Isole Vergini Americane

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SPECIALE

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USVI

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[ Americane ] Isole Vergini


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Virgin Islands are US OLGA MAZZONI DIRECTOR MARKETING & PR UFFICIO DEL TURISMO US VIRGIN ISLANDS

Se l’arcipelago delle Isole Vergini USA si conferma come una delle mete più ambite dei Caraibi, è pur vero che oggi è un territorio statunitense che nel tempo ha dato molti contributi agli Stati Uniti d’America. Di straordinaria bellezza naturale, Isole Vergini Americane sono un luogo d’ispirazione. Un patrimonio culturale il cui valore aggiunto è quello di essere il frutto di una storia multiculturale eppure autentica, essendo nato sulla fusione della cultura africana, danese, americana, francese e caraibica. Dall’agosto 2016 fino a dicembre 2017 le US Virgin Islands celebrano il Centenario: è un festeggiamento Multi Year e MultiEvent con programmi e attività che vogliono sottolineare relazioni locali, di territorio, nazionali e globali. È un anno veramente speciale, d’arricchimento, memoria, riflessione sul passato per contemplare il presente e costruire il futuro, per rimarcare la qualità di vita durante il secondo secolo del territorio delle Us Virgin Islands. La storia registra la cessione delle isole che per oltre 200 anni hanno fatto parte di un possedimento coloniale europeo, le Danish West Indies – da parte della corona danese agli Stati Uniti all’apice delle Prima Guerra Mondiale. Gli Stati Uniti sentivano sempre più pressante la minaccia da parte della Germania verso l’Emisfero Occidentale per interessi sul Canale di Panama. Fu strategia militare? Il trasferimento delle

isole fu firmato nell’ agosto 1916, ma il passaggio dalla corona danese agli Stati Uniti d’America, per 25 Milioni di $ in oro, avvenne il 31 marzo 1917, ancora oggi festeggiato quale TRANSFER DAY. Diversamente da 100 anni fa l’arcipelago delle United States Virgin Islands offre sfide e opportunità per la gente che vi vive, stimolando la consapevolezza della propria identità. Le Isole Vergini Americane oggi propongono esperienze naturalistiche, culturali e sociali, sostengono e preservano le proprie tradizioni: dagli originali nativi Taino alle Plantation coloniali, dall’architettura, ai musei, alla musica, alle le danze, alla gastronomia, tutto testimonia i 200 anni di storia dell’uomo ai Caraibi! Un viaggio alle US Virgin Islands è un’immersione in un mondo tropicale di insolita bellezza e ricchezza: stimolante, coinvolgente, pronto a presentare scoperte fuori dall’ordinario. Lasciatevi trasportare al ritmo della musica calypso, dalle brezze degli alisei, dai languidi sapori e dai profumi esotici di un piccolo mondo unico, distinto e ricco d’umanità. Scegliete la vostra dimensione ideale di vacanza e uscite dall’usuale. Cercate nelle US Virgin Islands l’esperienza impareggiabile!


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Olga Mazzoni


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PERCHE' ISOLE VERGINI


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Isole Vergini Americane

I

Quattro

isole,

quattro

straordinari

paradisi tropicali, uno diverso dall'altro: Saint Croix, Saint John, Saint Thomas e Water Island sono le perle principali delle Isole Vergini Americane, un arcipelago di 50 isole e isolotti che fanno parte delle Piccole Antille nel mar dei Caraibi. Molto diverse dalle altre isole caraibiche, le US Virgin Islands sono il posto perfetto per i viaggiatori che amano una vacanza fuori dagli schemi e che, ai villaggi all inclusive preferiscono un soggiorno Ă la carte.


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CHI SIAMO CONTRIBUTORS

D I R E TT O R E R E S P O N S A B I L E

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Lucio Rossi

lucio@latitudeslife.com

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Contributors Photo Lucio Rossi / Latitudes Luca Bracali USVI Tourism Board

Latitudes Via Pisacane 26 20129 Milano +39 02 3651 1073 www.latitudeslife.com redazione@latitudeslife.com

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ST. JO ST. THOMAS PORTO RICO

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MAPS

ST. CROIX


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MAPS Isole Vergini Americane

OHN

St. Thomas Charlotte Amalie

St. John Cruz Bay

Christiansted

St. Croix

Coordinate 18째 20' 30''

Capoluogo

Charlotte Amalie

Data di istituzione 17 Gennaio 1917

Abitanti

106.405 ab. (2010)

Territorio

Americano ST. THOMAS ST. JOHN ST. CROIX

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S T.

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A p b


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ATMOSFERA COSMOPOLITA. Tetti rossi che punteggiano colline di un verde intenso, panfili bianchi che ricamano l’azzurro del Mar dei Caraibi.


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ATMO i trat passag


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OSFERA COSMOPOLITA. Saint Thomas conserva tti distintivi del suo passato, caratterizzato dal ggio di mercanti e navigatori di varie nazionalitĂ .


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NATURA E O nazionale. Saint Jo natura e che voglion


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OUTDOOR. Due terzi del'isola costituiscono parco ohn è selvaggia e intatta, perfetta per quelli che amano la no vivere una vacanza senza fronzoli e anticonvenzionale.


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NATURA E OUTDOOR. Trekking e snorkeling sono solo alcune delle attività che si possono fare. L’isola si vive all’aria aperta.


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MIX CARAIBICO. 44 chilometri di lunghezza e 16 di larghezza: la piĂš grande delleVergini Americane ha una varietĂ paesaggistica straordinaria.


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CROIX

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MIX CARA esplorare, s zucchero e s


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AIBICO. Ci si tuffa in fondali straordinari, tutti da si contemplano rigogliose piantagioni di piante da si assaggia uno dei migliori rum di tutti i Caraibi.


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Lasciatevi incantare dai parad dalle spiagge bianchissime dall pi첫 belle di tutto l'Atlantico. S inaspettata, panorami mozza grande, gli sconfinati orizzonti Durata video 2' 20''


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disi incontaminati dei Caraibi, l'azzurro che circonda le isole Scoprite con noi una cultura afiato, persone con il cuore i che circondano queste perle.

