essere sempre aggiornati e votare le foto più belle e la ricetta più gustosa. Ma non finisce qui, nei due giorni si alterneranno anche talenti musicali che animeranno Noci con ritmi che vanno dalla musica popolare, al blues, alla lirica, allo swing fino al pop. In più per chi volesse visitare la Valle d’Itria e la Terra dei Trulli è possibile acquistare escursioni e tanto altro per conoscere le più belle masserie, ammirare panaromai mozzafiato, percorsi rurali di una delle regioni più belle d’Italia. Orecchiette nelle gnostre è patrocinato dal comune di Noci, dall’assessorato alle risorse Agricole della Regione Puglia con Ais Puglia e promossa e organizzata dell’agenzia Indde di Grottaglie (TA), che dopo quattro anni di esperienza maturata nella città delle ceramiche, ha colto questa nuova sfida come un’importante occasione di crescita per una futura proiezione oltre i confini nazionali dell’evento. Per informazioni: www.orecchiettenellegnostre.it; 099/5668560

www.orecchiettenellegnostre.it

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Karpòs promo OPAL MOJITO E VODKA MOU: L’ESTATE DI DISTILLERIE FRANCOLI È DOLCE, FRESCA E TUTTA NATURALE La storica distilleria piemontese propone i due prodotti simbolo dell’estate 2015

Due liquori golosi, versatili e completamente naturali che danno il benvenuto all’estate. Distillerie Francoli firma la bella stagione con due conosciuti prodotti che saranno gli ingredienti indispensabili delle belle serate in compagnia. Si comincia con il MOU, liquore a base di pregiata vodka cui si unisce tutta la golosità della caramella Mou. Un prodotto unico nel suo genere, che con la sua caratteristica dolcezza riesce a conquistare i palati più golosi. Un liquore completamente naturale, preparato partendo da una base di vodka cui viene aggiunto il caramello prodotto con zucchero, panna e bacche di vaniglia. Al colore tipico del caramello si unisce, al palato, la nota avvolgente e delicata della caramella Mou. Un liquore che dimostra la sua piacevolezza in ogni occasione. Può essere bevuto liscio, ghiacciato, on the rocks, ma anche miscelato in fantasiosi cocktail o aggiunto al gelato. Il tutto con un moderato grado alcolico, che rende il MOU l’ingrediente perfetto per celebrare il piacere della compagnia nelle calde sere d’estate. Dedicato agli amanti della notte è invece OPAL NERA, il primo ed originale Black Liqueur a livello mondiale. E’ un liquore dal colore unico, nero, opalescente, i cui riflessi ricordano la pietra nobile da cui prende il nome. OPAL NERA nasce da un delicato blend di bucce delle più rare varietà di limoni e di fiori di sambuco, anice stellato e bacche di sambuco, che conferiscono il leggero sentore di moscato al prodotto ed il particolare colore neroviolaceo, unico ed originale. OPAL NERA ha un gusto innovativo dal fresco sentore di anice, decisamente più morbido rispetto alle sambuche; l’essenza di limone, rinfrescando l’aroma dell’anice, conferisce al liquore un gusto nuovo ed inusuale. Perfetta se gustata ghiacciata, OPAL NERA è ideale anche miscelata in cocktail e long-drinks, come il celebre Opal Mojito, versione total black del famoso “pestato” a base di rum.

******************************************** Le ricette: Il Mou VODKA MOU: Il Mou Distillerie Francoli, Liquore al Caffè, Ghiaccio SOAVE MOU: 2/3 Il Mou Distillerie Francoli, 1/3 Panna Montata e cannella a piacere. MOU SOUR:3cl Il Mou Distillerie Francoli, 2cl vodka liscia, 1cl succo di lime, top ginger ale.

Opal Nera OPAL MOJITO: 1/2 lime tagliato a spicchi, 1 cucchiaino di zucchero di canna bianco, 8-10 foglioline di menta fresca, ghiaccio a scaglie fino al bordo del bicchiere, 4 cl Opal Nera, colmare con gassosa, guarnire con rametto di menta e cannuccia di liquirizia. OPAL FROZEN: 4 cl Opal Nera, 6/7 cubetti di ghiaccio, succo di limone. Frullare per 30 secondi nel blender. ENERGY OPAL: 4 cl Opal Nera, colmare con energy drink, decorare con scorza di arancia.

www.francoli.it

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Karpòs promo SIPO con la consociata Flavour Valley S.p.A. Società Agricola annuncia il Piano Colturale della Primavera/Estate 2015 Il piano di coltivazione sugli oltre 40 ettari di Flavour Valley S.p.A. Società Agricola - consociata di SIPO - è rivolto alla valorizzazione degli ortaggi di Romagna E’ imminente la prima raccolta di ortaggi della consociata di SIPO, Flavour Valley S.p.A. Società Agricola. Dopo la costituzione il 24 settembre 2014, e dopo la prima fase di organizzazione e pianificazione aziendale Flavour Valley ha annunciato le produzioni programmate nel piano colturale primaverile-estivo 2015: 2 ettari di cavolo cappuccio bianco con inizio periodo raccolta a maggio e produzione media di 450 quintali/ettaro fino a dicembre, 1 ettaro di cavolo cappuccio rosso con inizio raccolta a luglio e produzione di 450 quintali, 5 ettari di cicoria pan di zucchero con raccolta a giugno (1 ha) e ottobre/dicembre (4 ha) con produzione media di 400 q/ettaro, 2 ettari di zucchine scure, inizio raccolta giugno/luglio e produzione media per ettaro di 450 quintali, 9 ettari di indivie (riccia e scarola) con raccolta da maggio a novembre e resa di 350 q/ettaro, 8 ettari di sedani da costa (bianco e verde) raccolti da giugno a ottobre con resa media per ettaro di 800 quintali. Fondata dalla famiglia Ceccarini di SIPO (Società Italiana Prodotti Ortofrutticoli) e dalla famiglia Bagnara dell’azienda agricola Dismano, Flavour Valley S.p.A Società Agricola produce e distribuisce sul mercato gli ortaggi Romagnoli di qualità, con un know-how della filiera orticola che va dal campo alla commercializzazione accumulato dalle aziende fondatrici in decenni di attività. “Il piano di coltivazione è rivolto alla valorizzazione degli ortaggi del territorio Romagnolo - ha dichiarato Franco Ceccarini, Fondatore di SIPO - che saranno destinati principalmente al mercato nazionale della grande distribuzione organizzata come prodotti

