Sommario
Foto Lucio Rossi
Tokio Dietro i grattacieli
Parchi USA Ombre rosse
Oman Oman calmo
Isola d’Elba In bici tra cielo e mare
Veneto Fascino e gusto
Marzo 2015
Redazione:
Via Pisacane, 26 20129 Milano tel. +39 02.36511073 redazione@latitudeslife.com
Hanno collaborato
Luca Bracali Enrico Caracciolo Lucio Valetti Graziella Leporati Arturo Di Casola
Fotografi
Luca Bracali Enrico Caracciolo Sergio Pitamitz Arturo Di Casola
Pubblicità
MPMedia Adv info@mpmedia-adv.it
Foto di: Luca Bracali
n째80 Marzo 2015
Direttore Responsabile Eugenio Bersani
eugenio@latitudeslife.com
Photo Editor
Lucio Rossi
lucio@latitudeslife.com
Sales Manager
Lanfranco Bonisolli
lanfranco@latitudeslife.com
Redazione
Elena Brunello
elena@latitudeslife.com
Graphic
Arianna Provenzano
arianna@latitudeslife.com
Social Media Manager
Marco Motta
marco@latitudeslife.com
Titolo
Titolo
Dietro i grattacieli
TO K I O Dietro i grattacieli
Il volto old fashioned di Tokyo, tra edifici in legno, musei in bambÚ, stazioni in mattoni rossi e atmosfere d’antan. Testo e foto di Arturo Di Casola www.arturodicasola.com
Dietro i grattacieli
Tokio
LAT 35,41 N
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Q
uando il 3 ottobre del 2012, alle 10:30, con precisione nipponica, sono stati rimossi i teloni che coprivano la facciata in mattoni rossi della stazione di Tokyo, semplicemente Tokyo per i giapponesi, per la capitale del Giappone è stato un momento importante. Perché questa megalopoli che non vanta vere e proprie piazze, finalmente ne aveva scoperta una: bellissima e architettonicamente elegante nei mattoni rossi dei primi del ‘900 della stazione, lunga più di 300 metri. Così anche
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Tokyo, che per molti risulta nient’altro che una foresta di grattacieli ed edifici messi alla rinfusa gli uni accanto agli altri, aveva ritrovato la sua grandeur di capitale visto che, proprio dall’ingresso centrale della stazione, parte il viale che conduce ai giardini e al palazzo imperiale. E uscendo oggi dalla stazione il colpo d’occhio è entusiasmante, specie di sera: con i grattacieli che abbracciano, in un contrasto architettonico forte tra antico e moderno, la
Dietro i grattacieli
piazza con la stazione. Il difficile, forse, nella capitale giapponese, è scovare questo suo fascino old fashioned. Perché talvolta si trova nascosto sotto una linea ferroviaria: come nel caso della ex stazione ferroviaria Kanda Manseibashi, anch’essa in mattoni rossi, chiusa nel 1943 e che nel 2013 è rinata diventando uno spazio eccentrico, per l’architettura e non, di negozi di interior design, caffè e ristoranti, il tutto ritagliato sotto le arcate di un viadotto ferroviario.
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
E spettacolare è il cafè N3331, stretto tra i binari su cui sfrecciano i treni. Nella stessa zona, la galleria 2ki540 Aki-Oka Artisan è l’interpretazione di un concetto simile, ma in ambiente bianchissimo, sotto le arcate della linea JR Yamanote, con un enclave di botteghe artigiane tutte di buon gusto. Proseguendo verso nord ecco Asakusa, zona molto turistica per la presenza del tempio buddhista Senso ji, e in cui l’architetto Kengo Kuma ha reinterpretato lo stile delle casette basse di Asakusa, zona shitamachi (parola giapponese che indica la città bassa)
Dietro i grattacieli
per definizione, ideando la torre dell’Asakusa Culture Tourist Information Center, impilando una serie di volumi in legno, materiale molto usato nell’Asakusa del passato, che richiamano le case della zona. Del resto il legno sta vivendo, qui come altrove, un revival: ne è prova, nella vicinissima Kuramae, un ostello, che si chiama Nui, che significa cucito a mano, realizzato perlopiù in legno in uno stile unico da carpentieri ed artigiani della zona, in un ex magazzino con una storia lunga 400 anni di fabbrica di giocattoli, gloriosa attività nella manifatturiera Kuramae.
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
E quando ad Asakusa chiudono i negozi, è il momento giusto per incamminarsi lungo Nakamise dori, ammirando questa strada divenuta a questa ora una sorta di galleria d’arte en plein air, grazie alle serrande dipinte dei negozi, nell’ambito dell’Asakusa art project, e raffiguranti momenti di vita quotidiana, scene umanizzate e donne in kimono. Temi, questi, che sembrano richiamare quelli che stanno trasformando un design hotel di Shiodome, il Park Hotel Tokyo: qui numerosi artisti, tutti giapponesi, stanno interpretando ciascuno a modo proprio temi quali il sumo e il sento, cioè il bagno pubblico, la calligrafia e la carta tradizionale giapponese washi, nella volontà di trasformare le camere dell’hotel in altrettante art room. E in questa Tokyo bellissima, onirica, lontana dagli stereotipi del kitsch e dei videogiochi, c’è anche spazio per visitare raffinate mostre d’arte contemporanea nella galleria SCAI The Bathhouse ospitata in un ex bagno pubblico a Yanaka, zona fuori dal tempo in cui, la sera, il lento filare delle biciclette sembra cullato dalla musica d’antan diffusa per strada.
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
C L I CC A
1
2
3
4
5
6
7
8
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
Trascorrere un pomeriggio deliziandosi alla vista degli anziani che discutono di libri bevendo sake e mangiando kamaboko (tipico piatto a base di pesce) nel ristorante di soba Matsuya a Kanda, quando anche gli ultimi sarariman della pausa pranzo sono scomparsi. O assistere allo spettacolo, perchĂŠ di questo si tratta, del cuoco di tonkatsu del ristorante Tonki, anziano, molto anziano,
Dietro i grattacieli
diremmo vecchio in senso buono, che frigge e taglia alla perfezione, sempre con il sorriso e nella candida uniforme bianca, la carne di maiale. A lui è affidato il compito più esperto, e la line up dei più giovani assiste ammirata ai suoi gesti. Alla faccia di chi vuole che lo chef sia, ad ogni costo, giovane e glamour. Anche questa è Tokyo.
Testo e foto di Arturo Di Casola © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
.
Dietro i grattacieli
Dietro i grattacieli
ES U TIT
Dietro i gratacieli
Tokio
Informazioni: Tutte le informazioni per organizzare un viaggio sul sito dell’Ente giapponese per il turismo www.turismo-giappone.it.
