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PREMI ALLE MIGLIOR TESI IN MEDICINA GENERALE

Steatosi epatica, malattie croniche respiratorie e vertigini: sono gli argomenti delle tesi del Corso di formazione specifica in medicina generale che quest’anno hanno ottenuto i Premi attribuiti dall’Ordine dei medici di Bari per promuovere le attività scientifiche in ambito medico e premiare l’impegno dei giovani ricercatori sul territorio.

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di PIETRO SCALERA

Il 14 settembre scorso, in qualità di coordinatore del Corso di formazione specifica in Medicina Generale della Regione Puglia, ho avuto l’onore di consegnare a 5 giovani i Premi alle migliori tesi in Medicina Generale, assegnati ogni anno dall’Ordine dei medici di Bari. Di seguito riportiamo un abstract delle tesi che hanno ottenuto il riconoscimento, pensato dall’Omceo per promuovere le attività scientifiche in ambito medico e premiare l’impegno dei giovani ricercatori sul territorio.

PREMIO PER LA MIGLIOR TESI DEL CFSMG TRIENNIO 2015-2018

1° CLASSIFICATO IL PREMIO PER LA MIGLIOR TESI DEL CFSMG (Corso Formazione Specifica Medicina Generale) per il triennio 2015-2018 è stato assegnato a Ilaria Vogliacco che ha discusso la tesi dal titolo: “La steatosi epatica non alcolica: una condizione benigna o accumulo di grasso killer per il fegato? Valutazione e gestione nelle cure primarie”.

Lo studio (settembre 2016- settembre 2018) ha come obiettivi due step: uno studio osservazionale retrospettivo per valutare prevalenza pazienti affetti da NAFLD e NASH e uno studio osservazionale prospettico per valutare l’importanza di una gestione condivisa, diagnosi corretta e l’outcome del cambiamento degli stili di vita, attraverso un progetto di Medicina di Iniziativa. Un progetto di medicina di iniziativa, basato sull’attivazione di un ambulatorio dedicato creato in ciascuno degli studi, counselling continuo, volto ad informare il paziente sui rischi correlati al suo stato di salute e ad ottenere l’empowerment per migliorarlo e/o ridurne i fattori di rischio. Dallo studio è emersa l’importanza di una diagnosi corretta e di una gestione condivisa basata sulla collaborazione tra MMG e lo Specialista, necessaria ai fini dell’appropriatezza diagnostico-terapeutica dei pazienti affetti da NAFLD e NASH. I pazienti, aderendo alla dieta alimentare consigliata e al cambiamento degli stili di vita, hanno mostrato un miglioramento di tutti i parametri di valutazione considerati e un miglioramento dello stato generale di salute. Considerata l’elevata prevalenza del “fegato grasso” nella popolazione generale, la gestione della NAFLD coinvolge sempre di più il medico di medicina generale, che ha un ruolo fonamentale per il successo delle strategie finalizzate a contrastare lo sviluppo e la progressione di questa patologia, avendo l’opportunità di intervenire sui principali determinanti della malattia. Il perseguimento dei cambiamenti dello stile di vita dei propri assistiti è un compito più difficoltoso rispetto alla prescrizione farmacologica, poiché richiede un approccio comunicativo e relazionale da parte del medico, che deve avere un ruolo attivo e non passivo. Rispetto all’approccio preventivo il ruolo del MMG non si limiti alla raccolta dei dati, ma al loro utilizzo per informare i pazienti sui rischi legati a determinate condizioni (il soggetto dismetabolico non sa di esserlo poiché non presenta sintomi) e sugli strumenti per modificare stili di vita e alimentazione. Le evidenze di questo studio stimolano la riflessione sull’opportunità di instaurare un programma condiviso di prevenzione, screening (pz con fattori di rischio) e follow- up nei riguardi dei pazienti affetti da S.Metabolica e/o Diabete per una tempestiva diagnosi di NAFLD e NASH.

