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UNO DEI LEITMOTIV DELLA CIVILTÀ DEL FUTURO
Antispecismo, noi e gli altri animali S
ebbene l’attenzione dei media in questo ultimo biennio sia stata monopolizzata dal covid, dalle sue drammatiche ripercussioni sociali ed economiche, nonché ultimamente anche dal conflitto bellico in Ucraina, cova sempre sotto la cenere uno dei movimenti ideologici, l’antispecismo, che più di ogni altro ha fatto e fa discutere, soprattutto per le innumerevoli e pesanti implicazioni che potenzialmente porta con sé. Se termini come “ambientalismo” e “animalismo” ci sono abbastanza familiari, e di essi riusciamo a percepirne il significato, quando si parla di antispecismo ci si trova impreparati, ignorando che questo termine in genere impiegato in colte disquisizioni non è altro che il germe da cui traggono linfa gli altri due movimenti menzionati. Di antispecismo prepariamoci a sentirne parlare molto, sarà uno dei leitmotiv della civiltà del futuro, e ci sta già coinvolgendo moltissimo nonostante i più non se ne stiano accorgendo. I social quotidianamente sono bombardati da foto e video aventi protagonisti gli animali, specialmente in ambiente domestico; i negozi per animali nell’ultimo decennio sono centuplicati, con fatturati altissimi, tra i
pochi a non essere in crisi; i movimenti animalisti nascono come funghi, influenzando pesantemente settori economici quali ad esempio gli allevamenti per fini alimentari, ed alcuni di essi sono accreditati di un peso politico elettorale non indifferente. Questi solo alcuni esempi di come l’antispecismo sta influenzando la vita sociale. Ma scaviamo un po’ nella storia di questo movimento per meglio inquadrarlo, iniziando dal significato di questo termine. L’antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo. E lo specismo cos’è? Vediamo allora anche una breve storia di quest’ultimo. Lo specismo, la cui definizione nasce in epoca moderna, ha antichissime origini, provenienti da dottrine filosofiche e religiose, per le quali gli animali sono risorse al servizio dell’uomo. Nell’antica Grecia, per esempio, per Platone e per il suo discepolo Aristotele, l’animale è a servizio dell’uomo in quanto si trova più in basso nella gerarchia della natura. La natura è, infatti, considerata dotata di struttura gerarchica in base alle capacità razionali. La concezione aristotelica fu quella che entrò a far parte del pensiero occidentale e diede origine a molte idee speciste che tuttora permangono. A lui si ispira ad esempio San Tommaso d’Aquino, per il quale
di giaCOMO GABRIELE MORELLI
L’ANTISPECISMO SOSTIENE CHE L’ESSERE UMANO NON PUÒ DISPORRE DELLA VITA E DELLA LIBERTÀ DI ESSERI DI ALTRA SPECIE
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RECENTEMENTE LA CAMERA DEI DEPUTATI HA APPROVATO LA PROPOSTA DI LEGGE CHE INTRODUCE NELLA COSTITUZIONE LA TUTELA DELL’AMBIENTE E DEGLI ANIMALI “non è peccato infliggere sofferenza agli animali e non è caritatevole astenersene”. Il Santo sostenne che gli animali sono esclusi dalla sfera morale, per cui non è un peccato procurare loro dolore. In una visione estremamente antropocentrica, l’unica ragione contro la crudeltà verso gli animali è che questa può portare alla crudeltà verso gli esseri umani. Vi sono poi filosofi come Cartesio per il quale l’essere umano è superiore agli altri esseri poiché privi di anima e di coscienza. Questi, sempre secondo Cartesio, non possono provare dolore e quando sembrano manifestare sofferenza in realtà reagiscono semplicemente a uno stimolo meccanico. Parlando invece di religioni possiamo citare quella cristiana. L’antichissimo libro della Genesi cita: “L’uomo domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra. Riempite la terra e soggiogatela” (Genesi 1, 26-28). Anche nella religione islamica il Corano riporta un concetto simile: “Creò le greggi da cui traete calore e altri vantaggi e di cui vi cibate. Trasportano i vostri pesi verso contrade che non potreste raggiungere, se non con grande fatica. E vi ha dato i cavalli, i muli e gli asini, perché li montiate e per ornamento” (Corano 16:5-8). La religione islamica prevede inoltre il sacrificio animale come rituale religioso. Le religioni orientali, invece, come Buddhismo e Induismo, si contrappongono a quelle occidentali diffondendo l’insegnamento basato sull’uguaglianza tra umani e gli animali, con pari dignità e diritti. La storia della dominanza sugli animali è quindi lunga quanto la storia dell’uomo. L’antispecismo si basa invece sull’”uguaglianza”, proprio come l’antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla presunzione dell’esistenza di razze umane migliori o superiori e come
l’antisessismo e l’anticlassismo respingono la discriminazione basata sul sesso e sulla classe sociale. L’antispecismo cerca di destrutturare e ricostruire la società umana in base a criteri ecocentrici e non più antropo-centrici, per i quali noi siamo parte integrante di un sistema globale e non più super partes. E’ il risultato di una lunga storia che passa da distinte fasi e distinte ideologie, risedendo nell’animalismo che denuncia la violenza dell’uomo verso gli altri animali e ne promuove il rispetto dei diritti. Si passa così dal “semplice” principio di zoofilia (amore verso gli animali) e dal principio protezionista degli animali come “estensione” dei diritti e dei bisogni umani, a un vero e proprio movimento radicale liberazionista dell’animale dal dominio umano, che va quindi ben al di là della zoofilia e del protezionismo vecchio stampo. In un’ipotetica società umana liberata e aspecista i rapporti tra umani e altri animali dovrebbero cambiare radicalmente e non essere più regolati dal controllo e dallo sfruttamento da parte dell’umano, nell’ottica di una pacifica convivenza su un pianeta che non è solo nostro e utilizzando risorse che non sono solo nostre e generando il minor impatto possibile sugli altri esseri senzienti. Riassumendo: l’antispecismo, in opposizione allo specismo, si oppone alla convinzione, ritenuta pregiudiziale, secondo cui la specie umana sarebbe superiore alle altre specie animali, e sostiene che l’essere umano non può disporre della vita e della libertà di esseri appartenenti a un’altra specie. Il pensiero antispecista afferma che la capacità di sentire, di provare sensazioni come piacere e dolore, di interagire con l’esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana. L’attribuzione di tali capacità agli animali di specie non umana dovrebbe dunque comportare un
MOLTE CATENE DI PRODUZIONE ANIMALE A FINI ALIMENTARI APPLICANDO NUOVE NORMATIVE “ETICHE” SULL’ALLEVAMENTO POTREBBERO DIVENTARE INSOSTENIBILI
cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli animali di specie umana, e da ciò dovrebbe conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani. Ogni essere senziente possiede diritti esistenziali che dovrebbero essere riconosciuti dall’umanità, indipendentemente dal loro modo di vivere, ovviamente diverso da quello umano. Per gli antispecisti se un animale non umano può provare esperienze così simili a quelle umane dovrebbe essere necessario estendere anche a questo soggetto la teoria morale per cui non si devono trattare gli altri come non si vorrebbe essere trattati in prima persona. In definitiva lo specismo viene inteso come «un’ideologia creata e diffusa per legittimare l’uccisione e lo sfruttamento degli altri animali»; un’ideologia creata da chi sostiene che gli animali non amano, non pensano, non piangono e non ridono, che sono privi di linguaggio, che non hanno pensieri razionali, che non soffrono di disturbi mentali. Questo in contrasto con studi scientifici che portano a constatare che gli animali a modo loro amano (in numerose specie si creano tra gli individui rapporti
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lunghi e duraturi, e le vicende domestiche coi nostri cani sono alla mercé di tutti), come pure soffrono fisicamente dei traumi fisici ricevuti nonché di quelli psicologici. La capacità di ragionamento degli animali è sicuramente diversa da quella dell’uomo (per fortuna), ma in natura ogni giorno si riscontrano comportamenti e azioni che mostrano chiaramente il modo di ragionare degli animali, e questo avvalorerebbe la posizione antispecista. Quanto detto sinora può sembrare solo un crogiuolo di belle idee campate per aria, sostenute da persone ipersensibili, o motivate da precise scelte alimentari (vedasi i vegetariani o ancor più drasticamente i veganisti), ma di fatto esse stanno progressivamente promuovendo sensibili cambiamenti nel rapporto uomo/mondo animale.
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Ciò che un tempo era pratica comune oggi viene vietato dalla Legge e perseguito penalmente. A distanza di pochi decenni, ad esempio, ci appaiono consuetudini barbare certe attività un tempo consentite quali il tiro al piccione al poligono, la caccia a molte specie selvatiche, il cane legato tutta la vita ad un metro di catena, il pulcino castrato per farne un cappone, l’oca ingozzata con l’imbuto per ottenere il fegato grasso, e in genere tutte le innumerevoli tipologie di “maltrattamento” animale che una volta non erano avvertite tali. Si pensi che la corrida, cuore della tradizione nazionale spagnola, oggi è vietata in Catalogna ed è sul punto di essere soppressa. Insomma il percorso verso un rapporto sempre più “civile” verso il mondo animale è quanto mai attivo. Recentemente la Camera dei depu-
tati ha approvato la proposta di legge che introduce nella Costituzione la tutela dell’ambiente e degli animali (!!). La proposta aveva già ottenuto preventivamente l’approvazione del Senato a maggioranza qualificata e pertanto è diventata legge senza bisogno di passare dal referendum. La riforma del testo costituzionale votata alla Camera dei deputati stabilisce che la Repubblica Italiana riconosce la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi disciplinando i modi e le forme di tutela degli animali; una modifica importante il cui effetto sarà una svolta significativa a livello legislativo e legale nella tutela di animali e ambiente. Il riconoscimento della tutela degli animali a livello costituzionale rappresenta un punto di riferimento importante per i diritti degli animali, in linea con una sensibilità crescente da parte dei cittadini nei confronti di questo tema e con il Trattato europeo di Lisbona, che riconosce gli animali come esseri senzienti. Questa riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione e il conseguente riconoscimento della tutela degli animali all’interno del testo costituzionale (un fatto senza precedenti) è il chiaro segno di un cambiamento in atto nell’attenzione verso il nostro ecosistema, e già gli esponenti della filosofia antispecista sono in campo per far sì che il “benessere” animale diventi una reale priorità non solo per gli animali d’affezione ma anche per quelli coinvolti nella produzione alimentare. Appare chiaro che in quest’ottica il credo antispecista potrebbe provocare un vero e proprio terremoto economico. Certe catene di produzione animale, già soggette oggi a costi che ne rendono difficile la gestione, di fronte a nuove normative “etiche” sull’allevamento e sulla soppressione finale degli animali a fine alimentare potrebbero diventare insostenibili. Come pure la soppressione della caccia e della pesca sportive causerebbero la chiusura di infinità di aziende con perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e di PIL. Se quindi da un lato appare chiaro che negli anni maturerà progressivamente un rinnovato rapporto col mondo animale, dall’altro lato occorrerà programmare questa evoluzione in modo che essa non alteri in modo traumatico ed insostenibile le esigenze vitali di massa della società.
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Da 30 anni nel mondo dell’editoria, classe 1962, da 9 anni dirige MCG dopo esserne stato per 8 il coordinatore editoriale. È anche titolare della Morelli Media Partner, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore di Advance Group.
Quando stavamo meglio
E
sistono delle icone, universali, immortali, che legano a sé momenti storici della nostra civiltà, della nostra società, e al cui cospetto automaticamente associamo un messaggio, uno stato d’animo personale plasmato su di esse. Così Che Guevara, Hitler, Einstein, Gandhi, ma pure i Beatles, Papa Wojtyla e via dicendo (e per le nuove generazioni speriamo non Putin) risvegliano in noi momenti della nostra crescita, delle nostre aspirazioni, della nostra autocritica, del nostro concetto di vivere. Proprio su questo sottile gioco psicologico fa leva l’opera teatrale “Sandro” (Pertini) a cui è dedicata la copertina di MCG, che si rifà ai valori di una parentesi storica italiana che rimpiangiamo. Sandro Pertini, un’icona nazionale certo meno universale di quelle sopra citate, ma per noi italiani ben imprintata e fortemente percepita. A questo personaggio di grande statura morale, i cui gesti o parole odoravano
di pulizia, lealtà e sincerità (parole di Indro Montanelli), associamo un periodo positivo della nostra vita italiana, di cui egli, con la sua figura paterna e familiare, è diventato simbolo. Agli inizi degli anni ’80 non erano tutte rose e fiori, tutt’altro: disoccupazione e malavita avevano connotati per nulla trascurabili, ma nella società si respirava comunque una ricerca di miglioramento sostenuta da quel mondo politico di cui Pertini costituiva un convincente garante. Le nostre vite non erano ancora influenzate da quegli eventi che dall’oggi al domani continuano a sconvolgere i normali progetti esistenziali delle ultime generazioni, ma c’è la sensazione che ai tempi di Pertini una pandemia, un conflitto bellico, una crisi economica potessero essere affrontate con maggior sensibilità politico-sociale, con maggiore responsabilità e solidarietà. Sicuramente l’astio e le divisioni politiche che la comunicazione nevrastenica dei nostri giorni alimenta ai fini dell’audience per scopi di concorrenza me-
diatica non concorrono a migliorare le prospettive. Che sia possibile un riavvicinamento ai valori che nel settennato presidenziale pertiniano permettevano una vita maggiormente prevedibile, cadenzata e ricca di prospettive? E’ quanto ciascuno di noi dovrebbe auspicarsi, affinché non ci rimangano solo degli sconsolati amarcord nostalgici.
Marco Morelli
direttore@mantovachiamagarda.it
MantovachiamaGarda Periodico bimestrale Registrazione del Tribunale di Mantova N° 01/2011 del 15/02/2011 Direttore Responsabile Marco Morelli Capo redattore Giacomo Gabriele Morelli Art Director e Progetto Grafico Matteo Zapparoli Pubblicità: MORELLI MEDIA PARTNER, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn) Stampa: GRAFFIETTI STAMPATI S.n.c. - S.S. Umbro Casentinese Km 4,500 - S.S. 71 - 01027 Montefiascone (Viterbo) Editore: MARCO MORELLI, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn)
Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Capato, Alessandra Fusè, Anna Maria Catano, Barbara Ghisi, Benedetta Bottura, Donatella Lavizzari,Elena Benaglia, Elena Cardinali, Elena Mantesso, Elena Kraube, Elide Bergamaschi, Flora Lisetta Artioli, Gastone Savio, Gianluigi Negri, Gianmarco Daolio, Michela Toninel, Maria Theresa San Juan, Paolo Carli, Rita Bertazzoni, Rosa Perosi, Veronica Ghidesi, Vittoria Bisutti, Valentina Corini. Puoi ABBONARTI scrivendo a: abbonamenti@mantovachiamagarda.it Sarai ricontattato da un nostro incaricato. L’editore non si assume alcuna responsabilità in ordine Al successivo cambiamento di date o programmi riportati in questa pubblicazione Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente magazine, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.
Mantovano ma residente sul Lago di Garda, da 27 anni lavora nel campo della comunicazione e del marketing. Classe 1974, Art Director di MCG, è anche presidente di Grinder, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore di Advance Group.
SOMMARIO ANTISPECISMO, NOI E GLI ALTRI ANIMALI
LE PORTINERIE DI QUARTIERE, NON SOLO SERVIZI!
protagonisti: PATRIZIO ROVERSI
È un fenomeno nato in Francia nel 2015, ma da qualche anno si sta diffondendo anche in Italia, con indubbia utilità sociale
Tutto si tiene: partendo dalla terra arrivi all’economia, alla cultura, alla gastronomia. E il centro di tutto è l’agricoltura.
speciale sandro pertini icona pop
protagonisti ANDREA SANTONASTASO
speciale viaggi estate 2022
Era una figura che gli italiani sentivano vicina. Divenne una sorta di nonno per i bambini e una vera e propria icona Pop
Andrea Santanastaso racconta l’Arte di PAZ, Andrea Pazienza, uno dei più grandi disegnatori italiani di fumetti
Al mare, in montagna, all’estero, in campeggio oppure in hotel di lusso. Tutte le indicazioni per trascorrere un’attesissima estate 2022!
L’antispecismo sostiene che l’essereumano non può disporre della vita e della libertà di esseri di altra specie
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LA REDAZIONE MCG 18 anni di Successi sotto gli occhi di tutti.
CAPO REDATTORE
Elena Mantesso
Gabriele Morelli
Elena Andreani
Elide Bergamaschi
Lara Ferrari
Alessandra Capato
Barbara Ghisi
Rita Bertazzoni
Gastone Savio
Federico Martinelli
M.T. San Juan
Anna Maria Catano
Lisetta Artioli
Michela Toninel
Vittoria Bisutti
Enrico Corno
Gianluigi Negri
Silvano Tommasoli
Elena Benaglia
A PARER MIO
Alessandra Fuse
di GASTONE SAVIO
FERMARE LA POVERTA’ IN AVANZATA CONTINUA Il mondo vacilla, siamo in balia di “comandanti” che non riescono a mantenere la rotta. Ogni sbandata costa ai popoli passi indietro nella scala dei valori non solo economici, ma anche sociali. La società contemporanea è dominata, ormai, da una serie di assurdità: la competizione nazionale, il populismo politico, i conflitti, l’egoismo e il disinteresse per il bene comune, la logica del mercato fondata sul prodotto, la cultura dello scarto, la povertà, l’esclusione dei migranti, la discriminazione delle minoranze. Su tutto questo è gioco forza che intere categorie sociali si stiano allontanando da quella visione di futuro, figlia del miracolo economico, che agli inizi del secolo 21° si era immaginata e comincino a capire, se qualcosa di nuovo non accadrà, di dover abbandonare la lotta, fattasi impari, per
mantenere una dignitosa sopravvivenza. Per ritornare a credere nel futuro sono necessarie indicazioni certe espresse da guide sicure, di indiscussa credibilità. Ad esempio il Santo Padre, che parla di povertà e di pace, di fratellanza, che sottolinea la necessità della riduzione delle differenze sociali e indica le strade da percorrere per arrivarci. Dove possiamo incontrarci? Nell’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”. Proviamo a leggerla o a rileggerla con l’attenzione che può derivare da uno spirito d’adesione alle indicazioni di una guida sicura. L’impellente necessità di passare da una cultura dello scarto a una cultura della cura, che punti la realizzazione di una società più accogliente e inclusiva. Per costruire un futuro e una società migliori, bisogna pensare un’economia più
a misura d’uomo, più giusta, inclusiva e sostenibile, che non lasci nessuno indietro. In merito alla sfera politica, molte nazioni sono minacciate da un populismo alimentato dai “social media”, e quindi è necessario rivendicare la nobiltà dell’atto politico, che si manifesta nella capacità di agire per il bene comune e la ricerca della pace.
PARLIAMO DI
di elena benaglia
LE PORTINERIE DI QUARTIERE NON SOLO SERVIZI! È un fenomeno nato in Francia nel 2015, ma da qualche anno si sta diffondendo anche in Italia, e nel periodo della pandemia si è acclarata la sua indubbia utilità sociale. Stiamo parlando delle portinerie di quartiere. Fino agli anni ’70 del secolo scorso esistevano ancora in quasi tutti i condomini i cosiddetti portinai, che oltre a svolgere una funzione per così dire di “custodi” del palazzo, svolgevano una serie di piccole incombenze come ricevere la posta dei condòmini, annaffiare le piante in appartamento quando la famiglia si assentava per le ferie, fornire le chiavi di scorta a chi aveva l’abitudine di scordarle in casa, etc.. Ora che questa figura professionale è quasi del tutto scomparsa, e rimane solamente in qualche condominio di lusso, ci si rende conto di tutte le piccole comodità che in tal modo sono venute a mancare. Proprio per offrire quegli aiuti per i problemi quotidiani che si presentano a ciascun individuo, il Professore di economia sociale Charles Edouard Vincent ha inventato “Lulu dans ma rue”, la portineria di quartiere. In una vecchia edicola riqualificata nel IV arrondissement di Parigi, a due passi dalla place de Vosges e di fronte alla chiesa di Saint Paul, nel Marais, ha ideato questo servizio con l’obiettivo di “ricostruire la vita di quartiere dove i servizi fatti coscienziosamente permettono di ricreare dei legami uscendo dall’anonimato e dall’isolamento”. Come funziona in concreto? Si chiama la portineria e si spiega di cosa si ha bisogno, si può telefonare, inviare un’email o semplicemente passare di persona. Una volta individuato il bisogno, il portiere di turno trova il “Lulu” giusto, cioè l’uomo o la donna (idraulico, pollice verde, esperto informatico, studente, pensionato, ex disoccupato, magari il vicino di casa) in grado di svolgere il lavoro richiesto e lo mette in contatto con il richiedente. La cosa più interessante è che tutto ciò che viene chiesto viene offerto dagli stessi residenti del quartiere. È in pratica un incrocio di domanda e offerta tra vicini di casa! La portineria diventa la struttura di ricezione delle richieste di servizi e delle domande di collaborazione: da un lato ci sono tante persone che hanno tempo, talento e competenze in un determinato settore e al tempo stesso bisogno di sentirsi utili e guadagnare qualcosa; dall’altro chiunque può aver bisogno di avere a portata di mano una persona di fiducia per sbrigare piccoli problemi della vita quotidiana. Quali sono i servizi offerti? Innanzitutto c’è da dire che questi vengono ripensati e integrati costantemente perché rispondono ai bisogni via via manifestati dai cittadini. Si tratta principalmente di servizi come il ritiro dei pacchi postali o delle medicine in farmacia, la cura delle piante e degli animali domestici durante le vacanze, il servizio di babysitting, l’assistenza informatica agli anziani ad esempio per imparare a utilizzare gli
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IDEATO A PARIGI CON L’OBIETTIVO DI “RICOSTRUIRE LA VITA DI QUARTIERE DOVE I SERVIZI PERMETTONO DI RICREARE DEI LEGAMI USCENDO DALL’ANONIMATO E DALL’ISOLAMENTO smartphone, il doposcuola per gli studenti, i lavori di giardinaggio e altro ancora. Ma non è tutto qui. L’obiettivo è anche quello di “ridare umanità alla vita quotidiana” coinvolgendo i cittadini del quartiere a partecipare attivamente alle iniziative della portineria, creando e rinsaldando le relazioni sociali, e andando così a generare un sistema di micro-welfare che porti ad un miglioramento della qualità della vita nel quartiere stesso. Il successo di questo primo esperimento, sostenuto dal Comune di Parigi, è stato immediato e incredibile e ha ricevuto pieni riconoscimenti anche da Hollande prima e da Macron poi. E così, dalla Francia, un’idea semplice e geniale come
quella della portineria di quartiere si è presto diffusa altrove, anche in Italia. Il portiere, da noi, (dove ancora esiste) è considerato come un “amico”, una persona fidata a cui si possono lasciare piccole faccende da sbrigare. La guardiola all’ingresso, per cui tutti inevitabilmente devono passare, è il punto di incontro e confluenza di tutti gli abitanti di un condominio. Se la casa rappresenta la sfera personale, e al di fuori del palazzo ogni inquilino ha la propria vita personale, la portineria rappresenta in qualche modo la connessione. La portineria è spesso luogo in cui volentieri le persone si fermano a chiacchierare e il custode è quasi sempre in grado di fornire contatti utili di persone che possono offrire diversi servizi, da idraulici, elettricisti e imbianchini, a ragazzi che danno ripetizioni o cercano qualcuno a cui fare baby-sitter per guadagnare qualche soldo. Si tratta di mestiere in grado di connettere le persone e le loro esigenze, aggiungendo quel lato di umanità in più rispetto ai network virtuali (tratto dalla tesi “La portineria di quartiere. Spazi della socialità per il Nolo District di Elisabetta Wolleb). Il primo esperimento nostrano è stato probabilmente quello della Portineria 14 a Milano, un bar gestito da tre giovani amiche che hanno deciso di occuparsi anche di ritiro pacchi, banco alimentare e reperimento di professionisti per piccoli lavori di manutenzione domestica. Anche loro sono partite animate dall’intento di ricostruire il tessuto sociale del quartiere, per entrare in relazione con le persone e ritrovare fiducia nel prossimo. Il bar-portineria infatti è anche un luogo in cui studiare, trovarsi con gli amici o fermarsi a prendere un libro, e si propone anche come galleria d’arte per gli artisti milanesi. Condivisione, prossimità, fiducia: sono i concetti su cui si basa questo nuovo modo di risolvere i problemi, individuali e allo stesso tempo collettivi, perché tutti, pur con diverse intensità e sfumature, ci troviamo a fronteggiarli.
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LA PORTINERIA 14 DI MILANO DA MATTARELLA UN ENCOMIO In Italia ci sono alcune esperienze di portinerie di quartiere portate avanti da piccole attività private, di solito bar o altre piccole attività commerciali che si rendono disponibili per il ricevimento di pacchi postali o per ospitare bacheche con annunci di cerco/offro/scambio. Tra le esperienze più famose c’è la Portineria 14 di Milano, una caffetteria in zona Navigli gestita da tre amiche, che ha ricevuto anche un encomio dal Presidente Mattarella. All’ingresso si trova appeso un decalogo in cui si elencano i servizi disponibili gratuitamente: ad esempio si ritirano la posta, i pacchi, le chiavi, la spesa, le medicine in farmacia. Inoltre, le responsabili hanno creato una sorta di pronto intervento per la casa: possono fornire numeri di vari professionisti, come idraulici, elettricisti, giardinieri, a chi ne ha bisogno. E c’è anche un banco alimentare aperto una volta a settimana. Sono più numerosi, invece, i casi in cui i servizi di portineria vengono svolti da associazioni del Terzo Settore in collaborazione con Enti Pubblici e/o su progetti finanziati da Fondazioni o altro. Si tratta in questi casi di una sorta di “portineria sociale” che oltre ad offrire i servizi che abbiamo elencato più sopra, svolge anche e principalmente funzioni di supporto ai cittadini più fragili, promozione della coesione sociale, rivitalizzazione dei rapporti di vicinato, riqualificazione dei quartieri. A Torino è nata la Rete delle Portinerie di Comunità, grazie al supporto di enti pubblici, partner privati del mondo profit e Fondazioni. A Milano c’è Made in Corvetto, un Punto di Comunità finanziato da Fondazione Cariplo, Fondazione Snam e Comune di Milano nel mercato coperto di Piazzale Ferrara, un centro di aggregazione per vivere un esperienza di comunità che è anche punto di riferimento culturale, sociale e produttivo per i milanesi e le associazioni della zona. In Veneto è in corso un progetto denominato “Portinerie di Quartiere. Avamposto di Comunità” che coinvolge le città di Venezia, Mestre e Chioggia con l’obiettivo di sviluppare azioni di contrasto alla solitudine e rianimare i quartieri con progetti collettivi che rivitalizzino i concetti di vicinato e condivisione. Ci sono poi le esperienze di portierato sociale, gestite generalmente da enti pubblici con la collaborazione di organizzazioni del Terzo Settore, rivolte in particolare a condomini di edilizia residenziale pubblica, abitati da persone in stato di disagio, vulnerabilità sociale e fragilità, al fine di favorire l’integrazione culturale, l’inserimento degli inquilini nel tessuto sociale della città, riqualificare aree urbane degradate.
E tutti potremmo trarre un indubbio vantaggio se vivessimo in un quartiere in cui gli abitanti sono più sereni, si fidano di più gli uni degli altri, hanno più voglia di stare insieme anche solo per una chiacchierata. Spesso bastano azioni semplici, gesti di comune attenzione, momenti di coinvolgimento per sentirsi meno soli e più utili. Tutto questo è ancora più vero e attuale dopo la situazione che ci siamo trovati a vivere con la pandemia: non solo emergenza sanitaria, ma anche emergenza sociale, aggravata da quell’impoverimento delle reti familiari e amicali che stiamo riscontrando come tendenza degli ultimi anni. Una portineria di quartiere, come “avamposto di comunità” significa dare, quindi, ascolto e supporto ai cittadini e mettere insieme la voglia e le competenze di chi vuole investire un po’ del suo tempo per la sua stessa comunità. È un modo per costruire spazi di comunità e di buon vicinato, per sconfiggere il male, non sempre
LA COSA PIÙ INTERESSANTE È CHE TUTTO CIÒ CHE VIENE CHIESTO VIENE OFFERTO DAGLI STESSI RESIDENTI DEL QUARTIERE. È IN PRATICA UN INCROCIO DI DOMANDA E OFFERTA TRA VICINI DI CASA! oscuro e invincibile, della solitudine, soprattutto degli anziani, per attivare meccanismi di inclusione sociale e a volte processi di rigenerazione urbana in aree periferiche ad elevata criticità socioeconomica. La portineria di quartiere si propone oggi come
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soluzione alternativa alla progressiva scomparsa delle portinerie condominiali. Se il motivo principale della rinuncia a questo servizio sono i costi fissi troppo elevati, questa soluzione permette di usufruirne solo quando necessario, diminuendoli notevolmente se non eliminandoli del tutto nei casi in cui è offerto gratuitamente. Chiaramente un servizio totalmente gratuito è possibile nei casi in cui o ci sia un’altra attività redditizia a cui è appoggiato o venga fornito da associazioni che prevedano una tessera associativa e che abbiano qualche tipo di supporto pubblico (tesi di Elisabetta Wolleb).
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Maggio-Agosto Mantova
L’Evento
“La ricerca contemporanea sulla Luce, tra Arte e Design” Testi di Vittorio Erlindo, Jaqueline Ceresoli, Matteo Galbiati
A CURA di M.T. SAN JUAN
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e continue innovazioni nel settore della scienza illuminotecnica hanno spinto il design internazionale a fornire delle soluzioni estetiche che stanno abbellendo case, palazzi, piazze, giardini, con qualità e decoro. In disparte quasi a stabilire un confine col Design, l’Arte trova nelle nuove scoperte scientifiche dei centri internazionali di ricerca, il modo per immaginare oggetti unici da presentare nelle Gallerie e nei Musei. Pur essendo mondi diversi, molti designers sono anche artisti e molti artisti si sono messi a fare i designers per le aziende. La Bauhaus aveva come finalità la realizzazione di opere d’arte che potessero essere prodotte e replicate in grandi numeri e acquistate a prezzi abbordabili anche dai lavoratori. L’arte cioè doveva entrare nelle case ed “educare” così alla bellezza milioni di persone. Arte e Design, per questa loro strutturale attitudine a cercare e produrre la bellezza in ogni oggetto, diventano generatori di un insieme di fattori materiali e spirituali in grado di cambiare il nostro mondo e le nostre anime. Fra tutti gli oggetti di una casa, o anche di un ambiente esterno, è la Luce a definire, nei suoi contrasti tra luce e ombra, il cuore dell’esperienza visiva, emotiva e relazionale tra le persone e gli spazi oltre che coi luoghi La luce, nuova attrice protagonista sta riscrivendo e riempiendo con una propria grafia intere pagine della nostra vita e della visione delle città. Da vettore e veicolo narrativo per una lettura delle
Biennale Light Art Mantova 2022 tra arte e design DALLE OPERE IN MOSTRA RISULTA EVIDENTE QUANTO E IN CHE MANIERA LA LUCE SIA IN GRADO DI RIDISEGNARE GLI SPAZI IN CUI SI COLLOCA PLASMANDO GLI AMBIENTI
forme della materia e dell’umanità, la Luce si è fatta strumento autonomo capace di proprie specifiche narrazioni. Dopo avere rivelato il mondo conosciuto, la Luce, attraverso il lavoro degli artisti, sta rivelando se stessa come mai era capitato negli ultimi decenni. Un Biennale importante capace di offrire un’idea sociale della luce. Espongono: Alfieri Nino, Bernardini Carlo, Brianza Marco, Cavinato Paolo, Coltro Davide, De Mitri Giulio, Di Leo Mario, Dall’Osso Davide, Evangelisti Nicola, Fardy Maes, Festa Elia, Grossi Gianpietro, Hachen Massimo, Krahn Julia-Aristova Olga, Marelli Elisabetta-Negri Alberto, Marra Max, Marsiglia Vincenzo, Mutt Mary, Pirelli Pietro, Pirelli Marinella, Sek De Luca, Schilirò Donatella, Vita Marilena-Emanuel Dimas de Melo Pimenta
Credits Vincenzo Marsiglia
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Informazioni biennalelightart.it
Credits Giampietro Grossi
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L’Evento
PresentaTE le attività estive di avvicinamento e anteprima AL FESTIVAL SEGNI
A CURA di V.CORINI
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egni d’infanzia associazione che organizza il tanto atteso festival SEGNI - in programma a Mantova dal 29 ottobre al 6 novembre – presenta le attività estive di avvicinamento e anteprima: l’immagine della formica, simbolo di questa edizione disegnato dalla scienziata Barbara Mazzolai, le attività del Concorso del festival e gli appuntamenti di SEGNI d’ESTATE previsti a giugno tra il territorio mantovano e l’Isola del Giglio. SEGNI NEW GENERATIONS FESTIVAL - evento internazionale di teatro e arte dedicato a bambini e bambine, ragazzi e ragazze, famiglie e scuole, ma anche operatori culturali e insegnanti - da sempre promosso e sostenuto dal Comune di Mantova e con il patrocinio di Comitato Italiano per l’Unicef, dal 2021 ha consolidato il suo brand firmando SEGNI d’ESTATE: attività culturali per l’estate mantovana. Il brand SEGNI però valica appennini e confini regionali per raggiungere l’arcipelago toscano, dove grazie al rinnovarsi della relazione con il Comune dell’Isola del Giglio e con il contributo di Fondazione CR Firenze, si rende possibile una nuova edizione di SEGNI d’ESTATE al GIGLIO, dal 16 al 25 giugno. Una sorta di festival gemello di quello mantovano ma che si declina alle specificità isolane. Per le famiglie che restano a Mantova e nelle città vicine c’è invece la possibilità di unire una passeggiata per i negozi del Mantova Village ad un’esperienza culturale con i bambini e le bambine: domenica 19 giugno previsto infatti uno spettacolo di circo urbano e attività creative di rielaborazione dell’animale simbolo 2022, durante tutta la giornata. Un vero atelier a cielo aperto. L’estate della community di SEGNI inizia proprio con la conoscenza dell’animale simbolo 2022, la formica. La prima attività che bambini e bambine possono fare dai luoghi di villeggiatura, coinvolgendo amici di spiaggia e dei rifugi di montagna, è scaricare dal sito segnidinfanzia.org il disegno
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SEGNI D’ESTATE attività culturali per l’estate mantovana SEGNI NEW GENERATIONS FESTIVAL DA SEMPRE PROMOSSO E SOSTENUTO DAL COMUNE DI MANTOVA E CON IL PATROCINIO DI COMITATO ITALIANO PER L’UNICEF DAL 2021 HA CONSOLIDATO IL SUO BRAND FIRMANDO SEGNI D’ESTATE
SEGNI D’ESTATE AL MANTOVA VILLAGE. Per le famiglie del territorio l’appuntamento è invece al Mantova Village di Bagnolo San Vito, domenica 19 giugno, dalle 11:00 alle 18:30, con un’intera giornata all’insegna dell’arte e del teatro. Il Village torna ad essere palcoscenico speciale del festival e insieme a questo importante sponsor SEGNI ha immaginato un percorso di avvicinamento alla manifestazione che oltre all’appuntamento estivo prevederà anche una data in ottobre. Per l’anteprima estiva arriva la compagnia francese Le Sanglès, di ritorno dall’Isola del Giglio, con il suo furgoncino per un incredibile e divertente spettacolo acrobatico in tema sostenibilità. E per l’occasione il Village si trasforma in atelier a cielo aperto: un grande formicaio creativo che bambini e bambine possono esplorare ed animare, sulle tracce della formica, animale simbolo del festival SEGNI 2022, insieme ad artisti e attori. In tre diverse postazioni si ripetono a rotazione storie, azioni performative e attività artistiche. L’attore Daniele Tessaro “veste i panni” del Signor formica per raccontare e interagire con piccoli e grandi spettatori attraverso i personaggi di libri che svelano curiosità e caratteristiche del simbolo
del festival; con Francesco Testi si sperimenta la pittura per la creazione del grande telo delle formiche tessitrici: impronte, segni, tondi e antenne da tracciare per scoprire come sono fatti questi insetti e comporre file e ponti. Mentre in compagnia degli attori di ExVuoto Teatro si mettono insieme i passi per la danza della formica, che ispirata alla danza tipica del popolo Maori diventa un ballo della cooperazione. Tutti giocano la propria parte per coordinarsi nei movimenti di mani, piedi, gambe, corpo, voce, e dar vita a un’azione performativa collettiva che attraverserà gli spazi del Mantova Village, coinvolgendo partecipanti e passanti. In ognuno dei tre formicai creativi inoltre è prevista una postazione con una piccola missione da superare, in cui coinvolgere anche mamma e papà, per ereditare i superpoteri della formica: separare cumuli di semini diversi. Un’attività zen per coltivare la pazienza e la cura. La partecipazione all’evento SEGNI D’ESTATE al Mantova Village è gratuita. Per maggiori info: segreteria@segnidinfanzia.org
n. 3 Giugno-Luglio 2022
Nona Edizione - Reboot Edition
San Secondo Parmense 9/19 Giugno 2022 Omaggio a Giovannino Guareschi #guardagustagodi
L’Evento
TORNA A MERANO Dal 24 al 26 Giugno. LA CITTÀ si colora di luci, suoni, spettacoli e magie
A CURA di paolo carli
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sistono eventi che risultano essere più entusiasmanti da vedere che da descrivere; Asfaltart ne è la più evidente dimostrazione. Per tre giorni, infatti, la città di Merano si colora di luci, suoni, spettacoli e magie, grazie ad artisti di strada provenienti da tutto il Mondo, dall’Asia al Sud America, dal Nord Europa all’Africa, ciascuno con il suo spettacolo, nella cornice del centro della città di Merano, un bouquet di stili architettonici a cielo aperto. L’invito e la proposta più sincera è quella di assistere agli spettacoli, che iniziano la mattina e terminano a notte inoltrata, seguendo un calendario che porta tutti, dai portici alle passeggiate, dalle sponde del fiume Passirio, ai luoghi più famosi come il Teatro e Piazza Terme. La 16a edizione del Festival d’Arte di Strada Asfaltart si svolgerà dal 24 al 26 giugno e sono attese 20 compagnie per oltre 110 spettacoli, nelle piazze e nelle strade della città, sempre sotto il coordinamento dell’Associazione Artistica Kallmünz e del suo team. Tutti gli spettacoli saranno ad accesso libero, e chi vorrà mostrare il proprio apprezzamento agli artisti, potrà farlo - come da tradizione - tramite un contributo nel cappello. Asfaltart è solo uno dei tanti motivi per visitare la piccola città giardino di Merano che, in primavera come in estate, offre il meglio di sé. I meleti in fiore la circondano e le Giardinerie di Merano svolgono un incessante lavoro per adornare di colori e profumi le passeggiate, le aiuole e i parchi. Le proposte e le offerte per un soggiorno sono davvero varie; dal movimento soft in bici, alle passeggiate semplici ed eleganti, fino alla possibilità di intraprendere vere e proprie escursioni. Seguono nel dettaglio alcuni degli spettacoli e compagnie più interessanti di Asfaltart 2022 Duo Full House Henry Camus e Gaby Schmutz, lui Newyorkese, lei svizzera, coppia sulla scena come nella vita, musicisti, acrobati, giocolieri e comici. Hanno girato letteralmente tutto il mondo per molti anni, eseguendo le loro produzioni originali nei teatri e nei festival all’aperto. Insieme a diversi rinomati registi, hanno creato numerose produzioni teatrali e conquistato il pubblico per le loro acrobazie circensi e la comicità pungente. Con la compagnia catalana Kamchakta attori e pubblico condividono la scena, le emozioni, in un continuo scambio relazionale che abbatte ogni divisione. Otto personaggi, ognuno con la propria valigia, sembrano essersi persi in città - saranno passanti, saranno immigrati? - sono mossi da ingenuità e curiosità verso le persone che li osservano, non conoscendo le regole del loro modo di vivere. Si apre uno spazio per un intenso gioco teatrale, per un potente e poetico dialogo in cui lo spettatore è parte attiva della sperimentazione. Circo El Grito fa tesoro di secoli di arte circense. La compagnia è stata fondata nel 2008 dall’acrobata
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Asfaltart la kermesse internazionale degli artisti di strada UN EVENTO DA VIVERE COME ANTICIPO DI UN’ESTATE CHE SI PREANNUNCIA RICCA DI SORPRESE. GLI ARTISTI PROVENGONO DA TUTTO IL MONDO, DALL’ASIA AL SUD AMERICA, DAL NORD EUROPA ALL’AFRICA, CIASCUNO CON IL PROPRIO SPETTACOLO
Fabiana Ruiz Diaz e dall’artista Giacomo Costantini, e ha prodotto e co-prodotto quindici spettacoli, di cui dieci sono ancora in programmazione, con all’attivo più di duemila repliche in tutta Europa. Circo El Grito rappresenta un grande motore per la sperimentazione, spaziando tra gli ambiti della danza, del teatro, della musica e della letteratura. La compagnia italiana Circo Bipolar, attiva dal 2014 con oltre 300 repliche dello spettacolo Café Rouge, presenterà la sua NUOVA PRODUZIONE One Eyed Jacks, uno spettacolo di circo contemporaneo con grande struttura aerea che utilizza diverse tecniche di trapezio ballant (trapezio in movimento a grandi altezze), danza verticale, giocoleria e acrobatica di coppia, producendo immagini e visioni provenienti dal cinema, dalla poesia e dall’arte in genere.
