ANNO 14
NUMERO 4
EURO 1,90
AGOSTO SETTEMBRE 2024
Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.
www.mcgmagazine.it
ANNO 14
NUMERO 4
EURO 1,90
AGOSTO SETTEMBRE 2024
Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.
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A Venezia l’81^ edizione tra proiezioni infinite, star e magiche atmosfere.
Musica, arte ed emozioni tornano a Ferrara dal 21 al 25 agosto.
Dal 4 settembre l’invasione degli autori tra premi Nobel e Pulitzer.
È stata presentata con una conferenza stampa in streaming la programmazione di Venezia 2024, ottantunesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che si terrà dal 28 agosto al 7 settembre. Nonostante un nuovo Presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, la kermesse lagunare saldamente nella mani di Alberto Barbera da tredici anni prosegue nell’idea festivaliera già espressa, quella di un evento che dialoghi apertamente con il mainstream senza dimenticare qualche appetitoso stuzzichino per placare la fame cinefila. Apre Tim Burton e chiude, quasi due settimane dopo, Pupi Avati con un nuovo capitolo prossimo al gotico padano. Si ritorna dunque idealmente agli inizi della vita della Mostra, nelle parole di Buttafuoco, che allarga poi il discorso – e il suo senso – parlando di legittime “invasioni di campo” con le altre arti e rivendicando il ruolo della kermesse lagunare come testa di ponte per la fusione tra le culture, le istanze poetiche, le necessità espressive. Responsabilità civile, politica, e poetica della bellezza. Arriva a far riferimento alla celeberrima edizione del 1951, quando il mondo grazie a Venezia e alla vittoria in concorso di Rashomon scoprì l’esistenza di Akira Kurosawa, e in pratica dell’intero cinema giapponese. Un ricollegarsi ai fasti dei tempi che furono che indica in qualche misura la direzione verso cui protende la Biennale, e che in parte sicuramente trova terreno fertile nel lavoro che per il tredicesimo anno consecutivo – e il sedicesimo in assoluto – Alberto Barbera ha portato a termine insieme alla sua squadra. Certo, viene naturale ancora una volta sottolineare lo scarso peso politico che alcune (vaste) aree del globo hanno nelle scelte del comitato di selezione, in particolar modo per quel che concerne il concorso principale. A correre per il Leone d’Oro è quasi esclusivamente la parte occidentale del mondo: su ventuno titoli complessivi, se si escludono April della georgiana Déa Kulumbegashvili, Strangers Eyes del singaporiano Yeo Siew Hua, e Youth (Homecoming) di Wang Bing, tutto si risolve in un contesto geopolitico che guarda a occidente, o perché direttamente “tale” o perché – e vale per il cinema sudamericano – afferente allo
stesso. Una predilezione cui si continua a guardare con sospetto, e che in un’epoca belligerante e infuocata come quella odierna rischia di chiudere gli orizzonti invece di spalancarli, e di accontentarsi di ciò che già si conosce, già si è esperito, già si sa come gestire.
Con questo non si vuol suggerire che manchino d’interesse le opere che concorreranno per la vittoria finale, sia chiaro. Difficile infatti rimanere insensibili di fronte a nomi come quelli di Brady Corbet, Pablo Larraín, o Pedro Almodóvar – e c’è chi senza dubbio esulterà per la quantità di stelle di media e grande lucentezza che calcherà il tappeto rosso di fronte al Palazzo del Cinema –, eppure l’impressione è che la presenza di produzioni statunitensi, francesi e italiane nella competizione principale (13 film su 21, se non si è contato male) sbilanci in maniera eccessiva l’equilibrio. Meglio forse muovere lo sguardo verso le altre sezioni, a partire da un fuori concorso che tra
Korine, Lav
sembra quasi un contro-concorso, cui si aggiungono i cortometraggi di Marco Bellocchio e Alice Rohrwacher – quest’ultima in co-regia con JR; e cosa dire dei nuovi lavori “documentari” di Amos Gitai e Andrei Ujică, o perfino delle serie –tutte programmate integralmente, una decisione questa molto apprezzabile – di Rodrigo Sorogoyen, Alfonso Cuarón, Thomas Vinterberg e Joe Wright (quest’ultimo alle prese con il primo capitolo della trilogia letteraria di Antonio Scurati)? Tracce di dialettica con l’immagine che aprono scenari affascinanti, anche di riflessione oltre che di godimento spettatoriale. Anche la programmazione di Orizzonti tende a non prendere in eccessiva considerazione il continente asiatico – se si escludono Pooja, Sir di Deepak Rauniyar e Happyend di Neo Sora, quest’ultimo figlio del grande Ryūichi Sakamoto –, ma è qui che si dovrebbe in ogni caso rintracciare la scintilla verso un “cinema futuro”, o meglio il futuro del cinema. In ogni caso dopo oltre un decennio la macchina festivaliera ordita in ogni suo dettaglio da Barbera va avanti spedita, e senza più troppo di nuovo da svelare, ed ecco dunque che Venezia 2024 si muove seguendo le medesime coordinate degli anni passati, tra legittime tentazioni glamour e qualche solleticamento all’appetito cinefilo. Cercando di confrontarsi con il presente – non sono pochi i film che articolano il loro discorso sul fronte ucraino e su quello palestinese, e sarà interessante in tal senso scoprire il versante “politico” dello sguardo dei selezionatori –, senza per questo perdere in alcun modo il rapporto con il mainstream, che anno dopo anno si è fatto sempre più rilevante all’interno dei lavori della Mostra. Ovviamente, e manzonianamente, ai posteri l’ardua sentenza, ma qualche titolo su cui si punta in maniera preventiva lo si può fare: The Brutalist di Brady Corbet, Youth (Homecoming) di Wang Bing, Happyend di Neo Sora, Vittoria di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, Baby Invasion di Harmony Korine, Broken Rage di Takeshi Kitano, Cloud di Kiyoshi Kurosawa, L’orto americano di Pupi Avati – in dimensione da gotico padano, a quanto si apprende –, Phantosmia di Lav Diaz, Bestiari, erbari, lapidari di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, TWST / Things We Said Today di Andrei Ujică, Why War di Amos Gitai. Sempre pronti ad applaudire Peter Weir, meritorio Leone d’Oro alla carriera, quando accompagnerà in Sala Grande il suo bellissimo Master and Commander, “vecchio” di appena vent’anni eppure appartenente a un’altra epoca del cinema. E dei festival.
CONCORSO
Ainda estou aqui di Walter Salles
April di Dea Kulumbegashvili
Babygirl di Halina Reijn
The Brutalist di Brady Corbet
Campo di battaglia di Gianni Amelio
Diva Futura di Giulia Steigerwalt
Harvest di Athina Rachel Tsangari
Iddu di Fabio Grassadonia, Antonio Piazza
Joker: Folie à deux di Todd Phillips
Jouer aver le feu di Delphine Coulin, Muriel Coulin
Kill the Jockey di Luis Ortega
Leurs enfants après eux di Ludovic Boukherma, Zoran Boukherma Love di Dag Johan Haugerud
Maria di Pablo Larraín
The Order di Justin Kurzel
Queer di Luca Guadagnino
The Room Next Door di Pedro Almodóvar
Strangers Eyes di Yeo Siew Hua
Trois amies di Emmanuel Mouret
Vermiglio di Maura Delpero
Youth (Homecoming) di Wang Bing
ORIZZONTI
CONCORSO
Nonostante di Valerio Mastandrea (Film di apertura)
Aïcha di Mehdi Barsaoui
L’attachement di Carine Tardieu
Carissa di Jason Jacobs, Devon Delmar
Diciannove di Giovanni Tortorici
Familia di Francesco Costabile
Familiar Touch di Sarah Friedland
Happyend di Neo Sora
Happy Holidays di Scandar Copti
Marco di Jon Garaño, Anitor Arregi
Mistress Dispeller di Elizabeth Lo Mon inséparable di Anne-Sophie Bailly
The New Year That Never Came di Bogdan Mureşanu
Of Dogs and Men di Dani Rosenberg
One of Those Days When Hemme Dies di Murat Fıratoğlu
Pavements di Alex Ross Perry
Pooja, Sir di Deepak Rauniyar
Quiet Life di Alexandros Avranas
Wishing on a Star di Péter Kerekes
September 5 di Tim Fehlbaum (Film di apertura)
After Party di Vojtěch Strakatý
Edge of Night di Türker Süer
King Ivory di John Swab
Le Mohican di Frédéric Farrucci
Seeking Haven for Mr. Rambo di Khaled Mansour
La storia del Frank e della Nina di Paola Randi
Vittoria di Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman
The Witness di Nader Saeivar
FUORI CONCORSO FICTION
Allegorie citadine di Alice Rohrwacher, JR (cortometraggio)
Baby Invasion di Harmony Korine
Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton (film di apertura)
Broken Rage di Takeshi Kitano
Cloud di Kiyoshi Kurosawa
Finalement di Claude Lelouch
Maldoror di Fabrice du Welz
L’orto americano di Pupi Avati (film di chiusura)
Phantosmia di Lav Diaz
Se posso permettermi capitolo II di Marco Bellocchio (cortometraggio)
Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini
Wolfs di Jon Watts
NON FICTION
2073 di Asif Kapadia
Apocalipse non tropicos di Petra Costa Bestiari, erbari, lapidari di Massimo D’Anolfi, Martina Parenti
Israel Palestine on Swedish Tv 1958-1989
di Göran Hugo Olsson
One to One: John & Yoko
di Kevin Macdonald, Sam Rice-Edwards
Riefenstahl di Andres Veiel
Russians at War di Anastasia Trofimova
Separated di Errol Morris
Songs of Slow Burning Earth di Olha Zhurba
TWST / Things We Said Today di Andrei Ujică
Why War di Amos Gitai
PROIEZIONI SPECIALI
Beauty is Not a Sin di Nicolas Winding Refn (cortometraggio)
Leopardi. Il poeta dell’infinito (parte 1 e 2) di Sergio Rubini
Master and Commander di Peter Weir (omaggio al regista)
SERIES
Los años nuevos di Rodrigo Sorogoyen, Sandra Romero, David Martín de los Santos
Disclaimer di Alfonso Cuarón
Families Like Ours di Thomas Vinterberg
M – Il figlio del secolo di Joe Wright
VENEZIA CLASSICI DOCUMENTARI
Carlo Mazzacurati – Una certa idea di cinema di Enzo Monteleone, Mario Canale
Chain Reactions di Alexandre O. Philippe
Le Cinema de Jean-Pierre Léaud di Cyril Leuthy
Constelacion Portabella di Claudio Zulian
From Darkness to Light di Michael Lurie, Eric Friedler
I Will Revenge This World with Love
S. Paradjanov di Zara Jian
Maroun Returns to Beirut di Feyrouz Serhal
Miyazaki, l’esprit de la nature di Leo Favier
Volonté – L’uomo dai mille volti
di Francesco Zippel
BIENNALE COLLEGE
Il mio compleanno di Christian Filippi Honeymooon di Zhanna Ozirna
January 2 di Zsófia Szilágyi
The Fisherman di Zoey Martinson
Una storia drammatica quella apparsa nei giorni scorsi su Corriere.it. Ci siamo messi in contatto con Annalisa Loconsole del Comitato “Riportiamo a casa Laura Lorusso” nonchè Vice Presidente Nazionale di Penelope Odv
“Laura Lorusso è nata a Donetsk il 6/3/2018 da padre italiano e mamma ucraina. La sua storia inizia come una sottrazione internazionale di minore in quanto nel 2021, durante una vacanza della famiglia in Ucraina. La mamma di Laura, approfittando di un temporaneo allontanamento del marito Francesco, che stava acquistando qualcosa da mangiare, è scomparsa con la bambina. Quando il Sig. Francesco è tornato ove aveva lasciato sua moglie e sua figlia non le ha trovate. Solo dopo qualche ora ha ricevuto un messaggio dalla moglie che gli comunicava che non avrebbe più rivisto lei e la piccola Laura” afferma Annalisa “Il Signor Lorusso, che non conosceva la lingua è rientrato in Italia ed ha sporto denuncia di sottrazione internazionale di minore, non sapendo, tuttavia, indicare dove sua moglie si fosse rifugiata. Solo quando l’Autorità Centrale di Giustizia per la Cooperazione internazionale, investita della vicenda, ha avviato le procedure per il rientro della piccola Laura dall’Ucraina verso l’Italia, luogo di residenza abituale del nucleo familiare, le Autorità ucraine hanno riferito che la signora aveva oltrepassato il confine, portandosi nella regione del Donbass, che, a seguito della guerra, RussoUcraina, si è autoproclamata Repubblica autonoma, sotto il controllo della Federazione russa, perciò lo Stato ucraino non aveva potere su quel territorio, e, nello stesso tempo, l’Italia non ha convenzioni con quella Regione. Tutti gli atti esperiti presso i Tribunali italiani ovvero condanna penale per la signora, perdita della patria potestà ed affido esclusivo della bambina a suo padre, sono rimasti in standby, perchè mai notificati.
di paolo carli
In tre anni il Sig. Lorusso ha visto sua figlia solo in videochiamata tre o quattro volte solo dopo aver pagato una somma di denaro che era il prezzo del ricatto per vedere sua figlia. Il signor Lorusso ha dovuto ingaggiare un investigatore ed un avvocato locali per rintracciare sua figlia. Dopo tre anni di ricerche, la notizia giunta a fine maggio, di un bambino rimasto ferito durante un bombardamento a Donetsk ha dato il là per intraprendere le ricerche in quel determinato territorio. Era proprio Laura il bambino rimasto ferito.
Dalle ricerche fatte si trovava in ospedale. E’ stato proprio a fine maggio che il Signor Lorusso sfidando la paura delle bombe, il disagio della lingua, ha fatto di tutto per avere i visti per recarsi in Russia per assistere sua figlia. Al suo arrivo, il fatto che lui fosse il padre della bambina e che avesse al seguito il passaporto italiano della bambina non sono stati considerati sufficienti per vedere sua figlia, che ha saputo dover sottoporsi ad un intervento chirurgico al braccio ed alla spalla per liberarla dalle schegge dei proiettili che l’hanno colpita.
Attualmente è ancora in attesa ! Anche la madre è stata ricoverata e dopo le sue dimissioni ha rapito nuovamente la piccola per portarla a Taganrog, dove è stato fermata per eccesso di velocità e nuovamente ricoverata, Questa volta in un reparto di psichiatria mentre la bambina, affidata ai servizi sociali, è ospite in un orfanotrofio. Rintracciata ancora una volta, è stato possibile per le Autorità italiane avviare le procedure previste dalla Convenzione dell’Aja verso la Russia. Intanto, il sig. Lorusso ha cominciato a rivedere sua
figlia,purtroppo solo un giorno la settimana, perchè l’orfanotrofio dista circa 800 km. Tra l’altro, perchè gli venga affidata sua figlia, considerato che i minori non possono lasciare il territorio russo, in considerazione che la piccola ha anche cittadinanza se, prima ucraina adesso russa, è importante che lui dimostri, innanzitutto di avere ristabilito un dialogo con sua figlia, una stabilità economica ed un ambiente dignitoso dove far vivere la bambina. Tutti i documenti italiani sono stati spediti, tradotti e apostillati da un notaio. Ha appurato che Laura non è stata mai iscritta a scuola, e che non risulta nei registri dell’Ufficio immigrazione.
Ogni dieci giorni deve rinnovare il visto di proroga per restare in Russia ed affrontare anche delle cause sul posto, atteso che la mamma si oppone all’affidamento esclusivo al padre. Il sig. Lorusso ha sostenuto in Italia e sta sostenendo anche all’estero ingenti spese e non può rientrare in Italia perchè significherebbe per le Autorità russe l’abbandono di Laura.
Ecco perchè sta chiedendo l’aiuto di tutti per sostenere questa battaglia per il bene di sua figlia. La bambina ha urgente bisogno di cure e la mamma non può farsene carico e non può provvedere a sua figlia. Chiede aiuto a tutti”.
Non bastasse l’autorevolezza di Corriere.it, Annalisa Loconsole ci ha inviato copia dell’ Atto costituiotovo del Comitato e di alcune donazioni e versamenti, per ribadire la totale trasparenza e correttezza dell’operato del Comitato Riteniamo doveroso anche noi dalle nostre pagine rilanciare l’appello per un aiuto al Sig. Francesco in attesa di un lieto fine.
Per aiutare il sig. Francesco: potete effettuare un versamento a:
COMITATO RIPORTIAMO A CAUSA
LAURA LORUSSO
IBAN: IT 46S03069 09606 100000404911
Dal Divertimento alla trageDia
Si intensificano senza sosta le notizie di cronaca nera riguardanti decessi, e drammatici incidenti, occorsi non sul posto di lavoro, o per atti criminosi, o per ineluttabili fatalità, bensì legati ad attività ricreative nel tempo libero. I monti, il mare, il lago, il bosco, la campagna, pare non siano più esclusive fonti di relax e serenità, ma luoghi in cui la vita non trova più come un tempo quella sensazione di sicurezza a cui si era soliti attingere a piene mani per stemperare le fatiche settimanali. E’ evidente però come le cose non stiano così; non sono l’ambiente e la natura ad essere diventati fonti di pericolo, quanto la nostra stucchevole impreparazione riguardo gli ambienti naturali e ciò che significa vivere in contesti non urbani
Inadeguatezza che sta contraddistinguendo soprattutto le nuove generazioni. Il tema è complesso, ma accanto a una buona dose di superficialità e di inciviltà diffusa, che si stanno sempre più riscontrando a tutti i livelli, è in corso, almeno in Italia, un fenomeno che si potrebbe definire di “analfabetismo di ritorno”. E la natura in questo senso è un specchio implacabile. Sono sempre meno le persone in
grado di “leggere” correttamente il territorio (che tempo farà, animali e piante presenti, fattori di rischio, ecc.), e sono sempre meno quelli che hanno veramente voglia di farlo. Si improvvisa seguendo l’istinto e il piacere, ci si affida un po’ al caso, spesso contando su eventuali aiuti esterni in caso di imprevisti, ma poi può accadere l’irreparabile.
Ma vediamo cosa accade qui da noi, ambiente per ambiente, tralasciando i guai in cui si vanno a ficcare molti turisti durante vacanze in altri continenti, in una natura ancor più misconosciuta della nostra.
MONTAGNA
Lo scorso anno, da giugno settembre, sono state 50 le vittime sulle montagne italiane per incidenti legati all’alpinismo. Se a queste si aggiungono quelle per incidenti legati ad altre varie attività outdoor quali, rimanendo solo in ambienti montani o collinari, il semplice escursionismo, il jumping, il cayoning, il running, la mountain-bike e il parapendio, si superano ampiamente i 120 morti in una sola estate, ovvero un periodo estivo con oltre un decesso al giorno. Una vera ecatombe, solo in parte legata alle mutate condizioni climatico-ambientali che, soprattutto in montagna, hanno reso
di giacomo gabriele morelli
UN’ANALISI DELL’INTENSIFICARSI DI EPISODI DI CRONACA NERA OCCORSI DURANTE LE ATTIVITÀ RICREATIVE NELLA NATURA.
SI AFFRONTA LA NATURA CON LO STESSO SPIRITO CON CUI SI ACCEDE AD UN VIDEOGIOCO, IGNORANDO DEL TUTTO ANCHE I RISCHI PIÙ ELEMENTARI CHE ESSA NASCONDE.
più frequenti gli imprevisti. Nella maggior parte dei casi, soprattutto in quelli che per fortuna non hanno avuto esiti fatali ma solo feriti più o meno gravi (diverse centinaia), si è constatato che molte delle vittime dei sinistri si erano avventurate senza l’umiltà, la consapevolezza e le capacità necessarie. Molti escursionisti pare che affrontino la natura con lo stesso spirito con cui si accede ad un videogioco, ignorando del tutto anche i rischi più elementari che comunque, quasi sempre, potenzialmente esistono quando si esce dal salotto di casa e ci si inoltra all’aperto, in un qualsiasi ambiente naturale. Non si insiste mai abbastanza sulla sicurezza e sul fatto che la montagna è un luogo libero che NON può essere protetto; quando nelle attività più impegnative, roccia in primis, si è nel dubbio, saper rinunciare è una delle chiavi per restare vivi
Alle quote servite da funivie e seggiovie, con conseguente accesso di massa, si possono osservare situazioni paradossali, che sarebbero anche ridicole se non rischiassero spesso di sfociare in tragedie. La casistica è ormai abbastanza standard: signore con i tacchi o mamme con bimbetti in calzoncini e scarpe da tennis su quel che resta del ghiacciaio del Plateau Rosa (3.480 metri) sul Cervino; oppure lui in maglietta e T-shirt e lei in top e calzoncini quasi sulla vetta della Majella, con cane al seguito e rigorosamente senza zaino ma solo con golfino in vita (per cui in caso di repentino maltempo, come spesso avviene in montagna, ad alto rischio di ipotermia). O semplicemente anche i “furbi” che salgono a mezzogiorno solo con infradito verso la cima del vulcano sull’Isola di Vulcano o sullo Stromboli.
Entrando nel “tecnico”, se gli incidenti di cui sono vittima gli scalatori spesso non sono imputabile ad incapacità ma a situazioni dettate da fatalità,
è altresì vero che le sottostime degli eventi atmosferici che causano tragedie sono all’ordine del giorno e che, come afferma il CAI, nella maggior parte degli incidenti mortali in montagna, le cause sono generate dalle vittime o dai loro compagni.
Accade così che si definisca “assassina”, addebitandole l’unica responsabilità dell’accaduto, la piena del torrente Raganello che, nel cuore naturalistico del Pollino, provocò la morte di dieci persone in una comitiva scriteriatamente accampata di notte sul greto del torrente: una sorta di roulette russa. Stesso dicasi per lo smottamento che in Trentino, vicino al rifugio Brentei, fece una strage (sette) in una compagnia di ragazzini che con la guida si erano accalcati proprio nel canalone per trovare rifugio dal temporale improvviso. E ancora quella che in Val Chiavenna sorprese e uccise durante la notte un gruppo di scout che campeggiava su palafitte costruite proprio nel greto del torrente Febbraro. Tragedie che avrebbero dovuto fare storia, letteratura di comportamento, e invece nulla di tutto questo. Ciò che è accaduto ai tre ragazzi inghiottiti dal torrente Natisone in Friuli ne è esempio, soprattutto se si tiene conto che una settimana prima, nella medesima zona, erano stati salvate per il rotto della cuffia, in una situazione simile, due persone rimaste confinate su una sorta di isolotto; e che, incredibilmente, dieci giorni dopo la tragedia, sempre a pochi chilometri, una famiglia sia stata sorpresa e circondata dalle acque mentre in jeep percorreva il letto di un altro torrente. Le precipitazioni di un temporale, cadute all’insaputa anche a chilometri di distanza, possono arrivare improvvisamente sul greto in secca di un torrente su cui si passeggia beatamente, rendendolo in pochi secondi una trappola apocalittica. La gente
NELLA MAGGIOR PARTE DEGLI INCIDENTI MORTALI CHE SI VERIFICANO IN MONTAGNA, LE CAUSE SONO GENERATE INCAUTAMENTE DALLE VITTIME O DAI LORO COMPAGNI.
evidentemente non sa, non legge, non ascolta. Atteggiamenti superficiali, spesso frutto di ignoranza ma in alcuni casi anche di maleducazione e protervia. Ovunque sono segnalate situazioni di guide insultate o addirittura aggredite per avere cercato di far rispettare le più elementari regole di sicurezza o per aver segnalato comportamenti scorretti e pericolosi. Salvo poi, quando ci si caccia nei guai, sperare nel soccorso alpino o nei vigili del fuoco e nell’aiuto di volontari che mettono a rischio la propria vita per salvare quella di molti, è il caso proprio di dirlo, incoscienti.
MARE, LAGHI, FIUMI
Tutto ciò che accade in acqua è in genere molto meno drammatico e spettacolare delle disgrazie che avvengono sulle alture: semplicemente si annega, in modo spesso silente ed inosservato. Il trend in Italia è costante, con circa 350-400 incidenti mortali l’anno, ma negli ultimi anni aumentano gli incidenti nelle acque interne (laghi, fiumi), con un incremento di casistiche sostenuto specialmente dagli stranieri residenti nel Paese, più incauti dei locali. Il rapporto M/F è decisamente a sfavore del sesso maschile, che si accolla quasi l’80% dei casi. Da sottolineare che molte volte le disgrazie avvengono in presenza di una concausa, ossia il soggetto è annegato, per esempio, perché non sapeva nuotare e il mare era mosso. Quest’ultima constatazione è indicativa dell’elevato tasso di responsabilità tra le vittime di queste tragedie. Se ad un malore in acqua può essere correlata la fatalità (ma quanti sono vittime per essersi tuffa-
ti dopo lunghe sedute al sole o dopo pasti inappropriati o dopo l’assunzione di bevande gelate, disattendendo ogni consiglio in proposito!), ben diversa è la situazione per chi si avventura in acqua senza saper nuotare sottovalutando la natura dei fondali, come se si entrasse in una vasca da bagno. La giovane età di un’alta percentuale di que-
ste vittime indica proprio un approccio al bagno effettuato con scarsa attenzione, sottovalutando le insidie delle acque.
Nel caso di tragedie riguardante i più piccoli, cui non si può imputare alcuna responsabilità, la causa è invece quasi sempre la disattenzione dei genitori o degli affidatari: “mi ero girata/o un attimo (o minuti?) ed è accaduto …”.
Come nel caso dei rocciatori esperti, anche le morti che stagionalmente rapiscono innumerevoli appassionati di sport subacquei raramente sono da imputare ad imperizia. Destano però sensazione gli investimenti di appassionati sub da parte di natanti, in assenza delle necessarie segnalazioni (boe) atte ad allertare chi è alla guida di tali mezzi. I decessi in mare causati dalla disattenzione e dall’avventatezza di improvvisati piloti di natanti, a danno anche di semplici bagnanti, resta comunque una piaga tuttora irrisolta; doppiamente deprecabile ed inaccettabile, se si pensa alla sconsideratezza dei responsabili di questi lutti, e al contesto di tranquillità e serenità in cui vengono consumati. Per concludere, ecco un altro classico delle vicen-
de amare legato alla fruizione della natura. Già in piena estate in montagna, e con l’inizio dell’autunno in collina-pianura, parte la stagione della raccolta dei funghi. E con essa le segnalazioni di intossicazioni da parte delle Assl, da Nord a Sud in tutta Italia. Non a caso, nel trimestre settembre-ottobre-novembre si verifica il 90% dei casi di intossicazione da funghi, che portano in pronto soccorso circa 10mila italiani l’anno, tra casi lievi e più gravi, con sintomi che vanno da problemi gastrointestinali a complicanze neurologiche, fino alla morte, che riguarda mediamente 30-40 persone all’anno. Falsi prataioli, false mazze da tamburo, falsi porcini, ed il danno è fatto. Se ne parla, se ne discute, tutti lo sanno, eppure la certezza di non aver fatto errori nella raccolta porta migliaia di individui al pronto soccorso. E anche in questo caso la fatalità ed il destino non hanno voce in capitolo; a monte c’è sempre l’incompetenza, la superficialità, addirittura la dabbenaggine. I decotti di erbe, le tisane dissetanti, i distillati di foglie aromatiche e di bacche, copiate sui libri, imparate in tv, apprese per sentito dire, sono un’altra fonte di una catena di guai che i reparti ospedalieri devono affrontare. L’errore nel riconoscimento delle specie botaniche è quanto di più facile possa occorrere, anche ai più preparati, come accaduto lo scorso anno ad uno dei più noti esperti italiani di piante officinali, deceduto per aver raccolto e utilizzato un’essenza velenosa scambiata per tarassaco.
La natura purtroppo non fa sconti a chi non la vive con attenzione e preparazione.
Le istituzioni, a partire dalla scuola che trascura totalmente l’educazione civica e ambientale, di rado aiutano ad invertire questa situazione, nonostante molto si potrebbe fare. E un nonno e un padre che non sanno, non possono certo essere educativi coi figli.
Le lodevoli iniziative di varie associazioni create da appassionati di ogni settore, a malapena servono a rallentare questo fenomeno di inversione culturale. Qui sta il problema: un miscuglio di inconsapevolezza, presunzione e faciloneria, destinato a crescere; le nuove generazioni ipertecnologiche saranno infatti sempre più scollegate dai processi della natura. E il risultato appare facilmente prevedibile.
E.Kraube
L’autonomia regionale è legge. C’è chi si oppone dichiarandola divisiva per il Paese. Per questo si stanno raccogliendo le firme per indire il referendum abrogativo. Le differenze fra il Nord e il Sud ci sono da prima della legge Calderoli sull’autonomia, e mai sono state colmate. Cito, ad esempio, la Cassa per il Mezzogiorno istituita proprio per ridurre questo divario. Spese enormi per risultati minimi. Oggi l’opportunità per colmare il divario si chiama autonomia differenziata. Si avrà, però, solo se tutti ci mettiamo alla stanga con la stessa convinzione, con alla base del nostro agire, da Nord a Sud, la responsabilità dell’amministratore pubblico nei confronti del cittadino amministrato. Oggi le Province autonome di Trento e Bolzano finanziano per 80 milioni l’anno progetti di sviluppo nei Comuni di confine veneti e lombardi. Un altro
fondo, questo statale, assegna provvi denze ai Comuni veneti e piemontesi che confinano con le Regioni speciali del Friuli Venezia Giulia e della Valle d’Aosta.
Questi fondi servono per colmare i disequilibri un tempo evidenti fra una parte e l’altra dei confini regionali. E’ la “sussidiarietà” fra le regioni ricche nei confronti di quelle povere. Per la sussidiarietà la Legge sull’autonomia ha previsto i Leb, i livelli essenziali di prestazione. Finanziati dallo Stato saranno in grado di contribuire in eguale misura su tutto il territorio nazionale per ogni cittadino sulla spesa relativa alle materie cedute dallo Stato alle Regioni.
La Regione Emilia Romagna, ad esempio, è stata fra le prime a chiedere con Lombardia e Veneto l’autonomia differenziata, ora è fra le prime a
chiedere il Referendum abrogativo. “L’Emilia Romagna – parole del presidente Bonaccini – ha sempre sostenuto ogni processo di decentramento che avvicinasse le decisioni ai cittadini e ai territori, ma dentro un quadro chiaro di unità dell’Italia e in una logica di solidarietà e uguaglianza dei diritti. La legge Calderoli, che non mette un euro sui Leb e prevede invece che in molte materie si possa procedere sull’autonomia differenziata senza alcuna garanzia di equità territoriale, rischia di spaccare ulteriormente il Paese sui pilastri essenziali quali la sanita e l’istruzione”. Ci sono materie cedute senza i Leb, ma la richiesta è facoltativa. In quanto ai Leb, che per la loro definizione sono previsti due anni di tempo, non si può bocciare la legge quando il valore dei Leb è sconosciuto.
al via la mostra del cinema di venezia 81^ edizione tra proiezioni infinite, star, ritorni e magiche atmosfere.
rischiare la vita nella natura
Un’analisi dell’intensificarsi di episodi di cronaca nera occorsi durante le attività ricreative nella natura.
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Da 35 anni nel mondo dell’editoria, classe 1962, da 12 anni dirige MCG Magazine dopo esserne stato per 8 il coordinatore editoriale. È titolare della Morelli Media Partner e co-fondatore di Advance. E’ direttore editoriale anche del nuovo settimanale MCG Week.
MCG dopo 10 anni dalla prima in- tervista incontra di nuovo il famoso alpinista mantovano.
speciale festivaletteratura 2024
Tutti gli ospiti e il programma della più famosa kermesse letteraria nazionale.
interviste speciali: fausto de stefani speciale vacanze estate 2024
Tutte le mete più ambite per il fine stagione. Mare, montagna, laghi e una panoramica sui luxury hotel per una vacanza da sogno.
eros zanotti ai giochi invernali
L’atleta asolano convocato per gli Special Olympic Winter World 2025 che si terranno a Torino.
Il cuore dell’estate 2024 è stato caratterizzato dai Giochi Olimpici. Al di là dell’imponente battage pubblicitario di cui le Olimpiadi sono state oggetto, è innegabile che esse hanno conservato un richiamo simbolico molto forte. Il messaggio veicolato è sempre vivo: fair play, partecipazione, amicizia, lealtà, solidarietà, impegno, rispetto, coraggio, miglioramento di sé, pace, uguaglianza e internazionalismo. E inalterata è rimasta l’attrattiva capace di coinvolgere il mondo intero, a prescindere dalle differenze culturali; una cosa che va oltre il puro spettacolo sportivo.
E’ innegabile che lo Sport pulito ha in sé un potenziale senza uguali per dare forma a una cultura popolare a livello globale, e qualche raro immancabile baro non ne riesce a scalfire il fascino. Ma, al di là di ogni considerazione filosofica, una cosa ci colpisce: il contrasto tra gli ideali, i sogni e il modello di vita degli atleti che abbiamo visto rivaleggiare nelle varie discipline, e l’atteggiamento di una gioventù che, assorbita dall’universo digitale, non è più indirizzata come un tempo verso la pratica sportiva. In tutto ciò evidentemente influisce la rapida trasformazione della società,
MantovachiamaGarda Periodico bimestrale
del Tribunale di Mantova
Direttore Responsabile Marco Morelli
Capo redattore Giacomo Gabriele Morelli
Art Director e Progetto Grafico Matteo Zapparoli
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Editore: MARCO MORELLI, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn)
ma anche la caduta di una serie di valori e di modelli culturali di riferimento. Basti pensare agli episodi di intolleranza che talora coinvolgono atleti, dirigenti (e ahimè tanti genitori), impegnati in attività sportive dilettantistiche, dove il successo, la vittoria, la gloria, il denaro, per taluni valgono bene qualsiasi conflitto, a danno della formazione e dell’educazione del proprio giovane che spesso, in preda al disorientamento, trova in quanto sopra citato il pretesto per abbandonare lo sport. A queste motivazioni si abbinano spesso anche una minore volontà al sacrificio, all’impegno ed alle regole, specchio dell’attuale società, che spingono i nostri giovani verso scelte diverse dal contesto sportivo. Nei Paesi emergenti, per i quali lo sport è ancora occasione di valorizzazione personale e rilancio sociale. questo ancora non accade. Auguriamoci ch le emozioni che ci stanno regalando i nostri connazionali diventino un virus contagioso votato alla pratica sportiva senza vaccino alcuno.
Marco Morelli
direttore@mcgmagazine.it
Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Capato, Alessandra Fusè, Anna Maria Catano, Barbara Ghisi, Benedetta Bottura, Elena Benaglia, Elena Mantesso, Elena Kraube, Elide Bergamaschi, Flora Lisetta Artioli, Gastone Savio, Michela Toninel, Maria Theresa San Juan, Paolo Carli, Rita Bertazzoni, Rosa Perosi, Veronica Ghidesi, Vittoria
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a cura di M.T.San
juan
Dal 14 al 18 agosto nel borgo di Grazie di Curtatone (Mn) tornano l’Antichissima Fiera delle Grazie e il suo evento clou, il tradizionale Incontro Nazionale dei Madonnari che si svolge a cavallo del Ferragosto e che quest’anno giunge alla sua 50esima edizione. Sacro e profano, condivisione e spiritualità, arte e tradizione: sono questi gli ingredienti del più importante evento internazionale dedicato all’arte madonnara, che richiama ogni anno più di 100mila turisti e che ha portato fuori dai confini nazionali il nome e il fascino del borgo di Grazie, con il suo Santuario e il contesto paesaggistico privilegiato che lo accoglie nel parco del Mincio. Crescono, infatti, la partecipazione di artisti stranieri, quest’anno una quarantina provenienti da circa 16 paesi del mondo, e l’attenzione dei viaggiatori che si uniscono ai numerosi pellegrini che dal XV sec. giungono a Grazie per la Festa dell’Assunta per i quali, anche in segno di ospitalità, prese le mosse l’Antichissima Fiera delle Grazie, che oggi conta circa 200 espositori di diverse categorie merceologiche, e di cui si celebrerà il sesto centenario nel 2025.
IL PROGRAMMA (14-18 AGOSTO)
La manifestazione prenderà il via la mattina del 14 agosto con l’inizio dei lavori dei madonnari, che fino al tramonto del giorno successivo dipingeranno le loro opere sul sagrato.
Alle ore 18,30, alla presenza delle autorità, presso la Riva della Madonna si svolgeranno la cerimonia ufficiale di inaugurazione dell’Antichissima Fiera e la tradizionale benedizione dei gessetti.
Il giorno di Ferragosto sono in programma all’alba la 14esima edizione della marcia alle Grazie con partenza da Belfiore, e dalle ore
9,30 alle 11 la celebrazione della santa messa presieduta dal vescovo di Mantova mons. Marco Busca e il saluto ai madonnari; nel pomeriggio il piazzale del Santuario ospiterà le premiazioni del Banco Fiera (ore 19) e dopo il tramonto, ultimate le opere, le premiazioni dei vincitori del 50° Incontro Nazionale dei Madonnari (ore 20).
Venerdì 16 agosto appuntamento alla Riva della Madonna per il congresso dei Madonnari (ore 10) e all’Infopoint (ore 17), nell’ambito del progetto Museo Diffuso del Risorgimento - Area Alto Mincio, momento di promozione dei luoghi del Mincio e del suo Risorgimento, che saranno collegati e resi fruibili da un nuovo itinerario ciclabile realizzato in collaborazione con FiAB. Sabato 17 agosto la presentazione del libro “La leggenda dei fiori di loto” in presenza dell’autrice, Olimpia Palo, precederà la suggestiva navigazione per le valli del Mincio (ore 17,30 Infopoint) con lettura in barca per grandi e piccini alla scoperta dei fiori di loto e della loro storia (presentazione a ingresso libero, navigazione animata per la durata di 1 ora su prenotazione e a pagamento).
Domenica 18 agosto sarà interamente dedicata allo spettacolo e alla musica: alle ore 18 all’Infopoint intrattenimento con Wainer Mazza e il musicista Sisto Palombella; si prosegue alle ore 21 sul piazzale del Santuario con lo spettacolo di Antonio Mezzancella da Tale e Quale Show, uno dei programmi di genere talent show più amati di Rai 1, e la live band Ridillo, sotto la conduzione di Giacomo Borghi di Radio Pico. Alle ore 23 il tradizionale spettacolo piromusicale al Parco Fiera chiuderà l’edizione 2024 dell’Antichissima Fiera delle Grazie. Tutti i giorni sono previsti presentazioni di libri e incontri con gli autori, area bimbi con laboratorio di aquiloni, fattoria animali e battesimo del cavallo, escursioni in barca con i barcaioli del fiume Mincio, iniziative dedicate alla sostenibilità con l’iniziativa “Grazie ambiente” (il 16 e 17 agosto), la vasta area adibita a luna park con attrazioni per ogni età, il tradizionale panino con il cotechino e altri piatti della tradizione gastronomica locale, circa 200 espositori di diverse categorie merceologiche presenti nella grande e antica fiera mercato di Grazie, e spettacoli serali sul
piazzale del Santuario: rappresentazioni teatrali, esibizioni di danza, concerti e concorso canoro. La musica, inoltre, sarà protagonista anche della Caem Arena Eventi ogni sera alle 21,30: Talent 4Accordi, esibizione degli allievi della scuola musica 4Accordi (14 agosto); “La noche Latina” con Dj Gabo e gli insegnanti Sebastiano e Sara in uno stage di salsa portoricana, ballo e animazione (15 agosto); Live music “Rock in Grazie” con band giovani (16 agosto); Summer party con dj Peter B (17 agosto) e serata disco con dj Andrea Pincella (18 agosto). Programma completo su borgodigrazie.it
50° INCONTRO NAZIONALE DEI MADONNARI
LE NOVITÀ
In occasione dei suoi 50 anni, l’Incontro Nazionale dei Madonnari è eccezionalmente dedicato alla Divina Commedia, un progetto patrocinato dal Ministero della Cultura e sviluppato in collaborazione con la Società Dante Alighieri, dal 1889 impegnata nella promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo, con l’idea di legare idealmente il percorso dei pellegrini che ogni anno arrivano a Grazie al viaggio intrapreso da Dante nei tre regni dell’aldilà.
IL PERCORSO
Il sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie, dove dal mattino del 14 al tramonto del 15 agosto lavoreranno 135 artisti del gessetto, di cui circa 40 provenienti dall’estero, verrà suddiviso in tre settori corrispondenti alle cantiche dell’opera di Dante: Inferno, Purgatorio e Paradiso
Poiché ad ogni artista è stato assegnato un verso tratto da una delle cantiche del poema dantesco, per facilitare la visita dei pellegrini e dei turisti, sarà allestito un Totem interattivo con la mappa del percorso suggerito e un QR code che permetterà di vedere l’elenco delle opere con il relativo verso di ispirazione.
Il visitatore troverà in ogni piazzola tutte le informazioni sull’opera: nome artista, categoria, protagonisti e verso del cantico di riferimento... Inoltre, per consentire la lettura unitaria delle tre cantiche, le opere, dovranno occupare l’intero spazio assegnato (distanza massima consentita 10 cm dai margini della piazzola) e come sempre potranno essere realizzate esclusivamente con gessetti, pastelli idrosolubili, polveri di gesso o pigmenti in polvere.
Ma le novità non finiscono qui, perché quest’anno, per la prima volta, il concorso si fa in tre: per ognuna delle cantiche una diversa giuria decreterà i vincitori delle tre categorie (Madonnari semplici, Madonnari qualificati e Maestri Madonnari)
LA PRESTIGIOSA GIURIA
Il 3 agosto, durante la conferenza stampa di presentazione del programma, è stato finalmente annunciato il presidente delle tre giurie. Sarà il celebre Kurt Wenner, il più famoso street artist nel mondo e padre della street painting 3D o pittura pavimentale anamorfica, una tecnica prospettica che crea su strade e marciapiedi illusioni di architetture tridimensionali ad altissimo impatto visivo. L’artista ha un profondo legame con Grazie: il 23 giugno 1991 Papa Giovanni Paolo II visitò il santuario di Grazie ed in suo onore i Madonnari realizzarono “Il giudizio finale”, opera corale ideata dal maestro madonnaro Kurt Wenner e ispirata al michelangiolesco “Giudizio universale”. Statunitense, ma vissuto per buona parte della sua vita in Italia, Wenner, che lavorava disegnando per la Nasa, è diventato un artista madonnaro dopo l’arrivo a Roma all’inizio degli anni ’80. Studioso di arte e architettura, prospettiva e illusione ottica, ha lavorato anche per Disney, Warner Bros e per alcuni documentari commissionati dal National Geographic.
Di alto profilo anche gli altri componenti delle tre giurie, composte da esperti di arte madonnara, storici dell’arte e giornalisti.
Seguire le proprie passioni, lasciarsi ogni cosa alle spalle, cambiare vita. Alzi la mano chi, almeno una volta, non ha accarezzato questa idea, relegandola però nel cassetto dei sogni irrealizzabili. La grande fuga appare il più delle volte una vetta troppo complicata da raggiungere. Qualcuno, però, la svolta esistenziale riesce a compierla davvero. Per Cristina De Stefani, 55 anni, di Conegliano (TV), la scintilla che ha fatto buttare il cuore oltre l’ostacolo è scattata poco dopo la fase più drammatica dell’emergenza Covid. Un periodo da lei vissuto in prima linea, come infermiera in una RSA. Nel 2021, insieme a Marco Pangrazzi, 33, casaro e pastore per vocazione, ha deciso di rilevare e gestire Malga Polinar, tradizionale struttura alpina nell’incantevole Val di Rabbi, valle laterale della Val di Sole, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio trentino.
“Nel 2020 Marco ha saputo della disponibilità di alcune malghe all’asta e mi ha proposto di gestirne una insieme a lui”, racconta Cristina. “La richiesta mi ha stupito ma anche incuriosito: non è stato facile scegliere, all’epoca avevo una vita e un lavoro completamente diversi, ma alla fine ho scelto di accettare”.
Qui, oltre quota 1.700 metri, si prendono cura degli animali nei mesi dell’alpeggio, trasformando il latte in formaggio, burro e yogurt. Il tutto, ovviamente, all’insegna dell’autoproduzione e della sostenibilità ambientale. Qui, dove salvo permessi speciali, si arriva solo a piedi, i versi degli animali e il rumore del vento sono gli unici suoni della quotidianità. Qui, insomma, comandano la natura e la sua capacità di attrarre le persone dotate di particolare sensibilità.
Già, perché in fondo, ricorda Marco, questo è un luogo dove si sta e basta. Non un posto, per così dire, dove si sceglie di stare. “Nella vita ho fatto altri lavori,
poi ho provato l’esperienza dell’alpeggio e ho deciso di specializzarmi in qualcosa di più affine al mio carattere”, prosegue il pastore. Che aggiunge: “In questo luogo si osserva ogni cosa nel suo stato naturale e gli animali trasmettono tanta pazienza. Lavoriamo solo con quello che abbiamo, seguendo il ritmo della natura. Se sono felice? Sì, non potrei immaginare la mia vita senza la salita di primavera e la discesa in autunno”.
Oltre a dedicarsi alle attività di pascolo e produzione, Malga Polinar apre anche le sue porte a piccoli gruppi di visitatori. Accanto alla struttura sorge infatti un piccolo bivacco di proprietà dell’ASUC di Bozzana, un’associazione senza scopo di lucro, che offre, previo avviso ai gestori, la possibilità di un pernottamento gratuito. Ad accogliere gli escursionisti ci pensa Cristina. Che la sua vecchia vita se l’è lasciata alle spalle ormai quattro anni fa.
