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Nel frattempo... di Alessandro Petrassi

Nel frattempo...

Disclaimer: contiene spoiler

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Dopo la piacevole compagnia di cui abbiamo goduto grazie a “The Falcon and theWinter Soldier” , i Marvel Studios durante il periodo estivo hanno deciso di ampliare l’ universo delle serie tv su Disney plus e finalmente hanno rilasciato al cinema i due film apripista della fase 4 dell’MCU. Il primo prodotto di cui vi voglio parlare è la serie tv “Loki” , uscita il 9 giugno e diretta da Kate Herron. La storia comincia riprendendo le vicende del dio dell’inganno da come le avevamo lasciato in Endgame, cioè intento a scappare dagli odiatiAvengers con il tesseract. Dopo la rocambolesca fuga, l’asgardiano viene rapito dallaTimeVarianceAuthority, una sorta di polizia temporale. Dopo questo piccolo preambolo, la serie cambia volto e ci svela un mondo stravagante e peculiare che ancora nessuno aveva mai osservato. Le regole dei viaggi nel tempo, accennate in maniera sbrigativa in Endgame, ci vengono rese più chiare. La linea temporale è una e indivisibile e il destino di tutti gli esseri è governato dai Custodi del Tempo, esseri cosmici di smisurata potenza. Ma a volte capita che qualcuno non rispetti il sentiero prestabilito. Queste persone vengono chiamate “ varianti” . Da questa anomalia si forma una linea temporale parallela a quella principale. Compito della TVA è imprigionare il trasgressore e rimediare ai suoi danni . Così viene mantenuto l’ordine dell’ universo. Ma ovviamente in nostro dio dell’inganno non può accettare che il suo destino sia già scritto. Così grazie all’aiuto di alcune varianti di se stesso decide di sovvertire lo status quo e difendere il diritto del libero arbitrio nel Multiverso. Ogni episodio di questa serie ha delle caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri: alcuni impressionano per la qualità degli effetti speciali, altri commuovono con una storia d’amore tor-

molteplici varianti del dio dell’inganno

mentata, altri ancora coinvolgono lo spettatore con colpi di scena inaspettati. Loki, secondo la mia opinione, è riuscito laddove “Wandavision” e “The Falcon and the Winter Soldier” avevano fallito: un finale in grado di scuotere l’MCU dalle fondamenta, osando e sperimentando al di là di ogni immaginazione, inserendo il concetto del Multiverso (per chi fosse interessato al tema, rimando al mio articolo sui viaggi nel tempo). Questa serie è stata un innesco, una scintilla che ha dato il via a, letteralmente, infinite possibilità.

Come ci dimostra la seconda serie tv di cui vorrei parlarvi: “What if… ” , uscita l’11 agosto. Ogni appassionato di comics sa che iWhat if erano fumetti one-shot, cioè con nessuna correlazione l’ uno con l’altro, dove gli autori della Marvel potevano dare libero sfogo alla propria immaginazione, sconvolgendo e riscrivendo i personaggi e i gruppi di supereroi più amati. Ci sono stati fumetti su cosa sarebbe successo se spider man fosse entrato nei fantastici quattro; se Thanos si fosse unito agliAvengers oppure se CaptainAmerica non fosse rimasto congelato nell’artico durante la Seconda guerra mondiale. E la serie omonima fa la stessa cosa. Reinventa personaggi amati da tutti nei modi più disparati, raccontando vicende apparentemente separate tra loro. Cosa sarebbe successo se Peggy Carter avesse assunto il siero del super soldato, se T’Challa fosse stato rapito da Yondu oppure se Ultron avesse vinto contro gliAvengers. La nostra guida in questo infinito multiverso è l’Osservatore, dio cosmico in grado, per l’appunto, di osservare ogni universo parallelo a quello ufficiale dell’MCU ma che non può interferire in alcun modo nelle vicende narrate. La serie, sorprendente e avvincente, seppur tra alti e bassi (dalla perfezione grafica raggiunta nel quarto episodio alla comicità scadente del settimo), ha cercato di unire le storie che stava raccontando, regalandoci un finale mozzafiato pieno di azione e colpi di scena. Elemento che mi ha fatto adorare questa serie è il fatto che da ogni episodio si poteva percepire quasi un genuino entusiasmo fanciullesco da parte degli sceneggiatori nel poter muovere le vicende dei protagonisti come se fossero pezzi di un'enorme scacchiera multiversale. Ma oltre a questo, ciò che mi ha emozionato di più in “What if… ” è stato riascoltare per l’ ultima volta la voce del compianto Chadwick Boseman nei panni di T’Challa. Wakanda forever, my king.

