Il Bassano - Marzo 2023

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I frati del Margnan lasciano Bassano dopo cinque secoli

Siamo agli sgoccioli

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Agli inizi della primavera già si parla di fiumi e laghi vuoti, canali in secca, campi assetati e acqua da razionare. Ma anche di processi di desalinizzazione dell’acqua marina, come si fa tra le sabbie del Qatar, o del ricorso alle soluzioni israeliane per ricacciare indietro il deserto. Stiamo esagerando? Speriamo, ma intanto dobbiamo fare i conti con quello che non abbiamo: la pioggia dal cielo e l’acqua dove servirebbe.

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A nulla sono serviti gli appelli di volontari, politici, istituzioni, categorie e di personaggi come Coelho o e Alesi, il campione Biasion, gli attori Girone ed Esposito CASTELLO DEGLI EZZELLINI Riaperto al pubblico il camminamento medievale 5 POLO ITS ACADEMY Alta formazione: plauso di amministratori e categorie economiche 8 AMBIENTE Il presidente Frasson: “Energie rinnovabili la grande sfida di Etra” 12 MAROSTICA SUMMER FESTIVAL Il 2 luglio unica data italiana degli Hollywood Vampire 24 CULTURA Parco Ragazzi del ’99: Modà in concerto 23 HOCKEY SU PISTA Mattia Baggio, “ragazzo di casa” mattatore nella sua città 26 del giornale L’INFORMAZIONE LOCALE MARZO 2023
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NOI SIAMO verde

ANTENORE verde

Facciamo il punto

Castello degli Ezzelini: riapre il camminamento

Siamo agli sgoccioli

Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<

Con l’arrivo della bella stagione Bassano ha riaperto al pubblico il camminamento del Castello degli Ezzelini e l’annesso corpo di guardia. È uno degli angoli più suggestivi della città medievale, dove si costeggiano le mura che almeno dal 1150 proteggevano la Chiesa di Santa Maria Assunta e i bassanesi in caso di pericolo. Costruite in ciottoli del Brenta e mattoni, le mura erano organizzate con una cortina esterna e una interna; quest’ultima dotata di torri di avvistamento, cammino di ronda e merli con feritoie utili a difendere gli arcieri che proteggevano il castello. Oggi il camminamento termina con uno dei punti panoramici più belli della città che guarda il fiume Brenta e il ponte di Palladio dall’alto.

Il percorso è aperto nei giorni di sabato, domenica e festivi fino al prossimo mese di ottobre, dalle 1 0 alle 19 (giugno, luglio e agosto dalle 11 alle 20). Ma è possibile prenotare aperture straordinarie per gruppi, scolaresche e chiunque voglia godere della pace e della bellezza di questo antico luogo. Poiché il Castello degli Ezzelini è uno dei più importanti siti storici e simbolici locali, l’amministrazione comunale e l’associazione Aps MAReA promuovono, oltre all’apertura, momenti di approfondimento sulle origini della città e della sua fortezza con visite guidate alla Bassano medievale che si svolgono la prima e terza domenica di ogni mese. Il percorso parte dalla Torre civica di piazza Garibaldi, raggiunge il Castello, si allunga fino al Ponte degli Alpini, quindi le principali piazze, Porta Dieda con ritorno alla Torre civica. Oltre a queste visite gli operatori di MAReA sono a disposizione per informazioni, chiarimenti e raccontare la storia di questo sito all’interno del corpo di guardia. Info e prenotazioni: 371 1122121; didatticamuseo@ comune.bassano.vi.it . (r.f.)

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È un periodico formato da 23 edizioni locali mensilmente recapitato a 506.187 famiglie del Veneto.

Questa edizione raggiunge la città di Bassano del Grappa per un numero complessivo di 18.000 copie. Iscrizione al Tribunale di Vicenza n. 10/2021 dell’11/11/2021; numero iscrizione ROC 32199

Già nel 2022 abbiamo affrontato la siccità e la cronica mancanza d’acqua, ma quest’anno, prevedono gli esperti, potrebbe anche essere peggio. Così a metà marzo arriva l’ordinanza regionale per cercare di fare economia di acqua, risorsa sempre più rara e preziosa. Eppure non dovrebbe essere così: il Veneto è attraversato da fiumi importanti, ha una catena montuosa ben sviluppata, una pianura fertile, nonostante l’avanzata del cemento. E poi ha sempre avuto a che fare con l’acqua, sia quando è troppa che quando è troppo poca. Ma adesso siamo davvero agli sgoccioli e non si può continuare a sospirare “chissà che piova, prima o poi”. Perché di pioggia se ne vede sempre meno, salvo quando cade tutta insieme nell’arco di poche ore, spazzando via quel che trova e lasciandosi dietro altri danni ed emergenze. Ecco allora che si studiano provvedimenti per limitare l’uso dell’acqua, si riduce la portata di scoli secondari, si chiede ai cittadini di non annaffiare il giardino, come già è successo l’estate scorsa, poi si chiudono le fontane e si invita le famiglie ad usare con parsimonia la doccia. Ma tutto questo non basta, perché è solamente la punta dell’iceberg di un fenomeno che possiamo annoverare tra le conseguenze del cambiamento climatico che stiamo vivendo in questo inizio di millennio. Così scopriamo quanto è preziosa l’acqua e quanto non possiamo farne a meno, anche se a scriverlo sembra una banalità. Ed è inutile far finta di nulla o pensare che tutto prima o poi si aggiusti. Se c’è meno acqua è evidente che bisogna ridurre i consumi e usare al meglio quella che c’è. Bisogna anche pensare a come recuperare e conservare questa risorsa preziosa. In questo il Veneto è ancora indietro, perché secondo gli esperti riesce a trattenere appena il 5% dell’acqua piovana conto l’11% della media nazionale. Ecco allora un primo passo: avanti con gli invasi e le “banche dell’acqua”, utili per fare scorta ma anche per convogliare l’acqua in eccesso in caso di piene improvvise. Le idee non mancano, i progetti nemmeno, servono volontà di fare e risorse da impegnare.

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Le reazioni. La notizia accolta in tutto il territorio bassanese con grande stupore e molta amarezza

Anche il sindaco Elena Pavan scende in campo: “È un triste epilogo”

Dopo cinque secoli di presenza e operatività, i frati del convento di San Sebastiano lasciano Bassano. Non c’è ancora una data precisa per il commiato, ma la decisione è stata presa. Così si è infatti espresso il “Capitolo”, l’assemblea che riunisce i cappuccini del Triveneto. Quella bassanese è una delle sedi da chiudere e i religiosi che attualmente vi risiedono saranno trasferiti altrove, compreso il superiore, fra’ Lanfranco Dalla Rizza.

La notizia è stata accolta in città e in tutto il territorio con grande stupore e molta amarezza. Il convento è considerato dalla popolazione un punto di riferimento spirituale, di ascolto, di carità e di assistenza. Dopo le prime avvisaglie sulla possibile chiusura, lo scorso gennaio, si è subito costituito un comitato spontaneo di cittadini per chiederne il mantenimento. Un gruppo pronto a sostenerlo su tutti i fronti, compreso quello economico.

A nulla però è valsa la grande mobilitazione che ne è seguita complice l’impegno dell’assessore regionale Elena Donazzan e di Sandro Venzo, presidente del Raggruppamento di Bassano di Confartigianato. Con l’obiettivo di salvare la storica sede dei cappuccini è stata avviata una raccolta firme, on line e su carta, che in poche settimane è stata sottoscritta da oltre ottomila persone e si è costituita una cordata di imprenditori per contribuire alle spese della struttura. Inascoltati anche i numerosi appelli di esponenti internazionali del mondo della cultura (lo scrittore Paolo Coelho), dello sport

(l’ex pilota di Formula 1 Jean Alesi e il campione di rally Miki Biasion) e poi gli attori Remo Girone e Salvatore Esposito, tutti schieratisi pubblicamente a favore del mantenimento dei frati in Margnan, nel ricordo dell’amico scomparso di recente, l’imprenditore Gianfranco Aquila dell’azienda che produce le famose penne Montagrappa.

Le motivazioni che hanno spinto il “Capitolo” a decidere per il trasferimento sono da ricondurre alla carenza di religiosi, la cui età media si sta innalzando, e alla crisi di vocazioni che, unitamen-

te alle difficoltà di gestire tutte le sedi presenti nel Triveneto, ha reso necessaria una riflessione e una riorganizzazione interna all’ordine della Provincia che ha competenza nel territorio.

Per il Bassanese, però, il complesso conventuale di San Sebastiano è un punto fermo. Ogni giorno la struttura, con discrezione, garantisce un pasto al tavolo a circa 80 persone indigenti, distribuisce viveri, vestiario e beni di prima necessità alle persone che bussano alla porta chiedendo un aiuto. Altrettanto fanno i benefattori che donano, nella certezza che tutto andrà a buon fine essendo stato consegnato ai cappuccini. Ed è così da molti decenni.

C’è insomma un mondo di affetto, di umanità, sensibilità e generosità che ruota attorno alla comunità religiosa del Margnan. Per questo motivo, il comitato di volontari non intende arrendersi al verdetto del “Capitolo”. Tenterà di rivolgersi anche alle alte sfere del Vaticano pur di salvare

il convento. “Nonostante la delusione per questa doccia fredda, non lasceremo nulla di intentato, nel rispetto di tutti – hanno spiegato Elena Donazzan e Sandro Venzo – ce lo chiedono i fedeli, i cittadini, le associazioni. Proveremo a contattare il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Sta-

to Vaticano, originario di Schiavon”.

Ad unirsi a loro in un estremo tentativo c’è anche il sindaco Elena Pavan: “Non mi aspettavo questo triste epilogo – ha commentato - Senza i cappuccini Bassano non sarà più la stessa”. (r.f.)

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Il comitato di volontari non intende arrendersi e tenterà di rivolgersi alle alte sfere del Vaticano

Istruzione.

Ai tre Istituti tecnici superiori del territorio Bassano-Asiago se ne aggiungono ora altri due

A Bassano un Polo Its Academy di alta formazione tecnologica

Un nuovo polo per l’alta formazione tecnologica post diploma nasce nel territorio bassanese. Ai tre corsi Its (Istituto Tecnico Superiore) Academy Veneto già attivi, dal biennio 20232025 se ne aggiungeranno altri due, contribuendo a strutturare e ad ampliare l’offerta formativa. Da tempo le aziende locali con le categorie economiche produttive chiedevano l’organizzazione di questi percorsi di specializzazione che formano figure professionali qualificate molto ricercate. Tutti i percorsi sono rivolti a studenti e studentesse con diploma quinquennale (Istituti tecnici, professionali, licei); e realizzati sotto l’egida del ministero dell’Istruzione, cofinanziati con il programma FSE+ Coesione Italia 2127 Veneto.

Di fatto nel territorio scolastico di Bassano-Asiago sono già presenti tre Its, che si svolgono all’interno di altrettanti istituti superiori. Al

Parolini c’è quello agroalimentare deputato alla formazione di esperti che operano all’interno delle filiere di produzione, trasformazione e commercializzazione del comparto agro-montano e agro-industriale, attraverso l’adozione di buone pratiche definite per le produzioni sostenibili e biologiche e per la valorizzazione, e la promozione dei prodotti tipici del territorio montano e pedemontano, in relazione anche al turismo sostenibile. C’è poi l’Its

Cosmo Fashion Academy per figure professionali altamente specializzate nella creazione, progettazione e realizzazione di abbigliamento active e tecnico con particolare focus a tutti i processi di realizzazione del prodotto, dalla fase ideativa a quella della promozione, tramite strategie di marketing innovative. Ad Asiago funziona quello dedicato al turismo di montagna con l’obiettivo di formare esperti nella gestione dell’accoglienza e delle imprese

turistiche tramite l’utilizzo di sistemi innovativi e nuove tecnologie, valorizzando il territorio e rendendo competitive le località.

A questi tre, dal prossimo autunno si aggiungeranno due nuove percorsi tarati sempre sulle necessità evidenziate dalle aziende locali, come annunciato dal Giorgio Spanevello, Coordinatore

Rete ITS Academy Veneto, Giorgio Spanevello: “Debutteranno

l’Its Academy meccatronico veneto, per la formazione di tecni-

ci superiori per l’automazione e sistemi meccatronici, un profilo che risponde alla richiesta trasversale delle aziende impegnate ad affrontare le sfide di Industry 4.0 – ha spiegato – e quello per l’esperto in produzioni di articoli tecnici in elastomeri e termoplastici, nuova figura fortemente richiesta dalle imprese locali del settore materie plastiche”. “Inizialmente, la didattica teorica e di laboratorio si svolgerà negli spazi delle scuole superiori, ma ci stiamo muovendo per avere una sede”, ha aggiunto il coordinatore. Nel frattempo, il nuovo polo per la formazione di alto valore tecnologico sarà presentato agli studenti e alle studentesse delle classi quinte delle scuole secondarie superiori del Bassanese con incontri mirati. A questi si aggiunge il ricco programma di open days, virtuali e in presenza, organizzati dalle singole Academy fino a luglio prossimo. (r.f.)

