REM #3 Ensamble

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Ensamble




ANTON GARCIA ABRIL Spain


REM asks to Anton Garcia Abril Interview via Skype Monday, 3 March 2014 25’11’’ 12 questions

ANTON GARCIA ABRIL - Beh, dobbiamo distinguere tra cinema e arti dello scrivere; fare film è qualcosa di diverso, io faccio video sull’architettura cercando di raccontare le piccole storie che stanno intorno al progetto e alla nostra vita professionale. Io uso la narrazione visiva per cercare di esprimere non solo la condizione visiva dell’edificio, ma anche la storia, il processo e, talvolta, le persone coinvolte nella sua costruzione. Noi viviamo in un mondo audiovisivo dove la comunicazione si basa su una realtà diversa, dove oltre alle informazioni di base e alle descrizioni troviamo talvolta anche le emozioni. Nei nostri film l’intenzione è quella di raccontare lo spazio architettonico. Registrando piccoli spezzoni in studio raccontiamo-disegnamo la nostra vita. Abbiamo sempre con noi una macchina fotografica, perché ogni giorno succede qualcosa di emozionante da ricordare. Alcuni di questi video si trovano nel nostro archivio, ma la maggior parte di essi sono condivisi su youtube e su altri social media. REM - REM guarda anche all’arte contemporanea: cosa ne pensa del rapporto tra arte e architettura? A.G.A. - Secondo me, l’architettura è il luogo in cui arte e scienza si incontrano.

REM - The cinema was able to foresee architectural sceneries or to use existing architectures to stage some histories. To you, how about relationship with the cinema, do you ever think about architecture seen by the point of view of a camera? ANTON GARCIA ABRIL - Well, we have to distinguish cinema to written arts; to make movies is something different, I shoot movies, movies about architecture mean telling small stories of what’s around the project and my professional life. So I use the visual storytelling to try to express not only the visual condition of the building but also the story, the process and sometimes the people involved in the construction of a building. We live in an audiovisual world but now communication is based on a different reality, where apart from basic information, descriptions and sometimes emotions. And I, as an architect, want to tell about the architectonical space in our film. We record small clips in the studio, it’s like portraying our life. We always have a camera per head and we are ready to take photos because everyday there’s something exciting to remember. Some of them are in our archive, most of them are shared among us but a lot of them are on youtube and other social media. REM - REM also looks contemporary art: what do you think of the relationship between art and architecture? A.G.A. - In my opinion architecture is the space where art and science meet.

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REM - Spesso il cinema è riuscito a prefigurare scenari di architetture possibili o utilizzare architetture esistenti per inscenare delle storie. Qual è il suo rapporto con il cinema? Pensa mai alle sue architetture viste dal punto di vista di una cinepresa o di una storia che può accadere?


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REM - Tuo padre è uno dei più grandi compositori spagnoli, quindi la musica è sempre stata molto importante per la vostra famiglia, essa ha influenzato il suo processo architettonico? Ascolta musica mentre lavora? che artista preferisce? A.G.A. - La musica sta diventando sempre più importante nel processo architettonico, essa è sempre stata un riferimento astratto per la nostra visione dell’architettura, e noi parliamo di armonia, equilibrio, dissonanze e ritmo. L’architettura è, a livello astratto, molto vicina alla musica, anche noi architetti esprimiamo i nostri spazi attraverso la musica, essa è il mezzo migliore per collegare il sistema emozionale al nostro inconscio, a cui noi siamo molto vicini. Adesso, per esempio, stiamo lavorando come macchine per stabilire una città, stiamo facendo molti modelli, testando in maniera sistematica il processo di fabbricazione e riassemblaggio anche all’interno di un’infrastruttura, la musica può illustrare molto bene tutto questo. Alla fine possiamo arriviare a Bach1, che secondo me è il compositore che è riuscito a rendere meglio il perfetto equilibrio tra ciò che è orizzontale e ciò che è verticale, questa, che sembra una dichiarazione filosofica, ci ricorda un’edificio che si sviluppa tridimensionalmente e che in questo caso chiamiamo “super-attraction”2. Si tratta solo di elevare le due direzioni dello spazio, in internet è possibile trovare il video che mostra la nostra idea, li si può capire bene il rapporto con il sistema emozionale che la musica inesca. 1. Johann Sebastian Bach (31 marzo 1685 – 28 luglio 1750) è stato un compositore, organista, clavicembalista e maestro di cappella tedesco del periodo barocco, universalmente considerato uno dei più grandi geni nella storia della musica. Le sue opere sono notevoli per la loro profondità intellettuale. 2. L’atto, il potere, o la proprietà di attrarre. Qualità attraente; fascino magnetico; fascinazione; allettamento; adescamento: il sottile fascino di sua strana personalità.

