universitĂ degli studi di firenze DiDA a.a. 2014_2015 scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
BFK
Biblioteca centrale Friedrichshain-Kreuzberg. Berlino riqualificazione urbana LohmĂźleinsel
progetto simona montesi relatore fabrizio arrigoni
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1. logo progetto, prospetto sul fiume Sprea
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“Un uomo con un libro va verso la luce. Così comincia la biblioteca.” L. I. Kahn
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Indice
introduzione
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capitolo I. Berlino e la Biblioteca 1. Berlino: breve storia urbana
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2. La Lohmüleinsel
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3. La Biblioteca del distretto Fredrichshine Kreuzberg - BFK
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capitolo II. La Biblioteca 1. La biblioteca oggi
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2. Spazialità e funzioni - la dreigeteilte Bibliothek
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capitolo III. Il progetto 1. Concetto urbano
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2. Divisione funzioni-spazi
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3. Il volume biblioteca-scrigno
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4. Gli spazi per la comunità
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tavole di progetto
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foto modelli
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conclusioni
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note e bibliografia
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2. vista da Treptowers verso Spreeufer e sito di progetto
Il principale obiettivo dell’architetto è “la creazione di uno spazio per l’utilità dell’uomo”; l’architettura è un fatto eminentemente ‘umano’: creata per soddisfare al contempo esigenze fisiche e spirituali. George Howe 2
E’ ‘utile’ “ciò che esprime e comunica delle idee”, anche se per comunicare è innanzitutto necessario sapere “che cosa” si vuole esprimere. A. K. Coomaraswamy 3
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Il progetto di tesi è stato impostato su un confronto con un contesto mai prima conosciuto; la modalità scelta si è sviluppata nel tentativo di mantenersi in aderenza alla concreta realtà del luogo. Berlino, incarna l’emblema della città contemporanea, e con esso un prototipo in cui convivono gli opposti. Impegnata in un processo continuo di auto-definizione, sembra sfuggire ai tentativi di una pianificazione organica, ed in questo si delinea; dinamica, eterogenea, riflette la sua identità nella ‘non forma’, ed in certe circostanze si avvicina al rischioso processo di omogenizzazione e anonimato in cui viene data priorità a strategie di profitto piuttosto che alla valenza sociale. La ricerca oggetto di studio si è concentrata su un’area dai lineamenti ricorrenti nelle situazioni urbane odierne, caratterizzata dall’indeterminatezza della sua destinazione d’uso e dalla posizione di soglia tra centro urbano e zona industriale, per la quale viene proposta una riqualificazione che possa sfruttare il suo effettivo potenziale. Di cosa ha bisogno Berlino ora? Il progetto si è sviluppato su una lettura di questa realtà in cui avviene, in maniera più radicale, ciò che connota più in generale, lo sviluppo della città contemporanea.
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capitolo I. Berlino e la Biblioteca
1. Berlino: breve storia urbana Il momento della percezione è una fase fondamentale del processo di conoscenza; la progettazione implica il tentativo di fermare un’immagine da osservare, analizzare, modificare. Berlino non si ferma. Berlino materializza la contemporaneità e con essa la sua continua trasformazione. Il progetto di tesi è collocato in questo contesto, riguarda un’area di circa 6 ha, incastonata in questa realtà: come poter cogliere in essa gli elementi dello spazio su cui impostare un processo di trasformazione? La scelta del luogo da coinvolgere nell’esercizio progettuale oggetto di tesi, si è focalizzata sulla città di Berlino sia per motivi soggettivi, come il fatto che risulti esterna al mio contesto di origine, quindi diversa e da conoscere, che per motivi oggettivi racchiudibili nella definizione di ‘emblema della città contemporanea’; di questa definizione, Berlino contempla la dinamicità, variabilità, eterogeneità, ma allo stesso tempo se ne discosta perché ancora capace di prendere le distanze dal rischio di omologazione che accomuna le metropoli di oggi, grazie alla sua dinamica e a volte contraddittoria vitalità. Tale carattere si traduce naturalmente nella sua fisionomia urbana in un legame di riflessi reciproci. Lo spirito della città e gli avvenimenti storici che l’hanno coinvolta, si sono sempre opposti ai tentativi di organizzazione dell’ urbe nel suo complesso. Forse nella modernità si era conformata l’illusione del totale controllo e della pianificabilità di ogni ambito dell’esistenza. Oggi, però, ciò che riguarda la città è più instabile che mai. Se prima il lasso temporale delle forze dominanti lo sviluppo urbano copriva secoli, a partire dal XIX si è ridotto, ed è aumentato il ritmo con cui si sono succedute le varie fasi di trasformazione, in un crescendo continuo che arriva fino al presente. Analogamente alla frequenza sono aumentati gli influssi. Oggi la città è coinvolta da fattori che vanno al di là della 8
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3. cartografia storica Heinrich Strümer, Berlino nel 1717
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scala locale e regionale, perché parte di quella globale; le scelte attuate a questa scala, possono ripercuotersi immediatamente e simultaneamente su una molteplicità di luoghi. In scia con questa delocalizzazione dei sistemi sociali, lo spazio reale viene plasmato da una pluralità di influenze, in parte legate al luogo ed in parte relazionate a fonti remote. Agli usi preesistenti si susseguono in cicli diversi, altri programmi, mentre le attività primarie sono in decadenza o vengono trasformate. Usando una formula di Philipp Oswald, la città si trasforma seguendo le leggi apparentemente inafferrabili di un’urbanistica automatica’ che si è sviluppata nella successione di ‘generatori’, ovvero i fattori che hanno maggiormente influenzato lo sviluppo urbano di Berlino. La serie di vicende e pianificazioni che coinvolgono la
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città nel corso dei secoli rispondono ciascuna ad una propria logica. Se alcune circostanze scaturiscono da puntuali obbiettivi, altre si fondano su meccanismi che plasmano lo spazio della città senza averne nessuno. Di fase in fase, l’influenza prevalente genera una struttura conforme a se stessa che si sovrappone a quella precedente. Questo avvicendamento protratto nei secoli, calca sul corpo della città un catalogo di conformazioni urbane. Quella iniziale può rispondere alla definizione di città-arcipelago, intesa come composta da più centri, peculiarità che le appartiene anche oggi. La prima conformazione della città si delinea attorno al flusso del fiume ed è un’area mercantile bi-nucleare; fin dalla sua forma embrionale, la fisionomia di Berlino è legata a fattori connessi al commercio. Questa venatura, imprimerà i segni urbani ancora oggi visibili.
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3 fasi sviluppo urbano
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Dalla lettura dei ‘generatori’, si possono distinguere diverse incisioni che sono state impresse sulla città nel corso della sua evoluzione storica. Espongo la serie di queste fasi seguendo la descrizione critica di Philipp Oswalt. Ad iniziare dal XIII secolo si costituiscono i nuclei primari della città. Berlino nasce come borgo commerciale in corrispondenza di guadi lungo il fiume Sprea, affiancata da Spandau e Kopenick ai quali si unirà nella ‘Grande Berlino’ del 1920; è composta inizialmente da due città distinte: Cölln su un isola e Berlino, ad est del fiume. Il 1237 è l’ anno ufficiale fondazione di Cölln, il 1244 anno ufficiale della fondazione di Berlino, ed il 1307 vede l’unione Berlino - Colln. Il XVII secolo è caratterizzato dalla Geometria ben leggibile che viene impressa sull’ impianto urbano. Durante il barocco vengono fondati numerosi nuovi nuclei urbani. Per realizzare l’idea di geometria regolare e di prospettive illimitate, le strutture intenzionalmente non si relazionano alla città esistente. I principali ‘segni’ riguardano gli anni tra il 1674-1732 con la realizzazione del reticolo Dorotheenstadt - Friedrichstadt, e quelli compresi tra il 1695 ed il1705 nei quali ricade la fondazione dell’insediamento barocco e quindi la costruzione del castello di Charlottemburg. La strada Unter den Linden viene prolungata da Berlino verso Charlottemburg. Tale struttura barocca si è mantenuta fino ad oggi. La seconda metà XVIII secolo porta la forte influenza dell’Industria. Ha inizio lo sviluppo industriale che si intensifica durante il XIX sec. Per l’espansione del comune non esiste alcun piano regolatore. Si costruisce lungo le grandi strade di comunicazione e lungo i corsi d’acqua. Rientrano in questa categoria le fabbriche a nord e ad est e le case di campagna ad ovest di Berlino. L’urbanizzazione di strutture facen-
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ti parte del paesaggio agricolo ne fissa le forme e limiterà successivamente un ampliamento ordinato della città. E’ in questa fase che prende corpo l’Osthafen (porto est) sul fiume Sprea, corrispondente alla zona in cui si colloca il lotto di progetto. Nel 1840 il progetto di pianificazione della città disegnato da P. J. Lennè, che aveva come committente il ministero degli interni prussiano, tenta attraverso un’operazione di composizione, di inserire lo sviluppo disordinato della città in un progetto d’insieme. Il programma si scontra con l’egemonia degli interessi economici. Vengono portate e termine le parti favorevoli allo sviluppo economico; completato il Landwehrkanal, il canale che delinea la forma del lotto di progetto. Gli elementi a carattere esclusivamente estetico o sociale come ad esempio le cirvonvallazioni, non vengono realizzati se non in parte. Canalizzazione - tra il 1859-1862 viene effettuato il Piano J. Hobrecht che aveva come committente il capo della polizia di Berlino. E’ un piano regolatore che coinvolge Berlino ed i suoi dintorni, ma si limita a fissare una struttura grossolana della viabilità comprendente un sistema di canalizzazioni. Non vengono fornite prescrizioni per l’edificato; ingloba, in una posizione di radicale pragmatismo tutti gli elementi già presenti (vie, edifici, confini lotti). Si mira a contenere i costi (isolati profondi, evitando angolazioni acute o ottuse). Queste misure si rivelano nel risultato di un irregolare reticolo di vie. I pochi elementi formali, come le numerose piazze e l’asse principale a sud, vengono realizzati solo per frammenti e nello stesso tempo sfigurati fino ad essere illeggibili. Tra il 1838-1878 la città accoglie la ferrovia. Società private costruiscono otto tronchi ferroviari indipendenti l’uno dall’altro che fungono da collegamento tra Berlino ed altre città tedesche. La costruzio-
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ne dell’impianto intralcia ogni pianificazione urbanistica. Nell’arco temporale che va dal 1851-1877 viene realizzato il collegamento circolare urbano, visibile ed attivo ancora oggi, e vengono collegate tra loro le singole stazioni; questa è un’iniziativa statale spinta da ragioni prevalentemente militari. E’ datato 1882, invece, il tratto di collegamento che unisce la parte est e quella ovest. Dopo il 1945 la maggior parte degli impianti ferroviari viene chiuso, ed in seguito molti vengono trasformati in spazi verdi all’interno della città, come l’attuale Görlitzer Park precedentemente stazione ‘Görlitzer Bahnhof’ - che risulta in connessione diretta con la parte sud del progetto oggetto di ricerca; sopravvive tuttavia il sistema di ferrovia urbana circolare e metropolitana. Sviluppo radiale - luce aria sole: dalla fine del XIX sec la città cresce a raggiera lungo le nuove fasce suburbane. Allo sviluppo concentrico dell’abitato, si sostituisce una crescita urbana a frattale. Città e campagna si compenetrano alla piccola e grande scala. La pianificazione coniuga ampie zone verdi e contesti urbani. Nel 1915 l’associazione ‘grande Berlino’ acquisisce 10.000 ettari di territorio boschivo all’interno della città, che si è conservato integro fino ad oggi. Schieramento: il ventesimo secolo porta con sé le guerre distruttive mondiali, ed in particolare, nel caso di Berlino la figura di A.Hitler; nel 1933 trattativa di Adolf Hitler con l’amministrazione di Berlino per trasformare l’immagine disordinata della città in ‘capitale mondiale Germania’, nel 1937 viene affidato ad Albert Speer il progetto per l’incrocio di assi di collegamento nord-sud, est-ovest. Tra il 1938 ed il 1942 il piano urbanistico generale di A. Speer incide sul territorio con vaste demolizioni. Nel XX sec la bomba sfigura la città. Berlino, in quanto centrale del terrore nazionalsocialista, sede del potere milita-
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re e centro industriale per gli armamenti, costituisce il bersaglio più importante nel bombardamento delle forze armate britanniche e americane contro la Germania. Dall’estate del 1940 all’autunno del 1941, si ha una prima fase, nel1943 la seconda e nel febbraio del 1945 gran parte del centro viene distrutto. Il 1946 vede l’attuazione del piano urbanistico di Hans Scharoun. La distruzione diventa il pretesto per una completa trasformazione di Berlino in un paesaggio urbano organico. Viene realizzata una nuova rete di superstrade, linea di forza dei progetti futuri. Le modifiche sulla città in funzione del mezzo ’automobile’ sono incisive. Nel 1950 viene concretizzata la circonvallazione stradale lungo la ferrovia urbana e quattro tangenziali che attraversano la città. Nel quadro del ‘risanamento tramite demolizioni’, si susseguono altri tracciati senza che vengano però realizzate le infrastrutture necessarie alla circolazione. Tutt’oggi è leggibile il corso delle superstrade e autostrade non costruite. In questa fascia temporale si delinea la forte concorrenza tra la parte est e quella ovest della città. Nel 1944 viene firmato il protocollo di Londra e Berlino risulta ripartita in quattro zone di occupazione alleata. Il 1948 corrisponde all’attuazione della riforma monetaria nella Germania occidentale a cui segue il blocco di Berlino ovest da parte dei sovietici. Nel 1949 Berlino è capitale della DDR; entra in vigore una costituzione per Berlino Ovest. Viene così suggellata la ‘separazione politica’. La ‘separazione spaziale’ tra Berlino est e Berlino ovest si concretizza nel 1961 con il Muro. Negli anni del confronto est-ovest la città diventa il teatro principale della guerra fredda. A causa del duro confronto tra capitalismo e socialismo le due parti della città sono costruite e ricostruite con mezzi massicci quasi a costituire per l’esterno una vetrina delle loro rispettive società.
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4.5. fasi dello sviluppo della struttura urbana
6. schwarzplan Berlino 2010 evidenziati il nucleo originario composto dalle città Berlin e CÜlln, il tracciato del muro e l’area di progetto
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7.8. foto del Muro sul perimetro della Lohmüleinsel, 1982
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9. Skyline edifici progetto Mediaspree sulla riva sud dello Sprea tra Elsenbrücke ed Oberbaümbrucke, 2011
Edificazioni di nuclei di costruzioni da entrambe le parti, ed il raddoppiamento di numerose istituzioni culturali, documentano ancora oggi la concorrenza dei sistemi e l’aleatoria autonomia delle due parti di città. Berlino ovest risulta decentrata. In Berlino est, l’inclusione all’interno del perimetro del vecchio centro storico e l’autoconsapevolezza sociale della DDR, rendono la sua struttura molto più centralizzata. Tra la fine degli anni ‘50 e la fine degli anni ‘80 nelle due parti della città si verifica una produzione di abitazioni a scala industriale. In tale produzione in serie, i ‘cluster’ sono isolati dal loro contesto urbanistico. Si definiscono i primi quartieri - interni alla città. All’inizio degli anni Sessanta vengono edificati grandi insediamenti di unità abitative ai margini della città, esemplare è il Gropiusstadt, progettato da Walter Gropis. Mentre a Berlino ovest questa fase si conclude a metà degli anni Settanta, a Berlino est prosegue in maniera ancora più radicale e vengono realizzate ‘le più grandi piattaforme abitative della Germania’. Il 1989 è l’anno della caduta del Muro ed innesca l’inizio di una politica urbanistica ed architettonica che attraverso un’estetica ‘monolitica’ delegata allo Stato intende rivedere l’immagine esteriore di Berlino. L’eterogeneità e le fratture nel corpo della città devono essere mascherate da un’immagine di facciata che rappresenti ‘uno stile berlinese prussiano’. La nuova immagine dominante ha modo di affermarsi in occasione del 1991 - concorso urbanistico per Postdamer Platz e Leipziger Platz; in conformità all’immagine della cosiddetta ‘città eu-
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ropea’ vengono qui realizzati due entratainment center. Nel 1997 il Senato di Berlino presenta il Planwerk: masterplan che copre l’intera superficie della città. Per mezzo di allineamenti e delimitazione delle altezze analogamente agli edifici del XIX secolo, con un’architettura ‘attuale’ si tenta da una parte di consolidare il centro della città, dall’altra di crearne un’identità. Attualmente, le variazioni urbane che in maniera più concreta coinvolgono la città di Berlino, sono quelle connesse agli investimenti dell’associazione Mediaspree che sta operando interventi localizzati indicativamente sulle sponde del fiume Sprea, tra Jannowitzbrücke e Elsenbrücke, area considerata come una ‘potente e attraente piazza economica’. Queste edificazioni fanno parte di un piano non organico ma descritto da un insieme di edificazioni puntuali accumunate dal fatto di riguardare la stessa area ed avere stessa destinazione d’uso: commerciale. Mediaspree è considerato dall’amministrazione della città un ‘partner importante’ nel contesto di un possibile processo di riqualificazione urbana nel quartiere di Kreuzberg-Spreeufer (ovvero la fascia del distretto di Friedichshine-Kreuzberg in prossimità del lungofiume, area che coinvolge il lotto di progetto in esame). In opposizione a questa situazione, numerose associazioni cittadine agitano proteste contro questo ‘pericoloso monipolatore’ che sta drasticamente modificando lo skyline della città ed il carattere del lungo fiume: gridano ‘Spreeufer für alle’ (il lungofiume dello Sprea per tutti).
