ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Economia Circolare: le imprese che hanno risposto al sondaggio sono pronte al cambiamento 34,6%
utilizza fonti di energia rinnovabili
23%
utilizza materie prime riciclate
60%
progetta i prodotti in modo sostenibile
42%
rivende gli scarti di produzione
38,5%
riutilizza gli scarti di produzione
84,6%
smaltisce gli scarti di produzione
40%
ha già investito in processi produttivi sostenibili
60%
è disposto a investire in processi produttivi sostenibili
7,7%
è in possesso di una certificazione ambientale
8 Imprese & Territorio
n° 04 - 2020
Ecologia, investimenti e scarti di produzione: i risultati al nostro questionario
N
ello scorso numero di Imprese & Territorio vi abbiamo presentato l’indagine realizzata per capire il posizionamento delle imprese in materia di economia circolare, questo per poter progettare formazione e servizi adeguati e per far sì che le aziende continuino ad essere competitive nel panorama internazionale.
La gestione degli scarti di produzione è molto diversificata: un 42% rivende i propri scarti, il 38,5% li riutilizza, mentre l’84,6% li smaltisce secondo la normativa vigente. Resta quindi ancora molto da fare rispetto alla gestione degli scarti, è evidente che la cultura del riciclo o della vendita degli scarti non sia ancora molto diffusa.
Il 34,6% delle imprese rispondenti utilizza fonti di energia rinnovabile, cioè fotovoltaica, eolica, solare e geotermica. Appena il 23% utilizza materie prime riciclate (le cosiddette materie prime seconde), tra queste troviamo aziende appartenenti ai comparti della meccanica, dell’alimentazione e della moda.
Quasi il 40% ha detto di aver già fatto degli investimenti per rendere il proprio processo produttivo più sostenibile, e ben il 60% è disposto a investire in tal senso nei prossimi 5 anni.
Quasi il 60% degli intervistati progetta i propri prodotti affinché possano essere riparati, riutilizzati, rigenerati e/o riciclati.
Solamente il 7,7% dei rispondenti ha dichiarato di essere in possesso di una certificazione ambientale (ad esempio l’ISO14001 o il biologico per il settore alimentare), quindi anche da questo punto di vista c’è molto da lavorare.