Un cambiamento radicale. Non semplice, certo, ma capace di offrire sorprendenti soddisfazioni. “ La montagna sa darti tanto”, prosegue Cristina. “Le difficoltà sono legate alla mancanza di molte comodità, un aspetto che si fa sentire soprattutto nelle cose pratiche. Devo dire però che la lontananza dalla civiltà è molto appagante, almeno per me”. E ancora: “Le mie giornate sono molto lunghe e decisamente piene. C’è sempre qualcosa da fare. Mi occupo prevalentemente di gestire la cucina e tutta la parte organizzativa a cominciare dalla programmazione della stagione, seguendo gli ospiti e il personale che viene qui a darci una mano”.
Tra i collaboratori di Marco e Cristina, per un mese, c’è Riccardo, 26 anni, anche lui di Conegliano che nella montagna ha trovato ciò che si aspettava. O forse anche qualcosa in più. “Sono qui da due settimane, ho scelto di salire in malga per superare la
tra i pascoli della Val di rabbi, la storia di chi si ha saputo dire “no” a stress, ansie e ritmi frenetici
mia idea di lavoro convenzionale. Di questo posto apprezzo soprattutto l’etica, i ritmi peculiari, l’attaccamento agli animali e la possibilità di seguire l’intera filiera dall’inizio fino alla tavola. Questa esperienza mi sta aiutando ad affrontare le cose con maggiore spensieratezza e a fare a meno di programmi nella routine quotidiana. Cosa mi manca? In verità non mi manca niente”.
Guida escursionistica, reporter, blogger e appassionata di trekking, Marika Ciaccia ha iniziato da pochi giorni il suo progetto “GTA - la Grande Traversata delle Alpi”: un trekking sicuramente impegnativo, ma che per lei simbolicamente dopo un periodo d’introspezione, rappresenta anche una celebrazione della bellezza della vita, in cui ripercorrere le tappe più importanti. Si tratta di un percorso che Marika intraprende con Suunto Race, compagno affidabile, robusto e dalla “resistenza al lavoro” straordinaria e Suunto Sonic, innovative cuffie open-ear. Si tratta di un itinerario nato negli anni settanta sulla scia del successo della Grande Traversées des Alps, inaugurata in Francia anni prima, un sentiero estremamente vario che si snoda tra Piemonte e Liguria lungo quasi 1.000 km. Marika in questa avventura ha ben chiaro l’obiettivo, che poi si tradurrà in una Guida dedicata: aiutare lo sviluppo di un turismo dolce, sostenibile e a lunga percorrenza in una delle zone montuose più affascinanti d’Italia. Commenta così Marika prima della partenza: “Attraversare le Alpi da sola rappresenta per me una sfida personale e un’opportunità unica per esplorare la bellezza e la maestosità di questo ambiente naturale straordinario. Tuttavia, oltre alla mia passione per l’avventura, sono consapevole dell’importanza di avere il supporto di partner fidati per garantire il successo di un’impresa di questa portata”. Suunto è al fianco di Marika in questa straordinaria avventura con Suunto Race, nella fattispecie in versione Titanium Amethyst. Parliamo di un orologio sportivo d’eccellenza, con il peso di soli 69 grammi e che vanta un grande schermo con un display AMOLED da 1,43” ad alta risoluzione, il quale anche al buio, grazie ad una luminosità senza paragoni, facilita l’individuazione del percorso. Il Suunto Race in dotazione a Marika è inoltre dotato di mappe offline dettagliate in grado di mostrare con
a
cura di m.t. san juan
straordinaria precisione sentieri, curve di livello, corsi d’acqua e tutti i punti di riferimento importanti che le serviranno durante la GTA, senza problemi di “archiviazione” grazie a un memoria di ben 32 GB. “Ho scelto Suunto perché oltre ad essere un’icona nel settore dell’outdoor e degli sport avventurosi, ritengo sia il brand più rinomato per la qualità e l’affidabilità dei suoi prodotti, che sono essenziali per avventurieri e esploratori come me” racconta ancora Marika. Uno strumento pertanto indispensabile per una sfida come la GTA, senza dubbio il prodotto ideale per affrontare questa avventura considerando anche l’eccezionale durata della batteria: 120 ore (5 giorni) in modalità “tour”. Ad accompagnare Marika nelle tantissime ore di cammino che l’aspettano ci sono anche le cuffie Suunto Sonic, che si basano sull’ultima tecnologia a conduzione ossea open-ear. Realizzate in lega di silicone-titanio e con un peso di 31 grammi sono ideali per gli sport che richiedono molto movimento e contribuiranno ad aumentare in Marika la motivazione e l’intrattenimento, oltre che per connettersi con altre persone. Marika sul suo profilo Instagram @mylifeintrek, che oggi conta più di 36k follower, descrive così: “Oggi ho tra le mani un sogno, un progetto che mi ha tenuto sveglia di notte e che ha riempito il mio cuore di emozione e anticipazione. Vi annuncio con grande gioia e un pizzico di trepidazione che mi appresto a intraprendere un viaggio epico: attraverserò le magnifiche Alpi a piedi, da sola. Questa non è solo una sfida fisica, ma un’odissea personale che spero possa toccare le corde più profonde del mio cuore. Camminerò tra le vette imponenti, i boschi ancestrali e i sentieri scoscesi, portando con me solo la mia determinazione e la mia volontà di su-
perare ogni ostacolo. So che molti di voi potrebbero chiedersi perché affrontare un tale viaggio da sola, e la risposta è semplice: è in queste esperienze che troviamo la nostra vera essenza, che ci mettiamo alla prova e cresciamo. È nella solitudine della natura che troviamo la nostra forza interiore e scopriamo la bellezza della vita”.
Ricordiamo come la passione di Marika nei confronti del “trekking” è sfociata dopo una disavventura fisica: una trombosi venosa profonda grave all’età di 18 anni seguita da un embolo a un polmone, da cui si è ripresa iniziando a camminare tra i boschi per riprendere l’uso della gamba. Una scoperta meravigliosa quella del trekking, che l’ha portata a fare dell’escursionismo la sua grande passione. Due libri all’attivo La felicità sotto i piedi e Galateo del Camminare - Il Trekking con stile di vita, entrambe Edizioni Terrasanta, in cui ha voluto unire tutta la sua esperienza, dai comportamenti corretti, ai rischi che si possono trovare.
Suunto condivide gli stessi valori ispirazionali di Marika in pieno spirito #adventurestartshere, dove il coraggio sta nel guardare ogni giorno oltre i propri limiti: iniziando con piccole passeggiate, Marika ha progressivamente fissato obiettivi sempre più ambiziosi, trasformando ogni camminata in una nuova sfida! La condivisione di questi valori l’ha accompagnata fino a raggiungere un traguardo incredibile: la Grande Traversata delle Alpi (GTA), un’avventura di 1.000 km che rappresenta l’apice del suo percorso di crescita e determinazione. In bocca al lupo!
Nelle ultime due stagioni è stata Anna, l’indiscussa protagonista della serie “Studio Battaglia” (che avete potuto seguire su Rai 1) e di Gloria, al fianco di Luca Zingaretti, ne “Il Re” serie televisiva trasmessa su Sky Original: Barbora Bobuľová è da sempre nel cast di fiction, film e serie televisive di grande successo e vanta una lunga carriera alle spalle tra cinema e televisione. Slovacca naturalizzata italiana, ha esordito nel 1986 sul grande schermo a soli 12 anni, dedicandosi poi soprattutto alla recitazione teatrale. Importanti basi che la lanceranno poi al successo.
Barbora è per me non solo un piacere, ma anche un grande onore poter intervistare una grandissima attrice come lei, da anni protagonista sul piccolo e grande schermo. Ci racconta un po’ della sua vita e del suo percorso artistico?
“Sono nata, forse lo sapete già immagino, in un altro paese, in Cecoslovacchia, e dal 1995 mi sono trasferita in Italia dove ho cominciato a lavorare con grande intensità. Una passione, quella per la recitazione, nata quando ero ancora bambina, dove si recitava molto la prosa e, proprio frequentando queste, chiamiamole, “competizioni” dove si recitava la prosa, arrivando sempre seconda ebbi il mio primo input dalle giurie che mi ascoltavano ovvero un “tu stai troppo interpretando il testo, deve essere un pò più fredda nella interpretazione del medesimo, forse dovresti fare l’attrice” …ecco, è nato un pò tutto così. L’episodio clou fu all’età di 12 anni quando un’amica di mia sorella lesse sui giornali che c’era un casting per un film della televisione e chiese a mia sorella di accompagnarla. Io, che ero sempre un po’ accollata a
mia sorella, andai con loro e, udite udite, non scelsero l’amica di mia sorella ma scelsero me! Strani destini della vita perché io non avrei dovuto essere là con loro”.
Già, iniziò tutto lì, afferma Barbora. Spinta dai genitori a continuare a recitare, esordisce sul grande schermo come protagonista di “I Pendolari” (1988) di Jurai Lihost, presentato al Festival di Giffoni. Finite le scuole, in patria, si dividerà fra cinema e teatro, portando in quest’ultimo Cechov, Garcia Lorca, Balzac, Shakespeare, alcuni autori del teatro Nazionale ceco e anche tanto teatro sperimentale.
A 18 anni, si iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica e Danza di Bratislava ma, mentre è ancora studentessa, viene scelta da una direttrice di casting italiana, fabiola Banzi, andata a Bratislava per cercare una ragazza slava per il film di Claudio Sestrieri, “Infiltrato” (1995) con Valerio Mastandrea, per il quale viene provinata e poi scelta. È il primo di una serie di lunghissimi contatti con il cinema italiano. L’anno successivo viene diretta da Marco Bellocchio ne “Il principe di Homburg”, presentato in concorso al Festival di Cannes
La carriera di Barbora è stata in continua ascesa ma uno dei punti più elevati del suo incessante impegno e lavoro si è registrato a cavallo del 2004/2005, quando due celebri film la consacrano come attrice dall’innato talento. Nel 2004 viene diretta da Paolo Franchi nel film “La spettatrice”, mentre l’anno successivo consolida il suo successo attraverso la collaborazione con Ferzan Özpetek in “Cuore sacro” vincendo il Nastro d’argento europeo, il David di Donatello come miglior attrice protago-
nista, il Globo d’oro come miglior attrice e il Ciak d’oro come miglior attrice protagonista, affermandosi come una delle più apprezzate attrici del momento. L’ultimo riconoscimento è dello scorso anno al Giffoni Experience Award
Immagino che nel suo lavoro, come per tanti artisti, ci siano momenti buoni e momenti difficili. E’ stato così anche per lei?
“Le soddisfazioni e le difficoltà, come l’hai ben evidenziato tu, ci sono eccome: periodi poi in cui il telefono non smette mai di suonare e periodi di relativa calma piatta”.
Come ha vissuto questa seconda stagione di “Studio Battaglia”?
“E’ stata una serie forse più incentrata sulle relazioni sentimentali che sui casi giudiziari, che si sono in ogni caso presentati riguardanti temi decisamente contemporanei”.
Ci sono stati dei momenti in cui avete fatto le riprese di questa seconda stagione duranti i quali avete lavorato con maggior piacere rispetto alla prima stagione?
“Sì, devo dire che in questa seconda stagione ci sono stati dei momenti durante i quali ci siamo concessi un pò d’improvvisazione, cosa che non è avvenuta nella prima stagione. In questo triangolo amoroso che coinvolgeva il mio personaggio ci sono stati dei momenti sul set duranti i quali il regista ci ha lasciato improvvisare ed è stato molto bello, ci siamo molto divertiti anche perché sia Thomas Trabacchi che Giorgio
Marchesi, che interpretano i due ruoli maschili, sono due attori eccezionali e soprattutto due colleghi fantastici”.
Che consigli si sente di dare a tutte quelle persone che vorrebbero intraprendere il suo percorso artistico senza la pretesa di arrivare al suo successo naturalmente
“Guarda è molto difficile dare consigli nel nostro mestiere perché io credo che ogni attore ha una strada propria. Recitare non è una scienza, uno più uno non fa due per cui ognuno si deve trovare la propria strada. Forse l’unica cosa che permetto di dire è di non cercare scorciatoie, perché le scorciatoie durano poco. La cosa più difficile del nostro mestiere è proprio il riuscire a mantenere il successo negli anni: a volte succede che gli attori, dopo il classico boom, sembra siano all’apice, abbiano davvero conquistato tutto, ma bisogna fare molta attenzione perché non sempre può durare quel momento di gloria. Ripeto, consolidare il proprio successo è una cosa tanto impegnativa quanto il raggiungerlo”.
Quale altra forma d’arte le sarebbe piaciuto sperimentare?
“Mi sarebbe piaciuto tantissimo fare la cantante o la ballerina: fare un musical sarebbe stato il mio sogno! So che in Italia è difficile e ogni tanto immagino che mi sarebbe piaciuto essere nata in Inghilterra o in America dove c’è una grande tradizione per questa forma d’arte”. Nel suo percorso artistico, o ancor meglio nella sua vita c’è stato qualcuno che, magari all’inizio della sua carriera, ha detto “no, secondo me questo non è il lavoro adatto per te”…
“Sì certo, anche più volte. Mi è rimasto indelebile il ricordo di un professore che, quando ero a scuola molto giovane, mi disse che dovevo avere i gomiti un pò più larghi perché in questo mestiere bisogna essere un po’ più prepotenti. Allora non capii perché non fa parte della mia natura essere prepotente. “Devi farti un pò più forte, imparare a sgomitare, perché se continui
così come sei probabilmente non arrivi lontano…”. Ecco, nonostante non abbia seguito quel consiglio (anche perché, ripeto, non avrei saputo nemmeno da che parte cominciare per sgomitare) credo comunque che un po’ di strada sia riuscita a farla discretamente bene…”
Sono state tante le interpretazioni di Barbora Bobuľová. Citandone solo alcune, oltre a quelle sopra già evidenziate, la ricordiamo tra i protagonisti dello sceneggiato TV Rai girato tra il 1999 e il 2000 “Padre Pio - Tra cielo e terra”, diretto da Giulio Base. Dopo la presentazione al Festival di Cannes 2006 dell’opera prima di Kim Rossi Stuart, “Anche libero va bene”, interpreta il primo ruolo comico e brillante della carriera in “Manuale d’amore 2 - Capitoli successivi”, diretta da Giovanni Veronesi Nel 2008 è Coco Chanel da giovane nella miniserie televisiva “Coco Chanel”, diretta da Christian Duguay e trasmessa da Rai 1. Nel 2011 torna al cinema con “Immaturi” di Paolo Genovese e “Scialla!” di Francesco Bruni. Nel 2017 interpreta Valentina Cortese nel film “Diva!”, per la regia di Francesco Patierno. Concludiamo questa carrellata ricordando ai nostri lettori che Barbora ha partecipato al Festival di Cannes 2023 con il film di Nanni Moretti “Il Sol dell’Avvenire” mentre sarà in concorso al Festival di Venezia 2024 con il film di Antonio Piazza e Fabio Grassadonia “IDDU” che potremo vedere in sala dal 10 ottobre 2024.
La sua famiglia vive ancora in Slovacchia dove, si dice, Barbora sogni un giorno di tornare a vivere, magari “coltivando un piccolo orticello” Glielo auguriamo di cuore, ma desideriamo seguirla al cinema ancora per molti anni!
di marco morelli
Dopo 10 anni dall’ultima intervista abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare di nuovo l’amico Fausto De Stefani, alpinista di fama internazionale che da più di un ventennio si spende con grande impegno e dedizione a sostegno della scolarità per i giovani studenti in aree geografiche meno fortunate della nostra. A Kirtipur, una cittadina non lontana da Kathmandu (capitale del Nepal), De Stefani ha coronato il suo più grande progetto realizzando ben quattro scuole che oggi ospitano mille bambini. A lui si deve la nascita del progetto Rarahil Memorial School (il nome è un tributo a quattro ragazzi nepalesi uccisi il 3 aprile 1990 mentre protestavano per la democrazia ed il diritto allo studio in Nepal, ai quali è dedicata la scuola) e con lui abbiamo voluto fare un po’ il punto della situazione. “Le scuole oramai hanno già 25 anni” afferma Fausto De Stefani “per cui devo dire che sì, è un impegno molto gravoso, ma almeno funzionano
perfettamente grazie, soprattutto, a persone del luogo che lavorano ogni giorno con passione e abnegazione. Queste persone hanno creato recentemente anche la loro fondazione, la ‘Rarahil Foundation’ che, unitamente alla storica ‘Fondazione Senza Frontiere Onlus’, serve per raccogliere i fondi per sostenere la scuola. E’ una scuola molto bella, funzionale, come tutte le scuole dovrebbero essere. Decorata per i bambini, piena di fiori, etc. Pensa che quando ci sono le vacanze ho sentito ragazzi e ragazze che dicevano “peccato, sarei andata ancora a scuola volentieri”. Io ho fatto l’asilo e le elementari a Castelnuovo di Asola, in una scuola con una sola finestra grigia: non c’erano fiori e per arrivare a quella scuola io e i miei fratelli facevamo ogni giorno 6 km a piedi e, soprattutto durante la primavera, in quel tragitto di 6 km ammiravamo tutta un’esplosione di colori e di profumi per cui, l’essere chiuso in quella angusta aula per me era come essere in prigione. Per questo motivo è importante che questi bambini vivano qualcosa di diverso da quel che ho vissuto io allora”.
Com’è strutturata a livello logistico la scuola? “Gli stabili totali fra scuole, laboratori, scuola d’arte e di musica ed infermeria sono ben sette. Per quanto riguarda le scuole abbiamo una Primaria della scuola materna, una Secondaria, una scuola Professionale per Accompagnatori eco-ambientali, un Istituto d’Arte, una scuola di Musica, Laboratori di Chimica, Fisica e Biologia e un Auditorium bellissimo. I ragazzi fanno molto teatro, imparano danze, si esercitano poi in un Centro Sportivo importante con pallacanestro e pallavolo. Abbiamo un attrezzato Poliambulatorio, anche con studio dentistico, che oggi
funziona 2 giorni a settimana, con un medico e due infermieri locali (dato che è anche attiva una collaborazione con l’ospedale di Kirtipur): ogni bambino/a ed ogni ragazzo/a hanno una propria scheda sanitaria. Infine, abbiamo un convitto e le cucine: ogni giorno sforniamo circa 1000 pasti. I bambini arrivano alla mattina e tornano nel tardo pomeriggio nelle loro case: sono solo 120 quelli che si fermano a dormire, perché o sono i più lontani oppure perchè hanno dei seri problemi famigliari”.
Come possono i nostri lettori approfondire ulteriormente la loro conoscenza sulla scuola?
“La scuola ha un sito, https://rarahil.edu.np/, dove potrete trovare tutto. Inoltre ci sono diversi filmati sia sulla pagina Facebook della scuola che sulla piattaforma You Tube”.
Quante persone lavorano alla Rarahil Memorial School ?
“Solo in cucina ci sono una decina di persone: poi ci sono medici, insegnanti, volontari. Per tre anni abbiamo avuto il sostentamento della SAT (Società Alpinisti Tridentini) di Trento che ogni anno finanziava l’intervento di un paio di medici e di alcuni infermieri. Per una sottile questione di relazioni da intrattenere preferiamo oggi collaborare con l’ospedale di Kirtipur perché costruire relazioni è facile ma il difficile è il mantenerle”.
Riuscite a monitorare questi ragazzi una volta usciti dalla scuola?
“ Certamente. Chi esce dalla nostra scuola trova subito il lavoro, immediatamente. Cosa che ci rende orgogliosi. Il sogno sarebbe quello di creare alla Rarahil Memorial School i tre anni di Università. Abbiamo delle ragazze che hanno conseguito specializzazioni molto importanti, una in particolare è diventata la più grande esperta sulle malattie degli ulivi e dei castagni:
attualmente è in Italia e collabora con l’Università di Tokyo. A breve andrà all’Università di New York dove è stata espressamente richiesta. Queste soddisfazioni nascono da lontano, perché i laboratori che facciamo già dalle scuole elementari hanno come protagonisti volontari
che trasmettono le loro passioni offrendo ai bambini/e la possibilità di coltivare un nuovo interesse che sfocerà un domani in uno studio approfondito e in un lavoro. Nei laboratori di chimica, fisica e biologia hanno inoltre insegnato ai ragazzi ad analizzare l’acqua nei fossi che anni fa si poteva bere, mentre oggi è molto più difficile a causa dell’inquinamento; per cui, grazie a queste analisi ufficiose, i ragazzi mettono poi dei cartelli dove dicono che quell’acqua non si può assolutamente bere facendo quello che è anche un sevizio sociale”.
Accettate il lavoro di volontari che vengono dall’estero nella vostra scuola?
“Sono venuti alla Rarahil Memorial School ragazzi e ragazze che sono usciti dall’Istituto d’arte per decorare le scuole con motivi ornitologici e botanici. Poi abbiamo un nostro carissimo amico, Beppe Begni, che viene alla Rarahil Memorial School un mese, o due, all’anno e insegna la manutenzione a tutta la scuola, perché la scuola deve diventare sempre più bella e mai scadere. C’è chi ci chiede di poter venire a fare volontariato ma io rispondo sempre che è meglio finanziare loro e motivare loro in loco, perché poi, come capita sovente, il rischio più grande è che noi vogliamo sempre apportare la nostra mentalità e le nostre idee, cosa che non va sempre bene”.
A livello burocratico avete molte difficoltà per la gestione della scuola?
In passato qualche volta c’erano, mentre adesso funziona tutto perfettamente. Quando c’era il Re avevamo avuto dei grossi problemi perché non è che non volessero le scuole, della serie ‘fatele pure tanto noi non tiriamo fuori nemmeno una rupia’; il problema è stato che, essendo scuole che funzionavano e funzionano a dovere, dove tu dai a ragazzini di 13-14 anni dei computer (ne abbiamo più di 130 con alcune lavagne multimediali), questi imparavano, nell’arco di pochi mesi, quello che era successo e succedeva nel mondo, sviluppando una notevole coscienza critica.Tirate voi le somme.
Siccome la tue idee sono in costante fermento cosa stai pensando per il futuro?
Vorrei fare una vecchiaia tranquilla ma ho an-
cora delle idee, che sono anelli della stessa catena della scuola: idee, ad esempio, per la Collina di Lorenzo di Castiglione delle Stiviere, dove passano all’incirca 22000 bambini/e e ragazzi/e ogni anno, un anello importante e fondamentale.
Com’è oggi il tuo rapporto con la montagna?
Potrebbe sembrare una risposta molto negativa (e sorride), ma io sono arrivato al punto di dire che non c’è cosa più inutile che salire in alta montagna o arrampicarsi su pareti. Però è bello farlo e le cose belle vanno fatte! Ma se vuoi dare un senso autentico all’esistenza devi anche fare qualcosa che rimanga anche quando noi non ci saremo più, perché siamo di passaggio tutti quanti.
Quando sei andato negli ultimi tempi a scalare che sensazione, o meglio che riflessione ti è sorta spontanea vedendo una montagna diversa da quella di trent’anni fa?
Rimango senza parole, ma io questo lo sottolineavo, più o meno, quarant’anni fa quando ero sul Karakorum, come sull’ Adamello, come sul Pian di neve o come sul Monte Bianco: io vedevo già dei cambiamenti perché ci vivevo in mezzo ai ghiacciai. E quando cominci a dormire su un ghiacciaio con una tendina e senti l’acqua che scorre vuol dire che c’è qualcosa che non funziona più, che sta cambiando tutto. Poi, ovviamente, su questo argomento ci sono i negazionisti, per cui a volte mi trovo in imbarazzo e non partecipo quasi più a questi convegni dove, alla fine, ti trovi su fronti completamente diversi. Chi dice che è un fenomeno normale, ciclico, mentre io ho qualche perplessità perché la presenza dell’uomo, se non è corretta, ovviamente può causare notevoli problemi. Secondo me adesso è tardi per intervenire e sono arrivato al punto di pensare che forse l’uomo alla fine merita l’estinzione con tutto quello che sta combinando e quello che sta facendo.
Caro Fausto, non ci resta che confidare per il futuro nella coscienza dei giovani, come quelli che dall’altra parte del mondo stai crescendo nel migliore dei modi. Chapeau!
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a cura di m.t. san juan
Da mercoledì 4 a domenica 8 settembre 2024, la ventottesima edizione di Festivaletteratura di Mantova si appresta ad accogliere, in una festa rinnovata, una moltitudine sfaccettata, libera e curiosa di lettrici e lettori.
Il Festival è sempre riuscito a creare comunità intorno a idee e narrazioni di autrici e autori di tutto il mondo, cercando di trovare ogni volta le voci più originali e di prestare attenzione a ciò che si muove sotto la superficie.
Condividere storie, ritrovarsi nelle parole è una necessità sempre più acuta in un momento in cui il dialogo sembra arretrare, e il Festival 2024 risponde mettendosi in ascolto, intensificando lo scambio, allargando il campo.
Più di 300 saranno gli ospiti italiani e internazionali che animeranno gli eventi di un programma plurale per vocazione e interessi, che raccoglie anche istanze e desideri emersi da incontri e progetti realizzati nel corso dell’anno, coinvolgendo soprattutto giovani e giovanissimi.
Da questi laboratori estesi di lettura e ricerca arriva una parte consistente degli appuntamenti in programma e la spinta a trovare nuove modalità di confronto.
Non è un caso se, in questa edizione, alle grandi piazze tinte di blu si affiancheranno aule scolastiche, piccole sale, luoghi che facilitano l’interazione: nelle forme del workshop, della lezione orizzontale, dell’officina creativa la letteratura si apre alla relazione, mette insieme pensieri, libera nuovi racconti.
Parallelamente, il centro di Festivaletteratura si diffonde. Se i territori letterari e artistici esplorati sono stati sempre i più disparati, in città e fuori di essa il Festival cerca spazi per crescere e sperimentare: l’atelier di fumetto a Valletta Valsecchi, il campo di geografia creativa a Lunetta, gli spettacoli portati nei teatri della provincia, insieme ai palazzi e alle piazze del centro storico disegnano la mappa di un Festival sempre più aperto e plurale.
Racconti di un mondo in pezzi
Le narrazioni hanno il potere di avvicinare ciò che è remoto, unire i brani di un’immensa partitura in cui ogni singola parte reclama il proprio posto e la propria unicità. Festivaletteratura si riaprirà nuovamente al mondo ritrovando nella letteratura questo carattere prodigioso, capace di rimodellare i ponti esistenti invece di abbatterli e di allargare le zone di contatto tra le parole invece di cancellarle. A modulare il programma del Festival concorreranno le voci della turca Elif Shafak, a confronto con l’epopea di Gilgamesh; del libico Hisham Matar, scrittore di diaspore affettive e identitarie; di Kapka Kassabova, instancabile narratrice di confini; di Ge-
orgi Gospodinov, tra i massimi poeti e narratori bulgari del nostro tempo; di Emmanuel Carrère, autore paradigmatico di un tempo come il nostro, in bilico tra realtà e finzione. Ad esse si aggiungeranno quelle di scrittori di razza come lo scozzese Andrew O’Hagan e di un decano della narrativa statunitense come Tobias Wolff. Per la prima volta al Festival interverranno lo scrittore francese Jean-Baptiste Andrea vincitore del Prix Goncourt, il Premio Pulitzer 2024 Nathan Thrall, autore di uno scioccante libro inchiesta sulla quotidianità palestinese, e l’irlandese Paul Lynch, vincitore del Booker Prize 2023, capace di rivisitare in chiave distopica le derive neofasciste dell’Europa contemporanea. Attesissimi ritorni saranno quelli di Colum McCann che nell’ultimo libro affronta la vicenda di Diane Foley, madre del reporter statunitense decapitato dall’Isis, e Sorj Chalandon, leggendario reporter di Libération. Uno spazio particolarmente rilevante sarà riservato alla letteratura sudamericana contemporanea, con le presenze del cileno Andrés Montero, del musicista e compositore Nicolás Jaar agli esordi come scrittore, di María Fernanda Ampuero, erede e reinventrice del gotico latino-americano, e di Alejandro Zambra, considerato uno dei migliori autori viventi in lingua spagnola.
Corpi e scritture ibride
Uno dei fenomeni più rilevanti della letteratura di questi ultimi anni è senz’altro è la produzione – soprattutto da parte delle donne – di opere
che mescolano il memoir, il saggio e la finzione. È una scrittura ibrida che parte dal corpo e dall’esperienza personale e che prova a riconoscersi nella storia e nelle molteplici geografie del contemporaneo, trovando due tra le sue più originali interpreti in Olivia Laing e Deborah Levy, in dialogo al Festival rispettivamente con Chiara Valerio e Claudia Durastanti.
Un dittico di incontri che vedrà coinvolte la stessa Durastanti, Carolina Bandinelli, Maria Grazia Calandrone e Giorgia Tolfo cercherà di indagare questa sempre più necessaria ricerca espressiva e di condivisione, che mescola autofiction, indagine sociale e antropologica, rielaborazione di fatti di cronaca, critica letteraria e prosa poetica. Il corpo è il motore della scrittura della canadese Mona Awad, amatissima dai più giovani per i suoi romanzi dall’anima gotica.
Di modelli maschili e femminili che condizionano comportamenti, relazioni, gerarchie e immaginari parleranno Francesca Manfredi e Sara Marzullo, ma anche Carolina Bandinelli e Davide Coppo, che insieme a Giulia Cuter rileggeranno le inchieste sociali condotte negli anni Sessanta dalla giornalista Gabriella Parca, mentre nell’ambito delle collane, Giulia Siviero rintraccerà alcuni dei testi che hanno ispirato le pratiche femministe degli ultimi decenni.
Tutte le famiglie (in)felici
Tra i temi che percorrono il programma di Festivaletteratura 2024, quello dell’intricata matassa delle relazioni familiari è indubbiamente uno dei più riconoscibili.
Tra genitori assenti o troppo presenti, quasi genitori o genitori che lasciano eredità complesse, l’esplorazione letteraria dei rapporti paterno e materno-filiali scavalca i confini tra fiction e non fiction e accomuna diverse generazioni di scrittori, come dimostreranno gli incontri con Alessandro Piperno, Donatella Di Pietrantonio e Paolo Valoppi, Zerocalcare e Sabrina Efionayi, Antonio Franchini e Federica Manzon, Benedetta Fallucchi e Beatrice Galluzzi. Per Francesca Melandri la storia del padre diventerà l’occasione – con Helena Janeczek – per riattraversare la storia del Novecento, mentre per Valeria Tron e Chiara Carminati per parlare di frontiere e territori interni dell’Italia. Jessa Crispin, una delle grandi voci del femminismo americano, rifletterà sul ruolo che i suoi diversi “padri” hanno avuto nell’inconsapevole interiorizzazione delle strutture di pensiero del patriarcato, mentre sul fronte narrativo saranno la scrittrice chassidica Goldie Goldbloom e l’olandese Gerbrand Bakker ad esplorare maternità “sbagliate” e paternità silenziosamente feroci.
Verità in giallo
È al rapporto sempre più ravvicinato tra realtà e finzione, talmente simbiotico da far sì che a volte la cronaca anticipi (o superi) l’immaginazione, che guarda il giallo a Festivaletteratura. Tra gli appuntamenti più attesi di questa sezione spicca senz’altro quello dedicato alle inchieste giudiziarie a Roma tra alta società e criminalità organizzata che vedrà protagonisti i giornalisti Francesca Fagnani e Gigi Riva.
Alla galassia del giallo appartengono anche scrittori di avvincenti noir come il pluripremiato Joël Dicker o il napoletano Maurizio de Giovanni, autore della popolarissima saga dei Bastardi di Pizzofalcone, in dialogo al Festival con Luigi Caracciolo.
A personaggi catapultati loro malgrado in un labirinto di indizi, errori e false piste sarà dedicato l’incontro con Marco Malvaldi, Samantha Bruzzone e Chiara Galeazzi, mentre per la prima volta saliranno insieme sul palco del Festival la veterana del giallo Alessia Gazzola e la celebre autrice fantasy Licia Troisi, per parlare di altre indagatrici per caso.
La letteratura tra scena e critica Nell’esperienza del lettore, la pagina scritta si trasforma in un teatro di visioni, in uno spettacolo dalle luci cangianti sul cui palcoscenico compaiono mondi lontani e vicinissimi. Gli spettacoli che a Festivaletteratura 2024 porteranno la letteratura in scena sono accomunati proprio da questo sguardo da lettori, che si perdono e si ritrovano nelle profondità di romanzi e racconti. Elogio della vita a rovescio di Daria Deflorian e Maternità di Chiara Lagani – che il Festival porterà nei teatri di Castiglione delle Stiviere e di Canneto sull’Oglio – scaturiscono dalla lettura delle opere di Han Kang e di Sheila Heti. Con I poeti selvaggi di Roberto Bolaño Igor Esposito, Daniele Russo e Massimo Cordovani proveranno a tracciare in parole e musica una mappa delle sterminate letture poetiche del grande autore cileno, così come affiorano nei suoi romanzi e nelle sue interviste; mentre un reading musicale con Peppe Servillo ispirato a Un indovino mi disse (coproduzione The Italian Literary Agency e Intesa Sanpaolo) restituirà voce a Tiziano Terzani a vent’anni dalla scomparsa. Alla lettura scenica sarà affidata anche quest’anno la riscoperta di alcuni capolavori dimenticati della letteratura per il teatro. La terza stagione degli Atti unici del Novecento – curata da Luca Scarlini e portata sul palcoscenico dagli allievi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino – darà spazio ai testi di Peter Handke, Maurice Maeterlinck, Thomas Bernhard, Edward Albee e Jean Cocteau, alternando commedia, dramma metafisico e teatro dell’assurdo. Una sorta di spettacolo itinerante sarà il tour sulle tracce di Arnoldo Mondadori condotto a Ostiglia dallo stesso Luca Scarlini, a cui si uniranno - come omaggi a scrittori e protagonisti della letteratura del Novecento – l’incontro su Ottiero Ottieri e Paolo Volponi nel centenario della nascita tenuto da Giuseppe Lupo e Maria Pace Ottieri e quello dedicato all’attualità del pensiero e dell’opera di Roland Barthes che coinvolgerà Gigliola Foschi, Elio Grazioli e Gianfranco Marrone con Annarosa Buttarelli. Una doppia fuga nel Rinascimento porterà da un lato Martina Dal Cengio, Matteo Residori ed Emilio Russo a ricordare il felice soggiorno di Torquato Tasso a Mantova attraverso due appuntamenti a Palazzo Ducale e alla Biblioteca Tersesiana, dall’altro lo storico inglese Peter Burke a sottolineare l’enorme influenza sulla cultura europea di un altro protagonista del Cinquecento mantovano, Baldassarre Castiglione. Un’appassionata dissezione di alcuni classici della letteratura contemporanea sarà condotta da Sara Marzullo, Tim Parks, Fabrizio Maria Spinelli e Anna Vollmer insieme a Vincenzo Latronico negli appuntamenti di La parte dei critici; e per restare nell’interrogazione della letteratura e delle sue ragioni profonde, non mancheranno quest’anno gli incontri del fuoco sacro della scrittura, condotti da Christian Mascheroni ed Elsa Riccadonna. Un’autobiografia attraverso i libri sarà anche quella raccontata da Corrado Augias a Giorgio Zanchini.
Le stanze della poesia
Ora più ironica e graffiante, ora più evocativa e rituale, la parola poetica risuonerà ancora una volta nelle piazze e nei palazzi di Festivaletteratura. Tra le voci più significative della letteratura britannica e profonda innovatrice del linguaggio poetico, Carol Ann Duffy - prima scrittrice scozzese e apertamente omosessuale a essere investita della carica di Poeta Laureato – sarà una delle ospiti di punta di questa ventottesima edizione. Nella ricerca della relazione mistica tra realtà e parola si colloca invece l’opera in versi di José Tolentino Mendonça, tra i più influenti autori di lingua portoghese e altro protagonista internazionale degli incontri di poesia a Festivaletteratura 2025. Un originale “rito” sonoro sarà
celebrato alla Basilica Palatina di Santa Barbara da Mariangela Gualtieri, che in un secondo appuntamento ci accompagnerà nel semplice mistero poetico dei Tolki di Ida Travi. Non mancheranno dialoghi su forme e articolazioni dello scrivere poesia oggi, come quello con Alessandro Baldacci e Vincenzo Frungillo dedicato alla riscoperta del poemetto. Inseguendo il genio apolide di Pablo Picasso, in due diversi incontri Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra Picasso a Palazzo Te. Poesia e salvezza, e il critico d’arte e divulgatore Jacopo Veneziani condurranno il pubblico nella Parigi di inizio Novecento e nell’opera delle avanguardie poetiche del tempo. Un intimo omaggio a Wisława Szymborska prenderà invece le mosse dalla recente traduzione del suo ventennale carteggio amoroso con Kornel Filipowicz, e vedrà coinvolte la curatrice del volume Giulia Olga Fasoli e la poetessa Maria Grazia Calandrone.
Storie arcane
Dalla leggenda medievale di Virgilio mago al mito delle sirene, passando per mostri, feticci, sacre rappresentazioni, sacerdotesse, maghe, mistiche e seduttrici della cultura Occidentale e Orientale, Festivaletteratura tenterà quest’anno un’incursione nei territori fascinosi e oscuri della magia. A fare da guida in questo percorso sarà il Virgilio mago, indovino e creatore di talismani, nato nella tradizione popolare parte-
nopea, celebrato al Festival attraverso un rito sciamanico-poetico officiato nottetempo da Luca Scarlini e dalla Compagnia della Lettura ai piedi del monumento di piazza Virgiliana. Le sirene saranno invece protagoniste di un incontro con l’antropologa Elisabetta Moro, mentre gli storici Franco Cardini e Marina Montesano accompagneranno il pubblico in un’avventura iconografica millenaria tra figure femminili a metà via tra umano e divino, storia e mitologia. Del misterioso potere delle perle e della loro inquietante perfezione racconterà Maria Giuseppina Muzzarelli nel contesto della storia del loro commercio, l’antropologo Marino Niola di santi e miracoli italiani. Nell’ambito della narrativa, luoghi e città stregate, demoni levantini, freaks della storia, fantasmi della memoria e dell’inconscio animeranno le conversazioni con Michele Mari, Umberto Pasti, Francesco Pala e Ade Zeno.
Giochi e videogiochi
Come la letteratura, il gioco consente di vivere altri mondi e sperimentare vite diverse. Quest’anno il Festival dedica una particolare attenzione all’universo ludico e alle sue molteplici connessioni con la narrativa. Rimanendo nei territori della magia e del fantastico, per festeggiare i primi cinquant’anni di Dungeons and Dragons, il più popolare e influente role game di sempre, verrà allestito uno spazio permanente in cui il pubblico potrà giocare ad avventure
scritte appositamente per Festivaletteratura da Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, Fiore Manni e Michele Monteleone, Fabio Geda e Marino Niola. Una serie di incontri in Piazza Alberti sarà dedicata invece ad alcuni dei giochi che per impatto sociale, valore artistico o carica innovativa, hanno segnato la storia dei videogames: l’esperto di retrogaming e musicista 8bit Fabio “Kenobit” Bertolotti, la scrittrice Eleonora C. Caruso e il critico e streamer Lorenzo Fantoni, ci guideranno rispettivamente alla scoperta di tre pietre miliari del canone videoludico come Bubble Bobble, Final Fantasy e The Last of Us.
Valletta va Letta e altri fumetti
Ad aprile 2024 Festivaletteratura ha lanciato Valletta va letta!, una campagna di raccolta storie all’interno del quartiere di Valletta Valsecchi. Bambini e anziani, residenti “storici” e giovani famiglie di diversa origine e provenienza, sono stati invitati a raccontare un episodio della loro vita legato a un luogo preciso del quartiere. Lo scopo è quello di creare una sorta di romanzo collettivo di Valletta che, nel corso del Festival, prenderà la forma di un libro a fumetti a più mani. In un atélier editoriale aperto al pubblico insediato presso la scuola primaria del quartiere, Eliana Albertini, Alessandro Baronciani, Guido Brualdi, Grazia La Padula, Giulio Macaione, Elisa Macellari e Miguel Vila tradurranno a disegni le storie raccolte, oltre ad animare – a Valletta e in altri luoghi del Festival – un ricco programma di conversazioni, workshop, livepainting, passeggiate a fumetti.
Il mondo plurale degli adolescenti Si declina al plurale il programma di Festivaletteratura rivolto alle lettrici e ai lettori adolescenti. E non solo perché le voci sono tante, irriducibili a una sola espressione o a un unico pensiero, ma perché il modo di guardare al mondo delle generazioni più giovani vuole restare il più largo possibile, al di là etichette e stereotipi. Corpi, adolescenze, giustizie sono le parole scelte quest’anno da ragazze e ragazzi dei gruppi di lettura di tutta Italia per confrontarsi con gli scrittori nell’arena di words match. La serie di appuntamenti condotta da Simonetta Bitasi e Alice Torreggiani vedrà gli interventi di Greta Olivo e Alec Trenta sui corpi che sembrano tradirci o non corrisponderci; Donatella Di Pietrantonio e Fiore Manni sulla natura sfuggente dell’adolescenza, Davide Coppo e Catia Proietti sui limiti incerti tra giusto e sbagliato nei centri e nelle periferie delle nostre città. Nel segno della riflessione su identità, appartenenza e cittadinanza, Passports - il workshop e la serie di incontri con autori che vedono prota-
gonisti ragazze e ragazzi dai background culturali diversi – si concentrerà sulle interazioni tra le generazioni e su quelle, più complesse, con una società spesso respingente: su questi temi si confronteranno Saba Anglana e Morena Pedriali Errani, Emanuela Anechoum e Mohamed Maalel, Alessandro Gazzoli e Saif ur Rehman Raja. All’insegna dell’interazione ma anche dell’imprevedibilità, le tradizionali interviste dei volontari di blurandevù coinvolgeranno Alessandro Baronciani, Sabrina Efionayi e Chiara Valerio. La biblioteca di Read More si offrirà come spazio temporaneo di aggregazione e di lettura per tutte le lettrici e i lettori under 20 presenti a Festivaletteratura. Sugli scaffali di questa biblioteca troveranno posto i libri letti e segnalati dagli studenti che hanno partecipato al progetto di lettura libera in classe promosso dal Festival e che quest’anno ha coinvolto oltre mille classi e venticinquemila studenti in tutta Italia. Sempre collegata a Read More, in piazza Leon Battista Alberti si terrà una serie di appuntamenti su strategie e pratiche di promozione alla lettura con Matteo Biagi, Marilena Umuhoza Delli, Beatrice Eleuteri, Fabio Geda e Alec Trenta, rivolta in particolare a chi lavora tra adolescenti e libri.
Nei territori dei bambini
Festivaletteratura darà ancora più spazio a bambine e bambini. Se già l’anno scorso laboratori, sfide di lettura e incontri di varia foggia e misura destinati ai piccoli lettori si erano dovuti disseminare un po’ per tutta la città, quest’anno il programma destinato al pubblico under 14 si prende tre luoghi ben riconoscibili sulla mappa del Festival, senza rinunciare a qualche sconfinamento.
La Casa del Mantegna resterà luogo d’elezione per i più piccoli, e tornerà a ospitare Girotondo, la giostra interattiva pensata per permettere a giovanissimi visitatori di muoversi tra arti e saperi. Il filo conduttore delle attrazioni di quest’anno sarà “l’arte e la scienza possono lavorare insieme?”, domanda a cui tenteranno di rispondere, con attività creative ed esperienziali realizzate ad hoc, le sezioni didattiche di importanti musei scientifici italiani, tra cui l’Orto Botanico di Firenze, i Musei Civici di Reggio Emilia e Radici - Piccolo Museo di Palermo, il Galata Museo del Mare di Genova e il Museo della Natura e dell’Uomo di Padova.
E tra arte e scienza, con particolare attenzione all’osservazione della natura, si muoveranno anche gli incontri e i laboratori di Hanna Harms sulle implicazioni ecologiche della scomparsa delle api, dell’artista e fotografo Paolo Ventura che si affiderà al punto di vista degli animali per esplorare le città, o di Silvia Bencivelli che userà gli strumenti del giallo per affrontare dubbi e domande sulla medicina. Tra gli altri, tantissimi, appuntamenti previsti alla Casa del Mantegna, troviamo le storie di paura di Kotryna Zylė, le apparizioni improvvise e le esperienze inattese provocate da Eliana Albertini, Marianna Balducci, Mara Cerri, Sergio Olivotti, Giulia Pastorino e Laura Simonati, i racconti storici, commoventi e avventurosi, di Sonia Maria Luce Possentini e Manlio Castagna, e un laboratorio vintage sulle cartoline delle vacanze con Giusi Quarenghi. E ancora i laboratori fotografici tra camere oscure e immagini di archivio con Elisa Lauzana e Irene Lazzarin, una gara di favole in cui si sfideranno Lella Costa, Pino Costalugna e Matteo Corradini, un omaggio festoso a Maurice Sendak portato da Sergio Ruzzier e Pino Costalunga, e tanta poesia con Giusi Quarenghi, Alessandro Sanna, Sonia Maria Luce Possentini e Beatrice Zerbini. Sciamando nelle strade di Mantova, bambini e ragazzi potranno andare a caccia di erbacce
sulle rive dei laghi di Mantova e di specie botaniche nel giardino di Palazzo d’Arco insieme a Stefano Sturloni, comporre un nuovo bestiario mantovano con Eloisa Morra, Claudia Palmarucci, Francesca Scotti e Massimiliano Tappari. Per chi, invece, vuole indossare parole nuove, Teresa Sdralevich aprirà alla Tenda Sordello una speciale boutique di magliette personalizzate. Ancora timorosi nel muoversi tra adolescenti e adulti, ma ormai troppo grandi per essere considerati bambini, i preadolescenti troveranno finalmente al Festival uno spazio tutto per loro. A inaugurare questo spazio arriveranno alcune grandi ospiti internazionali: Christelle Dabos, autrice della popolarissima saga dell’Attraversaspecchi; Jenny Jägerfeld, in un doppio round di incontri su amicizie, corpi e scorribande in skate; e Lauren Wolk, con le sue luminose storie di ragazze che si aprono al mondo. Al centro degli altri appuntamenti saranno storie che attraversano la grande Storia - come quella delle musiciste di Auschwitz raccontate da Matteo Corradini – o che danno volto e profilo agli eventi dell’attualità – come quelle sulle navi dei migranti viste dall’architetto Raul Pantaleo o su medici e infermieri impegnati in zone di crisi, attraverso le testimonianze raccolte da Gigliola Alvisi.