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La
città che cambia

Formazione. A un anno dal diploma in Its Academy Veneto l’occupabilità arriva al 98-100 per cento

Amministratori e categorie economiche plaudono alla nuova realtà formativa

“Il sistema Its nasce per risolvere i problemi del fabbisogno di tecnici specializzati nelle aziende del territorio e lo fa in tempi brevi” sottolinea

Cristiano Perale, presidente della rete Its Academy Veneto

Secondo i dati, ad un anno dal diploma conseguito all’Its Academy Veneto l’occupabilità arriva al 98-100 per cento. Nell’ultimo biennio gli Its veneti hanno diplomato oltre 1500 ragazzi, ma l’ambizione è di raddoppiarne il numero. Lo chiede soprattutto il tessuto produttivo locale. Non a caso, l’offerta formativa dei progetti è caratterizzata da un apprendimento teorico e pratico svolto tra aula e laboratorio, con docenti provenienti prevalentemente dal mondo del lavoro, e poi direttamente in azienda con stage e tirocini formativi.

“Nel Bassanese il fabbisogno delle aziende è altissimo e quindi c’è spazio per aumentare i percorsi”, ha dichiarato l’assessore regionale alla Formazione, Elena Donazzan. “Il sistema Its nasce per risolvere i problemi del fabbisogno di tecnici specializzati per le aziende del territorio e lo fa in tempi brevi – ha fatto sapere Cristiano Perale, presidente della rete Its Academy Veneto - Abbiamo quindi grandi margini di crescita. Ma abbiamo anche la necessità di avere poli di riferimento con una precisa identità fisica, e i fondi per creare un’eccellenza formativa non mancano. Dall’altro stiamo lavorando sul campo della comunicazione affinché si diffonda la conoscenza degli Its tra i giovani”.

L’avvio del polo formativo di eccellenza a Bassano è stata salutata con entusiasmo dal mondo economico territoriale. “Dev’essere un punto di partenza per tutta la Provincia, una sorta di progetto d’avanguardia cui farne seguire altri nel Vicentino - ha osserva-

to Lara Bison, vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega al Capitale umano – Realtà capaci di riflettere il tessuto imprenditoriale dell’area in cui sorgono, che siano in grado di fare economie di scala e proporre un’offerta formativa completa e organica di modo che il totale sia superiore alla somma dei singoli istituti. I poli Its dovrebbero funzionare come un’università in cui coesistono e collaborano diversi dipartimenti”.

Per Lorena Piazza, presidente del mandamento di Bassano di Apindustria Confimi Vicenza, “c’è bisogno di figure preparate, oggi difficili da reperire”. “Progetti come questo vanno nella direzione di creare cultura e interesse per lo sviluppo delle competenze tra i giovani – ha aggiunto - Scegliere un percorso di studi specialistico ha una valenza motivazionale.

Anche per questo ci dev’essere un rapporto più stretto tra il mondo della scuola e quello delle imprese e i corsi Its rappresentano una magnifica opportunità per approfondire e specializzare le competenze”.

Soddisfazione è stata espressa anche da Riccardo Barbato, delegato di Confartigianato Imprese Vicenza all’Orientamento e ai rapporti con la scuola “Se, come recenti indagini dimostrano, il senso del lavoro per i giovani è cambiato – ha evidenziato - e che in cima alle loro priorità ci sono la voglia di crescere, di acquisire nuove competenze, di essere inseriti in un ambiente di lavoro stimolante e che permetta relazioni, sicuramente la piccola impresa è

l’ambiente ideale contrariamente alle narrazioni che di queste realtà spesso si fanno”.

“L’esperienza con i diplomati Its è sempre molto positiva; questi tecnici sono una componente importante per le nostre aziende perché portano freschezza e innovazione, elementi fondamentali per continuare ad essere competitivi – è il pensiero di Cinzia Fabris, presidente Cna Veneto Ovest- I percorsi ITS rappresentano per i giovani di oggi una strada professionale di grande soddisfazione.

“Di Its si parlava da tempo a Bassano: un polo studentesco come il nostro, con migliaia di studenti, ne avvertiva la mancanza – ha affermato il sindaco Elena Pavan

- Finora però tutte le esigenze della scuola e del lavoro non erano coordinate tra di loro. Abbiamo chiesto ai vari soggetti di mettersi intorno ad un tavolo e di parlarne.

Ci siamo incontrati a novembre e oggi siamo pronti a lanciare questo progetto innovativo, a dimostrazione quanto forte e determinata sia stata la volontà tutti”.

Mirella Nappa, vicedirettrice generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto individua lo sviluppo degli Its come un obiettivo da perseguire in linea con il Pnrr, in quanto livello di istruzione fondamentale. Anche la Provincia vuole fare la sua parte. “Nella selezione degli investimenti la Provincia va incontro alle esigenze del tessuto produttivo territoriale – ha affermato il consigliere provinciale Davide Berton - Siamo quindi alla ricerca di spazi da dedicare anche agli ITS in vista del loro sviluppo. (r.f.)

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Quartieri

Gener@zioni

Solidali. Progetto del Comune in collaborazione con “Anni d’Argento” e i Comitati rionali

Volontari cercansi nei rioni per aiutare le persone fragili e in difficoltà

Su 22 quartieri in cui è suddiviso il territorio di Bassano, 17 hanno risposto all’appello impegnandosi a rilevare e a segnalare le situazioni di fragilità dei residenti dando una prima risposta

Volontari cercansi nei quartieri per aiutare le persone in difficoltà, con l’obiettivo di attivare una rete solidale. Lo prevede il progetto “Gener@ zioni Solidali” che il Comune ha attivato in collaborazione con l’associazione Anni d’Argento e i comitati rionali.

Su 22 quartieri in cui è suddiviso il territorio di Bassano, 1 7 hanno risposto all’appello impegnandosi a rilevare e a segnalare le situazioni di fragilità dei residenti dando una prima risposta. Condizioni che possono riguardare un anziano solo con problemi di spostamento, come fare la spesa, recarsi in farmacia, o che necessità di compagnia, di scambiare qualche parola; oppure le famiglie con un disabile, o quelle alle prese con la gestione dei figli, con i compiti per casa da svolgere. Ma c’è anche bisogno di volontari per le piccole manutenzioni di spazi pubblici (parchi, giardini, impianti sportivi), per insegnare agli anziani l’uso di base di un computer, di uno smartphone.

Sono quindi aiuti nelle piccole incombenze quotidiane quelle che vengono richieste a chi vuole mettersi in gioco. “Prima di prendere servizio crediamo sia utile offrire agli aspiranti volontari gli strumenti utili per affrontare le tante sfide – ha sottolineato l’assessore al Sociale e Famiglia, Mavì Zanata – In generale, l’iniziativa è anche un modo per sviluppare e rafforzare la partecipazione attiva dei cittadini che vivono nei quartieri”.

Di esempi ce ne sono già diversi, ma si tratta di iniziative spontanee, nate sulla spinta della sensibilità e generosità dei singoli, che però hanno contribuito a migliorare la qualità della vita di molte persone. Una su tutte è quella portata avanti da “Quartieri solidali”, nata a fronte di un bisogno, la formula si è poi

estesa.

Per info, generazionisolidali@ comune.bassano.vi.it o al 331 7514096, il lunedì e giovedì dalle 17 alle 20, il mercoledì e il sabato dalle 9 alle 13. (r.f.)

Un kit per i nuovi nati

Un kit di benvenuto dell’amministrazione a tutti nuovi nati nel corso dell’anno. Un piccolo gesto simbolico con il quale il Comune vuole testimoniare la vicinanza ai genitori e allo sviluppo dell’infanzia.

“È un modo per essere accanto alle famiglie bassanesi – sottolinea l’assessore al Sociale, Mavì Zanata – che, nonostante le concrete difficoltà attuali dovute ai problemi economici e ai mutamenti sociali, decidono di investire nel futuro. Grazie alla collaborazione di alcune aziende del territorio e di associazioni, quest’anno si arricchisce la dotazione di omaggi per i nuovi nati”.

Per tutto il 2023 i genitori residenti a Bassano che si recheranno allo stato civile per registrare la nascita del proprio figlio, riceveranno un invito con le indicazioni per recarsi al Centro per le relazioni e le famiglie di viale Asiago, o negli uffici dei Servizi sociali di via Jacopo Da Ponte, e ritirare il kit di benvenuto contenuto in un colorato e simpatico sacchettino multiuso realizzato dai volontari dell’associazione “Il filo che unisce”.

L’omaggio consiste in una brochure di informazioni inerenti su servizi e iniziative per la prima infanzia e le famiglie presenti nel territorio; 1 buono di 50 euro, offerto da FarmaBassano e 4 buoni da 25 euro cadauno, offerti dal Comune, tutti da spendere nella Farmacia Comunale di via Cà Baroncello per l’acquisto di prodotti per la crescita e il benessere del bambino e della mamma. Il buono darà diritto a un body per neonati e a una card di 20 euro, offerti da Campagnolo Spa da utilizzare nello Store Nucleo al centro commerciale Emisfero di Bassano, e a 3 monodosi di prodotti ecologici per il bucato offerti dall’azienda Verdevero di Romano d’Ezzelino. Le famiglie riceveranno la tessera associativa, gratuita per il 2023, dell’associazione “Essere mamme a Bassano” che garantisce una speciale scontistica nei negozi e professionisti convenzionati. (r.f.)

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L’intervista. Flavio Frasson è presidente di una delle multiutility a proprietà pubblica più grandi del Veneto

Etra Spa: innovazione e sviluppo al servizio del territorio

“La solidità e la visione dell’azienda ci permettono di fare rete con autorevolezza a livello regionale nei diversi network tra cui Rete Ambiente Veneto, di cui sono Presidente, e Viveracqua e Confservizi Veneto, dove Etra è nel Consiglio direttivo. È stato fatto un importante passo in avanti nel riunire insieme le varie aziende del settore che dialogano e si confrontano sul futuro sostenibile”

Settanta Comuni soci tra Padova, Treviso e Vicenza, oltre mille dipendenti, un bilancio da circa 175 milioni di euro di ricavi nel 2022 e investimenti per 75 milioni in nuove reti, servizi e adeguamento degli impianti.

Questa la fotografia di Etra Spa, una delle multiutility a totale proprietà pubblica più grandi del Veneto. La sua forza, sottolinea il presidente del Consiglio di gestione, Flavio Frasson, sta nell’essere ”globale” e “locale”, con una visione improntata alla crescita sostenibile che punta su innovazione e sviluppo economico e sociale a servizio del territorio. Un’area vasta anche a livello geografico che, attraverso i propri rappresentanti vale a dire Comuni e Consiglio di Bacino Brenta, ha affidato ad Etra compiti essenziali per le comunità: gestione del servizio idrico integrato e dei rifiuti. Presidente Frasson, Etra vanta conti in ordine, un piano di investimenti ingente, progetti lungimiranti. Quali le ricadute concrete di una buona salute economico-finanziaria?

«Un bilancio solido come quello chiuso a fine 2022 non può che produrre effetti positivi sui nostri soci, i Comuni, e prima ancora sugli utenti. La prima ricaduta è proprio sul territorio: il valore economico generato e distribuito è, infatti, del 75% sul territorio regionale e, di questo, il 45% è nelle province di Padova e Vicenza. Per il servizio idrico integrato in-

vestiamo 91 euro pro capite, un dato estremamente positivo se si confronta con la media italiana dei gestori, ferma a 50,8 euro secondo la statistica dell’ultimo Blue Book».

I cittadini, però, fanno i conti con il caro bollette. Come si traduce, nel concreto, l’attenzione per il territorio?

«L’efficienza e la politica virtuosa di bilancio hanno un altro grande pregio di cui sono orgoglioso: ci permettono di mantenere le bollette più basse del Veneto e tra le più basse in Italia. A dirlo non è Etra, ma le statistiche pubblicate sempre dal Blue Book e da Legambiente. Da queste comparazioni risulta che il costo medio annuo del Servizio Ambientale Integrato di Etra, infatti, è di 181 euro (per un’utenza domestica di 3 componenti con una superficie imponibile di 100 mq dati 2022) contro una media italiana di 318 euro (dati 2021), mentre il costo medio del Servizio Idrico è di 298 euro (per un consumo di 150 mc annui), contro una media italiana di 317 euro (dati 2021)».

Eppure puntualmente arrivano lamentele su tariffe e modalità di raccolta.

«Arrivano tutti i giorni, ma al destinatario sbagliato. L’osservazione mi dà l’opportunità di spiegare che non è Etra a decidere come fare il servizio o quanto farlo pagare. Noi ci occupiamo esclusivamente della gestione dei servizi.