Come arrivare: Con Finnair (www.finnair.com) si vola a Tokyo tutto l’anno da Roma e Milano, voli stagionali da Pisa e Venezia cui si aggiungeranno, dal 6 maggio quello da Catania, e dal 28 quello da Napoli. Propone ottime tariffe e offre ottimi servizi a bordo, anche in Economy. Inoltre, grazie alla rotta polare percorsa da Helsinki per l’Asia, i tempi di percorrenza si accorciano. Rilassante, all’aeroporto Vantaa di Helsinki, l’attesa nella Kainuu Lounge, decorata con materiali e design di quella regione, e in cui funziona un punto Book Swap, dove prendere e lasciare libri, situata nei pressi del gate 31.
23
Quando andare: S’impone fine marzo inizio aprile per la fioritura dei ciliegi (sebbene non sia Tokyo il posto più famoso in Giappone), ma in genere vi si può andare tutti i mesi. Considerando, però, che a metà giugno comincia una sorta di stagione delle piogge, e che d’estate il clima è caldo e umido. Dove dormire: Park Hotel Tokyo en.parkhoteltokyo.com membro di Design Hotels, nella zona di Shiodome. Nui hostel backpackersjapan.co.jp/nui_en nella zona di Kuramae in ascesa per la vicinanza alla Tokyo Skytree, ambiente eccentrico di design in legno, ambiente molto di moda la sera.
L
Dietro i grattacieli
Dove mangiare: Il ristorante Tonki, a Meguro, è tra i locali più rinomati di Tokyo per la cotoletta di maiale. Anche lo spettacolo, di cuochi e camerieri in uniforme bianca, merita la scelta. Matsuya www.kanda-matsuya.jp è un ristorante di soba, tra i più pregiati, a Kanda. Fino ad una certa ora è frequentato per la pausa pranzo, di pomeriggio torna ad essere un luogo tenero, con gruppi di anziani che discutono di libri bevendo sake, in attesa del piatto forte, i soba, fatti a mano.
U TIT
Documenti: Passaporto senza visto, se non si superano i 90 giorni di permanenza. %&x
Lingua: Pur con tutti i limiti del caso, non essendo molto diffuso, l’inglese. Valuta: Yen. I circuiti Cirrus e Maestro, necessari per il prelevamento di contante con le tessere Bancomat, comunque non molto diffusi, sono presenti negli ATM Seven Bank -quindi anche in alcuni convenience store Seven Eleven- e Citybank. Telefono: Il prefisso per telefonare in Giappone dall’Italia è 0081, cui va aggiunto quello per Tokyo che è (0)3. In Giappone funzionano i cellulari italiani solo se 3G.
Ombre rosse
omb
ross
Da Ansel Adams a John Wayn far-west americano sono state le fotografia in bianco e nero com ad un secolo di distanza dalle im piena era digitale, abbiamo decis pi첫 suggestivi di questo piccolo, m
Testo e foto d www.luca
Ombre rosse
bre
se
ne, gli sconfinati paesaggi del icone pi첫 ricorrenti nella grande me nel cinema. Noi di Latitudes, mmagini del grande maestro ed in so di mostrarvi alcuni dei luoghi ma poliedrico, universo roccioso.
di Luca Bracali abracali.it
USA
LAT 36,13 N
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
I
l tramonto infuoca le rocce rosse di questa mitica America. I parchi nazionali Usa, molti dei quali disseminati tra Utah e Arizona, offrono scenari unici. La stretta vicinanza tra l’uno e l’altro permette di assaporare in un unico viaggio il mito americano per eccellenza, quelll’Ovest leggendario che ammaliò pionieri, conquistatori e tutti gli uomini in cerca di libertà. ZION Entrare a Zion è un po’ come varcare la soglia della Svizzera o percorrere la Orchard Road di Singapore. L’ordine, la cura, la pulizia, anche di una semplice panchina, rasentano davvero la perfezione. Zion è il parco più meridionale dello Utah ed è in pratica un microcosmo fatto di tanti piccoli canyon, cascate e grotte di arenaria stratificate. Ciò che lo contraddistingue, rispetto agli altri parchi, è la forte presenza d’acqua e ciò che lo rende ancor più affascinante sono i petroglifi e le pitture rupestri realizzate dai Pueblo ancestrali e prima ancora dai Fremont. Segno evidente che questa terra era abitata già da qualche millennio.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
BRYCE CANYON L’antico villaggio di Bryce vuole ricordare i tempi che furono, quelli del far-west un po’ classicheggiante e mentre ci scorrono davanti piccoli frammenti di storia, il main-gate di Bryce ci dà il suo benvenuto. Il primo colpo, per chi non è abituato a paesaggi del genere, può essere molto forte, addirittura impattante, da sindrome di Stendhal, come quando i giapponesi si collassavano di fronte alla cupola del Brunelleschi a Firenze.
Ombre rosse
Bryce è davvero impressionante, uno spettacolo superlativo, provate ad immaginarvi una serie infinita di anfiteatri e canne d’organo che si ripetano in lunghi filari e si perdono all’infinito. Ma oltre ad un gioco di forme, i pinnacoli di Bryce sono una straordinarietà anche nei colori che si infiammano con il sole, ma si accendono di una luce diafana, a tratti dorata, altre volte trasparente, quando vengono illuminati dal retro.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Una serie di piccoli sentieri si snodano al suo interno e percorrerli a piedi è una delle grandi esperienza da fare, giusto per confrontarsi con la smisurata grandezza di questa natura che ha saputo modellare autentiche opere d’arte scolpite dal vento e dalla pioggia negli ultimi millenni. Le migliori vedute del canyon sono tutte facilmente raggiungibili percorrendo i 27 chilometri di “scenic drive” che si snodano verso sud seguendo il bordo del canyon e i punti più spettacolari restano Inspiration, Bryce, Sunrise e Sunset Point dove conviene intrattenersi piacevolmente anche ben oltre il tramonto.
