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EDITORIALE
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l bisogno di viaggiare nasce dal desiderio di vivere nuove avventure ed arricchire le proprie conoscenze. È l’occasione che cerca chi vuole aprire la propria mente, per questo motivo il viaggiatore è molto spesso considerato saggio ed esperto. Non è importante la meta più di quanto lo sia il percorso per raggiungerla, perciò chi è solito girare il mondo sa bene che realizzare questa esperienza in comfort e tranquillità rappresenta un aspetto fondamentale. Ci sono, infatti, diversi modi di viaggiare e noi preferiamo quello associato all’uomo elegante, colui che conosce l’importanza di una continua ricerca della qualità e dello stile, con un occhio sempre rivolto al passato e ai suoi valori. Vi accompagniamo alla scoperta delle condizioni migliori nelle quali vivere un’avventura, vi illustriamo i suggerimenti e i consigli per chi intraprende itinerari e vi portiamo le testimonianze e le storie di intenditori e abitudinari, ma vi parliamo anche di piaceri e di distrazioni, tutti accomunati dal rispetto dei nostri ideali di raffinatezza e classe.
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IL VALORE DEL VIAGGIO Per iniziare un’avventura bisogna avere il coraggio di lasciarsi andare e credere in sé stessi e nelle proprie capacità, poi tutto avverrà di conseguenza.
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A “GONFIE VELE” Il racconto di un’esperienza su una barca a vela, un’occasione per imparare questa arte e scoprire il valore della condivisione della felicità e della collaborazione.
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AMORE AD ALTA QUOTA Un’intervista ad una coppia che viaggia per lavoro, un pilota professionista e una hostess. La loro passione ha fatto da sfondo ad una romantica storia d’amore.
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L’ELEGANZA ENTRA IN CAMPO In origine questo sport era praticato da aristocratici, negli anni è stato fonte di ispirazione per abbigliamento e calzature e oggi è sempre più apprezzato anche da importanti personalità dello spettacolo.
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PARTIRE PER UN AVVENTURA Per chi vuole provare qualcosa di diverso dalla solita vacanza, ecco i consigli utili e suggerimenti per pianificareun viaggio avventuroso.
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UNA SERA COME TANTE ? Alla ricerca di un luogo tranquillo ed elegante dove gustare un ottimo gin prodotto artigianalmente e sulla base diantiche ricette: la COLD è senz’altro il locale giusto per vivere questa esperienza.
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L’ARTE DI VIAGGIARE
Viaggiare vuol dire porsi interrogativi, vedere le cose da una prospettiva diversa, adattarsi, liberarsi da pregiudizi, imparare e arricchirsi, finendo per trovare la propria vera interiorità.
il valore del viaggio
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ui le disse: “Lasciati dondolare nel vuoto e quando sei pronta chiudi gli occhi, allarga le braccia, libera le mani dalla stretta della corda e salta. Salta vestita, con la maglia che si solleva. Salta felice, lasciando tutti i pensieri all’esterno. Liberati nell’aria godendo dei colori che la natura che ha disegnato tutt’intorno, come una cornice. Librati come fanno certi uccelli quando lasciano il nido, per la prima volta, pervasi di emozione e d’adrenalina sotto la pelle che trasforma le sensazioni in pelle d’oca. Lasciati andare, non privarti di nulla e prendi la vita
a piene mani, ad occhi aperti, a sorriso spalancato. A cuore aperto.” Lei sorrise, smise di prendersi sul serio e seguì il consiglio. Il viaggio. E’ quella strada che percorriamo lungo la vita, guidando in prima persona o facendo da passeggero mentre qualcun altro la dirige, sotto i nostri occhi. Il viaggio è quella meraviglia che ti si para d’improvviso di fronte agli occhi, che genera emozioni che si susseguono forsennatamente nello spirito. E’ quella luce lontana che illumina il cammino, che ci fa sperare in un punto di ristoro, in
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il valore del viaggio
7 un’oasi nel deserto. Il viaggio inizia con la valigia fatta, i vestiti in ordine, stirati ed inami-
sole e gettarli in uno zaino da mettersi sulle spalle mentre si chiude la porta di casa. E’ il
dati per l’occasione. E quella voglia compulsiva di afferrare un costume, un paio di scarpe, una macchina fotografica e gli occhiali da
rubare la maglia preferita di lui per infilarla nella sacca ed averla da indossare appena si farà buio. Il viaggio non è la destinazione,
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il valore del viaggio
partenza per poi tornare a casa con il cuore gonfio di sensazioni.