Un campo creativo estivo per ridisegnare i sensi di percorrenza di un’intera zona della città, un reticolo di nuovi percorsi per leggere, scoprire e vivere un quartiere pensato dai bambini che lo abitano per tutta la comunità che sta loro intorno e per chi viene da fuori. Tutto questo è di qua/di là, il progetto che Festivaletteratura lancerà quest’anno nel quartiere di Lunetta. Dal 28 agosto bambini e adolescenti, nel corso di un campo estivo coordinato dai Ludosofici e dal collettivo Lan-de-sì, guidati e stimolati da scrittori, artisti ed esperti inventeranno dieci itinerari di esplorazione del quartiere. Attraverso queste mappe realizzate seguendo i profumi delle cucine e i rumori delle case, o cercando la poesia o spazi dove giocare a calcio, durante i giorni del Festival il pubblico avrà la possibilità, insieme ai conduttori e ai partecipanti del campo estivo, di scoprire una Mantova davvero mai vista!
Etiche del Contemporaneo
La condizione dell’individuo, in un tessuto sociale sempre più aggressivo e alieno alle più elementari domande di senso, appare oggi più che
mai alla deriva. Stati d’animo, esperienze interiori e collettive, vissuti e valori comuni tornano così al centro del discorso di storici delle idee, filosofi, sociologi e psicologi, che al Festival tenteranno di riappropriarsi di un vocabolario “impopolare”, fatto di concetti spesso estromessi dalla società dell’apparenza, eppure, in grado di rispondere più di altri alla complessità della persona. Tra questi incontri spiccano senz’altro il dialogo tra Michael Ignatieff e Alessandro Zaccuri sulla consolazione, quello tra Richard Sennett e Marco Filoni contro l’idolo della performance, e ancora l’apologia del fallimento compiuta dal filosofo romeno-americano Costica Bradatan. Sempre in un’ottica di genealogia delle idee e di etica della persona si collocano il confronto tra Ignazio De Francesco, Sumaya Abdel Qader e Paola Caridi sull’etica islamica, il dialogo tra Andrea Gentile e Giorgio Vasta sull’inatteso come centro dell’esperienza, la lezione sul desiderio di Massimo Recalcati tra psicoanalisi e testo biblico, l’intervento di Marco Vanini su umorismo e filosofia. Annarosa Buttarelli si misurerà con le ricadute del politically correct nel discorso pubblico e privato; mentre Peter Burke dialogherà con Massimo Polidoro sull’ignoranza come terreno in cui fiorisce, nel bene e nel male, ogni epoca dell’umanità.
Le interconnessioni spesso sorprendenti che legano psiche e corpo, pensiero ed emotività, saranno invece al centro delle riflessioni di Francesco Tormen sull’esperienza del sogno lucido, nei
dialoghi tra il neuroscienziato Vittorio Gallese e lo psicologo Ugo Morelli sull’intersoggettività, o in quello tra lo psicanalista Sarantis Thanopulos e la scrittrice Ginevra Bompiani sull’importanza del pensiero affettivo; mentre la filosofa Antonella Moscati e la giornalista Roberta Fulci – insieme a Silvia Bencivelli – indagheranno sul modo in cui ci rapportiamo al dolore fisico. Nel centenario della nascita di Franco Basaglia, Gioele P. Cima e Gianpaolo Contestabile si interrogheranno su cosa si intenda oggi per cura e disagio psichico, mentre Vanessa Roghi – nello spazio degli accenti – offrirà un saggio, attraverso materiali d’archivio, del contesto sociale e culturale che permise la nascita della riforma basagliana.
Democrazia alla prova
Sistematiche crisi economiche e politiche, derive autoritarie, invadenti tecnologie di controllo e guerre inaccettabili costituiscono oggi per le democrazie occidentali ostacoli apparentemente insormontabili. Tra storia, teoria politica, sociologia ed economia, al Festival si cercheranno gli anticorpi per far fronte alle contraddizioni del presente nell’esercizio del pensiero critico. In questo contesto si inseriscono la partecipazione della giornalista filippina Premio Nobel per la pace Maria Ressa che racconterà la sua lotta contro le dittature, e il dialogo tra Carlo Galli, Alessandro Mulieri e Giorgia Serughetti che tenterà di far luce sul quadro storico e sociale in cui è maturata la crisi della democrazia. La reporter e narratrice Kapka Kassabova e lo storico delle idee Michael Ignatieff si confronteranno sul destino dell’Europa e sulla tenuta dei valori fondativi alla base delle istituzioni comunitarie, mentre il giornalista Francesco Costa e lo scrittore Gabriele Romagnoli parleranno della violenta contraddittorietà della società statunitense in attesa delle elezioni di ottobre. In questo contesto risuoneranno con drammatica attualità le parole del Mein Kampf di Adolf Hitler nella rilettura del drammaturgo Stefano Massini, come particolare rilievo avranno anche le riflessioni sulle relazioni tra economia, politica e mondo globale di Cesare Alemanni, Pier Giorgio Ardeni, Mauro Gallegati, Clara E. Mattei, Stefano Feltri e Marco Magnani.
La guerra infinita
In un contesto storico come quello attuale, il Festival non si sottrae alla riflessione sul presente segnato da conflitti epocali, coinvolgendo voci provenienti della letteratura, il giornalismo, la storia e il diritto internazionale. Un tentativo di allargare la prospettiva per comprendere cause, sbrogliare eventi e restituire voce e umanità alle vittime, passando dalle parole del Premio Pulitzer Nathan Thrall - che narrerà la vita e la morte nella Cisgiordania occupata - e da quelle dello storico Lorenzo Kamel e della giurista Francesca Albanese, che leggeranno il conflitto israelo-palestinese nell’ottica della storia e del
diritto internazionale. Sull’efficacia e sulle implicazioni etiche del racconto dei conflitti interverranno due grandi narratori come Sorj Chalandon e Colum McCann, oltre al reporter Lorenzo Tondo e al fotogiornalista Alessio Mamo, che cercheranno di riportare l’attenzione sul conflitto ucraino a oltre due anni dall’invasione russa.
La Storia rovesciata
La stagione del colonialismo in Africa si è ufficialmente conclusa più di cinquant’anni fa, eppure la storia di quel continente conteso, depredato, disprezzato è ancora tutta da riscrivere. “Decolonizzare” lo sguardo resta un imperativo pressante per liberare nuovi racconti dell’Africa. Allo scopo di rovesciare i punti di vista e scoprirne di inediti, il Festival ospiterà intellettuali quali il filosofo Achille Mbembe, grande animatore con Felwine Sarr degli Ateliers de la Pensée di Dakar, o il giornalista Dipo Faloyin, capace di smontare stereotipi tuttora presenti nell’immaginazione dominante sull’Africa. Seguendo lo stesso percorso, l’autore e fotografo nigeriano Emmanuel Iduma e la scrittrice etiope Maaza Mengiste si confronteranno sul vuoto lasciato da esperienze di sradicamento, così come la cantante e performer di origini somale Saba Anglana. Le crudeli pagine de L’ascaro, firmate negli anni Venti dallo scrittore eritreo Ghebreyesus Hailu in pieno colonialismo italiano, saranno rilette dal traduttore Uoldelul Chelati Dirar insieme a Carlo Lucarelli e Itala Vivan, mentre la storica Simona Berhe e l’esperto di economia dello sviluppo Pier Giorgio Ardeni torneranno sugli interventi italiani in Africa nella prima stagione post-coloniale. In questa prospettiva, il racconto storico del giornalista e podcaster Luca Misculin sugli oscuri destini di antichi popoli come gli Etruschi, i Cartaginesi e i Mongoli, che conosciamo soltanto dai racconti dei vincitori, assume tutto un altro valore. Per fare sentire come anche le nostre società non possano essere più rappresentate secondo paradigmi identitari chiusi, Festivaletteratura inaugurerà quest’anno le prime lezioni di lingua. Avvicinandosi al romanì con Morena Pedriali Errani, al bosniaco con Elvira Mujčić, al tigrino con Uoldelul Chelati Dirar, all’urdu con Saif ur Rehman Raja, al patois con Valeria Tron, all’arabo con Sumaya Abdel Qader, il pubblico del Festival potrà riconoscere le molteplici culture che si rispecchiano nell’italiano contemporaneo e come le lingue vivano attraverso le persone.
Pianeta blu, pianeta verde L’acqua è un termometro molto efficace per misurare l’impatto della crisi climatica, e Fe-
stivaletteratura sceglie quest’anno di parlare di acqua per parlare di clima, coinvolgendo in molti degli incontri previsti giovani e giovanissimi come ricercatori, comunicatori scientifici, ecobibliotecari. Helen Czerski, fisica e docente di ingegneria all’University College di Londra, sarà al Festival per illustrare il funzionamento degli oceani e la loro influenza sul clima, mentre nell’ambito degli accenti Filippo Menga parlerà delle implicazioni geopolitiche connesse alla crisi idrica, Andrea Rinaldo di governo delle acque, Telmo Pievani di ecosistemi acquatici, Monia Magri e Monica Pinardi di qualità delle acque. Su questo fronte, per testare quella delle fontane mantovane, Stefano Scansani guiderà un tour nelle piazze del centro storico mescolando sacro e profano.
L’acqua sarà al centro anche degli eventi collegati a LAB - Libi Acque Boschi, il progetto con cui dal 2023 Festivaletteratura cerca di promuovere tra i giovani e nelle scuole la cultura scientifica e ambientale. In un info point tematico allestito alla Loggia del Grano, verranno presentati dagli studenti e dal coordinatore del progetto Marco Faggioli, i dati che confluiranno nella mappa delle acque, la web app di LAB pensata per dar conto dello stato di salute dell’ecosistema fluviale del Mincio. Collegati alla mappa delle acque saranno una serie di laboratori sulla qualità delle acque e i flussi di CO2 al loro interno, condotti da Marco Bartoli, Monia Magri e Edoardo Severini. Passando dalle acque ai boschi fluviali, al Festival saranno proiettate le pri-
me immagini di Il racconto del bosco, il film realizzato dai ragazzi con la regia di Cecilia Fasciani che prova a ragionare su che cos’è un bosco, partendo da quello creato dal Festival nell’area golenale di Dosolo. Negli appuntamenti dedicati all’ambiente, Tiziano Fratus tornerà al Festival per parlare degli alberi centenari d’Italia, mentre David Quammen – uno degli ospiti più attesi di questa edizione – ripercorrerà la sua lunga carriera di inviato del National Geographic. Quammen – come Maurizio Casiraghi e Laura Scillitani - sarà protagonista di una delle interviste dei ragazzi dell’ecobiblioteca – terza azione di LAB, coordinata da Irene Fabbri – che prevede la creazione di una bibliografia ragionata sui temi ambientali rivolta ai giovanissimi.
Vite animali
Restando nell’alveo della riflessione ambientale, quest’anno il Festival cercherà di seguire, nello stile dei naturalisti ottocenteschi, le tracce di vita animale. Oltre ai già citati incontri per bambini e ragazzi, Telmo Pievani ci porterà alla scoperta del morfospazio di tutti gli animali possibili – quelli che l’evoluzione ha creato e quelli che invece sono rimasti, per ragioni non sempre chiare, inespressi –, mentre Paolo Pecere parlerà del rapporto dell’uomo con ciò che ci appare profondamente altro in Natura: animali, piante, acqua, pietre, paesaggio. Piazza Mantegna si trasformerà in un osservatorio privilegiato sulla biodiversità, per valutare l’impatto che l’uomo e la crisi climatica hanno sugli ecosistemi. All’interno delle Lavagne, le tradizionali lezioni scientifiche en plein air, zoologi, etologi ed evoluzionisti racconteranno una specie animale e il suo ecosistema: l’etologa Laura Scillitani il lupo, l’entomologo Maurizio Casiraghi la lucciola, la naturalista Valeria Barbi il leone marino, Telmo Pievani l’accoppiata uomo-castoro, Stefano Mazzotti, direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, il gallo di roccia peruviano.
Tecnologie e intelligenze Una tecnologia che, per la prima volta, sembra essere in grado di creare, indipendentemente da noi, solleva domande complesse su cosa sia l’intelligenza e cosa la creatività, e se tutto questo possa cambiare il nostro modo di comprendere il mondo. Al tema dell’Intelligenza Artificiale il Festival dedicherà un dibattito Oxford Style, la cui domanda sarà “L’Intelligenza Artificiale migliorerà le nostre società?”. A tentare di rispondere saranno Marco Filoni e Teresa Numerico da una parte, Paolo Bottazzini ed Emanuele Arielli dall’altra. Sulla possibilità di ritrovarsi a leggere romanzi scritti con l’AI discuteranno Chiara Valerio e Marco Malvaldi, men-
tre nell’ambito delle lavagne, Paolo Bottazzini, Teresa Numerico e Francesco Varanini spiegheranno fondamenti, paradigmi e dibattiti relativi a questa tecnologia. Il game designer Adrian Hon mostrerà come la gamification si trovi sempre più spesso applicata nell’ambito del lavoro, dell’istruzione, del fitness e del marketing, con implicazioni tutt’altro che rassicuranti; mentre Mauro Carbone – con Elio Grazioli e Raoul Kirchmayr - affronterà il tema della pervasività degli schermi e della loro influenza sulla rappresentazione del reale e sulla percezione estetica. In un secondo incontro, Adrian Hon proverà invece a immaginare la società del prossimo futuro attraverso cento nuovi oggetti che saranno (o potranno essere) inventati. Nel ricordo di Piero Angela, Massimo Polidoro e Licia Troisi parleranno con Silvia Bencivelli della nostra capacità e del nostro desiderio di comprendere i misteri dell’universo. Edoardo Camurri e Valentina Tanni accompagneranno il pubblico in un viaggio di andata e ritorno nel concetto stesso di realtà.
Riabitare le case (e le città)
Per sottolineare quanto l’abitare sia più che mai un fatto politico, legato a precise scelte strategiche e a specifiche visioni della società, il programma del Festival 2024 affiancherà alle già illustrate azioni nei quartieri gli interventi di architetti, designer e urbanisti impegnati a rilanciare altrettante idee di spazio domestico e spazio urbano. Giordana Ferri e Gaia Redaelli, rispettivamente protagoniste di Fondazione Housing Sociale a Milano e del recupero abitativo dei Patii a Cordoba, affronteranno il tema della casa e delle relazioni che genera; i docenti di architettura Massimo Bricocoli e Marco Peverini suggeriranno una via alternativa alla valorizzazione del patrimonio di edilizia pubblica e popolare. Di creazione e perfezionamento di contesti abitativi capaci di rafforzare l’idea di comunità, parlerà con Luca Molinari l’urbanista franco-colombiano Carlos Moreno, teorico della “città dei 15 minuti”. La centralità del progetto come generatore di relazioni solidali e strumento di rottura delle regole consolidate farà da filo conduttore negli appuntamenti che vedranno gli interventi dell’architetto Mario Botta e del designer Francesco Faccin; mentre Monica Guerra proporrà un esercizio di osservazione attiva in senso rigenerativo degli spazi urbani attraverso un percorso nel centro storico di Mantova. Alla fotografia come strumento di mappatura del territorio e dei luoghi incompiuti e come reinvenzione artistica delle città saranno rispettivamente dedicati gli incontri con Silvia Camporesi e con Paolo Ventura.
Colonne Sonore
Dall’indie al minimalismo, dal jazz alla musica 8bit, dall’elettronica al pop, tante musiche diverse risuoneranno quest’anno a Festivaletteratura. Tra i protagonisti troviamo Nicolás Jaar, figura di spicco della scena elettronica internazionale, che celebrerà al Festival il suo esordio come narratore in un dialogo con Matteo De Giuli e ci porterà nei densi paesaggi sonori della sua musica nel concerto che lo vedrà protagonista. Nella cornice privilegiata del Cortile d’Onore di Palazzo Te, Sentieri Selvaggi eseguirà Music for 18 Musicians, capolavoro minimalista di Steve Reich, di cui parleranno in un evento precedente al concerto il musicista Carlo Boccadoro e il filosofo Paolo Vanini. Alice, cantautrice leggendaria della musica italiana, ripercorrerà la sua biografia musicale con la giornalista e critica Giulia Cavaliere, mentre la cantante e regista Margherita Vicario dialogherà con Giulia Muscatelli nell’ambito di bonus track, format del Festival che accende inediti incontri tra musicisti e scrittori. Le vite straordinarie di Abbey Lincoln, seducente artista e attivista per i diritti civili, e di Pannonica Rothschild de Koenigswarter, la
“baronessa del jazz” mecenate di grandi compositori come Thelonius Monk, si intrecceranno nell’omaggio a loro offerto dal musicologo Stefano Zenni e dai critici musicali Claudia Fayenz e Luigi Onori e nello straordinario concerto di Valeria Sturba, tra le voci più interessanti della nuova scena jazz italiana. Tornano anche i dj set di Volume! in Piazza Alberti, che vedranno esibirsi, tra gli altri, Fabio “Kenobit” Bortolotti, musicista, esperto di videogame e virtuoso del Game Boy, in un concerto di musica elettronica rigorosamente a 8bit, e il musicista Auroro Borealo che, dopo avere passato in rassegna il suo catalogo di “libri brutti”, chiuderà la serata con un dj set che promette di infiammare la piazza.
Leggere di gusto
Nella proliferazione incontrollata di siti, profili, riviste e pubblicazioni di cucina, il Festival quest’anno apparecchierà un suo “menu di incontri”, cercando di interpretare gli stili alimentari contemporanei, tratti singolari della tradizione italiana, la cucina come spazio d’invenzione letteraria. Tra i protagonisti di questi appuntamenti lo chef Tommaso Melilli, gli scrittori Maurizio de Giovanni e Saif ur Rehman Raja, l’esperta di tradizioni alimentari del Mediterraneo Elisabetta Moro, lo storico dell’alimentazione Massimo Montanari, la giornalista e scrittrice gastronomica Anna Prandoni. Sugli aspetti di giustizia sociale e di rispetto dei diritti dei lavoratori connessi al mercato globale del
cibo, interverranno il fotografo Carlos Manuel Gasparotto, autore di alcune campagne fotografiche tra i braccianti del Centro America, e il giornalista Angelo Mastrandrea.
Racconti a bordocampo (e sulle cime) Lo sport è un tema ricorrente in letteratura, ma quest’anno il Festival porterà scrittori e pubblico letteralmente a bordo campo. Tre degli autori ospiti al Festival sveleranno i segreti di una disciplina che hanno a lungo praticato nel nuovissimo centro sportivo del PalaUsvardi. Atleti e atlete di tre società mantovane, come in un tableau vivant, illustreranno con i loro gesti le parole di Olga Campofreda, ex agonista di scherma, Antonio Franchini, pugile amatoriale, e Andrea Rinaldo, ex-azzurro di rugby e tre volte campione d’Italia. E mentre Federico Buffa e Fabrizio Gabrielli racconteranno di quel fútbol argentino simile più a una fede che a uno sport, Erri De Luca tornerà idealmente a scalare le amate montagne, ricordando l’amicizia con la guida alpina Diego Zanesco, morto nell’estate del 2023 scalando la Tofana di Rozes. Anche per questa edizione il programma cartaceo di Festivaletteratura, strumento indispensabile per navigare e vivere la manifestazione, torna come piccolo catalogo completo delle schede di tutti gli appuntamenti con una copertina disegnata da Giulia Pastorino, che sarà presentato nella seconda metà di luglio.
L’EvEnto
LE RELAZIONI TRA PSICHICO E POLITICO, LE FRONTIERE SCIENTIFICHE DI MENTE, CERVELLO E CORPO, NONCHé LE FIGURE MITOLOGICHE E CULTURALI ATTORNO A CUI SI SONO CONSOLIDATE LE IDEE DI ANIMA E PSICHE.
Dedicato al tema psiche, il festivalfilosofia 2024 è in programma a Modena, Carpi e Sassuolo dal 13 al 15 settembre.
Giunto alla ventiquattresima edizione, il format del festival prevede come sempre lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, attività per ragazzi e cene filosofiche. Gli appuntamenti saranno quasi 200e tutti gratuiti.
Piazze e cortili ospiteranno 52 lezioni magistrali in cui grandi personalità del pensiero filosofico discuteranno la condizione del Sé in un’epoca di estrema individualizzazione, nella quale i singoli cercano da soli le vie di salvezza nel mondo. Si tratta di una parola dalla lunga storia, che a lungo si è tradotta come “anima”: si ricostruiranno i lessici della dimensione psichica misurando le connessioni anche con le problematiche della coscienza e del corpo, alle frontiere della ricerca scientifica, sollevandone le implicazioni filosofiche di senso. La questione psichica evidenzia l’intensificarsi di un disagio che determina emergenze collettive e chiama a interventi nelle istituzioni della società, sul confine che connette salute, benessere e cittadinanza. Si esploreranno inoltre vari piani che vanno dalle tecniche del Sé alla molteplicità delle condotte di vita, segnalando le conseguenze del cercare risposte singolari a questioni collettive. Diversi appuntamenti saranno nel segno della conversazione e del dibattito, per generare un confronto fra teorie ed esperienze, siano esse artistiche o civili.
VENERDÌ
A MODENA, CARPI E SASSUOLO QUASI 200 APPUNTAMENTI FRA LEZIONI MAGISTRALI, MOSTRE E SPETTACOLI. OLTRE 50 FILOSOFE E FILOSOFI CHE APPROFONDIRANNO DIVERSE TEMATICHE.
L’edizione 2024, mentre conferma lo stretto legame con i maggiori protagonisti del dibattito filosofico, presenta ventinove voci nuove. Tra i protagonisti ricorrenti si ricordano, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari (componente del Comitato scientifico del festival), Barbara Carnevali (componente del Comitato scientifico del festival), Umberto Curi, Ivano Dionigi, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Simona Forti, Umberto Galimberti, Natalino Irti, Michela Marzano (Lectio “BPER Banca”), Stefano Massini (Lectio “Gruppo Aimag”), Salvatore Natoli, Massimiliano Panarari (Lectio “Confindustria Emilia Area Centro”), Massimo Recalcati (Lectio “Rotary Club Gruppo Ghirlandina”).
Tra chi è al “debutto”: Simona Argentieri, William Davies, Estelle Ferrarese (Lectio “Coop Alleanza 3.0”), Thomas Fuchs, Christian Greco, Elisabetta Lalumera, Vittorio Lingiardi, Silvia Lippi, Luigina Mortari, Anil Seth (Lectio “Gruppo Hera”), Giorgio Vallortigara. Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: studiose e studiosi autorevoli commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema della psiche.
Per il pubblico del web, sarà approntato un programma di dirette di lezioni sui canali del festival,
potenziato rispetto alle ultime edizioni, in attesa della pubblicazione dell’intero programma la settimana successiva alla manifestazione.
Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo, ancora in fase di definizione, coinvolgerà performance, musica e spettacoli dal vivo. Mentre diversi appuntamenti espositivi saranno dedicati alla questione del rapporto tra espressione ed inconscio, anche con percorsi sulle figure mitologiche in cui si è condensata la coscienza culturale del fenomeno psichico, una serie di esperienze laboratoriali e partecipative proporrà al pubblico pratiche ed esercitazioni sulle forme del benessere.
Un programma di reading, spettacoli e performance – a cui si stanno aggiungendo sempre nuove iniziative – declinerà il tema nelle forme del racconto, della commedia dei “caratteri” e della ricongiunzione tra mente e corpo.
Circa 40 le mostre e installazioni proposte in occasione del festival da un’ampia rete di istituzioni artistiche pubbliche e gallerie private.
L’insieme del programma creativo coinvolge e sintonizza tematicamente una rete di oltre 160 partner culturali.
Fino al 3 novembre 2024
A PALAZZO CALLAS ExhIbITIONS
Sirmione fino al 3 novembre torna la mostra fotografica dedicata alla scorsa edizione del Premio Sirmione per la Fotografia. Una selezione di scatti che porterà i visitatori in un suggestivo viaggio sul Lago di Garda, tra emozioni e ricordi, immaginando di poter portare con sè un pezzo di questo paradiso: un riflesso d’azzurro, un raggio di sole, un angolo di paesaggio da tenere sempre in borsa.
“A World in a Bag”, è questo il titolo dell’edizione 2024, un invito a “raccogliere” con lo sguardo e carpire quella luce che si riflette nelle acque del lago, il grido dei gabbiani, il profumo del caprifoglio, immortalati dagli scatti della XIV edizione del Premio Sirmione per la Fotografia.
“È sempre emozionante vedere Sirmione raccontata dai turisti: il viaggio alla scoperta di un territorio denso di fascino come il Lago di Garda, conserva un posto speciale nella memoria di chiunque l’abbia visitato almeno una volta. Per noi che abbiamo la straordinaria fortuna di vivere sul lago, tornare da un viaggio è addirittura una doppia emozione: alla gioia di aver riempito la nostra borsa di belle storie da ricordare si unisce quella di essere ritornati alla nostra bella “Sirmio” come Catullo raccontò così intensamente.” così il Sindaco Luisa Lavelli.
“Inaugurare una mostra che celebra le bellezze di Sirmione e del Lago di Garda viste attraverso l’obiettivo dei turisti e dei visitatori è, senza alcun dubbio il modo migliore per iniziare il mio percorso di Assessore al Turismo. Già nel titolo è forte il rimando al viaggio e ad una esperienza di turismo che ci consente di riempire la nostra borsa di ricordi con immagini e sensazioni preziose. Mi piace anche ricordare che questa mostra è strettamente intrecciata al Premio Sirmione per la Fotografia che da 15 anni celebra il fascino di Sirmione e del Lago di Garda, portando con sé il valore della propria storia.” così l’Assessore al Turismo Riccardo Genovesi.
Nelle sale di Palazzo Callas Exhibitions le pareti
GIUNTO QUEST’ANNO ALLA SUA QUINDICESIMA EDIZIONE, IL PREMIO SIRMIONE PER LA FOTOGRAFIA, DEDICATO AL LAGO DI GARDA, È RIVOLTO
AD APPASSIONATI E PROFESSIONISTI ED È
ORGANIZZATO DAL COMUNE DI SIRMIONE
divengono il palcoscenico di un’avventura visiva: grandi borse di carta diventano cornici per le immagini realizzate dai fotografi del Premio. Non solo contenitori fisici, ma simboli di viaggio e scoperta, custodi di emozioni in grado di riportare la memoria a momenti felici e significativi. “È come se la borsa diventasse un varco verso un’avventura, un ponte tra il passato di chi ha scattato le fotografie e il futuro di chi le osserva, stimolato a esplorare e scoprire. A World in a Bag è la celebrazione della bellezza del Lago e anche un richiamo alla sostenibilità e alla consapevolezza ambientale: le borse di carta e i pannelli di cartone, materiali comuni ma spesso trascurati, diventano protagonisti di un dialogo visivo che invita a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e sull’importanza di ridurre, riutilizzare e riciclare. La mostra ci ricorda che anche in un piccolo sacchetto di carta può celarsi un intero universo di meraviglie da scoprire, preservare e portarsi via. Un invito per i visitatori a esplorare il proprio mondo in una borsa” così Mariangela Gavioli, direttore artistico della mostra.
Giunto quest’anno alla sua quindicesima edizione, il Premio Sirmione per la Fotografia, dedicato al Lago di Garda, è rivolto ad appassionati e professionisti ed è organizzato dal Comune di Sirmione Nasce dalla consapevolezza che le immagini sono un linguaggio universale, soprattutto in un luogo di connessioni cosmopolita e internazionale come Sirmione.
Nel 2023 sono stati 928 i fotografi partecipanti al Premio, suddivisi sui diversi progetti, per un totale di 1988 fotografie in concorso. 42 i fotografi premiati.
BLOCK NOTES PHOTO CONTEST
388 partecipanti e 388 fotografie
SIRMIONE 10% PHOTO MARATHON 79 partecipanti e 79 fotografie
SIRMIONE PHOTO MARATHON
220 iscritti e 728 fotografie in concorso
LAKE GARDA PHOTO CHALLENGE
241 iscritti e 793 fotografie in concorso
SIRMIONE PHOTO RESIDENCY
283 progetti ricevuti
Gruppi elettrogeni insonorizzati fino ad oltre 3.000 kva
Gruppi elettrogeni e bigruppi supersilenziati
Noleggio di trasformatori ed autotrasformatori
Noleggio di materiale elettrico
Diverse tipologie di torri faro
Riscaldatori / generatori di aria calda
Trasporto e posizionamento
L’EvEnto
Dal 21 al 25 agosto a Ferrara
GRANDE ATTESA
PER IL FESTIvAL
INTERNAZIONALE
DI MUSICISTI DI STRADA
Si terrà dal 21 al 25 agosto, con un’anteprima a Comacchio il 18 agosto, la 37^ edizione del Ferrara Buskers Festival®. Un palcoscenico en plein air di oltre 60000 mq nel cuore di Ferrara, tra il suggestivo Corso Ercole d’Este - noto come la via più bella d’Europa - e il Quadrivio degli Angeli, che accoglierà 198 artisti internazionali, per un totale di 180 esibizioni e 10 ore di spettacolo ogni giorno.
Oltre 950 le candidature ricevute quest’anno, per fare parte di un evento unico nel panorama internazionale che, dal 1988, è tappa imprescindibile per migliaia di musicisti che ogni giorno scelgono la strada come palco. Cile, Regno Unito, Brasile, Paesi Bassi, Sud Corea, Argentina, Francia, Siria, Repubblica Ceca sono solo alcuni angoli del mondo dai quali provengono quest’anno gli artisti selezionati.
Diversi i nuovi talenti pronti a stupire il pubblico con suoni e strumenti espressione del loro spirito busker: i Taraf Syriana (Siria), gruppo proveniente dalla Siria – Paese da sempre attraversato da popoli e civiltà diverse come arabi, curdi, armeni, siriaci, turchi e iracheni che ne hanno plasmato la storia – che esegue musica popolare siriana e romaní; Proyecto LupA (Spagna), polistrumentista che ispirato al movimento “croto” in Argentina, cerca, attraverso la musica, di evocare paesaggi,
ESTENSE DAL 21 AL 25 AGOSTO. PERFORMANCE
ARTISTICHE DA TUTTI IL MONDO, MOSTRE, TALK E APPROFONDIMENTI PER 10 ORE DI SPETTACOLI
NO STOP OGNI GIORNO.
personaggi e storie dell’epoca; direttamente dalle strade di New York arrivano i The Positive Brothers, gruppo di break dance capace di fare dello spettacolo una vera e propria esperienza; Eric Tarantola (Francia) per condurre in un viaggio straordinario attraverso musica composta da batteria a tamburo, un vecchio trombone rattoppato, una chitarra e un banjo.
Arrivano dall’Italia JBeat, bitboxer, e Carolina Cardini, cantante lirica, protagonisti della prima residenza artistica del Festival realizzata nei mesi scorsi nel Campus di H-FARM. Tre giornate per condividere le proprie esperienze e visioni creative, sperimentando anche l’intelligenza artificiale con cui è stato creato un brano innovativo capace di rappresentare la loro originale unione e che presenteranno durante i giorni del Festival. Oltre ai nuovi talenti scovati da un lato all’altro del globo, anche buskers storici che gli spettatori potranno riconoscere o riscoprire tra le strade del Festival: i Cosmonautix, per un misto un misto di musica folk dell’est Europa e di elementi ska, punk, rock e pop; El Kote, artista cileno multidisciplinare che fa dell’improvvisazione il suo tratto distintivo, De Heek, tra i più svariati ed originali gruppi che spaziano dal rock n Roll alla cumbia, dal folk italiano al reggae, e infine Stillbruch, giovani e appassionati musicisti che vagano sotto i cieli d’Europa per stupire il pubblico con brani rock originali in una combinazione unica di violoncello, violino, batteria e voce.
Non mancheranno i giovanissimi, tra questi il sedicenne ‘Gabbbrielll’. Italiano di Riva del Garda, la sua regola principale è non porsi limiti per quanto riguarda i generi, ma sperimentare più cose possibili e, soprattutto, divertirsi in quel che si fa. Dopo aver passato la sua intera vita ad ascoltare musica, ha deciso di dedicarsi a questa sua grande passione e sbarcherà per la prima volta al Ferrara Buskers Festival. È, invece, Yi Seo Band il gruppo che arriva da più lontano: sono 8.975 i chilometri che questo trio tutto al femminile percorrerà per raggiungere Ferrara. Insieme esprimono una musica coreana di tendenza che si basa sulla tradizione, senza perdere di vista la sensibilità moderna e con lo spirito di “capire il vecchio per scoprire il nuovo”.
Ad aprire la rassegna culturale di questa edizione del Festival, con un omaggio a Mattia Torre, sceneggiatore di Boris, ci sarà Valerio Aprea: attore poliedrico dallo stile personalissimo che porta sia sul palco che in alcune delle più importanti produzioni televisive cinematografiche degli ultimi anni. A cominciare dal ruolo nella serie cult ‘Boris’, per poi approdare in quello di Propaganda Live ed essere tra i protagonisti della serie tv ‘A casa tutti bene’ di Gabriele Muccino, per la quale ha ricevuto la candidatura ai Nastri d’Argento 2022
https://festival.ferrarabuskers.com/it https://festival.ferrarabuskers.com/it/tickets
DICIOTTO GLI EVENTI IN PROGRAmmA, QUEST’ANNO ISPIRATI ALLE
PAROLE DEL LEGGENDARIO PIANISTA AmERICANO BILL EVANS
Fino all’11 agosto, le località di Arco, Dro, Drena, Nago-Torbole, Tenno e Riva del Garda saranno il palcoscenico della ventiquattresima edizione di “Garda Jazz Festival”, la rassegna musicale del Garda Trentino che ospiterà artisti di punta del panorama jazzistico nazionale e internazionale. Diciotto gli eventi in programma, quest’anno ispirati alle parole del leggendario pianista americano Bill Evans :‘Il jazz non lo puoi spiegare a qualcuno senza perderne l’esperienza. Dev’essere vissuto, perché non sente le parole’
“I luoghi iconici del territorio offriranno le cornici perfette alle nuove proposte del panorama jazzistico nazionale ed internazionale, con un ricco programma fatto di eventi tra concerti, jazz cafè, mostre fotografiche e un Jazz Workshop” - ha dichiarato il Presidente di SMAG Società Cooperativa Roberto Grassi, sottolineando come lo slogan di quest’anno sia quello di ‘essere curiosi’, proprio quel ‘Be Curious’ della vision “Stay Young” di APT. “L’estate nel Garda Trentino vuol dire anche intrattenimento di alta qualità e il Garda Jazz Festival rientra a pieno titolo all’interno degli eventi top della stagione, con un ricco calendario di concerti dislocati su tutto il territorio in grado di saper accontentare tutti gli appassionati di musica jazz. Voglio ringraziare ancora una volta gli organizzatori non solo per la passione, ma anche per l’impegno e la creatività nel realizzare un programma sempre nuovo, con nomi unici nel panorama internazionale, come Trilok Gurtu, il più famoso percussionista
“IL JAZZ NON LO PUOI SPIEGARE A QUALCUNO
SENZA PERDERNE L’ESPERIENZA. DEV’ESSERE VISSUTO, PERCHÉ NON SENTE LE PAROLE”.
al mondo” - ha affermato il Presidente di Garda Dolomiti Azienda per il Turismo S.p.A. Silvio Rigatti
Ecco il calendario
degli ultimi concerti di Agosto:
1 agosto ore 21.30 In the Roy’s Mood
Riva del Garda - Hotel Luise
Concerto gratuito
2 agosto - ore 21.30
ELEONORA STRINO TRIO - MATILDE
Riva del Garda - Grand Hotel Du Lac et Du Parc
3 Agosto - ore 21.00
Quintorigo experience tributo a JIMI HENDRIX
Guest ALESSIO VELLISCIG alla voce
Riva del Garda - Palazzo dei Congressi
4 agosto - dalle ore 10.00
BANDASTORTA presenta: Play you too, musica atrazione umana
ore 10.00 Scuola nel Bosco
ore 11.00 Play you too, concerto interattivo
Concerto gratuito
Concerto gratuito L’EvEnto
4 agosto - ore 21.00
KIND OF BILL Moroni Gomez La Barbera
Riva del Garda - Palazzo dei Congressi
5 agosto - ore 21.00 Jazz Cafè | Le Orme del jazz
Arco - Ristorante Ai Conti
6 agosto - ore 21.00
PERICOPES + 1
Dro - Area fluviale del Centro culturale | in caso di maltempo Sala Centro culturale Dro
Concerto gratuito
7 agosto - ore 21.00
Jazz Cafè | Michael Harding Quartet
Arco - Impavida Birra Artigianale
Concerto gratuito
8 agosto - ore 21.00
TRILOK GURTU e ARKE’ STRING QUARTET
Arco castello
9 agosto - ore 21.00
Jazz Cafè | Musica Nudi
Nago Torbole - Hotel Forte Charme
Concerto gratuito
10 agosto - ore 21.00
OLIVIA TRUMMER featuring FABRIZIO BOSSO - FOR YOU
Riva del Garda - Palazzo dei Congressi
11 agosto - ore 21.00
FIORENZO ZENI History of Jazz Saxophone
Canale di Tenno
INFO:
SMAG – Scuola Musicale Alto Garda 0464 516681 – amministrazione@smag.coop
a cura di Marco Morelli
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“IL NOSTRO É UN IMPEGNO IN SERIETÀ, AFFIDABILITÀ E ASSISTENZA”
Abbiamo compiuto 20 anni e abbiamo deciso di avere un figlio.
Scelta coraggiosa, direte voi.
È vero ma è il regalo più bello che potevamo farci; per chi come noi vuole tramandare tutta la bellezza della quale è stato fortunato spettatore.
Abbiamo dato alla luce MCGWEEK, venite a conoscerlo. mcgweek.it
Case di campagna e, più in generale, verso il vivere fuori dalle città e “all’aria aperta”. Una passione che si è concretizzata in una grande ricerca di case di questo tipo e che ha, conseguentemente, rispolverato stili e tendenze legati a questo tipo di dimore. Stiamo parlando di stili “tradizionali” come il country o lo shabby chic, oggi forse un po’ datati, ma alleggeriti e rivisitati in chiave contemporanea grazie a nuove finiture e soprattutto a nuovi materiali.
Idee arredamento casa in campagna? Scopriamo allora le moderne versioni di questi stili, perfetti per arredare una casa di campagna moderna, ma interessanti spunti perfetti anche per rinnovare un piccolo appartamento cittadino con qualità e calore.
Arredo casa di campagna: stile country chic contemporaneo Nato sulla scia del più classico country, questo nuovo stile d’arredo tipico dei cottage inglesi e delle case di campagna italiane e francesi. Il country chic contemporaneo permette di arredare una casa di campagna secondo uno stile meno ridondante e più essenziale del suo più tradizionale antecedente. Meno ricca e leziosa nei decori, infatti, questa moderna variante del country trova il suo fulcro nel mix and match fra vintage artigianale e ricerca di nuovi materiali. A caratterizzare lo stile materiali contemporanei come: il vetro, l’acciaio e il cemento che ben si combinano a componenti tradizionali come la pietra, le fibre naturali e il legno, aprendo ad ambienti arredati con pezzi caldi ma alleggeriti nelle linee e nelle forme. Il risultato è uno stile versatile, perfetto per arredare una casa di campagna moderna, che vive della giusta alternanza fra le componenti e che pone grande attenzione agli spazi outdoor, siano essi grandi terrazzi e giardini oppure anche piccoli e organizzati balconi urbani.
Come arredare una casa di campagna in stile provenzale minimal Tipico delle case del sud della Francia, ma sempre più spesso riportato in altre situazioni, lo stile provenzale minimal è un trend d’arredo nuovo per la casa di campagna moderna, meno ricco e più essenziale del classico stile provenzale, ma comunque sempre in grado di creare un degli interni di case di campagna estremamente accoglienti. Caratterizzato sempre da colori neutri e naturali e da materiali classici, lo stile provenzale minimal ben si combina al design più moderno dando vita ad ambienti sofisticati e leggeri che rimandano, nei toni chiari e nell’uso delle componenti, alle case delle splendide regioni del Mediterraneo. Uno stile interessante che gioca sulle contrapposizioni fra componenti rustiche, come il legno chiaro, le fibre naturali e i tessuti grezzi, e le linee asciutte di arredi e oggetti frutto di una progettualità contemporanea.
Arredare una casa di campagna in stile provenzale minimal apre ad ambienti liberi e luminosi in cui forma e funzione si incontrano liberandosi per una volta dell’eccesso di elementi decorativi. Elementi caratterizzanti di questo stile rimangono nelle loro diverse articolazioni i tessuti, filati per essere matericamente importanti: vestono tende, cuscini, tappeti e imbottiti e regalano ambienti essenziali nelle linee ma ultra accoglienti.
Interni di casa di campagna in stile coloniale moderno Lo stile d’arredo coloniale moderno nasce dalla contaminazione fra passato e futuro, fra materiali importanti e forme pure. Lo stile coloniale moderno è forse fra i tre il più raffinato e classico. Accogliente e dinamico, il coloniale contemporaneo mette insieme elementi tipici dello stile coloniale tradizionale, come la ceramica, il legno di teak, il vimini e la paglia di Vienna, alle forme tipiche delle dimore contemporanee. La combinazione bilanciata fra questi elementi, mischiata a colori freddi, come la raffinata palette dei grigi, dei blu e dei verdi neutri, regala ambienti sobri e interessanti, caratterizzati da atmosfere senza tempo in cui il legno, articolato fra arredi e finiture, è l’indiscusso protagonista degli interni di casa di campagna. Proposto nelle essenze più calde e mielate, come quelle del legno di quercia, dell’acero, del rovere e del teak, lo stile coloniale moderno compone spazi di qualità, abitati dalla semplicità e dalla bellezza della materia prima impiegata. A completare e rendere veramente unico questo stile l’immancabile elemento naturale presente all’esterno, ma sovente portato in casa con piante verdi più o meno grandi e importanti che donano agli spazi una grande qualità estetica e regalano agli ambienti armonia e una raffinata informalità.
Realizzare progetti di riforestazione, aree verdi e boschi perenni in tutto il territorio di Parma e provincia laddove, in aree urbane ed extraurbane, ci siano terreni, pubblici o privati liberi e disponibili, per ridurre l’impatto ambientale, contrastare il cambiamento climatico e promuovere la biodiversità. Ma anche creare valore per le comunità, spazi vivibili e di socializzazione.
È la missione di KilometroVerdeParma: costituito il 6 maggio 2020, si pone l’obiettivo di agire sull’ambiente oggi, coinvolgendo e promuovendo sinergie tra realtà del mondo pubblico e di quello privato, per realizzare un modello da affidare alle generazioni di domani. Ad oggi il Consorzio Forestale conta 110 aderenti, tra soci ordinari (proprietari o i possessori dei terreni, tutti collocati nel territorio parmense, destinati a piantagione) e soci sostenitori (che supportano il progetto senza effettuare attività di piantagione).
A essi vengono offerti servizi quali l’assistenza tecnica, la progettazione dell’impianto, la partecipazione a progetti e la promozione delle attività e la redazione del manuale di certificazione forestale PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes).
Finora sono stati messi a dimora 70.000 fra alberi e arbusti su una superficie totale di 70 ettari, promuovendo 45 progetti di riforestazione: un patrimonio verde di nuovi boschi, in città e provincia, capace di catturare e stoccare 3.245,65 tonnellate di CO2.
Il prossimo traguardo? La messa a dimora di 100.000 alberi entro il 2025. Particolare attenzione è rivolta alle nuove generazioni e fin dalla sua nascita il Consorzio si dedica al progetto WeTree, coinvolgendo il mondo della scuola parmense di ogni ordine e grado, per sensibilizzare gli studenti sul valore dei boschi urbani e sull’importanza del rispetto della natura. Un’ iniziativa che dal 2020 al 2023, ha interessato 436 classi e più di 10.571 studenti del territorio con oltre 105 uscite didattiche tra esplorazioni ambientali e la messa a dimora di alberi. Fitta è la rete di collaborazioni scientifiche portate avanti dal Consorzio Forestale KilometroVerdeParma. Tra esse l’Università di Parma e l’Or-
a cura di paolo carli
to Botanico, per attività di ricerca sui benefici dei servizi ecosistemici legati alle nuove piantagioni, in particolare all’adattamento ai cambiamenti climatici, alla mitigazione dell’isola di calore urbana, alla regimazione delle acque, alla riduzione dell’inquinamento e al valore sociale degli spazi verdi. A fine 2023, è stato pubblicato uno studio sull’impatto dei benefici ecosistemici generati dai boschi: commissionato dal Consorzio Forestale KilometroVerdeParma, cofinanziato dalla Fondazione Cariparma e condotto dallo spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Vsafe, analizza i costi-benefici relativi agli interventi di forestazione. Mentre in collaborazione con il CINSA-Consorzio Interuniversitario Nazionale per le Scienze Ambientali - è stato realizzato un progetto di ricerca, finalizzato alla costruzione di una rete di Corridoi Ecologici. Stretti i contatti anche con la Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea. Se, attraverso la piattaforma MapMyTree, è tra le organizzazioni che contribuiscono all’attività di mappatura dei nuovi alberi messi a dimora in Europa, in Italia, il Consorzio Forestale KilometroVerdeParma documenta le nuove piantagioni attraverso la piattaforma della fondazione Alberitalia.