Per maggiori info: www.asfaltart.it Per ulteriori informazioni www.merano.eu
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n. 3 Giugno-Luglio 2022 .
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L’Evento
Al centro l’esperienza in e-bike: test ride con tutte le tipologie di bici, accompagnati da talk con esperti e approfondimenti sul mercato e sull’impatto delle e-bike sulla quotidianità
BIKEUP, il festival dedicato alle e-bike e al cicloturismo di M.T.San Juan
TRE ESCURSIONI IN BICI E DEGUSTAZIONI
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ikeUP, l’evento dedicato alle e-bike e al cicloturismo, dal 10 al 12 giugno, ritorna a Bergamo per la sua 8° edizione. La manifestazione ritrova quindi la sua collocazione più adatta, quella della bella stagione, del turismo, del tempo libero trascorso all’aperto e delle gite fuori porta, che negli ultimi due anni sono stati fortemente penalizzati dall’epidemia da Covid-19. La principale novità di quest’anno è rappresentata dai momenti di approfondimento. Aumentano infatti le opportunità d’incontro e di dibattito: nascono i Bike Talks, le Tech Pills durante i quali il pubblico potrà confrontarsi con ambassador, atleti, viaggiatori, tecnici, esperti di mercato, di mobilità sostenibile.
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Si parlerà diffusamente anche dei viaggi in bicicletta e delle esperienze più varie in e-bike. BikeUP si trasforma quindi in una kermesse più variegata e completa, una vera e propria finestra sull’intero panorama dell’e-bike, un’arena in cui gli appassionati vecchi e nuovi potranno scoprire segreti, accorgimenti e tutto quello che serve per un migliore vita quotidiana a due ruote. L’evento conferma e accresce le attività gratuite più amate delle edizioni precedenti. Aumentano le opportunità per test ride, con la possibilità di usufruire di veri e propri e-bike tour della durata di un’ora il sabato e la domenica mattina su percorsi di diversa natura e difficoltà, dal trekking all’e-mtb. Torna la Thok Experience, a cura di Thok e-bikes: i test ride saranno di grande qualità, perché le bici saranno preparate appositamente per il biker, in base a peso, altezza e stile di guida, garantendo una personalizzazione massima, con istruttori scelti tra i membri dello staff del brand. Una più vasta scelta è prevista anche per le attività per bambini, con l’Area Kids: si parte dai percorsi più semplici, per imparare ad andare in bici, per arrivare ad attività più complesse, come la scuola di mountain bike. Grazie alle partnership con Moto.it e Bonaldi Motori, BikeUP diventa l’approdo naturale per l’intero comparto della mobilità elettrica: e-scooter, e-moto ed auto elettriche completeranno l’esperienza del pubblico, che potrà così sperimentare mondi complementari a quello dell’e-bike. Si apre anche il capitolo e-bike cargo, soluzione sempre più apprezzata dalle famiglie per la mobilità cittadina, che si rivela utile soprattutto per gli spostamenti con bambini più piccoli.
Non mancheranno vere e proprie escursioni alla scoperta del territorio: le guide di Visit Bergamo monteranno in sella per itinerari di mezza giornata, che spazieranno dallo splendore storico-artistico del capoluogo orobico alle degustazioni “a tappe” di vini e prodotti a km zero. BikeUP rimane inoltre un punto di riferimento per il cicloturismo e le attività all’aria aperta in generale, ideale per pianificare al meglio momenti di svago slow, immersi nella natura o in una città d’arte, con il fil rouge della mobilità sostenibile. Il co-fondatore di Bike Up, Stefano Forbici, ha dichiarato: “Siamo molto felici di tornare a Bergamo per l’ottava edizione di BikeUP. La bicicletta è al centro di ogni progetto internazionale per la mobilità green e la città rinnova anno dopo anno il suo impegno per un futuro più sostenibile. BikeUP e l’Amministrazione Comunale condividono valori e obiettivi legati al rispetto dell’ambiente e ai progetti di ampio respiro sulla mobilità. Anche quest’anno vogliamo dare al nostro pubblico spunti di riflessione e desiderio di affidarsi di più e più spesso a un mezzo come la bicicletta.” Come scoprire e prenotare tutte le attività Tutte le attività, visite guidate e test ride, a breve saranno facilmente prenotabili attraverso il sito www. bikeup.eu scegliendo tra le numerose opportunità offerte dal programma. L’iscrizione dà diritto a un kit di benvenuto. Le prenotazioni della Thok Experience a cura di Thok, via e-mail all’indirizzo events@thokebikes.com o telefonicamente al numero 347.701 6500. Per rimanere informati sulle attività: info@bikeup.eu e www.bikeup.eu
n. 3 Giugno-Luglio 2022
BMW i4 m50 sugli BMW TULLO PEZZO ha presentato, nella splendida cornice di villa di bagno, la gran coupè full electric
GLI SPECIALI
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Nella splendida cornice di Villa di Bagno, alle porte di Mantova, la Concessionaria BMW Tullo Pezzo ha presentato ai numerosi ospiti intervenuti la trasformazione di un’icona del piacere di guida come Serie 4 Gran Coupé nel nuovo paradigma della sua filosofia a zero emissioni: BMW i4 M50. A fare gli onori di casa Davide e Nicolò Pezzo, e un’impeccabile organizzazione che ha mantenuto fede alla tradizione che vuole che ogni evento della concessionaria Tullo Pezzo sia sempre unico nel suo genere. Ospiti della serata Simone Bellati, regional manager di Fideuram Mantova e Mattia Ruol, sailer Director di UBS Banca che hanno avuto l’occasione di spiegare ai presenti come scelte lungimiranti in questo periodo di incertezza diventino determinanti per raccogliere successi. Le stesse scelte lungimiranti che BMW ha fatto facendo coesistere tradizione e innovazione nella nuova i4 M50, la prima Gran Coupé puramente elettrica, che unisce eccezionale dinamicità a grande comfort. Luigi Vianello e Alberto Orsatti per conto di BMW Italia trading hanno illustrato in modo dettagliato le caratteristiche della nuova vettura gran coupé totalmente elettrica che rappresenta il cuore del marchio della doppia elica. Nello specifico un’esperienza di guida completamente nuova piena di emozioni, massima accelerazione sin da ferma, dinamicità elettrizzata per una guida rilassata, un veleggio quasi impercettibile, il piacere di guidare senza emissioni, l’idoneità ottimale all’uso di tutti i giorni grazie ad autonomie elevate, i viaggi lunghi che diventano sempre più confortevoli grazie ad infrastrutture di ricarica in continua crescita. E’ stato evidenziata la forza del servizio Connected Charging che aiuta a trovare la stazione di ricarica più vicina lungo il percorso, così si può caricare la BMW i4 quando è necessario e passare da una carica dal 10 all’80% in soli 31 minuti con una potenza di ricarica fino a 205 kW. Oppure si può ricaricare fino a 164 km di
La nuova Gran Coupè BMW i4 M50
autonomia in soli 10 minuti (fino a 140 km in 10 minuti per i4 M50). A casa si ha la comodità di usare la BMW Wallbox: con un massimo di 11 kW, riporta la batteria al 100% di carica in sole 8,25 ore. Per quanto riguarda il design impossibile non notare che il nuovo disegno del celebre doppio rene raggiunge dimensioni elevate e occupa ormai gran parte del frontale, anche nella parte più bassa del paraurti. I fari ante-
riori hanno un andamento spigoloso e grintoso, con ampio uso di LED. La vista laterale, inoltre, enfatizzare la dinamicità di i4: l’andamento è a cuneo, l’abitacolo spostato piuttosto indietro e il tetto è spiovente. Linee verticali scolpite raccordano i fianchi della BMW i4, nel posteriore, e dal basso spiccano gli elementi del diffusore dalla forma espressiva, accentuata dai profili blu tipici per le versioni BMW i.
A sinistra Nicolò Pezzo Una veduta dal drone dell’evento a Villa di Bagno
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protagonistI
patrizio roversi
Tutto si tiene: partendo dalla terra arrivi all’economia, alla cultura, alla gastronomia. E il centro di tutto è l’agricoltura.
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u Rete 4 si è appena conclusa la terza stagione del suo programma “Slow tour padano”, sei puntate andate in onda ogni venerdì dal 29 aprile al 3 giugno scorso. Patrizio Roversi, mantovano ma bolognese d’adozione, da anni si occupa di agricoltura, prodotti e territorio. Con questo programma ha fatto un lungo viaggio nella Pianura padana (dal Piemonte al Veneto, dall’Emilia alla Lombardia, fino al Trentino) nelle zone di produzione del Grana Padano. Proprio quest’anno, inoltre, si celebra il quarantesimo anniversario del Gran Pavese Varietà, nato a Bologna nel 1982 con Roversi, Syusy Blady, Vito e i Gemelli Ruggeri: un qualcosa di profondamente innovativo e originale che poi sarebbe approdato in programmi storici della televisione italiana come “Lupo solitario” (definito da Umberto Eco “varietà del futuro”) e “L’araba fenice”. Da conduttore, Roversi è stato impegnato in altri programmi cult, con l’ex moglie Syusy Blady, come “Turisti per caso” e “Velisti per caso”. Per anni è stato il volto di “Linea verde”. Ha lavorato anche nel cinema, dove è stato diretto, tra gli altri, da Fellini (“La voce della luna”) e Nichetti (“Volere volare”). Che cosa ti è rimasto impresso in questi tre anni di viaggio nella zona del Grana Padano? “In questo viaggio ho avuto una conferma: tutto si tiene. C’è un collegamento strettissimo tra
Quest’anno si celebrano i 40 anni del Gran Pavese Varietà
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di gianluigi negri
mantovano ma bolognese d’adozione da anni si occupa di agrioltura e prodotti del teerritorio.
elementi, che noi invece tendiamo a vedere separati. Per esempio, il tipo di coltivazione agricola che è legato al territorio, al clima e al paesaggio. Partendo dalla terra, arrivi evidentemente all’economia, alla cultura, alla gastronomia. Davvero tutto si tiene. E il centro di tutto, specialmente nella Pianura padana, è l’agricoltura. Da lì parte una filiera produttiva, alimentare ed economica, ma che porta anche conseguenze sull’ambiente e sullo sviluppo: è un sistema in cui non riesci a definire le varie parti, perché tra loro hanno una relazione che poi definisce questa zona, una sorta di civiltà a parte da ogni punto di vista”. Nelle varie puntate viaggi su una moto che hai ribattezzato Elettrone… “Ho cominciato cavalcando uno strumento di locomozione molto padano. Era la moto di mio babbo, che lavorava nei consorzi di bonifica: una moto Guzzi anni ‘40, un Astore. Poi, dalla seconda serie in avanti, abbiamo voluto dare una sterzata ecologica. Abbiamo trovato un Airone 250, degli anni ‘50, e l’abbiamo trasformata in moto elettrica. A me e al mio amico complice, autore e regista Giuseppe Ghinami (anch’egli mantovano) è sembrato un simbolo interessante. La tradizione da un lato e l’innovazione dall’altro, ossia l’elettrico. Che non si è fatto per l’ambiente fino ad oggi secondo te? “In questo giro ho riscontrato che una sensibilità nuova ed uno sforzo ci sono. Ovviamente sono andato a raccontare gli esempi più significativi di questa transizione ecologica. Tutto mi lascia, però, non particolarmente ottimista finché non si cambia il sistema. Senonché cambiare il sistema sembra praticamente impossibile, per cui resto tutto sommato perplesso. Il sistema significa una filiera ed una logica che si basano sul mercato e basta: c’è sempre questo ricatto per cui bisogna produrre sempre di più e a prezzi sempre più bassi. Ci sono contraddizioni gravissime. Adesso, con la guerra in Ucraina, incredibilmente si è smosso qualcosa nel mercato del latte. Ma il latte finora lo pagavano, se andava bene, 40 centesimi al litro. Mio babbo, che lavorava al Consorzio di bonifica mantovano-reggiano, al giovedì al mercato si informava sempre sul prezzo del latte, perché era un po’ come la borsa, un indicatore dello stato dell’economia locale. E’ chiaro che i produttori si organizzano in consorzi,
n. 3 Giugno-Luglio 2022
Patrizio Roversi
per cui il produttore diventa un socio e attraverso le dop e la valorizzazione della qualità guadagna di più. Però, finché il mercato domina da tutti i punti di vista, non sarà molto facile investire in ricerca e in innovazione ecocompatibile”. E le Agende 2030 e 2050? “A sparare scadenze sono capaci tutti: però le persone che devono arrivare a fine mese bisogna vedere se riescono a rendere compatibili queste scadenze. Non si approfondisce mai l’idea di un sistema diverso. E però ci sono le scadenze. Comunque ci si prova. Ci sono contributi in questa direzione. E uno sforzo nella Pianura padana assolutamente si fa. Sono andato con un amico pescatore a fare un giro in barca sul Po: e lui, che è testimone oculare al di sopra di ogni sospetto, mi ha detto: “Sì, da dieci anni davvero le cose sono migliorate”.
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sarà premiato al festival mangiacinema di san secondo Patrizio Roversi sabato 18 giugno ritirerà il Premio Mangiacinema Pop al Festival Mangiacinema di San Secondo Parmense. Alle 18 di quel pomeriggio sarà protagonista, al Museo Coppini, dell’evento “Una vita in (slow) tour”, dedicato alla sua carriera di conduttore e uomo di spettacolo. In suo onore verrà presentata anche la ricetta pop 2022 di Mangiacinema: “Anolini alla bolognese, tortellini alla parmigiana”, speciale show cooking con degustazione gratuita finale. L’evento è a ingresso libero senza prenotazione.
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sandro pertini un’icona pop di Donatella Lavizzari
GLI SPECIALI
sandro
e anche degli anarchici, gente che veniva dalle prigioni, naturalmente, che aveva fatto la guerra in Spagna, che era stata nei campi di concentramento francesi. …. Noi laggiù vivevamo secondo regole immutate, che dovevano essere rispettate con rigore: si poteva uscire dagli stanzoni, dove alloggiavano dalle tre alle cinquanta persone, verso le otto del mattino, bisognava rientrare per le otto di sera. Non si doveva superare un certo limite, appunto, il confino. Camilla Ravera racconta nelle sue memorie le strade sassose, le siepi gialle dei fichi d’India, il mare grande e azzurro che ci circondava: paesaggi che erano vietati. ….Un giorno il direttore mi mandò a chiamare: ‘Ho una bella notizia per voi. E’ arrivato un telegramma che dispone per la vostra liberazione’. ‘ Grazie’ dissi. ‘Però io non me ne vado finchè qui resta uno solo di noi.’ Ma Camilla Ravera, che diede sempre prova di una straordinaria forza morale, Terracini e altri, mi convinsero che dovevo partire, per andare a perorare la causa dei detenuti, e così non diedi pace a Senise, Capo della Polizia, e a Ricci, che era agli Interni; li andavo a trovare ogni giorno con Bruno Buozzi. Erano restii, avevano nei confronti dei comunisti paura e odio. Minacciammo uno sciopero generale e l’argomento li convinse.
Andrea Santonastaso
Quando arrivò l’ultimo di Ventotene, potei andare a trovare mia madre. Era molto vecchia e mi attendeva. Stava sempre seduta su un muretto che circondava la nostra casa. ‘Che cosa fa signora?’ le domandavano. ‘Aspetto Sandro‘ rispondeva.” Pertini ha combattuto per i propri ideali, mai asseriti in maniera semplicistica o ingenua, ma sempre dentro l’agone delle idee, con la forza combattiva di chi si oppone ad una visione sopraffattoria della politica. Per questo motivo, nello spettacolo, la vicenda biografica di Pertini viene contrappuntata da una voce ‘corale’, l’Odiatore, che prova a rappresentare grottescamente questi impulsi violenti, prevaricatori, di cui spesso siamo tutti preda: perché SANDRO non vuole essere solo il racconto della vita di un uomo, ma prova a rappresentare la possibilità, l’utopia, il desiderio di un’umanità più cordiale e disponibile. Come cornice, una scenografia essenziale, minimalista, ma caratterizzata da una forte potenza suggestiva e animata dall’alternarsi di buio e luce, e dai bellissimi disegni dello stesso Santonastaso, che vengono, di volta in volta, proiettati sulla quinta scenica. SANDRO è uno spettacolo che ti entra dentro, ti avvolge in un abbraccio fatto di emozioni, pensieri, sentimenti, riflessioni, … e tu stai lì, immobile. Ascolti, respiri, chiudi gli occhi… e ti lasci andare in quell’incanto chiamato Teatro. GRAZIE AD ANDREA SANTONASTASO, ARTISTA NECESSARIO Dalla mostra «Paz e Pert» a Roma al Palazzo Incontro (2010 Fandango Libri S.r.l. Copyright Mariella e Michele Pazienza)
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Donatella Lavizzari art
protagonisti
andrea santonastaso ‘Mi chiamo Andrea, faccio fumetti’ Di donatella lavizzari
‘Mi chiamo Andrea, faccio fumetti’, Andrea Santonastaso racconta l’Arte di PAZ, Andrea Pazienza, uno dei più grandi disegnatori italiani di fumetti (e non solo, anche pittore, autore, poeta, …). Nella presentazione realizzata dal Teatro dell’Argine di Bologna, si legge: E’ una biografia, ma non è una biografia. È un monologo disegnato. È un omaggio che non vuole omaggiare nessuno. È una dichiarazione di resa di fronte alle sentenze perentorie del destino. È l’ennesima constatazione di un Salieri di fronte ad un Mozart. Attraverso i testi di Christian Poli e la regia di Nicola Bonazzi, Santonastaso racconta con grande forza evocativa la vita di PAZ, il periodo storico e gli accadimenti, la vulcanica speranza di quest’Artista di sovvertire regole e schemi cristallizzati. Lo fa urlando la sua rabbia di fronte allo spreco di cotanta arte in nome di un vuoto che come macigno schiaccia e limita la libertà. Lo fa con i personaggi di Pentothal, Zanardi, Pertini e con il tuffo a capofitto ne Gli ultimi giorni di Pompeo. E lo fa, soprattutto, disegnando in scena PAZ! Tutto questo commuove. E’ POESIA. “Il perché di questo spettacolo? Il motivo è lo spettacolo stesso”. Mi risponde Andrea, sorridendo. “Difficile spiegarlo a parole. Quando una persona viene a vedere PAZ, lo capisce, sperimentando l’amore che ho per questo grande Artista. PAZ racconta la vita di Andrea Pazienza attraverso la mia e la mia attraverso la sua. Lo faccio disegnando, lo faccio raccontando. E ti assicuro che è complicato. Perché non è semplice disegnare e recitare nello stesso istante. Ogni volta che dal disegno passo alla narrazione è come se dovessi fare uno switch, un passaggio da emisfero sinistro ad emisfero destro nel mio cervello. Quello che ti posso dire è che mi piace moltissimo raccontare quel periodo storico, gli anni settanta e ottanta a Bologna. Tutti quelli che hanno ruotato e ruotano intorno a PAZ, siano essi familiari, organizzazioni varie, enti, amici o conoscenti, hanno apprezzato in toto questo spettacolo, riconoscendomi un’assoluta aderenza alla realtà, una sincerità totale e, soprattutto, il grande AMORE che mi lega ad Andrea Pazienza. All’inizio avevo dubbi sull’interesse del pubblico nel vedermi disegnare in scena, ma ho dovuto subito ricredermi. Tutti quelli che amano PAZ, lo vivono attraverso me, provando le mie stesse emozioni, la mia stessa passione. Quando salgo su un palco, sono come un bambino che gioca (non a caso recitare si dice play) e non vede l’ora di poterlo fare nuovamente, il più presto possibile. Lo farei tre/quattro volte al giorno”!
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identikit d’artista Andrea Santonastaso, bolognese di nascita, vignolese di adozione, non ha ancora scelto cosa farà da grande tra l’attore di Teatro (“Così è se vi pare”, “Una scelta non Chiara”, “La Pugna, e la pipa”, “Ligabue una bestia di pittore”, “Mi chiamo Andrea, faccio fumetti”, “Il viso di Tracey”, “Sandro”, alcuni titoli messi in scena) e Televisione (“La bella e la bestia”, “Un Matrimonio” di Pupi Avati, “Don Matteo”, “Dov’è mia figlia?”, “Puccini”, “Lo Smemorato di Collegno” e “L’Ispettore Coliandro” tra le fiction interpretate), il conduttore radiofonico (ha condotto per Radio2 “Nessuno è Perfetto”, “Per Fortuna che c’è la radio”, “Happy Days”, “Metropolis” e “Sere d’estate”) e televisivo (“Grandi Mostre” su Sky Arte HD e “Saturday Night live”), l’illustratore e il disegnatore di fumetti (“Jacopopò il genio della cacca” finalista al Premio Battello a Vapore città di Verbania, “Chissà dove sono?” scritto ed illustrato per Aliberti Jr.) e infine l’insegnante di Teatro (dirige la scuola di Teatro di Vignola). Si è solo dimenticato che è nato nel 1967 e sarebbe quindi l’ora che scegliesse.
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protagonisti Per fare un poema dadaista Tristan Tzara formulò questa ricetta: ‘Prendete delle forbici, scegliete nel giornale un articolo che abbia la lunghezza che contate di dare al vostro poema. Ritagliate l’articolo, ritagliate quindi con cura ognuna delle parole che lo formano e mettetele in un sacco. Agitate piano, tirate fuori quindi ogni ritaglio, uno dopo l’altro, disponendoli nell’ordine in cui hanno lasciato il sacco. Copiate coscienziosamente il poema. Vi somiglierà’. Pensando all’Essenza di Andrea, all’Uomo e all’Artista, ho estratto da un sacco immaginario alcune parole e gliele ho mostrate sotto forma di collage tematici. Ed ecco il suo Poema.
IL POE CHE GIOIA! Che gioia vivere! Penso che sia una gioia stare al mondo. Non faccio una gran fatica per convincermene. Lo so, sono fatto così. Io sorrido sempre, a volte. Posso dare un po’ fastidio in questo mondo fatto di persone che si prendono un po’ troppo sul serio. La gioia mi viene naturale. E’ bello vivere. Provo gioia tutti i giorni, quando mi sveglio la mattina e vedo mio figlio Pietro e quando vedo mio padre Pippo che ha recentemente compiuto 86 anni. Una volta si diceva cuor contento… ecco, penso proprio di essere così. Quando facevo cabaret insieme a Davide Paniate, lui mi guardava e ridendo mi diceva: ‘Andre beato te che non capisci un c… “, perché io sorridevo sempre e lui invece, da buon genovese, aveva sempre il ben noto mugugno. Immagina un po’ come era svegliarsi alla mattina e andare a far colazione con lui durante le tournée….io sempre allegro e lui disperato. C’ERA UNA VOLTA… E’ il prosieguo ideale del cuor contento e della gioia. E’ l’inizio di molte favole e mi piace molto perché penso che vivere sia una favola così come lo è conoscere e frequentare persone. Parto sempre da un’idea positiva degli altri, anche se a volte accade di rimanere delusi. Mi piace raccontare le vite de-
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EMA DADAISTA
protagonisti
gli altri come se fossero fiabe. Lo faccio attraverso i miei spettacoli, portando le loro storie in scena, come ho fatto per Sandro Pertini e Andrea Pazienza PAZ. Mi piace raccontarle anche con i miei disegni. Sono un disegnatore, ma considera che il 99% dei miei disegni sono chiusi in casa, dentro un cassetto. Forse il farli solo per me, mi dà l’idea di tenerli ‘sinceri’. Per farti capire come sono fatto, una casa editrice di Bologna mi ha chiamato per fare delle copertine di libri e, dopo esserci accordati sul lato economico, ho chiesto loro di avere la possibilità di rifiutare un lavoro se non lo dovessi ‘sentire’ nelle mie corde. I disegni per SANDRO, per esempio, li ho fatti quando studiavo la parte e cercavo il più possibile di entrare in quello che raccontavo.
CHI HA PAURA DI ESSERE ADULTO? IO! E quindi il mio motto è LIBERI DI FARE I BAMBINI! Non sono d’accordo sull’essere adulti in tutti i contesti. Libero di fare il bambino è per me fondamentale. Lo è nella vita e non solo nel lavoro. Ti faccio un esempio in amore. Quando c’è qualcuno che ti piace, da adulti diventa complicato. I bambini sono più attenti a non ferirsi o, se non lo sono, sanno subito rimediare quando feriscono. Il mio mondo bambino si è rispecchiato anche nella scelta dei tatuaggi, scegliendo tre personaggi dei fumetti: sulla spalla infatti ho tatuato Hobbes, Linus e Droopy. LA CAPACITÀ DI SOGNARE. Bisogna essere capaci di sognare. Sembra essere una cosa facile ma invece è la più impegnativa. Bisogna sempre esser capace di guardare un po’ avanti NON PUOI VIVERE SENZA? IL TEATRO. In realtà poi faccio mille cose perché sono poliedrico…si dice così? La verità è che non so fare niente bene e ne faccio tante perché così si maschera meglio. Quando racconto tutto quello che faccio, le persone alla fine mi chiedono: ‘Sì, ma il lavoro vero qual è? E quindi, poiché non mi prendo sul serio, non posso vivere senza cosa? TUTTO! Senza tutto quello che faccio, senza gli amici, senza i parenti, i familiari, gli amori, quelli con cui litigo, … Non posso vivere senza il lavoro che faccio in teatro, quello che ho fatto in televisione e nel cinema. Tutto questo fa parte della mia vita. E non posso vivere senza anche lo stare senza. Cioè mi piace dire: ‘Adesso per due giorni non faccio niente’. Vedo tantissime persone che si angosciano se per soli due giorni non hanno nulla da fare. A me invece piace tantissimo il vuoto. Ai miei allievi in teatro insegno che le pause sono le parti più importanti di uno spettacolo. Anche stasera in SANDRO, dove ho parlato a fiume, i momenti di silenzio sono stati fondamentali.
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LA PROSSIMA VITA. Ecco… la vorrei esattamente come quella di adesso, per le cose che faccio, ma vorrei cancellare il periodo degli studi di giurisprudenza perché ho perso del tempo. In quegli anni avrei potuto fare dell’altro. Oppure, se potessi scegliere, vorrei essere una donna. Per aver sempre ragione? Certo E poi, siccome son molto curioso, mi piacerebbe affrontare il mondo come una donna. Sarebbe sicuramente più faticoso. C’è una superiorità evidente però frustrata dalla storia, da tutto… Vorrei provare a fare, come molte hanno fatto, la rivoluzione a favore delle donne. Questo perché l’uomo non è in grado di farlo. E di certo, se fossi donna, mi dedicherei un po’ meno agli uomini! AL CUORE. Quando facciamo uno spettacolo, questo concetto parte dal presupposto che mi deve realmente colpire al cuore quello che faccio. Se mi colpisce, son sicuro che colpisce il pubblico. La base è: AL CUORE. Perché è fondamentale per raccontare le storie, per disegnare, per leggere, … Il Cinema, per es., ha la forza di colpirti al cuore. Io sono innamorato del Cinema. Ho fatto per 5 anni un programma su Radio 2 che si chiamava ‘Nessu-
no è perfetto’ e che parlava di Cinema. Quando ho tentato di raccontarlo in Teatro, non ci sono riuscito. Fondamentalmente, perché non ha bisogno di essere spiegato. Guardo continuamente film e mi piace anche andare al Cinema da solo. CINEMA Citando Woody Allen e la Rosa purpurea del Cairo, in quale film vorresti essere risucchiato all’interno come personaggio? In Brian di Nazareth, la storia di Gesù dei Monty Python, perché sono sicuro che sarei stato un degno centurione in mezzo a tutti loro, grandissimi per la loro devastante comicità. Sono una delle cose per cui vale la pena stare al mondo. In Manhattan Woody Allen fa un elenco di queste cose e cita Il cesto di mele dipinto da Paul Cézanne… ecco io andrei invece su Egon Schiele. Poi lui nomina il vecchio Groucho Marx e altri: io ci metterei Stanlio e Ollio, a cui mio padre e mio zio si ispiravano molto, Buster Keaton, Charlie Chaplin, i Beatles! Ecco i Beatles mi fanno letteralmente impazzire! Il 25 novembre scorso è uscito Get Back un film documentario di Peter Jackson che narra della creazione artistica di Let It Be e la pianificazione della prima esibizione live dopo tre anni.
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protagonisti
Una testimonianza storica eccezionale! Registrazioni, brani, dialoghi, le interviste, il concerto sul tetto, … Un’impresa davvero titanica! L’ARTE DEL DNA Da bambina amavo tantissimo gli sketches dei fratelli Santonastaso. Tuo padre Pippo e tuo zio Mario erano incredibili. Definirei la loro comicità quasi onirica, surreale. E’ vero, loro erano fuori dal mondo. Uno degli sketches più famosi, ancora ricordato, è quello dello sbarco dell’uomo sulla luna. Loro erano ‘lunari’. Di tutto quello che ci siamo detti durante questo nostro incontro, mio padre e mio zio sono stati fondamentali. All’inizio ho cercato disperatamente di non fare quello che avevano fatto loro, distaccandomi dal loro percorso professionale. Mi sono laureato in giurisprudenza ma nel frattempo frequentavo la scuola di fumetto e la scuola di teatro, e l’ho tenuto nascosto a mio padre, perché lui non voleva che facessi questo mestiere. Aveva paura che io potessi soffrire. Ho cominciato con ruoli seri, per non essere paragonato a lui, che è un comico mostruoso ed inavvicinabile. Tuo padre, oltre all’ironia fulcro della sua maschera comica, è dotato di una straordinaria mimica facciale che direi paragonabile a quella di due grandi pilastri della storia del teatro italiano: Gilberto Govi e Totò. Grazie Donatella, glielo dico e sono sicuro che si commuoverà per queste parole. Quando ero piccolino, mio padre mi faceva vedere le commedie di Govi, so a memoria tutte le sue battute. Io e mio papà scherziamo sempre e quando c’è poca roba da mangiare in casa gli chiedo: ‘Papà che cosa c’è di pronto?’ E lui mi risponde come Govi: ‘L’acqua!’. Ed è un capolavoro immenso. Mi vuoi parlare di tuo zio Mario? Mio zio Mario è sempre stato una spalla eccezionale. Non solo sul palco con mio papà, ma anche nella vita, per tutti noi. Era uno che ti aiutava. C’era sempre. Io devo tantissimo a mio padre per questo lavoro, per l’educazione che mi ha inculcato, per la visione del mondo sempre con un sorriso e la positività nel rapportarmi agli altri. Ma devo tanto anche a mio zio Mario. Mi ha insegnato che si può tranquillamente campare al servizio degli altri ed essere comunque IMMENSI. E questo ti dice la grandezza di un Uomo. Vero. Questo è l’approccio che ho quando faccio teatro: io faccio da spalla al pubblico. Sono qui per darvi conforto, per raccontarvi, per emozionarvi.
Pippo Santonastaso by Andrea Santonastaso
Tu sei una persona solare e ricca di pregi. Ho anche difetti! Sono molto permaloso e sono fondamentalmente un rompic… Mi dà fastidio il disordine altrui così a tal punto che comincia a rodermi dentro un fastidio incontenibile! Sono anche molto critico nei confronti degli altri, ma se tu mi critichi me la prendo… son permaloso. E poi sono un disastro coi piccoli lavori di manutenzione in casa. Una volta ho provato a trapanare un muro e non mi sono accorto che dietro la parete c’era l’anta della porta a scorrere! Risultato? Ho bucato anche quella! CREARE C’è una frase di Giorgio De Chirico che mi pia-
ce molto e dice che lo scultore è il creatore per eccellenza. Egli scava per tirar fuori, nel blocco di creta o di marmo, con fiuto di rabdomante, comincia a frugare, e già quello che c’è dentro, la meraviglia, il divino giocattolo che procurerà gioia purissima e altro divertimento a lui ed agli altri uomini suoi fratelli, comincia a sobbollire alla superficie, comin-
cia a muoversi, ad agitarsi come marmotta che si sveglia dopo un lungo sonno. E questo lo scultore buono lo farà tagliando, togliendo, scavando, scrostando, bucando, sbucciando, raschiando, graffiando. Come avviene la genesi di una tua opera artistica? Per quanto riguarda spettacoli come quello su PAZ, su Pertini e sui mondiali, avviene così: tutto nasce dalla voglia di raccontare qualcosa dell’umanità, o di alcuni esseri umani, a qualcuno che non sa o che non c’era. In queste parabole, in questa ‘perfezione imperfetta’ c’è il germe, il succo di quello che mi piace tirar fuori da un racconto. Quando lo faccio, lo faccio sempre indirizzando il mio pensiero a mio figlio Pietro (che, tra l’altro, è nato il 23 maggio, nello stesso giorno di Andrea Pazienza ). Penso a cosa vorrei raccontare a lui. Con PAZ volevo raccontargli come papà era diventato un attore partendo dal fumetto. Nel caso di PERT, Pietro mi ha tirato una fucilata due giorni dopo averlo visto, dicendomi: ‘Secondo me papà, nel tuo spettacolo si parla soprattutto di libertà.’ Analisi netta e precisa. Lettura secca. Lui, per esempio, nello squarcio della quinta scenica usata in SANDRO ha visto un buco da cui bisogna saltar fuori e non il racconto di una chiusura, di una prigione. Le visioni e le prospettive dei bambini sono sempre molto interessanti. Ritengo sia importante andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi le storie di molti personaggi della nostra storia. La narrazione ha da sempre un valore profondo. Creare un percorso didattico in tal senso, contribuirebbe sicuramente allo sviluppo globale dei giovani e alla costruzione di una più forte coscienza critica. Creare un percorso didattico in tal senso, contribuirebbe sicuramente allo sviluppo globale dei giovani e alla costruzione di una più forte coscienza critica.
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salute
Nutraceutica, VitaVi intensifica il suo piano di sviluppo retail
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al negozio al sito web e viceversa: la tendenza ad un approccio onoff-line contagia anche il mondo dell’integrazione alimentare. Se la rete è spesso il luogo dove trovare consigli in modo più immediato, è nel negozio fisico che si ottiene il supporto diretto di un esperto. Consapevole di questo fortissimo dinamismo VitaVi brand italiano che sviluppa integratori alimentari di eccellenza, accelera il suo programma di sviluppo retail che ha come target farmacie, parafarmacie, boutique retail e negozi alimentari specializzati. “Dopo esserci occupati del lancio di VitaVi sul mercato direct-to-consumer - dichiara la General Manager Silvia Olla - abbiamo deciso di avvicinarci ad un’utenza meno abituata all’acquisto in rete. Per questo abbiamo avviato un programma di partnership che ha come target farmacie, parafarmacie, boutique retail e negozi alimentari specializzati. L’obiettivo è rendere ibrido e multicanale il processo di acquisto dei nostri integratori alimentari, per intercettare chi preferisce lo store fisico. Siamo convinti che un approccio differenziato possa rappresentare, sul lungo periodo, la scelta vincente: le tendenze di consumo ci dicono che è sempre più comune l’acquisto on-off-line, un processo in cui il consumatore sceglie di prendere il meglio da entrambi i mondi. I nostri integratori, contraddistinti da altissimi livelli qualitativi e da principi attivi nelle forme a più alta biodisponibilità, vedono nella distribuzione sul territorio un valore aggiunto, perché possono essere spiegati al cliente nel modo migliore da personale qualificato presente nei punti vendita; al contempo, possono intercettare quell’utenza che si rivolge al farmacista perché ha bisogno di un consiglio per intervenire sui propri bisogni specifici”. VitaVi nasce per rispondere ad un bisogno evidente di accelerare la digitalizzazione del comparto nutraceutico. Fondata nell’aprile 2021, VitaVi è un brand di Neulabs, la prima piattaforma in Italia che acquista, crea e sviluppa brand Direct-ToConsumer a livello internazionale. VitaVi offre una gamma di integratori multivitaminici che forniscono nutrienti chiave per il benessere generale fisico e mentale, oltre che prodotti in grado di rispondere a esigenze specifiche, come quelli per ridurre lo stress, difendere il sistema immunitario, favorire il sonno e per la cura della pelle. A coordinare il comitato scientifico dell’azienda è Arrigo Cicero, Professore di Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso l’Università di Bologna e Presidente del Sinut - Società Italiana di Nutraceutica. VitaVi offre una gamma di integratori che forniscono i nutrienti chiave per supportare il benessere fisico e mentale generale, nonché una linea di integratori per rispondere a specifici bisogni: rafforzare il sistema immunitario, ridurre lo stress, migliorare la salute della pelle, promuovere la qualità del sonno, rallentare i processi di invecchiamento. VitaVi in breve
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Estate alle terme
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bellezza
REVITALASH® COSMETICS L’ALLEATO PER CIGLIA E SOPRACCIGLIA FAVOLOSE
A CURA DI v.corini
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iglia e sopracciglia come arma di conquista. Lo sguardo ha acquistato un ruolo fondamentale come arma di seduzione. Ciglia e sopracciglia incorniciano il nostro sguardo ed è quindi molto importante che siano curate ed enfatizzate al massimo, come dimostra anche la grande richiesta negli ultimi anni di trattamenti estetici specifici. Per le sopracciglia, infatti, sono disponibili numerose tecniche di trucco semi permanente che ne migliorano l’aspetto o che addirittura ne ricreano la forma da zero. Queste tecniche, da prima più intense, si sono evolute negli anni per ottenere un risultato il più naturale possibile. La stessa tendenza può essere notata anche per le ciglia: si è passato dall’applicazione di ciglia finte con effetto drammatico a tecniche più leggere e naturali, come la laminazione, che, come la permanente per i capelli, incurva le ciglia, ottenendo un effetto molto naturale ma limitato nel tempo. REVITALASH® ADVANCED e REVITABROW® ADVANCED Una domanda sorge quindi spontanea: esiste una soluzione che garantisca ciglia lunghe e sopracciglia piene e che abbia un effetto naturale ma duraturo? La risposta è ovviamente sì! RevitaLash® Cosmetics è la pluripremiata linea leader mondiale nel settore ciglia, sopracciglia e capelli con cosmetici studiati appositamente per rigenerare e migliorare la salute e la bellezza naturale delle nostre risorse più preziose di bellezza. Grazie all’amore e alla ricerca, il nostro fondatore, l’oftalmologo Dott. Michael Birkenhoff, ha creato il primo siero per migliorare la struttura delle ciglia per la moglie Gayle che stava affrontando trattamenti chemioterapici. Grazie ai risultati strabilianti, il Dottore ha poi deciso di ampliare la gamma dei prodotti per poter garantire volume e benessere anche alle sopracciglia. Sono così nati i rivoluzionari sieri di trattamento ciglia Revitalash® Advanced e sopracciglia Revitabrow® Advanced. COME FUNZIONANO All’interno dei due sieri è presente un complesso di principi attivi brevettato chiamato BIO-PEPTIN® COMPLEX, un mix di Peptidi, Biotina, Lipidi e Pantenolo che assicura una profonda rivitalizzazione di ciglia e sopracciglia rendendole più resistenti, lunghe, piene e definite.
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L’ERRORE COME MACIGNO O COME OPPORTUNITA’?