Le scelte in materia di tariffazio-

ne e di modalità di raccolta vengono stabilite dal Bacino Brenta per l’idrico e per i rifiuti che sono i nostri Enti di regolazione di secondo livello, dopo Arera a livello nazionale. Etra, dunque, è il gestore del servizio, il nostro compito è quello di attuare politiche già decise dai sindaci all’interno di un bacino che, a livello geografico, corrisponde al territorio di competenza di Etra». Scelte di campo che continuano a dare risultati positivi non solo a livello locale.

«La solidità e la visione di Etra ci permettono di fare rete con autorevolezza a livello regionale nei diversi network tra cui Rete Ambiente Veneto (che serve 423 comuni del Veneto e raggruppa le sei maggiori aziende pubbliche del settore), di cui sono Presidente, e Viveracqua e Confservizi Veneto, dove Etra è nel Consiglio direttivo. È stato fatto un importante passo in avanti nel riunire insieme le varie aziende del settore che dialogano e si confrontano sul futuro sostenibile. Etra è, poi, impegnata in numerose collaborazioni a livello internazionale nel campo della migliore gestione e tutela dell’acqua e del ciclo dei rifiuti». Tanti i progetti in campo, altrettante le sfide. Quali le più importanti?

«Al primo posto metterei la sostenibilità energetica, una delle sfide che ci vede impegnati a più livelli e per svariate ragioni sotto gli occhi di tutti, a partire dai costi schizzati

alle stelle. Anche Etra ha dovuto farne i conti: nel 2019 i costi per l’energia ammontavano a 9 milioni euro, lo scorso anno siamo arrivati a 22 milioni. Vorremmo, invece, investire per essere a fianco dei Comuni nella realizzazione di comunità energetiche». Come state operando in questo settore?

«Abbiamo grandissimi spazi sui quali poter installare, ad esempio, impianti fotovoltaici, a cominciare dai nostri grandi “poli ambientali” di Asiago, Bassano del Grappa, Camposampiero e Rubano. L’autoproduzione di energia elettrica è una delle “armi” che abbiamo per contenere il costo delle bollette». Qualche mese fa è stato immesso il primo metro cubo di biometano da autotrazione.

«È un altro traguardo raggiunto. Il biometano, di alta qualità, è prodotto dal biogas dell’impianto di trattamento di rifiuti di Bassano del Grappa. Dal trattamento del rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata è possibile ottenere due prodotti molto utili: il compost e il biogas che, ulteriormente “purificato” è trasformato in biometano. Il vantaggio è quello di ottenere un combustibile per autotrazione, davvero ecologico e non di origine fossile come il gas naturale. Abbiamo un parco di 800 automezzi e alimentarli in maniera autonoma potrebbe ridurre i costi. Sempre sul fronte energia, Etra possiede, con altre società, Etra Energia, una parte-

Fai la doccia al posto del bagno, risparmi fino al 75% di acqua

Chiudi il rubinetto quando ti lavi i denti: 1 minuto di acqua corrente sono 20 litri sprecati

Non usare il wc per eliminare piccoli rifiuti meglio lo scarico differenziato risparmi il 10% di acqua

Mangia a Km0, ogni volta che il cibo viene importato, si importa anche l’acqua contenuta in esso

Spugna e secchio per lavare la tua macchina, risparmi più di 100 litri d’acqua

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cipata attraverso la quale forniamo ai cittadini gas ed elettricità. Mi piacerebbe riuscire a offrirli ai nostri cittadini a prezzi concorrenziali».

Presidente, qual è la sua visione di Etra per il futuro?

«Il sogno è che Etra continui a dare risposte al pubblico, al privato, ma anche alle aziende del territorio. Mi piacerebbe vedere Etra proiettata in una dimensione regionale con un ruolo centrale e strategico come quello che le spetta di diritto visti i risultati raggiunti e le risorse messe in campo. Stiamo lavorando a un cambio di passo: il superamento del sistema duale della governance e la scelta di diventare una società benefit vanno in tale direzione, secondo è un preciso impegno assunto nei confronti dei sindaci. Un salto di qualità che permetterà di dare risposte alle problematiche del territorio non più secondo una vision rigidamente o solamente aziendale, bensì finalmente allargata ad un orizzonte che dal territorio ne raccoglie le istanze restituendo quel valore economico, e insieme, sociale e culturale, che fa davvero grandi le comunità». (g.b.)

Usa la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico

Controlla e ripara il rubinetto o il water che gocciolano: una perdita può costare 5mila litri all’anno

Tieni in frigo l’acqua se la vuoi fresca, non la far scorrere dal rubinetto

Lava la frutta e la verdura in una bacinella e ricicla per le piante l’acqua utilizzata

Innaffia le piante la sera, dopo il tramonto l’acqua evapora lentamente

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Territorio
In foto Flavio Frasson

San Bassiano. Il sistema innovativo prevede la distribuzione a malati in trattamento cronico

Un distributore automatico di farmaci per i pazienti cronici

Nella struttura sanitaria dell’Ulss 7 Pedemontana è entrato in funzione il cosiddetto “armadio intelligente”. I farmaci potranno essere ritirati in autonomia, 24 ore su 24, senza attese e con la certezza di trovarli

All’ospedale San Bassiano è arrivato un sistema innovativo, automatico, di distribuzione dei farmaci prescritti ai pazienti esterni in trattamenti cronico. Li potranno ritirare in autonomia, 24 ore su 24, senza attese e con la certezza di trovarli. Nella struttura sanitaria dell’Ulss 7 Pedemontana è infatti entrato in funzione il cosiddetto “armadio intelligente”. Basato sulla tecnologia smart locker, è stato posizionato nell’atrio dell’ospedale, accanto alla portineria.

Dotato di scomparti refrigerati di varie dimensioni consente agli utenti che hanno difficoltà nel ritirare i farmaci negli orari

d’apertura della Farmacia del San Bassiano, di poterlo fare quando risulta loro più comodo, anche di sabato e di domenica, utilizzando il codice a barre personale ricevuto tramite e-mail oppure sms sul cellulare.

«La tecnologia degli smart locker è già di uso comune – ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 7, Carlo Bramezza

- ma la nostra è fra le primissime aziende socio-sanitarie ad utilizzarla per la distribuzione diretta dei farmaci in ospedale. Si tratta di una piccola-grande innovazione, che porterà dei benefici concreti sia per i pazienti, sia per l’azienda sul piano organizzativo. Il tutto con la

massima garanzia di sicurezza e di appropriatezza della terapia. Partiamo con l’ospedale di Bassano, ma se il progetto darà i risultati attesi, siamo pronti

a replicarlo anche in quelli di Santorso e di Asiago».

I vantaggi del nuovo sistema sono stati evidenziati anche da Elena Mosele, direttrice della

farmacia ospedaliera dell’Ulss 7. «I pazienti che ne possono beneficiare vengono preventivamente selezionati - ha aggiunto - sono quelli che hanno già un piano di cura ben definito, come quelli cronici, che necessitano di farmaci per lunghi periodi».

All’entrata in funzione dell’armadio intelligente era presente anche l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin. «Questo meccanismo rappresenta un ulteriore passo in avanti relativamente ad una tecnologia all’avanguardia e sempre più sofisticata che consente anche un maggior controllo della parte farmacologica – ha dichiarato – e di tenere monitorata la spesa farmaceutica. Anche l’utente finale ha benefici immediati: risparmiando tempo, migliorando la qualità della vita grazie ad una maggiore accessibilità, garantita 24 ore su 24». (r.f.)

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Qualità dell’aria. Il monitoraggio effettuato grazie al rilevatore posizionato nel vicino Comune di Cassola

Nel Bassanese una centralina mobile per rilevare l’inquinamento

L’inquinamento dell’aria si fa sentire anche nel Bassanese, ma fino a poco tempo fa non c’era una centralina per misurare direttamente sul territorio i livelli di Pm10 e delle altre particelle. La più vicina era quella di Schio, a circa 35 chilometri di distanza, i cui dati rilevati venivano associati a quelli del Bassanese.

A colmare questa lacuna ci ha pensato il Comune di Cassola che nel piazzale dell’ex caserma San Zeno (detta anche dei muli), ai confini con il territorio comunale bassanese, ha fatto posizionare una centralina mobile per il monitoraggio dell’aria. Il dispositivo è stato fornito dall’Arpav, che ha accolto la richiesta dell’Amministrazione comunale di avviare una campagna di misurazione specifica a livello locale.

«Il nostro Comune aderisce al Patto dei sindaci per la qualità dell’aria e da tempo stavano valutando delle proposte per effettuare dei controlli che potessero restituirci una fotografia quanto più possibile aderente alla nostra realtà – spiegano Aldo Maroso e Marco Giacobbo, rispettivamente sindaco e assessore all’Ecologia di Cassola - Attualmente, infatti, la centralina attrezzata per la rilevazione delle PM10 più vicina a noi in linea d’aria si trova a Schio».

Nei mesi scorsi, al fine di far partire al più presto i rilevamenti, la municipalità aveva preso in considerazione anche la possibilità di rivol-

gersi a ditte private. Ciò, tuttavia, non si è reso necessario visto che l’Arpav, a seguito della rinuncia da parte di un altro Comune, ha potuto mettere subito a disposizione di Cassola una delle sue stazioni mobili.

Il sito prescelto per ospitare la centralina è quello dell’ex Caserma di via Ca’ Baroncello. «Ci è sembrato il posto più adatto per diversi motivi– proseguono gli amministratori – E’ videosorvegliato ed è già fornito delle opportune prese elettriche e per posizione è rappresentativo della qualità media dell’aria nel nostro territorio».

Installato all’interno di un furgone attrezzato, il rilevatore stazionerà in quest’area fino al prossimo 4 luglio. In quest’arco di tempo ogni giorno il macchinario registrerà la presenza nell’aria di Pm10, ozono, ossido di azoto, anidride solforosa, monossido di carbonio e altri composti organici volatili, come ad esempio il benzene e la formaldei-

Nelle scorse settimane, dai rilievi effettuati, sono stati superati più volte i limiti di concentrazione delle polveri sottili nell’aria e in seguito ai quali i sindaci hanno dovuto emettere specifiche ordinanze con divieti

de. All’Amministrazione, su richiesta o in caso di superamento delle soglie d’allerta, verranno forniti report dettagliati delle misurazioni e al termine del monitoraggio i dati saranno elaborati e pubblicati sul sito istituzionale.

«L’obiettivo - chiude il primo cittadino - è ripetere annualmente questa operazione in maniera da disporre di dati il quanto più possibili aggiornati, sulla base dei quali promuovere, se necessario, le azioni più opportune per ridurre la concentrazione di particelle inquinanti e migliorare la qualità dell’aria». Nelle scorse settimane, dai rilievi effettuati anche nel Bassanese sono stati superati più volte i limiti di concentrazione delle polveri sottili nell’aria per i quali i sindaci hanno dovuto emettere delle specifiche ordinanze con divieti (come quello di circolazione degli automezzi le cui caratteristiche non rientrano nei parametri fissati) per non peggiorare la situazione. (r.f.)

In arrivo nuove borse di studio per l’anno scolastico 2021/2022

L’amministrazione comunale ha dato il via libera all’assegnazione di nuove borse di studio per i risultati conseguiti dagli studenti bassanesi nel corso dell’anno scolastico 2021/2022.

Con delibera di giunta sono stati individuati i criteri di assegnazione dei sostegni economici, basati su quattro categorie. Categoria A: agli studenti delle classi prima, seconda, terza e quarta delle scuole secondarie di secondo grado statali del Comune di Bassano del Grappa saranno assegnate 26 borse di studio del valore di 100 euro ciascuna; Categoria B: agli studenti delle classi prima, seconda, terza e quarta delle scuole secondarie di secondo grado statali o paritarie fuori Comune saranno assegnate 2 borse di

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studio del valore di 100 euro ciascuna; Categoria C: agli studenti che hanno concluso la classe terza della scuola secondaria di primo grado e superato l’esame di Stato con un punteggio di 10 o 10 e lode saranno

o 100 e lode saranno assegnate borse di studio del valore di 200 euro.

assegnate borse di studio del valore di 100 euro; Categoria D: agli studenti che hanno concluso la classe quinta della scuola secondaria di secondo grado e hanno conseguito la maturità con un punteggio di 100

Tutte le borse di studio saranno assegnate ai soli studenti residenti nel Comune di Bassano del Grappa almeno dal 1° settembre 2021. “È nostra ferma volontà continuare a promuovere il diritto allo studio, che deve sempre prescindere dal reddito delle famiglie – commenta l’assessore alla Pubblica Istruzione, Mariano Scotton – e a incentivare ragazze e ragazzi a conseguire, con l’impegno quotidiano, i migliori risultati nel loro percorso scolastico. La formazione resta un pilastro fondamentale per il nostro futuro, e il dovere di una pubblica amministrazione è di continuare a investire senza esitazioni per la crescita delle nuove generazioni”.