Inoltre, è tra le 46 realtà che hanno sottoscritto con il Comune di Parma il Contratto Climatico di Città, che fissa obiettivi e azioni per raggiungere la riduzione totale dell’85% delle emissioni entro il 2030. Sono cinque i settori nei quali si concentreranno le azioni future nell’ambito del Contratto Climatico di Città: edifici e trasporti, rifiuti ed acque reflue, processi e prodotti industriali, agricoltura, forestazione ed altri usi del suolo.
Il Consorzio ha firmato anche l’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality Parma che si prefigge l’obbiettivo di raggiungere entro il 2030 la neutralità carbonica del territorio parmense. Accanto al Consorzio, ci sono Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, Università degli Studi di Parma, ARPAE Emilia-Romagna, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Unione Parmense degli Industriali, Parma, io ci sto!
Per informazioni:
Consorzio Forestale KilometroVerdeParma Via Cavestro 3, 43121 Parma
Email: info@kilometroverdeparma.org
Sito web: www.kilometroverdeparma.org
di giacomo gabriele morelli
Creare in Italia un nuovo bosco, considerando la progettazione, l’impianto e la manutenzione, può costare dai tra i 14.000 e i 23.000 euro ad ettaro per un progetto standard, e arrivare fino a 38.000 euro per un bosco progettato scientificamente e in grado di soddisfare i criteri di multifunzionalità, nonché i più alti standard qualitativi internazionali. In Europa quasi metà delle specie arboree autoctone è stata valutata come minacciata e quindi a rischio di estinzione, e solo il 25% delle foreste è in buono stato di conservazione. Ciò ha spinto l’UE a varare l’ambiziosa “3 Billion Trees”, ovvero la messa a dimora sul suolo continentale di 3 miliardi di alberi entro il 2030. Esistono boschi con finalità produttive e boschi con finalità protettive e di conservazione. In Italia si predilige oggi dare vita a boschi con finalità multiple, volte a produrre più benefici contempora-
Curiosità
neamente quali: potenziamento, protezione o ripristino di biodiversità, produzione di legname o altre materie prime (ad esempio sughero e prodotti forestali selvatici), fissazione di carbonio, regolazione del ciclo dell’acqua, qualità del paesaggio, opportunità di ricreazione, contrasto al dissesto idrogeologico, ripristino di aree colpite da eventi ambientali estremi, assorbimento acustico e abbattimento delle temperature elevate tramite zone d’ombra.
piante mangia-smog da interni
Preoccupati per lo smog e l’inquinamento che respiriamo? Forse non tutti sanno che una buona parte non dipende da ciò che c’è fuori per strada, bensì da quello che “produce” la nostra casa. Tra le diverse cose che possiamo fare per ridurre l’inquinamento cosiddetto indoor, vi è il riempire la nostra abitazione di piante, scegliendo tra quelle
cosiddette “mangia-smog”. Scopriamo 5 piante da interni che aiutano a purificare l’aria: Spathiphyllum (Pianta della pace), Sansevieria (Lingua di suocera), Chlorophytum comosum (Pianta ragno), Epipremnum aureum (Pothos dorato), Aloe vera. Da sole non bastano, ma sono un valido aiuto, oltre ad abbellire la casa.
stress idrico rimane alto il rilancio del vino “bio” italiano
I vigneti italiani sono sempre più “verdi”. Oggi vengono coltivati a biologico oltre 133mila ettari, vale a dire il 22% delle superficie vinicole nazionali. D’altra parte rimane tutt’ora limitata la produzione. Il volume di vino biologico è infatti pari al 6% del totale nazionale, e ancora più esiguo è il consumo, pari all’1-2% delle vendite complessive. I produttori si stanno prodigando per rilanciare lo sviluppo del settore, partendo dallo snellimento delle procedure di certificazione di processo e di prodotto, nonché dalla sburocratizzazione per favorire la conversione al bio delle aziende. Continua inoltre il sostegno di campagne informative e di comunicazione mirate a incentivare i consumi del vino bio e a stimolare la domanda dei consumatori, in una fase in cui l’attenzione per ambiente e sostenibilità è sempre più diffusa. Dati i maggiori costi di queste produzioni, i protagonisti del settore potranno beneficiare di vantaggiosi sgravi fiscali.
di g.g. morelli
salvare ogni specie per non estinguerci
Le specie animali giocano un ruolo fondamentale nella protezione del clima, nella sicurezza alimentare e nella nostra salute. La perdita di una specie può causare un “effetto domino”, che favorisce l’estinzione di altre o il degrado degli ecosistemi che da questa dipendono. La produzione agricola è legata all’impollinazione da parte degli insetti (api, farfalle, falene, bombi, coleotteri), ma in Europa e Nord America quasi il 50% delle specie esistenti è in grave declino. Analoghe considerazioni valgono per il fitoplancton: la massa di microorganismi base dell’intero sistema “alimentare” degli oceani, che fornisce almeno il 50% di tutto l’ossigeno in atmosfera. Ebbene, l’inquinamento degli oceani e la progressiva distruzione dei grandi animali marini
(balene, squali, tonni, ecc.) che ne favoriscono gli equilibri, stanno riducendo il fitoplancton in modo drammatico. Gli elefanti hanno una predilezione per le piante e alberi a crescita rapida, a vantaggio dell’accrescimento di quelle a sviluppo lento, che non vengono soffocate dalle prime e favoriscono così un elevato stoccaggio di carbonio (la famigerata CO2). Parimenti i grandi carnivori tengono controllato il numero degli erbivori che distruggerebbero eccessive porzioni di forestazione per la loro alimentazione. Uccelli e pipistrelli aiutano le foreste a rigenerarsi, diffondendo incessantemente i semi per l’indispensabile rinascita di nuove piante. E cosa dire degli avvoltoi, esteticamente così ribut-
Non inganni la piovosa primavera del 2024 nel nord-Italia. La siccità italiana ha raggiunto livelli preoccupanti tanto che è stata registrata una perdita del 51,5% delle risorse idriche rinnovabili in un anno rispetto alla media storica dal 1950. Nell’Unione Europea per stress idrico solo Belgio, Grecia e Spagna presentano valori peggiori. Gli esperti stimano che entro il 2030 lo stress idrico si intensificherà ulteriormente. Due settori in particolare sono maggiormente colpiti: l’agricoltura e l’idroelettrico. L’agricoltura italiana, già sottoposta a numerose pressioni, sta affrontando una crescente scarsità d’acqua che mette a rischio la produzione alimentare e la sostenibilità delle attività agricole. L’idroelettrico, che rappresenta una fonte fondamentale di energia rinnovabile per l’Italia, vede compromessa la capacità del Paese di soddisfare la domanda energetica attraverso fonti pulite.
tanti? Ebbene senza gli avvoltoi prende piede con più facilità la diffusione di patogeni, come è già accaduto in Asia e in Africa, dato che le carcasse di cui si nutrono, se non smaltite, possono favorire la diffusione di malattie letali, nonché altre gravi infezioni. Pochi esempi di centinaia elencabili, a suggerire in modo evidente che la nostra specie è ancora in tempo per scegliere il finale del nostro cammino evolutivo: estinguersi o convivere con la natura in un rapporto di coesistenza e collaborazione.
Sin dalla sua fondazione, più di 250 anni fa, Veuve Clicquot continua a diffondere nel mondo la sua cultura ottimista e solaire. Il suo iconico giallo, il colore del sole che dal 1877 compare sulle sue etichette, insieme allo spirito visionario di Madame Clicquot, sono sempre di ispirazione per la Maison. Conosciuta come “La Grande Dame de la Champagne”, creativa e audace, Madame Clicquot sfidò le convenzioni dell’epoca e rivoluzionò il mondo dello champagne. La sua filosofia, profondamente radicata nel DNA della Maison, va oltre l’enologia e, negli anni, ha ispirato numerose collaborazioni, elevando il packaging “usa e getta” a oggetto di grande bellezza che diventa funzionale e riutilizzabile. Nel 2024, la Maison presenta Road to the Sun, che celebra l’arrivo delle belle giornate e rappresenta una nuova espressione della sua art de vivre solaire. Road to the Sun è un invito rivolto a chi desidera vivere la propria vita al massimo, assaporando le emozioni del sole. Una vita di avventura, gioia e momenti condivisi, in cui tutto sembra più luminoso e ricco di possibilità. Con Road to the Sun, l’energia positiva del sole dona a ogni giorno un nuovo ritmo, invitandoci a lasciarci andare e a godere di ogni momento.
Rifacendosi al suo amore per il design, la Maison Veuve Clicquot è fiera di presentare i suoi complementi essenziali per una vita sotto al sole. Una collezione di meravigliosi oggetti lifestyle pensati per i momenti di rilassata eleganza, che si tratti di una improvvisata gita fuori porta, una vacanza o un semplice picnic. Sofisticati, riutilizzabili, portatili ed ecologici, questi prodotti promettono un’esperienza unica, per condividere momenti di gioia tutto l’anno
CLICQUOT COOLER
FUNZIONALE, RIUTILIZZABILE E PORTATILE
Clicquot Cooler è l’esempio dell’affinità di Veuve Clicquot per l’estetica e la praticità, capace di elevare gli oggetti d’uso quotidiano. Chic e casual, un vero “must” per i picnic, si può portare facilmente con sé ovunque grazie al suo manico cromato, per tenere sempre lo champagne alla temperatura ottimale, fino a un’ora. Realizzato in lamiera stagnata, un materiale infinitamente riciclabile, e con
un’intercapedine interna sottovuoto prodotta con gli scarti della canna da zucchero, Clicquot Cooler è stato progettato per durare nel tempo, in linea con l’impegno di Veuve Clicquot alla circolarità. In omaggio alle Cuvée della Maison, la scelta tra due colori – rosé o giallo – richiama le etichette delle bottiglie degli champagne Brut e Rosé. Un oggetto tanto elegante quanto essenziale.
PUFFY BOTTLE HOLDER
IL NUOVO ACCESSORIO FASHION
PER MUOVERSI SOTTO AL SOLE
Maison Veuve Clicquot presenta Puffy Bottle Holder, un nuovo accessorio di tendenza per le escursioni sotto al sole. Con due tasche e una comoda tracolla, questo accessorio portatile è stato pensato per trasportare e riporre lo champagne, conservandolo alla temperatura ideale fino a un’ora. Realizzato con materiali riciclabili, si ispira alle più recenti tendenze. È nell’emblematico colore giallo della Maison e si può decorare con patches personalizzabili, diventando così un oggetto unico ed esclusivo.
CLICQUOT ICE JACKET
a cura di paolo carli
Lanciata nel 2004, e poi rivisitata, Clicquot Ice Jacket rappresenta il perfetto equilibrio tra design, innovazione e haute couture. Funzionale e attuale, questo oggetto si ispira alle mute da sub e mantiene lo champagne fresco in ogni momento e ovunque. Progettata per durare nel tempo, la Ice Jacket tiene la bottiglia al fresco e ti permette di degustare lo champagne con eleganza. Nel 2022, la Ice Jacket è stata reinterpretata dai diplomati della Central Saint Martins in modo più sostenibile, sempre attento al design. Composta interamente in plastica riciclata e con un monomateriale, si basa su un processo produttivo assolutamente innovativo che si avvale della tecnologia di maglieria 3D e che produce la Ice Jacket con un’unica “stampa”, partendo da un modello tridimensionale digitale che utilizza solo il tessuto necessario, riducendo così tutti gli scarti di produzione. Nel complesso, la nuova Ice Jacket utilizza in media il 30% in meno di materiale e riduce le emissioni di CO2 del 96% rispetto al packaging precedente.
CLICQUOT ARROW
Ispirata alla cultura del design e dell’innovazione, Clicquot Arrow è una moderna reinterpretazione dei segnali stradali: il coffret, una volta personalizzato, indica la distanza tra il tuo luogo del cuore e le Caves della Maison a Reims, in Francia. Questo oggetto iconico, che punta verso il sole, consente di mantenere un costante legame emotivo con la propria meta preferita. Come un invito ai più preziosi ricordi soleggiati, la Capsule Collection “Follow Your Sun” esprime tutta l’intensità del sorgere del sole. Sfumature vivaci e colorate illuminano questa collezione in edizione limitata, invitandoti a ricollegarti con i luoghi che più ami e a personalizzare una delle 4 confezioni regalo colorate (blu, verde, arancione e rosa per il Rosé). Clicquot Arrow, completamente priva di plastica, è in lamiera stagnata, un materiale infinitamente riciclabile. La sua intercapedine interna sottovuoto è stata realizzata completamente con gli scarti della canna da zucchero, in linea con l’impegno di Veuve Clicquot alla circolarità.
AromA Zone
Elgon è il brand internazionale di cosmetici per capelli che sostiene la passione e la creatività dei parrucchieri di tutto il mondo dal 1970. Nella foto YES SMOOTH, uno shampoo anticrespo, ideale per disciplinare capelli ribelli e crespi garantendo una straordinaria pettinabilità e lucentezza. Grazie alla sua formulazione arricchita con Ultra-Sleek Biocomplex, un mix di attivi biotecnologici e up-cycling provenienti dalle castagne biologiche e dall’acqua di riso iper fermentata, crea un film protettivo sul capello proteggendolo dall’umidità. Il packaging è 100% in plastica riciclata con etichette in plastica riciclata OPB, cioè a rischio di finire negli oceani. Come si usa? Inumidire i capelli e applicare una noce di shampoo, quindi massaggiare e risciacquare. www.elgoncosmetic.com
Aroma Zone è un marchio francese sostenibile e attento alla qualità. Nella foto, due oli protettivi per capelli. Olio di Karanja e Lampone BIO: questo olio 100% naturale protegge i capelli dagli effetti inaridenti del sole e dell’acqua di mare. Grazie a un duo di oli vegetali di Lampone e Karanja BIO dalle proprietà antiossidanti, esalta e preserva la bellezza dei capelli. Il Gel nativo di Aloe vera BIO è preparato dal succo fresco nativo, con un contenuto minimo garantito di aloeverose di 1200 mg/L, dal cuore della pianta di Aloe vera, aggiungendo semplicemente un gelificante naturale (gomma di xantano), un conservante naturale e arginina (un regolatore di pH naturale) per realizzare una formula adatta all’uso cosmetico. Questo gel è prodotto a freddo per preservare la sua ricchezza in mucillagini, vitamine e nutrienti. https://www.aroma-zone.com/it
La Body Lotion 2in1 Coco Monoi combina insieme 2 azioni in 1: idratazione e lucentezza. La formulazione, arricchita con l’iconico profumo di Cocco&Fiori di Tiarè, apporta idratazione e luminosità. La sua texture leggera si assorbe rapidamente, lasciando la pelle setosa, morbida e incredibilmente luminosa e profumata. Una volta applicata, la crema si assorbe rapidamente, lasciando la pelle setosa, morbida e incredibilmente luminosa e profumata. COCO MONOÏ è il brand MADE IN ITALY che si prende cura della pelle e dei capelli. I prodotti della linea hanno più usi e sono dei veri e propri #MultitaskingMasters. Tutte le formulazioni contengono ingredienti e profumazioni ispirati alla Polinesia e all’Olio di Monoi per una vera e propria coccola di bellezza. Distribuito da The First www.cocomonoi.it
Il 29 ottobre si celebra la Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale. Qual è il tema dell’edizione 2024? Ce lo spiega il Prof. Danilo Toni, Direttore Unità Trattamento Neurovascolare Policlinico Umberto I di Roma e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di A.L.I.Ce. Italia Odv. Dalle persone colpite da ictus che lavorano ogni giorno per riprendere in mano la propria vita ai caregiver che li assistono e li supportano, dai team sanitari che corrono contro il tempo per salvare vite umane agli specialisti della riabilitazione che fanno muovere le persone un passo alla volta: la lotta all’ictus cerebrale deve essere vista come un gioco di squadra perché insieme siamo #PiuFortidellIctus (#GreaterThanSktroke). Questo il tema
Con la sua triplice azione anti-scottatura, il balsamo riparatore doposole di Patyka ripara e stimola l’abbronzatura. Idrata, distende e riduce la sensazione di calore sulla pelle riparando i danni cutanei causati dal sole e intensificando l’abbronzatura per un colorito più intenso e duraturo. Questo prodotto è adatto a tutti i tipi di pelle. Tra gli ingredienti: olivello spinoso biologico e 100% francese; pianta medicinale riparatrice, la sua ricchezza in omega-3 ha una potente azione antinfiammatoria che lenisce istantaneamente le sensazioni di bruciore. Concentrato in carotenoidi, favorisce la sintesi della melanina e rafforza l’abbronzatura naturale della pelle. C’è poi il burro di karité certificato biologico, etico e sostenibile (UEBT): nutre, ammorbidisce e ripristina il film idrolipidico della pelle per proteggerla dalla disidratazione. https://patyka.com/it-it
Beevine Elixir di Apivita è una potente linea antietà che ripristina la produzione di collagene della pelle. La crema da giorno (nella foto), morbida fondente e satinata, si assorbe rapidamente, senza lasciare una sensazione di unto, per fornire una pelle più giovane e dall’aspetto più compatto. Il complesso PROPOLIFT, la nuova tecnologia brevettata, è altamente concentrato in propoli e polifenoli della vite e fortificato con collagene di origine vegetale. Il risultato? Ripristina l’equilibrio del collagene I e III, tipico delle pelli più giovani, e svolge un’intensa azione antietà. Riempie le rughe, dona alla pelle un aspetto più compatto con un contorno del viso ridefinito e sollevato grazie ai polifenoli della propoli e della vite e al collagene vegetale. Idrata in profondità e ripristina la morbidezza grazie all’acido ialuronico. https://www.apivita.com/italia/
scelto dalla World Stroke Organization per l’edizione 2024 della Giornata Mondiale di cui si fa promotrice, in Italia, A.L.I.Ce. Italia Odv. Come per tutte le patologie tempo dipendenti e per tutti i percorsi di emergenza urgenza, è il lavoro di squadra che fa la differenza e, nel caso dell’ictus cerebrale, è fondamentale innanzitutto la consapevolezza dei cittadini: riconoscerne precocemente i sintomi e chiamare tempestivamente il 112 possono davvero salvare la vita. Quali sono i sintomi da riconoscere il prima possibile? Improvviso intorpidimento, insensibilità o formicolio e/o debolezza, perdita di motilità e forza di grado variabile della metà inferiore del viso, del braccio e/o della gamba di
un lato del corpo, asimmetria della bocca e/o incapacità di sollevare un braccio o di mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro e/o difficoltà a muovere una gamba; improvvisa confusione mentale, difficoltà a parlare o a comprendere; improvvisa difficoltà nel vedere oppure visione offuscata in uno o entrambi gli occhi; improvvisi problemi di stazione eretta e deambulazione, vertigini, perdita di equilibrio o della coordinazione, con eventuale caduta a terra; improvviso forte mal di testa senza causa nota, diverso dal solito. In caso di comparsa di sintomi riferibili all’ictus è assolutamente necessario evitare di perdere tempo ed è indispensabile chiamare subito il 112. Per maggiori informazioni: www.aliceitalia.org
esidero dedicare la rubrica di questo numero ad una tematica delicata, ma altrettanto urgente: slegare la buona cura nelle residenze nelle Rsa.
Letizia Espanoli, autrice, formatrice e ideatrice del Sente-mente® modello afferma “Durante il periodo del Covid ci siamo occupati con forza di “tenere in vita” gli abitanti delle Rsa, in un susseguirsi di scelte ed azioni quotidiane che dovevano dare risultati immediati. Tre anni di questa tipologia di modello organizzativo sono importanti per la funzionalità dei nostri cervelli che sono diventati sempre più operativi in modalità “immediata”: faccio questa azione che produrrà questo risultato. I grandi obiettivi che ci attendono quali dare dignità e identità agli anziani con disorientamento cognitivo, il togliere fatica e demotivazione a chi ogni giorno opera sul campo, attivare progetti per la s-contenzione fisica e farmacologica, misurare e ridurre lo stress lavoro correlato aumentando le competenze per il benessere in azienda, misurare ed aumentare la qualità della vita degli anziani, degli operatori e delle famiglie, hanno bisogno di una diversa competenza: quella di avere chiaro cosa vogliamo costruire, perché lo vogliamo fare e come lo vogliamo costruire.”
La buona cura non agisce solo sul “corpo della persona”, ma considera la persona con sua identità e arriva nel profondo dell’anziano lì dove l’anima resterà viva fino al suo ultimo respiro. Identità, dignità e riconoscimento della persona con demenza sono l’inizio della buona cura. È il credere nella persona, nel suo essere presente a sé stessa ed alla vita che la circonda. È incontrarla a partire dallo spazio dell’“essere” e non del “fare”. Eppure, la dignità non è come la gioia, l’amore, l’amicizia. Non può essere lasciata all’intuizione personale. La dignità è un indicatore delle
di elena mantesso
qualità delle cure. Essa è misurabile, allenabile. Come può vivere un anziano disorientato l’esperienza della contenzione farmacologica al bisogno? Della contenzione fisica? E la stessa esperienza è davvero indolore per l’operatore di Cura? Quanto una giornata di vita orientata al fare può diventare la fucina del rischio burn out e della demotivazione?
Accendiamo la nostra consapevolezza Queste domande ci possono anche spettinare interiormente, ma sono necessarie per aumentare la nostra consapevolezza e la nostra determinazione nel costruire un futuro migliore. Un altro aspetto sul quale è importante dedicare attenzione? La contenzione fisica. La contenzione fisica è davvero un atto di tutela della persona fragile? È protezione e “messa in sicurezza”? È lecito contenere? E s-contenere? Esiste una contenzione posturale che ci consente di raggirare l’ostacolo? Lo stato di necessità come può essere interpretato correttamente in assenza di un progetto interno in grado di aiutare tutta l’organizzazione a conoscere le best practice internazionali e ad attuarle? Fa riflettere come i confini dello stato di necessità si riducano di fronte all’aumento della capacità del team di ragionare, situazione per situazione, su alternative di cura. Il potere delle domande, con cui arricchire i briefing e i progetti di assistenza individualizzata, diventa fondamentale ed imprescindibile. Inoltre, i piani di lavoro rischiano di identificare solo il “che cosa” e mai il “come” e questo può condizionare un agire focalizzato sul piano del “fare” legato al gesto, espropriando la persona che abita quel corpo, con i suoi vissuti, gusti, abitudini e desideri.
Più di 5400 professionisti della Cura e della Relazione hanno scelto nelle scorse dieci edizioni di esserci. Il Sente-Mente® Day è la giornata di formazione offerta a chi crede nel lavoro di Cura, nell’innovazione culturale e nella scienza. A chi ogni giorno costruisce ambienti e giornate di vita capaci di creare qualità di vita per residenti, operatori e famiglie. Scegli di esserci e di diffondere questa unica opportunità.
L’11 ottobre 2024, a Bellaria Igea Marina, un evento formativo gratuito dal titolo “Sleghiamo la Buona cura”, dove verranno condivise ricerche scientifiche, strumenti e sperimentazioni per la scontenzione fisica e farmacologica degli abitanti delle Rsa. Una giornata capace di entrare nel cuore e nella concretezza. Potrai scoprire come afferrare i concetti e renderli concreti per sperimentarli nella quotidianità. Condividi questo articolo e questa opportunità formativa con le Rsa del tuo territorio, con familiari, volontari e professionisti della relazione di cura che conosci.
Per info e iscrizioni scrivi a: info@letiziaespanoli.com
“La vita non va aLLungata tra Le mura deLLe nostre residenze, ma va aLLargata ed espansa verso La sua dimensione vitaLe ed emotiva”. LEtiziA EspAnoLi
Dalla formazione all’allenamento quotidiano
La formazione diventa quindi determinante, non solo per il miglioramento della qualità della vita degli anziani, ma anche dei professionisti della relazione di cura.
Questo, però, non significa creare per il personale una indigestione di formazione, ma occorre chiedersi “riempiamo la nostra mente di contenuti o ci alleniamo per sviluppare nuove competenze e abilità emotive e relazionali?”
La formazione ha bisogno, inoltre, di essere al passo con le ricerche scientifiche e di condividere strumenti e strategie concrete.
Non basta sapere e conoscere, ma è fondamentale afferrare i concetti e renderli concreti per poterli sperimentare nella quotidianità.
Abbiamo bisogno di nuove idee e processi per trasformare le procedure incancrenite del passato in nuove azioni capaci di accendere il presente e costruire un nuovo futuro, quel futuro che andremo ad abitare.
Assolutamente si, il benessere sessuale e la salute mentale sono strettamente interconnessi! La sessualità è una componente cruciale del benessere complessivo di una persona e può influenzare profondamente la sua salute mentale. Questo perché la sessualità non è un aspetto puramente meccanico della vita umana, non riguarda solo il piacere fisico, ma è un’esperienza complessa e multidimensionale, che coinvolge oltre al corpo, anche la mente ed è profondamente legata allo stato emotivo e psicologico della persona, alla qualità delle relazioni, alla comunicazione, all’autoefficacia e all’autoconsapevolezza. Infatti, considerare la sessualità solo in termini meccanici riduce la sua ricchezza e il suo impatto sul benessere complessivo di una persona, mentre riconoscere e valorizzare questa complessità può portare a una maggiore qualità di vita. Vediamo nel dettaglio come questi aspetti sono collegati:
1. Autostima e immagine corporea: una positiva esperienza sessuale, in cui ci si sente desiderati e amati, può contribuire a una migliore autostima e immagine corporea. Sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, la propria identità sessuale e la propria sessualità può rinforzare la fiducia in sé stessi e il benessere psicologico.
2. Connessione emotiva e intimità: le relazioni sessuali soddisfacenti e sane possono promuovere un senso di connessione emotiva e intimità tra i partner, elementi essenziali per il benessere emotivo. Una comunicazione aperta e sincera riguardo ai desideri, ai limiti e alle aspettative sessuali può migliorare l’esperienza sessuale e rafforzare la relazione. La capacità di ascoltare e comprendere il partner è essenziale per un’intimità soddisfacente.
3. Gestione dello stress: l’attività sessuale può avere effetti positivi sulla gestione dello stress.
a cura della dott.SSa roSa peroSi
Durante l’attività sessuale, il corpo rilascia endorfine e ossitocina, ormoni che possono migliorare l’umore, ridurre l’ansia e lo stress e promuovere sensazioni di felicità e relax.
Questi ormoni possono anche aiutare nella gestione del dolore cronico, agendo come antidolorifici naturali.
4. Soddisfazione nella vita: un sano benessere sessuale è spesso associato a una maggiore soddisfazione nella vita. Quando le persone sono sod-
disfatte della loro vita sessuale, tendono a sentirsi più felici e realizzate.
5. Impatto dei problemi sessuali: problemi sessuali, come disfunzioni, traumi passati o mancanza di desiderio, possono influire negativamente sulla salute mentale, causando ansia, depressione e influendo sull’autoefficacia. Riconoscere e affrontare questi problemi è fondamentale per mantenere un equilibrio psicologico.
6. Educazione e consapevolezza: comprendere l’esistenza di una connessione tra benessere sessuale e salute mentale aiuta a gestire meglio la propria vita sessuale e mentale. Informarsi e acquisire consapevolezza riguardo alla sessualità e alle proprie esigenze è essenziale. L’educazione sessuale, impartita già a partire dalle scuole primarie, e una buona comunicazione tra i partner sono cruciali per mantenere una salute sessuale positiva, una vita equilibrata e soddisfacente e, di conseguenza, una buona salute mentale.
7. Benessere olistico: è importante sottolineare che il benessere sessuale è un aspetto essenziale della salute generale, ma è solo uno degli aspetti del benessere complessivo di una persona. Una buona salute mentale dipende infatti da molteplici fattori, tra cui le relazioni sociali, il lavoro, l’attività fisica, l’alimentazione e la gestione dello stress. Inoltre, ogni persona vive la sessualità in modo unico. Le preferenze, le esperienze e le aspettative variano enormemente da individuo a individuo. Rispettare e riconoscere questa diversità è fondamentale per una visione sana e inclusiva della sessualità.
8. Supporto professionale: in caso di difficoltà, disfunzioni o problematiche che coinvolgono la sfera sessuale, è consigliabile non aspettare troppo tempo, perché i problemi non si risolvono da soli, ma è opportuno consultare al più presto un sessuologo, in un percorso individuale o di coppia, per migliorare la qualità della vita e della propria salute mentale.
In concomitanza con l’Incontro dei Madonnari che si svolgerà a Grazie di Curtatone (MN) per Ferragosto e in sintonia col tema scelto della “Divina Commedia” per celebrare la 50esima edizione del concorso, il MAM – Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MN) organizza un’esposizione dedicata a questo tema. Grazie alla disponibilità di un’importante collezione austriaca è infatti possibile il prestito di una ventina di acqueforti ispirate alla Commedia dantesca realizzate nel 1968 da Lutz R. Ketscher, raffinato artista tedesco di fama internazionale esponente del Surrealismo della Scuola di Lipsia.
Il vernissage è previsto per domenica 11 agosto 2024 alle ore 17, con la presentazione della curatrice Paola Artoni.
La mostra è patrocinata dalla Provincia di Mantova, dalla Città di Curtatone e dalla Società Dante Alighieri – Comitato di Mantova ed è realizzata in collaborazione con l’Associazione Postumia.
Ad impreziosire l’apertura della mostra domenica 11 agosto è anche previsto il concerto “Omaggio al Maestro Ennio Morricone” presentato da Carmine Scognamiglio, con la partecipazione del soprano Elisa Benadduce, del mezzosoprano Anna Malavasi e della pianista Samanta Chieffallo
LUTZ R. KETSCHER
Nasce nel 1942 a Gera in Turingia (Germania). Grazie al padre, grafico e illustratore di libri, svolge un apprendistato come cromolitografo presso una casa editrice di libri. Ben presto si appassiona all’arte e nel 1965 si laurea all’Università di Grafica e Arti del Libro di Lipsia, studiando con i professori Mattheuer
e ed Heisig, fondatori della celebre Scuola di Lipsia. L’imposizione stilistica del realismo socialista non gli impedisce di sviluppare una personale creazione artistica e anzi lo stimola a crescere in direzione contraria. Di Ketscher colpiscono la dedizione per i
Museo d’Arte ModernA GAzoldo deGli ippoliti
11 AGosto – 8 setteMbre 2024
VernissAGe doMenicA
11 AGosto 2024 ore 17.00
dettagli e la precisione. Si va via via definendo un universo dove si mescolano ispirazione e creazione e dove non mancano i giochi degli dei e lo spirito dell’antichità. I confini dei mondi confluiscono l’uno nell’altro, proprio come la vita dell’artista si articola in due sistemi sociali completamente diversi. Nel 1989 si trasferisce in Baviera, dove vive e lavora (per informazioni: www.collectionketscher.com). Come ha scritto recentemente Peter Assmann: “Profondamente radicate nella cultura classica e tuttavia sempre dinamicamente orientate al presente e al futuro, le sue composizioni pittoriche si presentano come mondi narrativi che possono essere letti ancora e ancora, sempre sorprendenti nella loro complessità e tuttavia costruiti in modo molto coerente dai rispettivi singoli elementi. Disegnando con una stupenda tecnica pittorico-grafica, l’artista dispiega un ampio panorama con combinazioni pittoriche variamente intrecciate: comprende, tra l’altro, persone e oggetti “parlanti”, unità spaziali sceniche spesso citate solo rudimentalmente, e molti costellazioni oniriche che nascono nella mente dello spettatore mutando continuamente e innescando nuove storie”.
Orari di apertura:
dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00 Giovedì, sabato e domenica pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso gratuito
Informazioni: tel. +39 0376-657141-6; e-mail segreteria@comune.gazoldo.mn.it http://www.comune.gazoldo.mn.it www.turismo.mantova.it tel. +39 0376 432432
Una lezione di teatro che ricorderemo negli anni, acuta, quasi dolorosa nella lancinante densità e stratificazione della sua drammaturgia. A celebrare i 400 anni dalla prima rappresentazione de Il Combattimento di Tancredi e Clorinda, al Festival Monteverdi di Cremona, Polittico Monteverdiano portava in scena, in un’unica serata, e per la prima volta in epoca moderna, i Madrigali in stile rappresentativo tra cui, appunto, il celebre Combattimento. Una sorta di campionario di umanità ferita, scandita dal battito fiammeggiante della danza di Marco Caudera, vero sismografo della tela drammaturgica, sguardo esterno e sempre teso, presenza pervasiva eppure occulta, straniante e giudicante, capace di incarnarne pulsioni e passioni e di tradurle in gesti con asciutta, impassibile autorevolezza. Era lui il filo di questa costellazione di destini che, in buca, la magistrale conduzione di Antonio Greco, cembalo e guida carismatica di quella straordinaria compagine che è l’en-
Un film furbo, ammiccante e volutamente ironico. Un eccesso che intrattiene. Due donne si innamorano ma devono fare i conti con una famiglia violenta. (Fonte mymovies.it)
Il teatro Patologico di Dario D’Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla malattia mentale. (Fonte mymovies.it)
semble Cremona Antiqua, accendeva di superbo pathos, disegnandone le infinite sottigliezze, le distese narrative, le lame fatali, le accorate suppliche.
di giorgia poli
L’autolesionismo dei soldati durante il primo conflitto mondiale come specchio della follia di ogni guerra. Gianni Amelio gira un film ambientato in Friuli-Venezia Giulia, durante la Grande Guerra. (Fonte mymovies.it)
Un affettuoso mix di dramma e commedia sul set esplosivo di un film che non si riesce a concludere. La storia ruota attorno a Simon che sta dando il via alle riprese di un film sulla lotta combattuta da un gruppo di operai per mantenere in vita la loro fabbrica e, con essa, il loro lavoro. (Fonte mymovies.it)
Una terrazza sul mare, e una città in musica. Come quinta, l’abbraccio barocco della Basilica di S. Michel Archange, il campanile svettante e le case affacciate sulla piazzetta. Come cassa di risonanza, il dedalo di viuzze, giardini e passeggiate lungomare che vedono fondersi magicamente terra e acqua. Nell’aria, il profumo inebriante delle note. Da 75 anni, tra luglio e agosto, Menton si fa crocevia di appuntamenti e di incontri che vedono sfilare, in un calendario diramato tra il borgo antico, palazzi e parchi della città, alcuni tra i protagonisti assoluti della scena musicale. Un tempo, il Festival de Musique era tappa fissa per artisti come Michelangeli, Gilels, Menhuin, Richter. Oggi, la direzione firmata da Paul Emmanuel Thomas sembra coniugare al meglio l’eccellenza di un patrimonio esclusivo ricevuto in eredità e l’incursione in territori ancora inesplorati, in coraggiosa avanscoperta verso i linguaggi e le personalità di domani. In un cartellone di pregevole densità, dal 27 luglio al 12 agosto prossimi, i riflettori si accenderanno su alcuni tra i massimi interpreti internazionali ma anche su un ventaglio di talenti del panorama emergente, personalità di spicco e promesse del concertismo del futuro.
È un’operazione affascinante quanto riuscita, quella di Giacomo Copiello: traslare lo strumento antropomorfo per eccellenza, la voce, sull’anima della chitarra, per ripercorrerne le inflessioni emotive, le segrete risonanze, indagandone l’avvicendarsi e intrecciarsi da una prospettiva differente. L’orizzonte è quello duplice di Franz Schubert e di Felix Mendelssohn, principi assoluti di un dire che nella miniatura del Lied e della Romanza senza parole. Pagine cruciali, soprattutto quelle attinte dalla torrenziale produzione schubertiana, la cui enigmatica innocenza, già così pericolosa nella veste originaria, è mercurio che sfugge, si inabissa, riappare sotto altre spoglie, tradendo occhio e orecchio con la sua eterna ambiguità. Qui, a fornire all’interprete le chiavi d’accesso ad un mondo di ombre, è la Brahms Guitar, che Copiello abbandona quando si tratta di affrontare i terreni scoscesi della scrittura mendelssohniana. A questo punto del viaggio, a raggiungerlo è la seconda cordiera di Michele Tedesco, magnifico complice di un racconto tutto miniature e squisitezze.
Per lei:” Ogni bicicletta è diversa dalle altre e assomiglia sorprendentemente alla persona che la cavalca”.
Erika Calesini ha finalmente esposto nel mantovano. Classe 1974, nata a Morciano di Romagna in provincia di Rimini, la Calesini è un’artista conosciuta a livello internazionale. Fin da giovane ha mostrato un grande interesse per l’arte e il design, sviluppando una sensibilità particolare verso il riciclo e la sostenibilità. Nel 2005 con l’aiuto del padre, abile artigiano impegnato nella lavorazione del ferro, inizia a sperimentare la possibilità di realizzare oggetti utilizzando materiali di scarto. Questi si trasformano in quadri, lampade, ogget-
ti d’arredo e quanto di più magnifico l’amore per questi oggetti è in grado di creare. Attualmente è nota per il suo uso creativo di “biciclette” di recupero che trasforma in opere d’arte uniche. Lavorate, saldate, picchiettate, schiacciate da presse, scomposte e ricomposte e applicate su pannelli di legno o altri supporti. Corredate da vari oggetti come banane, giacche o finti dollari americani che ne accentuano l’immagine Pop. Nei primi mesi estivi del 2024 è stata una protagonista con le sue “Cycles” della mostra collettiva Ruote e motori nell’arte nell’ex refettorio monastico dell’abbazia del Polirone a San Benedetto Po. Il suo lavoro si distingue per la capacità di combinare estetica e messaggi ambientali, promuovendo una riflessione sul consumismo e l’uso delle risorse. La sua arte spazia tra sculture, installazioni e opere murali, spesso caratterizzate da una forte componente simbolica e un’attenzione ai dettagli. L’arte l’attrae fin dall’infanzia quando spinta dalla passione per la moda si diploma all’Istituto Statale d’Arte Mengaroni di Pesaro specializzandosi in “Moda e Costume”. In seguito prosegue i suoi studi a Bologna presso l’Istituto Secoli. Dal 1994 inizia la sua collaborazione con prestigiose aziende di moda e design, la sua visione di stile la porta a realizzare una linea di accessori e abbigliamento: “Accessori di Erika,” distribuita nei più importanti stores d’Italia.
La Calesini oltre alla sua attività artistica è attiva anche nel campo dell’educazione, promuovendo workshop e laboratori creativi per sensibilizzare le nuove generazioni sull’arte del riciclo e l’importanza della tutela ambientale.
Ha partecipato a progetti collaborativi contribuendo alla diffusione dell’arte sostenibile. Il suo lavo-
Fino al 29 settembre al Museo Diocesano Carlo Maria Martini si terrà l’esposizione delle opere vincitrici del Sony World Photography Awards, tenutasi il 18 aprile alla Somerset House di Londra, curata da Barbara Silbe.
Arrivati alla loro diciassettesima edizione, i Sony World Photography Awards sono divenuti un appuntamento fondamentale annuale per gli appassionati della fotografia, poiché rendono omaggio alle eccellenze fotografiche internazionali, evidenziando le opere e i racconti che hanno maggiormente colpito nell’ultimo anno.
Armin Linke. La terra vista dalla luna
Milano
Vistamare Milano Fino al 14 settembre
Philippe Halsman. Lampo di genio
Milano
Palazzo Reale Fino al 01 settembre
era mio Padre. nuova ediz.
Giovanni, un giovane maldestro e disorientato la cui vita è puntellata dalla presunta stabilità della sua famiglia, dall’amore assurdo e platonico per Chiara e da poche altre consapevolezze, un venerdì sera che sembrava trascorrere nel modo più pacato e ordinario, riceve la notizia della sparizione del padre. A partire da questo accadimento imprevisto e dirompente, il protagonista si trova di fronte alla sfida più importante della sua esistenza...(www.ibs.it)
volevo essere una farfalla. Come l’anoressia mi ha insegnato a vivere
Michela Marzano è un’affermata filosofa e scrittrice, un’autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all’università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all’insegna del “dovere”. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo...(www.ibs.it)
ro non solo celebra la bellezza del design riciclato, ma invita anche il pubblico a riflettere sulle proprie abitudini di consumo. Attraverso la sua arte, Erika Calesini continua a ispirare e a promuovere un messaggio di rispetto per l’ambiente, dimostrando come la creatività possa trasformare materiali di scarto in opere d’arte significative e di impatto. Fin dall’inizio della sua carriera, l’artista riceve riconoscimenti realizzando esposizioni personali e collettive in gallerie, musei, spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero. Le sue opere sono state presentate in gallerie prestigiose e in importanti manifestazioni artistiche, attirando l’attenzione di critici e appassionati d’arte. Tra le mostre più rilevanti si annoverano esposizioni a Milano, Roma, e in varie città europee. Attualmente è sostenuta e promossa da prestigiose gallerie come la Ca d’oro con sede a Roma, Miami e New York. Per vedere le sue opere accedere al sito www.erikacalesini.com.
DA VENEZIA AL MONDO, TRA LA GUERRA E LA DOLCE VITA: 1940-1961
Aeroporto dell’isola del Lido di Venezia Fino al 29 settembre
Andy Warhol: the age of freedom Desenzano del Garda (Bs) Castello Fino al 22 settembre
veronika deCide di morire
Veronika ha ventiquattro anni, una vita normale, eppure non è felice.Per questo decide di morire, ingerendo una dose eccessiva di sonniferi. Ma il tentativo fallisce e si risveglia tra le mura dell’ospedale psichiatrico di Villete, dove il suo cuore ammalato scopre un universo di cui Veronika non sospettava l’esistenza. Qui conosce Mari, Zedka, Eduard, persone che la gente “normale” considera folli, e incontra il dottor Igor, che attraverso una serie di colloqui cerca di eliminare dall’organismo di Veronika l’amarezza che la intossica... (www.ibs.it)
la Prigione
Ad Alain Poitaud, direttore appena trentaduenne di un settimanale di enorme successo, bastano poche ore per smettere di essere l’uomo che è stato e «diventare un altro». Accade in una piovosa sera di ottobre, allorché, tornando a casa per cambiarsi in vista di una cena in compagnia della moglie Jacqueline e della piccola corte di cui è solito circondarsi, trova ad aspettarlo davanti al portone un ispettore della Polizia giudiziaria...(www.ibs.it)
Negli ultimi anni, il design degli interni ha prediletto colori neutri e delicati, conferendo agli spazi un aspetto elegante e raffinato. Tra le tendenze più intriganti c’è l’uso dei televisori bianchi. Questi dispositivi si integrano perfettamente con l’arredamento domestico, creando ambienti armoniosi e sofisticati. Sull’onda di questa tendenza, THOMSON offre una gamma di TV bianchi per soddisfare ogni gusto e esigenza.
Un’alternativa elegante al Classico Nero Tradizionalmente, i televisori sono realizzati nella variante nera, contrastando nettamente con gli arredi più chiari. Un TV bianco offre un’alternativa elegante che si fonde perfettamente con vari stili di arredamento, dal moderno e minimalista al classico e rustico. Trasforma un dispositivo tecnologico in un elemento decorativo.
Armonia con i colori Neutri
Negli spazi moderni dominati da palette neutre come il bianco, il grigio e il beige, un TV bianco si integra perfettamente, mantenendo l’armonia visiva. Completa l’arredamento, diventando parte integrante della stanza piuttosto che un elemento di disturbo.
Migliore percezione di luce e spazio
Il bianco riflette la luce, facendo apparire le stanze più luminose e spaziose. Questo è particolarmente vantaggioso in stanze più piccole o in spazi con luce naturale limitata.
Versatilità nel posizionamento
Che sia nel soggiorno, nella camera da letto o in cucina, possono essere posizionati senza contrastare con gli altri colori. La loro presenza discreta consente soluzioni di design innovative, come i supporti a parete su intonaco bianco o mobili chiari.
Tocco di modernità e di design a prova di Futuro
Scegliere un TV bianco significa modernità e innovazione.
Marchi come THOMSON creano modelli con design raffinati e finiture bianche per un mercato attento all’estetica.
L’appeal senza tempo del bianco garantisce che il tuo TV rimanga alla moda anche con l’evolversi delle tendenze del design, rendendolo un investimento intelligente a lungo termine.
TV BIANCHI THOMSON: OPZIONI PER OGNI GUSTO
THOMSON offre una gamma diversificata di televisori bianchi per soddisfare ogni preferenza ed esigenza. Ecco un’analisi più approfondita di alcuni modelli di spicco:
Easy TVs: Televisori Senza Fronzoli
La serie Easy TV di THOMSON combina semplicità e sofisticatezza. Questi televisori classici sono progettati per garantire un funzionamento facile, evitando menu complessi o connessioni internet. Nonostante la loro funzionalità semplice, offrono immagini di alta qualità e un design moderno senza cornice. Disponibili in risoluzioni HD e FHD e con display da 32’’ e 40’’, questi TV sono perfetti per chi apprezza la facilità d’uso senza compromettere la qualità.
Smart TVs: per lo Streaming & Co.
La gamma di Smart TV bianchi di THOMSON offre opzioni che si adattano a stanze di diverse dimensioni e per differenti angolazioni di visione.
