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Quando era l’omosessualità a costituire un reato

Diritti

Quando era l’omosessualità a costituire un reato

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Giovan Giuseppe MENNELLA

Nel novembre 2020 la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge Zan,così chiamato dal cognome del proponente, un parlamentare del PD. Il19

provvedimento si è bloccato al Senato dopo che la Lega e le altre forze politiche del Centrodestra, Forza Italia e Fratelli d’Italia, lo hanno definito non prioritario, non consentendo così l’avvio della discussione in Commissione Giustizia.

Se la proposta divenisse legge, sarebbe previsto anche il carcere per chi commettesse atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

Il 28 aprile di quest’anno il testo è stato incardinato in Commissione Giustizia al Senato e la calendarizzazione è passata con 13 voti favorevoli e 11 contrari.

Nella formulazione del disegno di legge, per sesso si intende sesso biologico o anagrafico; per genere, qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse alla sessualità; per orientamento sessuale, l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi; per identità di genere, l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.

Tra le innovazioni della proposta sarebbe prevista la sanzione della reclusione fino a 18 mesi o la multa fino a 6000 euro per chi commettesse atti di discriminazione fondati “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità”; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi; la reclusione da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i loro scopi l’incitamento alla discriminazione o alle violenze per gli stessi motivi. Poi sarebbe previsto aumento della pena fino alla metà per qualsiasi atto commesso per le finalità di

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discriminazione o di odio, con sospensione condizionale della pena in caso di prestazione di lavoro da parte del condannato in favore delle associazioni di tutela delle vittime di reato, una sorta di ravvedimento operoso.

Ovviamente, il nocciolo della questione e delle polemiche politiche e ideologiche che si sono accese e si accenderanno sul disegno di legge Zan, risiede nella previsione, adottata per la prima volta nel nostro Paese, di concreti strumenti di diritto penale repressivi di comportamenti omofobi.

La storia dell’evoluzione dei costumi e del diritto ci insegna che nelle varie epoche e nei vari Paesi, l’atteggiamento nei confronti dell’omosessualità è stato ondivago, tendendo anzi quasi sempre alla repressione del comportamento omosessuale e non di quello omofobo, configurandosi quindi il disegno di legge Zan come una assoluta novità, almeno per l’Italia, tendente a far corrispondere l’ordinamento giuridico all’evoluzione dei costumi e dei comportamenti.

L’atteggiamento delle società e degli ordinamenti, nelle varie epoche e nei vari Paesi, ha seguito una curva, piuttosto che una linea retta.

L’omosessualità era ed è ancora oggi sanzionata socialmente e penalmente in epoche storiche e in Nazioni in cui prevale la tradizione di religioni positive monoteiste e scarsa è la presenza di comportamenti sociali innovativi rispetto alla tradizione patriarcale e repressiva della civiltà contadina. Nell’Occidente europeo e nordamericano forte era stata la tradizione repressiva dell’omosessualità, dovuta all’insegnamento del Cristianesimo, con un allentamento prodottosi solo in seguito alla secolarizzazione sempre più marcata di quelle società.

Viceversa, in Oriente e nei Paesi musulmani, dove è ancora forte la presa della famiglia tradizionale, oltre che delle religioni positive, e dove non è ancora molto

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avanzata, almeno in alcuni strati sociali, la secolarizzazione della società, sono ancora diffusi, né tantomeno sanzionati, tradizioni e comportamenti omofobi.

Nel mondo classico antico il concetto di omosessualità non era neanche conosciuto, ma si valutavano solo i comportamenti erotici del maschio, che potevano essere indifferentemente attivi o passivi, a seconda dell’età o della posizione culturale o sociale, senza che alcuno di essi venisse per ciò stesso sanzionato socialmente e penalmente. Poiché le donne, soprattutto nel mondo greco e romano, contavano meno ed erano assai meno in vista, non sussisteva una marcata attenzione sui loro comportamenti sessuali, a meno che non si trattasse dell’adulterio.

Un caso emblematico, avvenuto nell’Occidente europeo alla metà del Secolo XX, dimostra come in un passato non troppo remoto e in Paesi considerati moderni, non si sanzionavano di certo i comportamenti omofobi, ma, al contrario, era la stessa omosessualità in quanto tale ad essere colpita pesantemente, fino a esiti che potevano risultare tragici.

Un caso di questo genere accadde in Gran Bretagna nel 1952 ad Alan Turing, logico matematico, scienziato e decifratore del codice tedesco Enigma, nonché considerato l’inventore del cervello elettronico. Gli accadde di denunciare alla Polizia un furto in casa propria, ammettendo lui stesso candidamente che chi gli aveva sottratto gli oggetti era un suo amante. Alle autorità non parve vero di poter perseguire nello stesso tempo due reati, il furto e il “comportamento pubblicamente indecente” configurato dal rapporto omosessuale. Fu condannato e costretto a scegliere tra il carcere e la castrazione chimica. Scelse la seconda opzione e fu sottoposto a massicci trattamenti di ormoni per curare quella che in quell’epoca, neanche tanto lontana, era considerata una “devianza”.

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Finchè, nel 1954, ormai completamente destabilizzato, si uccise, a 41 anni, pare mordendo una mela intrisa di cianuro. Leggenda vuole che il simbolo della mela morsicata della Apple sia stato immaginato come omaggio a colui che è considerato l’inventore del calcolatore elettronico e precursore dei computer. Ma forse è appunto solo una leggenda.

Negli anni trascorsi da quel 1954 si è alimentata un’altra leggenda, cioè che si sia trattato di un omicidio o, quantomeno, di un suicidio indotto.

Sarebbe stato ucciso perché sapeva troppo sui segreti militari della decrittazione dei codici.

Qualunque sia stata la vera causa della sua morte, resta il fatto della condanna per omosessualità, inflitta in Gran Bretagna nel XX secolo a un grande scienziato che contribuì più di ogni altro alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale e che sarebbe dovuto essere omaggiato con il titolo di eroe.

Oggi, per l’evoluzione dei costumi il vento è cambiato, tanto che non solo l’omosessualità non è più un reato (e secondo l’OMS non era più una malattia dal 1990) ma anche in un Paese come l’Italia che non ha brillato per modernità della politica e delle autorità ecclesiastiche, c’è all’ordine del giorno, meglio tardi che mai, la possibilità di far diventare legge un progetto per la punizione dei comportamenti omofobi.

Ovviamente, almeno in questo campo, ci si augura che interessi meschini e vedute retrive non ritardino oltre ogni tempo massimo la trasformazione in legge di questo progetto, come purtroppo avviene ancora per altri provvedimenti sacrosanti, tra tutti il riconoscimento della cittadinanza ai ragazzi e ragazze figli di immigrati nati e cresciuti in Italia e di cultura italiana.

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