Sommario
Fontanellato Foto d Eugenio Bersani
Denver Alta quota
The Wildlife Photojournalist Award Natura plastica
Fontanellato Questa stanza non ha piĂš pareti ma alberi
Molise Piccolo mondo antico
Bressanone Di verde si veste
Philadelphia Discover Philadelphia
Ottobre 2018
Redazione:
Via Pisacane, 26 20129 Milano tel. +39 02.36511073 redazione@latitudeslife.com Foto di Shutterstock
Hanno collaborato
Marco Berchi Arturo Di Casola Franco Cappellari Francesca Calò
Fotografi
Lucio Rossi Arturo Di Casola Franco Cappellari Eugenio Bersani
Pubblicità
Info
Denver Foto di Lucio Rossi
n°119 Ottobre 2018
Direttore Responsabile Eugenio Bersani
eugenio@latitudeslife.com
Photo Editor Lucio Rossi
lucio@latitudeslife.com
Sales Manager
Lanfranco Bonisolli
lanfranco@latitudeslife.com
Redazione
Francesca Calò
francesca@latitudeslife.com
Graphic
Arianna Provenzano
arianna@latitudeslife.com
Land art in Sicilia
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DENVER
ALTA Q U O T A
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Un Art Museum che lascia a bocca aperta. Un’arteria centrale pedonale e “green”. Una stazione ferroviaria trasformata in lounge e punto di incontro. Ristoranti gourmet e negozi “western style”. E su tutto il cielo terso e il sole dei 1609 metri di altitudine. Benvenuti a Denver. Testo di Marco Berchi Foto di Lucio Rossi
Denver
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“A
ttenzione: pericolo luoghi comuni”. È un cartello che bisognerebbe far comparire di tanto in tanto su guide e reportage turistici. Uno dei più diffusi, parlando di States, è che le grandi città americane sono tutte uguali: un fascio di grattacieli piantati lì e con tutto il resto intorno. Certo, noi italiani, abituati a Siena, Roma e Assisi, qualche ragione l’abbiamo ma non abbastanza per evitare il luogo comune. Denver, ad esempio, basta vederla in fotografia per accorgersi che sì, i grattacieli di downtown ci sono eccome, ma c’è anche molto di più e di diverso dal puro contorno ai giganti da decine di piani. E l’impressione fotografica si conferma, eccome, dal vivo. È molto probabile che approderete nello scenografico aeroporto con la copertura che ricorda i tepee indiani ma, da bravi viaggiatori, la visita la dovrete iniziare dalla stazione ferroviaria.
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Una passeggiata in centro Union Station dice molto della Denver antica e di quella nuova. Fondata nel 1858 dai cercatori d’oro è uno dei pochi centri del West a non essere sorto dal nulla grazie all’avanzata della ferrovia. Il treno, che passava più a nord, hanno dovuto portarcelo quasi a forza e sarà per questo che gli abitanti di Denver tengono così tanto alla loro Station da averci investito bei dollari per farla diventare il salotto cittadino. Non l’informe e caotico bazar di troppe stazioni italiche ma un luogo di socializzazione e relax per i residenti e di cui si avvantaggiano anche i turisti. Usciti da uno dei ristoranti, si entra in Denver attraverso
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la 16th Street. È una lunga arteria con due caratteristiche molto rare negli Usa: è pedonale e alberata. Per entrare e uscire da negozi, locali e boutique è utilissimo il servizio di navette elettriche e gratuite ad alta frequenza. Durante la passeggiata, la sensazione di “fiato corto” vi farà ricordare un dato: siamo a 1609 metri di quota, il che giustifica l’appellativo di “città alta un miglio” e spiega l’aria tersa che qui è uno dei must per la qualità della vita e dell’umore. Tornando alle boutique e ai locali, se ne siete appassionati, merita un giro il quartiere di Cherry Creek: con un complesso di oltre 500 esercizi è la più grande area commerciale tra Saint Louis e San Francisco.
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Al centro di tutto questo ben di Dio sta ben piantato un buon Marriott che potreste anche scegliere come base in città. Sempre a proposito di locali, più vicino alla 16th ci sono i due isolati di edifici d’epoca di Larimer Square, con, tra gli altri, un bel negozio di barbiere da uomo, il buon ristorante Rioja e, a due passi, il boutique hotel Teatro, altra consigliabile base in città. E infine, già che siamo per negozi, non perdetevi, a LoDo (Lower Downtown), lo stesso quartiere della Union Station, Rockmount Ranch Wear: tempio della moda western, inventore dei bottoni automatici, fornitore di Bruce Springsteen e Bob Dylan. Altro tempio, ma dell’outdoor, è REI, un’ex rimessa dei tram divenuta un gigantesco shop “dallo spillo all’elefante” per qualsiasi attività all’aria aperta. Andar per musei La 16th, lo si sarà capito, è la vera spina dorsale di Denver. Arrivati in fondo, a sud-est, si svolta a destra e, lasciato a sinistra il Campidoglio del Colorado, si attraversa il Civic Center Park. È il momento di andar per musei, attività che gli europei di solito non si aspettano di svolgere in Colorado, ritenuto, come tutto il west, patria di mucche e mandriani. Ora, a parte il prestigio della locale Università e di quella ospitata nella non lontana Boulder, la gravità della svista appare subito, con il profilarsi dei due spettacolari edifici made in Gio’ Ponti e Daniel Libeskind del Denver Art Museum.
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Qui chi scrive si è emozionato di fronte a una stupenda collezione di arte dei nativi americani ma anche le sezioni dedicate all’arte europea e americana sono importanti, con tanto di Canaletto e di Monet; l’amore per l’arte, d’altronde, è talmente forte da queste parti che Denver ha un Public Art Program che ricava fondi pubblici dagli investimenti immobiliari privati. River North Art District Sempre parlando di arte, questa volta all’aria aperta, dovrete visitare RiNo - il River North Art District - un quartiere creativo dove si produce arte in laboratori e gallerie di artisti, che si sta guadagnando un’ottima
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reputazione anche in ambito di ristorazione ed intrattenimento. Visitate The Source, una sorta di mercato cittadino che sorge all’interno di una ex fonderia oppure ascoltate dell’ottimo jazz al Nocturne. In questo quartiere però l’arte si estende anche oltre le gallerie, con i suoi coloratissimi e vivaci murales praticamente ad ogni angolo. Tra le novità assolute in città, proprio a RiNo, ha da poco aperto il Denver Central Market, in un edificio industriale del 1920. Su una superficie di oltre 1000 m², oltre 10 banchi propongono di tutto, pesce, pasta, pizza, cioccolata artigianale, panini, gelato, carne ed un bar Curio - famoso per i suoi cocktail.
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Ogni venditore ha la sua zona dove i clienti possono sedersi e consumare mentre nella parte centrale del mercato si trova un enorme schermo TV che proietta eventi sportivi. Se invece preferite il silenzio e i colori della natura, i Botanic Gardens, non lontani dal centro, sono quel che fa per voi con quasi 9 ettari e 45 diverse aree botaniche; ma potete anche noleggiare una bicicletta e
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pedalare comodamente lungo il South Platte River nel verde del Centennial Park e del Confluence Park. Difficile trovare pioggia, dato che Denver vanta una media di 300 giornate soleggiate all’anno. Sullo sfondo, il verde di boschi e foreste che salgono verso i monti del Colorado. Sì, proprio come nelle fotografie. Testo di Marco Berchi e foto di Lucio Rossi © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
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Denver
Informazioni: La città di Denver è rappresentata in Italia dalla società Thema Nuovi Mondi, cui è possibile rivolgersi per materiale informativo: Great American West - Italia c/o Thema Nuovi Mondi . Molte informazioni anche sul sito ufficiale della città. Per materiale e informazioni in italiano consultare il sito di Visit USA Association Italy.
Come arrivare: Lufthansa vola a Denver dall’Italia due volte al giorno con voli da Monaco e Francoforte in coincidenza dalle principali città italiane. Una volta a destinazione, se non siete in un viaggio organizzato e decidete di fare un itinerario su strada, in questo caso vi servirà un’auto che potrete noleggiare con Alamo o Hertz, in America l’affitto di un’utilitaria ha costi contenuti.
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Quando andare: Considerando che si vantano di avere più di 300 giorni di sole all’anno in teoria si può scegliere qualsiasi mese. Certo i mesi invernali sono freddi ma se il vostro obiettivo sono le piste da sci del Colorado anche a gennaio troverete modo di godervi la visita della città.
Dove dormire: The Maven Hotel, nel quartiere di LoDo (quello della Union Station) è un nuovo hotel aperto nel 2017, vanta più di 400 opere d’arte originali creati da artisti del Colorado. Moxi Denver Cherry Creek, nuovo boutique Hotel di Marriott a Cherry Creek, uno dei quartieri dello shopping; è uno dei primi alberghi ‘budget friendly’ della città. The Ramble Hotel, a RiNo, è un hotel indipendente aperto ad aprile del 2018 con ottimo ristorante nel cuore del quartiere dei murales.
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Dove mangiare: Tag, tra gli edifici d’epoca di Larimer Street; cucina fusion a base di prodotti farm to table del Colorado e ricette asiatiche. Acorn, nel quartiere di RiNo, cucina contemporanea americana e piatti alla griglia in un ambiente informale.
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Documenti: Passaporto elettronico e autorizzazione ESTA da richiedere via internet al sito dedicato. L’autorizzazione costa 14 dollari, dura due anni e va ottenuta prima di partire e portata con sé al momento del check-in in aeroporto. Per informazioni dettagliate visitare il sito dell’Associazione Visit USA. %&x
Lingua: Americano, che è un inglese modificato da molti termini in slang. In generale meno formale dell’inglese. Religione: 28% cattolici, 51,4% protestanti, 3% altri riti cristiani, 4,5% altre religioni. Valuta: Dollaro americano.
Elettricità: 110V. Necessario un adattatore.
Telefono: Alcuni operatori telefonici italiani permettono di chiamare dagli Usa con sim italiana a una tariffa flat giornaliera con inclusi minuti, sms e traffico internet. Si consiglia di contattare il proprio operatore mobile.
The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
Il surfer nelle acque inquinate - Foto di Justin Hofman - Sumbawa (Indonesia)
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THE WILDLIFE PHOTOJOURNALIST AWARD
natura PLASTICA
Salviamo il Mondo: il tema è vecchio ma attualissimo, quello della 53 esima edizione del Wildlife Photographer of the Year, la mostra di fotografie naturalistiche piÚ prestigiosa al mondo, che dal 5 ottobre al 9 dicembre torna a Milano, alla Fondazione Luciana Matalon. 100 immagini emozionanti che mostrano tutta la bellezza del creato e le contraddizioni di un pianeta che merita di essere difeso e rispettato. The Wildlife Photojournalist Award
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aura si è recata nella Sierra de Andújar Nature Park con la sua famiglia nel tentativo di realizzare il suo sogno di vedere una lince iberica libera in natura. Durante il loro secondo giorno nel parco, videro una coppia di linci che si stava rilassando a soli 15 metri dalla strada. Laura le osservò in totale silenzio per un’ora e mezzo. “Mi sono sentita enormemente fortunata e orgogliosa di essere stata così vicino a loro e averle osservate in modo così sereno”, racconta Laura. Uno dei felini più minacciati al mondo, la lince iberica sopravvive solo in due piccole popolazioni nella Spagna meridionale. A differenza della più grande lince europea, la lince iberica si nutre quasi esclusivamente di conigli e ha bisogno di boscaglie per potersi riprodurre. Grazie agli intensi sforzi di conservazione la popolazioni di linci è in recupero, ma è necessario continuare in questa direzione.