PREMIO PER LA MIGLIOR TESI DEL CFSMG

TRIENNIO 2015-2018 - 2° CLASSIFICATO

Il secondo premio è stato assegnato a Tiziano Perrone che ha discusso la tesi dal titolo: “Aderenza, compliance ed empowerment nel paziente affetto da patologie croniche respiratorie: studio real-life nel setting della medicina generale valutazione dell’influenza dei dispositivi inalatori”. Questo studio real-life indipendente mira a valutare se le differenze di aderenza al trattamento di BPCO e ASMA sono influenzate dal device prescritto per assumere la terapia inalatoria, indipendentemente dal composto molecolare adoperato, per individuare dei modelli di riferimento. Dato che i modelli di inalatori sono molteplici, questo studio si propone di individuare quelli che favoriscono maggiormente la compliance del paziente. Individuando i devices che più si prestano alla semplicità di utilizzo da parte del paziente si migliora la sintomatologia e pertanto l’andamento della patologia stessa. Si prefigge, inoltre, di individuare eventuali sotto-diagnosi e sotto-trattamento nel distretto socio sanitario preso in esame rispetto alla media nazionale. In questo modo ci si propone di ridurre crisi respiratorie dovute a terapia inadeguata, diminuendone relativi accessi in pronto soccorso ed ospedalizzazioni, con conseguenti danni alla salute del paziente e costi. Le conclusioni hanno evidenziato che il device inalatore influenza la compliance del paziente e che Handihaler, Breezhaler e Turbohaler dimostrano la miglior performance con una compliance > 50%, seguiti da Respimat, MDI, Diskus ed Ellipta, con compliance tra 40-50%, e infine da Genuair e Nexthaler, con valori < 40% in questo studio. Solo il 4,04%±0,94 della popolazione studiata è sottoposta a terapia per BPCO e ASMA, confermando il sottotrattamento di tali patologie anche nel territorio barese. Bisogna personalizzare la scelta del dispositivo inalatore su misura della persona che deve farne uso. È inoltre essenziale dedicare tempo all’empowerment e all’educazione dei pazienti, per garantirne l’aderenza alla terapia prescritta.

Il terzo premio è andato a Domenica Cassano che ha discusso la tesi dal titolo “Gestione del paziente con Vertigini nell’ambulatorio di Medicina Generale: Proposta di un questionario/algoritmo”. Le vertigini rappresentano il motivo più frequente di accesso allo studio di medicina generale (assieme al dolore lombare ed alla cefalea). Hanno un’incidenza totale di circa il 5-10% nella popolazione generale, che aumenta fino addirittura al 40% in soggetti di età superiore a 40 anni. Scopo dello studio: proposta di un questionario/algoritmo, standardizzare l’approccio al paziente con vertigini per offrire un più rapido ed adeguato iter diagnostico –terapeutico, ridurre il numero di esami strumentali inappropriati, ridurre la spesa sanitaria, ridurre gli accessi al pronto soccorso inutili, migliorare le prestazioni del MMG e la qualità di vita dei pazienti.

Le conclusioni hanno evidenziato che nel gruppo campione studiato con il questionario/algoritmo la diagnosi sospettata è stata confermata al follow up nel 84,1% dei casi, con una prevalenza statisticamente significativa rispetto al Controllo. Calcolando una stima della spesa sanitaria sostenuta dai 2 gruppi per l’esecuzione di esami strumentali è emerso che nel gruppo Campione questa sia stata proporzionalmente inferiore rispetto al gruppo Controllo. Al follow up si è evidenziata una riduzione, statisticamente non significativa, degli accessi al Pronto Soccorso del gruppo Campione rispetto al Controllo. Si è evidenziato un miglioramento della qualità di vita nei pazienti del gruppo Campione con una prevalenza statisticamente significativa rispetto al Controllo.

MENZIONI - PREMIO PER LA MIGLIOR TESI DEL CFSMG TRIENNIO 2015-2018

Angelica Giampetruzzi con la tesi “Osteoporosi secondaria ad inibitori della ricaptazione della serotonina gestione nella medicina generale”. Obiettivo dello studio l’analisi degli effetti potenzialmente osteopenizzanti degli inibitori della ricaptazione della serotonina ed in particolare: osteoporosi o osteopenia, fratture patologiche, terapie aggiuntive osteopenizzanti, comorbidità che rappresentano una possibile causa di osteoporosi secondaria, prevalenza prescrittiva dei diversi farmaci antiosteoporotici; esami di primo livello per l’osteoporosi. Le conclusioni: prevalenza uso SSRI aumenta proporzionalmente all’età, Sesso femminile più a rischio, inquadramento diagnostico inadeguato (criteri di accesso alla DXA restrittivi), terapia inadeguata, attenzione alle comorbidità e alle politerapie, attenzione alle prescrizioni di SSRI nei pazienti ad alto rischio di frattura, non dimenticare giovani e uomini.

Fabio Prota con la tesi “Effetti di tre stili musicali sulla pressione arteriosa nel setting della medicina di famiglia. Un trial pilota.” Lo studio analizza gli effetti della musica sulla pressione arteriosa. Valuta gli effetti di tre stili musicali sulla pressione arteriosa (PA), misurata in una popolazione di pazienti ipertesi (PA >140/90 mmHg), attraverso: valutazione basale di pressione arteriosa e frequenza cardiaca, ascolto a mezzo cuffie di un I set di musica classica e rivalutazione di pressione arteriosa e frequenza cardiaca (FC); ascolto di un II set di musica moderna, rivalutazione di pressione arteriosa e frequenza cardiaca; ascolto di un III set di musica «Hits» valutazione finale di pressione arteriosa e frequenza cardiaca. Conclusioni: i dati del trial confermano la tesi già sostenuta e dimostrata in letteratura che la musica classica è la più efficace nel ridurre i valori di pressione arteriosa.

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