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IL VIRUS CAMBIA NOI E LE NOSTRE VITE

Il cambiamento in atto nella nostra società, inevitabile dopo l’arrivo di questo nemico invisibile. La visione del futuro, l’accettazione di quello che verrà e delle conseguenze sulle nostre vite. Un quadro di questi intensi mesi, partendo dalla questione vaccini, dal nuovo Ospedale in Fiera e dal Governo Draghi.

di FRANCO LAVALLE Vice-Presidente OMCeO di Bari

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Come il SARS CoV 2 ci sta cambiando la vita? In maniera impressionante. Ce ne accorgiamo, sempre di più, ogni giorno che passa. Il popolo Italiano, conosciuto nel mondo per la sua giovialità, sta modificando in modo presumibilmente irreversibile i suoi comportamenti, quasi come il virus sta attuando le sue mutazioni. Il paragone può sembrare eccessivo però, per analogia, anche il nostro “essere” è ormai variato. Non parlo dei pericolosi assembramenti dei giovani che, per natura, hanno bisogno di stare assieme per affermare il proprio diritto di vivere. Parlo degli adulti che, stretti nelle loro mascherine, tirano via evitando i contatti per paura del contagio. Parlo degli anziani costretti alla solitudine per non ammalarsi. Parlo dei poveri ammalati ospedalizzati e costretti a vivere la malattia lontani dai propri familiari o dei poveri morti in solitudine. Parlo di quegli adulti che non sorridono più perché presi dalle vicissitudini del momento; vuoi perchè i morti ed i malati che hanno avuto nelle proprie famiglie, ed anch’essi, almeno alcuni, hanno contratto la malattia; vuoi perché la crisi economica li ha toccati così duramente ed a volte in maniera irreversibile. Parlo della perdita di posti di lavoro, della chiusura di esercizi commerciali a volte definitiva, della cassa integrazione, dei prossimi licenziamenti a scadenza, della povertà crescente che porta spesso alla fame ed a volte alla violenza domestica, a omicidi e suicidi, delle Organizzazioni di volontariato in affanno e che sempre più spesso non riescono a dare un misero pasto a persone indigenti. Il virus ci sta stroncando. Il virus sta cambiando noi e la nostra vita. Anche in maniera significativa. Un virus che è destinato a diventare endemico e che ci costringerà, quasi di sicuro, a vaccinazioni annuali ed all’uso delle mascherine per chissà quanti anni ancora. Non vuole essere una visione catastrofica, ma cerco di collocare le cose nella giusta e reale dimensione. Come avviene ogni anno per il virus influenzale, anche il SARS CoV 2 sta variando, cioè muta per poter esistere ancora. Non è come il virus della Sars che essendo fortemente letale, tende ad arrestarsi, ad autolimitarsi nella sua diffusione, in quanto i soggetti colpiti muoiono evitando così di trasmettere l’infezione ad altre persone. Abbiamo un virus che alberga in portatori sani che di fatto diffondono la malattia. Avere un virus che varia nel tempo ha il solo significato di endemizzare la malattia.

LA MIA PREVISIONE È CHE LA COVID SARÀ UNA MALATTIA CHE SI PRESENTERÀ OGNI ANNO, COME L’INFLUENZA, OGNI VOLTA CON UNA FORMA MUTATA E TALE DA COSTRINGERCI ALLA VACCINAZIONE ANNUALE ED A COMPORTAMENTI COSTANTEMENTE VIRTUOSI ED IMPRONTATI ALLA MASSIMA CAUTELA.

Quindi, la mia previsione è che la CoViD sarà una malattia che si presenterà ogni anno, come l’influenza, ogni volta con una forma mutata e tale da costringerci alla vaccinazione annuale ed a comportamenti costantemente virtuosi ed improntati alla massima cautela. In tutto questo vortice, la nostra Professione continua a piangere i suoi quasi 350 colleghi deceduti. Molti in questa seconda fase, sono stati vittime del proprio senso del dovere per aver assistito, da pensionati, i malati in strutture sanitarie dove l’assistenza era veramente necessaria. Il 20 febbraio u.s., in occasione della” Prima Giornata Nazionale del Personale Sanitario, Sociosanitario, Socioassistenziale e del Volontariato”, la Fnomceo li ha ricordati tutti, Medici ed Odontoiatri, con una toccante cerimonia alla quale hanno partecipato le massime Autorità dello Stato (I Presidenti di Senato e Camera, il Ministro della Salute), assieme ad alte Autorità Civili, Religiose e Militari.