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ssere accanto ad una persona che vive con demenza richiede una continua ricerca di possibili soluzioni o strategie per non lasciarsi condizionare e travolgere dai limiti della diagnosi e dal senso di frustrazione. Il pensiero può condurre alla ricerca di soluzioni che si focalizzano sui problemi o sulle difficoltà, ma spesso è grazie ai tentativi esperienziali che si fanno, che si può rivalutare le scelte e ricostruire nuove azioni. La perfezione porta con sé la continua ricerca dell’azione pulita da ogni tipo errore. L’errore è diventato, sin da quando eravamo piccoli, l’espressione del senso di inadeguatezza, incapacità, disinteresse, non accuratezza. L’errore diventa presto una di quelle realtà da “schivare” a costo di “sembrare” perfetto. L’errore non è il mattone del fallimento. Il fallimento è figlio della mente chiusa, del voler aver ragione, del trovare sempre una giustificazione ed un alibi, del non assumersi mai la responsabilità oppure dell’alimentare il senso di colpa. E se l’errore fosse invece un luogo di infinite opportunità? Se l’errore visto, riconosciuto, compreso fosse il trampolino di lancio verso le nostre abilità? Se esso rappresentasse un seme che, quando messo a dimora in consapevolezza, scatena tutta la sua potenzialità e ci conduce là dove possiamo liberamente mostrare il nostro meglio? Ad esempio, l’errore nella relazione con la persona con demenza, rappresenta un semplice indicatore che motiva a fare in modo diverso e che permette di porci nuove domande o ipotesi. L’errore può quindi essere visto come opportunità per andare oltre l’ordinario e per sviluppare compassione. La compassione verso sé stessi, secondo Kristen Neff, ricercatrice sull’auto-compassione, ha tre elementi principali: gentilezza verso sé stessi o capacità di astenersi da critiche aspre, la capacità di riconoscere la propria umanità o il fatto che ognuno di noi è imperfetto e ognuno di noi prova dolore, la capacità di mantenere un senso di consapevolezza o consapevolezza imparziale delle esperienze, anche se dolorose. LA SCELTA DELL’AUTO-COMPASSIONE Quando sentiamo di aver commesso un errore, possiamo comunque essere gentili con noi stessi. Trattarsi con gentilezza potrebbe comportare: prendersi del tempo per concedersi una pausa emotiva; impegnarsi in atti mentali di gentilezza come un dialogo interiore positivo, ovvero un dialogo interiore nutrito di parole di valore, anziché “sono un idiota” potrei dirmi “infondo non ho messo tutta l’attenzione che avrei dovuto, ho commesso un errore”; arsi una parola incoraggiante. Ricerche recenti indicano che generare sentimenti di auto-compassione in realtà diminuisce i nostri livelli di cortisolo. In uno studio condotto da Helen Rockliff e dai suoi colleghi, i ricercatori hanno chie-
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di elena mantesso
OPPORTUNITA’ PER SVILUPPARE LA TUA RESILIENZA NELLA RELAZIONE DI CURA Partecipa alla scuola di formazione permanente. A cura del Team Sente-mente®: interventi di confronto, crescita, sviluppo, sostegno e allenamento per uscire dallo stato di impotenza e per allenare la resilienza. Contenuti per: persone che vivono con la demenza, carepartners, professionisti della cura e della relazione, leader di servizi socio-sanitari. Se vuoi acquistare “Le carte per accendere la resilienza, esperienze per residenti, professionisti, volontari, famiglie e organizzazioni felici” di Letizia Espanoli e Elena Mantesso, Editrice Dapero, visita il sito: www.editricedapero.it/prodotto/le-carte-per-accendere-la-resilienza. Siamo sicuri che grazie a questo mazzo di carte e alla tua creatività in azione potrai ingaggiare, valorizzare e offrire spazio alle emozioni tue e ai tuoi valori. Vuoi iscriverti all’esclusiva newsletter di Sentemente®? Scrivi a info@letiziaespanoli.com e riceverai idee, riflessioni, materiale di approfondimento e contenuti speciali. Inoltre sarai aggiornato su tutte le opportunità formative del modello. Vuoi iscriverti alla Scuola di Formazione per l’allenamento delle tue soft skills? Ogni settimana sul canale Telegram di Giorni Felici esercizi, esperienze e riflessioni per allenare la resilienza, l’autoefficacia, la speranza e l’ottimismo. Elena Mantesso emantesso@gmail.com
sto ai partecipanti di immaginare di ricevere compassione e di sentirla nei loro corpi. Ogni minuto venivano dette loro cose come “Permetti a te stesso di sentire che sei il destinatario di una grande compassione; permetti a te stesso di sentire la gentilezza amorevole che è lì per te”. È stato riscontrato che i partecipanti a cui sono state fornite queste istruzioni avevano livelli di cortisolo più bassi rispetto a quelli del gruppo di controllo. I partecipanti hanno anche dimostrato una maggiore variabilità della frequenza cardiaca in seguito. Più le persone si sentono sicure, più aperte e flessibili possono essere in risposta al loro ambiente, e questo si riflette in quanto la loro frequenza cardiaca varia in risposta agli stimoli. UN CAMBIO DI PROSPETTIVA “Quando leniamo i nostri sentimenti dolorosi con il balsamo curativo dell’auto-compassione, non solo stiamo cambiando la nostra esperienza mentale ed emotiva, ma stiamo anche cambiando la chimica del nostro corpo” scrive proprio la Dott.
PER PORTARE RISULTATI NELLA NOSTRA VITA NON DOBBIAMO RIDURRE LE DIFFICOLTÀ, MA DOBBIAMO AUMENTARE LE ABILITÀ. (LETIZIA ESPANOLI) ssa Kristen Neff. Possiamo quindi regalarci, di fronte ad ogni errore che facciamo, un respiro profondo nutrito da un dialogo interiore di valore: “Questo è semplicemente umano. Ora metto a dimora il mio errore e lo nutro con la consapevolezza. Mi do il permesso di sbagliare per poter continuare a crescere”. Questo processo consente, non solo a noi stessi di vivere con maggiore leggerezza, ma permette di incontrare la persona con demenza attraverso un ponte emotivo sempre possibile. La vita pulsa oltre la diagnosi e la vita stessa ci offre la possibilità di crescere anche grazie ai nostri errori.
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Il sesso è vita, mantienilo vivo
La dipendenza affettiva
O
rnella Vanoni cantava: “Amore, fai presto, io non resisto, se tu non arrivi io non esisto...”. Diciamo che è normale che una persona desideri amare ed essere amata; questo è un bisogno sano e fondamentale, associato ad emozioni positive e al benessere psicofisico. E’ altresì normale che l’amore preveda, soprattutto nella fase dell’innamoramento, coincidente con l’amore romantico, un certo grado di dipendenza dall’altra persona, che consente a due individui di formare un insieme che va oltre la somma delle due singole parti. Alcune persone però, soffrono di Dipendenza Affettiva e vivono le relazioni con un grande malessere, riconoscendo l’effetto devastante del partner, ma, come i tossicodipendenti, non riescono ad astenersi dalla relazione, ad interromperle nonostante siano consapevoli di quanto queste siano profondamente distruttive, generino sofferenza e compromettano la loro vita a vari livelli. Possiamo distinguere un attaccamento sano da una dipendenza problematica, in quanto solo la seconda impedirebbe all’individuo il distacco dal partner, negandogli la libertà e l’individualità, incatenandolo al vincolo di coppia, provocandogli solo sofferenza e sfociando nella cosiddetta Love Addiction (dipendenza affettiva). Attualmente la Dipendenza Affettiva non è una patologia inclusa nel DSM V probabilmente perché, come per altre dipendenze comporta-
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a cura della dott.Ssa rosa perosi
anaffettive quindi per definizione incapaci di amare; infatti è proprio il rifiuto che crea e alimenta la Dipendenza Affettiva: più il partner è sfuggente, freddo, distante, più la persona dipendente si sacrifica fino ad annullarsi, si colpevolizza, si mette in discussione e lo rincorre esattamente come fanno i giocatori d’azzardo che ”rincorrono la perdita” e non riescono a smettere di giocare. A volte, a causa di un torto subito dal partner, la rabbia può momentaneamente spingere chi soffre di Dipendenza Affettiva a dire basta e a chiudere la relazione, ma inevitabilmente, i sintomi dell’astinenza (depressione e incapacità di provare piacere, ansia, sensazione di vuoto ecc.) spingono a perdonare il partner e a giustificarlo rientrando così nel circolo vizioso di una relazione tossica. Si può guarire dalla dipendenza affettiva? Il primo passo verso la guarigione consiste nell’essere consapevoli di avere un problema, che affonda le radici in un quadro composto da fattori biologici, di vulnerabilità personali e di esperienze evolutive, quindi di avere bisogno dell’aiuto di un esperto per risolverlo. La dott.ssa Rosa Perosi
mentali, mancano ad oggi degli studi che consentano di stabilire dei criteri diagnostici e delle indicazioni sul decorso necessari per identificarla come un disturbo mentale. Al contrario nella pratica clinica spesso incontriamo pazienti che non riescono a interrompere relazioni intime profondamente distruttive, che generano sofferenza e compromettono la loro vita, ma pur di scongiurare il temuto abbandono sono disposti a fare cose spiacevoli e degradanti: ad es. con il passare del tempo si accorgono che tutto, inesorabilmente, ruota intorno al partner; gli hobby e gli interessi vengono progressivamente abbandonati e il fulcro dell’esistenza diventa il partner; la persona dipendente si chiude o evita volutamente gli altri nel tentativo di proteggersi dalle critiche o dal temuto abbandono; anche il rendimento lavorativo diminuisce perché la persona ha la mente costantemente occupata dai suoi problemi sentimentali e trascorre molto tempo a rimuginare per cercare di risolverli; nei casi estremi, anche quando il partner è fisicamente violento, tendono a giustificarlo, si isolano, mentono o non chiedono aiuto pur di proteggerlo; spesso purtroppo non riescono a lasciarlo anche quando è a rischio la loro incolumità fisica. Le persone che soffrono di Dipendenza Affettiva si sentono inadeguate e non degne di essere amate e vivono costantemente con il terrore di essere abbandonate dal partner; sono sempre disponibili, accudenti, pronte a sacrificarsi e s’illudono, così facendo, di rendere la relazione stabile e duratura. In realtà chi soffre di questo disturbo cerca disperatamente di essere amato da persone
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ABITARE
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lndc animal protection
RUDY ZERBI voce della campagna a difesa del cane
a cura di m.t. san juan
Rudy Zerbi è il testimonial 2022 della campagna 5X1000 lanciata dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Associazione che nell’ultimo decennio ha difeso la vita di ogni specie di animale diventando LNDC Animal Protection. L’ente testimonia con i fatti, e da oltre 70 anni, il proprio impegno per le creature meno fortunate: 1.770.000 quelle soccorse in tutti questi anni, 2.154.000 quelle accudite e 732.000 quelle che, grazie a LNDC, sono state adottate, così come sono oltre un centinaio le tonnellate di cibo e medicinali spediti in Ucraina dallo scoppio della guerra, per sostenere gli animali sopravvissuti alle bombe e alla fame e le Associazioni in loco che si occupano di loro. Un’operatività tempestiva ed efficiente che richiede mezzi e persone per potere continuare ad agire con successo, salvando vite che altrimenti non avrebbero altra possibilità che soccombere. Ma questo non sarebbe stato possibile senza le donazioni ricevute da centinaia e centinaia di cittadini che sono scesi in campo al fianco dell’Associazione di cui si fidano. Per sostenere questo fondamentale servizio a tutti gli animali più bisognosi si è messo in gioco anche il noto professore della scuola di ‘Amici’ di Maria de Filippi, grande appassionato di animali – della sua famiglia fanno parte il cane Ottone, ribattezzato Erminio, e il gatto Kit Cat – e particolarmente sensibile verso quelli meno fortunati dei suoi. Il critico musicale – ma anche conduttore radiofonico e televisivo, produttore discografico e DJ – ha dato voce alla video campagna che invita i cittadini a donare, in dichiarazione dei redditi, il 5x1000 alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, raccontando una storia vera, quella di Mattia: un cane che ha vissuto per molti anni legato a una catena subendo violenze, soprusi e privazioni da parte di colui che amava sopra ogni altra cosa, fino a che i volontari di LNDC lo hanno salvato.
Rudy Zerbi
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“Il futuro di moltissimi animali come Mattia è già scritto”, afferma Rudy Zerby, “l’unica salvezza per ognuno di loro è l’intervento della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che impiega tantissime risorse per garantire loro cure, affetto e una nuova vita in famiglia”. LNDC ha portato avanti fino a oggi 9.253 azioni legali per affermare i diritti degli animali e fare sì che le leggi vengano applicate o migliorate (282 tra Leggi nazionali, regionali e Ordinanze comunali sono state approvate grazie all’attività dell’associazione) mentre sono 2.441 i progetti patrocinati per diffondere la cultura del rispetto e della legalità in difesa di ogni forma di vita. La campagna “Tu puoi scrivere il suo riscatto” sostiene le numerose, capillari e complesse attività che sono necessarie a garantire cure mediche, cibo e assistenza agli animali abbandonati e maltrattati in tutta Italia, permettendo anche la costruzione di nuovi rifugi, centri di accoglienza e oasi per animali condannati altrimenti a morire, rendendo possibile soccorrerne tantissimi in caso di emergenze e calamità naturali. “Rudy Zerbi, e i numerosi personaggi dello spettacolo o dello sport che ci sostengono ogni anno con il proprio contributo, danno un aiuto più che enorme, vitale, a ogni animale abusato, abbandonato e sfruttato, al quale ogni giorno cerchiamo di dare salvezza, prima di tutto, e successivamente cure, assistenza e dove è possibile una nuova opportunità di vita grazie all’adozione in famiglia o a distanza”, afferma Piera Rosati, presidente dell’Associazione, che continua: “Ci battiamo ogni giorno per salvare la vita di tantissimi animali, difendendoli dalla violenza e dallo sfruttamento senza ricevere finanziamenti governativi, ma solo grazie all’aiuto di chi, come te, vuole cambiare concretamente la loro vita. Questo è possibile grazie alla
campagna “Tu puoi scrivere il suo riscatto” che è visibile nella home page del nostro sito con una pagina dedicata”. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di continuare a salvare, curare e affidare un numero sempre maggiore di animali. Nel 2021 sono stati 50.920 quelli accuditi dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, 36.040 quelli soccorsi, 11.232 i cani e gatti ai quali è stata donata una casa, mentre 482 sono state le azioni legali condotte per affermare i diritti degli animali. Video “Tu puoi scrivere il suo riscatto” https://www.youtube.com/watch?v=S10GmVISGS8 Campagna LNDC Animal Protection “Tu puoi scrivere il suo riscatto” https://5x1000.legadelcane.org
n. 3 Giugno-Luglio 2022
solidarietà
DREAMCATCHERS REGALA SORRISI AI RAGAZZI MENO FORTUNATI
A CURA DI v.corini
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acciatori di sogni! L’associazione Dreamcatchers, www. dream-catchers.it, è riuscita ad esaudire i sogni di tanti ragazzi meno fortunati, affetti da gravi patologie e disabilità, giovani che si trovano troppo spesso costretti a rinunciare ai propri desideri, per via della propria salute. Grazie alla generosa partecipazione di Costa Crociere Foundation questa volta è stato Fabrizio, un ragazzo di 20 anni, a poter realizzare insieme alla sua famiglia il suo sogno nel cassetto. Sono tanti i ragazzi a cui l’Associazione Dreamcatchers è riuscita a regalare in solo pochi anni molto più di un sorriso. Dopo Francesco che è stato a Maranello a bordo di una splendida Ferrari, Mattia che ha ricevuto un pallone firmato da tutta la squadra del Milan e una maglietta di Ibra con dedica e i guanti da portiere, Simone che invece ha ricevuto pallone e maglia ma dai giocatori della Juventus, Francesco che è riuscito ad andare a Dublino, in Irlanda, alla festa di S. Patrizio, Irene che ha vissuto l’emozione di incontrare Babbo Natale in Lapponia, Sarah che desiderava andare a Venezia, l’ultimo a esaudire il suo desiderio è stato Fabrizio. Affetto da una grave patologia, Fabrizio amante del mare, delle barche, del sole e del buon cibo desiderava da sempre partire a bordo di una nave da crociera con tutta la famiglia. Grazie alla disponibilità di Costa Crociere Foundation che ha messo a disposizione due cabine con balcone a bordo della Costa Toscana, la nuova ammiraglia della compagnia, Fabrizio è potuto partire lo scorso 16 aprile da Savona per una settimana (all inclusive) in Mediterraneo toccando Marsiglia, Barcellona, Valencia, Palermo e Civitavecchia. Grazie ai nuovi motori a propulsione LNG, tra l’altro, la nuova Costa Toscana,
che offre fra i tanti servizi una Spa e una palestra di ultima generazione oltre ad una proposta gastronomica d’eccellenza, si dimostra sempre più attenta all’ambiente e offre una crociera sempre più sostenibile. In breve tempo Dreamcatchers è diventata ormai un punto di riferimento per genitori che vivono esperienze difficili con i propri figli, impossibilitati a esaudire i loro sogni. L’associazione, da quando è stata fondata, è andata alla ricerca di ragazzi e famiglie disposte a farsi aiutare ad esaudire i sogni dei propri figli, ma il desiderio e l’obiettivo più grande è mettere a disposizione le conoscenze, i contatti, i fondi dell’Associazione Dreamcatchers per tutti i ragazzi, i giovani che in Italia stanno combattendo una grave malattia e che hanno gravi disabilità. Nel 2021, nonostante i momenti difficili legati alla pandemia, l’Associazione non si è mai fermata e anche Marco affetto da gravi problemi oncologici è riuscito a realizzare il suo sogno e a salire in sella a una Yamaha, moto che tanto desiderava, Ricardo che desiderava volare a Londra per visitare i Warner Bros Studios dove sono state realizzate molte delle indimenticabili scene della saga del maghetto Henry Potter suo beniamino ha potuto farlo, virtualmente, attraverso un computer donato da Dreamcatchers. Andrea, affetto da una grave patologia oncologica e amante della Grecia, è riuscito a visitare Atene e Sparta con la sua fidanzata Emanuela. Tanti sono i sogni che Dreamcatchers si prefigge di realizzare ancora nel 2022 e negli anni a venire, perché portare avanti questo progetto significa realizzare i desideri di tanti ragazzi cui la vita ha purtroppo dato una strada tutta in salita, che essi affrontano però con coraggio e tenacia. Ragazzi con tanta voglia
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di scoprire, conoscere e vivere un sogno che ignora le frontiere e può diventare realtà grazie anche alla collaborazione di ognuno di noi.
Dreamcatchers L’Associazione senza scopo di lucro Dreamcatchers nasce a Milano dall’entusiasmo di sette soci fondatori (Isabella Brega, Claudio Pina, Anna Maria Terzi, Maurizio Fabbro, Erika Corazza, Virginia Turano e Claudia Galmozzi), tra cui tre giornalisti del mondo del turismo, e dal loro desiderio di realizzare i sogni di viaggio di viaggio di bambini e ragazzi dai 13 ai 22 anni affetti da gravi patologie. La nascita di questa Onlus è riconducibile a un incontro con un bambino speciale, Jacopo Marotta, che ne è stato l’ispiratore. Una conoscenza che ha fatto capire a chi poi ha voluto fortemente la Dreamcatchers che la malattia non deve essere un ostacolo alla realizzazione dei propri sogni. Così dopo aver letto sul volto di Jacopo (aveva realizzato il sogno di visitare Barcellona) forza, volontà, determinazione e soprattutto tanta felicità i fondatori hanno voluto fare in modo che altri bambini provassero le stesse forti emozioni. Dreamcatchers prende nome dall’acchiappasogni, un talismano legato ai nativi americani e costituito da un cerchio in legno flessibile che raffigura il ciclo della vita dell’universo, che veniva appeso sulle culle dei bambini. Una rete formata da perline che serviva a trattenere i sogni belli e positivi e un cerchio centrale più piccolo che invece risucchiava quelli negativi. Dreamcatchers cattura i sogni di ragazzi speciali che lottano contro gravi malattie e li trasforma in una splendida realtà.
n. 3 Giugno-Luglio 2022
2 7 con SMS da cellulare
5 o10 7 con chiamata da rete fissa
5 7 con chiamata da rete fissa
MUSICA cinema & arte a parma lo scorso 26 aprile
MAHAGONNY, TRAPPOLA SUBLIME E SPIETATA DEL NOSTRO IO PROFONDO Benvenuti a Mahagonny, trappola sublime e spietata con cui Kurt Weill, su libretto di Bertolt Brecht, scolpisce un’umanità corrotta e vinta, intimamente marcia, irrimediabilmente perduta. La prima rappresentazione a Lipsia, nel 1930 e subito sepolta sotto il pugno della censura nazista. A Parma è arrivata per la generale lo scorso 26 aprile, a chiudere, con un cerchio perfetto, un cartellone inaugurato con l’operetta di Gran Teatro Reinach. Partitura- affresco, questa “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”, mosaico di linguaggi che vede intrecciarsi, in una logica stringente in cui musica e libretto obbediscono, stridenti e conflittuali ma egualmente ferrei al medesimo imperativo, contrappunto e fox trot, valzer da café chantant e pagine di
Servirebbero dieci orchestre; invece ne bastava una, quella – valorosa - dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”
VISTI PER VOI AL CINEMA
Kurt Weill
un sinfonismo acceso. Servirebbero dieci orchestre; invece ne bastava una, quella – valorosa - dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini” che, grazie alla magnifica duttilità di Christopher Franklin, abituato a trasvolare da un capo all’altro di un repertorio quanto mai eterogeneo, compiva, insieme al Coro del Regio istruito da Martino Faggiani, un autentico miracolo.
di elena kraube
JURASSIC WORLD - IL DOMINIO
NEL MIO NOME
Il prologo sotto forma di speciale televisivo permette di riassumere gli eventi dei titoli precedenti di Jurassic World e di introdurre all’attesa congiunzione dei cast di Jurassic Park e Jurassic World, atteso momento culminante di quello che sembra essere il capitolo finale e definitivo della saga giurassica. (Fonte mymovies.it)
Un gruppo di amici intraprende la transizione di genere da identità femminile a maschile. Nicolò Bassetti, esploratore di paesaggi e camminatore già all’origine di Sacro GRA di Gianfranco Rosi, affronta il passaggio della linea di quattro giovani che hanno preso in mano il proprio presente per allestire un futuro finalmente su misura(Fonte mymovies.it)
MARCEL!
LA DOPPIA VITA DI MADELEINE COLLINS
Una bambina ama sua madre, ma sua madre ama Marcel, il suo cane. Un evento imprevedibile le porterà in viaggio, avvicinandole e svelando loro, oltre ogni dolore, le vie grandi e segrete dell’amore. Alla sua opera prima Jasmine Trinca affronta con la consapevolezza di chi conosce la storia del cinema un tema molto personale in equilibrio tra favola e realtà (Fonte mymovies.it)
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Sotto le apparenze del thriller convenzionale, La doppia vita di Madeleine Collins esplora un’identità doppia fino al punto di rottura. Ma questa volta non si tratta di gestire un’esistenza domestica e un’altra clandestina (Fonte mymovies.it)
DI ELIDE BErGAMASCHI
L’OMBRA DI LUPU SUL PIANOFORTE SONTUOSO DI ARCADI VOLODOS Sullo sfondo scorrevano le immagini dedicate ai 100 anni dalla nascita di Agostino Orizio, fondatore ed anima del Festival pianistico di Brescia e Bergamo, e, con lui, fotogrammi di quel forziere di nomi, facce, temperamenti che il Direttore bresciano aveva saputo catalizzare lungo l’intero arco della sua vita. Ma nell’aria di un Teatro Donizetti in gran spolvero per la serata inaugurale della rassegna, lo scorso 20 aprile, ad aleggiare era lo spirito di Radu Lupu. Insuperato cantore di confessioni non meno che di silenzi, di rovelli, di un’umanità di cui solo lui custodiva i segreti, il pianista rumeno scomparso due giorni prima era presenza viva, incombente, bellezza nella bellezza, nel concerto di Arcadi Volodos. Nel segno di Lupu pareva, quasi miracolosamente, anche il programma: il Re maggiore della Sonata D 850 di Franz Schubert e, a seguire, d’un fiato, come se gli acquerelli dell’una abitassero nel turbine divorante dell’altra, le Kinderszenen op. 15 e la Fantasia op. 17 di Schumann, ovvero un dialogo a due zeppo di rimandi, perfetto per uscire dalla sala in punta di piedi, ancora avvolti nel sortilegio di quelle pagine che come poche altre raggrumano l’esistenza.
IN UN DOPPIO CD, IL TEATRO INTERIORE DI CESAR FRANCK Non avrebbe potuto essere più bello, il compleanno di César Franck. A preparare la festa è il solito Palazzetto Bru-Zane, centro di coraggiosa, instancabile ricerca e promozione della cultura francese, situato nel cuore di Venezia. Insieme ad una serie di concerti, eventi, pubblicazioni, spicca questo doppio CD che raccoglie l’integrale delle Mélodies e dei Duos. Pagine di cui è disseminato l’intero arco creativo del musicista nato a Liegi il 10 dicembre di 2 secoli fa, fogli d’album di un racconto minore. Ma anche cartine tornasole da cui spiare, come da una serratura proiettata su un giardino di delizie. Tassis Christoyannis, coadiuvato dal pianoforte magnifico di Jeff Cohen, presta la sua voce brunita ad un teatro interiore minuziosamente chiamato ad avvolgere la parola, con la cangiante, drammatica duttilità propria di una consolidata frequentazione.
n. 3 Giugno-Luglio 2022
Grande mostra di opere animalier Per beneficenza Opere contemporanee sugli animali affiancano l’affresco del Correggio nell’Abbazia di San Benedetto Po. Grande evento d’arte “Zoo Artis - Creature Meravigliose” quello che inaugura sabato 4 Giugno alle ore 17.30 nel complesso dell’Abbazia in Polirone di San Benedetto Po in provincia di Mantova. Nella prestigiosa sede dell’ex Refettorio monastico 31 artisti espongono sculture, dipinti e fotografie sul tema degli animali. Alla presenza del Sindaco Roberto Lasagna, dell’Assessore alla cultura e turismo Vanessa Morandi e parte della giunta comunale, la curatrice presenterà la mostra al pubblico. Si ringraziano gli sponsor che hanno sostenuto la realizzazione del catalogo: Barozzi Commercialisti Associati, Ambulatorio veterinario Destra Secchia Quistello, Trattoria Da Marte. Il ricavato della vendita del catalogo sarà devoluto in beneficenza
all’Associazione 4 zampe nel cuore onlus (Mantova) e all’Isola del vagabondo canile di Mirandola (Modena). Tra gli artisti pittori: Gianluigi Alberio espone i suoi rapaci ad acrilico mentre Nicoletta Bagatti due ritratti di cani ad olio su tela. Piccole di dimensione ma di grande impatto le opere di Sara Benetti, mentre Federico Bianchi punta sugli animali da cortile. Imponenti gli elefanti di Elena Brindani, mentre Massimo Canuti sceglie immagini piccole a pastello secco in bianco e nero. Coloratissimi gli animali di Isabella Catanese, e Annalisa Faglioni che optano per tele di medio formato con specie poco raffigurate o in estinzione. Il giovanissimo mantovano Diego Fantinati opta per la tecnica del pastello su carta, superficie utilizzata anche dal l’acquerellista Luisa Gibellini per i suoi batraci e da Meris Goldoni per acquerelli con gatti, trampolieri e lupi. Anna Maria Gibertoni mostra una tecnica di base naif per i suoi gatti, mentre Laura Gottardo e Ilaria Ingrosso puntano ad un realismo espressivo. Le modenesi Luciana Molinari, Giulia Severi e Maria Gloria Mondini scelgono ritratti di animali di compagnia come cani e gatti, mentre l’argentina cresciuta a Ferrara Maria Luisa Onestini punta ad animali selvatici in libertà. Barbara Pecorari ha scelto uno stile decorativo personale realizzato con sardine materiche in argento, mentre Antonella Romani si focalizza sui cavalli di varie razze. Infine la tatuatrice e grafica Sabrina Zapparoli sceglie l’acquerello per i suoi lavori di piccolo formato. Tra i fotografi: Il mantovano Guido Ballista e la modenese Miriam Bergonzini portano scatti di animali in libertà realizzati in safari di viaggio. Mentre il fotografo subacqueo Marco Solieri ci
stupisce con affascinanti creature marine. Tra gli scultori Marzio Badari espone i suoi volatili in rame, mentre la maestra ceramista Carla Costantini oltre ai pannelli a tema marino esordisce con l’ultimo dei suoi maestosi pavoni in Raku. L’artista del ferro Claudio Melotti punta alle scene di caccia con cane e selvaggina, mentre lo scultore del legno Nino Orlandi ci stupisce con i suoi cavalli anche di enormi dimensioni. Fabio Falcioni giunge da Fano nelle Marche con gorilla, rinoceronte e orsi in terracotta. E chiudiamo il gruppo con due Maestri del vetro: Carlo Bensi con la tecnica Tiffany e l’armeno di Yerevan Artur Nalbandyan con le sue meduse in vetrofusione. La grande mostra resterà aperta al pubblico ad entrata libera tutti i sabati e le domeniche dalle ore 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00 fino al 26 Giugno compreso. Attenersi alle normative covid del momento. Info cell 328 8662152.
DI Barbara Ghisi
dIALOGHI DI NATURA E DI AMORE
le mostre
fonte www.arte.it
Dal 14 giugno al 18 settembre 2022 la Galleria Borghese presenta Tiziano. Dialoghi di Natura e di Amore, una mostra dossier nata in occasione del prestito di Ninfa e pastore, opera autografa realizzata dal Maestro veneto intorno al 1565, concessa dal Kunsthistorisches Museum di Vienna nell’ambito di un programma di scambio culturale tra le due istituzioni.
I COLORI DELLA SERENISSIMA. PITTURA VENETA DEL SETTECENTO IN TRENTINO Castello del Buonconsiglio Dal 02 Luglio al 23 Ottobre 2022 Trento
TOGETHER. INTERACT – INTERPLAY – INTERFERE Dal 24 Giugno al 25 Settembre Kunst Meran Merano Arte Merano
Galleria Borghese Roma
ISGRÒ CANCELLA BRIXIA Dal 23 Giugno al 08 Gennaio Parco archeologico di Brescia romana / Museo di Santa Giulia Brescia
AUGUSTO DAOLIO. IL RESPIRO DELLA NATURA Dal 18 Giugno al 11 Settembre Palazzina Marfisa d’Este Ferrara
Libri
DI veronica ghidesi
Come vento cucito a terra
La quarta profezia
Ilaria Tuti ci catapulta nella storia delle prime donne chirurgo che durante la Prima Guerra Mondiale si fanno forza tra loro e decidono di aprire il primo ospedale interamente femminile. Dobbiamo pensare che siamo in un’epoca in cui la professione di chirurgo era a solo appannaggio maschile; pertanto, non era facile poter aiutare e svolgere la funzione di medico dalle donne. In un romanzo avvincente si parla di Flora e Luisa ma anche dei molti soldati feriti che per la prima volta decidono di affidarsi a un ospedale di donne.
Torna in libreria a giugno Glenn Cooper con un nuovo sorprendente thriller. Questa volta ci troviamo alle prese con i misteri ecclesiastici che molto spesso affascinano i lettori del genere. La trama attinge ai misteri di Fatimae al segreto rivelato a Lucia che misteriosamente sembra riecheggiare fino ai giorni nostri. Il romanzo presenta due diverse epoche: il 1944 quando Lucia ha ricevuto da 27 anni la rivelazione di Fatima e l’epoca attuale, in cui il Papa ritira un messaggio anonimo davvero singolare.
Saffo, la ragazza di Lesbo
I miei giorni alla libreria Morisak
In questo volume Silvia Romani conduce il lettore in un viaggio alla scoperta della storia di Saffo partendo dalla sua fanciullezza fino all’età adulta. Si tratta di una vita molto movimentata e che rispecchia il carattere irruente della prima poetessa LGBT, come in molti l’hanno definita. Saffo era una donna libera del VII secolo a.C. che senza troppi indugi parlava dei piaceri femminili, delle sue delusioni d’amore, fino alla dichiarazione di non voler più vivere a causa del suo forte innamoramento per il barcaiolo Faone
I miei giorni alla libreria Morisaki è un romanzo appassionato e appassionante che narra la storia di Tatako giovane delusa dalla vita e dai sentimenti che si ritrova a vivere al primo piano di una libreria. Nel quartiere delle librerie e delle case editrici vi è infatti la libreria di famiglia di Tatakoche da generazioni viene mandata avanti, e benché la giovane non sia mai stata interessata a questi volumi si ritroverà a vivere tra pile di libri e sconosciuti che le chiedono autori e personaggi della letteratura giapponese.
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S P E C I A L E
a r t is t i
di Federica Pagliarone
matteo lo greco a bologna un inno alla vita Interno galleria
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on un centro storico medievale tra i più estesi e meglio conservati d’Europa e la sua storia millenaria, Bologna sorprende il viaggiatore in tutte le stagioni: capoluogo di provincia e della regione Emilia-Romagna, è una città d’arte, cultura e commercio con un’efficiente struttura fieristica e una rinomata tradizione manifatturiera e motoristica. Nota a livello internazionale per la sua ospitalità e per gli oltre 40 km di portici, i più lunghi del mondo, è soprannominata la “Dotta”, per via della sua antica Università e la “Grassa” per la sua eccellente tradizione enogastronomica. E se in passato è stata la patria di grandi artisti tra cui Donato Creti, Giuseppe Maria Crespi, Guido Reni, Elisabetta Sirani, i Carracci e il Guercino, attualmente, oltre ad essere la sede di Artefiera (la più longeva fiera d’arte italiana), vanta importanti presenze anche nel panorama internazionale dell’arte moderna e contemporanea. E’ proprio partendo da tali premesse che il talentuoso artista di fama internazionale Matteo Lo Greco - che attraverso le sue sculture racconta la sensualità della donna, della sua Sicilia e di Venezia - ha deciso di aprire una succursale della sua storica galleria veneziana (San Marco 2765/B). Nel cuore del centro storico bolognese, in via Farini 35/A, camminando sotto i portici, protetti dal sole e dalla pioggia, tra vicoli brulicanti di vita e ardita creatività urbana, si raggiunge comodamente lo “Studio Aoristico”, la galleria d’arte moderna che custodisce un inaspettato patrimonio di opere d’arte, realizzate da questo poliedrico artista, al di sopra di schemi e stereotipi comuni.
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Studio Aoristico Bologna
Artista apprezzato in tutto il mondo, realizza sculture bronzee ispirate a idoli protoclassici
La Gitana
“La mia scelta felsinea – commenta Lo Greco - nasce dall’idea di legare la mia arte ad un territorio culturalmente ricco e dal desiderio di creare un luogo in cui poter dar vita ad un’avvincente interazione tra le mie opere e quelle di altri artisti”. La seconda sede dello Studio Aoristico è effettivamente un’elegante estensione dall’associazione culturale di Matteo Lo Greco che, in pochi anni, ha già organizzato un gran numero di eventi e di mostre. Tra questi ricordiamo la mostra personale presso il Museo di Ca’ Pesaro (2004) e le esposizioni tenutesi a Ca’ Pesaro (2007) e ai Magazzini del Sale di Venezia (2008). Nato a Palma di Montechiaro (Agrigento) nel 1949, Matteo Lo Greco, dopo aver conseguito la laurea in scienze politiche, abbandonò la Sicilia e si trasferì a Lisbona per poter frequentare l’Accademia di Belle Arti. Nella capitale portoghese, oltre a dar finalmente sfogo al suo talento artistico, divenne un promettente allievo del pittore Hilario Lopes e dello scultore Antonio Durante, con cui collaborò in diverse occasioni. Infine, entrò a far parte della Società Nazionale di Belle Arti del Portogallo. Successivamente, si stabilì a Venezia, dove aprì una galleria, prima nei pressi della Fenice ed in seguito tra San Maurizio e Santo Stefano. In quelle sale iniziò ad esporre le sue opere per poi inserirsi nel panorama artistico locale ed estero, partecipando ad una lunga serie di eventi e di mostre. La sua creatività si esprime con l’uso di materiali variegati: il bronzo, il marmo, il legno, la terracotta e il vetro resina. La sua carriera professionale annovera la presenza permanente di alcune sue opere presso il Museo di Arte Contemporanea di Mirandela (Portogallo), oltre ad esposizioni
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le sue opere trasmettono gioia di vivere e leggerezza di spirito, regalando intense emozioni a chi le osserva
L’artista Matteo lo Greco
in Italia, negli Stati Uniti (presso il Museo di Reading), in Europa e in Francia, dove si inserisce nella tradizione dei Saloni d’Arte di Parigi (MAC 2000, Grand Palais). Nello specifico, le sue sculture bronzee (che ritroviamo anche nella nuova galleria bolognese) influenzate dalla cultura greca ed ispirate ai diversi aspetti dell’animo umano e delle forze naturali, negli anni iniziarono a diffondersi nelle gallerie e nei musei americani (Los Angeles e New York), cinesi (Pechino e Shanghai) ed europei (Arte Fiera a Bologna, Gran Palais a Parigi e Ca’ Pesaro a Venezia). E tuttora i prodotti della sua arte astratta occupano con eleganza gli spazi espositivi di una nutrita schiera di collezionisti e di enti in diverse parti del mondo. L’ARTE DI MATTEO LO GRECO La figurazione umana è la caratteristica saliente dell’opera scultorea di Lo Greco, che infatti scolpisce componendo le tante strutture di cui è fatta la figura umana. La donna, in particolare, trova nell’espressione scultorea dell’artista siciliano una trascrizione di rara modernità: la natura femminile infatti viene appresa da una visione maschile per così dire senza limiti. Sono donne immense e allo stesso tempo dolcissime; grasse e ampie ma allo stesso tempo leggere e aeree. Ciò che colpisce di più delle sue opere è la forma assai sproporzionata della figura umana, figura che di primo acchitto può sembrare mostruosa, ma che a poco a poco con l’osservazione riesce a far comprendere che di mostruosità non si tratta. La grassezza delle figure infatti ha una sua proporzione ed il corpo umano è un corpo addirittura bello, grazie al portamento elegante. In pratica, la forza delle sculture è talmente grande da annullare il volume e farlo diventare leggerezza. In ogni rappresentazione scultorea del maestro Matteo Lo Greco troviamo svariate sfumature di origine greca, ciascuna intrappolata nei suoi personaggi astratti e volanti. Non è necessario conoscere a memoria la storia del mondo ellenico per capire che queste figure danzanti rappresentate dallo scultore sono impregnate di sapore filosofico essenzialmente greco. In particolare dalla Magna Grecia, dove il maestro è nato e cresciuto, e dove tutto ebbe inizio. Già dal suo cognome,
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Lo Greco, è possibile infatti intuire che la sua anima sia divisa in diverse divinità greche, si potrebbe quasi denominarlo Il Greco. In realtà l’arte del maestro è presente fisicamente in tutto il mondo, e oltre ad avere un’anima greca, i suoi volti sono tratti da molteplici culture, religioni ed usanze. È possibile ad esempio contemplare le sculture bronzee di Lo Greco tra i giardini innevati dell’Austria, della Francia, della Germania, della Norvegia o nei caotici quartieri di Los Angeles, di New York e di Toronto, fino ad arrivare in Cina. Le sue opere rotondeggianti ad esempio sono state scelte per rappresentare l’Italia nell’ambito dell’Esposizione Universale di Shanghai del 2010; il che ha reso il maestro Lo Greco uno dei venti portavoci artistici del mondo occidentale. La sua fonte d’ispirazione proviene, oltre che da un innato bisogno di esprimersi in arte, soprattutto dalla natura in tutta la sua potenza ed in ogni suo momento. Talora è la notte (la Pigra) a suggerire pensieri profondi e rivelatori, portando con sé la luna (la Gorgonia) che tenta gli occhi umani con immagini profondamente personali ed oniriche, a volte è invece la primavera (la Fiorente) che con il suo manto di colori e di sapori diffonde la propria armonia nella mente e nello spirito a tratti annebbiato. Ma, se il fiore si osserva solo da lontano e lo si considera semplicemente come un gambo e dei petali, il tocco della Fiorente è del tutto inutile, in quanto la natura di per sé può risultare grande maestra di vita e narratrice di storie incredibili.