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Ambiente
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I personaggi. Marito e moglie di Monticello Conte Otto hanno realizzato due costumi particolari nel recente carnevale

Vestiti da Palladio incantano a Venezia

Paolo Di Prima e Cristina Sartori, impiegati nella vita professionale, coltivano da sedici anni questa passione per i costumi. Ogni anno ne presentano due. Hanno vinto anche un concorso con 1200 partecipanti ad Abano. Hanno in mente un museo per le loro creazioni. Si sono conosciuti alla compagnia teatrale “Astichello” di Aldo Zordan perché entrambi sono anche attori

Hanno riscosso un grande successo al carnevale di Venezia con le loro maschere che rapprentavano Palladio con tanto di modelli di ville venete e vestiti con rappresentate le ville palladiane vicentine. Sono stati fermati da studenti (“io quella villa la conosco”) e da stranieri. Protagonisti sono marito e moglie di Monticello Conte Otto, Paolo Di Prima, 53 anni e Cristina Sartori, 55 anni. La loro è una storia di attori prima che di costumisti. Si conoscono al teatro Zuccato di Polegge nel 1994, con il regista Aldo Zordan che aveva appena dato vita alla compagnia “Astichello”. Nel 1994 recitavano nella commedia “Quando al paese mezogiorno sona” di Eugenio Ferdinando Palmieri, e non si lasciano più. Per Cristina e Paolo i costumi diventano molto presto un pretesto per poter evadere, anche se per un solo giorno all’anno, dalla routine quotidiana. Una passione in comune in grado di legarli non solo nell’indossarli, ma di appassionarli soprattutto nella sfida di realizzarli. Oggi Cristina ha lasciato le scene al contrario di Paolo che invece recita ancora. Hanno due figlie adolescenti, Sofia e Chiara, che, come ogni teenager che si rispetti, un po’ si vergognano dei loro genitori mascherati.

Chi è la mente?

“Generalmente io (Cristina) lancio l’idea, poi però è un vero lavoro di squadra. Dalla progettazione alla realizzazione”.

Siete costumisti professionisti?

“N o, siamo entrambi impiegati. Realizziamo i costumi nel tempo libero cercando di conciliare la nostra passione con le nostre vite”.

Q uanto tempo impiegate a realizzare i costumi?

“D ipende. Se è molto rifinito, come i costumi del Palladio, circa un anno. Cominciamo a lavorare poco dopo la fine del carnevale”. E quanti ne avete realizzati fino ad ora?

“Difficile dirlo con precisione. Abbiamo cominciato nel 2007 con “Il Sole e la Luna”, e quasi ogni anno ne abbiamo realizzati due per ogni carnevale passando per temi

come i pavoni o i vini del Veneto. In più abbiamo partecipato ad alcuni concorsi con delle creazioni ad hoc”.

Concorsi?

“S i. Oltre al carnevale di Venezia abbiamo partecipato anche a

“Maschere alle Terme” di Abano. Un’edizione era incentrata sui cappelli. Tra 1200 in concorso, io sono stata selezionata tra i dodici vincitori per la realizzazione di un calendario”.

Quanto costano due vostri costumi?

“Precisiamo che non sono in vendita ma realizzarli costa di solito dai 400 ai 500 euro la coppia, considerando materiali e interventi di Sabrina Chilò. È la nostra sarta di fiducia: alcuni procedimenti richiedono una figura professionale”.

Se non li vendete il vostro armadio dev’essere un luogo curioso e affollato.

“Magari bastasse un armadio. Abbiamo dovuto traferire tutto nella cantina del papà di Paolo. E comunque non ci sono tutti. In alcuni casi abbiamo smontato i vestiti per realizzarne di nuovi. Con quello che costano, se si possono riutilizzare è meglio”.

Com’è nata l’ultima creazione?

“Ci siamo presentati come ambasciatori di Vicenza e del Palladio; abbiamo prodotto costumi dal taglio cinquecentesco con le foto delle ville palladiane stampate sui tessuti. Avevamo due aste di legno in mano alla cui sommità abbiamo installato due modellini. Uno de “la Rotonda”, realizzato da un nostro amico, Daniele Ferrando, simbolo del Palladio nel mondo, e l’altro di villa Valmarana Bressan, a Vigardolo, realizzato da Paolo e simbolo di… casa nostra”.

E per il prossimo carnevale?

“Q ualcosa bolle in pentola ma come sempre, fino al grande giorno resta tutto segreto. Possiamo dire che stiamo pensando di esporre i lavori collezionati fino ad ora vicino a casa nostra. E ho detto anche troppo”.

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Arte
Paolo Di Prima e Cristina Sartori travestiti da Palladio e ville palladiane e in una foto… in borghese

Cultura enogastronomica

I personaggi. I due fratelli Andrea e Lorenzo sono al timone della pasticceria di Zanè che ha innovato la produzione

Il “metodo Filippi” anche nelle colombe

Il motto: “Non aver paura della tecnologia, perché l’artigianalità l’hai nella testa”. Il rapporto con il fornitore Agrimontana che assicura i canditi di qualità. Il loro lievito madre fa data dal 1972. Venti gusti di panettoni e quindici quelli delle colombe

Luigi Bardini, che s’intende parecchio di pasticceria, perché sono cinquant’anni che l’azienda di famiglia sforna frutta candita di qualità, l’ha definito “il metodo Filippi”. Di questo metodo anche l’Agrimontana di Borgo San Dalmazzo nel Cuneese, l’azienda di cui Bardini è direttore generale e che ha oltre 25 milioni di fatturato, è una parte importante. Non solo perché fornisce uno degli ingredienti fondamentali per Filippi, i canditi appunto, ma perché ha accompagnato la crescita di una pasticceria alla quale prima Andrea e poi con il fratello Lorenzo hanno cambiato volto.

Ma che cos’è il “metodo Filippi”?

Vediamo di capire. Flashback. Erano vent’anni fa, o poco più, quando andava di moda il panettone senza canditi. Andrea Filippi neanche trentenne intuisce che il problema è di usare materie prime di qualità, non eliminare gli ingredienti. Come tutti i veri rivoluzionari, sa che ogni sentiero inizia con un passo perché la folla urlante che prende la Bastiglia finisce male. Sovente la ghigliottina le si ritorce contro.

Forte di un lievito madre curato dalla famiglia dal 1972, Andrea compie alcune scelte strategiche: prende la strada del panettone all’olio e cancella il burro. Punta sui profumi e non sugli aromi, come dire verità contro falsità. Comincia a utilizzare il miele e non lo sciroppo di zucchero. Poi si presenta a Bardini e gli chiede di acquistare 50 chili di canditi, giusto per un esperimento. Quell’esperimento ha avuto ottimi frutti, se oggi Filippi acquista da Agrimontana 400 quintali di canditi l’anno.

Quando Vittorio Pozzo ideò il “metodo” nel calcio, quasi cento anni fa, puntò su un gioco meno fisico e accademico, organizzando la squadra con una difesa robusta e attaccando di contropiede. Guarda caso è anche il “metodo” di casa Filippi: semplicità nella difesa del gusto lineare e qualità

nelle materie prime che attaccano il palato. Seguendo questo “metodo”, la pasticceria di Zané ha trovato il

successo, certo, ma ha anche arricchito la ricetta imprenditoriale con due corollari, di cui parleremo tra qualche riga. Prima è d’ob-

bligo citare i traguardi tagliati: 130mila colombe, prodotte in due mesi a febbraio e marzo, 800mila panettoni, sfornati tra agosto, settembre ma soprattutto ottobre e novembre. Sono una ventina i gusti dei panettoni e quindici quelli delle colombe. In tutto l’azienda lavora 7-8 mesi all’anno e per il tempo che resta si organizza, investe e ammoderna gli impianti. Che il suo “metodo” sia un successo lo dimostrano anche i numeri: oltre 10 milioni di fatturato nel 2021, che significano più trenta per cento rispetto al 2019. Il 2020 della pandemia lo cancelliamo. Si diceva dei due corollari. Il primo è non aver paura della tecnologia pur restando un’impresa sostanzialmente piccola: “L’artigianalità l’hai nella testa – spiega Andrea Filippi – Se la tecnologia è corretta, i processi e i risultati sono di migliore qualità di quelli ottenuti a mano”. Provate a confutarlo. Il secondo corollario riguarda l’applicazione della tecnologia. Prendiamo la cottura. Di fronte a chi cuoce la colomba 58 minuti, qualcuno perfino 55, a Zané arrivano a 75 minuti, con un forno riscaldato a 175 gradi. “Evitiamo l’eccesso di umidità, perché non è vero che morbido è uguale a umido”. Elementare, no?

Ci mettono attenzione, insomma. Così finiscono per essere innovativi in ogni dettaglio. E poi sorprendentemente tradizionali. Perché se c’è un “metodo Filippi” con due corollari, alla fine il teorema è definito da una risultante che, come Pitagora insegna, è sorprendente ma non inattesa: ogni colomba o panettone a Zanè è incartato a mano, perché… è tutta un’altra cosa. E i Filippi con questa meticolosità diventano unici. Che volete di più?

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I fratelli Filippi: a sinistra Andrea e a destra Lorenzo e di fianco la loro colomba, realizzata col “metodo Filippi”, una tradizione secolare della famiglia
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Eventi. il 22 giugno la tappa del tour che festeggia il ventennio di storia di una delle band più amate

I “Modà” in concerto con orchestra al Parco Ragazzi del ‘99

La band capitanata da Kekko Silvestre si esibirà con orchestra dal vivo nella cornice naturale di Parco Ragazzi del ’99.

Il concerto è organizzato da DuePunti Eventi in collaborazione con la Città di Bassano

C’ è anche Bassano del Grappa nel tour estivo dei Modà annunciato a poche settimane dalla presentazione del brano “Lasciami” all’ultima edizione del Festival della Canzone Italia, sul palco del Teatro Ariston di Sanremo. La band capitanata da Kekko Silvestre si esibirà con orchestra dal vivo il 22 giugno (alle 21.30) nella cornice naturale di Parco Ragazzi del ’99; il concerto è organizzato da DuePunti Eventi in collaborazione con la Città di Bassano. Appuntamento da non perdere, sempre al Parco Ragazzi del ‘99, il 26 luglio con il concerto della cantante vicentina Madame.

Il gruppo è tornato al Festival per la quarta volta in 20 anni di carriera dopo la partecipazione nella categoria giovani nel 2005 con “Riesci a innamorarmi”, il ritorno - questa volta nei big - nel 2011 accanto ad Emma Marrone con “Arriverà” (che regalò loro il secondo posto in classifica e la certificazione di 2 volte platino) e l’esibizione nel 2013 con “Se si potesse morire” che si piazzò al terzo posto in classifica e venne certificato platino.

LA CANZONE “LASCIAMI”

“Lasciami - racconta Kekko Silvestre - è la canzone più sincera che potessi scrivere. La depressione non la puoi raccontare a chi non la conosce, ma puoi comunque condividerla con chi come te la vive. Per questo ho preso coraggio e ho deciso di condividere quello che ho passato e che sto

passando. Credo che la depressione viva dentro ognuno di noi e non so quanto si possa superare definitivamente. Di sicuro ho capito che bisogna essere forti cercando di cambiare i punti vista. Ho paura? Si. Ma ho imparato che oltre le paure ci sono le cose più belle”. Il brano “Lasciami” è accompagnato da un video ( è visibile al link https://youtu.be/ EQavU_xpMrA <https://youtu. be/EQavU_xpMrA>) diretto da Matteo Alberti e Fabrizio De Matteis. É stato girato nell’incantevole cornice di Villa Ida Lampugnani Gajo nei dintorni di Milano. Nel video una lei ammaliante e ambigua, come la depressione, avvolge Kekko in uno stretto abbraccio, per poi accerchiarlo con un ballo oppressivo e oscuro.

Il ritorno sul palco del Teatro Ariston, il successivo tour nei teatri (praticamente sold out) e il tour

estivo con orchestra sono l’occasione per festeggiare i vent’anni di storia dei Modà (2003 – 2023) e i molti traguardi raggiunti da Francesco “Kekko” Silvestre (voce), Enrico Zapparoli (chitarra), Diego Arrigoni (chitarra), Stefano Forcella (basso) e Claudio Dirani (batteria). La band, infatti, ha ottenuto in carriera 1 disco di diamante, 9 dischi di Platino, 2 dischi d’oro, 15 singoli certificati platino e 6 certificati oro e a tutto questo si aggiunge poi un lungo elenco di palazzetti e stadi Sold out in tutta Italia. Ma non è tutto. Il 2023 segna anche il decimo anniversario della pubblicazione di “Gioia”, album certificato 5 volte platino che ha segnato un importante punto di svolta nella storia del gruppo. Le prevendite al concerto sono disponibili nel circuito Ticketone (on line e punti vendita). (r.f.)