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S O M M A R I O ISOLE

VERGINI

A M E R I CA N E

01St. Thomas St. Thomas e la capitale Charlotte Amalie Scalinate e ville di mercanti Frenchtown Hassell Island Water Island


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St. John

Il Virgin Islands National Park Piantagioni e altri siti storici

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St. Croix

Salt River Bay National Historical Park and Ecological Preserve Christiansted NHS-Gemma dei Caraibi Nativi delle Virgin Islands Piantagioni di canna da zucchero Buck Island Reef National Monument


ST. THO MAS The great beauty

ISOLA DI COLONI MERCANTI E AVVENTURIERI

Glamour e chic. Il porto crocieristico piÚ frequentato del Mar dei Caraibi riserva perle inaspettate: colline verdi smeraldo, punteggiate di case bianche, antichi magazzini danesi, castelli pirateschi, fortezze. E poi spiagge incontaminate e anfratti selvaggi. ST. Thomas è tutta da scoprire. Foto di Luca Bracali www.lucabracali.it Lucio Rossi USVI Dept. Of Tourism


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[ ST. THOMAS ]

G

li abitanti d’origine africana di St. Thomas si chiamano St. Thomians, e Charlotte Amalie è la capitale dell’intero arcipelago con evidente riferimento alla regina di Danimarca, onorata dalla colonia danese. Corre l’anno 1666 e St. Thomas è in mano ai danesi che affrontano la costruzione del forte - oggi integro, perfettamente restaurato e visitabile - Fort Christian con la sue mura rosse: s’affaccia sul St.Thomas Harbor ed è il più antico edificio coloniale dell’arcipelago. Nel corso della sua storia ha accolto soldati, prigionieri, il governatore che qui risiedeva ed infine anche i fedeli della chiesa luterana. Tutt’intorno si sviluppa la zona di edifici amministrativi odierni, che un tempo servirono da alloggi per i militari danesi. Storicamente è qui che l’arcipelago viene consegnato dalla Danimarca agli Stati Uniti, nella mani della Marina Americana nel 1917, insediandovi il suo quartier generale a protezione del traffico navale in direzione del Canale di Panama, durante la seconda Guerra Mondiale.

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Una posizione privilegiata, baciata

dagli alisei, lontana del traffico portuale e dal mercato degli schiavi.


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Governor House a Charlotte Amalie

Scalinate e ville di mercanti L’antica storia di Charlotte Amalie si definisce nella sua urbanistica e architettura: viuzze strette, pavimentate a ciottolato con antichi nomi danesi, magazzini coloniali d’antica terracotta e pietra corallina dove le Danish West Indies stoccavano le pregiate merci per il Vecchio Mondo. Viali attraversati da brezze dolci dei tropici, vecchie mura, vecchi mattoni e scalinate di pietra, tra le quali spiccano gli iconici gradini di mattone 99 Steps costruiti dai danesi nel 1700 e che conducevano ai quartieri residenziali in cima alla collina. Qui infatti si trovavano le dimore dei mercanti danesi la cui comunità si sviluppò nel 18° secolo: case di mattoni che dalla Danimarca sui vascelli raggiungevano i tropici. Una posizione privilegiata, baciata


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dagli alisei, lontana del traffico portuale e dal mercato degli schiavi. A testimonianza si ergono ancora tre dimore coloniali danesi, Villa Notman, Britannia House e Haagensen House con i pregiati arredi d’epoca in stile caraibico, originale spaccato abitativo dei primi ‘800. Government Hill è anche nota con l’antico nome di Kongens Quarter, il Quartiere del Re. Oggi sorge il palazzo del Governatore dell’arcipelago con il suo edificio neoclassico bianco e di legno di mogano costruito nel 1867 che oggi esibisce le targhe incise a caratteri dorati con i nomi dei governatori delle US Virgin Islands.Oggi dell’antico dominio danese e del suo potere coloniale rimane la testimonianza del Consolato Danese costruito nel 1830, all’angolo di Bjerge Gade e Crystal Gade con Denmark Hill. [ Continua... ]

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C U R I O S I TA’

Oggi sorge il palazzo del Governatore dell’arcipelago con il suo edificio neoclassico bianco e di legno di mogano costruito nel 1867.

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La data storica che mette fine allo sfruttamento degli schiavi lo schooner Vigilant approda a St.Thomas da St. Croix annunc Peter von Scolten - ha abolito la schiavit첫 su tutto il territorio


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neri africani è il 4 Luglio del 1848: ciando che il Governatore danese o. [ Continua... ]

LUOGHI DI CULTO


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Sull’isola si intrecciano ancora manufatti e oggetti di paglia

Frenchtown Un terzo dei Frenchie vive in un piccolo villaggio di pescatori, oggi noto col nome di Frenchtown. Ăˆ un concentrato di ottimi ristoranti, di abitazioni e di piccole imbarcazioni per la pesca ormeggiate lungo il porto, una volta conosciuto come Cha-Cha Town. Era il tempo in cui gli abitanti del villaggio parlavano uno strano patois, un misto di francese, inglese e creolo. Ma ancora piĂš curiosi erano i loro costumi, a cui alcuni rimangono ancora tenacemente legati: le donne vestite in lunghi abiti neri, gli uomini con i calzoni arrotolati fino alle ginocchia, indossavano entrambi cappelli di paglia e non calzavano scarpe. Le loro case sono generalmente composte da appena due camere. Se vi capita


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di passare tra le vie di Frenchtown di notte, potreste scorgere dalle finestre aperte, tese tra le pareti della stanza, delle amache, che sono ancora oggi il giaciglio preferito dei Frenchie di Frenchtown. Di giorno, invece, si può trovare ancora qualche anziano seduto sulla porta di casa, intento a intrecciare oggetti e manufatti di paglia. C’è persino un museo dedicato alla comunità: il French Heritage Museum. Contiene suppellettili, oggetti, costumi della loro tradizione a St. Thomas. [ Continua... ]

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Frenchtown è un concentrato di ottimi ristoranti, di abitazioni e di piccole imbarcazioni per la pesca ormeggiate lungo il porto, una volta conosciuto come Cha-Cha Town.

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Magens Bay, tra le pi첫 note spiagge St Thoma

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as, è una delle lingue di sabbia piÚ belle delle Vergini Americane.


