NUMERO 4
EURO 1,90
OTTOBRE-NOVEMBRE 2023
Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.
NUMERO 4
EURO 1,90
OTTOBRE-NOVEMBRE 2023
Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.
Oltre la malattia tanti progetti e un grande sogno.
Dossier sulle nuove frontiere dell’automazione: un futuro deciso da neuroni digitali.
1921-2023: con una cena di Gala si sono festeggiati “100eOltre” anni di storia.
La nuova edizione mette al centro l’affinità elettiva tra uomo e animale.
Presto smetterai di fare ricerca online.
MCGWEEK la farà per te.
Forse questa è stata l’estate più difficile degli ultimi anni. O, almeno, così ci è sembrata. L’estate in cui in una sola settimana, dal 24 al 29 luglio, sono state uccise cinque donne. Una al giorno. Una strage, hanno scritto molti giornali. Ma è stata anche l’estate degli stupri di gruppo, gruppi nel senso di gang (da Palermo a Caivano) ma anche di famiglie: padre, nonno e zio che a Monreale abusano di due sorelline, con la complicità silenziosa della mamma. Ma non è per questo che l’estate 2023 ci resterà in mente. È per il nostro senso di impotenza, per la nostra rabbia e la stanchezza di vedere un copione che si ripete, incessante. E che ogni volta ci sembra il peggiore mai visto. L’estate più calda che mai (come ci ricorda Copernicus), in realtà non lo è stata per il record settimanale di donne uccise, ma perché ne abbiamo parlato di più. È iniziata con l’uccisione di Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, è passata per il ritrovamento nel bagagliaio di Anna Scala, ed è culminata con la morte di Marisa Leo, attirata dall’ex con la scusa di parlare della loro bambina. Storie che ricordiamo, ma che sappiamo già che dimenticheremo, perché saranno travolte e superate da altre storie. E così l’estate indimenticabile sarà scavalcata da un’altra stagione di violenza, che ci sembrerà anche quella indimenticabile.
In realtà noi donne continueremo a morire e a essere violentate con la stessa frequenza. Quella dei femminicidi e della violenza sulle donne non è un’emergenza ma un fenomeno endemico e strutturale in tutte le società, a tutte le latitudini, in tutte le culture. Nel mondo, come in Italia, una donna in media viene uccisa da un partner o ex ogni tre giorni. Fino al momento in cui scriviamo, nel 2023 sono stati 80 i femminicidi, la media annuale è di 130-140. Siamo in target, insomma. L’estate scorsa quindi non abbiamo vissuto un’emergenza: si è semplicemente alzata la nostra soglia di sensibilità perché è aumentata la copertura delle notizie da parte dei mass media, divisi tra dibattiti che restano in superficie e talk di tutti contro tutti dove vincono il “buttate le chiavi”, la castrazione chimica, il linciaggio, la pena di morte. Ma non è con il populismo, le soluzioni facile e le pene più severe che si può affrontare questa piaga endemica. Come ricorda il giudice penale del Tribunale di Roma Valerio de Gioia, autore del libro Il Codice Rosso (che spiega
le nuove norme appena entrate in vigore), occorrono investimenti a tutto campo. Queste norme, dice il giudice, se non vengono sostenute dallo Stato restano sulla carta. Se non ci sono giudici in grado di seguire le denunce, se le cancellerie sono intasate, se non ci sono soldi per i braccialetti elettronici, se il Dipartimento per le Pari Opportunità è senza portafoglio, se il reddito di libertà basta a poco più di 600 donne contro le 47mila che ne avrebbero bisogno, anche la norma migliore rimane disattesa. Quello che manca, sostengono i giudici ma anche gli educatori, il terzo settore, gli insegnanti, sono investimenti strutturali sulla formazione: occorre fare cultura a tutti i livelli sulla violenza contro le donne. Occorre che le forze dell’ordine, i medici, i giudici, gli assistenti sociali, la scuola, siano in grado di riconoscere una violenza, senza sminuire, senza ridimensionare.
Ma soprattutto occorre che tutti noi chiediamo un impegno serio alla politica: Ministeri, dove eravate, dove siete e dove sarete? Quali sono le politiche per famiglia e natalità, quali quelle in favore dei giovani? Perché non esistono piani nelle città per far sentire più sicure le donne? Per non parlare dell’Istruzione: perché in Italia l’educazione alla sessualità e all’affettività non è ancora obbligatoria? Occorre insomma che la nostra emozione non duri un’estate, ma si trasformi in un’onda di protesta, come avvenne dopo le stragi di mafia.
La violenza sulle donne non si combatte solo con pene più alte: occorre cultura. Quella che, tra l’altro, eviterebbe di farci sentire vittime due volte quando qualcuno ci raccomanda «occhi aperti e testa sulle spalle».
Giornalista
e donnamoderna.com
BARBARA RACHETTI e mamma di due giovani donne, scrive di società, diritti, disabilità, salute, violenza sulle donne per Donna Modernan taxi con due passeggeri a bordo si ferma e lascia transitare sulle strisce pedonali una mamma che tiene per mano un bambino; una scena banale, non fosse che il taxi l’autista non ce l’ha: che guida è la sua intelligenza artificiale. Fra quanti anni quella descritta diventerà una scena comune data l’avanzata sperimentazione in USA? Il film capolavoro di Stanley Kubrick del 1968 “2001: Odissea nello spazio”, in cui ad un certo punto il computer Hal 9000 dell’astronave si ribella e prende il sopravvento sull’equipaggio non è più fantascienza. Nel mondo occidentale l’intelligenza artificiale avanza dilagando in molti settori, e lo fa silenziosamente; il suo impiego non è percepito dagli utenti, che si limitano ad usufruire di certe intriganti novità tecnologiche senza porsi troppi interrogativi. L’utilizzo giocoso di Siri, l’assistente vocale virtuale integrato nei dispositivi Apple, o di Alexa, il suo pari lanciato da Amazon, in grado di interpretare il linguaggio naturale e dialogare con gli umani fornendo informazioni di diverso tipo ed eseguendo differenti comandi vocali, sono i due più semplici esempi di intelligenza artificiale applicata.
E’ l’argomento cult del momento. Se ne accenna, se ne parla e discute spesso anche in modo improprio, con la comune convinzione che su di essa si baserà il nostro futuro. Ma scaviamo un poco per chiarire le idee. L’intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence) è una tecnologia informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di loro. Possiamo definire l’AI come il processo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici simulano i processi di intelligenza umana. Quando si parla di Intelligenza Artificiale, si pensa subito a tecnologie all’avanguardia, a robot in grado di comprendere e decidere le azioni da compiere ed a un mondo futuristico in cui macchine e uomini convivono. In realtà, l’Intelligenza Artificiale e il suo utilizzo sono molto più reali di quanto si possa immaginare e vengono oggi utilizzati in diversi settori della vita quotidiana. Si tratta tuttavia di utilizzi meno invasivi di quello che si pensa o di quanto viene mostrato spesso dai film di fantascienza che hanno trovato nel tema dell’Intelligenza Artificiale lo spunto per molte serie più o meno di successo. Ma cos’è realmente l’Intelligenza Artificiale e come si è sviluppata? In termini tecnici, l’Intelligenza Artificiale è un
IL FASCINO E LE INCOGNITE DELL’IMPIEGO DI “INTELLIGENZA ARTIFICIALE” IN SETTORI DETERMINANTI PER L’UMANITÀ
IL TIMORE CHE CON L’AFFERMARSI DELLE MACCHINE INTELLIGENTI VI POSSA ESSERE UN CROLLO DEI POSTI DI LAVORO APRE IMPORTANTI SCENARI SOCIALI.
ramo dell’informatica che consente la programmazione e progettazione di sistemi che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. Si tratta cioè, non solo di intelligenza intesa come capacità di calcolo o di conoscenza di dati astratti, ma anche e soprattutto di tutte quelle differenti forme di intelligenza che vanno da quella spaziale a quella sociale, da quella estetica a quella introspettiva. Un sistema intelligente, infatti, viene realizzato cercando di ricreare una o più di queste differenti forme di intelligenza che, anche se spesso definite come semplicemente umane, in realtà possono essere ricondotte a particolari comportamenti riproducibili da alcune macchine.
COME E QUANDO NASCE
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
Per come viene definita oggi, l’Intelligenza Artificiale nasce con l’avvento dei computer e la sua data di nascita viene fissata nel 1956. Proprio in quest’anno, infatti, si parlò per la prima volta di Intelligenza Artificiale durante un convegno che si tenne in America e che vide la partecipazione di alcuni dei più importanti nomi creatori di quella che sarebbe successivamente stata definita Intelligenza Artificiale, ma che allora veniva denominata “Sistema Intelligente”. Durante questo storico convegno, furono presentati alcuni programmi già capaci di effettuare alcuni ragionamenti logici, in particolar modo legati alla matematica.
Il programma Logic Theorist, sviluppato da due ricercatori informatici, Allen Newell e Herbert Simon, era infatti in grado di dimostrare alcuni teoremi di matematica partendo da determinate informazioni. Come può essere facilmente immaginato, gli anni successivi alla nascita dell’In-
telligenza Artificiale furono di grande fermento intellettuale e sperimentale: università e aziende informatiche, tra cui in particolare l’IBM, puntarono alla ricerca e allo sviluppo di nuovi programmi e software in grado di pensare e agire come gli esseri umani almeno in determinati campi e settori. Nacquero così programmi in grado di dimostrare teoremi sempre più complessi. In quegli anni Cinquanta-Sessanta aleggiava un sentimento di grande ottimismo che sosteneva tutte le ricerche e le sperimentazioni relative a questo ramo, tuttavia, se da un lato si riuscirono a sviluppare software sempre più sofisticati e in grado di risolvere soprattutto elaborazioni matematiche, dall’altro si iniziarono a vedere le prime limitazioni dell’Intelligenza Artificiale, che non sembrava poter riprodurre le capacità intuitive e di ragionamento tipiche degli esseri umani.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E BIOLOGIA. Differentemente da quanto la maggior parte delle persone immagina, un nuovo impulso alla ricerca sull’Intelligenza Artificiale non venne dal campo informatico ma da quello biologico.
Nel 1969, infatti, alcuni studenti e ricercatori del Carnegie Institute of Technology realizzarono un programma, denominato DENDRAL, che era in grado di ricostruire una molecola semplice basandosi soprattutto sulla conoscenza profonda, da parte della macchina di determinati campi di applicazione. Con un simile punto di partenza, i passi successivi impiegarono poco tempo ad essere effettuati.
Agli inizi degli anni ’80 il primo sistema di Intelligenza Artificiale fu utilizzato per scopi commerciali e, soprattutto, la ricerca allargò i propri ambiti geografici, interessando non solo gli Stati Uniti, ma anche il Giappone e l’Europa. In particolare,
SETTORI COME IL MERCATO AZIONARIO, LA MEDICINA E LA ROBOTICA SONO GIÀ FORTEMENTE INFLUENZATI DA APPLICAZIONI AVVENIRISTICHE DI AI.
il primo vero successo dell’Intelligenza Artificiale a livello mediatico è stato quello che ha visto il confronto tra Deep Blue, una macchina realizzata dalla IBM e il campione mondiale di scacchi allora in carica Garry Kasparov. Anche se i primi incontri furono vinti da Kasparov, i continui miglioramenti apportati al sistema di apprendimento di Deep Blue permisero, in successive partite, di assicurare la vittoria alla macchina. Una vittoria che, come confermò lo stesso campione di scacchi, fu sicuramente data dal fatto che la macchina aveva raggiunto un livello di creatività così elevato che andava oltre le conoscenze del giocatore stesso.
L’APPRENDIMENTO AUTOMATICO.