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È la realizzazione dei nostri sogni, il raggiungimento dei nostri obiettivi
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È la realizzazione dei nostri sogni, il raggiungimento dei nostri obiettivi. E’ la casa sull’albero che abbiamo sognato tutti, per la quale abbiamo pregato i nonni di prendere le assi di legno e costruirla nel nostro giardino, insieme all’altalena dalla quale scorgiamo il mondo in modo diverso, sognando mentre si sale altissimi per poi ridiscendere, riprendere la rincorsa e poi ricominciare. Il viaggio è il sentiero di montagna, quello sca-
8 ma quello che succede mentre la si raggiunge. Che siamo soli od accompagnati da qualcuno che con la sua esperienza ci vuole dare man forte e rema nella nostra stessa direzione per condurci dall’altro lato del lago. È la meraviglia di essere arrivati dove nessuno mai era arrivato prima di noi o forse, semplicemente, dove non pensavamo di riuscire ad arrivare mai. È il percorso, ed il cielo azzurro e le nuvole sotto di noi mentre voliamo dall’altra parte dell’oceano, mentre perdiamo la sensazione di terreno sotto i piedi per lasciarci condurre dove il nostro cuore ci sta conducendo E’ la luce negli occhi che si riflette davanti ad una nuova alba, che scalda il cuore e la pelle del viso, che arrossa le gote e fa sorridere la bocca. E’ l’aver desiderato ardentemente la
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il valore del viaggio
vato nella roccia, quello ricavato dalla ripa
oltre, per trovare un nuovo posto nel mondo
stessa. È quello disseminato di verde vegetazione dove, passo dopo passo, ci lasciamo convincere che quella sia la strada giusta. E la scia che lasciamo dietro di noi, che facciamo vedere agli altri che sono rimasti immobili, mentre si scaldavano da lontano per i nostri sogni e che non hanno creduto alla nostra determinazione. Il viaggio è il sacrificio dei nostri giorni, è la volontà della partenza, e la fiducia in se stessi e la voglia di sfidare i propri limiti ed andare
dove mettere radici o forse, semplicemente, per tornare a casa e raccontare tutto a chi non ha potuto partire con noi. È la luce del tramonto che ci coglie impreparati, è la sensazione di calore che ci accarezza la pelle è l’eleganza della mente che ci fa uscire dal guscio e scoprire che potevamo farlo, che potevamo arrivare semplicemente dove volevamo. E che possiamo tornare a casa ricchi di ricordi.
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a “ gonfie vele ”
A “GONFIE VELE” Racconto di un’esperienza di coaching
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Laura Lispi
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ll’orizzonte di quell’ oceano ci sarebbe stata sempre un’ altra isola, per ripararsi durante un tifone o per riposare ed amare. Quell’ orizzonte aperto sarebbe stato sempre lì, un invito ad andare”. Una viva sensazione di fiducia nel divenire hanno lasciato dentro ciascuno di noi le parole di Hugo Pratt con le quali si è concluso a “Gonfie vele” , un percorso di coaching in barca a vela nelle cinque terre al quale ho
avuto il piacere di partecipare in un caldo weekend di giugno. Quando ho letto di questo progetto sono stata subito colpita dalla formula mare – natura – coaching – gruppo. Ora posso dire che sono rimasta intimamente sorpresa da questa esperienza: ho avuto un ritorno in luce dentro di me e il consolidamento di un percorso che avevo cominciato ma al quale ancora non attribuivo i giusti confini pratici. La nostra avventura è cominciata conoscendo la guida ambientale che con il suo fare si-
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a “ gonfie vele ”
curo ed entusiasta ci ha caricato con spesa e
profondimento. Sullo sfondo di paesaggi in-
borsoni nella sua incredibile land rover per condurci al porto di Sarzana.