sfusi di I gamma. E per alcuni di essi vi saranno anche dei packaging personalizzati per valorizzare la filiera dei prodotti freschi di Romagna. Flavour Valley si occupa di semina e trapianto, coltivazione e raccolta di ortaggi a lotta integrata per la I e la IV gamma e successiva trasformazione e commercializzazione in giornata a temperatura controllata. L’azienda ha annunciato anche un piano di investimenti per il biennio 2015-2016 di 1,8 milioni di euro destinati all’ammodernamento delle attrezzature agricole, impianti di fertilizzazione e irrigazione. “La società dedica la massima attenzione alla filiera orticola e alla biodiversità - sottolinea Maria Teresa Mengarelli, Presidente di Flavour Valley - facendo tesoro dell’esperienza commerciale e produttiva di SIPO che da più di 50 anni opera sul mercato come azienda leader nel campo delle produzioni a foglia larga

www.sipo.it

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A sinistra: campi Flavour Valley A destra: Franco Ceccarini


Karpòs promo CANTINE APERTE: CON LA GERARDO CESARI IL VINTAGE VA IN CaNTINA! Domenica 31 maggio porte aperte alla Cantina di Cavaion Veronese, tra vecchie annate, mezzi d’epoca e atmosfere d’altri tempi. ETorna domenica 31 maggio Cantine Aperte, la giornata dedicata alla cultura del vino organizzata dal Movimento Turismo del vino. Anche in questa occasione la Gerardo Cesari proporrà al pubblico un divertente itinerario alla scoperta delle migliori produzioni enologiche simbolo della Valpolicella, tra cui l’imperdibile Amarone, il fresco Lugana e l’entusiasmante Chiaretto. Il tutto in una inedita veste vintage, che renderà indimenticabile l’esperienza per adulti e piccini. La cantina di Cavaion Veronese aprirà infatti le proprie porte dalle 10.00 alle 17.00 del 31 maggio; per tutta la giornata si svolgeranno, con cadenza oraria, le visite guidate alla cantina, accompagnate dagli immancabili assaggi dei vini simbolo della cantina in abbinamento agli affettati e formaggi locali.

A rendere indimenticabile l’appuntamento sarà l’atmosfera vintage che personalizzerà ogni particolare del percorso: dalle degustazioni di vecchie annate, al servizio di cortesia di pulmini vintage di Veterancarclub, che collegherà tutte le cantine del territorio, per finire con l’esperienza di sottoporsi a “trucco e parrucco” come vere star del cinema di un tempo. Per informazioni su costi e modalità di partecipazione: Gerardo Cesari Spa - Tel +390456260928 - marketing@cesariverona.it

www.cesariverona.it

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MASSIMO SPIGAROLI ALLA GUIDA DEL CONSORZIO CULATELLO DIZIBELLO Rinnovato anche il Consiglio Direttivo Obiettivi del nuovo mandato: tutela del marchio e promozione

Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Culatello di Zibello, riunitosi lo scorso 25 marzo a Zibello, ha nominato Massimo Spigaroli (Antica Corte Pallavicina) come Presidente del Consorzio Culatello di Zibello, e Paolo Berselli (IBIS) come Vice Presidente. L’Assemblea dei Soci ha anche nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione per il prossimo triennio: Marco Pizzigoni (Al Vedel); Francesco Negroni (Agricola Tre Valli); Renato Dallatana (Dallatana srl), Katia Soncini (Soncini Gladis); Tito Tortini (Salumificio Ducale). Massimo Spigaroli potremmo definirlo “l’essenza stessa” del Culatello di Zibello DOP. Nasce nel 1958 a Polesine Parmense e fin da bambino, nell’azienda di famiglia, sviluppa la sua passione verso il cibo e i fornelli, tanto da diventare anche stella Michelin. In realtà la sua nomina è un ritorno, in quanto era già stato Presidente del Consorzio del Culatello di Zibello dal 1993 al 2009. E’ inoltre, Presidente della Strada del Culatello di Zibello dalla sua fondazione; Presidente del Consorzio del Suino nero di Parma; Presidente dell’Associazione Chef to Chef; Socio professionale della francese “Chaine des Rotisseurs”; Membro del consiglio nazionale dell’associazione “Euro Toques”; Docente di ALMA, la “Scuola Internazionale di Cucina Italiana”. “Sono molto onorato per questa nomina ha affermato Massimo Spigaroli, neo Presidente del Consorzio. Ringrazio Tito Tortini, che ha dedicato al Consorzio ben sei anni e i Consiglieri che mi hanno dato fiducia” ha affermato Spigaroli. “Dobbiamo lavorare molto come Consorzio per fare cultura del prodotto. Il Culatello di Zibello è un salume eccezionale e deve il suo successo al fatto che è un prodotto artigianale, che si avvale

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di saperi antichi e di un microclima particolare e rappresenta uno dei pochi casi al mondo dove un prodotto tipico ha fatto crescere tutto il territorio. Ritengo che l’attività di promozione debba essere uno degli obiettivi principali del Consorzio perché questa aiuta anche il consumatore a diffidare dalle imitazioni” ha concluso il Presidente.

www.consorziodelculatellodizibello.it/


AFFAIRE XYLELLA: LA REGIONE PUGLIA NON PUBBLICA IL BANDO DEDICATO AL MONDO SCIENTIFICO Ai ritardi nell’affrontare la questione del Co.Di.RO., la Giunta Vendola somma la mancata pubblicazione del bando per il futuro dell’olivicoltura pugliese. Il deputato L’Abbate (M5S) chiede un’azione immediata, viste le imminenti elezioni che porterebbero ulteriori ritardi Mentre giungono da Bruxelles le nuove disposizioni per fronteggiare l’emergenza Xylella fastidiosa ed il Governo concede alla Giunta Vendola la possibilità di richiedere lo stato di calamità per i territori colpiti, manca ancora all’appello un bando regionale dedicato alla ricerca scientifica. Le lavorazioni del terreno e le potature che gli olivicoltori salentini stanno portando avanti nelle ultime settimane, infatti, servono a contenere la sputacchina, vettore del batterio, ma per il futuro dell’olivicoltura pugliese servirà un lavoro scientifico che il mondo accademico dovrà presentare. Un mondo accademico che vede gli enti di ricerca già pronti ma in attesa di pubblicazione del bando. “Il governatore Vendola si dichiara soddisfatto che si sia sventato il rischio desertificazione del Salento quando, in realtà, la sua Giunta è stata di una lentezza e di una inefficienza disarmante. Fosse intervenuta a tempo debito, ovvero quasi due anni fa, il fenomeno sarebbe stato confinato nella zona di Gallipoli, evitando di colpire tutta la penisola salentina – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura a Montecitorio – Siamo stati i primi a portare l’affaire Xylella all’attenzione del Governo attraverso una risoluzione alla Camera, approvata dalla Commissione solamente ad ottobre 2014, ad un anno dalla sua presentazione, mentre in Regione si è latitato in attesa di un intervento dall’alto. Con i finanziamenti ricevuti, la Giunta Vendola avrebbe dovuto predisporre un bando