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Hassel Island: un’estensione del VI National Park La piccola isola si trova nella baia di Charlotte Amalie, nel sud di St. Thomas, ad est dell’altra piccola isola di Water Island. All’origine era una penisola di Saint Thomas, conosciuta come Orkanhullet (Hurricane Hole). Fu separata dai danesi nel 1860 e chiamata Hassel dalla famiglia che era proprietaria di buona parte del territorio. I danesi la usarono come avamposto difensivo per difendere il trafficato porto di Charlotte Amalie nel 18° e 19° secolo. Temporaneamente gli inglesi se ne impossessarono costruendoci edifici e il Fort Willoughby. Durante il 1840 la St. Thomas Marine Railway Company costruì la St. Thomas Marine Railway Slip, poi rinominata Creque Marine Railway: è una delle prime ferrovie marine a vapore esistenti dell’Emisfero Occidentale e probabilmente l’unica più antica esistente ad oggi. Il motore a vapore fu costruito dalla Boulton Company di Amburgo. Nel 1860 fu costruito dai danesi un canale che separava Hassel Island da Saint Thomas e migliorava la circolazione nel porto di Charlotte Amalie. La Royal Mail Steam Packet Company operava l’hub delle West Indies da Hassel Island dal 1850 fino al 1870 circa. Nel 1871 la Hamburg America Line posizionò una coaling station sull’isola. C’era anche un lebbrosario. Nel 1919 il canale fu ampliato dai United States Army Corps of Engineers appena dopo l’acquisizione dell’arcipelago da parte degli USA e la United States Navy vi stabilì anche una stazione navale che operò durante la prima e la seconda guerra mondiale. A metà del 20° secolo quasi tutta Hassel Island divenne proprietà della famiglia Paiewonsky. Il Royal Mail Inn, piccolo albergo sull’isola, può essere stato immortalato nel romanzo di Herman Wouk Don't Stop the Carnival. La Creque Marine Railway e la stazione semaforica a Cowell Battery rimasero


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Hassel Island vista dall’alto

attive fino agli anni 1960 e 70. Nel 1978 il Virgin Island National Park comprò il 95% dell’isola dalla famiglia Paiewonsky. Il restante terreno è condiviso dal governo e da alcuni residenti privati. Dal 2004 la Saint Thomas and Hassel Island Preservation Trust, il Virgin Islands National Park e la Saint Thomas Historical Trust e altre organizzazioni hanno iniziato lavori di restauro e conservazione dei siti storici presenti sull’isola. Oggi esistono solo alcuni tour in kayak e camminate guidate per esplorare l’isola. Curiosamente Hassel Island è diventata una location in una famoso reality show americano, dove è stato filmato un episodio di The Real World: St. Thomas. [ Continua... ]


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L’attuale edificio della sinagoga fu costruito nel 1833 con l’aiu comunità dell’arcipelago.


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uto di ebrei di tutto il mondo e della [ Continua... ]

La Sinagoga sefardita


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Water Island: l’ultima vergine? Water Island è la quarta e più recente delle U.S. Virgin Islands. I suoi primi abitanti furono gli indiani Taino nel 15° secolo. Dal 1996 fa parte dell’arcipelago delle US Virgin Islands e si trova a sud di Saint Thomas, nel porto di Charlotte Amalie. Un servizio regolare di traghetti opera dalla Crown Bay ogni 10 minuti. La sua principale attrattiva sono le splendide spiagge – famosa la Honeymoon Beach – le rovine delle piantagioni, il Fort Segarra, un forte sotterraneo costruito parzialmente dagli americani durante la seconda guerra mondiale, il Supermarket Reef per le immersioni e la Limestone Bay. La parte più orientale dell’isola per un terzo è costellata dalla piccola comunità residenziale: Sprat Bay Estates che include Sprat Point, una penisola con riserva naturalistica di proprietà del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti e la spiaggia privata Sprat Bay Beach, tra Sprat Point e Carol Point. I danesi la occuparono nel 1769. Durante il 18° e 19° secolo fu abitata da numerosi schiavi neri liberati e dai mulattos che gestivano piantagioni di cotone e allevavano bestiame. Nel 1950 l’isola fu venduta alla danese East Asiatic Company. Se le rimanenti Danish West Indies furono acquistate dagli USA nel 1917, Water Island fu acquistata solo il 19 giugno 1944 per $10,000, con lo scopo di proteggere la base militare sottomarina di Saint Thomas durante la seconda guerra mondiale. È sorprendente il fatto che l’esercito statunitense spese $1.6 milioni (circa 19 milioni in dollari odierni) tra il 1940 ed il 1946 per costruirvi una elaborata serie di posizioni difensive e servizi ancillari di supporto. La costruzione del Fort Segarra iniziò nel 1944 ma con la fine della guerra fu abbandonato e non completato nel 1948. Postazioni militari, tunnel e vani sotterranei sono ancora oggi visibili e aperti al pubblico. Dal 1944 al 1950 l’isola fu sotto il controllo del Ministero della Difesa. Il 10 Giugno 1972 un comitato di cittadini di St. Thomas inviò una petizione al Presidente Nixon per la restituzione di Water Island alle Virgin Islands per uso ricreativo ed abitativo. Nel dicembre


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Honeymoon Beach, Water Island

1972, fu fatta una legge alla V.I. Legislature con la richiesta al governo federale di trasferimento di Water Island al Virgin Islands Government trascorsi i vent’anni di affitto. Il controllo di Water Island da parte del governo territoriale avvenne il 12 dicembre 1996 per la somma di $25 milioni – la stessa che il governo federale spese per tutte le U.S. Virgin Islands nel 1917, rendendo così Water Island la "Last Virgin". La Water Island Civic Association (WICA) si formò a metà degli anni 1960 per aiutare a migliorare la qualità della vita a Water Island.Oggi quest’associazione che vanta 100 soci, interagisce e collabora con il governo delle U.S. Virgin Islands per aiutare a proteggere l’ambiente di Water Island. I residenti (oltre un centinaio) pagano per ottenere le spiagge pulite e si offrono volontari per la manutenzione e la pulizia dell’isola.


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Natura selvaggia e acque inc Virgin Islands il posto perfett Le isole sono il paradiso dello anche del relax, del benessere e Durata video 2' 20''


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contaminate fanno delle US to per un’infinità di attività. o sport e dell’avventura, ma e del divertimento.