cantevoli che riempiono lo sguardo
Lì, pronto sulla barca a vela c’era lo skipper di grande esperienza che ci ha regalato una gioiosa simpatia e un profondo senso di responsabilità rispetto alla gestione di una barca. Siamo poi salpati ed è cominciata la nostra avventura interiore accompagnati dalla coach che ci ha condotto in questa esperienza con una serenità invitante all’ascolto e all’ap-
“
ci ha regalato un profondo senso di responsabilità
”
e ritemprano lo spirito, abbiamo cominciato a conoscerci tra compagni di viaggio in un connubio perfetto di momenti di riflessione, interiorizzazione, condivisione vissuti nell’al-
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a “ gonfie vele ”
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a “ gonfie vele ”
ternanza della vita di mare, della collabora-
gettato a mare un sasso che rappresenta ciò
zione necessaria all’interno di una barca a vela e di esperienze di trekking che ci hanno portato allo sperimentare la fatica e a sfidare le nostre potenzialità .
che ci frena nel raggiungimento del nostro obiettivo: le nostre “zavorre”. Credo davvero che sia un’esperienza profonda divertente rigenerante che mette in comunicazione l’interiorità con la natura e con la felicità della condivisione. Sicuramente è un primo assaggio di questo approccio alla vita, ma sicuramente ha lasciato un segno ed un’idea concreta per porsi in modo nuovo , ora mi sento ricca di uno strumento in più per raggiungere ciò che desidero nella vita.
La cosa meravigliosa è stato scoprire come, quasi per un effetto naturale, siamo tutti arrivati, chi con più irruenza, chi con più timidezza, a voler condividere la nostra esperienza interiore . Le sensazioni sono state sicuramente forti, hanno risvegliato una volontà interiore nella ricerca e individuazione di quello che realmente è il nostro obiettivo, riflettendo su tutto ciò che circonda le nostre scelte.
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interiorità con la natura e con la felicità della condivisione
”
Nel nostro percorso abbiamo usato la fantasia e la simbologia del mare. Ricordo quando abbiamo scritto le nostre convinzioni potenzianti su velette di carta che abbiamo poi appeso in un angolo a scelta della barca e il momento finale, liberatorio, in cui abbiamo
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amore ad alta quota
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AMORE AD ALTA QUOTA Oggi vi racconto la storia di una giovane coppia che viaggia per lavoro: Marco e Alexandra, il pilota e la hostess. Innamorarsi ad alta quota credo sia facile, hai già la testa fra le nuvole e via, parti dritto per i tropici! Ok dai, il succo è questo. Ho intervistato due cari amici di 27 anni che vivono per lavoro in Oman: lui romano, lei slovacca. Mi è venuto spontaneo fare loro alcune domande e ho pensato fosse carino condividerle con voi, che magari sognate una vita in viaggio o sognate di diventare pilota di aerei o hostess. IL PILOTA Ciao Marco, raccontaci in breve il tuo percorso professionale, ovvero il tuo sogno di bambino diventato realtà. Quanti anni di studio e pratica hai impiegato prima di diventare un pilota di aerei? Ciao Silvia, per conseguire la licenza base di pilota commerciale ci vogliono circa due
anni, dove si alterna teoria a pratica, dopo di che bisogna decidere su che aereo si preferisce volare e prendere un’abilitazione (specializzazione) su quel determinato aeromobile. A questo punto non rimane che la parte più difficile: trovare una compagnia aerea che ti assuma.
