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Diario di bordo pag
Il 18 novembre 2021, alle ore 14:30, si è tenuto in presenza il terzo incontro del gruppo di lettura dei docenti del Lunardi. Il nostro gruppo era composto da: prof.ssa Rita Pilia (Lettere); prof.ssa Gilda Bresciani (Lettere); prof.ssa Mariacristina Cristini (Economia); prof.ssa Antonella Nicastro (Inglese); prof.ssa Maria Rosaria Pellino (Lettere). Le opere su cui ci siamo soffermate sono due: L’amica geniale di Elena F errante (primo volume) “Quello che fai tu, faccio io”, dice Lenù spaventatissima a Lila, dopo aver buttato la sua bambola nell’antro buio di una grata. Le due bambine cercheranno poi di recuperare i loro giocattoli, entrando nella cantina buia di don Achille. Invano. Non li ritroveranno mai più, ma da quel momento saranno inseparabili. Il primo volume della saga di Elena Ferrante inizia quasi come una fiaba, una fiaba nera con l’Orco e altri pericoli sempre in agguato. A tentare di sconfiggerli nessun cavaliere (nessun uomo del rione ne sarebbe all’altezza), ma due ragazzine che si incontrano alle scuole elementari in un quartiere della periferia di Napoli, agli inizi degli anni ‘50: si osservano, si sfidano e, infine, capiscono di aver bisogno l’una dell’altra per resistere alla violenza che le circonda ovunque nel rione. La loro stessa amicizia non è mai idilliaca: con l’avanzare dell’età rischia persino di spezzarsi, contaminata dall’invidia e dall’odio, ma un fondo di purezza resta sempre. Ognuna vede nell’altra quell’amica geniale, in grado di stupire il mondo. Ognuna vede nell’altra un’occasione di riscatto sociale. In un mondo brutale dove il rapporto con l’altro sesso è possibile solo in termini di dominazionesottomissione, l’energia femminile emerge in modo dirompente. È Lila, in particolare, in questo primo volume a rendersi conto del fondo oscuro che regola i rapporti umani: ci sono addirittura istanti in cui ai suoi occhi i confini delle cose, i contorni delle persone, si sfaldano, si deformano per rivelare la loro vera natura caotica e irrazionale. È ancora possibile trovare un senso quando ogni logica sembra venire meno? Con la descrizione della “smarginatura” (è questo il termine usato da Lila per definire il fenomeno), la Ferrante cattura una sensazione di spaesamento davvero tipica dell’adolescenza, quella fase della vita in cui tutto cambia a volte troppo velocemente, mettendo a rischio la stessa identità. “Io chi sono? Chi sono davvero?” Sembrano chiedersi Lila e Lenù, come due nuove piccole Alice in Wonderland. Vedremo come cercheranno di rispondere a questo interrogativo e in quali pozzi precipiteranno, nei prossimi tre volumi della saga. Per chi volesse approfondire i temi affrontati da Elena Ferrante nella saga de L’amica geniale,
Diario di bordo del Bookclub Docenti
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Appunti di lettura consiglio la lettura del saggio di Tiziana de Rogatis, Elena Ferrante. Parole chiave, edito da E/O.
Chernobyl Herbarium. La vita
dopo il disastro nucleare di Michael Marder, con fotogrammi di Anaïs Tondeur [“Dedichiamo questo libro alla terra, agli animali, all’acqua, agli uomini, all’aria e alle piante colpite dalla catastrofe di Chernobyl”] Il principale “difetto” di quest’opera è il linguaggio, così denso di tecnicismi filosofici da risultare quasi criptico in certi punti. Mi piace, tuttavia, pensare che questa prosa si avvicini al modo di esprimersi delle piante: come parlerebbero gli alberi se avessero il dono della parola? Riusciremmo a comprendere il loro sentire? Riusciremmo a riconoscere i legami tra noi e loro? L’autore, Michael Marder, è un filosofo che visse sulla propria pelle le conseguenze del disastro nucleare, infatti si trovò esposto alle radiazioni da bambino, a sua insaputa, mentre si trovava in villeggiatura al mare.
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La famiglia credeva che lì fosse al sicuro. Chernobyl incrina le nostre sicurezze: dal 1986 incarna una forma di pericolo insidioso che turba la tranquillità del quotidiano, spaventandoci ma al tempo stesso costringendoci a ripensare con urgenza al rapporto uomo-ambiente. La natura subisce traumi di cui l’uomo è responsabile: questo non può più essere ignorato. “Le piante sono coglitrici e collezioniste che non accumulano ciò che raccolgono, ma lo lasciano andare insieme a se stesse e come parte di sé”. Non mi riferisco solo all’energia solare immagazzinata e all’acqua. Nella zona di esclusione di Chernobyl, gli alberi attirano le particelle radioattive dal suolo e le rilasciano quando le loro foglie cadono in previsione dell’inverno. La stagione autunnale, con la caduta delle foglie, è il tempo della ricaduta, del fallout, ancora e ancora, il tempo di rivivere-rimorire il trauma della terra e tutto ciò che porta con sé” (pag. 171) Le riflessioni di Marder sono accompagnate da 35 fotogrammi di piante radioattive, una per ogni anno dal 1986 al 2021, per ricordarci sia il dolore silente della natura – che assorbe vita e morte , sia la sua capacità di rigenerarsi e rigenerarci. Mai come oggi l’uomo ha bisogno delle piante e di ascoltarne il messaggio, per acquisire consapevolezza e speranza. Se dopo Chernobyl la vita continua, forse non tutto è perduto.
Infine, l’incontro si è concluso con la scelta di due nuovi libri ––per il prossimo appuntamento del 20 dicembre alle 14:30 in
aula 2A06 (piano del CIMP): Storia del nuovo cognome di Elena Ferrante. A grande richiesta continueremo a leggere le avventure di Lila e Lenù che, da bambine e adolescenti, ora stanno
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diventando giovani donne, cambiano il proprio cognome (si sposano) e si confrontano con nuove responsabilità. Un romanzo irrinunciabile per rivivere le atmosfere degli anni ’60‘70 in Italia e per riflettere su tematiche ancora attuali come il diritto all’istruzione, i diritti delle donne e la parità di genere.
Inverno. Il racconto dell’Attesa
di Alessandro Vanoli. Storico e scrittore, Vanoli in questo saggio divulgativo ci racconta l’Inverno dai tempi dei greci e romani fino ai giorni nostri. Pagina dopo pagina ripercorreremo alcuni eventi storici salienti tutti collegati con questa stagione come la nascita di Cristo, la piccola era glaciale, il freddo come alleato in guerra per la Russia, la conquista dei poli… Torneremo a stupirci di fronte alla neve come gli arabi che la videro per la prima volta nel 1673 al Cairo e, infine, attenderemo il 25 dicembre con emozione, ascoltando la storia dell’origine del presepe e dell’albero di Natale e le splendide fiabe di Andersen. Il prossimo incontro sarà addolcito dalla presenza di tè e biscotti. Vi aspettiamo! Prof.ssa Rita Pilia
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