dedicato al mondo scientifico per studiare il fenomeno, poter identificare in maniera completa le concause del disseccamento rapido dell’olivo e soprattutto gestire il futuro che attende i coltivatori pugliesi. E, invece, in Regione si preferisce dormire e fare annunci spot da campagna elettorale. L’avevamo ribadito anche nell’audizione con il Commissario Siletti a Montecitorio: il vero nemico è la politica che mal amministra e, spesso, dorme – continua L’Abbate (M5S) – Il Governo Vendola deve assolutamente predisporre un bando pubblico, permettendo al mondo scientifico e ai ricercatori di mettersi subito al lavoro. E deve farlo ora: se si attende il decadimento della Giunta, infatti, si rischia di perdere tutto il 2015 tra nomina dei nuovi assessori e poltronismi vari. Gli agricoltori pugliesi attendono risposte concrete ai notevoli sforzi che stanno compiendo ogni giorno per fronteggiare l’emergenza. Chi amministra abbia almeno il buonsenso di non essere di intralcio per l’olivicoltura pugliese”. “Sulla questione Xylella pesano inesorabilmente i ritardi della Regione Puglia e manca il sostegno al mondo scientifico che dovrà dare risposte chiare ed efficaci, sciogliendo ogni dubbio – commenta la candidata governatrice Antonella Laricchia (M5S) – Il nostro obiettivo, una volta in Regione, sarà quello di approvare nel più breve tempo possibile un piano olivicolo che in Puglia manca ancora”.

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Karpòs promo ALL’ASTA LA BOTTIGLIA DA COLLEZIONE PER VALORIZZARE I LUOGHI DEL CARDUCCI Dalla creatività di Stefano Tonelli l’opera d’arte che fa delle Mathusalem di Messorio 2004 un pezzo unico. Un quadro scomposto in 48 etichette per 48 bottiglie, una delle quali sarà all’asta il 22 maggio, in occasione di Expo. Il ricavato verrà utilizzato per valorizzare i borghi celebrati dal Poeta. Quarantotto Mathusalem di Messorio 2004, il Merlot in purezza de Le Macchiole, diventano opere da collezione per valorizzare i luoghi cari al poeta Giosuè Carducci che in “Davanti a San Guido”, ha celebrato “I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar”. Le differenze tra un pittore e un produttore di vino sono sottili, l’uno dipinge un paesaggio, l’altro ne racconta e ne esalta i profumi. La bottiglia diventa la tela e il vino un’opera che si lascia osservare, degustare, condividere. Da questa idea è nato il progetto Messorio04, in collaborazione con l’artista toscano Stefano Tonelli che ha creato “Calligrafia di un Sentimento”, opera su tela, realizzata con tecnica mista, che è stata scomposta in 48 etichette. Venerdì 22 maggio alle ore 14,30 , in occasione di Expo, una di queste esclusive Mathusalem del Messorio 2004 verrà battuta all’asta di Pandolfini c/o il Centro Svizzero di Milano, in via Palestro 2. Le restanti 47 bottiglie saranno vendute sui mercati esteri e sul mercato italiano. Per conoscere dove esattamente queste bottiglie saranno spedite o per valutare una possibilità di acquisto si può contattare direttamente Le Macchiole (www. lemacchiole.it) <<Con sole 48 Mathusalem prodotte e messe in commercio, questo vino è da considerarsi un vero pezzo da collezione. Con l’intero ricavato derivante dalla vendita di queste bottiglie – spiega Cinzia Merli, titolare de Le Macchiole - supporteremo il Comune di Castagneto Carducci, in un progetto modulare per la valorizzazione del territorio attraverso l’installazione nei luoghi cari a Giosuè Carducci di “cornici” che “inquadreranno” il panorama Bolgherese permettendo alle persone di vedere il nostro territorio con gli occhi del poeta Premio Nobel>>.

Al progetto Messorio04, questo il suo nome, verrà dedicata anche una pagina web che sarà on line nel sito Le Macchiole a partire dal 30 aprile. <<Ogni collezionista in possesso di un Messorio 2004 Special Edition, sosterrà un’iniziativa speciale. Tutti i luoghi dove saranno vendute le Mathusalem verranno riportati sulla pagina dedicata al Messorio sul sito de Le Macchiole – aggiunge Cinzia Merli - Il nostro obiettivo è quello di avere una mappa completa della distribuzione di questa bottiglie, seguendole nel loro viaggiare attraverso il mondo, con l’intento di organizzare nel 2024 un evento dedicato ai 48 proprietari di queste Mathusalem, piene o vuote che siano. Un incontro a Le Macchiole con lo scopo di “ricostruire” il dipinto originale e celebrare insieme Messorio e Bolgheri>>.

www.lemacchiole.it/messorio04/)

www.lemacchiole.it L’intento è creare percorsi e itinerari che facciano scoprire Bolgheri e Castagneto, permettendo ai turisti di tutto il mondo di ammirare i borghi e gli scorci che hanno ispirato le famose poesie di Carducci.

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Karpòs promo QUINOA TRICOLORE, LA MADRE DI TUTTI I SEMI Naturalmente priva di glutine, ricca di preziosi nutrienti, la quinoa è l’ideale per chi cerca un alimento naturale, sano e facile da cucinare. Mix di tre varietà differenti di quinoa, bianca, rossa e nera, la quinoa tricolore Pedon della gamma “Dalla Buona Terra” si presta alla preparazione di gustose insalate fredde, piatti ideali per la tavola dell’estate. Di origine millenaria, la quinoa proviene dalle zone andine dell’America Latina e si adatta perfettamente alle esigenze dell’alimentazione moderna con un elevato contenuto nutrizionale. È composta per il 60/70% da carboidrati, quindi una sicura fonte di energia, non mancano poi le proteine ed altri unici microelementi come manganese, potassio, fosforo, ferro, zinco, vitamine A ed E.