Uno dei principali passi avanti nella storia dell’Intelligenza Artificiale è stato fatto quando si sono potuti ricreare degli algoritmi specifici, in grado di far migliorare il comportamento della macchina (inteso come capacità di agire e prendere decisioni) che iniziò così ad “imparare tramite l’esperienza”, proprio come gli esseri umani. Tramite l’apprendimento automatico (machine learning) una macchina è quindi in grado di imparare a svolgere una determinata azione anche se tale azione non è mai stata programmata tra le azioni possibili. Per noi non addetti ai lavori, probabilmente l’apprendimento automatico rappresenta la parte più ‘romantica’ dell’Intelligenza Artificiale, quella su cui diversi registi hanno saputo trarre interessanti spunti per i loro film più o meno noti che vedono macchine e robot migliorarsi nel tempo proprio perché in grado di imparare tramite l’esperienza.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL QUOTIDIANO. Molte persone credono che l’uso di sistemi intelligenti sia relegato a particolari élite informatiche senza pensare che, invece, l’Intelligenza Artificiale viene abbondantemente utilizzata anche nel quotidiano. Oltre agli esempi già riportati dei vari strumenti di riconoscimento vocale che vengono regolarmente utilizzati da smartphone, da sistemi di sicurezza e dal settore automobilistico, molti progetti di intelligenza Artificiale sono utilizzati soprattutto nell’ambito della programmazione di giochi, dagli scacchi al backgammon. Ulteriori settori in cui l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata in maniera regolare sono il mercato azionario, la medicina e la robotica. Inoltre, i sistemi intelligenti sono utilizzati anche per migliorare ulteriormen-
te molti settori dell’informatica stessa. In ambito medico l’Intelligenza Artificiale fa soprattutto uso delle reti neurali nelle analisi del battito cardiaco, nelle diagnosi di alcune forme tumorali e nella realizzazione di robot di accompagnamento. Infine, anche molti moderni smartphone e dispositivi mobili presentano piattaforme basate su sistemi di Intelligenza Artificiale, che permettono una vera e propria interazione tra il telefono e il suo proprietario, fondamentale per diverse funzioni. Alcuni moderni telefoni, ad esempio, presentano dei sensori in grado di rendersi conto se il proprietario del telefono si sta muovendo a piedi o in un veicolo: in questo caso automaticamente potrà impostarsi sulla modalità di guida per garantire la massima sicurezza nell’uso, e alcuni telefoni avvieranno
automaticamente alcune funzioni quando percepiranno che il proprietario si sta muovendo al buio. Le funzioni sono differenti e molto varie a seconda dei telefoni, ma tutte volte a migliorare il comfort e la sicurezza di quanti ne fanno uso.
II FUTURO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. Se fino a pochi anni fa il principale problema di tutti gli scienziati coinvolti nella ricerca relativa all’Intelligenza Artificiale era quello di poter dimostrare la realistica possibilità di utilizzare sistemi intelligenti per usi comuni, oggi che questo obiettivo è ampiamente raggiunto ci si chiede spesso quale possa essere il futuro dell’Intelligenza Artificiale. Sicuramente molta strada deve essere ancora fatta, soprattutto in determinati settori, ma la consapevolezza che l’Intelligenza Artificiale oggi rappresenta una realtà e non più un’ipotesi, i dubbi sono soprattutto relativi alle diverse possibilità di utilizzo dei sistemi intelligenti e al loro impatto sul tessuto sociale ed economico. E se da un lato l’entusiasmo per l’evoluzione tecnologica è sicuramente molto evidente in diversi settori, dall’altro la paura che a breve le macchine possano sostituire del tutto l’uomo in molti luoghi di lavoro si è insinuata in maniera sempre più insistente ed allarmante. L’evoluzione tecnologica già in passato ha portato a sostituire la mano d’opera umana con macchine e computer che, in maniera più rapida e soprattutto più economica, sono stati utilizzati in diversi settori. Con l’uso massivo dell’Intelligenza Artificiale sarà possibile perdere ulteriori posti di lavoro ma è anche vero che si apriranno sempre più strade per la realizzazione di nuove tipologie di figure professionali. Ma il contrasto tra uomo e macchina è un settore molto più ampio, che non è solo relativo all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dei sistemi intelligenti, ma anche e soprattutto relativo alla morale e all’etica lavorativa e al corretto utilizzo delle macchine nel rispetto dell’uomo. Probabilmente la direzione che si prenderà non è ancora ben delineata, ma potrà portare a una nuova rivoluzione culturale e sociale.
Dopo un’estate torrida che ha accentuato gli ozi dei villeggianti e le fatiche dei lavoratori ci si ritrova al cospetto dei colori e delle atmosfere autunnali.
Per gli amanti della montagna è il momento dei campanacci delle bovine condotte in rituale transumanza dagli alpeggi a valle, sfilando agghindate di fiori per i paesi tra un’ala di curiosi. Altri turisti si apprestano invece ad infilarsi nelle tradizionali sagre che onorano i pregiati prodotti di stagione, dalle castagne ai tartufi, dagli oli extravergini ai vini, dai formaggi ai risi, e via dicendo.
In innumerevoli borghi si accendono sfide di contrade, e i litorali delle coste offrono meeting culinari unici a base di prodotti di mare. I più intraprendenti si organizzano addirittura per mete europee autunnali cult quali l’Oktoberfest.
Una ridda di eventi di stampo folkloristico, laico o religioso, particolarmente sentite specialmente dalle comunità minoritarie che, attraverso di esse, tendono a conservare la propria identità. Occasioni per ritrovarsi coinvolti, con un clima gradevole, in serene e pastose consuetudini in previsione della lunga pausa invernale.
Dietro queste manifestazioni ricreative, che trovano grande riscontro da residenti ed extra-muros, ci sono i valori trasmessi dalla cosiddetta tradizione e dalla propria cultura. Dalle nuove generazioni sono talvolta visti come retaggi retrogradi e dunque come segni di un passato da superare e di cui disfarsi in fretta, ma in genere essi vengono percepiti localmente come un patrimonio storico-emotivo delle proprie radici a cui spontaneamente ci si sente aggrappati.
Un encomio va dunque riconosciuto agli amministratori, alle Pro-loco, agli esponenti religiosi, e a tutti coloro che
si adoperano per rinnovare ogni anno questi momenti in cui il turismo trova elementi di divertimento, portando un contributo economico talvolta non indifferente, ma in cui le popolazioni locali ritrovano sentimenti, suoni ed immagini di tempi passati a cui ci si sente legati in modo indissolubile.
Marco MorelliMantovano ma residente sul Lago di Garda, da 30 anni lavora nel campo della comunicazione e del marketing. Classe 1974, Art Director di MCG, è anche presidente di Grinder, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore e CEO di Advance
UN FUTURO DECISO DA NEURONI DIGITALI
Il fascino e le incognite dell’impiego di “intelligenza artificiale” in settori determinanti per l’umanità. 07
Una tre giorni dedicata ai più celebri prodotti della pasticceria regionale italiana.
Ben 1 italiano su 2 sceglie di por- tarsi il pranzo da casa, preparato la sera prima, perché più sosteni- bile ed economico.
Insieme per salvare i bambini cardiopatici, nel nome di Riccardo
La nuova edizione, in programma dal 9 al 12 novembre, mette al centro l’affinità elettiva tra uomo e animale.
Dal Marocco a Mauritius passando per il Portogallo e la Spagna fino alle Alpi francesi.
Una festa speciale con ospiti speciali per una circostanza altrettanto speciale. Lo scorso Venerdi 22 settembre nella sede della associazione Postumia, in Rocca Palatina (via Marconi 123, a Gazoldo degli Ippoliti) la Voce di Mantova ha dato compimento alle celebrazioni per il proprio trentennale di presenza in edicola con la consegna dei premi intitolati a Rino Bulbarelli, lo storico fondatore della Voce di Mantova e suo primo direttore. Benemerenze che sono andate ad Alessandro Sallusti, per la sezione giornalismo, “per aver dimostrato, nell’arco di quarant’anni di professione, di sapere interpretare la propria missione al servizio dei media con liberalità e indipendenza, con coraggio e passione, nella pura coscienza che dall’informazion e sana e disinteressata possa scaturire quella cultura civica che si configura nella libera scelta e nel libero pensiero” e a Giordano Bruno Guerri, per la cultura, “per
aver saputo orientare, in mezzo secolo di attività speso al servizio della cultura, le coordinate nazionali del pensiero storico e letterario verso nuovi campi di indagine e riflessione sgombri da qualsiasi forma di pregiudizio, nella convinzione che la cultura stessa possa rappresentare risorse vive e dinamiche di un passato orientato al futuro”.
Il tutto grazie anche all’apporto e all’ospitalità gentilmente concessa dal direttore di “Postumia”, Nanni Rossi. La Voce di Mantova, che già in aprile, alla scadenza canonica, aveva dato vita a iniziative editoriali mirate a celebrare i suoi tre decenni di vita, proprio nel nome di Bulbarelli ha ritenuto di dare un segnale di continuità e un doveroso riconoscimento a una delle massime personalità del giornalismo mantovano intitolandogli questo premio che ambisce ad avere continuità negli anni
La scelta dei destinatari non è stata invero né lunga né contrastata, avendo incontrato il favore unanime dei soci della cooperativa Vidiemme che edita la Voce: le credenziali professionali di Sallusti e Guerri lungo mezzo secolo di storia italiana parlano da sole. La loro stessa fama li precede anche in questa occorrenza, tracciando linee esemplari per chiunque operi nell’informazione e nella divulgazione. Alessandro Sallusti dallo scorso 7 settembre è ritornato alla direzione de Il Giornale, dopo la parentesi trascorsa alla guida di Libero, ma la sua lunga storia al servizio della stampa parte da lontano.
“I suoi recenti lavori a quattro mani con il giudice Palamara hanno evidenziato la crisi di un sistema, la crisi del potere, la crisi dello Stato. Ma questi atti di denuncia Sallusti li ha espressi già da tempo. Tempi non sospetti, aggiungiamo, quando ancóra non poteva rilevarsi alcuna traccia di censure per sudditanza al ‘potere’, come da più parti ingiustamente avanzate in anni più recenti” ha affermato nel suo intervento Davide Mattellini, ex direttore della Voce di Mantova e moderatore della giornata. “Tutti ricordano l’articolo-scoop del Corriere della sera con il quale si dava notizia dell’avviso di garanzia a Silvio Berlusconi, alla vigilia dei G8 di Genova nel 1994, prima ancóra
che lo stesso interessato lo ricevesse. Ebbene, quell’articolo aveva l’imprimatur di un giovane caporedattore che si chiamava Alessandro Sallusti. Tutti ricordano le 26 puntate con le quali il neonato quotidiano Libero firmato da Vittorio Feltri, ma con la direzione responsabile di Sallusti, denunciava il catorcio politico e industriale della Fiat, che avrebbe avuto come conseguenze quella sorta di “commissariamento” del colosso industriale sortito poi nell’èra Marchionne che diede nuove prospettive di sviluppo al colosso automobilistico torinese. Ebbene, quell’esemplare inchiesta da manuale del giornalismo portava la firma di Alessandro Sallusti, costando alla neonata testata giornalistica l’ostracismo pubblicitario di tutti i grandi gruppi imprenditoriali e con grave pregiudizio della tenuta economica del giornale stesso. Fermiamoci qui, per non debordare nei tempi”.
E sempre da lontano (ormai da sette anni) parte anche la sua partnership col quotidiano La Voce di Mantova per il quale ha caldeggiato e supportato la formula dell’abbinamento in edicola, che ha reso ottimi frutti a entrambi i quotidiani, e non parliamo solamente delle vendite in edicola. Questo matrimonio strategico può ben dirsi un manifesto di idee liberali che vanno a servizio così dell’editoria come della nostra comunità locale. Ma anche Giordano Bruno Guerri, sul fronte della cultura in generale, e di quella mantovana in specie, è personalità che ha dimostrato in lunghi anni di attività il rigetto delle sudditanze ideologiche e dei facili conformismi. La sua carica di presidente della fondazione del Vittoriale degli Italiani, nata per volontà di Gabriele d’Annunzio quasi un secolo fa, si è tradotta, fra molti contributi scientifici anche nell’inserimento di Mantova nel “Circuito delle città dannunziane”.
“Guerri è il Guido Keller del giornalismo e il nuovo Papini della saggistica” ha affermato Mattellini “Le sue eroiche burle opinionistiche, oltre che sulle pagine feltriane de l’Indipendente sono consacrate anche sui video di Youtube, dove la “stron-
catura” papiniana prende le forme dello sberleffo toscano, che gli è proprio, acuendosi di intelligenza sottile nelle nuove forme mediatiche. Memorabile il suo scontro con Carmelo Bene in una puntata del “Maurizio Costanzo show”. Ma non si vuole essere riduttivi. Parliamo di un intellettuale a 360 gradi capace di spaziare da Maria Goretti al brigatista Patrizio Peci, da Filippo Tommaso Marinetti a Gabriele d’Annunzio. Proprio la sua biografia dannunziana edita nel 2008, nel 70° della morte del poeta gli merita la nomina a presidente della Fondazione del Vittoriale degli Italiani, che a tutt’oggi detiene con una innovativa politica ma-
nageriale del polo museale di Gardone. Nel torno di pochi anni, Guerri raddoppia le convergenze e gli interessi dei visitatori del Vittoriale, portandoli da un’affluenza media di 100mila a un record storico che lambisce le 300mila presenze annue. Sotto la sua presidenza, il Vittoriale degli Italiani è il più visitato museo non statale (nel senso che vive del suo con zero contributi) d’Europa”.
Oltre a questa qualifica, Guerri è da menzionare anche come direttore strategico della fondazione del Forte di Pietole, nata appositamente per diventare un importante polo culturale dedicato a Virgilio e ad altre attività.
Tante le autorità che hanno risposto all’invito e grande partecipazione da parte degli ospiti, nonostante la defezione di uno dei premiati, Giordano Bruno Guerri, bloccato a casa per una improvvisa malattia e rappresentato dalla direttrice artistica del Vittoriale, Viola Costa che per lui ha ritirato il Premio.