Ombre rosse
GRAND CANYON Fra i 30 parchi nazionali più suggestivi degli Stati Uniti sicuramente il Grand Canyon occupa il primo posto, sia per fama che per immensità del paesaggio. Generato dall’erosione del fiume Colorado, il Grand Canyon è lungo 446 chilometri, profondo fino a 1.600 metri ed in alcuni tratti ha un ampiezza di ben 27 chilometri! Ma oltre ad essere uno degli spettacoli più belli da ammirare in natura è altrettanto affascinante la sua storia più recente, quando 10.000 anni fa, nel tardo pleistocene, i Paleoindiani andavano qui a caccia di bradipi giganti e di mammut.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
ANTELOPE CANYON A Page si viene essenzialmente per due cose, la prima è per ammirare quella straordinaria formazione a ferro di cavallo chiamata Horseshoe Band, un canyon dalla forma semi-circolare attorno al quale scorre il fiume Colorado, ci vogliono 50 minuti di cammino per raggiungerla ma è sicuramente uno sforzo che vale la pena di fare. Noi ci abbiamo rinunciato perché la luce non era quella giusta; il cielo restava coperto di nubi e lo spettacolo ci avrebbe disatteso. In compenso ci resta sempre la seconda cosa da vedere che in realtà è la prima, anche per ordine di importanza. Page, come dicevamo all’inizio, è l’antica terra dei Navajo ed il loro tesoro più prezioso è racchiuso fra le rocce. Antelope è una meraviglia assoluta, un canyon modellato in milioni di anni dall’erosione delle rocce di arenaria a causa dell’acqua e del vento che hanno creato forme così seducenti da ricordare le opere scolpite del marmo dai grandi maestri del rinascimento. Ma con un’aggiunta in più: la luce. Quella luce diafana che filtra dalle feritoie della roccia a piccoli fasci ed illumina di un rosa soffice o di un arancio intenso le pareti di arenaria. Per i Navajo è un punto di riferimento assoluto della loro terra, un luogo sacro, tramandato da secoli e ancora vivo nella loro spiritualità.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Raymond M. Chee Sr. ha 52 anni, suo figlio che porta il suo stesso nome, ma è Junior, ne ha 22. Ci parla con il suo sguardo profondo delle tradizioni, di quelle tradizioni che i suoi antenati gli hanno tramandato e che per lui hanno un valore inestimabile. La lingua è la prima fra queste e Raymond non si arrende all’idea che fra 30 anni saranno proprio gli idiomi Navajo a scomparire, fagocitati dall’inglese o, peggio ancora, dallo slang americano. Raymond ci invita a seguirlo a casa per mostrarci la sua
Ombre rosse
arte, una serie di sculture in legno intarsiate a mano che raffigurano indiani in scene di caccia o di battaglia. “E’ così che tramando la cultura Navajo – ci spiega Chee sr. con queste creazioni riesco a narrare storie vissute nelle scuole, ai più piccoli, mantenendo viva la nostra lingua”. MONUMENT VALLEY Icona per eccellenza del far-west americano, la Monument Valley a colpo d’occhio ti lascia senza fiato e senza parole. L’immensità del paesaggio è talmente sconfinata da non lasciar spazio nemmeno ai pensieri.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Lo si capisce già qualche chilometro prima di giungere al main-gate che stiamo varcando la soglia di un altro mondo, un mondo fatto di giganteschi monoliti di oltre 600 metri di altezza. Queste sculture naturali, formate da roccia e sabbia, sono in parte sedimentaria e in parte dovuta ai fenomeni di erosione. Tutta la zona fa parte della Navajo Nation Reservation ed è abitata da una comunità di nativi che ne gestiscono le attività dell’intera aerea, traendo fra le altre cose ottimi profitti, a partire dal discusso View Hotel che ha soppiantato uno storico campeggio. Ma l’indiscussa fama della Monument Valley nasce dal cinema degli anni ’40, esattamente nel 1946, quando Henri Fonda, protagonista di “Sfida infernale”, spingeva la sua mandria fino a Tombstone. John Ford, sempre a cavallo del secolo scorso, ci ambientò ben 7 film ma la star di tutti i tempi, quella che ha lanciato la Monument Valley come set cinematografico per eccellenza dell’ambientazione far-west, resta il mitico John Wayne che ha interpretato qui i suoi più grandi film (Ombre rosse, Sentieri selvaggi), dichiarando lui stesso che dalla Monument Valley “non ci si riesce ad allontanare”. Pensate che persino Michael Jackson in Freejacks e Tom Hanks in Forrest Gump si sono recati qui e come non ricordare lo sfigato Wily Coyote a caccia dell’imprendibile Beep-Beep!
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Nel 1937 mr. Eastman Kodak realizzò la sua Kodachrome e in quello stesso anno Josef Muench (l’uomo che scagliò un pomodoro ad Adolph Hitler) scattò la sua prima foto a colori. Indovinate dove? THE ARCHES Cosa dire invece di The Arches? Una meraviglia nella meraviglia. La signora che avevo a fianco durante una salita lo ha definito un parco alla Disney, dove tutto è bello, perfetto e colorato in maniera surreale. Qui invece
Ombre rosse
è tutto vero e viene da chiedersi come abbia fatto madre natura a disporre in maniera così ordinata e perfetta i suoi elementi. Pensate che questo parco nazionale conserva la bellezza di 2.000 archi naturali scolpiti in arenaria. Altra cosa decisamente affascinante è il fatto che le prime popolazioni di cacciatori-raccoglitori migrarono in questa regione circa 10.000 anni fa, alla fine dell’ultima era glaciale. Fra spirali, archi, rocce in equilibrio, pinne di arenaria e monoliti erosi a The Arches c’è davvero da rifarsi gli occhi anzi, ad essere in imbarazzo sul dove cominciare.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Sicuramente gli highlights del parco, le sculture di arenaria più monumentali, sono tre: Double Arches che come dice il nome è un doppio arco, enorme ed in perfetto equilibrio su se stesso. Landscape è una formazione molto bella per la sua estensione in senso orizzontale ma il più visitato, il simbolo del parco, è Delicate Arch. Per raggiungerlo ci vogliono quasi 3 chilometri di cammino, per la sola andata ovviamente, in un percorso che in un tratto sale così ripido da far venir la voglia di tornare indietro. Una volta giunti alla vetta è superfluo ogni commento. CANYONLAND Ad una trentina di chilometri di distanza da Moab, lasciando the Arches sulla destra, si entra a Canyonland. I percorsi da fare, sia in auto che a piedi sono moltissimi, ma sicuramente la più affascinante formazione di queste terre si chiama Mesa Arch. Immaginate un arco gigantesco in pietra che si affaccia nel niente, un’enorme finestra che oltre al davanzale, al di là di un baratro di qualche centinaio di metri, offre una visione celestiale su una serie di canyon a perdita d’occhio. L’alba e il tramonto, con il sole che dipinge letteralmente le rocce, è uno di quei momenti da vivere almeno una volta nella vita.
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
Ombre rosse
THE WAVE The Wave, è forse la più grande meraviglia geologica di queste terre, e non solo. Situata nel cuore di un vasto ed arido altopiano fra Utah e Arizona e incastonata come una gemma nella roccia, The Wave è una formazione di arenaria risalente a 190 milioni di anni fa. Secondo i geologi americani l’intera zona nel giurassico era ricoperta di dune sabbiose che pian piano sono andate a compattarsi nel tempo fino a diventare roccia, calcificatasi in strati orizzontali e verticali, modellati e corrosi da
Ombre rosse
pioggia e vento, fino a trasformarsi in una sinuosa onda pietrificata. Ma non a tutti è concesso di poter ammirare una delle piÚ straordinarie meraviglie naturali del nostro pianeta, a The Wave possono accedere solamente 10 visitatori al giorno estratti a sorte in una lotteria che si tiene il giorno prima. Altra chance è prenotarsi con 6 mesi in anticipo via web. Solo cosÏ, dicono i rangers, si può preservare la delicata bellezza della zona da un turismo di massa.