Quinoa Tricolore Dalla Buona Terra Formato: 500 g (7 porzioni)

Suggerimenti di preparazione e ricette all’indirizzo:

www.pedon.it

La quinoa tricolore appartiene alla gamma “Dalla Buona Terra”, la linea Pedon composta da oltre 30 referenze tra legumi, cereali e semi, delle migliori qualità e provenienti dall’ultimo raccolto.

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Karpòs promo INDAGINE SACLA’/DOXA: 9 ITALIANI SU 10 SI SCOPRONO “VERDI” A TAVOLA Il 43% METTE PIU’ VERDURA NEL PIATTO RISPETTO A 10 ANNI FA’ MA LA META’ DEI NOSTRI CONNAZIONALI (52%) SPRECA LE VERDURE CHE ACQUISTA Una ricerca commissionata dalla Saclà - storica azienda alimentare italiana leader nel settore delle conserve vegetali - alla Doxa fotografa, per la prima volta, la passione dei nostri connazionali per le verdure. Amate dal 91% degli italiani, soprattutto giovani che guidano la riscossa dei consumi: 6 su 10 li hanno aumentati nell’ultimo decennio. Un cambiamento che riguarda anche l’approccio al mondo dei vegetali: oggi li mangiamo non solo perché fanno bene (73%) ma perché sono buoni (67%). E’ boom di consensi per le verdure conservate: nemiche dello spreco e gustose, sono le preferite del 22% degli italiani. La parola d’ordine è: non chiamatele più un “contorno”. Oggi le verdure hanno scalato posizioni su posizioni nella centralità del menu’ del Belpaese e rappresentano il piatto principale per il 64% degli italiani. E’ quanto emerge dall’indagine SACLA’/Doxa “#Gusto verde. Gli Italiani e le verdure” presentata oggi, mercoledì 29 aprile, a Milano presso il ristorante “Joia”, vero e proprio tempio della cucina vegetale. La ricerca mette a fuoco la passione dei nostri connazionali per Il mondo dei vegetali: numeri alla mano, si contano oggi quasi 50 milioni di italiani che amano le verdure (91%) e ben 7 su 10 le mangiano perché sono buone, svincolandole finalmente dalla logica “punitiva” di alimento da consumare solo “perché fa bene”, in cui sono state confinate per anni. Una vera e propria rivoluzione “gourmet”, guidata dai più giovani, il 58% dei quali ha aumentato il consumo di verdure negli ultimi 10 anni. E che riguarda anche un settore di grande tradizione del made in Italy come le verdure conservate: grazie ad un notevole miglioramento della qualità dei prodotti offerti e a un’innata natura “anti spreco” risultano essere le preferite da 2 italiani su 10. 4 ITALIANI SU 10 NE CONSUMANO DI PIU’ RISPETTO A 10 ANNI FA’: NORD BALUARDO… Oggi, ci dice l’indagine SACLA’/Doxa, ben 22 milioni di italiani (43%) dichiarano di consumare

più verdure rispetto a 10 anni fa. Mentre il 49% le consuma in egual misura e solo e solo l’8% ha diminuito il consumo. Gli italiani mangiano verdura in media una volta al giorno e un 20% dei nostri connazionali le mangia addirittura più di 10 volte a settimana. In generale le donne (7,2 volte a settimana) consumano verdure più spesso degli uomini (6). Nord vero e proprio caposaldo del consumo di verdura al Nord (7,5 volte a settimane) mentre al Sud Italia le porzioni settimanali scendono di parecchio (5,3 volte). Nella media al Centro Italia (6,9). E in generale gli italiani di verdura ne consumerebbero anche di più… se non fosse per alcune barriere: in primis che ci vuole troppo tempo per prepararle (28%), poi perché la verdura non piace a tutti in famiglia (19%), a seguire la scarsa creatività nell’ideare ricette (14%) e solo per ultimo il fatto che non piacciano (7%) MA NE SPRECHIAMO MOLTA, SOPRATTUTTO QUELLA FRESCA… Oggi 1 italiano su 2 (52%) dichiara di essere costretto a gettare nella spazzatura le verdure che acquista. L’85% delle verdure che si sprecano sono quelle fresche, mentre sono solo il 9% quelle conservate e il 6% di quelle surgelate. GUSTOSE E “NEMICHE DELLO SPRECO”: E’ BOOM PER LE VERDURE CONSERVATE Cresce il gradimento dei nostri connazionali per le verdure conservate, di cui SACLA’ è leader di mercato grazie ad una serie di prodotti di alta qualità e contenuto di servizio in linea con le esigenze del consumatore moderno. Oggi, ci dice la ricerca, ben 11,5 milioni di fans e un trend positivo nei consumi negli ultimi 10 anni (+5%). Il segreto di questo fenomeno? La metà degli italiani (52%) pensano che la qualità dei prodotti sia migliorata mentre per il 23% è rimasta stabile ed è peggiorata solo per il 9% degli italiani. Al top nell’apprezzamento olive (38%), carciofini (35%), e funghi (30%) veri e propri caposaldi della nostra tradizione. In particolare tra i plus riconosciuti ad una verdura conservata ci sono

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la varietà offerta dalle aziende (63%), l’alto contenuto di servizio (49%) e il miglioramento del gusto (35%). I tre cardini su cui poggiano le aspettative dei consumatori nei confronti di una verdura conservata sono che sia sicura (57%), buona e gustosa (50%) e salutare (49%). NON SOLO UN CONTORNO… VERDURE SEMPRE PIU AL CENTRO DEL MENU’ Ben 6 italiani su 10 considerano oggi le verdure un piatto principale del proprio menu’ giornaliero, a cui non si rinuncia mai. Quelli che le pensano come solo un contorno da abbinare ad un primo o a un secondo sono il 32% della nostra popolazione, mentre solo un modesto 4% non le considera molto nel proprio menu e l’1% non le considera proprio. L’APPROCCIO GOURMET: TRIONFA “IL GUSTO” DELLE VERDURE Le verdure – fresche e conservate – sono amate perché fanno bene alla salute (75%) ma anche perché piacciono per il loro gusto (67%). Più indietro motivazioni come il senso di leggerezza e benessere (42%) e il richiamo di un prodotto della terra (39%) mentre solo 1 italiano su 4 dichiara di mangiarle per motivi di dieta. VEGANI E VEGETARIANI SONO IL 5% DELLA POPOLAZIONE La passione per le verdure, in Italia, non è, per così dire, figlia di scelte di vita “estreme” o “ideologiche”: il consumo di verdure è considerato da 9 italiani su 10 (89%) importante per la propria alimentazione ma non a scapito di altri cibi. Vegani e vegetariani sono il 5% (1% i primi, 4% i secondi) della popolazione.