L’Olimpia Museo di Reading -Stati Uniti
E unicamente l’occhio infallibile dell’artista può vedere dentro ad un fiore un mondo intero. Gli artisti sono lupi solitari, avventurieri che riescono a viaggiare anche da seduti sul divano di casa, capaci di cogliere l’essenziale e renderlo confuso, un regalo che non può essere scartato. “L’Arte non si può spiegare, l’arte deve essere indicibile, l’arte che si spiega è un’arte mediocre. – sostiene a gran voce Lo Greco - Possiamo imparare che l’Arte in ciascun aspetto e forma racchiude dentro di sé il segreto della bellezza”. Secondo la visione dello scultore veneziano l’arte contemporanea è effettivamente un’autentica e libera espressione dell’animo umano, che si allontana dai canoni e dai vincoli del passato, per poi vocalizzarsi e dar finalmente voce alle fantasie ed ai sentimenti dell’artista. In questa specifica circostanza la materia dà elegantemente forma ad un susseguirsi di azioni e di stati d’animo, che nelle abbondanti sagome di Matteo Lo Greco trova la sua concreta e naturale giustificazione. Le sculture bronzee del maestro rivelano infatti allo spettatore il principio immutabile che si nasconde dietro alle diverse manifestazioni dell’esistenza umana, partendo dai piccoli gesti quotidiani e terminando con il variopinto mosaico della sua componente sentimentale. Nulla di più vero: se si osservano le sue sculture-creature, dai titoli eloquenti - tra cui L’abbraccio, Il bacio, L’amore, La danza, La corsa, L’acrobata, La gitana, Le mani, La Nike, L’Olimpia, Il saluto con allegria, La tenerezza, solo per citarne alcune - quello che colpisce nell’osservarle è la trasfigurazione della figura femminile. Le donne infatti sono rappresentate nella loro eccessiva abbondanza di forme: donne solide è vero, ma che nel loro danzare, abbracciarsi e baciare, emanano grazia e infondono un senso di felicità. Donne forti quindi, come la figura materna ma, allo stesso tempo, donne sensuali e accattivanti nel loro corpo. “Le curve morbide delle mie sculture sono una reminescenza delle dolci colline della mia terra che intervallano le grandi vallate. Un panorama che offre tranquillità e serenità. Tuttavia esse sono anche il frutto di trent’ anni trascorsi a Venezia, circondato dall’architettura di questa città florida di sensuali linee gotiche” prosegue il Maestro. Spesso danzanti, le sculture di Lo Greco esprimono quindi la solarità mediterranea, la rievocazione del mito e i sentimenti forti che l’artista, dalla sua Sicilia, ha trasferito a Venezia, per eternare il suo slancio di “joie de vivre”, regalando vitali ed intense emozioni. Una scultura la sua estremamente umana e comunicativa, che adesso anche i bolognesi avranno modo di ammirare e toccare con mano, vivendo forti emozioni, stimolate dal simbolismo della sua arte totalmente svincolata da canoni ristretti.
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S P E C I A L E
li b r i
di Federica Pagliarone
Costanza Savini “La Nuit Bleue”
Anima Mundi in Mundi, trittico
Costanza Savini, la scrittrice bolognese capace di esplorare i molteplici aspetti sottili del reale, esce in libreria ancora una volta con una storia che intriga ed emoziona. Dopo Morte nei Boschi; La stanza indaco e L’occhio della farfalla a giugno torna in libreria con il suo ultimo romanzo a tinte noir, dal titolo La Nuit Bleue: un libro con un’avvincente trama dai risvolti psicologici, in cui si intrecciano le vicende ordinarie e singolari dei protagonisti. Edito da “Il Ciliegio”, casa editrice di nicchia, La Nuit Bleue, ci proietta nel mondo della possibilità, dove l’ordinario e l’insolito si mescolano, raccontando in modo sorprendente cosa si nasconde dietro ad un’apparente normalità. Le vicende di questo appassionante romanzo breve si snodano in un hotel affacciato sul lago di Garda - l’Hotel la Nuit Bleue appunto - un’atmosfera misteriosa in cui si muovono Irma Prissex, la seducente proprietaria e i clienti che lo frequentano. Accompagnatori, anziane signore, viaggiatori, intellettuali e amanti clandestini si avvicendano nelle stanze dell’hotel, portando con sé le loro molteplici maschere e i loro segreti. Irma, che vive immersa nel passato, si relaziona alle vicissitudini dei tanti personaggi che vanno e vengono per le stanze dell’hotel con i loro segreti, passioni e illusioni collocandoli in un mondo immaginario, sospeso tra gli
eventi. Ricordi di infanzia, drammi e sigarette si consumano come le vite dei protagonisti, popolando un mondo sospeso, cristallizzato in eventi inquietanti, senza apparente soluzione. Costanza Savini in questi anni non si è mai risparmiata: studio, tante letture, incontri con personaggi stimolanti, scrittura, libri, cinema, progetti creativi; e i risultati non sono certo mancati. “Attraverso la scrittura – commenta Costanza Savini - ho sempre ricercato il mistero e l’introspezione psicologica. In particolare nella realizzazione de La Nuit Bleue va ricordato il contributo di Octavia Monaco, artista poliedrica, che con l’eleganza cromatica delle sue immagini ha saputo interpretare le emozioni vibranti del libro, arricchendolo così di figurazioni visionarie e raffinate, pregnanti ed evocative che conducono il lettore in un universo sospeso ed onirico. Non a caso, da pochissimo tempo, è nata una liaison professionale tra me e Octavia, che ha dato vita a “Les Visionnaires”: un progetto artisticonarrativo che ha l’intento di scavare in modo nuovo “sotto la pelle delle cose” per restituire visibilità all’invisibile”. Filo conduttore dei romanzi di Costanza Savini è sicuramente il focus antropologico, lo studio delle personalità che rende la sua scrittura incalzante e quasi cinematografica. A questo proposito, Genoma Films - casa di produzione e distribuzione cinematografica, nata nel 2016 da un’idea di Paolo Rossi Pisu, che produce film indipendenti di alto valore artistico - sta realizzando La Stanza Indaco, un toccante film la cui uscita è prevista per il 2023, tratto dall’omonimo romanzo della Savini uscito nel 2017. Film che descrive la storia d’amore tra due adolescenti in un reparto di terapia intensiva, un luogo che, con il suo continuo oscillare tra dramma imminente e speranza mai sopita, è metafora della sottile barriera tra terra e infinito, tra il qui e l’altrove. E chissà che presto non si lavori anche alla realizzazione di un prossimo film tratto proprio dall’intrigante nuovo romanzo della Savini, a breve in uscita nelle librerie, trasformato tra l’altro anche in audiobook, con la voce della brillante attrice Laura Marinoni, la quale commenta: “Irma Prissex, immersa nei segreti notturni del suo albergo sul lago, è un personaggio che accende il mio istinto di attrice come il fumo blu delle sue Gitanes”. L’AUTRICE Nata a Bologna nel 1970, Costanza Savini, dopo la laurea in giurisprudenza, si forma in biosistemica e in bioenergetica, a Milano, all’Istituto di psicologia Somatorelazionale. Interessata da sempre alla parapsicologia, frequenta il Centro di Studi Parapsicologici
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La veggente occhioluna
CSP fondato dallo psichiatra Piero Cassoli partecipando negli anni alle ricerche del gruppo. Parallelamente all’attività di counseling psico-corporeo percorre la strada della scrittura. Le sue storie sono ambientate nelle zone di confine tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è nascosto alla vista ma può rivelare dettagli e zone d’ombra della nostra vita. La sua scrittura è un’esplorazione del sottile che permea la realtà. Ha pubblicato raccolte di racconti e romanzi con diversi editori, da Ugo Mursia a Oligo. Attualmente, scrive e insegna pratica bioenergetica. Tra le principali collaborazioni: dal 2006 al 2011 con Giorgio Celli, culminata nella pubblicazione per Ugo Mursia Editore del romanzo Morte nei Boschi e della raccolta di storie brevi Destini; dal 2012 al 2014 l’incontro con l’artista Octavia Monaco dà vita al progetto “Tessiture: un intreccio di parole visionarie e immagini perturbanti”; nel 2013 collabora alla stesura del racconto teatrale sulla vita di don Oreste Benzi, messo in scena per la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. Nel 2017 scrive il romanzo La stanza indaco, con il medico Gianfranco Di Nino. Tra le sue opere per adulti e/o bambini: L’Occhio della farfalla; Il lago in soffitta; Sette storie per l’anima; Ismail e il grande coccodrillo del mare; L’accidentato viaggio di Berto e gli altri.
n. 3 Giugno-Luglio 2022
la poliedrica artista dallo stile onirico si confronta con antichi saperi e immagini archetipiche Octavia Monaco (PH.Giuditta Pellegrini)
il ciclo della vita
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Ritratto di Beatrice P.
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mostre
Rispetto e devozione Le grandi vie delle religioni cinesi Un nuovo progetto espositivo animerà l’estate del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma. Grazie all’esposizione dei dipinti delle storie esemplari, sarà possibile indagare l’essenza stessa delle grandi religioni cinesi. Undici dipinti tradizionali verranno esposti come nell’Antica Cina e, grazie al metodo educativo dell’esempio, andranno a illustrare le grandi virtù che ogni suddito cinese doveva dimostrare nel periodo dell’età imperiale. L’amore e il rispetto verso i genitori e gli antenati costituiscono l’essenza stessa del vivere con virtù, secondo la cultura cinese più antica. Tali valori plasmano l’educazione dei figli che, mediante exempla, apprendono i modelli di comportamento più fecondi, autentici ideali di vita, nonché direttrici fondamentali nel condurre l’Uomo a trascendere l’effimero del mondo e a giungere a un’esistenza nuova ed eccelsa. L’essere umano per sua stessa natura apprende mediante l’imitazione, un principio pedagogico originario che accomuna tutte le culture secolari e che, nella tradizione cinese, trova la sua massima espressione nel principio dell’emulazione. I modelli da seguire sono uomini e donne che sin dalla fanciullezza si sono contraddistinti per il rispetto e la benevolenza rivolta ai propri genitori; modelli reali che si animano di fragilità e qualità, così da avvicinare il maestro all’allievo. L’ uomo che si dedica alla conoscenza di queste storie esemplari assume e interiorizza le virtù più elette che lo conducono lungo la via della compiutezza. Un sentiero da percorrere tracciato con insegnamenti simili dalle due grandi correnti filosofiche che animano il pensiero religioso cinese: il Confucianesimo e il Taoismo. La mostra, visitabile dal 18 giugno al 30 ottobre 2022, si articola sull’esposizione di una serie di dipinti a colori che raffigurano esempi cinesi tradizionali, dell’assoluta devozione che si deve riservare ai genitori, oltre a sculture che testimoniano l’aspirazione all’armonia universale. Afferma Chiara Allegri, vice direttrice del Museo d’Arte Cinese ed etnografico: “Questa esposizione vuole affermare la preziosità dell’antica cultura cinese, non solo nella produzione artistica, ma anche nella costituzione di un apparato culturale religioso che, grazie all’alto valore assunto in questa civiltà millenaria, abbatte ogni barriera tra condotta interiore dell’individuo e aspirazione sociale”. Esprime entusiasmo per questo progetto Padre Alfredo Turco, Superiore dei Missionari Saveriani: “La produzione di questo progetto amplifica ciò che il nostro Museo e la nostra congregazione missionaria porta avanti da più di un secolo. L’amore ed il rispetto per le culture altre non possono trascendere dalla profonda conoscenza per ogni forma espressiva che, nelle nostre missioni, andiamo ad incontrare”.
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Il Museo d’Arte Cinese di Parma, voluto nel 1901 dal fondatore dei missionari saveriani e grande visionario Guido Maria Conforti (allora vescovo di Parma) proclamato santo nel 2011, rappresenta un contenitore artistico e documentario di eccezionale importanza, frutto di un lungo percorso storico. Per alcuni decenni i Saveriani operarono esclusivamente sul territorio cinese e fu proprio ai missionari presenti in Cina che il Conforti si rivolse, chiedendo loro di inviare periodicamente a Parma oggetti significativi di arte e vita locali. Dagli anni Sessanta il museo si arricchì di materiale di natura etnografica proveniente da altri paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina, divenendo testimonianza della vita e cultura di tre continenti. Accanto alla collezione fondante di terrecotte, porcellane, paramenti, statue, dipinti, fotografie, oggettistica varia e monete rare provenienti dall’Estremo Oriente, sono infatti esposti ad esempio oggetti del popolo Kayapò, un piccolo gruppo indio dell’Amazzonia che rappresenta le tante minoranze depositarie di un immenso bagaglio di valori. Ristrutturato nel 2012 presenta un allestimento moderno ed è ricco di iniziative anche per bambini.
Per informazioni: Muso d’Arte Cinese ed Etnografico, viale San Martino, 8 – 43123 Parma Mostra: “Rispetto e devozione. Le grandi vie delle religioni cinesi” Dal 18 giugno al 30 ottobre 2022 Tel: 0521 257337 Sito web: www.museocineseparma.org E-mail: info@museocineseparma.org Orari: da martedì a sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. La domenica dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso. Ingresso al museo: € 3 (adulti) € 1.50 (under 18) L’accesso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso al Museo.
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S P E C I A L E
ci n e m a
a cura di marco morelli
Mangiacinema 2022 nel segno di giovannino guareschi
Luc Merenda
D
Da sx Giuseppe, Diamante e Cristiana Pedersoli con Il Premio Mangiacinema – Creatori di Sogni Giada Colagrande e Willem Dafoe e con il direttore artistico Gianluigi Negri nell’edizione dello scorso anno dedicata a Bud Spencer edizione dello scorso anno dedicata a Bud Spencer
a Ivano Marescotti a Giada Colagrande, da Tullio Solenghi a Enrico Beruschi, da Luc Merenda a Patrizio Roversi, da Vito a Francesco Barilli, da Andrea Mirò a Vincenzo Zitello, da Valerio Varesi a Ezio Guaitamacchi. Sono solo alcuni dei tantissimi nomi del cast di Mangiacinema - Festa del Cibo d’autore e del Cinema goloso, la cui nona edizione si terrà a San Secondo Parmense da giovedì 9 a domenica 19 giugno. Saranno undici giorni stuzzicanti e imperdibili, con tanti spettacoli, show cooking, proiezioni appetitose, incontri con artisti, visite guidate, mostre, anteprime nazionali, sette Premi Mangiacinema - Creatore di Sogni e Mangiacinema Pop, concerti e degustazioni gratuite (che tornano, finalmente, dopo due anni di stop forzato).
Sono previsti eventi speciali in ricordo di Franco Battiato, di Lina Wertmuller e dello storico del cinema Roberto Campari
NON SOLO GUARESCHI L’omaggio principale della nona edizione del Festival ideato e diretto dal giornalista Gianluigi Negri è dedicato a Giovannino Guareschi, lo scrittore italiano più tradotto nel mondo. Sono previsti, poi, eventi speciali in ricordo di Franco Battiato, di Lina Wertmuller e dello storico del cinema Roberto Campari. Inoltre verranno celebrati il 50° anniversario di “Don Camillo e i giovani d’oggi” (1972) e il 70° di “Don Camillo” (1952). Nel programma “Cinema” si aggiunge la speciale sezione “Il cinema del Mondo piccolo”. Infine, Mangiamusica tornerà a proporre dentro Mangiacinema concerti esclusivi e un’anteprima nazionale. IL GUSTO PER LO SPETTACOLO, LO SPETTACOLO DEL GUSTO Attori, registi, intellettuali, scrittori, artisti,
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Tullio Solenghi
Rocca di Lonato
musicisti, chef, giornalisti: a Mangiacinema, che anche quest’anno si conferma il Festival più pop d’Italia, la cultura del cibo diventa intrattenimento e spettacolo per tutti. Una festa per gli occhi, una festa per il palato: con tantissime storie del gusto (selezionate) che verranno raccontate e “servite” in maniera unica e sorprendente, offrendo il meglio del Made in Bassa e della Food Valley. LE LOCATION, LE MANGIASTORIE E LE DEGUSTAZIONI GRATUITE Il Festival si svolgerà nello splendido Museo Agorà Orsi Coppini e negli spazi comunali della straordinaria e quattrocentesca Rocca dei Rossi. Tutti gli eventi sono a ingresso libero e si svolgeranno anche in caso di maltempo in spazi al chiuso. Da quest’anno Mangiacinema inaugura la sezione Le Mangiastorie, curata da Sandro Piovani, giornalista della Gazzetta di Parma e responsabile dell’inserto “Gusto”. Ogni Mangiastoria si chiuderà con una degustazione gratuita. IVANO MARESCOTTI A teatro è stato anche Peppone nello spettacolo “Don Camillo e il signor sindaco Peppone”, con Vito che invece interpretava la parte del prete: uno straordinario successo che debuttò nel 2001, per andare in scena fino al 2003. Ivano Marescotti, grande attore romagnolo che lo scorso 10 febbraio ha annunciato il suo ritiro dal mondo del cinema (“Seguo l’esempio di Jack Nicholson: a 73 anni mi ritiro dalle scene”), ritirerà il Premio Mangiacinema - Creatore di Sogni per la sua carriera unica tra cinema, teatro e televisione, nel corso della serata d’onore di sabato 11 giugno “Strane storie... di vita, teatro e cinema”.
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Giovannino Guareschi
L’evento sarà impreziosito dall’accompagnamento musicale dell’arpista Carla They. Seguirà la proiezione di “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino, nel quale Marescotti, al fianco di Stefania Sandrelli, interpreta il ruolo del capofamiglia. CINEMA, 40 ANNI DI TEATRO E... FATTI VERI Marescotti è uno dei volti italiani più richiesti nelle grandi produzioni internazionali (ha recitato, tra gli altri, ne “Il talento di Mr. Ripley”, “Hannibal”, “King Arthur”, e rifiutato la parte di Ponzio Pilato ne “La passione di Cristo” di Mel Gibson). Vincitore di due Nastri d’argento (per la sua interpretazione nel corto “Assicurazione sulla vita” e per “A casa tutti bene”, oltre ad aver accumulato altre quattro nomination), è stato diretto da registi come Ridley Scott, Anthony Minghella, Benigni, Avati (Premio Mangiacinema - Creatore di Sogni 2018 e Premio Mangiacinema - Creatore di Incubi 2020), Mazzacurati, Nichetti (Premio Mangiacinema - Creatore di Sogni 2017). È stato anche il conte Mattei ne “Il conte magico” di Marco Melluso e Diego Schiavo (Premio Mangiacinema Pop 2019). Con l’annuncio dell’addio al cinema, ha comunque confermato che manderà avanti la sua attività teatrale - in questo ambito festeggia 40 anni di carriera ed ha lavorato, tra gli altri, con Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi, oltre ad aver portato in scena classici di Shakespeare e rivisitazioni personali di Dante e Ariosto - con la scuola TAM (Teatro Accademia Marescotti) nella quale insegna recitazione. Nel 2019 ha pubblicato l’apprezzatissimo libro di racconti autobiografici “Fatti veri”.
Ivano Marescotti
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Enrico Beruschi
ENRICO BERUSCHI C’è un profondo legame tra Enrico Beruschi e Giovannino Guareschi. E anche tra Beruschi e Verdi. Da una quindicina d’anni il comico milanese porta nei teatri alcuni suoi spettacoli nei quali interpreta il Maestro o nei quali, invece, legge e omaggia lo scrittore italiano più tradotto nel mondo. La Bassa è diventata la sua seconda casa. E non ha mai smesso di studiare e approfondire Guareschi da quando, bambino, iniziò a leggere il “Candido”, diventando nel tempo, a tutti gli effetti, “cittadino onorario del Mondo piccolo” per la sua assidua frequentazione e passione. I CINQUANT’ANNI DI CARRIERA DI UN’ICONA DEL COSTUME E DELLA TELEVISIONE ITALIANA Beruschi venerdì 10 giugno riceverà il Premio Mangiacinema Pop e festeggerà a Mangiacinema cinquant’anni di carriera: ha iniziato nel 1972 nel mitico Derby Club di Milano, poi, con la sua comicità, ha segnato la storia del costume italiano e della televisione degli anni Settanta e Ottanta con due programmi cult come “Non Stop” e “Drive in”. Tra le numerose esperienze artistiche, anche quella di attore cinematografico: in piccolo ruoli, ma con registi fondamentali come Scola (“C’eravamo tanto amati”), Lattuada (“Oh, Serafina!”), Monicelli (“Un borghese piccolo piccolo”), Pupi Avati (“Dante”, in uscita a settembre). GIADA COLAGRANDE Giada Colagrande festeggerà a Mangiacinema vent’anni di carriera e ritirerà il Premio Mangiacinema - Creatrice di Sogni domenica 12 giugno, al termine di un’intera giornata dedicata
a Franco Battiato, che si aprirà, nel pomeriggio, con il nuovo spettacolo musicale del maestro dell’arpa (e grande amico e collaboratore di Battiato) Vincenzo Zitello. La Colagrande ha debuttato nel lungometraggio nel 2002 con “Aprimi il cuore”, presentato al Festival di Venezia. Anche i suoi tre lavori successivi - “Black Widow”, “Una donna - A Woman” e “Bob Wilson’s Life & Death of Marina Abramovic”, nei quali recita sempre il marito Willem Dafoe - sono tutti passati in Laguna. A San Secondo, in una speciale serata d’onore, presenterà “Padre” (2016), l’unico film nel quale Battiato (qui anche autore delle musiche) ha recitato come attore. Nel cast, anche Dafoe, Marina Abramovic e la stessa Colagrande (che è stata attrice per Abel Ferrara in “Pasolini” e per Wes Anderson nel corto “Castello Cavalcanti”). Sta lavorando a due nuovi film: il primo è un horror prodotto da Sam Raimi; il secondo, su sceneggiatura di Barry Gifford (lo sceneggiatore di David Lynch), si intitolerà “Tropico” ed avrà un cast stellare composto da Willem Dafoe, Morena Baccarin, Pedro Pascal, Sonia Braga e il cantautore brasiliano Seu Jorge. TULLIO SOLENGHI Tullio Solenghi è tra i protagonisti più attesi del Festival. Sabato 18 giugno riceverà il Premio Mangiacinema Pop durante l’evento “La comicità a modo mio”, in una speciale serata d’onore dedicata a Lina Wertmuller (la regista Premio Oscar scomparsa il 9 dicembre scorso), che culminerà con la proiezione di “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica”, commedia diretta dalla stessa Wertmuller, con Solenghi protagonista, insieme a Gene Gnocchi e Veronica Pivetti. LUC MERENDA È stato uno degli attori simbolo del cinema italiano degli anni Settanta, vera e propria icona del poliziottesco. A 33 anni dal suo ultimo film per il grande schermo («‘O re» diretto da Luigi Magni nel 1989), torna ora, come protagonista, nel nuovo noir di Francesco Barilli “Il paese del melodramma”, le cui riprese sono iniziate a maggio. Merenda nel pomeriggio di domenica 19 giugno riceverà il Premio Mangiacinema Creatore di Sogni durante uno speciale evento sulla sua carriera.
Info Il programma completo su www.mangiacinema. it. Oltre al sostegno del Comune di San Secondo Parmense e di Coppini Arte Olearia, il main partner storico rimane Gas Sales Energia. Special partner è Infinite Statue del gruppo Cosmic Group di Salsomaggiore. I media partner sono Radio 24, il settimanale Film Tv, l’agenzia di stampa Italpress, l’emittente Teleambiente, le testate GustoH24, Italia a Tavola, Gazzetta dell’Emilia & dintorni e Stadiotardini.it.
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musica
luca bonaffini non è una favola
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n videoclip fresco di montaggio e il lancio nazionale, lo scorso venerdì 6 maggio alle 20.30 su Go Tv – Canale 63, sono stati i primi grandi appuntamenti per Luca Bonaffini che, dopo un anno di assenza, ritorna in veste di cantautore con il suo “Non è una favola”. Infatti, all’interno del nuovo programma televisivo ideato e realizzato da Maurizio Ferrandini (che andrà in onda tutti i venerdì di maggio), il musicista mantovano presenterà il suo ventesimo album da solista, consacrando una carriera durata quarant’anni. La trasmissione, che s’intitola “Mash Up Kult”, sarà dedicata a vinili storici tra cui “Automobili” di Lucio Dalla, “Montecristo” di Roberto Vecchioni, “Ho visto anche degli zingari felici” di Claudio Lolli. La prima puntata sarà su “Burattino senza fili” di Edoardo Bennato con protagonista Pinocchio, raccontato da artisti e dalle loro opere. Proprio nel contesto di quel ’77, racconta Bonaffini di aver tratto spunto e ispirazione per lavorare a un concept che, dal 1982, lo ha accompagnato fino al 2022. Distribuito da Believe Digital, “Non è una favola”, contiene dodici brani con un sound minimale fatto da chitarre acustiche e una voce decisamente live, senza ricorrere a correttori di intonazione. “Non è una favola” è ispirato alle fiabe tradizionali e, in particolare, a quelle scritte e narrate alla corte del Re Sole (Luigi XIV°) da Charles Perrault. È una sorta di rivisitazione dei suoi racconti che, prendendo spunto dai testi originali francesi, nel terzo millennio diventano delle storie di cronaca quotidiana. “Berrettino rosso”, racconta di un abuso minorile, mentre “Cenere d’Oriente” il viaggio doloroso di una ragazza cinese che si rivela ribelle e forte; sopraggiunge il gatto (quello senza stivali) che, marchiato nella tradizione come ingannatore, si riscatta come salvatore di un topo, a fianco di uno strano Pollicino (qui “Pollice verso”) che fin da piccolo soffre il bullismo e la discriminazione di una società fallocratica e prepotente. Un agente matrimoniale incarna la figura del feroce Barbablù (un tatuato antieroe che sogna, oltre la maschera di cinismo, l’amore fatale) e la bella addormentata non è più nel bosco ma rinchiusa in specie di corazza antisociale che la porta a vivere nel mondo dei sogni, anche quando il metrò la conduce verso casa a fine lavoro. Le piccole fate parlano col corpo delle adolescenti, finché perdono il potere della purezza ed Enrichetto dal Ciuffo è il brutto, discriminato, che comunque fa sentire la voce della sua anima. Arrivano altre quattro canzoni, per concludere il viaggio pedagogico e artistico di Bonaffini, con un omaggio a Perrault e a Mamma Oca (implorata dallo stesso narratore di non raccontare favole ma di dire la verità), un omaggio a
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a cura di m.t.san juan
due “migliori attori non protagonisti” (il lupo cattivo – che diventa la vittima – e il principe – che è stufo di essere il risolutore di ogni lieto fine) e una poesia floreale, panoramica di bellezza e tormento (“Il giardino dei fiori mai cresciuti”) che – ricordando Spoon River – scorre immagini di dolore e amore. Proprio su quest’ultimo brano, lo stesso Maurizio Ferrandini ha realizzato un videoclip dai tratti romantici e onirici. https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Bonaffini
Luca Bonaffini
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SPECIALE VIAGGI ESTATE 2022
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viaggi
GLAMPING E VILLAGGI, un’estate all’aria APERTa Barricata Glamping
di Rita Bertazzoni
Anche quest’anno si riconferma la voglia di vacanze en plein air in strutture immerse nella natura, a pochi passi dal mare e dalla spiaggia, davanti al lago o nei pressi di un bosco da esplorare a piedi, in bicicletta, a cavallo. Sono villaggi, resort e glampling che uniscono i comfort e i vantaggi di un soggiorno in libertà ai servizi di un albergo a cinque stelle, con servizi personalizzati e tante attività per tutta la famiglia. Con un’attenzione sempre più diffusa alla sostenibilità ambientale, dalla scelta di materiali ecologici al risparmio energetico e idrico, dall’uso di detersivi biodegradabili alla gestione responsabile dei consumi. Ecco alcuni fra i migliori indirizzi dove soggiornare quest’estate, praticare sport, vivere momenti di puro divertimento o rilassarsi in splendidi décor naturali. SPORT E BENESSERE NELLA “RIVIERA TERMALE” DELL’APPENNINO BOLOGNESE Un’immensa oasi protetta della Val Sillaro, a mezzora da Bologna, è lo scenario naturale del Villaggio della Salute Più a Monterenzio (Bo). Colline e boschi, laghi e pianori, coltivazioni biologiche e sorgenti termali, di cui tre a
Isamar Bellagio
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scopo terapeutico riconosciute dal Ministero della Salute, formano un immenso territorio riconosciuto come Sito di Interesse Comunitario (Sic) per la sua integrità e biodiversità. Qui si può fare birdwatching e osservare le numerose specie di uccelli che popolano l’area, dedicarsi alla pesca sportiva, andare a cavallo, esplorare i numerosi itinerari di trekking, affittare una bike o e-bike per cimentarsi nei 55 percorsi di Natura World o sperimentare i benefici delle ecoterapie con esperti green coach. E per chi cerca relax: fanghi, massaggi, trattamenti curativi ed estetici nello stabilimento termale. Per tutti, bambini, giovani e meno giovani, c’è un grande Acquapark con 24 piscine scoperte trattate con ozono, tra cui quelle antiage, anticellulite, salata, magnetizzata e biotonica, vasche idromassaggio, percorsi fitness. Come la ‘Riviera termale’, un percorso di 1 Km che alterna bagni rinfrescanti e bagni di sole a una salutare passeggiata alla scoperta di tutte le proposte del parco. Si può fare anche di sera: col buio il tracciato è fluorescente, illuminato a consumo zero. Le nuove proposte Acquapark by night animano fino all’una di notte ogni venerdì e sabato dal 18 giugno al 27 agosto e a Ferragosto. Anche i ragazzi hanno tante occasioni per divertirsi in modo sano, dagli acquascivoli incastonati nella collina ai ‘morbidoni’ sui quali godersi un belvedere mozzafiato. Ai più piccoli è dedicata Bimbolandia Più, un’area con diverse attrazioni, come lo Spray Park, per divertirsi con spruzzi, tunnel, cannoni e giochi d’acqua, il Castello Tornado con pareti di arrampicata climber, adatta anche agli adulti, e l’Albero della luce alto 16 metri. E il nuovo percorso di realtà aumentata per scoprire volpi, gufi, ghiri e le specie animali tipiche del territorio. Tra le novità, anche la palestra nel bosco per praticare attività fisica con macchinari di ultima generazione, immersi nella quiete e nell’ombra di un bosco naturale. E per chi resta a dormire, ci sono le stanze dell’albergo diffuso e gli appartamenti ricavati in antichi casali in sasso, le camere dell’Ostello e il camping. Per mangiare ci sono bar, chioschi disseminati nel parco e ristoranti con
specialità della cucina locale, biologiche e a km zero, compresa la pizza all’acqua termale. www.villaggiodellasalutepiu.it SUMMER CAMP, FUN PARK E IMMERSIONI A ISAMAR HOLIDAY VILLAGE C’è chi aspetta le ferie per rilassarsi e riposare e chi, al contrario, non può rinunciare allo sport nemmeno in vacanza. Chi ne approfitta per dedicarsi finalmente all’attività fisica trascurata durante l’anno e chi semplicemente vuole divertirsi in compagnia sperimentando tante attività all’ara aperta. Per tutti loro Isamar Holiday Village, a Isolaverde di Chioggia (Ve), è il posto ideale. Un’area di 35 ettari affacciata sul mare, con spiaggia privata di 50.000 metri quadri e alloggi di ultima generazione, tra bungalow, cottage e luxury chalet costruiti in materiali ecofriendly, tra cui Nova 3XL, case mobili 3.0 extra large che possono ospitare fino a 10 persone, con grande terrazza-soggiorno all’aperto e cucina a vista hi-tech super accessoriata. Sport e divertimento sono assicurati a tutte le età dall’alba al tramonto con programmi fitness giornalieri: risveglio muscolare, acquagym, corsi di nuoto, tennis, tiro con l’arco, calcio, volley, basket, canoa, beach volley. Ma anche Step, Gag e Zumba, e uno degli sport più amati del momento: il SUP, tavola da surf, pagaia e tanto equilibrio per non cadere e avanzare tra le onde. Un’ampia area di 20.000 metri quadri, lo Sport & Fun Park, è dedicata allo sport e al gioco per tutte le età, con quattro campi da tennis e uno da calcio, due da calcetto, uno da basket, uno da volley e un minigolf professionale a 18 buche. Tutti con misure regolamentari per gare e tornei ufficiali e con illuminazione fino alle 23. A Isamar si possono seguire gratuitamente le Academy di calcio, tennis e basket, condotte da istruttori professionisti e i ragazzi hanno a disposizione Summer Camp di rugby (con il campione Mauro Bergamasco), calcio (con l’ex calciatore Mauro Bressan), tennis (con Alessandro Padovan), pallavolo, basket e una scuola di vela. Per gli appassionati di immersioni c’è Isamar Diving Center che organizza
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corsi di immersione subacquea di tutti i livelli per adulti e bambini, insieme a immersioni in mare aperto alla scoperta delle meraviglie sommerse dell’Alto Adriatico. Fra queste, lo splendido parco marino delle Tegnùe di Chioggia, le rocce sommerse, veri e propri reef naturali dove vivono spugne, anemoni, piccoli paguri e tanti altri pesci da ammirare. Un’area naturalistica di grande fascino e ancora poco conosciuta che nel 2002 è stata dichiarata Zona di tutela biologica, con divieto di pesca. www.villaggioisamar.com IN BICI, A CAVALLO E IN BARCA NEL PARCO NATURALE DEL DELTA DEL PO A Porto Tolle (Ro), Barricata Holiday Village è stato fra i primi promotori in Italia del glamping, uno stile di vacanza ecologica in un campeggio glam e sempre più ricercato, in perfetta sintonia con l’ambiente. Immerso nel Parco Naturale del Delta del Po, Riserva della Biosfera Unesco, e confinante con due grandi spiagge Bandiera Blu per qualità delle acque e dell’arenile, il villaggio offre diverse soluzioni di soggiorno. Le lodge tent sono perfette per chi ama la libertà del campeggio ma non vuole rinunciare al comfort. Hanno veri e propri letti con materasso e lenzuola, armadi, cucina e terrazza, toilette in camera separata da una porta, con doccia e lavabo. Nella lodge suite tent si dorme in un romantico letto matrimoniale a baldacchino e per i bambini c’è l’annessa junior lodge con tre letti singoli. Safari Loft e Boutique sono splendidi lodge di ultima generazione con letti, materasso e lenzuola, grande openspace interno con ambienti climatizzati divisi da tendaggi, cucina a vista e area living, terrazza, bagno, due camere da letto e una terza soppalcata per ospitare fino a 6 persone. Tutt’intorno una natura spettacolare da esplorare a piedi, in bici, in barca e a cavallo, grazie alle tante escursioni organizzate. Al Ranch del Mare, centro
di equitazione con un grande maneggio al coperto, Chiara Angelini e Fausto Sturaro offrono lezioni di equitazione e accompagnano gli ospiti a cavallo lungo argini, dune e valli di grande suggestione, come Porto Tolle, in una delle zone più ricche di biodiversità in Italia. Si attraversa la campagna, si percorrono le valli da pesca fino ad arrivare al mare, incontrando cigni e fenicotteri. E per chi non ha mai provato l’ebbrezza di andare al trotto o al galoppo c’è il ‘Battesimo della sella’, offerto gratuitamente a tutti gli ospiti dai quattro anni in su. Tra le altre attività all’aria aperta: tennis, beach volley, calcio e calcetto, pallavolo, tiro con l’arco, acquagym, basket, canoa, yoga e meditazione, windsurf e kite surf, una palestra aperta tutto il giorno a ingresso gratuito e nuoto in corsia nella piscina di 25 metri. Bully Diving, il centro diving, organizza corsi subacquei per adulti e bambini e bellissime escursioni in barca, navigando il ramo principale del Po, dove tra canneti, paludi, campi di riso ed erba medica si incontrano rapaci, gabbiani, sterne, passeriformi, ibis, gru e anatre. Con la sua Dog beach e l’Agility camp, Barricata è entrato nella top ten dei migliori villaggi in Italia pet friendly. www.villaggiobarricata.com SAFARI A LAGHI NABI IN UN ESCLUSIVO BIO RESORT & GLAMPING Acqua e natura si fondono ai Laghi Nabi, la prima Oasi Naturale della Campania, nata dalla rigenerazione ambientale di ex cave di sabbia in stato di abbandono sul Litorale Domizio, a Castel Volturno (Ce). Un innovativo progetto di bioarchitettura per vacanze rigeneranti in totale sintonia con l’ambiente, in un luogo magico, isolato dal mondo, dove vivere avventure all’aria aperta. A Nabi Resort & Glamping si soggiorna in eleganti tende galleggianti o a bordo lago dotate di tutti i comfort, bellissime suite con Jacuzzi ed esclusivi Lodge sospesi Laghi Nabi
sull’acqua con vasca idromassaggio esterna. Ventisei alloggi che coniugano la libertà del campeggio con i servizi e le comodità di un hotel di lusso. Per un’immersione totale nella vegetazione dell’oasi, si prenota la nuovissima Tenda Safari, con spiaggia riservata e accesso diretto al lago, un grande patio esterno con vasca idromassaggio, divano e poltroncine, il letto da cui ammirare il paesaggio. Un sogno che comincia al mattino, con la colazione servita “in tenda” a base di delizie del territorio campano e continua tra escursioni a cavallo, birdwatching, passeggiate in bicicletta sulla ciclabile a luminescenza naturale più lunga d’Europa, dove pedalare di giorno e di notte quando i giochi di luce regalano scenari unici sulle acque scintillanti dei laghi. Gli appassionati di sport acquatici trovano un universo di attività: nuoto, vela, wakeboard (mix tra snowboard e sci d’acqua), kayak, pedalò. Per chi vuole rilassarsi ci sono le lezioni di yoga e meditazione nell’area retreat, per gli amanti del wellness la Nabi Water Spa, con una grande wellness pool riscaldata a sfioro sul lago e la Massage Tent sulla spiaggia, una tenda di 40 mq dove regalarsi trattamenti e massaggi a stretto contatto con la natura. Tra questi, anche i water massage eseguiti direttamente in acqua. Tra le esperienze più particolari, si può prenotare il volo in mongolfiera per sorvolare, a 40 metri di altezza, l’oasi naturale e scorgere dal cielo il Golfo di Napoli, le isole e lo splendido paesaggio costiero. www.laghinabi.it
Villaggio della Salute Più
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union lido
Vivi la magia del primo camping tematico in Europa a cinque stelle.
GLI SPECIALI
union lido
Immaginate un paesaggio da sogno con una spiaggia privata lambita dalle tamerici che si perde a vista d’occhio declinandosi in sinuose dune. Siamo a Cavallino a un passo da Venezia, un luogo che era caro ai Dogi, con un mare che di anno in anno si merita la bandiera blu per la limpidezza, incontaminato al punto da avere di fronte una vera e propria barriera corallina con ben 150 biodiversità. Vi parliamo di un villaggio, Union Lido Park & Resort, che davvero non ha eguali. Non a caso si è aggiudicato il Green Travel Awards, della Federazione Italiana della Stampa come miglior Villaggio Eco-sostenibile e responsabile. I classici hotel sono passato remoto, oggi il mood è il glamping, vale a dire il camping glamour, per vivere a contatto con la natura senza però dover rinunciare a servizi che un tempo solo i resort di lusso riservavano ai propri ospiti. Ancora più ricercati i park resort, luoghi dove ognuno può liberamente decidere come vivere la propria vacanza: se in campeggio o in grandhotel, in una villa in muratura o in una mobil home Il life-style, infatti, può declinarsi anche in mobilhome sciccose, come piccole suite di un hotel a 5 stelle. Un modo per poter vivere nel cuore di un parco di 60 ettari, un’area naturalistica incredibile con casette che qualche volta sono realizzate con materiali riciclati, e hanno una forma che ricorda in tutto e per tutto le case dell’artista Bouchet che galleggiavano in laguna in una delle passate edizioni della Biennale. Un sogno ad occhi aperti dove ritemprarsi è la parola d’ordine, e dove ogni dettaglio, a partire dalla modulazione dei fiori, deve raccontare l’incanto perché quando il mondo che ci circonda soddisfa il nostra sguardo, anche lo spirito si espande, respira, e noi ci sentiamo in pace, felici e soddisfatti. Pensate a un centro di Thalasso Terapia, il Marino Wellness Club con vista mare e piscine a
Uno scorcio di un’area campeggio
sfioro, un’oasi di acqua salata di trattamenti esclusivi. Vasche thalasso riscaldate, di cui una coperta alle alghe marine, bagno di vapore aromatico. Diverse vasche plurigetto, la spiaggia effervescente, biosauna, docce di essenze. Piscina giapponese, roof-solarium, programmi specializzati di massaggi e trattamenti estetici per un’offerta beauty&wellness davvero completa. Tutti i benefici dell’acqua salata posso-
I CLASSICI HOTEL SONO PASSATO REMOTO, OGGI IL MOOD È IL GLAMPING, VALE A DIRE IL CAMPING GLAMOUR
Una delle tante soluzioni abitative
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union lido
no essere impiegati per la cura e il benessere delle tante persone che hanno problemi all’epidermide o alla circolazione venosa e al Marino Wellness Club, oltre alla salinità, esiste anche il fattore cordialità. Ogni giorno, dalle 10.00, le ragazze del centro benessere accolgono i propri Ospiti per far provare loro un’emozione indimenticabile. La struttura ha una fantastica vista sul mare, circondata dalla pineta nel verde parco di Union Lido. Qui i suoni della natura fanno da cornice e concorrono a far abbandonare corpo e mente al pieno relax. Non esiste nulla di meglio che una giornata in un centro benessere così diverso dai consueti: l’ambiente che circonda il Marino Club e il servizio non potranno che convincervi a ritornare. Non manca davvero nulla, neppure un centro Hammam, il W10, con piscina coperta, vasche idromassaggio con ponticelli e soffitti in cristallo. ”Il W10 rappresenta un nuovo concetto di servizio igienico centralizzato da campeggio, nel quale è stata posta pari attenzione agli elementi di comfort per gli Ospiti e alla progettazione attraverso le più innovative tecniche di risparmio energetico, rapportate ai massimi standard esistenti. Viene quindi superato il tradizionale concetto di blocco sanitario, per aprirsi ad un uso multifunzione ed al contempo ecocompatibile dello spazio disponibile. La presenza di aree ludiche, quali la piscina coperta, per il relax e per l’intensa attività fisica, pensate per il divertimento e il benessere degli Ospiti, rendono il W10 Leisure Building una novità assoluta nel mondo dei camping parks. Il Marino Wellness Club con vista mare è un’oasi di acqua salata e di trattamenti esclusivi. Vasche thalasso riscaldate, vasca coperta alle alghe marine, bagno di vapore aromatico. Diverse vasche plurigetto, la spiaggia effervescente, biosauna, docce di essenze. Piscina giapponese, roof-solarium, programmi specializzati di massaggi e trattamenti estetici rendono l’offerta beauty&wellness davvero completa” afferma il dottor Alessandro Sgaravatti, patron di Union Lido. E per le famiglie con bimbi? Ci sono ben due parchi acquatici di cui uno è una vasta area con lagune di sabbia caraibica, bianca e fine come borotalco, grandi piscine e poi scivoli, lunghi e alti, incredibili scivoli con simpatici giochi d’acqua e ancora cascate, vasche a idromassaggio e piscine dal moto ondoso ricreato. Anche l’aria fooding è particolare. Immancabili i prodotti biologici a chilometro zero, che arrivano in giornata dagli orti di Cavallino e finiscono sulle tavole dei 9 ristoranti e dei 12 buffet bar situati fronte mare, vicino alle piscine e in varie location del Park Resort. E per concludere un’ultima chicca: uno Sport Center con buche da golf campi da calcio, calcetto e tennis, un maneggio e il tiro con l’arco.
