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ETICA
FINE VITA: NOI MEDICI NON ABBANDONEREMO I NOSTRI PAZIENTI
La Fnomceo ha incontrato Marco Cappato, coinvolto in prima persona nel caso Dj Fabo. Ne è emersa la necessità di definire insieme un punto di equilibrio tra tutte le legittime istanze. Ascoltando le diverse ‘anime’ della società civile.
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a cura di UFFICIO STAMPA FNOMCEO
Un incontro all’insegna del dialogo: è quello che si è tenuto a novembre presso la sede della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri tra l’Esecutivo Fnomceo e Marco Cappato, insieme a Luigi Montevecchi, dell’Associazione Luca Coscioni. Argomento: il fine vita professione medica in questo processo – ha commentato il presidente della Fnomceo e dell’Omceo di Bari, Filippo Anelli -. È chiaro che va tutelata la dignità del malato e il principio di autodeterminazione del cittadino, così come è altrettanto chiaro che non va forzata la coscienza del medico, che affonda le sue radici e le ripercussioni della recente sentenza della Consulta che - chiamata a esprimersi sulla questione di legittimità costituzionale sollevata proprio nel corso del processo a Cappato sull’accompagnamento del Dj Fabo in una clinica svizzera specializzata in suicidio assistito - ha stabilito che non è sempre punibile chi aiuta un’altra persona a morire. “La sentenza va rispettata: questo è il punto fermo dal quale partire, per poi trovare la giusta collocazione e ruolo della in un sentire che dura da millenni”. “Analogamente a quanto avviene per i processi di cura, bisogna ragionare in termini di equipe multidisciplinari, che, rispettando le sensibilità e la deontologia delle diverse professioni, assicurino al cittadino i propri diritti” - ha spiegato. “Siamo felici del canale di dialogo aperto con l’incontro di oggi – ha affermato Marco Cappato -. È fondamentale che scelte così importanti, che riguardano le fasi finali della vita, siano improntate al massimo di libertà e responsabilità individuale e, al tempo stesso, al massimo di supporto da parte di professionisti che mettono le proprie competenze al servizio dei cittadini e delle loro libere determinazioni”.
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“È dunque importante che i medici possano, nelle diverse impostazioni culturali presenti all’interno della categoria, agire senza forzature in alcuna direzione, collaborando con le altre professionalità coinvolte e rispettando l’autodeterminazione del paziente – ha continuato -. L’autodeterminazione andrà comunque garantita nell’applicazione concreta della nuova normativa emanata dalla Corte costituzionale, a nostro avviso modificando il Codice deontologico medico così come già avvenuto in passato nel rispetto delle rinnovate sensibilità e valutazioni giuridiche”. “Aspettiamo di leggere la sentenza, per poi fissare un secondo incontro e definire insieme, anche ascoltando altre ‘anime’ della società civile, un punto di equilibrio tra tutte le legittime istanze e diritti – ha concluso Anelli-. Quel che è certo è che noi medici non abbandoneremo i nostri malati, neppure in questi momenti estremi. Allo stesso modo, come Fnomceo, Ente sussidiario dello Stato, non derogheremo alla nostra responsabilità di trovare soluzioni che contemperino tutti i diritti costituzionalmente protetti, dei quali la Legge ci nomina garanti”.
LA SENTENZA DELLA CONSULTA SUL CASO DJ FABO
“Una sentenza equilibrata, che tutela gli assistiti definendo confini netti, prevedendo la non punibilità per l’aiuto al suicidio assistito solo in casi particolari: per i soggetti affetti da patologie irreversibili, con sofferenze intollerabili, dipendenti per le funzioni vitali da apparecchiature e nelle condizioni di chiedere coscientemente questa opzione. Una sentenza che, nel contempo, rispetta il ruolo del medico, non obbligandolo a porre in atto l’aiuto al suicidio e affidando alla coscienza del singolo medico la scelta se prestarsi o meno ad esaudire la richiesta del malato. Una sentenza, infine, che valorizza la relazione di cura, affidando al medico la comunicazione sulle diverse opzioni, evitando così possibili speculazioni sulla vulnerabilità dei soggetti coinvolti, e definisce come essenziali le cure palliative”. Così il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, commenta la sentenza 242/2019 relativa al caso di Dj Fabo, pubblicata il 22 novembre scorso dalla Corte Costituzionale, in tema di punibilità del suicidio assistito. “Al medico è chiesto di attivare l’assistenza con cure palliative al fine di mantenere sotto controllo il dolore e di spiegare al paziente le scelte possibili: la sedazione profonda e le cure palliative, o, in alternativa, le modalità con le quali si potrà eseguire il suicidio assistito, secondo quanto previsto dalla legge 219 del 2017.
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