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iXOOST

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TRATTORIA MYALE

TRATTORIA MYALE

GIOVANNI PANINI

Per un appassionato di automobilismo i collettori di scarico di un motore da Formula 1 hanno lo stesso effetto di una preziosa scultura per un collezionista d’arte. Dall’intreccio metallico di questi tubi erompe l’urlo di soluzioni ingegneristiche estreme e da qualche anno, grazie all’estro artigianale di Giovanni e Matteo Panini, il suono cristallino degli impianti Hi-Fi iXOOST. «L’azienda è nata a Modena nel 2012 – racconta Giovanni – grazie ad un’intuizione di Matteo. All’inizio era un impegno marginale poi dal 2014, visti i buoni risultati, abbiamo deciso di dedicarci più tempo e da allora non ci siamo mai fermati». Il mercato non impiega molto a premiare la brillante intuizione dei due cugini Panini. «Il primo impianto audio realizzato da iXOOST si chiama OTTO, proprio perché deriva dai V8 di Formula 1 che acquistiamo alle aste o sui siti delle varie scuderie. Per questo ogni impianto realizzato è un pezzo unico di cui il cliente può personalizzare a piacimento e su richiesta il colore degli speakers e ogni finitura». A OTTO seguono XiLO e il magnifico Radial6, disegnato dal grande designer aeronautico Mirco Pecorari e ispirato ai motori stellari degli anni ’50. «È l’impianto tecnicamente più complesso da realizzare perché richiede una grande quantità di alluminio, tutto rigorosamente lavorato dal pieno». Complessità, design, soluzioni che bussano al cuore degli appassionati. Grazie alle capacità dei cugini Panini e alla rete di fornitori con cui collaborano (gli stessi che lavorano per i principali brand della Motor Valley), la piccola impresa si fa notare dal mondo del Motorsport e nel 2015 arriva la prima collaborazione importante. «Quell’anno abbiamo ottenuto la licenza ufficiale Automobili Lamborghini con cui abbiamo sviluppato due modelli che si ispirano alla Aventandor e alla Huracán Performante. Gli scarichi che impieghiamo per questi due impianti vengono direttamente da Sant’Agata Bolognese». Non solo Lamborghini anche Pirelli, Abarth e Suomy bussano alla porta di iXOOST. «È molto difficile rimanere con i piedi per terra quando aziende come queste ti scelgono come partner. È una soddisfazione indescrivibile poter lavorare con queste realtà». Oggi la quasi totalità del fatturato dell’impresa è extra UE, segno inconfutabile del prestigio di cui gode il made in Italy nel mondo. Cina, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Singapore, Emirati Arabi Uniti, USA, Turchia, Australia, Messico. IXOOST ha venduto almeno un impianto in 46 paesi del globo. «Alla pandemia ha corrisposto una flessione nelle vendite – conclude Giovanni – ma grazie all’allentamento delle restrizioni e alla riapertura dei nostri rivenditori in giro per il mondo, oggi siamo ottimisti. Cosa mi aspetto dal domani? Far suonare molti altri brand».

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