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amore ad alta quota
avere dei passeggeri dietro di sè. La priorità è compiere il volo nella maniera più sicura possibile e senza commettere errori. Reputi il tuo lavoro il più bello del mondo sotto ogni punto di vista o è stressante e talvolta hai pensato di cambiare vita e fare tutt’altro? Come ogni lavoro ha dei pro e dei contro, sicuramente mi reputo fortunato a fare ogni giorno quello che amo; al lavoro non mi annoio mai e, come dicono in tanti, ho la vista migliore di tutti dal mio ufficio…
Quando sei lassù, sopra a una distesa di nuvole, quante volte ti capita di pensare che hai in mano la vita di almeno un centinaio di sconosciuti? Io lo penserei! Questa è una domanda veramente interessante: prima di iniziare a volare ero della tua stessa opinione. Ma a bordo le cose cambiano totalmente, dal momento in cui mi siedo al posto di comando e inizio a fare il mio l voro tutto passa estremamente velocemente e per assurdo non ci si accorge nemmeno di
Ora vivi in Oman con la tua ragazza, hostess slovacca: come conciliate vita privata e lavoro, fatto di turni e fusi orari diversi? Riusciamo a organizzarci abbastanza bene nonostante il fatto che non voliamo insieme. A volte abbiamo turni completamente diversi e quando lei rientra io parto e viceversa. Ma a volte siamo fortunati e in un mese abbiamo giorni liberi in contemporanea, così organizziamo dei viaggi, oppure ci riposiamo a casa, andiamo al cinema o usciamo a bere qualcosa. Non volo spesso fermandomi fuori e nemmeno Alex, così torniamo quasi sem-
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amore ad alta quota
pre a casa. Di tanto in tanto ci scambiamo i turni e lavoriamo insieme: è una bella sensazione, soprattutto per Alex, sa che è in buone mani, come dice lei. Ci piace volare insieme, anche se sul posto di lavoro abbiamo ovviamente un rapporto professionale. Dove hai visto il tramonto e l’alba più belli pilotando un aereo? Beh, sicuramente in Indonesia: ha un paesaggio magnifico e ancora selvaggio, per non parlare dei vulcani che rendono il tutto unico. Non posso che mandarti una foto scattata sopra Bali, posto che da come ho letto ti ha A parte una buona amatriciana alla romana e il sorriso di mamma, cosa ti manca di più di Roma e dell’Italia? Assolutamente la cultura. Dopo quasi 5 anni all’estero mi sento di raccomandare ad ogni ragazzo che ne abbia la possibilita di uscire dall’Europa per realizzare come siamo fortunati e come dovremmo essere orgogliosi della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
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l’alba piu bella è quella che ho visto dal balcone di casa dopo essere tornato in Italia dopo quasi otto mesi
affascinato. Ma rispondendo con piu attenzione, l’alba piu bella è quella che ho visto dal balcone di casa dopo essere tornato in Italia dopo quasi otto mesi. Quando i passeggeri ti applaudon all’atterraggio, non li manderesti tutti a stendere anche tu? Devo dire che al di fuori dall’Italia non è molto comune sentirli applaudire, e poi fortunatamente da dentro la cabina di pilotaggio si sente veramente poco di quello che succede dietro.
”
Qual è la tua tratta preferita e perché? Sicuramente quella da passeggero quando torno a Roma per le ferie. C’è un episodio divertente della tua carriera fino ad oggi che ricordi particolarmente? Mi ricordo che una volta, in India, un passeggero voleva darmi la mancia perché avevo
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amore ad alta quota
Il tuo mestiere richiede tanta pazienza e buon umore in ogni condizione: qual è l’episodio più assurdo che ricordi con i passeggeri? Verissimo, al lavoro vivo molte situazioni in cui devo mantenere la calma e avere sempre il sorriso in faccia. Ho vissuto molte esperienze ed è difficile ricordarle tutte, ma la cosa più curiosa è quando i passeggeri non sono molto pratici con le toilette e la pipì… beh, finisce per terra. Da lì esce e arriva nella galleria dove ci siamo noi hostess.
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l’importanza di un viaggio non è la meta, ma il viaggio stesso
fatto un buon atterraggio, dicendomi: “Really good driver”! Ultima domanda: come sai adoro viaggiare, ma potessi preferirei spostarmi senza l’aereo. Hai un consiglio rassicurante per convincere quelle persone che hanno scelto di non volare mai nella vita? Beh, so di non essere coerente ma devo ammettere che l’aereo al giorno d’oggi è uno dei peggiori mezzi di viaggio. Come diceva qualcuno, l’importanza di un viaggio non è la meta, ma il viaggio stesso, con tutte le cose che ci permette di vedere, le esperienze che ci fa vivere e non per ultimo il tempo che ci dà per riflettere su noi stessi e su dove stiamo andando. LA HOSTESS Ciao Alexandra, da quanti anni sei hostess e quali paesi hai visitato durante i tuoi viaggi di lavoro? Ciao Silvia, lavoro come hostess da 2 anni e ho visitato 5 paesi (Nepal, India, Bangladesh, Tanzania, Indonesia), mentre avevo una sosta di lavoro.
