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Studenti arcieri pag
STUDENTI ARCIERI: UN PRIMO PASSO
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Metti un giorno di fine estate, di quelli in cui non vorresti che le vacanze siano quasi finite e che presto si torni a scuola. Metti che per caso, tra le proposte del “Piano Estate” proprio della scuola, ti cada l’occhio su un’attività sportiva alternativa e che tu decida di provare. È quello che un gruppo di studenti del Lunardi di età assortite, dalla prima alla quinta, ha fatto in settembre: ha provato a tirare con l’arco.
Un’arte, quella dell’arcieria, dal sapore antico, che ci riporta a epoche ormai lontane, ma che mantiene il suo fascino anche
nei tempi moderni e che da anni ottiene riconoscimenti in Italia con medaglie mondiali e olimpiche in tutte le manifestazioni ufficiali sia in campo maschile che femminile. Quindi perché non provare, visto che
ce ne viene data l’opportunità?
Certo va fatto nel modo corretto perché sembra tutto facile, ma nulla lo è, a partire dalla conoscenza dell’attrezzatura necessaria per passare al suo montaggio e al suo utilizzo. Ci vuole pratica per gestire tutto prima di poter tirare e soprattutto per farlo in sicurezza: dopotutto, anche se diverso, l’arco è pur sempre un’arma e non un giocattolo e come tale va trattata. Per questo motivo il Prof. Rizzotto ha scelto di chiedere la collaborazione del Sig. Franco, che è stata l’altra figura di riferimento per questa esperienza. Si è iniziato imparando come montare l’arco. Nel nostro caso abbiamo usato l’arco scuola, specifico per chi sta iniziando ad approcciarsi a questa attività e che differisce dall’arco olimpico principalmente per l’assenza del mirino. Il peso dei flettenti e la tensione sviluppata attraverso la corda sono infatti adatte per l’utilizzo da parte di un principiante. Ci è stato comunque spiegato che esistono altre tipologie di arco come ad esempio l’arco olimpico, l’arco compound e l’arco tradizionale di cui il “longbow” è un esempio. Oltre all’arco, nella dotazione dell’arciere non possono mancare un guantino che viene utilizzato per tirare e un parabraccio per proteggere il braccio di tiro dal ritorno della corda, oltre ovviamente una faretra dove riporre le frecce. Si è poi trattato di capire se, a seconda della nostra inclinazione, fosse più appropriato che ognuno di noi utilizzasse un arco destro o mancino. Per farlo ci è stato chiesto di verificare quale fosse il nostro occhio dominante; per alcuni il risultato non è stato quello supposto. Alla fine, con una stragrande maggioranza di destri e solo qualche mancino, è giunto il tempo di tirare. Il percorso si è snodato dai primi tentativi, in cui risultava difficile anche solo colpire il padiglione con le frecce, fino all’ultima lezione tenuta a scuola in cui le sfide a squadre finivano con un irrisorio svantaggio per chi veniva sconfitto. Oltre ai tiri al paglione gli allievi si sono esercitati anche tirando a sagome statiche di animali collocate appositamente nel campo di tiro. Questa attività è stata propedeutica al pomeriggio dedicato alla gara conclusiva tenuta sul Monte Maddalena al campo di tiro nel bosco. Qui ogni allievo ha potuto mettere in pratica tutte le tecniche apprese, tirando a bersagli fermi o in movimento e a distanze variabili, dando così prova delle sue abilità. Questa attività è stata interessante e ha contribuito a creare un clima di collaborazione tra i partecipanti, sempre pronti allo scherzo e a una risata quando una freccia infelice finiva nel posto sbagliato. Progetto consigliatissimo in caso venga riproposto in futuro. Flavia Redondi, 5°AL
Fotografie: prof. Enrico Rizzotto
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