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La spiaggia
C’è anche un parco naturale di 10 ettari, destinato al fitness, ai giochi per bambini e alle attività outdoor. “Pianificare e organizzare. E poi personalizzare sempre più la vacanza, che l’ospite deve ricordare come un’esperienza di vita e non solo come un periodo di riposo. Lo immaginiamo , in ogni istante della giornata, immerso in un ambiente ed in un’atmosfera emozionali. Siamo abituati ad anticipare le aspettative dei nostri ospiti e, se possibile, a superarle, rinnovando annualmente il prodotto\servizio e individuando le nuove tendenze del fare vacanza. Così Union Lido resterà per i nostri ospiti un ricordo felice, cui la nostalgia regalerà il desiderio del ritorno” afferma il dottor Alessandro Sgaravatti, patron di Union Lido. “L’attenzione al dettaglio, standard qualitativi elevatissimi (pensiamo ad esempio alle piazzole MV di 120 mq. con servizio di recapito del giornale preferito) e la grande professionalità dei nostri 500 collaboratori consentono di presentare la nostra offerta ad un pubblico vasto, che può scegliere fra ben 23 diverse possibilità di pernottamento, una varietà davvero unica nel nostro settore” continua Sgaravatti. “E giochi anche in mare…! Davvero un paradiso per i bambini che dalla mattina alla sera hanno le più diverse possibilità di svago, integrate da fantastiche nuove attrazioni”. State già sognando? Non resta che preparare le valige perché qualche volta i sogni diventano realtà. (M.M.)
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SANSEPOLCRO, TESORI DA SCOPRIRE Palio della Balestra (Credit PH Luca Piomboni)
Di Rita Bertazzoni
In Valtiberina, ai piedi dell’Appennino toscano e sulle rive del Tevere, Sansepolcro è uno dei borghi più belli e affascinanti della Toscana, noto per i suoi tesori storici, artistici e culturali e per aver dato i natali a uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, Piero della Francesca, del quale si ritrovano i segni in ogni angolo del centro storico. La cittadina, in provincia di Arezzo, è protagonista anche quest’anno di un progetto turistico dal titolo “Scopri Sansepolcro. Il Museo Diffuso: luoghi, persone e storie” che mette in contatto i visitatori con la comunità locale, lasciando che siano alcuni personaggi simbolo, custodi del patrimonio, delle tradizioni e della memoria, a raccontare i segreti della città, le leggende del passato e gli aneddoti del presente. Un modello di turismo responsabile che mette al centro dell’esperienza l’interazione tra viaggiatori, ospiti e cittadini e che per questo di recente ha ottenuto il patrocinio della Fondazione Italia Patria della Bellezza. Un’occasione speciale nonché insolita e divertente anche per i bambini per immergersi nei racconti, entrare nel cuore della storia, conoscere costumi, tradizioni e curiosità di questa imperdibile meta. I tour guidati ripartono l’11 giugno e vengono proposti ogni sabato fino al 24 settembre. Punto di ritrovo è l’Ufficio Turistico Comprensoriale (per prenotazioni tel. 0575 740536, cell. 353 398 3814), nella storica Piazza Torre di Berta,
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dove alle ore 15.30 le guide condurranno i partecipanti, con visite in italiano e in inglese, tra le strade e i negozi del centro storico, alla scoperta dei gioielli della città. A partire dal Museo Civico, ospitato nell’antico Palazzo della Residenza o dei Conservatori, che custodisce le opere di Piero della Francesca, l’artista che applicò all’arte le regole matematiche, definendo una nuova prospettiva nella realizzazione dei dipinti. Fra gli otto luoghi che aderiscono all’iniziativa del museo diffuso ci sono anche l’Archivio Diocesano che ospita una delle principali raccolte documentarie di proprietà ecclesiastica in Italia, e il Campanile del Duomo dove, al piano terra si visita la sede del Gruppo Campanari “Borgo Sansepolcro”, un piccolo “museo” con alcuni curiosi reperti storici, come le lancette della Torre di Berta e un pezzo del campanone della Torre. Nella cella campanaria è ancora funzionante una campana del 1308. Per accedervi bisogna salire 86 scalini fino in cima, ma la fatica è ripagata da una vista panoramica della Valtiberina. Qui le cinque campane installate con sistema antico vengono ancora suonate con le corde, producendo un suono inimitabile che riporta indietro nel tempo. CasermArcheologica, nell’ex Caserma dei Carabinieri di Sansepolcro all’interno di Palazzo Muglioni, oggi è una “architettura di comunità”, diventata centro dedicato alle Arti Contemporanee e spazio di lavoro per giovani professionisti, location di mostre e sperimenta-
Uno scorcio del borgo
zione artistica, centro di produzione culturale multidisciplinare. L’Associazione CasermArcheologica, con una straordinaria partecipazione di giovani del territorio, ha ridato vita al Palazzo, ripulendo e riqualificando le stanze per destinarle a nuovi progetti, facendo emergere la storia e il fascino di questo luogo, aprendolo alla città e alle sperimentazioni artistiche. In questi mesi ospita le mostre “Buitoni, la città nella città” e “Bestiario Archeologico” di Antonio Massarutto. I ragazzi saranno sicuramente attratti dalla Società dei Balestrieri di Sansepolcro, un’istituzione culturale fondata sull’antica tradizione delle competizioni con la balestra, organizzate tra liberi cittadini nel Medioevo e nel Rinascimento. Tutti gli anni, la seconda domenica di settembre, si celebra a Sansepolcro il Palio della Balestra e nella sede della Società dei Balestrieri si ammirano i costumi delle sfilate che rievocano personaggi, armati, notabili e madonne, gruppo di musici con chiarine e tamburi, sbandieratori e il maestoso corpo dei balestrieri, che ricreano le suggestioni e le atmosfere del più vero e storico rinascimento toscano, insieme ad antiche frecce e balestre e il famoso “corniolo”. E poi c’è la sede degli Sbandieratori, il primo gruppo costituitosi in Italia composto da sban-
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(Credit PH Giuseppe Fabrroni))
dieratori, tamburini e chiarine che utilizza drappi dipinti a mano ed indossa costumi prodotti da qualificate sartorie teatrali. Ogni secondo sabato di settembre, nella piazza principale della città, il Gruppo offre agli abitanti e ai turisti uno spettacolo, lo stesso che portano poi in giro per tutta l’Italia e all’estero, come messaggio di pace ed amicizia. Nelle due ampie sale della sede sono esposti trofei, immagini storiche e riconoscimenti di ogni tipo ricevuti in quasi settant’anni di attività. Al Museo Biblioteca della Resistenza invece sono conservati documenti sull’antifascismo, sulla Resistenza, sui campi di concentramento e una nastroteca che raccoglie canti resistenziali. Dedicati all’artigianato di qualità sono lo Spazio della Vetrata antica e contemporanea e lo Spazio del Merletto, che fanno rivivere antiche e moderne tradizioni artistiche, frutto di talento creativo e abilità manuali. Imperdibile, poi, il Museo Aboca, l’unico e originale Museo delle Erbe che recupera e tramanda la storia del millenario rapporto tra l’Uomo e le Piante. Il percorso museale, denominato “Erbe e Salute nei Secoli”, permette di conoscere l’anti-
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ca arte della medicina erboristica grazie a una serie di oggetti recuperati dal passato: libri di botanica farmaceutica, erbari, ceramiche, alambicchi e mortai. Le stanze sono a tema: la Sala dei Mortai, la Sala della Storia, la Sala delle Ceramiche, la Sala delle Bilance, la Sala dei Vetri e la Sala delle Erbe. Si ammirano le ricostruzioni di antichi laboratori come quello Fitochimico, l’Antica Spezieria, una Farmacia dell’800 e la Cella dei Veleni dove erano custodite le sostanze mortali e la Bibliotheca Antiqua che conserva 1500 antichi testi legati alla storia dell’impiego delle piante medicinali. NON SOLO CULTURA, ANCHE NATURA Queste vallate inframezzate da boschi sono il luogo ideale per una gita fuori porta tra arte e natura. La Valtiberina e i dintorni di Sansepolcro sono meta di appassionati di trekking e mountain bike che possono trovare oltre 500 km di percorsi segnalati e panorami da togliere il fiato in un angolo di Toscana ancora autentico e selvaggio. Si percorrono antiche strade romane, medievali, doganali o le vie utilizzate per la transumanza. Si visitano Caprese e i suoi dintorni che hanno visto crescere il genio di Michelangelo. Tra queste distese di alberi e su questi sassi uno dei più grandi artisti rinascimentali si è riempito gli occhi di quegli scorci comparsi nelle sue opere. I 66 km di estensione di questa area attorno al castello medievale permettono escursioni giornaliere o di poche ore. Si può scegliere anche di addentrarsi nei sentieri percorsi un tempo da San Francesco d’Assisi, lungo il cammino che lo portava al Monte della Verna dove ricevette le stigmate, per incontrare antichi eremi in luoghi carchi di spiritualità. Altri itinerari si snodano dalle praterie di Badia Tedalda e Sestino alle splendide colline di Anghiari, sul Sasso di Simone e Simoncello, costeggiando i calanchi, attraverso la Riserva naturale dell’Alpe e della Luna. La fitta rete di strade secondarie poco trafficate e i tanti percorsi attrezzati sono l’ideale per chi vuole godersi la vacanza su due ruote. In bici è possibile attraversare il percorso del Lago di Montedoglio, circa 40 km adatti anche ai meno allenati Info: www.meetvaltiberina.it
Palio della Balestra (Credit PH Luca Piomboni)
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viaggi
NATURAL BEAUTY SPA RESORT A MARCHIO LINDBERGH Cala della Torre
a cura di m.t. san juan
Potenziato dall’aria carica di iodio, dall’ambiente marino che induce alla distensione e dalle onde che cullano i sensi, lo yoga in spiaggia è una disciplina che (ri)attiva il sistema circolatorio, tonifica il sistema nervoso e rieduca al controllo delle emozioni. Gli effetti più evidenti e immediati riguardano però la muscolatura e la respirazione: praticare almeno due sessioni di yoga alla settimana allunga i muscoli, migliora la postura, sblocca i legamenti intorpiditi dal lungo inverno e riduce l’affaticamento respiratorio dopo due anni di mascherine obbligatorie. Quattro resort fronte mare a marchio Lindbergh Hotels hanno inserito il beach yoga tra i servizi alla clientela, consapevoli che oggi più che mai l’ospite ha bisogno di contesti in cui riappacificarsi con il mondo interiore per poter gestire al meglio il difficile contesto esteriore Al mattino oppure al tramonto: sono questi i momenti più propizi per una sessione di yoga en plein air. In spiaggia ancora pochi bagnanti, la temperatura è mite, la mente ossigenata dall’aria frizzante e densa di sali minerali. L’ambiente ideale per il beach yoga, una disciplina nata per essere praticata outdoor: la
brezza sulla pelle, le onde del mare in sottofondo, la luce nell’aria consentono di fare il pieno d’informazioni sensoriali, aiutando il corpo ad armonizzarsi con il resto del mondo. E c’è di più: l’energia vitale del “prava” è veicolata dall’ossigeno. Gli ambienti chiusi, quindi, ne ostacolano il flusso, mentre proprio all’aperto si può dispiegare pienamente. Accompagnati da professioniste olistiche e master yoga, gli ospiti di quattro luxury resort fronte mare, il cinque stelle Hotel Excelsior di Pesaro, il cinque stelle Grand Hotel San Pietro di Taormina, il quattro stelle Cala della Torre Resort di Siniscola e il quattro stelle Modica Beach Resort, sperimentano i benefici dello yoga in spiaggia. In sessioni singole o di gruppo, in terrazze a strapiombo sulla magica Baia di Taormina, sulla battigia di Marina di Modica, di fronte al mare cristallino di Sardegna o nell’esclusivo Lido Privato del Boutique Hotel Excelsior di Pesaro. IN EQUILIBRIO SULL’EDEN DI SINISCOLA Là dove la sabbia bianca e fine si fonde con l’azzurro del mare di Sardegna inizia il viaggio interiore alla conquista dell’armonia energeti-
ca e dell’equilibrio psicofisico. Sulla spiaggia privata del Cala della Torre Resort, a Siniscola, un borgo antico incastonato tra mare cristallino, basse scogliere e verdi pinete, Lara Paddu, insegnante di yoga ed esperta in benessere olistico, ogni martedi e venerdi conduce per mano i partecipanti in sessioni di hatha yoga. Conosciuto anche come yoga della forza, è una disciplina che agisce sia sul corpo fisico sia sul corpo energetico, al fine di riportare equilibrio su entrambe le dimensioni. L’obiettivo può essere centrato associando alla meditazione le escursioni nella natura selvaggia, gli sport acquatici e le attività outdoor: al Cala della Torre Resort non solo organizzano lezioni di yoga, ma anche passeggiate a cavallo nei dintorni della Spiaggia della Cinta, escursioni guidate di birdwatching, sessioni di trekking per raggiungere la cima del Montalbo, o ciclopedalate alle porte del Parco Regionale Tepilora dove poter ammirare anche i fenicotteri rosa. Non mancano le degustazioni di prodotti locali, perché per appagare lo spirito bisogna prima Compiacere la gola!
Cala della Torre
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L’HOTEL Di fronte al porto turistico della Caletta e a pochi passi dal paesino di Siniscola, il Cala della Torre Resort si adagia tra ombrose pinete, una spiaggia di sabbia bianca e rosa, e un paesaggio naturalistico selvaggio e incontaminato, ricercato dai turisti proprio per la sua integrità. Basta aprire le finestre della propria camera affacciata sul giardino per essere pervasi dall’aria salubre, un tuffo nella piscina del Resort con 300 mq riservati agli adulti e 35 mq ad altezza di bambino per sprofondare nella spensieratezza, trastullare i piedi sulla battigia o inseguire un cavalluccio marino tra i fondali limpidi per riappacificarsi con la natura circostante. Per la convivialità si fa tappa all’Ancora, il ristorante con piatti della tradizione sarda, prodotti tipici e freschi, ricette di mare e di terra. Spazi ariosi dove poter pranzare e cenare in tranquillità, assaporando la Sardegna più autentica. Prezzo Cala della Torre Resort: a giugno 2 notti in trattamento di soft all inclusive, servizio spiaggia e piscina, 1 lezione di yoga personalizzata a persona, a partire da 410,00€ a camera (quindi per due persone); a luglio 3 notti in trattamento di soft all inclusive, servizio spiaggia e piscina, animazione, 1 lezioni di yoga personalizzata a persona, a partire da 856,00€ a camera (quindi per due persone) CALA DELLA TORRE RESORT **** Via Cagliari, 48 - 08020 Siniscola – Tel. +39 0784 8134, www.hotelcaladellatorre.com PAPAYA PER PIEDI AL TOP, CETRIOLO E ANANAS PER GAMBE LEGGERE E TONICHE Gli arti inferiori sono protagonisti dei rituali di bellezza al Grand Hotel San Pietro di Taormina: si comincia con un trattamento per rendere i piedi curati e morbidi come velluto.
Un massaggio esfoliante eseguito con olio di avocado, mousse fresca di papaya e uno speciale complesso di sabbia del mare mineralizzata rimuove le cellule morte dell’epidermide. L’olio nutre invece la pelle in profondità, coccolandola con nutrienti preziosi. Le unghie e le cuticole vengono ammorbidite e regolate secondo necessità, per poi essere cosparse di un idratante olio di roucou sul letto dell’unghia, prima di ricevere un massaggio rilassante e un accurato smalto (durata del trattamento: 60 minuti, prezzo: 40 euro). L’elasticità alle gambe e la tonicità dei tessuti viene a sua volta restituita da una speciale maschera corpo realizzata con argilla e mousse di ananas o cetriolo, emolliente e detossinante, cosparsa dalla vita in giù e fissata con un bendaggio per essere lasciata in posa ad agire (durata del trattamento: 50 minuti, prezzo: 120 euro) L’equilibrio psicofisico conquistato si protrae nel centro benessere dell’hotel, anch’esso affacciato sullo Ionio e sul circostante giardino mediterraneo: vasca idromassaggio, sauna finlandese, bagno turco, area relax con lettini rilassanti, angolo tisaneria e un’ampia palestra attrezzata con macchinari Technogym forniscono l’alchimia perfetta per raggiungere uno stato di profondo benessere e infinita bellezza. Prezzo Grand Hotel San Pietro Taormina:a giugno a partire da 550,00€ a camera, al giorno, con colazione, accesso alla SPA alla piscina esterna panoramica, alla sala fitness vista Mediterraneo, esclusi trattamenti beauty; a luglio a partire da 590,00€ a camera, al giorno, con colazione, accesso alla SPA alla piscina esterna panoramica, alla sala fitness vista Mediterraneo, esclusi trattamenti beauty; ad agosto a partire da 620,00€ a camera, al giorno, con colazione, accesso alla SPA alla piscina esterna panoramica, alla sala fitness vista Mediterraneo, esclusi trattamenti beauty.
Grand Hotel San Pietro
Grand Hotel San Pietro
L’HOTEL Il Grand Hotel San Pietro sorge all’interno di una villa del ‘900, restaurata nel dettaglio, ma tuttora custode della magnificenza con cui è stata costruita. Affacciarsi dai suoi balconi per ammirare l’incanto del mare, l’esuberanza della vegetazione, odorarne il profumo e poi chiudere gli occhi è un’esperienza indimenticabile. La vista spazia sulla splendida Isola Bella, sull’Etna e sulla baia di Naxos. Un rigoglioso giardino mediterraneo digradante sul mare diffonde effluvi di pino marittimo, ulivi e bouganville. E un balconcino a picco sullo Ionio rende possibile l’incantesimo di sfiorare cielo, mare e terra con un dito. Le suite, anch’esse con vista panoramica sullo Ionio, concedono momenti di piacevole riposo e risvegli quieti e rilassanti, inebriati dai profumi della macchia mediterranea che avvolge e abbraccia l’Hotel. Una grande piscina all’aperto offre corroboranti nuotate a picco sul luccicante mare blu della Sicilia. Ai piedi della piscina, un bar con gazebo accoglie spuntini, pranzi leggeri o aperitivi al tramonto. Al ristorante “Il Giardino degli Ulivi”, invece, va in scena un autentico trionfo della cucina siciliana, sovrastati dalla bellezza del mare di Taormina, dal profumo degli aranceti e dei cedri, e dalla pace di un cielo stellato. GRAND HOTEL SAN PIETRO ***** Tel. +39 0942 620711, www.sanpietrotaormina.com
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VIAGGI
10 isole che non puoi perderti quest’estate Senja
a cura di m.t. san juan
10 isole che non puoi perderti quest’estate (senza uscire dall’ Europa) Per i viaggiatori alla ricerca di un angolo tranquillo d’Europa durante i mesi più caldi, queste isole potrebbero essere il luogo perfetto. Madrid, 8 giugno 2022. L’estate è arrivata. E con essa arrivano i dubbi su quali luoghi visitare, che tipo di programmi organizzare e come bilanciare le vacanze in modo da potersi riposare senza avere la sensazione di aver sprecato il proprio tempo. Tenendo conto di questo equilibrio, Civitatis ha stilato una lista delle migliori isole europee dove perdersi in questi mesi e ricaricarsi con paesaggi degni di Instagram, acque cristalline e tanto divertimento. Il problema sarà da quale iniziare.
Santo vince in un dettaglio: non è così affollata, il che permette di godersela con infinita tranquillità rispetto al successo turistico della vicina Madeira.
1. Porto Santo, Portogallo L’arcipelago di Madeira è composto dalle isole di Porto Santo, Madeira e da alcuni isolotti di minore importanza turistica. La prima, con 43 chilometri di costa, è considerata da molti la migliore d’Europa. Pur essendo molto simile nei suoi contrasti alla più grande delle isole portoghesi, Porto
3. Senja, Norvegia Non tutto in questa lista può essere sole, sabbia bianca e cocktail. Perché ognuno trova relax e gioia in un certo tipo di paesaggio, atmosfera e temperatura. Per questo motivo è necessario includere Senja, uno dei luoghi più spettacolari del mondo, sia per le sue montagne che per i suoi stretti fiordi.
2. Sardegna, Italia Qualsiasi turista che abbia visitato l’Italia sa che la Sardegna è un mondo a parte rispetto al resto del Paese. Si potrebbe anche dire che è diverso da qualsiasi altro angolo d’Europa. Le sue spiagge sono indubbiamente una delle mete più importanti della regione, che sovrastano le mondane Capri e Lampedusa. Un consiglio che non manca mai è quello di visitare La Pelosa Beach a Stintino, un luogo che ricorda i migliori posti delle Maldive con le sue acque cristalline e la sua sabbia bianca.
L’isola norvegese è la scelta migliore quando si vuole fare un’escursione e godersi un’estate diversa da qualsiasi altra isola europea. 4. Creta, Grecia Un’isola da leggenda. Questa è Creta, con le sue insenature, i suoi siti archeologici e le sue bellezze naturali. La parte occidentale dell’isola attira la maggior parte dei turisti, il che la rende la parte più affollata dell’isola (anche se questo non la rende meno interessante). Se invece i viaggiatori sono alla ricerca di tranquillità e relax, il sud e l’est dell’isola sono la scelta migliore, con spiagge vuote e un’ampia offerta culturale. 5. Mallorca, Spagna Uno dei gioielli delle Isole Baleari. Questa destinazione spagnola è diventata una delle più visitate d’Europa, con migliaia di visitatori ogni anno e nessuna delusione. Palma concentra la parte più monumentale, con la Cattedrale, il Castello di Bellver o il quartiere ebraico, mentre Sant Elm, Sa Dragonera o Cala Tuent accumulano i paesaggi
Per i viaggiatori alla ricerca di un angolo tranquillo d’Europa durante i mesi più caldi, queste isole potrebbero essere il luogo perfetto
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Civitatis ha stilato una lista delle migliori isole europee dove perdersi in questi mesi e ricaricarsi con paesaggi degni di Instagram
più spettacolari e le migliori calette dell’isola. 6. Isole Pakleni, Croazia Questi 20 isolotti, a 15 minuti di barca dalla potente Hvar, sono una delle destinazioni più attraenti dell’Adriatico. Acque blu cristalline, profumo di pino e rosmarino, baie nascoste e spiagge selvagge. Questo è ciò che attende i viaggiatori che vengono qui per isolarsi dalla quotidianità e sfuggire alla routine che perseguita tutti durante il resto dell’anno. 7. Bozcaada, Turchia Famosa per le sue spiagge incontaminate, si è guadagnata l’etichetta di “isola più bella del Mar Egeo” grazie ai milioni di viaggiatori che hanno girovagato tra i suoi vigneti, le taverne e le case colorate. Una visita al monastero ortodosso di Aya Paraskevi è d’obbligo. Situata vicino alla famosa spiaggia di Ayazma, ha una propria festa il 26 luglio, quando i pellegrini accendono candele e portano pietre e arbusti per simboleggiare i loro desideri. È un buon momento per conoscerla e, già che ci siete, fate una nuotata dopo il pranzo in uno dei suoi spettacolari ristoranti sul mare.
Santorini
8. Santorini, Grecia Poche isole sono più conosciute di Santorini. Le sue case bianche attirano ogni anno migliaia di viaggiatori nell’arcipelago delle Cicladi, dove la tranquillità delle sue spiagge si mescola ai mille piani della sua vegetazione selvaggia, alla caldera di un antico vulcano e alle scogliere. A Santorini è possibile rilassarsi e non fermarsi in parti uguali. E se vi piacciono le leggende, ricordate che alcuni collocano qui Atlantide, sostenendo che sia stata distrutta dall’eruzione del vulcano senza lasciarne traccia. 9. Anglesey, Galles L’isola di Anglesey era, al tempo dell’invasione romana, l’ultima roccaforte della cultura celtica. Forse è per questo che è conosciuta come “l’isola dei druidi”, grazie alle numerose storie che sopravvivono ancora oggi. Conosciuta anche come Ynys Môn, ha una superficie di 715 chilometri quadrati ed è la più grande isola del Mare d’Irlanda. Rovine megalitiche, antichi menhir, tombe preistoriche e resti vichinghi sono visibili in tutta l’isola. Una vera chicca per gli amanti dei viaggi nel tempo. 10. Texel, Paesi Bassi Prendere un traghetto e fuggire sull’isola di Texel è sicuramente il piano migliore per chi cerca una destinazione lontana dal caos. In soli 25 chilometri di lunghezza e 9 di larghezza, si trovano le migliori spiagge dei Paesi Bassi, riserve naturali come il Parco Nazionale Duinen van Texel, villaggi fiabeschi e foreste meravigliose in cui perdersi senza guardare l’orologio.
Mallorca
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EALA, la pura essenza del lusso “My lakeside dream” è il sogno di una vacanza che riscopre l’armonia tra anima e corpo
GLI SPECIALI
LUXURY PLACES EALA
“My lakeside dream” è il sogno di una vacanza che riscopre l’armonia tra anima e corpo, dove l’amore per il territorio incontra l’esclusività e l’eleganza di una struttura 5 stelle Lusso a conduzione familiare. Adult friendly e dal cuore green, EALA è un’esperienza di assoluto benessere declinata tra una proposta gourmet di alto livello, guidata dallo chef pluristellato Alfio Ghezzi, e una filosofia di wellness che celebra un viaggio tra acqua, terra e cielo, ispirato alla località di Limone sul Garda e ai suoi panorami. State meditando per un soggiorno a cinque stelle in un luogo esclusivo e unico nel suo genere? La risposta sorge spontanea: recatevi all’Hotel EALA, un 5 stelle Lusso sulle rive del Lago di Garda che la famiglia Risatti ha progettato come un sogno da vivere tra acqua, terra e cielo. Progettato a partire dalla ristrutturazione e dall’ampliamento dell’ex Hotel Panorama, EALA è un gioiello architettonico sulle rive del Lago di Garda inserito in perfetta armonia con l’ambiente, dove lusso e natura comunicano all’unisono. L’edificio interpreta in chiave architettonica il paesaggio circostante, tra le acque del lago e la strada panoramica Gardesana, e traduce il sogno di un comfort legato alla sostenibilità, alla bellezza della natura e alla sua ricchezza. “È la realizzazione di un sogno, quello di creare un hotel che avesse un impatto minimo sull’ambiente e che ne esaltasse le caratteristiche per dare agli ospiti l’opportunità di vivere il lusso della natura, del benessere generato da un’ospitalità di altissimo livello ma genuina” afferma Davide Rossi, terza generazione della famiglia Risatti, proprietaria di EALA. Il progetto, iniziato nel 2019 e terminato nella primavera 2021 è stato reso possibile grazie al lavoro sinergico tra la famiglia Risatti e lo studio GESIA che, forte di una visione dinamica e creativa, ha unito competenze ingegneristiche e architettoniche per dare vita a un edificio so-
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L’Hotel EALA @PhotograficaMangili
stenibile, rispettoso dell’ambiente, ma vocato al lusso. “Forme, colori e tradizioni costruttive autoctone disegnano un progetto complesso che richiama il territorio in ogni sua sfaccettatura: è proprio grazie a questa combinazione di elementi che è stato possibile realizzare una struttura contemporanea, ma perfettamente integrata con il paesaggio” afferma l’architetto Marco Savorgnani dello studio GESIA.
“My lakeside dream” è il sogno di una vacanza che riscopre l’armonia tra anima e corpo, dove l’amore per il territorio incontra l’esclusività e l’eleganza di una struttura 5 stelle Lusso
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LUXURY PLACES EALA
In perfetta sintonia con il territorio, EALA vuole trasmettere il piacere di ritrovare sé stessi attraverso un viaggio autentico ed esclusivo che dalla cucina al wellness, dall’architettura al comfort studiato per ogni singola Suite, racconta i profumi, i colori e gli elementi che contraddistinguono Limone e i suoi dintorni. EALA si trova, infatti, a pochissimi chilomteri dal centro di Limone sul Garda, un piccolo borgo che conquista per i meravigliosi scorci, le acque blu del lago e le limonaie, costruite a terrazze ai piedi della Cima della Mughera. EALA è rifugio di pace e tranquillità che esprime regalità, classe e purezza: caratteristiche associate alla figura del cigno, simbolo a cui è ispirato EALA, che significa cigno in lingua celtica. È il luogo ideale in cui trascorrere un soggiorno alla riscoperta dell’equilibrio tra corpo e spirito, grazie anche alla professionalità e passione di un team giovane e dinamico, garantite da una lunga esperienza nell’ospitalità con continua ricerca della pura essenza del lusso. Progettato per garantire la massima efficienza energetica, l’edificio è stato studiato per integrarsi perfettamente nel paesaggio: all’esterno, grazie ai colori naturali della facciata e al bosco verticale che percorre tutti i piani, si fonde completamente con la roccia. All’interno, l’arredo in stile eclettico, le ampie vetrate che lasciano immergere il visitatore nella natura circostante, il gioco di armonie e contrasti creato attraverso i materiali e le tonalità degli interni, completano questo sogno di bellezza. Concepito come se fosse incastonato nella roccia della Gardesana occidentale, custodisce tra le sue forme sinuose 67 camere tra Junior Suite e Suite distribuite su 6 piani, tutte con terrazzo e vista sul Lago di Garda, impreziosite da dettagli di design e pregiate finiture. Realizzato secondo i più alti standard di certificazione ambientale, dai materiali impiegati nella sua costruzione alle tecnologie che garantiscono una struttura “a energia quasi zero”, EALA rispetta l’ecosistema del lago e dell’ambiente circostante per offrire ai suoi ospiti un lusso in sintonia con la natura e il territorio. Un territorio che è autentica fusione di paesaggi, tradizioni e prodotti esaltati anche nell’alta cucina di Alfio Ghezzi, chef pluristellato che guida il Ristorante Alfio Ghezzi Bistrot e il Fine Dining Senso, in cui artigianalità e maestria si combinano alla natura e al desiderio di offrire piatti raffinati ma contraddistinti da semplicità e rispetto della materia prima.
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Il primo, elegante, vivace e dinamico propone un menu semplice ma attento ai dettagli, il secondo offre un’esperienza gourmet che coinvolge gli occhi e il palato, tra soluzioni architettoniche che inquadrano il paesaggio e piatti di altissimo livello. Completa un soggiorno di puro lusso a EALA, il mondo wellness “EALA Luxury Spa” che dona a corpo, anima e mente l’energia per risplendere, rigenerarsi e ritrovare la pace. In 1500 mq, tra il 6° e 7° piano della struttura, EALA Luxury Spa comprende una sauna pano-
ramica vista lago, piscina indoor, infinity pool esterna, idromassaggio, docce emozionali, percorso kneipp, biosauna, bagno turco, una zona fitness e aree relax dove provare anche esclusivi trattamenti beauty e rituali territoriali di coppia che sfruttano le proprietà di prodotti naturali e materie prime locali, per un profondo rilassamento che sprigiona i profumi del lago. L’ospite verrà accompagnato dal team di esperti EALA in un viaggio sensoriale di puro benessere, per restituire nuova energia a corpo, anima e mente. Completano l’offerta la zona fitness di
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© Carlo Baroni
LUXURY PLACES EALA
circa 80 mq firmata Technogym, e molte attività outdoor, che donano l’opportunità di vivere appieno il Lago e tutto ciò che esso offre, dalle escursioni a piedi o in bicicletta lungo la Ciclovia dei sogni del Garda, al golf, fino a gite in barca o sport acquatici, come windsurf e kitesurf. All’esterno dell’Hotel una spiaggia privata consente agli ospiti di rilassarsi all’ombra di latifoglie, palme e cipressi e permette inoltre l’attracco diretto per taxi boat e barche a vela fino a 10 metri. Un impegno quotidiano che si traduce in un servizio d’eccellenza e un lusso soft e contemporaneo, che fa sentire l’ospite al centro dell’esperienza. Immerso in un contesto paesaggistico e culturale di grande fascino, apprezzato anche da scrittori poeti di ogni tempo, EALA è portavoce di una bellezza genuina, un lusso rinnovato e offre anche l’occasione per un viaggio alla scoperta di luoghi intrisi di cultura, tradizioni e incanto. Numerose le attività outdoor che si possono praticare in ogni stagione, visite o escursioni anche guidate da esperti maestri e impreziosite da servizi a 5 stelle che garantiscono all’ospite le soluzioni adeguate ad ogni esigenza e desiderio. LE ESPERIENZE TERRITORIALI DI EALA LUXURY SPA Ricercare il proprio equilibrio e ascoltare se stessi, compiere un gesto d’amore per il corpo, l’anima e la mente: questa la filosofia di EALA Luxury Spa, un luogo di benessere e relax unico nel suo genere, dove Veronika Miotto, Spa Manager con esperienza ventennale, ha ideato uno speciale progetto che valorizza il Garda e i suoi prodotti. Un approccio olistico, sensoriale e naturale che si traduce in otto esperienze territoriali con cui viaggiare stando fermi sul lettino in cabina. Un menu spa che attinge dagli innumerevoli benefici che la natura gardesana offre, facendo scoprire ogni specifica località attraverso ingredienti come limone, miele del Monte Baldo, lavanda del Lago, olio EVO del Garda, uva o fango termale. “EALA Luxury Spa propone 8 esclusive cabine, di cui una dedicata alla coppia e una chiamata “emotion” dove è possibile vivere esperienze di scrub, impacchi e bagni di vapore unici nel proprio genere. Facciamo il possibile per garantire il massimo del comfort, con un team attento e premuroso alle esigenze di ogni singolo individuo.” Nei 1.500 mq di benessere di EALA Luxury Spa il vero lusso è l’armonia con la natura: un’atmosfera da sogno che richiama nel design gli elementi paesaggistici del Garda e che offre ai suoi ospiti momenti di benessere unici. Sono in particolare le esperienze territoriali a regalare un’immersione nella natura all’insegna del relax.
Veronika Miotto
Come nasce questo progetto e com’è stato reso possibile? “Il progetto delle esperienze territoriali nasce nel 2019, in pieno lockdown, quando l’impossibilità di viaggiare mi ha spinto a pensare come intraprendere un viaggio alternativo: da qui l’idea di proporre all’ospite un percorso sensoriale che attraverso i profumi e le essenze tipiche di un luogo permettesse di scoprirlo, almeno in parte. Ho iniziato una ricerca focalizzata su quei prodotti peculiari che caratterizzano le varie zone del Garda e mi sono mossa personalmente per conoscere piccoli produttori e agricoltori da cui procurare materie prime di qualità, naturali e ricche di profumi autentici.” In cosa consistono le esperienze territoriali? “Ogni esperienza di benessere è ispirata a una delle otto principali località del territorio gardesano: Limone sul Garda, Riva del Garda, Monte Baldo, Bardolino, Sirmione, Colline Moreniche del Garda, Isola del Garda e Salò. In “Limone sul Garda” ad esempio, il limone con le sue proprietà energizzanti, antibatteriche naturali e stimolanti è protagonista di un Body Scrub esclusivo seguito da un Massaggio Sensoriale Total Body specifico cervicale e testa con elisir di Neroli e Olio del Garda. In “Monte Baldo”, invece, sembrerà di intraprendere una passeggiata in uno dei più grandi e variegati giardini botanici d’Europa: si comincia con un Natural
Body Scrub con Farina di Mais macinata a pietra, Miele del Baldo, Yogurt di Malga, essenza di Timo in foglie, fiori di fieno e Erba di montagna; si prosegue con un impacco di Fango Alpino disintossicante che prepara la muscolatura ad un massaggio defaticante specifico con sinergia di Olio e Balsamo all’estratto di Arnica Montana e Iperico, ed infusione di Bacche di Ginepro.” Come scegliere il trattamento più adatto? “Le esperienze territoriali si adattano alle più svariate esigenze di relax e trattamento, ognuno può scegliere quella che più desidera in base alle proprie preferenze, il nostro compito è individuare in base alle necessità dell’ospite quale potrebbe essere la scelta più idonea per sé. Desideriamo donare un rituale unico di totale benessere e relax.” Cosa rappresenta per te questo progetto? “Ho portato a EALA tutto l’amore e l’esperienza maturata negli anni per questo settore, conoscenze e logica che desidero trasmettere direttamente a tutto il mio team, formandolo in ogni più singolo dettaglio di attenzione e cura verso l’ospite. Chiedo loro di mettersi sempre nei panni di chi riceverà il trattamento e di dedicare il massimo dell’esperienza che possono offrire, solo così si creeranno i presupposti per un totale relax in sintonia con l’individuo e, attraverso un’accurata selezione di prodotti organici di prima qualità, lo potranno fare anche nel rispetto della natura e dei suoi preziosi elementi.” EALA LA CUCINA DI ALFIO GHEZZI CELEBRA IL TERRITORIO È un’ode al paesaggio del Garda e alle sue eccellenze, un omaggio all’autenticità custodita nelle materie prime del territorio, prodotte in gran parte con dedizione e amore dalle aziende locali: la cucina di Alfio Ghezzi, eseguita e interpretata dallo chef Akio Fujita, porta a EALA il piacere di intraprendere un viaggio alla scoperta dei sapori e dei profumi del luogo. Lo fa seguendo i valori cardine della sua filosofia, legati alla stagionalità, all’italianità e al rispetto della filiera e dando agli ospiti di EALA - e non solo - la possibilità di scegliere tra due offerte di cucina: l’una formale e dinamica rappresentata dall’Alfio Ghezzi Bistrot, l’altra più raffinata e complessa caratterizzata dal ristorante gourmet SENSO. Protagonisti indiscussi del menu primaverile il pesce di lago e i vegetali di stagione, abbinamenti e ricette che valorizzano l’anima del Garda in tutte le sue sfumature. Una proposta culinaria che vuole valorizzare il territorio, portando in un hotel dal target internazionale l’idea di un’italianità autentica. Riassunto dell’esperienza acquisita negli anni, dalla collaborazione con Villa Serbelloni all’ideazione del concept SENSO al Mart di Rovereto, la cucina dello chef pluristellato adatta al contesto e al paesaggio del Garda la sua filosofia e identità basata sull’utilizzo di materie prime italiane, il più possibile locali, rigorosamente stagionali e prodotte dalla filiera diretta con cui ha tessuto un rapporto di fiducia e continua ricerca della qualità. Una cucina in cui lo chef Alfio Ghezzi ha voluto introdurre anche contaminazioni giapponesi legate alle origini e alle competenze del Resident Chef Akio Fujita, da anni al suo fianco e con il quale condivide una forte sinergia: dai particolari tagli, alle tecniche di lavorazione e al concept del Kaiseki (un pasto composto da molteplici portate a base di ingredienti stagionali). HOTEL EALA www.ealalakegarda.com info@ealalakegarda.com T +39 0365 954613 Via IV Novembre, 86 25010 Limone Sul Garda BS, Italia
Akio Fujita
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Alfio Ghezzi
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★★★★★L LIMONE SUL GARDA ealalakegarda.it
2021 W INNER WORLD LUXURY SPA AWARDS
viaggi
IL COMFORT DI UNA CASA, I SERVIZI DI UN ALBERGO Palazzo Costa Carrù della Trinità a Torino
testi di Rita Bertazzoni
Nasce in Italia Homèl, una nuova categoria nel mondo dell’ospitalità. Un’idea innovativa di accoglienza in appartamenti di design, ambientati in palazzi storici sapientemente restaurati, che offrono al contempo il design e il comfort di una casa e i servizi di un hotel. Una soluzione che mira ad offrire maggiore spazio e benessere agli ospiti con unità abitative “Green”, dotate di certificato verde grazie all’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili. Moderne e arredate con gusto, si trovano in strutture con concierge e servizi centralizzati. Proprio come in albergo. Questo nuovo concetto di ospitalità si deve ad Oriana Suites Group, una realtà apprezzata a livello nazionale, forte dell’esperienza di tre imprenditori sorrentini da anni attivamente
impegnati nel settore del turismo e dell’ospitalità. A loro è venuta l’idea di creare una nuova categoria ad hoc, ovvero il concetto di HOMèL - crasi tra ‘home’ e ‘hotel’ - per significare, appunto, l’atmosfera e gli spazi confortevoli di una abitazione privata con i servizi di un albergo. Il merito va, dunque, a Domenico D’Oriano, Marco Fogliamanzillo e Pasquale d’Esposito, della realtà alberghiera Oriana suites che gestisce appartamenti di design all’interno di prestigiosi palazzi storici, di proprietà di Reali Immobili S.p.A. Le due società collaborano attivamente dal 2015 e negli ultimi sette anni hanno dato vita a quattro prestigiose realtà ricettive a Roma, Verona, Udine e, recentemente, Torino.
