Foro Italico

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ILFOROITALICO DAIERIADOMANI

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II edizione - aprile 2023

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ILFOROITALICO DAIERIADOMANI

cura di LucaZevi
TitinaMaselli Boxeurallecorde oliosutela cm.89x116 1995.

ILFOROMUSSOLININEGLIANNITRENTA: IPROGETTIPERLEOLIMPIADIDEL 1940 E DEL 1944

Piero Ostilio Rossi

ARCHITETTUREPERLOSPORTNEGLIANNITRENTA Livio Sacchi

ILFOROITALICO FRAMODERNITÀE MONUMENTALISMO: L’IMPIANTO GENERALEE LESINGOLEARCHITETTURE

DIQUAEDI LÀDELTEVERE: INTEGRAZIONE SOFFERTAEINELUDIBILE

Luigi Prestinenza Puglisi

IL‘COMPLESSO DEL FOROITALICO’ TRATUTELA E VALORIZZAZIONE: PROBLEMATICHECONSERVATIVE E USO COMPATIBILE

ARTE E ARCHITETTURANEL FORO MUSSOLINI

VISIONIDALFORO.UNRACCONTOFOTOGRAFICO

: L’ALTERITÀDELFOROITALICO

Zevi
INDICE INTRODUZIONE Luca
Massimo Locci
MONUMENTALI Lucia De Vincenti RADICAMENTIECONTINUITÀ: PERUNARINNOVATAVISIONEPAESAGGISTICA DELPARCODELFOROITALICO Annalisa Metta
DEGLISPAZIPUBBLICI
Strinati
Claudio
Paolo Rosselli
Emma Tagliacollo APPARATIDELL’IMMAGINARIO Emma Tagliacollo CREDITIFOTOGRAFICI 12 20 44 56 72 82 94 108 122 164 174 197
BELLO.NONSOLO…

1 Il PontedellaMusica,progettato nel2000 daglistudi BuroHappold,KitPowell-WilliamsArchitects, LottieAssociati,ècaratterizzato dadue grandiarchi inclinatiinacciaio chesorreggono l’impalcato pedonale.

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FOROITALICO PLANIMETRIA GENERALE

La CasadelleArmi,progettatada LuigiMoretticome Casasperimentaledel balilla(1933-36), èl’edificio di maggiorrilievoarchitettonico delForo Italico (eccellenza delmovimento razionalista)esisegnala ancheperl’originalitàdeIlesoluzionistrutturali. Neidecenniscorsihasubito gravissimemanomissioni interneedesterne.Sonopresenti,all’esterno,ilmosaico sufondo dorato diAngeloCanevarie,all’interno, nellascalaelicoidalel’affresco diAchilleCapizzano enellabibliotecaglistucchidelsoffitto diOddoAliventi.

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Le Foresteriesud sonostateprogettatedaEnrico DelDebbio nel1933edallostessoampliatetreannidopo, affinchésirelazionassero meglioconlaCasa delleArmi esiconfigurasserocomeportadiaccessosimbolicaalForo.

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L’impiantodella’racchetta’,opera diCostantinoCostantini (1934),comprendelo StadiodellaPallacorda (oggi Stadio Pietrangeli) 4.1,circondato dasculturein marmo,lo Stadio centraledeltennis 4.2 (cheospitalefinalidegliInternazionali di Tennis), una decina dicampi datennis e l’elegante club house.

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L’AccademiadellaMusica (orasede dell’Universitàdello sport) 5.1,concepitacomeunconservatorioe con un ampio auditorium(laRAIl’hautilizzataperdecenniperprogrammi disuccesso),èaffiancatadallo Stadiodelnuoto (in origine Palazzo delleTerme) 5.2.EntrambiprogettatidaCostantino Costantini(1935-1937).Ilcomplesso accogliealsuointerno unpregevoleinserto diLuigiMoretti(PalestradelDuce) 5.3 Le piscine scoperte sono state realizzate (‘58-‘60) da Del Debbio e da Vitellozziin occasione della17° Olimpiade.

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Il PonteDucad’Aosta collegail Lungotevere Flaminio a piazza Lauro De Bosis. Fu realizzato daVincenzo Fasolo trail1936eil1939.Lastrutturaèatrearcateincementoarmato, di cui quella centrale a volta ribassata unicadi180metri.