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ST. JO HN

LA VERGINE DELLE VERGINI

Il Parco Nazionale delle US Virgin Islands preserva natura e storia in un unicum straordinario di rara bellezza. Selvaggia e aspra, Saint John è un vero paradiso tropicale, perfetta per chi cerca una fuga rilassante e per le attività outdoor. Foto di Luca Bracali www.lucabracali.it Lucio Rossi USVI Dept. Of Tourism


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a più piccola delle US Virgin Islands si sa è anche la più bella e la più famosa. Il Parco Nazionale dell’arcipelago, che qui copre i due terzi dell’isola, contribuisce certamente alla sua distinta diversità. La natura regna sovrana ed è protetta e preservata ai posteri: terra, mare, fondali, ma non solo; anche la storia e le tradizioni trovano riparo e protezione. Dai reperti risalenti ai primi nativi Taino, ai resti delle piantagioni coloniali danesi, per esempio.Tutta l’isola, dalle sue colline coperte di foreste tropicali alle sue scintillanti acque cristalline è un vero tesoro che combina natura e storia. La sua principale piccola cittadina Cruz Bay, punto d’approdo principale da St Thomas, ha il soprannome evocativo di Love City, eclettica e a misura d’uomo. Il parco nazionale è dunque lo scrigno di tesori archeologici, antropologici e di storia coloniale ed è l’unico parco insulare extra continente USA nella collezione del National Park System americano. Le Northern Virgin Islands sono associate con la tribù Taino e gli scavi archeologici hanno evidenziato siti cerimoniali durati per 400 anni, nell’ultima fase di sviluppo prima che giungessero gli europei. Il Cinnamon Bay Prehistoric Site a St. John è il fulcro religioso e culturale di questa popolazione pre-colombiana. [ Continua... ]

La natura regna sovrana ed è protetta e preservata ai posteri.


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Grazie all’ex presidente Clinton, nel 2001 oltre 5000 ettari di t federale dell’isola di St. John, diventano Coral Reef National M


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terre sommerse di proprietĂ Monument. [ Continua... ]

CORAL REEF NATIONAL MONUMENT


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Il Visitor Center del Virgin Islands National Park

Il Virgin Islands National Park È in assoluto la destinazione più visitata di tutte le Isole Vergini, con chilometri di costa incontaminata, acque cristalline che vanno dal blu al verde cobalto. Più di 30 specie avifaunistiche hanno trovato qui il loro habitat, mentre innumerevoli pesci popolano la barriera corallina. Il magnate e filantropo Laurence Rockefeller ha dato un contributo importante alla storia del parco nazionale delle Isole Vergini. Fu guida e figura influente nel movimento conservazionista americano per almeno un trentennio, con grande lungimiranza. Fu consulente di Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon e Ford sulle questioni riguardanti la conservazione ambientale e la ricreazione outdoor, lavorò nelle commissioni federali USA per stilare procedure e programmi ambientalisti per lo sviluppo del conservazionismo nazionale. Giocò un ruolo pilota nella creazione e nello sviluppo di molteplici parchi nazionali americani, incluso il Virgin Islands National Park a St. John. In associazione col fratello, creò e sviluppò anche l’odierno Renaissance Carombola


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Beach Resort a St.Croix con annesso il campo da golf (in origine Fountain Valley Golf Course and Davis Bay Beach). Il Virgin Islands National Park fu creato grazie alla generosità di Laurence S. Rockefeller e della sua famiglia. Mr. Rockefeller scoprì per la prima volta l’incanto di St. John durante una vacanza in barca a vela, quindici anni prima. Nel novembre del 1954, la famiglia Rockefeller cominciò ad acquistare grandi appezzamenti di terreno a St. John con l’intento finale di passare i terreni al governo federale per la creazione del parco. I Rockefeller donarono 2000 ettari al Department of the Interior. Il 2 Agosto 1956, il Presidente Eisenhower firmò la legge che autorizzava la creazione del Virgin Islands National Park. Nel corso degli anni la dimensione del Virgin Islands National Park crebbe costantemente. Oggi comprende oltre 3800 ettari e 2260 di giardini sottomarini. Il gesto visionario di Rockefeller ha salvato St. John dallo sviluppo incontrollato, e l’isola rimane un gioiello incontaminato la cui affascinante bellezza offre un infinito piacere e divertimento per tutti coloro che la visitano. Tutti si chiedono come fosse Caneel Bay prima che Laurance Rockefeller l’acquistasse. Eccovi un articolo del sito internet della St John Historical Society. [ Continua... ]

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C U R I O S I TA’

Il magnate e fi lantropo Laurence Rockefeller ha dato un contributo importante alla storia del parco nazionale delle Isole Vergini.

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The Heritage Educational Center and Archaeology Laboratory a Cinn Museum, è stato aperto al pubblico nel febbraio del 2015 e ospita es dell’occupazione umana delle isole da circa 3000 anni fa fino alla cre


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namon Bay, ovvero il Cinnamon Bay sposizioni che offrono la cronaca eazione del parco negli anni ’50. [ Continua... ]

The Heritage Educational Center


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Hassel Island, che si trova nel versante meridionale di St.Thomas, fa delle US Virgin Islands ed è sede di numerose rovine storiche.


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a sempre parte del Parco Nazionale [ Continua... ]

Le piantagioni di Hassel Island


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Piantagioni e altri siti storici Ci sono numerose rovine di piantagioni coloniali a St. John, tutte da esplorare. Annaberg fu all’epoca coloniale una delle più grandi piantagioni di St. John. Sono ben visibili i ruderi del mulino e la macina, usati per macinare la canna da zucchero e per estrarre il suo succo. Rimane anche molto del magazzino dove il succo veniva bollito e condensato per farne zucchero grezzo, così come rimane la distilleria di rum. Oggi dimostrazioni culturali dei ranger includono anche la preparazione nel forno del “dumb bread” e l’intreccio di ceste. Parti della Annaberg School, usata per educare i bambini, si trovano a poca distanza dal mulino. Sulla Centerline Road, che attraversa il lato settentrionale di St. John, esistono tre siti di piantagioni coloniali e altri siti storici non ancora identificati. Splendide le rovine storiche di Catherineberg, piantagione di canna da zucchero e fabbrica che s’affaccia sulla Cinnamon Bay e mostra i ruderi del mulino e del magazzino – boiling house. Il The Reef Bay Sugar Mill può invece essere raggiunto solo con una camminata: qui si trovano i petroglifi dei Taino. I ranger guidano le camminate attraverso un sentiero nella foresta di 4 km. Anche l’Esperance è una delle originali piantagioni. Nel 1797 vi vivevano 71 persone ed il 92% della terra era predisposta alla piantagione di canna su 63 ettari, 10 ettari per le forniture e 20 ettari a pascolo per 38 vacche. Solo 8 ettari non furono sviluppati e destinati a bosco. Nel 1830 la piantagione arrestò la produzione di zucchero grezzo e divenne una fattoria dove si allevavano bovini e si coltivavano ortaggi. Lavoro duro per gli schiavi che vi vivevano una volta rimossi dalla piantagione e dalle famiglie e costretti a vivere in poderi nei dintorni. Nel 1836, solo 4 ettari dell’Esperance vennero mantenuti e la popolazione si ridusse a 13. Il podere fu acquistato dal consiglio municipale e trasformato in residenza per il medico di St. John. La legge all’epoca richiedeva ai proprietari delle piantagioni di pagare due centesimi per persona per il servizio