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Musica. La grande apertura con l’unica data italiana degli Hollywood Vampires

Marostica Summer Festival: a luglio la nona edizione

Per le cinque serate la famosa piazza degli Scacchi si trasformerà in un’arena concerti per 4200 persone con posti a sedere, e fino a 7000 se in piedi

L a nona edizione del Marostica Summer Festival si aprirà il 2 luglio con una prima assoluta: l’unica data italiana degli Hollywood Vampires, la “best bar band in the world” formata dall’attore e musicista Johnny Depp con Alice Cooper, Joe Perry e Tommy Henriksen.

Lo spazio è sempre quello della suggestiva piazza Castello, nota anche come piazza degli Scacchi, che verrà trasformata in un’arena concerti che può ospitare fino a 4200 persone con posti a sedere che salgono a 7000 se in piedi. Anche quest’anno il cartellone, che potrebbe riservare ancora delle sorprese, è di massima caratura.

HOLLYWOOD VAMPIRES

Tornando al primo evento, sono stati quattro gli anni di assenza del supergruppo americano. L’autodefinita “miglior band da bar del mondo” - composta dai membri principali e dalle leggende del rock Alice Cooper, Johnny Depp, Joe Perry degli Aerosmith e il chitarrista Tommy Henriksentornerà a calcare un palcoscenico Italiano. Particolarmente attesa la presenza di Depp nella veste di scatenato musicista. Suoneranno un tributo sfrenato ai grandi eroi perduti della musica e al loro stesso materiale originale, pubblicato nel loro album in studio “Rise”. Non facendo mistero del loro amore per il rock’n’roll britannico classico, arricchiscono i loro set con brani di The Who, Led Zeppelin, David Bowie, Motörhead e altri. Si sono riuniti per la

prima volta per registrare nel 2015, unendo l’amore condiviso per le loro canzoni preferite e il desiderio di celebrare i loro “amici morti e ubriachi” suonando la musica degli eroi caduti. Prende il nome dal locale di Alice degli anni ’70 che includeva artisti del calibro di John Lennon, Keith Moon e Mickey Dolenz, esibizioni leggendarie seguirono in tutto il mondo. Con classici di artisti del calibro di The Doors, Love, AC/DC e altri, oltre ovviamente ai successi di Alice e Aerosmith.

SIMPLY RED

Il 3 luglio ecco i Simply Red. “Io e la band non vediamo l’ora di tornare in Europa la prossima estate per esibirci per tutti voi. Questo tour è tutto incentrato sul groove. Get on down!” ha dichiarato Mick Hucknall. Il pubblico potrà ascoltare tutti i loro classici più amati, tra cui “Stars”, “Holding Back The Years”, “Fairground” e “Money’s Too Tight To Mention”. Mick Hucknall è il cantautore e bandleader dei Simply Red sin dall’inizio nel 1985, accompagnato dal sassofonista di lunga data Ian Kirkham dal 1986. L’attuale formazione è la stessa dal 2003 e in questo nuovo tour eseguirà tutte le principali hit.

MR.RAIN

Dopo il terzo posto al Festival di Sanremo, il 6 luglio ecco Mr. Rain, per la prima volta al Marostica Summer Festival. Brano suonatissimo “Supereroi” (Warner Music Italy). Il tour estivo arriva dopo il già annunciato tour nei club che partirà ad aprile e

che è già sold out.

Un po’ di numeri per il cantante: 700 milioni di streaming, 13 dischi di platino e 5 oro, ed è autore di hit come “Fiori di Chernobyl”, “9.3”, “Meteoriti” e “Ipernova”. Il successo sul palco dell’Ariston l’ha portato nel giro di pochi giorni a scalare tutte le classifiche: a partire da Spotify.

MIKA

A tutto pop il 12 luglio con Mika che ha cominciato la sua carriera nel 2007 con il singolo “Grace Kelly”, una hit mondiale tra le più ricorrenti ancora oggi. Con 5 studio album all’attivo e una raffica di hit internazionali, si afferma e conferma come uno dei più originali cantautori pop di questa generazione. L’attività concertistica lo porta a esibirsi costantemente in tour in tutti e cinque i continenti del mondo, dai teatri americani alle grandi arene in Corea e Giappone, senza dimenticare i concerti sinfonici nei teatri d’opera in Canada e Italia.

Mika, conduttore e performer straordinario, ha una ampia esperienza televisiva come giudice di XFactor Italia (5 edizioni) e coach nell’edizione francese di

L’INFORMAZIONE LOCALE A PORTATA DI CLICK.

The Voice (6 edizioni), ma per lui la sfida più grande è stata ideare, concepire e realizzare con la più minuziosa cura di dettagli un varietà tutto proprio: per due anni consecutivi, su Raidue ha presentato “Stasera CasaMika”, un acclamato one-man-show di musica, intrattenimento e racconti di un viaggio molto particolare attraverso l’Italia. Successivamente ha autonomamente prodotto i suoi show musicali per il web e la tv.

BIAGIO ANTONACCI

Il giorno successivo, il 13 luglio, tappa del Biagio Antonacci Estate 2023, tour attesissimo. Ad accompagnare Antonacci sul palco ci sarà una band di otto elementi che darà vita ad uno show all’insegna di brani ormai entrati nel canzoniere italiano come “Convivendo”, “Non so più a chi credere”, “non è mai stato subito”, “Vivimi”, “Sognami”, “Iris” e tanti altri. Biagio Antonacci è stato tra i protagonisti della 73° Festival della Canzone Italiana accompagnando Tananai e Don Joe durante la serata dedicata alle cover.

Il ritorno sul palco del Teatro Ariston è stata l’occasione per dare

una nuova veste ad uno dei brani più celebri di Biagio: “Sognami”. I concerti inizieranno alle 21,30. I biglietti sono già disponibili sui circuiti Vivaticket e Ticketone. L’organizzazione è curata da Duepunti Eventi. Partner Regione del Veneto, Provincia di Vicenza, Città di Marostica, Confcommercio Marostica e visitmarostica.eu.

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Spettacoli
Sopra: Piazza Castello - a fianco dall’alto: Mr Rain, gli Hollywood Vampires, Biagio Antonacci e Mika

Calcio. Dallo scorso giugno è alla guida della storica società Bassano Football Club

Massimo Tolfo, il presidente e la sfida di una nuova frontiera

Massimo Tolfo, 64 anni, dallo scorso giugno è il nuovo presidente del Bassano Football Club, l’uomo designato dalla proprietà per varare il nuovo corso giallorosso, quello che nel medio periodo dovrà traghettate il Bfc in serie D. Lui traccia un primo consuntivo e anticipa progetti e mete.

Presidente Tolfo, quali i programmi di Bassano?

“I piani sono quelli di raggiungere la serie D in tempi ragionevolmente brevi. E quando dico brevi non intendo necessariamente quest’anno ma di sicuro il prossimo o in quello dopo ancora. Non esiste una scadenza precisa ma è evidente che prima si taglia il traguardo e meglio è anche per tutelare gli investimenti del socio di riferimento Fabio Campagnolo e di tutti gli altri soci”. L’orgoglio è un club sano e solido che offre garanzie nel tempo...

“Esattamente. E di questo dobbiamo dare atto in primis a Fabio Campagnolo di aver ricreato a strettissimo giro di posta la società nell’estate del 2018 dopo il passaggio della famiglia Rosso a Vicenza. E’ ripartito dalla Prima Categoria vincendo i campionati e approdando in Eccellenza dove sta lottando per salire in D. E, cosa più importante, ha saputo coinvolgere decine e decine di nuovi soci che si sono consorziati per dare vita a una realtà dalle spalle larghe. Questo Bassano è fedele espressione del tessuto connettivo economico e produttivo del territorio. C’è uno spiccato senso di appartenenza”. Club di indubbia forza che però non vuol dire automaticamente squadra in grado di sparecchiare la tavola e promozione assicurata...

“Proprio per niente. Ogni estate passa questo messaggio fuorviante del Bassano che siccome è forte e ambizioso, deve obbligatoriamente stravincere il campionato. Niente di più sbagliato. Noi miriamo ad essere competitivi e a giocarcela sino all’ultima giornata magari agguantando i playoff e provando a salire attraverso gli spareggi se non è possibile arrivare primi. Ma il Bassano grande favorito è una favola che fa comodo evidentemente a qualcuno ricordando i nostri recenti trascorsi professionistici.

La verità è che ci sono almeno due sodalizi che vantano budget più corposi del nostro e altrettanti che sono in linea coi nostri investimenti. Quindi se entreremo nei playoff avremo compiuto la nostra missione. Naturalmente faremo il possibile e l’impossibile per acciuffare la promozione diretta in questo ultimo mese di regular season anche se è molto complicato. Tuttavia da presidente posso garantire che le risorse sono gestite e amministrate con grande oculatezza nel rispetto degli sforzi dei soci e bandendo qualunque spesa fuori controllo. Il calcio deve essere sostenibile, non c’è più spazio per costi pazzi”.

Il campionato è livellato verso l’alto...

“Questo torneo di Eccellenza è indiscutibilmente il più difficile e severo degli ultimi anni: ci sono tre squadroni come Chievo, oggi Clivense, Plateola e Ambrosiana che sono già così di categoria superiore e tanti altri interlocutori d’altissima qualità come Altavil-

la, Schio ed Eurocassola. E pure formazioni apparentemente medie come i veronesi del Montorio possono metterti all’angolo in ogni momento. Ogni domenica è una conquista”.

Traguardi non meno importanti sono legati al vivaio ricostruito e al rapporto rinsaldato con la città.

Il settore giovanile l’abbiamo fatto rinascere anch’esso ex novo ricominciando da zero e già adesso è di livello molto più che ragguardevole. Contiamo al più presto di poter disporre di un centro sportivo che lo ospiti senza dover emigrare da un campo all’altro di Bassano e su questo stiamo lavorando da tempo. Quanto al rapporto con la città, siamo molto felici del feeling che si è sviluppato col nostro pubblico. La ripartenza dai piani bassi non ha intaccato l’amore della nostra gente per i colori giallorossi. E di questo andiamo particolarmente fieri”.

Tra impegni e progetti, l’uomo designato dal club bassanese per designare il nuovo corso giallorosso traccia un primo consuntivo e anticipa alcuni obiettivi

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Sport
Sopra, il presidente del Bassano FC Massimo Tolfo - foto di Gito Trevisan
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Hockey su pista. Intervista all’autentica scoperta stagionale dell’Ubroker Bassano

Mattia Baggio, il “ragazzo di casa” torna mattatore nella sua città

Probabilmente non è il golden boy del mazzo, ma di sicuro è l’amico ritrovato, l’enfant du pays, svezzato a domicilio che a 23 anni ha ricominciato a recitar da mattatore. Mattia Baggio è indiscutibilmente e di fatto, il miglior acquisto stagionale dell’Ubroker Bassano.

Mattia, è arrivato finalmente il tuo momento. Hai rintracciato i livelli degli esordi di quattro anni fa…

“Direi di sì. Con la differenza che adesso rispetto ad allora sono cresciuto. Ma il duro viene ora perché devo dimostrare di non essere una meteora e semmai dare continuità al mio rendimento, che poi è sempre la cosa più difficile. Ma lavoro quotidianamente per riuscirci”.

È accaduto tutto all’improvviso: sino a Natale eri ai margini delle rotazioni, e poi sei sbocciato col nuovo anno.