PIAZZALAURODEBOSIS VIALEDELLO STADIOOLIMPICO VIALE MARESCIALLOCADORNA VIADELCAMPEGGIO VIALEDEIGLADIATORI
OLIMPIADI
VIALEDELLE
5.2 3 1 2 4.2 4.1 5.3 5.1 6 50m 100 30

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Il Monolite di marmoapuano (ununico blocco di19 metri dialtezza)èstatoideato ecompletato daCostantino Costantininel1932perl’inaugurazioneufficialedelForo.

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Il Piazzaledell’Impero èsicuramenteilpiùesteso complesso musivopavimentaledellacittà(ottomila metriquadri), coninterventibianchie neridiCanevari,Capizzano,Severini, Rosso.Suilati,lateoria disetti marmoreièun’interpretazione moderna,inchiaverazionalista, degliantichi‘lapidaria’.

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I principali viali del Foro, ruotati per assecondare l’ansa del fiume, fanno perno su una figura polare: la Fontana dellaSfera.ProgettatadaGiulioPediconieMarioPaniconi, ècostituitadaun’ampiavascacircolare di9metrididiametro e da una grandesferarealizzatada un unico blocco di marmo di Carrara.

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L’AccademiadiEducazioneFisica (orasede delleistituzioni dello sport) 10.1 e lo StadiodeiMarmi 10.2, conle

monumentali60figure marmoree dinumerosiscultori (inrappresentanza ditutteleprovinceitaliane),sonole opere di maggiorecaratterizzazioneeruolo urbano delForo Italico. L’autore,EnricoDelDebbio,trail 1928eil 1932coinvolse vari altriartisti, tracuiSilvio CanevarieAroldo Bellini.

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Lo StadioOlimpico,realizzato daAnnibaleVitellozzi nel 1953 suprogetto di Carlo Roccatelli,sostituiscel’originarioStadio deiCipressi(conterrazzamentierbosi)diEnricoDelDebbio ediAngeloFrisa(1927-1932).Lo stadioèstato notevolmente modificato per il Campionato mondiale dicalcio del 1990, con ampliamento deglispalti (Vitellozzi e Clerici) e l’inserimento di unacopertura intensostruttura (progettatada MassimoMajowiecki).

Facevano partedelcompendio originario delForo (non rappresentateinquestaplanimetria)anche la Foresterianord diCostantinoCostantini(1934-1937), marginesettentrionaleverso piazzale diPonteMilvioe, sullependicidiMonteMario,la Colonia elioterapicarealizzata daEnricoDelDebbio(1933-1935)oraIstitutoDonOrione.

7 8 9 10.1 10.2 11

PIEROOSTILIOROSSI

DEL1940EDEL1944
ILFOROMUSSOLINI NEGLIANNITRENTA: IPROGETTI PERLEOLIMPIADI

Nel 1935, in concomitanza con la presentazione della richiesta di organizzare l’Esposizione universale del 1942 (11 novembre), l’Italia avanzò la candidatura di Roma come sede delle Olimpiadi del 19401. Nei Giochi del 1932 a Los Angeles, il nostro Paese aveva ottenuto importanti vittorie ed erastatosecondo solo agli Stati Uniti nella speciale classifica per nazioni. Sulla scia dell’entusiasmo suscitato da questi risultati e dalla vittoria ottenuta due anni dopo nei Campionati Mondiali dicalcio, la cui finale si era disputata proprio a Roma nello stadio del PNF in viale Tiziano2, il regime decise di puntare su una straordinaria accoppiata, l’organizzazione a soli due anni di distanza di due manifestazioni di grande risonanza che avrebbero offerto l’occasione per presentare al mondo intero i successi della sua politica e del suo sistema sociale. Evidentemente, alla metà degli anni Trenta si riteneva che il pericolo di una nuova guerra non fosse imminente e che il riarmo della Germania denunciato da Winston Churchill nel discorso del 28 novembre 1934 alla Camera dei Comuni, nondovesse essere considerato come un segnale d’allarme significativo.

Inquel 1935 l’assegnazione dei Giochi appariva molto probabile: l’ambiente sportivo internazionale erafavorevole e anche l’anziano barone De Coubertin appoggiava la candidatura della capitale italiana; De Coubertin teneva in maniera particolare che le Olimpiadi si svolgessero a Roma: su sua iniziativa, Roma era stata infatti invitata a organizzare la IV edizione dei Giochi che si sarebbero tenuti nel 1908, ma il Governo italiano e l’Amministrazione Comunale guidata allora da Ernesto Nathan, avevano declinato l’offerta.

Nello stesso 1935, a sostegno della proposta ufficiale, il Coni pubblicò l’opuscolo Roma Olimpiaca; in quella brochure, come ha scritto Salvatore Santuccio, è il Foro Mussolini a farla da protagonista «anche se la descrizione che di esso viene data è quanto meno bizzarra e poco corrispondente alla realtà. La rappresentazione degli impianti è affidata a due foto aeree: lo stadio dei Cipressi viene indicato genericamente come“grande stadio”, lo stadio dei Marmi come “stadio atletica leggera, ginnastica, ecc”, l’area del Tiro, ancora in piedi, come “campi sportivi: pallacanestro, ecc”, le altre attrezzature in fase di costruzione (piscine e tennis) sono le uniche indicate secondola lorocorretta destinazione d’uso, per le Foresterie Sud si parla di “palestre di scherma” e vengono poi indicati, pur se inesistenti nel territorio, un nuovo ponte all’altezzadel Monolite e un Villaggio Olimpico in una generica area alle pendici di Monte Mario, tra lo stadio del Tennis e quello dei Cipressi»3. Come spesso accade in questi casi si trattava di mezze verità e di molti buoni propositi. Come sottolinea Santuccio, il ‘grande stadio’ richiamato nella brochure altro non era che un ampliamento del bellissimo Stadio dei Cipressi4 realizzato nel 1932 su progetto di Enrico Del Debbio e di Angelo Frisa per il quale, fin dall’anno successivo, Luigi Moretti iniziò a studiare, con la collaborazione dello stesso Frisa e di Achille Pintonello una nuova soluzione (di cui elaborò molte varianti) che, pur conservando lo schema di un ovoide asimmetrico con un numero notevolmente maggiore di gradoni verso monte, prevedeva delle gradonate in elevato anche a valle, verso il Tevere. Era lo ‘Stadio dei Centomila’ (che poi fu denominato ‘Olimpionico’ proprio nella prospettiva olimpica) progettato per una capienza di cinquantacinquemila persone di cui trentacinquemila a sedere5. Nel maggio del 1938, in occasione della visita di

(1) Riprendo e sviluppo qui alcuni dei temi da me indagati nel saggio L’Esposizione del 1942 e le Olimpiadi del 1944. L’E42 e il Foro Mussolini come porte urbane della TerzaRoma, pubblicato in «MDIR - Monumenti di Roma», vol. 1-2, 2004, numero monografico Piani urbanistici, architettura ed arte della Terza Roma: il Foro Italico e l’E42, pp. 13-28. Per le vicende della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 1940 e del 1944, cfr. B. Zauli, L’OlimpiadeaRoma. Cinquant’anni di speranze e di lotte, in «Capitolium», febbraio 1957, pp. 1-2; L. Toschi, Romane Olimpiadi. Giochi frivoli e ludi necessari (1907-1960), in «Lancillotto e Nausica», n. 3, 1988, pp. 28-41; L. Toschi, Sporteurbanistica a Roma durante il fascismo, in «Studi Romani», nn. 3-4, 1995, pp. 277-296; L. Toschi, RomaOlimpiaca. Schermaglie della diplomazia e scelte urbanistiche, in «Lancillotto e Nausica»,nn. 1-2-3, 1995, pp. 68-79; L. Toschi, I Giochi negati. Roma e le Olimpiadi del 1940 edel1944, in «Lancillotto e Nausica», n. 1, 1997, pp. 74-85; S. Giuntini, La storia del CONI: un libro con alcuni capitoli ancora da scrivere, https://rivista. clionet.it/vol3/dossier/percorsi_storia_ sport/giuntini-la-storia-del-CONI-unlibro-con-alcuni-capitoli-ancora-da-scrivere

(2) Com’è noto, lo stadio è stato demolito in occasione delle Olimpiadi del 1960 e al suo posto è stato costruito lo Stadio Flaminio.

(3) S.Santuccio, Storiaurbanistica, in Atlante storico delle città italiane, Roma, 1, Foro Italico, (a curadiA. Greco, S.Santuccio), Multigrafica, Roma 1991, p. 15.

(4) Lo Stadio dei Cipressi prendeva il nome dalla coronadi alberiche circondava le sue gradinate e sorgeva dove ora è lo Stadio Olimpico. Nell’assoluto rispetto degli elementi naturali, il progetto non prevedeva la realizzazione di opere murarie, ma solo movimenti di terra con scavi e riporti e utilizzava le pendici di Monte Mario per adagiarvi le tribune; cfr. il saggio di Annalisa Metta in questo stessovolumeallepp.96-98.

(5) Trail1932 e il 1936, anche Enrico Del Debbio studiò diversesoluzioni per il progetto di uno stadio di grandecapienza: alcune prevedevano di ampliarelo Stadio deiCipressi,altredirealizzarloinadiacenza a esso o in unazonadiversadel Foro.

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Il‘VillaggioOlimpiaco’lungo via dellaCamilluccia,previsto peri GiochiOlimpici del1940. IlForo Mussolini, vedutaaerea, 1938.
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StadioOlimpionico,paratanotturna in occasionedellavisitadiHitler, 8maggio 1938. AngeloFrisa, LuigiMoretti, AchillePintonello,plastico distudio delloStadioOlimpionico perlavisitadiHitler,1938ca. EnricoDelDebbio, Stadio deiCipressi, 1932.

LuigiMoretti,piano diassetto delForo Mussolini,terzastesura, 1941.

Tracciativiari delsettorenord diRoma:studioperlaVariante generale del1942,in M. Piacentini, LevicendeediliziediRoma dal1870 ad oggi, Roma 1952.

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IlPalazzo dello Sport nelplastico delForo Mussoliniesposto aFirenzenella Mostra dell’edilizia sportivaperlaGioventù,1942.

ARCHITETTURE PERLOSPORT NEGLIANNITRENTA

LIVIO SACCHI

Sull’eccezionalità del Foro Italico non ci sono dubbi. Non si tratta, tuttavia, di unicum nella storia dell’architetturadel Novecento. Non mancano infattiesempi simili, anchenotevoli,sia indiacronia, realizzaticioè in precedenzaosuccessivamente, sia in sincronia, risalenti cioè agli stessi anni. Ci limiteremo a parlare di questi ultimi, all’interno di un orizzonte europeo. Alla fine degli anni Venti, com’ènoto,loscenario politico era a dir pocoinquieto e mutevole:rivoluzione in Russia, avvento del fascismo in Italia e delnazismo in Germania. Nei regimi totalitari degli anni Trenta, il clima culturale restava tuttavia favorevolealla realizzazione di grandi impianti sportivi, generando unavera e propria celebrazione architettonica della fisicità, riscoprendo quanto era avvenuto nell’antichità classica e aprendo, in qualche misura, una stagione destinata a durare fino ai giorni nostri. All’architettura in generale,einparticolare a quella dello sport che difficilmenteavrebbe potutoavere una committenzadiversa da quella ufficiale, il potere politico chiedevasostanzialmentetrecose: celebrare la sua gloria, organizzare la spettacolarizzazione della vita pubblica, svolgere un ruolo educativo e propagandistico. Su questo sfondo comune, si delineano le diverse vicende nazionali. In Russia,nell’ingenua attesadi una sintonia conla sinistra destinata arestare purtroppo delusa, le avanguardie fiancheggiarono la vicenda politicasovietica. Ma, con ilconsolidarsi dello stalinismo e del ‘realismo socialista’,esse furono praticamente abolite a vantaggio di un’accademica ealgida conservazione. In Germania nemmeno questo favorevole approccio inizialesiverificò:intellettuali e creativifuronocostretti, ben presto, a tacereo emigrare. Il nazionalsocialismo considerava il modernismo sia in arte sia in architettura una degenerazione se non una veraepropria forma di bolscevismoculturale,edera a esso apertamente ostile. Dal 1933, con il conferimento a Hitler di poteri dittatoriali e la chiusura di tutti i partiti,ogni suaforma fu, nei fatti, soppressa.Nonostante ciò, straordinaria fu l’attenzione conferita allo sport e alle sue infrastrutture, testimoniata, fra l’altro, dall’ambigua opera cinematografica di Leni Riefenstahl e,inparticolare, da Olympia, il film uscito nel 1938 e subito premiato con la CoppaMussolini alla 6.Esposizione internazionale d’arte cinematografica di Venezia: ilculto del corpo e della fisicità appare in precario equilibrio fra il clima inquietante di quegli anni eun classicismo idealizzato quanto fuori dal tempo. Nel 1936 Berlino ospitò comunquei Giochi Olimpici. In quella occasione la cittàvenne dotatadi un grande Reichssportfeld, la cui progettazione, affidata aWerner March, era giàiniziata nel 1926.L’intero complesso– comprendente tuttauna serie di strutture e campi da gioco diversi, una piazzad’armi capace di contenere duecentocinquantamila persone, unapiscina fiancheggiata datribune ecc.–era memore del tardoclassicismo ellenico ma fu anche, al tempo stesso,praticamente ben collegato al centrourbano da una linea ferroviaria metropolitana; al suo interno,unruolo nodale è svolto dall’Olympia-Stadion (1933-36),opera dello stesso March, la cui grande ellisse, sorretta e ritmata all’esterno da una sequenzadiseveri settimurari, è in grado di ospitare fino a settantaseimila spettatori: il campo da gioco fu peraltro opportunamente ribassato per non turbare l’ambientecircostante con unaeccessiva altezza delle tribune. L’esperienza berlinese proposeanche il primo villaggio olimpicodellastoria, essendo quello di Los Angeles del 1932 fatto di piccoli edificiprovvisori, destinati a essere demoliti subito dopo