Ombre rosse
Ma anche avendo la sorte dalla nostra parte trovare The Wave, in mezzo ad un assolato deserto roccioso, non è cosa facile. Nell’ultimo anno tre persone non hanno piÚ
Ombre rosse
.
fatto ritorno e nel corso della sua storia il numero di turisti dispersi o disidratati sale drasticamente. Anche la bellezza talvolta ha il suo prezzo. Testo e foto di Luca Bracali Š LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
ES U TIT
Ombre rosse
Parchi USA
Informazioni: Per informazioni relative a viaggi e turismo negli Stati Uniti d’America visitare il sito dell’associazione Visit USA Italia Association - associazione Visit USA Italia. www.visitusaita.org. Come arrivare: Voli dall’Italia per San Francisco (con uno scalo). Ci sono numerose compagnie aeree disponibili, anche low cost.
23
Quando andare: Tutto l’anno. Per le Canyonlands evitare i mesi estivi (luglioagosto) a causa della calura.
Dove dormire: I parchi sono dotati di lodge (costosi) e campeggi (economici) che conviene prenotare in anticipo presso il sito ufficiale di ciascuna area. I campeggi si dividono in due categorie, i più spartani - di solito situati nei luoghi più belli - hanno solo un rubinetto con acqua potabile e pit toilet (wc biologico senza acqua). Fuso orario: Da – 6 sulla East Coast a – 9 sulla West Coast.- 9 ore rispetto all’Italia. Documenti: Passaporto valido e autorizzazione ESTA da richiedere via internet al sito dell’ambasciata americana: italy.usembassy.gov/visa/ESTA/default.asp. L’autorizzazione è gratuita, va ottenuta prima di partire e portata con sé al momento del ceck-in in aeroporto. %&x
Lingua: Inglese.
L
Ombre rosse
Elettricità: 110 V, richiede un adattatore per presa americana a lamelle parallele. Telefono: I cellulari che devono essere di tipo Tri-band per chiamare verso l’America comporre 001 seguito dal prefisso della città e il numero che si vuole chiamare. Per chiamare dall’America verso l’Italia comporre 0039 più il prefisso della città e il numero che si intende chiamare.
U TIT
Suggerimenti: All’ingresso di ogni parco si paga un biglietto che varia dai 20 ai 25 dollari. Se se ne visitano molti, può convenire fare la tessera National Park Pass valida 12 mesi per tutti i parchi nazionali a eccezione dei parchi gestiti dagli Indiani Navajo. Si può anche pagare un ingresso, tenere la ricevuta ed eventualmente fare la tessera annuale in un secondo tempo, in un altro parco (verrà scalato il costo già pagato). All’interno dei parchi non si trova rifornimento di benzina. E’ sempre presente un piccolo supermarket e un negozio di attrezzatura da campeggio. I visitor center sono molto efficienti, offrono ogni tipo di informazione, una ricca libreria per documentarsi e la possibilità di acquistare carte escursionistiche dell’area. Le escursioni in alcuni luoghi possono essere a “numero chiuso”. L’autorizzazione va richiesta (anche tramite internet) al visitor center o alla stazione ranger del parco. Link utili: Portale dei parchi nazionali: www.nps.gov.
Oman
LAT 20,14 N Oman calmo
oman CAL MO Testo di Lucio Valetti Foto di Sergio Pitamitz www.pitamitz.com
L’Oman è il più silenzioso, discreto e meno esibizionista dei Paesi della favola araba. Mare tranquillo, più di 1500 chilometri di spiagge dove le tartarughe depongono le uova, la vita lenta delle comunità pastorali, il deserto. E un sultano antesignano che ha puntato sul turismo. A ritmo slow.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
P
untuali e metodiche come tartarughe svizzere le tartarughe dell’Oman hanno una fissa nella loro testolina coriacea. Si chiama Ras Al Jinz. E’ uno spiaggione di qualche chilometro sulla costa orientale della penisola arabica dove, cascasse il mondo, da sempre arrancano sulla sabbia, si fanno il nido e depongono le uova. Sempre lì, forse da centinaia d’anni. Sapete come funziona. Le tartarughe (queste sono Chelonia mydas, tartarughe verdi specie minacciata di estinzione), non sono esattamente mamme affettuose.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Se ne stanno al largo dell’Oceano Indiano, in questo caso, vivendo tutto sommato una vita serena adesso che non ci sono piÚ i velieri dei secoli scorsi che non avevano frigorifero e che le usavano come carne in scatola a lunga conservazione. Si accoppiano e alle femmine gli tocca trovare una spiaggia calda che covi le uova al loro posto. Quando ne trovano una adatta si affezionano. Vengono a riva, faticosamente camminano sulla sabbia con un corpo adatto a nuotare e non a camminare.
Oman calmo
Scavano una buca, depongono le uova, le ricoprono e se ne tornano in mare. Il loro ruolo di mamma finisce qui. Perché poi le uova si schiuderanno e i tartarughini dovranno a loro volta cavarsela da soli con una pericolosissima corsa verso il mare. Non è cosa da poco neanche lo stremante viaggio della mamma. Da sempre gli umani sono in agguato per catturarle, farci il brodo con la carne e frittate con le uova. E lo spettacolo di questi essere così plastici e atletici in acqua e così goffi, fragili e indifesi sulla terra è commovente, se non sei un cacciatore.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Un evento della natura emozionante. Ho inseguito nella mia vita le tartarughe che depongono le uova in ogni angolo del mondo. Di notte dopo notti di attesa e spedizioni fallite, travestito da leone marino, per dire, su isole e continenti, poi arrivi qui, a Ras Al Jinz. Lo spiaggione sembra un campo minato dove tutte le bombe sono scoppiate contemporaneamente. Centinaia di buche sono il nido, chiamiamolo cosĂŹ, di una tartaruga verde, magnifici animali lunghi anche un metro e venti e pesanti piĂš di duecento chili.