REM - Your father is one of the greatest Spanish composers, music has always been very important for your family, has it influenced your architectural process? Do you listen to music while you are working? Which artist do you prefer? A.G.A. - I think music is becoming more and more important in our process, it has been always an abstract reference in our vision of architecture, and we referred to harmony, equilibrium, dissonances, rhythm. Architecture is, on an abstract level, very close to music, we also express our spaces with music that is the best medium to connect the emotional system of our unconscious and we are close to this. Now, for example, we are working as a machine to establish cities, we are making a lot of models, we are systematically testing the process of establishment and reassembly inside a building too. Music can show all this very well. Finally we arrive to Bach1, who is the composer that made a perfect equilibrium between what’s horizontal and what’s vertical. This, that seems a philosophical statement, reminds us a building that exposes three-dimensionally and we call it “super-attraction”2 in this case. It’s about elevating the two directions of space, you can find the video showing our abstract idea and you can understand the relationship with emotional system that music conducts.

1. Johann Sebastian Bach (31 March 1685 – 28 July 1750) was a German composer and musician of the Baroque period. He enriched established German styles through his skill in counterpoint, harmonic and motivic organisation, and the adaptation of rhythms, forms, and textures from abroad, particularly from Italy and France. 2. The act, property of attracting. Attractive quality; magnetic charm; fascination; allurement; enticement: the subtle attraction of her strange personality.



The Truffle, 2010 Ensamble Studio


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A.G.A. - I fondamentali della mia architettura sono il peso, la gravità e le forze che accompagnano tutte le espressioni architettoniche come la pressione, la massa dei materiali e la conducibilità delle loro proprietà interne. Queste proprietà fisiche dei materiali, queste energie e forze sono i miei fondamentali fisici. Non ho idea di cosa Rem Koolhaas stia preparando per la Biennale di Venezia. Potrebbe essere molto sorprendente o potrebbe essere un disastro. Prima di tutto mi piace molto l’idea di infrangere le regole, quindi se per questa Biennale si romperanno le regole, mi piacerà. REM - Dopo diverse Biennali che celebrano il contemporaneo, “Fundamentals” si concentrerà sulla storia. Per un architetto è importante comprendere la storia per vivere con estrema partecipazione la contemporaneità, storia o contemporaneità? Perché questa scelta? A.G.A. - Penso che non ci sia nessuna storia, continuiamo a vivere esaltando ed estendendo la vita di altre persone; la storia è obsoleta, ora abbiamo la tecnologia e la conoscenza che ci permettono di visualizzare immagini complete. Nel nostro lavoro noi non consideriamo storico l’uso delle pietre ma consideriamo storico l’espressione dell’utilizzo di materiali che appartengono ad altri tempi. Credo che la categoria che contraddistingue storia e modernità sia una categoria molto vecchia.

REM - The next Biennale exhibition of Architecture “Fundamentals” will focus on the elements of the architecture used from any architect, always and anywhere. Koolhaas, has anticipated some of them: door, floor, ceiling. Could you speak of your fundamentals of your architectural research? A.G.A. - The fundamentals of my architecture are weight, gravity and all the forces that accompany all the architectural expressions, those are the physical fundamentals: pressure, gravity, the mass of the materials and the conductivity of their internal properties. These physical properties of the materials, these energies and forces are the fundamentals. I have no idea how the Venice Biennale will be. It could be amazing or it could be a disaster. First of all I like the idea of breaking the rules so if they are going to break the rules, I’ll love it. REM - After different architectural exhibition that celebrate the contemporary, “Fundamentals” will focus on the history. For an architect, between history and contemporaneity, which is important to understand the history to live with extreme attention the contemporaneity? And why? A.G.A. - I think there’s no history at all, we continue to live extending the life of other people; history is also obsolete, now we have the technology and the knowledge to visualize the full picture. In our work we don’t consider historical using stones but it is an expression of using materials, which belonged to other times. I think that the category that describes history and modernity is a very old category.