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10. planimetria stato di fatto evidenziata in rosso l’area di progetto
2. La Lohmühleninsel Il lotto di progetto coincide con la superficie di un’isola artificiale chiamata: ‘Lohmühleninsel’. Lunga circa 600 metri, larga circa 100 prende forma in concomitanza al Landwehrkanal tra il 1845 e il 1850. I suoi confini sono definiti ad ovest dal canale stesso e ad est dal Flutgraben, il corso d’acqua che scorre parallelamente al canale fino a raggiungere lo Sprea. Nel tratto di Landwehrkanal che affianca l’isola, è presente il sistema di chiuse, ancora utilizzato, necessario al fine del transito delle imbarcazioni, per parificare la differenza di 20 centimetri di altezza tra il livello dell’acqua del canale e quello dello Sprea. Dal 1737 fino agli anni sessanta del XIX secolo quest’area veniva compresa nella zona limitata dal muro fiscale e doganale (Zoll-und Akzisemauer ) eretto con funzione daziaria per tassare i beni di commercio importati ed esportati da Berlino. Il nome ‘Lohmühleninsel’ deriva dalla presenza fin dal 1750 sull’isola di mulini (mühle) utilizzati per la concia delle pelli; l’attività si avvaleva della presenza dei fitti boschi di quercia e di castagno presenti in zona dalla cui corteccia veniva ricavato il tannino per mezzo dei meccanismi innescati dall’energia meccanica del flusso del fiume, intercettata dalle pale dei mulini, demoliti nel 1803. Fino al 1800 questa zona è stata prevalentemente area boschiva. Attorno alla metà del XIX secolo lo sviluppo industriale assieme ad un incremento del tessuto urbano, caratterizzato dalla tipologia abitativa Mietkaserne, modificano quest’area. Tale urbanizzazione comprende anche parchi e stazioni balneari sullo Spree; sono infatti state operanti sette piscine fluivali fino al 1933. Alcune di queste erano pressoché delle semplici limitazioni all’interno del fiume, mentre altre erano veri e propri stabilimenti balneari denominati ‘Badeschieffe’, come quello che si trovava in 20
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11. foto aerea dello stabilimento balneare sulla sponda nord della Lohmühleninsel, 1918
prossimità della punta nord-orientale della Lohmüleinsel, il ‘Sachses Badeanstalt’ edificato nel 1849: consisteva in un bacino incorniciato da una struttura lignea caratterizzata da torri angolari. A causa della guerra mondiale e del crescente inquinamento del fiume questo particolare legame tra la collettività ed il corso d’acqua fu interrotto. Attualmente sono quattro i ponti che connettono l’isola alle terre con cui confina, i due centrali, su cui passa la via Vor dem Schlesischen Tor, e due pedonali-ciclabili a sud. Nel disegno di riqualificazione di questa area oggetto di ricerca, vengono tutelati gli edifici riconosciuti come storici: la casa daziale del 1849 che si trova sulla strada che intereseca l’isola, e quello che fu il caffè Alsen (chiamato Anhalt dal 2004), edificato nel 1928, punto di ristoro della più antica stazione di benzina operante a Berlino. Gli edifici sportivi che fronteggiano questi due storici, vengono mantenuti, visto che i servizi che offrono collimano con le scelte di progetto e con le previsioni del piano regolatore. Attualmente l’isola, è accessibile nella porzione che si sviluppa a sud, mentre a nord è pressoché totalmente utilizzata per scopi commerciali, come quelli esercitati dall’impresa proprietaria dell’ impianto di calcestruzzo preconfezionato; la sua presenza è attualmente riconoscibile dal voluminoso cumulo di inerti, i silos e la gru, visibili guardando il lotto dalla sponda nord dello Sprea. I proprietari dell’impresa non escludono la possibilità di un trasferimento a breve termine; anche il Bebauungsplan - piano regolatore del comune - prevede una destinazione diversa per questa area ad alto potenziale, ma purtroppo, non totalmente finalizzata ad attività che riguardino la collettività.
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12. foto dello stato di fatto dell’area di progetto visibile dalla sponda nord del fiume Sprea*
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13. fotoinserimento del prospetto nord del progetto su vista dalla sponda nord del fiume Sprea
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14. vista dal ponte Oberbaumbrücke verso il lotto di progetto
3. La Biblioteca del distretto Fredrichshine Kreuzberg - BFK Nella realtà urbana di Berlino è ancora rilevante il ruolo di riferimento primario del nucleo storico, il Mitte, ma ancora più incisiva è la constatazione che la città nel suo complesso, soprattutto in relazione al suo sviluppo degli ultimi due decenni, si è ampliata in modo da inglobare quelle che una volta erano definite ‘periferie’ ma che ora risultano essere dinamici ambienti metropolitani; queste zone, distintive della città contemporanea che si spinge oltre le soglie limite del centro urbano, si sono sviluppate rapidamente e spesso in funzione di priorità economiche piuttosto che sociali, risultando mancanti di una pianificazione che le gestisca organicamente. La ricerca intrapresa in questo studio ha posto il suo focus sulla latente ma pressante necessità di introdurre in queste aree urbane non più di ‘zona limite’, nuovi spazi e modificare quelli esistenti, in modo che possano concretizzarsi in un nuovo centro urbano. Per la valutazione del ‘come’ tradurre queste premesse in un progetto, lo studio si è concentrato su un’analisi delle qualità specifiche e potenziali di una porzione della città, quella relativa al distretto Friedrichshain-Kreuzberg, che più degli altri rappresenta i caratteri appena descritti. L’area urbana coinvolta nell’analisi, rientra tra le zone comprese nel programma di Riqualificazione Urbana Ovest (Stadtumbau West) che il comune di Berlino ha impostato dal 2007, e che sta mantenendo attivo, anche se con qualche parentesi statica. L’isola ‘Lohmüleinsel’ fa parte del quartiere Kreuzberg, che insieme a quello di Friedrichshain, dal 2001 costituisce il distretto Friedrichshain-Kreuzberg. Questo distretto è il meno esteso tra quelli cittadini ma, contando 265.592 abitanti, risulta quello con la più alta densità di popolazione. 28
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15. la posizione del lotto di progetto, compreso nel quartire ‘kreuzberg’, rispetto ai quartieri friedrichstain a nord, ed alt treptow, ad est.
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16. viabilità principale, verde e spazi pubblici, luoghi ad accesso diretto sul fiume Sprea
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Prima del 2001, i due distretti erano separati, e lo furono anche nel periodo che vedeva Berlino divisa: Friedrichshain rientrava nella partizione est, Kreuzberg, ovest. Un segmento del percorso del Muro, infatti, scorreva lungo il Flutgraben, il canale che limita ad est il lotto di progetto fino ad arrivare sul fiume, passando sulla struttura ancora visibile a nord della Lohmüleinsel, per poi raggiungere l’ Oberbaumbrücke e quindi proseguire sulla sponda nord dello Spree, verso ovest. Il lotto di progetto, in particolare la porzione a nord rispetto alla strada Vor dem Schlesischen tor, è in diretto contatto con il fiume Sprea, e rientra quindi nell’area definita dal Senato di Berlino ‘Spreeufer’ (banchina dello Sprea). Questa zona è caratterizzata da una rete stradale a maglia ortogonale, orientata in direzione del il corso del fiume. Tale matrice viene tagliata diagonalmente dalla Skalitzer Straße la quale si interseca con la Köpeniker Straße; quest’ultima continua verso est con il nome Schlesischen Straße: la via che divide in due parti il lotto di progetto. Seguendo la direzione della Skalitzer Str. transita, ad una quota sopraelevata, la linea U1 della U-Bahn, la quale in corrispondenza dell’incrocio con la Köpeniker Straße, accoglie la storica fermata ‘Schelesischen Tor’, per poi proseguire sul ponte Oberbaumbrücke, fino al capolinea ‘Warschauer Straße’. Posta simmetricamente a queste rispetto all’asse longitudinale della Lohmüleinsel, si trova la fermata S-Bahn ‘Treptower park’ - dal nome del distretto con cui confina ad est quello di Friedrichshain-Kreuzberg, Alt-Treptow; questa fermata rientra nel circuito anulare che circonda la città, e proseguendo verso nord, il viadotto affianca il ponte Elsenbrücke - il primo ponte, verso est dopo l’ Oberbaumbrücke. Le fermate ‘Schelesischen Tor’ e ‘Treptower park’ 30
risultano i principali snodi del trasporto pubblico di quest’area e sono unite dalla Schlesische Straße, quindi la zona di progetto si trova pienamente coinvolta nel flusso che connette questi due punti. Risulta di fondamentale importanza sottolineare quella che fu l’appartenenza di questa fascia di costa del fiume al porto industriale orientale di Berlino nel XIX secolo. Sono ancora leggibili i retaggi urbani di quel periodo, come alcuni edifici posizionati frontalmente rispetto al lato nord del lotto, un tempo sedi della dogana, ora prevalentemente di uffici come la MTV Networks; questi edifici storici sono affiancati da costruzioni relativamente recenti, o appena edificate, come la sede della Società Universal - prima pietra, posata nel 2002 del progetto MediaSpree - della Coca-Cola, l’hotel Nhow. Se questa è la composizione che troviamo sulla costa nord del fiume, la struttura urbana che affianca il lotto di progetto si differenzia, tra est ed ovest. Ad ovest prevale un denso tessuto residenzialecommerciale caratterizzato da edifici che arrivano fino a sette piani conformati attorno la tradizionale hof (corte interna) ed in casi puntuali destinati a sedi uffici, come il ‘wasserschloß am osthafen’, che prospetta ad ovest rispetto alla Lohmüleinsel; tale sede conferma la tendenza di questa zona a destinare spazi ad attività connesse allo sviluppo nei confronti dei media, intrattenimento, informazione, architettura-design. I volumi degli edifici arrivano per la maggior parte direttamente al bordo della costa fluviale, descrivendo un caratteristico sviluppo urbano sull’acqua - leggibile ancora oggi e tipico della storia urbana berlinese. Diversamente, ad est rispetto alla Lohmüleinsel la struttura urbana è caratterizzata, a ridosso del lotto di progetto, dalla fascia verde che segue il canale Flutgraben, conversione attuale di quella che era una porzione dell’arida lingua di terreno sulla quale passava il Muro, la quale, spostandoci 31
17. foto sulla Vor dem Schelesischen Straße verso l’ingresso al lotto di progetto*
ancora verso est, lascia il posto ai complessi industriali; tra i tanti, si distinguono la Fabrikgebäude sede della ‘Kunstfabrik’ - edificio che si sviluppa seguendo l’andamento curvilineo del canale - e l’ Arena Berlin’, ex deposito merci, ora centro culturale polifunzionale. Questo complesso comprende le ’Badeschiff’ - piscine sull’acqua, ricavate da ‘Schubleichter’, vascello tradizionale utilizzato storicamente per i trasporti sullo Spree, e la ‘Halle’ - il grande impianto di 7.000 mq, costruito nel 1927, utilizzato per decenni per la riparazione di autobus, e ‘riscoperto’ nel 1995, ristrutturato, ed ora sede di eventi. All’interno dell’approccio conoscitivo verso questa area della città, l’analisi della struttura urbana non può non essere affiancata dalla presa di coscienza sulla situazione sociale del luogo in oggetto, visto che un progetto può potenzialmente favorire anche uno sviluppo sociale. Possiamo mettere in primo piano il fatto che la decisione di unificare i due distretti Friedrichshain e Kreuzberg fu inizialmente molto contestata, a causa della composizione sociale molto differente: Friedrichshain, già appartenente a Berlino Est, con una popolazione giovane ed etnicamente omogenea; Kreuzberg, al contrario, appartenuta a Berlino Ovest e caratterizzata da un alto numero di anziani e stranieri. Il “mix-Kreuzberg” come viene definita la realtà sociale dall’amministrazione del distretto (all’interno del ‘Monitoraggio Sociale Sviluppo Urbano di Berlino’), è oggi segnato da una convivenza - cooperazione tra abitanti appartenenti a differenti nazionalità, residenti da lungo tempo e nuovi arrivati, giovani ed anziani, socialmente svantaggiati e la classe media, single e famiglie, e da una scena creativa ed una ‘cultura di quartiere’ che seppur frammentate, risultano percepibili nelle attività che propongono. E’ evidente quindi che uno degli aspetti principali di questo contesto urbano è la presenza di nette differenze
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18. vista sul lato est del lotto di progetto, in primo piano il Flutgraben
tra le sue componenti e potenziali situazioni di ‘attrito’ e divisioni sociali; modificare questa realtà richiede una maggiore tolleranza per ciò che è diverso o estraneo, e dialogo. Sarebbe auspicabile dare la possibilità a coloro che vivono in queste aree, che siano essi residenti o no, di poter essere parte attiva e partecipe nelle dinamiche urbane. A partire da questo quadro di osservazioni, si concretizza la scelta di proporre come intervento utile alla città, una Biblioteca centro culturale per il distretto di Friedrichshain-Kreuzberg. L’intento è quello di esercitarsi in un progetto che si prefigga di mettere a disposizione di questa realtà uno spazio pubblico di riferimento, che possa risultare come elemento catalizzatore della vita urbana. In un contesto così socialmente eterogeneo, riscontrabile in questo caso, ma sempre più frequente nelle realtà urbane delle città contemporanee, l’architettura potrebbe stimolare dei processi che contribuiscano a modificare una condizione che nella sua dinamicità, per assurdo, mantiene invariati i suoi aspetti negativi. L’edificio Biblioteca comprende la valenza di forum, luogo in cui ‘la diversità’ può essere esposta e condivisa portando ad un arricchimento comune, dove alcuni spazi sono messi a disposizione a tal fine condiviso, ed altri permettano riflessioni e ricerche ai singoli fruitori. Per mantenere il progetto della biblioteca aderente alle necessità richieste dal quartiere (bezirk) in termini quantitativi e tipologici , è stato considerato il bando di concorso “Bezirkszentralbibliothek Frankfurter Allee. Berlin, Friedrichshain-Kreuzberg” indetto dal Senato di Berlino, che ha proposto il riutilizzo di un edificio di edilizia scolastica da convertire a Biblioteca centrale del distretto. Questo bando si è concretizzato nella Stadtbibliothek (biblioteca pubblica) intitolata a Pablo Neruda, collocata sulla Frankfurter Allee, in posizione centrale rispetto al quartiere Friedrichshain. Il
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19. foto dalla sponda sud-est del fiume Sprea, visibile sulla sinistra la porzione nord del lotto di progetto*
resto del distretto offre attualmente altre quattro biblioteche di piccole dimensioni, posizionate nell’area sud-ovest del quartiere di Kreuzberg e ricavate in spazi appartenenti ad edifici storici o realizzati negli anni ’60 e ristrutturati per accogliere i locali pubblici.Queste ultime constatazioni hanno confermato la scelta della locazione del lotto oggetto di ricerca, il quale, diversamente dalle altre biblioteche, si troverebbe in posizione centrale rispetto all’intero distretto Friedrichshain-Kreuzberg, coinvolgendo le sue dinamiche.