”
E ho visto situazioni molto peggio di questa! Un altro esempio è quando incontro passeggeri davvero scortesi, che pensano tu sia lì solo per servirli e non ti trattano con rispetto. Mettono i vassoi con il cibo per terra, fischiandoci e chiamandoci senza un “per favore” o un “grazie”, e questa è una cosa che succede spesso. A una mia amica è capitato di soccorrere una donna musulmana con il viso coperto che si è sentita male e ha iniziato a vomitare, infine è svenuta. Il marito le ha proibito di toccarla e di scoprirle il viso, nonostante la situazione stesse peggiorando. Sono poi riusciti a tenere fermo il marito aiutando la donna; certe credenze religiose diventano quasi più importanti della vita, questo è davvero assurdo e inconcepibile. Quando sei a casa, ti capita mai di sentirti ancora in volo?
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No, mai. Ma quando ho iniziato a volare era
ca mai nella tua?
stressante, era tutto così nuovo per me. Mi è capitato spesso, a casa, di addormentarmi e sognare di essere ancora al lavoro, indossando il pigiama con gli occhi dei passeggeri su di me, o di addormentarmi in cabina e così via. Era molto faticoso perchè i sogni sembravano reali e non riuscivo a riposarmi davvero. A volte, quando avevo il giorno libero, mi svegliavo stressata per non aver sentito la sveglia e controllavo più volte la mia agenda per essere sicura di non avere voli quel giorno. Dimentichi completamente che giorno sia della settimana e conti quanto manca al prossimo giorno libero. Fortunatamente non mi capita più, sono abituata a volare giorno e notte. Tu sei certamente molto più “ragazza con la valigia” di quanto lo sia io: che cosa non man-
Nel mio trolley porto sempre con me l’uniforme e abiti da tutti i giorni in caso di una sosta fuori casa, le scarpe da lavoro, il grembiule e il foulard di servizio. Poi ho con me il mio kit per il make-up, del profumo, i collant di ricambio e un libro. Infine fazzoletti, salviettine, crema per le mani, i documenti e migliaia di penne sono un must nella mia valigia. Sogni di venire a vivere in Italia, un giorno, oppure in Oman hai trovato il tuo posto nel mondo? Sì, sogno di tornare in Europa e soprattutto in Italia, perchè è così speciale per me, non solo per via di Marco, ma anche per la natura, la storia, l’architettura, lo stile di vita e ovviamente il cibo! Ho sempre sognato di vivere in un paese caldo perchè non mi piace
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l’inverno. Ma dopo 2 anni qui ho capito che
Quali consigli daresti alle ragazze che ci leggo-
mi manca quel clima, vorrei il Natale con la neve almeno o sentirne l’atmosfera, vorrei veder piovere sui prati verdi, respirare aria fresca… Qui in Oman l’umidità fa sentire la temperatura ancora più alta di quel che è, c’è sempre polvere nell’aria e lo puoi notare sull’auto che lasci parcheggiata quando vai al lavoro, oppure sul balcone, che diventa quasi una “spiaggia privata”! E poi vivere sempre con l’aria condizionata è pesante. Ma ovviamente ci sono anche i lati
no e sognano di diventare hostess? Consiglio di fare un’accurata ricerca sulla compagnia di cui sono interessate, valutare i pro e i contro, chiedere ad amici che hanno esperienza. Anche se chiedere ad altre persone può essere complicato, perchè ognuno ha opinioni diverse e soggettive. Posso affermare che la vita da hostess non è facile, non bisogna essere attratti dai soldi o dal lato fashion di questo lavoro. Non è come vedi nei film, non significa indossare un buon rosset-
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positivi: l’Oman è un paese molto bello, ho visto un sacco di posti e spiagge bellissime. Ho visto le tartarughe vicino al villaggio di Sur, ci sono luoghi simili a delle oasi e ti puoi trovare da un momento all’altro in un posto completamente diverso. Quando qualcuno viene in Oman per le vacanze poi io consiglio di provare il “Sink hole”, dove scorre acqua salata e dolce mentre i pesci fanno la pedicure, un po’ come in una spa! E poi l’Oman non è solo un paese pieno di deserti, ci sono anche le montagne ( Jebel Shams): le persone che le visitano dicono sia magico campeggiare lì.
to, un bel sorriso e via in giro per il mondo. La vita di bordo, prima di tutto, è avere la responsabilità della sicurezza dei passeggeri; poi devi lavorare in condizioni difficili e, sì, ovviamente devi pulire anche i bagni. Quante e quali lingue parli e usi quotidianamente sul lavoro? Parlo 4 lingue: slovacco, ceco, inglese e russo. So parlare un po’ il francese che ho studiato a scuola, ma l’ho dimenticato molto perchè non lo uso spesso. E sto imparando l’italiano: so leggerlo bene e capisco le conversazioni,
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amore ad alta quota
ma mi è ancora difficile parlarlo.