Per spazi più piccoli come camere da letto, cucine e camere dei bambini, i modelli sono disponibili in dimensioni da 24” a 40” in HD e FHD. Per coloro che cercano un’esperienza più immersiva, le dimensioni popolari come 43”, 50” e 55” sono disponibili nella sorprendente qualità 4K UHD.
Questi TV offrono un’interfaccia moderna e facile all’uso e l’accesso a una vasta gamma di servizi di streaming e app.
Accedi a oltre 400.000 film e programmi TV o utilizza Google Cast per trasmettere contenuti da dispositivi smart compatibili al tuo TV. L’Assistente Google integrato consente di controllare intuitivamente il televisore con i comandi vocali. Cerca i tuoi film preferiti, chiedi suggerimenti in base al tuo umore o controlla dispositivi smart compatibili - tutto con la comodità della tua voce.
Camping TVs: intrattenimento in movimento
Per chi ama viaggiare, i TV da campeggio di THOMSON sono compagni perfetti. Disponibili come Android TV o Google TV in una dimensione da 24”, questi modelli possono riprodurre servizi di streaming o la TV in diretta. Dotati di un adattatore a 12 volt, funzionano sia con prese a 230 V che a bassa tensione, rendendoli ideali per caravan, barche e e ogni situazione in cui si è in viaggio. La connessione WiFi consente l’accesso a contenuti smart utilizzando uno smartphone come hotspot, assicurando la visione dei propri canali preferiti ovunque.
Telecomando con Luce
Ogni TV THOMSON è dotato di un telecomando illuminato, che consente un facile utilizzo anche quando la luce del soggiorno è attenuata per creare l’atmosfera perfetta da cinema. I modelli di TV bianchi sono dotati di un telecomando bianco abbinato che enfatizza l’estetica del set. Accedi rapidamente alle app utilizzando il pulsante FAVORITE. Per una maggiore comodità, i Smart TV THOMSON possono anche essere gestiti tramite comando vocale.
Design senza cornice
Tutti i modelli THOMSON presentano un elegante design senza cornice che mantiene il focus interamente sull’azione dello schermo, libero da bordi distraenti. Questa caratteristica premium viene offerta in maniera straordinaria con un prezzo entry level che combina stile, qualità e convenienza
Fondata in Francia nel 1893, THOMSON incarna il vero patrimonio europeo. Con una ricca storia di oltre 130 anni, THOMSON è stata parte delle più grandi rivoluzioni tecnologiche del mondo, consolidando il suo ruolo pionieristico. Ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo delle prime radio, videoregistratori, lettori MP3 e TV. L’azienda rimane fedele alla sua missione di rendere l’innovazione e la tecnologia all’avanguardia e accessibile a tutti.
Oggi, THOMSON produce prodotti di alta qualità che combinano perfettamente convenienza e innovazioni tecnologiche.
THOMSON assicura che tutti possano condividere esperienze indimenticabili e momenti di gioia con i propri cari. Questo è evidente nel design e nella funzionalità dei suoi prodotti, progettati per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori. Il marchio offre una vasta gamma di prodotti, tra cui televisori, audiovideo, telefonia, computer, prodotti con accesso alla rete, elettrodomestici, prodotti per la salute e il benessere.
THOMSON continua a mantenere la sua eredità come leader nel settore tecnologico, rimanendo fedele alla sua missione di creare innovazioni utili che mettono al primo posto i clienti.
Conclusione
I televisori bianchi rappresentano una scelta elegante che combina funzionalità e design. La loro capacità di integrarsi elegantemente con gli interni moderni e migliorare la percezione dello spazio li rende ideali per unire tecnologia e bellezza. Con la gamma diversificata di TV bianchi di THOMSON, inclusi Easy TV, camping TV e Smart TV in varie dimensioni e risoluzioni, si possono creare spazi armoniosi, eleganti e a prova di futuro che riflettono sia la sofisticatezza tecnologica e la sensibilità estetica. Il telecomando illuminato, standard con ogni TV THOMSON, assicura un facile utilizzo anche in condizioni di scarsa illuminazione, mentre le capacità di controllo vocale fornisce un’ulteriore comodità per gli utenti di Smart TV. Con una garanzia di tre anni su tutti i prodotti, THOMSON offre qualità e durata di prima classe su cui i clienti possono contare.
di paolo carli
Inaugurata al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino lo scorso 24 aprile, la mostra AYRTON SENNA FOREVER ha superato i 100.000 visitatori, con una media giornaliera di 1250 visitatori persone al giorno.
I picchi di affluenza si sono registrati sabato 27 aprile con 5013 ingressi e mercoledì 1° maggio con 4000 presenti in occasione del collegamento in live streaming dall’Autodromo di Imola per le celebrazioni commemorative sulla curva del Tamburello.
A questo dato si aggiungono gli ottimi risultati di affluenza ai Senna Talks, gli incontri in presenza a corollario dell’esposizione che coinvolgono piloti, giornalisti, amici e collaboratori del campione paulista: il 30 maggio erano in 200 ad ascoltare i racconti di quattro ospiti d’eccezione - il pilota Riccardo Patrese, il giornalista sportivo Pino Allievi, l’ex coordinatore e manager del team McLaren Jo Ramirez e l’ex manager della Ferrari Cesare Fiorio; 300 persone hanno preso parte all’incontro del 20 giugno che ha visto protagonisti Giorgio Ascanelli, ingegnere di pista di Ayrton, e Emanuele Pirro, pilota e collaudatore Mc Laren. Molto buoni anche i dati di partecipazione alle proiezioni del GP di Formula 1 sul maxischermo nella grande Piazza del Museo: 236 ap-
passionati hanno assistito alla gara che si è corsa in Spagna, 300 al GP di Monaco che ha visto trionfare la Ferrari e oltre 500 alla gara in Canada commentata in diretta da Davide Valsecchi.
Grazie a questa risposta del pubblico il MAUTO ha pertanto deciso di prorogare la data di chiusura della mostra dal 13 ottobre al 3 novembre 2024.
“Un grande successo espositivo reso tale dall’importanza e dalla varietà dei materiali esposti e dalla competenza e sensibilità del curatore e della squadra che li ha messi insieme. I feedback positivi dei visitatori, l’entusiasmo e le tante prenotazioni già ricevute per i prossimi mesi ci hanno indotto a posticipare la data di fine della mostra, nella speranza di coinvolgere quanti più appassionati possibile. Anche la grande affluenza registrata nei Talk condotti da Carlo Cavicchi è ulteriore testimonianza di quanto la storia di Ayrton Senna e del suo incredibile talento tuttora appassioni. Abbiamo in programma molti appuntamenti per l’autunno, incontri che si aggiungono al calendario di quelli già comunicati e qualche sorpresa. Di sicuro molte emozioni, come quelle che la mostra ha regalato ai visitatori
che l’hanno visitata finora e che quegli stessi visitatori ci hanno restituito, con le loro attestazioni di stima per il nostro lavoro e di affetto per il grande campione”. (Lorenza Bravetta DIRETTORE Museo Nazionale dell’Automobile)
COLORNOPHOTOLIFE 2024:
“Totem e Tabù”
Il festival fotografico
COLORNOPHOTOLIFE di Colorno (Parma) giunge quest’anno alla sua 15esima edizione, mantenendo la sua prerogativa di fondere in un’unica manifestazione le radici e le nuove frontiere della fotografia arricchendosi da alcuni anni di momenti musicali e audiovisivi.
Il suo clou sarà da venerdì 27 a domenica 29 settembre, ma eventi e mostre si protrarranno fino al 10 novembre.
Questo continuo rinnovamento ha portato il festival ad essere uno dei più seguiti a livello nazionale, anche lo scorso anno è stato quello con maggior pubblico e partecipanti della manifestazione italiana di lettura portfolio denominata “Portfolio Italia”, la più importante a livello nazionale.
Torna poi per il terzo anno il concorso di lettura per Fanzine “READ-ZINE” ideato e proposto dal festival colornese.
Essendo un festival tematico l’edizione 2024 avrà come focus: “Totem e Tabù”, simboli e modelli tra passato e presente. Se per la collettività il Totem rappresenta ciò che viene esaltato, adorato, elevato alla massima evidenza, al contrario il Tabù rappresenta ciò che deve essere occultato nella massima oscurità. Entrambi assumono queste definizioni per attribuzione dogmatica, cioè senza ragioni logiche, è un processo collettivo che avviene “di pancia”.
Proprio perché non sono animati dalla logica, la loro forza è impressionante nel dettare il comportamento collettivo che ovviamente procede, senza ragionevolezza, governato da credenze e pregiudizi.
In entrambi ha un ruolo decisivo l’immagine Simbolo che in alcuni casi diventa il Modello (da imitare). Il Simbolo e il Modello conferiscono presenza concreta nella realtà sensibile a una determinata idea Totem e di Tabù. Guardando aspetti generali è facile individuare queste caratteristiche nelle religioni e nelle ideologie.
Osserviamo però che oggi scegliere un credo religioso o laico è un percorso consapevole che si compie leggendo e discutendo: l’umanità di oggi ha attraversato la stagione postmoderna senza accorgersene, perdendo molta affezione per fedi e ideologie.
La manifestazione ha una fase laboratoriale di preparazione dei lavori collettivi che saranno esposti al festival, tramite incontri on line e workshop.
Questa attività è costruita in collaborazione con il Dipartimento Cultura DiCult della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche): i risultati dei laboratori saranno esposti nell’ambito del festival colornese nella sala Juventus di Colorno.
LE MOSTRE FOTOGRAFICHE DEL FESTIVAL
Le mostre ufficiali dei grandi autori saranno esposte nei locali storici della cittadina. In Aranciaia, al piano terra (dal 27/09 fino al 10/11), cinque le esposizioni. Sarà visibile “La ricerca della bellezza” di Elio Luxardo (1908-1969), diventato famoso come il fotografo delle dive e dei divi di Cinecittà, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, dedicando la sua carriera a costruire immagini perfette di corpi e volti. A cura di Roberto Mutti, la mostra raccoglie 130 scatti dell’artista di origini italiane ma nato in Brasile, dove si è affermato come autore di documentari e prima ancora come atleta. “Il richiamo dell’anima profonda” del parmigiano Oreste Ferretti, grande viaggiatore e appassionato delle culture antiche e primitive, a cura di Silvano Bicocchi, presenta un coinvolgente reportage avvalendosi del proprio ampio archivio fotografico che comprende sette portfolio tematici e ci accompagna alla scoperta dei misteri e del fascino di diversi Totem e Tabù venerati nelle celebrazioni sacre e profane che dall’Asia ci portano all’Africa, concludendo con lo sguardo sospeso verso il futuro sulla surmodernità di Dubai. “Professione reporter: Angelo Cozzi. Prospettive fotografiche del secondo Novecento”, a cura di Ascanio Kurkumelis, si concentra su una parte della sua grande produzione e mette in risalto due delle sue passioni: il reportage e il ritratto. La mostra è l’occasione per riscoprire fotografie che han-
no fatto la storia e per riaccendere l’attenzione su un autore che ha condotto con le sue immagini milioni di lettori nel vivo degli avvenimenti storici più significativi dal 1951 alla fine degli anni Ottanta. Con “La ricostruzione tra rito e mito” dall’archivio dell’agenzia romana Publifoto conservato dal CSAC dell’Università di Parma, Claudia Cavatorta e Paolo Barbaro hanno individuato scatti che si muovono tra l’ufficialità e la cronaca tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Anni in cui Publifoto è in relazione con nuovi modelli di giornalismo. Sono scatti che ci riportano ad aspetti di un’Italia scomparsa, tra arretratezza e consumo, tra realtà locale e dimensione già globale della cultura d’immagine. Infine il lavoro di Lorenzo Cicconi Massi dal titolo “Fedeli alla tribù” si concentra sui giovani, un viaggio dagli anni Duemila attratto dalle forme, dai colori del trucco e dai tatuaggi messi in bella mostra nell’esigenza di mascherarsi e riconoscersi tra Italia, Malta e Beijing. Salendo le scale si aprono gli spazi del MUPAC (piano superiore dell’Aranciaia) e qui incontriamo altre sei mostre, vincitrici di premi nazionali con cui il COLORNOPHOTOLIFE collabora (sempre dal 27/09 al 10/11).
LE MOSTRE COLLATERALI, nel parmense
Le mostre collaterali sono esposte in altri luoghi del territorio parmense: al circolo “Il portico” di Torrile Bruno Mezzadri del “GF Zoom” di Salsomaggiore con “Make up” e il mondo di colori e usanze al festival Mount Hagen che si tiene ogni anno in agosto in Papua Nuova Guinea. A San Polo di Torrile (nella sala Peppino Impastato della sede municipale) “G.F. Obiettivamente” di Parma scandaglia con le sue immagini il “Totem dell’eterna giovinezza”. A Ozzano Taro al Museo Ettore Guatelli “La stanza dei Sogni” di Maurizio Ligabue dove attraverso le sue immagini si entra in un mondo di oggetti evocativi in cui spazio e tempo si annullano. Nella Cappella Ducale di San Liborio a Colorno, alle spalle della grande Reggia: “Ovunque Proteggimi” del “GF Color’s Light” di Colorno. Nella Sala Juventus della cittadina della bassa parmense verrà esposta la mostra fotografica dei Laboratori DiCult della FIAF a tema “Totem e Tabù”. Al Circolo sociale Maria Luigia (Venaria) di Colorno mostra con altri lavori dei Laboratori DiCult e nelle attività commerciali di Colorno si potranno ammirare altri lavori di autori vari. Info: www.colornophotolife.it
Impazza la musica in questa estate afosa. Ecco le date dei concerti principali da non perdere in agosto e settembre.
Claudio Baglioni a Verona 19, 20, 21, 22, 25, 26, 27 e 28 settembre 2024 Arena di verona
Dopo i 26 concerti nelle grandi arene indoor, aTUTTOCUORE Tour va ancora oltre, per un gran finale nell’iconica Arena di Verona.
Francesco Renga e Nek
Venerdi 9 agosto Edolo (BS)
Piazzale Foro Boario Ore 21:00
Tra le più grandi voci del panorama musicale italiano, Francesco Renga quest’anno celebra 40 anni di straordinaria carriera con all’attivo 8 album d’inediti, 1 album con orchestra, 2 album dal vivo. Cantante e polistrumentista, con alle spalle oltre 10 milioni di dischi venduti in tutto
il mondo e 18 album in studio, Nek è una delle voci maschili più affascinanti e amate del panorama musicale italiano.
Nomadi
Sabato 10 agosto Edolo (BS)
Piazzale Foro Boario Ore 21:00
Panariello vs Masini – Il ritorno
28 agosto ore 21.00 Esedra Palazzo Te.
Giorgio Panariello e Marco Masini di nuovo insieme sul palco: lo strano incontro fra due amici che non hanno assolutamente niente in comune se non uno sguardo attento sulla vita con due modi diversi di raccontarla. Due artisti che, ognuno con la propria sensibilità, si incontrano e si scontrano in una sfida fra battute e canzoni. Uno spettacolo unico nel suo genere che ha conquistato l’applauso del pubblico di tutta Italia.
Concerto CCCP
29 agosto ore 21.00 Esedra Palazzo Te.
A 40 anni dal primo EP Ortodossia, i CCCP presentano uno degli eventi più attesi nell’estate 2024. Ben lontani da un’operazione nostalgica, sempre liberi da etichette e confini, i “C.C.C.P. – Fedeli alla Linea” tornano per parlare al mondo di oggi, con un live tra il sacro e il profano dove lo slogan “Produci, consuma, crepa” risuona attuale come non mai. Un successo, il loro, plasmato dalla capacità di rendere iconica ogni azione, lasciando un’impronta indelebile nell’immaginario di più generazioni.
Roberto Vecchioni - Tra silenzio e suono
30 agosto ore 21.00 Esedra Palazzo Te. Roberto Vecchioni torna al live con un tour che prende il nome dal suo ultimo lavoro letterario in vetta nella classifica della narrativa italiana.
Loredana Bertè
31 agosto ore 21.00 Esedra Palazzo Te.. Uno dei talenti più indomabili della scena italiana, un’artista che ha tracciato tappe fondamentali della musica italiana contemporanea.
Antonello Venditti - Notte prima degli esami 1984-2024 40th Anniversary
3 settembre ore 21.00 Esedra Palazzo Te. 5 settembre Piazza Loggia, Brescia Il cantautore romano, accompagnato dalla sua superband, porta con sé i successi della sua lunga e straordinaria carriera: canzoni che hanno scritto la storia della musica italiana, veri e propri inni generazionali entrati nel cuore di tutti.
Patti Smith
5 settembre ore 21.00 Esedra Palazzo Te.. Un evento speciale e di assoluto prestigio, un
concerto che si preannuncia storico per la città di Mantova. Patti Smith (all’anagrafe Patricia Lee Smith), classe 1946, è cantautrice e poetessa, scrittrice, fotografa, pittrice, un’artista che ha raccontato il mondo attraverso canzoni, fotografie, poesie, romanzi, pittura. Un’icona moderna il cui segno distintivo inflessibilmente coerente è diventato il tratto indelebile della sua espressione artistica e l’ha resa tra gli artisti più influenti di tutti i tempi. Il concerto di Patti Smith è stato voluto da Fondazione Palazzo Te nel giorno di inaugurazione della mostra Picasso “Poesia e Salvezza”, curata da Annie CohenSolal e prodotta da Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Musée National PicassoParis e della famiglia dell’artista. Virgin Radio è radio ufficiale del concerto.
Fiorella Mannoia
6 settembre Piazza Loggia, Brescia
In un anno così speciale che vedrà Fiorella Mannoia spegnere 70 candeline, l’artista romana è pronta a festeggiare questo traguardo nella dimensione per lei più naturale, il palco. Quest’estate propone un nuovo incredibile pro-
getto live: “Fiorella Sinfonica – Live con orchestra”, un tour che farà tappa nelle location più suggestive di tutta Italia, per la prima volta accompagnata da un’orchestra sinfonica
Cristiano de Andrè
7 settembre Piazza Loggia, Brescia
Con “De André #DeAndré – Best Of Live Tour”, Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, porterà sul palco il meglio del repertorio finora affrontato, accompagnato dagli insperabili musicisti Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere torna Luciano Luisi, che arrangiò i primi due volumi, e alla batteria arriva Ivano Zanotti. Cristiano stesso, non solo cantautore ma abile polistrumentista, suonerà la chitarra acustica e classica, il bouzouky, il pianoforte e il violino, accompagnando lo spettatore in un percorso che affronta la grande opera di Fabrizio.
Umberto Tozzi
8 settembre Piazza Loggia, Brescia “L’ULTIMA NOTTE ROSA THE FINAL TOUR”, la straordinaria tournée mondiale con cui UMBERTO TOZZI dà il suo addio alla scena live e che attraverserà 3 continenti tra il 2024 e il 2025. Cantautore e musicista carismatico e creativo, Umberto Tozzi grazie alle sue hit senza tempo è diventato un’icona della musica italiana e ha attraversato e appassionato intere generazioni, riempendo con i suoi concerti i più importanti spazi del mondo dedicati alla musica con il suo pubblico fedele e trasversale.
Un pratico e maneggevole diario per “accompagnarci” nei nostri giorni di vacanze, o in lungo week end; un taccuino per fissare in maniera indelebile le proprie impressioni e gli stati d’animo che caratterizzano il viaggio, ma anche per ricordare i libri che si leggono.
È “Book sun lover. Il taccuino per chi ama leggere e viaggiare”, la nuova idea della giornalista, scrittrice e blogger Isa Grassano (edito da Giraldi editore). Dopo i romanzi di successo “Un giorno sì un altro no” e “Come un fiore sul quaderno”, sempre Giraldi, l’autrice è tornata al suo primo amore, quello delle guide emozionali (al suo attivo ne ha diverse per Newton Compton, ricordiamo Forse non tutti sanno che in Italia) e ricche di curiosità, da leggere qua e là saltellando tra le pagine.
Book sun lover – nel cui titolo compaiono “messe a caso” le parole “libro”, “sole”, “amante” - un po’ ricorda il “carnet de voyage”, che ha accompagnato nei loro tour Goethe, Herman Hesse (che lo arricchiva di schizzi e acquerelli), Bruce Chatwin e un po’, i libri delle vacanze degli anni Ottanta da scrivere, colorare, leggere. Un modo per tenere traccia dei libri letti e dei viaggi fatti. Tutto da fare a mano, un’abilità da recuperare, perché la scrittura manuale migliora la memoria e l’apprendimento di nuove informazioni.
Non mancano le frasi citazioni avvincenti tratte da romanzi classici e contemporanei, i proverbi che esprimono saggezza.
La seconda sezione, invece, è pensata per appuntare le mete che ci fanno battere il cuore e che ci evocano sentimenti, sia che ci si vada
da soli o in coppia, con amiche e amici o in famiglia. “Perché – come dice Isa Grassano – il viaggio è ciò che ti conduce là dove il tuo cuore è già arrivato”. Proprio come un libro. Quindi le schede sulle destinazioni, per indicare le attività da fare, il piatto da assaggiare e “il posto instagrammabile”. E si possono dare anche i voti da 1 a 5.
“Beirut-Verona. Solo andata” edito da Rossini Editore è un romanzo di formazione, che ha come protagonista il giovane Marwan in fuga dal suo paese natale, il Libano. L’ottenimento di una borsa di studio per stranieri e la speranza di una vita nuova lontano dalla guerra civile, lo porteranno in Italia, a Verona. In questa città troverà accoglienza in una comunità religiosa dove stringerà amicizia con il quarantenne Padre Nicola, che lo affiancherà negli studi, sostenendolo. Tutto cambierà quando Nicola confesserà il suo amore per il protagonista, per il quale inizierà un calvario del tutto imprevisto. Il tema centrale dell’opera è la violenza, descritta nelle più svariate forme in cui si può manifestare e che diventa un atto da denunciare e contrastare con ogni mezzo. L’autore, Robert El Asmar, cresciuto tra Beirut, Monaco di Baviera e Parigi ridisegna una storia realmente accaduta con il preciso intento di scuotere le coscienze e far capire quanto macchiarsi di omertà renda colpevoli, quanto essere esecutori. Il romanzo è in grado di toccare le corde più profonde dei lettori. Lo stile pulito è in grado di coinvolgere anche i più giovani, conducendo ad una riflessione sul ruolo dell’abuso e della sopraffazione.
Tanti i luoghi curiosi inseriti qua e là tra le pagine. Come il Museo della Musica di Bologna, dove si conserva ancora la prova di un compito, sbagliato, di Mozart a soli 14 anni o il Museo Bibliografico Musicale, dove poter ammirare l’opera Libreria di Giuseppe Maria Crespi. Ancora la libreria Libri Liberi, di via Fondazza, sempre nel capoluogo emiliano, che permette di scegliere e portare a casa gratuitamente, e senza dare nulla in cambio, il proprio romanzo o saggio preferito. Ci sono librerie particolari (a Rieti in una chiesa sconsacrata del XII secolo), biblioteche che sono mondi magici; negozi per lo shopping, posti per dormire originali (tra cui La Casa dei Poeti a Mantova) e tanto altro. Ovviamente c’è anche l’elenco per i “propri best”, i libri da avere assolutamente e i viaggi dei desideri.
Tutto arricchito da divertenti quiz per testare la conoscenza letteraria e turistica da fare in solitaria o per trascorrere qualche ora in compagnia, stando magari sotto l’ombrellone, sdraiati in un parco.
Infine, la particolarità della copertina interamente “plastic free” (evidenziata anche con il logo in quarta) per un’attenzione – e della Casa Editrice Giraldi e dell’Autrice – alla salvaguardia ambientale.
Il lIbro e Il vIaggIo, due mondI meravIglIosI unItI In “book sun lover” dI Isa grassano
Dal 15 al 18 agosto torna l’iconica installazione di 1.600 m2 che copre di fiori e corolle la Grand Place: quest’anno il tema, progettato dalla street artist belga Océane Cornille, celebra Bruxelles come capitale internazionale dell’Art Nouveau e patria del Surrealismo.
Da settembre la Val Gardena inizia ad infiammarsi dei mille, caldi, colori dell’autunno e regala splendidi paesaggi carichi di energia vitale, con cieli tersi, aria cristallina, boschi fiammeggianti delle mille tonalità dal giallo al rosso, rocce dolomitiche infuocate dallo straordinario fenomeno dell’enrosadira: per chi vuole fare un pieno di benessere e vitalità prima dell’inverno, l’Hotel Granbaita Dolomites, raffinato 5 stelle nel cuore di Selva di Val Gardena con Spa e ristorante gourmet (associato alla prestigiosa associazione les Collectionneurs), resta aperto durante tutto l’autunno per far godere agli ospiti l’eccezionale gastronomia di questa stagione e coccolarli con i salutari trattamenti benessere ideali per affrontare in piena forma la stagione invernale. E’ in questo periodo che si coglie l’anima più intima della Val Gardena, dove – dopo i frequentatissimi mesi estivi - torna la calma, che invita al relax più profondo.
Per condividere con gli ospiti la magia delle Dolomiti incorniciate dagli infuocati colori autunnali il Granbaita Dolomites organizza escursioni con guide private dell’hotel alla scoperta dei luoghi più nascosti e spettacolari della Val Gardena e pedalate panoramiche lungo semplici itinerari o tracciati da mito, quali la Sella Ronda che tocca le 4 vallate Ladine. Il tutto, mettendo a disposizione gratuitamente e-bike dell’ultima generazione, caschetti, bastoncini e zaini da camminata.
L’ARCHITETTURA DELL’HOTEL
Dalla sua costruzione negli anni ‘60, la casa della famiglia Puntscher-Perathoner è stata centro di innumerevoli ampliamenti strutturali, ristrutturazioni e modernizzazioni.
Nel 2019 è stato rinnovato completamente l’edificio principale con reception, bar e sala da pranzo e area benessere, per dare all’hotel un aspetto architettonicamente contemporaneo. Fedele al motto “gran baita”, ispirandosi ad una grande baita di montagna, il legno è stato utilizzato in vari modi, sia all’esterno che all’interno. L’idea di un fienile è stata reinterpretata, dando alla casa il tocco moderno e contemporaneo.
In stretta collaborazione con l’esperta famiglia di albergatori Puntscher-Perathoner, gli architetti, tecnici e creativi commissionati dallo studio di architettura altoatesino Perathoner Architects, hanno creato un hotel con uno standard 5 stelle assolutamente contemporaneo.
Il progetto di ristrutturazione del Granbaita Dolomites è stato insignito del Premio In/Architettura 2020 Willis Towers Watson dall’Istituto Nazionale di Architettura. Il premio è stato assegnato per essere il risultato di un processo complesso, che ha coinvolto tutti i passaggi della filiera produttiva.
I balconi e il rivestimento in legno, con il tetto e la veranda esistenti, sono stati abbattuti e di seguito rinnovati. Il collegamento tra l’edificio
principale e il nuovo edificio di estensione crea una struttura ad un piano, elegantemente curva. L’ampliamento diventa il nuovo marchio architettonico dell’hotel grazie alle alte vetrate e al caratteristico rivestimento in legno. Le facciate esistenti completamente rinnovate in legno di larice scuro hanno l’aspetto robusto, attribuendo a tutte le parti della casa tradizionale un aspetto uniforme 5 stelle.
Il design degli interni in legno di quercia del piano terra è stato mantenuto elegante e volutamente “senza tempo”. I piani superiori sono caratterizzati da un tocco leggermente rustico. Al di sotto troviamo l’entrata, la reception e la lounge, nonché il nuovo, speciale, ristorante fine dining GranBaita Gourmet aperto anche e a chi non alloggia in hotel.
Il rivestimento in legno delle colonne con design unico ricorda gli alberi, i cui rami si perdono con grazia sui soffitti, decorando le semplici sale da pranzo. Questo non solo è piacevole dal punto di vista estetico, ma garantisce anche un’acustica piacevole. Sul bordo esterno dell’ampio terrazzo di forma leggermente curva, e stata creata una corona, otticamente risaltata attraverso l’illuminazione. Grazie alle costruzioni di forma tonda, dal tetto verde viene formata un’elisse parziale.
Anche le 35 lussuose camere e suite sono state ridisegnate riprendendo il design della casa. L’architettura contemporanea è combinata con le ultime tecnologie e materiali di alta qualità. Gli elaborati elementi strutturali dietro i letti attirano l’attenzione e trasmettono una sensazione di atemporalità.
Tutte le stanze sono state mantenute particolarmente ampie per offrire agli ospiti quanto più spazio possibile e trasmettere una sensazione di lusso privato. La scelta di materiali e prodotti di alta qualità che sono stati utilizzati per un design degli interni architettonicamente senza tempo. Ad esempio troviamo legno di rovere affumicato, pietre naturali grigie e per aggiungere accenti di colore, rivestimenti in tessuto tipici della zona. La precisione nella scelta caratterizza anche i numerosi e raffinati lavori di falegnameria e l’ingegnosa illuminazione. Il concetto di design per un’atmosfera armoniosa prosegue anche nell’area benessere e Spa, che è stata rimessa a nuovo per creare un’oasi di relax modernizzata: sauna finlandese, bagno di vapore aromatico, esclusiva grotta di neve, sauna al cembro, sauna al fieno che ricorda un fienile, idromassaggi interni ed esterni e varie sale per trattamenti.
A partire da questa estate 2024, dopo radicali lavori di ristrutturazione della parte più antica della struttura, sono state ricavate 21 nuove stanze e suites, sempre ispirate allo stile di quelle già esistenti e ristrutturate nel 2019. Le camere e suite sono particolarmente ampie, realizzate con materiali e prodotti di alta qualità, legno e sasso/pietra naturale, rivestimenti in tessuto tipici della zona.
RITUALI AUTUNNALI DI BENESSERE
L’autunno è una stagione perfetta per prendersi cura del proprio benessere e al Granbaita Dolomites lo si può fare grazie al salutare e rilassante percorso della Savinela Spa, che si estende per oltre 2.000 mq ed ha due grandi piscine, una interna ed una esterna, con acqua a 32°. Per rafforzare il sistema immunitario ed eliminare le tossine, ideali sono il bagno turco al vapore
e quello aromatico, le saune (dalla tradizionale sauna finlandese a quelle al fieno e al cirmolo), l’oasi salina con grotta e piscina. Fra i molti trattamenti adatti per l’autunno, per i quali la sapienza alpina si mixa abilmente con quella ayurvedica vengono utilizzati prodotti che traggono i loro principi attivi degli elementi naturali delle Dolomiti: Detox - Skin Regimen, trattamento viso detox con azione anti-age per pulire in profondità la pelle dai metalli pesanti, con effetto chelante e con longevity complex, particolarmente adatto a chi vive in città; Alpine Ritual Steviola, con bagno di fieno che previene problemi alle vie respiratorie e malattie stagionali come bronchiti ed influenze, seguito da un massaggio; Pinda Sweda, un trattamento
ayurvedico con sacchettini riscaldati contenenti erbe di montagna, personalizzabile in base alle esigenze, che vengono passati sul corpo, rilasciando i principi attivi dei loro olii. Le coppie si possono affidare al Couple ritual, preceduto da private sauna e bagno turco, che aiutano a preparare la pelle ai successivi trattamenti e rilassare muscolatura e mente. Seguono peeling, impacco (scelto tra arnica, artiglio del diavolo, nigritella, nocciola, larice) che nutre la pelle donandone setosità e massaggio rilassante dell’intero corpo, che dona una sensazione di tranquillità e pace. Alla fine il relax con un cocktail di frutta fresca per ripristinare i sali minerali e liquidi persi con la sauna.
AUTUNNO, LA TAVOLA È IN FESTA!
Dalla Spa, il benessere prosegue a tavola con la regia dall’Executive Chef Andrea Moccia. La proposta, estremamente varia e raffinata, del ristorante è uno dei must dell’hotel. L’autunno è una stagione particolarmente adatta per godere dei piaceri della tavola ed offre una straordinaria varietà di prodotti, dalle castagne alle noci di montagna, dalla zucca ai funghi, a cui Moccia attinge a piene mani creando un raffinato e ricchissimo Menu à la carte, che spazia dai tradizionali piatti altoatesini in cui sono valorizzate al massimo le materie prime locali, anche di piccolissimi produttori, alle ricercate proposte della cucina mediterranea e internazionale. Il tutto con l’abbinamento dei vini della fornitissima cantina (vanto dell’hotel), ricca di oltre 500 etichette altoatesine e delle più blasonate cantine internazionali.
IL MENU VITAL E LE SORPRESE
DEL GRANBAITA GOURMET
Che la ristorazione sia uno dei valori su cui punta la famiglia Perathoner - Puntscher, proprietaria dell’hotel da tre generazioni, per rendere indimenticabile il soggiorno dei suoi ospiti è evidenziato anche dalla molteplicità, e diversità, di proposte che essi vi trovano. Chi desidera approfittare della vacanza per seguire un regime detox o dimagrante, può scegliere il Menu Vital, gustosissimo ma con basso contenuto calorico, che varia ogni giorno. Chi volesse poi regalarsi un’esperienza culinaria veramente eccezionale, può provare lo straordinario percorso del gusto del Granbaita Gourmet, il ristorante fine dining dell’hotel, aperto anche a chi non vi alloggia (chiuso in novembre). Atmosfera ovattata, mise en place ricercata, servizio ineccepibile, ha soli 7 tavoli per offrire il massimo del comfort I menu variano con le stagioni. Seguendo le suggestioni dell’autunno, Andrea Moccia ha creato anche quest’anno una serie di nuovi piatti ad alta creatività, che si scoprono seguendo i diversi percorsi del Menu Degustazione Gherdeina e di quello Dolomites, frutto di tanta ricerca ed abile accostamento fra i sapori della tradizione alpina e quanto di più raffinato offre il mercato internazionale, dall’astice al Wagyu, al fois gras d’anatra.
Tra i piatti del Menu Degustazione Gherdeina segnaliamo RAVE (Astice, rape e radici, zabaione al vino di rape, cedro, sedano di montagna) e IRON (Fusilloni, carciofo, calamaro, ricci di mare, olive, caviale Calvisius).
Tra i piatti del Menu Dolomites segnaliamo COTURNIX (Petto e coscia di quaglia, cavolfiore, radicchio, passion fruit, cocco) e MOLD (Risotto, nocciole, lievito, albicocca, formaggio erborinato, finferle,enoki e licheni).
Chi ama farsi sorprendere può infine affidarsi al Menu sorpresa, sinfonia a mano libera dello
Chef. Oppure si può scegliere liberamente à la carte, giocando fra i vari percorsi.
PACCHETTI D’AUTUNNO
Per l’autunno il Granbaita Dolomites ha messo a punto una serie di interessanti pacchetti. Per le coppie, il Couples Retreat, una romantica proposta per una vacanza di almeno 4 notti dedicata alle coppie (che include, fra l’altro, il benvenuto in camera con una bottiglia di Champagne e delicatezze e un rituale di coppia con sauna e bagno turco privati, peeling, massaggio rilassante, impacco nutriente, piacevole relax con cocktail di frutta fresca) e il pacchetto Granbaita Gourmet Experience con una cena nell’esclusivo ristorante Granbaita Gourmet, dove si gusterà il Menu Gherdëina firmato da Andrea Moccia. Per gli appassionati di Mountain Bike e per chi ama camminare, il pacchetto Hiking & Biking Paradise prevede escursioni guidate a piedi e in MTB con guide certificate e, a disposizione degli ospiti, Mountain Bike elettriche di ultima generazione, bastoncini e zaini da camminata. Sono tutti illustrati sul sito www.hotelgranbaita.com.
Informazioni:
Hotel Granbaita Dolomites Str. Nives 11, Selva di Val Gardena (BZ) Tel. +39 0471 795210 www.hotelgranbaita.cominfo@hotelgranbaita.com
a cura di m.t. san juan
Estate nel Belpaese è sinonimo di mare, e mare è sinonimo di spiaggia. Non esistono italiane e italiani che non passino almeno una giornata al mare durante l’estate e anche questa stagione non fa eccezione: ma quali sono le spiagge più apprezzate? Holidu, uno dei maggiori portali di prenotazione di case e appartamenti vacanza d’Europa, ha realizzato la classifica delle top 50 spiagge italiane del 2024, utilizzando i dati di Google Maps.
Scivu, Is Arutas e Porto Giunco sul podio Le prime 12 posizioni della graduatoria sono tutte in Sardegna: a dominare c’è la spiaggia di Scivu, uno dei tratti più incantevoli della Costa Verde, nel territorio di Arbus, centro del Medio Campidano, il cui punto di forza è sicuramente il fatto di essere una spiaggia in un territorio. Isolato e lontano da centri abitati; è inoltre conosciuta per le sue dune di sabbia dorata e le acque cristalline: insomma l’’ambiente selvaggio e incontaminato la rende una delle spiagge più suggestive della Sardegna. Al secondo posto si piazza la spiaggia di Is Arutas Situata nella Penisola del Sinis e famosa per la sabbia costituita da piccoli granelli di quarzo, di vari colori che spaziano dal bianco al rosa al verde: è un vero paradiso per gli amanti della natura e delle immersioni. Medaglia di bronzo è la spiaggia di Porto Giunco, situata vicino a Villasimius e caratterizzata da una lunga distesa di sabbia bianca e un mare turchese e non lontano dallo stagno di Notteri, popolato dai fenicotteri rosa. Quarta è la spiaggia di Su Giudeu che si trova a Chia e che è celebre per la sua sabbia dorata e le dune che la circondano, la cui acqua estremamente limpida e poco profonda la rende ideale per le famiglie e dalla quale è
possibile avvistare fenicotteri e altre specie di uccelli spettacolari.
Completa la top 5 Mari Pintau, nel Golfo di Cagliari: il nome significa “mare dipinto” e fa riferimento al colore straordinario del mare che varia dal turchese al blu intenso.
Al sesto posto si colloca la Spiaggia delle Dune, situata a Porto Pino e famosa per le sue alte dune di sabbia bianca. In settima posizione, la Spiaggia di Mari Ermi, nella Penisola del Sinis, è conosciuta per la sabbia di quarzo e la tranquillità. Ottava è la Spiaggia di Piscinas, parte della Costa Verde, la quale si distingue per le immense dune dorate che raggiungono i 60 metri. In nona posizione, la Spiaggia Rena Bianca a Santa Teresa di Gallura vanta sabbia finissima e viste spettacolari sulle Bocche di Bonifacio. Chiude la top 10 la Spiaggia di Cala Spinosa a Capo Testa è una piccola cala nascosta tra rocce granitiche, ideale per lo snorkeling. Queste spiagge attraggono numerosi visitatori, come testimoniato dal numero di recensioni ricevute.
Dominio assoluto della Sardegna. Seguono ben distaccate Puglia, Liguria e Toscana. Ad avere un numero impressionante di spiagge nella top 50 è la Sardegna che ne piazza ben 39 su 50 in classifica e tutte le prime 12 posizioni. Seguono ben distaccate la Puglia con 4 spiagge la prima della quale è 20ma ossia la spiaggia di Porto Selvaggio, seguita San Pietro in Bevagna in 22ma posizione, la Spiaggia del Frascone in 41ma e quella di Monaco Mirante al 48mo posto. Liguria e Toscana hanno due spiagge ciascuna; per la prima troviamo Boccadasse al 16mo posto e la Spiaggia di Varigotti 39ma, mentre la Toscana è rappresentata da due spiagge dell’Isola d’Elba: 17ma la spiaggia di Cavoli a Campo, e 38ma la Spiaggia della Padulella in località Portoferraio. Una spiaggia ciascuna per Marche, Calabria e Abruzzo.
La classifica completa delle top 50 spiagge con i dati intermedi e le rispettive località sono disponibili alla pagina: https://www.holidu.it/ casa-vacanze/italia#migliori-spiagge
Di MARCO MORELLi
E poi arriverà il tempo delle mele, e sarà già agosto. Il frutto proibito è uno dei simboli dell’Alto Adige, e i meleti – giocando a scacchi con i vigneti tra fondovalle e pendii – cingono Merano in un abbraccio che esalta l’unione fra paesaggio e lavoro dell’uomo. Sono la copertina di un territorio i cui sapori si possono scoprire passo dopo passo, pedalata dopo pedalata: a piedi o in bici, fra percorsi che consentono, in autonomia o con accompagnatori, di approfondire in libertà la grammatica dell’enogastronomia sudtirolese. Ecco alcune proposte.
Gourmet Walk o con la e-bike
In sella a una e-bike, lontano dal traffico: appuntamento il venerdì, con la brezza fra i capelli lungo le piste ciclabili per approdare nei masi tradizionali per degustazioni di vini e di specialità di produzione propria e ascoltare dai produttori le loro storie. Da Merano ai dintorni, per approcciare le specialità locali, vivere la cultura del luogo, conoscere ciò che agisce dietro le quinte. Assaggio di due vini con Hannes nella cantina della fattoria Biedermann, visita guidata con Christian della farm biologica Schnalshuber con degustazione di prodotti, pranzo al ristorante Stadele a Lana, brindisi all’enoteca City Vinothek Merano, visita al quartiere più antico di Merano, Steinach: il pacchetto comprende
anche il noleggio della bici elettrica e del casco.
Ma chi non vuole pedalare, di mercoledì può passeggiare – sempre con una guida locale - per scoprire la cucina stellata di Andrea Fenoglio nel ristorante Sissi, aprire la finestra sui prodotti locali del negozio Pur Südtirol, indugiare con un aperitivo e un cicchetto meranese nella trattoria Flora sotto gli storici Portici, assaporare un rinfresco con antipasto vegetariano sulle terrazze del Passirio nel ristorante Meteo, visitare la nuova scuola di cucina Taste Academy, per concludere con un gelato artigianale nella Gelateria Sabine. https://www.sissitours.it/it/
L’accademia
A proposito Taste Academy: è un luogo in cui la passione per la cucina e l’enogastronomia prende vita. Con vent’anni di esperienza nel mondo della ristorazione e dell’ospitalità, i suoi ideatori trasmettono cultura e conoscenze tecniche. Non solo una scuola di cucina, ma anche un laboratorio privato di ricerca e sviluppo e produzione di prodotti artigianali. In un ambiente giovane, allegro e ospitale, si può cucinare, brindare e condividere la passione per l’enogastronomica e la buona tavola, con lezioni dedicate. https://taste-academy.it/
City.Vinothek
Architettura e vino trovano una liasion intrigante, alle spalle dei Portici, nelle storiche mura di una cantina ristrutturata e riconcepita sotto la regia del noto architetto Werner Tscholl. Qui riposa lo spumante BRUT RISERVA 36 prodotto secondo il metodo classico, in un ambiente che presenta tutti i vini della cantina Merano, una gamma vastissima che riflette la varietà del territorio e della sua storia di terra di confine, dai bianchi – Chardonnay, Pinot Bianco, Riesling, Kerner, Traminer Aromatico, Moscato Giallo – ai rossi – internazionali come Cabernet, Merlot, Pinot Nero, e autoctoni come il robusto Lagrein e la fresca Schiava. Ogni venerdì viene proposta una visita guidata con degustazione di spumante, altri vini e anche grappa! https://www.kellereimeran.it/it/contatto/ visite-guidate-con-degustazione-a-marlengomerano?Placement=Facebook_Right_Colum n&cHash=88633bcd75109dcd5051cadcf7 e8c086
Mercato Meranese
Il sabato mattina scocca l’ora del Mercato Meranese. Nel cuore della città, si rivolge ai “consumatori consapevoli” a ogni spirito curioso. I contadini e gli artigiani offrono un “concentrato” di made in Alto Adige, una vasta gamma di proposte difficilmente trovabili altrove. “Naturalmente regionale” è lo slogan che incornicia la manifestazione. Alcuni produttori sono presenti sempre, altri “ruotano” a seconda di quanto la stagione può mettere sul piatto. Formaggi e yogurt freschi - vaccini ma anche di pecora e capra - e prodotti a base di carne realizzati con cura nei mesi invernali, come Kaminwurzen (salamini affumicati), prosciutto, speck e würstel. E ancora frutta e verdura, marmellate e creme spalmabili, sottaceti, vini, miele.
Contestualmente le mani artigiane mostrano come si confezionano borse e berretti, cappelli e molti altri accessori in feltro o in lana. Ci sono anche articoli creativi quali gioielli e oggetti di design, frutto della lavorazione di materiali tradizionali a volte interpretati con nuove idee.
Le bancarelle del Mercato Meranese, pro-
gettate dal meranese Martino Gamper (Icon Awards Designer of the Year 2014), sono l’interfaccia del sabato tra agricoltura e artigianato, commercio e vita urbana: un invito a inaugurare il fine settimana con prodotti regionali e sostenibili.
https://www.merano-suedtirol.it/it/merano/ informazioni-servizi/eventi/mm-mercato-meranese.html
Verso l’autunno
E poi?
E poi arriverà il tempo delle mele, la raccolta che anticipa e poco dopo si sovrappone alla
vendemmia. La generosità della natura da quasi un secolo e mezzo viene celebrata dalla Festa dell’Uva, un weekend di enogastronomia e musica, di tradizione con una spruzzata d’avanguardia, di gioia di vivere e voglia di stare in compagnia: l’edizione 2024 si terrà il 19 e 20 ottobre.
https://www.merano-suedtirol.it/it/merano/ informazioni-servizi/eventi/festa-dell-uva-merano.html
Boschi e vallate alpine, colline verdeggianti disegnate da filari di vite, fiumi, torrenti e specchi lacustri. Sono questi gli anfiteatri naturali che circondano i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, entrati nel 2003 nel patrimonio Unesco, grazie al paesaggio in cui sono inseriti, alla loro storia e alle opere d’arte custodite in complessi architettonici di pregio. Una sequenza di cappelle, edificate sulla sommità di un colle, al cui interno sono rappresentate, con pitture e sculture di grande maestria, la storia di Gesù, la vita di Maria e dei Santi, i misteri del Rosario. Vere e proprie scene teatrali con statue a dimensione umana, opera di celebri artisti attivi fra il XV e il XIX secolo. Ciò che impressiona è il grande realismo di gesti, espressioni e fisionomie che le fa sembrare persone vive.
