10 minute read

Elena Capezzonee Luca Bagnarioldi Raggi-Chan contro la criminalità capitolina

RAGGI - CHAN CONTRO LA CRIMINALITÀ CAPITOLINA

COSA CI DICE IL FUMETTO SUL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA VOLUTO DALLA SINDACA DI ROMA?

Advertisement

Il 7 Giugno 2019 è entrato in vigore il nuovo Regolamento di Polizia Urbana di Roma, festeggiato dalla Giunta Raggi come uno dei più importanti risultati raggiunti nel corso di questi 3 anni e mezzo di governo cittadino.

L’entusiasmo appare fondato, visto che era dal 1946 che nessun Sindaco della Capitale era intervenuto per modificare il Regolamento (al massimo si era sempre proceduto tramite norme transitorie), ma forse la Giunta si è lasciata un po’ troppo trasportare da esso. Ben 6 mesi dopo l’entrata in vigore, il 15 Novembre 2019 appare sul sito del Comune di Roma appare un comunicato che parla della nascita del progetto “Proteggi il cuore di Roma”, un libretto illustrativo da consegnare nelle scuole e i licei della Capitale per spiegare in modo semplificato le nuove normative ai giovani romani. Una decisione che ha fatto molto discutere a livello nazionale, visto che la versione anime della Sindaca Raggi ha fatto il giro dei maggiori giornali italiani. La mossa propagandistica della Sindaca offre però degli interessanti spunti sul difficile rapporto che sussiste fra la classe politica e le nuove generazioni, che cercheremo di sviluppare all’interno di questo articolo.

il PLUS

Prima di procedere con l’analisi degli spunti politici che ci offre il fumet- to, è obbligatorio analizzare effettivamente l’opera nel suo essere: pren- dere il testo, sfogliarlo ed osservare pagina per pagina il suo contenuto, il tratto dei disegni e la trama di ogni singola tavola. Una lettura attenta, come se tra le nostre mani avessimo l’ultimo lavoro di Zerocalcare oppure un grande classico come “Watchmen” di Alan Moore. Per capire la genesi di quest’opera, bisogna per forza di cose parlare della figura alla quale la Sindaca Raggi ha deciso di affidare la realizzazione di quest’opera magna. All’interno della pletora di grandissime penne che il mondo del fumetto italiano offre, la Sindaca ha optato per uno dei più grandi vignettisti di sempre: Marione, ex fumettista ufficiale del Movimento 5 stelle (ha abbondonato il partito come azione critica nei confronti della decisione del partito di andare al governo con il Partito Democratico e fa ora parte di VOX Italia, movimento guidato dall’eccel- sa mente di Diego Fusaro) e primo sostenitore in assoluto della Giunta Raggi.

Una figura eccezionale, scelta azzeccatissima per insegnare ai giovani il rispetto del codice civico e le norme di convivenza cittadina, come testimo- niato dalle vignette da lui pubblicato sulla sua pagina Facebook personale: l’ultima in ordine temporale, pensata per celebrare la vittoria dei Conserva- tori Inglesi alle elezioni nazionali, raffigurante Boris Johnson con indosso un delizioso pigiama a righe di colore grigio che fugge tutto contento dall’U- nione Europea raffigurata come il campo di concentramento di Auschwitz. Una piccola svista, se non si considerano le continue litigate online che lo vedono protagonista degli insulti più variegati nei confronti di coloro che si professano non concordi nei confronti delle sue convinzioni politico-eco- nomiche. Tolti questi aspetti, Marione si presente come la figura ideale per insegnare ai giovani gli aspetti più basilari della convivenza democratica.

Il genio del fumettista si mette subito in mostra nelle fasi preparatorie dell’opera: nel cercare il modo migliore per veicolare le normative del Regolamento, è stata la sua mente illuminata a optare per la decisione di tramutare la Sindaca in una poli- ziotta dalle fattezze giapponesi (pregevole il pragmatismo della matita di Marione, capace di adattarsi allo stile manga che di solito non gli appartiene), che pattuglia le strade di Roma alla ricerca di criminali da combattere tramite l’arma più temibile a sua disposizione, ossia il DASPO urbano. La scelta dello stile di disegno alla giap- ponese è stata certamente dettata dalla grande popolarità di “Meloni-Chan”, l’alter ego manga di Giorgia Meloni che dietro il suo aspetto dolce ed innocente lanciava i suoi messaggi di difesa della patria e delle tradizioni italiane. Seppur lo spun- to sia palese, mentre la Meloni non ha mai costruito un universo meta-narrativo attorno alla sua versione giapponese, la Raggi si è talmente innamorata dell’idea che ha deciso di rendere “Raggi-Chan” la protagonista del fumetto, incarnando nelle sue fattezze il mantenimento dell’ordine pubblico e il rispetto delle regole.