Le principali carenze urbanistiche della zona su cui ci si è concentrati si riflettono principalmente sull’assenza di un accesso pubblico al fiume Sprea, sul numero limitato di spazi pubblici dedicati alla collettività e sul deficit di verde pubblico; per mezzo del progetto si tenta di convertire questi aspetti in una riqualificazione che si pone gli obiettivi di valorizzare il carattere del quartiere Kreuzberg in relazione al fiume Sprea - elemento fondante della città e potenziale mezzo di relazione tra i quartieri di Friedrichshain e Kreuzberg e tra questo distretto e l’intera città.
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capitolo II. La biblioteca
1. La biblioteca oggi Nel XX° secolo, la tipologia architettonica legata al modello ‘biblioteca’ si slega dalla tradizionale definizione che la accompagna da sempre; ciò riguarda in primo luogo l’introduzione dei nuovi tipi di supporti per la diffusione del ‘sapere’ avvenuta negli ultimi decenni. Se approssimiamo una scansione temporale, le biblioteche esistono da quasi cinque millenni, le enciclopedie da due millenni e mezzo, il web dal dicembre del 1990. I grandi cambiamenti che hanno riguardato il settore della informazione e della comunicazione innescati dalle recenti innovazioni tecnologiche e da Internet, hanno mutato profondamente anche il contesto in cui le biblioteche operano. La principale organizzazione di carattere internazionale che mantiene aperto il dibattito a riguardo di queste tematiche è l’IFLA, federazione internazionale delle associazioni e istituzioni bibliotecarie. Fin dal 1973 IFLA e Unesco propongono delle ‘linee guida’ relative al servizio bibliotecario pubblico al fine di monitorare ed offrire proposte in tale ambito. La situazione internazionale offre un panorama di profonde differenze. Dal punto di vista dell’accesso all’informazione, il divario esistente fra paesi ricchi e paesi poveri è una realtà, ed il fulcro di questa contestazione ruota attorno al ‘digital divide’, riscontrabile oltre che nella scala mondiale, anche in quella urbana. Da quando nel 1993 gli Stati Uniti hanno deciso lo sviluppo di infra-strutture per la nascita delle cosiddette autostrade dell’informazione e anche l’Unione Europea ha iniziato a promuovere politiche a favore della società dell’informazione e, più recentemente, della società della conoscenza, è risultato sempre più evidente che la maggioranza della popolazione mondiale resta esclusa dalla “conversazione globale”, come è stata definita la nuova possibilità di partecipazione allo scambio di comunicazioni e conoscenze attraverso l’uso delle nuove tecnologie e 38
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di Internet. Le biblioteche pubbliche possono concorrere a garantire il diritto di accesso all’informazione per tutti, in esse può trovare attuazione il principio della ‘libertà di accesso alle informazioni, alle idee e alle opere dell’ingegno’, contenuto nell’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il fine ultimo della biblioteca è di stimolare ed aiutare lo sviluppo socio-culturale della collettività e dell’individuo, da un lato consolidando il suo legame con la comunità ed il territorio, dall’altro aprendolo verso la globalità del sapere e dell’informazione: non a caso G. Solimine parla di biblioteca glocale, ovvero la sintesi tra una dimensione globale (l’aspirazione a rappresentare, a raccogliere tutta la conoscenza) ed una locale (le esigenze dell’utenza) “via di accesso locale alla conoscenza”. In quanto servizi locali rispondenti alle esigenze di accesso pubblico alla conoscenza da parte di una comunità locale, le biblioteche pubbliche operano in situazioni diverse in relazione al contesto in cui si collocano. Per questo motivo la priorità nell’ambito della progettazione delle biblioteche pubbliche risiede, oltre che nel tema di ciò che dovrebbero essere o fare, in come potrebbero migliorare e diventare maggiormente rispondenti alle esigenze del contesto locale in relazione alle condizioni e delle risorse disponibili. In ogni paese e ad ogni stadio del suo sviluppo è possibile infatti individuare punti di debolezza, ma anche punti di forza, sui quali costruire il miglioramento. Nel contesto oggetto di studio le differenze risultano essere contemporaneamente sia fragilità che ricchezza sociale del luogo, ed in questo progetto la biblioteca si pone come uno spazio in cui accoglierle, comunicarle, condividerle, riconoscerle ed informarsi a proposito. Quindi, se mai ha potuto esserlo, la biblioteca contemporanea non può più essere considerata come mero deposito per la conservazio-
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ne dei documenti, ma piuttosto come spazialità plasmata in funzione dello svolgimento di attività sociali, civili e pedagogiche nelle sue vesti di infrastruttura per la conoscenza e l’informazione, agenzia di informazione e documentazione locale, luogo di aggregazione sociale. Per far fronte alle richieste della nostra società contemporanea caratterizzata da una continua contaminazione tra le diverse culture che entrano in contatto al suo interno, un’efficace biblioteca pubblica dovrebbe quindi essere un mixage dei modelli che si sono delineati in ogni nazione nel corso del Novecento, tra i quali si distinguono quelli anglosassone, scandinavo, francese e tedesco. Il modello anglosassone si rispecchia nella ‘public library’ ed è caratterizzato da una forte ed immediata disponibilità di materiale esposto a scaffale aperto, gratuità, libero accesso, friendliness - “amichevolezza” dell’edificio e dei servizi offerti, reference risultato dalla compresenza di risorse informative, documentarie, ma soprattutto professionali, ovvero i bibliotecari, che garantiscono un servizio di tipo relazionale in cui l’utente viene affiancato ed orientato nella sua ricerca; tale impostazione conferma la rilevanza data agli aspetti connessi all’integrazione sociale, aggregazione, Lifelong Learning (o apprendimento permanente). Questo modello ha costituito la matrice di riferimento per quelli successivi, si è modificato ed adeguato alle esigenze del contesto di applicazione, sviluppando altri tipi. Il primo è il modello scandinavo, che prende campo fin dai primi decenni del Novecento, molto simile a quello anglosassone, che vede ancora oggi le biblioteche scandinave all’avanguardia nel settore (possiamo portare ad esempio la Biblioteca civica di Stoccolma, su progetto di Gunnar Asplund, quelle più recenti di Helsinki ed Oslo). Sulla stessa linea tipologica, ricordiamo le biblioteche olandesi, in particolare quelle di Rotterdam ed Amsterdam. A seguire, il modello francese
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20. foto su parete Eisfabrik, Köpenicker Straße 40, Berlin -Mitte*
in funzione dell’utente e dei suoi bisogni, scandita, appunto, in tre livelli. I due settori tradizionali della biblioteca, ovvero quelli a scaffale aperto finalizzati alla consultazione e lettura, e quello composto dal deposito chiuso relativo a laboratori ed uffici, vengono affiancati da un terzo, il settore di ingresso; questo nuovo settore, chiamato anche ‘market’ per via dell’ immediatezza con la quale si propone come primo impatto al fruitore della biblioteca, si concentra sull’attualità, la lettura ricreativa e le esigenze informative più frequentemente richieste tra gli utenti.
riscontrabile nella médiathèque, che si distingue per il forte interesse verso la contemporaneità e la inclinazione ad affiancare altre attività e funzioni culturali a quella bibliotecaria, il continuo parallelo tra documenti cartacei e multimediali, l’ampio spazio dedicato a strumenti e ai documenti audiovisivi. Vi è infine il modello tedesco che prende forma nella dreigeteilte bibliothek, (biblioteca tripartita, o a tre livelli), il quale si distingue per una nuova impostazione della composizione architettonica dell’edificio e del servizio
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2. Spazialità e funzioni - la dreigeteilte Bibliothek Nel tentativo di avvicinarsi all’intento primario della biblioteca, intesa come sinapsi che possa mettere in comunicazione le fonti del sapere con i soggetti che vogliono entrarne in contatto, il progetto prova a tradurre in articolazione spaziale l’approccio più consono alla realtà verso la quale si mette a disposizione. La Biblioteca del distretto di Friedrichshine-Kreuzberg oggetto di studio, si propone nel contesto berlinese come possibile riferimento sia per la realtà locale che esterna, e come tale considera l’impostazione del modello biblioteconomico tedesco tra le linee guida base del progetto; viene sviluppata la scelta di organizzare il servizio della biblioteca sia funzionalmente che fisicamente, su tre livelli, come previsto dalla dreigeteilte bibliothek, in modo da permettere una ‘auto selezione dell’utenza’ che accede ai servizi bibliotecari in relazione al grado di approfondimento del bisogno informativo; in parallelo, come verrà descritto nel capitolo successivo, il progetto evita che l’ordine della segmentazione del modello tedesco si traduca in barriera tra i diversi settori che compongono la biblioteca e mantiene la possibilità di integrazione tra le varie categorie di utenza per favorire lo scambio e l’arricchimento reciproco. Come esposto da M. Muscogiuri in ‘Biblioteche, Architettura e progetto’, ‘Il prototipo della dreigeteilte Bibliothek nasce nei primi anni settanta ad opera di Heinz Emunds, allora direttore della Biblioteca civica di Münster, e si diffonde rapidamente nella ex - Repubblica Federale Tedesca, a partire da Gütersloh, dove nel 1979 viene iniziata la costruzione di una biblioteca pubblica “a tre livelli” (su progetto della bibliotecaria Ute Klaassen) che ne diventa in breve il modello per antonomasia. Il punto di partenza di Edmunds fu la constatazione che in una biblioteca pubblica, 44
una parte della domanda di informazione non specializzata, non può essere soddisfatta dalle consuete forme di catalogazione e allestimento delle collezioni. […] Oltre ai due tipi tradizionali di ricerca e classificazione dei documenti (per soggetto e per autore), Emunds individuò dunque una terza modalità, basata su quello che egli chiamò “il terzo interesse”: la classificazione per temi o, appunto, per aree di interesse. A partire da questa modalità di raggruppamento, egli predispose un nuovo settore della biblioteca, il “Settore di Ingresso” , o “Primo Livello” (chiamato Nahbereich, ovvero “ambito vicino”) che si andava ad aggiungere ai due tradizionali settori: quello di lettura/consultazione a scaffale aperto (che diventava dunque il “Secondo Livello”, il Mittelbereich, ovvero “ambito intermedio”) e quello del magazzino (il “Terzo Livello” , il Fernbereich, ovvero “ambito lontano”). La caratteristica principale di questo approccio è già dichiarata nel nome attribuito ad ogni settore, che è identificato in base alla sua “prossimità” o “lontananza”: il punto da cui è “misurata” tale distanza è l’utente medio, sui cui bisogni e comportamenti, la biblioteca deve essere centrata ed organizzata. Anche la collocazione e la presentazione del materiale documentario, vengono ripensate al fine di soddisfare i bisogni informativi più generici e meno strutturati da parte dell’utente medio. Da un lato viene perseguita una forte integrazione dei diversi supporti, presentando assieme i documenti cartacei, audiovisivi e multimediali relativi allo stesso argomento; dall’altro le raccolte vengono ordinate per generi e aree di interesse, e non per disciplina, presentando i documenti in modo più simile a quello di negozi e librerie (molti libri esposti di piatto su scaffali bassi etc..). L’orientamento all’utenza, si traduce, nel modello tedesco, in un’accurata segmentazione della offerta dei servizi, in base all’utenza, ai suoi bisogni, ed ai comportamen45
21. vista dal viale di ingresso al progetto
ti, segmentazione che corrisponde a esigenze informative e progressivamente più approfondite e specializzate. Il Primo Livello risponde infatti ai bisogni informativi più generici e meno strutturati: implica semplicità degli strumenti offerti, e grande accessibilità; deve offrire servizi di alfabetizzazione, reference di orientamento, e di pronta risposta (quick - reference). Il Secondo Li-
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vello risponde a richieste informative più definite e già orientate a esigenze di studio, lettura e consultazione: deve offrire servizi di media complessità, che presuppongono maggiore autonomia d’uso, e reference per ricerche di medio approfondimento. Il Terzo Livello è destinato a ricerche puntuali e più specializzate: deve offrire servizi di alta complessità, reference specializzato e mettere a disposizione documenti meno utilizzati o più rari.‘
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capitolo III. Il progetto
1. Concetto urbano Dall’analisi del luogo, alla scelta progettuale. Lo stato di fatto dell’area interessata dall’intervento, descritto nel paragrafo 3. del cap.I, presenta chiaramente le dinamiche urbane in cui è coinvolta. Il lotto di progetto è un ritaglio di terreno di circa 6 ha, la sua conformazione è stretta ed allungata, prevale il lato che si sviluppa sull’asse nord-est, sud-ovest, il fronte nord si prospetta in dialogo diretto con il fiume Sprea, generatore primitivo della città, il resto del corpo si inoltra verso sud incastonandosi tra le terre del quartiere di Kreutzberg, di cui è parte , e quello di Alt-Treptow; sul perimetro , tutt’attorno, è delimitata dai corsi acqua. L’area è praticamente un’isola, quindi distaccata rispetto ai terreni limitrofi, ma la sua morfologia e la sua posizione le affidano naturalmente un ruolo di mediazione e allo stesso tempo connessione tra entità in confronto: lungo l’asse nord-sud, il percorso d’acqua principale della città ed i canali secondari che si connettono ad esso, il quartiere di Fredrichshain e quello di Kreuzberg, nell’asse est-ovest, l’ex area industriale a margine della città e l’innenstadt. La connessione fisica tra l’isola ed il suo contorno avviene attraverso i due ponti pedonali a sud ed i due centrali rispetto all’intero lotto; su questi ultimi scivola la trafficata strada Vor dem Schlesischen Tor, che divide in due il lotto di progetto. Questa è la via principale che, partendo da Elsenstrasse, in corrispondenza della fermata S-bahn TreptowerPark, con il nome Puschkinalle, permette la connessione tra il sistema di trasporti s-bahn anulare che circonda l’intera città ed il suo nucleo. Tale linea dunque è di primaria importanza nella relazione che l’area in esame ha con il suo contesto; per questo motivo, è stata considerata come asse di riferimento del disegno di riqualificazione urbana in oggetto. Ortogonale a quest’ultimo, l’asse che innesca il processo progettuale: si posiziona sul versante
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22. area di progetto e connessioni al contesto urbano
23. assi principali di riferimento per il progetto
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est della Lohmüleinsel, e coinvolge l’isola da nord a sud. Questo segno racchiude il carattere della proposta che avanza il progetto: convogliare i flussi principali presenti in questa area, quelli in direzione est-ovest e permetterne un’estensione nord-sud che porti in rapporto diretto le dinamiche della città a sud dello Sprea, con il fiume e di conseguenza con la parte di città dall’altra parte della sponda, in primo piano il quartiere Friedrichshain. In relazione allo stato di fatto, l’asse nord-sud del progetto, risulta il proseguimento della Lohmülenstraße, via che scorre lungo il lato maggiore della Lohmüleinsel e che dal suo limite meridionale, prosegue nella stessa direzione verso sud per più di un chilometro e mezzo intercettando perpendicolarmente vie di comunicazione rilevanti come Sonnenallee e Karl-Marx Straße. Questa volontà scaturisce dalla constatazione della rilevanza che la presenza del corso d’acqua ha nei confronti della città e quindi dell’importanza di riportarlo ad essere protagonista della vita urbana; in questo modo il fiume si allontana dalla definizione di barriera e si avvicina a quella di conduttore del flusso dinamico e vitale urbano. A confermare tale proposta ci sono le linee di pianificazione previste dal Senato per mezzo dello studio di fattibilità (Machbarkeitsstudie) che prevedono la praticabilità di camminamenti a ridosso del fiume, e connessioni per mezzo di nuovi ponti pedonali che interesserebbero sia il fiume Sprea, che i due canali. Analizzando lo stato di fatto, le proposte degli studi urbanistici della Senato, ma soprattutto provando a percepire quello che la cittadinanza desidererebbe si realizzasse in questo luogo, si è posto in risalto il carattere pubblico che questo intervento dovrebbe materializzare. La realtà degli interventi nel contesto ‘Mediaspree’ vede attualmente investimenti economici
concretizzarsi in edifici privati che si impongono a ridosso della linea del fiume, modificandone sia il profilo che l’utilizzo. Il disappunto riscontrato tra i cittadini si è convogliato (per mezzo di manifestazioni e petizioni) nella richiesta al Senato di imporre come linea guida per i progetti di nuova realizzazione, un arretramento di 50 metri rispetto al bordo fiume, e di uno sviluppo in altezza che si relazioni agli edifici storici del contesto e non li oltrepassi. Le scelte primarie del progetto oggetto di studio, sono state quindi impostate prendendo le distanze dalla modalità di intervento applicata attualmente per gli edifici di ultima realizzazione e seguendo le condivise condizioni appoggiate dalla collettività. La zona interessata dai volumi della biblioteca è arretrata rispetto alla linea limite del fiume: l’edificio entra in diretto contatto con l’acqua per mezzo di un taglio sul terreno ampio quanto i canali che circondano l’isola. In maniera similare ai mulini che diedero il nome all’isola, la biblioteca entra in relazione con l’energia del fiume. In primo piano, rispetto allo Sprea, viene quindi disegnata un’’isola verde’, che permette l’accesso diretto al fiume da parte della collettività, in maniera svincolata rispetto all’utilizzo dell’edificio pubblico in sé. Nell’intero progetto, Il verde urbano ha un ruolo di primo piano e coinvolge l’intera area del lotto sia a sud rispetto la via Vor dem Schlesischen tor, la quale viene ridisegnata per mezzo di percorsi verdi mantenendo gli impianti sportivi presenti, che a nord rispetto a tale strada strada, dove le superfici verdi affiancano il viale che dà accesso alla biblioteca per poi arrivare alla piattaforma verde sullo Sprea. In questo modo la presenza dell’asse nord-sud permette la connessione ad altre superfici destinate a verde urbano al di fuori del lotto di progetto; le principali, da sudovest, sono il Görlitzer Park, il Landwehrkanal park che si svilup-
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24. foto dall’Elsenbrücke verso il lotto di progetto*
pa seguendo l’andamento dell’omonimo canale, e la Schles busch, area verde che prospetta il lotto ad est. Tali aree risultano in questo modo in successione continua grazie al verde di progetto, estendendosi fino allo Sprea. Come riferimento visivo percepibile anche a distanza rispetto alla zona in cui è collocata la biblioteca, il progetto prevede un landmark: una una torre messa a disposizione di chi fruisce il parco. Composta da una semplice struttura costituita da un telaio metallico
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rivestito da un sistema di pannelli di lamiera microforata, questa torre si propone sia come punto di osservazione, che come riferimento. Un elemento che nella sua elementarità permette l’osservazione del luogo, la presa di coscienza delle metamorfosi e delle variazioni sia fisiche che antropologiche che lo caratterizzano. Partendo da queste direttrici progettuali si sviluppa il disegno dell’intero lotto che propone la riqualificazione di questa area di Berlino nata come porto industriale est della città.