Oman calmo
Così lo spettacolo faticoso e mitico della tartaruga che depone le uova che ogni viaggiatore vorrebbe mettere tra i ricordi, qui è quasi un’esibizione teatrale con repliche continue. Come a Broadway. Qualcuno s’è accorto dell’affezione della Chelonia midas per questa spiaggia e nel 1996 il sultano (qui in Oman c’è un sultano) ha fatto la cosa più saggia che si potesse fare: l’istituzione di una riserva naturale. Una superficie protetta di 120 chilometri quadrati compresi 45 chilometri di litorale, che si estende anche in acqua per un chilometro.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
E le tartarughe verdi da queste parti hanno un santuario inviolabile da qualsiasi umano. Se non quelli che alloggiano in un complesso costruito appositamente nel 2008 fatto da una base scientifica, un museo, un centro di accoglienza e un grazioso resort di bungalow dove soggiornano quelli che non hanno tempo di passare notti in Costarica o travestirsi da leone marino per osservare il commovente spettacolo. Controllati a vista da feroci guardie ecologiche. Ci hanno fatto l’abitudine ormai le tartarughe ad essere accompagnate in un momento che dovrebbe essere intimo, da piccole folle di turisti giapponesi, americani, francesi, cinesi e russi. Insomma un bell’esempio di progetto ecoturistico. C’è anche un villaggio di pescatori, e anche reperti archeologici, resti di abitazioni vecchie di seimila anni, perfino di barche, e testimonianze di relazioni già esistenti tra i pescatori dei villaggi costieri e i nomadi del lontano deserto. Ma quando uno arriva qui in Oman forse non se lo aspetta. Il deserto è un deserto da manuale. Due milioni e 220.700 km quadrati di sabbia dallo Yemen al Golfo Persico, dall’Oman alla Giordania, all’Iraq, una della più grandi distese sabbiose dell’intero pianeta. La parte omanita è grande come l’Italia, un po’ di più, è lungo 800 chilometri e taglia in due il Paese, una zona abitata a nord, una sud.
Oman calmo
Oman calmo
In mezzo questa magnifica spianata di sabbia ocra che viene pettinata, pulita, lisciata ogni giorno da sconosciuti immensi giganti, sembrerebbe. Che provvedono anche a sistemare qua e là , come statuine nel presepio, piccoli recinti con dentro piccoli cammelli, e poi, sempre qui e là , tende beduine con dentro beduini veri dove ti puoi fermare anche a comprare piccoli ricordi. Le Toyotone dei turisti condotte dalle guide come piloti della Dakar lo attraversano in lungo e in largo senza angoscia. Questo è un deserto senza angoscia. Sai sempre che alla fine
Oman calmo
finisci al mare. Non come nel Sahara, nel Kalahari, nel Gobi che hai paura sempre di finire in un nulla sconosciuto. A ridosso delle dune sono stati costruiti anche dei campi tendati, che poi sono bungalow di muratura. Piccole camere d’albergo, un ristorante, un fuoco all’aperto com’è nella tradizione beduina, e le dune immense che sovrastano tutto. Un giorno ho dormito pure nel deserto, dentro una tenda vera, su una stuoia e il mal di schiena, ma con il rumore del mare appena oltre la sabbia. Perché si era già arrivati al mare, dopo una lunga cavalcata.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Il mare sono anche le isole Dimaniyat, riserva naturale protetta. Nove piccole terre a 18 chilometri dalla costa al largo della città di Barka, che è a 70 chilometri da Muscat. Motoscafo, pinne, maschera, quattro ore di traversata e poi acque chiare, scogli, pesci da guardare. Un giorno si va in montagna. Ah, le montagne. Bibliche. Scure, scolpite, infinite, piena di valloni, canaloni, guglie. Tutto scuro, senza alberi, qualche cespuglio, qualche coltivazioni su terrazze scolpite nella roccia e sfruttando l’acqua dei rari wadi, i torrenti. Che scorrono comunque
Oman calmo
in mezzo a questo deserto in tre dimensioni e ogni tanto formano minuscoli laghetti, polle che sembrano laghetti alpini. Solo che l’acqua non è gelida come te l’aspetti e starci a mollo è un piacere, dentro quella cosa maestosa che ti sta addosso. Si va su strade sterrate, ogni tanto un forte coloniale portoghese da visitare (si erano spinti fin qui, i portoghesi), ogni tanto villaggi di case di fango, e poi i duemila metri dell’Ahkdar, una montagna vera. Freddo, un po’ di nebbia e un hotel di montagna che sembra un rifugio. E non ti aspetti neanche questo.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Nei Paesi dove ci sono sultani, petrolio, dollari su dollari, lo spettacolo di solito è più artificiale. I grattacieli di Dubai, Abu Dhabi, le Rolls-Royce dorate del Qatar, lo sfarzo dell’Arabia Saudita, le città da Mille e una notte, i centri commerciali grandi come città, sono lì a un passo. Insieme ad un’eccitazione che quasi sfocia nella follia e negli eccessi. Compresa la voglia di comprarti il mondo. Mica vai da queste parti per vedere le tartarughe. Invece la natura qui vale più del petrolio. Anche perché l’Oman ne ha di meno degli altri, e forse un giorno finirà, si sussurra, e il rischio di povertà incombe. Anche se il concetto di “povertà” da queste parti è inteso in un altro modo. Vorrà dire che un giorno, forse, si dovranno pagare le tasse? Forse si dovrà far pagare qualcosa di più dei due euro e mezzo (2,5 euro, esatto) per il tesserino annuale che dà diritto ad un’assistenza sanitaria completa con ospedali più efficienti dei nostri? Non sarà che bisognerà ridurre il numero di metri quadrati di terreno che si concede gratuitamente ad ogni nuovo nato? Verranno meno anche le sovvenzioni per i mestieri più duri, agricoltori, pescatori, e il reddito di cittadinanza, e le scuole gratuite, e l’università all’estero per i più meritevoli? Così si comincia con largo anticipo a un futuro fatto non solo di petrodollari. Ci pensa lui, soprattutto, il sultano Kaboos bin Said che regna da sultano fin del 1970 dopo aver fatto fuori, in senso politico, il papà Sain Bin Taimur
Oman calmo
che teneva il Paese in un isolamento medievale come il vicino Yemen, considerava sufficienti tre scuole e 20 chilometri di strade asfaltate. Commettendo un solo tragico errore: aver mandato a studiare in Inghilterra il figlio. Che era tornato con idee strane. Tanto da aver portato il Paese all’indipendenza nel 1971, aver dato il voto alle donne, aver aperto le scuole anche alle bambine, aver istituito una specie, solo una specie ma è già qualcosa, di Parlamento. Tanto da consentire la presenza sul suolo omanita di chiese cattoliche e cristiane, e templi indÚ.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oggi i circa due milioni di sudditi più gli 800 mila stranieri che lavorano nel Paese hanno a disposizione migliaia di scuole e centinaia di chilometri di strade, perfino asfaltate. Naturalmente da sultano che si rispetti Kaboos, forse per non sfigurare davanti ai colleghi, ha tappezzato la capitale di immagini sue e in porto ha un paio di yacht. Niente di speciale, il minimo necessario per un sultano. Abramovich e qualche altro oligarca russo lo battono alla grande in metri lineari. Neanche la capitale, Muscat, è spettacolare. Grande, dignitosa, moderna, efficiente, ma non c’è niente
