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G8 ieri... G20 oggi. Da Genova a Roma di Camilla Marconi
G8 ieri…G20 oggi. Da Genova a Roma
Il G 8 è il gruppo che unisce gli otto Paesi più industrializzati della Terra: Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. Si riunisce una volta all’anno a livello di Capi di Stato e di Governo. Si tratta di un gruppo informale di lavoro delle economie avanzate, creato dalla Francia nel 1975 in seguito alla prima crisi petrolifera con, essenzialmente, il ruolo di guida e di indirizzo politico. Per capire l’importanza che detengono questi otto paesi a livello planetario vediamo alcuni numeri: -Rappresentano circa il 15% della popolazione mondiale e tre quarti della spesa militare; -Detengono quasi il 65 % del Pil della terra e gestiscono gran parte degli scambi mondiali; -Soltanto Russia, Usa, Francia e Regno Unito detengono oltre il 96% degli armamenti nucleari;
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Gli incontri tra i Big del mondo hanno agevolato la nascita di movimenti di contestazione che ritengono il processo di globalizzazione come causa di inaccettabili iniquità tra vari paesi del mondo e all’interno delle singole società nazionali. I militanti pongono in particolare sotto accusa il potere delle multinazionali e le politiche seguite dal FMI (Fondo monetario Internazionale) e dalla OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). In vista del G8 che si doveva tenere a Genova nel mese di luglio 2001, nell’anno 2000 nasce, nel capoluogo ligure, il Genova Social Forum a cui aderirono 1187 sigle tra cui partiti, associazioni, sindacati, centri sociali, ONG italiane e straniere. I responsabili del movimento Vittorio Agnoletto e Luca Casarini sollecitarono ripetutamente un incontro con le istituzioni che però fu accordato soltanto il 24 giugno 2001 e cioè pochi giorni prima dell’evento. In quella sede incontrarono l’allora Capo della Polizia Gianni De Gennaro avanzando la richiesta di annullare il G8 in quanto le riunioni tra Capi di Stato e di Governo erano da considerarsi illegittime, poiché un pugno di uomini potenti non aveva il diritto di prendere decisioni destinate a condizionare l’intera umanità ed il divieto imposto dalle autorità di entrare nella cosiddetta “ Zona Rossa” ( la zona dove si teneva il vertice), costituiva una limitazione delle libertà costituzionali. Tali richieste non furono accolte dal governo con la motivazione che non si poteva venir meno ad impegni assunti a livello internazionale. Ma veniamo al dunque… Cosa è accaduto veramente al G8 di Genova? Non posso non riportare con un velo di preoccupazione le parole del Dottor Zucca, il magistrato che ha condotto il processo contro le violenze all’interno della scuola Diaz: Il P.M. ha dichiarato testualmente “diversi episodi di cronaca di questi anni vedono riproporsi lo schema dell’ uso sproporzionato della forza cui segue la copertura con falsità che dimostra come il problema non siano soltanto le responsabilità individuali” . Per Zucca c’è un problema “strutturale” con cui la polizia italiana non ha voluto fare i conti: “Visto che certi comportamenti rappresentano l’opposto di quello che viene insegnato ai poliziotti ai corsi o scritto nei manuali di addestramento, dovrebbe essere la stessa polizia a sanzionare chi esce dai binari del rispetto della legge, ben prima dell’intervento della magistratura che peraltro si scontra con il conflitto di interessi di indagare sui propri collaboratori. ”
Non occorre essere faziosi per rabbrividire di fronte a ciò che è accaduto; sono state le sentenze a dimostrare che le tesi della procura di Genova
erano fondate, dalla Cassazione alla Corte europea dei diritti dell’ uomo che hanno qualificato quelle violenze come tortura. La Corte europea di Giustizia nel 2017 ha rilevato anche l'assenza di sanzioni per i poliziotti responsabili e l'assenza di identificazione di gran parte degli stessi. Cinque anni prima, nel 2012, la Cassazione aveva condannato in via definitiva per falso 15 funzionari di polizia per aver coperto gli agenti picchiatori con false prove e false accuse nei confronti dei 93 manifestanti che vennero arrestati (79 dei quali dalla scuola Diaz uscirono feriti) e accusati di associazione a delinquere per devastazione e saccheggio, arresti peraltro arbitrari come dimostra il fatto che poi non furono convalidati. I picchiatori sono rimasti senza nome, non essendo