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LaDemocraziaeglisciamani
l’Editoriale del Direttore
La Democrazia e gli sciamani
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Aldo AVALLONE
Il numero de l’Unità Laburista che state leggendo è stato chiuso mercoledì 6 gennaio scorso ed è dedicato in larga parte all’Europa.
Avevamo deciso di approfondire alcuni temi che ritenevamo attuali relativi al nostro continente, in vista anche della discussione sul Recovery plan.
In una redazione quello è sempre un momento di soddisfazione per il lavoro compiuto e di attesa per come potrà essere gradito o meno da parte dei lettori.
Poi, nel giorno della Befana e del meritato relax, su tutte le televisioni sono apparse le immagini provenienti da Washington.
Un gruppo di estremisti di destra, incitati su Twitter dal Presidente uscente, ha dato l’assalto al Campidoglio mentre si stava procedendo alla ratifica dell’elezione di
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Joe Biden a nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Immagini che non avremmo voluto vedere mai: i rappresentanti del Congresso distesi sotto i banchi e uomini della sicurezza con le armi in pugno a difendere il luogo simbolo della democrazia americana da un vero e proprio attacco sovversivo.
Sappiamo tutti come sia evoluta la situazione.
Il Congresso si è riunito nuovamente in nottata e ha certificato la nomina di Biden. Ma non è la cronaca che qui ci interessa.
È evidente che il tentativo di golpe mediatico ordito da Donald Trump non avrebbe mai potuto perseguire il suo fine.
Un migliaio di esaltati, anche se armati, non avrebbero mai potuto sovvertire l’ordine democratico americano.
Allora perché?
Un ex consigliere di Obama ha dichiarato alla CNN: “L’importante è capire se questa giornata è la fine di qualcosa o l’inizio di qualcosa di peggio”.
Il che vuol dire “cosa ci si può aspettare ancora da Trump?”.
E se l’ormai ex Presidente dovesse proseguire nel suo tentativo di destabilizzazione chi lo seguirà veramente?
Il partito Repubblicano ha largamente preso le distanze ma non è ai vertici di partito che Trump si rivolge.
Certamente non tutti i settantacinque milioni di americani che lo hanno votato sono con lui in questa tragica fine di mandato ma occorre prendere atto che nei democratici Stati Uniti d’America esistono frange di estremisti di destra che non hanno alcuna intenzione di rispettare i meccanismi della democrazia.
Negli USA esistono oltre mille e cento gruppi di “suprematisti bianchi” che rappresentano lo zoccolo duro dell’elettorato trumpista: razzisti, fascisti di varia specie, neonazisti.
Probabilmente molti di loro erano tra gli assalitori del Congresso.Quasi profeticamente ne abbiamo parlato su l’Unità laburista nel luglio 2019 in un4
pezzo di Umberto De Giovannangeli dal titolo “Nazisti dell’Illinois e dove trovarli” che riteniamo utile riproporre in questo numero.
È lecito chiedersi dove andrà l’America nei prossimi giorni e nei prossimi anni.
L’urgenza è far lasciare la Casa Bianca a Trump attraverso un passaggio di poteri che auspichiamo pacifico ma di cui non si può essere certi.
In uno sguardo maggiormente prospettico, in un momento di gravissima crisi sanitaria ed economica, bisognerà comprendere dove davvero voglia andare l’America, l’America delle grandi città e quella dei territori rurali, l’America del successo ad ogni costo e dei barboni che muoiono per strada, l’America che si ferma per protestare contro il razzismo e quella che il razzismo lo esalta e lo pratica, le tante Americhe diversissime tra loro con le differenze ideologiche e valoriali che non fanno paura alla democrazia se sono espresse nei modi e nelle forme previste dalla normale dialettica democratica.
I fatti del 6 gennaio, al di là della loro reale portata, rappresentano un atto simbolico fortissimo in cui il mondo intero ha percepito in poche ore la fragilità di quella storica democrazia che è apparsa in un attimo estremamente vulnerabile.
E questa consapevolezza lascia sgomenti, perché questo fascismo populista del XXI secolo vive e prospera non solo negli Stati Uniti ma rappresenta un virus, altrettanto pericoloso del Covid -19, che può propagarsi in poco tempo in larga parte del democratico occidente.
Cosa sta avvenendo in Polonia e Ungheria?E le marce dei negazionisti a Berlino e nelle altre capitali europee?Quanti elogi ha avuto Trump da Salvini e dalla Meloni?
I fatti del 6 gennaio insegnano che la democrazia non deve essere considerata una conquista assodata ma va difesa giorno per giorno in ogni parte del mondo.
Ricordiamolo sempre.Tutti, principalmente noi di sinistra.
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