Rivista Santuario della Consolata - ottobre/dicembre 2020

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Costruttori di fraternità con la profezia che cambia la storia Svegliare il volto materno della Chiesa

Osvaldo Maddaleno

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bbiamo sperimentato in questi mesi la nostra fragilità, quella del nostro modello di società e anche di Chiesa. Vorremmo uscire al più presto da questa situazione, ma ciò non è nel potere né di parole né di buoni auspici. Occorrono fatti, attesi ardentemente: cure più efcienti, un vaccino che possa debellare il virus, sussidi economici, … Senza dubbio. Ma non basteranno. Per affrontare quello che ci attende, con tutte le incognite del caso, occorre, secondo una felice trovata, “l'anti-virus della fraternità”: di una nuova, più decisa, più reale fraternità. E non solo all'interno della propria cerchia e della propria Nazione, ma a livello mondiale. Giustamente. Ma ... forse non basta. È poco probabile che di colpo saremo e saranno tutti buoni. Anzi. Mi ha colpito l'omelia di Papa Francesco nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, in cui ha condiviso due parole-chiave: unità e profezia. Pietro e Paolo erano due persone molto differenti, ma si sentivano fratelli, come in una famiglia unita, dove spesso si discute, ma sempre ci si ama. Però la familiarità che li legava non veniva da inclinazioni naturali, ma dal Signore. Egli non ci ha comandato di piacerci, ma di amarci. È Lui che ci unisce, senza uniformarci. Ci unisce nelle differenze. L'Apostolo Giacomo era stato ucciso, ora Pietro viene arrestato, la comunità non si dà alla fuga, nessuno abbandona gli altri, ma tutti pregano insieme. L'unità è un principio che si attiva con la preghiera, perché la preghiera permette allo Spirito Santo di intervenire, di aprire alla speranza, di tenerci insieme nelle difcoltà. Il Papa dice che in quei frangenti drammatici nessuno si lamenta del male, delle persecuzioni, di Erode. È inutile che i cristiani sprechino tempo a lamentarsi del mondo, della società, di quello che non va. Le lamentele non cambiano nulla. Ricordiamoci che le lamentele sono la seconda porta chiusa allo Spirito Santo: la prima è il narcisismo (ti porta allo specchio, a guardarti continuamente), la seconda è lo scoraggiamento (ti porta alle lamentele), la terza è il pessimismo (ti porta al buio, all'oscurità). Quei cristiani non incolpavano, ma pregavano. In

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Il Santuario della Consolata

quella comunità nessuno diceva: «Se Pietro fosse stato più cauto, non saremmo in questa situazione». Nessuno. Pietro umanamente aveva motivi di essere criticato, ma nessuno lo criticava. Non sparlavano di lui, ma pregavano per lui. E noi oggi possiamo chiederci: «Custodiamo la nostra unità con la preghiera? Preghiamo gli uni per gli altri?». Un Santuario come la Consolata, aperto tutto il giorno, ci aiuti a valorizzare la preghiera per l'unità della Chiesa, e a far crescere la fraternità. Qui incontriamo Maria, che è madre, e ci aiuta a vivere da fratelli. Papa Francesco dopo l'unità ha parlato di una seconda parola: profezia. Pietro è stato provocato da Gesù: «Tu, chi dici che io sia?»; anche Paolo: «Perché mi perseguiti?». A queste provocazioni sono seguite le profezie: «Tu sei Pietro e su questa pietra edicherò la mia Chiesa», e di Paolo: «È lo strumento che ho scelto per me, afnché porti il mio nome dinanzi alle nazioni». Dunque la profezia nasce quando ci si lascia provocare da Dio, non quando si gestisce la propria tranquillità. Quando il Vangelo ribalta le certezze, scaturisce la profezia. Solo chi si apre alle sorprese di Dio diventa profeta. Oggi abbiamo bisogno di profezia, di testimonianze che il Vangelo è possibile. A me, dice il Papa, fa dolore quando sento proclamare: «Vogliamo una Chiesa profetica». Bene. Cosa fai, perché la Chiesa sia profetica? Servono vite che manifestano il miracolo dell'amore di Dio. Non potenza, ma coerenza. Non parole, ma preghiera. Non proclami, ma servizio. Tu vuoi una Chiesa profetica? Incomincia a servire: non teoria, ma testimonianza. Abbiamo bisogno della gioia per il mondo che verrà, non di quei progetti pastorali che sembrano avere in sé la propria efcienza, come se fossero dei sacramenti. Abbiamo bisogno di pastori che offrono la vita: di innamorati di Dio. Così Pietro e Paolo hanno annunciato Gesù, da innamorati. Questa è la profezia che cambia la storia. Il Papa termina dicendo che anche per noi c'è una profezia, si trova nell'ultimo libro della Bibbia, dove Gesù promette ai suoi testimoni fedeli “una pietruzza bianca, sulla quale sta scritto un nome nuovo”(Ap 2, 17). Come il Signore


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