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APPELLI E DIDATTICA
#LUNIVERSITÀDIDOMANIOGGI
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l’università di domani debba moltiplicare le occasioni in cui sostenere gli esami, uniformando al rialzo gli appelli attualmente previsti in tutti i dipartimenti.
6. #luniversitàdidomani è accessibile a tuttз
Link Napoli si batte ogni giorno, dentro e fuori gli organi di governo universitari, per ottenere un’università che sia sempre più accessibile ed inclusiva, con un sistema di tassazione che sia realmente progressivo, in direzione della completa gratuità.
Nella nostra regione, il criterio più diffuso con il quale viene determinato l’importo che ogni studentǝ deve pagare è un sistema di contribuzione a fasce, che prevede, per un determinato intervallo di valori di ISEE, uno specifico importo della contribuzione studentesca. Inoltre, la regolamentazione della contribuzione studentesca risente di una forte influenza della retorica meritocratica che si manifesta nell’introduzione di numerose condizioni con effetti premio-punitivi.
Queste condizioni in realtà non garantiscono una reale progressività in quanto sono incapaci di comprendere a pieno le specifiche difficoltà che noi studentǝ viviamo sulla nostra pelle. Tali condizioni, infatti, tendono a penalizzare chi va fuori corso, studentɜ che per non aver conseguito la laurea entro tempi prestabiliti, distanti dalle condizioni di vita e (troppo spesso) di lavoro di ciascunǝ, a parità di ISEEU pagano fino al 50% in più per la possibilità di continuare gli studi. Questo meccanismo di criminalizzazione degli studentǝ fuoricorso non fa altro che relegare tali studentǝ ai margini dei percorsi formativi e a portarlз a lasciare gli studi. L’università non può e non deve avallare tali meccanismi in quanto essa è la chiave di volta per costruire un futuro di qualità per lɜ giovani in questo Paese, per dare a tuttɜ la possibilità che un futuro di qualità sia ancora possibile. Per questo, per noi il primo passo è l’ampliamento delle no tax area, liberata dai criteri di merito che poco hanno a che vedere con una misura che non dovrebbe utilizzare come parametro l’accumulazione dei crediti, ma far sì che a pagare non sia chi ha di più. Un ampliamento inserito nella prospettiva dell’Università gratuita, finanziata dalla fiscalità generale riformata in senso progressivo, di modo che a rifinanziare il futuro del Paese sia chi può permetterselo davvero e il cui costo non sia scaricato sulle fasce immediatamente superiori, come avviene oggi.
#LUNIVERSITÀDIDOMANIOGGI
7. #luniversitàdidomani si prende cura dellз suз studentз
La tutela del benessere psicologico non può e non deve essere qualcosa garantita a pochз. Crediamo che l’università sia non solo un luogo di trasmissione di conoscenze ma, soprattutto, un luogo di formazione di identità e coscienze in cui il disagio psicologico debba essere prevenuto e sostenuto da un ambiente protetto e libero da stigmatizzazione, capace di rispondere ai bisogni di tuttз. Nel 2020 i disturbi mentali hanno subito un drastico aumenComuneto, basti pensare al tasso di depressione che è passato dal 6% al 17.з%. E’ inaccettabile che la spesa pubblica della regione Campania dedicata alla salute mentale arrivi appena al 2%.
Nell’ultimo anno la comunità studentesca si è vista privare di tutto ciò che costituiva la propria quotidianità e il proprio senso di identità, trovandosi in pochi mesi a rivalutare totalmente il senso della propria esistenza. C’era da aspettarsi che ciò avrebbe inciso notevolmente sul benessere psichico di tuttз, tuttavia, ad ora le risorse e i servizi messi in campo dalle istituzioni, risultano insufficienti e inesistenti. A fronte di ciò, esigiamo che l’intero Ateneo della Federico II, si impegni ad offrire un servizio strutturale che porti all’introduzione di percorsi di psicoterapia e sportelli d’ascolto gratuiti per tuttз, iniziando a collaborare con il di Napoli, l’Ordine degli Psicologi della Campania e le ASL, affinchè ci sia una reale e sistematica risposta al deterioramento psicologico,aggravato dalla pandemia.
8. #luniversitàdidomani tutela chi studia e lavora:
La condizione di studentɘ lavoratorə nel nostro Paese e nell’Università è da troppo tempo ignorata e non tutelata come merita, con evidenti ripercussioni sia nella qualità del percorso universitario che nella sua accessibilità. Le condizioni economiche e sociali infatti sono talvolta sono ostacoli per la realizzazione delle necessità individuali e collettive che abbiamo per l’emanciparci come individui, studentз e giovan. Le nostre condizioni materiali di partenza influenzano quindi il nostro benessere, i nostri tempi di vita, il tempo che pieghiamo a concludere gli studi. Bisogna quindi prima di tutto chiedersi perché il nostro sistema produca studentз che hanno bisogno di lavorare anche per mantenersi e permettersi di studiare, perché il costo del percorso formativo è eccessivo piuttosto che gratuito e perché il nostro modello di welfare (oggi molto familistico piuttosto che realmente emancipatorio dell’individuo) non prevede forme di reddito di esistenza o formazione che dotino tuttз degli stessi strumenti di partenza, senza penalizzare le persone svantaggiate economicamente o socialmente. E’ evidente che le borse di studio, se si risulta meritevoli e quando vengono erogate, non sono uno strumento sufficiente.