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The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
Incontro con la lince - Foto di Laura Albiac Vilas - Sierra de AndĂşjar Nature Park, JaĂŠn (Spain)
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L’abbraccio dell’orso - Foto di Ashleigh Scully Lake Clark National Park and Preserve, Alaska (USA)
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shleigh si era recata in Alaska per cercare di fotografare le famiglie di orsi bruni. Questo era il momento che stava cercando, una madre che portava a spasso due cuccioli sulla spiaggia. Uno di loro però voleva fermarsi e giocare. “Mi sono innamorata degli orsi bruni durante questo viaggio”, racconta Ashleigh. “Sono così simili agli essere umani”. Gli orsi bruni sono normalmente solitari, ma c’è un forte legame tra madre e piccoli. I giovani orsi stanno con la loro mamma fino a due o tre anni, imparando cosa mangiare e come prendersi cura di se stessi. Una gran quantità di orsi si raggruppa in quest’area in estate, alla ricerca del cibo abbondante, nutrendosi di conchiglie, salmoni e bacche.
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The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
Romanticismo tra gli angeli - Foto di Andrey Narchuk - Sea of Okhotsk, near Sakhalin (Russia)
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I
l suo obiettivo era filmare i salmoni, ma non appena si immerse, cambiò idea. Circondato da migliaia di angeli del mare durante l’accoppiamento, decise subito di prendere l’attrezzatura per foto macro. Immerso in forti correnti e vicino a reti da pesca, Andrey è riuscito a catturare questo spettacolo poco conosciuto e raramente fotografato. Il giorno successivo non c’era invece neanche un singolo angelo. Capaci di volare nell’acqua con le loro protuberanze a forma di ali, gli angeli di mare, Clione limacina, sono molluschi imparentati con le lumache e le chiocciole. Sono carnivori e catturano piccole chiocciole marine, tirandole fuori dalle loro conchiglie e mangiandole intere. Ritenuti ermafroditi, gli individui trasferiscono il liquido seminale l’uno con l’altro simultaneamente prima di deporre un centinaio di delicate uova nell’oceano.
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Autunno.Tempo di Langhe
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aniël incontrò Caco dopo tre ore di trekking attraverso una foresta lussureggiante, grazie all’esperienza delle guide. Faceva parte di una famiglia di 16 gorilla che si stavano nutrendo di frutti dell’albero del pane africano. Nel suo coinvolgente scatto di un rilassato giovane gorilla, Daniël è riuscito a catturare l’indissolubile connessione di questi primati con la foresta da cui dipendono. Il gorilla di nove anni di nome Caco si sta preparando ad abbandonare la propria famiglia, aumentando la propria massa muscolare e diventando giorno dopo giorno più intraprendente. Presto diventerà un silverback solitario e, se tutto andrà bene, inizierà ad avere la sua propria famiglia tra gli 8-10 anni. I gorilla di pianura occidentali sono fortemente in pericolo, minacciati a causa del bracconaggio e della diffusione di malattie come il virus Ebola.
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La bella vita - Foto di DaniĂŤl Nelson - Odzala-Kokoua National Park (Republic of the Congo)
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ustin era impegnato a documentare un esperimento su una scogliera artificiale quando apparve un esercito di granchi insieme a un polpo che si comportava “come un bambino felice in un negozio di caramelle”, mentre sceglieva la sua preda. “Un aggregamento di granchi delle dimensioni di un campo da calcio vagava nel mezzo dell’esperimento e non abbiamo idea del perché”, racconta sorridendo Justin. Momenti come questo ci ricordano quanto poco sappiamo delle barriere coralline australiane e in generale degli ecosistemi oceanici. I granchi giganti del Giappone tendono a riunirsi in gruppi per proteggersi quando fanno la muta o durante gli accoppiamenti, ma queste riunioni collettive erano sconosciute in quest’area. Granchi come questi sono prede comuni per i polpi Maori, i più grandi presenti in queste acque.
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The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
Granchi a sorpresa - Foto di Justin Gilligan - Mercury Passage, Tasmania (Australia)
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Una consegna splendente - Foto di Tyohar Kastiel - San Gerrado de Dota (Costa Rica)
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yohar osservò ogni giorno per una settimana una coppia di colorati quetzal che portavano frutta e cibo ai loro due pulcini. I loro movimenti imprevedibili li rendevano difficili da fotografare, tuttavia Tyohar aspettò pazientemente. Questa immagine unica di un maschio di quetzal in volo è testimonianza non solo della tenacia di Tyohar ma anche del legame che aveva costruito con questa famiglia di uccelli. A differenza di questa coppia, i variopinti quetzal di solito crescono i loro piccoli nella parte più intricata della foresta, utilizzando i becchi per costruire nidi nei tronchi marci. La coppia, quindi, incuberà a turno le uova dentro la cavità. Spesso l’unico indizio che permette di capire che si trovano lì è la coda colorata del maschio che fuoriesce dalla cavità.
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The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
L’ antico rituale Foto di Brian Skerry - Sandy Point National Wildlife Refuge, St. Croix (US Virgin Islands)
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ome le generazioni prima di lei, questa tartaruga liuto conclude il suo viaggio tornando nell’oceano. Le tartarughe che deponevano le uova non erano visibili ogni notte ed erano spesso troppo lontane. Quando alla fine Brian riuscì a ottenere l’incontro che voleva, con un cielo limpido, senza le luci della città sullo sfondo, usò una lunga esposizione, a mano libera, con la luce della luna piena, evocando così un’atmosfera senza tempo. Le tartarughe liuto sono le più grandi e veloci tra le tartarughe marine, oltre a essere quelle con un areale maggiore e quelle che si immergono a maggiore profondità. Trascorrono la maggior parte della loro vita in mare, avvolte dal mistero. Sandt Point è una zona fondamentale per la deposizione delle uova, ma in altre zone le tartarughe non sono così fortunate. Sono minacciate dai pescatori, dallo sviluppo delle zone costiere e dal cambiamento climatico.
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Autunno.Tempo di Langhe
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ravamo ad alcuni metri dalla superficie quando ho sentito alcuni strani rumori”, spiega Laurent. Incuriosito da cosa fosse, decise di avvicinarsi lentamente e fu ricompensato dalla spettacolare visione di due foche di Weddell, una madre e un piccolo appena nato. “Si sentivano così a loro agio lì, mentre io mi sentivo un intruso”. Le foche di Weddell danno alla luce i loro piccoli sul ghiaccio e poi li portano a fare la loro prima nuotata nelle acque gelide poche settimane dopo. I cuccioli, quando cresceranno, diventeranno degli eccellenti nuotatori con ottime capacità di visione sott’acqua. Dopo che hanno preso confidenza con l’area, le foche adulte possono raggiungere profondità di 600 m e stare in immersione fino a 80 minuti.
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Ginnastica in acqua - Foto di Laurent Ballesta - ĂŽlot de la Dent, Terre AdĂŠlie, (Antarctica)
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eo scoiattolo rosso ha chiuso gli occhi solo per un istante, “come fosse in preghiera” pensò Mats, quindi riprese a cercare il cibo. Mats ha camminato nella foresta ogni giorno, spesso fermandosi a osservare gli scoiattoli su questo abete. Per lui il comportamento di questa piccola creatura durante questa fredda mattina di febbraio rappresenta lo spirito dell’inverno. L’inverno è un periodo difficile per molti animali. Alcuni vanno in letargo per sfuggire al freddo, ma non gli scoiattoli rossi. Affrontano le fredde mattine invernali nutrendosi di semi, noci e insetti. Preferiscono i boschi di conifere, che forniscono semi durante tutto l’anno, e mettono da parte il cibo per affrontare i periodi di magra.
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The Wildlife Photojournalist Award Autunno.Tempo di Langhe
Pausa invernale - Foto di Mats Andersson - Bashult (Sweden)
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Gli intrusi - Foto di Qing Lin - Lembeh Strait, North Sulawesi (Indonesia)
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piccoli occhi di questi isopodi parassiti spuntarono a osservare Qing attraverso la bocca dei pesci. Gli ci vollero 6 immersioni, un’immensa pazienza e un pizzico di fortuna, ma alla fine tutti e tre i pesci mostrarono i loro ospiti. In quel preciso istante Qing è riuscito a ritrarre nell’immagine tre curiosi esemplari, allineati, che lo guardavano di fronte e con la bocca aperta. Questi tenaci isopodi probabilmente sono entrati nel pesce pagliaccio attraverso le sue branchie, attaccandosi poi alla lingua. Nel tempo questi crostacei, imparentati alla lontana con gli onischi terrestri, allungheranno le loro zampe fuori e succhieranno il sangue del pesce fino a che la lingua si seccherà e morirà. Addirittura rimpiazzeranno l’intera lingua.
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Il mostro di ghiaccio - Foto di Laurent Ballesta - Îlot de la Vierge, Géologie Archipelago (An
THE WILDLIFE PHOTOJOURNALIS Il Wildlife Photographer of the Year è Fondato nel 1965 dal BBC Wildlife M di Londra è il più ambito nella fotogr
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ntarctica)
ST AWARD è la mostra di fotografie naturalistiche piÚ prestigiosa al mondo. Magazine, oggi il concorso promosso dal Natural History Museum rafia di settore.
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A tre anni dall’apertura del Labirinto della Masone, il dedalo di bambù progettato dall’eclettico Franco Maria Ricci diventa il punto di partenza per scoprire la dolce campagna parmense. Un percorso a braccio che si snoda tra castelli, rocche medievali e soste golose in cui si perde volentieri la strada. Testo di Francesca Calò Foto di Eugenio Bersani
Questa stanza non ha piĂš pareti ma alberi
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l cielo sopra noi si intravede appena tra le maglie, esili, fittissime, del verde groviglio. 200 mila piante di bambù, alte fino a 15 metri, formano i muri del labirinto esistente più grande al mondo. Otto ettari ospitano la grande utopia di Franco Maria Ricci, editore, bibliofilo, collezionista erudito, che nella campagna parmense ha progettato il sogno di una vita. La promessa all’amico Borges si è realizzata: quel labirinto, metafora della continua ricerca della conoscenza, oggi ha preso forma. I meandri della mente geniale di Ricci hanno partorito un labirinto a forma di stella di ispirazione romana, introducendo piccole trappole: bivi e vicoli ciechi, che nei labirinti romani non c’erano.
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200 mila piante di bambù, alte fino a 15 METRI, FORMANO I MURI
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ESISTENTE più grande
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FRANCO MARIA RICCI
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La scelta del bambù è motivata: pianta resistente, cresce veloce e assorbe anidride carbonica. E poi è raffinato come i caratteri Bodoni. L’intento è stato quello di compiere una sorta di restauro del paesaggio, violentato spesso da spogli capannoni. E di restituire a quel lembo di terra padana, che gravita intorno a Parma, quanto Franco Maria Ricci aveva nel corso della sua esistenza ricevuto. C’è tutta la summa espressiva del suo creatore, varcata la soglia di questo locus amoenus della provincia emiliana. Che di primo acchito, a dir la verità, non desta particolare entusiasmo: un complesso di mattoni rossi che potrebbe far pensare a un outlet, (ce n’è, poi, uno vicinissimo).
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Invece poi i dubbi si dipanano sentendo che dietro c’è la mano di Pier Carlo Bontempi, progettista apprezzato, tra i più grandi esponenti del Nuovo Classicismo. Con Ricci ha costruito una provocazione, un ritorno alle forme della bellezza classica, quasi fuori moda rispetto alle moderne tendenze del design. Per le architetture è stato progettato uno spazio austero, elegante, dove la geometria dei volumi potesse incontrare l’arte. Negli oltre 5000 metri quadrati trova dimora la collezione privata: oltre 500 opere fra pitture, sculture e oggetti d’arte, dal ’500 al ’900, con pezzi del Bernini, Fontana, Hayez, il Piccio e altre manifatture di epoca Déco, E ancora Ligabue e Carracci.