“È stato un insieme di fattori. La circostanza della repentina uscita di Pablo Cancela passato al Follo-

nica che ha aperto spazi in pista e soprattutto la rinnovata fiducia del coach Miguel Viterbo che ha mutato le prospettive. Avvertire che il tecnico crede in te cambia tutto. Vai dentro sapendo che se anche commetti due errori di fila non verrai panchinato all’istante,

Baggio è un “enfant du payus”, vale a dire un “ragazzo di paese” dove, però, la parola paese significa molto che un borgo o un villaggio. Ha, infatti, a che vedere con le radici di una comunità che riconosce sè stessa in pochi e indelebili campioni

è tutto un altro vivere, non è solo una questione di minutaggio superiore, ma proprio di stati d’animo. Se sai che giochi al massimo

5 o 6 minuti a gara e quella è la tua dimensione non puoi progredire. Se invece percepisci che l’allenatore confida nel tuo apporto senza limiti temporali vai in campo con una carica inaudita e metti le tue qualità al servizio

dei compagni. E’ un altro mondo. E questo sta accadendo anche ad altri giocatori di casa che ora si stanno ritagliando un loro ruolo, penso ad esempio a Guido Sgaria o al giovane Jacopo Geremia”. Eppure per due o tre stagioni il decollo non avveniva mai… “Dopo coach Barbieri che mi ha lanciato in A, altri tecnici hanno compiuto valutazioni differen-

ti. Ma li comprendo e accetto la situazione, sono lì apposta per fare scelte e li rispetto. Io in questi anni ho pensato più volte di andare altrove per giocare stabilmente, anche in A2. Ma a volte era proprio il trainer a dirmi di restare perché sosteneva di aver bisogno di me eppoi il campo non lo vedevo mai. E sia chiaro, non gliene faccio certo una colpa per-

Ubroker Bassano in corsa nella WSE Cup, seconda rassegna continentale

Un palmarès invidiabile che racconta di due scudetti, due coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa Europa Cers (prima formazione veneta ad imporsi in un trofeo continentale), un titolo mondiale per club. Salvo un exploit datato 1981, la prima Coppa Italia, tutto il resto è stato conquistato tra il 2004 e il 2012 e non risulta in bacheca anche l’indimenticabile notte della Champions League sfumata in finalissima contro l’inarrivabile Barcellona nel 2007 davanti ad oltre 5 mila spettatori in un palazzetto esaurito ben al di là di un semplice soldout. Quello

è stato probabilmente il punto più alto dell’epopea giallorossa cominciata quasi 70 anni fa (anno di grazia 1954) e scandita da tantissimi anni da protagonista in serie A in Italia e a livello internazionale. Poi nell’ultimo decennio una fisiologica flessione di risultati e inevitabile ridimensionamento prima dell’avvento nell’ultimo triennio del main sponsor Ubroker (ramo energia) che nella persona del reggiano Fabio Spallanzani ha rivitalizzato l’ambiente e rinfrescato i programmi definiti su base pluriennale. Così il club e fatalmente pure la squa-

dra hanno alzato l’asticella, prima tornando a frequentare in pianta stabile i playoff scudetto, quindi riaffacciandosi dopo 8 anni in Champions League, anche se adesso l’Ubroker Bassano è in corsa nella WSE Cup, la seconda rassegna continentale dopo aver raggiunto pure la Final Four di Coppa Italia. Ma ciò che più conta è una formazione infarcita di giocatori e giovani del territorio, ciò che rappresenterà la linea guida del futuro senza tuttavia smarrire competitività ed ambizioni. Con un’altra pianificazione di crescita triennale già delineata. (v.p.)

ché il rispetto dei ruoli è la base di tutto. Ma sta di fatto che ora con Viterbo mi sento protagonista. Per dire come è fatto: una volta a Forte dei Marmi non mi ha mai schierato. Beh, mi ha preso da parte spiegandomi i motivi tattici per i quali non mi aveva impiegato. E io questo l’ho apprezzato moltissimo”.

L’orgoglio da bassanese di indossare la maglia della propria città…

“Figurati, io questa maglia la indosso dalle giovanili, da bambino andavo a vedere le partite del Bassano, è un’emozione indescrivibile. Per larghi tratti della stagione questo gruppo ha reso fiero il proprio pubblico e la nostra curva con la quale si è creata una chimica speciale. E vogliamo farlo anche ai playoff e nella fase più calda e attesa dell’annata. E la cosa bella è che questo club ha chiari programmi di crescita per il futuro. C’è un domani da vivere assieme”.

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Mattia Baggio - foto Brunello

Ormai l’ipotesi sta diventando una pista d’atterraggio del dibattito politico, peraltro così sgombra da far prevedere che l’aereo delle buone intenzioni plani in sicurezza e in (relativamente) poco tempo. L’idea è quella del terzo mandato per i governatori, argomento che interessa da vicino il Veneto, visto che Luca Zaia terminerà il suo compito nel 2025. Ma davvero lo concluderà? Sarebbe il terzo mandato, che in verità è il quarto perché Zaia presidente lo è diventato nel 2010. E, a voler essere precisi, è in giunta dal 2005, quando era vicepresidente di Giancarlo Galan, non proprio un incarico da niente. Era l’anno, il 2005, quando i consiglieri della Lega, per fare sentire la propria forza, alla seduta inaugurale entrarono volutamente insieme, in leggero ritardo e facendo perfino rumore. Volevano fare capire che erano ben vivi nel Veneto in cui

#Regione

Il Punto Quarto potere

Forza Italia aveva ottenuto il 22% mentre la Lega era rimasta al 14%. Insomma, un po’ orgogliosi e un po’ arroganti.

Cinque anni dopo, nel 2010, i risultati sarebbero stati opposti: Lega al 35% mentre il Pdl, l’evoluzione di Forza Italia, al 24%. Iniziava l’era di Zaia, eletto governatore con il 60% dei voti quando nel 2005, Berlusconi imperante, Galan aveva ottenuto “appena” il 50%.

Il resto è cronaca, vale a dire le due riconferme di Zaia del 2015 e del 2020,

quest’ultima con la percentuale stellare del 77%. Ha ragione Crozza: non è un’elezione, il Veneto è un principato, un sultanato.

E il futuro? Niente di più facile che sia Zaia a succedere a se stesso. È vero che l’eurodeputato Variati ha bocciato questa idea, ma la pensano così nel Pd del Veneto non in tutta Italia. I democratici, infatti, hanno molto a cuore la rielezione di Vincenzo De Luca in Campania. Quindi, uno a me e uno a te, tra destra e sinistra

è assai probabile che si trovi un accordo per abolire quella norma che impedisce ai governatori di candidarsi per un terzo mandato, norma che appunto è scattata dopo il primo quinquennio di Zaia e che lo porterebbe al quarto incarico da governatore.

L’unico ostacolo su questa strada è Fratelli d’Italia che vorrebbe mettere la sua bandiera sulla prestigiosa poltrona, visto che anche nel Veneto supera abbondantemente il 30 per cento. Ma, fanno notare a Roma, qualcosa agli alleati i Fratelli devono pur concederla, mentre Luca De Carlo, senatore e timoniere veneto di FdI nelle dichiarazioni ufficiali ha spiegato: “Noi siamo assolutamente favorevoli all'eliminazione del tetto dei mandati perché sono i cittadini che devono poter scegliere. Valuteranno i partiti e i candidati il da farsi”.

Autonomia, la parola passa al Parlamento

Intanto Ciambetti incontra il ministro Calderoli: “Coinvolgere anche i Consigli regionali sui processi decisionali”

Altri due passi avanti sulla strada dell’autonoma differenziata, che a metà marzo ha incassato il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri. Ma il cammino è ancora lungo e non privo di incognite, adesso che la palla passa al Parlamento. E si sa quanto l’Aula possa rivelarsi insidiosa anche per progetti che godono di un ampio consenso e per riforme che sembrano mettere tutti d’accordo. Intanto il disegno di legge che porta il nome di Roberto Calderoli, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha fatto importanti passi avanti nel giro di pochi. L’ultimo in ordine di tempo è l’approvazione definitiva del disegno di legge dal Consiglio dei Ministri. Una decina di giorni prima era arrivato il via libera da parte della Conferenza delle Regioni e dalla Conferenza

Unificata, aprendo di fatto il confronto parlamentare sul percorso di autonomia differenziata. Il governatore veneto Luca Zaia non può che compiacersi: “Con alto senso di responsabilità e volontà

di inclusione porteremo avanti questo progetto, ascoltando tutti, consapevoli che questa è una scelta di modernità. Adesso serve che prosegua con efficacia il lavoro per LEP, i livelli essenziali delle prestazioni. Dovrà continuare l’impegno di tutti anche nel far capire che l’autonomia non spacca certo il Paese, né impoverisce qualcuno, ma è una grande opportunità per tutti i territori”.

Zaia si spiega meglio e aggiunge: “Prende sempre più forma il progetto per dare compimento al dettato costituzionale. L'autonomia, infatti, è prevista dalla Costituzione ed è la chiave per un profilo di modernità, di efficienza e di modernità dell'amministrazione della cosa pubblica che avrà quella ricaduta positiva attesa dai cittadini. Il centralismo è l'equa divisione del malessere, l'autonomia è l'equa divisione del benessere. Questa Italia a due velocità deve finire e le regioni devono essere tutte messe nelle condizioni di dare servizi e risposte ai loro cittadini”.

Detto questo il presidente del Veneto si rivolge anche alle quattro Regioni che invece avevano espresso parere contrario: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana: “Rispetto la scelta: hanno fatto dei distinguo ma, è da notare, che non si sono pronunciate contro l’autonomia, lamentandosi più che altro delle modalità. Da parte nostra c’è soddisfazione ma colgo anche un grande senso di responsabilità da parte di tutti noi e del ministro Calderoli a cui va il mio ringraziamento per l’impegno che continua a dimostrare.

Da parte nostra c’è la volontà di vedere riconosciuto fino in fondo che questo è un progetto serio, che non spacca l’Italia e darà opportunità a tutti, anche a quella foresta che cresce e che non ha ancora voce”.

Di autonomia hanno parlato anche i presidenti dei consigli regionali in occasione dell’incontro a Roma con il ministro Calderoli. “Il confronto con gli enti territoriali è sempre proficuo, - ha dichiarato - sull’autonomia c’è coinvolgimento e attenzione” ha dichiarato il ministro. “È stato un incontro

costruttivo e molto utile - ha sottolineato il presidente del consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti - abbiamo apprezzato la concretezza del ministro. Abbiamo concordato su come la natura del processo decisionale, connesso all’esercizio di più ampie funzioni delegate alle Regioni, debba coinvolgere anche il rispettivo Consiglio regionale e abbiamo auspicato che il Ministro possa farsi portavoce di questa sensibilità in Parlamento, quando avranno luogo le audizioni dei soggetti istituzionali deputati”.

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La riforma. Dopo il via libera del progetto da Consiglio dei Ministri e Conferenza delle Regioni
Luca Zaia Roberto Ciambetti

Dopo le primarie. Il segretario regionale Andrea Martella traccia la rotta

“Un Pd più forte per un Veneto che ha intenzione di voltare pagina”

Si sono concluse le Primarie del Partito Democratico con l'affermazione nazionale di Elly Shlein e il Veneto, in questo senso, non ha fatto eccezione tributando alla neo-segretaria un'affermazione molto netta percentualmente superiore alla media nazionale.

Uno sforzo organizzativo importante che ha visto allestire nella Regione oltre 400 seggi che hanno consentito a migliaia di militanti e simpatizzanti di esprimersi, nonostante anche condizioni meteo non agevoli, prova di attaccamento e grande attenzione verso la nostra forza politica.

“Abbiamo dato una grande prova di partecipazione – commenta il segretario regionale, Andrea Martella – grazie all'immane lavoro di centinaia di militanti che sono riusciti a garantire che tutto si svolgesse al meglio e in modo capillare. Siamo una grande co-

munità. Non c'è nessun’altra forza politica che si apre all'esterno così tanto, che ascolta i simpatizzanti e che può contare su di una militanza così preparata e disponibile.”

“La vittoria di Elly Shlein – continua – rappresenta certamente una richiesta, che viene dalla base, molto forte di impegno e cambiamento. I cittadini, i nostri elettori, i nostri iscritti ci hanno detto in modo molto chiaro che dobbiamo tornare tra le persone, nei luoghi del lavoro, nelle periferie, ci hanno richiamato al dovere di rappresentare, in primo luogo, chi vive condizioni di difficoltà, chi fatica. Non un partito chiuso, ma capace di tornare alle radici profonde dei suoi valori e del nostro Paese coniugando le esigenze di chi produce lavoro e benessere con quelle di chi ha il diritto di averlo un lavoro e di poter contare su di una retribuzione adeguata, sicura e

al passo con i tempi. Sono ancora troppe le persone che pur lavorando non hanno diritti, non hanno sicurezze, non hanno un reddito sufficiente per affrontare con tranquillità le proprie vite.”

“In Veneto – spiega Martella – in questo anno abbiamo compiuto dei passi importanti, ci siamo rinforzati e affrontiamo con fiducia la tornata elettorale che ci vedrà protagonisti il prossimo 14 e 15 maggio con le nostre e i nostri candidati e con le nostre idee e programmi. Il rinnovamento che l'elezione di Elly Shlein ha avviato nel partito e sulla scena politica italiana, ne siamo certi, avrà riflessi anche nella nostra Regione nella quale lo strapotere della Lega, dati alla mano, appare ormai al tramonto e quello di Fratelli d'Italia non sembra in grado, affidandosi al solo traino nazionale di Giorgia Meloni, poterlo sostituire. Del resto tocchiamo tutti con mano l'incapa-

cità che oggi ha la Regione Veneto di garantire le giuste risposte ai cittadini, di far crescere il nostro territorio, di proporsi sulla scena nazionale ed europea, di sostenere chi ha più bisogno, di governare i processi di transizione economici e sociali.”