“Raggi-Chan” diviene così l’unica protagonista delle tavole che compongono l’opera, ognuna delle quali divulga ai giovani della Capitale ogni singolo aspetto del nuovo Regolamento di Polizia Urbana. Analizzare ogni singola pagina richie- derebbe fin troppo tempo, per cui è giusto soffermarsi su quelle maggiormente iconiche e che offrono più spunti a livello artistico e culturale. Una delle tavole di maggior livello è certamente quella riguardante i venditori ambulanti: la scena rappresenta un criminale, armato della miglior paccottiglia da vendere a caro prezzo ai turisti (fra cui non possono mancare i mitici selfie-stick o le bottiglie

d’acqua dalla dubbia provenienza) costretto alla fuga da Raggi-Chan, il cui odio per la criminalità è talmente forte da materializzarsi sotto forma di lingue di fuoco che partono da tutto il suo corpo. Una scena che nei giovani riporta alla mente dolci ricordi d’infanzia, vista la palese influenza dell’anime che ha maggiormente occupato la fascia oraria delle 15 del palinsesto televisivo, ossia l’immortale “Dra- gonball” (la Sindaca pare effettivamente sul punto di trasformarsi in Super Sayan)

La tavola che meglio ci mostra l’intelligenza di Marione è certamente quella ri- guardante il tifo violento, in cui Raggi-Chan ammonisce un gruppo di tifosi le cui bandiere e sciarpe non a caso non rappresentano i colori sociali delle due squa- dre della Capitale, in modo tale da non scontentare gli ultras di Lazio e Roma. La vignetta più emozionante rimane certamente l’ultima, nella quale la Sindaca, dismessa la divisa da vigilessa, consegna ad una ragazza, il cui sguardo pieno di ammirazione è fisso su di lei, il compito di continuare a proteggere il Cuore di Roma: un passaggio generazionale da cui dipende il futuro dell’intera città. Con questa immagine poetica, si chiude il fumetto “Proteggi il Cuore di Roma” e la nostra analisi riguardo a questo capolavoro della fumettistica contemporanea italiana. A que- sto punto rimane solo chiederci quali spunti più generali quest’opera ci conceda.

IL PICCO DELL’INCAPACITÀ DI DIALOGO FRA POLITICA E GIOVANI.

Dopo un’analisi in chiave ironica della vicenda (poiché giusto l’ironia essa può scatenare), passiamo ora a cercare di capire come è strutturato il progetto e quali messaggi esso realmente lanci. Il Regolamento è accompagnato da una serie di 20 vignette disegnate da Mario Improta, in arte Marione, che vestono la sindaca della capitale Virginia Raggi di panni eroici, ergendola a paladina della giustizia in difesa della comunità, del rispetto e dell’educazione civica volti alla salvaguardia di spazi pubblici, monumenti e strade. Il fumetto è stato distribuito nelle circa 850 scuole elementari e medie di Roma con lo scopo di coinvolgere anche i più piccoli nella lotta contro il degrado urbano e il mancato rispetto dei beni comuni, nella speranza di rendere virali le regole della convivenza civile. Termini quali ‘’DASPO’’ e ‘’MULTA’’ campeggiano in caratteri cubitali sulle coper- tine delle 300.000 copie stampate. I ‘’timbri’’ in prima pagina vengono affiancati dalla figura della sindaca in missione contro writers che imbrattano monumenti e venditori ambulanti colti sul fatto e costretti a scappare in fretta e furia, per tentare di sfuggire all’ira esplosiva della vigilessa Raggi.Ad accompagnare la ta- vola sono presenti slogan che recitano <<I marciapiedi non sono posacenere>>, <<L’unica cosa da assumere senza limiti è l’arte>>, <<Stop adesivi e lucchetti>> o ancora «Rispetta i tuoi monumenti, sono già belli così» e poi «pulisci».

