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Crespi d’Adda pag
Il giorno 9 Marzo 2022 noi studenti delle classi 4D RIM e 4B AFM, siamo andati a visitare il villaggio operaio di Crespi d’Adda. Il villaggio di Crespi, frazione di Capriate San Gervasio, si trova tra il fiume Adda e il fiume Brembo ed è rimasto invariato dal 1920 ad oggi, il numero di case ed edifici è ancora lo stesso con dei piccoli cambiamenti dovuti solamente alla modernità. Il villaggio oltre ad essere patrimonio dell'UNESCO, è gestito nell'ambito turistico dall’associazione Crespi Cultura. È un borgo operaio di tipo anglosassone ed è considerato il villaggio ideale del lavoro, un esempio dei tipici insediamenti industriali dell'epoca in Europa. I fondatori Crespi vennero in questo luogo per realizzare una grande fabbrica con un occhio anche per le esigenze dei propri lavoratori, in piena ottica illuminista, apportando servizi come l'assistenza medica e la scuola. Tra i servizi era presente anche il cimitero, un santuario maestro volto a celebrare la grandezza della famiglia del fondatore. Il periodo dei Crespi va dal 1878, anno in cui venne inaugurata la fabbrica, al 1930; il crollo di Wall Street colpì anche la famiglia Crespi che dovette cedere praticamente tutte le proprietà, fabbrica compresa. Nel 1933 iniziò una nuova era, quella delle società, che si sarebbe conclusa nel 2003 con la chiusura definitiva della fabbrica. Venne perciò abbandonata e lasciata alle intemperie e ai vandali fino al 2013, quando Antonio Percassi (presidente dell’Atalanta) ne acquistò la proprietà. I fondatori erano originari di Busto Arsizio (VA), ma vissero a Milano nel periodo della rivoluzione industriale, durante il quale si svilupparono le grandi industrie (come il cotonificio di Crespi). Con la rivoluzione industriale cambiò il modo di lavorare: si passò dalla manodopera alle macchine. L’energia rimase quella dell’uomo: era lui che dettava i tempi alla macchina. Verso la fine del '700 in Inghilterra si crea-
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rono i presupposti che permisero la rivoluzione industriale: i grandi capitali, le materie prime, la forza lavoro, i mezzi di trasporto e le vie di comunicazione, mentre in Italia l’industrializzazione sarebbe arrivata più tardi. L'abitazione che spicca di più all'interno del villaggio è sicuramente villa Crespi, che venne costruita nel 1894. La costruzione durò solamente un anno; tale rapidità era dovuta allo scopo stesso per il quale venne costruita: doveva accogliere importanti esponenti esteri, era come un biglietto da visita. Anche la chiesa, in stile rinascimentale, replica della parrocchia di Busto Arsizio, è davvero maestosa e divenne autonoma nel 1983. I luoghi che abbiamo apprezzato maggiormente sono la villa e il cimitero dei Crespi che ci hanno portato ad immergerci nell’epoca che il loro stile rappresentava alla perfezione; forse perché erano molto simili rispettivamente ad un castello e ad un tempio o forse perché erano semplicemente capolavori artistici ma sono strutture che non ci dimenticheremo facilmente. Consigliamo la visita di questo villaggio a tutte le persone appassionate di storia, economia o più semplicemente di arte. Noi siamo rimasti esterrefatti.
La grande industria costringe l’uomo a diventare un ingranaggio di una macchina enorme. La grande industria è contraria alla natura umana, al suo sviluppo fisico. Se essa non viene esercitata con intelletto d’amore propaga la rachitide, l’anemia, il disamore alla famiglia e al suolo natale. La responsabilità degli imprenditori è immensa.
Samuel Boateng, Stefano Delbono, Andrea Scaramella, 4°DR