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Trasporti pag

NON SEMPRE IL RISCHIO VALE LA CORSA, NON È COSÌ?

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È sempre la stessa storia. È passato un anno e mezzo ed ancora dopo promesse mai mantenute e fatti ormai evidenti non ci siamo mossi di una virgola. Mi ricordo ancora un anno fa quando ai telegiornali e nei dibattiti politici si discuteva sul problema dei trasporti. Il fatidico problema dei trasporti a cui pensavano di aver trovato soluzione. Io, però, come tutti gli studenti, mi sveglio la mattina col pensiero all’agonia che mi spetterà sopportare da lì a poco. Certe volte mi chiedo di cosa si sia parlato in tutto questo tempo. Alle parole, comunque, non sono seguiti i fatti. Questo problema dei trasporti, lo si poteva estirpare molto tempo fa. In lockdown, fin quando fossimo restati a casa di fronte agli schermi, andava tutto bene, non c’era bisogno di preoccuparsi. Poi però col rientro ci si chiedeva il perché del rapido aumento dei contagi e solo allora ci si iniziava a far due domande. Dopo tanto tempo, hanno trovato una soluzione, che a lungo andare poi tanto non ha risolto. L'ambito di cui si parlava, e si parla, di più è chiaramente quello scolastico. Prima il problema dove stava? Tutti andavamo a scuola alle otto e gli autobus erano letteralmente pieni di ragazzi, giacché non c’erano abbastanza mezzi. Adesso…adesso non è cambiato niente! La tanto esaltata soluzione era quella di aumentare i bus e di entrare a orari scolastici scaglionati. Indovina indovinello, non ha funzionato! Adesso ci ritroviamo con lo stesso problema e perché? Perché la maggior parte degli studenti entra alle 9 ed esce alle 14. Nonostante le promesse, i bus sono insufficienti. Quante volte, poi, abbiamo intravisto conducenti senza mascherina, o quante volte ci domandiamo se veramente gli autobus vengano igienizzati ogni giorno? Personalmente, ogniqualvolta entro in un bus o in metro trovo l'igienizzante finito e poi chissà da quanto tempo non si disinfetta il passamano a cui si reggono ogni giorno centinaia di persone. È tutto un grande forse. Poi, vogliamo parlare del distanziamento? Talvolta non si riesce neanche a respirare da quanto si è stretti. Questo non accade solamente sugli autobus, ma anche sulla metro. Anzi, sulla metro è ancor peggio, solo con spintoni si riesce a farsi strada per scendere e la maggior parte delle volte non si riesce nemmeno a salire. Ci dicono che deve essere garantito per noi il diritto allo studio, ma in contemporanea avremmo anche diritto alla salute. Allora, io mi chiedo, quand'è che finalmente riusciranno a far combaciare questi? Quand'è che finalmente riusciremo a salire su un autobus e andare a scuola senza l’angoscia che comporta tutto questo? Spero che non si aspetti la fine della pandemia, perché, questo è poco ma sicuro, non finirà a breve.

Caterina Dall’Era 2AT

FLOP COP 26

Nonostante le alte aspettative, i buoni propositi e le promesse da parte del Regno Unito di mettere un punto finale alla dipendenza mondiale dal fossile, i risultati non sono stati per nulla soddisfacenti. Il primo problema vede come protagonista proprio il peggiore tra i combustibili a livello di impatto ambientale: il carbone, il cui consumo, invece di essere completamente eliminato, sarà solamente in parte limitato. La formula adottata prevede, infatti, soltanto il rallentamento del carbone, le cui emissioni non sono abbattute da sistemi esterni come quelli adibiti alla cattura dell’anidride carbonica.

Un altro aspetto degli accordi, che ha lasciato l’amaro in bocca a molte delle parti, riguarda i sussidi alle fonti fossili che dovevano subire un blocco totale, limitato invece solo a quelli giudicati “non indispensabili”. Nonostante il notevole ribasso rispetto alle precedenti formulazioni, questa potrebbe essere anche considerata una mezza vittoria se non fosse che, per il giudizio dell’ “indispensabilità” di tali sussidi, non sono stati posti ancora parametri di nessun tipo, lasciando così a ogni paese la libertà di scegliere, limitando di conseguenza l’efficacia della formula. Durante COP26 ci sono state anche varie discussioni di tipo finanziario, soprattutto riguardo al mancato rag-

giungimento dei 100 miliardi di dollari l’anno promessi nel 2009 dalle economie più ricche per sostenere la transizione

energetica, che sar ebbe dovuta avvenire entro l’anno 2020, ma la cui scadenza è stata spostata al 2023. I paesi più vulnerabili hanno manifestato scontento: avrebbero preferito una formula che comprendesse il risarcimento degli arretrati. Anche la questione “perdite e danni” si è rivelata una partita persa per le economie in via di sviluppo. Con la formula “perdite e danni” si indicano i risarcimenti richiesti ai paesi più sviluppati per riparare i danni causati dai disastri naturali dati dalla crisi climatica. La speranza era che le grandi potenze acconsentissero alla creazione di fondi dedicati e, magari, anche al rendere operativo il “Santiago Network”, una rete per mettere in contatto i paesi più poveri con aziende e operatori che potessero aiutarli a gestire la crisi climatica. Alla fine ci si è dovuti accontentare del riconoscimento del diritto a “perdite e danni” senza nessun investimento aggiuntivo. Tra i risultati più importanti di questa COP vanno evidenziati i

numerosi accordi multilatera-

li nati dur ante il pr imo per iodo. Uno su tutti, quello per limitare le emissioni di metano del 30% rispetto a quelle del 2020 entro la fine del decennio. Una iniziativa guidata da Stati Uniti ed Europa e sottoscritta in totale da 105 paesi, salvo Cina, Russia e Australia. Altri degni di nota sono la “Beyond oil and gas alliance”, un forum internazionale guidato da Danimarca e Costa Rica per mettere fine alle fonti fossili, composta da 11 membri tra cui l'Italia, anche se con il grado di impegno più basso. O il fondo da 24 miliardi di dollari per lo stop al finanziamento di ricerca ed estrazione di fonti fossili all'estero, siglato anche dall'Italia. Dati i risultati ottenuti e le scarse capacità di trovare una posizione comune mostrate dagli Stati è ormai più che chiaro che

durante la prossima conferenza sul clima saranno necessari dei forti

cambiamenti. Mettiamoci al lavoro prima che sia troppo tardi. Valentina Faustinoni 3EL

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