Oman calmo
che svetti oltre un certo numero di piani. Una legge lo vieta. Niente grattacieli folli, ma solo palazzi discreti. L’Oman è il più silenzioso, discreto e meno esibizionista dei Paesi della favolosa penisola araba. Coraggioso anche stretto com’è tra, appunto, uno Yemen medievale e i sauditi che mettono in galera le donne che guidano un’auto. Kaboos ha una reggia, come si conviene. Però è una reggia strana. Sembra fatta con il Lego, solo con gli angoli più smussati di una costruzione con il Lego.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Però i colori sono quelli. Giallo lucido, azzurro lucido, come fosse di plastica, appunto. Kaboos, che ha 75 anni, ci vive da solo, divorziato, non ha neppure un harem, lo hanno “accusato” di omosessualità, e potrebbe essere, ma nessuno se ne cura, né lui, né il suo popolo. Non hanno bisogno del super-sultano, con stuoli di donne sottomesse al seguito qui. Ti puoi avvicinare quanto vuoi alla reggia di plastica. Non c’è traccia neppure di guardie come si usa perfino davanti alla casa di un assessore regionale da noi. O quasi. Semmai qualche decina di giardinieri, con divise tutte uguali, perfetti, che sembra spuntino uno a uno i fili d’erba di una serie di aiuole, perfette, che contornano la reggia. Un quadro magnifico perché oltre alla reggia di Lego, c’è un palazzo tradizionale, raffinato, ornato di merletti arabi e dietro ancora, la costruzione possente di un forte portoghese squadrato e semplice. Contrasti. I rozzi portoghesi famelici conquistatori, i colti arabi della classicità, il sultano più colorato e moderno del mondo. In una sola immagine. Di sera è anche uno spettacolo di luci e ancora di silenzi. Intorno c’è la vecchia città, quella che ti aspetti. Il suk, la gente variopinta, qualche donna velata. Più in là la città moderna. Anche questa ti aspetti.
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Oman calmo
Banche, strade larghe, traffico, auto potenti perchĂŠ comunque il pieno lo fai con pochi dollari di qualsiasi dimensione sia il tuo serbatoio, banche, moschee. E la Grande Moschea. Abbacinanti marmi bianchi, arabeschi, colonne. 416 mila metri di area con costruzioni per 40.000
Oman calmo
metri quadrati. C’è posto per 20.000 persone in preghiera su un tappeto di 60 metri per 70, che pesa 21 tonnellate ed è fatto in un unico pezzo con 1.700.000 nodi. Ma anche questa te l’aspetti. Sono le puntuali tartarughe “svizzere” che non ti aspettavi. Testo di Lucio Valetti e foto di Sergio Pitamitz © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
.
ES U TIT
Oman calmo
Oman
Informazioni: Ufficio del Turismo Sultanato dell’Oman, c/o AIGO Piazza Caiazzo, 3 Milano, tel: 02 669927252 omaninfo@aigo.it www.omantourisme.com - www.omantourism.gov.om Come arrivare: Voli da Milano di Etihad con scalo ad Abu Dhabi.
Viaggio organizzato: Porta d’Oriente (011.9642331 www.portadoriente.it) propone viaggi in Oman di 8 giorni - 6 notti a partire da 1.490 euro + tasse a persona.
23
Quando andare: Da Novembre ad Aprile. Evitare l’estate per il caldo, anche se gli hotel e le macchine hanno tutti l’aria condizionata. Fuso orario: La differenza fra l’ora solare in Italia e l’Oman è di + 3 ore. Documenti: E’ necessario il passaporto in corso di validità. Il visto si fa all’aeroporto.
%&x
Lingua: La lingua ufficiale è l’arabo.
Religione: Musulmani di rito Sunnita; Induisti 13%.
Valuta: La valuta è l’ Oman Riyal. 1 riyal corrisponde a 1,90 euro.
L
Oman calmo
Elettricità: Il voltaggio è 240 Volts. E’ necessario munirsi di adattatore per presa di tipo inglese. Telefono: Per chiamare l’Italia bisogna comporre lo 0039, seguito da prefisso della città italiana e numero dell’abbonato. Il prefisso internazionale dell’ Oman è 00968. Per telefonare in Oman dall’Italia bisogna selezionare lo 00968 seguito dal numero dell’abbonato.
U TIT
Isola d’Elba
LAT 42,45 N In bici tra cielo e mare
Non solo spiagge e scogli, sole e mare. Strade e sentieri, nastri d’asfalto, comode sterrate e sentieri tecnici si snodano nel cuore dell’Isola d’Elba disegnando traiettorie spettacolari lungo coste solitarie, vigneti, oliveti, profumi di erbe aromatiche. L’isola è terra di pescatori, agricoltori, vecchi minatori ma anche di ciclisti. Testo e foto di Enrico Caracciolo
In bici tra cielo e mare
in bici tra
cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
S
ulla strada che arriva a Rio nell’Elba da Porto Azzurro c’è la Fonte di Coppi. Il campionissimo verso la fine della sua carriera, dopo un infortunio conseguente a una brutta caduta in Sardegna, venne ad allenarsi per ritrovare la forma migliore sulle strade dell’Elba. Non era più il miglior Coppi ma era già un monumento del ciclismo, pronto a diventare eroe e mito con la morte che sarebbe arrivata dopo pochi anni. Sulla fonte si legge: “1960 - 2010, qui si dissetò il campione da cinquanta anni in fuga”. Dunque le ruote del Campionissimo hanno nobilitato le radici ciclistiche dell’isola.
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
L’isola è terra prediletta dai ciclisti perché offre strade pedalabili tutto l’anno con preferenza per le stagioni intermedie come primavera e autunno grazie ad un clima particolarmente mite e accogliente; e poi offre un’incredibile rete di percorsi dove possono pedalare gli amanti della bici da strada in cerca di percorsi tecnici per allenarsi, i bikers che si divertono su sentieri e strade sterrate, i cicloturisti che pedalano un po’ ovunque alla
In bici tra cielo e mare
ricerca del genius loci del territorio senza disdegnare soste in bar e osterie, le famiglie con bambini che hanno bisogno di percorsi accessibili da percorrere rilassatamente e in sicurezza. A tutto ciò si deve aggiungere una serie di servizi specifici dedicati a chi va in bici come centri di assistenza e noleggio bici. Gli amanti della bici da strada e del cicloturismo trovano strade che sembrano inventate per pedalare riempiendosi lo sguardo di un azzurro infinito.