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Pensi che farai la hostess tutta la vita o sogni di avere una famiglia e una vita più stabile? So per certo che non voglio fare lo hostess per molto tempo. Si tratta di un lavoro molto stancante e in condizioni anche malsane. Vorrei trovare un lavoro più stabile, con orari fissi, che mi faccia crescere. A far parte dell’equipaggio di cabina diventi un po’ pigro, che tu lo voglia o no. Arrivi a casa stanco e non ce la fai, per esempio, a studiare o a fare cose di cui potrai beneficiare in futuro.
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l ’ eleganza entra in campo
L’ELEGANZA ENTRA IN CAMPO Come il tennis ha lanciato una moda
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l tennis è uno sport altamente elegante e raffinato, sul quale la moda sta puntando gli occhi da un secolo intero almeno. Aristocratico, per pochi e quasi distante da tutte le altre discipline sportive più alla mano: ma perché il tennis è così fashion e d’elite, per usare termini più alla moda? Lo spiega bene l’autore Barry Smart nel suo saggio del 2005 “The Sport Star: Modern Sport and the Cultural Economy of Sporting Celebrity”, affermando che le radici di questo trend sono da ricercarsi alla nascita dello sport da sempre praticato dagli aristocratici, patrizi ed altolocati. Il tennis è nato e si è sviluppato in Europa, ma solo dal 1500 in avanti è diventato la disciplina sportiva per ricchi d’eccellenza, route
l ’ eleganza entra in campo
dopo che Francesco I di Francia ed Enrico
ve, con Ginger Rogers e Joan Crawford che
VIII d’Inghilterra diedero all’allor rudimentale sport un senso, un marchio regale che separò il tennis da altri sport praticati già all’epoca.
ne aumentarono la visibilità e il tocco glamour, oggi tradotto in campioni di tennis chiamati come testimonial di grandi case di moda. Perché si sa, se qualcosa o qualcuno esce da Hollywood, inizia a dettar legge su tutto, moda compresa.
“Il tennis è di moda” Giunti al XX secolo, precisamente intorno agli anni ’20, René Lacoste rivoluzionò la regalità dello sport non solo vincendo tornei ma soprattutto introducendo set d’abbigliamento per tutti coloro che cercarono in qualche modo di imitarne lo stile elegante e chic proposto durante i tornei (nel 1926 fu lanciata la prima t-shirt Lacoste, seguita poi dalla prima grande collezione). Da lì il passo a conquistare Hollywood fu bre-
Il tennis è di moda, comunque, non solo perché gli atleti spesso indossando mise eleganti e ricercate pur finendo imbrattate di sudore, ma soprattutto perché grandi personalità del calibro della principessa Kate Middleton, i Beckham nonché Anna Wintour – giusto per citarne alcuni, facendosi vedere seduti in prima fila durante i tornei indossando capi inestimabili, hanno dato vita ad un sempre più maggior numero di appassionati (chic anche loro, sicuramente).
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partire per un ’ avventura
PARTIRE PER UN’AVVENTURA Tutto ciò di cui avere bisogno per pianificare un esperienza indimenticabile
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partire per un ’ avventura
L’
esperienza di un viaggio avven-
turoso era il genere di cose a cui solo un numero relativamente piccolo di persone avevano partecipato nella loro vita, ma il numero di attratti dall’adrenalina è aumentato drasticamente negli ultimi anni. È cresciuto il fascino per qualcosa di un po’ diverso dalla solita giornata in piscina o a prendere il sole su una spiaggia, e le occasioni per vivere esperienze mozzafiato sono diventati più accessibili. PIANIFICARE UN’AVVENTURA Ottenere il massimo da un viaggio di avventura significa pianificare con cura e tenendo conto di una serie di fattori importanti. In questo modo si potrà impiegare al meglio la maggior parte del proprio tempo lontano.