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2. Divisione funzioni-spazi Il quadro sinottico da cui parte lo sviluppo dell’idea di progetto ha considerato lo stato di fatto del contesto in cui si trova il lotto, (sono state quindi analizzate le sue peculiarità topografiche, urbane, sociali e storiche e si sono dedotte delle esigenze primarie alle quali il progetto prova a rispondere), direttamente connesso a questo, l’esposizione e l’orientamento dell’area, il bando di concorso preso a riferimento per le quantità relative alle superfici minime prescritte da dedicare ad ogni funzione prevista nel progetto per la biblioteca centrale del distretto di FriedrichshainKreuzberg, ed il modello tedesco della dreigeteilte bibliothek. L’accesso alla biblioteca avviene a partire dalla strada Vor dem Schlesischen tor; da questo punto il progetto si percepisce come un volume semplice che si eleva rispetto al suo basamento; il viale che dalla strada porta all’ingresso, si abbassa impercettibilmente rispetto alla quota iniziale, fino ad arrivare alla quota di ingresso della biblioteca, per poi proseguire fino allo spazio verde sul fiume. Possiamo sintetizzare la composizione del progetto a due corpi principali che si distinguono primariamente per le loro differenti altezze, a cui corrispondono due specificità di fruizione del complesso: il volume più alto racchiude la biblioteca intesa come nell’accezione più tradizionale di spazio che permette l’esposizione del patrimonio documentario, lettura, consultazione e studio; il volume più basso, accoglie spazi che si prestano anche ad altre attività a disposizione della collettività, in maniera più flessibile (verrà descritto nel paragrafo 3 di questo capitolo). La scelta di tale distinzione, va di pari passo con le considerazioni legate all’esposizione al sole; i volumi posizionati nella parte sud del progetto, sono quelli di altezza inferiore al fine di non proiettare la propria 54
25. irraggiamento solare ed orientamento dei volumi 25
campo di immissione 400 mq giovani, arte, musica 570 mq area eventi 100 mq biblioteca famiglia 560 mq area di lavoro interna 460 mq non-fiction e media 580 mq metri lineari scaffali 2660 ml
26. divisione funzionale bando di concorso 26
27. irraggiamento solare geometria-orientamento dei volumi 27
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ombra sull’edificio a nord, mentre quelli più alti compongono un corpo il cui involucro è stato definito, di prospetto in prospetto, in base alla differente esposizione. Immagine architettonica e fisionomia bibliotecaria si sono sviluppate in parallelo nel tentativo di ri-plasmare , modificandolo, il modello della dreigeteilte bibliothek in modo da rispondere ai requisiti richiesti dal contesto e dall’utenza di riferimento. La caratteristica distintiva della dreigeteilte Bibliothek è la netta distinzione tra i tre livelli che la compongono; questo tipo di segmentazione si traduce da un lato nell’aspetto positivo di permettere un servizio chiaro e ben definito, all’interno del quale l’utenza ha modo di rintracciare nell’immediato la documentazione di cui necessita, dall’altro, nell’aspetto negativo che la vede così rigida nella suddivisione dei servizi da rischiare di confinare gli utenti. Partendo da questa considerazione, la biblioteca oggetto di tesi, è stata impostata in modo da evitare l’isolamento dei fruitori di settore in settore e piuttosto di alimentare le relazioni tra le varie categorie di utenza per favorirne lo scambio e l’arricchimento reciproco seppur evitando forme di promiscuità tra utenti che hanno esigenze troppo diverse. Nell’ avvicinarsi a questo obbiettivo, il progetto prevede un sistema di distribuzione anulare, che a partire dall’ingresso mette in comunicazione le diffe-
renti parti dell’edificio in maniera continua; questo avviene sia al piano terreno, che nei cinque livelli che sviluppano in altezza l’edificio. Relativamente alla suddivisione degli spazi in relazione alle funzioni è stata seguita una gerarchia che comprende: una separazione tra due ‘macro aree’ funzionali, la distinzione tra i tre livelli della dreigeteilte Bibliothek, ed una collocazione degli ambienti in differenti ‘fono-livelli’. La separazione tra le due ‘macro aree’ funzionali prevede: l’area riservata ai servizi interni, e quella destinata ai servizi al pubblico. Nella prima si svolgono le operazioni tecniche che consentono il funzionamento della macchina bibliotecaria, mentre nella seconda vengono messi a disposizione degli utenti i servizi e le risorse. Nel progetto i ‘servizi interni’ vengono concentrati al secondo livello del volume a sud del complesso, dove sono collocati l’amministrazione, gli uffici, la sala riunione, gli spazi per il personale, e nel livello inferiore rispetto alla quota ingresso nel volume a nord, in cui si trovano i laboratori per i servizi tecnici, ed i magazzini a scaffale chiuso, dove conservare i documenti richiesti meno frequentemente ma ancora circolanti. Quest’ultimo livello è un ambiente controllato, lontano da fonti di luce, sbalzi di temperatura ed umidità, ed è connesso ai livelli superiori della biblioteca per mezzo di un montacarichi riservato ad utilizzo dei bibliotecari per servire i diversi piani della biblioteca.
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28. assonometria Lohmüleinsel 29. esploso assonometrico
3. il volume biblioteca-scrigno I tre livelli di ‘servizio al pubblico’ previsti dalla dreigeteilte bibliothek (come descritto nel cap. II) sono il settore di ingresso - Nahbereich, ovvero ‘ambito vicino’ - primo livello; il settore lettura/consultazione a scaffale aperto - Mittelbereich, ‘ambito intermedio’ - secondo livello, ed il magazzino Fernbereich ‘ambito lontano’ - terzo livello. La prossimità e la lontananza accennata in queste definizioni, è riferita alle necessità dell’’utente medio’ della biblioteca, e nel progetto oggetto di tesi tali ‘distanze’ si riscontrano nella composizione architettonica. Il settore di ingresso, come anticipa il nome, è il primo ambiente che accoglie l’utente della biblioteca. L’ingresso all’edificio è posizionato ad est, lungo il viale, linea generatrice del lotto, ed è caratterizzato da un aggetto che precede, protegge, invita all’entrata; il passaggio tra esterno ed interno è enfatizzato dalla luce zenitale proveniente dal vuoto che viene lasciato in copertura, in corrispondenza di questo primo ambiente con cui si entra a contatto con l’edificio; la biblioteca riceve i suoi fruitori proponendo luce, sia quella zenitale dell’atrio che quella proveniente dalla corte verde in asse con l’ingresso, ed accoglienza per mezzo del servizi di prima informazione e guardaroba. E’ a partire da questo atrio che si sviluppa il settore ingresso, il quale comprende la hall, l’intero piano terreno del volume posizionato a nord, l’input al volume a sud. La hall si delinea come galleria di vetro a tutta altezza, spazio distributivo che nella sua trasparenza consente sia la percezione degli esterni, la vista sfonda sul fiume, sulla hof, sul verde ad est, che dei diversi volumi che compongono il complesso: permette un accesso protetto ad essi, seppur mantenendo la percezione di essere in un esterno. Dalla hall, avvicinandosi allo Sprea, si accede alla biblioteca. Qui è presente uno spazio riservato alla assistenza bibliotecaria,
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ed un primo ambiente destinato a postazioni multimediali per la ricerca dati. Questo livello è il più alto in confronto ai quattro superiori, al fine di permettere la continuità visiva tra interno ed esterno, a sud la corte interna verde e a nord il fiume, l’illuminazione della sala di lettura centrale e rendere il più chiara possibile la scansione degli spazi. La prima visione che si ha raggiungendo la sala di lettura centrale è il taglio di luce zenitale che delinea i due volumi sospesi al di sopra di essa. Questi volumi-scrigno racchiudono le scaffalature in cui trova posto la maggior parte dei libri raccolti dalla biblioteca - qui si concentra la saggistica - patrimonio della biblioteca. Data la natura cartacea del supporto, questo viene protetto dalla radiazione solare diretta custodito all’interno dei due parallelepipedi intagliati nel volume unitario e sostenuti dalla successione di travi visibile fin dall’ingresso, che ritma la struttura portante dell’edificio. Da questo stesso punto di osservazione si ha accesso al sistema di scale posizionato nel lato sud, che serve l’intero edificio. In funzione di una chiara lettura della distinzione tra spazi serviti e spazi serventi, l’asse che partendo dall’ingresso taglia trasversalmente l’edificio, corrisponde ad un vuoto interno che termina con un lucerario continuo in copertura; tale vetrata continua sui fianchi dell’edificio, arretrando rispetto al filo dei prospetti est ed ovest, e separa al piano terra così come ai piani superiori, gli elementi di distribuzione verticale dal resto dell’edificio. In questa fascia del progetto, sono collocate le scale principali, quelle di sicurezza, gli ascensori, i locali per servizi di supporto (copia, scansione etc.) alternati per piano ai servizi igienici, e centralmente, spazi di lettura che offrono un dialogo visivo con il parco che precede l’edificio biblioteca. I due corpi che sovrastano la sala lettura del livello di ingresso sono sorretti da una serie in di travi disposte con la stessa direzione dell’asse di ingresso, che attraversano trasversalmente l’edificio e ne esplicitano il ritmo strutturale. Nel tentativo di raggiungere una coerenza tra tettonica strutturale e divisione degli spazi in relazione alle funzioni che ospitano, è stata data rilevante importanza allo studio del rapporto tra la maglia di elementi portanti in relazione all’elemento primario su cui si fonda la biblioteca: la scaffalatura su cui sono esposti i libri. Il modulo-scaffale è posizionato con lo stesso andamento della struttura por60
30. sezione in vista prospettica
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tante, acquisendone, percettivamente la stessa valenza. La modularità della maglia portante presente in questa area del complesso, viene mantenuta anche per le restanti parti del progetto. Lo stesso ritmo strutturale si manifesta fin dall’esterno. L’involucro dell’intero volume demarca la matericità solida del mattone-clinker e quella cristallina del vetro: il volume opaco racchiude quello trasparente, e gli lascia più o meno spazio in funzione della desitnazione d’uso che si svolge al suo interno. In questo modo ogni prospetto è disegnato in relazione all’irraggiamento che riceve e a come questo può essere utilizzato all’interno dell’edificio; così nel prospetto esposto a sud, gli spazi di servizio risultano pareti cieche che costituiscono la soluzione d’angolo ed affiancano le due fasce centrali che accolgono sale di lettura, in prossimità delle quali il clinker diventa elemento verticale che scherma gli ambienti dall’irraggiamento solare; lo stesso compito è assolto dalle lesene dei prospetti est ed ovest. Nel prospetto nord invece, il volume vitreo racchiuso da quello opaco si svincola da esso, e si protende verso l’acqua delineando le quattro torri leggibili dal prospetto sul fiume. L’esposizione a nord permette di sfruttare una luce indiretta, ideale per gli spazi di lettura, che viene filtrata e resa più attenuata dal sottile film metallico microforato che caratterizza il tipo di pannelli di vetro multistrato utilizzati in corrispondenza di questo prospetto. La facciata nord e quella sud in corrispondenza delle sale di lettura che racchiudono, sono caratterizzate da un sistema di involucro a doppia pelle che si propone di sfruttare le due opposte condizioni di soleggiamento al fine di ottenere un massimo rendimento solare passivo e ridurre al minimo il fabbisogno di energia termica per il riscaldamento degli ambienti. Nel prospetto esposto a nord l’apporto della radiazione solare, di livello inferiore rispetto agli altri prospetti ed indiretto, viene sfruttato nel suo accumulo di luce e calore (in particolar modo nei mesi invernali, limitando la presenza di elementi strutturali schermanti e mantenendo una superficie vetrata continua in prospetto) ed allo stesso tempo schermato dalla prima pelle di pannelli in vetro composito, per impedire l’abbagliamento. Tra la prima pelle esterna e quella interna composta da superfici in vetrocamera si ottiene un locale intermedio che risulta come un ‘ambiente tampone’ che ha il ruolo di 62
31. prospetto sud
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32. pianta livello ingresso
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ridurre le dispersioni termiche per trasmissione ed agevolare l’areazione naturale. Viene seguito lo stesso principio nel prospetto meridionale, dove però si considera il massimo afflusso della radiazione solare. Qui, a differenza della facciata nord, viene quindi mantenuta a vista la struttura portante, che attraverso gli elementi verticali scherma la radiazione solare, e reso possibile l’utilizzo dell’ambiente di intercapedine tra le due ‘pelli’ - nel prospetto nord limitato ad attività di manutenzione - il quale può entrare in diretto contatto con gli interni in base alla scelta della disposizione delle porte scorrevoli in vetro coibentato poste a limite delle sale lettura. L’involucro descritto, delinea la conformazione dei quattro corpi che compongono il volume più alto del progetto. Le variazioni di dimensione di questi quattro elementi sono legate alla suddivisione interna delle diverse funzioni accolte da ognuna di esse: il corpo est, quello sullo stesso lato dell’ingresso, racchiude le peculiarità relative al primo livello della dreigeteilte bibliothek; i due corpi centrali quelle relative al secondo livello, mentre il corpo ad ovest, al terzo; questa predisposizione configura una corrispondenza ad una progressione in crescendo, dal lato est verso quello ovest, del livello di approfondimento e specializzazione del bisogno informativo. In questo modo, pensando di visualizzare questa suddivisione in un ideogramma funzionale, vengono a formarsi due ‘L’ : il volume verticale di ovest in connessione con il piano destinato a magazzino sono relativi al terzo livello - fernbereich (l’archivio resta fruibile solamente dal personale che ha a disposizione un ascensore-montacarichi posizionato in pianta a nord-ovest), il volume verticale di est si completa in continuità con il livello di ingresso e appartengono al primo livello - nahbereich. Un vano scala ed un ascensore assialmente opposti rispetto a quelli principali del lato sud, garantiscono un’ulteriore possibilità di distribuzione verticale ai cinque livelli superiori rispetto a quello di ingresso. Il sistema di distribuzione che caratterizza questa parte della biblioteca è quindi impostato attorno ad un nucleo centrale rispetto all’impianto che vede al livello più basso la sala di lettura sovrastata dai due volumi-scrigno attorno ai quali, al di là dei tagli di luce a tutta altezza, si sviluppa circolarmente il percorso anulare 64
33. prospetto nord
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34. pianta livello alzato tipo