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C’è persino la sua Jaguar degli anni 60 che campeggia al centro di una sala al piano inferiore. Oltre alla collezione permanente, c’è la biblioteca che conserva la collezione bodoniana di Franco Maria Ricci e del bibliofilo Alberto Tallone. Un tè alla caffetteria della piazza all’ingresso, dove si affaccia anche il ristorante dello chef Spigaroli, precede la visita all’atteso dedalo. Paradossalmente viene fornita ai visitatori una mappa per non perdersi. C’è anche un numero di telefono, qualora qualcuno temesse di rimanere impigliato perennemente nella tela. Bisogna avere fede, come in ogni labirinto.
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E Deo gratias! la cappella a forma di Piramide indica che è stata trovata l’uscita. A 2 chilometri da qui merita la visita Fontanellato, pittoresco borgo medievale che deve la sua fama alla presenza della Rocca Sanvitale. Imponente, si erge nell’ampio fossato colmo d’acqua al centro della gradevole piazza cittadina orlata da portici. All’interno il maniero ospita il museo omonimo con gli affreschi del Parmigianino. La saletta dipinta nel 1524 con il mito di Diana e Atteone è un autentico capolavoro del manierismo italiano. Poco distanti da qui, il Teatro Comunale, la chiesa di Santa Croce e il Santuario della Beata Vergine del Rosario, famosa per gli ex voto.
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G A L L E R Y
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Riprendendo la strada, si può optare per la visita di altri castelli. Del resto, siamo nella terra del Ducato di Parma e Piacenza, zona indubbiamente famosa per essere costellata da rocche e fortezze. Soragna, tanto per fare un nome. Oppure si può scegliere di cedere alle tentazioni e cadere nella trama golosa della Food Valley. Sulla blasonata Via Emilia è nata la prima Culatelleria d’Italia, che vista da fuori non ricorda neanche vagamente le osterie fuori porta di memoria gucciniana, ubicata com’è in un magazzino industriale.
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Cadono presto i pregiudizi una volta entrati dentro: sulle pareti non quadri, ma prosciutti, salami, culatelli e culaccia. Tra i piatti forti focaccia calda, affettati, ciccioli e ravioli ripieni, a prezzi più che popolari. Il tutto annaffiato da un sincero gutturnio della casa che fa perdere l’orientamento. Abbandonati, noi ci fermiamo qui. Come se non ci fosse più niente al mondo. Testo di francesca Calò e foto di Eugenio Bersani © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
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ES U TIT
Questa stanza non ha più pareti ma alberi
Fontanellato
Informazioni: Il complesso del Labirinto della Masone è aperto ogni giorno dalle 10.30 alle 19.00. Chiuso il martedì. Il biglietto intero ha un costo di 18 euro; ha valore per un giorno e permette l’accesso all’intero complesso e alle collezioni d’arte e bibliofile. Sono previste riduzioni per bambini, gruppi superiori alle 15 persone e visite scolastiche. Per conoscere i costi delle visite guidate contattare gli uffici del Labirinto. Tutti i percorsi del complesso del labirinto sono privi di barriere architettoniche e consentono l’accesso in forma autonoma a persone diversamente abili.
Dove mangiare: La Culatelleria Via Emilia, 129 - 43012 Sanguinaro di Fontanellato (PR) - tel. 0521 825107 - email. Orari da Lunedì a Venerdì orario continuato dalle 08.30 alle 19.00. Sabato aperto dalle 09.00 alle 14.30. Sabato pomeriggio aperto solo a dicembre, fino alle 19.00. Giorno di chiusura domenica. Suggerimenti: Mostre temporanee: Fino al 14 ottobre 2018: Tesori d’Oriente. La camera delle meraviglie di Garcia de Orta (ca.1500-1568). A cura di Pedro Moura Carvalho e Fondazione Franco Maria Ricci. Dall’ 11 novembre 2018 al 24 marzo 2019: Delacroix, Manet, Picasso, Matisse. PAGINE DA COLLEZIONE.
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I libri d’artista della Fondazione Cariparma. Donazione Corrado Mingardi. Mostra a cura di Fondazione Franco Maria Ricci e Fondazione Cariparma. Labirinto della Masone: L’accesso è incluso nel biglietto d’ingresso del Labirinto della Masone.
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Eventi: Sabato 13 e domenica 14 ottobre torna al Labirinto della Masone la terza edizione di Under the Bamboo Tree, l’appuntamento annuale dedicato al bambù. Nei due giorni i convegni di esperti internazionali saranno affiancate da workshop, esposizioni, laboratori e sorprese gastronomiche e musicali a tema. Link utili: Labirinto di Franco Maria Ricci Per info su orari e costi di ingresso sui castelli del Ducato di Parma e Piacenza consultare il sito ufficiale.
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Piccolo mondo antico
Arroccato sugli Appennini da un lato e affacciato sul Mar Adriatico dall’altro, il Molise offre una tale ricchezza di suggestioni e suscita emozioni così intense che non è possibile raccontarle tutte insieme. Un viaggio nell’entroterra, nella provincia di Isernia, tra i borghi antichi e la natura quasi selvaggia delle montagne al confine con il Lazio e l’Abruzzo. Testo e foto di Franco Cappellari www.francocappellari.it
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l Molise non rientra nei percorsi turistici più battuti, forse per questo conserva ancora l’autenticità che spesso il viaggiatore cerca invano. Il nostro viaggio in Molise non può che iniziare da Venafro, porta della regione per chi arriva da ovest. L’abitato è dominato dalla Torricella, avamposto di guardia a picco su un dente di roccia, circondato da ulivi secolari. Qui si produce un olio di eccellente qualità, ricavato dalle olive Aurine, tipiche del posto, e già molto apprezzato ai tempi dei Romani. Plinio, Orazio e Strabone lo citano più volte nei loro scritti e oggi tutta la zona è salvaguardata dal Parco regionale dell’Ulivo. Il centro storico della cittadina, di origine preromana, è tutto un susseguirsi di vie e viuzze, salite e discese, piazze lastricate in pietra intervallate da numerose chiese: in tutto se ne contano ben trentatre. Sul borgo vigila l’imponente castello dei Conti Pandone. Enrico Pandone, infatti, controverso e originale personaggio del Cinquecento, fece raffigurare sulle pareti delle stanze ben 26 cavalli a grandezza naturale, un caso unico per l’Italia. Tra tutti risalta il “purosangue” nominato San Giorgio, che nell’ottobre del 1522 il conte regalò all’allora imperatore Carlo V.
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Lasciata Venafro, ci dirigiamo verso Isernia. Su un crinale collinoso sorge Monteroduni, con il castello del principe Pignatelli. L’imponente maniero, di origini longobarde, sovrasta con le sue belle torri merlate la piana del Volturno. Risalendo l’alta valle del fiume più importante dell’Italia meridionale, sulle cui sponde si sono combattute battaglie decisive per l’Unità d’Italia, scorgiamo l’abbazia altomedievale di San Vincenzo al Volturno. Sorge al centro di una vasta area archeologica e custodisce la straordinaria cripta dell’abate Epifanio che, con il suo ciclo di affreschi del IX secolo, ci trasporta, sospesi tra realtà e misticismo, in un viaggio che ha come filo conduttore la resurrezione. Ci troviamo a pochi chilometri dalle sorgenti del fiume Volturno. Da qui partiva l’antico acquedotto augusteo, che raggiungeva Venafro dopo un tragitto di ben 32 chilometri. Proseguendo verso nord, dove il Molise si incunea tra Lazio e Abruzzo, ci imbattiamo in Scapoli, meno di mille anime ai piedi del Monte Marrone e conosciuto in tutto il mondo come la patria della zampogna. Qui, ogni estate, dal 1975, si svolge un Festival internazionale che attira suonatori di zampogna e cornamusa da tutto il mondo. Continuando il nostro viaggio, ci lasciamo stregare da un paesaggio punteggiato qua e là da torri e fortezze costruite su rupi scoscese, come il castello di origine longobarda di Cerro al Volturno.
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Ci imbattiamo in Scapoli
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conosciuto in tutto il mondo come la patria della zampogna
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Salendo ancora verso la montagna, attraversato il piccolo centro abitato di Pizzone, dopo una serie interminabile di tornanti raggiungiamo, a 1.400 metri di altitudine, Valle Fiorita. Qui è lo spettacolo della natura a colpirci. Uno scenario di quelli che non si dimenticano facilmente, soprattutto in autunno, quando il bosco ha i colori caldi del rosso, del marrone e del giallo. L’atmosfera che ci circonda è “favolosa”, nel senso che sembra di essere all’interno di una fiaba. Tra gli alti fusti di faggio e d’acero si possono incontrare cervi e camosci, oltre al lupo e all’orso marsicano, mentre su in alto, con un po’ di fortuna,
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può capitare di veder volteggiare l’aquila reale. Lasciata la Valle del Volturno, eccoci nell’Alto Molise. Quante volte abbiamo sentito i rintocchi delle campane, allegri e vivaci nei giorni di festa o monotoni per indicare le ore! Quasi mai però ci siamo domandati dove e come nasce quello che, a tutti gli effetti, può essere considerato un vero e proprio strumento musicale. La risposta risiede nell’antica città di Agnone. Qui le campane hanno scandito per secoli la vita quotidiana della gente. Agnone è una specie di capitale dell’arte campanaria. Vi si trova la Fonderia Pontificia dei fratelli Marinelli, una delle più antiche del mondo, oltre che una delle poche ancora in attività.
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Stando agli archivi storici, i Marinelli si trasmettono l’antichissima arte campanaria di generazione in generazione da almeno sette secoli, precisamente da quando, nel 1339, Nicodemo Marinelli Campanarus fuse una campana di circa 2 quintali per una chiesa in provincia di Frosinone. Da non perdere assolutamente, dunque, il Museo storico della Campana intitolato a Giovanni Paolo II, ricco di testimonianze uniche. Ma Agnone non è famosa solo per le sue campane. È anche una cittadina ricca di storia e opere d’arte, caratterizzata dall’alternarsi di architetture gotiche, rinascimentali e barocche. Numerose le chiese, come quella di
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Sant’Antonio abate, che risale al 1118 e ha un bellissimo campanile settecentesco, o Sant’Emidio, con una facciata del 1443 e all’interno opere dello scultore senese Giovanni Duprè. Lasciamo Agnone per raggiungere, a poca distanza, la cittadina di Pietrabbondante, ai piedi delle Morge (dal latino murex): spuntoni di roccia nuda ricoperti da boschi. A rendere famoso questo piccolo centro è l’area archeologica, dove uno splendido santuario di età sannitica, i resti di due templi e di un teatro fanno rivivere gli antichi giuramenti delle gioventù dell’epoca, come racconta lo storico latino Tito Livio nei suoi scritti.
