Lungarno n. 94 - aprile 2021

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Affissioni artistiche per superare la crisi di Matteo Chiapponi

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asseggio per le strade di una Firenze sospesa tra l’attesa per la ripartenza e il timore di un’altra chimera che sfugge beffarda tra annunci, ristori e zone rosse più o meno intense. Molte certezze sono state spazzate via dal tornado che si è abbattuto sul mondo e persino le nostre città non sono più le stesse. In questo periodo le strade avrebbero dovuto essere tappezzate da manifesti di mostre, eventi, concerti della rockstar di turno, adesso rimangono solo cartelloni rugginosi in attesa di tempi migliori. Viene da chiedersi: come se la passeranno gli attacchini durante la crisi? A Livorno un operaio affissatore ha lanciato un appello su Facebook: “SUPPORT YOUR LOCAL SERVIZIO DI AFFISSIONI!”. Gli operai della ditta che si occupa del servizio sono infatti in ferie forzate e se entro l’estate non avranno almeno cinquemila manifesti da attaccare, l’azienda rischia di chiudere. La sua proposta è semplice: destinare una piccola parte dei ristori pervenuti nelle casse del Comune per l’affissione di manifesti di rilevanza sociale, artistica o di pubblica

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utilità. Una bella idea, come ce ne sono tante, ma che stavolta ha attivato un’eco tale che il Comune di Livorno ha deciso di sedersi a un tavolo e ragionare di questa possibilità. Niente di certo ancora, fanno sapere, ma almeno il messaggio è arrivato a destinazione e si cerca una soluzione che salvi la paga di molti lavoratori. L’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi non si sbilancia sul buon esito dell’operazione (“Stiamo definendo”) ma commenta così l’appello dell’operaio livornese: “Le restrizioni alla mobilità hanno procurato un ovvio danno anche al settore delle affissioni. Pensiamo però che tutti questi spazi bianchi possano costituire un’opportunità per iniziative culturali di vario genere. Stiamo lavorando ad alcuni progetti in questo senso: se non ci sono le pubblicità è giusto che ci sia altro”. A Firenze la situazione è leggermente diversa perché le affissioni di pubblica utilità sono gestite dalla Sas Spa che, occupandosi non solo di affissioni ma di servizi alla strada in generale, ha permesso ai lavoratori di svolgere altre attività e di non venire penalizzati dalla crisi delle affissioni. Per quanto riguarda invece la pubblicità il Comune di Firenze fa sape-

re che dal 28 settembre 2020 è esecutiva una manovra eccezionale di detassazione di tutte le attività danneggiate dal Covid; nel settore delle affissioni pubblicitarie in particolare è stato varato un taglio del 25% su base annua della CIMP (Canone Installazione Impianti Pubblicitari) in considerazione della minore circolazione delle persone e quindi del minor valore della pubblicità per le imprese che pagano il tributo. Lo sconto alle imprese vale circa 1 milione di euro. Insomma, città che vai e fronte per superare la crisi del settore che trovi, si potrebbe dire. Se per Livorno ci possiamo appassionare per la particolare proposta delle affissioni artistiche e di pubblica utilità, non possiamo dire che Firenze non abbia scelto una strada potenzialmente efficace. Perché, oltre al dramma del lavoro che oggi ci unisce tutti, si aggiunge quella giungla di bacheche rugginose e spaiate che già si intravedono per le nostre strade e che certo non aiutano l’umore.

A Livorno una proposta per risollevare le affissioni pubbliche


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