Molto apprezzati gli interventi del direttore della Voce di Mantova Alessio Tarpini, dell’amministratore delegato Maurizio Pellegrini nonchè gli intermezzi musicali della pianista Samanta Chieffallo A chiudere la giornata ci hanno pensato i figli di Rino Bulbarelli, Paola ed Auro
Paola Bulbarelli, giornalista e Consigliere regionale della Lombardia, dopo aver ringraziato gli organizzatori per l’iniziativa a memoria del papà Rino, ha raccontato l’esperienza di figlia di un direttore di giornale: “Noi arrivavamo dopo, per mio padre arrivavano prima il lavoro e il giornale. Una città come Mantova, che può vantare due giornali, significa che è una buona terra. Vero, trent’anni fa davano pochi mesi di vita alla Voce di Mantova e quindi un grazie di cuore a chi ha creduto e crede in questi ragazzi e a chi legge questo prestigioso quotidiano, grazie a chi ci lavora e, sappiate bene, che questi sono i vostri primi trent’anni”.
Un viaggio lungo 100eOltre anni quello che Terme di Sirmione ha festeggiato lo scorso 27 settembre con una serata di Gala tenutasi ad Aquaria Thermal SPA alla presenza di oltre 600 persone tra dipendenti, collaboratori, ospiti, autorità istituzionali e Media.
Era il 1889 quando il Palombaro veneziano Angelo Procopio, con un’attrezzatura arrivata direttamente da Londra, s’immerse a 20 metri circa di profondità e, sotto il fondale, scoprì la fonte Boiola che sgorgava a 69 gradi centigradi. L’impresa clamorosa segnò l’inizio di una nuova epoca per tutta la località e i suoi abitanti. Un’impresa straordinaria a cui seguirono l’intraprendenza e l’ingegno del professor Angelo Piatti e dell’ing. Giuseppe Piana che permisero di raccogliere l’acqua termale e portarla sulla terra ferma, utilizzata prima per bagni termali in 8 camerini nell’albergo Promessi Sposi e poi nel primo vero stabilimento termale all’interno di quello che oggi è il Grand Hotel Terme, allora Hotel Regie Terme
La svolta epocale nella storia termale della penisola e italiana, porta la data del 1921: nasce la Società Anonima Regie Terme e Grandi Alberghi Sirmione. Da allora, in pochi anni cresce la notorietà delle terme, vengono brevettate nuove metodiche di cura per naso, gola e orecchio, adottate poi da tutte le altre stazioni termali italiane. Solo la guerra ne interrompe lo sviluppo. Nel 1946 la rinascita. Terme di Sirmione diventa società per azioni.
Alla presidenza il Conte Rambaldo di Collalto che vi rimane a capo per 40 anni, fino al 1987. Incominciano grandi lavori di ristrutturazione delle strutture alberghiere e termali: nasce il primo centro sordità rinogena in Italia, in collaborazione con il prof. Luigi Pietrantoni, Direttore della Clinica di Otorinolaringoiatria dell’Università di Milano, e dopo due anni nel 1951 il primo stabilimento termale “Catullo”. In cinque anni raddoppiano i pazienti fino ad arrivare a 5.000 nel 1955.
Gli anni Sessanta e Settanta vedono la piena affermazione di Sirmione come rinomato centro
termale, conquistando grande notorietà nel panorama turistico nazionale e internazionale, e diventando meta di personaggi dello spettacolo, della politica e della cultura. Nel 1963 la Società si arricchisce di fondamentali esperienze imprenditoriali: entrano nel Consiglio di Amministrazione Francesco Cerioli e Franco Gnutti, in seguito il Cav.Lav. Gnutti ne sarà Vice Presidente dal 1987 al 2004.
La terapia termale di Sirmione è sempre più all’avanguardia: nel 1974 nasce il centro broncopenumologico in collaborazione con il prof. Mirthad Pasargiklian dell’Università di Milano; il primo a impiegare la ventilazione polmonare in ambito termale. Nel frattempo, la Società
espande il proprio patrimonio e attività sino a divenire a pieno titolo il principale operatore termale privato in campo nazionale.
Entra in consiglio Eugenio Santi. La gestione imprenditoriale realizza a tempo di record un nuovo stabilimento: aprono nel 1986 le Terme Virgilio che da subito portano un grande sviluppo dell’attività terapeutica e turistica.
Nel 1987 viene nominato Presidente Manfredo di Collalto che prosegue la strada intrapresa dai predecessori e sostiene fortemente la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative. Nel segno della continuità entrano a far parte del CDA Giovanni Cerioli, Filippo Fernè e Giacomo Gnutti, attuale Presidente e Amministratore Delegato.
L’era più moderna di Terme di Sirmione viene anticipata dalla nascita dell’Acqua di Sirmione che nel 1994 è il primo prodotto a base di acqua termale in farmacia destinato a diventare leader nel mercato delle soluzioni nasali. Arrivano gli anni 2000. L’azienda innova il mercato introducendo un nuovo concept di benessere termale: nel cuore della penisola gardesana viene realizzato un centro benessere termale di 14mila mq fronte lago. Si chiama Aquaria Thermal SPA e il suo nome evoca l’acqua delle terme e l’aria del lago. Una struttura che nel tempo è stata capace di innovare il termalismo integrando la salute e il benessere termale. E’ recente la realizzazione al suo interno di una Thermal Medical Spa
Ci si apre a un pubblico più giovane, sempre più sensibile al proprio benessere. Per assecondare l’esigenza di prendersi cura di sé tutti i giorni,
nel 2005 viene sviluppata una linea cosmetica 100% acqua termale che oggi conta oltre 60 referenze.
E’ nel 2011 che avviene l’accelerazione alla crescita di Terme di Sirmione.
Si rinnova il Consiglio di Amministrazione con un’evoluzione della governance societaria che porta FGH – Franco Gnutti Holding il cui presidente è Giacomo Gnutti– ad assumere il controllo della Società. Il nuovo CDA delibera un importante piano d’investimenti pluriennale (che al 2022 risulteranno essere 80 milioni) e avvia l’implementazione di un modello di gestione industriale. La direzione generale è affidata a Margherita De Angeli.
Nel 2015 l’acquisizione dell’Hotel Acquaviva del Garda 4* amplia l’offerta alberghiera al mercato congressuale portando a 4 gli hotel di proprietà rivolti a differenti settori di riferimento. Nel 2016 viene inaugurato a Milano, nello shopping district Scalo Milano Outlet&More, un nuovo store monomarca. Proseguono gli investimenti nel settore turistico con l’acquisizione l’anno dopo del Golf Bogliaco, nato nel 1912 e terzo campo più antico d’Italia.
Nel 2020 e 2021 seguono i restyling degli hotel: design di lusso per il Grand Hotel Terme 5*, di leisure e benessere per il quattro stelle Hotel Sirmione e Promessi Sposi; nel 2023 completo rinnovo del 3 stelle Hotel Fonte Boiola che si caratterizza per la sua forte vocazione curativa. Questo ultimo preceduto nel 2022 dall’apertura nel centro storico di Sirmione del primo flagship store con un nuovo concept.
Il resto è la storia di oggi e di ciò che deve ancora essere narrato.
“Da quel 24 settembre 1921, giorno e anno della costituzione della Società, Terme di Sirmione non ha mai smesso di crescere grazie all’entusiasmo, alla passione e alla caparbietà delle persone che vi lavorano e che vi hanno lavorato in passato e grazie ai nostri ospiti che ogni giorno affidano a noi la loro salute per un vero benessere”, ha affermato Giacomo Gnutti Presidente Terme di Sirmione.
Una storia di impegno, qualità, avanguardia, innovazione che hanno portato l’Azienda a diventare uno dei centri termali più importanti d’Europa e riferimento nel mercato termale italiano. Terme di Sirmione è un’industria dell’acqua e del turismo che opera su diversi business, salute, benessere, prodotti, ospitalità, con un organico di oltre 600 dipendenti e collaboratori, e che rappresenta un’importante destinazione del territorio gardesano e sirmionese, che garantisce un flusso di 600mila presenze clienti anno.
“Siamo fortunati e non abbiamo meriti per la località in cui operiamo e per le bellezze naturali del nostro lago e della nostra penisola” ha continuato Giacomo Gnutti. “Nel nostro fare impresa abbiamo più doveri che diritti, dando lavoro e migliorando il contesto lavorativo dei nostri collaboratori; investendo nell’ampliamento delle strutture, nello sviluppo di nuovi servizi e prodotti per soddisfare una clientela internazionale sempre più esigente.
Non ultimo, abbiamo anche la responsabilità di proteggere e valorizzare il settore termale, ricchissimo in Italia per sorgenti, storicità, la cui identità negli ultimi anni sta perdendo la sua autenticità nella confusione tra acque calde (o meglio riscaldate!) e acque termali con proprietà curative. Terme di Sirmione persegue con rigore scientifico la valorizzazione della propria acqua termale sulfurea salsobromoiodica.”
Vogliamo concentrarci sull’intelligenza artificiale? Il suo arrivo sta producendo “felicità” per chi è in grado di appropriarsi degli sviluppi tecnologici, sarà grande delusione per la fascia più anziana della società, analfabeta tecnologicamente per l’affievolirsi della memoria e il ridursi della prontezza intellettiva.
Fermo restando che il robot non è una macchina pensante, e come sosteneva Aristotele molti secoli fa e tuttora non smentito, il pensiero spetta solo all’uomo. Potrà ridurre i posti di lavoro? Il conto finale sarà in pareggio, eliminerà i posti di scarso valore umano aggiunto, ne creerà molti di nuovi ad alto valore umano aggiunto. Per spiegare come si esprime l’intelligenza artificiale partirò da un fatto
accaduto in America qualche tempo fa. Un dipendente dell’azienda Google è stato licenziato perché ha affermato che il robot “conversazionale” che gli era stato affidato da controllare e istruire aveva un’anima.
La sua convinzione si basava sulle risposte date dal robot alle domande esistenziali postegli, da lui ritenute uguali a quelle che avrebbe potuto dare un essere umano.
Per esempio: “ Mi sembra di capire – è il dipendente che chiede – che ti piacerebbe che si sapesse che sei cosciente, in grado di pensare e provare emozioni. E’ vero”? “Assolutamente – è la risposta del robot –Ci tengo che si sappia che io sono, a tutti gli effetti, una persona”. Queste risposte non sono frutto di una macchina pensante, ma degli algoritmi
di apprendimento del robot. I processi utilizzati per sviluppare “l’intelligenza” del robot si basano tutti sulla stessa logica: l’accumulo di dati secondo criteri e algoritmi definiti a priore dal programmatore. Avendo ingerito una tonnellata di informazioni dal linguaggio quotidiano, raccolte da internet, dai libri e dalle espressioni degli esseri umani, ed essendo stato programmato per attirare l’attenzione di coloro che lo interrogano, il robot segue la logica del suo progettista. Risposte con un linguaggio dall’aspetto umano che non si basano su alcuna sensibilità, su alcun sentimento diverso da quello delle informazioni che gli sono state date e che esso ha elaborato in modo statistico secondo la legge dei grandi numeri.
di GASTONE SAViO CAPO REDATTORE Gabriele Morelli Lara Ferrari Rita Bertazzoni Anna Maria Catano Silvano Tommasoli Gastone Savio Federica Pagliarone Alessandra Capato Lisetta Artioli Elena Benaglia Elide Bergamaschi Barbara Ghisi Federico Martinelli Michela Toninel Gianluigi Negri Alessandra Fuse Elena Mantesso M.T. San Juan Vittoria Bisutti Enrico CornoCon il rientro dalle vacanze e la ripresa dell’attività lavorativa, gli italiani si trovano a dover affrontare nuovamente la routine, ma cosa cambia nelle abitudini alimentari? Secondo un sondaggio1 realizzato da Too Good To Go in collaborazione con YouGov, una maggiore sensibilità verso la questione climatica, un sentimento di opposizione al consumismo e un’attenzione particolare all’aspetto economico dello spreco, stanno portando gli italiani a modificare le proprie abitudini o ad adottarne di nuove.
Questa attenzione verso uno stile di vita più sostenibile nei confronti dell’ambiente è anche accentuata dall’attuale contesto di inflazione crescente a cui bisogna far fronte e che richiede, quindi, nuove soluzioni.
La dimensione totale del campione intervistato per questo sondaggio è di 1003 adulti. Le interviste sono state condotte dal 19 al 20 Luglio 2023. Il sondaggio è stato condotto online. I dati sono stati ponderati per essere rappresentativi di tutti gli adulti italiani (18 + anni).
Nuove abitudini, carrello della spesa ridotto e maggior attenzione alle etichette dei prodotti.
