Lungarno n. 93 - marzo 2021

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IL MUSEO DEL BARGELLO CELEBRA DANTE di Valentina Messina

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Forest sharing la start-up che salva i boschi di Raffaella Galamini

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Italia è sempre più ricca di boschi e foreste. Dagli ultimi dati risulta che gli alberi occupano oltre 11 milioni di ettari sul territorio nazionale. Solo in Toscana la superficie forestale è pari a circa 1 milione e 200mila ettari. Un vero e proprio tesoro green, lasciato però andare in malora nella maggior parte dei casi. Il 70 per cento di questo patrimonio appartiene a privati, ma solo il 15 per cento viene curato come dovrebbe. In Toscana la percentuale relativa ai privati sale al 90 per cento. Partendo da questi dati è nato il progetto Forest Sharing, promosso dalla startup Bluebiloba. Si tratta di uno spin-off dell’Università di Firenze formato da ricercatori e imprenditori: sono stati loro a pensare di creare una community che potesse unire assieme i proprietari di boschi. Tra gli obiettivi del progetto: salvaguardare il patrimonio forestale, puntare su una gestione sostenibile e soprattutto rendere i terreni produttivi attraverso molteplici progetti. Con Forest Sharing il bosco produce legna da ardere o da utilizzare per travi e simili e svolge

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anche nel migliore dei modi la sua funzione ambientale con lo stoccaggio di CO2. Non solo: si presta a essere utilizzato per progetti di valorizzazione turistica. Gli esempi virtuosi già si sprecano, come raccontano gli ideatori del progetto. Vedi il caso del proprietario di un piccolo bosco nel Chianti che voleva creare un percorso ambientale sul suo terreno: grazie a Forest Sharing ha trovato un’intesa con i suoi vicini e si è riusciti a rendere l’area interessata dal progetto più estesa così da proporre un progetto che ha intercettato fondi europei. Forest sharing ha già ottenuto ampi consensi in Italia e all’estero: la start up è stata indicata come Best Practice per l’innovazione nell’ambito del progetto Rosenwood dell’Ue. Legambiente Onlus gli ha inoltre assegnato il premio gestione forestale sostenibile nel 2020. Per aderire al progetto e avere maggiori informazioni non resta che consultare il sito: www.forestsharing.it.

Forest sharing: la community che difende il territorio e gli alberi

ortuosa quanto profonda, breve quanto intensa, ma soprattutto di complessa natura la storia d’amore tra Dante e la città di Firenze. Ma se dopo 700 anni dalla sua morte, siamo ancora qui a celebrare il Sommo Poeta, vuol dire che questa relazione fu sicuramente di autentici - forse non sempre reciproci - sentimenti e ben radicata nel tessuto cittadino.

Per l’occasione il Museo Nazionale del Bargello, dal 23 marzo inaugurerà «Onorevole e antico cittadino di Firenze». Il Bargello per Dante, una mostra dedicata alla ricostruzione del rapporto tra Dante e la sua città natale. Quale luogo migliore se non il Bargello per una simile esposizione? Fu proprio nella Sala dell’Udienza dell’allora Palazzo del Podestà (oggi Salone di Donatello), che il 10 marzo 1302, il Sommo Poeta venne condannato all’esilio definitivo; e nell’attigua Cappella del Podestà, solo pochi anni dopo (entro il 1337), Giotto e i suoi allievi ritraevano il volto di Dante includendolo tra le schiere degli eletti nel Paradiso. Proprio attorno a questo ritratto, la prima effigie a noi nota del padre della lingua italiana, si delinea così quel processo di costruzione della memoria che permetterà a Firenze di riappropriarsi dell’opera e della figura di Dante. Con oltre cinquanta tra manoscritti e opere d’arte provenienti da biblioteche, archivi e musei di assoluto prestigio internazionale, l’esposizione è frutto di ricerche condotte negli ultimi decenni. Visitabile fino al 25 luglio 2021.


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