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Unicità del teatro sono i sedili in pietra con disegno anatomico. È tempo di fare una sosta. Sulla strada provinciale in direzione di Isernia ci fermiamo presso la tenuta di Staffoli e scopriamo che, oltre a essere un ottimo punto di ristoro, è il punto di partenza per fare escursioni a piedi o a cavallo. Questi luoghi sono attraversati dagli antichi tratturi, le autostrade verdi di un tempo, usati per spostare le greggi durante la transumanza. I segni lasciati nel paesaggio sono molto evidenti. Percorrerli oggi, a piedi o a cavallo, vuol dire ritrovare la calma, la quiete, gli antichi profumi e, nelle stazioni di sosta, gli antichi sapori che questa terra sa offrire a chi la visita. Fino a Isernia è un continuo imbattersi in antichi borghi quasi tutti dominati da un castello o da una torre di difesa. Il castello di Carpinone, per esempio, costruito in pieno periodo normanno, nel X secolo, è stato in seguito roccaforte dei conti guelfi del Molise e molte volte si è trovato a fronteggiare gli attacchi delle truppe dell’imperatore Federico II di Svevia. Nel XV secolo il bel maniero, che si erge a picco sul fiume Carpino, da cui prende il nome, fu protagonista di un episodio di cavalleria: nel 1442 l’allora proprietario del castello, Antonio Caldora, sconfitto dall’esercito di Alfonso V d’Aragona che di lì a poco avrebbe conquistato Napoli diventandone re, venne perdonato e lasciato vivo in possesso del suo castello.
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In carrozza sulla Transiberiana d’Italia Proprio ai piedi della fortificazione corre la storica Sulmona-Carpinone-Isernia, conosciuta anche come la Transiberiana d’Italia. Inaugurata nel 1897, è la ferrovia più alta d’Appennino ed è seconda in Italia solo alla ferrovia del Brennero. Rappresenta il primo progetto di turismo ferroviario italiano in ordine di passeggeri: oltre quindicimila viaggiatori scelgono ogni anno di vivere un’esperienza fuori dal tempo a bordo delle carrozze storiche su cui si respira l’emozione del viaggio dal sapore antico, ammirando panorami suggestivi in ogni stagione e sostando nei tanti borghi attraversati dalla linea ferroviaria. Il suo soprannome è legato alle nevicate invernali ma la richiesta crescente di turismo lento e di destinazioni fuori dalle rotte abituali sta determinando il rilancio della linea come vero e proprio laboratorio turistico per l’Alto Molise. Ultima tappa del nostro itinerario è Isernia, che nel 1215 ha dato i natali a Pietro Angelerio, ai più noto come Celestino V, eletto Papa a Pe¬rugia nel Conclave del 1294. Visitiamo il centro storico, un fitto intreccio di vicoletti che acco¬glie le chiese di San Francesco e Santa Chiara oltre alla Cattedrale, intitolata a San Pietro, costruita sul podio del grande tempio dedicato a Giove.
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A poche centinaia di metri, la fontana della Fraterna, simbolo della città. Meritano di essere visitati anche il Museo Archeologico Santa Maria delle Monache, che ospita reperti di epoca romana e, in località Ramiera Vecchia, il giacimento paleolitico dell’Homo aeserniensis, oltre al Museo dei Costumi del Molise. La collezione museale comprende circa 40 costumi completi femminili, diversi pezzi d’abbigliamento, una corposa raccolta di fotografie e documenti d’epoca e oltre mille pezzi di oreficeria popolare antica. Si tratta di reperti straordinari, per bellezza, rarità e ricchezza delle finiture, in grado di rappresentare anche una rilevante testimonianza della cultura popolare del Molise. Passeggiando tra i vicoli si incontrano donne che lavorano al tombolo, un’attività assai fiorente in città e in tutta la provincia di Isernia, dove si è diffusa a partire dal Quattrocento. Le antiche trattorie e i piccoli ristoranti fanno da contorno a questo viaggio indietro nel tempo, dove è possibile gustare salumi, formaggi, pa¬sta all’uovo e ottime verdure. Tutto condito con olio d’oliva, prodotto ancora con i tradizionali sistemi di raccolta e molitura. Testo e foto di Franco Cappellari © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
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Molise
Come arrivare: In Molise In macchina: Autostrada A1, uscita: S. Vittore (da ROMA) Autostrada A1, uscita: Caianello (da NAPOLI) Autostrada A14, uscite: Vasto sud e Termoli Autostrada A16, uscita: Benevento In aereo: Aeroporto: Roma Fiumicino | Roma Ciampino Aeroporto: Napoli Aeroporto: Pescara Aeroporto: Foggia In treno: Stazioni principali: Campobasso; Isernia Ad Isernia In macchina: Da Nord: prendere l’Autostrada Adriatica A14, uscire a Montenero di Bisaccia / Vasto Sud / San Salvo, poi prendere la SS650 (Fondo Valle Trigno) in direzione Isernia, proseguire sulla SS17, prendere la SS85 in direzione di Venafro e uscita in direzione di Isernia. Da Sud: dalla Autostrada Adriatica A14 seguire le indicazioni per Pescara, proseguire sulla A16, seguire le indicazioni per Benevento, proseguire sulla SS88, uscire a Campobasso, prendere la SS87 (strada Bifernina) in direzione Campobasso / Isernia, proseguire sulla SS17, prendere la SS85 in direzione di Venafro e uscita in direzione di Isernia.
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Quando andare: Clima: La parte occidentale del territorio molisano è montuoso. Il clima è tipico montano: estati tiepide e sopportabili, inverni rigidi e nevosi. Nella parte orientale, collinare, il clima è più mediterraneo: estati calde-temperate ed inverni freschi.
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Dove dormire: Hotel Dora S.S. 85 Venafrana - km 24,600 - 86077 Pozzilli; Tel. 0865-908006. Albergo moderno, con ampio giardino, piscine e ristorante che si avvale delle proposte della cucina dell’eclettico chef Adriano Cozzolino. Gusterete grandi piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna: baccalà alla montanara, pancotto del pastore, cosciotto d’agnello farcito, sformato di caciocavallo.
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Suggerimenti: Musec - Il Museo dei Costumi del Molise nasce per valorizzare e rendere fruibile la prestigiosa collezione di Antonio Scasserra, raccolta in anni di appassionate ricerche. La collezione si compone di 35 costumi completi e oltre 100 elementi d’abbigliamento, tutti pezzi originali, che provengono da quei paesi del Molise che hanno, più di altri, mantenuto nel tempo l’uso dell’abbigliamento consuetudinario della tradizione. A Isernia, Via Giovanni Berta, Palazzo della Provincia, Tel. +39 0865 441381. Cantina Campi Valerio: ottimo indirizzo dove acquistare il vino locale è la cantina Valerio che dal 1974 produce vini di pregio e di grande carattere. Nella tenuta che fu del Principe Pignatelli, la famiglia abbina la passione per l’agricoltura all’amore per la propria terra, dando vita a una produzione vinicola che mira alla valorizzazione dei vitigni autoctoni del Sannio Pentro (Molise). L’azienda si distingue come unica produttrice del vino Pentro ed è stata la prima a realizzare un Metodo Classico nel proprio territorio.
BRESSANONE
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Di sua beltà si fida, Bressanone, sontuosa ed elegante città-giardino ai piedi delle Alpi. Parentesi mediterranea nell’austero Alto Adige, la città più antica del Tirolo è ricca di storia e sogna un futuro tutto green. Anche grazie a un nuovo hotel, pensato tra gli alberi. Testo e foto di Arturo Di Casola www.arturodicasola.com
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a piccola Bressanone è capace di raccontare storie bellissime. Sarà per l’eleganza delle logge rinascimentali del cortile interno del suo palazzo vescovile. Sarà per quell’atmosfera all’imbrunire che avvolge, come soffice ovatta, i palazzi merlati del centro storico. E sarà per il verde, che prende per mano e accompagna durante la visita della città. Quel verde in cui Bressanone sembra quasi sprofondare attraversando alcuni suoi viali e che, con un po’ d’immaginazione -ma neanche tanta-, creano un corridoio (verde, ça va sans dire) che unisce le due montagne verdissime che stringono, una di fronte all’altra in un abbraccio, la città altoatesina.
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Quel verde dei giardini, che passeggiando lungo l’Isarco nel tratto che costeggia il rione Stufles, nascondono il resto della città. E infine quel verde che ha fatto da sfondo anche ad un paio di sogni cittadini. A quello di creare un giardino dedicato ad un elefante, cosa di certo non comune, specie in Alto Adige, e che è invece riuscita ad un hotel cittadino, appunto l’Elephant. Tutto comincia con un elefante di nome Soliman, che dovendo attraversare mezza Europa nel 1551, dal Portogallo all’Austria, donato dal re del Portogallo Giovanni III all’arciduca Massimiliano, suo nipote, transitò per Bressanone dove trascorse ben 14 giorni riverito e curato dall’oste Andrä Posch prima di riprendere il viaggio per Vienna. Da allora l’elefante è rimasto il nume tutelare dell’Hotel Elephant: non solo per il nome che gli ha dato, ma anche perché disegnato sulla facciata, sulle insegne, esposto nelle vetrinette negli spazi comuni dell’hotel e perché è il leit motiv di un visionario giardino attiguo all’hotel. Una eccentrica galleria d’arte a cielo aperto dedicata al bonario animale, in cui opere grafiche, sculture contemporanee e lunghe zanne sotto teca, convivono con fiori e alberi di mele in un’oasi il cui verde sfuma, in lontananza, nelle montagne che abbracciano Bressanone.
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Cambia il luogo, non più il centro di Bressanone ma un versante del monte Plose - che dall’alto guarda la città e la valle- e cambia l’atmosfera, ma il sogno è alla base anche di un altro hotel: il My Arbor. Già il nome, il mio albero, la dice tutta sul sogno che avevano i proprietari, la famiglia Huber: vivere in una casa tra gli alberi. Ma non una di quelle casette appoggiate sui rami di qualche albero, gioco o poco più per i bambini, ma nientemeno che un hotel: lungo 161 metri e dotato di 104 suite, appollaiato su 65 pilastri d’acciaio e alto fino a 32 metri, cioè all’altezza degli alberi. L’opera visionaria, che il brillante progetto dell’architetto Gerhard Tauber ha concretizzato tra gli alberi di un bosco, è meno mastodontica di quanto si possa credere e si mimetizza alla perfezione nell’ambiente circostante. Sua maestà l’albero qui regna sovrano: dal banco della reception, ideato su un albero proveniente dalla Val Pusteria, al soffitto della hall, dal quale pendono a testa in giù 48 tronchi di abete. Un viaggio nel legno che diventa anche olfattivo una volta messo piede in una delle suite; qui l’architettura contemporanea degli arredi diventa quasi eterea ricoperta dal profumo senza tempo del legno.
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Il viaggio emozionale all’interno di My Arbor può avvenire, se non in ascensore, attraverso una scala capolavoro di estetica che raggiunge la Spa Arboris in cui gli alberi, ritratti su una foto gigantesca retroilluminata, confinano con le bottiglie della cantina, tutta a vetri, che fa apparire il nobile figlio delle viti come un gioiello sotto teca. Il vino, già , e il pensiero corre al piano di sopra, al ristorante
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gastronomico dello chef Matthias Hinteregger, la cui sala è stata pensata come una serie di alcove tra le quali le più preziose sono quelle che guardano la valle. Perché, ovviamente, il valore aggiunto dell’hotel è il panorama: verde, verdissimo, rilassante, onirico. Basta sedersi sulla terrazza in un qualsiasi momento della giornata et voilà, la spa, al naturale, è servita. Testo e foto di Arturo Di Casola © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
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Informazioni: Visitare il sito del turismo di Bressanone.
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Quando andare: Sempre. Anche in autunno, che sa regalare, grazie alla folta vegetazione dei dintorni, colori molto belli. E poi gli eventi, ormai, accompagnano tutto l’anno. Dall’IMS International Mountain Summit, dall’8 al 14 ottobre, al Mercato del Pane e dello Strudel, dal 5 al 7 ottobre e al Festival di Acqua e Luce previsto a maggio.