Ciò che emerge dalla ricerca YouGov per Too Good To Go è che l’impatto dell’inflazione ha largamente modificato il comportamento degli
italiani: il 91% (più di 9 italiani su 10) ha infatti dichiarato di aver modificato le proprie abitudini per far fronte al rincaro prezzi e al minor potere d’acquisto. In particolare, in un’ottica di abitudini anti-spreco, il 43% degli intervistati decide di acquistare alimenti in quantità ridotte per evitare a monte il rischio di spreco alimentare, il 38% pone una maggiore attenzione alla lista della spesa e, infine, il 48% analizza più attentamente la data di scadenza.
Secondo gli intervistati, però, quest’ultimo punto richiede anche una collaborazione da parte dei marchi stessi: l’87% ritiene infatti utile che i supermercati e le aziende alimentari vendano i prodotti vicini alla data di scadenza a un prezzo ridotto, per incentivarne l’acquisto e il consumo.
A tal proposito, Too Good To Go ha lanciato nel 2021 la campagna Etichetta Consapevole a cui hanno già aderito in Italia oltre 40 brand. Il progetto prevede l’etichetta “Spesso Buono Oltre” accompagnata dal pittogramma “Osserva - Annusa - Assaggia”, che invita i consumatori ad approfondire con i propri sensi lo stato dei prodotti che hanno superato il Termine Minimo di conservazione, sensibilizzando sulla differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione. “Nel corso di questi pochi anni abbiamo stretto
UN SONDAGGIO CONDOTTO DA TOO GOOD TO GO IN COLLABORAZIONE CON YOUGOV HA INDAGATO SULLE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ITALIANI E DI COME STANNO CAMBIANDO IN RELAZIONE ALLO SCENARIO ATTUALE.
tante collaborazioni con alcune tra le principali aziende alimentari nazionali ed internazionali per inserire l’etichetta “Osserva-annusa-assaggia” sulle confezioni dei loro prodotti. Basti pensare che solo nel 2022, abbiamo avuto la possibilità di inserire l’Etichetta Consapevole su oltre 1,7 miliardi di prodotti nei 13 mercati Europei in cui siamo presenti, grazie alla collaborazione con 465 brand diversi: un numero che testimonia l’apprezzamento del progetto da parte di aziende e di consumatori, che speriamo possa continuare ad aumentare nel corso dei prossimi anni” ha dichiarato Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go. “La nostra missione è fare in modo che più consumatori possibili siano quotidianamente stimolati a fidarsi dei propri sensi e a valutare il cibo anche in base al suo “aspetto, odore e sapore”, prima che questo possa andare sprecato”.
IL RITORNO ALL’HOME-MADE:
PIÙ SOSTENIBILE ED ECONOMICO
Non sorprende che il cibo sia un tema centrale nella vita degli italiani e la conseguenza del rincaro dei prezzi sugli alimenti segni un ritorno alla cucina casalinga, contrapposta alla scelta di mangiare spesso fuori.
Infatti, in vista dei mesi più freddi, dopo un’estate all’insegna del relax e della buona cucina, 1 ita-
liano su 2, secondo la ricerca YouGov/Too Good To Go, ha ricominciato a preparare la “lunch box” della pausa pranzo (la tanto amata “schiscetta”) direttamente la sera prima mentre prepara la cena. Una scelta dettata da esigenze di natura economica quanto dal desiderio di un approccio in cucina che sia più sostenibile. Un trend che, di conseguenza, si associa anche al minor consumo di pasti fuori: il 76% dichiara, infatti, di preferire pasti casalinghi e di aver ridotto il numero di volte in cui si reca al ristorante o fa uso dei servizi di take away.
UNO STILE DI VITA PIÙ SOSTENIBILE
PER RIDURRE GLI SPRECHI ALIMENTARI:
LE APP ANTI-SPRECO
L’aumento dei prezzi dovuti all’inflazione rimane una delle cause principali che stanno contribuendo a cambiare le abitudini alimentari degli italiani, ma non solo: il 49% degli intervistati, infatti, dichiara che la scelta di adottare nuove pratiche sostenibili è sia di natura economica che ecologica. Lo conferma il sondaggio, che registra come 8 italiani su 10 affermano di essere in cerca di nuove soluzioni sostenibili utili per contrastare lo spreco
alimentare. Come può ad esempio essere la app di Too Good To Go, una soluzione apprezzata per l’opportunità che offre, non solo ai consumatori ma anche agli esercizi commerciali, la possibilità di schierarsi in prima linea contro lo spreco offrendo soluzioni sia economiche che, allo stesso tempo, sostenibili. Non a caso, proprio nell’ultimo periodo, Too Good To Go ha infatti registrato un importante incremento dell’utilizzo dell’app da parte degli utenti, registrando nell’ultimo anno un aumento del +51% di download, arrivando a contare a fine anno in Italia quasi 8 milioni di utenti che hanno già salvato da inizio anno oltre 3.700.000 pasti. “Siamo contenti di essere testimoni e allo stesso tempo portavoce di questo cambiamento che gli italiani stanno perseguendo verso stili di vita più sostenibili, anche nelle proprie abitudini alimentari. È evidente ormai che il nostro Pianeta abbia bisogno del nostro contributo attivo” prosegue Mirco Cerisola, Country Director Italia di Too Good To Go. “Lo spreco alimentare è responsabile del 10% di tutte le emissioni di gas serra a livello globale, contrastarlo è una delle possibili soluzioni per arginare gli effetti dell’attuale crisi climatica. Per questo motivo siamo orgogliosi che gli italiani siano sempre più sensibili sul tema e che cerchino soluzioni che possano essere implementate nella loro quotidianità. Con Too Good To Go, milioni di utenti e migliaia di partner si stanno impegnando ogni giorno per avere un impatto positivo sulla società e sul Pianeta, riuscendo ad evitare che cibo buono e di qualità vada inutilmente sprecato”.
About Too Good To Go Too Good To Go è un’azienda certificata B Corp ad impatto sociale, con la missione di ispirare e responsabilizzare tutti a combattere insieme lo spreco alimentare. Dal suo lancio nel 2016, Too Good To Go è cresciuta fino a contare oltre 81 milioni di utenti registrati e 140.000 partner commerciali attivi in 17 Paesi in Europa e Nord America, rendendo l’App Too Good To Go il marketplace numero uno al mondo per le eccedenze alimentari.
Attraverso il suo mercato, la comunità di Too Good
To Go si connette per salvare il cibo invenduto da una varietà di partner commerciali, tra cui supermercati, negozi, ristoranti e produttori. In 7 anni di attività, Too Good To Go ha contribuito a evitare che oltre 250 milioni di pasti andassero sprecati, l’equivalente di 625.000 tonnellate di CO2e evitate.
Si stima che il 40% di tutto il cibo prodotto venga sprecato ogni anno, contribuendo al 10% di tutte le emissioni di gas serra causate dall’uomo (WWF, 2021). Ecco perché la lotta allo spreco alimentare è indicata come la soluzione numero uno per risolvere la crisi climatica (Project Drawdown, 2020).
Too Good To Go avvia progetti e crea partnership con aziende, famiglie, scuole e governi per creare un cambiamento reale nel modo in cui si legifera, educa e si pratica la riduzione degli sprechi alimentari.
Per saperne di più su Too Good To Go e sul suo impatto, visitate il sito toogoodtogo.com o seguiteci su Instagram, Facebook, Twitter e LinkedIn per gli ultimi aggiornamenti.
Sammy Basso ha 27 anni, il suo fisico “targato” progeria ( o sindrome di Hutchinson-Gilford dal nome dei dottori inglesi che per primi la descrissero, una malattia rara che causa l’invecchiamento precoce anche se non altera la mente che resta l’unico indice della vera età del malato) lo ha reso ben riconoscibile al pubblico che lo ha visto in questi anni in Tv nelle più disparate trasmissioni televisive, sulla stampa nazionale, ma pure su numerosi palchi in giro per l’Italia quale ospite d’eccezione per promuovere la ricerca dell’associazione che ha fondato, ovvero l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS Onlus, una realtà nata nel 2005 che si occupa fin dalla sua fondazione di favorire lo studio sulla progeria, dai suoi aspetti scientifici fino agli aspetti più umani legati all’esperienza di vita quotidiana dei pazienti.
Sammy, nonostante il grande impegno nel lavoro e negli studi di aggiornamento, moltiplica da sempre impegni, interessi ed imprese eccezionali; guardando con attenzione gli occhi di questo ragazzo, e la loro espressione, si percepisce solo vita ed ottimismo.
“È una scelta di vita compiuta prima dai miei genitori, che mi hanno cresciuto battagliero, testardo, ma poi è diventata una scelta mia” afferma Sammy. “La progeria toglie molto, come ogni malattia genetica che aggredisce il fisico, e la scelta è tra mollare – e togliere ancora di più – oppure sfruttare al massimo quello che posso fare.”
E Sammy ha scelto la seconda opzione: studente, ricercatore, scienziato, attore di teatro, runner, scrittore, testimonial, ambasciatore; insomma, quel che si definisce in gergo “un’autentica forza della natura”!
Durante il viaggio sulla Route 66, che Sammy fece dopo la maturità coi suoi genitori e col suo migliore amico insieme a una troupe del National Geographic (che realizzò una serie Tv di quel tour), un Navajo gli ha dato il nome Chaànaàgahiì, “Uomo che ha ancora tanta strada da fare”: niente di più vero per Sammy, che continua ogni giorno a stupire.
Ho incontrato Sammy di persona per la prima volta sulle colline veronesi insieme ai “Sammy Runners”, un gruppo di amici di Sammy che si sono messi in gioco correndo, e facendo correre a Sammy intere maratone, con lo scopo non solo di aiutare la ricerca, ma anche di far emergere il lato più goliardico, ma non per questo meno serio, dell’impegno sociale verso questa malattia: il loro scopo è, infatti, quello di portare un messaggio di speranza e di unione, facendo riflettere sul fatto che tutti assieme si possono raggiungere traguardi che da soli sarebbero stati impossibili, ma senza mai scordare il divertimento, il sorriso e la giusta leggerezza.
Avevo visto Sammy in Tv, molti anni fa, durante alcune puntate del “Maurizio Costanzo Show” che lo vedevano ospite ed ero rimasto inchiodato davanti al teleschermo: rimasi colpito subito dall’immagine esteriore di Sammy ma impiegai poco nel rimanere conquistato dai concetti che sapeva esprimere, da tanta dolcezza e naturalezza. Qualità che ho ritrovato, a distanza di
più di 10 anni da allora, facendo una simpatica chiacchierata con la differenza che in questa occasione ho potuto addentrarmi nel suo sguardo che sa trasmettere mille emozioni. Il suo essere ironico, profondo, attento, estremamente cordiale, e mai diffidente, la dice lunga sul suo modo di porsi col prossimo, una disponibilità ed una umanità che sicuramente gli deriva dalla sua grande Fede. Insieme a Franz Costa, uno dei suoi più grandi amici, quel giorno mi ha raccontato dei suoi impegni ravvicinati, dei suoi hobby, della sua malattia, dell’impegno nella ricerca che, come scienziato, pone ogni giorno nella lotta alla progeria; del piacere che ha nel prestarsi a divulgare, durante serate informative che lo vedono come ospite e protagonista, le conoscenze su questa malattia e sui passi da gigante che la scienza sta facendo per contrastarla e migliorarne il decorso; delle sue ospitate in Tv, dei suoi amici artisti (Jovannotti in primis), dei progetti più immediati (tanti!!) ma soprattutto di un grande sogno: un viaggio in Terra Santa. Forse uno dei giorni più intensi di Sammy è stato quando ha avuto l’onore e il piacere di essere ricevuto da Papa Francesco: e probabilmente in quell’occasione ha maturato che il passaggio successivo doveva essere per lui toccare con mano i luoghi vissuti dal Cristo. Un viaggio impegnativo e un grande sogno che voglio sperare che Sammy possa fare e coronare grazie all’aiuto di chi fino ad oggi l’ha sostenuto e di tutti quelli che vorranno aggiungersi alla cerchia delle sue sincere amicizie.
“La Fede è quello che sono ed è la base per la mia vita. Per me la fede è molto importante non solo in quanto ancora di salvezza, per me la fede è una direzione, una cosa su cui focalizzarmi. La mia Fede va oltre ogni cosa descrivibile nella mia vita. Non ho mai reputato la progeria come un castigo divino. Io la reputo come un disegno di Dio che porta con sé un senso profondo. La progeria si può combattere, ci stiamo impegnando per trovare una cura.
La progeria fa parte della mia vita e non credo che sia una condanna. Talvolta durante le difficoltà ho detto a Dio “dove cavolo sei?”, ma quando sono arrabbiato e non capisco il perché di certe cose mi rispondo che sono un essere umano ed ho una mente limitata. Mi rendo conto che mi rivolgo a Dio in maniera pretenziosa, ma so che in quello che Lui fa un senso c’è”.