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che intercetta i collegamenti verticali. I cinque piani collocati superiormente rispetto al primo solaio si alternano tra quelli che in corrispondenza dei prospetti nord-est ed ovest sono totalmente estesi fino alla linea di facciata, (il primo l’ultimo e l’intermedio) e quelli che si interrompono prima di arrivare alla struttura perimetrale, e disegnano quindi un doppio volume in prossimità delle pareti di prospetto. Se la parte centrale è destinata ai libri, tutt’attorno ad essa sono dislocati gli spazi lettura che sfruttano al massimo l’apporto di luce naturale, più o meno schermata da un sistema di tendaggi a rullo, e permettono la percezione degli esterni alle varie altezze, a 365 gradi. Il livello più alto della biblioteca è riservato a quattro aule destinate ad esposizioni temporanee, caratterizzate dall’intensa affluenza di luce indiretta proveniente dal sistema di coperture a shed, disegnato seguendo l’andamento dei vicini profili degli edifici industriali presenti nell’area esterna limitrofa, ad est. La consultazione dei documenti (sia su supporto cartaceo che digitale) avviene in diversi tipi di postazioni che garantiscono differenti modalità di approccio al materiale bibliotecario; in corrispondenza delle sale di consultazione più ampie sono presenti tavoli di lettura condivisi, mentre postazioni individuali in spazi aperti sono collocate lungo il parapetto che si affaccia sui doppi volumi, ed i carrel - postazioni individuali in spazi confinati - seguono la ripetizione degli elementi della struttura portante; le sale di lettura sui prospetti nord e sud prevedono posti di seduta informale ed in poltrona. I materiali impiegati per gli interni di questa parte del progetto danno la percezione di un ambiente luminoso e lasciano leggibile la natura della struttura in calcestruzzo armato a vista, calibrata su una gradazione di grigio chiaro; le pareti che non presentano il cemento a vista sono rivestite da un intonaco bianco, o direttamente dalle scaffalature di libri per le quali, come per il resto degli arredi sono stati utilizzati lamiera e legno di ciliegio. La pavimentazione al livello di ingresso, si mantiene, cromaticamente, sulla stessa gradazione della pietra utilizzata per gli esterni, basalto di sassonia, ma si differenzia per un livello maggiore di finitura; le pavimentazioni ai livelli superiori rispetto a quello d’ingresso, sono invece in resina e prevedono una sovrapposizione di materiali che garantiscono la fono-assorbenza. 66
35. vista sala lettura
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4. Gli spazi per la collettività Il fulcro del complesso bibliotecario appena descritto si distingue rispetto al resto del progetto che risulta come una piattaforma sul quale è posizionato; quest’ultima parte è quella che accoglie l’utenza e comprende i primi ambienti con cui vengono a contatto i fruitori della biblioteca, sia chi entra in questo spazio con necessità già definite da soddisfare, sia chi raggiunge questo luogo perché ha attirato la sua attenzione, o semplicemente perché si trova di passaggio lungo il viale; per questi motivi i caratteri distintivi di questa area del progetto sono la sua l’immediatezza, la dinamicità, flessibilità, variabilità in relazione alla forma della società che la attraversa e con cui entra in dialogo traducendosi in funzione di centro di aggregazione e integrazione sociale. Per questo motivo si è scelto di svincolare le attività qui presenti dal resto del corpo della biblioteca, per permettere una certa libertà di azione, senza invadere l’aurea di ‘silenziosa concentrazione’ che contraddistingue i luoghi di lettura - consultazione. La missione della biblioteca in genere, dovrebbe potersi esplicare anche nella promozione di altre attività culturali quali, esposizioni, spettacoli, conferenze, attività di formazione. Soffermiamoci sulla parte di progetto esposta a sud, quella che comprende l’atrio; questa è composto da tre piani. Rispetto al modello tedesco della dreigeteilte Bibliothek gli ambienti che troviamo in quest’area, si svincolano dalla settorializzazione che li vedrebbe concentrati spazialmente per livelli, ma vengono piuttosto disposti e disegnati in relazione al loro ‘fono-livello’; in funzione di questo, al livello più basso sono state collocate le attività che potenzialmente raggiungono il livello più alto di immissione sonora, e salendo di quota le altre attività progressivamente meno sonoramente invadenti. La hall-galleria di vetro che accoglie 68
prospetto di ingresso 36
sezione trasversale
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l’utente di seguito all’ingresso, introduce, a sud, agli spazi dedicati ai più piccoli - il kinderheim, a sinistra e all’emeroteca e ristorante-caffetteria a destra, in assoluta continuità con l’area del settore ingresso; i vari ambienti che si affacciano sulla corte interna verde sono così connessi in successione ininterrotta da un sistema di distribuzione anulare. I vani posizionati al piano terreno all’estremità sud - ovest di questa parte di progetto, sono il punto di connessione tra il complesso e le attività di servizio esterne; in questo lato hanno accesso, mediante una strada di servizio che percorre il lotto sul versante ovest, i meccanismi di carico scarico relativi all’archivio della biblioteca, ed alla ristorazione, evitando interferenze con le altre aree di progetto. L’estremità sud della hall si conclude con un sistema di connessione verticale che connettei tre piani. Al piano superiore, nella parte nord-est sono concentrati gli uffici amministrativi che rientrano nelle attività di ‘servizio interno’ come già accennato, mentre i restanti ambienti riguardano il ‘servizio pubblico’; qui trovano collocazione due aule destinate a laboratori didattici per le attività del distretto e preceduta da un foyer, la sala destinata a seminari e conferenze. Sul lato opposto, si sviluppa in lunghezza la sala che il bando definisce per ‘giovani, arte e musica’ ma che la scelta progettuale preferisce definire svincolata rispetto alla fascia di età dell’utenza. Come risulta dalla conformazione spaziale, questo ambiente non viene vincolato da pareti e consente una potenziale flessibilità di utilizzo degli spazi; è contraddistinto da una forte connotazione multimediale, che può integrare letteratura, poesia e saggistica con musica, i video etc. considerando sia su supporti cartaceo che digitale. Qui sono presenti postazioni di studio per la consultazione di materiali propri, sia individualmente che in gruppo. Nell’ottica dell’organizzazione dei documenti in base al contenuto e non al supporto o alla
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tecnologia, i documenti sonori, audiovisivi e multimediali saranno ospitati sia nel settore a scaffale aperto, presente qui, come nel volume centrale della biblioteca, che nel settore di ingresso, insieme a tutti gli altri materiali di documentazione. In questi ambienti, la visione di materiale audio-visivo, vincolata all’uso di computer o video-postazioni è prevista nella parte terminale della sala. A completamento del settore musica e spettacolo, ma ad un livello più alto di potenziali immissioni sonore, è presente il piano inferiore rispetto a quello di ingresso dove sono collocati locali insonorizzati, utilizzabili come laboratori di registrazione e video. I tre piani appena descritti, sono spazialmente coinvolti in un taglio continuo che interessa il lato sud del progetto; a questo corrisponde un triplo volume a tutta altezza, che permette l’afflusso di luce agli ambienti interni. Tutto il primo piano di questa parte del complesso, gode di un dialogo visivo con l’esterno che circonda il progetto da sud-est a nord-est grazie ad un sistema di involucro a doppia pelle che prevede una prima superficie, quella a contatto con gli ambienti, in vetro camera isolante, ed una seconda, separata dalla prima da un’intercapedine, composta da pannelli di vetro schermanti, della stessa tipologia di quelli previsti per il prospetto nord della biblioteca. L’ambiente del progetto che più si avvicina all’ideale di condivisione dello spazio per utilizzi legati alla collettività è il volume al quale si accede procedendo dall’ingresso verso il fiume: un corpo che si svincola rispetto agli altri, circondato dall’acqua quasi totalmente e che risulta quindi libero su tutti e quattro i lati che lo delimitano. Questo spazio viene messo a disposizione come sala polifunzionale per qualsiasi tipo di esposizione o spettacolo che vuole presentarsi alla collettività; il suo carattere flessibile e disponibile ad attività temporanee è tradotto nella soluzione scelta per il suo involucro: si alternano alla struttura portante una serie di pannelli mobili rotanti attorno al proprio asse verticale, i quali, in base alle necessità schermano
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38. sezione territoriale
o meno la sala centrale limitata da vetrate rispetto al contesto che la circonda. In relazione all’irraggiamento solare ed all’angolatura in cui si posizionano i pannelli, questo spazio può prevedere infinite variazioni partendo dalla versione totalmente in contatto con l’esterno (quando i pannelli sono perpendicolari rispetto al colonnato) ad una configurazione a prospetti ciechi, quando in sala è richiesto il buio. Il progetto oggetto di tesi, coinvolge l’intera Lohmüleinsel e quindi il suo contesto; al di fuori dell’edificio della Biblioteca - centro culturale, il sistema di percorsi progettato propone un disegno che fonde il verde urbano a nuovi spazi a disposizione della collettività, dando continuità alle due parti del lotto suddivise dalla strada Vor dem Schlesischen tor. Il viale, perpendicolare a quest’ultima, asse nord-sud del progetto, se percorso verso il fiume, si amplia in prossimità della Biblioteca, sviluppando una piazza che si avvicina gradualmente al livello dell’acqua abbassandosi di
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quota mediante due gradoni; questo spazio aperto mette in dialogo il prospetto di ingresso del progetto, con il frontale edificio industriale che segue l’andamento del canale, e prosegue oltre il ponte, sull’isola verde, offrendo una visuale libera e totale sullo sviluppo del fiume, e della città su di esso. Allo stesso modo, nella parte sud del viale, è disegnata una gradonata, intersecata da un sistema di rampe, che permette di scendere di quota fino al livello del percorso più vicino al livello dell’acqua, proponendo un rimando visivo verso il parco che fronteggia il lotto, al di là del canale Flutgraben; quest’area è permeata da una forte valenza urbana: ora spazio pubblico destinato a verde urbano, prima, ‘non luogo’ su cui passava il Muro che ha separato la città di Berlino; realtà passata che viene confermata dall’ancora presente torre di avvistamento. Proseguendo lungo il viale, verso sud, il progetto prevede la torrelandmark. Questo elemento denota il limite sud dell’intervento progettuale, ed innesca un dialogo con i volumi della Biblioteca.
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BFK
tavole di progetto
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
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progetto simona montesi
universitĂ degli studi di firenze DiDA
localitĂ berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
tavola 13 vista ingresso
relatore prof. fabrizio arrigoni
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni
progetto simona montesi località distretto friedrichshain-kreuzberg. berlino tavola 1 inquadramento territoriale
Berlino: breve storia urbana Il momento della percezione è una fase fondamentale del processo di conoscenza; la progettazione implica il tentativo di fermare un’immagine da osservare, analizzare, modificare. Berlino non si ferma. Berlino incarna la contemporaneità e con essa la sua continua trasformazione. Il progetto di tesi è collocato in questo contesto, riguarda un’area di circa 6 ha, incastonato in questa realtà: come poter cogliere in essa gli elementi dello spazio su cui impostare un processo di trasformazione? La scelta del luogo in cui impostare l’esercizio progettuale oggetto di tesi, si è focalizzata sulla città di Berlino sia per motivi soggettivi, come il fatto che risulti esterna al mio contesto di origine, quindi diversa e da conoscere, che per motivi oggettivi racchiudibili nella definizione di ‘emblema della città contemporanea’; di questa definizione, Berlino contempla la dinamicità, variabilità, eterogeneità, ma allo stesso tempo se ne discosta perché ancora capace di prendere le distanze dal rischio di omologazione che accomuna le metropoli di oggi, grazie alla sua dinamica e a volte contraddittoria vitalità. Tale carattere si traduce naturalmente nella sua fisionomia urbana in un legame di riflessi reciproci. Lo spirito della città, e gli avvenimenti storici che l’hanno coinvolta, si sono sempre opposti ai tentativi di organizzazione dell’ urbe nel suo complesso. Forse nella modernità si era conformata l’illusione del totale controllo e della pianificabilità di ogni ambito dell’esistenza. Oggi, però, ciò che riguarda la città è più instabile che mai. Se prima il lasso temporale delle forze dominanti dello sviluppo urbano copriva secoli, a partire dal XIX si è ridotto, ed è aumentato il ritmo con cui si sono succedute le varie fasi di trasformazione, in un crescendo continuo che arriva fino al presente. Analogamente alla frequenza sono aumentati gli influssi. Oggi la città è coinvolta da fattori che vanno al di là della scala locale e regionale, perché parte di quella globale; le scelte attuate a questa scala, possono ripercuotersi immediatamente e simultaneamente su una molteplicità di luoghi. In scia con questa delocalizzazione dei sistemi sociali, lo spazio reale viene plasmato da una pluralità di influenze, in parte legate al luogo ed in parte relazionate a fonti remote. Agli usi preesistenti si susseguono in cicli diversi altri programmi, mentre le attività primarie sono in decadenza o vengono trasformate. Usando una formula di Philipp Oswald, la città si trasforma seguendo le leggi apparentemente inafferrabili di un’urbanistica automatica’ che si è sviluppata nella successione di ‘generatori’, ovvero i fattori che hanno maggiormente influenzato lo sviluppo urbano di Berlino. La serie di vicende e pianificazioni che coinvolgono la città nel corso dei secoli rispondono ciascuno ad una propria logica. Se alcune circostanze scaturiscono da puntuali obbiettivi, altre si fondano su meccanismi che plasmano lo spazio della città senza averne nessuno. Di fase in fase, l’influenza prevalente genera una struttura conforme a se stessa che si sovrappone a quella precedente. Questo avvicendamento protratto nei secoli, calca sul corpo della città un catalogo di conformazioni urbane. Quella iniziale può rispondere alla definizione di città-arcipelago, nel senso composta da più centri, peculiarità che le appartiene anche oggi. La prima conformazione della città si delinea attorno al flusso del fiume ed è un’area mercantile bi-nucleare; fin dalla sua forma embrionale, la fisionomia di Berlino è legata a fattori connessi al commercio. Questa venatura, imprimerà i segni urbani ancora oggi visibili. Dalla lettura dei ‘generatori’, si possono distinguere diverse incisioni che sono state impresse sulla città nel corso della sua evoluzione storica. Espongo la serie di queste fasi seguendo la descrizione critica di Philipp Oswalt. Ad iniziare dal XIII secolo si costituiscono i nuclei primari della città. Berlino nasce come borgo commerciale in corrispondenza di guadi lungo il fiume Sprea, affiancata da Spandau e Kopenick ai quali si unirà nella ‘Grande Berlino’ del 1920; è composta inizialmente da due città distinte: Cölln su un isola e Berlino, ad est del fiume. Il 1237 è l’ anno ufficiale fondazione di Cölln, il 1244 anno ufficiale della fondazione di Berlino, ed il 1307 vede l’unione Berlino - Colln.Il XVII secolo è caratterizzato dalla Geometria ben leggibile che viene impressa sull’impianto urbano. Durante il barocco vengono fondati numerosi nuovi nuclei urbani.Per realizzare l’idea di geometria regolare e di prospettive illimitate [cfr. relazione p.12]
cartografia storica Heinrich Strümer, Berlino nel 1717 Berlino oggi vista aerea Spreeufer e lotto di progetto
Nuclei primari
Geometria
Industria
Composizione
Canalizzazione
Ferrovia XIX sec.