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partire per un ’ avventura
Attrezzature e abbigliamento esperienze avventurose spesso richiedono attrezzi da specialista, quindi è importante fare qualche ricerca, informarsi bene e assicurarsi che tutto è a posto per ciò che si ha intenzione di fare.
28 Compagnia scegliere le persone giuste con cui andare è altrettanto importante, come del resto lo è per ogni tipo di vacanza. Forse è ancora più importante in un viaggio del genere, siccome i compagni hanno bisogno di essere affidabili ed essere il tipo di persone che sanno gestire bene situazioni di stress.
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partire per un ’ avventura
Pima la sicurezza I viaggi di avventura, per loro stessa definizione, hanno associato un elemento di rischio, ed è importante mitigare i pericoli con la giusta preparazione, al fine di ottenere il pieno godimento dalle attività.
29 Avventura moderna Per l’uomo moderno che vuole provare qualcosa di un po’ diverso, una vacanza nella media non è quello che basta per evitare di annoiarsi. Le vacanze avventurose sono la risposta, e anche se mentre si sceglie ci si sente scoraggiati o poco abituati, in realtà tutto quello che serve è un po’ di ricerca e di pianificazione per garantire un’esperienza davvero indimenticabile.
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una sera come tante
UNA SERA COME TANTE ?
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L Distilleria “City of London”
a City of London Distillery (COLD), aperta nel 2012, è uno degli hot-spot di Londra. Dopo circa 200 anni nei quali è mancato in città uno stabilimento di questo tipo, la COLD è la prima distilleria operativa. Il proprietario della distilleria, Jonathan Clark, voleva creare un luogo dove raccontare la storia del gin e dove i visitatori potessero imparare il processo di preparazione e, ovviamente, dove provare i prodotti offerti dalla Master Distiller Jamie Baxter. Il bar e la distilleria producono la loro marca di gin e vodka e i turisti arrivano a frotte per
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una sera come tante
scoprirne di più. Una volta il gin era la bevanda delle masse. Nel XVIII secolo in Inghilterra era economico e abbondante grazie alle 1700 distillerie nei dintorni di Londra. Era così co-
spetto che questa bevanda si merita. Con una pianificazione intelligente, l’intera distilleria è stata installata nei sotterranei della storica Bride Lane. Protetti dietro un vetro a prova di
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mune che William Hogarth dipinse svariate tele per spiegare le sfortunate conseguenze che ebbe questo liquore nelle classi basse. Fortunatamente la COLD sta restituendo il ri-
bomba, si trovano una serie di alambicchi in rame lucente allineati e fatti a mano in Germania. Il processo di distillazione purifica la base d’alcol e l’alcol distillato viene poi im-
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una sera come tante
32 bottigliato come vodka o viene sottoposto ad altri processi. Il rame negli alambicchi agisce come un catalizzatore che aiuta a rimuovere alcuni dei solfuri durante tutto il processo. Per fare il gin, la distilleria diluisce l’alcool
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una sera come tante
altri sapori come il coriandolo, l’angelica e la liquirizia. Gli ospiti del locale seduti al bar possono guardare il gin e la vodka che vengono imbottigliati quando il prodotto è passato alla distillazione finale e naturalmente ciò che viene prodotto nella distilleria può essere provato al bar. Ai veri intenditori può interessare che la distilleria offre inoltre una eccellente degustazione. Se hai la forza fisica per affrontare un “gin flight”, potrai provare i diversi gin prodotti nei secoli, tra cui Old Tom e Jenever, e conoscere alcune curiosità storiche. Se invece sapete che non potreste sopravvivere a questa degustazione, fatevi inventare dai baristi un cocktail con una delle 90 varietà di gin. Lo staff della City of London Distillery dice di aver intenzione di sperimentare tutti i tipi di sapori di gin e vodka, e quindi pensiamo che prima che vada nell’alambicco. Qui vengono introdotti elementi botanici per aromatizzare il gin, come le bacche di ginepro che danno alla bevanda il suo sapore distinto e la sua fragranza. Possono essere aggiunti anche
sia una grande idea visitare spesso questo locale per vedere cosa c’è di nuovo e di diverso. Qui hai la possibilità di assaggiare le migliore varietà di questi alcolici in un posto molto elegante ed esclusivo.