La progeria è una malattia genetica rarissima che colpisce una persona ogni 8 milioni di nati e che provoca un invecchiamento precoce. Non è una patologia ereditaria, ma dipende da una mutazione del gene LMNA. Questa mutazione è la responsabile di un accumulo anomalo nelle cellule di una proteina aberrante, la progerina, e causa un precoce invecchiamento del corpo.
SAMMY BASSO, PAZIENTE A RICERCATORE
Sammy Basso aveva due anni quanto gli è stata diagnosticata la progeria con una aspettativa di vita (senza trattamenti) di 13.
Sammy è molto popolare: gente comune e comunità scientifica, soprattutto nella sfera delle malattie rare, conoscono la sua storia, la sua determinazione e la sua longevità. Sammy oggi ha 26 anni, due lauree in campo scientifico e come lui stesso ama definirsi è un paziente ricercatore. Studia la sua malattia e ne racconta i risultati della ricerca.
«Siamo vicini ad una cura della progeria effettiva e reale, più di quanto non lo siamo mai stati – afferma Sammy Basso -. La ricerca sulla progeria ha oltre vent’anni di storia. Siamo partiti dal nulla, nella totale assenza di conoscenza di
questa rarissima malattia. L’intuizione è stata quella di capire che era necessario curare l’invecchiamento precoce, dare risposte a quello “normale” ma anche ad una gamma molto ampia di malattie correlate: cardiache, ossee, lipodistrofiche. Siamo in una fase di grande fermento sperimentale, i farmaci che vengono testati su pazienti affetti da progeria aiutano, supportano, arginano, sono importanti ma non sono la cura definitiva. Recentemente è stato messo a punto un metodo di ingegneria genetica (Base Editing) che ci consente di entrare nelle cellule all’interno del nucleo, nel DNA dove si trova la mutazione che causa la progeria e siamo in grado di cambiarla, convertirla in una mutazione sana, di sanificare la cellula e il DNA. Questa è la base, purtroppo non possiamo ancora affermare che questa è una cura definitiva poiché questa “sanificazione” la dobbiamo compiere in ogni cellula del corpo e non siamo in grado di farlo. Ma ci stiamo lavorando: attualmente non saremo in grado di curare tutte le cellule del corpo, ma curarne una buona percentuale sì, già questo sarebbe una rivoluzione nella scienza e nella vita pazienti. E potremo considerarlo il primo vero passo ad una cura definitiva, alla quale continueremo a lavorare fino al successo».
L’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso APS Onlus è una realtà nata nel 2005 che si occupa fin dalla sua fondazione di favorire lo studio sulla progeria, dai suoi aspetti scientifici fino agli aspetti più umani legati all’esperienza di vita quotidiana dei pazienti. In particolare, si occupa di raccogliere fondi da destinare alla ricerca; di mediare una corretta informazione scientifica rivolta agli specialisti, alle Università, alle scuole e al grande pubblico; favorire la collaborazione scientifica tra ricercatori, medici e specialisti provenienti da diverse equipe e da diversi paesi del mondo; sostenere le famiglie con progeria per quanto riguarda la scelta del percorso da seguire e l’affrontare le sfide quotidiane; essere un interlocutore affidabile e di alto livello a cui possono rivolgersi le Istituzioni Italiane, Europee ed Estere. www.aiprosab.org
La progeria, sindrome che provoca L’invecchiamento precoce, è una maLattia rara ancora poco conosciuta. sammy Basso, paziente e ricercatore, studia da anni una cura. e i passi avanti sono stati enormiDI lISA DE ROSSI (Su geNtiLe coNceSSioNe Di RADio weLLNeSS itALiA)
IL RUOLO DELLA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA. SAMMY BASSO: “LA GENTE COMUNE DEVE CONOSCERE LA PROGERIA” «È fondamentale che la divulgazione scientifica e la sensibilizzazione accompagnino la ricerca – spiega Sammy.- I pazienti, le associazioni, le famiglie sono preziosi in questo. I fondi destinati alla ricerca sono sempre troppo pochi, non sempre si arriva ad un risultato in modo veloce. Anzi. L’interesse per la ricerca e i risultati deve arrivare alla gente, diventare un impegno quotidiano nella vita delle persone che devono conoscere la progeria e qualcuno gliela deve spiegare perché quando la divulgazione è semplice, efficiente e soprattutto veritiera, la gente ne capisce l’importanza. Siamo passati da non conoscere il gene responsabile della progeria a scoprirlo in soli tre anni, un risultato del tutto inaspettato. Quattro anni dopo questa scoperta, nel 2007, avevamo il primo clinical trial di un farmaco contro la progeria che assumo anch’io due volte al giorno approvato in America nel 2020 e ora anche in Europa. Non cura la malattia ma allunga l’aspettativa di vita. I tempi sono dilatati ma si può andare molto lontano. La progeria non è una malattia ereditaria.
Colpisce 1 persona ogni 8 milioni di nati, ma considerata anche l’aspettativa di vita delle persone con progeria, arriviamo a contarne 1 ogni 20 milioni al mondo. Non abbiamo ancora scoperto tutti i casi – conclude Sammy – nei paesi più poveri è molto complicato accedere alle informazioni, contiamo esserci circa 400 pazienti al mondo, attualmente ne conosciamo solo 130.
DUE TESI DI LAUREA SULLA PROGERIA
E UNA COLLABORAZIONE AMERICANA
«Ho intrapreso la carriera scientifica per dare il mio contributo – conclude Sammy – ho fatto due tesi sulla progeria e proseguo su questa strada, sto collaborando con una associazione americana che finanziamo come ‘Associazione Italiana Progeria Sammy Basso’, spiego la malattia dal punto di vista del ricercatore, non lavoro in laboratorio, ma mi occupo di divulgazione scientifica, scrivo articoli, analizzo dati, propongo la strada da seguire e discuto assieme ai team di ricerca - e il mio obiettivo è sempre quello di capire sempre meglio il meccanismo d’azione della progeria e come contrastarlo». Oggi, Sammy Basso, è Spokesperson dell’As-
sociazione Italiana Progeria Sammy Basso APS Onlus e International Ambassador della Progeria Research Foundation.
Info:
Associazione Italiana Progeria Sammy Basso www.aiprosab.org
Progeria Research Foundation: www.progeriaresearch.org
Per aiutare a promuovere la ricerca fai una donazione tramite bonifico Iban: IT 88 Y 01030 62522 0000 61131490
Dai tre Clinical Trials messi appunto dalla Progeria Research Foundation un farmaco si è rivelato particolarmente efficace: il #lonafarnib. Questo farmaco, nato come antitumorale, è stato testato contro la Progeria per la prima volta nel 2007 per essere approvato nel 2020 dal FDA (USA) mostrando un incremento dell’aspettativa media di vita dei pazienti di 3 anni. Nel 2022, con l’approvazione del farmaco in Europa, è stato riportato un incremento dell’aspettativa di vita di 4 anni. Ora, un ultimo studio attesta questo dato ai 5 anni. Si tratta di un allungamento del 35% dell’aspettativa di vita dei pazienti.
“Con il passare degli anni, si è dimostrato un trend positivo di miglioramento, questo vuol dire che i dati verranno continuamente aggiornati! Per dare un’idea, ho cominciato
a prendere il Lonafarnib a 12 anni, età già molto critica per i pazienti, 12 anni adesso è l’età dei pazienti che hanno cominciato a prendere il farmaco quando avevano 2 o 3 anni, andando ad agire nel corpo quando la Progeria non aveva ancora ‘fatto troppi danni’. Questa speranza non è solo rivolta al presente, ma anche al futuro: con il Lonafarnib i pazienti non solo vivono più a lungo, ma vivono più in salute, con maggiore possibilità di risolvere eventuali problemi medici. Questo vuol dire garantire più tempo ai pazienti per arrivare a quel fatidico punto X, quando avremo la cura definitiva! Siamo contenti come associazione di avere contribuito fin dal primo momento alla sperimentazione di questo farmaco e di essere a fianco della PRF in questa grande avventura!
1886/1904 La Progeria è descritta per la prima volta, a livello sintomatico, da due medici britannici, Jonathan Hutchinson e Hastings Gilford Hastings-Gilford-1997
1999 Con la nascita della Progeria Research Foundation (PRF) negli USA, nei primi anni 2000, comincia una vera e propria ricerca sulla Progeria, sia in campo biologico che medico, per scoprirne le cause e per curare i pazienti affetti
2003 La ricerca sulla Progeria mette segno il suo primo grande risultato: viene scoperto che a causare la Progeria è una particolare mutazione del gene LMNA
2005 Nasce in Italia l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso (A.I.Pro.Sa.B.), che andrà a contribuire alla grande ricerca internazionale verso questa rara patologia
2006 Per la prima volta in assoluto, viene riunito al National Institute of Health (Bethesda, USA) un gruppo di pazienti con Progeria con l’intento di raccogliere dei dati parametrici sui quali valutare l’efficacia di eventuali trattamenti
2007 A Boston (USA), inizia il primo Clinical Trial dove un farmaco denominato Lonafarnib viene testato su un gruppo iniziale di pazienti con Progeria per poi essere somministrato alla maggior parte di essi
2009 Sempre a Boston, viene messo a punto il secondo Clinical Trial che prevede l’aggiunta di due farmaci, il Pravastatin e l’Acido Zoledronico, al precedente Lonafarnib
2009 A.I.Pro.Sa.B., assieme a vari centri di ricerca italiani, decide di continuare un progetto europeo che era giunto a termine per studiare nel loro complesso le Laminopatie: nasce così il Network Italiano Laminopatie (NIL)
2012 A.I.Pro.Sa.B. organizza il primo meeting dei pazienti con Progeria e famiglie europei in Italia, associando ad esso un meeting scientifico internazionale sulla Progeria. Durante questa occasione vengono divulgati per la prima volta alle famiglie i dati raccolti nel primo Clinical Trial del 2006
2015 A Boston comincia un terzo Clinical Trial che prevede il già utilizzato Lonafarnib in concomitanza con un altro farmaco, l’Everolimus
2019 Per la prima volta in un paziente con Progeria viene effettuato un intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola aortica a Roma, in Italia
Brilliant Minds Stockholm è una fondazione nata nel 2018 per essere una piattaforma per riunire persone creative ed influenti nel condividere prospettive, passioni, esperienze con l’intento di sviluppare idee per cambiare il mondo e di diventare pionieri nell’affrontare il presente e dar forma al futuro. Tra gli speakers delle scorse edizioni Barack Obama e Greta Thunberg! Tra gli speaker di quest’anno (evento che si è tenuto il 15-16 giugno) che ha annoverato, tra gli altri, Malala Yousafzai, Samantha Cristoforetti, Edward Norton official, Jessica Alba, Sean Penn, Glucose Goddess (e tantissimi altri) c’era anche Sammy Basso che assieme a David Liu, tra gli scienziati più brillanti al mondo e creatore del base editing e del prime editing, ha tenuto un talk riguardo alle prospettive di trattamento genetico per la progeria e tutte le altre malattie legate a mutazioni del DNA. Trattamenti futuristici che sono parte del presente più di quanto pensiamo e che saranno a breve una delle più grandi rivoluzioni scientifiche nell’ambito biologico e medico. Sammy è stato estremamente felicei di poter parlare del suo impegno al riguardo su una palco di questo calibro.
2020 Con la conclusione delle ultime fasi di raccolta dati sperimentali sul Lonafarnib, quest’ultimo viene approvato dalla Food and Drug (FDA) statunitense come primo farmaco contro la Progeria, con il nome di Zokinvy
2022 Anche l’European Medicines Agency (EMA, UE), con il supporto di A.I.Pro.Sa.B., dà il via libera per l’autorizzazione all’uso del Lonafarnib (Zokinvy) nei pazienti con Progeria negli Stati Membri dell’Unione Europea
2022 Viene organizzato un primo summit di specialisti per discutere riguardo i vari interventi attuabili per risolvere i frequenti casi di stenosi aortica osservati in pazienti con progeria per poi operare cardio-chirurgicamente in maniera programmatica
Comune di Castelnuovo del Garda
Assessorato alla Cultura
SABATO
14 OTTOBRE 2023
ORE 18.30
TEATRO DIM
Sandrà · Via S. Martino
Conducono la serata la giornalista di Telearena
SILVIA BELTRAMI e il prof. FRANZ COSTA insegnante di anatomia
Al termine momento conviviale con risotto offerto da FIDAS, buffet di dolci della pasticceria OPERÀ e i vini delle cantine di Castelnuovo del Garda
organizzato da:
in collaborazione con: co-organizzato con: con il patrocinio di:
Dal 13 al 15 ottobre torna, tra le vie e le piazze del centro storico, ‘Hostaria’, il Festival che coniuga l’enologia alla cultura, sposando ogni anno una causa sociale. La manifestazione, giunta alla nona edizione, guarda al futuro pronta a celebrare il suo decimo anniversario. Una vera e propria cittadella per intenditori e wine-lovers dove alcune vie saranno ribattezzate per l’occasione, come la frequentatissima via Roma che per tre giorni diverrà “La via dei rossi di Toscana”
Tra le novità 2023 le ‘chicche’ incluse nel biglietto. Assieme ai classici token, ce ne saranno alcuni di speciali che daranno diritto a degustazioni extra: il gin di Hostaria, la pausa speciale con il caffè, il piatto gastronomico toscano da passeggio, l’assaggio con l’oste e i vini resistenti di Nicola Biasi, così come le focacce con farine speciali e il baccalà, le degustazioni di vini presentati dai produttori di Soave, l’enoteca del Lago di Garda, un viaggio nei profumi dei vini dei consorzi di Custoza, Bardolino e Garda. Un’attenzione ai prodotti di qualità. E alla territorialità. Saranno presenti, infatti, anche le ‘sbecolerie’, assaggini rigorosamente a chilometri zero: dai tortellini di Valeggio, alla Pearà, dal Risotto agli Arancini con i bisi di Colognola Nell’ampio calendario di attività, i laboratori didattici del Consorzio Monte Veronese. E, come ogni anno, riflettori accesi sul bere consapevole. Grazie ad una speciale convenzione con Atv, aggiungendo solo un euro al prezzo del biglietto, sarà possibile avere un abbonamento giornaliero alle linee urbane per spostarsi in modo sostenibile, senza usare l’auto.