A TORINO NELLE SCUDERIE DI PALAZZO COSTA CARRÙ DELLA TRINITÀ L’ultima operazione ha visto la riqualificazione di un notevole palazzo torinese, edificato dalla famiglia aristocratica Costa Carrù nel 1769 in via Giolitti 19. Di grande pregio architettonico, rappresenta un esempio di continuità fra il classicismo settecentesco ed il neoclassicismo piemontese. La parte di via Giolitti, denominata Esedra, era l’ultima rimasta ancora incompiuta in seguito ad una serie di interventi eseguiti negli anni precedenti che hanno portato l’intero complesso alla situazione odierna. La ristrutturazione, sotto lo stretto controllo delle Belle Arti, ha trasformato quelle che erano le vecchie scuderie ed i granai di un tempo, diventati poi in parte uffici ed abitazioni, in 8 unità immobiliari ad uso abitativo. Sono state recupero, con la stessa attenzione, le vecchie cantine al piano interrato, trasformate oggi in spazi comuni. Il rifacimento della corte interna è un disegno in continuità rispetto al cortile aulico esistente. Per questo progetto si è scelto di utilizzare materiali pregiati ed ecosostenibili, in un’ottica green di rispetto per l’ambiente. Mono, bilo e trilocali sono dotati di ogni comfort, con camera da letto, zona giorno con angolo cottura e due bagni. Una soluzione che permette agli ospiti di soggiornare in veri e propri appartamenti, molto più confortevoli delle classiche camere d’albergo, senza però rinunciare a tutti i servizi forniti dagli hotel. ORIANA SUITES, UNA STORIA DI SUCCESSI La società capogruppo del gruppo Oriana si chiama Travel Etcetera e la compagine sociale è formata da Marco Fogliamanzillo, Domenico d’Oriano e Pasquale d’Esposito, amministratore delegato da dicembre 2013, anno in cui cominciò questa interessante avventura imprenditoriale. La Travel Etcetera nasce come tour operator specializzato in escursioni e tour in Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana e cresce esponenzialmente in pochi anni grazie ad innovative intuizioni in un’area a grande vocazione turistica ed alto tasso di competiti-
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vità. Con gli utili maturati nei primi anni di attività, i tre soci decidono di intraprendere una nuova avventura, costituendo una società che si occupa di gestire solo strutture ricettive che non siano hotel convenzionali. La neonata realtà decide, quindi, di specializzarsi in una nicchia di mercato, quella dell’ospitalità in appartamenti, fenomeno in grande crescita nel panorama turistico internazionale degli ultimi tempi. Nel 2015, Pasquale d’Esposito, alla ricerca di unità immobiliari da gestire, entra in contatto con Reale Immobili S.p.A, prendendo in affitto tre meravigliosi appartamenti a Roma, a meno di 100 metri dal Parlamento e a 200 metri dalla Fontana di Trevi. Nel 2018 Reale Immobili S.p.A decide di affidare la ristrutturazione di un meraviglioso Palazzo neoclassico a Verona ad Oriana Suites, che completa l’opera in soli otto mesi, realizzando 11 appartamenti che oggi rappresentano la scelta numero uno sulla città per gli iscritti a Tripadvisor. La partnership con Reale Immobili S.p.A si rafforza ulteriormente nel 2021 ad Udine, in piazza della Libertà, in uno dei palazzi più importanti della città, residenza per alcuni anni del Machiavelli, ad appena 10 metri dalla Loggia del Lionello, mentre nel 2022 inizia la nuova avventura a Torino. In controtendenza rispetto al mercato, che punta a minimizzare i costi spersonalizzando il servizio, l’idea degli imprenditori è quella di fornire assistenza ad ogni singolo ospite attraverso servizi centralizzati, lasciando al contempo una grande autonomia dovuta al tipo di soluzione abitativa offerta: veri e propri appartamenti completamente attrezzati. ORIANA è oggi un modello scalabile e l’idea dei tre imprenditori è quella di poter replicare il format nei centri di altre città italiane ed estere. www.orianahomel.com
I soci Oriana Homel
I SOCI Pasquale d’Esposito – Appassionato di sport, pratica nuoto ad alti livelli agonistici fino al giorno della laurea in Economia aziendale nel 2001. Terminati gli studi, parte per l’Australia per imparare l’inglese. Viaggia per tutto il Paese con i soldi ricavati dalla vendita di un piccolo lingotto d’oro che gli aveva lasciato il
nonno in eredità. L’esperienza all’estero gli fa capire che il turismo è il settore che veramente gli interessa e sul quale decide di investire. Al rientro in Italia, apre il primo bed and breakfast della regione Campania. Seguono nuove aperture similari fino al primo albergo a Sorrento. È lì che conosce Marco Fogliamanzillo, all’epoca suo collaboratore in hotel. Nasce tra di loro un’amicizia e una grande stima reciproca che li porta all’idea di cominciare un business assieme. Decidono, quindi, di fondare la Reve Srl nella quale, l’anno successivo, accolgono Domenico D’Oriano. Domenico d’Oriano - Frequenta l’istituto tecnico turistico ma all’età di 18 anni segue la passione per la gioielleria studiando incastonatura e gemmologia. Il lavoro lo porta spesso in Cina e ad Hong Kong ed è proprio grazie a questi viaggi che vede la possibilità di investire nel mondo delle biciclette elettriche. Insieme ad un altro orafo costituisce una società di noleggio di biciclette elettriche a Meta di Sorrento, un business che si allarga in seguito con il noleggio di imbarcazioni e la vendita di escursioni. Nel 2013 lascia la gioielleria e investe in una struttura turistica nel centro di Sorrento. Nel 2014 entra in società con Marco Fogliamanzillo e Pasquale d’Esposito e si specializza nel Revenue management, diventando il responsabile del reparto marketing e consulenze. Marco Fogliamanzillo - Appassionato sin da piccolo al mondo del turismo, settore nel quale ha un background ormai ventennale, si laurea in economia e gestione aziendale, consegue Master in Marketing Management all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e negli stessi anni accumula numerose esperienze lavorative in prestigiosi hotel e catene alberghiere, come Hilton. Nel 2013 fonda Travel Etcetera, impresa ormai solida che opera nel settore dei tour operator e della gestione alberghiera. Considerata la sua intraprendenza e l’esperienza nel settore, nel marzo 2022 viene nominato componente e Coordinatore della Consulta Turismo e Promozione della città del Comune di Sorrento.
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LUXURY places Quando il turismo sceglie l’eccellenza
VILLA MARINA CAPRI
A PARADISE IN PARADISE Di Rita Bertazzoni
Su una delle isole più belle al mondo, Villa Marina Capri Hotel & Spa è un sogno a cinque stelle per vivere una vacanza di totale relax e benessere in ambienti di grande bellezza ed eleganza, l’unico albergo di Capri con parco mediterraneo privato affacciato sul mare, piscina, solarium, amache e spazi per sognare. C’è tutta la storia di Capri in questo boutique hotel affacciato sul mare che ha come orizzonte il Golfo di Napoli e il Vesuvio. A Villa Marina si respira ancora l’atmosfera speciale di un’epoca d’oro, quando l’isola era il “buen retiro” di artisti, scrittori, poeti, star del cinema, capi di Stato e di tutto il jet-set internazionale che si dava appuntamento nella celebre piazzetta per un caffè o un aperitivo. UNA STORIA ANTICA E SEDUCENTE Capri ha sempre avuto un’aura magica. Nell’antichità era riuscita a stregare i Greci che l’avevano denominata l’isola delle sirene, ma è nel primo Dopoguerra che cominciò a diventare quello che è ora, grazie all’arrivo di un élite di villeggianti che arricchì il posto di scambi culturali e di edifici di pregevole architettura. È in questo periodo, precisamente nel nel 1924, che nacque Carmì, venuta alla luce proprio a Villa Marina, che ancora oggi continua ad essere abitata dal suo ricordo e dalle sue affascinanti storie. Carmì si laureò in lingue per il desiderio di comunicare con il mondo e abituò i tre figli a vivere con la porta spalancata agli amici e con la curiosità verso tutte quelle persone che, anche inaspettatamente, varcavano quell’uscio. Uno spaghetto alla chiummenzana, rigorosamente con basilico e origano appena colti in giardino, un raviolo con la caciotta fresca, un’insalata di pomodori o un piatto di totani e patate qui non mancavano mai. A questa originaria e spontanea vocazione per l’ospitalità si aggiunse un tocco di squisita eleganza e l’allure tipica dei salotti inter-
C’è tutta la storia di Capri in questo boutique hotel affacciato sul mare che ha come orizzonte i l Golfo di Napoli e il Vesuvio
nazionali grazie ad un’ebrea tedesca in fuga dalle persecuzioni naziste, Margì, che arrivò a Capri durante la Seconda guerra mondiale, successivamente sposò un caprese e si unì alla famiglia di Carmì. A quell’epoca Villa Marina era un porto in cui si incrociavano le storie, i racconti, gli aneddoti portati dal vento insie-
me ai turisti, nei quali si sentiva il profumo delle genziane dell’Arco Naturale di Palinuro o il sapore aspro delle more della Migliera. Insomma, una sorta di internet ante-litteram. OMAGGIO ALLA SANA LENTEZZA Oggi questo hotel ha conservato il meraviglioso impasto di atmosfere casalinghe e internazionali. Con i figli di Carmì che, amando stare in questo posto, hanno trovato il modo di viaggiare incontrando il mondo a casa propria. Una casa, come continuano a chiamare Villa Marina, che curano in ogni dettaglio, dalla singola pietra alla singola roccia, dalle camere dedicate a 22 personaggi che hanno vissuto Capri (Neruda, Trampolini, Depero, Malaparte e altri), ai giardini panoramici sul mare che lo sguardo di Carmì ha modellato negli anni, tra bouganville, gerani, rose, belle di notte e gli agapanti simbolo dell’amore, in un’esplosione di colori e profumi, oggi sotto le cure premurose del giardiniere Alfonso. Anche gli arredi e le strutture di fine design e delicata creatività contemporanea sono curati nei particolari, rientrano nei più elevati stan-
dard alberghieri senza però scivolare nell’impersonalità e ogni anno sono rinnovati grazie all’impronta degli architetti Massimo Esposito e Valentina Pisani. Villa Marina Capri Hotel & Spa è un luogo che omaggia il sacro otium dei romani, quella sana lentezza del vivere che fa rallentare il ritmo per consentirci di accorgerci e nutrirci delle bellezze che ci circondano. Questo richiamo alla lentezza Villa Marina lo comunica anche nella scelta del lessico. La Spa, ad esempio, ha un nome che è un invito: “Stai”, ovvero resta, riposati, lasciati coccolare da mani sapienti, lasciati inebriare dagli effluvi degli oli e delle lavette imbevute con le gocce dei limoni raccolti nel giardino e nell’orto. AVVOLTI NELL’ARTE Di sera, quando Capri s’infiamma al tramonto, Villa Marina Capri accoglie gli ospiti nelle sue 22 camere e suite, ognuna diversa dall’altra, ognuna custode di un oggetto o un’opera d’arte appartenuta ad uno degli artisti che hanno segnato la vita di Capri. Neruda, Munthe, Malaparte, Marinetti: la loro forza visionaria e poetica sopravvive e avvolge in un’aura accattivante e seducente questi spazi, luoghi dell’anima fatti di silenzio e serenità, dove ascoltare la storia dell’isola raccontata da materiali preziosi, tessuti pregiati e forme essenziali, letti a baldacchino, sale da bagno in cristallo, marmo e mosaico. La dolce vita della Capri old-style ispira le raffinatissime Pool Suite con romantico salotto privato, piccola biblioteca e l’esclusiva terrazza allestita con chaise longues, divanetti e grande piscina idromassaggio affacciata sul mare. ZIQU RESTAURANT & TERRACE È nell’orto di Villa Marina che l’executive chef Manuele Cattaruzza trova buona parte degli ingredienti freschi per la cucina del ristorante
l’unico albergo di Capri con parco mediterraneo privato affacciato sul mare, piscina, solarium, amache e spazi p er sognare
Ziqu, zucchine, pomodori, prezzemolo, timo, melissa, rucola, basilico, peperoni e molto altro, coltivati in modo del tutto naturale. Il ristorante del boutique hotel è un luogo suggestivo dove è possibile cenare anche all’aperto godendo della spettacolare vista del mare di Capri. Così l’esperienza del gusto diventa indimenticabile per il palato e per la vista. Cattaruzza propone una cucina fondata sulla tradizione mediterranea, fatta soprattutto di pesce e di prodotti del territorio, ispirata ad antiche ricette capresi rivisitate in chiave moderna con raffinatezza, esaltando i sapori e gli aromi locali con un tocco innovativo e creativo. Tra le specialità della casa si assaggia la Ricciola alla Griglia: tartare e carpaccio di ricciola, accompagnato da patate pestate al cren e una maionese di pomodoro frullati e montati all’olio d’oliva extravergine. Per un aperitivo o uno spuntino ci si ritrova al Pool Aria Bar, così chiamato per quel vento libero e profumato che aleggia in questa “casa”. Qui il barman Antonio non manca mai
di personalizzare i cocktail con qualche stuzzicante novità. STAI SPA In un ambiente elegante e rilassante, arricchito da materiali naturali come la pietra e il marmo, la Stai Spa promette un’appagante esperienza di benessere del corpo e della mente, una remise-en-forme completa basata sulle più antiche e consolidate tecniche di ricerca dell’armonia psico-fisica e sui più recenti metodi antiaging. Fra le varie proposte, si possono provare sauna, bagno turco, doccia emozionale e piscina a sfioro con getti idromassaggio, percorso benessere per purificare la pelle, riattivare la circolazione e stimolare il sistema immunitario. E si può provare il romantico massaggio di coppia su percorso di petali di rose del giardino. Accoglienza, cordialità e aria di casa. È questo il mix vincente di Villa Marina dove ogni arrivo è vissuto come l’arrivo di un amico. Qui c’è sempre un sorriso che fiorisce davanti a chi si presenta, tra un abbraccio da parte dell’adorabile Federica, la dolce fermezza di zia Francesca e la mano sapiente del direttore Nicola Sansone.
www.villamarinacapri.com
LUXURY places Quando il turismo sceglie l’eccellenza
dimore esclusive per ritrovarsi
CASTEL STEINBOCK
A CURA DI MARCO MORELLI
CASTEL STEINBOCK LUXURY SUITES - SOULFUL FOOD È la nascita di una dimora esclusiva, destinata a individual-edonisti. Con 12 suite di lusso Elisabeth Rabensteiner riaprirà la sua residenza agli ospiti dal 14 aprile 2022. In tempi passati si riteneva che, nel caso di grandi opere architettoniche, si dovesse sempre perseguire l’opulenza e la complessità del design. Elisabeth Rabensteiner, giovane proprietaria del Castel Steinbock di Villandro, sconfessa e supera questa concezione e ristruttura con amore e dedizione la tenuta storica di famiglia affermando che il miglior risultato, il vero valore aggiunto, si ottiene ristrutturando un edificio ispirandosi al concetto dell’essenzialità di lusso. Primo passo: la riduzione delle sistemazioni da 21 a 12. E poiché l’intera storia s’impernia sul ristorante Gourmet, Rabensteiner concentra la vera ragione per un soggiorno allo Steinbock su pochissimi elementi chiave, sviluppati alla perfezione: riposo eccellente e piaceri del palato eccezionali.Diversamente dalla tipica, sconfinata proposta degli Hotel di lusso, qui troviamo un concetto volutamente puristico di essenza del soggiorno e ridotto secondo la filosofia “qualità anziché quantità”. Le mura storiche sono intrise di calore, tanti angoli nascosti e le due caratteristiche “Stube” invitano a godersi momenti di tranquillità e piacere. Castel Steinbock si trova a Villandro, un suggestivo paese a 880 metri di quota a pochi minuti da Chiusa e a circa 30 minuti da Bolzano, sul versante orientale delle Alpi Sarentine e precisamente sotto l’Alpe di Villandro, il secondo alpeggio più grande d’Europa, situato a 2.509 m. Una curiosità: nel comune di Villandro si individua anche il centro geografico dell’Alto Adige
Le Stuben CASTEL STEINBOCK
Chef Tomek Kinder
Notti da fiaba Nelle 12 Suite troviamo pareti intonacate in argilla, parquet centenari, mobili in legno di wengé arrotondati, pietra locale e luce soffusa, radiatori in ghisa realizzati appositamente per la tenuta dal grande fascino retrò unito ad un’inerzia termica e una diffusione del calore senza pari. L’immensa bellezza della semplicità come essenza per momenti di vita esclusivi rivive in ogni dettaglio, anche nell’Honesty-Bar, presso il quale ogni ospite potrà servirsi come se fosse a casa sua. Infine, una sensualità allo stato puro pervade i momenti nelle saune private e negli eleganti bagni di Antonio Lupi. Ognuna delle 12 Suite è un piccolo capolavoro unico e individuale.
CASTEL STEINBOCK, Da sempre un buen retiro devoto al piacere,oggi un progetto di vita, di passione e visione
Gastronomia premiata 2 Stuben pensate per condividere l’amore per le specialità enogastronomiche, magistralmente orchestrate da Tomek Kinder, Chef premiato con due toque Gault-Millau e spirito cosmopolita, che custodisce l’Alto Adige nel cuore proponendo una cucina casereccia, ispirata alle osterie, resa contemporanea, dove i gusti di una volta si fondono con tecniche ed esigenze attuali. Stube del tribunale: un’atmosfera serena, tipicamente autentica che rasserena cuore e spirito. La Stube del tribunale accoglie gli ospiti della residenza in un ambiente contraddistinto dal calore e profumo del legno e dal panorama sul centro storico di Villandro per la prima colazione Royale (fino alle ore 11.00) o una cena informale. Stube Defregger: 8 tavoli, 300 anni di storia e 1 filosofia culinaria. Fiore all’occhiello è la quintessenza di un affascinante viaggio gastronomico curato dallo Chef Tomek Kinder. Le Stube Defregger accolgono il Fine Dining di Castel Steinbock, dove è possibile scegliere uno
dei menù di Tomek Kinder, di cui uno vegetariano, da comporre e mixare à la carte. Stain: lo Stain, noto già nel 1750 come “Stainbock Wirtstafern”, è l’estensione informale per il pranzo del Fine Dining di Castel Steinbock. Il menù porta sempre la firma di Tomek Kinder ed è caratterizzato da pietanze ricercate della cucina dello Stain, premiata Gault Millau, a base di prodotti regionali dalle sfumature mediterranee e specialità stagionali che danno vita a emozionanti creazioni. Tariffe da 330 euro per Suite/notte con la prima colazione Royale, servita in Suite senza supplemento o presso la Stube del tribunale. Si cena e pranza à la carte. Castel Steinbock Villandro – Italia W.: www.zumsteinbock.com T.: +39 0472 843 11 GNOLLHOF **** UN INVITO ALLA RISCOPERTA DELLA LENTEZZA. Lentezza. Pare essere davvero questo il vero lusso dei nostri tempi. In un’epoca che corre senza sosta, forse è arrivato il momento di riconsiderare il concetto di tempo. E rallentare, decelerare, imporsi ritmi nuovi. Nessun luogo più del Gnollhof**** sembra adatto allo scopo: qui, grazie all’aiuto della natura e dei boschi intonsi che circondano la struttura, viene istintivo bloccare le lancette dell’orologio, respirare e valorizzare ogni secondo. Per guardarsi intorno e apprezzare tutta la bellezza dello scenario delle Dolomiti e della Valle Isarco, circondati dal profumo di resina e di erba e dal silenzio avvolgente. Non per niente dal 1888 il Gnollhof, situato a 1.160 s.l.m., è la meta d’elezione dei bon vivant che desiderano immergersi nella purezza della natura, rigenerare i sensi e l’anima in una SPA dal panorama assoluto e gustare sapori e aromi autentici del territorio
HOTEL GNOLLHOF
HOTEL GNOLLHOF
sali marini, il campo da tennis immerso nel bosco. L’interior contemporaneo dall’ampio respiro e le vetrate a tutt’altezza che caratterizzano la struttura permettono di godersi la vista sul verde da ogni angolo dell’hotel.
Al Gnollhof, a pochi minuti dal borgo di Chiusa (BZ), la natura è protagonista di ogni esperienza
Osservare, respirare, camminare L’imperativo qui è rallentare e sciogliere lo stress nelle 54 camere e Suite super-panoramiche, dedicarsi alle attività nel verde e rilassarsi in aree benessere circondate solo ed esclusivamente da tinte verdi che non si perdono mai d’occhio. Basta una semplice camminata nel cuore del bosco per dilatare il tempo e sentirsi subito rigenerati, complice il contatto diretto con Madre Natura. Invitano a rallentare i ritmi anche le terrazze, gli infiniti spazi relax, le piscine riscaldate di cui una panoramica esterna a sfioro, una interna e una nel giardino, la sauna panoramica e alle erbe, il Vitarium, il bagno turco classico e ai
Novità estate 2022 I trattamenti Comfort Zone La Spa del Gnollhof è il posto perfetto per proseguire il proprio percorso di decelerazione. Novità dell’estate 2022 sono i trattamenti firmati Comfort Zone, brand italiano presente nelle migliori Spa del mondo, che propone prodotti viso e corpo particolarmente ricchi di eccipienti naturali, prodotti negli stabilimenti del Davines Village di Parma. Comfort Zone crea formule sostenibili, efficaci e sensorialmente raffinate, che uniscono il meglio di scienza e natura per offrire esperienze uniche. Ne è un esempio il Trattamento Tranquillity TM, un rituale confortevole, che aiuta a rilasciare completamente le tensioni di corpo e mente. La sinergia preziosa di texture delicate senza siliconi e composte per il 96% da ingredienti di origine naturale con il blend aromatico Tranquillity TM di esclusivi olii aromatici di legno di cedro e arancia dolce, sandalo e geranio, abbinati al potere del massaggio decontratturante, favorisce una sensazione di relax totale (50 minuti, 90 euro). Facilmente raggiungibile, all’uscita di Chiusa dell’A22 del Brennero si svolta immediatamente a destra per Gudon, un paesino di 500 abitanti a una manciata di chilometri da uno dei borghi più belli d’Italia, la cittadina di Chiusa. Ci si inerpica per 5 chilometri tra boschi e prati e si sbuca in una radura in mezzo ai larici, ai pini, agli abeti secolari: incastonata nel bosco, ecco l’oasi di pace e silenzio che ospita il Gnollhof ****. Tariffe a partire da Euro 108,- per persona con la ricca pensione ¾ (prima colazione, spuntino di mezzogiorno a buffet con zuppe, insalate e dolci, cena di 4 portate), utilizzo del centro benessere e del campo da tennis. Hotel Gnollhof **** Chiusa Tel. +39 0472 847323 www.gnollhof.it
dAS HOTEL EDEN
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Per la tua estate nella splendida Seefeld Il DAS HOTEL EDEN, l’Hotel a quattro stelle superior, coccola i suoi ospiti con un benessere esclusivo e una cucina altrettanto pregiata. Non per niente l’altopiano di Seefeld è chiamato anche “posto al sole”. Le giornate estive sono fantastiche da vivere e il biotopo nel giardino dell’Eden è un luogo accogliente ed ideale per prendere il sole. Prenotabile a partire da Euro 101,00 a persona in camera doppia con mezza pensione. Potete trovare interessanti offerte sul nostro sito web all’indirizzo: www.eden-seefeld.at
MAGNIFICA NATURA MONTANA PER FARE ESCURSIONI, ANDARE IN BICICLETTA, GIOCARE A GOLF O SEMPLICEMENTE RILASSARSI SULL’ALTOPIANO.
Contatti: DAS HOTEL EDEN****S Münchner Straße 136, A-6100 SEEFELD IN TIROL info@eden-seefeld.at - www.eden-seefeld.at
T +43 521250495
das hotel eden
viaggi
svizzera, non solo orologi e cioccolata di elena cardinali
Solo trenini, montagne, fonduta e orologi a cucù? La Svizzera è tutta un’altra cosa dai soliti stereotipi. Sorprendente e molto articolata nelle sue proposte. Vicina all’Italia, facile da raggiungere anche in treno, anzi consigliabile, questo Paese alpino offre suggestioni per tutti i visitatori, da chi ama una vacanza immersi nella natura a quelli appassionati di arte. E ai visitatori tutte loro card per poter usufruire di notevoli agevolazioni per l’utilizzo dei mezzi pubblici, per l’entrata ai musei e altre attività. BERNA Partiamo dalla capitale federale, che dal 1983 è iscritta al patrimonio mondiale dell’Unesco. Oltre ad una serie di musei, come quello di Belle Arti e il Zentrum Paul Klee, dove sono previste diverse mostre per l’estate, da vedere c’è il Giardino delle Rose dove ne fioriscono circa 250 tipi e dal ristorante si gode una vista unica sul centro storico di Berna. Il Giardino botanico, con la sua varietà di piante provenienti da tutto il mondo è pure il punto di
partenza di un nuovo itinerario a piedi: la passeggiata nel verde lungo le rive dell’Aare, 6,3 chilometri da percorrere lungo il fiume che permettono di immergersi nella natura e di raggiungere diverse oasi urbane, fra cui i giardini inglesi, il Parco degli orsi, il Marzilibad, il Parco zoologico Dählhölzli e il Parco Elfenau con la sua golena. La parte vecchia della città è caratterizzata da attrazioni come il Palazzo federale, la Zytglogge (Torre dell’Orologio) e la Cattedrale mentre chi è alla ricerca dell’altitudine la può trovare sul Gurten, la montagna locale sa 858 metri d’altezza, facilmente raggiungibile in funicolare. Gli ospiti che soggiornano nella capitale per una notte o più ricevono il Bern Ticket, che dà diritto a recarsi gratis su questa vetta. Numerose piste ciclabili permettono escursioni piacevoli e rilassanti. E la cucina locale è una scoperta che si può fare tra ristoranti nel cuore della città, nei parchi o sulle rive dell’Aare Berna. Sulle colline dell’Emmental, la patria del famoso formaggio Emmental AOP si può visitare il Caseificio dimostrativo della regione per osservare la produzione, fabbricare il proprio formaggio, gustare piatti tipici.
Berlin Awards
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BASILEA Basilea è considerata la capitale culturale della Svizzera, non solo perché qui, dal 1661, si trova la più antica collezione d’arte pubblica, ma anche perché la città, grazie ai suoi musei conosciuti a livello internazionale e agli eventi importanti, si è trasformata velocemente in uno dei centri nevralgici del mondo dell’arte. Vi piace l’arte? C’è da scegliere tra 40 musei, una realtà unica nel suo genere in Svizzera. La Fondation Beyeler è il museo d’arte più visitato in Svizzera e attrae turisti con mostre di arte moderna e contemporanea, al Tinguely sono custodite le opere più famose dell’artista svizzero Jean Tinguely e al Kunstmuseum Basel, la collezione d’arte pubblica più antica del mondo, è possibile ammirare opere che spaziano da Holbein a Picasso e mostre temporanee. Basilea è inoltre intrisa di fascino
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per l’architettura e il design: la presenza di residenze signorili classiche, chiese medioevali ed edifici moderni progettati da archistar di fama mondiale crea contrasti entusiasmanti. D’estate le sponde del Reno si animano. Gli abitanti di Basilea si godono pure delle nuotate nel Reno. Chi scende nel fiume e si lascia trasportare dalla corrente fino al centro storico e chi trascorre una delle tante tiepide notti estive sulle sponde del Kleinbasel ha l’impressione che il Mediterraneo non sia poi così lontano. Gli indumenti possono essere mantenuti asciutti nel colorato «Wickelfisch», una sacca a forma di pesce creata proprio a Basilea. ZURIGO L’avreste detto? A Zurigo ci sono 1.200 fontane, una delle città che ne ha di più al mondo, il che fa diminuire sensibilmente lo spreco di bottiglie di plastica. Le più suggestive sono nel centro storico come la fontana delle amazzoni del 1430, la fontana di Lindenhof del 1667 che rappresenta il coraggio degli zurighesi nello scacciare gli assediatori austriaci e la fontana di Alfred Escher del 1889 che ingloba le imprese più importanti del politico. L’importanza del green per la città si rispecchia anche nella sua arte culinaria. Numerosi i bar e i ristoranti che vivono all’insegna della sostenibilità e delle pratiche antispreco. Quando si è a Zurigo, non può mancare una visita al “Cafè Boy” dove gli ospiti siedono in grandi tavolate per fare amicizia e discutere di cultura e politica. Ordinando il menù “Food Waste”, che supporta la sostenibilità, verrà presentato un piatto a sorpresa. Rechberg 1837, invece, con le sue pareti tinte di verde smeraldo, riporta i suoi ospiti indietro nel tempo con gustosa carne delle fattorie locali e una varietà di verdure antiche ormai rare. Gli amanti dei picnic all’aria aperta possono invece godersi una poke di Quai Cafè o il pane fragrante e attento a tutti i tipi di esigenze di John Baker, sui prati fioriti dei numerosi parchi della città di Zurigo. Dal Waid si può ammirare la suggestiva vista della città dall’alto mentre per le coppie che desiderano un pranzo romantico tra alberi in fiore e ville storiche, Rieterpark e il parco Patumbah sono dei luoghi ideali. Chi ama lo shopping sostenibile, può fare visita a Circle, un eco concept store nel cuore della città, e poi a seguire Kari Kari con la sua filosofia slow fashion. Per gli amanti del vintage invece ReWork, The New New e Marta Flohmarkt. Ma si può anche fare trekking nel verde in compagnia dei lama, grazie agli splendidi animali del maneggio GoldenLama, oppure prendere il battello per una gita sul Lago di Zurigo. LOSANNA A Losanna è stato assegnato il Premio “Destinazione culturale Emergente 2021/2022” ai Leading Culture Destinations (LCD) Awards di Berlino. Un riconoscimento che il New York Times definisce “L’Oscar della cultura” e che dà un ulteriore slancio alla capitale del Vaud a pochi mesi dalla inaugurazione di Plateforme 10, il nuovo quartiere delle Arti sorto sull’area di un ex deposito ferroviario, che riunisce il MUDAC (Museo di Arte Contemporanea e Design) e Photo Elysée (nuova denominazione del Musée de l’Elysée) nel padiglione progettato dagli architetti portoghesi Manuel e Francisco Aires Mateus, due edifici di architettura contemporanea destinati ad ospitare mostre realizzate con le collezioni custodite dai musei, spesso espressione di avanguardie artistiche e nuove tendenze che qui trovano uno spazio espositivo di grande respiro. Si tratta inoltre uno spazio di vita accogliente e accessibile a tutti e ospita punti di ristoro, per il relax, boutique e librerie. Plateforme 10 riunisce tre musei e le Fondazioni Toms Pauli
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e Félix Vallotton ed è ubicato sul sito che occupava i vecchi capannoni coperti delle locomotive. Ha aperto al pubblico da ottobre 2019 con l’inaugurazione del Museo d’arte cantonale. Tutta al femminile la direzione dei due nuovi musei. Chantal Prod’Hom, direttrice del Mudac, presidente del consiglio di amministrazione di Plateforme 10, ha un forte legame con l’Italia dove è stata amministratrice delegata di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione e arti visive fondato a Treviso da Luciano Benetton e Oliviero Toscani. Da non perdere il Museo Olimpico, vero santuario della più grande manifestazione mondiale legata allo sport, che ospita esposizioni interattive, documenti, film e raccolte di oggetti pregiati, dall’antichità greca fino ai giorni nostri. Il museo è il maggiore centro di informazioni sui Giochi Olimpici a livello mondiale. Molto particolare, poi, la Collection de l’Art Brut che presenta le creazioni di autodidatti, spesso degli emarginati, dei detenuti o degli internati, un percorso emozionante quanto sorprendente per la sua originalità e la forza della sua espressività. In questa storica città che si affaccia sul lago Lemano, piena di stradine suggestive, tanto cara a George Simenon, il “papà” del commissario Maigret, si possono fare piacevoli esperienze anche a tavola. Oltre ai locali dove godersi piatti tradizionali, e molto golosi, come la salsiccia vodese con gratin di porri o il classico purè di patate, alla Brasserie de Monthebon o al Cafè des Philosophes, o la classica fonduta dello storico Pinte Besson, ci sono molti nuovi locali di tendenza, dove giovani chef propongono piatti innovativi, come il Sardine nella zona nord della città. Losanna è anche una zona vinicola e sorseggiare qualche calice di vini locali sarà davvero una bella esperienza.
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viaggi
TUNISIA - HAMMAMET, IL PARADISO DEGLI ITALIANI testi e foto di Giorgio ceccarelli
Ho trascorso una ventina di giorni, a marzo e a maggio, in Tunisia nella bellissima Hammamet.Il volo da Roma a Tunisi dura 1 ora. Ho parlato con moltissimi italiani che si sono trasferiti per motivi economici (solo una detrazione del 5% sulla pensione) e con molti tunisini che mi hanno spiegato il buon rapporto che hanno instaurato con gli italiani che hanno trasferito la residenza in Tunisia. Ho viaggiato in quasi tutta l’Europa ma non ho mai avuto la stessa simpatia, accoglienza, educazione, rispetto e amicizia che ho provato stando in questi giorni ad Hammamet. Lo stipendio medio dei tunisini è di circa 150 euro. Un taxi può costare anche 1 euro. Il gas, l’acqua e la corrente costano pochissimo (pochi euro ogni tre mesi). I mercati sono fornitissimi di prodotti straordinari i cui sapori
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in Italia abbiamo dimenticato: pomodori, frutta, verdura e pesce (lo pescano a riva con le reti stando in piedi dentro il mare) dal sapore unico che riporta ai prodotti dell’Italia negli anni 60/70. Indubbiamente la vita in Tunisia è molto economica per gli italiani che vivono sei mesi in Italia e sei mesi all’estero: una cena al ristorante a base di pesce può costare anche solo 10 euro. Molti coniugi in pensione si sono trasferiti per mandare i soldi che risparmiano ai figli che vivono in Italia. E con loro ci sono i padri separati che con il mantenimento alle ex mogli e ai figli non hanno più una vita decente in Italia: con il loro trasferimento possono avere una vita dignitosa e possono inviare i soldi per la famiglia. In Tunisia le famiglie sono numerose ed ogni famiglia ha almeno due figli. Il problema dell’Italia, più morti che nascite, non c’è. Lo sostengo da 20 anni che se in Italia non viene introdotto il contratto prematrimoniale non si fanno più figli e famiglia. In pratica siamo un popolo in estinzione. Nessuno si è mai chiesto perché un uomo di 40, 50 e 60 anni continua a vivere da solo per propria scelta: hanno il terrore di separarsi e perdere, figli, casa e mezzo stipendio.
La Tunisia va visitata perché unisce come poche Nazioni l’utile (si risparmia moltissimo) al dilettevole (mare pulitissimo, cucina fantastica e ottima accoglienza dei tunisini). Ho potuto parlare con alcuni tunisini proprietari o gestori di ristoranti che hanno conosciuto personalmente Bettino Craxi che mi hanno confermato che i suoi comportamenti nei confronti dei tunisini poveri hanno rinforzato i rapporti tra tunisini e italiani. Bettino morì il 19 gennaio del 2000 e volle che la sua tomba fosse orientata verso l’Italia. Sulla lapide che ho visitato e fotografato c’è la scritta “la mia libertà equivale alla mia vita”. Non sono mai stato un suo ammiratore ma dato che sono romano mi capita sempre di “dare a Cesare quel che è di Cesare”. Mi ha fatto piacere sapere dai tunisini che lo hanno conosciuto personalmente che Bettino ha lasciato un buon ricordo in Tunisia e quei suoi comportamenti hanno consolidato una grande vicinanza con tutti gli italiani. A luglio tornerò e finirò un interessantissimo reportage sul diritto familiare tunisino rispetto a quello italiano. Le separazioni e i divorzi hanno molte diversità e devo ammettere anticipatamente che quelle tunisine mi piacciono moltissimo...
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viaggi. Polonia sicura e solidale
Riapre Varsavia La città di Chopin
di anna maria catano
A
ndare a Varsavia per un long weekend. O, meglio, dedicare una settimana alla verde Polonia e raggiungere poi Lodz, città post industriale nel cuore dell’Europa, riconvertita al turismo, allo shopping, alla gastronomia. E’ un Paese accogliente, ordinato e sicuro quello che riapre al turismo dopo due anni di pandemia. Un Paese europeo che sta dando in questi mesi di guerra grande prova di solidarietà. Ma non pensate di vedere profughi o disordine per le strade e nelle stazioni. La vita scorre serena, i ristoranti sono pieni, come gli hotel, i musei, le sale per i concerti. Ed infatti non si può non cominciare che da qui. Dalla Varsavia di Fryderyk Chopin. Tutto parla del famoso compositore. Dalle panchine sonore alle strisce pedonali che, per un omaggio al grande musicista, sono a forma di tasti di pianoforte. La domenica è d’obbligo fermarsi ad ascoltare qualcuno dei numerosi concerti gratuiti all’aperto al parco Lazienki, accanto alla statua di Fryderyk. Imperdibile poi il giro per la coloratissima Città Vecchia, ricostruita interamente sui quadri di Canaletto. Varsavia è una città segnata dalla Storia, ma ormai moderna o ricostruita. Il Ghetto – raso al suolo dai nazisti come oltre il 75% della città - non esiste più. Ma due interessanti musei, quello di storia degli ebrei polacchi e quello dell’insurrezione di Varsavia, vi riporteranno indietro nel tempo. Esattamente come la vista del Palazzo della Cultura e della Scienza, dono di Stalin ai polacchi nel 1956 ed icona della città, che permette di immergersi nella realtà del grigio periodo della successiva dominazione sovietica. Gli abitanti lo chiamano “Il mostro”, ma ormai è parte integrante dello skyline cittadino. Dal terrazzo panoramico del 30esimo piano si coglie invece l’essenza della città contemporanea con i suoi numerosi grattacieli, tra cui quello, avveniristico, a firma dell’archistar Daniel Libeskind che svetta inclinato accanto al Palazzo. La movida si riversa sulle sponde del lungo Vistola tra caffè, punti panoramici, trampolini, spiagge fronte fiume, ristoranti alla moda. Nel Parco multimediale delle Fontane, nei fine settimana estivi, si tengono spettacoli di luci, suoni e laser all’aperto. A meno d’un paio d’ore di treno dalla capitale si visita Lodz, interessante esempio di area industriale interamente rigenerata. La Manufaktura, imponente edifico di mattoni rossi, ex fabbrica tessile che all’inizio del Novecento dava lavoro a 6000 operai, oggi è uno dei più grandi centri commerciali e di divertimento della Polonia, come del resto tutte le numerose fabbriche del centro urbano. All’interno oltre 300 negozi, musei, caffetterie, cinema, hotel. Lungo la Piotrkowska, la via principale, 4,2 km, tra edifici sontuosi, case diroccate, palazzi decò, chiese, murales si coglie lo spirito del tempo passato e
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Il Palazzo della Scienza e della Cultura, dono di Stalin, e l’avveniristico grattacielo dell’archistar Libeskind ben rappresentano lo spirito della capitale polacca
forse non del tutto ancora metabolizzato. Lodz ha interpretato i tanti passaggi e compromessi del Novecento perché è anche stato un impor-
tante punto di riferimento della cinematografia dell’Est Europa. Qui hanno studiato e lavorato registi del calibro di Polansky, Zanussi, Waida.