Visitare i Sacri Monti significa regalarsi un’esperienza spirituale nel senso più alto e profondo, che seduce chi è sensibile all’arte, chi ama viaggiare nella natura e chi ricerca un dialogo autentico con il sacro. Arte, fede, bellezza e paesaggio sono i protagonisti di un itinerario che, di cappella in cappella, ripercorre i passi di pellegrini e mercanti dei secoli passati, consentendo di sincronizzarci su un ritmo più lento. Ciò di cui abbiamo bisogno oggi, per ritrovare serenità e un contatto più intimo con la dimensione sacra della Vita.
Sacro Monte di Varallo, in Valsesia Immerso in un bellissimo bosco su uno sperone roccioso, il Sacro Monte di Varallo domina l’omonima cittadina e la valle del fiume Sesia. È il più antico, progettato a fine XV secolo dal frate francescano Bernardino Caimi per ricostruire, in Italia, i luoghi sacri della Palestina e rievocare, in forma teatrale, episodi della vita di Cristo. Raggiungere a piedi
l’imponente Basilica, fermandosi in ognuna delle 45 cappelle, è un’esperienza indimenticabile: ad ogni tappa si ammirano sculture a grandezza umana (in totale oltre 800), opera di artisti del calibro di Gaudenzio Ferrari e Tanzio da Varallo. Le grandi statue, inserite in uno scenario affrescato ad effetto immersivo, sono realizzate in terracotta dipinta a tinte vivaci, vestite con abiti di stoffa e sui loro volti espressivi si osservano barba e capelli veri.
Sacro Monte di Oropa, nel Biellese
Dopo l’ideazione del primo Sacro Monte, furono realizzati tutti gli altri sul modello di Varallo, per volere soprattutto dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo e del vescovo di Novara Carlo Bescapè, che intuirono il valore pedagogico di queste rappresentazioni. Il percorso artistico-devozionale del Sacro Monte di Oropa, a circa 20 minuti da Biella, si snoda lungo 12 cappelle, costruite a partire dal 1620, che raccontano la vita di Maria con statue in terracotta policroma e affreschi. Si raggiungono a piedi una per una, attraverso un grande prato in salita, fino ad arrivare al Santuario di Oropa, anch’esso dedicato alla Vergine. Un maestoso complesso, immerso in una affascinante cornice naturale a 1200 metri di altitudine, che comprende due basiliche, quella Antica e quella Superiore, ampie corti, edifici e portici. Nella basilica Antica è custodito il sacello della veneratissima Madonna Nera, protettrice della salute e della maternità, coperta da migliaia di ex voto per grazia ricevuta e incoronata ogni cento anni con corone preziosissime. L’intero complesso, in grado di accogliere centinaia di ospiti, è meta di pellegrinaggi e processioni storiche, come quella che, una volta ogni cinque anni, parte nel cuore della notte dal borgo valdostano di Fontainemore e giunge a Oropa il giorno successivo, dopo aver superato il colle della Barrna.
Sacro Monte di Belmonte, nel Canavese
La progettazione del Sacro Monte di Belmonte, ultimo in ordine cronologico, risale a metà del 1700 ed è dedicato alla Passione di Cristo. Le 13 cappelle si susseguono, fino alla cima del colle, a 750 metri di altezza, seguendo un percorso circolare all’ombra di querce e castagni secolari che si affacciano sulla pianura torinese e sui monti del Canavese. L’itinerario ricalca il cammino della Via Crucis e, come gli altri, è popolato da statue a grandezza naturale e dipinti realizzati da artisti della zona. Il sito è di grande interesse naturalistico per la presenza di una particolare qualità di granito di colore rosso e per il panorama che vi si può ammirare. Punto di partenza e di arrivo è lo splendido Santuario, fatto edificare, sembra, dal re longobardo Arduino d’Ivrea per ringraziare la Vergine di una inattesa guarigione. Il Sacro Monte si trova a pochi chilometri da Ivrea, che l’Unesco ha riconosciuto come “Città industriale del XX secolo”, inserendola nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Umanità, grazie all’eredità architettonica del progetto voluto da Adriano Olivetti. Un complesso di edifici realizzati dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento.
DORMIRE
Albergo Italia
In un ex convento, un indirizzo storico di Varallo con ristorante di tradizione aperto anche agli esterni. albergoitalia.net
Santuario di Oropa
Stanze per ogni esigenza, dalle più semplici a quelle con mobili d’epoca e letti in ferro battuto. santuariodioropa.it
MANGIARE
Delzanno
A Varallo, ristorante e albergo della famiglia Delzanno dal 1850. Tra i must della casa, il Coniglio alla Fra Dolcino, il riso “alba sul Monte Rosa“, il carrè alle prugne. ristorantealbergodelzanno.com
Grand Italia
A Quarona, un gioiello dell’ospitalità con ristorante e camere eleganti. La tavola offre un viaggio gastronomico attraverso i sapori della cucina italiana, riproposti con raffinatezza e creatività. albergoristorantegranditalia.it
Croce Bianca
Presso il Santuario di Oropa, il miglior indirizzo per assaporare piatti tipici, polenta concia d’Oropa, vitello tonnato al punto rosa, riso Carnaroli ai porcini, Bonnet della tradizione. famigliaramella.it
INFO sacrimonti.org sacromonte-varallo.com santuariodioropa.it sacromonte-belmonte.com
a cura di marco morelli
Asti è una splendida città medievale al centro del territorio Unesco di Langhe, Monferrato e Roero, in Piemonte, nel nord Italia. Fondata dai Liguri, fu colonizzata nell’89 a.C. dai Romani e poi conquistata dai Longobardi e dai Franchi. Raggiunse il periodo di massimo splendore nel XII secolo, grazie alla florida attività commerciale e bancaria di alcune famiglie che edificarono le proprie torri e palazzi con intento celebrativo a simbolo della ricchezza di Asti. Oggi la città mantiene un tessuto urbano testimonianza della sua ricca e n obile storia: le torri e le case-forti, i palazzi medievali e rinascimentali, le caratteristiche vie del centro storico e gli edifici religiosi come la maestosa Cattedrale.
Asti è una città viva e vivace, con un fitto calendario di appuntamenti e manifestazioni durante tutto l’arco dell’anno, all’insegna della cultura, dell’intrattenimento, del divertimento e del gusto.
Il periodo più suggestivo per visitarla è sicuramente il Settembre Astigiano, con i suoi tre eventi principali – Palio di Asti, Douja d’Or e Festival delle Sagre Astigiane – che richiama ogni anno migliaia di turisti e appassionati tra tradizione, storia, folclore ma anche moda, cultura e enogastronomia.
Nell’autunno Asti celebra uno dei suoi prodotti più illustri, il tartufo bianco. Per un mese intero Piazza San Secondo ospita “I Gioelli del Territorio”, importante rassegna di esposizione e vendita dei prodotti enogastronomici di eccellenza in collaborazione con le Associazioni di categoria che saranno, insieme ai Tartufi, i protagonisti dell’iniziativa, durante la quale i turisti possono degustare e acquistare tutte le eccellenze alimentari locali, accompagnate da degustazioni guidate di vino, masterclass di cucina e numerosi eventi culturali. Il “salotto della città” ospiterà altresì nel weekend del 16 e 17 novembre la Fiera Nazionale Del Tartufo a cui saranno collegati i mercatini di prodotti tipici.
Nel periodo natalizio Asti si immerge in un’atmosfera magica fatta di luci, suoni e addobbi ed un grande mercatino artigianale riempie le strade e le piazze del contro storico.
IL PALIO DI ASTI,
UN EVENTO STORICO UNICO IN ITALIA
Ogni anno, la prima domenica di settembre (quest’anno è il 1 di settembre), Asti, come in una magia, torna indietro nel tempo di quasi 750 anni. Per un lungo weekend la città diventa un teatro a cielo aperto che porta in scena
una storia antica fatta di nobili, banchieri, vescovi, prelati, ma anche artigiani e popolani. Una tradizione sentitissima che si rinnova ormai da oltre sette secoli e che dal 1275 resiste inalterata all’usura del tempo riportando la città ai suoi fasti medievali. In otto secoli ha conosciuto trasformazioni, ma ha mantenuto inalterati i caratteri originali: il fascino della competizione agonistica, il rapporto privilegiato con il Santo patrono e una grande valenza identitaria.
Centro dei festeggiamenti l’adrenalinica corsa dei cavalli montati a pelo sulla pista allestita nella centralissima piazza Alfieri per aggiudicarsi il famoso Palio, il grande “Drappo” di velluto con le insegne di Asti. Prima del palio sfila per le vie di Asti un corteo storico con oltre milleduecento figuranti in costume medievale, imponente rievocazione storica che ripropone quadri viventi a rappresentare fatti realmente accaduti della storia astese. Nobili e popolani, armigeri e alto clero, dame e cavalieri per un giorno tornano ad abitare la città riportandoci a vivere nel Medioevo.
Chi arriva ad Asti si immerge in un’atmosfera unica e folkloristica.
I suoni. Il nitrito dei cavalli che si allineano al canapo. I canti di sfida dei borghigiani. L’annuncio “Si corre il Palio!”, urlato a gran voce dal Capitano.
I colori. Sventolati dalle bandiere lanciate dai virtuosismi di chi le governa. Dei vestiti sfoggiati con altezzosa fierezza da dame, nobili e cavalieri sfilanti. Indossati dai fantini perché possano essere riconosciuti nel turbinio della corsa.
La gente. Ognuna schierata per la sua fazione (ventuno tra rioni, borghi e comuni), ognuna impegnata sin dall’anno prima nei preparativi. Perché il Palio si corre in un giorno, ma dura un anno.
I rituali. Le cene propiziatrici di ciascun rione, borgo e comune. La benedizione del cavallo. La scelta del maestro del Palio che avrà il compito e l’onore di dipingere il drappo oggetto della contesa. Il corteo storico, il paliotto, il palio degli scudieri. Restare fedeli alla tradizione è il miglior modo di rendere omaggio al palio più antico d’Italia.
LA DOUJA D’OR, LA MANIFESTAZIONE DEL VINO PIÙ ATTESA DELL’AUTUNNO ITALIANO:
DAL 6 al 15 SETTEMBRE AD ASTI
La Douja d’Or è una manifestazione storica – sostenuta da oltre 50 anni dalla Camera di commercio di Alessandria-Asti tramite la sua Azienda Speciale – dedicata al vino, uno dei grandi protagonisti del territorio: 10 giorni di talk, degustazioni, masterclass, incontri, arte, musica e spettacolo per scoprirne tutte le sfumature e offrire a turisti, addetti ai lavori e appassionati spunti di conoscenza e di approfondimento.La Douja d’Or, che richiama ogni anno migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero, ha una forma diffusa e itinerante, per raccontare le eccellenze enologiche del territorio nelle piazze, nelle strade e nelle più suggestive dimore storiche di Asti.Gli spazi animati nella città ospiteranno le eccellenze di Piemonte Land of Wine, del Consorzio per la Tutela dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti DOCG, del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, dell’Unione industriale – gruppo vini in collaborazione con il Consorzio del Vermouth di Torino e dell’Associazione produttori di vino biologico. Da non perdere l’Enoteca della Douja, la più grande enoteca di vini del Piemonte di tutta Italia. Migliaia di bottiglie e oltre 500 etichette per conoscere, scoprire e acquistare tutti i profumi, i colori e i sentori del vino piemontese. Uno spettacolo per gli occhi, un tripudio per il palato.
IL FESTIVAL DELLE SAGRE ASTIGIANE. IL RISTORANTE A CIELO APERTO PIÙ GRANDE D’ITALIA E UNA SFILATA UNICA AL MONDO
Il secondo weekend di settembre Asti ospita il Festival delle Sagre Astigiane, un intero weekend per rivivere le atmosfere del mondo contadino tra Otto e Novecento attraverso esperienze culinarie tipiche e una rievocazione storica davvero unica in Italia.
Per tutto il weekend l’appuntamento è in Piazza Campo del Palio con il più grande ristorante a cielo aperto d’Italia. Le pro loco del territorio portano in piazza il meglio della tradizione enogastronomica piemontese. L’allestimento è quello di un vero e proprio villaggio con casette in muratura, la chiesa, il Municipio e persino l’Ufficio Postale… Una manifestazione che attrae ogni anno oltre 200 mila persone e vanta circa 500 mila piatti serviti. Dall’antipasto al dolce, vengono proposte ricette tramandate di generazione in generazione e preparate con materie prime del territorio nelle cucine dalle cuoche delle pro loco: agnolotti gobbi, agnolotti d’asino, tagliolini, risotto al barbera o al tartufo, vitello tonnato, polenta, salame di cioccolato, zabaglione al moscato d’Asti, pesche ripiene, bonet e molto altro ancora.
Fiore all’occhiello del Festival delle Sagre di Asti è la grande rievocazione storica che, la domenica mattina, anima le vie del centro della città. Una sontuosa sfilata con oltre migliaia di figuranti in costumi originali d’epoca per rievocare la vita nella campagna piemontese tra 800 e 900. Uno spettacolo unico e assolutamente magico, capace di evocare vecchi ricordi nelle generazioni più anziane e di raccontare un mondo semplice, genuino, a volte crudo ma senza dubbio di grande fascino alle nuove generazioni. Per tutta la mattina le vie di Asti si trasformano in un set cinematografico dove ogni paese mette in scena l’orgoglio del Piemonte contadino, sfilando con le sue figure di spicco e i suoi antichi mestieri. A piedi o su un carro vanno in scena il lavoro nei campi, la vendemmia, le feste, i matrimoni, la messa della domenica con le tote che indossano il vestito buono e le balie che passeggiano i bambini con le carrozzine del tempo; e ancora la scuola elementare con i banchi di legno, i maestri con la bacchetta e gli allievi con i loro grembiulini, l’inverno nelle stalle, l’estate nei campi, la battitura del grano, la pigiatura dell’uva… www.visit.asti.it – www.visitlmr.it
Immaginate un luogo dove il tempo scorre lento, il sole riscalda il cuore e il silenzio cura l’anima. Eccovi al SILENA, retreat hotel 4 stelle Superior adagiato sull’altopiano di Valles, a 1.350 mt di quota, gioiello incastonato in un paesaggio da favola dove poter staccare la spina e immergersi in un mondo di experience che accarezzano corpo e mente. Un buen retiro esclusivo ed elegante che non a caso si definisce “your soulful hotel”: qui l’anima è al centro di ogni cosa, secondo una filosofia del benessere nata dai frequenti viaggi in Oriente e tradotta in un linguaggio che tiene conto sì delle influenze del Sud-Est Asiatico ma anche della cultura altoatesina e dell’importanza del contatto con la natura per una pace interiore assoluta.
Un concetto di wellness che si esprime nell’abbraccio tra Yin e Yang, tra Est e Ovest, e che si respira in tutto l’hotel a partire dal design degli interni ispirato all’arte del feng shui: concentrato sull’essenziale, sulla pulizia delle forme e costruito con materiali naturali, l’hotel trasfigura il suggestivo paesaggio esterno attraverso le grandi vetrate e le ampie finestre sul tetto con vista cielo, per un’esperienza di benessere totale che aiuta al raggiungimento della serenità interiore e dell’equilibrio psico-fisico.
La natura, che abbraccia tutto l’hotel, è presente in ogni dettaglio: nei colori, nei tessuti e negli arredi degli spazi comuni, dal ristorante alla spa, dall’area bar con angolo del tè d’ispirazione giapponese alla lounge letteraria con oltre 1.000 titoli, fino alle esclusive camere e suite, tutte molto spaziose ed eleganti - da non perdere la suite all’ultimo piano, 65 mq con terrazza privata, letto a baldacchino kingsize, sauna e caminetto, le due suite letterarie con selezione di libri pregiati, divanetti con lampade per la lettura e un comodo ripiano per leggere immersi nella vasca da bagno, e le suite con sauna privata, area di meditazione e una vasca esterna ispirata al tradizionale ofuru (l’antico rituale del bagno giapponese che originariamente si svolgeva in vasche di legno hinoki) per rilassanti ed esclusivi bagni al chiaro di luna.
Il SILENA è un rifugio segreto lontano dallo stress, un’oasi di privacy, un hotel che “fa la differenza” con tantissimi punti di forza, unici e preziosi, tutti da scoprire.
L’hotel è riservato solo agli adulti (ragazzi ammessi dai 14 anni).
LA SPA
1.550 mq suddivisi in due ambienti collegati da un ascensore diretto: la spa del SILENA è un vero e proprio paradiso dove poter ritrovare sé stessi, staccare la spina e sentirsi liberi, regalandosi qualche coccola e recuperando l’armonia tra corpo e mente che lo stress quotidiano impietosamente cancella. Sotto, il centro wellness con le sue stanze massaggi (imperdibili
quelli con i sacchetti caldi al fango o le pietre di granito) e l’accesso diretto al Giardino dell’Essere (dove poter meditare o camminare su erba e muschio per un contatto diretto con la Terra); sopra, l’infinity pool (interna ed esterna, riscaldata), un’outdoor living room con braciere, una biosauna alle erbe, il bagno di vapore ai profumi del bosco e tante nicchie private per piacevoli momenti di tranquillità e benessere. All’ultimo piano, poi, la spa sulla terrazza, luogo energetico a un passo dal cielo dove respirare a pieni polmoni l’aria fresca di montagna e godere del magnifico paesaggio attraverso le vetrate della sauna panoramica (80-100 °C e infusi rivitalizzanti), della stanza del silenzio (80 mq con vista mozzafiato dove potersi abbandonare al relax e lasciar andare il pensiero), o dell’esclusiva SILENA Silence Suite, una spa privata da riservare per momenti speciali con tanto di sauna finlandese, bagno turco, vasca idromassaggio, letto a baldacchino e un programma wellness individuale con trattamenti beauty e massaggi.
ESCLUSIVA: LA VASCA ONSEN
In giapponese significa “sorgente termale” ed indica le polle d’acqua calda che i numerosi vulcani regalano alle isole del Giappone. Nella cultura nipponica ha un ruolo importante e serve soprattutto per rilassarsi dopo il lavoro. Senza spingersi troppo ad Est, però, l’esperienza dell’onsen da oggi si può provare anche qui, al SILENA. Nel recente restyling che gli ha regalato un look tutto nuovo e ancor più esclusivo, è stata realizzata sul tetto della struttura una bellissima vasca onsen con spettacolare vista sulle montagne. Un luogo intimo e silenzioso dove potersi immergere nell’acqua calda per rigenerare corpo e mente e regalarsi un rituale di benessere in un’atmosfera unica, quasi onirica. Prima di immergersi nella vasca di acqua calda di sorgente a 40° proveniente dalle montagne di Valles e ricca di minerali della pietra vulcanica dell’Altopiano dello Sciliar ovvero il basalto dell’Alpe di Siusi, il rituale dell’onsen prevede diversi step: prima un minuzioso lavaggio in doccia con acqua fredda e pulita servendosi dell’apposito secchio di legno, uno shampoo per corpo e capelli e un risciacquo con acqua calda (la pulizia simboleggia anche il liberarsi dal peso degli influssi negativi); poi ci si immerge lentamente nella vasca fino ai fianchi e piano piano fino alle spalle, si avverte il calore del corpo e ci si abbandona al relax, aiutandosi con qualche esercizio di respirazione per prendere coscienza di questo momento in maniera più intensa e versandosi di tanto in tanto l’acqua addosso con il secchio di legno; infine, usciti dalla vasca e indossato l’accappatoio, ci si abbandona al riposo sui grandi lettini con una tazza di tè caldo e una pienezza di spirito davvero unica.
IL RISTORANTE GOURMET
Il ristorante del SILENA non è un ristorante qualsiasi, è qualcosa di speciale, di inedito, di unico. Spazio di design che nei colori e nei materiali richiama l’ambiente dell’alta torbiera di Valles (pavimenti e tavoli in quercia affumicata, oggetti in legno, tonalità naturali) e laboratorio del gu-
sto guidato che unisce sapientemente i sapori dell’Alto Adige con le influenze culinarie del SudEst Asiatico: una finestra aperta sul mondo con le radici ben salde nel territorio. Qui si possono così gustare le antiche ricette locali di mezzelune, canederli e Kaiserschmarrn e al tempo stesso piatti dai sapori e ingredienti esotici.
Una cucina che sa stupire e conquistare anche i palati più esigenti con un’attenzione costante alla qualità degli ingredienti, buoni, freschi e sostenibili. Nei mesi estivi, in particolare, molti prodotti come crescione selvatico, alchemilla, achillea, dente di leone, piantaggine e frutti di bosco vengono raccolti nella torbiera che sorge proprio dietro l’hotel, mentre patate e gran parte delle verdure nell’orto dello zio in Val Puste-
ria. Così come le mele provengono dagli amici dell’altopiano di Natz, il formaggio e il burro di montagna dalla Malga Fane, il latte dal caseificio altoatesino Brimi.
Ottimi i dessert fatti in casa, i formaggi della Cheese Room, i vini delle cantine locali e le serate a tema.
Al SILENA l’eccellenza in cucina non si ferma al ristorante ma prosegue anche con un picnic a bordo piscina, una ricca colazione privata in camera o un’esclusiva degustazione di tè nella nuova Lounge dove i tè asiatici incontrano gli infusi di erbe altoatesine in un percorso non solo di degustazione di matcha e affini ma anche di meditazione e ricerca interiore.
LA LETTURA
I libri, cibo per la mente. Al SILENA la lettura è una parte molto importante nella ricerca del proprio benessere. Ecco perché la lounge letteraria dell’hotel custodisce circa 1.000 libri, attentamente selezionati da Magdalena: coffee table books dedicati alle cose belle della vita, romanzi, racconti, libri sui giardini botanici e sulle montagne altoatesine, bellissimi volumi che invitano a lasciarsi andare, immergersi nella lettura e ritagliarsi un po’ di tempo per se stessi. Sfogliare le pagine diventa un po’ come respirare, tutto il resto è insignificante.
Ma sono diverse le possibilità di lettura: ci si può anche far portare in camera un carrello di libri da cui scegliere il proprio oppure ordinare un libro dal “menù” e farselo “servire” per il caffè o ascoltare un’ “infusione di parole” in sauna (una lettura registrata dall’autore altoatesino Lenz Koppelstätter). L’importante è rilassarsi, lasciare che il tempo scorra e godersi la lettura.
PIC NIC SUL PRATO
All’ombra di un albero ai margini del bosco, nel silenzio della natura, con il solo canto degli uccellini e il mormorìo del torrente: quale miglior setting per un picnic chic ed esclusivo?
La proposta gourmet del SILENA è senza dubbio in linea con la filosofia dell’hotel: un momento di relax, in cui yin e yang si fondono armoniosamente, la mente si rilassa, il corpo anche, e il palato gode di prelibatezze sane e gustose in una sinfonia di sapori che dall’Alto Adige spaziano a tutto il Sud-Est Asiatico.
Sul basso tavolo di legno adagiato su un tappeto-tatami le antiche ricette locali di mezzelune, canederli e Kaiserschmarrn incontrano così piatti dai sapori e ingredienti esotici, sempre con un’attenzione particolare alla qualità degli ingredienti, buoni, freschi e sostenibili. Dopo il lunch, i maxi cuscini invitano a un meritato riposo.
TÈ E MEDITAZIONE NEL BOSCO
Il tè delle 5? Nel bosco, circondati da uno scenario da favola, tra le cime dolomitiche e l’alta torbiera, non solo per degustare una bevanda calda all’aria aperta ma anche per ritrovare il proprio equilibrio attraverso la meditazione. In compagnia di Elke, esperta di tè, si parte dall’hotel per una breve passeggiata sul sentiero che conduce nel bosco e sedute sul prato si degustano le esclusive miscele del Silena, abbinando momenti meditativi secondo antichi rituali che aiutano a “vivere il momento” e a godere a pieno dei preziosi istanti di ritorno alla propria interiorità.
Tè esclusivi, sentori unici che consentono di stabilire la connessione alla terra grazie alla forza della menta e della mela o offrono una sensazione di energia grazie al tè verde, al sencha e alla citronella. Ma anche le erbe e le piante autoctone danno prova dei loro effetti: dall’Alto Adige arrivano cumino, menta, camomilla e timo, che combinate con gli infusi orientali regalano un viaggio straordinario tra l’Asia e queste meravigliose montagne.
IL SENTIERO DEL RESPIRO
Avete mai provato una “passeggiata del respiro”? Al Silena, accompagnati da Ida, istruttrice di respirazione, si cammina a piedi nudi sul prato nella brughiera d’altura accanto all’hotel concentrandosi sul proprio respiro, ad occhi chiusi
e nel silenzio del bosco. Inspirando ed espirando, sottoponendo gli organi ad un leggero massaggio. Per imparare a respirare in modo consapevole e corretto, e reintegrare maggiormente la respirazione nella vita quotidiana stabilendo una buona connessione alla terra nelle situazioni di tutti i giorni. Un approccio positivo che rafforza il sistema immunitario e regala un pieno di energia. Non manca poi una camminata rigeneratrice nelle acque fresche del torrente.
E LA SERA… AL CINEMA SOTTO LE STELLE Lo scenario delle alte vette dolomitiche che si stagliano davanti è già di per sé uno spettacolo unico. Ma al SILENA l’incanto raddoppia: sulla terrazza dove di giorno ci si accomoda sulle eleganti poltroncine a prendere il sole in totale relax, la sera (il giovedì) l’appuntamento è col cinema “by night”. Riscaldati dal fuoco del braciere e da un leggero plaid, si può scegliere il proprio film preferito tra una lista di classici (“Colazione da Tiffany”, “Forrest Gump”, “Titanic”, “Il Diavolo veste Prada”, “Il Grande Gatsby”, “Pretty Woman” e molti altri) o docu-film sulla montagna (come “Ötzi - L’uomo venuto dal ghiaccio” o “Free Solo – Sfida Estrema”). Grazie all’headset in dotazione è possibile selezionare la propria lingua (italiano, tedesco, inglese) e gustarsi così, oltre ai popcorn, la visione del film sotto un cielo di stelle.
YOGA E MEDITAZIONE
Ricaricare i punti di forza, abbracciare l’universo e seguire il proprio corpo. Lo yoga e il SILENA sono una cosa sola. La Resident Yoga Teacher del SILENA tiene lezioni più volte la settimana (7 per la precisione, livelli 1 e 2) nel bellissimo spazio yoga dell’hotel, il Kingdom of Yoga, con accesso diretto al giardino e una tranquillità infinita. Quando è possibile le lezioni si tengono anche all’aperto, accanto alla piscina, a volte sulla terrazza sul tetto o accanto alla onsen pool, altre volte su un prato o nel bosco. La mattina per vivere l’esperienza di un risveglio soft, o la sera per concludere la giornata con una rilassante sessione di yoga sotto il cielo stellato. Per chi non vuole solo fare yoga in vacanza ma una vacanza yoga, il SILENA organizza anche ritiri yoga, intensi viaggi di un paio di giorni per piccoli gruppi con 3 ore al giorno di pratica durante i quali è possibile fare ulteriori esperienze “soulful”.
In hotel è comunque disponibile una sala di meditazione per praticare da soli o in coppia anche fuori dagli orari delle meditazioni guidate con le campane tibetane o le essenze aromatiche.
PERSONAL TRAINING
Mens sana in corpore sano. Al SILENA anche la forma fisica è importante. L’allenamento, indoor o outdoor, è fondamentale per chi desidera raggiungere i propri obiettivi e godere dei benefici. Simon, ex calciatore professionista, Steffi e Ida sono i personal trainer che il SILENA affianca ai propri ospiti sia nella sala fitness interna sia fuori, in montagna, per escursioni a piedi, percorsi in MTB, trail running, o sessioni di Qi Gong per controllare il respiro e la mente. Alla scoperta degli angoli più belli della valle in contatto diretto con la natura.
Hotel SILENA Via Birchwald 10 39037, Rio di Pusteria/Valles Tel.: +39 0472 547194 info@silena.com www.silena.com
A una trentina di chilometri dalla costa del Lazio, Ponza è una perla nell’arcipelago delle Isole Pontine, ricca di bellezze naturali e tesori archeologici. Le sue spiagge frastagliate, per lo più rocciose, si affacciano sul mare turchese, creando paesaggi mozzafiato, con archi naturali, rocce a strapiombo e faraglioni che emergono in superficie nell’azzurro del Tirreno.
PONZA E I SUOI BORGHI
Fulcro dell’isola è il paese di Ponza, che si dispone ad anfiteatro intorno al suo celebre porto, con le caratteristiche case color pastello abbarbicate l’una sull’altra, i tetti a botte e le strade strette punteggiate di eleganti negozi, barettini e ristoranti. Ma anche luoghi d’arte e di fede, come la chiesa di San Silverio e Santa Domitilla che custodisce preziosi affreschi, mosaici, tele e la statua di San Silverio, patrono dell’isola. Tutti si danno appuntamento in piazzetta e in corso Pisacane per fare shopping, per un aperitivo, un brunch o una romantica cena. O anche solo per ammirare il tramonto, mentre gozzi, barche e pescherecci ormeggiati dondolano sull’acqua. Il porto borbonico era un importante scalo commerciale già in epoca romana, ma l’aspetto odierno,
con le sue bellissime banchine, si deve a Re Ferdinando IV di Borbone che volle rinnovarlo e modernizzarlo. Da qui si parte per fare un giro in barca intorno all’isola o nelle vicine Palmarola e Zannone e scoprire dal mare le meraviglie di questo arcipelago. Anche nell’entroterra ci sono luoghi da visitare e in cui soggiornare. In località Le Forna si ammirano le case rupestri scavate nel tufo, risalenti alla preistoria. Oggi alcune di esse sono state riconvertite in luoghi d’accoglienza e, prenotando in anticipo, si può vivere l’esperienza di soggiornare in queste grotte. Nei pressi si trovano varie spiagge e calette e, con un piccolo sentiero, si può raggiungere il Fortilizio Farnese per godere di un panorama magnifico. L’altro villaggio da non perdere è il borgo di Santa Maria: con il suo porticciolo, le casette nei toni pastello e una spiaggia di ciottoli dove sedersi a contemplare il panorama, è uno dei luoghi magici di Ponza.
SPIAGGE E BAIE DA SOGNO
Le spiagge raggiungibili a piedi non sono tante e l’ideale è affittare una barca o prenotare tour e mini crociere che portano a scoprire gli scorsi più belli e incontaminati, tra cale segrete, faraglioni e grotte mitologiche. Come
le Grotte di Pilato, risalenti al I secolo a.C., un dedalo di caverne e cunicoli scavati nella roccia dai romani per allevare murene. O la spiaggia del Bagno Vecchio con le sue falesie di tufo bianchissimo: di ghiaia e pietra, sfoggia una necropoli romana in riva al mare e fondali ideali per lo snorkeling. Lungo la costa occidentale, Chiaia di Luna è una delle spiagge iconiche e spettacolari dell’isola: una mezzaluna di sabbia perlata abbracciata da una falesia chiarissima alta oltre 100 metri che si getta sul mare cristallino. Seguono i faraglioni di Lucia Rosa, con l’omonima spiaggia di ghiaia accessibile solo in barca, uno degli scenari più incantevoli del tour. Una volta girato Capo Bosco, appare Cala Feola, nota per le sue Piscine Naturali scavate nella roccia vulcanica. Questa baia si può raggiungere anche a piedi attraverso un sentiero da Le Forna. Ad accogliervi, un mare limpido color smeraldo, circondato dalla vegetazioni di Capo Bianco e della Montagna della Corte. Proseguendo, si scoprono Cala dell’Acqua, un’oasi di tranquillità, Punta del Papa con un forte cinquecentesco di età borbonica, Cala Cecata e Cala Fonte, baciata dal sole tutto il giorno,
con vista privilegiata su Palmarola. Più avanti appare un angolo di bellezza selvaggia, Cala Felce, con pareti rocciose abitate da specie di felci rare. Ed ecco, sulla costa orientale, Cala Gaetano, con fondali popolati di pesci e mitili, perfetta per lo snorkeling. Poi si susseguono altre bellezze, fra cui l’Arco Naturale, un’imponente formazione rocciosa, alta circa 30 metri, che troneggia in mezzo all’acqua davanti alla spiaggia dello Schiavone. Lo si può attraversare con barche di media grandezza, canoe e kayak. Cala Inferno ha le pareti di bianco caolino e tufo di origine vulcanica e si può raggiungere anche attraverso 350 scalini che scendono da Le Forna al mare. Cala del Core si chiama così per l’intrusione magmatica che ha creato, sulla parete rocciosa, un grande cuore. Tra le spiagge più frequentate c’è quella di Frontone, raggiungibile anche a piedi. Attrezzata con ombrelloni e sdraio di giorno, al tramonto e di sera si anima con feste e musica, diventando il fulcro della nightlife dell’isola.
L’ISOLA DI PALMAROLA
In barca si raggiunge, in circa 20 minuti, Palmarola, il cui nome deriva dalla pregiata specie di Palma nana che cresce spontaneamente sulle sue coste. Un’isola selvaggia con falesie a picco sul mare, grotte marine, calette, insenature nascoste, spiagge di ciottoli bianchi e acque cangianti. Tra le sue meraviglie, Cala del Porto, con un fondale ricco di vita marina, i Faraglioni di Mezzogiorno, che emergono dalle acque, e la Cattedrale, una serie di grotte scolpite nella scogliera come colonne e archi di una chiesa gotica. Vale la pena di tuffarsi ed esplorarle per ammirarne gli spettacolari giochi di luce che si creano all’interno. Un paradiso di acque trasparenti e colori incredibili.
TREKKING PANORAMICI
Per chi ama camminare nella natura, Ponza offre diversi percorsi che regalano vedute mozzafiato tra i profumi della macchia mediterranea. Uno dei più suggestivi è quello sul Monte Guardia, la vetta più alta dell’isola (280 mt), da cui è possibile ammirare tutte le isole dell’arcipelago e un mare con mille sfumature di blu. Il sentiero che porta al Faro della Guardia, a picco sul mare, è di media difficoltà perché si sviluppa su un tracciato roccioso mentre quello ad anello che conduce a Punta Incenso è adatto a tutti, anche ai meno allenati. Immersi tra i profumi di lenti-
to, elicriso, si scorgono ville immerse nel verde e calette solitarie color smeraldo. Per chi preferisce passeggiate rilassanti, il Giardino Botanico di Ponza, sulla Collina del Belvedere, ospita una grande varietà di piante locali, una collezione di orchidee selvatiche e un giardino acquatico.
TESORI ARCHEOLOGICI
I fondali del mare ponziano custodiscono autentici tesori, rimasti intrappolati nel corso dei secoli, dalle navi romane ai piroscafi affondati durante la Seconda Guerra Mondiale. Sulla terraferma, oltre alle necropoli del Bagno Vecchio e alla villa di Santa Maria, merita una visita la cisterna romana della Dragona-
ra. Scavata nel tufo, permetteva di raccogliere fino a 6.000 metri cubi d’acqua: un capolavoro di ingegneria idraulica che ha l’aspetto di una maestosa cattedrale ipogea, con volte e navate illuminate da fari e impreziosite da installazioni d’arte contemporanea. Le Isole Pontine, povere di risorse idriche, sfruttavano queste cisterne per assicurare il fabbisogno d’acqua alla popolazione anche nei periodi di siccità. Ce ne sono altre a Ponza, tra cui quella del “Corridoio”, anch’essa visitabile.
INDIRIZZI UTILI
GIOIELLI DELL’ACCUEIL
Grand Hotel Santa Domitilla, santadomitilla.com
Chiaia di Luna, hotelchiaiadiluna.com
Bellavista, hotelbellavistaponza.it
Ortensia, hotelortensia.it
Tutti questi hotel hanno ristoranti aperti anche agli esterni
TAVOLE GUSTOSE
Ristorante Bellavista, hotelbellavistaponza.it
Gennarino a Mare, gennarinoamare.com
Il Rifugio dei Naviganti, rifugiodeinaviganti.it
EEA, mondoeea.it
Ristorante “di Ivan Altieri”, cell. 339 1657382
APERITIVI AL TRAMONTO
Terrazza Oasi del Mare, casaspignoponza.it
IL BUON VINO
Antiche Cantine Migliaccio, cell. 339 2822252
Casale del Giglio, cell. 333 1592229
ESCURSIONI IN BARCA
Agenzia Amareea – MobyDick, cell. 346 0964485
Zannone 1954 di Claudio Romano, zannone1954.it
INFORMAZIONI TURISTICHE
Pro Loco di Ponza
Via Molo Musco, tel. 0771.80031 prolocodiponza.it
a cura di m.t. san juan
Escursioni nella natura con tappe creative, giardinaggio con le erbe aromatiche da imparare a conoscere con i 5 sensi, laboratori ed esperimenti con un pizzico di magia. Sono queste le attività che il team di assistenti all’infanzia dell’hotel 5* Familiamus, a Rio Pusteria, propone agli ospiti più piccoli, per divertirsi sviluppando nuove abilità.
Dalla sua apertura, a fine 2022, il family hotel 5* Familiamus propone esperienze ludico-educative alla portata di tutti gli ospiti più piccoli all’interno del Magolix Club: dalle escursioni alla scoperta della montagna e delle sue specie vegetali, ai laboratori creativi in cui i bambini possono liberare la loro fantasia, fino agli esperimenti guidati in cui la scienza si rivela in tutta la sua magia. Guidati da Nora Nestl, responsabile del programma di attività del Magolix Club, i bambini possono avventurarsi in un’escursione magica nella natura, respirando l’aria pura di montagna circondati dal verde e dai panorami alpini. A ogni tappa del percorso, un laboratorio diverso: si impara a fare il burro, a costruire un flauto con il legno di noce, oppure a miscelare
un coloratissimo e rinfrescante mocktail da gustare in compagnia. Inoltre, nell’ambito del Nature Programme promosso dal gruppo dei Familienhotels Südtirol, il gruppo che riunisce i 27 hotel di lusso che rappresentano l’eccellenza dell’ospitalità altoatesina per le famiglie, Familiamus propone dei laboratori fondati sul legame tra arte e natura: l’obiettivo è quello di stimolare la creatività e la sete di apprendimento dei bambini, insegnando loro a guardare la natura con gli occhi degli artisti. Solo in questo modo, infatti, potranno riuscire a trasformare rametti e rocce in piccole opere di “Land Art” oppure a raccogliere l’erba per creare dei pennelli da utilizzare per dipingere. Non solo gioco e creatività: le attività proposte dagli educatori del Magolix Club dell’hotel 5* Familiamus permettono ai bimbi di divertirsi, con giochi sensoriali finalizzati allo sviluppo delle loro abilità cognitive, motorie e sociali. Per imparare a conoscere il mondo che li circonda, il laboratorio nel giardino delle erbe è finalizzato a instaurare un rapporto con la natura attraverso i 5 sensi: i bambini osservano le erbe per imparare a distinguere tra loro le diverse tipologie, ne percepiscono l’odore,
le toccano ascoltando il lieve fruscio e le raccolgono con le loro mani per poi assaggiarle. Lasciando asciugare e seccare le erbe al sole, infine, si prepara un sale aromatizzato alle erbe.
Tra le attività manuali che si tengono nelle salette dedicate alla creatività, i piccoli ospiti del family hotel possono creare le loro saponette colorate e personalizzate, modellandole a piacimento esprimendo tutta la loro fantasia. Un sapone che possono portare nella propria stanza, da utilizzare sotto la doccia o in vasca durante tutta la vacanza. Spazio alla fantasia anche attraverso curiosi esperimenti scientifici, realizzati in sicurezza sotto la guida e l’attenta supervisione del team di Familiamus: dalla riproduzione di un vulcano con la lava, realizzato con materie prime naturali, alle piccole lanterne cinesi fai-da-te realizzate con le bustine vuote di tè.
Davanti, un’ampia spiaggia privata di sabbia fine, lambita da acque cristalline dai riflessi turchesi. Dietro, un orto-giardino ricco di erbe aromatiche che sprigionano nell’aria note avvolgenti. In mezzo e tutt’intorno, un grande parco dove maestosi pini marittimi convivono con una varietà di piante e fiori della macchia mediterranea che si Westende fino alla battigia. Ci sono tutti i colori e i profumi della Corsica del Sud - dall’azzurro intenso del mare al delicato viola della lavanda - concentrati in quel microcosmo di rara bellezza che è il Grand Hôtel de Cala Rossa, il miglior indirizzo per chi desidera soggiornare nel Golfo di Porto Vecchio. Non solo un albergo di lusso, peraltro membro dei prestigiosi Relais & Châteaux, ma soprattutto una splendida dimora dove sentirsi come a casa. Basta varcare la porta d’ingresso per rendersene conto. Ad accogliere gli ospiti alla reception, solo persone cordiali ed efficienti, e una serie di dettagli che personalizzano l’ambiente: ricercate composizioni di fiori, vasi e cornici dorate, mobili e oggetti d’antiquariato accostati con gusto, comodi divani che invitano a rilassarsi, davanti ad una grande vetrata da cui ammirare un piccolo giardino di piante lussureggianti, in dialogo continuo fra interno ed esterno. Benvenuti in un eden di pace, eleganza e riservatezza. Merito di Lise ed Helène Canarelli, le squisite padrone di casa, che, insieme al fratello Paul, hanno trasformato il già rinomato albergo di famiglia in una residenza di charme da cui è difficile andarsene senza il desiderio di ritornarci.
UNA STORIA DI FAMIGLIA
Tutto iniziò nell’estate del 1977, quando Toussaint Canarelli decise di acquistare la tenuta con la struttura tipica degli anni Sessanta, che trasformò in un albergo di classe nel quale i tre figli Hélène, Lise e Paul sono cresciuti e di cui hanno preso le redini nel 2018. Sei anni fa, dunque, i tre fratelli hanno iniziato a scrivere un nuovo capitolo della storia del mitico Relais & Châteaux a cinque stelle, apportando modernità e un tocco nuovo nel rispetto del lavoro svolto dal padre, preservando l’anima di questo luogo e il suo fascino senza tempo. Così ogni angolo dell’hotel ha la sua memoria e il suo tesoro di ricordi. Ne sono un esempio gli album fotografici dei bambini, che tutti possono sfogliare alla reception e che illustrano la storia della famiglia Canarelli al Cala Rossa.
OSPITALITÀ AL TOP
L’idea originale, coltivata dal padre e portata avanti da Héléne e Lise nella riqualificazione delle stanze e dell’interior design, è stata quella di fare di questo albergo una sorta di casa di famiglia dal lusso discreto, in sintonia con la natura. Sono stati eliminati angoli e spigoli a favore di forme più morbide e arrotondate, che ricordano le architetture di certe ville in Sardegna. Si dorme in 39 camere e suite eleganti e spaziose, alcune rinnovate recentemente, affacciate su giardini privati all’ombra di pini marittimi, querce e palme. All’interno, gli arredi fondono influenze mediterranee e design anni
in nave con corsica ferries
Da Savona e da Livorno partono ogni giorno per Bastia, che dista dal Grand Hotel Cala Rossa circa 2 ore, diverse navi della compagnia Corsica Ferries. Il servizio è ottimo, sia che si scelga di viaggiare di giorno, sia di notte, dormendo in belle cabine dotate di tutti i comfort. Da provare l’ottima cucina, a base di pesce e carne, al ristorante Dolce Vita. www.corsica-ferries.it
‘60, in perfetto equilibrio tra modernità e autenticità. Sono stati scelti materiali naturali: pareti imbiancate a calce, pavimenti in travertino, legno non trattato o cotto, tessuti di lino grezzo e cotone dai toni chiari che, insieme ad oggetti d’arte e pezzi antichi trovati in giro per il mondo dai proprietari, conferiscono a ogni stanza un carattere unico e un’atmosfera familiare. Come la sala della colazione a buffet dove le delizie del mattino sono servite su un tavolo del XVII secolo sul quale pendono dieci lampadari in stili diversi che non passano inosservati, come pure le chiavi delle camere appese alla poppa di una nave del XVII secolo presso la reception. Per una notte di pura magia, il consiglio è di prenotare La Cabane, la casa sull’albero, realizzata interamente in legno, climatizzata, con grande letto matrimoniale, ampio bagno con vasca e doccia, vista sulla spiaggia e sulla baia di Porto-Vecchio.
LA GESTIONE RESPONSABILE
Tra le buone pratiche sostenibili che l’albergo sta adottando ci sono la raccolta differenziata con il riciclo di vetro, pile e lampadine, il compostaggio degli scarti vegetali dell’orto, dove non si usano fertilizzanti o pesticidi chimici, l’uso di lampadine a LED, la presenza di pannelli solari per la Spa con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza energetica. Inoltre, sono stati scelti prodotti a marchio ecologico per lavare il bucato e gli ambienti e in tutte le camere e le suite i prodotti Nucca di detersione e cura del corpo sono ricaricabili. I menu dei ristoranti rispettano
le stagioni e promuovono la pesca e i prodotti locali. Una gestione responsabile che prosegue nella ricerca del giusto equilibrio tra redditività economica, impatto ambientale e impegno sociale.
