Lungarno n. 93 - marzo 2021

Page 17

Scrivere di cinema: Tenebre Splendenti di Caterina Liverani

È

un universo mutevole quello del cinema, in continua evoluzione, ma anche soggetto a infinite riletture e interpretazioni. Forse mai come in questo momento, con le sale chiuse, si è presentata l’opportunità, per chi scrive di cinema, di approfondire, studiare e trovare nuove chiavi di lettura nell’opera dei grandi maestri. È quello che ha fatto Marco Luceri che ha usato il tempo sospeso del lockdown per un’esaustiva analisi della cinematografia di quello che forse è l’autore, vivente, più controverso del nostro tempo: Roman Polanski.

up&down

Una parola che si incontra spesso nel libro come indicatore dell’impressione del cinema di R. P. sullo spettatore è “perturbante”.

“Freud definisce il termine con la trasformazione del quotidiano in qualcosa di eccezionale, oscuro e misterioso. L’orrore nel cinema di R. P. non è nei film di genere, bensì in opere come Il pianista che si impegnano a mostrare cose che l’occhio fa fatica a sopportare. Il cinema di Polański scuote anche quando sembra non farlo. Ha fatto un grosso lavoro sui generi dando a ogni pellicola quel tocco originale che mostra una realtà collassata. Esemplificativi di questo sono Chinatown, La nona porta e Frantic in cui vediamo protagonisti che si perdono nel mistero del mondo che abitano. Lo spettatore si identifica in questi personaggi, sostanzialmente positivi, di fronte a una realtà che si presenta incomprensibile. Molti dei finali dei suoi film sono un ritorno all’inizio, una forma di circolarità che lascia il dubbio se quello che si è visto sia accaduto per davvero o se

sia una fantasia. Il cinema di Polanski è un percorso di conoscenza”. I personaggi di questi film si scontrano con un erotismo che li sconvolge (spesso incarnato da Emmanuelle Seigner musa e compagna di vita). “Sono uomini che, messi di fronte a un bivio, rappresentano due opposte pulsioni: da una parte la stabilità (il matrimonio, la casa) e dall’altra l’instabilità che può voler dire anche possedere una donna come quelle incarnate da Seigner. Entrambe queste strade hanno risvolti negativi che però lusingano. R. P. ci mostra quanto siano pericolose, ma anche quanto siano indispensabili per l’identità del personaggio”. Nel libro si parla molto dello spazio domestico portando a esempio opere come Rosemary’s Baby e Carnage. “Ritorna il concetto di perturbante: in Rosemary’s questo è rappresentato dalle porte della casa che si affacciano verso l’ignoto, verso l’incubo. In Carnage l’elemento detonatore è la parola all’interno di uno spazio chiuso. È una crisi del linguaggio che porta a galla l’assurdo dei personaggi. Se si esce dallo spazio dell’appartamento la parola perde la sua sostanza”. Ogni volta che esce un nuovo film di P. si torna a parlare delle accuse di violenza sessuale legate al suo nome, tu hai scelto di fare il punto nelle conclusioni. “Lui, come altri, è il simbolo di un potere maschile all’interno del cinema che, come all’interno della società, va messo in discussione. Il modo peggiore per farlo però è dividersi in fazioni che finiscono per diventare opposte ma uguali. Fare questo non serve a nulla come anche la “cancel culture” che rischia di ridurre la questione a mera censura. Nell’ultimo film L’ufficiale e la spia lo stesso R. P. fa sua la lezione di Hannah Arendt e cioè che bisogna guardare la storia con un occhio più grande, che non si fermi al singolo fenomeno”. Il volume “Tenebre splendenti - Sul cinema di Roman Polanski” di Marco Luceri uscirà a breve per Edizioni ETS.

L’orizzonte di gloria

Il viale del tramonto

SANPA Un tratto della storia recente del nostro paese che le generazioni più giovani meritavano di conoscere e quelle più vecchie di ricordare. Una storia di morte, sangue e brutalità ma, per qualcuno, anche di salvezza. L’ascesa e la caduta della Comunità di San Patrignano e del suo fondatore Vincenzo Muccioli, raccontata da chi in quegli anni era lì a combattere la battaglia più dura: tentare di salvare la propria vita. Lo spettatore non ricorderà solo la scelleratezza di alcune scelte, ma anche la sottotraccia del racconto delle vite che l’eroina non è riuscita a spezzare.

THE UNDOING Ci sono attori che sono leggende e poi ci sono persone di bella presenza con una buona gestione del proprio corpo all’interno di uno spazio scenico. Nicole Kidman è della prima categoria. Una vera purosangue, una donna dalla bellezza soprannaturale che non ha mai esitato nella sua carriera. «I always say “why not?” instead of overthinking things» è il suo motto e noi la amiamo. Proprio per questo sappiamo che può darci infinitamente di più di questa minestrina riscaldata. Ma il problema non è lei, e nemmeno il buon Hugh Grant. È una solida e spavalda regia che risulta non pervenuta. 17


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.