“Noi siamo in campo – conclude il segretario regionale del Pd –con quattro caposaldi essenziali: Sanità Pubblica, efficiente, accessibile e veloce; scuola pubblica per tutti nella quale il ruolo degli insegnanti sia realmente valorizzato e gli studenti possano trovare tutti gli strumenti per aprirsi al meglio al mondo; transizione ecologica, sostenibilità, energie rinnovabili e rivoluzione green; sviluppo e produzione per sostenere i lavoratori e le nostre imprese. Ma prima di tutto dobbiamo restituire centralità alle persone e alle comunità, perché paradossalmente questa destra sul territorio ha accentrato e po-

Sanità. La proposta di Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale

Elisa Venturini, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale ha depositato una Mozione in Regione sul tema dell’età della pensione obbligatoria per i medici.

“È importante che la Regione, si attivi perché ai professionisti vicini alla pensione venga data la possibilità, su base volontaria, anche una volta raggiunta l’età pensionabile, di rimanere in servizio fino ai

72 anni con compiti di formazione rivolta ai neo laureati.

L’inserimento nel mondo di lavoro del medico è articolato e richiede dopo la laurea un corso di specializzazione che varia da 4 a 6 anni a seconda del settore prescelto. Proprio per questo penso sia opportuno non disperdere questo patrimonio di esperienza e conoscenze; inoltre l’interazione

tra professionisti affermati e giovani neo laureati potrebbe rendere maggiormente attrattiva, per questi ultimi, la permanenza all’interno del servizio pubblico.

Per questo ho depositato una mozione con la quale chiedo alla Regione di farsi parte attiva nel chiedere al Governo che si individuino percorsi per rendere attrattiva la permanenza in servizio dei medi-

ci in età pensionabile in servizio presso l’azienda Ospedale-Università di Padova con funzioni di didattica a favore delle nuove generazioni di medici.

Questo percorso permetterebbe quel passaggio di competenze e quella protezione formativa che i medici più esperti potrebbero offrire ai medici di più recente nomina”

larizzato tutto sull’uomo solo al comando. È un'agenda importante che dobbiamo ampliare per coinvolgere quante più energie è possibile. Siamo certi che ci sia la possibilità di cambiare, di innovare il nostro territorio, di riavvicinare decisamente i cittadini alla politica: noi abbiamo iniziato organizzando un importante seminario con documenti e piattaforme che adesso svilupperemo e con il nostro congresso. Siamo consapevoli di come sia solo il primo passo.”

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“Nessun’altra forza politica si apre all’esterno così tanto e sa ascoltare la richiesta di cambiamento, siamo in campo su sanità, scuola, transizione ecologica e sviluppo”
Andrea Martella
“Impieghiamo i medici vicini alla pensione per formare i giovani”

Emergenza siccità. Inaugurato il primo stralcio del Leb, che preleva le acque dell’Adige

Il canale artificiale che disseterà le campagne

A“dissetare” la campagna veneta alle prese con la siccità ci penserà un canale artificiale lungo 48 chilometri, che permetterà, una volta completato, di distribuire acqua irrigua su 350 mila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. E’ il Leb (Lessino Euganeo Berico, dal nome dei territori attraversati), la prima opera irrigua finanziata dal Pnrr con 20 milioni di euro, ai quali se ne aggiungeranno altri 33 che permetteranno di completare entro il 2025 i primi due stralci da quasi 13 chilometri e risparmiare circa 120 milioni di metri cubi d’acqua, risorsa sempre più preziosa. Una volta completato il canale sarà lungo 48 chilometri, in parte a cielo aperto (16,25 km) ed in parte in condotto sotterraneo (27,7 km).

Preleva le acque del fiume Adige, a Belfiore, e nel suo percorso si dirama in un fitto sistema idraulico a beneficio di un comprensorio di 350mila ettari di campagne, di cui 90mila ettari irrigui, nelle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. A tagliare il nastro il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini ed il presidente

della Regione Luca Zaia, che non hanno mancato di sottolineare quanto sia sentito questo intervento in tempi crisi climatica.

Il Leb è nato dalla volontà di tre consorzi di bonifica veneti per gestire al meglio l’acqua per l’irrigazione delle campagne: Alta Pianura Veneta di San Bonifacio (VR), Adige Euganeo di Este (PD) e

il Bacchiglione con sede a Padova. Il presidente Moreno Cavazza ha sottolineato: “Siamo arrivati alla conclusione del cantiere in anticipo rispetto alle previsioni progettuali, nell’imminenza della riapertura delle paratoie e dell’avvio della stagione irrigua 2023. Abbiamo ottimizzato un’infrastruttura esistente e fondamentale per la nostra regione. A questo impegno si aggiunge il progetto di ricerca e sperimentazione sviluppato dal Consorzio con le Università di Verona e Padova sempre volto all’ottimizzazione dell’acqua irrigua nelle campagne. L’attività sperimentale si sta orientando anche

nella valutazione di fattibilità delle potenzialità energetiche dell’infrastruttura Leb sia sotto il profilo fotovoltaico che di micro-idroelettrico”.

Zaia, che di lì a pochi giorni avrebbe annunciato la necessità di razionalizzare l’acqua in tutta la regione, ha aggiunto: “E’ un grande intervento e un modello di eccellenza del Veneto che andrà a interessare una vasta zona di quasi 100mila ettari. È fondamentale dare l’avvio a quello che ho definito il piano Marshall per l’acqua. Bisogna investire sulla rete irrigua per efficientare la distribuzione della risorsa”. Un plauso anche da Salvini, che ha sottolineato la necessità di una nuova coscienza idrica e una nuova politica dell’acqua, risorsa che ormai è oro. In Italia conteniamo solo l’11% dell’acqua piovana. Ho chiesto intanto

L’intervista. Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova

L’agricoltura in Veneto è patrimonio culturale, un’eccellenza. I numeri: il settore primario nel 2022 valeva 7,7 miliardi di euro, un dato che colloca il territorio al secondo posto tra le regioni italiane per produzione. Il Veneto è inoltre al terzo posto in Europa per l’export di vino, dietro Francia e Spagna, con oltre 2.700 milioni di euro. Ne parliamo con Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova. Dopo la pandemia, l’invasione della cimice asiatica, i rincari dovuti alla guerra, il comparto appare in ripresa. Possiamo essere fiduciosi?

“Abbiamo quasi superato i 10 miliardi di export e siamo primi in alcuni prodotti, non solo il pomodoro, ma anche l’uva, il kiwi, e secondi con altri, come le mele e le angurie. Questa è stata una buona annata per le rese produttive, però venivamo da anni di continue emergenze, dal ghiaccio, alla cimice, e ora la guerra in Ucraina e i rincari. Tutto

questo ha portato a raddoppiare i costi purtroppo. Quindi ragionare sulla filiera nel suo complesso è fondamentale per dare anche un po’ di reddito ai nostri agricoltori e cercare di superare il gap logistico rispetto ad altri paesi europei come la Spagna. Ora c’è il Pnrr, un’opportunità per recuperare terreno.

E l’altro mio auspicio è che anche nel mondo dell’ortofrutta, che negli anni è sempre stato molto frammentato, si cerchi di far squadra; di

unirsi con i vari elementi per dare delle risposte”.

Quanto incide la concorrenza delle produzioni straniere?

“La concorrenza sleale è data da vari fattori: una su tutte è la mancanza della reciprocità. Cioè non usiamo le stesse armi in tutti i paesi, non abbiamo le stesse regole. Poi però ci sono anche altre barriere, come quelle commerciali che vengono messe alla faccia del libero scambio. Un esempio su tutti è la pera, che noi non possiamo esportare in Cina perché ci mancano delle autorizzazioni, mentre i cinesi possono portare qui le loro.

E poi c’è tutta la concorrenza sleale data dall’italian sounding che ci porta via più di 120 miliardi. Vogliono sottrarre valore alle nostre imprese, ai nostri prodotti, usando i nostri nomi, che evocano eccellenze, valori e territori. Questa è una telenovela infinita. Speriamo che si arrivi a un punto”. Agricoltura non è soltanto pro-

durre cibo, ma è anche risposta sul piano ambientale. Coldiretti Padova ha da poco promosso un evento importante: “Valorizzare per non Sprecare”, dedicato proprio alla sensibilizzazione sulle iniziative anti-spreco in ambito alimentare.

“È stato un bel momento, a Padova, organizzato tra l’altro dalla fondazione Nero Pasini per i 140 anni delle Cucine Economiche Popolari. La migliore economia circolare è tornare a quello che si faceva un tempo, a quello che insegnavano i nonni, nel creare i cibi, anche nella modalità di cottura e nelle varie ricette tipiche. Allo stesso tempo va valorizzata la vendita diretta, grazie alla capillarità dei nostri mercati di Campagna Amica, per due ragioni; da un lato si spreca meno cibo, perché essendo più fresco si rischia meno di scartarlo, dall’altro lato si inquina meno riducendo la percorrenza dei prodotti. Detto ciò, però dobbiamo anche dare ri-

risorse per un miliardo di euro per realizzare e chiudere alcuni piccoli invasi e dighe. Occorrerà una nuova coscienza ambientale superando le politiche dei no perché l’acqua è vita e non possiamo più permetterci di disperderla”. “L’importanza di questo canale - ha spiegato Francesco Cazzaro, presidente veneto dell’Anbi, che riunisce tutti i consorzi di bonifica, - risiede nell’essenza stessa dell’uso dell’acqua. Dove c’è acqua, c’è resilienza al cambiamento climatico, c’è produzione agricola di qualità, c’è vita, c’è collaborazione, cooperazione per gli obiettivi comuni, tenuta del tessuto non solo infrastrutturale ma anche sociale ed economico del territorio. Oggi il Leb rende concreta una parola che usiamo spesso senza magari ricordarne appieno il significato: sostenibilità”.

sposta a quella parte delle aziende che vengono alla Gdo, ai mercati all’ingrosso e guardano all’export. Serve un lavoro di squadra, non solo da parte della produzione - nel cercare di utilizzare al meglio per sprecare meno - e della distribuzione, ma anche dei cittadini”.

www.ilbassano.com 32 Regione
Salvini e Zaia all’inaugurazione della prima opera irrigua finanziata con i fondi del Pnrr, due anni per completare il tratto iniziale
In foto Matteo Salvini con Luca Zaia all’inaugurazione del Leb Massimo Bressan, presidente di Coldiretti Padova ASCOLTA QUI L'INTERVISTA
“La nostra agricoltura traina l’economia va difesa da calamità e concorrenza sleale”

Risparmio e qualità: un binomio possibile anche nel carrello della spesa

Tra inflazione, rialzo dei prezzi e carrello della spesa sempre più caro le famiglie italiane si trovano a fronteggiare una perdita del proprio potere d’acquisto. In questo contesto tutte le insegne della GDO hanno attivato iniziative e promozioni per sostenere le famiglie italiane, offrendo la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti, senza rinunciare alla qualità.

E questo è anche l’impegno di Aspiag Service, concessionaria del marchio Despar per il Triveneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia: contro i rincari sugli scaffali dei punti vendita dell’abete è da sempre presente la linea di prodotti a marchio S-Budget, un paniere completo di 500 prodotti, alimentari e non, come pasta, farina, burro, surgelati, prodotti per l’igiene della casa che, oltre a garantire un risparmio medio del 30% sul carrello, consente di effettuare una spesa completa a meno di 15 euro. Caratteristica fondamentale di S-Budget è proprio quella di essere una linea di primo prezzo che alla convenienza abbina elevati standard di qualità, garantita dai severi controlli applicati a tutta la filiera, dalla selezione delle materie prime,

alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.

S-Budget è un marchio esclusivo di Aspiag Service Despar, sviluppato in collaborazione con le organizzazioni SPAR di Austria, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia, appartenenti al Gruppo SPAR Austria, di cui Aspiag Service fa parte. E proprio la partnership internazionale è la ragione della sua convenienza: i grandi volumi

prodotti a livello internazionale consentono infatti un notevole risparmio di costi a cui concorre anche l’immagine della linea e il packaging volutamente semplici per non pesare sul prezzo finale.

Il marchio S-Budget è stato ideato e realizzato da SPAR Austria, casa madre di Aspiag Service, nel 2007, ed è stato poi sviluppato in Italia nel 2008 partendo dei generi di prima necessità. Oggi rappresenta in termini di

Filiera ed economie di scala, la ricetta per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie

fatturato il quarto brand dei prodotti a marchio Aspiag, con una crescita costante che ha registrato nel 2022 un +20% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo è quello di arrivare a coprire tutti i bisogni del cliente, presidiando tutte le famiglie merceologiche: un progetto a cui Aspiag Service Despar sta lavorando intensamente e che nel 2023 vedrà il lancio di 200 nuovi prodotti.