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l ’ arte di viaggiare
L’ARTE DI VIAGGIARE Un’occasione per cambiare
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Stefania Cassani
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spazio terrestre e viaggio la puoi capire nel momento in cui quello che metti in pratica mentre sei lontano da casa ti serve anche quando torni.
In realtà viaggiare è un’arte e per poter prendere le distanze dall’attività, molto più semplice, di andare in vacanza, occorrono alcune abilità specifiche, buone dosi di consapevolezza e un po’ d’esperienza sul campo. La differenza tra semplice spostamento nello
Le attività creative sono espressioni di sé, mettono l’accento sulla combinazione di elementi vari, sulle infinite possibilità. Viaggiare è una di queste: il mondo offre i suoi colori e tu li componi a modo tuo, vera e propria opera d’arte in cui finisci per trovare te stesso. Può capitarti in una remota stanza
a maggior parte delle persone pensa che, di viaggiare, siamo capaci tutti. Chi è che non sa prendere un aereo e andare in un luogo qualunque del pianeta, soggiornare per un po’ e tornare?
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l ’ arte di viaggiare
d’albergo ai confini del mondo conosciuto o sulle strade trafficate di una grande e famosa metropoli. Non importa tanto dove. E’ che, se viaggi, prima o poi succede. Ed è in quel preciso istante che capisci la portata e l’importanza del viaggio.
Perché l’arte di viaggiare può cambiarti la vita?
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Impari a cogliere la diversità come valore e non come problema, la mente diventa elastica e non s’irrigidisce davanti a ciò che non conosce. Sviluppi la capacità di essere umile: ogni viaggiatore sa che il suo punto di vista è solo uno dei tanti e che non ne esiste uno universale. Superi i tuoi limiti, il tuo est, il tuo ovest, le barriere architettoniche mentali che ti impedivano di pensare “Ce la faccio, ce la posso fare!”. Testi e ampli la tua capacità di adattamento, puoi dormire ovunque, mangiare ovunque, stare con chiunque e sentirti sempre a tuo agio. Prendi confidenza con la bellezza e impari a riconoscerla, non solo nei panora-
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l ’ arte di viaggiare
37 mi mozzafiato, ma anche nelle piccole cose, quelle più difficile da apprezzare. Impari a comunicare in lingue che non sono la tua. Un giorno ti svegli e ti accorgi di avere a disposizione un vocabolario tutto tuo, che parla dei tuoi viaggi, delle tue rotte, dei tuoi incontri. La consapevolezza di te si espande, sai di essere qualcosa di più del lavoro che svolgi, del ruolo che ricopri. Il mondo ti insegna a ridere, soprattutto di te stesso, delle tue convinzioni, quelle a cui sei sempre rimasto attaccato finché non è arrivato il giorno in cui hai cominciato a viaggiare. Nessuna aspettativa sui luoghi, sulle persone, sulle emozioni, ti lasci sorprendere e accetti quello che trovi. Impari a mangiare di tutto, non giudichi un paese dopo 3 giorni di permanenza e nemmeno i suoi abitanti. Quello route
l ’ arte di viaggiare
che ti serve sta in un piccolo bagaglio, più o meno sempre quello, con gli abiti da viaggio e un nuovo te stesso da portare in giro. Impari il rispetto per la natura, per tutti gli esseri viventi, apprezzi la compagnia di te stesso quando viaggi da solo. Oggi conta più di ieri e conta pure più di domani, viaggiando impari il qui ed ora, hai una data di rientro e non puoi rimandare.
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L’istinto si riattiva, i sensi sono le porte attraverso le quali fai entrare o lasci fuori quello che incontri, sviluppi un forte senso dell’orientamento. Catturi ogni singolo momento, dai valore al tempo come spazio da vivere, come unica vera ricchezza. Apprezzi le piccole cose, quelle che vivendo in occidente si danno per scontate e non lo sono affatto. Scopri il tuo lato avventuroso, non sapevi neppure di averne uno e lo incontri mentre ti senti libero, privo di giudizi sul tuo conto. Alcune piccole fobie spariscono. Apprezzi la tua vita e il suo comfort ogni volta che torni e se viaggi con qualcuno e ci vai d’accordo sviluppi la capacità di mediare, che forse è un’altra arte a sé.