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Luca Bagnarioldi Parallasse

Parallasse -------------------------------------------------------------------- la rassegna stampa di Scomodo

Lo spostamento apparente di un oggetto causato da un cambiamento di posizione dell’osservatore è un effetto ottico noto come parallasse. Si tratta di un concetto potente, utile a descrivere il relativismo generato dalla molteplicità di interpretazioni dei fatti, soprattutto nell’industria dell’informazione. Spiegare questa molteplicità è l’obiettivo di questa rassegna stampa mensile. Kobe Per la prima volta in quasi tre anni di pubblicazione, ques ta rubrica necessita di una doverosa quanto dolorosa premessa. Per quanto possa apparire ridicolo agli occhi del lettore, l’argomento che ver rà trattato in questo numero rappresenta forse il più diffi cile mai affrontato nel corso di questi 3 anni. La morte di Kobe Bryant ha lasciato un vuoto profondo nel cuore di centinaia di milioni di persone e, pur dopo diverso tempo, è ancora difficile riuscire a pro cessare un simile lutto. Mai il qui presente redattore avrebbe voluto che questo argomen to divenisse protagonista di questa rubrica: troppo forte è il dolore per la scomparsa di una delle più grandi per sonalità sportive della storia dell’umanità per poter parlare lucidamente della sua figura. In questi casi, l’unica soluzi one dovrebbe essere il silenzio e la riflessione personale sul lascito che il Black Mamba ha concesso al mondo intero, ossia la sua inscalfibile men talità che gli ha permesso di ergersi come uno dei più gran di cestisti di sempre. Sfortunatamente, a chiamarci in causa sono stati i giornali sportivi italiani, colpevoli di un’inde gna commemorazione della morte di Bryant nelle prime pagine del giorno successivo a questa immensa tragedia, che oltre alla leggenda dei Lakers ha visto coinvolti la figlia Gi anna ed altre sette persone.

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Delle (prime) pagine indecenti In Italia, a dominare la categoria del giornalismo sportivo sono ben 3 testate: due istituzioni come la Gazzetta dello Sport e il Corriere delle Sport, mentre più staccato vediamo il giornale sportivo di Torino Tuttosport. Come è possibile evincere dai nomi dei quotidiani, queste pubblicazioni dovrebbero coprire all’interno ogni singolo evento sportivo accaduto nel corso del giorno precedente, ma questo di norma non accade poiché il panorama sportivo italiano a livello informativo è totalmente incentrato sul calcio, che vede il maggior bacino di tifosi ed appassionati e per questo permette ai giornali di ottenere migliori risultati a livello di vendite quotidiane. Per intenderci: se le prime pagine dei giornali sportive italiane fossero dedicate ogni volta al volley, probabilmente tutte queste testate sarebbero già fallite da un pezzo. Esistono però delle ovvie eccezioni, come un grande risultato a livello nazionale o di club in qualsiasi disciplina oppure, ed è questo il caso, un avvenimento sconvolgente come la morte di una grande icona mondiale del mondo sportivo. Le centinaia di migliaia di lettori che quotidianamente comprano questi giornali immaginavano che le aperture del 27 gennaio fossero totalmente dedicate alla scomparsa di Kobe, ma così non è stato: la notizia della morte della leggenda gialloviola è stata relegata nella parte alta della prima pagina

(zona di solito in cui vengono relegate notizie rilevanti ma non di assoluta importanza), mentre lo spazio centrale dedicato alla prima notizia del giorno è stato lasciato alla sconfitta in campionato della Juventus contro il Napoli di Gennaro Gattuso. Una scelta che sarebbe apparsa “comprensibile” (ma sempre totalmente inaccettabile) per quanto concerne Tuttosport, che ha nella tifoseria juventina lo zoccolo duro della propria utenza quotidiana, ma che appare incomprensibile per quanto concerne gli altri due quotidiani, specialmente osservando quanto accaduto in Spagna. Nella penisola iberica infatti, persino due quotidiani totalmente incentrati sulle vicende delle due principali squadre sportive del paese come AS e Mundo Deportivo (che rispettivamente si concentrano su Real Madrid e Barcellona) hanno giustamente deciso di dedicare la propria prima pagina alla terribile notizia che era giunta nel corso della giornata precedente dalla California: atteggiamento in totale contrasto con quello della Gazzetta, da sempre riconosciuto come uno dei giornali più attenti alle notizie del mondo extra-calcistico (questo ovviamente prima che il mondo dell’editoria entrasse in crisi, ora anche la Rosa è costretta ad inseguire i tifosi di calcio per evitare la bancarotta). La testata che però esce peggio da questo scempio è certamente Il Corriere dello Sport, che oramai da mesi pare entrato in un loop senza fine di uscite discutibili (a partire da quando il direttore Ivan Zazzaroni decise di anticipare l’annuncio della leucemia di Sinisa Mihajlovic quest’estate). Oltre a non concedere la prima pagina a Kobe (preferendo piuttosto un bel primo piano di Lorenzo Insigne), il titolo scelto dal direttore per il suo editoriale, “è caduta una stella dal cielo”, pare più un tentativo di black humor uscito terribilmente male che un modo di rendere omaggio al Black Mamba.

Nei giorni successivi, il direttore è riuscito addirittura a fare peggio, non rispondendo alle critiche subite mascherandosi dietro al concetto che se una notizia si fosse imposta su tutti gli organi di stampa sarebbe venuto meno il principio di pluralità d’informazione. Zazzaroni avrebbe fatto più bella figura ammettendo che doveva cercare di sfruttare una partita così sentita come Napoli e Juve, due dei club col maggior numero di sostenitori in Italia, per cercare di mettere apposto i conti del proprio giornale, piuttosto che proferire un’oscenità simile. Le aperture del 27 gennaio dei maggiori quotidiani sportivi italiani devono essere ricordate come uno dei momenti più bassi toccati dal giornalismo italiano. Ad un simile scempio non potranno mai rimediare né scuse ufficiali né dichiarazioni di circostanza su quanto Kobe Bryant sia stato un’icona sportiva mondiale. L’omaggio che Kobe meritava era ben altro per quanto grande è la legacy (non solo sportiva) che lascia a questo mondo. Eppure, sarebbe bastato così poco: una pagina nera a lutto, i suoi 2 numeri di maglia che hanno contraddistinto la sua carriera (l’8 e il 24) ed una giusta frase per unire tutti i lettori nel ricordo di una delle più grandi personalità sportive che abbianopiede sul globo terrestre. Come si sia fatto a preferire un primo piano di Lautaro Martinez che viene espulso è una domanda che lascia poche risposte e tanta rabbia nel cuore.

8/24 Mamba for Life

di Luca Bagnariol

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