XIX sec.
Sviluppo radiale
Schieramento
Bomba
Auto
Concorrenza XX sec.
XX sec.
Produzione in serie
Simulazione
1237, fondazione del borgo Cölln-Berlino; 1244, anno ufficiale fondazione Berlino; 1307, parlamento comune Berlino e Cölln.
realizzazione di nuovi nuclei urbani che non si relazionano alla città esistente: priorità a geometrie regolaria e prospettive illimitate.
l’espansione urbana non viene pianificata, avviene lungo le strade di comunicazione ed i corsi d’acqua. urbanizzazione strutture agricole.
1840, piano urbanistico P.J. Lennè; realizzazioni limitate all’utilità per lo sviluppo economico. completamento Landwehrkanal.
1859-62, piano urbanistico J. Hobrecht; assenza di prescrizioni per l’edificato, viabilità comprendente il sistema di canalizzazione
1838, inizio della realizzazione dell’impianto. viene intralciata ogni pianificazione urbanistica. 1851 collegamento circolare urbano
allo sviluppo concentrico dell’abitato si sostituisce una crescita urbana frattale. città e campagna si compenetrano alla piccola e grande scala.
1933, A.Hitler: Berlino da città disordinata a ‘capitale mondiale germania’. il piano di A.Speer attua demolizioni sul territorio urbano.
1940 - 1945, bombardamenti seconda guerra mondiale da parte dell’esercito britannico e americano. gran parte del centro è distrutto.
1946, piano urbanistico H.Sharoun; il ‘risanamento tramite demolizioni’ segna tracciati, ma non realizza le infrastrutture.
1944 ripartizione politica: protocollo di Londra; 1961 separazione spaziale est-ovest: il Muro; confronto tra le parti - edificazioni dimostrative.
intensa produzione di abitazioni a scala industriale tra la fine degli anni ‘50 e l’ inizio anni ‘80. i ‘cluster’ sono isolati dal contesto urbanistico.
1989, caduta dl Muro; un’estetica in conformità all’immagine di ‘città europea’ deve prevalere sull’eterogeneità.
XIII sec.
fasi sviluppo struttura urbana
XVII sec.
XVIII sec.
XIX sec.
XIX sec.
XX sec.
XX sec.
XX sec.
Berlino schwarzplan 2010 evidenziati il nucleo originario composto dalle città Berlin e Cölln, il tracciato del muro e l’area di progetto.
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530 m
schwarzplan 1940 schwarzplan 1953 schwarzplan 1989 schwarzplan 2014
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XX sec.
BFK
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Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
università degli studi di firenze DiDA
università degli studi di firenze DiDA
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
relatore prof. fabrizio arrigoni
relatore prof. fabrizio arrigoni
progetto simona montesi
progetto simona montesi
località berlino
località berlino
tavola 2 area dI analisi
La Lohmühleninsel Il lotto di progetto coincide con la superficie di un’isola artificiale chiamata: ‘Lohmühleninsel’. Lunga circa 600 metri, larga circa 100 è stata creata in concomitanza al Landwehrkanal tra il 1845 e il 1850. I suoi confini sono definiti ad ovest dal canale stesso e ad est dal Flutgraben, il corso d’acqua che corre parallelamente al canale fino a raggiungere lo Spree. Nel tratto di Landwehrkanal che affianca l’isola, è presente il sistema di chiuse, ancora visibile, necessario al fine del transito delle imbarcazioni, per parificare la differenza di 20 centimetri di altezza tra il livello dell’acqua del canale e quello dello Spree. Dal 1737 fino agli anni sessanta del XIX secolo quest’area veniva compresa nel muro fiscale e doganale (Zoll - und Akzisemauer ) eretto con funzione daziaria per tassare i beni di commercio importati ed esportati da Berlino. Il nome ‘Lohmühleninsel’ deriva dalla presenza fin dal 1750 sull’isola di mulini (mühle) utilizzati per la concia delle pelli; l’attività si avvaleva della presenza dei fitti boschi di quercia e di castagno presenti in zona dalla cui corteccia veniva ricavato il tannino per mezzo dei meccanismi innescati dall’energia meccanica del flusso del fiume, intercettata dalle pale dei mulini, demoliti nel 1803. Fino al 1800 questa zone è stata prevalentemente area boschiva. Attorno alla metà del XIX secolo lo sviluppo industriale assieme ad un incremento del tessuto urbano caratterizzato dalla tipologia abitativa Mietkaserne, modificano questa zona. Tale urbanizzazione comprende anche parchi e stazioni balneari sullo Spree; sono infatti state operanti sette piscine fluivali fino al 1933. Alcune di queste erano pressoché delle semplici limitazioni all’interno del fiume, mentre altre erano veri e propri stabilimenti balneari denominati ‘Badeschieffe’, come quello che si trovava in prossimità della punta nord-orientale della Lohmüleinsel, il ‘Sachses Badeanstalt’ edificato nel 1849: consisteva in un bacino incorniciato su tre lati da una struttura lignea caratterizzata da torri angolari. A causa della guerra mondiale e del crescente inquinamento del fiume questo particolare legame tra la collettività ed il fiume fu interrotto. Attualmente sono quattro i ponti che connettono l’isola alle terre con cui confina, i due centrali, su cui passa la via Vor dem Schlesischen Tor, e due pedonali-ciclabili a sud. Nel disegno di riqualificazione di questa area oggetto di ricerca, vengono mantenuti gli edifici riconosciuti storici: la casa daziale del 1849 che si trova sulla strada che intereseca l’isola, e quello che fu il caffè Alsen (chiamato Anhalt dall’autunno 2004), edificato nel 1928, punto di ristoro della più antica stazione di benzina operante a Berlino. Gli edifici sportivi che fronteggiano questi due storici, vengono mantenuti perché i servizi che offrono collimano con le scelte di progetto e con le previsioni dal piano regolatore. Attualmente l’isola, è accessibile nella porzione che si sviluppa a sud, mentre a nord è pressoché totalmente utilizzata per scopi commerciali, come quelli esercitati dall’impresa proprietaria dell’ impianto di calcestruzzo preconfezionato; la sua presenza è attualmente riconoscibile dal cumulo di inerti alto una dozzina di metri, i silos e la gru visibili guardando il lotto dalla sponda nord dello Sprea. I proprietari dell’impresa non escludono la possibilità di un trasferimento a breve termine; anche il Bebauungsplan- piano di regolatore del comune -prevede una destinazione diversa di questa area ad alto potenziale, ma purtroppo, non totalmente dedicata alla collettività.
tavola 3 riferimenti progettuali
planimetria stato di fatto
La Biblioteca del distretto Fredrichshine Kreuzberg - BFK - spesso in funzione di priorità economiche piuttosto che sociali, risultando mancanti di una pianificazione che le gestisca organicamente. La ricerca intrapresa in questo studio ha posto il suo focus sulla latente ma pressante necessità di introdurre in queste aree urbane non più di ‘zona limite’, nuovi spazi e modificare quelli esistenti, in modo che possano concretizzarsi in un nuovo centro urbano. Per la valutazione del ‘come’ tradurre queste premesse in un progetto, lo studio si è concentrata su un’analisi delle qualità specifiche e potenziali di una zona della città, quella del distretto Friedrichshain-Kreuzberg, che più degli altri rappresenta i caratteri appena descritti. L’area urbana coinvolta nell’analisi, rientra tra le zone comprese nel programma di Riqualificazione Urbana Ovest (Stadtumbau West) che il comune di Berlino ha impostato dal 2007, e che sta mantenendo attivo, anche se con qualche parentesi statica. L’isola ‘Lohmüleinsel’ fa parte del quartiere Kreuzberg, che insieme a quello di Friedrichshain, dal 2001 ,costituisce il distretto Friedrichshain-Kreuzberg. Questo distretto è il meno esteso tra quelli cittadini ma, contando 265.592 abitanti, risulta quello con la più alta densità di popolazione. Prima del 2001, i due distretti erano separati, e lo furono anche nel periodo che vedeva Berlino divisa: Friedrichshain rientrava nella partizione est, Kreuzberg, ovest. Un segmento del percorso del Muro, infatti, passava lungo il Flutgraben, il canale che limita ad est il lotto di progetto fino ad arrivare sul fiume, passando sulla struttura ancora visibile a nord della Lohmüleinsel, fino ad arrivare all’ Oberbaumbrücke, proseguendo sullaspondanorddelloSpree,versoovest. Il lotto di progetto, in particolare la porzione a nord rispetto alla strada Vor dem Schlesischen tor, è in diretto contatto con il fiume Sprea, e rientra quindi nell’area definita dal Senato di Berlino ‘Spreeufer’ (banchina dello Sprea). Questa zona è caratterizzata da una rete stradale ortogonale, che segue, appunto, il corso del fiume. Tale maglia è rotta diagonalmente dalla Skalitzer Straße che prosegue come Oberbaum Straße e si interseca con la Köpeniker Str. che prosegue verso est con il nome Schlesischen Strasse che è la via che divide il lotto di progetto. Seguendo la direzione della Skalitzer Str. transita, ad una quota sopraelevata, la linea U1 della U-Bahn, la quale in corrispondenza dell’incrocio con la Köpeniker Str., ha la storica fermata ‘Schelesischen Tor’, per poi proseguire sul ponte Oberbaumbrücke, fino al capolinea ‘Warschauer Straße’ Posta simmetricamente a queste, rispetto all’asse longitudinale della Lohmüleinsel, si trova la fermata S-Bahn ‘Treptower park’ - dal nome del distretto con cui confina ad est quello di Friedrichshain-Kreuzberg, Alt-Treptow; questa fermata rientra nel sistema di trasporti anulari che circonda la città, e proseguendo verso nord, affianca il ponte Elsenbrücke - il primo ponte, verso est dopo l’ Oberbaumbrücke. Le fermate ‘Schelesischen Tor’ e ‘Treptower park’ risultano i principali snodi del trasporto pubblico di quest’area e sono unite dalla Schlesische Straße quindi la zona di progetto si trova pienamente coinvolta nel flusso che unisce questi due punti. Risulta di fondamentale importanza sottolineare quella che fu l’appartenenza di queste fascia di costa del fiume al porto industriale orientale di Berlino. alcuni edifici posizionati frontalmente rispetto al lato nord del lotto, un tempo sedi della dogana, ora prevalentemente di uffici come la MTV Networks; questi edifici storici sono affiancati da costruzioni relativamente recenti, o appena edificate, come la sede della Società Universal - prima pietra nel 2002 del progetto MediaSpree, della Coca-Cola, l’hotel Nhow. Se questa è la composizione che troviamo sulla costa nord del fiume, la struttura urbana che affianca il lotto di progetto si differenzia, tra est ed ovest. Ad ovest prevale un denso tessuto residenziale-commerciale caratterizzato da edifici che arrivano fino a sette piani conformati attorno la tradizionale hof (corte interna) ed in casi puntuali destinati a sedi uffici, come il ‘wasserschloß am osthafen’, che prospetta ad ovest rispetto alla Lohmüleinsel; q uesta sede conferma la tendenza di questa zona a destinare spazi ad attività connesse allo sviluppo nei confronti dei media, intrattenimento, informazione, architettura-design. I volumi degli edifici arrivano per la maggior parte direttamente
scala 1:10.000 evidenziata in rosso l’area di progetto
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300 m
evoluzione storica della Lohmühleninsel Gegend bei Berlin und Potsdam, angefertiget von C. L. Oesfeld, 1778 Grundriss der Königl. Residenzstädte Berlin, 1786 Plan von Berlin umgegend bis Charlottemburg, 1862
Lohmühleninsel in rapporto alla civitas 1918 foto aerea stabilimento balneare sulla sponda nord dell’ Lohmühleninsel 1920 il fiume Spree vissuto in prossimità del Oberbaumbruecke 1950 il flutgraben, stabilimento industriale sulla sponda opposta rispetto alla Lohmühleninsel
La Biblioteca del distretto Fredrichshine Kreuzberg - BFK
schemi di analisi dello stato di fatto
Nella realtà urbana di Berlino è ancora rilevante il ruolo di riferimento primario del nucleo storico, incarnato nel Mitte, ma ancora più incisiva è la constatazione che la città nel suo complesso, soprattutto in relazione al suo sviluppo degli ultimi due decenni, si è ampliata in modo da inglobare quelle che una volta erano definite ‘periferie’ ma che ora risultano essere dinamici ambienti metropolitani; queste zone, distintive della città contemporanea che si spinge oltre le soglie limite del centro urbano, si sono sviluppate rapidamente
la posizione lotto di progetto compreso nel quartire ‘kreuzberg’; ‘friedrichshain’, a nord, ‘treptower’, ad est. distinzione tra edificato a destinazione residenziale e commerciale. viabilità principale, verde e spazi pubblici, luoghi ad accesso diretto sul fiume Sprea
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K. F. Schinkel Biblioteca, Babelplatz, Berlin, 1835
0
45 m
H. H. Müller Stützpunkt, Richardstraße, Berlin, 1926
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6m
L. Mies van der Rohe, Reichbank progetto di concorso Berlin, 1933
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Max Düdler Architekt Jacob und Wilhelm Grimm Zentrum, Berlin, 2006-2009
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30 m
200 m
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BFK
BFK
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
Berlino
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
tavola 4 stato di fatto
relatore prof. fabrizio arrigoni
tavola 5 stato di fatto
relatore prof. fabrizio arrigoni
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni progetto simona montesi località berlino
area di progetto e connessioni al contesto urbano
tavola 6 il progetto
La Biblioteca del distretto Fredrichshine Kreuzberg - BFK - al bordo della costa fluviale, descrivendo un caratteristico sviluppo urbano sull’acqua - leggibile ancora oggi e tipico della storia urbana berlinese. Diversamente, ad est rispetto alla Lohmüleinsel la struttura urbana è caratterizzata, a ridosso del lotto di progetto, dalla fascia verde che segue il canale Flutgraben, conversione attuale di quella che era una porzione dell’arida lingua di terreno sulla quale passava il Muro, la quale, spostandoci verso est, lascia il posto ai complessi industriali; tra i tanti, si distinguono il ‘Flutgraben’, l’edificio che si sviluppa seguendo la curva del canale omonimo, e l’ Arena Berlin’, ex deposito merci, ora centro culturale polifunzionale. All’interno di questo complesso si distinguono le ’Badeschiff’ - piscine sull’acqua, ricavate da Schubleicter vascello tradizionale utilizzato storicamente per i trasporti sullo Spree, e la ‘Halle’ - il grande impianto di 7.000 mq, costruito nel 1927, utilizzato per decenni per la riparazione di autobus, e ‘riscoperto’ nel 1995, ristrutturato, ed ora sede di eventi. All’interno dell’approccio conoscitivo verso questa area della città, l’analisi della struttura urbana non può non essere affiancata dalla presa di coscienza sulla situazione sociale del luogo in oggetto, visto che un progetto può potenzialmente favorire anche uno sviluppo sociale. Possiamo mettere in primo piano il fatto che la decisione di unificare i due distretti Friedrichshain e Kreuzberg fu inizialmente molto contestata, per laloro composizione sociale molto differente : Friedrichshain, già appartenente a Berlino Est, con una popolazione giovane ed etnicamente omogenea; Kreuzberg, al contrario, appartenuta a Berlino Ovest e caratterizzata da un alto numero di anziani e stranieri. Il “mix-Kreuzberg” come viene definita la realtà sociale dall’amministrazione del distretto (all’interno del ‘Monitoraggio Sociale Sviluppo Urbano di Berlino’), è oggi segnato da una convivenza - cooperazione tra abitanti appartenenti a differenti nazionalità, residenti da lungo tempo e nuovi arrivati, giovani ed anziani, socialmente svantaggiati e la classe media, single e famiglie, e da una scena creativa ed una ‘cultura di quartiere’ che seppur frammentate, risultano percepibili nelle attività che propongono; è evidente quindi che uno degli aspetti principali di questo contesto urbano è la presenza di nette differenze tra le sue componenti e potenziali situazioni di ‘attrito’ e divisioni sociali; modificare questa realtà richiede maggiore tolleranza per ciò che è diverso o estraneo, e dialogo. Sarebbe auspicabile dare la possibilità a coloro che vivono in queste aree, che siano essi residenti o no, di poter essere parte attiva e partecipe nelle dinamiche urbane . A partire da questo quadro di osservazioni, si concretizza la scelta di proporre come intervento utile alla città, una Biblioteca - centro culturale per il distretto di Friedrichshain-Kreuzberg. L’intento è quello di esercitarsi in un progetto che si prefigga di mettere a disposizione di questa realtà uno spazio pubblico di riferimento, che possa risultare come elemento catalizzatore della vita urbana. In un contesto così socialmente eterogeneo, riscontrabile in questo caso, ma sempre più frequente nelle realtà urbane delle città contemporanee, l’architettura potrebbe stimolare dei processi che contribuiscano a modificare una condizione che nella sua dinamicità, per assurdo, mantiene invariati i suoi aspetti negativi. L’edificio Biblioteca raccoglie la valenza di forum, luogo in cui la diversità può essere esposta e condivisa realtà richiede maggiore tolleranza per ciò che è diverso o estraneo, e dialogo. Sarebbe auspicabile dare la possibilità a coloro che vivono in queste aree, che siano essi residenti o no, di poter essere parte attiva e partecipe nelle dinamiche urbane . A partire da questo quadro di osservazioni, si concretizza la scelta di proporre come intervento utile alla città, una Biblioteca - centro culturale per il distretto di Friedrichshain-Kreuzberg. L’intento è quello di esercitarsi in un progetto che si prefigga di mettere a disposizione di questa realtà uno spazio pubblico di riferimento, che possa risultare come elemento catalizzatore della vita urbana. In un contesto così socialmente eterogeneo, riscontrabile in questo caso, ma sempre più frequente nelle realtà urbane delle città contemporanee, l’architettura potrebbe stimolare dei processi [p.36 relazione]