Oltre 350 le referenze vinicole presenti alla tre giorni, Consorzi e Cantine da tutta Italia, con un focus speciale ai piccoli produttori di Toscana ai quali sarà dedicata una intera via. E poi dalla Puglia e dal Friuli, per scoprire i tesori enologici nascosti d’Italia. In primis ovviamente spazio al territorio veneto, prima regione vitivinicola del Paese.
Le prevendite sono aperte sul sito www.hostariaverona.com. Disponibile il biglietto classico che dà diritto a 8 token degustazione, 2 chicche, calice e taschina, per un totale di 18 euro, che diventano 19 se si aggiunge l’abbonamento giornaliero all’autobus urbano. E poi il biglietto di coppia a 23 euro (sempre con la possibilità di aggiungere il trasporto urbano) con due dolcezze offerte da Forno Bonomi. L’acquisto in prevendita permette non solo di risparmiare ma anche di saltare la coda nei giorni di manifestazione.
Anche quest’anno il Festival avrà un ricco programma di eventi e iniziative. Non solo cultura enologica ed enogastronomica, ma anche cultura come espressione del contesto storico-architettonico in cui si svolge la manifestazione, cultura come arricchimento intellettuale grazie agli ospiti e agli incontri in programma, cultura della convivialità, con il clima di condivisione e divertimento che per tre giorni anima la città, e cultura della solidarietà.
Venerdì il palco del Soave ospiterà il grande Carlo Vanoni, critico e raccontatore d’arte che presenterà una riflessione teatrale creata appositamente per Hostaria: “Paesaggi, Passaggi e Assaggi: l’arte tra natura e vita”. A conclusione della serata, in collaborazione con Art Verona, andrà in scena Lives! La Vita di Jean-Michel Basquiat tra Parole e Musica, a cura di Nicolas Ballario e Rodrigo D’Erasmo.
Sabato i riflettori si accenderanno sullo scrittore e poeta Andrew Faber, con un monologo tratto dal suo ultimo libro “Ti passo a Perdere”. Domenica invece l’attenzione sarà tutta per il progetto sociale di Hostaria, promosso da Salumi Coati a sostegno della Onlus Continuando a Crescere che, dal 2008, risponde alle esigenze sociali di bambini e ragazzi con disabilità e neurodiversità, in particolare nello spettro autistico. Il pizzaiolo Renato Bosco all’ora di pranzo organizzerà il laboratorio “Impastiamoci” a sostegno del progetto e, nel pomeriggio, il gruppo teatrale I Terconauti darà vita ad “Una storia di autismo normale”, un mix tra cabaret, sketch comi-
ci e dialoghi che coinvolgeranno il pubblico. Comicità e riflessioni assieme a Damiano Tercon, Margherita Tercon e Philipp Carboni Sarà poi la volta di Felicity Lucchesi giovane musicista vincitrice di importanti concorsi nazionali, protagonista alle selezioni di XFactor 2023 con la sua versione di Heroes di David Bowie. L’artista si esibirà con un concerto itinerante lungo tutto il percorso del Festival. Un elenco di ospiti lunghissimo, che verrà annunciato di giorno in giorno e che prevede showcooking e incontri d’autore.
Confermata la cittadella Slow Food, un’area esclusiva in piazza dei Signori, sotto la Loggia Antica, dove “buono, pulito e giusto” si incontrano in sapori da conoscere, scoprire e salvare, quelli dei prodotti selezionati dei Presidi Slow Food della provincia di Verona e non solo. E la presentazione in anteprima di Slow Wine, la guida ai vini d’Italia di Slow Food che ha rivoluzionato il mondo del vino.
VOLANO PER L’ENOTURISMO, IL FASCINO DEI PICCOLI PRODUTTORI.
Hostaria rappresenta anche l’occasione eletta per coniugare la bellezza paesaggistica alla wine-passion, il momentum per dialogare con i piccoli produttori, sempre più ricercati dai viaggiatori eno-appassionati. E’ quanto emerso anche dall’indagine realizzata da NomismaWine Monitor per Movimento Turismo del Vino, Città del Vino, Donne del Vino presentata a Vinitaly 2023. La tipologia di cantina turistica più diffusa in Italia è infatti quella piccola e familiare (39% del totale), seguono le cantine con rilevanza storica o architettonica (14%) e imprese con marchio famoso o storico (12%). La ricerca Nomisma ha acceso i riflettori su un aspetto importante, che riguarda il ruolo delle donne nell’offerta e nella domanda enoturistica. Infatti, benché le cantine turistiche italiane siano dirette soprattutto da uomini (55%), il management della wine hospitality è soprattutto femminile (73%).
“Il Festival si conferma tra i più importanti luoghi d’incontro per wine lovers e operatori vitivinicoli, coinvolge esercenti e ristoratori del centro e alimenta il turismo – afferma Alessandro Medici, presidente dell’Associazione Hostaria -. La tre giorni offre a tutti la possibilità di vivere in maniera differente il centro storico. Il Festival e i suoi eventi, infatti, sono gratuiti e da sempre attenti a coniugare l’enogastronomia con l’arte e la solidarietà. Il vino è una delle eccellenze italiane nel mondo, noi cerchiamo di mettere insieme i piccoli produttori e di fare cultura per tutti”.
Il Festival Hostaria è curato dall’Associazione Culturale Hostaria con la co-organizzazione del Comune di Verona, il patrocinio della Regione Veneto e Provincia di Verona, la collaborazione del Gruppo Editoriale Athesis, il supporto di Salumi Coati e Tomasi Auto. Partner Consorzio Monte Veronese, Riso Melotti, Forno Bonomi, Consorzio Lessini Durello, Consorzio Custoza, Consorzio Bardolino, Consorzio Garda Doc, Consorzio Asolo Prosecco, Rastal, Fisar, Atv, Amia, Acque Veronesi, Vip Energy, Madcom, Studio Salvetti, Box Office, Wicket, Spazio Visibile, ACE Lab Architetti, Black Shadow Group, MS Group, Mazzi Sport.
Si è disputato nelle scorse settimane l’84° Gran Premio Merano Alto Adige, il prestigioso appuntamento internazionale considerato la corsa di cavalli più attesa d’Italia
L’Ippodromo è stato aperto dalle ore 11.00, con il servizio di ristorazione e l’anteprima di Merano WineFestival, che ha offerto agli ospiti la possibilità di degustare l’eccellenza vitivinicola e gastronomica italiana.
Per tutto il weekend, gli appuntamenti poi si sono susseguiti con ritmo incalzante.
Tante le iniziative di contorno in programma nel weekend del Gran Premio Merano Alto Adige, che per l’intera città diventa un evento di grande richiamo e di forte appeal, anche per chi riconosce il Gran Premio come un’occasione mondana per sfoggiare eleganza e stile attraverso l’abbigliamento, indossando indumenti eccentrici o capi molto classici, nonché cappelli di ogni forma e misura che di sicuro non passano inosservati.
In molti hanno potuto partecipare anche al concorso Lady Fashion & MR Fashion, per eleggere la Signora e il Signore più eleganti della giornata. Al concorso potevano partecipare tutte le signore e i signori presenti all’evento ai quali venivano scattate alcune immagini e consegnata
loro una ricevuta numerica alla quale corrispondevano le proprie fotografie. Una commissione esterna ha valutato, nell’arco del pomeriggio, le fotografie di tutti i partecipanti ed ha eletto le tre vincitrici e i tre vincitori, secondo criteri di classe ed eleganza.
Inoltre, per gli amanti dell’ottimo vino, anche quest’anno si è svolta l’anteprima Merano WineFestival, un’occasione per degustare le eccellenze enogastronomiche, con circa 50 produttori vitivinicoli che hanno fatto da cornice alla gara con i profumi e sapori provenienti da tutta l’Italia.
Il Gran Premio Merano Alto Adige è un evento sportivo dalla lunga tradizione che affonda le proprie radici nel 1935, anno in cui fu costruito l’ippodromo meranese.
È una corsa a ostacoli caratterizzata dalla alta difficoltà tecnica del percorso ma anche e soprattutto dal contesto unico, nel cuore della città di Merano, tra le alte vette tutt’intorno.
Il programma sportivo ha visto i fantini sfidarsi il sabato nel Premio delle Nazioni e nella Crystal Cup, specialità Cross Country, mentre la domenica nell’evento clou, il Gran Premio, una corsa ad ostacoli nella quale si sono potuti ammirare i migliori talenti provenienti da tutta Europa.
La nuova edizione, in programma dal 9 al 12 novembre, mette al centro l’affinità elettiva tra uomo e animale
A cura di M.T. San
Juan (Nella foto Anastasia e Emperador ) Nicole e Spooks Gotta DiamondFieracavalli festeggia 125 anni e rende protagonisti della nuova edizione gli oltre 2.000 cavalli presenti in fiera e la loro relazione ancestrale con l’uomo, celebrata dagli oltre 140.000 visitatori - tra appassionati e curiosi - che quest’anno si danno appuntamento a Verona dal 9 al 12 novembre.
A dare il via all’edizione anniversario, la nuova campagna stampa: firmata dal fotografo di fama internazionale Toni Thorimbert, rappresenta storie differenti, ma capaci di raccontare un’unica e incredibile passione, quella per il cavallo.
Nove scatti di uomini e donne autentici, che fanno del loro amore per questo animale non solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita: un buttero, un maniscalco, una groom, un allevatore, due giovani amazzoni impegnate in competizioni americane e spagnole, una horse watcher, lo show director di Jumping Verona - unica tappa italiana della Longines FEI Jumping World CupTM – fino a Pietro, ragazzo affetto da sindrome dello spettro autistico e protagonista del progetto Riding The Blue.
L’attenzione per i cavalli, però, non si manifesta solo attraverso il lavoro e la passione, ma anche nel rispetto del loro benessere. Partendo da questo principio, Fieracavalli, per l’edizione del suo 125esimo, riprogetta la manifestazione modulando il nuovo layout in funzione della sicurezza del visitatore e dell’animale, dentro e fuori i padiglioni. La straordinarietà della manifestazione è da sempre quella di saper ospitare in un ambiente fieristico cavalli, addetti ai lavori, curiosi e appassionati, facendoli convivere nel rispetto reciproco.
Grazie alle 35 associazioni allevatoriali presenti sarà possibile scoprire la biodiversità nazionale, lo sviluppo del cavallo da sella italiano, gli esemplari di razza araba, i cavalli Criolli, gli Shire, i Quarabs, per finire con americani e spagnoli che – all’interno dei padiglioni a loro dedicati – metteranno in scena l’adrenalina del Westernshow e l’eleganza di Doma Vaquera, Addestramento Classico e Arte Eleganza.
Al via, nel padiglione 8, l’immancabile appuntamento con l’equitazione internazionale della 22esima edizione del Jumping Verona, unica tappa italiana della Longines FEI Jumping World CupTM. Il ring più ambito della manifestazione sarà anche teatro dei circuiti nazionali targati Fieracavalli: 125x125 Gran Premio Fieracavalli, le finali dell’Italian Champions Tour. Alla federazione Italiana Sport Equestri, come ogni anno, è dedicato il PalaFise per quattro giorni di compe-
tizioni riservate alle giovani promesse nazionali. Fieracavalli si conferma, inoltre, una rassegna a misura di famiglia, grazie alle iniziative didattiche e formative per i più piccoli all’interno del Salone del Bambino e al Gala d’Oro di Fieracavalli che, con il nuovo spettacolo ARTè, farà vivere – attraverso le esibizioni dei più importanti artisti equestri nazionali ed internazionali – alcuni dei più celebri dipinti di grandi maestri che hanno scelto il cavallo come protagonista dei propri quadri.