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REM - La prossima Biennale di Architettura dal tema “Fundamentals”, si concentrerà sugli elementi dell’architettura utilizzati da qualsiasi architetto, sempre e ovunque. Koolhaas ne ha anticipati alcuni: porta, pavimento, soffitto. Ci potrebbe parlare dei fondamentali della sua ricerca architettonica?


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REM - All’inizio del 1900 aveva senso parlare di una architettura nazionale, quindi di architettura ”cinese”, architettura “svizzera”, architettura “indiana”. Cento anni più tardi, dopo due guerre mondiali, diverse velocità di sviluppo e talenti individuali, le architetture che una volta erano specifiche e locali sono diventate globali. L’identità nazionale è stata sacrificata alla modernità? Oggi, 2014, ha ancora senso parlare di architettura “nazionale”? A.G.A. - Non credo nell’identità, io credo nella forza delle singole persone, nella personalità unica, questa è la vera identità. Recentemente un pensiero filosofico sulla nostra esistenza afferma che condividiamo la stessa struttura interna, così quando si parla di identità ci sentiamo immediatamente identici, siamo esseri umani identici! La nostra cultura però è globale, stiamo parlando attraverso skype e riusciamo a vederci nonostante siamo molto lontani. L’identità nazionale quindi è per me vecchio stile. Penso che la partecipazione in questo mondo sia unica ed eccezionale. REM - La vostra architettura, talvolta è caratterizzata da elementi prefabbricati: ci potrebbe parlare di più sul vostro interessante nella prefabbricazione? A.G.A. - Siamo interessati a collegare la visione individuale con un sistema globale, l’idea è di costruire qualcosa di unico; E’ una vecchia assonanza quella che associa la prefabbricazione3 a qualcosa di standard, oggi la tecnologia ci dà l’idea che la prefabbricazione può essere qualcosa di molto più individuale. La tecnologia stravolge l’idea e il concetto di unicità, essa è in grado di rendere unico il nostro processo industriale, è la competizione quello che noi stiamo cercando. 3. La prefabbricazione è il processo costruttivo dove gli elementi di una costruzione edilizia sono realizzati con ottica industriale, a piè d’opera o in fabbrica, e poi montati con procedure codificate.

REM - At the beginning of 1900, it had sense speak of a national architecture, like “Chinese” architecture, “Swiss” architecture, “Indian” architecture. One hundred years later, after two world wars, different speeds of development and individual talents, once the architectures were specific and local have become interchangeable and global. Has the national identity been sacrificed to the modernity? And today, at 2014 does it have sense speak of national architecture? A.G.A. - I don’t think about identity at all, I believe in the strength of individuals, in unique personality, this is the real identity. Recently a philosophical revision of our existence says we share the same internal structure, so when we talk about the identity we immediately feel identical, we are identical human beings. Our culture is global, I mean now we are talking on Skype and seeing each other even though you are so far away from here. For me, national identity is old-fashioned. I think that participation on this world is unique and outstanding. REM - Your architecture is characterized by prefabricated elements, without losing the poetic. Could you say something more about this, your work, your interest in prefabrication? A.G.A. - We are interested in connecting the individual vision to a global system, the idea of building something that is unique; there is an old association between prefabrication3 and something standard but the technology gives us the idea that prefabrication means individual contamination. Technology revolutionizes the idea and the concept of being able to individualize to make unique our industrial process. Competition is what we are looking for. 3. Prefabrication is the practice of assembling components of a structure in a factory or other manufacturing site, and transporting complete assemblies or sub-assemblies to the construction site where the structure is to be located.



Hemeroscopium House, 2008 Ensamble Studio


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A.G.A. - Siamo totalmente ed emotivamente legati a tutti i nostri progetti; ora stiamo lavorando ad una torre in Cina, un centro d’arte in Montana, una casa a Madrid, e siamo presi da numerose ricerche, intese come un processo pratico di designo. La velocità del nostro mondo considera l’opportunità di avere un grande stock di idee, e noi siamo pieni di idee! REM - “...impariamo a pensare ai propri progetti facendo altro.” Scoprire spazi vedendo film, ascoltando canzoni e leggendo libri. Ci puoi parlare del tuo libro preferito, quello che senza non puoi proprio stare, oppure il libro che ancora non sei riuscito a leggere e che stai cercando farlo. La letteratura è stata importante per la tua crescita architettonica? A.G.A. - C’è un libro che raccomando sempre a tutti, esso è “Razón y ser de los tipos estructurales”4: si tratta di un vecchio manuale di ingegneria curato da Edoardo Torroca che guardo spesso. E’ abbastanza fluido, spiega tutte le ragioni e l’anima delle varie tipologie strutturali esistenti. Questo libro mi ricorda che fare qualcosa, reagire ad uno sforzo significa reagire all’universo intero, è un dialogo con l’universo, perché stiamo mettendo insieme tutte le forze e l’energie fondamentali di cui abbiamo parlato prima. Dopo queste considerazioni, analizza anche ciò che è un muro, un arco. REM - Com’è stato il suo primo contatto con l’architettura, quando ha deciso di diventare anche lei architetto? A.G.A. - Non lo so, penso che sia stata un occasione intuitiva, non c’entra la coscienza e neanche i legami familiari.

