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TUTTO ITALIANO

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N.39, LUGLIO - AGOSTO 2020

LA NUOVA MOBILITÀ La paura del contagio si rispecchia nelle scelte dei mezzi di trasporto privato, a discapito di quello pubblico

a cura della redazione

Nella mobilità degli italiani nell’era del post-rimanete a casa — finito l’obbligo di “niente passeggiate, niente attività fisica e niente accesso ai parchi” — sembra non esserci competizione: sul podio di una gara virtuale salgono camminate, biciclette, monopattini, segway, hoverboard e auto privata; ultimi in graduatoria tutti i trasporti di massa, pubblici e privati, ovvero autobus urbani ed extra-urbani, tram, metropolitane, treni regionali e a lunga percorrenza, aerei. Insieme ai traghetti e alle navi da crociera.

Dopo che ai primi di giugno gli italiani sono tornati liberi di muoversi in lungo e in largo per ogni regione della Penisola, queste sono state le loro risposte. Il vero asso pigliatutto della “nuova mobilità” è senz’altro la vecchia, cara automobile. Al sondaggio con il quale Isfort, Istituto di ricerche sui trasporti, ha chiesto agli italiani quali mezzi di trasporto individuale intendano usare, anche saltuariamente, al termine delle restrizioni, il 95,1 per cento ha risposto, appunto, l’auto, il 30,8 per cento ha indicato la bicicletta e l’8,2 per cento la moto e lo scooter. Contemporaneamente crolla l’uso dei mezzi collettivi: solo il 28 per cento sceglie l’autobus urbano e il tram, il 15,7 per cento il treno Alta velocità, il 13,4 per cento il treno locale e regionale e appena il 7,2 per cento la metropolitana.

Però, mettono in guardia gli esperti, non è detto che andrà proprio così: è difficile stabilire adesso quanto i quasi tre mesi di blocco del Paese abbiano inciso nelle attitudini e nelle paure della gente, dettandone i comportamenti. E come le persone riemergeranno dal “fermi tutti”.

si rispecchia is reflected a discapito at the expense gara competition graduatoria classification ovvero namely a lunga percorrenza long-distance traghetti ferries navi da crociera cruise ships in lungo e in largo far and wide asso pigliatutto trump card sondaggio survey saltuariamente occasionally crolla collapses / plummets mettono in guardia warn abbiano inciso have affected dettandone dictating their

SEGNALI PER FAR RISPETTARE IL DISTANZIAMENTO FISICO NELLA METRO DI MILANO

incognita unknown si sono affermate have established themselves didattica a distanza distance learning siamo in grado we are (not) able prosegue continues ondata wave cartina di tornasole litmus test sostiene maintains avverte warns si spinge goes as (far) sconvolti disrupted ligi law-abiding si sono dimezzati have halved inderogabili unavoidable corse runs (lit.) / timetable occorre (it) is necessary posti seduti seating a scacchiera like a chessboard pressoché almost / practically materia del contendere (a) matter of contention capi-azienda company bosses senza ritorno one-way punto di snodo focal point spopolano depopulate (lit.) / are hot favourites evitano avoid affollamento crowding rimborsa reimburses «Siamo in terra incognita», conferma il professor Giuseppe Catalano dell’Università La Sapienza di Roma, coordinatore della struttura tecnica del ministero delle Infrastrutture e Trasporti che supporta la ministra Paola De Micheli. E aggiunge: «Non abbiamo certezze. Dobbiamo essere pronti a una evoluzione rapida delle inclinazioni e delle scelte di mobilità dei nostri concittadini». Alcune delle tendenze che si sono affermate almeno in parte potrebbero rimanere in futuro: la didattica a distanza, il lavoro da casa, le video-conferenze, le riunioni telematiche, gli acquisti via commercio elettronico. E sono tutti cambiamenti che influiranno sul trasporto e potranno ridurre permanentemente la necessità di spostarsi nelle città, tra le diverse aree dell’Italia, tra Nord e Sud. «Non siamo in grado di sapere ora in quale misura — prosegue Catalano. Molto dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia, se ci sarà una seconda ondata in autunno, e dalla disponibilità di un vaccino per fermarla. La vera cartina di tornasole l’avremo a settembre, quando riapriranno le scuole».

Che in Europa “nulla sarà come prima”, quando si metterà finalmente la parola fine alla crisi indotta dall’emergenza sanitaria del coronavirus, lo sostiene con forza anche Massimo Giordano, del Mediterranean Office di McKinsey&Company. L’Italia non fa eccezione, anzi, colpita più severamente dalla pandemia, potrebbe avere più difficoltà degli altri Paesi europei a rialzarsi economicamente, avverte Giordano, che si spinge fino a ipotizzare il completo recupero solo nel 2025.