assi principali di riferimento progettuale
campo di immissione 400 mq giovani, arte, musica 570 mq
assonometria
area eventi 100 mq biblioteca famiglia 560 mq area di lavoro interna 460 mq non-fiction e media 580 mq metri lineari scaffali 2660 ml
divisione funzionale bando di concorso
irraggiamento solare ed orientamento dei volumi
pianta scala 1:1000
relazione tra involucro e spazialità interne
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profilo scala 1:1000 0
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30 m
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
tavola 15 vista est
relatore prof. fabrizio arrigoni
BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni
progetto simona montesi località berlino
volumi interni
tavola 7 schemi funzionali ed esploso
piano terzo spazi di lettura area scaffale aperto laboratorio servizi di supporto collegamenti verticali servizi locale tecnico coperture
piano secondo spazi di lettura area scaffale aperto magazzino di livello
piano tipo
sala video sezione bambini fono-video postazioni sezione ragazzi uffici sala riunioni laboratori didattici sala conferenze collegamenti verticali servizi locale tecnico piano terra
piano terra spazi di lettura area scaffale aperto sala polivalente guardaroba servizi prima informazione laboratorio servizi di supporto corte interna kinderheime emeroteca caffetteria cucina spazi di servizio
piano interrato
vista d’insieme
collegamenti verticali servizi locale tecnico
piano interrato magazzino laboratori di archivio laboratori musica laboratori video
collegamenti verticali servizi locale tecnico
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni progetto simona montesi località berlino tavola 9 prospetto - pianta scala 1:200
Il progetto - concetto urbano Dall’analisi del luogo, alla scelta progettuale. Lo stato di fatto dell’area interessata dall’intervento, descritto nel paragrafo 3. del cap.I, presenta chiaramente le dinamiche urbane in cui è coinvolta. Il lotto di progetto è un ritaglio di terreno di circa 6 ha, la sua conformazione è stretta ed allungata, prevale il lato che si sviluppa sull’asse nord-est, sud-ovest, il fronte nord si prospetta in dialogo diretto con il fiume Sprea, generatore primitivo della città, il resto del corpo si inoltra verso sud incastonandosi tra le terre del quartiere di Kreutzberg, di cui è parte , e quello di Alt-Treptow; sul perimetro , tutt’attorno, è delimitata dai corsi acqua. L’area è praticamente un’isola, quindi distaccata rispetto ai terreni limitrofi, ma la sua morfologia e la sua posizione le affidano naturalmente un ruolo di mediazione e allo stesso tempo connessione tra entità in confronto: nell’asse nordsud, il percorso d’acqua principale della città, ed i canali secondari che si connettono ad esso, il quartiere di Fredrichshain e quello di Kreuzberg, nell’asse est-ovest, l’ex area industriale a margine della città e l’innenstadt. La connessione fisica tra l’isola ed il suo contorno avviene attraverso i due ponti pedonali a sud ed i due centrali rispetto all’intero lotto; su questi ultimi scivola la trafficata strada Vor dem Schlesischen Tor,, che divide in due il lotto di progetto. Questa è la via principale che, partendo da Elsenstrasse, in corrispondenza della fermata s-bahn TreptowerPark, con il nome Puschkinalle, permette la connessione tra il sistema di trasporti s-bahn anulare che circonda l’intera città ed il nucleo della città. Tale linea dunque è di primaria importanza nella relazione che l’area in esame ha con il suo contesto; per questo motivo, è stata considerata come asse di riferimento del disegno di riqualificazione urbana in oggetto. Ortogonale a quest’ultimo, l’asse che innesca il processo progettuale: si posiziona sul versante est della Lohmüleinsel, e coinvolge l’isola da nord a sud. Questo segno racchiude il carattere della proposta che avanza il progetto: convogliare i flussi principali presenti in questa area, quelli in direzione est-ovest e permetterne un’estensione nord-sud che porti in rapporto diretto le dinamiche della città a sud dello Sprea, con il fiume e di conseguenza con la parte di città dall’altra parte della sponda, in primo piano il quartiere Friedrichshain. In relazione allo stato di fatto, infatti, l’asse nord-sud del progetto, risulta il proseguimento della Lohmülenstraße, via che scorre lungo il lato maggiore della Lohmüleinsel e che dal suo limite meridionale, prosegue nella stessa direzione verso sud per più di un chilometro e mezzo intercettando perpendicolarmente vie di comunicazione rilevanti come Sonnenallee e Karl-Marx Straße. Questa volontà scaturisce dalla constatazione della valenza che il corso d’acqua ha per la città, l’importanza di riportarlo ad essere protagonista della vita urbana; in questo modo il fiume si allontana dalla definizione di barriera e si avvicina a quella di conduttore del flusso dinamico e vitale urbano. A confermare tale proposta ci sono le linee di pianificazione previste dal Senato per mezzo dello studio di fattibilità (Machbarkeitsstudie) che prevedono la praticabilità di camminamenti a ridosso del fiume, e connessioni per mezzo di nuovi ponti pedonali che interesserebbero sia il fiume Sprea, che i due canali. Analizzando lo stato di fatto, le proposte degli studi urbanistici della Senato, ma soprattutto provando a percepire quello che la cittadinanza desidererebbe si realizzasse in questo luogo, si è posto in risalto il carattere pubblico che questo intervento dovrebbe incarnare. La realtà degli interventi nel contesto ‘Mediaspree’ vede attualmente investimenti economici concretizzarsi in edifici privati che si impongono a ridosso della linea del fiume, modificandone sia il profilo che l’utilizzo. Il disappunto riscontrato tra i cittadini si è convogliato (per mezzo di manifestazioni e petizioni) nella richiesta al Senato di imporre come linea guida per i progetti di nuova realizzazione, un arretramento di 50 metri rispetto al bordo fiume, e di uno sviluppo in altezza che si relazioni agli edifici storici del contesto e non li oltrepassi. Le scelte primarie del progetto oggetto di studio, sono state quindi impostate prendendo le distanze dalla modalità di intervento applicata attualmente per gli edifici di ultima realizzazione e seguendo le condivise condizioni appoggiate dalla collettività. La zona interessata dai volumi della biblioteca è arretrata rispetto alla linea limite del fiume: l’edificio entra in diretto contatto con l’acqua per mezzo di un taglio sul terreno ampio quanto i canali che circondano l’isola.
prospetto sud 0
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pianta piano terra
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni progetto simona montesi località berlino tavola 10 prospetto - pianta
In maniera similare ai mulini che diedero il nome all’isola, la biblioteca entra in relazione con l’energia del fiume. In primo piano, rispetto allo Sprea, viene quindi disegnata un’’isola verde’, che permette l’accesso diretto al fiume da parte della collettività, in maniera svincolata rispetto all’utilizzo dell’edificio pubblico in sé. Nell’intero progetto, Il verde urbano ha un ruolo di primo per piano e coinvolge l’intera area del lotto sia a sud rispetto la via Vor dem Schlesischen tor, la quale viene ridisegnata per mezzo di percorsi verdi mantenendo gli impianti sportivi presenti, che a nord rispetto a tale strada strada, dove le superfici verdi affiancano il viale che dà accesso alla biblioteca per poi arrivare alla piattaforma verde sullo Sprea. In questo modo la presenza dell’asse nord-sud permette la connessione ad altre superfici destinate a verde urbano al di fuori del lotto di progetto; le principali, da sud-ovest, sono il Görlitzer Park, il Landwehrkanal park che si sviluppa seguendo l’andamento dell’omonimo canale, e la Schles busch, area verde che prospetta il lotto ad est. Tali aree risultano in questo modo in successione continua grazie al verde di progetto, estendendosi fino allo Sprea. Come riferimento visivo percepibile anche a distanza rispetto alla zona della biblioteca, il progetto prevede un landmark: una una torre messa a disposizione di chi fruisce il parco. Composta da una semplice struttura costituita da un telaio metallico rivestito da un sistema di pannelli di lamiera microforata, questa torre si propone sia come punto di osservazione, che come riferimento. Un elemento che nella sua elementarità permette l’osservazione del luogo, la presa di coscienza delle metamorfosi e delle variazioni sia fisiche che antropologiche che lo caratterizzano. Partendo da queste direttrici progettuali si sviluppa il disegno dell’intero lotto che propone la riqualificazione di questa area di Berlino nata come ex porto industriale est della città.
prospetto nord 0
6m
il progetto divisione funzioni-spazi Il quadro sinottico da cui parte lo sviluppo dell’idea di progetto ha considerato lo stato di fatto del contesto in cui si trova il lotto, (sono state quindi analizzate le sue peculiarità topografiche, urbane, sociali e storiche e si sono dedotte delle esigenze primarie alle quali il progetto prova a rispondere), direttamente connesso a questo l’esposizione e l’orientamento dell’area, il bando di concorso preso a riferimento per le quantità relative alle superfici minime prescritte da dedicare ad ogni funzione prevista nel progetto per la biblioteca centrale del distretto di Friedrichshain- Kreuzberg, ed il modello tedesco della dreigeteilte Bibliothek, seguito come linea guida. L’accesso alla biblioteca avviene a partire dalla strada Vor dem Schlesischen tor; da questo punto il progetto si percepisce come un volume semplice che si eleva rispetto al suo basamento; il viale che dalla strada porta all’ingresso, si abbassa impercettibilmente rispetto alla quota iniziale, fino ad arrivare alla quota di ingresso della biblioteca, per poi proseguire fino allo spazio verde sul fiume. Possiamo sintetizzare la composizione di progetto a due corpi principali che si distinguono primariamente per le loro differenti altezze, a cui corrispondono due specificità di fruizione del complesso: il volume più alto racchiude la biblioteca intesa come nell’accezione più tradizionale di spazio che permette l’esposizione del patrimonio documentario, lettura, consultazione e studio; il volume più basso, accoglie spazi che si prestano anche ad altre attività a disposizione della collettività, in maniera più flessibile (verrà descritto nel paragrafo 3 di questo capitolo). La scelta di tale distinzione, va di pari passo con le considerazioni legate all’esposizione al sole; i volumi posizionati nella parte sud del progetto, sono quelli di altezza inferiore al fine di non proiettare la propria ombra sull’edificio a nord, mentre quelli più alti compongono un corpo il cui involucro è stato definito, di prospetto in prospetto, in base alla differente esposizione. Immagine architettonica e fisionomia bibliotecaria si sono sviluppate in parallelo nel tentativo di ri-plasmare, modificandolo, il modello della dreigeteilte Bibliothek , (“biblioteca a tre livelli”) in modo da rispondere ai requisiti richiesti dal contesto e dall’utenza di riferimento.
pianta piano tipo
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BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
BFK Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino università degli studi di firenze DiDA
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
tavola 17 vista ovest
relatore prof. fabrizio arrigoni
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015 relatore prof. fabrizio arrigoni progetto simona montesi località berlino tavola 12 prospetto - sezione - scala 1:200 verde urbano
La caratteristica distintiva della dreigeteilte Bibliothek è la netta distinzione tra i tre livelli che la compongono; questo tipo di segmentazione si traduce da un lato nell’aspetto positivo di permettere un servizio chiaro e ben definito, all’interno del quale l’utenza ha modo di rintracciare nell’immediato la documentazione di cui necessita, dall’altro, nell’aspetto negativo che la vede così rigida nella suddivisione dei servizi da rischiare di confinare gli utenti. Partendo da questa considerazione, la biblioteca oggetto di tesi, è stata impostata in modo da evitare l’isolamento dei fruitori di settore in settore e piuttosto di alimentare le relazioni tra le varie categorie di utenza per favorirne lo scambio e l’arricchimento reciproco seppur evitando forme di promiscuità tra utenti che hanno esigenze troppo diverse. Nell’ avvicinarsi a questo obbiettivo, il progetto prevede un sistema di distribuzione anulare, che a partire dall’ingresso mette in comunicazione le differenti parti dell’edificio in maniera continua; questo avviene sia al piano terreno, che nei cinque livelli che sviluppano in altezza l’edificio. Relativamente alla suddivisione degli spazi in relazione alle funzioni è stata seguita una gerarchia che considera una separazione tra due ‘macro aree’ funzionali, la distinzione tra i tre livelli della dreigeteilte Bibliothek, ed una collocazione degli ambienti in differenti ‘fono-livelli’. La separazione tra le due “macro aree” funzionali prevede: l’area riservata ai servizi interni, e quella destinata ai servizi al pubblico. Nella prima si svolgono le operazioni tecniche che consentono il funzionamento della macchina bibliotecaria, mentre nella seconda vengono messi a disposizione degli utenti i servizi e le risorse. Nel progetto i ‘servizi interni’ vengono concentrati al secondo livello del volume a sud del complesso, dove sono collocati l’amministrazione, gli uffici, la sala riunione, gli spazi per il personale, e nel livello inferiore rispetto alla quota ingresso nel volume a nord, in cui si trovano i laboratori per i servizi tecnici, ed i magazzini a scaffale chiuso, dove conservare i documenti richiesti meno frequentemente ma ancora circolanti. Quest’ultimo livello è un ambiente controllato, lontano da fonti di luce, sbalzi di temperatura ed umidità, ed è connesso ai livelli superiori della biblioteca per mezzo di un montacarichi riservato ad utilizzo dei bibliotecari per servire i diversi piani della biblioteca.