4. “Razón y ser de los tipos estructurales” è un libro di Eduardo Torroja Miret, prima edizione 1957, Instituto de la Construcción y del Cemento

REM - Among your on-going or previous projects, which are you emotionally attached? A.G.A. - We are totally, emotionally engaged to all of our projects; now we are building a tower in China, an art centre in Montana, a house in Madrid and we are doing a lot of research to be intended as a practical design process. The speed of our world considers the opportunity to have a stock, a stock of ideas because we are full of ideas. REM - There is a quote, “learn to think about his own projects doing other.”. Discovering spaces while watching film, listening to songs and reading books. Can you tell us which book do you prefer or the book that you wanted read but you haven’t do it yet? Was literature important to your professional development? A.G.A. -There is a book I recommend all the time, “Razon y ser de los tipos de estructurales”4: this is an old manual by the engineer Edoardo Torroca at which I always have a look. It’s quite fluid, it explains the reasons and the soul of the structural types. It reminds me all the time that putting into effect under a certain stress means reacting in the full universe, it is a dialogue with the universe because we are putting together all the forces and the fundamental energy we talked before. Only after these considerations it analyses what’s a wall, an arch. REM - What made you decide to be an architect? When you has decided to become an architect? A.G.A. - I don’t know, I think an hidden intuitive occasion not knowledge, not family links.

4. “Razon y ser de los tipos de estructurales” is a book by Eduardo Torroja Miret, first edition 1957, Instituto de la Construcción y Cemento.

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REM - Ci sono progetti in corso o passati ai quali è più legato?


REM asks to Anton Garcia Abril REM - Al Politecnico di Milano, c’è un corso di laurea in Architettura Ambientale, secondo lei, che ha una grande esperienza universitaria anche internazionale, uno studente che inizia questo corso, cosa dovrebbe aspettarsi? Secondo lei cos’è l’Architettura Ambientale?

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A.G.A. - Penso che ‘l’architettura’ e ‘ambientale’ siano sinonimi, perchè quando si parla di ‘ambientale’ si intende l’ambiente, e con ‘architettura’ si intende ciò che è assemblato insieme per creare questo ambiente.

REM - At the Polytechnic in Milan, there is a course of degree in Environmental Architecture. according to you, a student that enrols in a course called Environmental Architecture, what thing would wait for him? And what do you think about the Environmental architecture? A.G.A. - I think ‘enviromental’ and ‘architecture’ are synonyms, because ‘environmental’ is about the environment and ‘architecture’ is about what it is fixed together to create this environment.

REM - Le andrebbe di parlarci della sua tesi di laurea?

REM - Would you like to tell us something about your thesis for Bachelor’s degree?

A.G.A. - Il lavoro per la mia tesi finale riguardava una scuola di musica, era un centro di ricerca che si chiamava “Istituto di scienza musicale”; con questo progetto ha potuto condensare tutti i miei interessi: l’interesse per la ricerca, per l’architettura e per la musica.

A.G.A. - My final thesis was about a music school, it was a research centre called “Institute of musical science” by my university; this project condensed all my interests: the interest in research, architecture and music.



Musical Studies Centre Ensamble Studio


According to Anton Garcia Abril

floor wall ceiling roof door window facade balcony corridor fireplace toilet stair escalator elevator ramp fundamentals

+ the physical fundamentals

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According to Rem Koolhaas

elements of architecture


REM MinKyung Han Marco Belloni Issue #3 Christian Heuchel / Anton Garcia Abril Thanks to Davide Rapp Matteo Poli REM will be printed in Italy and published one time a month Distributed by mail and person

REM

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