I messaggi del Presidente Mattarella e di Papa Francesco hanno fortemente illuminato la giornata e raggiunto i cuori dei più. Toccante è stato il discorso del nostro Presidente Nazionale Filippo Anelli e, in ricordo imperituro dei nostri Morti, commovente è stata la successiva scopertura ad opera del Presidente del Senato Alberti Casellati con la benedizione officiata da Monsignor Paglia, Presidente della Pontificia Accademia della Vita, di una Targa Commemorativa di tutti i Medici e degli Odontoiatri che hanno perso la vita durante le due fasi della Pandemia. Ma la nostra vita deve, comunque, andare avanti. I problemi reali vanno affrontati di petto. Duro sarà il percorso che attenderà il neo Presidente del Consiglio Mario Draghi, che dovrà cimentarsi da subito nell’organizzazione compiuta della grande campagna vaccinale nazionale, la quale dovrà espletarsi con la creazione di un nuovo ed efficace piano vaccini che conduca in maniera esaustiva alla vaccinazione, in tempi più rapidi, di tutta la popolazione italiana. Il discorso fatto dal neo Premier in occasione della fiducia al Senato è sembrato alquanto concreto e molto ben articolato; ora, però, occorrerà mettere in atto i propositi enunciati. Occorrerà mettere le gambe alle iniziative necessarie per traghettare l’Italia fuori dalle secche economiche nelle quali è bloccata da anni.

QUESTA EMERGENZA HA MESSO MOMENTANEAMENTE DA PARTE TUTTE LE ALTRE ESIGENZE DELLA NOSTRA PROFESSIONE. SPERIAMO CHE IN UN PROSSIMO, IMMEDIATO, FUTURO POTREMO PARLARE DI TUTTA ALTRA STORIA.

Occorrerà, veramente, ammodernare la Pubblica Amministrazione, bisognerà smantellare una burocrazia che di fatto ritarda di molto i processi operativi e che attualmente rende tanti burocrati artefici del futuro delle Persone. Bisognerà innovare tecnologicamente la Nazione e costruire i piani per una reale geen economy. Insomma, bisogna lavorare duro ed occorrerà che tutti i Partiti cooperino sinergicamente per il bene del nostro Paese. A livello locale la situazione non ci trova al momento soddisfatti, e voglio brevemente fare alcune considerazioni. Le vaccinazioni stanno procedendo a rilento e, nonostante le rassicurazione della componente sanitaria della politica regionale, la prima fase non si è ancora conclusa e molti sono i colleghi L.P. e Pensionati ancora in attività, che non sono stati vaccinati.

QUESTA EMERGENZA HA MESSO MOMENTANEAMENTE DA PARTE TUTTE LE ALTRE ESIGENZE DELLA NOSTRA PROFESSIONE. SPERIAMO CHE IN UN PROSSIMO, IMMEDIATO, FUTURO POTREMO PARLARE DI TUTTA ALTRA STORIA.

Il nostro Ordine, il Presidente Anelli, io stesso, giornalmente, con un pressing asfissiante, cerchiamo di rendere attuabile questa necessità; purtroppo al momento questo gap esiste e giustamente decine e decine di colleghi si rivolgono a noi protestando e chiedendoci di spingere per modificare questa situazione. C’è poi la problematica dell’Ospedale in Fiera che tante polemiche ha suscitato, sull’opportunità della sede, sui costi elevati, sulla carenza cronica degli organici della nostra sanità che rende difficile la sua piena operatività, sui pochi posti di rianimazione che prevedibilmente si attiveranno. In poche parole un Ospedale con tante contraddizioni che dovrebbe aprire il primo marzo p.v. Non ne discutiamo l’opportunità perché, comunque, sarebbe una inutile perdita di tempo per un’opera già fatta, ne auspichiamo, piuttosto, la piena operatività in totale sicurezza per pazienti ed operatori sanitari. L’investimento di soldi pubblici è stato notevole e, come Comunità, vogliamo che i nostri soldi siano stati ben spesi e che l’Ospedale funzioni al massimo della sua capacità operativa. Certamente i Medici ed il personale che in esso opereranno, faranno il loro lavoro con professionalità e competenza, come sempre. Speriamo che almeno la gestione “politica” sarà altrettanto efficiente ed efficace. Questa emergenza ha messo momentaneamente da parte tutte le altre esigenze della nostra Professione. Speriamo che in un prossimo, immediato, futuro potremo parlare di tutta altra storia. Questo dipenderà molto dal Governo Nazionale e da quello Regionale e dalle scelte che sapranno mettere in campo. La speranza è che in Italia, da oggi in poi, i compiti e le competenze del Governo Centrale e delle Regioni vengano regolamentati in maniera che l’operato sia sinergico e non divisivo, e che non si debba ancora assistere al teatrino che ogni Regione va per proprio conto anche su temi dove il Governo Nazionale dovrebbe essere referente e titolato a decidere. Utopia?

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