Il messaggio riproposto in tutte le pagine del fumetto è chiaro: chiunque violi le norme del nuovo Regolamento potrà essere oggetto del sopra citato strumento legislativo che prevede l’allontanamento da specifici luoghi del territorio comu- nale. Lo stile scelto per la rappresentazione è quello del manga giapponese, la protagonista in tenuta da vigilessa a braccia conserte e con sguardo fulminante riveste la figura dell’eroina della vicenda, impersonata dalla sindaca Raggi, men- tre il ruolo del ‘’cattivo’’ che vandalizza i monumenti pubblici spetta al giovane stereotipato secondo i canoni socialmente accettati e riconosciuti del ‘’piccolo criminale’’. Il giovane ‘’delinquente’’ con tanto di berretto sfoggia tatuaggi sul- le braccia scoperte, catene al collo e un ghigno malefico, ancora ignaro della presenza contrariata alle sue spalle che sta per richiamarlo all’ordine ed even-

il PLUS

tualmente punirlo. La strategia comunicativa utilizzata è quella di rendere chiara l’opposizione tra le due forze di Bene e Male, eroina e anti-eroe, che non è sco- nosciuta al tipo di audience destinataria e, probabilmente, per questo adoperata con la speranza di catturare l’attenzione dei più piccoli. L’idea della stessa Virgi- nia Raggi di rivolgersi ad una fascia d’età bassa che partisse dai 9 anni\quarta elementare, comprendendo anche i ragazzi dei licei, è stata introdotta e giustifi- cata con le seguenti parole “La protezione della nostra città coinvolge ognuno di noi, a partire dal rispetto dei luoghi e delle persone che ci circondano, ma la vera spinta al cambiamento proviene dai giovani che, con il loro esempio, possono innescare un circolo virtuoso di azioni positive’’ E’ possibile ottenere tutto ciò con l’antagonizzazione di soggetti stereotipati tramite accessori e indumenti? La strumentalizzazione di questi caratteri non può far altro che esacerbare i rapporti già non idilliaci fra le rappresentanze giovanili e il comune. Infatti la Raggi appare vestita da vigilessa, mentre il ragazzo della vignetta è rappresen- tato da un luogo comune e questo non aiuta la causa che, in realtà, potrebbe avere delle giustificazioni in quanto la capitale versa in condizioni di degrado dovute a una serie di fattori: non ultima, il comportamento incivile dei cittadini.

La distribuzione del fumetto dovrebbe rappresentare una proposta mediatica strategica e funzionale con un potenziale di diffusione del messaggio non indifferente, la preoccupazione di molti, però, è che rimanga solo un car- toon, più che un sensibilizzatore delle coscienze e, che consecutivamente, non venga interiorizzato. Se non altro per la modalità di propagazione uti- lizzata, che non ha precedenti né eguali e si basa sul rivestimento e tap- pezzamento dei luoghi più frequentati della città di vignette colorate, senza che il regolamento sia effettivamente entrato in vigore. Mario Rusconi, pre- sidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio, si è espo- sto in merito a questo dubbio, dando voce al tipico scontento della capita- le e ponendo l’accento su quello che potrebbe rappresentare il vero nodo della questione ‘’Il punto vero – spiega il portavoce dei presidi romani - è che il fumetto resta fumetto, perché nella realtà le cose sono ben diverse e questo regolamento sembra essere tutt’altro che applicato”. “Continuiamo a vivere in una città sporca – accusa – (...) al fumetto non seguono azioni concrete”. Tuttavia, sono diversi i punti a sfavore emersi contro l’iniziativa.

Un’altra fonte di dissenso è sorta a causa della scelta di personaliz- zazione dei poteri sanzionatori nella figura della super-sindaca, che ha causato uno spartiacque importante nell’oceano di opinioni pub- bliche, già in balìa di correnti contrastanti. L’origine del sentimento di disaccordo si trova proprio nella confusione riguardo la decisione di mostrare la sindaca di Roma in uniforme blu e in veste di super eroina.

Il pericolo è che il messaggio venga inficiato dall’eccessiva personalizzazione della sindaca che appare nei manifesti travestita da vigilessa e che potreb- be scatenare antipatie e antagonismi nei suoi confronti, considerato anche il calo di popolarità della stessa giunta e del partito che la sostiene. Forse il progetto della sindaca mirava a un investimento per il futuro indirizzato ai giovani, ma l’iniziativa è stata macchiata da un modus operandi discutibile nelle applicazioni pratiche, che stride notevolmente con le parole della stes- sa Raggi, anche in risposta alle polemiche sul costo totale di 50.000 euro impiegati per rendere possibile l’ultimo provvedimento ‘’Proteggi il cuore di Roma’’. <<Questi non sono soldi buttati ma investiti. Se torniamo a investi- re sulla cultura e i ragazzi, sono certa che Roma potrà cambiare volto.>> In questo modo replica la sindaca Virginia Raggi. L’elemento che maggiormente

This article is from: