Spazio tra le cose

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Comitato scientifico

Edoardo Dotto (ICAR 17, Siracusa)

Nicola Flora (ICAR 16, Napoli)

Antonella Greco (ICAR 18, Roma)

Bruno Messina (ICAR 14, Siracusa)

Stefano Munarin (ICAR 21, Venezia)

Giorgio Peghin (ICAR 14, Cagliari)

ISBN 979-12-5644-032-0

Prima edizione marzo 2025

© LetteraVentidue Edizioni

© Pedro Campos Costa, Annalisa Giusti Francesca Baldinucci, Giulia Calamita Francesca Nafissi

È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.

Per la legge italiana la fotocopia è lecita solo per uso personale purché non danneggi l’autore. Quindi ogni fotocopia che eviti l’acquisto di un libro è illecita e minaccia la sopravvivenza di un modo di trasmettere la conoscenza. Chi fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per fotocopiare, chi comunque favorisce questa pratica commette un furto e opera ai danni della cultura.

LetteraVentidue Edizioni S.r.l.

Via Luigi Spagna 50 P 96100 Siracusa www.letteraventidue.com

01/ Pedro Campos Costa, Ambrogio Santambrogio

02/ Intervista a Mariano Sartore

03/ Francesca Baldinucci, Eugenio Bini, Cristina Brunelli, Eleonora Cantoro e Mattia Goretti, Michele Cherubini, Marco Chiocci, Antonio Loris di Benedetto, Fabio Ercoli, Valentina Faina, Anna Falcinelli, Andrea Filippucci e Francesco Bartolo, Francesca Romana Gabrielli, Alessandra Lazzari, Luca Lepri, Elisa Morelli, Andrea Pacchierotti, Chiara Passeri, Marco Peverini, Davide Scarabottini, Paolo Spinelli

04/ Riccardo Amendola, Francesco Bartolo e Orsola Spada, Camilla Bodo, Giulia Calamita, Amabile Fazio, Lucrezia Giannone, Cadeaugè Kadogo, Alessandra Milito, Francesca Nafissi, Matteo Zampolini

05/ João Soares, Annalisa Giusti

Venezia, 2014.

Parigi, viaggio studio, 2012.

Introduzione

La genesi di questo progetto è racchiusa nella parola incontro nelle sue molteplici accezioni: incontro tra le persone, incontro dello spazio pubblico come valore e soprattutto incontro nello spazio pubblico come luogo dove si svolge la vita della collettività.

È un libro che vuole parlare di coraggio, di rivoluzione, di prospettive critiche, ma anche di generosità. Un libro pieno di domande, che racconta il desiderio e la capacità di trasformare il proprio contesto.

Scritto da tante voci che narrano momenti e progetti diversi tra loro, il libro ha un filo rosso che collega tutto e che ci ha tenuti insieme tutti: l’esperienza diretta di un certo modo di fare didattica e di un particolare approccio alla lettura dello spazio, incarnati, per noi, nella persona del Prof. Mariano Sartore.

Sin dalle prime lezioni con il Professore abbiamo percepito elementi di grande valore nel suo insegnamento, che ci hanno subito appassionato. Nel frequentare le sue attività c’era qualcosa di importante per noi che andava colto e ascoltato, informazioni dense e concrete che ci sarebbero servite in futuro. Questa sensazione ci ha attivato e spinto negli anni a seguirlo con convinzione nelle sue proposte, al di là degli impegni strettamente accademici.

Il libro nasce nell’ottobre 2021 a Milano, quando davanti ad una birra l’architetto Pedro Campos Costa, caro amico e collega del Professor Sartore, lancia l’idea di raccogliere questi anni di riflessioni, viaggi, lezioni e tesi di laurea di studenti e ricercatori che hanno gravitato attorno al Professore in un libro che possa ripercorrere e lasciare testimonianza di questo approccio all’insegnamento. Come spesso accade, è stato necessario vedere “da fuori” questa forza catalizzatrice per

Considerazioni sul metodo Pedro Campos Costa, Ambrogio Santambrogio
Mariano Sartore e Álvaro Siza, nello studio Álvaro Leite Siza, Porto, 12 Settembre 2018. © Ph. di Guido Guidi, per gentile concessione dell’Autore.

In disciplina

Titolo di una mostra di Álvaro Siza nel museo Serralves di Porto nel 2019

L’architettura è una disciplina di grande portata, transdisciplinare, che richiede necessariamente una visione della città e un’analisi delle forme di vivere e abitare, offrendo quindi una prospettiva o una lente sul mondo. Per questo motivo “fare architettura” richiede metodologie e processi diversi rispetto alle discipline complementari: non si può insegnare l’architettura come si insegna l’ingegneria, né trasformarla in un semplice servizio con risposte preconfezionate. L’architettura non è una disciplina di certezze, ma di incertezze. Essa indaga, si adatta, si trasforma, fa sintesi e pone domande per trovare risposte. È una disciplina che tiene conto delle questioni sociali e politiche, ma che allo stesso tempo possiede un carattere artistico e utilizza processi vicini a quelli dell’arte.

L’indisciplina è essenziale per navigare in questa disciplina. È proprio grazie all’“indisciplina” che si può “evadere”, pensare in modo diverso, essere critici, interpretare la realtà da nuove prospettive, aprire nuove strade, mettere in discussione ciò che è considerato vero o le regole stabilite, leggere il mondo e la società e riuscire comunque a farne una sintesi. Insegnare tutto questo è un’impresa titanica. Ecco perché, nelle scuole di architettura, è comune dire che l’architettura non si insegna, ma si impara.

Il Professor Mariano Sartore ha sviluppato nel corso degli anni una pedagogia che si adatta al contesto in cui opera, senza perdere di vista una prospettiva internazionale e disciplinare. Lo ha fatto in un ambiente dominato da certezze spesso ottuse e semplicistiche, all’interno di una disciplina intrinsecamente complessa e vincolata da dogmi. In un tale contesto, molti altri avrebbero rinunciato o scelto percorsi diversi. Tuttavia, Sartore ha dimostrato una straordinaria resilienza, resa ancora più ammirevole dal fatto che il suo approccio pedagogico è

Spazio
Pedro Campos Costa

Intervista a Mariano Sartore condotta da Pedro Campos Costa e Giulia Calamita

Dipartimento di Scienze Politiche UniPG 12 settembre 2022

Intervista

a Mariano Sartore

Condotta da Pedro Campos

Costa e Giulia Calamita

Dipartimento di Scienze

Politiche UniPG

12 settembre 2022

Pedro Campos Costa / Carissimo Mariano, sono ormai quasi 25 anni, dal 1996, che ti dedichi alle tesi. Vorrei quindi cominciare con il farti una domanda che riguarda il legame tra insegnamento e professione: in che modo l’insegnamento può influenzare l’attività professionale? Qual è, secondo te, il rapporto tra l’insegnamento e la pratica professionale? Mi riferisco in particolare alle tesi di laurea magistrale, non alla triennale né al dottorato. La tesi di laurea rappresenta una sorta di piccola sintesi di tutto ciò che gli studenti hanno appreso durante il percorso universitario, attraverso lezioni ed esperienze accademiche. Vorrei sapere se, nel corso di questi anni, hai notato un cambiamento nel modo in cui accompagni gli studenti nella realizzazione delle tesi, oppure se, al contrario, è cambiata la forma stessa con cui le tesi vengono elaborate. In più, pensi che la tesi di laurea mantenga ancora un senso come momento conclusivo di questa fase del percorso accademico?

Mariano Sartore / Ah, domandina da poco! Sì, sono ormai più di 25 anni di esperienza, e direi che il mio percorso è stato influenzato da due aspetti principali. Prima insegnavo a Bari, in Architettura, poi circa 25 anni fa ho iniziato a Perugia, ad Ingegneria, insegnando Pianificazione dei Trasporti per l’Ambiente e il Territorio. È stato un passaggio stimolante, dato che la pianificazione dei trasporti era un campo relativamente nuovo per me, ma ho subito cercato di innovare rispetto ai metodi tradizionali. Nel campo dei trasporti, per esempio, si tendeva a vedere lo spazio solo come distanza e attrito, rappresentando i flussi di mobilità con grafi origine-destinazione piuttosto astratti. Io ho voluto introdurre una prospettiva che integrasse anche la dimensione sociale e territoriale, e abbiamo iniziato a rappresentare i flussi sulle strade reali, tenendo conto del loro rapporto con il territorio.

Spazio

Dal 1996 il Prof. Mariano Sartore è stato relatore di circa 90 tesi di laurea, tutte a carattere sperimentale e di ricerca sui temi dello spazio pubblico tra città umbre ed europee come Lisbona e Dublino.

Lavori di: Eugenio Bini, Francesca Baldinucci, Cristina Brunelli, Fabio Ercoli, Marco Chiocci, Valentina Faina, Antonio Loris Di Benedetto, Elisa Morelli, Andrea Pacchierotti, Michele Cherubini, Anna Falcinelli, Marco Peverini, Francesca Romana Gabrielli, Chiara Passeri, Davide Scarabottini, Alessandra Lazzari, Andrea Filippucci, Luca Lepri, Paolo Spinelli.

Lo spazio pubblico ripristina collegamenti, libertà di spostamento, riconnette i frammenti della città contemporanea.