prospetto est 0
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sezione trasversale 0
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il progetto volume biblioteca-scrigno I tre livelli di ‘servizio al pubblico’ previsti dalla dreigeteilte Bibliothek (come descritto nel cap. II) sono il settore di ingresso - Nahbereich, ovvero “ambito vicino” - primo livello; il settore lettura/consultazione a scaffale aperto - Mittelbereich, “ambito intermedio” -secondo livello ed il magazzino Fernbereich “ambito lontano” - terzo livello. La prossimità e la lontananza accennata in queste definizioni, è riferita all’e necessità dell’’utente medio’ della biblioteca, e nel progetto oggetto di tesi tali ‘distanze’ si riscontrano nella composizione architettonica. Il settore di ingresso, come anticipa il nome, è il primo ambiente che accoglie il fruitore della biblioteca. L’ingresso all’edificio è posizionato ad est, lungo il viale linea generatrice del lotto, ed è caratterizzato da un aggetto che precede, protegge, invita all’entrata; il passaggio tra esterno ed interno è enfatizzato dalla luce zenitale proveniente dal vuoto che viene lasciato in copertura, in corrispondenza di questo primo ambiente con cui si entra a contatto con l’edificio; la biblioteca riceve i suoi fruitori proponendo luce, sia quella zenitale dell’atrio che quella proveniente dalla corte verde in asse con l’ingresso, ed accoglienza per mezzo del servizi di prima informazione e guardaroba. E’ a partire da questo atrio che si sviluppa il settore ingresso, il quale comprende la hall, tutto il piano terreno del volume posizionato a nord, l’input al volume a sud. La hall si delinea come galleria di vetro a tutta altezza, spazio distributivo che nella sua trasparenza permette sia la percezione degli esterni, la vista sfonda sul fiume, sulla hof, sul verde, che dei diversi volumi che compongono il complesso: permette un accesso protetto ad essi, seppur mantenendo la percezione di essere in un esterno. Qui è presente uno spazio riservato alla assistenza bibliotecaria, ed un primo ambiente destinato a postazioni multimediali per la ricerca dati.
spazi esterni
specie arboree tiglio castagno salice olmo-acero-faggio
prato e
tilia
aesculus hippocastanum
salix
nome comune tiglio, è un albero a foglia decidua, con tronco diritto, di norma alto dai 15 ai 30 metri di altezza caratterizzato da una chima conica o tondeggiante che raggiunge i 10-12 metri di diametro. Unter den linden (sotto i tigli) è il viale storico più famoso della città di Berlino, voluto nel 1647 da Federico Guglielmo I di Brandeburgo, che voleva cavalcare dalla città fino al parco di caccia del Tiergarten circondato da un appropriato splendore barocco.
nome comune ippocastano, una specie originaria dei Balcani; dal portamento elegante ed imponente, può raggiungere i 30 metri di altezza; l’aspetto è tondeggiante o piramidale per via dei rami inferiori che hanno andamento orizzontale, il diametro della chioma raggiunge gli 8-10 metri di diametro. Le sue foglie sono decidue, ed i fiori bianchi riuniti in infiorescenze a pannocchia, compaiono nel mese di maggio, decorando un’altra famosa via di Berlino, la Kastanienallee.
nome comune salice, è una pianta tipica dei suoli alluvionali, in genere hanno forma flessuosa e globosa, una chioma che può raggiungere una larghezza di 10m, formata da lunghi rami sottili che a seconda della specie variano dal grigio verde al giallo dorato, rosso, nero. Può raggiungere i 30 metri di altezza, con tronco diritto, spesso biforcato in basso, che presenta una scorza rugosa e solcata longitudinalmente; le foglie sono decidue, lanceolate, con pagina inferiore bianca-grigiastra.
ulmus
fagus
acer
nome comune olmo, è l’albero che insieme alla quercia formava le più ampie foreste antiche del vecchio continente; pianta originaria dell’Europa centromeridionale e della regione caucasica, può raggiungere i 30 metri di altezza caratterizzato da una chioma leggera e tondeggiante, tronco diritto, molto ramoso dalla corteccia opaca, rugosa, fessurata in piccole placche e solcata longitudinalmente. Le sue foglie sono decidue ed i fiori rossi, riuniti a gruppi.
nome comune faggio, raggiunge in media i 25÷30 m d’altezza ed i 12 di diametro, possiede una corteccia liscia e grigia macchiettata di bianco e le sue foglie, che cadono in autunno, sono verde scuro e lucide superiormente, più pallide e con 5÷8 spesse nervature al di sotto. Alto e imponente, il faggio è un albero monumentale che vive tra i 500 e i 2.000 m di altezza ma nelle zone del nord europa si trova anche in pianura, purché il terreno sia umido e ci sia ombra e vento.
nome comune acero, è un genere di piante a foglie caduche diffuso nell’utilizzo ornamentale in giardini e nei viali per via del fogliame variegato e vivamente colorato. La maggor parte delle specie di acero amano i climi temperati e/o freddi, e sopravvivono a basse temperature. Può raggiungere i 30 metri di altezza e la chioma, arrotondata, i 10metri di diametro. In primavera stupisce per la sua fioritura giallo limone profumata. La colorazione autunnale è di uno intenso giallo arancio.
fraxinus
maclura pomifera
magnolia giapponese
nome comune frassino, si distingue per la sua adattabilità, riuscendo a sopravvivere in condizioni ambientali difficili come zone inquinate, con salsedine o forti venti, resistendo bene anche alle basse o elevate temperature. Cresce rapidamente e si sviluppa in un’ampia chioma che raggiunge i 10 metri di larghezza, fino ai 30-40 metri di altezza. Albero caduco, le sue foglie sono composte e vanno dal verde brillante al giallognolo e le ramificazioni virano al giallo in inverno.
Questa pianta è conosciuta anche come melo da siepi per via del suo particolare frutto dalla forma sferica del diametro di circa 10cm di colore variabile dal giallo al verde, di consistenza legnosa e superficie profondamente corrugata. La pianta è un piccolo albero che può raggiungere i 7-15 metri di altezza con una chioma folta ed irregolare composta da foglie caduche; il tronco è irregolare e tormentato, la corteccia è bruna e disseminata di dure e acuminatissime spine.
questa pianta, assieme al frassino ed alla maclura pomifera, rientra tra le specie non autoctone o tipiche della zona della città di Berlino ma che la città ha scelto di introdurre nel suo territorio per agevolare la biodiversità e la presenzadi nuove specie arboree che possono trovare l’habitat berlinese appetibile nonostante l’aumento delle temperature medie negli ultimi decenni. Diffusa in terreni prevalentemente alluvionali, si caratterizza per le copiose fioriture primaverili o estive.
specie arbustive: . frassino . maclura pomifera . magnolia giapponese
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Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
università degli studi di firenze DiDA
università degli studi di firenze DiDA
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
relatore prof. fabrizio arrigoni
relatore prof. fabrizio arrigoni
progetto simona montesi
progetto simona montesi
località berlino
località berlino
tavola 14 dettaglio tecnologico scala 1:100
tavola 16 dettaglio tecnologico scala 1:100
prospetto sud
prospetto nord
. rivestimento in laterizio clinker formato hamburger 220x105x65mm, elementi disposti in tessitura a corsi complanari alterni, filare di testa - filare di fianco . vetrocamera
. rivestimento di facciata in pannelli multristrato: vetro di sicurezza 14mm + film metallico microforato 1mm + vetro di sicurezza 14mm . rivestimento in laterizio clinker elementi in formato hamburger 220x105x65mm disposti in tessitura a corsi complanari alterni, filare di testa-filare di fianco . vetrocamera: vetro temprato 12mm + 16mm intercapedine + 2x5mm vetro laminato . telaio di infissi in acciaio inox . basamento in granito dornberg
sezione verticale copertura piana: . struttura portante in c.a. . orditura principale travi ipe in acciaio . orditura secondaria infissi in acciaio inox . pannelli superiori vetro camera 8mm vetro temprato + 16mm intercapedine + 2x5mm vetro laminato . pannelli inferiori vetro temprato satinato diffusore luce 12mm . lucernario mobile per circolazione ventilazione naturale
sezione verticale copertura elementi shed . fascia opaca inclinata 145°, . telaio portante reticolare in acciaio, rivestimento esterno: . pannello sandwich 50mm composto da doppia lamiera in acciaio zincato preverniciato, grecata quella esterna, micronervata quella interna, con interposta schiuma poliuretanica rigida. . intercapedine 200mm per impianto illuminazione rivestimento interno: . pannello metallico coibentato verniciato 30mm fascia vetrata inclinata 60° . orditura serramento metallico . doppio vetro esterno: vetro temprato 8mm + intercapedine 16mm + vetro di sicurezza laminato 2x5mm . pannello interno vetro laminato di sicurezza diffusore luce 20mm
parete esterna: . telaio portante in acciaio composto da montanti e traversi. ancoraggio a solette in c.a. mediante mensole di sostegno della passerella in grigliato . infissi in acciaio inox . vetro temprato di sicurezza 5mm + camera d’aria 20mm+5mm . rivestimento in elementi laterizio clinker, spessore 60mm . isolamento termico 40mm . sistema di tendaggio in tessuto antiabbaglio parete vetrata interna: . infissi in acciaio inox . pannelli in vetro fissi: vetro di sicurezza stratificato 8mm + camera d’aria 16mm + vetro di sicurezza temprato10mm . pannelli in vetro scorrevoli: vetro di sicurezza temprato 5mm + camera d’aria 16mm + vetro di sicurezza temprato 5mm
sistema pannelli involucro nord: . rivestimento di facciata supportato da telaio di montanti e traversi in acciaio. connessione a solette dei solai in c.a. per mezzo di mensole profilati in acciaio di sostegno a passerella in grata metallica pedonabile per attività di manutenzione . moduli del rivestimento esterno pannelli in vetro composito vetro di sicurezza 14mm + film metallico microforato 1 mm + vetro di sicurezza 14mm . infissi metallici . vetro camera 8mm vetro temprato + intercapedine 16mm + vetro satinato di sicurezza 2x5mm . sistema schermatura solare, tendaggio mobile
prospetto sud
solai in alzato: . pavimentazione livelli in alzato/ pavimentazione livello ingresso superficie in resina/pietra 30mm . massetto cls alleggerito 60mm . isolamento acustico ad impatto30mm . isolamento termico 40mm . soletta in c.a. nervata . intercapedine sistema di sospensione 350mm per alloggio condotti impianti di areazione, illuminazione, sicurezza, antincendio . pannello controsoffittatura 70mm assolve le funzioni di isolamento termico ed assorbimento acustico solaio controterra: . pavimentazione resina 40mm . massetto in cls alleggerito 100mm . isolamento termico 80mm . barriera al vapore . soletta in calcestruzzo rete elettrosaldata 80mm . vespaio areato 700mm . magrone 25mm . scannafosso continuo perimetrale
solai in alzato: . pavimentazione livelli in alzato/ pavimentazione livello ingresso superficie in resina/pietra 30mm . massetto cls alleggerito 60mm . isolamento acustico ad impatto 30mm . isolamento termico 40mm . soletta in c.a. nervata . intercapedine sistema di sospensione 350mm per alloggio condotti impianto di areazione, illuminazione, sicurezza antincendio . pannello controsoffittatura 70mm assolve le funzioni di isolamento termico assorbimento acustico
sezione verticale
sezione orizzontale
prospetto nord
sezione verticale
solai controterra: pavimentazione livello interrato . superficie in resina 40mm . massetto in cls alleggerito100mm . isolamento termico 80 . barriera al vapore . soletta in calcestruzzo con rete elettrosaldata 80mm . vespaio areato 700mm . magrone 25mm . isolante termico rigido rivestito da lamiera in alluminio.
sezione orizzontale
parete vetrata: . telaio acciaio inox . vetro di sicurezza stratificato 12mm + camera d’aria 20mm + vetro di sicurezza temprato 12mm parete opaca: . struttura portante in c.a. 300mm . strato isolante 40mm . rivestimento in laterizio clinker 60/260mm
sezione orizzontale
sezione orizzontale . elementi verticali portanti in calcestruzzo armato . rivestimento clinker spessore 120/60mm . isolante 60mm
involucro sale lettura: . struttura portante in acciaio . isolante termico 60mm . infissi in acciaio inox . vetro temprato di sicurezza 5mm + camera d’aria 20 + 5mm . rivestimento in elementi laterizi in clinker 60mm . isolamento termico 40mm
serramento metallico . doppio vetro : 8mm vetro temprato + intercapedine 25mm + vetro satinato 2x5mm di sicurezza . sistema di pannelli involucro nord
parete vetrata interna: . vetrazione isolante: vetro di sicurezza stratificato 8mm + camera d’aria 16mm + vetro di sicurezza temprato 10mm . vetrata pannelli scorrevoli: vetro di sicurezza temprato 5mm + camera d’aria 16 mm + vetro di sicurezza temprato 5mm
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Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
Biblioteca centrale distretto Friedrichshain-Kreuzberg Berlino
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
progetto simona montesi
università degli studi di firenze DiDA
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
località berlino
scuola di architettura corso di laurea magistrale in architettura anno accademico 2014-2015
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relatore prof. fabrizio arrigoni
tavola 11 vista sala lettura
relatore prof. fabrizio arrigoni
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conclusioni L’iter progettuale si è sviluppato provando a traguardare simultaneamente il contesto di studio e l’obiettivo che si stava ponendo l’intervento. Esercizio di continua lettura di quella realtà non conosciuta prima, quella berlinese, osservata nei suoi vari aspetti, da quello umano a quello topografico, teso a rintracciare dati, autentiche peculiarità, caratteri originari propri del sito; punti di partenza dai quali far scaturire la proposta progettuale, consapevole che racchiudessero, di già, il disegno. In questo approccio, l’area di progetto si è descritta nel suo essere eterogenea, mutevole, non definibile, sia nella sfera sociale che ambientale. Da qui, il tentativo di setacciare, partendo dalle apparenze, le numerose informazioni raccolte, tra i silenzi eloquenti del luogo e di una società, generalizzando nel contesto contemporaneo, che pretende di correre ancora prima di saper respirare. Si è delineata una gerarchia di priorità - descritte nella relazione - su cui risaltano la necessità di riqualificazione dell’area di progetto come mezzo di dialogo tra la collettività ed il fiume, elemento fondante della città, e la sua conversione da superficie a destinazione generica a spazio catalizzatore, di riferimento per una zona della città in prossimità della periferia. In risposta a questo quadro, il disegno urbano oggetto di tesi si è proposto in primo luogo come mezzo di connessione tra città e fiume, e segno di continuità tra le aree verdi della zona; il progetto della biblioteca, al suo interno, come uno spazio messo a disposizione della collettività: un recinto svincolato da ritmi imposti, se non quello dell’irraggiamento solare. Uno spazio neutrale che possa essere di invito ad approfondire il sapere, esporre, condividere, conoscere e ri-conoscere le diversità e tradurre le incomprensioni, in potenziale.
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note e bibliografia
note (1) Louis I. Kahn, ‘Order in Architecture’, Perspecta 4, 1957 (2) George Howe, Going in and Coming Out. The Foundamental Architectural Experience, 1939 (3) Ananda K. Coomaraswamy, ‘What Use is Art Anyway’ ?, 1937 (*) immagini fotografiche effettuate dall’autrice durante i sopralluoghi a Berlino
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emerografia AREA, n.66/2003 numero monografico su Berlino, Milano, Tecniche Nuove Casabella n° 761/762 anno 2007/2008, Milano, Mondadori DETAIL n°5/2009, Monaco di Baviera, Detail
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ringrazio chi mi ha dato disponibilitĂ nel reperimento del materiale di studio. la mia infinita riconoscenza al prof. fabrizio arrigoni per i suoi insegnamenti.
alla mia famiglia
universitĂ degli studi di firenze