Dopo questa prima sezione dedicata al piccolo schermo ora arriva la mia parte preferita: il cinema. Black Widow, il film con cui sarebbe dovuta cominciare ufficialmente la Fase 4 e che invece è stato continuamente rimandato a causa della pandemia, ha debuttato in sala il 7 luglio. Diretta da Cate Shortland, la pellicola è un gigantesco flashback che si svolge interamente nel periodo di tempo che separa il finale di “Captain America: CivilWar” dall'inizio di “Avengers: InfinityWar” e ci racconta un'avventura di Natasha Romanoff mai narrata. La visione di questa pellicola è coincisa con il mio ritorno in sala dopo un anno e mezzo di chiusura. Non ho parole per esprimere la felicità che ho provato. È stato semplicemente perfetto. Le luci che si spegnevano, la sigla introduttiva dei Marvel Studios a tutto volume.Tutto questo ha reso questa esperienza magica. Annebbiato da questi sentimenti, appena uscito dalla sala con i miei amici ho cominciato a ripetere a me e a loro quanto mi fosse piaciuto il film. Dopo alcuni di giorni però mi sono accorto che quelle affermazioni fatte a caldo, subito dopo la visione, non rappresentavano in pieno la mia opinione. Così ho deciso di fare una cosa che di solito non faccio mai: andare a vedere lo stesso film due volte al cinema. La seconda volta effettivamente ho apprezzato meno il film, e il mio voto complessivo è sceso da un esagerato 9 a un comunque meritato 8. Su alcuni punti però il film però è riuscito a emozionarmi come la prima volta. Le sequenze d’azione frenetiche, la recitazione magistrale della Johansson e di Florence Pugh (che qui interpreta la sorella minore di Natasha,Yelena), il design del villainTaskmaster, la cui abilità è quella di replicare ogni stile di combattimento soltanto guardandolo, e per ultimo il personaggio interpretato da David Harbour, Red Guardian, risposta sovietica all’esperimento del super soldato e spalla comica di Natasha. Questi elementi permettono al film di intrattenere il pubblico in modo straordinario e di non farlo mai annoiare.

E per ultimo, ma non per importanza, vorrei parlare di “Shang Chi” . Il film è uscito il 1° settem-

bre al cinema e già nel primo weekend si è imposto nei botteghini con un guadagno di circa 71,4 milioni di dollari solo nel nordAmerica. Le aspettative per la pellicola non erano delle più elevate, il personaggio non era noto ai più e la presenza di grandi nomi nel cast mancava; tuttavia il film è riuscito a sorprendermi. La trama si articola intorno alle vicende familiari del protagonista. Dopo essersi lasciato alle spalle un passato doloroso, all’ombra dello spietato padre, Shang-Chi vive una vita comune a San Francisco in compagnia di Katy, una ragazza di origini cinesi a cui è molto legato. Ma a un certo punto viene raggiunto dalla famigerata organizzazione terroristica dei dieci anelli. Questo incontro porterà Shang a fare i conti col suo passato e a scoprire verità nascoste riguardanti sua madre. I punti di forza di questo film sono due. In primo luogo il reparto degli effetti speciali. La concezione del mondo “orientale” della Marvel è visivamente sublime e completamente diversa da qualsiasi altro film della saga. L’atmosfera, i toni e gli scenari sono particolarmente ispirati: primo tra tutti, la mitica Ta-Lo, una terra incantata e popolata da creature del folklore orientale con bellissime e maestose bestie mitologiche di ogni genere. Inoltre Simu Liu al suo “quasi” esordio sul grande schermo ci regala una performance davvero convincente: la parte del figliol prodigo e dell’eroe improvvisato gli calza a pennello.Altro elemento che rende davvero spettacolare questa pellicola sono le coreografie dei combattimenti. Le varie battaglie e gli scontri singoli sono orchestrati magistralmente per sembrare quasi delle coreografie di danza, oltre che essere davvero fedeli ai vari stili di arti marziali presenti nella tradizione cinese. Detto tutto questo, vi trattengo un altro minuto per ricordarvi che entro la fine dell’anno usciranno altri due film e una serie tv targati Marvel Studios: “Eternals” diretto dal premio Oscar Chloe Zhao, il 5 novembre che introdurrà un nuovo gruppo di supereroi. Tra gli attori Richard Madden, Kit Harington eAngelina Jolie; la serie “Hawkeye” il 25 novembre, che seguirà le avventure di Clint Barton insieme alla sua protetta Kate Bishop (interpretata da Hailee Stainfield); e per ultimo “Spider-Man: No Way Home” diretto da Jon Watts, il 16 dicembre, la cui trama è ancora oscura ma che, probabilmente, vedrà il ritorno sul grande schermo diTobey Maguire eAndrew Garfield nei panni delle loro rispettive versioni dell’Arrampicamuri del 2002 e del 2012. Comunque, fino a che questi film non saranno rilasciati al cinema, statemi bene, Veri credenti. Excelsior!

ALESSANDRO PETRASSI

Shang Chi che lotta contro suo padre Xu Wenwu detto “Il Mandarino”

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