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Annaberg Plantation

del dottore, tanto che fu chiamato “doctor two-penny”. Nel 1875 l’Esperance fu abbandonata. Il podere Murphy Estate è intrigante: si ritiene che il Signor Murphy fosse un attivo massone e organizzasse riunioni nella sua dimora, e che le rovine possano essere state il sito del più antico Tempio Massonico su suolo statunitense. Altra bella testimonianza storica è offerta dall’Elaine Sprauve Library ospitata nel podere Estate Enighed House, che risale al 1750: è l’unica e prima testimonianza di un effettivo edificio a St. John appartenuto a un planter. La greathouse della piantagione è del 1757 e il primo proprietario fu la famiglia Wood, tanto da essere inserita nel National Register of Historic Places. Il nome è un omaggio a Elaine Sprauve che lavorò con dedizione al Virgin Islands Division of Libraries, Archives and Museums.


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La Danish West India Company prese il controllo di St. John nel 1692


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2, vent’anni dopo St. Thomas.

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Danish West India Company


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Le spiagge sono splendide, ideali per prende battigia.

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ere il sole, con le acque turchesi che s’infrangono dolcemente sulla


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Un viaggio alleVirgin Islands è Scoprite le loro bellezze archi passato, le tradizioni che i pop hanno lasciato. Lasciatevi coin loro ricchezza. Durata video 2' 20''


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è un percorso di arricchimento. itettoniche, le tracce del loro poli che le hanno attraversate nvolgere e godete di tutta la

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[ ST. JOHN ]


ST. CR OIX The great beauty

IL GIARDINO DELLE ANTILLE

La prima a essere scoperta, la più grande, la più romantica. Saint Croix è un mix di tranquillità e vivacità caraibica. Mare, certo, rum, certo, ma anche foresta pluviale, colline ammantate di verde, rovine di piantagioni di canna da zucchero e mulini a vento. Foto di Luca Bracali www.lucabracali.it Lucio Rossi USVI Dept. Of Tourism


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a storia dell’arrivo degli europei inizia proprio qui. Se la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo entusiasma ancora gli animi italici, non di meno è uno dei capitoli più tristi e devastanti per la storia delle Virgin Islands, benché il nome Virgin Islands si deve proprio a Colombo secondo la leggenda di Sant’Orsola e delle 11.000 vergini. Nel novembre 1493 il suo arrivo a Salt River, sull’isola di St. Croix, provoca l’immediata reazione dei feroci Arawaks o Carib. Ma la corona spagnola non desiste e ordina a Colombo qualsivoglia rappresaglia per occupare le isole in cerca di oro. E' durante questo periodo di impresa coloniale che la maggior parte della popolazione nativa degli Amerindi fu sterminata. Il controllo di St. Croix negli anni successivi passa dalle mani della Spagna all’Olanda, ai Cavalieri di Malta e alla Gran Bretagna prima di entrare nei possedimenti della Francia dal 1650 al 1733 per mano dei Danesi e della Danish West Indian Company. Le due cittadine fortificate di Christiansted e Frederiksted vengono immediatamente create dai danesi non appena colonizzano l’isola e sono oggi una testimonianza unica del potere coloniale danese, maestosamente rappresentato da edifici storici e forti. [ Continua... ]

La storia dell’arrivo

degli europei

inizia proprio qui.


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Poichè i Nativi Indiani non si prestavano al duro lavoro nelle p convincere i danesi di andare nelle West Indies a lavorare, si come del resto faceva l’America.


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piantagioni e non si riusciva a importarono i neri dall’Africa, [ Continua... ]

SCHIAVITU’


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Un tratto del fiume nel Salt River Bay National Park

Salt River Bay National Historical Park and Ecological Preserve Salt River Bay National Historical Park and Ecological Preserve è stato creato il 24 febbraio 1992 dal Congresso Americano con la collaborazione congiunta del National Park Service e del Governo delle Virgin Islands of the United States, che lo gestiscono. Si trova sul versante settentrionale di St. Croix, sulla parte costiera centrale. La baia è un’insenatura ampia con due sezioni principali, delle quali una ancora sul letto del fiume Salt River. Il parco nazionale conserva il Columbus Landing Site, un National Historic Landmark dove approdò Colombo nel 1493 per fare approvvigionamento d’acqua e cibo: questo è uno dei valori storici di Salt River Bay. Inoltre conserva ruderi della fortificazione coloniale francese del Fort Salè, del 1617. Preziosi i reperti preistorici e archeologici con l’unico campo del gioco della palla degli Indiani pre-colombiani, l’unico esempio esistente nei Caraibi. Per altro uno dei due luoghi


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delle due baie bioluminescenti, l’altra è Altona Lagoon. Le Bio Bays sono estremamente rare e sono un fenomeno naturale, un vero tesoro, create da microrganismi, le dinoflagellate Pyrodinium bahamense. Salt River Bay ospita anche altra vita marina bioluminescente quale la Ctenophora o comb-jelly e Odontosyllis phosphorea o fireworms. Il parco ha molta importanza per l’ecosistema presente, costituito dalle mangrovie, l’estuario, la barriera coralline e il canyon sottomarino. L’antico villaggio di Salt River, dopo la metà del 1660 fu trasferito in un altro porto a nord-est di St. Croix – Bassin – più tardi diventata la città di Christiansted sotto la dominazione danese nel 1735. Il Parco rientra nelle onorificenze del programma America the Beautiful Quarters nel 2020. [ Continua... ]

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C U R I O S I TA’

Le mangrovie, l'estuario, la barriera corallina e il canyon sottomarino: il Salt River Bay National Park è molto importante per l’ecosistema presente.