identificabili, ad eccezione dei capisquadra: i reati sono finiti prescritti ma i poliziotti sono stati ritenuti responsabili per i risarcimenti in sede civile. Chi non uscì in barella dalla Diaz, venne portato alla caserma di Bolzaneto dove per Zucca è accaduto qualcosa di ancor più grave rispetto all’ assalto alla scuola: “C’è un filo conduttore - dice - che porta dal carcere temporaneo istituito all’interno della caserma di Bolzaneto alle immagini raccapriccianti delle torture all’interno dei centri di detenzione diAbu Ghraib” (prigione disumana che si trovava ad Ovest di Bagdad e chiusa definitivamente nel 2014). Per il magistrato “le tecniche dei carcerieri sono uguali anche se Genova non è uno scenario bellico ma già le forze di polizia, evidentemente così addestrate, si muovono in questo modo dimenticando codici e leggi nella peggiore tradizione delle dittature” . Il processo per le torture di Bolzaneto (così definite anche in questo caso dalla Commissione europea di giustizia) ha visto 45 imputati tra poliziotti, carabinieri, agenti penitenziari e medici. Gran parte dei reati si sono prescritti già prima dell'appello e in Cassazione sono rimaste 7 condanne penali, ma la Corte ha confermato la colpevolezza di gran parte degli imputati per gli effetti civili. Accanto ai processi contro le forze dell’ordine, il terzo principale filone giudiziario ha riguardato i 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio: 15 imputati su 25 sono stati assolti fin dal primo grado perché, secondo i giudici, avevano reagito alla carica illegittima sul corteo delle tute bianche di viaTolemaide. Dieci sono stati invece condannati per devastazione e saccheggio con pene dai 6 ai 14 anni di carcere, pene che “non hanno paragoni nel contesto delle democra-
La polizia fa irruzione nella scuola Diaz durante lo svolgimento del G8 di Genova del 2001
zie occidentali - ricorda Zucca - e nemmeno con la Russia di Putin che prevede un massimo di 8 anni” . Questa macelleria sociale compiuta dalle forze dell’ordine, in parte ampiamente impreparate ad affrontare una situazione del genere, in parte caricate a pallettoni da sedicenti informative ansiogene sulla massiccia presenza di black block , ha di fatto provocato la sospensione dello stato di diritto e fatalmente portato alla morte in piazza Alimonda di un giovane manifestante di nome Carlo Giuliani che a soli vent’ anni ha pagato con la vita per i suoi ideali. Ovviamente il G 8 di Genova ha costituito una specie di spartiacque con i G8 successivi, segnando emotivamente la memoria collettiva. Aquesto si deve aggiungere l’innegabile cambiamento dello scacchiere internazionale che negli ultimi venti anni ha portato altri attori ad affacciarsi nell’Olimpo delle grandi economie, come la Cina, l’Arabia Saudita, il Brasile, la Corea del Sud e lo stesso blocco UE. Per tale motivo nel 1999, dopo una successione impressionante di crisi finanziarie, per favorire l’internazionalità economica e la concertazione, è stato creato il G20, un forum dei leader e dei ministri delle finanze dei 20 paesi più industrializzati del mondo, a cui si affiancano una serie di invitati occasionali (di norma uno o due stati scelti dal paese che ha la presidenza di turno). Il G20 rappresenta i due terzi del commercio e della popolazione mondiale oltre all'80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale ed il 60% della popolazione del pianeta. Si tiene ogni anno e dal 2008 prevede lo svolgimento di un vertice finale con la partecipazione dei Capi di stato e di Governo. Oltre al vertice durante l’anno di presidenza si svolgono incontri ministeriali, riunioni di gruppi di lavoro ed eventi speciali. Insomma il vecchio e desunto abito del G8 è stato rimodernato e modificato secondo l’evoluzione dei nuovi equilibri di geopolitica internazionale. Ed eccoci arrivati ai nostri giorni: il prossimo G 20 si terrà a Roma il 30 e 31 Ottobre 2021. Sperando che il novello G20 si svolga in un clima sereno di “pacifico dissenso” , non possiamo che auspicare un impegno forte dei grandi della terra per riequilibrare gli scompensi del pianeta, causati dalla folle corsa dell’ uomo al consumismo compulsivo, ricordando, come dovrebbero averci insegnato questi due anni di pandemia, che non siamo i padroni del pianeta, ma siamo solo degli inquilini morosi che hanno provocato danni gravissimi all’ecosistema.
CAMILLAMARCONI
Manifestanti catturati nella scuola Diaz dalle forze dell’ordine