www.sacla.it

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2014: un altro record per le esportazioni di salumi italiani. Fatturato di 1,260 miliardi di Euro (+6,3%) Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) ha presentato oggi a Milano, nell’ambito di TuttoFood, i dati export del settore Crescono anche nel 2014 le esportazioni italiane di salumi. Secondo ISTAT nel corso del 2014 il nostro export ha raggiunto quota 148.830 ton (+4,7%) per un fatturato record di 1,260 miliardi di euro (+6,3%) Un buon risultato in termini di volumi e soprattutto in termini di valori, maturato in un contesto ancora caratterizzato dalla crisi e dall’ aumento delle barriere non tariffarie (USA e Russia). Nel corso dell’anno si è mantenuto vivace anche l’import: +11,1% in quantità per 48.668 ton e +9,4% in valore per 192,7 milioni di euro. Nonostante questo aumento. Il saldo commerciale del settore ha registrato un ulteriore importante incremento (+5,8%) per oltre 1 miliardo di euro. Le esportazioni del settore, in termini di fatturato, hanno mostrato un passo più veloce rispetto all’industria alimentare (+3,5%) e decisamente più brillante di quello del Paese che ha chiuso con +2%. “Dal 2008, nonostante gli effetti che la crisi economica ha avuto sull’economia reale e sui consumi, l’export di salumi ha sempre mostrato trend di crescita, rappresentando spesso la principale forza trainante del settore” – ha commentato Nicola Levoni, Presidente di Assica. “L’obiettivo dell’industria alimentare da qui al 2020 è quello di portare il valore delle esportazioni a quota 50 miliardi, così come previsto dal piano strategico del governo. È questo un impegno che condividiamo con il resto dell’industria alimentare e che il nostro settore - uno dei più rappresentativi del Made in Italy alimentare- intende perseguire con tutte le proprie forze” ha continuato Levoni. “Il nostro settore è ancora molto penalizzato dalle barriere non tariffarie. Assica si sta adoperando molto al fianco delle Istituzioni Italiane e comunitarie per aprire nuovi mercati a tutti i prodotti della salumeria e alla carne suina. In particolare sono molto attivi i canali con la Cina e gli Stati Uniti, Paesi nei quali recentemente abbiamo anche partecipato a Missioni del Governo. Ma forti del lavoro svolto fin qui, guardiamo al futuro con ottimismo, sicuri che molti altri risultati arriveranno anche grazie all’attuazione del Piano Straordinario del Governo. Poter contare sul sistema Paese per noi è fondamentale, i risultati di quest’anno

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ne sono la prova evidente. Senza le penalizzazioni del 100% reinspection USA e l’embargo russo, solo per citare quelle più note, la crescita sarebbe stata ancora più solida e ampia” ha concluso il Presidente. Focus sui Paesi In Europa contributi positivi al fatturato da tutte le principali piazze di riferimento 2014 positivo per le esportazioni di salumi verso la UE. Nonostante il perdurare della crisi economica e di consumi deboli, l’export dei salumi ha registrato un +4,2% in quantità per 118.780 tonnellate e soprattutto un +5,9% in valore per 975,9 milioni di euro. All’interno della UE un contributo positivo è arrivato in termini di fatturato da tutti i nostri principali partner commerciali (Regno Unito e Austria in particolare). In lieve flessione solo i quantitativi inviati verso la Francia. Positiva la performance verso la Germania che con un +1,3% per 31.200 ton e +1,2% per 280 mln di euro si è confermata nostro principale partner commerciale sia in quantità sia in valore, grazie al buon andamento degli invii di prosciutti crudi, salami pancette e insaccati cotti. Luci e ombre per l’export verso la Francia che ha registrato un -3% in quantità per oltre 25.240 ton, ma un +1,1% in valore per 213,6 milioni di euro. Un risultato che da un lato riflette il calo di esportazioni di prosciutti crudi stagionati con osso e mortadelle e insaccati cotti, dall’altro il buon risultati dei salami e gli andamenti positivi di prosciutti crudi stagionati senza osso, prosciutti cotti e bresaola. Ottimo 2014 per le esportazioni verso il Regno Unito che archivia le difficoltà del 2013 con un +8,6% per circa 13.460 ton e +10,7% in valore per 141,9 mln di euro grazie agli incrementi di domanda di tutte le principali categorie di salumi con l’unica eccezione dei salami. Molto positivi anche i contributi di Austria (+10,8% per oltre 10.210 ton e +8,4% per 72,3 mln di euro), Croazia (+7,5% in quantità per 6.160 ton e +20,2% per 19,5 mln di euro), che ha beneficiato di una domanda tornata ad orientarsi verso prodotti a maggiore valore aggiunto e Spagna (+11% per 4.510 ton e +12,8% per 20,3 mln di euro). Rimane stabile il Belgio (-0,1% per 6.630 ton e