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Lo zucchero grezzo fu la produzione piÚ importante delle Virgin Islan l’86% del valore complessivo delle merci esportate dalle isole in Dan


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nds. Dal 1734 al 1754 rappresentava nimarca. [ Continua... ]

CANNA DA ZUCCHERO


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Christiansted

Christiansted NHS-Gemma dei Caraibi Nessun altro luogo nei Caraibi dimostra ancora oggi con evidenza l’influenza degli europei nell’architettura, nell’economia e nella politica quanto il Christiansted National Historic Site. Si gira la cittadina coloniale a piedi per immergersi nella storia del 18° secolo tramite gli splendidi edifici ben conservati: è uno dei pochi parchi urbani dei Caraibi che fu creato nel 1952 grazie alla volontà dei cittadini. Preserva edifici storici e terreni che lo compongono e mostra quale fosse lo stile di vita danese tra il 1733 ed il 1917. Il parco si estende su circa tre ettari nel cuore di Christiansted e sul lungomare, includendo il porticciolo. Vi si trovano cinque strutture storiche: Fort Christiansvaern (1738), la Danish West India & Guinea Company Warehouse (1749), lo Steeple Building (1753), la Danish Custom House (1844), e la Scale House (1856). Il National Park Service usa queste risorse per illustrare la storia e la diversità dell’esperienza umana a Christiansted durante la colonia danese con la sua amministrazione, gli insediamenti


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militari e navali, il commercio internazionale e quello degli schiavi, la diversità religiosa, l’architettura, il commercio, il crimine e le punizioni. I danesi crearono la città sulle rovine di un villaggio francese chiamato Bassin, del 1665. La nuova città fu chiamata Christiansted in onore del Re Christian VI di Danimarca e Norvegia. Il suo disegno si basò sull’architettura standard militare in Europa e furono necessari centinaia di schiavi africani e di militari danesi che la costruirono in 11 anni. Dal 1734 al 1803 Christiansted giocò un ruolo critico nella cattura e nella vendita di umani dell’Africa che ridusse in schiavitù per lavorare nel Nuovo Mondo; così come nella vendita di preziose risorse naturali quali zucchero e legno, per l’Europa e le colonie americane. Il retaggio danese di Christiansted si può ancora ammirare nelle architetture, nelle arcate e nei marciapiedi e ne nomi delle strade. Gli edifici governativi neoclassici e i caseggiati, le chiese con diversa influenza, le combinazioni di negozi e residenze, i cottage con i tetti a tegole creano l’immagine impressionante di una capitale coloniale delle Indie Occidentali costruita essenzialmente sulla schiavitù, lo zucchero ed il rum. La zona del porto di Christiansted fu importante nel sistema mercantile che collegava all’Europa, all’Africa Occidentale le Indie Occidentali ed il Nord America. Con la fine del commercio internazionale nel 1815, i mercati statunitense crebbero d’importanza pesando sul 75% dell’esportazione agricola di St. Croix nel 1830. La vendita delle Danish West Indies agli Stati Uniti. nel 1917 non fece altro che formalizzare una relazione economica già esistente da tempo tra le Virgin Islands e il continente.

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Il retaggio danese di Christiansted si può ancora ammirare nelle architetture, nelle arcate e nei marciapiedi e ne nomi delle strade.

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St. Croix ha la fortuna di conservare ancora oggi 115 dei suoi antichi la colonia Danese ne vantava 150.


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i mulini a vento. Ad un certo punto [ Continua... ]

MULINI A VENTO


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Nativi delle Virgin Islands: la distruzione con la “scoperta” di Cristoforo Colombo Quattro diverse popolazioni pre-colombiane si insediarono alle Virgin Islands arrivandovi dall’America del sud: Ciboney, Igneri, Taino e Kalinago. Dal 2200 a.C. si sa di una presenza umana alle isole. I primi furono i Ciboney tanto che esiste evidenza archeologica di questa popolazione dell’età della pietra a Krum Bay, St.Thomas. Gli Ortoiroid, secondo la definizione contemporanea degli archeologi, erano pescatori, non creavano vasellame né coltivavano piante. Essenzialmente nomadi, usavano le pietre come utensili per preparare il cibo e i molluschi molto probabilmente erano una parte importante dell’alimentazione. La seconda ondata portò nel 400 BC gli Igneri, o Saladoid alle Virgin Islands anch’essi dal Sud America. Vissero indisturbati per circa 1000 anni coltivando vegetali, yucca e cassava. Il pescato e la carne di un ratto che allevavano – agouti – era la fonte primaria proteica. Sapevano forgiare vasellame tanto da produrre una specie di piastra sottile per la cottura della cassava. Vivevano in capanne circolari. La terza ondata è rappresentata dalla tribù pre-colombiana più sofisticata che abbia vissuto alle Virgin Islands. Forgiavano vasellame, praticavano colture e un sistema sociale avanzato. I Taino - secondo le leggende popolari gli Arawaks - vissero alle Virgin Islands e gli archeologi ne hanno trovato evidenza nella zona di Salt River Bay a St. Croix – importante insediamento – e scavi sono ancora oggi effettuati a Cinnamon Bay, St. John e ad Hull Bay, St. Thomas, portando alla luce reperti. Gli ornamenti erano importanti per i Taino in virtù delle credenze religiose. Usavano gli zemis - idoli di legno, osso, conchiglie e terracotta – per celebrare le divinità e controllarne il potere. La divinità Taino per il vento e l’acqua era Jurakan, da cui la parola odierna “uragano”. Alcuni zemis influenzavano il clima, il raccolto, la caccia, la salute e la nascita di un bambino. I leader religiosi - behiques – comunicavano con le divinità, ed erano uomini di medicina. I villaggi Taino erano di capanne disposte in cerchio. I Taino amavano festeggiare. Creavano strumenti musicali quali le castagnette ricavate da


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Un'immagine che raffigura l'arrivo di Colombo sull'isola

pietre e le usavano per fare musica. Donne e uomini giocavano a palla, come si evince dal ritrovamento di un campo da gioco ritrovato a Salt River Bay, St. Croix. L’ultima ondata di popoli precolombiani che giunse alle Virgin Islands poco prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo e della “scoperta” delle isole fu dei Kalinago, popolarmente conosciuti come Caribs. Fu proprio un villaggio di Kalinago che Colombo incontrò al suo approdo nel novembre 1493 a Salt River Bay, St. Croix. Gli archeologi però non sanno se i Kalinago abbiano mai raggiunto St. Thomas, St. John, o altre isole. Non c’è alcuna testimonianza archeologica. Il tabacco era la merce di scambio. Arco e frecce le armi dei Kalinago, che con l’ausilio del veleno di talune piante, veniva ampiamente usato per forgiare la punta delle frecce. 100 anni dopo l’arrivo di Colombo e degli spagnoli nei Caraibi non esistevano più gruppi indigeni alle Virgin Islands. I Caribs di St. Croix – come li chiamavano gli spagnoli – s’opposero violentemente alla conquista coloniale nella regione, ma in risposta alle aggressioni la corona di Spagna [ Continua... ]