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viaggi
DIGIONE, CAPITALE DELLA GASTRONOMIA E DEL VINO Di Rita Bertazzoni (Photo armando nocco)
Cresce la richiesta di viaggi dedicati alle food experience, una tendenza che si conferma da anni e che, secondo il rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2021, riguarda il 55% degli italiani. I food&wine lovers chiedono di incontrare chef, visitare mostre a tema, assaggiare, degustare, seguire corsi e masterclass di cucina ed enologia, mettere letteralmente le mani in pasta, esplorare un vigneto, raccogliere frutti e ortaggi nell’orto, partecipare a un laboratorio di mixology o a una lezione di alta pasticceria, sperimentare il patrimonio di conoscenze e tradizioni gastronomiche di un popolo. È ciò che promette la Cité internationale de la gastronomie et du vin (Città internazionale della gastronomia e del vino) che il 6 maggio scorso ha aperto i battenti a Digione, alle porte della città storica in una vasta area di 6,5 ettari dove fino al 2015 erano ospitati i servizi ospedalieri. Un grandioso progetto culturale e di riqualificazione urbana con risvolti in campo turistico e commerciale per Digione e per l’intera Borgogna-Franca Contea. Un luogo eccezionale per celebrare l’art de vivre francese.
TEMPIO DELLA GASTRONOMIA E LUOGO DI CULTURA Nel cuore della città, a due passi dalla stazione cittadina e al km 1 della Route des Grands Crus, la Cité de la gastronomie e du vin si sviluppa intorno all’antico Ospedale del 1204. Agli edifici costruiti tra il XV e il XVIII secolo si sono aggiunte nuove architetture contemporanee che convivono con il patrimonio storico e una zona verde di tremila metri quadri con alberi monumentali tutelati. Tra spazi dedicati a mostre temporanee e permanenti, boutique gastronomiche, scuole di cucina, tra cui la celebre Ferrandi di Parigi, una libreria tematica collegata alla Librairie Gourmande (la più antica e importante nel mondo, dedicata alla gastronomia e all’enologia), un villaggio gastronomico con cantine e ristoranti, 9 sale cinematografiche, uno spazio dedicato alle start-up, il vino e la cucina francese vengono celebrati in tutti i loro aspetti storici, culturali, scientifici. Nella Cave de la Cité, uno spazio di oltre 600 metri quadrati su tre livelli, si fanno degustazioni guidate e personalizzate con un’offerta giornaliera di 250 vini al bicchiere provenienti da oltre 3.000 referenze d’annata di tutto mondo, e in particolare della Borgogna, accompagnati da una selezione dei mi-
gliori prodotti locali selezionati da Eric Pras, chef della Maison Lameloise, l’unico ristorante tre stelle Michelin della regione. Il celebre chef cura anche i menu degli altri ristoranti del distretto gastronomico: la Table du Chef (cucina gourmet a base dei grandi vini di Borgogna) e il Comptoir de la Cité (degustazione di tapas locali anche da asporto). In questo nuovo quartiere trovano spazio anche The Village by CA, che riunisce una trentina di startup in un hub di innovazione, un hotel quattro stelle lusso, il Sainte-Anne Dijon a marchio Curio By Hilton, e un eco quartiere con abitazioni private per un nuovo modo di vivere, tra cultura e natura. Molto più che un museo, la Cité vuole essere uno spazio dove i visitatori sono invitati a mettere in azione i loro cinque sensi, luogo di condivisione e convivialità, teatro quotidiano di incontri con produttori e artigiani dai quali acquistare prodotti regionali. UNA CITTÀ GIOVANE DAL CUORE ANTICO Le esperienze sensoriali e culturali continuano, a due passi dalla Cité, fra le vie del centro storico, interamente pedonale, dove si ammira il ricco patrimonio dell’ex capitale dei Duchi di Borgogna, classificata “Città d’Arte e di Storia”, e si scoprono altri imperdibili templi
la Cité internationale de la gastronomie et du vin il 6 maggio scorso ha aperto i battenti a Digione, alle porte della città storica in una vasta area di 6,5 ettari.
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della gastronomia locale. Chiese romaniche e gotiche, palazzi del XVII e XVIII secolo e tipiche case a graticcio del ‘400, superbamente conservate, punteggiano antiche strade medievali. Si entra nell’imponente Palazzo dei Duchi di Borgogna, sede del municipio, sormontato dalla torre Philippe le Bon (XV sec.) che dai suoi 46 metri di altezza offre non solo una vista panoramica sulla città, su campanili, tetti in ardesia e vetrate di splendide ville, ma anche, con la bella stagione, aperitivi e degustazioni di vino serviti ogni venerdì e sabato sera sulla terrazza. Per salire in cima bisogna affrontare una scala a chiocciola con 316 gradini, arricchita da una decorazione scultorea con ornamenti vegetali, che da sola vale la fatica. Altri capolavori artistici si contemplano al Museo di Belle Arti che occupa l’ala orientale dello stesso palazzo. Riaperto due anni fa completamente ristrutturato e rinnovato, è uno dei più ricchi musei francesi con una collezione di 1.500 opere - dall’antico Egitto al Medioevo, passando per il Rinascimento e l’epoca contemporanea - distribuite in 50 sale. Fino al 22 agosto si visita la mostra “À la mode. L’art de paraître au 18e siècle” dedicata alla storia del costume e della sua rappresentazione. Cinque minuti e si raggiungono Les Halles, il mercato coperto di Digione. La bella costruzione ottocentesca in vetro e ghisa, riccamente decorata, ospita circa 250 negozi dove assaggiare e fare incetta di delizie prodotte localmente da aziende e artigiani: vini pregiati, senape, pan di spezie, crème de cassis, prosciutto al prezzemolo e altre golosità. Qui sono famosi i brunch della domenica, un tripudio di profumi, colori e sapori da gustare nei piccoli bistrot interni. Lo shopping continua, fuori, nella boutique storica di Mulot et Petitjean, che da otre 220 anni produce il famoso panpepato di Digione, un dolce a base di farina di frumento e miele, guarnito con cannella, zenzero, anice stellato, coriandolo e chiodi di garofano. Si visita il percorso museale dedicato alla storia e alla produzione di questa eccellenza locale e se ne degustano le differenti specialità della casa. Per imparare a fare la vera senape di Digione si può partecipare ad uno specifico atelier organizzato dall’ufficio del turismo insieme alla Moutarderie Edmond Fallot, ultima azienda a produrre artigianalmente questo condimento. E se si è in città nel giorno giusto, vale la pena di prenotare i “Jeudis Vins”: ogni giovedì, da maggio a settembre, una degustazione di pregiati vini della Borgogna in un luogo segreto e atipico, normalmente chiuso al pubblico. Si racconta la storia del luogo e si assaggiano i vini con produttori e sommelier. Altre degustazioni si riservano nelle numerose cave à vin
che animano il centro storico o direttamente in cantina sulla Route des Grands Crus, la strada dei famosi vini di Borgogna con le sue parcelle di vigneto (i “climat”) che compongono un patchwork paesaggistico di grande suggestione. Si raggiungono facilmente in auto e in treno, con partenza dal centro di Digione, ma il consiglio è di andarci in bicicletta per assaporare la bellezza di un viaggio lento. Al profumo di vino. GLI INDIRIZZI DA NON PERDERE DORMIRE Appart’hôtel Odalys City Les Cordeliers Mini appartamenti di design in un antico convento 5 Rue Turgot, Digione tel. +33.3.80.42.88.62 odalys-vacances.com La Cour Berbisey Arredi d’epoca nella bellissima chambre d’hôtes 31 Rue Berbisey, Digione tel. +33.3.45.83.12.38 lacourberbisey.fr
MANGIARE Le Chat Qui Pense Cucina “bistronomique” in un romantico giardino 18 Rue Monge, Digione Cell. +33.6.80.84.79.62 lechatquipense.com Brasserie des Climats Protagonisti i prodotti del territorio 11, route de Beaune, Marsannay la Côte tel. +33.3.80.51.59.00 lesclimats.brasseriemaison.fr Origine Una stella Michelin per lo chef Tomofumi Uchimura 10 place Wilson, Digione tel. +33.3.80.67.74.64 restaurantorigine.fr Speakeasy Ricette regionali in un ambiente sontuoso 14 Rue Quentin, Digione tel. +33.3.80.42.15.36 restaurant-speakeasy.fr COMPRARE Moutarderie Edmond Fallot La vera senape di Digione e di Borgogna 16 Rue de la Chouette tel. +33.9.54.04.12.62 fallot.com Mulot et Petitjean Panpepato dal 1796 13 place Bossuet, Digione Tel. +33.3.80.30.07.10 mulotpetitjean.com Domaine Armelle et Bernard Rion Ottimi vini di Borgogna, grand cru e selezioni 8, Route Nationale, Vosne Romanée Tel. +33.3.80.61.05.31 domainerion.fr INFO Cité International de la Gastronomie et du Vin citedelagastronomie-dijon.fr Office de Tourisme de Dijon Métropole www.destinationdijon.com Atout France Ente Turismo Francese www.france.fr
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VIAGGI
SPIELJOCH - ZILLERTAL UNA MONTAGNA DI DIVERTIMENTO! a cura di v.corini
La Zillertal, a soli 30 minuti da Innsbruck, rappresenta la destinazione ideale per programmare una vacanza da vivere piacevolmente en plein air. Un luogo dove turismo sostenibile e benessere vanno di pari passo, dove è possibile combinare attività sportive con momenti di relax, ideale per piacevoli passeggiate nel verde dei sentieri di montagna, nella natura più rigogliosa, in luoghi lontani dalle solite rotte - in totale sicurezza. Per chi è in vacanza con i bambini, obbligatorio prevedere una tappa a Fügen, una delle prime località che s’incontrano lungo il percorso di questa valle ampia e soleggiata, situata a poche ore dall’Italia. Qui, una delle funivie estive austriache che si fregiano del sigillo di qualità porta allo Spieljoch e al parco naturale di divertimento. L’accesso è gratuito, si paga solo il biglietto della funivia. UN PARCO GIOCHI AD ALTA QUOTA Una volta arrivati alla stazione a monte dello Spieljoch l’offerta che attende grandi e bambini è eccellente. I più piccoli saranno subito attratti dal laghetto artificiale con zattera, dove non manca un percorso Kneipp, giochi d’acqua e la possibilità di provare il SUP (Stand Up Paddle) così come il nuovo parco giochi natu-
rale, un punto di riferimento unico nel suo genere a 1.860 metri di altitudine. Imperdibile il Flying-Fox, per provare l’esperienza di volare (letteralmente) sulle montagne grazie a una fune sospesa a 60 m di altezza, che garantisce divertimento adrenalinico per adulti e adolescenti. Chi è in cerca di relax e benessere potrà invece provare l’originale percorso da fare a piedi nudi, che conduce fino alla cima dello Spieljoch, in prossimità della croce, dove si potrà godere di un panorama superlativo: i bambini si divertiranno moltissimo a camminare sul prato senza scarpe e senza calze, a stretto contatto con il terreno e i suoi elementi (erba umida, sassi, piccoli legnetti, radici…). Un’esperienza di barefoot ad alta quota davvero stimolante. E c’è anche un bellissimo giardino d’arrampicata per i bambini, che permette ai più piccoli di provare le prime vie sulla roccia. A completare l’offerta vari Snack-Bar, una terrazza solarium, un’ottima Pizzeria (la più alta del Tirolo) e un Ristorante Gourmet. SENTIERI PER TUTTI I GUSTI Non va dimenticato che la stazione a monte dello Spieljoch è il punto di partenza di numerosi sentieri escursionistici, facili e percorribili
da tutti, con viste mozzafiato sul massiccio del Karwendel, il lago Achensee, il Wilder Kaiser e Kufstein, le Alpi di Kitzbühel della Zillertal e di Tux. Oltre al sentiero che conduce alla cima dello Spieljoch, ci sono diverse opportunità per escursioni nella natura. Con una bella passeggiata di 45 minuti circa, percorrendo la via ferrata Knappensteig, si arriva all’interessante miniera-museo, dove si ha modo di imparare tutto su 40 anni di storia dell’industria
La Zillertal, a poche ore dall’Italia, è una valle perfetta per chi viaggia in famiglia. Destinazione ideale per un’estate da vivere all’aria aperta e per svagarsi nella natura.
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A Fügen, sul Monte Spieljoch, a 1.860 metri s.l.m., è stato da poco inaugurato un parco giochi e avventure naturale che attende le famiglie con bambini con numerose attività tutte da provare in totale contatto con la natura
mineraria: su cumuli di scorie davanti alle vecchie gallerie si trovano minerali di ferro, di rame, cobalto, quarzo e molti altri. Dopo la visita alla miniera è possibile incamminarsi su un sentiero che porta alla cima Falschegg passando per l’Onkeljoch e tornare così al punto di partenza. Una volta finita la giornata sullo Spieljoch, per scendere a valle è possibile scegliere tra diverse opzioni: in funivia oppure con le Mountain Bike o con i divertentissimi Mountain Kart, per una mezz’ora di pura adrenalina lungo il tracciato nei boschi, con saltelli, curve e incredibili discese, che farà impazzire grandi e piccini. DOVE SOGGIORNARE QUANDO SI VIAGGIA CON LA FAMIGLIA Per una vacanza con tutta la famiglia nella Zillertal, può essere ideale scegliere un hotel con le caratteristiche del Seetal Alpin Family Resort **** (https://www.seetal.at) situato a Kaltenbach, in una splendida posizione panoramica. La sua area benessere è immensa: le tre piscine, di cui una coperta, e un laghetto naturale balneabile offrono il refrigerio giusto dopo una bella passeggiata o un’escursione in bici. Per i bambini, un super parco giochi di 20mila mq, con fattoria didattica, un trampolino gi-
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gante, la torre di arrampicata. A disposizione un articolato e raffinato servizio di animazione e di baby-sitting con attività ludico-didattiche che cambiano ogni giorno, pranzo e cena in compagnia e addirittura corsi di cucina per i più piccoli. Tariffe da Euro 145,- per persona con la mezza pensione. Cancellazione fino a 48 ore dall’arrivo.
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VIAGGI
scoprire la Carinzia tra natura, sport e cultura ©Gert_Perauer
a cura di m.t. san juan
Nel versante sud delle Alpi austriache si trova la Carinzia, che confina con l’Italia. Un territorio tutto da scoprire sia dal punto di vista paesaggistico, sia per gli aspetti culturali, molto influenzati dai costumi sloveni, ma soprattutto da quelli italiani. Una terra di mezzo, crocevia di popoli diversi e col tempo perfettamente entrati in connubio tra loro, dando vita a una cultura varia sotto ogni aspetto, dalla cucina alle tradizioni, dall’arte al piacere dell’ospitalità.Paesaggisticamente ci troviamo tra dolci colline, vette imponenti e una miriade di laghi, di cui tanti balneabili, aspetto che consente di vivere una vacanza in montagna senza però rinunciare al piacere dei bagni estivi. Il tutto condito da un clima mite, influenzato da quello mediterraneo, che consente di godere giornate di sole e serate fresche di riposo. Vediamo, di seguito, gli aspetti più interessanti della Carinzia in estate. I LAGHI DELLA CARINZIA La Carinzia conta oltre 1000 laghi, la maggior parte balneabili, con temperature che raggiungono addirittura 28°. Ecco alcuni modi per apprezzarli e viverli appieno.
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Pedalare intorno a dieci laghi: il “Gran tour dei laghi di Carinzia”. Un itinerario cicloturistico lungo 340 chilometri, nato come progetto “dei 10 laghi più belli della Carinzia”, ovvero, una cooperazione fra cinque destinazioni turistiche lacustri: lago Millstätter See, zona turistica di Villach – lago Faaker See – lago Ossiacher See, lago Wörthersee, lago Klopeiner See - Carinzia del sud e Nassfeld/Pramollo – lago Pressegger See – valle Lesachtal – lago Weissensee. La forma a otto del percorso consente di programmare e combinare le tappe a piacimento e chi desidera affrontare l’intero itinerario può già pregustare una vacanza cicloturistica in cui si pedala sempre nelle vicinanze di qualche caldo lago balneabile. Esistono pacchetti completi, che includono pernottamento, trasporto bagagli, materiale informativo, assistenza telefonica e altro. 5 esperienze speciali sull’acqua: laghi balneari con valore aggiunto. Limitarsi a nuotare non basta per comprendere tutta la bellezza dei caldi laghi della Carinzia. Perché non provare a esplorare il lago Wörthersee con la tavola da stand-up-paddle?
Chi preferisce prendersela con calma, apprezzerà il lago Wörthersee come ritrovo internazionale della “community” dello yoga. Mai sentito parlare della zattera del gusto sul lago Weissensee? Si tratta di un’occasione speciale per immergersi nella natura gustando le prelibatezze della gastronomia locale. Gli spiriti più avventurosi e romantici apprezzeranno le gite in canoa nelle Everglades del lago Faaker See o quelle in barca a remi nelle baie del lago Millstätter See. IN BICI IN CARINZIA La Carinzia è una terra che si presta molto ad essere visitata su due ruote: tanti infatti sono gli itinerari ciclistici di facile percorrenza che consentono di unire l’attività fisica al piacere della scoperta. Opportunità anche per affinare la tecnica sulla mtb e bike park per bambini. 15 chilometri unici in tutta l’Europa: il Flow Country Trail a Bad Kleinkirchheim. A Bad Kleinkirchheim si trova la pista da mountain bike più lunga d’Europa (15 chilometri). In Carinzia i mountain biker hanno a disposizione non meno di 3000 chilometri di percorsi autorizzati per mountain bike, per esempio nella Carinzia del sud, sulle Alpi Carniche e della Gailtal o nei dintorni di Villach. Con la “Flow Trail Card” si possono percorrere da maggio a ottobre circa 30 flow trail in sei aree per mountain bike della Carinzia (i bikepark Nassfeld/Pramollo, lago Weissensee, Turracher Höhe, Bad Kleinkirchheim, Petzen, Koralpe). Libertà in bicicletta: Ciclovia Alpe Adria e Ciclabile della Drava Tra gli itinerari più celebri e frequentati in Europa, la Ciclovia Alpe Adria e la ciclabile della Drava sono i percorsi più adatti per le famiglie, per chi vuole provare per la prima volta una vacanza in bicicletta. La Ciclovia Alpe Adria parte da Salisburgo e, attraversando Villach, arriva fino a Grado, mentre, la ciclabile della Drava, lunga 510 chilometri, attraversa la Carinzia fino al confine croato-sloveno di Varaždin.
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NON SOLO LAGHI. I FIUMI DELLA CARINZIA La Carinzia è una terra d’acqua, dove è possibile fare tantissime attività sia in estate sia in inverno. Oltre ai tanti laghi, sono presenti anche diversi fiumi, tra cui i principali sono il Gail, il Lavant e la Drava. Viaggio alla scoperta del fiume Drava in 12 tappe: il “Draupaddelweg”. Il fiume più grande e più lungo della Carinzia è la Drava che come un tortuoso nastro verde attraversa il land più meridionale d’Austria. Oltre ai cicloturisti, sempre più numerosi sono anche i canoisti che in canoa canadese e in kayak (ma non mancano nemmeno i patiti dello stand-up-paddling) frequentano le aree ricreative costituite dal fiume. Nel 2022 quarto anno dall’inaugurazione del “Draupaddelweg”, sono proposti pacchetti specifici per esplorare quattro sezioni del fiume in 12 tappe. Per il ritorno alla fine del tour o per raggiungere i punti di partenza di ogni singola sezione è a disposizione il rapido e pratico servizio bus navetta del Drau Paddel Center. Nell’alta valle della Drava si può utilizzare anche la ferrovia. Naturalmente, si può utilizzare in autonomia sia il treno, sia la bicicletta. La via d’acqua “Draupaddelweg” si può facilmente abbinare ad escursioni in bicicletta e a piedi, o ad altre attività come la pesca, il golf e il volo in parapendio. A PIEDI IN CARINZIA: TRAIL E SENTIERI 4 tappe giornaliere e 55 celestiali chilometri: la “Via Paradiso”. Un cammino lungo la “Via Paradiso” sul lago Millstätter See. Si può partire già con i primi raggi del sole e camminare in armonia con la natura lungo facili sentieri nei boschi. A ogni passo si apre la vista sul lago Millstätter See da prospettive sempre nuove e con irresistibili attrattive: sentieri nella natura lungo la sponda, posti panoramici privilegiati e tuffi rinfrescanti nelle acque del lago Millstätter See che arrivano fino a 27° di temperatura. Le tante
Via Paradiso ©Gert Perauer
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terrazze sul lago invitano a concludere in bellezza la giornata godendosi il tramonto. 750 chilometri di meraviglia: l’Alpe Adria Trail L’Alpe Adria Trail parte dal ghiacciaio del Grossglockner e in 43 tappe si spinge fino al mare Adriatico. Chi non vuole percorrerlo per tutti i suoi 750 chilometri, può scegliere di affrontare qualche tappa giornaliera. Questo trekking offre la possibilità di combinare perfettamente la libertà del vagabondare a piedi con l’assistenza di una moderna destinazione escursionistica. L’arrivo e la partenza di svariate tappe sono raggiungibili anche in ferrovia, senza stress e nel rispetto dell’ambiente. Un aiuto prezioso per programmare opportunamente il viaggio è offerto non solo dal centro prenotazioni, che si occupa di organizzare l’alloggio e il trasporto bagagli e di suggerire i migliori ristoranti, ma anche da diverse guide reperibili in libreria e dalla AlpeAdria-Trail App, un’app gratuita che funge da guida escursionistica. L’offerta comprende pacchetti su misura per escursionisti vegetariani e per chi cammina insieme al suo cane. Non solo trekking La gente ama camminare lungo le sponde e nelle vicinanze dei laghi. La vastità dello spazio creato dagli specchi d’acqua, lo scenario dei monti all’orizzonte creano un’atmosfera che dona distensione e ispirazione. Per rispondere a questa esigenza sono stati realizzati 14 Slow Trail in Carinzia. Sentieri tranquilli con vista sul lago, lunghi circa 10 chilometri e con dislivelli che non superano i 300 metri. Chi percorre gli Slow Trail della Carinzia s’immerge in un’esperienza naturale lontana anni luce dallo stress quotidiano, che stimola i sensi e regala tranquillità. Ogni Trail ha una sua storia e un suo particolare carattere, a volte mistico e incantato, a volte ricco di elementi architettonici di grande interesse, a volte con panorami incantevoli. Tutti questi sentieri offrono la possibilità di bagnarsi, vuoi rinfre-
@SUEDKAERNTEN-Gösselsdorfer
scandosi nell’acqua frizzante dei laghi, vuoi camminando a piedi nudi su morbidi cuscini di muschio. GUSTI DI CARINZIA Una delle peculiarità della Carinzia è che le valli Gailtal e Lesachtal sono state le prime destinazioni Slow Food Travel al mondo e, in queste zone, è possibile capire come si produce il formaggio a latte crudo (Gailtaler Almkäse, prodotto dell’Arca), scoprire antichi mulini, imparare a preparare il pane con farine di cereali antichi, scoprire il mondo dell’apicoltura di montagna, cucinare i piatti tradizionali insieme agli chef della zona. La cucina della Carinzia centrale La Carinzia centrale è un luogo di grande fascino grazie all’atmosfera particolare e alla ricca varietà di offerte. I “Buschenschenken”, le tipiche osterie contadine adagiate in paesaggi idilliaci, propongono spuntini sostanziosi, mentre le trattorie tradizionali offrono prelibatezze della Carinzia centrale. A chi cerca regionalità e prodotti genuini, raccomandiamo i produttori del “Marktplatz Mittelkärnten” composto da gastronomi votati alla qualità, agricoltori, artigiani, viticoltori, birrai e finitori creativi che producono e lavorano con passione prodotti regionali di alta qualità. Un incontro culinario tra i popoli: la cucina di Alpe Adria La variegata gamma di generi alimentari disposta sui bancali attorno al «pescatore di pietra» è una gioia per il palato e per gli occhi. Nel ristretto spazio del mercato Benediktinermarkt di Klagenfurt, gli avventori e i curiosi possono compiere un goloso viaggio nei sapori, nei profumi e nelle bontà delle tre culture che s’incontrano a Klagenfurt: qui le tradizioni culinarie di Carinzia, Slovenia e Friuli confluiscono nella cucina di Alpe Adria. I veri buongustai, sempre a caccia di cose sopraffine, scopriranno fra gli stand molti prodotti che non si trovano nei supermercati: il pane profumato fatto nel forno contadino, il latticini biologici dell’allevatore di pecore, gli insaccati affumicati in casa seguendo segretissime ricette di famiglia, prodotti ittici di fiume, lago e mare appena pescati. La menta carinziana e il Bröseltopfen Naturalmente non possono mancare gli ingrendienti per quella che è la specialità carinziana: di sicuro fre le sue erbe l’ortolana avrà la menta per i ravioli e ai banchi dei latticini basterà chiedere il «Bröseltopfen» per ricevere la ricotta con cui farcire i tipici «Kärntner Käsnudeln». Una specialità assolutamente da assaggiare. Per ulteriori informazioni: www.carinzia.at
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L’ESTATE IN TAVOLA n. 4 Agosto-Settembre 2020
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IL BUONGUSTAIO
Alto Adige, cene gourmet alle fermate del trenino storico del Renon
fOLLADOR PROSECCO dal 1769 e “bollicine di strada”
Quella dell’associazione turistica del Renon è un’originale iniziativa che, anche quest’anno, si rinnova e propone quattro appuntamenti serali e gourmet alle stazioni toccate dal passaggio dello storico trenino in legno del Renon. In programma per giugno e luglio, le cene vedono protagonisti chef locali tra cui il giovane Stephan Zippl alla guida del Restaurant 1908, fine dining del Parkhotel Holzner, insignito lo scorso novembre di doppio riconoscimento, stella Michelin e stella verde per la sostenibilità. Quale lo scopo? Far vivere ai turisti e agli abitanti del luogo un’esperienza coinvolgente in una location insolita, quella delle stazioni del trenino storico del Renon, nelle date di mercoledì 15 e 22 giugno, 6 e 20 luglio. Ogni chef, in occasione dei quattro appuntamenti gourmet, contribuisce con una pietanza diversa
Si consolida il legame tra Follador Prosecco dal 1769 e il progetto “Bollicine di strada”, ideato lo scorso anno da Massimo Morelli con Nicolò Barbisotti. Lo speciale Truck dedicato esclusivamente agli spumanti e firmato dall’azienda di Col San Martino è di nuovo in tour, carico di novità per il pubblico e gli estimatori, per un viaggio di divertimento e spensieratezza in compagnia, destinato ai maggiori Festival del Cibo di Strada italiani. In agenda i prossimi appuntamenti: dal 2 al 5 Giugno a Correggio (RE) per la Festa Patronale di San Quirino; Quality Street Food dal 10 al 12 Giugno a Belgioioso (PV); dal 16 al 19 Giugno Darsena POP di Palazzolo sull’Oglio (BS); dall’8 al 10 luglio ad Angera (VA) dove le Frecce Tricolori daranno spettacolo; Eatinero a Brivio (LC) dal 15 al 17 luglio e Aosta Eventi (22-24 luglio a Morgex; dal 29 al 31 luglio a Gressoney; dal 5 al 7 agosto a Gaby e dal 12 al 14 agosto a Pila). Tra le proposte in evidenza, che trasformeranno ogni evento in un’esperienza originale per il pubblico, da ora anche la Linea Ca’ dei Noni composta da vini Bianchi come il Lugana e Rossi selezionati, tra cui un Valpolicella Ripasso, provenienti da zone autoctone. Letteralmente “Casa dei Nonni”, la Linea è un omaggio alle generazioni precedenti e al patrimonio di conoscenze ricevuto: modello attuale e intramontabile.
Grana Padano al Festival del Cammino Consorzio di Tutela sponsor dell’iniziativa di LAMU e ASD Rosa Running Team Berni: insieme facciamo scoprire arte, natura e prodotti del territorio Il tempo e lo spazio, lo spirito libero e il rispetto della natura, nuovi orizzonti da scoprire ed esperienze da condividere: questi gli elementi che caratterizzano il cammino nel territorio in varie forme e che dal 9 al 12 giugno sarà raccontato e vissuto ad Erbusco (BS) dal Festival del Cammino, sponsorizzato anche nella sesta edizione dal Consorzio Tutela Grana Padano. Si rinnova un impegno nel segno della sostenibilità, del benessere e della salubrità, valori che da anni vedono impegnati sul fronte della riduzione dell’impronta ambientale e del miglioramento energetico i produttori del formaggio DOP più consumato nel mondo, con 5.234.443 forme prodotte nel 2021 ed un export salito a 2.240.335 forme. “Il rispetto dell’ambiente parte da atteggiamenti individuali e da abitudini quotidiane che sviluppano la sensibilità di ciascuno – sottolinea Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio Tutela Grana Padano – Il Festival del Cammino promuove temi con racconti di esperienze importanti fatti dagli stessi protagonisti e con le passeggiate rap-
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variando tra antipasti, primi piatti, secondi e dolci, che viene servita ad ogni tappa del trenino per un totale di cinque fermate.
©Toursimusverein Ritten Foto Frieder Blickle
ECCO IL TIRAMISÙ STAMPATO IN 3D “Foodini”, il macchinario in grado di stampare il cibo tridimensionalmente è stato presentato presso la Scuola Lepido Rocco di Lancenigo di Villorba (TV). L’invenzione è della spagnola Natural Machines, azienda di Barcellona, che ha scelto la Tiramisù World Cup per testare e migliorare il proprio Tiramisù in 3D. «Questi Tiramisù “stampati” sono più buoni dell’80% di quelli che ho avuto occasione di mangiare nelle varie parti del mondo». Scherza (ma non troppo) Francesco Redi di Twissen, ideatore della Tiramisù World Cup, all’assaggio dei primi dolci realizzati questa mattina dall’invenzione della Natural Machines, l’azienda che ha scelto la TWC per presentare in Italia il proprio macchinario per la stampa del cibo in 3D. Fornito di tutti gli ingredienti necessari, infatti, “Foodini” è in grado di riprodurre un Tiramisù per il quale riceve la ricetta, ottenendo un dolce completamente commestibile che può essere ricreato in varie forme e dimensioni. Info: www.naturalmachines.com
portate alle capacità di chi sceglie di percorrerle nel tracciato più adatto alle sue prestazioni fisiche. Allo stesso modo tutti i partecipanti condivideranno il piacere di ricevere una barretta monodose di Grana Padano, formaggio naturalmente privo di lattosio e fondamentale in un’alimentazione corretta e senza sprechi, ideale per chi fa attività sportiva anche ai livelli più semplici”. “Il Movimento Utile porta sempre i partecipanti al Festival a scoprire preziose perle di arte e natura – conclude Berni – insieme alle tradizioni e ai prodotti frutto di un saper fare antico che continua ad affascinare”.
presentato il volume LE SOSTE 2022
Stefano Berni
Le Soste 2022 conta un totale di 102 insegne, con ben 14 nuovi Soci: La Madernassa (Guarene, Cuneo), Il Cantinone (Madesimo, Sondrio), Lido 84 (Gardone Riviera, Brescia), Ristorante Andrea Aprea (Milano), Umberto De Martino (San Paolo d’Argon, Bergamo), 12 Apostoli (Verona), Piastrino (Pennabilli, Rimini), Enoteca Pinchiorri (Firenze), Il Piccolo Principe (Viareggio, Lucca), Aminta (Genazzano, Roma), Le Colline Ciociare (Acuto, Frosinone), Pipero (Roma), Shalai (Linguarossa, Catania) e Signum (Malfa Salina, Messina). Un punto fermo dell’annuario Le Soste è rappresentato dai Premi, sette in quest’ultima edizione, conferiti in collaborazione tra l’Associazione e Aziende e Associazioni partner per valorizzare personalità o realtà imprenditoriali che si sono distinte nel panorama food&wine di eccellenza
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gusto & C.
a cura di marco morelli
ristorante torcolo tradizione e innovazione alla corte di giulietta In uno degli angoli più caratteristici del centro di Verona, a pochi passi dall’Arena, è un ristorante storico, che dal 1930 serviva bolliti e arrosti. Da oltre 10 anni è gestito con passione e competenza dalla famiglia Barca, che lo ha radicalmente rinnovato e accoglie residenti e turisti conducendoli in un piacevolissimo viaggio gastronomico alla scoperta della tradizione culinaria veronese. La loro è una dinastia di ristoratori, che si tramandano l’arte dell’accoglienza e del buon cibo. Oggi è Luca Barca, figlio di Roberto e Paola, a tenere diritto il timone del ristorante, fra le insegne più apprezzate della città. In tavola, una ricca proposta gastronomica che tiene salde le radici della tradizione (imperdibili il carrello di bolliti e di arrosti), volgendo nello stesso tempo lo sguardo verso l’innovazione. Un sapiente mix, che in questi anni ha fatto diventare il locale - che ha due grandi sale interne e un ampio déhors - punto di riferimento per la ristorazione veronese. Sapori eccellenti, prodotti di qualità, mise en place, atmosfera ed accoglienza impeccabili. Insomma, una tappa obbligata a Verona! Appena entrati si ammira la bellezza e l’ordine della struttura, dentro il ristorante l’atmosfera è
PH Nikoboi 2020
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Uno scorcio di una delle due sale
quella che ognuno spera di trovare, gente elegante, nessun rumore e camerieri gentilissimi Siamo stati consigliati molto bene sia sul cibo che sul vino e il prezzo in proporzione alla qualità e al servizio è decisamente ottimo. In carta tra gli antipasti di terra spiccano la “Tartare di Fassona”, “l’Uovo in camicia su crema di monte veronese e tartufo nero scorzone della lessinia”.Tra quelli di mare la “Tartare di scampi, stracciatella e caviale di tartufo nero” nonchè le “Capesante Boston con crema di patate viola e corallo di Parmigiano”. Tra i primi di terra le richiestissime famose “Pappardelle al tartufo” e il “Risotto all’amarone”. Tra quelli di mare dei sublimi “Spaghetti aglio,olio,peperoncino e vongole veraci” e i “Tagliolini all’aragosta”. Per i secondi di terra imperdibile il “Gran piatto di Bolliti e arrosti” e il “Fegato alla veneziana con polenta”. Per quelli di mare il “Tonno rosso di sicilia con porri in tempura e maionese alla soia”. I dolci della tradizione veronese completano quello che possiamo definire un autentico pranzo Luculliano. Fiore all’occhiello del locale è la sua incredibile cantina, unica per varietà di etichette, qualità e prestigio dei vini proposti, premiata con il Wine Spectator Award 2010/2011.
Chef Luca Barca
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Luca Barca e il famoso carrello dei bolliti e degli arrosti
SPECIALITÀ DEL BUON RICORDO BOLLITO VERONESE Quando uscirete dal locale potrete dire “ il miglior bollito mai mangiato”.! Qualità della carne eccelsa ! Cottura incredibile! Qualità distintamente superiore delle salse che lo accompagnano! E poi c’è lui, chef LUCA, che con il suo attento e preparatissimo staff ti dilettano le papille gustative all’interno di un locale con una architettura che richiama il vero significato di Locanda. Col carrello dei bolliti si sposa la Pearà che è la salsa tipica della cucina tradizionale di Verona. Il segreto della ricetta della Pearà sta nei suoi ingredienti gustosi e nella cottura: più a lungo cuoce, più sarà buona. Questa salsa è ottima per accompagnare i bolliti di carne, soprattutto di vitello e di maiale. La parola Pearà significa pepata: in dialetto veronese il pepe viene detto PEAR e da qui deriva il nome della salsa. La Pearà accompagna tradizionalmente il carrello degli arrosti e dei bolliti, dove sono presenti i seguenti tagli di carne: manzo cappello del prete, lingua normale e salmistrata, testina di vitello, nervetti di manzo, cotechino della tradizione veronese, arrosto di vitello, coppa di maiale, prosciutto di Praga, gallina.
Luca Barca, al centro, con Luciano Spigaroli e Cesare Carbone
Ingredienti per 4 persone Per la Pearà ● 200 g di pane raffermo/grattugiato ● 80/100 g di midollo di bue fresco ● 1 litro di brodo di carne ● sale ● pepe macinato fresco ● olio d’oliva ● formaggio grana (facoltativo) Preparazione Togliere il midollo dall’osso aiutandosi con un coltello. Sciogliere il midollo a fuoco basso e versarlo in un passino da cucina per toglierne le impurità. Aggiungere al midollo caldo nella pentola il pane grattugiato finemente e amalgamare bene mescolando con un cucchiaio di legno. Aggiungere il brodo e cuocere lentamente per almeno due ore. Mescolare piuttosto spesso. Aggiungere abbondante pepe macinato fresco e, a piacere, un paio di cucchiai di formaggio grana grattugiato. La Pearà va cotta in una pentola di terracotta. Il brodo per la Pearà C’è chi ama una Pearà molto densa, chi più morbida. Tutto sta nella proporzione tra pane e brodo. Il consiglio è dunque quello di non mettere tutto il brodo, ma di tenerne un po’ da aggiungere eventualmente verso fine cottura.
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Ristorante Torcolo della Famiglia Barca Verona Via Carlo Cattaneo, 11 Tel. 045 8033730 www.ristorantetorcolo.it info@ristorantetorcolo.it
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chef
Erika Gotta Country House La Bursch
a cura di marco morelli
Erika Gotta, executive chef de La Bursch - Country House a Oretto, frazione di Campiglia Cervo, nel cuore dell’Alta Valle Cervo - è una delle 15 promesse del panorama gastronomico italiano, segnalate da Vanity Fair. Grintosa e con tanta determinazione, Erika guida la sua brigata per offrire ai propri ospiti un viaggio tra i sapori del territorio, in perfetta sintonia con la filosofia della struttura. Una cucina autentica, ispirata alla tradizione ma con un tocco di contemporaneità, con piatti dagli abbinamenti audaci e sorprendenti che sanno accompagnare gli invitati in una degustazione tra le eccellenze del biellese. “Sono felice di essere stata menzionata tra i 15 top chef da Vanity Fair, per me è una soddisfazione” - dichiara Erika. “ So di essere solo all’inizio del percorso, ma la cucina è la mia passione, la mia vita. Vedere la felicità negli occhi di chi ha provato i miei piatti è ciò che più mi gratifica e mi motiva quotidianamente nel dare sempre il massimo”. Il ristorante de La Bursch Aperto anche agli ospiti esterni, il ristorante de La Bursch propone i sapori del territorio attraverso una cucina piemontese improntata alla tradizione, rivisitata con una nota di creatività. La regia è affidata alla giovane chef under 30 di origini piemontesi Erika Gotta, che con la brigata di cucina e di sala guida sapientemente il ristorante con eleganza ed equilibrio. Il menù segue la stagionalità ed è sempre in divenire, con proposte sempre nuove, secondo la reperibilità degli ingredienti, offrendo percorsi degustazione e à la carte. Per i suoi piatti Erika si lascia ispirare dalle verdi colline che circondano La Bursch, dove i boschi e la natura dominano un territorio antico, quasi incontaminato. Le erbe che crescono nell’orto del borgo sono elementi fondamentali per la costruzione dei suoi piatti e testimoniano la volontà di creare un’offerta realizzata completamente in loco. Il rispetto e l’amore per il territorio si riflette proprio nella selezione di materie prime della zona a vantaggio di una filiera corta, praticamente a km 0 e nell’utilizzo di erbe ed elementi naturali raccolti nel bosco. Tra i signature dish della chef per questa stagione troviamo La Fesa Offesa, un carpaccio di cruda piemontese, rabarbaro cotto al burro, pesca salata, guacamole di fave, liquirizia selvatica e foglia d’alimo; i Tumato’s Spaghetti, spaghettoni con more, toma stravecchia della Valle Cervo e Katsuobushi di trota. Primavera Fumè, con pesto di mandorle affumicate, verdure di stagione, caprino, accompagnato da una granita di mela verde e melissa e per concludere in dolcezza Il Grattacapo di Barbara, un brownie con mousse alla camomilla piccante e mousse al cioccolato e lamponi. Il viaggio tra i piaceri del gusto prosegue con i formaggi, un esempio di eccellenza del territorio. Da quelli tipici di alta montagna all’antica Mocetta Biellese. Erika Gotta, classe 1993 è originaria di Cherasco, in provincia di Cuneo. Dopo l’istituto alberghiero Velso Mucci a Bra, inizia un’esperienza per lei molto formativa nel ristorante del Monastero di Cherasco. Dopo poco tempo viene assunta presso le cucine de La Ciau del Tornavento, da Maurilio Garola, dove continua la sua formazione in qualità di capo partita in pasticceria. Nel 2018 lascia il suo Piemonte per approdare in Lombardia e proseguire la sua gavetta prima al Ristorante Morelli, sotto la guida sapiente di Livio Pedroncelli (sous chef di Giancarlo Morelli) e successivamente da Pomiroeu.