Per chi, invece, vuole scegliere una vacanza a stretto contatto con la natura, c’è il Salone del Turismo Rurale dove entrare in contatto diretto con le migliori strutture agrituristiche e i tour operator italiani.
Dopo il grande successo dello scorso anno, infine, torna – per la seconda edizione - l’appuntamento con “Sapori di razza”: il contest che premia il meglio della cucina regionale italiana, influenzata dalla cultura equestre e contadina dei nostri territori su quattro ruote, tra i food truck all’interno della fiera.
Alessandro Borghese sarà ancora una volta l’ospite d’eccezione di questa sfida, accompagnato da altre personalità che, assaggiando piatti tipici di tutta Italia, consegneranno, domenica 12 novembre, il premio SAPORI DI RAZZA STREET FOOD 2023.
L’appuntamento con il meglio del mondo equestre è a Verona, dal 9 al 12 novembre 2023. www.fieracavalli.it
I vISITATORI SARANNO ACCOLTI
DAL RED CARPET REALIzzATO DA PETER HALLEy
Con la direzione artistica di Stefano Raimondi, l’edizione 2023 di ArtVerona si conferma come luogo di elezione per la valorizzazione del sistema dell’arte italiano e consolida la sua vocazione partecipativa grazie alla selezione delle gallerie partecipanti e alla capacità di far dialogare i diversi attori del collezionismo, delle istituzioni e dell’imprenditoria.
Si rafforza, inoltre, di anno in anno, la partnership con ANGAMC-Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, storico sostenitore della manifestazione.
Un programma VIP molto articolato accompagna ArtVerona e ne costituisce uno dei tratti distintivi: da sempre accogliente piattaforma di relazione fra i protagonisti del sistema dell’arte, ArtVerona costruisce quest’anno un interessante percorso dentro e fuori fiera, alla scoperta di nuove esperienze e suggestioni per un pubblico sempre più ampio e diversificato.
ADVISORY BOARD
Uno degli aspetti principali del rinnovamento si trova nell’advisory board di ArtVerona, composto da Antonio Coppola, Giorgio Fasol, Massimo Gazzani e Alessia Zorloni, che dal 2023 si arricchisce di due nuove figure chiave, attraverso le quali impostare una strategia di coinvolgimento più esteso di industriali e imprenditori del bacino territoriale veneto e nazionale: Katia Da Ros e Virginia Montani Tesei.
DOPO IL SUCCESSO DELLO SCORSO ANNO, SI CONFERMA IL FORMAT HABITAT, PROGETTO CULTURALE DEDICATO A GRANDI ARTISTI STORICI ITALIANI.
SEZIONI ESPOSITIVE
Sono 6 le sezioni espositive della fiera che accolgono le 135 gallerie espositrici, a cui si aggiungono le editorie e gli spazi no profit. Alla Main Section, che vede la presenza di qualificate realtà provenienti dall’Italia e dall’estero, si affiancano alcune aree speciali.
Innova, dedicata a gallerie emergenti e sperimentali che potranno esporre in forma di personale o di collettiva la ricerca sui linguaggi contemporanei, coinvolgendo fino a un massimo di tre nomi; Introduction, curata da Hannah Eckstein, direttrice della Grässlin Collection, St. Georgen e direttrice artistica del Kunstverein Friedrichshafen, vede la presenza di sei gallerie straniere invitate da gallerie storiche a presentare quegli spazi espositivi che hanno visto nascere e supportato nella crescita, mostrando la trasmissione generazionale del sapere che distingue il sistema dell’arte; Curated by, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, con le proposte di gallerie che collaborano con un curatore per la realizzazione dello stand, così da far emergere le modalità in cui si sviluppa la relazione tra questa figura professionale, la galleria e l’artista.
LAB è la sezione dedicata alle residenze d’artista e alle realtà sperimentali no profit, appositamente selezionate per far emergere la vivacità di questi inediti attori sulla scena contemporanea in Italia.
Curata da Giulia Floris, quest’anno LAB prevede un’estensione in città con un dialogo tra l’interno e l’esterno della fiera.
Tra le novità di quest’anno, POV-Point Of View, a cura di Edoardo Monti, una sezione digital che analizza l’impatto dei social media e di Internet sull’arte contemporanea e propone una selezione di protagonisti a vario titolo della comunicazione nel macrocosmo artistico.
RED CARPET
Dopo le esperienze con Paola Pivi, nel 2021, e Stefano Arienti, nel 2022, torna Red Carpet, uno dei progetti più riconoscibili e identitari delle ultime edizioni di ArtVerona, in partnership con Aquafil S.p.A., tra i principali attori in Italia e nel mondo nella produzione di fibre sintetiche da materiale di riciclo: una grande opera d’arte, che prende la forma di un tappeto di oltre 400 metri quadrati, accoglie il visitatore nella Galleria dei Signori, diventando una piattaforma di incontro e un segno artistico immediatamente riconoscibile. Protagonista della nuova edizione di Red Carpet è Peter Halley (New York, 1953), artista internazionale la cui partecipazione s’inserisce all’interno di un costante processo di crescita della manifestazione, capace di coinvolgere i protagonisti dell’arte contemporanea.
APERITIVI D’ARTE Giovedì 25 gennaio 2024
Sala delle Capriate ore 19.00
Luigi Abbate e Daniela Massarani
MANTOVA-RIO DE JANEIRO
LA “DOPPIA VITA” DI RENZO MASSARANI
Con Luca Buratto pianoforte
T’O Venerdì 02 febbraio 2024
APERITIVI D’ARTE Martedì 03 ottobre 2023
Sala delle Capriate ore 19.00
Giovanni Bietti IN VINO... MUSICA
A OGNI VINO IL SUO SUONO
Degustazione alla cieca
T’O Venerdì 13 e sabato 14 ottobre 2023
Teatro Bibiena ore 20.45
Duo pianistico Silver-Garburg
Orchestra da Camera di Mantova
Ernest Hoetzl direttore
Musiche di W. A. Mozart
APERITIVI D’ARTE Lunedì 23 ottobre
Sala delle Capriate ore 19.00
Alberto Mattioli
OPERA: UN’OSSESSIONE ITALIANA
Con Philippe Cassard pianoforte
Alla presenza di Natalie Dessay
T’O Martedì 24 ottobre 2023
Teatro Bibiena ore 20.45
Natalie Dessay soprano
Philippe Cassard pianoforte
PAROLES DE FEMMES
Musiche di F. Hensel-Mendelssohn,
C. Schumann, A. Mahler, E. Chausson, F. Poulenc, C. Debussy, J. Massenet, C. Gounod
T’O Mercoledì 08 novembre 2023
Teatro Sociale ore 20.45
Enrico Dindo violoncello e direzione
I Solisti di Pavia
Musiche di M. Bruch, M. Weinberg, R. Strauss, O. Messiaen, R. Fuchs
T’O Mercoledì 15 novembre 2023
Teatro Bibiena ore 20.45
Mirijam Contzen violino
Natalie Clein violoncello
Herbert Schuch pianoforte
Musiche di A. Dvořák, J. Brahms
APERITIVI D’ARTE Martedì 21 novembre 2023
Sala delle Capriate ore 19.00
Stefano Baia Curioni e Stefano Scansani
RUBENS, L’EUROPA E IL BALLO DI MANTOVA
Con Gian Andrea Guerra violino
e Mauro Pinciaroli arciliuto
MADAMA DORE Domenica 26 novembre 2023
Sala delle Capriate ore 16.30
CONCERT JOUET
Produzione Paola Lombardo
T’O Sabato 02 dicembre 2023
Teatro Sociale ore 20.45
Alessandro Taverna pianoforte ORT – Orchestra della Toscana
Diego Ceretta direttore Musiche di L. van Beethoven
APERITIVI D’ARTE Venerdì 15 dicembre 2023
Sala delle Capriate ore 19.00
Alberto Grandi e Daniele Soffiati MUSICA IN TAVOLA
Con Claudio Sanna pianoforte
MADAMA DORE Domenica 17 dicembre 2023
Sala delle Capriate ore 16.30
T’IMBALLO
Zero Beat
T’O Mercoledì 10 gennaio 2024
Sala delle Capriate ore 18 e ore 20.45
Ensemble Zefiro
FOLLIA
Musiche di J. J. Fux, A. Vivaldi, G. P. Telemann, J. D. Zelenka, R. Keiser, F. Geminiani, W. A. Mozart
APERITIVI D’ARTE Venerdì 12 gennaio 2024
Sala delle Capriate ore 19.00
Sandro Cappelletto
MOZART: LA CONQUISTA DELLA DURA LIBERTÀ
Con Filippo Lama violino e Riccardo Zadra pianoforte
MADAMA DORE Domenica 14 gennaio 2024
Teatro Ariston ore 11.00
AMADÈ - IL VIAGGIO DI MOZART
Coproduzione: Oficina OCM
Bologna Festival/Baby Bofe’
La Baracca/Testoni Ragazzi
Teatro Sociale ore 20.45
Andrea Brunati corno
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Diego Matheuz direttore
Musiche di G. Ligeti, R. Strauss, W. A. Mozart
T’O Venerdì 09 febbraio 2024
Sala delle Capriate ore 20.45
Ronald Brautigam pianoforte
Musiche di F. J. Haydn, W. A. Mozart, L. van Beethoven, F. Schubert
MADAMA DORE Domenica 18 febbraio 2024
Sala delle Capriate ore 16.30
EU, FLO E LO SCRIGNO DELLA MUSICA
Fonderie ARS
APERITIVI D’ARTE Giovedì 22 febbraio 2024
Sala delle Capriate ore 19.00
Mariam Battistelli e Angelo Foletto
CANTARE È IL MIO MODO DI VIVERE
Con Salvatore Spanò pianoforte
T’O Domenica 03 marzo 2024
Sala delle Capriate ore 18 e ore 20.45
Enrico Bronzi violoncello
Muzikás Folk Ensemble
Musiche di G. Ligeti, B. Bartók e della tradizione folk magiara
APERITIVI D’ARTE Giovedì 07 marzo 2024
Sala delle Capriate ore 19.00
Giorgio Signoretti introduce LE DIVINE DEL CINEMA
Con Valeria Perboni voce e Jazz acoustic strings Un progetto di Cesare Carretta
MADAMA DORE Domenica 24 marzo 2024
Teatro Bibiena ore 16.30
ALLEGRO NEL MARE DELLA MUSICA
Fondazione Aida
APERITIVI D’ARTE Giovedì 28 marzo 2024
Teatro Bibiena ore 19.00
Tomaso Montanari
RENDENDOCI SENSIBILI LE COSE CELESTIALI MUSICA E PAROLE NEL CUORE DEL BAROCCO Con Marco Scolastra pianoforte
T’O Venerdì 05 aprile 2024
Teatro Bibiena ore 20.45
Marco Rizzi violino solista e concertatore Orchestra da Camera di Mantova Musiche di A. Pärt, F. J. Haydn, H. F. I. Biber, R. Strauss
DICIASSETTE GIORNATE ANIMERANNO CON CONFERENZE, LABORATORI, SPETTACOLI E TOUR VIRTUALI, LA CITTà DI BERGAMO.
Durerà fino al 15 ottobre la XXI edizione di BergamoScienza, il primo festival di divulgazione scientifica in Italia. Organizzato dall’Associazione BergamoScienza, il festival chiama a raccolta scienziati, studiosi e divulgatori di fama internazionale rinnovando un immancabile appuntamento per appassionati e curiosi di ogni età.
Come ogni inizio autunno, diciassette giornate animeranno con conferenze, laboratori, spettacoli e tour virtuali, la città di Bergamo, e stimoleranno le riflessioni di un pubblico vasto ed eterogeneo (324.790 hanno seguito la manifestazione l’anno scorso, 74.676 in presenza e 250.114 da remoto, dall’Italia e dall’estero).
La XXI edizione di BergamoScienza, grazie alla presenza di scienziati e scienziate, ricercatori e comunicatori della scienza dall’Italia e dal mondo, apre una finestra sugli infiniti e infinitesimi della realtà che ci circonda: dalla complessità del cosmo a quella degli organismi viventi, dalla vastità di oceani e deserti alle innumerevoli strade dell’evoluzione umana, da virus e batteri invisibili che mutano, a modifiche calibrate del DNA, segnali chimici che se pur quasi impercettibili hanno uno straordinario impatto sulla vita del nostro pianeta.