+2% per 72,1 mln di euro), mentre fra i mercati più piccoli spiccano gli incrementi a 2 cifre di Paesi Bassi (+34,1% e +33,4%) e Slovenia (+24,5% e +37,5%). Chiudono in aumento infine anche Svezia (+7,6% e +8%) e Grecia (+3,9% e +3,2%). Dinamici gli scambi con i Paesi extra UE nonostante l’inasprimento delle barriere non tariffarie 2014 molto positivo per gli scambi con i Paesi extra UE. Nonostante l’inasprimento delle barriere non commerciali e l’embargo russo le esportazioni dei nostri salumi hanno superato il traguardo delle 30.050 ton (+6,5%) e raggiunto quota 283,2 milioni di euro (+7,7%). Brillante la performance verso gli Stati Uniti, primo mercato di destinazione con 7.365 ton (+16,4%) per 86,8 milioni di euro (+18%). Un risultato molto importante, soprattutto se si considera che a causa del provvedimento 100% reinspection i costi di sdoganamento delle nostre spedizioni sono aumentati di circa 4,150 milioni di euro su base annua e che non è ancora possibile esportare i prodotti a breve stagionatura che darebbero un contributo di almeno altri 30 milioni di euro all’anno solo nella fase di apertura del mercato. Il dato è giustificato anche dalla strategia dei produttori nazionali che nel 2014 hanno aumentato i buffer di magazzino negli Usa, per tutelarsi rispetto ai citati problemi che, oltre ad aumentare i costi rallentano e rendono meno prevedibili i tempi di invio. Ottime su questo mercato le performance di tutte le principali categorie di salumi. 2014 in ripresa per gli invii di salumi verso la Svizzera (+1,8% per oltre 4.750 ton e +3,5% per 71,6mln di euro. A determinare questo risultato sono stati i risultati positivi di salami, bresaola e insaccati cotti che hanno più che compensato la flessione dei prosciutti crudi. Nel corso dell’anno una importante spinta al nostro export è arrivata anche dal Giappone (+27,4% in quantità e +17,8% in valore) e dal Canada (+20,2% e +18%) che hanno visto una crescita di tutte le categorie di salumi. Sui mercati più piccoli, spiccano gli incrementi a 2 cifre di Repubblica Sudafricana (+13,2% e +17,8%) e Norvegia (+12,9% e +7,3%). Positivi anche i risultati di Libano (+5,1% in quantità e +3,7% in valore) e Brasile (+6,1% e +8,1%). Hanno ceduto terreno, invece, le spedizioni verso Hong Kong (-2,7% ma +8,6%) e la Bosnia Erzegovina (-6,3% e –11,3%) Ha chiuso, infine, con un –42,7% in quantità per circa 1.000 ton e un –32,1% in valore per 12,7 milioni di euro la Federazione Russa a causa dell’embargo.

Focus sui prodotti Bene prosciutti crudi, mortadella, pancette, prosciutti cotti e salami. Difficoltà per la bresaola. Fondamentali per le nostre esportazioni anche nel 2014 sono stati i prosciutti crudi stagionati. Gli invii di prodotti con e senza osso - assieme a coppe culatelli e speck- hanno evidenziato un +5,7 %in quantità per oltre 62.630 ton e +8,7% in valore per 658,6 milioni di euro. il saldo commerciale della categoria ha registrato un ulteriore importante incremento, arrivando a 596,2 milioni di euro dai 552 del 2013 (+8%). Bene in particolare le esportazioni dei prodotti senza osso mentre i prodotti in osso hanno mostrato ancora una volta un andamento cedente. Considerando l’insieme delle due voci doganali hanno mostrato un buon passo gli invii verso i Partner comunitari e un andamento brillante quelli verso i Paesi Terzi. Ottimo 2014 per mortadella e wurstel che, dopo un 2013 difficile, hanno ripreso la loro marcia segnando un +6,2% in quantità per 33.560 tonnellate e un +7,2% in valore per 120,1 milioni di euro 2014 altalenante ma positivo per le esportazioni di salami arrivate a quota 25.485 ton (+2,2%) per 253,5 milioni di euro (+2,8%). Dinamico anche il trend delle esportazioni di prosciutti cotti che hanno chiuso con +4,3% in quantità per 14.110 ton e +6,4% in valore per 98,2 milioni di euro. Incremento a 2 cifre per l’export di pancetta stagionata, che ha archiviato le difficoltà del 2013 con un +14,9% (per 4.380 ton) e un +12,4% in valore (per 33,2 milioni di euro). Anno complesso per gli invii di bresaola che, scontando il confronto con l’ottimo biennio 20122013, hanno chiuso in lieve flessione il 2014: –0,4% in quantità per circa 2.945 ton e –1,6% in valore per 52,9 milioni di euro.

www.assica.it

Nicola Levoni - Presidente di Assica

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Karpòs promo LONGIANO VINI E SAPORI IN STRADA 2015, FRA DEGUSTAZIONI E BRINDISI Sabato 11 luglio è di scena l’edizione 2015 della festa enogastronomica più bella e seguita di tutta la Valle del Rubicone, patrocinata da EXPO

Vini e Sapori in Strada, la grande manifestazione enogastronomica organizzata dal Comune di Longiano, Bandiera Arancione del Touring dal 2005, e dalla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì e Cesena, torna sabato 11 luglio 2015 con tanti ospiti e tanto buon vino! La manifestazione quest’anno si fregia anche del patrocinio dell’EXPO. Sabato 11 luglio, dunque, a Longiano l’arancio dei Comuni Bandiera Arancione si infonde ai co-lori del gusto, ai cromatismi dei vini, dell’olio extravergine, della frutta biologica e delle variegate confetture e piatti delle tradizioni contadine di Romagna. Magnifico palcoscenico dell’evento sarà la piazza panoramica del Castello Malatestiano, tra le ore 19.00 e mezzanotte. Circa una ventina di produttori delle aziende aderenti alla Strada dei Vini e dei Sapori di Forlì e Cesena e la Pro Loco di Longiano offriranno

degustazioni e assaggi dei migliori vini, prodotti tipici, dolci e piatti della tradizione romagnola. L’ingresso alla manifestazione è gratuito; per 12 euro si ac-quistano un bicchiere da degustazione e marsupio, assieme a un carnet da 10 ticket, per assaggiare vini e prodotti tipici. Chi acquisterà bicchiere degustazione e tracolla potrà anche giocare al referen-dum “I migliori vini e sapori per te…”, per vincere percorsi benessere alle Terme di Fratta e prodotti di Romagna. Interessanti e coinvolgenti degustazioni guidate saranno a disposizione per chi vorrà approfondire conoscenze di prodotti di eccellenza del territorio. Non solo vino e cibo: Longiano significa da sempre anche arte e cultura: l’Associazione Guide Turistiche di Romagna, infatti, attraverso due visite gratuite, svelerà i segreti del Castello Malate-stiano e della splendida Fondazione Balestra, collezione d’Arte Moderna sul secondo Novecento italiano creata dal poeta Tito Balestra. All’interno del Castello sarà visitabile anche la mostra di Claudio Ballestracci, A partire da ciò che resta.

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La serata sarà allietata dalle note degli Strikeballs, gruppo musicale dalle sonorità rockabilly. In occasione di Vini e Sapori in Strada, sarà possibile usufruire del pacchetto turistico “VINI E SAPORI IN STRADA – RIMANI CON NOI!”: dopo aver gustato i sapori di cibi e vini di questo generoso angolo di Romagna, gli intervenuti potranno pernottare in un confortevole bed&breakfast del Centro o in un agriturismo nelle campagne longianesi, e il giorno dopo continuare a visitare la città con i suoi musei e i dintorni. L’offerta comprende un pernottamento in camera doppia, con colazione, in una confortevole e ospitale struttura di Longiano, nella notte fra l’11 e il 12 luglio 2015; visita guidata alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, “Memoria del Mondo” dell’UNESCO al mattino di domenica 12 giugno, un pranzo in agriturismo/ristorante a base di pro-dotti tipici (menu fisso), e al pomeriggio di domenica ingresso gratuito in tutti i musei, compreso Ca-stello Malatestiano/Fondazione Balestra, il tutto a 130 euro complessivi a coppia (gratis per i bambi-ni fino ai 5 anni, per i bambini dai 6 ai 12 anni 25,00 euro in più per ogni bambino). L’offerta non comprende il coupon per gli assaggi nella serata di Vini e Sapori.