Fiore all’occhiello dell’hotel è la gastronomia, declinata in un ventaglio di proposte che solleticano le papille gustative con garbo, raffinatezza e creatività, grazie alla supervisione dello chef di lunga data Pascal Cayeux e allo chef pastic-
cere Francis Péan. La cucina de La Pinède è mediterranea e si basa su piatti ispirati alle brasserie francesi. Il pranzo viene servito nel ristorante sulla spiaggia, mentre la sera si cena nella terrazza sotto i pini. Il menu cambia ogni giorno in base al raccolto dell’orto e alla disponibilità del mercato e della pesca. Panzarotti è il nuovo ristorante italiano sulle terrazze della spiaggia, aperto al tramonto. È il momento perfetto per ammirare il cielo, in un ambiente interamente in legno che si integra perfettamente con la natura. Cayeux si è fatto ispirare dai suoi tour sensoriali in Italia nel formulare il menu, un vero e proprio viaggio attraverso le regioni e i loro iconici piatti, abbinati ad una eccellente selezione di vini dalla nuova cantina dell’hotel. I piaceri gastronomici non finiscono qui. Il Cala Rossa ha anche un Bar, aperto a pranzo e a cena, con menù serale “I Piattini”, sorta di tapas in versione corsa serviti in giardino sotto forma di assaggi da condividere. Per tutti i ristoranti del Cala Rossa, il bellissimo Orto mediterraneo, progettato dal paesaggista Philippe Niez, gioca un ruolo fondamentale. È qui che ogni giorno gli chef trovano erbe, verdure, fiori e piccoli frutti per comporre i loro deliziosi piatti mentre i clienti ne hanno fatto un luogo di passeggiate e meditazioni, soprattutto la mattina quando viene offerto un succo fresco disintossicante. Un paradiso verde a pochi metri dalle cucine, tra mimose e tamerici, lavanda, agrumi e fichi che si alternano a erbe aromatiche, pomodori, melanzane, rucola, piselli, insalate e altre varietà di frutta e verdure biologiche.
IL VIAGGIO SENSORIALE ALLA SPA NUCCA
La Spa del Cala Rossa è uno spazio intimo di 500 mq, con sauna, hammam, una grande piscina interna con vista sulla vegetazione, sala relax con tisane e otto cabine per trattamenti e rituali di benessere con i prodotti Nucca, il marchio di cosmesi e cura della pelle creato da Hélène e Lise Canarelli, che celebra la ricchezza della flora dell’isola in armonia con la natura. 100% naturale, la linea dei prodotti Nucca utilizza piante tipiche della Corsica, fra cui corbezzoli, mirti e fiori di fico d’India. Lo stesso nome, Nucca, è un omaggio all’elleboro corso. I trattamenti - idratanti, lenitivi, purificanti o rigeneranti - sono su misura e combinati con tecniche all’avanguardia: dai massaggi antistress al detox, dal rituale ayurvedico ai trattamenti anti-aging che cancellano ogni traccia di stanchezza.
INFO www.hotel-calarossa.com/fr
Giri turistici - Fotografia
A guardarlo dall’alto, questo complesso circolare che sublima definitivamente la propria ambizione di diventare - anche alla vista, oltre che nel concetto - un tutt’uno con l’ambiente che lo circonda, sembra il frutto di un pensiero antico e allo stesso tempo futuristico. Quasi alieno, eppure drasticamente terrestre, se per terrestre si intende la capacità di restare ancorati e in un certo modo devoti agli elementi della natura di un pianeta che qui trova un’oasi di rispetto e un riflesso miracoloso. Aperto lo scorso dicembre 2023, OLM ha ottenuto la prestigiosa certificazione GSTC (Global Sustainable Tourism Council – principale organizzazione a livello internazionale per la promozione del turismo sostenibile) e fa parte della collezione Ecoluxury, Retreats of the World
Pare non essere sorto dal basso ma essersi appoggiato scendendo dal cielo: impressione che forse partecipa a quell’idea di leggerezza che l’edificio, ampliamento di un preesistente garnì, suggerisce già solo mutuando dal dialetto altoatesino un nome all’intersezione di tradizione (malga) e flusso continuo. Senza uscire dalla porta, questa struttura circolare di 33 unità e dal diametro di 110 metri si percorre non procedendo in maniera rettilinea ma come seguendo una curva infinita. E la cosa straordinaria è che, spostandosi fondamentalmente in cerchio, con un movimento in cui la conclusione si annulla in un eterno inizio, la sensazione è di non passare mai due volte nello stesso punto. Saranno forse le dimensioni. O forse la caratteristica intrinseca del legno e di materiali che ingannano senza malizia i nostri occhi, giocando a cambiare continuamente forma davanti a uno sguardo che non coglie all’istante il dettaglio, mentre si lascia travolgere dall’apparenza imponente di 4.200 m2 disposti su due livelli con una superficie di acqua di 645 m2 e vetrate a tutta altezza.
L’acqua, per l’appunto. siamo in un luogo in un certo senso liquido e purissimo, che vanta 35 laghi di montagna, 10 cascate, 120 sorgive di acqua potabile, ruscelli, nevai, torrenti e perfino ghiacciai. In questo punto, dove l’Alto Adige incontra l’Austria e svela tre comprensori sciistici con 120 km di piste e 32 impianti di risalita da 950 a 2.510 metri di altitudine, il principio della vita che scorre in un ciclo perenne ispira un concetto diverso e nuovo di ospitalità. Non albergo, ma innovativo eco-aparthotel sostenibile, che rivoluziona le classiche formule dell’accoglienza e utilizza i materiali naturali del posto, inchinandosi alla logica e alla razionalità della bioarchitettura, come la filiera corta, la produzione di energia autonoma
e l’impiego di risorse idriche, provenienti in questo caso dal pozzo artesiano. È una nuova idea di vacanza, che nella scelta minimalista delle linee, dei colori e dell’arredamento nasconde impagabili piaceri per tutti i sensi: nelle cinque categorie di eco-apart suite – 25 delle quali dotate di sauna finlandese privata (90 gradi) – il contrasto tra scuro e chiaro coinvolge i pavimenti in legno di larice delle camere e della zona giorno e quelli dell’ampio bagno e della zona benessere, mentre i terrazzi con zona relax dichiarano l’intento di fondersi col territorio. Per godere appieno di quella che si rivela progressivamente un’esperienza inedita è necessario – e chi viene scopre quanto sia semplice farlo – dimenticare la forma dei soggiorni passati, le proposte di depliant stampati su carta da sogno puntualmente tradito o vagamente sfiorato
La cucina è un inno al territorio. Prima di tutto, si può scegliere se restare in camera ed utilizzare la kitchenette indipendente che si trova in ogni ApartSuite, oppure prenotare un’esperienza gastronomica con lo Chef Berni Aichner che crea con i prodotti locali dei veri capolavori, da gustare e da ammirare, grazie ad una parte di cucina a vista e comodamente seduti a tavola, dove il cuoco termina la preparazione svelando ricette, ingredienti e curiosità sui piatti, da abbinare a preziose bottiglie della cantina con circa 60 etichette che prediligono vini bio, naturali e biodinamici. Ogni settimana, c’è un programma diverso che prevede OLM Dinner con menu a più portate, intervallati da APÉRO Dinner (aperitivi lunghi a buffet), e da serate speciali a tema. Ma già la colazione è un festival di sapori negli spazi del PRENN° - nome che si ispira al camino tradizionale dove si ritrovavano le persone – fra prodotti biologici e raccolti a mano, specialità con uova da allevamento all’aperto, muesli prodotti da OLM, pane, torte e dolci fatti in casa, marmellate, miele e creme di piccoli produttori della Val Pusteria, porridge, pancake e numerose prelibatezze. Un luogo dove l’essenziale è visibile agli occhi.
Le kitchenette degli appartamenti garantiscono comunque la massima indipendenza agli ospiti, che possono acquistare prodotti eccezionali e soluzioni take-away presso lo shop alla reception.
Quel girare intorno di cui sopra, quello che sembra proporre all’occhio una diversa e sorprendente espressione dell’incontro tra desiderio e realtà, attraversa inevitabilmente la dimensione di un benessere solido come il connubio tra calcestruzzo, marmo e roccia granitica
E l’acqua, ancora lei, trova qui lo spazio ideale per scorrere, fluire, fluttuare in una piscina che si estende con nuvole di vapore all’esterno, per un rinfrancante bagno open air anche durante le stagioni più fredde. Una sala yoga & palestra, una zona relax, due cabine per massaggi, il bagno turco e la sauna finlandese completano l’offerta purificatrice e rigenerante di una Spa che include anche il percorso Kneipp ed un laghetto balneabile in estate, alimentato da acqua naturale priva di cloro, proveniente dal pozzo artesiano. Toccando i muri, respirando l’aria, sfiorando la superficie dell’acqua con le dita e ascoltando un
silenzio colorato solo dal respiro della montagna, viene infine da chiedersi cosa alimenti questa struttura che promuove se stessa come CO2-neutra con impatto zero sul clima e completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Quasi invisibili agli occhi ma senza dubbio essenziali, i 1200 pannelli fotovoltaici di ultima generazione ad alto rendimento posizionati sui 2388 m² del tetto piano trasformano l’energia solare in energia elettrica, con una resa in grado di soddisfare del tutto il fabbisogno del complesso. A questo si aggiungono le possibilità offerte dal pozzo artesiano e le sonde geotermiche che scambiano il calore con il suolo. Se per l’ospite significa un maggiore comfort interno sul piano delle temperature ottimali, l’insieme delle azioni volte a concretizzare la visione si traduce a livello più ampio in una sinfonia ecologica che abbassa i costi di gestione dell’energia e promuove l’armonia con l’ambiente. È un cerchio che si chiude.
Escursioni, alpinismo, bicicletta, mountain bike, avventure adrenaliniche fra rafting e kayak: OLM Nature Escape è il luogo di partenza ideale per vivere una vacanza speciale, per scoprire la Valle Aurina e le mille opportunità che offre, oltre 400 km di sentieri panoramici, spettacolari percorsi, piste ciclabili, il Parco Naturale delle Vedrette di Ries-Aurina. Esperienze per tutti e per tutti i gusti: itinerari impegnativi e piacevoli sentieri escursionistici, andando alla scoperta delle Malghe, di misteriosi Bunker o delle dolci colline del Miele; montagne da conquistare in sella alla bicicletta mettendo alla prova i polpacci oppure pedalare lungo sentieri pianeggianti e sul percorso ciclabile della Val Pusteria. Ma in Valle Aurina d’estate ci si diverte anche sulle piste da slittino in erba, lungo le vie ferrate o in più adrenaliniche avventure fra rafting e kayak. Una vacanza seguendo il ritmo naturale come è nell’idea di accoglienza di OLM, un luogo dove coppie, famiglie, viaggiatori solitari possono trascorrere momenti all’insegna della quiete e nel rispetto delle risorse del pianeta. L’ “Active mountains” è lo speciale programma,
fino a ottobre, che propone escursioni in giornata con partenza da Campo Tures, per trascorrere fresche giornate su versanti di montagna, tra prati e campi, in riva a corsi d’acqua in serenità e relax. Ogni martedì l’esperienza di un’escursione multisensoriale alla sorgente (fino all’8 ottobre 2024) per scoprire i modi di rilassamento nell’ambiente aspro e rinfrescante della Val Sorgiva a Riva, fra tecniche di respirazione e forest bath sotto la guida esperta di Doris. Il mercoledì è dedicato alla scoperta delle erbe selvatiche (fino al 9 ottobre 2024) guidati da Mario che spiegherà modi e metodi di cure e ricette. Il venerdì invece escursione nella foresta (fino all’11 ottobre 2024), seguendo il torrente per esplorare la valle dell’acqua Selva dei Molini, con un esperto forestale
A ottobre, si terranno due yoga retreat, per connettersi con lo splendido regno naturale e trovare il perfetto equilibrio tra corpo e mente.
Dal 10 al 13 ottobre 2024 “Yoga Retreat: Back To Simplicity – back to Yourself” comprende sessioni soft di Hatha Yoga del cuore, Yin Yoga & Reiki, suggestivi mantra accompagnati dalla musica dell’Harmonium e momenti di consapevole contatto con la natura, insieme a Petra Röck. Insegnante di yoga certificata, ha trascorso gran parte del suo periodo formativo in India, la culla di questa antica pratica, che per lei rappresenta un viaggio verso l’equilibrio interiore e la scoperta della propria individualità.
Dal 17 al 20 ottobre 2024 “Yoga Retreat: Insightout – Letting In. Letting Out. Letting Go.” è invece un viaggio di trasformazione per corpo e spirito per fare il pieno di nuove energie, con sessioni di Strala, Yin Yoga e combinazione tra yoga e lavoro creativo, guidati da Ursula Resch, insegnante di yoga certificata, specializzata non solo nella pratica della disciplina, ma anche e soprattutto sui suoi benefici terapeutici e curativi.
Nei pacchetti oltre alle sessioni di yoga con l’insegnante, sono inclusi soggiorno, Light Lunch, noleggio attrezzatura, l’utilizzo della Eco Spa (con piscina indoor e outdoor, sauna finlandese panoramica esterna, bagno turco, sauna biologica, percorso Kneipp; Eco BAR e area relax; area fitness & yoga con vista sul giardino selvatico), posto auto riservato, acqua pura di montagna gratuita dal pozzo artesiano di proprietà. Prenotabile come servizio aggiuntivo il pacchetto cena al ristorante PRENN°.
Per informazioni: OLM Nature Escape Via Unterwalburgen 21 Caminata, Campo Tures, Val Pusteria www.olm.it
Da sinistra OLM - ApartSuite L - Foto di Hannes Niederkofler OLM Nature Escape. Sauna. Foto di Marco Zanta
a cura di m.t. san juan
Il mondo dell’e-bike incontra l’autunno toscano: una nuova esperienza immersiva, green e sostenibile, proposta da ADLER Spa Resort THERMAE per pedalare sulle gentili colline della Val d’Orcia, con immancabili soste di gusto ed un nuovo zaino da pic-nic. Archeologia, storia, sapori e biodiversità si intrecciano in Val d’Orcia in una cornice naturalistica Patrimonio Unesco con cui la bicicletta sembra dialogare a un ritmo privilegiato. Un modo di esplorare lento, contemplativo, tra suggestione e realtà, per ritrovare il proprio equilibrio fisico e mentale… il proprio toscano “rinascimento senza fine”.
Dolci colline, uliveti e cangianti vigneti accompagnano lo sguardo di chi si accinge al borgo medioevale di Bagno Vignoni, dalla secolare tradizione termale. Proprio qui si trova l’ADLER Spa Resort THERMAE, un relais termale dai colori del travertino e della terra senese che, con l’affacciarsi dell’autunno, vuole stimolare appassionati di bicicletta e non ad assaporare il proprio soggiorno, anche su due ruote!
Il Resort fornirà e-bike e mtb insieme alla pos-
sibilità di comporre il proprio pic-nic, grazie a un menù in due varianti e un’opzione vegetariana, con tante prelibatezze della cucina ADLER; incluse anche le bevande e i vini biologici della Tenuta Sanoner, prestigiosa azienda agricola che produce vino, olio d’oliva, aceto balsamico e distillati d’eccellenza.
Il tutto potrà essere comodamente trasportato durante il bike tour con un nuovo pratico zaino, lungo i percorsi e le aree di sosta consigliate dal team ADLER.
Sarà suggestivo fermarsi per un pic-nic nella natura con vista sui filari di cipressi e i borghi pittoreschi; tra i vigneti appassiti della Tenuta Sanoner; presso la Chiesa di Vitaleta o ancora, dalla famosa Quercia delle “Checche”, imperdibile albero monumentale di oltre 300 anni che si trova a pochi chilometri dall’ADLER Spa Resort THERMAE.
Ammirare e vivere la Val d’Orcia in sella a una bici in tutta libertà renderà il tutto più autentico, affascinante e, perché no, divertente! La struttura offre molteplici servizi dedicati ai bikers, tra cui: noleggio gratuito di mountain bike ed e-bikes, noleggio a pagamento di bici da corsa Bianchi e bici gravel ed e-gravel.
Nei dintorni, ci sono svariati percorsi, adatti a principianti ed esperti, che consentono di toccare luoghi unici per bellezza e storia. Grazie all’app “Val d’Orcia Outdoor”, è possibile scoprire gli oltre 1000 km di percorsi adatti alla bici.
La struttura organizza anche Biketours guidati gratuiti con guide locali; tra i più originali proposti, si segnala il Movie Tour lungo 38 km fra i set cinematografici più belli disseminati per la valle: da Il Paziente inglese al Il Gladiatore, passando per Nostalghia e New Moon della saga Twilight.
LA STRUTTURA
L’ADLER Spa Resort THERMAE si contraddistingue per l’elegante mix tra charme toscano ed internazionale che conferisce all’ambiente un’atmosfera calda, ospitale ed accogliente. Il resort si compone di una villa centrale in tipico stile toscano, un ampio parco ed una superficie di oltre 1000 m2 di piscine, con vista panoramica sulla campagna toscana. L’acqua termale di Bagno Vignoni, che sgorga nelle immediate vicinanze, è ricca di minerali e principi attivi ed offre un’occasione di rigenerazione tutto l’anno. Imperdibili il mondo wellness con piscina termale interna ed esterna, piscina sportiva semi-olimpionica, 5 saune e la rinomata SPA che offre un’ampia scelta di proposte personalizzate, dall’ayurveda ai trattamenti internazionali fino alla locale vinoterapia. La cucina gourmet stagionale con prodotti freschi, regionali offre un’ampia scelta per tutti i gusti ed eccellenti preparazioni home made nel suggestivo ristorante, una piazzetta tipica toscana, sotto le stelle. L’hotel è un punto di partenza strategico per l’esplorazione del territorio circostante non solo in bicicletta ma anche a piedi. Info: www.adlerthermae.com
ADLER Spa Resort THERMAE Strada di Bagno Vignoni 1 San Quirico d’Orcia - Siena +39 0577 889 000 info@adler-thermae.com
320 gr di spaghetti grossi, 180 gr di pesce spada , uno spicchio d’aglio, 2 grossi pomodori maturi, un bel mazzetto di menta, olio, sale, pepe
Soffriggi in un tegame con olio abbondante, il pomodoro spellato e privato dei semi e l’aglio intero. Condisci con sale e pepe e qualche fogliolina di menta. Pulisci il pesce spada, togli la pelle e taglialo a dadini. Versalo nel tegame e lascialo insaporire allungando con ½ bicchiere d’acqua e ultima la cottura, a fiamma bassa, per 20 min. ancora.Lessa gli spaghetti, scolali e condiscili in una zuppiera con la salsa di pesce e molta menta a foglioline e a rametti.
di flora lisetta artioli
400 gr di zucchine, 30 gr di formaggio, 2 fette di pancarre, menta, aglio liofilizzato, sal, olio extravergine di oliva
Lavate le zucchine, mondatele, tagliatele a cubetti e fatele rosolare in padella con un po’ d’olio. Trasferitele in una ciotola, aggiungete formaggio, pane spezzettato, menta, aglio e sale e amalgamate bene. (Se il composto dovesse apparire davvero molto morbido, potete aggiungere 1-2 cucchiai di pangrattato per aiutare a compattarlo un po’, io non ne ho avuto bisogno.) Dividete il composto e formate i 2 hamburger, pressando molto bene il composto, in modo da rendere i burger belli compatti. Cuocete in una buon a padella antiaderente leggermente unta, girandoli delicatamente per farli dorare da entrambe le parti. Una volta pronti, servite subito i vostri hamburger di zucchine.
20 gr di foglie di vite, 70 gr di riso, 100 gr di carne macinata, 1/2 di cipolla, olio di oliva, 1 spicchio di aglio, 400 ml di brodo vegetale, 10 gr di burro, 1/2 limone, menta, prezzemolo, timo, sale, pepe
Sbollentate le foglie di vite per qualche secondo. Poi mettetele in acqua fredda e asciugatele. Rosolate uno spicchio d’aglio in padella, aggiungete la carne macinata, il riso, la cipolla tritata e le erbe aromatiche. Mettete le foglie di vite cotte con la parte dello stelo rivolta verso l’alto, posizionate un cucchiaio di impasto al centro della foglia. Arrotolate l’involtino partendo dal basso, fino a ricoprire il ripieno. Disponete quindi gli involtini attaccati in pentola in maniera ben stretta gli uni agli altri, e versatevi sopra il burro fuso. Coprite i dolmades con il brodo caldo. Fate cuocere per circa 40 minuti. Servite i dolmades accompagnando gli involtini con uno spicchio di limone.
“La Romagna dei ristoranti: storie di menu” è il titolo della nuova pubblicazione a firma di Maurizio Campiverdi e Franco Chiarini, per Edizioni Moderna – Ravenna. Un’opera di 150 pagine che racconta la storia della gastronomia romagnola attraverso oltre 200 menù della ristorazione, dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri. Questo progetto unico nel suo genere è stato possibile grazie alla collaborazione tra “Menù Associati”, Associazione Internazionale Menù Storici, e “CheftoChef emiliaromagnacuochi”,
Associazione nata per favorire l’evoluzione della gastronomia regionale e la sua affermazione a livello nazionale ed internazionale, le cui collezioni di menù storici rappresentano una risorsa inestimabile. Il volume è il risultato del lavoro di due esperti: Maurizio Campiverdi, grande gourmet, massimo collezionista di menù e Presidente di “Menù Associati” fin dalla fondazione, e Franco Chiarini, fondatore di CheftoChef di cui è stato segretario generale negli anni della nascita dell’Associazione.
Lavate le melanzane e tagliatele in due per il lungo. Praticare poi sulla polpa delle incisioni. Spennellare le melanzane con dell’olio extravergine e iniziate a grigliare. Girate poi le melanzane dalla parte della pelle per 10 minuti. A questo punto tritate le foglie di menta e versatele in una ciotola con 30 g di olio,10 g di aceto, sale, pepe. Trasferite le melanzane su un tagliere, togliete la polpa, versatela in una ciotola e unite l’emulsione con olio e menta. Mescolate il tutto, poi tagliate in pane in due, spennellatelo con 20 g di olio, poi fate grigliare il pane. Ponete il pane su un tagliere, strofinate l’aglio su ogni bruschetta, spremetelo e unitelo alla polpa preparata, quindi spalmate il composto sul pane e le vostre barchette di melanzane grigliate sono pronte per essere gustate!
viviana varese per forbes una top chef
Viviana Varese tra i 25 migliori chef italiani per Forbes. La premiazione della prima edizione dei Forbes Most Powerful Chef si è svolta nell’incantevole scenario delle cantine Bellavista a Erbusco dove erano riunite le persone più influenti nel mondo gastronomico italiano. La classifica è stata stilata da una giuria qualificata e capitanata dalla direttrice di La Cucina Italiana Maddalena Fossati Dondero, promotrice della candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’umanità insieme a casa Artusi, Accademia italiana di cucina e al Collegio Culinario. Tra i criteri di selezione, la reputazione mediatica degli chef, le loro connessioni sociali, i risultati e i riconoscimenti ottenuti nella creazione di valore.
«Ringrazio Forbes e la giuria tutta per il raggiungimento di questo prestigioso riconoscimento. Oltre alla fiducia riposta nei miei progetti che assieme al mio team porto avanti con impegno e orgoglio» ha dichiarato chef Viviana Varese. 21° posto in classifica per Viviana Varese con la seguente motivazione. “In prima linea. Donna coraggiosa, sempre in prima linea nella difesa dei diritti, chef Varese ha una cucina in costante evoluzione, rassicurante e visionaria allo stesso tempo”.
Con l’arrivo della bella stagione e delle calde giornate estive torna la voglia di seguire una dieta leggera ed equilibrata, senza rinunciare al gusto e alla freschezza. Il Petto di tacchino arrosto Alta Qualità del Salumificio Martelli è la proposta ideale per chi è alla ricerca di un prodotto sano e controllato.
Prodotto esclusivamente con petto intero (non singole fese assemblate o ricomposte) di tacchino maschio italiano, caratteristica che ne garantisce la qualità e l’autenticità, la sua preparazione prevede una lenta cottura a vapore, seguita da un’arrostitura che ne esalta il sapore per un gusto inconfondibile e una morbidezza senza pari. Questa attenzione ai dettagli riflette i valori dell’azienda Martelli che da sessantacinque anni unisce il sapere della tradizione all’innovazione nella ricerca dell’eccellenza.
Disponibile già affettato in vaschetta da 100 gr. il Petto di tacchino arrosto Alta Qualità Martelli è un prodotto 100% italiano ed è l’ideale per un’alimentazione bilanciata (solo 109 calorie per 100 gr): non contiene glutine, amidi, carragenina, fecola di patate, polifosfati, soia e derivati del latte ed è quindi adatto anche alle diete più delicate. Perfetto per piatti freddi, insalate, sandwich gourmet o come protagonista di un antipasto, il Petto di tacchino arrosto Martelli soddisfa ogni
i
Il Gorgonzola DOP Piccante ottiene 2 ori nelle categorie “Best Italian Cheese - Gorgonzola Piccante” e “Soft, Semi-soft or Cream Cheese - Blue Veined Cheese” e 1 argento nella categoria “Blue Vein Cheese - Hard”.
Il Taleggio DOP ottiene il gradino più alto del podio come “Best Italian Cheese - Semi-Soft”. Oro anche per il Gorgonzola DOP Dolce, eletto “Best Retailer Gorgonzola Dolce Cheese” grazie alla catena Waitrose & Partners che lo distribuisce nei propri supermarket nel Regno Unito.
Nell’anno del suo 110 anniversario il Caseificio Arrigoni Battista si conferma - anche grazie a questi nuovi riconoscimenti - tra i principali leader del made in Italy nell’export caseario, grazie soprattutto alla filiera completa - dalla materia prima al confezionamento - e all’ampia gamma di formaggi
esigenza e offre una soluzione semplice ma saporita per i pasti estivi. Martelli, che dal 1959 porta sulle tavole degli italiani momenti di convivialità e bontà, non solo garantisce un prodotto di altissima qualità, ma si impegna anche per la sostenibilità. L’azienda, infatti, ha investito sulle energie rinnovabili con l’installazione di pannelli fotovoltaici nei propri stabilimenti produttivi. Questo impegno riflette la volontà del Gruppo di preservare il pianeta per le future generazioni, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo pratiche ecosostenibili.
prodotti. Oggi Arrigoni Battista esporta i propri prodotti caseari in 36 Paesi nel mondo. Fondato a Pagazzano nel 1914, il caseificio è portato avanti oggi dalla quarta generazione capitanata dal Presidente Marco Arrigoni, con il prezioso operato di più di 100 dipendenti e collaboratori.
pisco del perù
Il Pisco è diventato in questi anni uno degli spirit più apprezzati e utilizzati dai bartender di tutto il mondo. Questo grande successo è dovuto non solo al suo sapore deciso, ma anche e soprattutto alla sua grande versatilità: grazie alla sua base di frutta, in quanto si abbina alla perfezione con numerosi succhi, estratti e altre bevande alcoliche. Prodotto in Perù da oltre 400 anni - il pisco - parola quechua che significa uccello o volatile - è un nato dalla commistione tra la cultura peruviana e quella spagnola, poiché intorno al 1553 la vite fu introdotta nel Paese con vitigni portati dalle Isole Canarie, e fu nella valle di Ica che la coltivazione divenne particolarmente importante, grazie alla fertilità del terreno. Il Pisco Sour è il cocktail più rappresentativo e sembra abbia avuto origine nel Morris Bar a Lima, dal nome del proprietario Victor V. Morris che ha portato dagli Stati Uniti la formula del cocktail di successo (una variante del suo predecessore whiskey sour). La formula passò poi anche all’English Bar del Gran Hotel Bolivar, dove il Pisco Sour divenne popolare tra i turisti più importanti, come Ava Gardner, Clarke Gable, Orson Welles, John Wayne, Ernest Hemingway e altri.
l’onda blu di venturo nei miGliori locali d’italia
Non si ferma l’onda blu di VENTURO Aperitivo Mediterraneo - il nuovo liquore base per l’aperitivo creato dal team innovation di Diageo e ispirato alla bellezza e all’eleganza dei profumi e dei sapori delle coste del Mediterraneo – e si prepara a tingere di blu i migliori cocktail bar e beach bar italiani con il suo WHY NOT BLU Tour. Un ricco programma di attività esperienziali che da nord a sud dello stivale porteranno i consumatori alla scoperta della Blu Hour Venturo: il momento di passaggio dal tramonto alla notte che diventa metafora del nuovo twist che il brand vuole dare al momento dell’aperitivo guardando oltre i classici e storici ‘rossi e arancioni’ per scoprire l’inaspettato blu di VENTURO Aperitivo Mediterraneo. Da Milano a Catania passando per Roma e Taormina, esperienze multisensoriali trasformeranno il più italiano dei riti sociali in un momento magico.
a cura di marco morelli
È Faruk Neziri il nuovo Ambassador Calvisius: chef patron de Il Gelso Nero, il ristorante di Castellucchio (Mantova) entra nella rete delle Maison Calvisius, il network di locali e ristoranti unici in Italia e nel mondo guidati da maestri della grande accoglienza italiana e rappresentanti della cucina di alto livello, tradizionale o di avanguardia. Il Gelso Nero e il suo Chef sono stati selezionati dall’Azienda perché, così come ciascun Ambassador, riflettono e trasmettono i valori di Calvisius, il primo caviale al mondo prodotto da specie pure di storioni.
Il 25 luglio scorso si è tenuta la cena che ha suggellato l’entrata de Il Gelso Nero nella rete Ambassador e Maison Calvisius. Il menu è stato un vero trionfo di Caviale Calvisius Tradition ed è stato servito in purezza come entrée, mentre nell’antipasto si è accompagnato al Bouquet Lady Leaf, Zuccherissima marinata, gambero rosso in quattro versioni (crudo, essenza, polvere e profumo) e a una tartare di scampi di profondità condita olio EVO grand cuvée Caldera.
Per quanto riguarda il primo piatto, Chef Neziri ha proposto un riso Acquerello mantecato alla Zuccherissima, mandorle d’Avola e Lingotto di Caviale Calvisius e per secondo lo storione bianco Calvisius cotto al forno con pomodorini confit, ajvar (crema di peperoni), olive taggiasche, capperi di Pantelleria, cipolla rossa di Tropea ed erbe aromatiche.
Ha chiuso l’esperienza un gelato al limone con cristalli di Tonno bluefin, sfere di Yuzu, Caviale Calvisius Tradition e spuma alla menta. A questo evento non poteva mancare la presenza di un grande enologo, quale Mattia Vezzola che con tanta dedizione ha seguito il menù con l’abbinamento dei suoi vini Costaripa
IL GELSO NERO
Il Gelso Nero è la rappresentazione gastronomica del percorso di vita del suo chef. Infatti, come in Faruk Neziri convivono l’anima internazionale e quella italiana, così le proposte de Il Gelso Nero scaturiscono dal connubio tra la tradizio-
ne culinaria mantovana e la cucina fusion dello Chef. Il fil rouge che corre lungo tutto il menu è il costante impegno nella scelta delle materie prime, selezione dei migliori prodotti locali che vengono integrati con le produzioni interne. Fornitori selezionati e aziende agricole della zona assicurano sempre la massima qualità e freschezza degli alimenti.
LO CHEF FARUK NEZIRI
Faruk Neziri, in arte Fabio, nasce nel 1974 a Bihac, in Bosnia-Erzegovina. Sviluppa la sua formazione nelle vicinanze di Belgrado e poi in Macedonia. Trasferitosi a Roma incontra e conosce personaggi di calibro elevato nell’ambito gastronomico professionale. Dopo diverse esperienze in Italia e all’estero, il 6 ottobre 2019 apre Il Gelso Nero, ristorante che fonde la tradizione mantovana con la cucina fusion.
L’AZIENDA AGROITTICA LOMBARDA E IL CAVIALE CALVISIUS
Agroittica Lombarda è oggi il più grande allevamento al mondo di specie pure di storioni: queste costituiscono un’importante riserva genetica che viene attentamente preservata dall’azienda e resa disponibile per piani di ripopolamento faunistico. L’alta qualità raggiunta dai prodotti Calvisius Caviar di Agroittica è frutto della maniacale attenzione dedicata all’allevamento e al controllo dell’acqua. L’intero sito occupa 60 ettari all’interno dei quali sgorga direttamente l’acqua incontaminata della falda acquifera presente nella Bassa Pianura Bresciana.
LE MAISON CALVISIUS
Accanto ai ristoranti brand ambassador, a interpretare i valori di Calvisius Caviar ci sono anche le Maison Calvisius: gastronomie premium, piccole botteghe di altri tempi, bistrot con piatti di eccellenza dove poter acquistare, degustare il Caviale Calvisius.
https://www.calvisius.it/ambassador-maison/ Calvisius Caviar www.calvisius.it
@calvisiuscaviar_official, #calvisiuscaviar info@agroittica.it | Tel: +39 030 968 6991
Sono 12 gli chef che parteciperanno alla World Paella Day Cup 2024, evento giunto alla quinta edizione, che si svolge il 20 settembre a Valencia in occasione della Giornata Mondiale della Paella. E’ una competizione che riunisce chef da tutto il mondo, che si metteranno alla prova ai fornelli per cucinare quella che sarà premiata come la miglior paella del mondo. Il World Paella Day CUP è diventato uno degli eventi gastronomici più importanti al mondo, promuovendo la paella come simbolo della cultura culinaria valenciana e spagnola. Supportato da enti come il Comune di Valencia, Visit Valencia, la Diputación de Valencia, Turisme Comunitat Valenciana e Turespaña, l’evento ha un impatto significativo sulla promozione del turismo e della gastronomia locale.
Ovviamente la Spagna farà da padrona di casa e non parteciperà alla gara, lasciando il palcoscenico ai cuochi internazionali che si contenderanno la coppa per il miglior ‘paellero’.
In questa edizione gli aspiranti erano 50, provenienti dai 5 continenti: 10 dall’America, 9 dall’Europa, 4 dall’Asia e 3 da Africa e Oceania. I 12 finalisti sono: dall’Irlanda John Kenwright, dalla Francia Jordane Estevez, dall’Italia Giuseppe Bardelli, dalla Romania Irina Cristina Turcu, dalla Bulgaria Nick Todorov, dalla Colombia Miguel Ángel Moreno, dal Messico Jorge Alberto Castellanos Rodríguez, dal Perù Franklin Javier Dasso Seminario, da Porto Rico Joe Padilla, dagli Emirati Arabi Uniti Avinash Agarwal, dalla Cina Yuqin Yang e dal Giappone Shingo Hinokio.
Giuseppe Bardelli è il finalista italiano: originario di Galliate, in provincia di Novara, ha una formazione classica ma ha sviluppato una particolare affinità per la paella durante i suoi viaggi in Spagna; ha perfezionato la sua tecnica e ha acquisito una profonda conoscenza degli ingredienti tipici tra cui il riso, lo zafferano e i vari tipi di frutti di mare e carne.
I finalisti avranno l’opportunità di immergersi nella cultura gastronomica valenciana, esplorando le risaie del Parco Naturale dell’Albufera, il Mercato Centrale e la Huerta de Valencia. Questa esperienza non solo li aiuterà a comprendere meglio gli ingredienti locali, ma permetterà loro anche di entrare in contatto con esperti paelleros che condivideranno le loro conoscenze e tecniche.
Durante la settimana del World Paella Day Stage, dal 17 settembre, i partecipanti vivranno un’esperienza unica che li preparerà al meglio per la competizione finale.
Visiteranno luoghi emblematici come il mercato del pesce o il letto del fiume Turia, acquisendo una comprensione più profonda della tradizione e della storia della paella. Il 20 settembre i dodici finalisti accenderanno i loro fornelli a Valencia, cercando di impressionare una giuria di esperti con le loro interpretazioni uniche; al vincitore non solo il prestigioso titolo di miglior paellero del mondo, ma anche l’onore di diventare un ambasciatore della paella e della cultura gastronomica valenciana nel mondo.
a cura di m.t. san juan
Mercoledì 17 luglio in occasione della decima edizione de “La notte dei Maestri del Lievito Madre”, Chef Antonino Cannavacciuolo ha ricevuto un riconoscimento speciale per l’impegno e la ricerca nell’interpretazione e nell’utilizzo del lievito madre. L’evento benefico, che ogni anno a Parma celebra l’arte della panificazione tradizionale, è stato organizzato dall’Accademia dei Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano, con il patrocinio del Comune di Parma e Parma Food Valley. A ritirare il prestigioso premio, Pierfederico Pascale, Group Pastry Chef e Pastry Chef di Villa Crespi, e Kabir Godi, il Pastry chef del Laboratorio Cannavacciuolo di Suno (NO) che da cinque anni è alla guida della produzione e realizza creazioni di alta pasticceria artigianale.
Il Laboratorio “sforna”, infatti, durante tutto l’anno prodotti dolci e salati che arricchiscono l’offerta della “bottega virtuale” dello Chef e i punti vendita di Antonino – Il banco di Cannavacciuolo. Ogni prodotto nasce dalla passione e dall’amore per l’eccellenza, dal rispetto per le materie prime, e dalla continua ricerca nell’innovazione.
Il Laboratorio di Suno è anche sede logistica dell’ecommerce: le creazioni vengono realizzate con maestria artigianale e confezionate con estrema cura per i dettagli. Dai pregiati Panettoni gourmet, alle Colombe pasquali, dai biscotti alle creme spalmabili, sino alla linea vegana, il Laboratorio Cannavacciuolo è una fucina di idee in continua evoluzione.
“La notte dei Maestri del Lievito Madre” ha celebrato non solo la tradizione, ma anche l’avanguardia nella panificazione artigianale italiana, riconoscendo l’importante contributo del Laboratorio Cannavacciuolo nel panorama gastronomico contemporaneo. Il prestigioso riconoscimento conferma, quindi, ancora una volta la dedizione dello Chef e del suo team nella valorizzazione del lievito madre, ingrediente fondamentale e imprescindibile per prodotti di alta qualità.
a cura di m.t. san juan
Valorizzare il territorio emiliano alla scoperta di natura incontaminata, paesaggi inaspettati, storia millenaria e buon cibo. Da Felino ai colli parmensi, in estate, durante il weekend ma non solo, sono numerose le esperienze da provare, luoghi in cui Citterio, storica azienda di salumi, produce nei suoi due stabilimenti di Poggio Sant’Ilario, frazione di Felino, e Lesignano de Bagni una delle più famose eccellenze della gastronomia italiana, il Prosciutto di Parma DOP.
Per scoprire e vivere in prima persona le bellezze del parmense, di Felino e non solo, Citterio ha scelto di interpellare Roberto Piancastelli, storico fondatore di Terre Emerse, un gruppo di guide ambientali escursionistiche di Parma che opera da 20 anni sul territorio emiliano, e non solo, per approfondire e vedere da vicino quelle che sono le perle di questi luoghi.
“La zona dei colli parmensi è per noi un territorio ricco di spazi da esplorare, ma non solo dal punto di vista escursionistico - spiega Piancastelli -. Nei nostri percorsi ovviamente parliamo di natura ma anche di Storia, di leggende popolari e senza dubbio di enogastronomia, tutte caratteristiche imprescindibili delle nostre aree che meritano di essere valorizzate tutti i mesi dell’anno”.
Sono numerosi i percorsi che si possono realizzare per visitare da vicino le bellezze naturali e storiche che circondano questi luoghi. A partire da Felino, borgo ricco di storia sorto prima dell’anno mille, che con il suo castello offre ai turisti la sua accezione più medievale. Qui è possibile sfruttare la conformazione dolce e ondulata del territorio per intraprendere tre percorsi:
• Il Percorso del Castello, un anello di 6km che parte dal centro di Felino e attraversa l’area di maggiore interesse storico di tutto il Comune.
• Il Percorso Il Gallo, un anello di 11km che prende il via dal centro di Felino e prosegue verso sud fino a Barbiano con un percorso suggestivo che si snoda tra boschi e prati.
• Il Percorso La Costa, un anello panoramico di 8km da San Michele Tiorre a Barbiano lungo le strade di crinale sulle prime colline di Felino.
Gli itinerari che la guida escursionistica ambientale propone non si limitano al comune di Felino, ma coprono una vasta area. In primis vi è l’Anello dei Poeti del Cinghio, ovvero un percorso che si snoda tra colline, boschi e borghi incrociando la via Longobarda e deve il suo nome ai versi dedicati al torrente Cinghio da diversi poeti nati a inizio del secolo scorso tra cui Attilio Bertolucci.
Ad affascinare maggiormente i turisti potrebbero anche essere la Via degli Scalpellini che porta ai cosiddetti “Salti del Diavolo”. Si tratta di un itinerario che si snoda tra i paesi di Chiastre e di Cassio attraversando il Torrente Baganza grazie alla presenza di un moderno ponte tibetano. Era il percorso che gli scalpellini seguivano tra le due sponde della valle per raggiungere le zone di estrazione della pietra. Il sentiero porta proprio ai “Salti del Diavolo”, una formazione sedimentaria dell’età cretacica (80 milioni di anni), generata da una frana sottomarina di ciottoli e sabbia. Secondo un’antica leggenda medievale queste pietre sarebbero le orme del diavolo messo in fuga da un’eremita che viveva a Cassio.
“La funzione della guida ambientale escursionistica è quella di essere un vero e proprio traduttore
simultaneo di quello che è il linguaggio della natura - spiega Piancastelli di Terre Emerse -. Alle persone che accompagniamo, cerchiamo di mostrare i piccoli particolari che normalmente non sono visibili, come la traccia di un animale, oppure un fiore o una pianta cercando sempre di contestualizzarne la presenza proprio in quel luogo, fino a descrivere l’importanza del territorio parmense ed emiliano nel passato e nel presente”.
Natura, storia, leggende, ma anche ottimo cibo da abbinare lungo i vari percorsi perché Parma e i colli parmensi sono da sempre sinonimo di cultura enogastronomica di qualità data non solo dalla presenza di una enorme varietà di prodotti tipici, ma anche grazie alle numerose persone che dedicano tempo e lavoro per la valorizzazione di tutto ciò che nasce da questo territorio.
Citterio si inserisce in modo strategico in questa dinamica, infatti proprio in questi territori realizza il suo Prosciutto di Parma DOP, solamente con l’utilizzo di coscia suina 100% italiana e sale marino, senza nessun conservante. In questi luoghi, la vicinanza dei torrenti e il territorio collinare regalano sempre un flusso d’aria particolare, di aria salmastra che affina il prodotto donandogli un gusto e profumo unico nel suo genere. Citterio produce il Prosciutto di Parma, come da tradizione, una storia che si tramanda da generazione in generazione, scegliendo solo le migliori cosce e lavorandole con cura e passione. Gli stabilimenti sono moderni e all’avanguardia, anche avanzati tecnologicamente e qui si produce il Parma con osso, disossato e anche affettato in vaschetta in diverse linee e grammature.
“Inizialmente il prosciutto deve assorbire il sale e distribuirlo al suo interno - afferma il responsabile dello stabilimento Citterio di Poggio Sant’Ilario, Felino -. Poi si passa alla dissalatura e alla fase di asciugatura, mentre dopo 14 giorni avviene la toilettatura del prosciutto che permette il mantenimento di una buona asciugatura senza infiltrazioni. Successivamente al 90esimo giorno il prodotto viene trasferito in un ambiente più caldo con una temperatura dai 14 ai 16 gradi con finestre aperte regolarmente che favoriscono l’ingresso del microclima che permette di conferire un particolare gusto al prodotto. Dopodichè viene fatta la cosiddetta sugnatura, con un grasso particolare del suino che protegge la parte magra del prosciutto, un’operazione fatta ancora con la mano dell’uomo come 50-60 anni fa. Infine i prosciutti entrano nella fase “estate” con temperature più alte, per terminare la stagionatura, una fase in cui il prodotto raggiunge dai 12 ai 30/36 mesi. L’uomo è ancora parte integrante della creazione - prosegue - perché oltre a passare nelle stagionature, nelle stanze e nelle celle tutti i giorni, deve controllare da vicino l’asciugatura del prosciutto”
“All’interno delle nostre escursioni la parte enogastronomica è essenziale perché Parma e tutta la provincia non si può conoscere fino in fondo senza assaggiare i prodotti tipici locali e il Prosciutto di Parma DOP è senza dubbio uno di questi - afferma Piancastelli -. Chi normalmente sceglie di utilizzare una guida è perché vuole avere una conoscenza del territorio che va oltre la semplice camminata. Vi è infatti una vera e propria narrazione che riguarda tanti aspetti dell’intero territorio e quindi anche il tema enogastronomico. E’ questo il modo per incuriosire le persone, per rendere la loro passeggiata un cammino esperienziale e far sì che si possano affezionare ai nostri luoghi”.
Nasce la Strada del Miele di Macerata, primo itinerario organizzato per una vacanza sostenibile all’insegna dell’apiturismo che comprende i 5 comuni marchigiani membri dell’associazione Le Città del Miele. Il progetto nasce su iniziativa del Consorzio Apicoltori di Macerata, un territorio provinciale che vede presenti 5 Città del Miele abbracciando mete diversificate dall’area montana a quella collinare, dai vigneti a città d’arte, come Matelica, Monte Cavallo, Montelupone, Urbisaglia e Valfornace.
Questa proposta di apiturismo integra le varie soluzioni di itinerario con servizi di accoglienza, ricettività ed esperienze da vivere nelle diverse tappe, tutte ben indicate e descritte sul sito Strada del Miele di Macerata, una “piattaforma digitale” user-friendly, progettata sulle esigenze dei viaggiatori e arricchita da una mappa interattiva che permette di consultare i punti di interesse della zona.