Dove dormire: L’Hotel My Arbor, nella frazione alta di S. Andrea del comune di Bressanone, sulla strada per la Plose, è una scelta che combina la montagna, la Plose appunto, con Bressanone, cui dista solo una manciata di km. Relax assicurato nella Spa Arboris, servizi di tutto punto ovunque, alta cucina e il sogno che si avvera di alloggiare su una palafitta alla stessa altezza degli alberi.
Dove mangiare: A cena non ci sono dubbi, il ristorante dell’Hotel My Arbor, ben diretto dallo chef Matthias Hinteregger e panoramico sulla valle di Bressanone, è una lusinga cui è difficile resistere. Altrimenti per una serata da trascorrere a Bressanone, l’Oste Scuro, nel suo stile rustico chic, è la scelta migliore. Si può far tappa in questo ristorante anche solo per un bicchiere di vino, servito all’enoteca Vitis. Mentre per uno spuntino, brunch o aperitivo, l’Alter Schlachthof , nell’ex mattatoio cittadino, è un indirizzo nuovo da non perdere, anche per vedere il design moderno del locale. In cui si serve anche una buona birra artigianale.
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Suggerimenti: Musei: Il Museo Diocesano nel Palazzo Vescovile è una delle residenze più suggestive e meglio conservate dell’Alto Adige. Le sue 70 sale dedicate a pittura -che parte dal periodo medioevale-, mobili, fini porcellane, stufe in maiolica e il tesoro del Duomo, ne fanno il primo luogo da visitare in città, insieme al Duomo in stile barocco. Nei dintorni l’Abbazia di Novacella, con i suoi affreschi nel chiostro gotico, il rococò della biblioteca e i vigneti circostanti dai quali nascono ottimi vini. E sopra Bressanone, a Velturno, Castel Velturno era la residenza estiva dei principi vescovi e conserva interni meravigliosi da visitare.
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Link utili: Hotel My Arbor
Sito del tuirsmo di Bressanone IMS
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IL PERSONAGGIO: BENJAMIN FRANKLIN
E INTRODUZIONE
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BRANDYWINE VALLEY
DA
EAST COAST
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come si sfoglia
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Philadelphia Convention & visitor
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Perché visitare Philadelphia scegliendola come meta degli USA? Direi perchè “chi comincia bene è a metà dell’opera”, nel senso che gli Stati Uniti sono nati a Philadelphia il 4 luglio del 1776 e, se vogliamo conoscere le origini di questo paese è bene cominciare proprio da qui. E poi, Philadelphia è esattamente a metà strada tra new York e la capitale Washington D.C. Questo è un valore aggiunto per una visita della East Coast.
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Quali sono i punti di forza della destinazione? la storia, l’arte e la cultura in primis, ragioni per cui Philadelphia è la prima città patrimonio dell’Umanità negli Stati Uniti. Ma anche il fatto di essere una città a dimensione d’uomo da girare tutta a piedi, il verde dei parchi cittadini, l’offerta gastronomica: dallo street food ai ristoranti di alta classe, eventi e festival che animano la città tutto l’anno. inoltre vanta un polo universitario e centri di ricerca scientifica e innovazione tecnologica di altissimo livello.
Quali sono le novità di questo anno? la più importante novità è il lancio della nuova campagna Frankly Philadelphia, che esalta il carattere autentico delle città che non ha bisogno di presentazioni. Poi la grande soddisfazione per la prima storica vittoria del Super Bowl da parte della nostra squadra di football americano, gli Eagles. Senza contare il vivace sviluppo dell’offerta alberghiera che vedrà l’apertura di numerose nuove strutture entro la fine del 2018. Una città in grande espansione sotto tutti gli aspetti: turismo, tecnologia, ricerca e soprattutto arte e cultura.
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4 luglio: a Philadelphia viene firmata la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. il quacchero William Penn fonda la città di Philadelphia. i primi insediamenti nei dintorni di Philadelphia risalgono a circa 2.800 anni fa, secoli prima che gli europei arrivassero nelle terre attraversate dal fiume Delaware, intorno al 1609. È l’inizio dell’età coloniale.
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ospita l’Esposizion Universale in occas del Centenario del Dichiarazione di indipendenza.
Philadelphia è la capitale degli Stati Uniti e lo sarà fino al 1800, anno in cui risulterà la città più popolosa degli USA.
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Per tutta la prima metà del 900 la città è investita da frequenti ondate migratorie. in città arrivano anche molti italiani. Philadelphia viene proclamata Patrimonio dell’Umanità
Un’altra Esposizione Universale sarà ospitata in città per i 150 anni dell’indipendenza.
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2018
i Philadelphia Eagles vincono il Super Bowl per la prima volta nella storia.
Apertura del Museum of American revolution.
x 1609
Amate sponde
1682
tim 1776
1790
4 luglio: a Philadelphia viene firmata la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. il quacchero William Penn fonda la città di Philadelphia. i primi insediamenti nei dintorni di Philadelphia risalgono a circa 2.800 anni fa, secoli prima che gli europei arrivassero nelle terre attraversate dal fiume Delaware, intorno al 1609. È l’inizio dell’età coloniale.
1876
ospita l’Esposizion Universale in occas del Centenario del Dichiarazione di indipendenza.
Philadelphia è la capitale degli Stati Uniti e lo sarà fino al 1800, anno in cui risulterà la città più popolosa degli USA.
time
meline Amate sponde
1926
ne sione lla
1900-1950
2015
2017
Per tutta la prima metà del 900 la città è investita da frequenti ondate migratorie. in città arrivano anche molti italiani. Philadelphia viene proclamata Patrimonio dell’Umanità
Un’altra Esposizione Universale sarà ospitata in città per i 150 anni dell’indipendenza.
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i Philadelphia Eagles vincono il Super Bowl per la prima volta nella storia.
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4 luglio: a Philadelphia viene firmata la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. il quacchero William Penn fonda la città di Philadelphia. i primi insediamenti nei dintorni di Philadelphia risalgono a circa 2.800 anni fa, secoli prima che gli europei arrivassero nelle terre attraversate dal fiume Delaware, intorno al 1609. È l’inizio dell’età coloniale.
1876
ospita l’Esposizion Universale in occas del Centenario del Dichiarazione di indipendenza.
Philadelphia è la capitale degli Stati Uniti e lo sarà fino al 1800, anno in cui risulterà la città più popolosa degli USA.
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Per tutta la prima metà del 900 la città è investita da frequenti ondate migratorie. in città arrivano anche molti italiani. Philadelphia viene proclamata Patrimonio dell’Umanità
Un’altra Esposizione Universale sarà ospitata in città per i 150 anni dell’indipendenza.
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4 luglio: a Philadelphia viene firmata la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. il quacchero William Penn fonda la città di Philadelphia. i primi insediamenti nei dintorni di Philadelphia risalgono a circa 2.800 anni fa, secoli prima che gli europei arrivassero nelle terre attraversate dal fiume Delaware, intorno al 1609. È l’inizio dell’età coloniale.
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Philadelphia è la capitale degli Stati Uniti e lo sarà fino al 1800, anno in cui risulterà la città più popolosa degli USA.
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Per tutta la prima metà del 900 la città è investita da frequenti ondate migratorie. in città arrivano anche molti italiani. Philadelphia viene proclamata Patrimonio dell’Umanità
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4 luglio: a Philadelphia viene firmata la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America. il quacchero William Penn fonda la città di Philadelphia. i primi insediamenti nei dintorni di Philadelphia risalgono a circa 2.800 anni fa, secoli prima che gli europei arrivassero nelle terre attraversate dal fiume Delaware, intorno al 1609. È l’inizio dell’età coloniale.
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LA cITTà DELL’AmORE In VIAGGIO DI nOzzE La foto rappresentativa per una coppia in viaggio di nozze? È sotto la parola Love, l’opera di Robert Indiana, simbolo di Philadelphia. Varrebbe solo questo il viaggio, eppure la città che già nell’etimo è un tributo all’amore, è di suo incredibilmente romantica, perfetta per la luna di miele.
honeymoon
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La prova più antic vatorio p dell’anno piano de dove far si può pa la celebr diugiare
Scopri d
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Amate sponde
a si fa dal One Liberty Observation Deck: dalla cima del grattacielo co di Philadelphia, sul quale sorge da poco uno spettacolare osserpanoramico, la vista sulla città è straordinaria. Aperto ogni giorni o fino alle ore 22.00, è imperdibile al tramonto. Accanto, al 37° el Two Liberty Place, si trova l’ R2L, uno dei ristoranti più esclusivi re cenare a lume di candela con la vista sulla città illuminata. E poi asseggiare mano nella mano nei parchi, scambiarsi tenerezze sotto re statua del Bacio di Rodin, cimentarsi nel Love Letter Tour e inin divertenti serate a tema.
di più
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A Philadelphia si può passeggiare biarsi tenerezze sotto la celebre st nel love letter Tour e indiugiare
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mano nella mano nei parchi, scamtatua del Bacio di rodin, cimentarsi in divertenti serate a tema.
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Amate sponde
la foto rappresentativa per una co parola love, l’opera di robert ind
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Amate sponde
oppia in viaggio di nozze? Ăˆ sotto la diana, simbolo di Philadelphia.
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FRAnKLY PHILADELPHIA
Frankly Philadelphia
Frankly Philadelphia è la brochure ufficiale di Philadelphia Convention & Visitors Bureau utilissima per chi si appresta a visitare la città americana.
Qui troverete rapidamente le informazioni su come arrivare, sugli eventi più importanti in programma durante l’anno e 5 proposte di itinerario per chi visita Philadelphia che soddisfano le esigenze di ogni viaggiatore. Si va dal tour classico a quello pensato per le famiglie, dall’itinerario sulle vie dello shopping all’estensione fuori città, alla scoperta dei dintorni. Scarica la rivista
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ARTE E CULTURA
N
azione giovane, gli Stati Uniti hanno sempre dato l’impressione di voler e dover rincorrere il passato di quelle più antiche. E siccome il passato è fatto in gran parte di testimonianze artistiche, ecco il sorgere di grandi istituzioni culturali e di grandi musei. Ancor prima di arrivare a Philadelphia, anche il turista distratto che dà una sommaria occhiata alla pianta della città non può non notare una differenza rispetto alla “solita” griglia di strade e di blocks delle metropoli americane. L’asse diagonale che puntando a nord-ovest come una freccia esce da JFK Plaza, attraversa Logan Square, Eakins Oval per poi sfociare nel Fairmount Park è la consacrazione urbanistica della definizione di Philadelphia come l’Atene degli Stati Uniti, con una densità di musei e istituzioni culturali paragonabile a quella del Mall di Washington. E così l’espressione un po’ stereotipata delle guide d’antan — “vale il viaggio” — qui è perfettamente adeguata. Perché quello artistico e culturale, a Philadelphia, l’Atene degli States, è un viaggio nel viaggio. Visita il sito del World Heritage City
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IL mUsEUm OF ART
chiedete a un bambino: disegnami una casa. V casa: non troppo grande né troppo piccola, con loro posto: porta, finestre, tetto e camino. Il Ph seum of Art è così: “il” museo. Grande ma non edificio neoclassico ma con impianti e tecnolog lenne ma anche amichevole; insomma, la fama più importanti musei degli states e del mondo
ARTE E CULTURA
Le collezioni permanenti sono in gran parte frutto di zioni private e, per quel che riguarda la pittura, le scu se, olandese e fiamminga sono presenti con importan aprono la strada all’imponente sezione di arte americ moderna e contemporanea. Impossibile, poi, non imb le decine di esposizioni temporanee che costellano l’ museo. Nell’adiacente edificio Art Déco del Perelman Buildi ospitate le opere di stampa, incisione e fotografia olt Costumi e opere tessili.