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TureWennerholm, TennisHall, Stoccolma1930. Eduardo TorrojaMiret, CarlosArnichesMoltó, Martín DomínguezEsteban, ippodromo dellaZarzuela, Madrid 1935-36. Marcello Piacentini, GiuseppePagano Pogatschnig, Luigi Piccinato,EttoreRossi, LuigiVietti,E42, Roma 1937-42.
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JohannesAndreasBrinkman, LeenCorneliusVan derVlugt, stadioFeijenoord,Rotterdam 1934-36.

IL‘COMPLESSO DELFOROITALICO’ TRATUTELA EVALORIZZAZIONE: PROBLEMATICHE

CONSERVATIVE E USO COMPATIBILE DEGLI SPAZIPUBBLICI MONUMENTALI

LUCIADEVINCENTI

Tra il 1953 e il 1989 il territorio compreso tra via della Camilluccia a nord e il quartiere Flaminio a sud è stato progressivamente sottoposto a tutela da parte degli enti preposti, l’allora Ministero dell’Istruzione (poi Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, oggi Ministero della Cultura) e la Regione Lazio. Oggi l’area del Foro Italico insieme al suo territorio circostante è sottoposta sia a tutela storico artistica, ai sensi della Seconda Parte del D.lgs. n. 42 del 22 gennaio 2004, che a tutela paesaggistica ai sensi della Terza Parte del medesimo decreto legislativo, noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio (d’ora in avanti Codice)1 .

Per ‘complesso del Foro Italico’ si intendendo le aree e gli immobili del Foro italico così come descritte e individuate catastalmente daldecreto di vincolo storico artistico, il D.M. del 31 gennaio 1989 (emesso ai sensi della L. 1089 del 1939, oggi art. 10, comma 1, del D.lgs. 42/20042) le cui motivazioni riportatenel testo del decretorecitano:

«Il complesso del Foro Italico, realizzato nelle forme attuali nell’arco di circa un trentennio, dagli anni 1928/30 agli anni cinquanta […] èatutt’oggi un valido esempio di assetto urbanistico attuato in stretta connessione con la morfologia dei luoghi nell’ampia zona pianeggiante tra le pendici del Monte Mario e l’ansa del Tevere. In esso gli spazi destinati ad impianti, ad architetture e a verde pubblico sono studiati in una spazialità ampia e calibrata da giusti rapporti tra elementi naturali e architettonici e da eque alternanze di volumetrie architettoniche emergenti e di stereometrie in negativo, scavatenel terreno a ridosso degli elementi naturalistici che ne costituiscono un ricco fondale scenico»3

È importante notare come la motivazione della tutela storico artistica trovi fondamento nell’inscindibile compenetrazione tra architettura e paesaggio, carattere fondante dell’identità del complesso stesso.