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Nel 2020 avvia l’ambizioso progetto di Delivery Valley - la prima dark kitchen d’Italia - con la sorella Alida. Ma il 2021 sarà per lei l’anno decisivo, segnato dall’incontro con Barbara Varese, imprenditrice milanese e proprietaria della Country House La Bursch, che le offre l’opportunità di tornare “a casa” e di dirigere per la prima volta la cucina del suo ristorante. Ispirata dalla personalità di Barbara e innamorata del progetto, Erika vede qui l’opportunità di sperimentare e trovare la propria dimensione. Al suo fianco in qualità di sous chef, Pietro Cinti, perno fondamentale di questo progetto. Country House La Bursch Frazione Oretto, Campiglia Cervo, Biella, Italy, 13812 Telefono 333 8672684 info@labursch.com Orari di apertura del Ristorante Dal giovedì alla domenica Pranzo dalle 12 alle 15.30 Cena dalle 19 alle 22
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Nella Bottega di Laura trovi genuinità e tradizione. Solo prodotti della nostra terra lavorati artigianalmente.
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Torna il Festival del Vino di Verona
14/15/16 Ottobre
Amarlo non è peccato.
organizzato da:
in collaborazione con:
co-organizzato da:
con il patrocinio di:
madcom.it
hostariaverona.com
vini
di marco morelli
Pinot Nero Boscobruno Rosso Toscana IGT 2020 Vallepicciola, realtà vitivinicola d’eccellenza di Castelnuovo Berardenga, nel Chianti Classico, presenta Boscobruno Pinot Nero 2020, un IGT Toscana frutto di uvaggio 100% Pinot Nero. Boscobruno è parte della selezione di vini dal 2015 ed è uno dei vini simbolo dell’azienda che da quest’anno esce nella versione curata da Alessandro Cellai, direttore generale ed enologo al timone dell’azienda dal 2020. Con il suo colore rosso rubino brillante, Boscobruno Pinot Nero 2020 colpisce chi lo degusta grazie alle note intense di fragoline di bosco, cassis e spezie; un vino in grado di riflettere l’essenza del territorio, della cantina e dell’enologo che lo ha creato. Per Alessandro Cellai, enologo e direttore generale di Vallepicciola dalla vendemmia 2020, l’annata 2020 del Boscobruno Pinot Nero Rosso Toscana IGT è la prima da lui curata e diretta interamente: si tratta di un vino frutto di uve 100% Pinot Nero, accuratamente selezionate, di cui sono stati scelti solo i grappoli migliori al fine di garantirne l’assoluta qualità. Il vitigno da cui prende vita questo vino a marchio Vallepicciola è allevato nella zona di Pievasciata, nel comune
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BOSCOBRUNO È UNO DEI VINI SIMBOLO DELL’AZIENDA CHE QUEST’ANNO ESCE SUL MERCATO NELLA PRIMA VERSIONE CURATA DALL’ENOLOGO, E DIRETTORE GENERALE DI VALLEPICCIOLA, ALESSANDRO CELLAI.
di Castelnuovo Berardenga: qui, a un’altitudine di 480 metri s.l.m con esposizione a est, sorge il vigneto Boscobruno cui il vino stesso eredita il nome. Su un terreno prevalentemente calcareo, ricco di alberese e galestro, il vigneto si estende per oltre due ettari e mezzo di superficie e le viti vengono allevate secondo il metodo Guyot. La vendemmia avviene nei primi dieci giorni di settembre a cui fanno seguito fermentazione e macerazione in serbatoi di cemento a temperatura controllata per circa quindici giorni. In barrique, invece, ha luogo la fermentazione malolattica cui seguono dodici mesi di invecchiamento sempre in barriques di rovere francese. Dopo l’affinamento in bottiglia per un periodo di tempo tra gli otto e i dieci mesi, è pronto per essere degustato: alla vista si presenta di un colore rosso rubino brillante, mentre al naso sprigiona note di frutti rossi, come la fragolina di bosco e il cassis, oltre che dei sentori di spezie; in bocca, invece, colpisce per l’eleganza del suo tannino. Nell’insieme un vino sicuramente complesso e molto elegante, all’interno del quale si ritrova l’essenza del territorio in cui nasce e di Vallepicciola stessa intesa come microarea caratterizzante. La sua resa migliore? Decisamente se abbinato a del baccalà alla Livornese con cui recicprocamente esaltano i sapori. «Il pubblico ha accolto Boscobruno 2020 in maniera eccelsa e, al Vinitaly, è stato ulteriormente confermato il trend: un vino apprezzato e lodato da chiunque lo abbia assaggiato» afferma Alessandro Cellai che, con l’uscita del Boscobruno Pinot Nero Rosso Toscana IGT 2020 dimostra di tenere sempre alta l’asticella qualitativa di Vallepicciola, conferendo ancora una volta all’etichetta la sua impronta di enologo e tutte le qualità e l’essenza del territorio d’origine.
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VITICOLTURA BIOLOGICA E SOSTENIBILITÀ NELLE TENUTE MORETTI CUSERI IN TOSCANA E SICILIA: 150 ETTARI COLTIVATI BIO, QUALITÀ E IDENTITÀ TERRITORIALE. La tendenza al biologico è un pilastro fondamentale nei progetti vitivinicoli della famiglia Moretti Cuseri; un’attitudine presente fin dalle origini della propria storia nel mondo del vino, con la volontà di non utilizzare prodotti chimici bensì fonti organiche e rispettare quei preziosi saperi dell’arte enoica che provengono dall’amore per il territorio e per la vigna, difendendo il più possibile la manualità e riducendo l’impatto sull’ambiente. Oggi sono circa 150 gli ettari totali vitati coltivati in regime biologico, tra le cantine in Toscana e in Sicilia: realtà in cui dall’allevamento della vigna fino alle fasi finali dell’imbottigliamento del vino si segue un approccio sostenibile, dettato da azioni rigorose e specifiche che, unite alla passione di chi vede nel vino l’espressione autentica di un territorio, danno vita a etichette di grande pregio e qualità. Nelle cantine toscane e siciliane, la viticoltura biologica si basa su pratiche non invasive e rispettose dell’ecosostenibilità: in ogni fase della coltivazione, a difesa della vigna, per la concimazione fino alla raccolta dell’uva. L’utilizzo di rame e zolfo, ad esempio, avviene attraverso l’atomizzatore a recupero, strumento che permette il risparmio di oltre il 30% di acqua: una pratica ammessa nell’agricoltura biologica perché naturale e non dannosa per la pianta, agendo per contatto, impiegata in difesa delle principali malattie fungine che colpiscono la vite, la peronospera e l’oidio. Per quanto riguarda la concimazione, invece, vengono impiegate materie organiche come l’humus prodotto da lombrico, composto ottenuto dalla fermentazione del letame in grado di trattenere maggiormente l’acqua e rilasciare le sostanze nutritive più lentamente. Altri concimi naturali, inoltre, arricchiti con azoto, fosforo e potassio, concimi organo-minerali o stallatico recuperato da equini di proprietà e stalle limitrofe rappresentano una parte complementare importante della concimazione che favorisce tra l’altro, nel caso dei rifiuti di stalla, l’economia circolare. Altra opzione, infine, la concimazione fogliare costituita da estratti naturali che danno supporto alla vite e garantiscono un buon livello di biodiversità. Per mantenere o aumentare la fertilità del terreno su cui crescono le viti, risultano fondamentali le tecniche agronomiche che provengono
dall’orticoltura con l’obiettivo di nutrire e curare la terra: tra queste il sovescio, ovvero la semina di piante quali avena, favino, veccia e rafano che arricchiscono il terreno in modo naturale. Anche il monitoraggio del clima è parte fondamentale di una viticoltura biologica, poiché consente al viticoltore di evitare sprechi e gestire gli interventi in vigna: importante in tal senso l’utilizzo di una centralina intelligente, posizionata in un punto critico, che rileva gli indicatori meteo, indica le generazioni di eventuale malattia, monitora il clima per l’umidità. Pratiche che garantiscono una coltivazione in regime biologico, che la famiglia Moretti Cuseri affianca ad altre azioni sostenibili, come: la propensione a compiere il più possibile azioni manuali; il coinvolgimento in vigna di famiglie e lavoratori che provengono dalla campagna e paesi limitrofi; il recupero delle acque piovane sfruttabili nei momenti di siccità - all’interno di Tenuta Sette Ponti vi sono ad esempio quattro bacini idrogeologici alimentati da torrenti stagionali con una superficie di 2 km2 e una portata complessiva di circa 100 mila mc di acqua; l’introduzione dell’apicol-
LA FAMIGLIA MORETTI CUSERI SVILUPPA LA VITICOLTURA BIOLOGICA NEL RISPETTO DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
tura che garantisce biodiversità all’ecosistema; la coltivazione seminativa a perdere a favore di allevamenti e della fauna selvatica. Anche in cantina, le tenute Moretti Cuseri seguono il disciplinare del metodo biologico, attuando pratiche rigorose per quanto riguarda ad esempio i trattamenti termici, l’utilizzo di solfiti, la desolforazione dei mosti o la dealcolazione, garantendo un’alta qualità del vino e conservandone il più possibile le caratteristiche organolettiche.
Ospitalità, vino e territorio Vivere esperienze autentiche che combinano il piacere del vino ad attività di scoperta del territorio, fra tradizioni, ospitalità e cultura gastronomica è un trend sempre più apprezzato non solo dai winelovers ma anche dai viaggiatori attivi e attenti alla sostenibilità che desiderano conoscere la vera essenza di un luogo. A Nespoli, frazione di Civitella di Romagna, ospitalià, condivisione ed eccellenze enogastronomiche descrivono un’esperienza enoturistica da vivere con Poderi dal Nespoli, cantina romagnola fondata nel 1929 sulle colline forlivesi e rinnovata dal gruppo Mondodelvino nel 2009. Oltre 90 anni di storia che si traducono giorno dopo giorno nella passione per il vino, nella ricerca della qualità ed esprimono la generosità di un territorio vocato alla viticoltura e all’accoglienza. Immersa nella Valle del Bidente, alle pendici del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Poderi dal Nespoli sorge in un contesto paesaggistico idilliaco, tra un parco secolare e le colline coltivate a vigneti di Sangiovese. Qui, un percorso di visita su prenotazione consente di seguire la produzione del vino in tutte le sue fasi: dal vigneto che si estende attorno alla cantina, passando per la cantina di vinificazione, quella di affinamento,
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la linea di imbottigliamento e la barricaia, terminando infine con la visita alla Bottega del Vino dove degustare le quattro etichette più rappresentative di questa realtà. Qui è possibile riscoprire anche il piacere per il palato grazie all’agriturismo Borgo dei Guidi, dove l’abbinamento con i piatti e i prodotti del territorio valorizzano il vino e raccontano di una terra generosa e saporita come la Romagna. Un’esperienza sensoriale che lo chef Fabio Fontana cura nei dettagli, interpretando la tradizione culinaria locale in chiave contemporanea: preparazioni fatte in casa, con l’utilizzo di materie prime a km zero, guidano l’ospite attraverso un viaggio nei sapori che profuma di identità territoriale. La location, un edificio in perfetto stile liberty dei primi del ‘900, ospita anche al piano superiore tre camere di lusso per un soggiorno sinonimo di relax assoluto che permette di svegliarsi nel cuore di un parco secolare, con vista sui vigneti. Accanto, una struttura che prende il nome di VELA per le sue forme sinuose e in armonia con l’ambiente circostante, tra immense vetrate e legno, è punto di riferimento per eventi privati o iniziative che combinano enologia, cultura e svago, tra cui il celebre Festival di Narrazione Mosto.
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sport
a cura di michela Toninel
CICLOPEDALATA TRA I CASTELLI UN VIAGGIO NEL MEDIOEVO SULLE RIVE DELL’OGLIO Una piacevole pedalata nei luoghi e nella storia: è quanto si prefigge la “La 111 - Ciclopedalata tra i Castelli” manifestazione ciclistica non competitiva in programma domenica 19 giugno a Chiuduno, in provincia di Bergamo. L’evento, patrocinato da KASK e KOO Eyewear e giunto alla quarta edizione, è aperto a chiunque voglia ritagliarsi una giornata “di dolce scoperta” nei posti più silenziosi del Parco Oglio Nord, a cavallo tra le province di Bergamo, Brescia e Cremona. Un’idea messa a punto nel 2018 dall’ex ciclista professionista Valerio Tebaldi che ha voluto offrire un’occasione per pedalare, indipendentemente dalla preparazione di ognuno, in mezzo alla natura e lontano dalle arterie più trafficate. TRE PERCORSI, FRA GUARDIE E CICLABILI Tebaldi ha disegnato tre percorsi perché ciascuno possa ritagliarsi la “propria” pedalata. Il giro completo, detto “il Lungo”, copre i 111 chilometri che danno il nome alla manifestazione: si svolge per lo più su ciclabili e strade secondarie tra campi coltivati, con brevi e facili passaggi su strada bianca. Si transita per dieci castelli e altri punti di interesse, che proiettano il ciclista in una suggestiva atmosfera di altre epoche: grazie alla collaborazione di associazioni di promozione storico-culturale presenti sul territorio, ogni castello sarà realmente presidiato da guardie, sentinelle e dazieri in costume d’epoca. UN TIMBRO STORICO E VIA AL SUCCESSIVO Figuranti in fedeli abiti storici, accoglieranno i moderni viandanti in bicicletta e ne testimonieranno il passaggio con un timbro sulla tessera di viaggio, a ricordo di questa particolare pedalata: ottenuto il timbro, come se fosse il permesso per attraversare il feudo, si prosegue
alla “conquista” del castello successivo. Stesso contesto anche per il percorso “Medio” che in 76 chilometri tocca cinque castelli e tre punti di interesse. Chi invece preferisse una pedalata più facile, può optare per il tracciato “Corto” di 22 chilometri con un castello medioevale raggiunto (quello di Urago d’Oglio) e un punto di interesse (la Cappella di Sant’Obizio). IDEALE PER LE FAMIGLIE Mentre il “Lungo” e il “Medio” sono percorsi point to point, l’itinerario “Corto” si sviluppa in sola andata, con arrivo a Urago d’Oglio, dove oltre al ristoro è presente un’ampia zona relax, attrezzata con tavoli, sedie, ombrelloni e area giochi per bambini. Dopo una sosta rigenerante si può rientrare alla zona di partenza percorrendo in autonomia il percorso a ritroso oppure, in alternativa, l’organizzazione provvede a un servizio navetta gratuito.
SI PARTECIPA CON OGNI TIPO DI BICI Luogo di partenza ed arrivo della manifestazione è la multiarea Palasettembre in via Martiri della libertà 2/A, centro fiera di Chiuduno (BG), dove al termine della Ciclopedalata si terrà il pasta party e la lotteria a sorteggio; i partecipanti ed accompagnatori potranno inoltre usufruire dei servizi dell’adiacente Centro Sportivo. Tutti i percorsi sono adatti e aperti ad ogni tipo di bici, compresi quelli a pedalata assistita. Sul sito della manifestazione, www.la111.it, è possibile scaricare liberamente le tracce in formato gpx per caricarle sul proprio device satellitare. Precauzione utile, ma non indispensabile, dal momento che tutti gli itinerari della “La 111 - Ciclopedalata tra i Castelli” saranno segnalati con più di trecento cartelli, così da non sbagliare strada anche in assenza di navigatore. Per maggiori informazioni: www.la111.it
Il miglior casco da MTB? È il nuovo Endura MT500 Dopo due anni ritorna l’appuntamento in Piazza Endura è un marchio scozzese specializzato nell’abbigliamento e negli accessori per la MTB. L’MT500 è il suo nuovo casco universalmente riconosciuto come il migliore sul mercato, sia dagli addetti ai lavori che dagli atleti professionisti che lo hanno scelto. Questo è un casco leggerissimo, molto areato e assolutamente sicuro. Ha amplissime prese d’aria, un sistema di regolazione, una minima imbottitura interna traspirante ed è coperto dalla politica di sostituzione in caso di incidente ma ciò che fa la differenza sta nel fatto che, per tutto il 2022, questo sarà l’unico casco da bici che potrà contare in esclusiva sia sulla tecnologia Mips che sui materiali di Koroyd. Mips è l’acronimo di Multi-Directional Impact Protection System ed è il core business dell’omonima azienda svedese che ha studiato per anni l’effetto degli impatti causati dalle cadute occorse durante la pratica sportiva. È stato così provato che i
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colpi di striscio sono molto più pericolosi di quelli frontali. La soluzione sta nel replicare ciò che la natura ha creato in milioni di anni di evoluzione: come infatti la materia cerebrale ruota su sè stessa all’interno del cranio di circa 1,5 cm in caso di colpo diagonale, assorbendo buona parte dell’impatto ed evitando traumi ed ematomi, così il Mips - una sorta di calotta in un sottilissimo materiale plastico, progettata in funzione del design del casco e delle sue prese d’aria, viene assemblato all’interno, permettendo alla testa di ruotare di un ulteriore cm al momento dell’impatto, diminuendo in maniera significativa la possibilità di danni permanenti. Sotto il guscio in policarbonato poi il vecchio strato di polistirolo oggi è stato sostituito da materiali all’avanguardia come il Koroyd, un prodotto leggerissimo con una struttura a nido d’ape che è in grado di dissipare gli effetti della caduta garantendo per sua natura la traspirazione. (Enrico Maria Corno)
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GARDACQUA ESTATE PER GRANDI E PIccini La stagione estiva si è aperta ufficialmente sabato 28 maggio a Gardacqua! Il centro polifunzionale, circondato da verdi colline che si affacciano sul lago di Garda, che vanta 11.000mq di parco esterno, in cui ci si può rilassare su comodi lettini e ombrelloni. Nel parco sono presenti tre diverse piscine: una di 25mt dedicata al nuoto con scivolo e getti d’acqua, una vasca riscaldata a 33° e un’area bimb i con piscina, scivolo e giochi d’acqua. A completamento della zona esterna anche un campo da beach-volley e uno di calcetto. Nell’area esterna si trova un giardino privato per i clienti che accedono al centro benessere di 2000 mq tra bagni di vapore, sauna finlandese, bio sauna, vital bar e
TOUR E NOLEGGIO
SHOTGUN TRAINO PER TUTTI Salite e gambe stanche non sono più un problema: grazie alla corda da traino per mountainbike Shotgun che permette di provare l’emozione della bici ed avere una spinta in più quando serve. Progettata in Nuova Zelanda, secondo gli standard di qualità premium, questa corda si aggancia alla sella dei genitori e si collega alla bici dei per piccoli bikers sopra l’attacco del manubrio per un uso veloce, o intorno all’attacco manubrio per le salite più lunghe. La cinghia permette l’assorbimento degli strappi per un traino confortevole e senza rimanere impigliata nella ruota e si può riporre in un comodo marsupio impermeabile e pensato per essere indossato anche dai più piccoli. La corda traino può essere usata anche per aiutare i compagni meno allenati o con la bici in panne ed è perfetta per le e-bike! https://kidsrideshotgun.com/
BIKE ADVENTURE ECOGARDABIKE Dalla passione per le due ruote e da una bella amicizia sportiva, nasce l’idea di EcoGardaBike che propone esperienze in biciletta alla scoperta del territorio veronese e attività di turismo eco-sostenibile nell’area della Valpolicella, Lessinia e del Garda-Baldo. Loris e Marco, rispettivamente guida e-bike e video maker, dopo varie esperienze maturate in sella a bici da strada e uscite cross-country in mountain-bike, si sono appassionati alle biciclette elettriche e hanno dato vita ad una realtà che offre a tutti la possibilità di godere di questo mezzo di trasporto per gite di ciclo turismo o avventure più dinamiche e impegnative tipo gravel o enduro. Con EcoGardaBike si ha la possibilità di noleggiare in autonomia vari modelli di bicilette muscolari in carbonio o tradizionali city-bike, in alluminio alleggerito con forcella fissa o ammortizzata, o modelli più prestanti di e-bike, che permettono di pedalare in qualsiasi condizione del terreno, s u sentieri impegnativi sia in salita che in discesa. Tutti i visitatori, sia esperti pedalatori che turisti alle prime armi in bicicletta, possono anche scegliere di essere accompagnati da esperte guide e-bike. Durante l’accompagnamento la guida darà supporto al gruppo e potrà svelare aneddoti e segreti della civiltà veronese e lacustre, facendo delle tappe di tanto in tanto per prendere fiato e assaggiare i prodotti del territorio. Se sarà necessario, si potrà anche utilizzare il servizio di recupero. http://ecogardabike.com/
ARRAMPICATA
ROCK MASTER 2022 Il 29 luglio ad Arco di Trento torna l’evento più famoso per l’arrampicata sportiva: l’unico che da oltre tre decenni vede confrontarsi i migliori climbers del mondo in un mix di grande sport e spettacolo. Quella del Rock Master Festival di quest’anno sarà un’edizione speciale (come quella del 2021) con una formula rinnovata: 16 climbers (8 uomini e 10 donne), trai più forti al mondo, si confronteranno in due spettacolari prove di arrampicata: Ko Boulder e Duello Lead. Ad aggiudicarsi il titolo di RockMaster 2022 i due atleti che avranno raggiunto il miglior punteggio combinato nelle due prove. Il Duello è l’esclusiva pro-
va ‘inventata’ ad Arco che anima la finale del Festival, in cui 2 atleti su 2 percorsi di altissima difficoltà uguali e paralleli si sfidano. Chi arriva in cima per primo elimina l’altro. Nel Ko Boulder Contest la competizione si articola su successive prove: ad ogni prova gli atleti hanno a disposizione 3 tentativi per risolvere il blocco raggiungendo la presa sommitale; al termine di ciascuna prova si stila una classifica tenendo in conto il punto più alto raggiunto ed il numero di tentativi. Anche quest’anno la sfida sarà all’ultima presa! Prevendite online disponibili dal mese di giugno https://www.rockmasterfestival.com/2022/
area relax. Nel giardino i clienti possono prendere il sole e gustare spremute, yogurt e bevande rinfrescanti preparati direttamente dalla lounge interna della SPA. Le novità di quest’anno prevedono il rinnovo dell’area ristorante, con una nuova gestione, che offre un ricco menu per tutti i palati, anche quelli vegani. Con l’estate riprende anche l’attività per i più piccoli con campi estivi e attività giornaliere per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, a partire dal 13 giugno fino al 9 settembre. Le attività proposte sono varie e si differenziano per fasce d’età: per i bambini fino ai 5 anni sono previste attività di nuoto, psicomotricità, laboratori didattici e giochi musicali, mentre i ragazzi dai 6 ai 14 anni saranno intrattenuti con corsi di nuoto, multisport, giochi acquatici e compiti. La novità per l’estate 2022 è data dall’Adventure Camp che prevede quattro uscite in esterna con attività e avventure in collaborazione con: Gardaland, King Rock, Park Jungle Adventure e rafting con Visit Valdadige. Il centro estivo può accogliere i bambini dalle 7:30 fino alle 18 full time o part-time; per la giornata intera è previsto il pranzo con un menù studiato e cucinato dai cuochi del ristorante oltre che alla merenda del mattino e del pomeriggio. Info su www.gardacqua. org o al numero 045.6270563
S P E C I A L E
li b r i
di PAOLO CARLI
IL MITO DELLA iAG CALCI0 RIVIVE IN UN LIBRO Mercoledi 15 giugno, presso il centro sportivo di Gazoldo degli Ippoliti (Mn) - Palco del Papa, alle ore 20.30 verrà presentato il libro “IAG, LA SOCIETA’ CHE HA FATTO LA STORIA DEL CALCIO DILETTANTISTICO MANTOVANO E NON SOLO...” che raccoglie undici anni di ricordi calcistici che hanno portato la squadra di patron Livraghi dalla terza categoria alla serie D. Ben 240 pagine che partono dalle origini della società calcistica (prima gazoldese ma poi divenuta goitese), per poi proseguire anno dopo anno, dal 1972 sino al 1983, ultimo anno in Promozione della mitica società giallorossa. Il libro, a cura del nostro direttore Marco Morelli, con pregevoli interventi di Nanni Rossi e Giacomo Gabriele Morelli, ripercorre e mette in evidenza i momenti clou di quell’epoca con foto, articoli originali, interviste esclusive fatte ai protagonisti di quel periodo, dal settore giovanile alla prima squadra. Saranno presenti i sindaci di Gazoldo e di Goito che hanno concesso il patrocinio al libro, i giocatori e i dirigenti dell’epoca, mister Gatti, nonché ospiti del mondo del giornalismo e del calcio tutti da scoprire. Il libro, nato dall’intuizione di Vincenzo Monticelli (glorioso bomber e capitano della IAG)
e Sergio Bonetta con l’intenzione di ricordare non solo gli anni d’oro della IAG ma soprattutto la figura del presidentissimo Pierino Livraghi, sarà messo in vendita durante la serata e quanto incassato sarà devoluto interamente in beneficenza. La notizia, pubblicata anche sui social, ha avuto vasta eco e sono già moltissimi gli ex giocatori e tifosi che hanno confermato la loro presenza a questa indimenticabile serata. Pierino Livraghi
Nazario Gatti
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Silvano Gilli
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la poliedrica artista dallo stile onirico si confronta con antichi saperi e immagini archetipiche Octavia Monaco (PH.Giuditta Pellegrini)
scrittura incalzante e quasi cinematografica. A questo proposito, Genoma Films - casa di produzione e distribuzione cinematografica, nata nel 2016 da un’idea di Paolo Rossi Pisu, che produce film indipendenti di alto valore artistico - sta realizzando La Stanza Indaco, un toccante film la cui uscita è prevista per il 2023, tratto dall’omonimo romanzo della Savini uscito nel 2017. Film che descrive la storia d’amore tra due adolescenti in un reparto di terapia intensiva, un luogo che, con
il ciclo della vita
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Ritratto di Beatrice P.
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sport
Pedalare, che passione! Ciclabile sospesa del Garda
a cura Di M.T.San juan
Dalle sponde dei laghi di Garda, Iseo ed Idro ai monti della Valle Camonica che culminano con Pontedilegno –Tonale, della Valle Sabbia e della valle Trompia, dalle dolci colline della Franciacorta alla verde pianura solcata dallo scorrere lento del fiume Oglio, in provincia di Brescia si snodano centinaia di km tra piste ciclabili e percorsi di ogni tipo per gli appassionati delle due ruote. E poi si trovano Bike Park, tracciati per praticare in sella gli sport più adrenalinici, strutture ricettive bike friendly. Un caleidoscopio di opportunità per gli appassionati della bicicletta, dall’amatore al professionista. Ciclopedonale del Garda, la passerella più spettacolare d’Europa La ciclopedonale sospesa del Garda è considerata la passerella più spettacolare d’Europa. Si tratta di un incredibile percorso di 2 km a picco sul lago – da fare in totale sicurezza - con panorama mozzafiato, che va da Limone sul Garda al confine di Riva del Garda. È un tragitto slow, con limite di 10 km/h, dedicato a famiglie con bambini, cicloamatori a bassa velocità e tutti coloro che vogliano godere del-
Ciclovia dell’Oglio
lo strepitoso panorama in tutta tranquillità. La passerella è percorribile anche a piedi e di sera, grazie a una suggestiva illuminazione a led: una scelta ecosostenibile, oltre che molto romantica. Ciclovia dell’Oglio, la più bella d’Italia 2019 Con i suoi 282 km totali di percorso – oltre 220 dei quali in provincia di Brescia - e 1.862 metri il dislivello, la Ciclovia dell’Oglio è stata eletta la ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019, gli Oscar italiani del cicloturismo. Dai 1.883 metri del Passo del Tonale al Po, questo paradiso per ciclisti si snoda attraverso l’area Unesco delle Incisioni Rupestri della Valle Camonica, costeggia il lago d’Iseo e si insinua tra i vigneti della Franciacorta, fendendo la pianura bresciana per poi confondersi con il lungofiume del Po. E’ un percorso alla portata di tutti, immerso nella natura, che si può fare in una lunga ciclovacanza di più giorni, oppure a tratti. Uno dei tratti più spettacolari è la Vello-Toline, antica litoranea del lago d’Iseo oggi riqualificata, con circa 5 km di percorso mozzafiato a strapiombo sulle acque. Per conoscerne il percorso, è disponibile on-line la brochure “In bici luglio il fiume Oglio” (https://issuu.com/visitbrescia/ docs/bici-fiume-oglio-brescia). Greenway delle Valli Resilienti, a ciascuno il suo percorso Centinaia di km fra ciclabili, percorsi su strada e per Mountain Bike, tour ad anello: vero eden per bikers, appassionati di MTB, slow bike e road bike, la Greenway delle Valli Resilienti si snoda fra Valle Trompia e Valle Sabbia e le collega con Brescia. Un grande circuito ciclabile nel cuore delle Prealpi bresciane, nato per soddisfare lo spirito sportivo e adrenalinico di ciclisti di qualsiasi specialità e livello. Ad esempio i bikers estremi hanno a disposizione per le loro MTB oltre 1.400 km di tracciato suddivisi in decine di percorsi, con itinerari di diversi gradi di difficoltà. Tra i più impegnativi e più affascinanti c’è il Giro del Crinale, con partenza dal Passo Maniva e passaggio dalla città di Brescia. Tante le possibilità offerte an-
Tignale, Lake Garda Riders: Andrea Photo: Marco Toniolo
che ai bikers da strada e ai cicloturisti, con rispettivamente 24 e 2 tour tra cui scegliere. La Greenway delle Valli Resilienti tocca molti punti di interesse storico, culturale, naturalistico, enogastronomico ed è supportato da oltre 20 strutture ricettive bike friendly con possibilità di noleggio e riparazione biciclette e servizio di guide turistiche e accompagnatori. Sul sito www.greenwayvalliresilienti.it/it/ si trovano tutte le informazioni utili per programmare il proprio viaggio. Dalle mappe degli itinerari ai tracciati GPX, dai punti di ricarica per e-bike ai luoghi in cui mangiare e dormire fino alle più belle attrattive, il portale è il punto di riferimento per chi desidera andare alla scoperta di queste splendide vallate ai margini dei circuiti turistici più frequentati e sfruttati tutte da esplorare da vivere. Pedalate fra le vigne della Franciacorta e della Valtenesi In Franciacorta si pedala su e giù dalle colline fra vigneti, campagna, antichi borghi. Sei, in particolare, gli itinerari eno-ciclo-turistici mappati dalla Strada del Franciacorta. Alla portata di tutti, dedicati ciascuno a una tipologia di Franciacorta, sono contrassegnati sulle mappe (scaricabili dal sito www.franciacorta.
wine/it/territorio/escursioni/) da colori diversi: l’Itinerario giallo Franciacorta Satén ha come start Iseo, quello blu Franciacorta Pas Dosé l’Abbazia di Rodengo Saiano, quello verde Franciacorta Brut parte da Clusane, quello rosso Franciacorta Rosé da Erbusco, quello nero Franciacorta Extra Brut da piazza della Loggia a Brescia ( evidenzia lo stretto legame fra la città, il cui Comune è socio della Strada, e la Franciacorta), quello bianco Franciacorta Millesimato da Iseo. Ad affiancare gli itinerari, agriturismo, alberghi, punti di ristoro attrezzati per ricevere i cicloturisti e dare loro l’adeguata assistenza. Divertenti itinerari ciclabili di varia difficoltà si snodano per decine di km anche fra i vigneti della Valtenesi e del Lugana, con stupendi scorci panoramici sul lago di Garda. I mitici passi di Tonale, Gavia e Mortirolo In Valle Camonica, il mitico Passo del Tonale è un punto di riferimento assoluto per gli appassionati di ciclismo. Sul confine tra il territorio bresciano e quello trentino, lo storico valico ha visto transitare in molte edizioni i ciclisti partecipanti al Giro d’Italia, cosa che succederà anche quest’anno, ed è un piacere per gli occhi che si posano sul gruppo del Castellaccio, sul Monte Serodine e sulla Val Narcanello. Non meno leggendaria, la salita del Passo Gavia unisce la Valle Camonica alla Valtellina ed è anch’essa un pezzo di epica della corsa rosa, fin dalla storica edizione del 1960. Chi si lancia in questa che è una delle più avvincenti sfide sulle due ruote, affronta pendenze che toccano il 16 per cento per raggiungere la vertiginosa quota di 2.621 metri, tra tornanti e panoramicissimi scorci sulle valli di Pezzo, di Viso e delle Messi. Sulla vetta di questo ideale tour nella leggenda, non può che esserci il Passo del Mortirolo, ambito traguardo per i ciclisti più allenati. Pascoli, baite e boschi di conifere offrono il contesto naturale a un tragitto faticoso ma straordinariamen-
Passo Mortirolo
te attraente, che si conclude sul confine tra le province di Brescia e Sondrio, affrontando strappi, tratti riposanti e di nuovo pendenze improvvise che riportano alla mente le gesta di Chioccioli e Pantani. Il Passo del Mortirolo, che non si tingeva di rosa dal 2017, sarà protagonista del Giro d’Italia 2022 nella 16^ tappa prevista per martedì 24 maggio. Bike Park Pontedilegno-Tonale Mountain Bike, gravity e freeride: con oltre 500 km di percorsi tra Alta Valle Camonica e Alta Valle di Sole, il Bike Park PontedilegnoTonale offre un eterogeneo circuito di sentieri, strade forestali e mulattiere che si intrecciano in percorsi di varia difficoltà, dai 700 ai 2.600 m di quota, attraverso boschi, alpeggi e paesaggi d’alta montagna. Il Parco Naturale Adamello Brenta e il Parco Regionale dell’Adamello cingono in un abbraccio verde un ventaglio di itinerari ben segnalati con frecce direzionali, mappati con traccia GPS e personalizzabili grazie a precise mappe con specifiche su ogni variante. La cabinovia Pontedilegno-Tonale e le seggiovie Valbione (a Pontedilegno), Roccolo Ventura (a Temù) e Valbiolo (a Tonale) sono abilitate anche per il trasporto in quota delle MTB. Lungo la linea Pontedilegno-Tonale, la rete di ricarica Zeus per biciclette elettriche è disponibile con 12 colonnine di ricarica ebike interattive e multatisking per ricaricare non solo la bicicletta a pedalata assistita ma anche qualsiasi dispositivo elettronico, garantendo un deposito sicuro grazie a un codice segreto.
Tour della Valtenesi
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I percorsi per ciclisti della provincia di Brescia sono descritti sul sito www.visitbrescia.it, da cui si può scaricare anche una dettagliata guida tematica.
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motori
Nuova Mégane E-Tech 100% Elettrica è ora di provarla!
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a cura di paolo carli
uova Renault Mégane E-Tech 100% Electric: una nuova generazione elettrica, una nuova esperienza di guida, una nuova era tecnologia. Sabato 18 Giugno 2022 è fissato l’appuntamento con il futuro: presso la storia Concessionaria Renault Giovanzana di Porto Mantovano sarà possibile vedere dal vivo e provare, in anteprima assoluta per la provincia di Mantova, la nuova Renault Mégane E-Tech 100% Elettrica. L’evento si svolgerà in collaborazione con Quattroruote C’è, il nuovo coinvolgente format della famosa rivista Quattroruote che porta le sue competenze in Concessionaria. Durante tutta la giornata sarà possibile provare gratuitamente e senza impegno la nuova Renault Mégane E-tech 100% Elettrica affiancati dagli Expert Drivers Quattroruote che vi accompagneranno in un’esperienza di guida inedita sull’auto destinata a stravolgere il mercato della Casa francese. I posti per il Test Drive sono limitati ed è possibile registrarsi dal sito www.giovanzana. eu o su Eventbrite. Marca profondamente umana, Renault entra così definitivamente in una nuova era, facendo soffiare un vento di modernità sull’industria automotive europea che prende il nome di Renaulution. La Nouvelle Vague intende trasformare Renault in una Marca di tecnologia, servizi ed energia pulita, proponendo veicoli da vivere più connessi e soluzioni di mobilità più sostenibili. Tutto ciò rientra nel DNA della Marca, che ha attraversato il XX secolo evolvendo in ogni epoca, proponendo veicoli innovativi e profondamente moderni. Questo movimento storico, da oggi, si traduce concretamente nella gamma Renault con Nuova Mégane E-TECH Electric. Ispirata alla concept-car MORPHOZ del 2019 e anticipata dalla show-car Mégane eVision del 2020, questa berlina dallo stile dinamico ed elegante va oltre ogni aspettativa. Rompe i codici e spinge ancora più lontano i limiti in termini di design, rapporto dimensioni/ abitabilità e versatilità di utilizzo, grazie alla piattaforma CMF-EV sviluppata nell’ambito dell’Alleanza. È un piacere da guardare, ma anche da guidare. In occasione dell’evento “Test Drive Experience | Nuova Mégane E-Tech 100% Elettrica – in collaborazione con Quattroruote C’è” sarà inoltre esposta tutta la gamma Renault E-tech, disponibile per i Test Drive con i Consulenti alle Vendite esperti di Mobilità Elettrica. Sarà un’occasione da non perdere per provare più di una vettura e confrontare tra loro le caratteristiche di Arkana, Captur, Zoe e Twingo nelle motorizzazioni Hybrid, Plug-In Hybrid ed Elettrica! Durante l’evento la Concessionaria offrirà una piccola colazione, dalle ore 9, e aperitivo alle 17.
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Via Marmirolo, 5 Porto Mantovano (MN) tel. 0376 399 161 www.giovanzana.eu
Via Giulio Galluzzi, 1/3 Casalmaggiore (CR) tel. 0375 431 79 NUOVA APERTURA
motori
mille miglia 2022 415 vetture al via!
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a cura di paolo carli
aranno complessivamente 415 le vetture in gara (di cui 11 nella categoria Militare) che prenderanno il via il prossimo 15 giugno da Brescia, con decine di auto iscritte alla lista d’attesa che subentreranno in caso di forfait degli esemplari accettati. Oltre a questo, gli organizzatori hanno rilevato un +25% di iscrizioni al Registro Mille Miglia rispetto all’edizione 2021. È possibile consultare l’elenco completo delle vetture selezionate direttamente sul sito ufficiale della manifestazione. Rispettando lo storico tracciato da Brescia a Roma e ritorno, gli ulteriori arrivi di tappa sono previsti a Cervia Milano Marittima (con la cena in gara a Ferrara) e a Parma. Passignano sul Lago Trasimeno, Piazza del Campo a Siena e l’Autodromo Nazionale di Monza ospiteranno i pranzi nelle giornate di gara. Gli altri eventi previsti nel programma È stata inoltre confermata la 1000 Miglia Green dedicata alle auto ad alimentazione alternativa, come sempre anticipata dal Green Talk, il dibattito che pone l’attenzione al tema della mobilità sostenibile e ai cambi di paradigma dell’industria 4.0. Le vetture iscritte al Ferrari Tribute, costruite dopo il 1957, anticiperanno il convoglio delle auto storiche mentre le supercar di Supercar Owners Circle (SOC) parteciperanno alla 1000 Miglia Experience Italia 2022. Oltre alla classica 1000 Miglia, si svolgeranno l’edizione zero del format Roads by 1000 Miglia dal 7 al 10 aprile nel panorama del Golfo di Sorrento, la prima edizione di Warm Up Svizzera il 29 aprile (due giorni per apprendere e approfondire i segreti delle gare di regolarità nello scenario del Lago di Lugano), la terza edizione di 1000 Miglia Warm Up USA (prevista ad ottobre vicino alla capitale Washington D.C.) e la
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1000 Miglia Experience UAE (che attraverserà gli Emirati Arabi Uniti a inizio dicembre). Passaggio a Mantova Mercoledì 15 giugno la 1000 Miglia 2022 attraverserà Mantova. Le auto storiche ammesse alla Corsa partiranno dalla tradizionale pedana di Viale Venezia a Brescia, passeranno attraverso i giardini del Parco Giardino Sigurtà, per poi giungere nella cittadina lombarda percorrendo viale della Favorita, via Verona SP62 e il Ponte dei Mulini. Da qui gli equipaggi si immetteranno in Viale Mincio dove, lungo le sponde del Lago di Mezzo, affronteranno le Prove Cronometrate che sanciranno il vincitore del Trofeo 130 Nuvolari, isti-
tuito dal comune di Caste d’Ario per celebrare i centotrenta anni dalla nascita del Mantovano volante. Le auto faranno poi il loro ingresso nel cuore di Mantova attraverso Via San Giorgio, proseguiranno in Piazza Sordello, dove sarà effettuato il Controllo Timbro, prima di riprendere Via San Giorgio e uscire dalla città da via Legnago e Ponte di San Giorgio in direzione Ferrara. La prima tappa della 1000 Miglia 2022 si concluderà in serata a Cervia-Milano Marittima L’orario previsto per l’arrivo in città delle vetture iscritte al Ferrari Tribute 1000 Miglia, è quello delle 15:45, nell’arco di un’ora seguiranno le oltre 400 auto storiche partecipanti alla 1000 Miglia 2022.
n. 2 Aprile-Maggio 2022