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
Si respira il Mediterraneo giocando con la forza di gravità lungo percorsi immersi nel verde. Ci sono luoghi di suggestioni profonde come il Volterraio, antico nido di pietra che domina come un rapace il versante orientale dell’isola, o il Monte Perone che domina l’Elba occidentale: richiedono buone gambe ma regalano vedute mozzafiato. E per chi ama pedalare nel silenzio, la pedalata intorno al periplo, magari a tappe, offre la possibilità di scoprire senza fretta l’essenza dell’isola.
In bici tra cielo e mare
Il Capoliveri Bike Park che offre una lettura ciclistica della zona del Monte Calamita, paradiso mediterraneo attraversato da oltre 100 km di strade e sentieri pedalabili. L’itinerario che circumnaviga la montagna è un prodigioso viaggio in equilibrio tra cielo e mare. In ogni momento è possibile lasciarsi trasportare dal sogno di un tuffo in qualche cala solitaria, o piegare verso il cuore della montagna tra gli intensi respiri di macchia mediterranea e ferite di roccia rossa.
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare C L I CC A
In bici tra cielo e mare
SCORR
Il battesimo ciclistico del Monte Calamita risale al 1994 quando la prima generazione di biker professionisti si ritrovarono qui per disputare una prova di Coppa
In bici tra cielo e mare
I FOTO
.
del Mondo. Ned Overend e John Tomac scoprirono la California d’Italia e rimasero senza parole davanti a tanta bellezza. Testo e foto di Enrico Caracciolo © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
In bici tra cielo e mare
In bici tra cielo e mare
ES U TIT
In bici tra cielo e mare
Canada Isola d’Elba
23
23
Informazioni: Come arrivare: Diverse compagnie Agenzia per il Turismo volano dell’Arcipelago dall’Italia alToscano Canada,–ma Official la piùTourist economica Board www.aptelba.it/APTView/index.jsp. è solitamente Air Transat che collega Roma con Toronto e Vancouver. Una volta in territorio canadese bisogna prendere un volo interno per raggiungere Whitehorse e Come arrivare: lo (Air Canada, Air North le compagnie più I ViaYukon mare:Territory L’Isola d’Elba si raggiunge dal porto di Piombino. gettonate). Dalla Germania l’opzione volo diretto collegamenti sono effettuatic’èdaperò tre compagnie di navigazione: con la Lines Condor Airlines, che vola su Whitehorse duranteBlu i mesi Moby (www.moby.it), Toremar (www.toremar.it), estivi. Questa si rivela spesso la soluzione più conveniente Navy (www.blunavytraghetti.com) da maggio a settembre il per raggiungere Yukon dall’Europa. Noleggiare un’auto collegamento traloPiombino e Portoferraio è ogni mezz’ora; per raggiungere Grande Nord da Toronto può essere nei periodi di altailstagione si consiglia di prenotare in anticipo molto costoso (sono circa di 7000km) anche se panoramico (www.elbalink.it). Il porto Piombino è raggiungibile anche in e avventuroso. il tragitto è invece piùPiombino breve e treno: ricordarsiDa di Vancouver indicare come stazione di arrivo anche più collegata spettacolare tre ecosistemi diversi tra Marittima con(silaattraversano stazione di Campiglia Marittima cui deserto intorno al fiume Fazer Cache Creek e la tundra sullail linea Roma - Genova. Aereo: Laacompagnia Silver Air volain Bristish da Pisa, Columbia). Firenze, Milano Linate e Lugano (primavera/estate) all’aeroporto di Marina di Campo, con comode connessioni Quando andare: dalle principali città europee. Tariffe a/r a partire da 119 euro. Clima: Il periodocon migliore visitare eil Campeggi Canada e inpermettono particolar Le convenzioni Hotel,per Residence modo lo Yukon solitamente da metà maggio a fine di usufruire delleTerritory miglioriètariffe volo + soggiorno. Silver Air agosto. Le temperature gradevoli le precipitazioni meno Italia - Aeroporto Marinasono di Campo - Calle Center 895.895.08.81 frequenti. evitare il periodo tra marzo e aprile (numero aSicuramente pagamento) da - booking@silverairitalia.it quando lo scioglimento della neve, oltre a causare inondazioni www.silverairitalia.it. in tutto il paese, scopre infinite distese di erba bruciata dal gelo. Meraviglioso Quando andare: è invece il mese di ottobre, che corrisponde all’inizio dell’anno breve con autunno. Le immense foreste dell’Ontario Clima:Tutto preferenza per le stagioni intermedie, e delle Rockies si colorano, in questo periodo, di un’ infinita primavera e autunno. quantità di sfumature tra il rosso e il giallo.
L
In bici tra cielo e mare
Suggerimenti: Dove mangiare: Nello Yukon Pedalare, dormire, i prezzimangiare. sono ovunque piuttosto alti, si consigliano soprattutto Tutte le informazioni i dining aebordo i contatti strada, perspecie organizzare se frequentati una vacanza da camionisti, in bici all’Isola ched’Elba possono si possono riservare trovare anchesul esperienze sito www.pittoresche e “indigene”, meno elbagoodbike.it, riferimento turistiche.impedibile Il prezzo medio per chiper è alla unaricerca colazione di (uova, bacon,(alberghi, sistemazioni patata e pane) agriturismo, o un pranzo appartamenti) tipico (hamburger specializzati e patatine) si aggira nell’ospitalità per ciclisti, intornoristoranti ai 10/15 convenzionati, euro. punti assistenza meccanica e logistica, guide specializzate e pacchetti Viaggio organizzato: “cicloturistici”; e poi itinerari descritti dettagliatamente per Ilpedalare tour operator Viaggidell’isola. dell’Elefante propone l’itinerario di 14 sulle strade giorni “Gran Tour Alaska & Yucon” con partenze il 13 giugno e l’8 agosto 2015. Prezzo a partire da 3120 euro a persona.
U TIT
Fuso orario: Da – 6 sulla East Coast a – 9 sulla West Coast. Documenti: Passaporto con validità a 6 mesi. Vaccini: Nessuno. %&x
Lingua: Inglese e francese. Valuta: Dollaro canadese.
Fascino e gusto
PEDEMO
Fasc
e
gus
Il polmone del Veneto sott dell’enogastronomia, della s lungo tutta la Pedemontana, ov compresa fra la pianura e la parte delle province di Tr
Testo di Grazi Foto di Lu
Fascino e gusto
ONTANA
cino
e
sto
to il profilo del paesaggio, storia, e dell’arte, si espande vvero quella parte del territorio a montagna che comprende Treviso, Vicenza e Verona.
iella Leporati ucio Rossi
Veneto
LAT 45,26 N
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
I
l territorio della Pedemontana stupisce per la molteplicità del paesaggio e per la presenza delle graziose cittadine d’arte che hanno conservato intatto il fascino di antichi borghi medievali, delle ville venete che non hanno rivali nella storia dell’arte mondiale, delle colline dalla forma dolce e dei prodotti tipici locali. Località piene di fascino e con una storia molto antica alle spalle che attirano il turista su tracciati e itinerari già percorsi da Celti e Romani di cui rimangono importanti testimonianze nei siti archeologici e nei musei.