Per informazioni e prenotazioni telefonare al numero 0547 665484 (UIT Longiano) o 0547 356327 (IAT Cesena), oppure scrivere una mail a iat@comune.longiano.fc.it INFO: tel. 0547 665484 (UIT Longiano) – iat@comune.longiano.fc.it

www.comune.longiano.fc.it/uit-longiano

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COMUNE DI LONGIANO Provincia di Forlì–Cesena Regione Emilia-Romagna , Italia Ufficio Turistico


Karpòs promo CITY-BREAK IN BADEN-WÜRTTEMBERG Ad alto tasso di arte, cultura e natura, le città del Baden-Württemberg presentano il loro lato più suggestivo nelle giornate di primavera inoltrata, complici un clima più mite e le giornate più lunghe a cui si aggiunge la vicinanza all’Italia, perché il Land nel sud-ovest della Germania è facilmente raggiungibile in macchina, treno o aereo. Stoccarda: meta imperdibile Chi arriva in Baden-Württemberg non può mancare di visitare Stoccarda, l’ospitale, cosmopolita e vivace capoluogo del Land. Conosciuta come culla dell’automobile e must per tutti gli appassionati del genere grazie alle due storiche case MercedesBenz e Porsche con i relativi musei, Stoccarda è in realtà una città dalle mille sfaccettature, tutte da scoprire. Partendo da Piazza del castello, il cuore della metropoli sveva su cui si affacciano il Castello Nuovo barocco e la mole medioevale del Castello Vecchio, nella bella stagione è quanto mai facile e piacevole conoscere la città percorrendo i suoi parchi, giardini e aree verdi, come il Wilhelma, storico giardino zoologico e botanico o i giardini Unterer Schlossgarten, tra gli angoli verdi più belli di Stoccarda. Il verde nella città sveva ha anche le sfumature dei pampini. Per gli amanti del buon vino e della tavola, un city break a Stoccarda riserva un tour alla scoperta di una delle migliori zone vitivinicole della Germania. La tradizione enologica di Stoccarda è a portata di mano nel rinnovato Museo della Viticultura, ospitato nell’antica cantina sociale del quartiere di Uhlbach o durante una passeggiata in mezzo ai vigneti secolari, che, letteralmente, arrivano fino in città. Lo storico mercato in stile liberty Markthalle, i locali tipici, che portano in tavola i piatti della tradizione o i ristoranti stellati mecche per gourmet completano l’offerta di un tour gastronomico di Stoccarda. Cibo non solo per il corpo ma anche per la mente: Stoccarda vanta un panorama culturale estremamente ricco e variegato. I numerosi e prestigiosi musei, tra cui la pinacoteca nazionale Staatsgalerie (www.staatsgalerie.de), uno dei più importanti istituti museali della Germania con opere che percorrono oltre 8 secoli di storia dell’arte e il Kunstmuseum (www.kunstmuseum-stuttgart.de), la galleria civica che raccoglie 15.000 opere dal XVIII secolo al presente oltre alla più grande collezione di Otto Dix, si affiancano a un’architettura che dal medioevo arriva fino al Bauhaus, nello storico quartiere Weißenhofsiedlung firmato Ludwig Mies van der Rohe. Per scoprire le tante attrazioni di Stoccarda gli strumenti ideali sono il sightseeing bus “Stuttgart CityTour” con sistema “Hop-on / Hop-off“ per nove fermate a scelta e la carta turistica “StuttCard”, disponibile online e nei due uffici turistici in versione

da 24, 48 e 72 ore. Oltre a ingressi gratuiti e scontati la StuttCard può offri offre l’uso gratuito di tutti i mezzi pubblici regionali. Per maggiori informazioni sull’offerta turistica di Stoccarda e prenotazioni: Stuttgart-Marketing GmbH, tel. +49 (0)711 22 28 0, hotels@stuttgarttourist.de, www.stuttgart-tourist.it.

Ludwigsburg: barocco da scoprire Capolavoro barocco nel suo insieme, Ludwigsburg vanta uno dei castelli barocchi più grandi d’Europa e il meglio conservato della Germania. Un tempo modesto castello di caccia, a partire dal 1704 il duca Eberhard Ludwig fece trasformare la sua residenza in quella che oggi viene chiamata “Versaille di Svevia”. Il castello barocco conta 18 edifici, tre cortili interni e 452 stanze e attira ogni anno migliaia di visitatori. I 30 ettari di giardini che circondano la reggia ospitano il Blühendes Barock, uno straordinario parco con opere d’arte di giardinaggio di diverse epoche e il fantastico mondo incantato del Giardino delle fiabe, meta preferita dei piccoli visitatori. Tutta la cittadina di Ludwigsburg è un capolavoro barocco: strade ampie e simmetriche e palazzi borghesi dai colori pastello plasmano l’immagine del centro storico con la Piazza del Mercato (Marktplatz) circondata da portici e le due chiese barocche. Poco distanti dalla cosiddetta “Versailles sveva” sorgono il castello di caccia e residenza estiva Favorite e il castello sul lago Monrepos. Per scoprire la barocca Ludwigsburg e i suoi dintor-

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ni, l’ufficio del turismo locale propone visite guidate del castello e della città anche in costume d’epoca. Per maggiori informazioni e prenotazioni: Tourist Information Ludwigsburg, Tel. +49 (0)71 41 9102252, touristinfo@ludwigsburg.de, www.ludwigsburg.de