Visita il sito del Museum of Art Torna alla
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Vi disegnerà “la” n tutte le cose al hiladelphia Mun elefantiaco, in un gie moderne, soa di essere uno dei o è ben meritata.
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donazioni di colleuole italiana, francenti capolavori che cana e a quella di arte battersi in una del’attività annuale del
ing sono invece tre al dipartimento di
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ARTE E CULTURA
Amate sponde
Tra le cose da non perdere nell Philadelphia Museum of Art, ch nente e interessanti mostre temp
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la città dell’amore fraterno c’è il he ospita un’esposizione permaporanee.
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ARTE E CULTURA
Amate sponde
la facciata del Museum of Art, c
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costruita interamente in dolomite.
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ARTE E CULTURA
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il complesso del Museum of Art ospita al suo interno piĂš di 225 0
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t è di chiara ispirazione greca e 000 opere.
ARTE E CULTURA
Amate sponde
Chi non ha visto Rocky, alzi la mano. Chi invece lo ha a farsi fotografare.
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ROCKY E PHILLY
ROCKY (1976) THE MOVIE
ROCKY STEPS (2014)
a visto stia pronto ad alzarle entrambe e lEggi TUTTo
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ARTE E CULTURA
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Chi non ha visto rocky, alzi la mano. Chi invece lo h tografare (con le braccia alzate il selfie è piuttosto d Stallone ai piedi della scalinata del Museum of Art Pis a Bruxelles, il celebre personaggio cinematogra interesse” e si può dire che non passi minuto senza mente di corsa su lungo i gradini, in cima ai quali n latore. E se il mito di rocky iniziava ad appannarsi, su questa scalinata.
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ROCKY E PHILLY
ha visto stia pronto ad alzarle entrambe e a farsi fodifficile…) accanto alla statua che immortala Rocky/ t. Come la Sirenetta a Copenaghen o il Manneken afico ha segnato definitivamente questo “punto di che qualcuno si avventuri più o meno responsabilnon sappiamo se vi sia da qualche parte un defibril, ci ha pensato “Creed” a ravvivarlo. naturalmente
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LA BA
ARTE E CULTURA
Astene c’è ma a dovrebb iniziare Barnes. maco co losofia, do in Fr dipinge
Qui, Bar ste voi in villa circ polavori Gogh, 4 sparso, n teralmen In collab venta un e la cres bile colle cambian
Visita i
Tor
Amate sponde
ARnEs FOUnDATIOn
ersi se portatori della sindrome di stendhal. Il cartello non alla Barnes Foundation dovrebbero metterlo. così come bero avvisare i poveri giornalisti: non saprete da che parte e per descriverci. Proviamoci partendo da lui, da Albert c. . Origini umili, fortuna fatta a fine ‘800 grazie a un farontro la cecità infantile, grande passione per l’arte e la fi, inizia a collezionare opere allora contemporanee spedenrancia suoi fiduciari e giungendo a ingaggiare matisse per ere un murale nella sua villa di campagna a merion.
rnes e la moglie sistemano quadri, sculture e oggetti come faren casa vostra: questo sta bene qui, quest’altro là. Risultato: nella condata da un arboretum didattico si accumulano centinaia di catra cui 67 Cézanne (avete letto bene) e 181 Renoir, oltre a 7 Van 46 Picasso, 59 Matisse e molto, molto altro distribuiti in ordine non cronologico né filologico ma, appunto, vitale, con pareti letnte coperte da tele e cornici. borazione con altre istituzioni educative, la Fondazione Barnes din vero cenacolo aperto al pubblico per «promuovere l’educazione scita della conoscenza delle belle arti». Fino al Duemila l’incrediezione resta a Merion, nei sobborghi di Philadelphia ma i tempi no e si rende necessario trovare nuovi spazi. Detto, fatto.
il sito della Barnes Foundation
rna alla
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ARTE E CULTURA
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Una veduta esterna de
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ella Barnes Foundation.
ARTE E CULTURA
La Fondazione — Barnes e la moglie Laura sono manca nel ’51 e nel ’66 — apre nel 2009 e conclude nel 2012 della città un cantiere che dà vita a un edificio in pietra sarebbe magnifico anche se contenesse una lavanderia terno, invece, c’è la riproduzione degli spazi della villa d tutti i capolavori della Barnes. I 150 milioni di dollari necessari all’impresa? Sono arriva cipali attori privati di Philadelphia e da oltre 15mila sem trati a far parte della Fondazione. Che, alla fine, di milio 200, con un avanzo per le attività future.
Di solito non amiamo i toni enfatici ma, signori, l delle cose più straordinarie che ci sia capitato di v la nostra carriera di viaggiatori. Trust us, credetec uscendo, barcollerete in preda a quella sindrome Stendhal a Firenze per colpa della troppa bellezza vostra Piazza Santa Croce sarà il verde della Benj Parkway, con le sue panchine su cui accasciarvi, s
ati rispettivamente 2 sul Museum Mile a del Negev che a a gettoni. All’indi Merion e ci sono
ati da tutti i prinmplici cittadini, enoni ne ha raccolti
la Barnes è una vedere nelci. E quando, che aveva colto a incontrata, la jamin Franklin storditi ma felici.
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van gogh, il postino roulin,1889,
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, Barnes Foundation, Philadelphia.
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Circuito da corsa, William James glackens (1870-1938), Barnes Fo
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oundation, Philadelphia.
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Paul CĂŠzanne, natura morta con arance e mele, Barnes Foundation
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n, Philadelphia.
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henri rousseau, Donna che cammina in una foresta equatoriale, 19
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905, Barnes Foundation, Philadelphia.
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Paul gauguin, Mr. loulou (louis le ray), 1890, Barnes Foundation
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Paul Cézanne, giocatori di carte, 1890-1895, Barnes Foundation, P
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Philadelphia.
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Circa 4 mila murales fanno di Philadelphia una grande tela a cielo aperto.
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Capitale delle arti ďŹ gurative Philadelphia ha anche un spettacolo.
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PHILADELPHIA CAPITALE DELLA MUSICA
PHILADELPHIA (1993) THE MOVIE
n notevole “tempio” per quelle dello lEggi TUTTo
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ARTE E CULTURA
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Capitale delle arti figurative Philadelphia ha anche la volta a botte del Kimmel Center for performing jazz, musica da camera hanno programmi di altissim il Perelman Theatre. Ma il top è dato dalla Philade wallisch e Muti, oggi è diretta da Yannick nézet-Sé
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PHILADELPHIA CAPITALE DELLA MUSICA
e un notevole “tempio” per quelle dello spettacolo. g arts spicca tra i grattacieli di downtown. Balletto, mo livello nelle due sale principali, la verizon hall e elphia orchestra: già condotta da giganti come Saéguin.
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IL mUsEO RODIn E LA PAFA Ebbene sì, a Philadelphia c’è anche un museo interamente dedicato a Auguste Rodin, lo scultore del “Pensatore”. Dove? sulla Benjamin Franklin Parkway, il museum mile della città, ovviamente. Perché? Grazie a Jules E. mastbaum, imprenditore e filantropo che lo fondò nel 1929. Il museo — che vive e prospera sotto l’ala protettrice del Museum of Arts — racchiude oltre 140 opere dello scul-
ARTE E CULTURA
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tore, tra nante de Rodin. È la PAFA eclettico sulla voc tre prest precedu la propri alcuni fa che la fa
Visita il
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a marmi, bronzi e gessi ma il momento probabilmente più emozioella visita lo si vive nel bel giardino dove sono collocate otto opere di È invece all’ombra dei grattacieli e di fronte al Convention Center A, Pennsylvania Academy of the Fine Arts. Questo edificio in stile o e stravagante — che è National Historic Landmark — dice molto cazione artistica di una città che potrebbe “accontentarsi” delle altigiose istituzioni museali. Al contrario, si scopre che la PAFA le ha ute, essendo nata nel 1805 grazie a un gruppo di artisti e mantiene ia vocazione formativa unendo alla parte museale — ci troverete amosi ritratti di George Washington — una sezione accademica a brulicare di giovani artisti.
l sito del Museo Rodin
na alla
Visita il sito della PAFA
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il rodin Museum ospita la collez di Auguste rodin al di fuori dei c
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zione piĂš importante delle opere conďŹ ni francesi.
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la celebre statua del Pensatore
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al museo rodin di Philadelphia.
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Patti laBelle? Di Philadelphia. Billy Paul? idem.
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PHILADELPHIA SOUL
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Patti laBelle? Di Philadelphia. Billy Paul? idem. So nere musicale anni Settanta di derivazione soul e p che, di rimbalzo, sono arrivate nel 2003 ad ispirar Soul, appunto. il fondatore? Un certo Jon Bon Jov
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PHILADELPHIA SOUL
ono tra i protagonisti del Philadelphia Soul, un gepermeato di influenze urbane della città. influenze re il nome di una squadra di football: Philadelphia vi…
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il timpano del Museum of Art presenta le sculture di Carl Paul Jenn
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newein di chiara ispirazione greca.
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nel centro cittadino è possibile ammirare le caratteristiche facciate come in Elfreth’s Alley.
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e con mattoni rossi e i tipici cobblestone che acciottolano il manto delle viuzze
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il Philadelphia City hall è la sede del Comune. la torre alta 167 me dal 1953 al 1960.
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etri venne progettata per essere all’epoca l’edificio più alto al mondo e lo è stato
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Philadelphia è una città che non si spegne mai, perfetta per chi cerc
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ca una vita notturna vivace con numerose opportunitĂ di divertirsi.
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nella foto: la Pennsylvania railroad Suburban Station è un esempio
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o della varietĂ architettonica presente a Philadelphia.
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IL FRAnKLIn InsTITUTE E L’ AcADEmY OF nATURAL scIEncEs
comprensibilmente stanco di andarsene in gir ti formati, il corpulento, simpatico e onniprese Franklin, se ne sta solennemente e finalmente della rotonda del memorial a lui intitolato che, cuore del Franklin Institute.
ARTE E CULTURA
Quest’ultimo è un centro scientifico ed educativo ta aver dato il format alle decine nati successivamente n do. Il modo migliore per essere fedeli al grande scien Benjamin è però quello di non stare mai fermi e quin troverete oltre alle importanti installazioni permanen mostre tematiche e tantissima interattività; ovviame Proprio di fianco al Franklin, merita una visita anche Natural Sciences, fondata nel lontano 1812.
Visita il sito del Franklin Institute Torna alla
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ro nei piÚ svariaente Benjamin e seduto al centro , a sua volta, è il
almente antico da negli Usa e nel monnziato e inventore ndi, al vostro ingresso, nti, esperimenti live, ente in inglese. la Academy of
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Di fronte al Franklyn insitute, l’Aero del 1948 di Paul Manship. il memor nella prima guerra mondiale ed è un art di Philadelphia.
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o Memorial è una scultura in metallo riale è un omaggio agli aviatori morti na delle numerose opere della public
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ARTE E CULTURA
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il BB-1Pioneer del 1930, davanti sperimentale progettato dalla Sa aeronautiche italiane piĂš importa
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al Franklin institute, fu un aereo avoia-Marchetti, una delle ditte anti.
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ARTE E CULTURA
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il Franklin institute ha dodici gall ricca programmazione di mostre te strumenti interattivi che supportan
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lerie espositive permanenti e una emporanee. gli spazi sono dotati di no gli ospiti nella user experience.