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Un nativo di Saint Croix

ordinò ai propri coloni lo sterminio incondizionato. Nel 1512 inizia la fine degli ultimi nativi alle Virgin Islands. Nel 1590 e forse anche prima, nella maggior parte delle isole le popolazioni indigene delle Virgin Islands scomparvero. Oggi non esiste alcuna popolazione d’origine nativa alle Virgin Islands. Rimangono solo alcuni nomi – uragano, amaca e barbecue – che derivano dal linguaggio delle popolazioni pre-colombiane. Nell’intento di ristabilire e ricostruire l’identità storica e culturale dell’arcipelago, in anni recenti un’organizzazione inter-tribale alle U.S. Virgin Islands è stata ufficialmente riconosciuta come American Indian Tribe in un proclama dell’allora Governatore Charles W. Turnbull. La CaribTaino Confederacy ha ricevuto il riconoscimento il 29 dicembre 2006. I Taino nei reperti archeologici delle US Virgin Islands: zemis e petroglifi I Taino credevano che tutto nell’universo fosse correlato e spiritualmente vivente. Vedevano la terra come un disco piatto sospeso nel cosmo sopra le acque del mondo sottostante. Le anime


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dei morti vivevano in un altro mondo, guidate da zemi Maquetaurie Guayaba, Signore della Terra dei Morti. Gli zemis degli inferi spesso erano forgiati in forma di creature notturne, tipo pipistrelli o gufi. Uno zemi trovato a Cinnamon Bay a St. John conserva l’immagine di un pipistrello. Queste creature erano considerate messaggere della morte. Gli zemis del cosmo procuravano ai Taino un buon raccolto, fertilità e buona salute. Gli zemis potevano anche trovarsi nel mondo naturale: nelle piante, nelle montagne, nei fiumi, nelle grotte. zemis distruttivi dal mondo inferiore causavano siccità, malattie e disastri naturali. Oltre a fabbricare idoli, gli artigiani Taino intagliavano immagini simboliche sulle rocce che si trovavano in luoghi carichi di spiritualità, come ad esempio mostrano i petroglifi della Reef Bay a St. John, lungo il versante di percorsi d’acqua fresca o sulle scogliere di Congo Cay. Si ritiene che questi intagli rappresentino gli spiriti naturali che risiedono in questi luoghi. I Taino usavano piante allucinogene per comunicare con gli zemis e con gli spiriti degli antenati, in un rituale conosciuto come la cerimonia cohoba. I capi – Caciques – e gli sciamani, bohutí con abbastanza potere spirituale, usavano questa cerimonia per guarire gli ammalati, predire il futuro e assicurare il bene della comunità. I partecipanti digiunavano prima della cerimonia, poi rigurgitavano inserendosi uno strumento rituale in gola. Una volta depurati inalavano la cohoba tramite un intricate aggeggio intagliato, con tubi inalatori, piazzati nelle narici. Il cacique o bohutí poteva quindi lasciare il mondo naturale attraverso il buco al centro della terra ed entrare nella forza soprannaturale che collega i reami dell’universo. Gli spagnoli erano spaventati dalla religione taino e credevano che gli zemis fossero di natura satanica. Si dice che abbiano incendiato centinaia di zemis di cotone e distrutto innumerevoli lavori d’arte religiosa dei Taino. A causa delle tremenda persecuzione degli spagnoli, i Taino sopravvissuti praticavano in segreto le proprie tradizioni. [ Continua... ]


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Molte chiese storiche riflettono la ricca diversitĂ sociale e la t caratterizzato il dominio coloniale danese.


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tolleranza religiosa che ha [ Continua... ]

CHIESE CULTI e MISSIONARI


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Piantagioni di canna da zucchero L’interesse dei danesi a St. Croix - che già si erano stabiliti a St. Thomas e St. John negli anni precedenti – è per le piantagioni di canna da zucchero, poiché rispetto alle altre quest'isola era più grande e più fertile. Nel 1751 erano attive già 64 piantagioni, lavorate dagli schiavi africani. Nel 1754 la maggior parte dei terreni fertili erano coltivati con le sole eccezioni del North Side e dell’East End dell’isola. Ogni piantagione di canna da zucchero era contrassegnata dal mulino a vento e dalle macine. Nel 1766 St. Croix era completamente coltivata e suddivisa in lotti. La Grange nel 1759 era una delle piantagioni più grandi e di maggior profitto per le Danish West Indies. Di proprietà, insieme ad altre, dell’influente famiglia Schimmelmann. La maggior parte dei suoi campi erano di canna, solo un piccolo appezzamento era un giardino. L’intera piantagione era circondata dalla boscaglia. Tra le Greathouse storiche rimaste praticamente intatte o restaurate ci sono le belle Butler's Bay e Whim, Estates Little Princess, Pearl, Little La Grange, La Reine, Slob, Cane Garden, Bonne Esperance, Annaly, Sprat Hall, l’antica dimora del Baron de Bretton a Concordia, Sion Farm, Richmond e le due Orange Groves. Uno dei restauri più impressionanti è quello della Greathouse all’Estate Cane Garden, di cui una parte risale al 1650, quando i frati gesuiti vi costruirono un monastero durante l’occupazione francese. È stata restaurata e arredata come nel periodo della metà del 18° secolo per mostrare la vita opulenta di un colono West Indian, il planter. La maggior parte delle Greathouse preservate e restaurate sono di proprietà privata ma spesso sono accessibili durante gli Open House and Garden Tours sponsorizzati ogni anno a febbraio e marzo dalla Landmarks Society. Il gioiello architettonico è la Greathouse del Whim Plantation Museum. Il mulino a vento restaurato e gli


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Whim, una delle piantagioni che ha segnato la storia dell'isola, oggi visitabile

altri edifici sono aperti al pubblico come museo dalla Landmarks Society. Whim è un esempio dei momenti topici delle piantagioni e del rum e narra la storia di una famiglia d’imprenditori che fece fortuna sull’isola. Nella Golden Age le grandi Greathouse erano costruite con cura e arredate riccamente con splendida mobilia di mogano, porcellane e cristalleria, argenteria e biancheria di Madeira. Provetti artigiani venivano portati dall’Europa per seguire gli schiavi apprendisti. La Greathouse sorgeva sempre sulla cima di una collina o su un lato per godere degli alisei, benché il mulino a vento avesse la precedenza assoluta nel luogo più ventilato. La dimora più grande di norma sfruttava i due piani per l’abitazione, con il magazzino [ Continua... ]