Bad Mergentheim: city-break lungo la Strada Romantica Pittoresca cittadina lungo la Strada Romantica, Bad Mergentheim è la meta per un city-break tra cultura, wellness e buon vino. L’antica città residenza dell’Ordine teutonico, le cui tracce sono percorribili all’interno del castello oggi museo, offre un centro storico caratteristico dove girare con il naso all’insù tra case a graticcio, palazzi storici, negozi, ristorantini e cafè. A tradire la vocazione termale della città è il prefisso “Bad” (letteralmente: bagno). Uno dei centri termali più importanti del Baden-Württemberg vanta una preziosa acqua termale minerale salina che si trova nello stabilimento ternale Solymar Therme. Recentemente riaperto al pubblico, offre divertimento termale puro con piscine interne ed esterne, giochi d’acqua zona sauna con sei diverse varianti, compresa una esterna panoramica. Nelle immediate vicinanze dello stabilimento termale si trova il Kurpark, uno dei parchi più belli della Germania con roseto e giardino giapponese. Direttamente sul parco si affaccia un’oasi di benessere: il BEST WESTERN PREMIER Parkhotel. Per soggiornare all’interno del parco, l’hotel offre un pacchetto di 2 pernottamenti con colazione, una cena a lume di candela a 4 portate, uso di piscina, sauna e reparto fitness interno e ingresso a uno dei concerti in programma al parco a partire da 157 euro BEST per persona. Per informazioni e prenotazioni: WESTERN PREMIER Parkhotel Bad Mergentheim, tel.: 0049 (0)7931 5390, info@parkhotel-mergentheim.bestwestern.de. Bad Mergentheim non è famosa solo per la sua acqua termale curativa. La cittadina vanta infatti una vocazione enologica riconosciuta a livello interna-

zionale e favorita dalla sua posizione geografica all’incrocio tra le tre regioni vitivinicole di Baden, Württemberg e Franconia. Per un originale soggiorno tra i filari, direttamente tra i vigneti della frazione di Markelsheim, si trovano due botti di vino da 8.000 litri riadattate a piccole unità abitative. Un pernottamento per due persone compreso di una bottiglia di acqua, una di prosecco e due di vino, uno spuntino a base di specialità locali, un buono per l’uso delle docce e della piscina del Flair Hotel Lochner e colazione costa 159 Euro a coppia. Per informazioni: Jakobshof, tel 0049 (0)7931 2959, kontakt@jakobshof-lehr.de, www.jakobshof-lehr.de.

COME ARRIVARE Il Baden-Württemberg è facilmente raggiungibile dall’Italia in auto, treno o aereo. In particolare l’Aeroporto di Stoccarda - www. stuttgart-airport.com - è il punto di partenza ideale per raggiungere le diverse regioni turistiche, dal Lago di Costanza alla Foresta Nera, ed è ottimamente collegato all’Italia. Con l’orario estivo in vigore da fine marzo Germanwings opera da Milano Malpensa, Roma Fiumicino, Bari, Brindisi (dal 2/5), Cagliari, Catania, Lamezia Terme, Napoli e Olbia (dal 23/5) - www.germanwings. com; AirBerlin da Milano Linate (dal 4/5), Firenze, Napoli, Olbia, Rimini (dal 23/5) e Venezia – www.airberlin.com; Czech Airlines da Bologna (dal 26/5) - www.czechairlines.com; easyjet da Milano Malpensa - www.easyjet.com; Vueling da Roma Fiumicino (dall’1/5) - www.vueling.com.

www.tourism-bw.com

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Karpòs promo Quartirolo Lombardo DOP Fresco Arrigoni

Il Quartirolo Lombardo DOP Fresco Arrigoni è un formaggio a pasta morbida dal sapore delicato e leggermente acidulo. Eccellente mangiato da solo, diventa l’ingrediente perfetto per dare un gusto nuovo a fresche ricette estive: da provare assolutamente per insaporire le insalate di verdure oppure insieme alle olive in quelle di pasta, ma anche nel cous cous, nel farro e con le verdure grigliate! Quartirolo Lombardo Dop Arrigoni è un formaggio fresco a pasta morbida realizzato con latte vaccino prodotto da mucche nutrite con erba “quartirola” (da cui deriva il nome “Quartirolo”), termine con cui in passato si identificava l’erba ottenuta dall’ultimo taglio prima dell’inverno, definito anche “quarto taglio”. Caratteristiche del Quartirolo Lombardo DOP Arrigoni: Sapore delicato, leggermente acidulo Crosta sottile, morbida, di colore bianco Pasta compatta, friabile, di colore bianco Disponibile nella confezione da 200 g Leader nel mercato del Taleggio, la Arrigoni si contraddistingue nel panorama delle aziende casearie per la produzione di numerosi formaggi lombardi come Gorgonzola, Crescenza e Quartirolo Lombardo.

L’elevata qualità dei suoi prodotti è garantita dal controllo su tutta la filiera, dal latte fresco proveniente da allevamenti controllati situati nel raggio di 30 km dallo stabilimento in cui viene lavorato fino al prodotto finito. Fiore all’occhiello dell’azienda sono i pluripremiati Gorgonzola dolce e piccante DOP, insigniti rispettivamente delle prestigiose medaglie Super Gold e Bronze al World Cheese Contest 2014 di Londra, il Quartirolo lombardo DOP, formaggio fresco a pasta morbida dal sapore delicato e leggermente acidulo, e il Taleggio DOP, formaggio a pasta morbida dalle origini antichissime il cui nome deriva dall’omonima valle dell’alto bergamasco dove è nato. Nella produzione di Arrigoni non mancano molti altri formaggi tradizionali, come il Salva cremasco Dop, asciutto e friabile, e freschi (Stracchino, Primosale, il formaggio a strati alternati di gorgonzola dolce e mascarpone Arrì Arrì, i formaggi molli a pasta fresca Capriccio, Fior di capra e Rugiada). Completano la gamma i formaggi biologici (Gorgonzola DOP, Quartirolo lombardo DOP, Taleggio DOP, Stracchino e Torregio, formaggio unico nel suo genere grazie alla lunga e accurata stagionatura), nati per soddisfare le esigenze di chi sceglie nuovi stili di vita.

www.arrigoniformaggi.it

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DALLA TERRA AL BICCHIERE: UNA GRANDE STORIA ITALIANA Da più di 160 anni Genagricola segue la vocazione della terra e rappresenta oggi una delle maggiori società agroalimentari italiane. Un patrimonio di esperienza e ricerca che alimenta il gruppo vinicolo Le Tenute di Genagricola: 760 ettari vitati, 5 regioni italiane, 8 tenute, oltre 100 vini. Oggi la storia si rinnova. GenaGricola. Dal 1851 è la terra che ci GuiDa.

Scopri il mondo delle TenuTe di GenaGricola

ViniTaly – pad 4, STand c7-d7 letenutedigenagricola.it


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