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IL mUsEUm OF THE AmERIcAn REVOLUTIOn Philadelphia destinazione sempre più interessante per gli appassionati di storia: è stato inaugurato il 19 aprile 2017 il museum of the American Revolution (mAR), museo dedicato alla storia della nascita degli stati Uniti d’America e alla rivoluzione americana, di cui Philadelphia fu la culla. Situato nel distretto storico, tra Third e Chestnut Street, si estende per più di 10.000 metri quadrati includendo
gallerie, pale dei Franklin tects. Il come la sotto il q dell’Inde zione ing
Un’inte quartie za. nel la demo ispirato
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ARTE E CULTURA
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teatri, centri educativi, collezioni, bar, negozi, uffici. Porta princigrandi edifici storici come l’Independence Hall, Carpenters’ Hall, n Court, è stato progettato dallo studio Robert A.M. Stern Archimuseo ospiterà mostre permanenti, temporanee e installazioni a replica a grandezza naturale del celebre Liberty Tree di Boston quale furono discusse le prime idee rivoluzionarie; la riproduzione ependence Hall, prigione per i soldati americani durante l’occupaglese di Philadelphia.
era area è dedicata alla tenda di George Washington, suo er generale ed abitazione durante la Guerra d’IndipendenLegacy Theater i visitatori saranno invitati a riflettere sulocrazia, sulla libertà e sull’uguaglianza, i valori che hanno o la nascita degli UsA.
l sito del MAR
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ARTE E CULTURA
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Situato nel distretto storico, tra Th per piĂš di 10.000 metri quadrati educativi, collezioni, bar, negozi, u
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hird e Chestnut Street, si estende i includendo gallerie, teatri, centri uffici.
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ARTE E CULTURA
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la dichiarazione d’indipend
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denza del 4 luglio 1776
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Si può dire che non passi minuto senza che qualcuno si avventuri più o meno responsabilmente di corsa su, lungo i gradini.
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ARTE E CULTURA
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A Philadelphia c’è un Consolato generale d’italia e fin
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“CIAO PHILADELPHIA”
n qui nessuna sorpresa. lEggi TUTTo
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ARTE E CULTURA
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A Philadelphia c’è un Consolato generale d’italia e c’è un Console generale che, senza badare a orari e Philadelphia, un programma di iniziative culturali, comunità italoamericana e tutta la città.
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“CIAO PHILADELPHIA”
e fin qui nessuna sorpresa. Più sorprendente è che e energie da spendere, organizza da due anni Ciao artistiche e gastronomiche che coinvolge la vivace
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mURA
ARTE E CULTURA
quattro bano di quasi se ďŹ na. m belli de gramm lica dei tistica.
Era l’An ral Arts sociale, e grazie an campo u costi cop Assoluta bus, in se potranno letica pe
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Amate sponde
AL ARTs PROGRAm
omila. Tanti sono i murales che popolano il paesaggio uri Philadelphia. Incredibile, vero? Anche perché si tratta empre di opere gigantesche e di qualità artistica soprafma dietro a tali numeri c’è un segreto, uno dei segreti più ella città. Era infatti il 1984 quando prese vita un proma di reindirizzamento della creatività disordinata e vandagraffitari verso forme spontanee ma gestite di attività ar-
nti Graffiti Network, destinato a diventare nel 1996 l’attuale MuProgram che coinvolge centinaia di persone afflitte da disagio ex carcerati in cerca di riscatto, disabili. In 30 anni di attività, nche alla verve della fondatrice Jane Golden, sono stati messi in una media di 100 progetti all’anno con 150 artisti coinvolti e con perti in gran parte da donazioni private. amente da non perdere, quindi, uno dei tour tematici guidati in egway o a piedi. Saranno un paio di ore ottimamente spese che o anche portarvi a contatto con artisti all’opera. L’ottima segnaer le vie della città permette anche tour individuali.
l sito del Mural Arts Program
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ARTE E CULTURA
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Uno dei murales
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s di Philadelphia.
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Uno dei murales di Philadelphia.
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Uno dei murales di Philadelphia.
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STORIA E PATRIMONIO Amate sponde
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aradossale. non vengono in mente altri aggettivi per commentare il fatto che una delle nazioni-guida del mondo abbia come icona una campana fessa. Eppure è proprio così. E la Liberty Bell, la campana che nel 1776 chiamò a raccolta i cittadini di Philadelphia per ascoltare la prima lettura della Dichiarazione di Indipendenza, è proprio questo: un simbolo che è più di un simbolo e che ha segnato molti dei momenti chiave della storia degli Stati Uniti. Sulle origini del crepa che l’ha mutilata ci sono diverse versioni che potrete esplorare sul web ma bisogna venire qui, nell’Independence National Historical Park di Philadelphia, per entrare — non serve biglietto — nell’edificio che ospita la campana e vederla da vicino. ma prima è consigliabile un approfondito passaggio nell’Independence Visitor Center, che pure formalmente non fa parte del Parco gestito dal national Park service. È da qui che infatti parte più correttamente la visita al “miglio quadrato più storico d’America”. magari scaricando la app gratuita “nPs Independence”.
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L’InDEPEnDEncE nATIOnAL HIsTORI
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Il suo cuore è l’Independence Hall, l’edificio in sto a sud del complesso storico e su cui svetta u ospitava la Liberty Bell. I grattacieli di Philadel farsi più in là e lasciar spazio a queste che sono storiche per gli Usa: qui furono firmate la Dich dipendenza e la costituzione e a dare il nome a proprio la sala in cui avvennero i due eventi.
STORIA E PATRIMONIO
L’Independence Hall fa parte dei siti Patrimonio dell’ presenza ha innescato il processo che ha condotto P tare nel 2015, prima in tutti gli Usa, World Heritage ressati a una visita approfondita, attorno all’Independ un complesso articolato di edifici: la West Wing e la S a ovest, il Museo della Società Filosofica Americana est.
ne vale comunque la pena dato che ad esempi Declaration House dove ha vissuto Thomas Jeff mento che riproduce la casa in cui vissero i prim degli Usa, in pratica la “casa Bianca” di Philad tutto il Benjamin Franklin museum (da non co Franklin Institute) interamente dedicato alla fi patriota, inventore e uomo di scienza.
Visita il sito dell’Independence National Histori Torna alla
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IcAL PARK
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n mattoni rossi poun campanile che lphia sembrano o davvero mura hiarazione di Ina tutto l’edificio è
’umanità e la sua Philadelphia a divenCity. Se siete intedence Hall troverete Sala del Congresso e la Old City Hall a
io sono visitabili la fferson, l’allestimi due presidenti delphia, e sopratonfondersi con il figura del grande
ical Park
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STORIA E PATRIMONIO
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la Cattedrale di San Pietro e Pa napoleon leBrune, con cupola e man.
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aolo a Philadelphia, progettata da e facciata palladiana di John not-
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STORIA E PATRIMONIO
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Davanti all’indipendence hall fa ne i figuranti che vestono i pann Franklin.
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anno la loro pittoresca apparizioni dell’eroe nazionale, Benjamin
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Una veduta dell’indipendence Mall c
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con il visitor Center in primo piano.
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A marzo di quest’anno, l’Associazione degli scrittori d
(PATWA) ha dichiarato Philadelphia miglior destinaz storico e culturale.
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MIGLIOR DESTINAZIONE
di viaggio dell’area del Pacifico zione per il patrimonio lEggi TUTTo
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STORIA E PATRIMONIO
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A marzo di quest’anno, l’Associazione degli scritto chiarato Philadelphia miglior destinazione per il pa gli autori delle guide lonely Planet hanno segnalat ma destinazione Usa da visitare nel 2016.
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MIGLIOR DESTINAZIONE
ori di viaggio dell’area del Pacifico (PATWA) ha diatrimonio storico e culturale. nel contempo, anche to ai loro lettori Philadelphia indicandola come pri-
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STORIA E PATRIMONIO
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nella foto: il Washington Monument di fronte al Museum of Art e la
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Benjamin Franklin Parkway, l’ampio viale alberato che porta al centro della città .
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Una vista notturna dell’independence hall, il luogo emblematico de
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ella nascita della Costituzione americana.
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la Carpenters’ hall, uno degli edifici storici che si incontrano nel C
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Constitutional Walking Tour a Philadelphia.
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l’independence visitor Center è il luogo perfetto per iniziare la visi liberty Bell Center, l’independence hall, il national Constitution C
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ita nella cittĂ . Si trova vicino alle piĂš famose attrazioni di Philadelphia, come la Center.
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Dalla piazza antistante al Museum of Art, vista sullo skyline di Phila
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adelphia.
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Un mus sbaglia tional C “politic ne, dest te come
Bisogna e le doti metter s ni per ap e gustar nella Sig tografica Costituz soprattu istituito profit e “
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TIOnAL cOnsTITUTIOn cEnTER
seo sulla politica? ma non scherziamo! sai che barba! ato, sbagliatissimo. Primo perché chiamare “museo” il NaConstitution Center porta fuori strada; secondo perché la ca” quando è presentata per quello che è — storia, passiotino della gente e delle nazioni — è un tema appassionane pochi.
però essere americani, cioè avere nel dna il talento comunicativo di sceneggiatori nati — avete presente Disney e la Pixar? — per su un prodigio come questo. Non serve invece essere americapprezzarlo come una delle cose più belle che si possono vedere re a Philadelphia. Difficile trattenere l’ammirazione nell’aggirarsi gners’ Hall, dove 42 statue in grandezza naturale fissano quasi foamente i Padri Fondatori impegnati a commentare e a firmare la zione di cui è possibile vedere una rara copia originale. Ma sono utto gli allestimenti interattivi e multimediali di questo Centro con una legge del Congresso nel 1988 e affidato a un ente non “nopartisan” a colpire i visitatori.
l sito del National Constitution Center
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il national Constitution Center area di piĂš di 48 mila metri quad 100 mostre ed esposizione intera
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è un museo che si estende su un dri che fa da palcoscenico a piÚ di attive.
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C’è una breve rappresentazione teatrale e filmata intit libertà” da cui si esce con qualche brivido lungo la schie lazioni interattive dei principali “issues”, argomenti, di a tito politico e sociale, non mancano installazioni diverte su cui salire e giurare come nuovo presidente degli Sta al giudice della Corte Suprema e alla folla plaudente (c all’uscita).
Insomma, le tre parole chiave della mission del c learn, debate; visitare, imparare, discutere — son modo comprensibile a tutti e di tutte le età. non del constitution center sono le prime parole de che peraltro campeggiano sul gigantesco edificio ple”; noi, il popolo.
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tolata “L’alba delle ena, ci sono simuattualità nel dibatenti come il podio ati Uniti di fronte con foto da ritirare
centro — visit, no declinate in n a caso il motto ella costituzione o: “We, the Peo-
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il national Constitution Center s dence Mall ed è il primo museo al fatti americani legati alla Costitu
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si trova sul Philadelphia indepenl mondo interamente dedicato ai uzione.
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Gli edifici significativi sono davvero molti e per vederli tutti occorre programmare un tempo di visita superiore a quello dedicato dalla media dei turisti.
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Sei tra college e università formano la Città Universit
gli atenei più importanti sono la Drexel University, la e la University of Pennsylvania.
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SCANDALO A FILADELFIA (1940)
taria di Philadelphia. a Temple University lEggi TUTTo
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Sei tra college e università formano la Città Unive sono la Drexel University, la Temple University e la della ivy league ed è stata fondata da… Benjamin Penn Museum, dedicato a antropologia e archeolo
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UNIVERSITÀ
ersitaria di Philadelphia. gli atenei più importanti a University of Pennsylvania. Quest’ultima fa parte n Franklin, ovviamente. nel campus sorge anche il ogia.
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Philadelphia celebra l’armistizio alla fine della prima guerra mondial Broad Street. È l’11 novembre 1918.