Trasporti e mobilità sono tra i settori maggiormente sconvolti dallo tsunami Covid-19: nelle settimane in cui era imperativo “restare a casa” gli spostamenti degli italiani — che si sono rivelati particolarmente ligi e rigorosi nel seguire le regole dettate dal governo per contenere il virus — si sono più che dimezzati. Aerei fermi nelle aree di parcheggio degli aeroporti chiusi, treni a lunga percorrenza nei depositi eccetto pochi viaggi al giorno per le “necessità” inderogabili, metropolitane e bus con corse ridotte e capacità limitata al 25 per cento dagli obblighi imposti dal cosiddetto “distanziamento sociale” (la distanza di sicurezza che occorre mantenere per evitare il contagio ovvero almeno un metro tra un passeggero e un altro e posti seduti a scacchiera), strade e piazze pressoché deserte. Solo la “mobilità di comunità”, intorno a casa per le spese e i servizi indispensabili, quasi sempre a piedi o in bicicletta, ha resistito.

Quando, come, quanto e soprattutto se gli italiani ricominceranno a muoversi come prima della pandemia resta materia del contendere tra esperti e capi-azienda: c’è chi esorta a non guardare all’oggi, ad aspettare l’autunno prima di decretare, per esempio, la crisi senza ritorno del trasporto pubblico locale.

«L’impatto è stato fortissimo — spiega il partner per i trasporti di PricewaterhouseCoopers, Paolo Guglielminetti — non siamo in grado di fare previsioni sul medio-lungo termine. Nei prossimi 3-6 mesi dovremo monitorare attentamente gli spostamenti delle persone. Punto di snodo sarà la percezione di sicurezza, quanto i singoli si sentiranno protetti dal virus sul bus o sul treno, fattore psicologico che avrà una grande influenza».

Quel che è certo è che nella “nuova normalità” le due ruote, le bici tradizionali ed elettriche, spopolano: garantiscono esercizio fisico ed evitano “l’affollamento” dei mezzi pubblici permettendo di viaggiare all’aria aperta. Complice di questa esplosione a due ruote è anche il “bonus mobilità” lanciato dal governo, che rimborsa il 60 per cento

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N.39, LUGLIO - AGOSTO 2020

del prezzo di acquisto di biciclette, nuove o usate, a pedalata assistita e di veicoli della micro-mobilità elettrica, come monopattini, hoverboard (monopattino elettrico autobilanciato) e segway, fino a un massimo di 500 euro e per un finanziamento totale di 120 milioni destinato a chi abita in città con oltre 50mila abitanti.

I rivenditori di biciclette, tutti i tipi di biciclette, a Milano come a Roma, sono stati presi d’assalto: «Le vendite sono raddoppiate, non abbiamo mai registrato prima un tale boom», racconta Detto Pietro, titolare di uno storico negozio artigianale milanese aperto nel 1895. La domanda è superiore all’offerta, i produttori – in Italia il settore conta 250 aziende per un fatturato di 1,35 miliardi e ha il primato dell’export in Europa — non riescono a far fronte alla richiesta di mercato.

Per far posto al nuovo esercito di ciclisti le città pianificano la costruzione e l’allungamento delle piste ciclabili. Il Comune di Milano promette 35 nuovi chilometri entro l’anno, anche semplicemente tracciando una riga gialla sull’asfalto per sottrarre spazio alle auto. «Lavoriamo per allargare l’offerta di mobilità alternativa ai cittadini», spiega Marco Granelli, assessore alla Mobilità e ai Lavori pubblici del capoluogo lombardo, dove inoltre è stata raddoppiata la disponibilità delle biciclette condivise, dalle attuali 8mila a 16mila, e triplicata l’offerta di monopattini condivisi, da 2.250 a 6mila.

Proprio i monopattini elettrici sono venuti prepotentemente alla ribalta come protagonisti della mobilità del dopo-coronavirus. Approfittando della recente legge che ne regolamenta l’uso, è sempre più frequente vederli sfrecciare lungo le strade, le ciclabili (dove ci sono) e i marciapiedi delle grandi aree

MONOPATTINO ELETTRICO E PEDONI A VIA DEI FORI IMPERIALI A ROMA

metropolitane, anche per la consegna delle pizze e del cibo a casa, con sprezzo del traffico e spesso del Codice della strada. Se al momento a Roma sono tutti di proprietà, presto arriveranno quelli a noleggio in condivisione: il Comune ha bandito una gara per 16mila mezzi. «Stanno arrivando richieste da molte città, da Firenze e Bologna, fino a Bari», annuncia Salvatore Palella, fondatore e Ceo di Helbiz, primo operatore italiano ed europeo di monopattini elettrici a noleggio, società con sede a New York che presto si quoterà al Nasdaq e all’Aim di Borsa Milano.

Sul fronte opposto, le aziende del trasporto pubblico locale stimano perdite per 1,5 miliardi di euro nel 2020, mentre Trenitalia, l’operatore statale che gestisce il trasporto su ferrovia, arriva a 2 miliardi: sono loro i veri perdenti, gli sconfitti dal coronavirus, con cadute vertiginose dei passeggeri nell’ordine del 60-70 per cento. Prima di tutto per l’obbligo di mantenere un metro di distanza, ma poi anche perché gli italiani non si fidano, temono di contagiarsi e quindi preferiscono tornare alla “sicura” auto, con quali conseguenze per la congestione urbana da traffico e l’inquinamento atmosferico è facile immaginare. n

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