L’itinerario, percorribile nella sua interezza o in parte, abbraccia paesaggi molto vari, tra colline, monti, parchi naturali e borghi medievali circondati da vigneti, boschi e da prati che si perdono a vista d’occhio: un territorio d’eccellenza per l’allevamento delle api, che qui trovano una biodiversità particolarmente intensa per la produzione di mieli eccellenti. Tante le possibilità per diversi target e passioni: ci sono itinerari a tema con suggerimenti su arte e cultura, storia, religione, natura, trekking e non mancano percorsi in auto, in camper, di mototurismo e cicloturismo, di durata e di livello di difficoltà differenti.
Un’occasione preziosa per scoprire la grande varietà dei mieli del territorio, che spaziano dal millefiori all’acacia, dal girasole al castagno passando per piante note fin dall’antichità per le loro proprietà benefiche, antinfiammatorie e digestive, quali l’erba strega e l’erba medica. Non mancano momenti dedicati al lavoro degli apicoltori, come le visite agli apiari per conoscere le diverse fioriture che li circondano, assistere alla smielatura del miele, farsi guidare nella distinzione di gusti e profumi delle diverse tipologie di mieli,
degustarli abbinati ai prodotti tipici del territorio, scoprire la cucina al miele, farsi raccontare i benefici dell’apiterapia e della cosmesi naturale derivata dai prodotti dell’alveare e, naturalmente, acquistare il miele direttamente dai produttori.
C’è anche l’elenco degli apiari olistici, le “casette delle api” costruite in materiali naturali e con un sistema integrato di arnie applicate esternamente e comunicanti con l’interno attraverso delle grate, ma in tutta sicurezza per gli ospiti, ai quali offrono un’esperienza multisensoriale: il ronzio è come una musica che facilita il rilassamento, il ritrovarsi interiore e la meditazione, si respirano odori particolari che attivano sensazione di benessere alle vie respiratorie e ci si può riposare, sdraiati nei comodi lettini, abbandonandosi a sensazioni nuove. La Strada del Miele di Macerata è un invito a visitare cinque borghi ricchi di storia, cultura e tradizione. Matelica, patria del Verdicchio di Matelica, una delle più importanti DOCG marchigiane, non a caso è anche Città del Vino, oltre che del Miele: qui è nato il Melitites, il primo vino al miele cantato anche da Plinio Il Vecchio nella sua Naturalis Historia. Passeggiare nel borgo antico significa tornare indietro
nel tempo e scoprire delle rarità come il Globo, un orologio solare unico al mondo progettato oltre 2000 anni fa o ammirare, nella vicina frazione di Braccano, i murales realizzati dagli studenti dell’Accademia di Brera, Urbino e Macerata. Nel più piccolo comune delle Marche, Monte Cavallo, il paesaggio montano è tra i più emozionanti della provincia maceratese, con il verde dei prati che nella bella stagione cambia colore grazie alle fioriture spontanee. Chi ama camminare può spingersi fino al Bosco delle Pianotte, punto ideale per escursioni nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Villaggio fortificato circondato da mura, Montelupone racchiude nel centro storico palazzi ed edifici nobiliari e un intreccio di viette e di vicoli che spesso conducono a inaspettate piazzette. La sua posizione privilegiata su una collina consente di osservare il variegato paesaggio marchigiano, che, nei giorni particolarmente tersi, arriva fino all’Adriatico. Qui a dicembre si svolge Mielemente, l’unico mercatino di Natale interamente dedicato al miele e ai suoi derivati. Municipio e poi colonia romana, Urbs Salvia, oggi Urbisaglia, conserva un Parco Archeologico di rilevanza nazionale, dove ammirare la storia e i fasti della dominazione romana nelle Marche. La città è dominata da una Rocca medievale dalla quale è possibile ammirare l’antico borgo, con i suoi palazzi, logge e chiese.
Ai confini con l’Umbria, si trova Valfornace, nata dalla fusione dei comuni di Pievebovigliana e Fiordimonte, punto di partenza per l’esplorazione del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Qui è tutto ancora autentico, dal caffè secondo la tradizione marchigiana, corretto con liquore all’anice, ai tessuti, lavorati al telaio secondo l’antica tecnica dei liccetti. La Strada del Miele di Macerata nasce su iniziativa del Consorzio Apicoltori di Macerata che si è avvalso della collaborazione de Le Città del Miele per definire le particolarità funzionali a soddisfare la motivazione di una vacanza all’insegna dell’apiturismo. Il tutto in linea con i programmi varati dalla Regione Marche a sostegno dello sviluppo dell’apicoltura territoriale.
Per maggiori informazioni: https://stradamielemacerata.it/
Un’iniziativa unica sta catturando l’attenzione e i cuori di residenti e visitatori nel pittoresco paesino di Acquanegra sul Chiese, nel cuore del Mantovano.
La Pasticceria Caffetteria “I Cinque Sensi”, aperta nel 2022 dalla rinomata Cooperativa Sociale “La Chimera”, è molto più di un semplice locale gastronomico: è un vero e proprio punto di incontro dove tradizione, inclusione sociale e piacere si fondono armoniosamente.
La Chimera, attiva dal 1995 nell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, ha colto l’opportunità di aprire questa prestigiosa pasticceria grazie alla vittoria in una gara d’appalto indetta dal Comune.
Si è concretizzato così un sogno per la Cooperativa: aprire un locale nell’ambito della gastronomia e della ristorazione dove potesse trovare un’opportunità di realizzazione professionale anche chi è diversamente abile e, di conseguenza, incontra difficoltà nell’accesso al consueto mercato del lavoro. Cosa che, appunto, avviene nella Pasticceria “Cinque Sensi”, dove nell’affiatatissimo staff coordinato dal barman Manuel è da tempo inserita con successo una giovane in condizione di fragilità, impiegata sia in qualità di cuoca pasticciera, sia per il servizio ai tavoli. Il percorso d’integrazione professionale è stato agevolato dal fatto che il tutoring è avvenuto direttamente, con la piena cooperazione e il contributo di tutti i membri dello staff, senza dover fare i conti con lungaggini burocratiche o regole troppo rigide da parte della struttura accogliente.
La Pasticceria Caffetteria “I Cinque Sensi” rappresenta quindi un chiaro esempio di come l’impegno sociale possa trasformare non solo le vite delle persone fragili, ma anche arricchire e valorizzare un intero borgo.
“Siamo nati – dichiara il Presidente della Cooperativa La Chimera, Tonino Scaldaferri – proprio per promuovere e valorizzare l’inserimento lavorativo di soggetti fragili, avvalendosi a tale scopo di collaboratori qualificati e supporto medico psichiatrico. Perciò la Pasticceria “I Cinque
Sensi” è un po’ il nostro fiore all’occhiello, in quanto storia di successo imprenditoriale e di inclusione sociale insieme, dove i due aspetti non solo non si escludono, ma si integrano e si arrichiscono vicendevolmente”.
Il laboratorio della pasticceria è diventato il luogo dove nascono prelibatezze artigianali come i famigerati “baci di dama”, i deliziosi “bombonini cremonesi”, le tradizionali “sbrisolone mantovane” e le squisite “meringhe”. Ogni dolce è preparato con la massima cura e dedizione, garantendo non solo un’esperienza gustativa unica, ma anche uno spettacolo per gli occhi. “Prendiamo molto a cura i nostri prodotti, completamente artigianali – spiega Manuel, coordinatore del progetto –, e rispettiamo scrupolosamente le regole della lievitazione per assicurare che ciò che vendiamo rispecchi le aspettative dei clienti rispetto all’immagine che proponiamo. Trattandosi di un progetto realizzato dalla Cooperativa Sociale La Chimera, abbiamo la possibilità di insegnare il mestiere del pasticciere anche a chi è un “piccolo pasticciere” e sta cercando di muovere i primi passi in questo mondo”.
“I Cinque Sensi” è anche una vetrina preziosa per i prodotti locali, promuovendo la cultura gastronomica del territorio e valorizzando le sue eccellenze. È, inoltre, fulcro di attività e partecipazione nella comunità locale: organizza eventi e iniziative che coinvolgono attivamente la popolazione, creando così un legame sempre più solido e profondo tra la pasticceria e i suoi affezionati. Gli aperitivi, accompagnati da selezioni di prodotti salati, sono diventati un appuntamento imperdibile per i residenti e i visitatori, offrendo un momento di convivialità e condivisione unico nel suo genere. Grazie alla visione e alla dedizione della Cooperativa Sociale “La Chimera”, questo angolo di dolcezza e solidarietà continua a brillare nel cuore del Mantovano.
a cura di marco morelli
Per il Festival del Franciacorta, fra gli eventi più amati dagli appassionati delle bollicine più pregiate d’Italia, le Cantine di Franciacorta (noto e fornitissimo Wine Store di Erbusco) organizzano anche quest’anno una degustazione davvero unica di Satèn, nell’esclusiva location della loro enoteca, elegante open-space di 500 mq, allestito ad hoc per l’occasione. Protagoniste saranno 40 aziende vinicole franciacortine selezionate fra le più blasonate e quelle emergenti più interessanti, accomunate dal trait d’union dell’altissima qualità dei loro vini, tutti con caratteristiche assolutamente peculiari.
Il banco d’assaggio si terrà il 14 e 15 settembre. Ogni azienda proporrà due tipologie di Franciacorta, il Satèn ed un’altra a sua scelta. Gli assaggi saranno accompagnati da un raffinato buffet servito e il calice della degustazione sarà lasciato in omaggio. In programma quattro le sessioni al giorno, di due ore circa ciascuna (alle 10, alle 12.30, alle 15, alle 17.30), che si consiglia di prenotare direttamente dal sito www.cantinedifranciacorta.it , o telefonando allo 030 775 1116. Si tratterà di un’opportunità unica per degustare un’ampissima selezione di Franciacorta attraverso un viaggio sensoriale in cui si percepiranno emozioni e sensazioni diverse ad ogni assaggio, paragonando fra loro lo stile delle varie cantine. Il tutto con il supporto dei sommelier e degli esperti di Cantine di Franciacorta, che daranno informazioni sulle peculiarità di ogni di ogni vino e di ogni azienda. Con questa degustazione Cantine di Franciacorta prosegue il suo impegno per far conoscere l’eccellenza della produzione enologica francia-
Un’occasione Unica per assaggiare e paragonare fra loro lo stile delle aziende più blasonate e di qUelle emergenti
cortina. Enoteca di riferimento per i wine lovers, nacque a Erbusco nel 1994, solo quattro anni dopo la nascita del Consorzio per la Tutela del Franciacorta, con l’intento di raggruppare e promuovere in un unico spazio i vini di tutte le aziende franciacortine.
Vi si trova un vastissimo e completo assortimento di vini della Franciacorta a prezzi di cantina, con tutti i produttori rappresentati e ben 1200 etichette. Situato vicino al casello autostradale di Rovato, sulla strada che porta al lago d’Iseo, questo Wine Store moderno, caldo ed accogliente, ha anche un elegante Wine Bar, luogo ideale dove fermarsi per un aperitivo.
Informazioni
Cantine di Franciacorta
Via Iseo, 98 - Erbusco (Bs) Tel. +39 030 775 1116 www.cantinedifranciacorta.it info@cantinedifranciacorta.it
INIZIATIVE A TEMA AL WINE RESORT CORTE LANTIERI DI CAPRIOLO.
Torna anche quest’anno il Festival del Franciacorta in Cantina, imperdibile weekend di fine estate per wine lovers ed enoturisti nei luoghi dove nasce il pregiato Franciacorta. Una seducente occasione per immergersi appieno nella magica atmosfera di queste incantevoli colline che abbracciano a sud il lago d’Iseo, dove tra monasteri, castelli, dimore storiche e antichi borghi immersi tra i vigneti nasce un vino unico. L’appuntamento è dal 13 al 15 settembre e per l’occasione Corte Lantieri di Capriolo - raffinato Wine Resort nell’omonima, storica, tenuta di famiglia immersa tra i filari, ideale per soggiorni all’insegna di relax, alta cucina e ottimi vini- ha ideato una serie di iniziative speciali per accogliere i visitatori nel segno della più autentica e sofisticata ospitalità. Si partirà venerdì 13 con la Serata in-fiamma, cena in 3 portate abbinate ai vini di Cantina Lantieri allietata da Daniele Fiamma, noto comico e conduttore che intratterrà gli ospiti con la sua verve unica. Sabato 14 settembre la Serata Arcadia sarà dedicata all’etichetta più rappresentativa dell’azienda, il Millesimato cui è stato dato il nome di quella terra mitica del sogno e dell’idillio, fatta di paesaggi silvestri e d’armonia. L’evento, elegante e glam, condurrà i partecipanti lungo il fil rouge di una raffinata cena sulla terrazza panoramica affac-
ciata sui vigneti con il sottofondo di musica dal vivo, durante la quale si potrà assaporare l’armonia dell’Arcadia Millesimato 2020, un Extra Brut audace, profondo e minerale. Sia sabato che domenica, a pranzo, ecco poi un intrigante Viaggio enogastronomico alla scoperta della Franciacorta, ovvero un raffinato menu a 4 portate elaborato ad hoc dagli chef di Corte Lantieri, unendo genuinità, tradizione e creatività, in un sentito omaggio al territorio servito nei luminosi saloni del ristorante della tenuta. A sedurre il palato saranno Strudel croccante di verdure, Culatello con gnocco fritto e giardiniera della casa, Risotto alla barbabietola mantecato alla robiola due latti, Filetto di maialino nel guanciale su crema di piselli, Piccola pasticceria della Corte al cucchiaio e croccante. A esaltare il tutto, il bouquet di tre diversi Franciacorta DOCG Lantieri: Satèn, Extra Brut, Cuvèe Brut in armonioso abbinamento ai piatti. Una vera e propria esperienza del palato. Sempre sabato 14 e domenica 15 (alle ore 10.30) saranno organizzate Visite guidate alle Cantine con racconto del territorio e del metodo di produzione del vino, seguite da degustazione di due Franciacorta Lantieri DOCG (Blanc de Blanc Gemmae Bio ed Extra Brut) accompagnati da stuzzichini. Nella parte più antica del complesso, che risale al Settecento, le bottiglie riposano su alte cataste nella penombra, mentre in quella moderna si svolgono le varie fasi della vinificazione secondo le più avanzate tecnologie. Nel corso della visita si scoprirà come nascono i pregiati Franciacorta, prodotti da uve raccolte manualmente nei 22 ettari di vigneti coltivati in forma biologica, che si estendono per la maggior parte intorno alla cantina.
Per prenotazioni e informazioni
Corte Lantieri Via Videtti 3, Capriolo (BS) Tel. 030 7364071 www.cortelantieri.it
L’azienda Montina apre le sue porte a numerosi ospiti per l’incantevole evento “Picnic in vigna”, un’immersione nella natura e nei suggestivi vigneti franciacortini.
Accolti sotto una pergola verdeggiante, circondati dalla serena bellezza del paesaggio, gli ospiti possono assaporare prelibatezze locali, magistralmente preparate dagli chef di Villa Baiana, accompagnate dai Franciacorta di Montina. L’atmosfera rilassata e conviviale crea il perfetto scenario per un’esperienza enogastronomica indimenticabile, resa ancora più speciale dall’unicità dei vigneti lombardi. La serata è
un momento di condivisione e scoperta, tra momenti di relax e convivialità, durante i quali i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare la tenuta e la cantina, dove i pregiati Franciacorta di Montina riposano e maturano, rivelando la loro essenza più autentica. I “Picnic in vigna” presso Montina continuano: il prossimo appuntamento è fissato per il 15 settembre, in occasione del Festival di Franciacorta, che si terrà dal 13 al 15 settembre. L’azienda aprirà le sue porte per offrire agli appassionati ed esperti degustazioni guidate e tour in cantina, permettendo un’immersione totale nella bellezza del mondo Franciacorta. Per maggiori informazioni, consultare la sezione “Visite in Cantina”.
Più che una gara, un inno al territorio. Un grande evento agonistico dedicato al running di livello, in collaborazione con tutte le istituzioni e le realtà associazionistiche della valle, dove lo sport è strumento di aggregazione, linguaggio universale per comunicare i valori di un’intera Comunità. Chi vince davvero, è l’unità.
HALF MARATHON 21.09km. Su un percorso completamente asfaltato ed immerso nel verde che segue la suggestiva pista ciclabile della Val Rendena, attraversando luoghi incantevoli: dall’affascinante “Vetreria” di Carisolo, alla Piana dei masi tra Giustino e Caderzone, dal borgo di Strembo, ai prati con
Wanderlust 108 è l’unico Mindful Triathlon al mondo e torna anche quest’anno nei parchi delle città italiane. 5K RUN: ilMindful Triathlon inizia con una 5k run: corri o cammina, prendila comoda, oppure no! Come lo fai non è importante, l’obiettivo è arrivare al traguardo.
YOGA: prosegui con 60 minuti di yoga flow accompagnati da DJ set, in pieno stile Wanderlust! Che sia la tua prima o millesima volta sul tappetino, non ti preoccupare, troverai naturalmente il tuo ritmo. MEDITAZIONE: siediti, respira profondamente e abbraccia la serenità. I nostri 20 minuti di meditazione guidata ti libereranno la mente, rilasseranno il tuo corpo e completeranno il Mindful Triathlon. Info: https://italy.wanderlust.events
Dopo aver organizzato in passato i Campionati Italiani, diverse tappe delle World Series e della Coppa del Mondo, il 14 e il 15 settembre prossimi i pendii del Gruppo del Sella in Trentino ospiteranno la prima edizione del Campionato Mondiale di MTB Enduro della storia. L’assegnazione del primo Mondiale da parte dell’Unione Ciclistica Internazionale è un riconoscimento importante per tutta la Val di Fassa e per tutto il movimento off-road italiano.
L’enduro è quella specialità della MTB in cui le prove speciali cronometrate in discesa si alternano alle salite per le quali è previsto un tempo massimo: va da sé quindi che l’enduro possa trovare qui tra i sentieri delle Dolomiti – patrimonio Unesco - la sua sede ideale. Tra gli addetti ai lavori, ad esempio, il percorso chiamato “Tutti Frutti” che parte dal Col Rodella all’arrivo della funivia e finisce in paese a Canazei, per un totale di oltre 6,5 km e con quasi 1000 metri di dislivello, è considerato uno dei più
ll Giro delle Mura Città di Feltre, è un evento, uno spettacolo, un appuntamento che da oltre 20 anni anima le serate di agosto della città. Il giro, organizzato quest’anno per il 24 agosto, è una corsa podistica internazionale su strada in notturna che si corre all’interno delle mura cittadine di Feltre e che richiama atleti provenienti da 15 diverse nazioni.
Punto di arrivo e di partenza saranno Largo Castaldi ed anche quest’anno ritornano la gara classica, la Seven Laps e il Miglio dei Comuni riservato ai giovanissimi e la gara Amatori e il Campionato Europeo dei Vigili del Fuoco. Il percorso del Giro delle Mura si svolge con la
vista Adamello tra Spiazzo e Pelugo, dai boschi lungo il fiume Sarca di Porte di Rendena al traguardo, il vero spettacolo: un trionfo, l’ultimo giro sulla pista d’atletica, all’interno dello stadio del Centro Sportivo di Sesena a Tione di Trento.
RUN FOR FUN 10 KM NOVITA’. Parallelamente alla mezza maratona sarà organizzata la Dolomitica Run 10k Val Rendena Run for Fun, una corsa che segue per circa 10 km il medesimo percorso della Half Marathon. Partenza da Porte di Rendena, in località Bici Grill di Vigo e arrivo in località Sesena a Tione di Trento.
tecnici e panoramici del mondo.
Le gare saranno riservate ai soli atleti professionisti e saranno attesi 800 rider da oltre 40 nazioni. Saranno quattro le medaglie d’oro in palio rispettivamente nelle categorie maschile e femminile, sia con MTB elettriche che muscolari. Il percorso di gara, come da regolamento, potrà essere svelato solo poche ore prima del via ma ovviamente ci saranno anche nuovi tracciati che potranno aumentare e migliorare il prodotto bici trentino per gli appassionati e per i turisti. Questo primo Mondiale enduro sarà quindi una grande festa per tutti gli appassionati che, oltre alle gare, avranno modo di vivere fino in fondo la propria passione anche con un programma di eventi di contorno, tra cui una cerimonia di apertura con la sfilata degli atleti e delle bandiere di tutte le nazioni partecipanti.
formula di sempre: 1.050 metri da replicare 9 volte.
Un evento immancabile per la città di Feltre dove ogni anno scendono in campo o meglio “in pavè” campioni europei e campioni olimpionici per una serata ricca di emozioni. Il giorno precedente si svolge l’evento Feltre Urban Trail: gara competitiva e camminata/passeggiata ludico motoria in notturna con sviluppo ad anello in ambiente cittadino attraverso luoghi storici tra i più suggestivi della città di Feltre.
Allenamento in estate con caldo estivo e temperature elevate? Al via le serate di fitness con il SUP sul lago di Garda organizzate dalla palestra MB Sport, in collaborazione con SUP 37010 Baia Stanca Beach Bar. Il SUP (acronimo di Stand Up Paddle) è uno sport acquatico che nasce dall’unione tra surf e canoa; si scivola sull’acqua su una tavola, simile a quelle da surf, remando in piedi con una pagaia. Il lunedì pomeriggio, alle 18:00, e il giovedì alle 13:00 l’instancabile coach Giuliano Beneventi propone un allenamento sull’acqua con il sup per tonificare il corpo, allenare gli addominali e migliorare l’equilibrio. Un’ora di allenamento nella splendida cornice della spiaggia della Baia stanca di Torri che brucia i grassi e rilassa la mente. Info su https://www.mbsportgarda.it
ToscAnA
Il 26 e 27 ottobre le acque cristalline del sud della Sardegna, nell’esclusiva area del Forte Village Resort, accoglieranno l’evento “Forte Village Triathlon”. Dopo il successo dell’anno scorso lo staff del Forte Village, capitanato dal direttore di gara Andrea Mentasti, con il supporto dei partner tecnici Akron e Huub, daranno a tutti gli sportivi la possibilità di vivere una esperienza mozzafiato che riporta in scena la potenza e la determinazione degli atleti. Questo anno, l’energia torna con la nuova distanza Olimpica, amplificando l’adrenalina
escursionismo
La corsa non è solo fiato e gambe ma anche tatuaggi, libertà e buona musica con Runnoween. Al motto “Corri, se hai il coraggio!” da poco più di un anno, è nata l’idea di una linea di abbigliamento per il running tecnica e alternativa fatta di colore nero, teschi e Rock ‘n’ roll. L’abbigliamento Runnoween è l’espressione sportiva di una bella amicizia tra Aldino e Luca. Il primo, più conosciuto come Dj Aladyn e storico collaboratore di Radio Deejay che da poco si è appassionato alle gare di corsa, e il secondo, Luca Spinazzè, atleta rodato di competizioni in montagna e strada su diverse distanze, che ha partecipato anche alla gara podistica “100 km del Passatore” da Firenze a Faenza. Lo stile del brand è in linea con le passioni dei fondatori, affascinati da musica e tattoo. Il nome “Runn O)))” richiama il gruppo metal “Sun O)))” con l’aggiunta di “Ween” che rimanda ad Halloween, con il suo immaginario di mostri e teschi. Runnoween da marzo di quest’anno propone una intera collezione, prodotta da 7to7 Srl, e ha in serbo novità per la linea invernale. Tra queste anche la corsa notturna “The trail witch project” che si terrà Giovedì 31 Ottobre a Villasanta in provincia di Monza e Brianza in un’atmosfera magica e spettrale con percorso notturno e festa da brivido con DJ set prima della partenza. Ci saranno test prodotti Brooks e ricco pacco gara con sacca, maglia, lampada frontale e altre sorprese. Iscrizioni: www.affariesport.com www.runnoween.com
Terre di Sacra, a Capalbio, nella bassa Maremma toscana è un luogo in cui la natura è più forte di ogni cosa. Qui, per una strana alchimia, si ha sempre voglia di tornarci! Il 5 e 6 ottobre ospiterà il Wild Soul Festival, organizzato dalla veronese Paola Burato, una full immersion di due giorni al femminile con attività di meditazione, yoga, workshop esperienziali per conoscere meglio sé stessi e affrontare con più serenità le sfide quotidiane. Attività vari livelli e con diverse discipline, ma tutto concentrato soprattutto sull’empowerment personale e la leadership femminile per scoprire come è possibile sciogliere nodi e bloc-
chi che limitano l’evoluzione personale e le potenzialità di ognuno nei diversi ambiti. L’obiettivo è quello guidare i partecipanti nel comprendere come poter raggiungere l’equilibrio del corpo, della mente e dello spirito attraverso una varietà di pratiche olistiche, sciamaniche ed altre attività rigeneranti e potenzianti. L’invito, rivolto ad ogni partecipante, è quello di fare insieme una “magia” che porta il nome di condivisione e di sorellanza nella splendida cornice delle Terre di Sacra che si estende per 1.000 ettari costeggiando il mare per 11 Km e ospita la prima Oasi del WWF Italiana. https://wildsoulfestival.it/paolaburatto
e portando gli atleti a superare i loro limiti. Atleti provenienti dalla Sardegna e oltre si riuniranno per mettersi alla prova con 1,5 km di nuoto in acque cristalline, 40 km in bicicletta sulle strade di Santa Margherita di Pula e 10 km di corsa che testeranno resistenza e forza di volontà di ogni partecipante. Sarà possibile anche partecipare all’Olimpico a staffetta, con un team con 2 o 3 partecipanti, in cui ogni frazione potrà essere fatta da un diverso atleta per sperimentare l’affiatamento della squadra e la forza del team. Tra le novità dell’edizione 2024 anche la gara di Duathlon (corsa bici corsa) per tutte le età in programma il sabato e il Triathlon Super Sprint (400 mt nuoto, 10 km bici e 2.500 mt corsa) che si svolgerà domenica per i più giovani e per chi vorrà testare per la prima volta la tripletta nuoto, bici e corsa. L’iscrizione alla gara include il barbecue dopo gara ed è possibile alloggiare al Forte Village con tariffe agevolate. I giorni precedenti le gare, dal 21 al 27 ottobre, le attività del Forte Village saranno tutte all’insegna dello star bene con una intera settimana di Sport Festival: si potrà nuotare con Domenico Fioravanti e andare in bici con Fabio Aru; provare i percorsi bici su strada con il PPR Team; oltre alle discipline del triathlon, si potranno provare varie attività come tennis o padel, sport acquatici, coastal rowing, fitness; sport per i più piccoli con la scuola calcio del Real Madrid; corse su go-kart o rilassarsi nella Acquaforte Thalasso & Spa.
a cura di marco morelli
Lo scorso sabato 20 luglio, presso la sala dell’ex Giudice di Pace il neoeletto sindaco di Asola Moreno Romanelli, insieme al vicesindaco Cecilia Antonioli (assessore alla cultura , istruzione e alla disabilità), all’assessore allo sport Roberto Rivera e alla nuova Giunta hanno ricevuto il team che ha presentato l’attività svolta 20232024 fra gare regionali e nazionali.
Gli atleti del team convenuti in divisa e con il ricco e strameritato medagliere di grande valore e non solo simbolico sono stati presentati anche attraverso un video riassuntivo dell’intero anno di attività nelle multidiscipline delle bocce, nuoto, atletica, sci di fondo, slittino e racchette da neve.
Con grande stupore di tutti (ma non dello staff del team) il sindaco ha avuto l’onore e il piacere di leggere al termine dell’incontro la convocazione ai GIOCHI MONDIALI INVERNALI SPECIAL OLYMPICS-TORINO 2025 di un atleta del team Allinclusive, Eros Zanotti, che gareggerà nella disciplina dello sci di fondo. L’atleta rappresenterà Asola e la provincia di Mantova nel mondo. Un sogno che si corona dopo anni di impegno con tenacia e serietà. Grazie anche alla professionalità dello staff del team: Rachele Alghisi, Alessia Bonfiglio, coadiuvate da Lia Azzini, Martina Grillo oltre a numerosi preziosi volontari fra i quali fra cui Sara Gambarini, Angiolino Legnani, Fabrizio Fiorini e Mirko Lamagni I Giochi mondiali invernali si svolgeranno dall’8 al 16 marzo 2025 e coinvolgeranno 1500 atleti da 103 Paesi, 621 coach, 3000 volontari e saranno seguiti da oltre 300.000 spettatori.
Il team Allinclusive fa parte del movimento mondiale di Special Olympics fondato negli anni ’60 da Eunice Kennedy.
Special Olympics attraverso lo sport crea un mondo in cui le persone con disabilità intellettive sono riconosciute per le proprie capacità e non discriminate per le loro differenze . Dà la possibilità di scoprire attitudini e talenti, la fiducia in se stessi e la piena soddisfazione sul campo di gioco e nella vita. Con i riflettori puntati sulle abilità degli atleti rende la società intera più accogliente ed inclusiva .
“Che io possa vincere ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”
A mArzo 2025, per lA primA voltA l’itAliA ospiterà gli speciAl olympics World Winter gAmes. eros zAnotti del teAm Allinclusive di AsolA è stAto convocAto per essere uno degli Atleti pArtecipAnti.
Questo è il giuramento dell’atleta di Special Olympics. Ben 12.000 atleti in tutta Italia e 6 milioni nel mondo (più un milione di partner che giocano insieme nello sport unificato): grandi numeri che devono far riflettere. Attraverso lo sport, gli atleti sperimentano il successo, trovano gioia e amicizia e sono parte integrante della nostra comunità. Crescono, inoltre, nella forma fisica e nella fiducia in se stessi. I programmi di Special Olympics sono per tutti i livelli di disabilità e per tutte le età, dagli 8 anni in su. I programmi scolastici di Special Olympics sono riconosciuti dal Miur e ad Asola (Mn), sono stati recepiti dall’Istituto comprensivo Schiantarelli. Per cui dall’infanzia l’inclusione parte attraverso lo sport a partire da giochi condivisi fino all’età della secondaria di primo e secondo grado, con le squadre di sport unificato.
I Giochi Mondiali Estivi Special Olympics si tengono ogni quattro anni come per l’edizione invernale: le due manifestazioni sono sfalsate di due anni esattamente come avviene per i Giochi Olimpici. Dal 17 al 25 giugno 2023, a Berlino, si sono svolti i Giochi Mondiali estivi, l’evento sportivo più grande al mondo per persone con disabilità ovvero gli “Special Olympics World Games”. Sono stati convocati 7.000 atleti da 190 nazioni per celebrare un momento di inclusività e partecipazione.
Per l’Italia sono stati convocati 72 atleti e 25 partners . Fra gli atleti la nostra Grace Enwe-
reuzoh ha partecipato alle gare di atletica e salto in lungo, riportando il sesto posto mondiale assoluto. E’ stata convocata dopo essersi distinta in un percorso di crescita, di autonomia attraverso la partecipazione a gare regionali e nazionali tutte all’insegna di medaglie d’oro nella corsa e nella staffetta dei 100 metri piani, con il team Allinclusive, di Asola che è presente sul territorio dal 2015 per volontà di Cecilia Antonioli che grazie alla sorella Elisa, persona con la sindrome di Down, ha conosciuto il movimento di Special Olympics nel 2007 e l’ha fatto decollare ad Asola dopo aver incontrato Marco Piazza attualmente direttore provinciale di Special Olympics oltre che presidente del team Allinclusive.
Il team allena una trentina di atleti e partners ad Asola nelle discipline dell’atletica, bocce, nuoto sport invernali e slittino in collaborazione con istruttori qualificati e con le scuole.
“Tante emozioni. Tante conferme che il percorso intrapreso è quello giusto” afferma Marco Piazza, che da anni si spende con abnegazione e senza risparmio di energie nello sviluppo e nella promozione di questa splendida realtà. “Le famiglie con un componente disabile intellettivo si sentono discriminate e la comunità fatica a capire come includere, chi è diverso tante volte ne ha paura ed evita…
La mia esperienza di questi ultimi dieci anni (ammetto che fino a 50 anni non sapevo cosa fosse la disabilità intellettiva) mi dà conferma tutti i giorni che lo Sport, il gioco, sono uno strumento formidabile di inclusione tanto nella scuola che nelle associazioni sportive dilettantistiche.
Dobbiamo cambiare la cultura. Accettare il diverso ed apprezzare le sue abilità! La scuola, già nella prima infanzia, giocherà un ruolo fondamentale”.
Salve a tutti.
Mi chiamo Eros Zanotti, ho 30 anni e vivo ad Asola con la mia famiglia. Il mio percorso scolastico è iniziato e proseguito fino alla licenza di terza media presso la Casa Del Sole. Un periodo ricco di esperienze che mi hanno permesso di frequentare poi con sostegno, l’Istituto Alberghiero San Giovanni Bosco a Gazoldo Degli Ippoliti. Durante questi anni ho scoperto di avere molte passioni ( cavallo, nuoto, ginnastica). In quel periodo, mi sono appassionato alla lettura di testi mitologici, tutta la storia e anche grandi opere come la Divina Commedia. Con l’aiuto dei miei professori ho conseguito il diploma con ottimo risultato. Ho avuto l’occasione svolgere molti stage che hanno arricchito ulteriormente le mie abilità. Mi mancavano tutta via relazioni d’amicizia. Con l’aiuto della mamma, sono entrato a fare parte del team Allinclusive di Asola che attraverso varie attività sportive ( bocce nuoto, atletica, sci di fondo e slittino) aiuta ragazzi con disabilita a superare le loro difficoltà per diventare sempre più autonomi. In questo gruppo così affiatato mi sono sentito accolto, amato. Con l’aiuto dei tecnici ho potuto partecipare ha molte gare ottenendo con tanto impegno e felicità tante soddisfazioni. Ma l’inclusione continua anche con altre attività del team come danza che aiuta a trasferire nel movimento del corpo le nostre emozioni. Poi c’è musica un’attività che mi ha subito appassionato! La musica mi aiuta a crescere rendendomi più sicuro nel rapporto con le persone. Sono entrato nella Si Può Fare Band, un gruppo di musicisti straordinari, ragazzi con disabilità e volontari “normodotati” che a suon di strumenti trasmettono al pubblico nei loro spetttacoli un messaggio di inclusione molto forte. Il motto Si Può Fare o il giuramento “Che possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”, ci danno motivazione per conquistare il posto che ci spetta nel mondo. Tutta questa inclusione non sarebbe possibile senza l’aiuto amorevole dei nostri tecnici e volontari, che con la loro dedizione mostrano a tutti che la disabilita non è un limite ma è una possibilità di creare qualcosa di straordinario, che la nostra società non conosce. Tutto questo si è tradotto per me in felicità e tanta voglia di vivere e di provare sempre nuove sfide, infatti sabato 20 luglio durante una riunione con il sindaco succede una cosa inaspettata, il sindaco legge una lettera da Roma che mi convoca titolare nella disciplina sci di fondo ai prossimi mondiali Special Olympics 2025 a Torino. Ero molto emozionato ma ce la metterò tutta per il mio team e per la mia asola!
Un grande grazie a Marco, Cecilia, Lia, Davide, Sara, alle mie Rachele, Alessia, Martina e a tutti volontari e partner che mi hanno permesso di essere un ragazzo felice che vivrà un grande sogno
Eros Zanotti
di GiAN PAOLO GROSSi
“Chi sostiene che le bizze del tempo avrebbero tolto qualcosa all’ambientazione della Maratona dles Dolomites 2024 è senza dubbio in errore” (frase sentita davanti ad una birra la domenica sera, poche ore dopo la conclusione della prova).
La Maratona dles Dolomites è il sogno di decine di migliaia di cicloamatori distribuiti in tutto il mondo (86 i diversi Paesi che il 7 luglio scorso avevano almeno un suo rappresentante iscritto, provenienti appunto da qualunque angolo del pianeta). E ora che l’abbiamo provata siamo convinti che ogni appassionato della bicicletta dovrebbe prendervi parte almeno una volta nella vita.
Tre percorsi: il classico Sellaronda con 4 Gpm e 55 km di lunghezza (nonché 1780 metri di dislivello), il percorso Medio da 106 km (3130 metri di ascesa verticale) e quello denominato Maratona da 138 km e ben 4230 metri col manubrio rivolto all’insù. Per tutti il via da La Villa, alle 6.30 del mattino e l’arrivo a Corvara: gli ultimi tagliano il traguardo anche a dieci ore dalla partenza.
Noi di MCG siamo stati doppiamente fortuna-
ti. Nell’ottenere una entry grazie ad aziende operanti nel settore e nel provare i percorsi con anticipo utile a misurare quanto ci fosse possibile realizzare e che cosa invece no. Guai, se avessimo saputo prima che cosa ci aspettava: ci saremmo preoccupati, tormentati, con ogni probabilità anche spaventati. La soluzione ideale, invece, per chi è alla sua prima volta, è quella di arrivare sul luogo conoscendolo il meno possibile. Ma altrettanto importante è la necessità di compiere una ricognizione sul percorso. Non importa se si sputa l’anima in salita, durante la prova. Credeteci, domenica sarà senza dubbio tutto molto meno complicato.
Quando si fanno i conti con un evento di tale gigantesca portata, anche la logistica ha la sua importanza. Poiché buona parte degli oltre 8mila partecipanti (le richieste di partecipazione sono almeno il triplo) si concede un weekend lungo in zona, varrebbe la pena di presentarsi all’apertura del villaggio già il giovedì sera, a San Leonardo in Badia, evitando così le lunghe code dei giorni successivi per il ritiro del pacco gara comprendente numeri e
chip per la Maratona.
L’esame di maturità è pertanto la prova sull’anello Sellaronda della Maratona
Indossiamo il nostro nuovissimo Protone Icon di Kask, inforchiamo gli ultra professionali occhiali Demos di Koo Eyewear, stringiamo le scarpette e ci infiliamo in un gruppetto di reporter invitati ad illustrare nei loro Paesi di appartenenza la bellezza di questi luoghi, ma soprattutto il fascino di una Granfondo giunta alla sua 37esima edizione
C’è il sole, temperatura fresca: la condizione ideale per issarsi sui pedali e godere di panorami mozzafiato.
Domenica notte, sono le 3. Là fuori la pioggia picchietta, come annunciato. Un altro sonnellino e prima delle 5 la colazione è necessaria, anche se lo stomaco è chiuso. Vestizione e poi via, alle scarne luci dell’alba. Da Corvara solo discesa sino a La Villa, inserendosi in griglia non prima di aver affrontato il Mür dl Giat al contrario. È un’adunanza silenziosa quella dei credenti della Maratona, accolti dalla benedizione di non uno solo, ma ben due sacerdoti locali. “Che Dio vi benedica e vi protegga - sentenziano in lingua italiana e
Tre percorsi: il classico sellaronda con 4 Gpm e 55 km di lunGhezza (nonché 1780 meTri di dislivello), il percorso medio da 106 km (3130 meTri di ascesa verTicale) e quello denominaTo maraTona da 138 km e ben 4230 meTri col manubrio rivolTo all’insù.
Decine e Decine Di banDiere rappresentanti paesi Del monDo tra loro agli antipoDi ci sono passate Davanti in questi cento chilometri, Dalle culle Del ciclismo a personaggi Della cui provenienza non ti aspetteresti mai Di trovarti a conDiviDere una peDalata
tedesca, ciascuno in quella a lui più familiare -. Pensate alla sicurezza e ogni tanto volgete lo sguardo in alto”. Pare una gag, è l’essenza della Maratona. Non dare mai tutto, tenersi dentro sempre qualcosa per godersi lo spettacolo di queste vette, dei panorami sconfinati. Qualcosa che serva per giungere all’arrivo in condizioni tali da prendere consapevolezza di ciò che si è fatto, di quanto si è vissuto in sole sei ore.
Ecco, andiamo dritto in fondo alla sublime esperienza. Il Sellaronda senza una sola goccia dal cielo ma con l’asfalto pressoché sempre bagnato. L’elicottero sulla testa per le prime due salite, qualche tuffo nella nebbia in quota sia in salita che in discesa, l’adrenalina che scorre a fiumi. Qualche raggio di sole qua è là, subito spento dalle nuvole incombenti. Il silenzio assoluto malgrado la densità di ciclisti in un fazzoletto di curve, rotto solo dal respiro quale unica alternativa al “togli un dente, mette un dente lì dietro”, lo stridore dei freni a disco, la solidarietà dei partecipanti, ognuno raccolto nella ripetitività del proprio ritmo. E poi, dopo il Campolongo-bis, la pioggia - prima timida, poi sempre più convinta - e i 13 gradi della vallata per il Falzarego che al Gpm sono parecchi di meno.
Giove Pluvio imperversa. E noi bagnati come pulcini, rimettiamo per l’ennesima volta il padellone: ormai è fatta, sì ma fa freddo, allora scendi grintoso ma non troppo che per prender velocità basta lasciarla correre, la bici. Ci risparmiamo il Passo Giau, da dove il tam tam rivela l’arrivo della grandine.
Decine e decine di bandiere rappresentanti Paesi del mondo tra loro agli antipodi ci sono passate davanti in questi cento chilometri, dalle culle del ciclismo a personaggi della cui provenienza non ti aspetteresti mai di trovarti a condividere una pedalata.
A fondo valle il Mür dl Giat. Un breve ma intenso antidoto contro il freddo. Da superare tutto d’un fiato, sbilanciati sul manubrio, schivando chi è sceso di sella temendo lo slittamento della ruota posteriore. Una volta in cima, ci si schiaccia a tutta sino al traguardo di Corvara, dove ammirevoli familiari e amici attendono da ore i loro beniamini sotto la pioggia: meritano la ricompensa di un abbraccio, almeno. L’arrivo, gli applausi, la festa, le interviste dello speaker. E la processione è attesa per ore, sempre sotto la pioggia battente. Mutatio è il claim della Maratona 2024, se non è un passaggio di maturità questo... Non c’è finisher che sul traguardo non festeggi come se avesse vinto il Giro. Al collo la medaglia di legno più bella del mondo. Racchiude una giornata che resterà nei ricordi. Tornerà il sole sulle prossime edizioni della Maratona, ma i racconti della numero 37 verranno tirati fuori dai cassetti dagli stessi partecipanti per molti anni a venire.
di paolo carli
La MINI Cooper 5 porte convince per la sua funzionalità distintiva,per gli innovativi sistemi di assistenza e per il suo tipico designMINI. L’aspetto inconfondibile della MINI Cooper 5 porte èparticolarmente accentuato nell’allestimento Favoured con il tetto multitono tipico del marchio. L’efficiente motore a benzina a quattro cilindri da 150 kW/204 CV garantisce un elevato piacere di guida.
La MINI Cooper S 5 porte offre ai passeggeri più spazio e comfort. Il modello è più lungo di 172 mm rispetto alla MINI a tre porte e ha un passo maggiore di 72 mm. Grazie alle dimensioni esterne compatte, agli sbalzi corti e al raggio di sterzata ridotto a 11,4 metri, il modello a cinque porte rimane un veicolo versatile per la città.
Grazie all’aumento del diametro degli pneumatici a 625 mm, la MINI Cooper 5 porte appare visivamente più presente. Allo stesso tempo, questo migliora la dinamica di guida e il comfort di guida. I sedili posteriori ripiegabili 60:40 consentono di aumentare il volume del bagagliaio da 275 litri a 925 litri e sottolineano l’idea universale di MINI: tanto spazio in poco spazio.
Efficiente motore a benzina per una mobilità sportiva.
La MINI Cooper S 5 porte è dotata di un motore a quattro cilindri da 150 kW/204 CV (consumo di carburante combinato: 6,8 - 6,3 l/100 km; emissioni di CO2 combinate: 152 - 141 g/km secondo WLTP; classe di CO2 E) con una coppia massima di 300 Nm. Accelera a 100 km/h in 6,8 secondi e raggiunge una velocità massima di 242 km/h. La carreggiata maggiorata e il passo più lungo, in combinazione con un sistema di sospensioni e smorzamento accuratamente regolato, assicurano un elevato livello di comfort e una maneggevolezza vivace. In combinazione con la sensazione di precisione dello sterzo tipica di MINI e con i freni potenti, questo garantisce un elevato livello di comfort nella vita di tutti i giorni. I cuscinetti stabilizzatori ad alta pressione sugli assi assicurano un
comportamento equilibrato della carrozzeria nelle curve dinamiche e aumentano la precisione dello sterzo.
L’allestimento preferito amplia l’espressione individuale. Quattro diverse varianti di allestimento si concentrano su diverse caratteristiche del veicolo. Nell’allestimento Favoured Trim, sia la cornice della griglia anteriore che specifici elementi di design sono evidenziati in un vivace colore argento e ampliano l’espressione individuale. Il linguaggio formale ridotto del nuovo design MINI si esprime al meglio nel colore Icy Sunshine Blue. Oltre al tetto multitono tipico del marchio con una graduale sfumatura di colore, sono disponibili tre colori a contrasto oltre al rispettivo colore del veicolo e un totale di undici colori di carrozzeria tra cui scegliere. I cerchi aerodinamici di dimensioni comprese tra 16 e 18
pollici offrono ulteriori opzioni di equipaggiamento esterno.
I nuovi sistemi di assistenza alla guida semplificano la vita quotidiana.
Grazie a 12 sensori a ultrasuoni e a quattro telecamere Surround View, il Parking Assistant Plus è in grado di identificare con maggiore precisione gli spazi di parcheggio e di avviare autonomamente i processi di parcheggio in spazi ristretti. MINI Digital Key Plus trasforma lo smartphone in una chiave. Non appena il guidatore si trova a meno di tre metri dalla vettura, si attivano le proiezioni di benvenuto dei fari anteriori e posteriori e le porte si aprono a una distanza inferiore a un metro e mezzo. La chiave digitale può essere trasferita a diversi utenti e sostituisce il trasferimento dell classica chiave del veicolo per facilitare la condivisione dell’auto.