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le. Migliaia di cittadini si incontrano sotto la replica della Statua della libertĂ su
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1914: gente fuori allo Shibe Park prima di assistere a una partita di b
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baseball.
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i marinai a bordo della Uss olympia alle prese con un ballo. la Uss
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olympia è conservata al Seaport independence Museum di Philadelphia.
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Clienti in un bar di Philadelphia dopo la ďŹ ne del proibizionismo nel 1
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1933.
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Bellezze al bagno. FotograďŹ a intorno al 1910-1920.
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DRITTO AL cUORE: IL cITY HALL E LA cATTEDRALE L’allure da (ex) capitale federale Philadelphia la dimostra non solo nel parco dell’Indipendenza ma anche nel centro del reticolo di strade cittadine. Prendete il city Hall, il municipio.
Penn, fo te di fron una part
A rende Logan s recente diale de paliana nel cui
STORIA E PATRIMONIO
È il più grande degli States, domina letteralmente il centro pur costellato di grattacieli e sino al 1987 è stato il più alto edificio di Philadelphia anche grazie alla grande statua di William
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ondatore della città, posta in cima alla torre centrale. Praticamennte c’è il Masonic Temple, a ricordarci che la Massoneria ha avuto te non piccola nella storia della “città dell’amore fraterno”.
ere importante la cattedrale, che si trova poco più in là, su square, oltre alle caratteristiche architettoniche è stata la e visita di papa Francesco in occasione dell’Incontro monelle famiglie, nel 2015. Altra chiesa importante è l’episcoa christchurch, situata nei pressi dell’Independence Park e cimitero è sepolto Benjamin Franklin.
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Per lo sport “da vedere”, Philadelphia offre le classich Torna alla
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JULIUS ERVING
he opportunitĂ made in Usa. lEggi TUTTo
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Per lo sport “da vedere”, Philadelphia offre le clas squadra di baseball e giocano allo stadio Citizens B nella nBA i Philadelphia 76ers nel Wells Fargo Ce spettivamente gli Eagles (che giocano in un stadio d con gli Union.
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ssiche opportunità made in Usa. i Phillies sono la Bank Park; per il basket invece scendono in campo enter. Football americano e hockey coinvolgono rida 70mila spettatori) e i Flyers. C’è anche il calcio,
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IL PERsOnAGGIO: BEnJAmIn FRAnKL
Potreste anche non saper nulla di lui e nemme stenza ma dopo mezza giornata a Philadelphia a chiedervi chi è quel tipo corpulento dalla zazz pantaloni al ginocchio che salta fuori da tutte l così la sua conoscenza.
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Se William Penn è il fondatore della città ed è colui stato della Pennsylvania, Franklin è tutto il resto: sc giornalista, filosofo, uomo politico e, ultimamente, città. “Ben” ha anche una sua pagina Facebook ma da vicino e al di là di pupazzi, gadget, souvenir, butta od e attori intrattieni-visitatori bisogna andare al su Museum, appunto.
Al Franklin Institute, invece, dove c’è il suo me se ne approfondiscono le doti di scienziato e in probabilmente che ha inventato il parafulmine ce è che dobbiamo a lui l’idea dell’ora legale. Visita il sito del Franklin Institute
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eno della sua esisareste costretti zera bianca e dai le parti e a fare
i che dà il nome allo cienziato, inventore, “mascottona” della per conoscerlo più adentro di fastfouo museo, il Franklin
emorial ufficiale, nventore. saprete e, meno noto inve-
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il busto di Franklin osserva la c observation Deck, un punto pan delphia dall’alto.
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città dalla cima dell’one liberty noramico da cui si ammira Phila-
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la scultura di Benjamin Franklin Joe Brown.
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n in north Broad Street opera di
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la statua di Benjamin Franklin al F
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Franklin institute di Philadelphia.
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Nei pressi del Seaport Independence Museum di Philadelphia i grattacieli sembrano farsi più in là. Eccola la Olympia, antica nave superstite della guerra ispano-americana.
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FOOD, GREEN & SHOPPING Amate sponde
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mericani, ammettetelo: state migliorando ma non si può certo dire che viaggiatori e turisti vengano da voi avendo come primo obiettivo cucina e vini. Sì, le cose buone e le buone pratiche non mancano e d’altra parte in un Paese che è come un continente è appena normale ma la fama di patria del cibo spazzatura è difficile da eliminare. Philadelphia è un buon avamposto di questa battaglia per il buon cibo, grazie a santuari come il reading Terminal Market e ad alcuni ottimi locali.
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READInG TERmInAL mARKET
La prima cosa notevole di questo bellissimo me piantato nel cuore della città e non in periferia terebbe di trovarlo. Il centinaio tra chioschi, ba è infatti ospitato in un vecchio terminal ferrov della sua storia secolare e ricca di alti e bassi da vanta.
FOOD, GREEN & SHOPPING
Il suo slogan è tanto semplice quanto attuale: fresco ni. Per apprezzarlo al meglio può essere una buona id guidato di un’ora e un quarto condotto da un food-w tour si avranno gli elementi per andare a colpo sicuro esesteak, piatto identitario di Philadelphia, sandwich fuso e tocchetti di manzo inventato dall’italiano Pat O
Da non perdere assolutamente sono poi tutti i chetti con i prodotti freschi delle campagne de Dutch, le contee Amish. non vi mancherà cert ne per fare quattro chiacchiere con i contadini mento tradizionale. Visita il sito del Reading Terminal Market Torna alla
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ercato è che è a dove ci si aspetancarelle e negozi viario e il rilancio ata dagli anni no-
e “local” tutti i giordea affidarsi a un tour writer. Al termine del o e assaggiare il chea base di formaggio Olivieri.
chioschi e i banella Pennsylvania tamente l’occasioi, nel loro abbiglia-
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FOOD, GREEN & SHOPPING
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il reading Terminal Market è un quisti a Philadelphia.
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no dei posti migliori dove fare ac-
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il reading Terminal Market, situa ta piĂš di 100 tra bancarelle e sta
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ato nel cuore della cittĂ , presenand.
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FOOD, GREEN & SHOPPING
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Uno dei chioschi del reading Te leccornie e specialitĂ del cibo di s
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Terminal Market dove assaggiare strada locale.
FOOD, GREEN & SHOPPING
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È sul grattacielo più antico della città l’osservator ma one liberty observation Deck, permette una danno la possibilità di zoomare sui punti di interes caratteristiche.
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PANORAMA
rio panoramico più nuovo di Philadelphia. Si chiavista a 360° ed è dotato di monitor interattivi che sse principali della città e di approfondirne storia e
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RIsTO
Lo stree dwich c panino nome s zioni di
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Molto di piĂš agev sedie e s pratica s di grand zati, dall
Interess tra i qu akhous tenhou
Ristora
Attrazi
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ORAnTI E cIBI DI sTRADA
etfood per eccellenza di Philadelphia è senz’altro il sancheesesteak che viene servito in differenti varianti. Altro (non propriamente “ino”) tipico della città è l’Hoagie, sotto il quale vengono serviti quasi ogni sorta di combinai carne, verdure e insaccati cacciati a forza nel pane.
iffusi e quindi facili da trovare per strada sono anche i Pretzels, voli da addentare quando non si hanno a portata di mano tavoli, stoviglie. Gradevoli in estate i chioschi che vendono water ice, in succhi di frutta e ghiaccio a gogo. La scelta di ristoranti è a livello de metropoli e quindi enorme così come quella dei locali specializle birrerie artigianali alle pasticcerie.
sante ed eclettica la catena di 21 locali di stephen starr uali — se siete amanti della carne — è molto buona la stese di alto livello Barclay Prime, proprio all’angolo di Rituse square.
anti e vita notturna
ioni da non perdere
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il cheesesteak, il tipico panino formaggio fuso.
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o di Philadelphia con manzo e
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Lo slogan è tanto semplice quanto attuale: fresco e “local” tutti i giorni
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IL VERDE La piantina della città dice già tutto. Il vero polmone verde di Philadelphia è il Fairmount Park.
meno v spazi pu Park.
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Ideale per passeggiate rilassanti (o per tour in segway o bicicletta), dal suo Belmont Plateau, ottimo per una sosta o un picnic, si ha una bella vista su downtown. Sempre dalla cartina urbana spiccano due oasi simmetriche nei due distretti meridionali del centro.
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Washington Square, adiacente all’Independence Park, l’altra è Ritse Square, spazio di relax tra le vie dello shopping.
verde ma posizione cruciale ai piedi del city Hall e anche ubblici, fontane e public art nel nuovo spazio di Dilworth
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il Fairmount Park è il polmone ve running o per fare una semplice
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erde di Philadelphia, ideale per il passeggiata.
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non solo olanda. Anche Philadelphia celebra i trionfi l’international Flower Show.
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fi primaverili dei fiori e lo fa con lEggi TUTTo
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non solo olanda. Anche Philadelphia celebra i tri Flower Show. Quattro ettari di giardini al coperto v verso all’interno del monumentale e moderno Penn città .
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INTERNATIONAL FLOWER SHOW
ionfi primaverili dei fiori e lo fa con l’international vengono allestiti ogni anno a marzo con un tema dinsylvania Convention Center, in pieno centro della
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nel mezzo del Fairmount Park, il Boathouse row è una casa con gi molti visitatori.
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iardino che riprende lo stile architettonico giapponese del 17° secolo che attrae
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rittenhouse Square, oasi verde di Philadelphia tra le vie dello shopp
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ping, è un luogo molto frequentato dagli skaters.
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Washington Square è un parco urbano ideale per rilassarsi in città.
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capi di abbigliamento e scarpe sono esenti da t fattori che rendono gli acquisti convenienti a P
FOOD, GREEN & SHOPPING
Altro elemento importante è la presenza di tutti i gra shopping da Macy’s a Neiman Marcus, disseminati n il King of Prussia, negli outlet come i Premium Outle cittadino. In quest’ultimo, le strade principe per gli ac Spruce e la Chestnut e tutto il distretto attorno a Ri
Acquisti di gastronomia sono possibili oltre che minal market anche all’Italian market mentre e oggetti legati ai temi artistici e storici sono da ottimi shop dei musei e in quello dell’Independ ter.
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tasse: è uno dei Philadelphia.
andi marchi dello nei grandi mall come ets e nel centro cquisti sono tra la ittenhouse Square.
e al Reading Teri migliori gadget a acquistare negli dence Visitor cen-
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Con piĂš di 100 anni di storia, il principali destinazioni per lo shop
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Macy’s Center City è una delle pping cittadino.
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The Shops at liberty Place è situ dispone di più di 50 negozi per lo
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uato nel cuore del City Center e o shopping.
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le griffe più famose campeggian Macy’s Center City.
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no nelle vetrine e nelle teche del
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Capi di abbigliamento e scarpe sono esenti da tasse: è uno dei fattori che rendono gli acquisti convenienti a Philadelphia.
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Per sapere come arrivare, come spostarsi e dove rice-
vere informazioni, consigli, mappe e altro sulla città di Philadelphia consultare la pagina in italiano delle informazioni essenziali di Philadelphia Convention & Visitors Bureau
www.discoverPHL.it
PHLCVB è rappresentata in Italia da Master Consulting FL srl Via Guido d’Arezzo, 35 00198 Roma tel 06 42011376 email info@mastercons.it www.mastercons.it Frankly Philadelphia la nuova brochure su Philly
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UTILI
C R E DI T S
Questo ebook, usufruibile anche come app, è stato prodotto grazie all’impegno di Philadelphia Convention & visitors Bureau e Brand USA. hanno collaborato Brandywine valley & valley Forge, Discover lancaster e hershey & harrisburg.
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