Lisbona: l’Expo dopo l’Expo. Verso la ricucitura urbana. Francesca Baldinucci, 2015.

L’esperienza dello spazio in diverse città. L’incontro con le persone che vivono i luoghi interessati dai progetti. La bellezza del riflettere insieme di ciò che si è visto aprendo confronti costruttivi.

Riccardo Amendola, Francesco Bartolo e Orsola Spada, Camilla Bodo, Giulia Calamita, Amabile Fazio, Lucrezia Giannone, Cadeaugè Kadogo, Alessandra Milito, Francesca Nafissi, Matteo Zampolini.

Estasiato dal format, non mi è bastato partecipare una volta.

Dalla ripetizione si crea un’abitudine e dall’abitudine si modella una forma mentis.

Workshop “Refazer Paisagens” a Lisbona, 2019, Riccardo Amendola.

Spazio
João Soares e Annalisa Giusti

Girarci attorno

Scrivere un bilancio sul valore delle cose, soppesando i cammini fatti, richiede fatica. Sembra impossibile riuscirci. Non lo si vorrebbe fare, soprattutto riguardo Mariano. Ci provo.

Mi permetto alcune premesse, che cerco di usare come formula universale, come una specie di “La Versione di Sartore”: Una prima premessa, è quella di non riuscire a separare la persona dal suo “modo”, nel caso di Mariano, dalla sua voce. Voce, a un tempo, fisica e mentale.

La seconda, che deriva dalla prima: non potendo esserci una separazione tra la persona e le ricerche che esegue, ed essendo che molto spesso si ritrovano degli anacronismi in questo rapporto (una persona ingrovigliata o una ricerca con la voce troppo rauca), ne risulta la necessità di accettazione dello stato delle cose per come sono.

Dunque anche pure le cose apparentemente eccentriche (fuori dai centri) risultano rilevanti.

Cosa vorrebbe dire esattamente? Significa operare ricorrendo a delle strategie periferiche. Girare attorno a quello che si può identificare come centro focale di studio – baricentro di un’inquietudine – prima ancora di eseguire una ricerca già chiara e definita nei suoi propositi. E così risultano, pertanto, rilevanti:

1) la lontananza (che permette, puntualmente, il ritrovo);

2) lo sfalsamento disciplinare. Si tratta, non solo di architettura che, molto spesso, poco c’entra. Non si tratta solo di urbanistica sociologica che, a volte, poco c’entra. Si tratta di un insieme delle due che fanno centro sugli ambiti coinvolti. Insieme convocano apparati strumentali efficaci al manovrare delle cose con le comunità al centro.

Una simile impostazione offre la continua possibilità di ripensare

Spazio
João Soares

A cura di

Pedro Campos Costa, Annalisa Giusti

Francesca Baldinucci, Giulia Calamita

Francesca Nafissi

Con contributi di

Pedro Campos Costa, Annalisa Giusti Ambrogio Santambrogio, João Soares

Elaborati di sintesi tesi ed esperienze

Riccardo Amendola, Francesca Baldinucci, Francesco Bartolo, Eugenio Bini, Camilla Bodo, Cristina Brunelli, Giulia Calamita, Eleonora Cantoro, Michele Cherubini, Marco Chiocci, Antonio Loris di Benedetto, Fabio Ercoli, Valentina Faina, Anna Falcinelli, Amabile Fazio, Andrea Filippucci, Francesca Romana Gabrielli, Lucrezia Giannone, Mattia Goretti, Cadeaugè Kadogo, Alessandra Lazzari, Luca Lepri, Alessandra Milito, Elisa Morelli, Francesca Nafissi, Andrea Pacchierotti, Chiara Passeri, Marco Peverini, Davide Scarabottini, Orsola Spada, Paolo Spinelli, Matteo Zampolini

Si ringrazia Donatella Cena

Illustrazione di copertina

Roberto Paci Dalò

Progetto grafico

Francesca Baldinucci, Giulia Calamita, Francesca Nafissi

Collaboratori alla grafica

Eugenio Bini, Andrea Filippucci, Matteo Zampolini

Nelle sezioni 3 e 4, i testi, le fotografie e gli elaborati, se non diversamente specificato, appartengono agli autori di ciascuna tesi o esperienza

Fotografie in apertura e chiusura del libro di Marco Chiocci

Contributo

Finanziato dall’Unione EuropeaNextGenerationEU

P.R.I.N. 2022_CUP J53D23009210006

Codice Progetto Prot. 20228H7WF3

Reloading City. Un nuovo approccio sistemico alla rigenerazione della città e del territorio

Finito di stampare nel mese di marzo 2025 presso la tipografia TheFactory, Roma

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