Che rapporto c’è tra “primo prezzo” e qualità? Spesso questi concetti sono visti in antitesi l’uno con l’altro; è davvero così? Sicuramente il primo prezzo può essere associato da alcuni consumatori ad un concetto che risponde all’equazione “prezzo basso=qualità bassa”, ma ovviamente l’argomento non può essere ridotto a questa semplificazione. Tra i “primi prezzi” troviamo prodotti differenti, con qualità differente, esattamente come nei prodotti delle altre gamme. Ogni prodotto presente nei nostri su-

permercati, compresa la nostra linea di primo prezzo S-Budget risponde a standard qualitativi determinati e obbligatori. La convenienza è sicuramente il valore fondamentale, ma allo stesso tempo S-Budget è una scelta sicura e garantita grazie agli accurati controlli effettuati sulla filiera: dalla selezione delle materie prime, alla loro lavorazione fino alle fasi di confezionamento e distribuzione.

Posto che la qualità del prodotto rimane ottimale, quali fattori incidono nella riduzione del prezzo al cliente dei prodotti SBudget?

Con la nostra linea di primo prezzo S-Budget abbiamo potuto garantire ai consumatori ottimi livelli di qualità agendo su fattori “esterni” al prodotto, come ad esempio la grammatura del packaging o l’importante logica delle economie di scala. Facen-

do Aspiag Service Despar parte di un Gruppo Internazionale, ed essendo questo progetto nato dalla nostra Casa Madre Spar Austria (e da qui sveliamo il significato della “S” di S-Budget, che in tedesco significa “Sparen”, ossia risparmio), sicuramente l’abbattimento dei costi dato dalla produzione di elevate quantità è stato uno dei fattori essenziali che ha permesso di portare al consumatore prodotti che, pur essendo qualitativamente ottimali, risultano appartenere alla fascia del “primo prezzo”.

In che modo garantite qualità e sicurezza dei prodotti S-Budget?

Ci tengo a fare una premessa: quando parliamo di sicurezza dobbiamo fare molta attenzione. La sicurezza è infatti garantita per tutti gli alimenti da un requisito legislativo e, di conseguenza, non potrà mai venire meno in nessuna delle diverse

linee di prodotto. Per quanto riguarda la qualità invece, oltre a quanto già detto, essa viene sempre garantita grazie, ad esempio, all’utilizzo di specifici capitolati di fornitura adottati da Aspiag Service Despar per tutti i suoi fornitori, dal monitoraggio analitico realizzato dagli uffici qualità e dai diversi audit svolti in sede dei produttori.

Nonostante i dati dell’Istat sui prezzi al consumo a febbraio diano un primo segnale di un rallentamento dell’aumento generalizzato dell’inflazione, permane un sentimento diffuso di incertezza e servirà ancora parecchio tempo per smorzare gli effetti dell’aumento dei prezzi che rappresenta una delle preoccupazioni principali delle famiglie italiane con conseguenze inevitabili anche sui comportamenti e le abitudini d’acquisto. Sostenere il potere d’acquisto e fornire un aiuto concreto alle famiglie contro il caro prezzi è allora una priorità su cui anche Aspiag Service Despar ha lavorato intensamente per non trasferire completamente i rincari sul cliente finale. Per questo abbiamo scelto di offrire ai nostri clienti la possibilità di fare la spesa a prezzi convenienti senza rinunciare alla qualità impegnandoci, insieme ai nostri fornitori, per sostenere le comunità e le persone, anche attraverso campagne e promozioni che puntano a incrementare le occasioni di convenienza. Il nostro gruppo lavora in filiera e questo è un vantaggio per gestire al meglio aumenti importanti di prezzo e favorire economie di scala che consentono di calmierare il costo del prodotto. Inoltre, essere parte di un gruppo internazionale come SPAR Austria rappresenta un vantaggio competitivo che si riflette anche nella gestione degli assortimenti. In un contesto di incertezza come quello attuale, filiera ed economie di scala sono dunque le parole chiave per fronteggiare il caro-prezzi. In questo modo vogliamo dare un sostegno concreto per mitigare l’effetto del caro-vita sulle famiglie, in linea con il nostro impegno al fianco delle persone e delle comunità che è il fulcro della nostra strategia di sviluppo in un’ottica di sostenibilità e vicinanza.

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Regione
IL PUNTO di Giovanni Taliana Direttore Regionale Aspiag Service per il Veneto
Inflazione. Le iniziative per sostenere i consumatori alle prese con i rincari
Tre domande ad Arianna Zoccarato, Responsabile PL di Aspiag Service Rapporto tra primo prezzo e qualità Arianna Zoccarato, Responsabile PL

Salute

Passi d’argento per invecchiare bene

Over64 con l’obiettivo di un invecchiamento sano e attivo. Un osservatorio nazionale monitora dal 2016 lo stato di salute degli anziani raccogliendo i dati, anche a livello regionale e locale con il coinvolgimento di 18 regioni e 86 Aziende sanitarie, con la finalità di far percorrere “Passi d’Argento” sereni e nel benessere agli anziani che sono sempre più numerosi e sempre più rappresentano una risorsa per le loro famiglie e l’intera comunità.

A Treviso i dati raccolti sono stati presentati a inizio marzo a tutti i sindaci del territorio compreso nell’Ulss 2 Marca trevigiana, ne è stato disegnato un quadro dello stato di salute delle persone dai 65 anni in su per valutare e programmare azioni di miglioramento di benessere e qualità di vita.

Nel territorio in questione l’edizione 2022 di Passi d’Argento ha visto impegnati in un lavoro di rete i Servizi sociali ed Epidemiologia dell’Ulss 2, le amministrazioni comunali e i loro Servizi sociali, i centri di servizi, le associazioni di volontariato e i sindacati.

In provincia di Treviso vivono 200.000 persone con più di 64 anni, il 23% della popolazione, che diventeranno 300.000 tra 15 anni e che già oggi per i 2/3 della nostra spesa sanitaria riguardano gli over 64.

Grazie al lavoro di un centinaio di volontari sono state intervistate 1872 persone (il miglior risultato in Italia) che hanno risposto a un questionario di 80 domande riguardanti la qualità della vita, l’autonomia nelle attività quotidiane, i fattori di rischio comportamentali, le patologie croniche, la depressione, l’aiuto ricevuto da familiari e comunità, la capacità di accesso alle cure, la sicurezza domestica e di quartiere, la situazione socioeconomica, il sostegno fornito dalle persone più anziane a famiglia e collettività.

Prosegue alla pag. seguente

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I risultati dell’indagine sullo stato di salute degli anziani
MARZO 2023

Salute

Papilloma Virus e prevenzione

Vaccinazione e screening contro l’infezione da HPV

In occasione della Giornata di sensibilizzazione, lo scorso 4 marzo, l’assessore alla Sanità della Regione Veneto Manuela Lanzarin illustra i risultati raggiunti

I risultati dell’indagine sullo stato di salute degli anziani

Condizioni sociali. Il 23% degli over 64 vive da solo (circa 46.000 persone); il 30% lamenta difficoltà economiche (circa 60.000) e il 15% ha visto diminuire il suo reddito rispetto al 2021; il 43% ha un basso titolo di studio; il 9% si sente poco sicuro dove vive. L’8,2% (circa 17.000 persone) non scambia quattro chiacchiere con nessuno. Anche l’isolamento è associato soprattutto alla condizione di disabilità e cresce con il diminuire del reddito (16%) e del livello di istruzione (11%).

Lo stato di salute e le malattie croniche. La maggior parte delle persone intervistate riferisce di sentirsi in buona salute, solo il 9% (circa 18.000) dice di stare male o molto male. Una percentuale che aumenta con l’età (diventa il 23% tra chi ha più di 85 anni), ma è più diffusa anche tra chi lamenta difficoltà economiche (31%) e tra chi ha un titolo di studio più basso (12%). Una condizione che limita la salute delle persone più anziane è la presenza contemporanea di più malattie croniche: circa 14.000 over 64 ne hanno di più di tre; anche questa situazione è presente maggiormente tra persone a basso reddito e bassa istruzione.

In particolare la presenza di importanti sintomi di depressione riguarda circa 16.000 persone tra le quali 1 su 4 non chiede aiuto a nessuno per avere un sollievo da questo problema.

Nel Veneto il 77% delle ragazze nate tra il 1996 ed il 2009 ha aderito alla proposta vaccinale contro il papilloma virus (HPV) ed il 74% ha già completato il ciclo vaccinale; quanto ai ragazzi, di coloro che sono nati tra il 2004 e il 2009 ha aderito il 72% e ha già completato il ciclo vaccinale il 66%.

Nel 2021 nella Regione Veneto sono state invitate allo screening della cervice più di 323.000 donne, hanno aderito circa in 169.000. Nello stesso anno, in circa 5.700 donne sono stati effettuati degli approfondimenti di secondo livello e nel 13% di tali donne è stata identificata una lesione precancerosa.

Grazie all’impegno delle Aziende sanitarie l’attività dei programmi di screening è tornata ai livelli prepandemici.

“L’HPV – ricorda l’assessore - è la causa più frequente di infezione trasmessa per via sessuale. L’HPV non è un’infezione che colpisce esclusivamente la salute della donna ma riguarda anche quella dell’uomo. Nel Veneto esistono efficaci strumenti di prevenzione che possono aiutarci a debellare la malattia. Siamo tra le prime regioni in Italia ad aver dato vita a percorsi di vaccinazioni mirate per fasce d’età, dedicati non solo alle donne, che hanno visto una massiccia adesione”.

Esistono oltre 100 tipi di papillomavirus, differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne come i condilomi, altri rappresentano la principale causa del tumore al collo dell’utero, ma sono responsabili anche di alcuni tumori in altre sedi, come vulva, vagina, pene, ano e oro-faringe. Il tumo-

re al collo dell’utero è la prima neoplasia ad essere riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile all’infezione da HPV e, quindi, eliminabile attraverso una efficace strategia basata sulle vaccinazioni e sulla diagnosi precoce con lo screening per il tumore della cervice uterina.

La vaccinazione gratuita contro l’HPV è raccomandata ed accessibile per le ragazze e ragazzi a partire dagli 11 di età, per soggetti che risultano a maggior rischio di lesioni correlate all’HPV.

I tecnici della sanità regionale fanno presente che l’uso del preservativo non elimina il rischio di trasmissione. Perciò il vaccino deve essere somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale e viene offerto ai ragazzi e alle ragazze.

Lo screening ha lo scopo di favorire la diagnosi precoce di tumori e di lesioni che potrebbero evolvere in tumore (lesioni pretumorali), per ridurre la mortalità e accrescere le possibilità di cura e di guarigione. E’ gratuito per tutte le donne residenti in Veneto dai 25 o 30 anni di età, a seconda dello stato vaccinale contro l’HPV, e fino ai 64 anni.

Lo screening prevede come test di primo livello il Pap test ogni tre anni alle donne dai 25 ai 29 anni non vaccinate contro HPV; il test HPV ogni 5 anni a tutte le donne dai 30 ai 64 anni. Qualora la donna risultasse positiva ai test di primo livello, sono previsti altri esami strumentali di secondo e terzo livello utili alla diagnosi precoce.

Fragilità e disabilità. La perdita di autonomia nelle attività della vita quotidiana è il fattore determinante per la perdita di qualità di vita delle persone: riuscire a ritardare questo evento è uno dei compiti principali dei servizi socio-sanitari. Tra le persone intervistate (tutte non istituzionalizzate) il 13% (circa 26.000 persone) era in condizione di fragilità (autonomo nelle attività di base, ma non in quelle “strumentali” come far la spesa o prendere le medicine) e l’11% disabile (cioè non autonomo nelle attività basali come lavarsi, vestirsi...).

Il 38% dei “fragili” vive solo, condizione che potrebbe aumentare il rischio di un peggioramento della situazione e il 17% ha avuto almeno un ricovero in ospedale nell’ultimo anno. Tra i disabili questa percentuale sale al 27%.

Cadute. Sono un importante fattore di rischio per la perdita di autonomia: il 21% è caduto negli ultimi 12 mesi (circa 42.000 persone). Di questi circa il 16% ha riportato fratture e circa 1 su 3 ha dovuto ricorrere a cure mediche. Tra i disabili la frazione di chi è caduto sale al 36%.

Aiuto ricevuto. L’accudimento delle persone fragili o disabili è ancora in gran parte deputato alle famiglie o comunque alla cerchia amicale: quasi tutti (86,5%) gli anziani non autonomi ricevono aiuto dai propri familiari; Il 21% ha una badante e un 15% riceve aiuto da conoscenti.

Cure. Circa il 36% degli anziani fa uso di almeno 4 farmaci la settimana: in un caso su cinque le modalità di assunzione di questi sono state ricontrollate negli ultimi 3 mesi dal medico di base. Sempre negli ultimi 3 mesi il 54% è stato visitato almeno una volta. Nell’ultimo il 13% è stato ricoverato in ospedale e l’1% in RSA.

Aiuto agli altri. In provincia di Treviso circa 92.000 persone con più di 64 anni hanno aiutato gli altri e di questi circa 68.000 lo ha fatto spesso. Vengono accuditi soprattutto non conviventi (lo fa il 37,6%), ma anche conviventi (30%) e circa 1 over 64 su 4 fa volontariato attivo.

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Salute

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