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
La Pedemontana Veneta si estende dai territori delle colline veronesi, con la Valpolicella, la Val d’Illasi e Soave fino a lambire i Monti Lessini, attraversa la parte Vicentina con i Colli Berici, la Valle dell’Agno e del Chiampo, Schio e la Val Leogra, Thiene e la Valle dell’Astico e del Posina fino alla vallata del Brenta con Bassano del Grappa e Marostica, continua poi in terra Trevigiana con Asolo e il Monte Grappa, Montebelluna e il Montello, Valdobbiadene fino a Vittorio Veneto e la riva sinistra del
Fascino e gusto
fiume Piave. Una fascia molto adatta alla vacanza attiva, dalla mountain bike al golf, fino al parapendio per i piÚ avventurosi. Palcoscenico della Grande Guerra, di cui ancor oggi significative testimonianze, è una terra dai sapori eccellenti, con i tanti prodotti locali e nove Strade del Vino, tra splendide colline dove si annidano le migliori produzioni locali DOC e DOCG: dall’Amarone al Soave, dal Durello al Recioto di Gambellara, dal dolce Torcolato al Vespaiolo, fino al celebre Prosecco.
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
La Pedemontana Veronese si estende dalla Valpolicella, alla Val d’Illasi fino a Soave. Affascinanti sono i borghi storici. Tappa obbligata è la splendida città murata di Soave con il Castello. Passeggiando tra le colline della Valpolicella c’è il borgo di San Pietro in Cariano, un piccolo gioiello con Villa Serego realizzata su disegno del Palladio e la pieve romanica di San Floriano.
Fascino e gusto
Le località di Sant’Ambrogio, con la sua pieve romanica di San Giorgio risalente al 712, e Marano immersa nei vigneti, danno un tono romantico e dolce al paesaggio di questa zona. Molto interessante, a Negrar, il Giardino Poiega della villa Guerrieri - Rizzardi che rappresenta uno dei più tipici esempi di giardino all’italiana, mentre Illasi, città del vino, conserva un bel castello tutto da vedere.
Fascino e gusto
GUARDA
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
La Pedemontana Vicentina si trova ai piedi dell’Altopiano di Asiago e il territorio si articola tra le colline e le vallate con una molteplicità di angoli panoramici molto suggestivi. Nello splendido paesaggio che caratterizza l’area sorgono numerose Ville Venete, come villa Godi Malinverni, prima opera del grande architetto Palladio, Villa Piovene di Lonedo di Lugo di Vicenza, Villa Capra di Sarcedo, Villa Giusti di Zugliano, Villa Capra Carretta di Carrè, Villa Cornaro a Romano d’Ezellino, Villa Da Schio Cita di Montecchio Precalcino e l’incantevole Castello Porto Colleoni Thiene nel centro storico di Thiene, Villa Cordellina con gli affreschi del Tiepolo a Montecchio Maggiore. All’interno delle ville si possono ammirare importanti cicli di affreschi del manierismo cinquecentesco veneto, da Zelotti al Fasolo. Da non dimenticare la passeggiata nei borghi storici della Pedemontana Vicentina come Bassano del Grappa, Schio, Thiene, Marostica, Montecchio Maggiore, Arzignano e Valdagno. La storia e la cultura del territorio si leggono anche nelle chiesette campestri e negli antichi oratori come la chiesetta di San Giorgio di Velo D’Astico che conserva un raro affresco risalente al Mille, la splendida chiesetta di San Biagio di Grumolo Pedemonte, la chiesetta di San Pietro di Montecchio Precalcino, la Chiesa di Sant’Agata a Cogollo del Cengio e quella dei Santi Felice e Fortunato a Fara Vicentino e i grandi luoghi di culto legati a miracoli ed apparizioni come la Grotta di Lourdes a Chiampo, la tomba di Santa Bakhita a Schio o il Santuario della Madonna dell’Olmo a Thiene.
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Tutta questa zona mantiene inalterata la propria identità culturale con rievocazioni storiche in costumi d’epoca come La partita a Scacchi di Marostica, Il giuramento di Bodo di Sarcedo, La ballata del Millenio a Bassano del Grappa il cui centro storico è di una bellezza incredibile. Importanti anche le testimonianze della Grande Guerra custodite al museo di Fusine di Posina, nei percorsi
Fascino e gusto
culturali di Laghi, Caltrano, Lugo, Tonezza e Lusiana, nel grande sacrario del Monte Grappa. Inoltre il territorio ha ispirato numerosi scrittori italiani e stranieri, da Luigi Meneghello, Antonio Fogazzaro, Guido Piovene, Mario Rigoni Stern a Hemingway e Brittain, che hanno raccontato la vita di tutti i giorni, la guerra che ha segnato quest’area in modo indelebile e la natura che li ha fatti innamorare.
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Nel territorio della Pedemontana trevigiana, famoso in tutto il mondo per la produzione del radicchio rosso, e del Prosecco di Valdobbiadene, si può passeggiare nella foresta del Cansiglio o visitare la splendida cittadina di Asolo, ricca di storia con un centro suggestivo e l’Antica Rocca, oltre ad essere stata profondamente amata da altre due grandi donne: l’attrice Eleonora Duse, la “Divina”, e la scrittrice ed esploratrice inglese Freya Stark. Entrambe abitarono ad Asolo ed entrambe sono sepolte nel Cimitero di S. Anna. A Montebelluna, centro produttivo di fama mondiale per scarpe e abbigliamento sportivo, gli amanti dello shopping possono trovare un centro pieno di vita dove fare ottimi acquisti. Vittorio Veneto invece sorprende con i deliziosi borghi romanici di Ceneda e Serravalle in cui si intrecciaano angoli caratteristici, piccoli ponti pieni di fascino campestre e splendidi palazzi storici. Da visitare anche il caratteristico borgo di Cison di Valmarino, con i suoi sentieri e il bellissimo Castello che domina dall’alto. Una volta all’anno, ad agosto, il borgo si anima con un mercatino di artigianato ricco di arte, gastronomia e produzioni artigianali di tutti i tipi. Testo di Graziella Leporati e foto di Lucio Rossi © LATITUDESLIFE.COM RIPRODUZIONE RISERVATA
.
Fascino e gusto
Fascino e gusto
Fascino e gusto