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La Greathouse del Whim Plantation Museum

situato in un’altra parte. Se non c’erano problemi economici entrambi i piani avevano pavimentazioni di pietra, al limite il secondo piano era di legno duro per resistere all’umidità e agli insetti. Le stanze erano ampie con alti soffitti; le finestre larghe, ricavate nei muri spessi, avevano scuri di legno pronti per essere fermamente chiusi e inchiodati in caso di tempeste. Le porte erano possenti e sormontate da archi con portoni robusti. Ampie balconate circondavano tutta la casa, con belle arcate di pietra e mattoni. La balconate erano il centro della vita domestica. Quasi ogni edificio su ciascuna piantagione, inclusa la Greathouse, aveva una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Molte di queste antiche cisterne costruite 200 anni fa mantengono l’acqua


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ancora fresca, pura e potabile. Di tanto in tanto le Greathouse più eleganti organizzavano danze, minuetti e quadriglie nella sala da ballo. La cucina – Cookhouse – era in un edificio separato nelle vicinanze della Greathouse, fatta delle stesse pietre della casa o di mattoni, con un alto soffitto. Il fuoco all’aperto per far da mangiare, con tutto il suo calore, lapilli e braci, era sconosciuto a St. Croix. I forni di argilla erano sufficientemente grandi per arrostirvi capre o maiali o per cuocere il pane ed erano costruiti accanto alle cucine e altri accanto alle abitazioni degli schiavi. Di norma la donna schiava preparava il cibo per le famiglie su ciò che ancora oggi si chiama coal pots. Una varietà di piatti deliziosi era preparata sul coal pot. Il quartiere degli schiavi è ancora oggi conosciuto come Village, e nel 18° secolo era una zona autosufficiente. La prime capanne degli schiavi furono costruite di ramoscelli flessibili, canne e fango. I tetto di norma era di canniccio e rami di palma. [ Continua... ]

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Whim è un esempio dei momenti topici delle piantagioni e del rum e narra la storia di una famiglia d’imprenditori che fece fortuna sull’isola.

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Tre donne, Mary Thomas, Axeline Elizabeth Salomon (chiamata giocato un ruolo molto attivo nella lotta alla schiavit첫.


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a Agnes) e Mathilda Mc Bean, hanno [ Continua... ]

Le Tre Regine Ribelli


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Buck Island Reef National Monument Il Buck Island Reef National Monument è una delle rare e poche aree completamente protette del National Park System. Un’isola di 71 ettari circondata dalla barriera corallina che supporta una vasta varietà di flora e fauna, includendo molteplici specie a rischio come le tartarughe hawksbill e i pellicani marroni. La barriera di corallo elkhorn che circonda due terzi dell’isola ha formazioni straordinarie, grotte profonde, dove vivono numerose specie di pesci e abbondano le gorgonie. La barriera di corallo elkhorn è unica nelle acque statunitensi. Buck Island è conosciuta anche per la nidificazione dell’avifauna e per le sue ricche tracce di storia culturale. Lunga 1800 metri e larga 800 metri, disabitata, si erge sul mare a 99 metri d’altezza a circa 3 km dalla costa settentrionale di St. Croix. Stratificazioni di roccia sedimentaria depositata nelle acque profonde 60 milioni d’anni fa la compongono. Nel 1822 Buck Island divenne la passione ufficiale della corona danese tramite l’usanza del landskassen o appropriazione di terre rurali da parte del governo a scopo protettivo. Queste terre venivano poi cedute a vari individui per vari usi stabiliti dal governo danese. Quella che all’origine si chiamava Pocken-Eyland fu acquisita da un danese col nome di Diedrich, segretario comunale di Christiansted, capitale delle “Danish Islands in America.” Egli vi stabilì un piccolo insediamento di schiavi per tagliare gli alberi del lignum vitae per


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Buck island, con le sue spiagge bianche, è un vero paradiso tropicale

l’esportazione. Questo disastro ecologico divenne ancor più grave quando furono introdotte anche le capre alla fine del 1700, che diedero modo ai cartografi di confermare il nome Bock – capre allo stato brado – poi convertito in inglese “Buck” nelle mappe risalenti al 1824. I nomi dei luoghi a Buck Island, quali “West Beach,” “Turtle Bay” e “Diedrich’s Point” sono stati inventati a beneficio dei turisti negli ultimi 40 anni!


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Saint Croix, con le sue spiagge bianche e di s di puro relax.

GA L L E RY


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sabbia borotalco, offre infinite opportunitĂ per vivere una vacanza


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Maria Elizabeth Yard si guadagnò la libertà e divenne donna d’a schiavi a Christiansted.


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affari di successo con i propri [ Continua... ]

Maria Elizabeth Yard


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Il St. Croix Heritage Trail attraversa l’intera lunghezza dell’isola collegando la storia delle due cittadine Frederiksted e Christian la sezione Montana del Northside, e l’arida sezione dell’East En


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a – 45 km – e si snoda per 115 km, nsted, le fertili vallate centrali, nd. [ Continua... ]

ST.CROIX HERITAGE TRAIL


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Gli schiavi erano abili conoscitori dell’uso delle piante e degli


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BUSH TEA alberi. [ Continua... ]


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Le odierne celebrazioni del carnevale alle U.S. Virgin Islands, so festive che sono state reintrodotte, interpretate, inventate alcu


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ono il risultato di varie tradizioni une centinaia d’anni fa.

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MUSICA & DANZE


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La natura giocava un ruolo diverso per gli africani. I primi schia coinvolti con l’obeah o voodoo e con altri spiriti chiamati Jumbi


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avi erano fortemente ies.

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MOCKO JUMBIE


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Le Isole Vergini Americane son di piÚ rispetto alla tradizionale godranno di una vera e propria enogastronomia, musica, e man di quest’arcipelago una destina Durata video 2' 20''


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no un paradiso che offre molto e vacanza al mare. I visitatori a esperienza culturale: storia, nifestazioni tradizionali fanno azione ancora autentica.

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PER INFORMAZIONI Ufficio Turismo Isole Vergini in Italia www.isoleverginiusa.it Thema Nuovi Mondi www.themasrl.it/en

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