L’area del Foro Italico, così come individuata nel perimetro del vincolo storico artistico, è infatti a sua volta parte di un sistema paesaggistico tutelato più ampio, corrispondente alla Valle del Tevere e alla Collina di Monte Mario con la Macchia Madama.

Talesistemaèindividuato:dalla Dichiarazionedinotevoleinteressepubbliconelterritorio delle provincie di Roma,ViterboeRieti interessate dallalocalità “Valle del Tevere” con D.G.R. n. 10591 del 5 dicembre 19894 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004); dalla Dichiarazionedinotevole interesse pubblico della zona comprendente Macchia Madamaeville circostanti,sitanell’ambitodel Comune diRoma con D.M. del 18dicembre 19535 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004); dalla Dichiarazione di notevole interesse pubblico della zona circostante l’Osservatorio astronomico di Monte Mario sita nell’ambitodel Comune di Roma con D.M. del 03 febbraio 19596 (emessa ai sensi della L. 1497/1939, oggi art. 136 lettere c e d del D.lgs. 42/2004). Inoltre, l’intera area, è oggi tutelata anchecome area naturaleprotetta regionale grazie all’istituzione della Riserva Naturale di Monte Mario con la L.R. n. 29 del 6 ottobre 1997. Nell’ideadiEnricoDelDebbio7 il Foro Mussolini prende originedall’antico gymnasium del mondo classico8 e assume la valenza di parco pubblico sportivo alle pendici di

(1) Il Codiceè strutturatoincinqueparti. Nella II parteillegislatoredisciplina latutela,lafruizionee la valorizzazione dei beni culturali (storicoartistici, archeologici, etnoantropologici, archivistici, ecc.), nellaIII parte la tutela e la valorizzazione dei beni paesaggistici.

(2) LaL.1089/1939avevacome oggetto ‘la tutela delle cose d’interesse artistico e storico’(oggiper il Codice le cose di interesseartistico estoricorientrano nella categoriadei ‘beni culturali’). Quelli che oggiilCodice invece definiscebeni paesaggistici erano disciplinati dalla L.1497/1939ilcuioggettoconsistevanella protezionedellebellezzenaturali. Le due disciplinesonostate integrate dal Codice (D.lgs. 42/2004) con l’introduzione delladefinizionedi ‘patrimonioculturale’ all’art.2, il quale al comma 1 recita: «Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici».

(3) Cfr. la relazione storico artistica allegata al decreto del Ministro per i Beni Culturali e Ambientali emesso il 31 gennaio 1989, p. 1.

(4) Pubblicato sul B.U.R.L. n. 14 del 19maggio 1990.

(5) Pubblicato sulla G.U.n.7 dell’11 gennaio 1954.

(6) Pubblicato sulla G.U.n. 39 del16 febbraio 1959.

(7) Enrico Del Debbio redige trail 1928 e il 1933 tre versioni del Piano regolatore delForo Mussolini (oggi Italico). Con il Piano del 1933 il Foro Mussolini viene collegato con il quartiere Flaminio e con le sue attrezzature. Si veda il saggio di Prestinenza Puglisi alla p. 73.

(8) Così scrive Del Debbio difendendo la sceltadell’ansa del Tevere con la collina diMonteMariocomefondaleper il Foro Mussolini:«sipoteva creare più agevolmente al modo classico gli invasi dei campidagioco senzaalcuna costruzioneinelevazione,che avrebbe turbatolasuggestiva bellezza ambientale ivi esistente», cfr. G. DelDebbio, IlForo Italico di Enrico Del Debbio. Le vicende del pianoe lesue architetture (1928-1960),in«MdiR Monumentidiroma quaderni della Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Roma»,n. 1-2, 2004, p. 29.

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tennis 9
Campida
0 1

Un momento dell’inchiesta investigativaambientato inun’immaginarialavanderia delForo Italico,daMarioBava, Laragazzachesapevatroppo, 1963.

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Unfotogramma,daPeter Greenaway, Ilventre dell'architetto,1987. Il mostro della domenica, dall’episodio diSteno, Capriccioall'italiana,1968. LapiscinapensilealForo Italico, daNanni Moretti, Palombellarossa, 1989.
128
8
EdificiodelleTerme, exPalestra delDuce
EdificiodelleTerme, piscinaprincipale 129 9

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