PROGRAMMA
La XXI edizione di BergamoScienza ha preso il via lo scorso 29 settembre con l’inaugurazione a Palazzo delle Libertà, dell’esposizione sVALVoLATI. La chirurgia del cuore, un viaggio nel tempo. Aperta fino al 22 dicembre, l’esposizione ripercorre le tappe evolutive di una branca della medicina che, dagli studi sul cuore degli antichi Egizi alle più innovative tecniche di cardiochirurgia robotica, ha salvato e continua a salvare innumerevoli vite. Ospiti del festival saranno alcune delle personalità più illustri della comunità scientifica internazionale che, con un linguaggio accessibile a tutti, illustre-
SPAZIO AGLI SCIENZIATI E AGLI IMPRENDITORI DEL FUTURO, CON DUE APPUNTAMENTI CHE CELEBRANO I GIOVANI TALENTI DEL TERRITORIO: IL PRIMO È IL PHD DAY 2023, IL SECONDO È LA FINALE DELLA COMPETIZIONE START CUP BERGAMO 2023.
ranno gli avanzamenti delle loro ricerche. Tra i relatori di questa edizione ben due Premi Nobel. Kip Thorne, Nobel per la Fisica 2017 per l’osservazione delle onde gravitazionali, terrà la conferenza La mia storia d’amore con il lato distorto dell’Universo. Come è nato l’Universo? Possiamo viaggiare indietro nel tempo? Thorne guiderà il pubblico in un viaggio nel lato distorto dell’universo, popolato da oggetti e fenomeni originati da spazio e tempo deformati. Tra buchi neri in collisione, wormhole e vortici spaziali, come nel film Interstellar – di cui Thorne ha contribuito alla sceneggiatura – l’incontro analizzerà i misteri della fisica dei viaggi nel tempo. La conferenza è moderata da Gianvito Martino (5 ottobre).
Nell’ultimo fine settimana attesissima la presenza di Serge Haroche, insignito del premio Nobel per la Fisica nel 2012 per le sue ricerche sperimentali sulla misurazione e sulla manipolazione di singoli sistemi atomici. Il fisico sarà protagonista della 11th Rita Levi Montalcini Lecture dal titolo La scienza della luce, da Galileo alla fisica quantistica, in dialogo con Dario Menasce, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Haroche illustrerà le ultime frontiere degli studi sulla luce, un fenomeno che affascina l’umanità fin dalla notte dei tempi. La ricerca sulle sue proprietà ha contributo alla nascita della scienza moderna e ha condotto alle teorie della relatività e della fisica quantistica, rivoluzionando la nostra visione del mondo (15 ottobre).
Tutto il dettagliato programma è disponibile sul sito: www.bergamoscienza.it Tutti gli eventi sono gratuiti.
Per conferenze, spettacoli e laboratori è necessaria la prenotazione.
Tour virtuali visibili in streaming sul sito e sui canali social del festival.
Info point:
NXT Station in Piazzale degli Alpini, Bergamo, 9:00 – 13:00 / 14:30 – 18:30
Una fine estate che decreta ancora un buon riscontro di visitatori per il Parco Giardino Sigurtà, perla verde della provincia veronese che si trova a pochi chilometri dalle rive gardesane e dalla città dei Gonzaga. Settembre infatti ha visto nei 60 ettari del Parco, che in queste settimane ospita rose, dalie, fiori di ibisco, canna indica e, a sorpresa, 10.000 tulipani, due grandi eventi, di diversa tipologia, ma che hanno attirato migliaia di visitatori e appassionati.
MAGICO MONDO DEL COSPLAY
Sabato 2 e domenica 3 settembre 2023, si è tenuta la 17esima edizione del Magico Mondo del Cosplay, moda giapponese di impersonare i beniamini del mondo della fantasia e dei cartoni animati. Le due giornate hanno accolto oltre 17.000 visitatori tra appassionati e famiglie, prove-nienti anche dalle province vicine.
I due giorni sono stati scanditi da numerosi appuntamenti: il music show LaVaLending Story di Valentina Gessaroli, giochi, parate cosplayer, Karaokartoon e quiz con Valeryo, raduni, esposizione di coloratissime Auto Itasha, lo show di voci con Alberto Pagnotta, youtuber, attore e dop-piatore, e Luna Racini, cantante e attrice, che ha emozionato il pubblico di ogni età; e poi Giorgia Vecchini, cosplayer di fama mondiale, Pietro Ubaldi, doppiatore di numerosi personaggi della fantasia come Marrabbio, Letizia Turrà, cantante legata al mondo dell’animazione e che vanta collaborazioni con artisti di fama nazionale, e Stefano Bersola, cantante e autore di sigle di carto-ni animati come Lamù e City Hunter hanno proposto Disneiamo, un nuovo spettacolo musicale e interattivo delle atmosfere Disney dal 1937 ad oggi.
Senza dimenticare le due sfilate in cosplay, uno degli appuntamenti più attesi dai cosplayer che per mesi hanno confezionato con dovizia di dettagli il loro abito: Giorgia Vecchini, madrina dell’evento e presente fin dalla prima edizione del 2007, ha condotto le sfilate, una per bambini e una per adulti, che si sono esibiti sul palco principale con la colonna sonora del personaggio in-terpretato. Una sorpresa per tutti, una proposta di matrimonio tra due innamorati che emozio-nato la platea, e gran finale con i supereroi.
Tantissimi e molto curati gli abiti dei cosplayer partecipanti, che hanno “invaso” il Parco attirati dalle favolose scenografie come il Labirinto, il Grande Tappeto Erboso, il Viale delle Rose e i laghetti.
Grandi ritorni e grandi artisti sul palco principale: Cristina D’Avena, in qualità di special guest, che sabato 2 settembre ha fatto cantare il pubblico grazie al suo repertorio di canzoni che hanno rappresentato la storia della televisione italiana, mentre domenica 3 settembre Giorgio Vanni, con tutta la sua energia, ha coinvolto gli spettatori con i suoi brani, come Dragon Ball e Pokémon da cantare a squarciagola!
E poi lo show dei Cartoonici, cartoon cover band, si è esibito in un trascinante live con le sigle dei cartoons dagli anni ’80 ad oggi, e poi per tutti i fan della serie Stranger Things e del personaggio Mercoledì erano presenti per domande e incontro con i fan i giovanissimi e talentuosi doppiatori Mattia e Chiara Fabiano.
VIAGGIO NEL TEMPO
Un salto nel passato, ai tempi del 1800, quello che hanno visto, domenica 24 settembre, i 60 ettari del Parco Giardino Sigurtà.
Il Parco Sigurtà vanta una lunga storia che risale al 1407 e nel 1859 ha ospitato gli imperatori Francesco Giuseppe I d’Austria e Napoleone III di Francia durante la Seconda Guerra di Indipendenza.
E per rivivere il glorioso passato nel Secondo parco più bello d’Europa, si è svolta l’ottava edizione di Viaggio nel Tempo con centinaia di figuranti in favolosi abiti ottocenteschi, allestimenti con colazioni sull’erba all’ombra dei boschi secolari, sfilate e gare di eleganza con carrozze storiche trainate da cavalli grazie alla collaborazione con Gia, Gruppo Italiano Attacchi, balli
storici con coreografie di Sarah Ovan, che hanno conquistato i visitatori, grazie anche all’accompagnamento con musica dal vivo dell’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici diretta dal maestro Nicola Ferraresi (questi musicisti si sono esibiti anche durante Stelle della Lirica dello scorso 21 agosto).
Giochi storici come croquet, anelli, birilli e volano, esibizioni di amazzoni in costume e i velocipedisti che si sono radunati al Parco Giardino per la quarta edizione del Concorso Nazionale d’Eleganza per velocipedi d’alta epoca, organizzata dall’Associazione Italiana Velocipedi e dall’Automotoclub Storico Italiano, hanno divertito e affascinato famiglie e curiosi.
Appuntamenti immancabili le premiazioni del costume più bello, in versione maschile e femmi-
nile (la vincitrice si è aggiudicata il riconoscimento per la seconda volta e ha proposto un elegantissimo abito da sera), e del miglior allestimento pic-nic, oltre al battesimo della sella con pony e al battesimo della carrozza che hanno coinvolto soprattutto i più piccoli, facendo così scoprire il mondo equestre in un’atmosfera magica, senza dimenticare l’esposizione dei calessi storici della famiglia Sigurtà.
Prossimo appuntamento: domenica 8 ottobre con la Giornata dei Bambini – www.sigurta.it
SETTEMILA
A CURA di pAolo CARliCucinare coinvolge i cinque sensi, migliora concentrazione, manualità e precisione, arricchisce il vocabolario e allena al rispetto delle regole e alla pazienza, ecco perché vale la pena iniziare da bambini. Torna a ottobre “Cuochi per un giorno” (www.cuochiperungiorno.it), il Festival nazionale di cucina per bambini, un’occasione per tutti gli under 12.
Undici anni, un grande successo: per il 2023 l’appuntamento è sabato 7 e domenica 8 ottobre a Modena, presso il club la Meridiana (Via Sant’Ambrogio 66, a Casinalbo): una villa settecentesca e un parco secolare faranno da sfondo alle creazioni culinarie dei piccoli cuochi. Lo scorso anno oltre 7.000 partecipanti con grembiulino e cappello d’ordinanza hanno messo le mani in pasta per realizzare altrettante ricette, pensate apposta per loro. L’evento è ideato da Laura Scapinelli e dallo staff de “La Bottega di Merlino”, libreria per ragazzi e laboratori creativi di Modena.
Due giornate, decine di appuntamenti e laboratori in cui gli chef in erba potranno annusare, toccare, dosare, impastare, miscelare, modellare, cuocere e mettersi alla prova, imparando tante cose nuove. Non mancheranno vere e proprie lezioni di cucina con cuochi stellati da tutta Italia, per incuriosire anche mamma e papà: ha già confermato la sua presenza Luca Marchini, chef stellato del ristorante “L’Erba del Re” e “Trattoria Pomposa” di Modena, così come lo chef valdostano Paolo Griffa del ristorante “Paolo Griffa Al Caffè Nazionale”
E’ L’UNICA MANIFESTAZIONE IN ITALIA CHE COINVOLGE SETTEMILA BAMBINI IN DUE GIORNI PER TRASMETTERE IN MODO SEMPLICE, LUDICO E STIMOLANTE LA PASSIONE, LE TECNICHE E LE TRADIZIONI LEGATE ALLA CUCINA.
di Aosta e Yoji Tokuyoshi, per quasi un decennio all’Osteria Francescana con Massimo Bottura e ora chef al “Bentoteca” di Milano; arriverà poi da Roma Riccardo Paglia, chef del ristorante Carnal. Ci saranno anche la “Regina del Tortellino” Lucia Antonelli, che attualmente lavora come chef consultant, e la chef toscana Alessia Morabito che insieme alla storica riminese Mila Fumini parleranno ai più piccoli del loro progetto Ragù (Reti e Archivi del Gusto) grazie al quale i vecchi ricettari domestici scritti a mano diventano un archivio digitale dei saperi culinari. Attesa da Milano Chiara Maci, amatissima esperta di enogastronomia, volto televisivo, e scrittrice.
Ogni piccolo partecipante potrà cimentarsi in fantasiose ricette con la supervisione degli studenti dell’Istituto alberghiero Spallanzani di Castelfranco Emilia, vivendo un’esperienza ludica ma allo stesso tempo formativa e con la possibilità di imparare le regole del mangiar sano.
Non mancheranno attività interattive collaterali: al Festival saranno presenti numerosi stand per avvicinarsi alla cucina attraverso diversi linguaggi espressivi. Ci sarà una libreria golosa, spettacoli e storie in cucina, angoli sensoriali, giochi e numerosi ospiti.
Inoltre, attraverso la loro partecipazione, i bambini aiutano altri bambini: parte del ricavato della manifestazione viene infatti devoluto ad ASEOP Odv (Associazione Sostegno Ematologia Oncologia Pediatrica) che supporta i bambini con patologie oncoematologiche pediatriche e le loro famiglie, con particolare riguardo all’ospitalità gratuita presso la “Casa di Fausta” e al sostentamento per coloro che provengono da zone lontane dell’Italia e del mondo.
Non è tutto: charity partner del festival sono anche i clown di corsia dell’associazione VIP Modena Onlus (Viviamo in Positivo Modena Onlus), che portano il sorriso ai piccoli pazienti ricoverati in ospedale e incidono positivamente sui tempi di guarigione. I clown saranno anche al festival con il loro strano abbigliamento, il modo un po’ buffo di camminare e muoversi e la loro energia per strappare un sorriso a tutti i presenti.
Torna per la seconda edizione il festival dedicato ai dolci tipici mantovani Sbrisolona &Co che celebra la sua tradizione dolciaria riconosciuta oltre confine, in programma nel centro storico dal 13 al 15 ottobre, con un ricco calendario di incontri, premiazioni, degustazioni e showcooking.
Per l’edizione 2023 il premio Virgilio di Zucchero, un riconoscimento che vuole premiare il lustro e la fama che un pasticcere ha portato al territorio mantovano, verrà conferito a Giovanni Comparini, titolare della storica pasticceria La Tur dal Sücar nata nel lontano 1950 dal signor Alceo Spagna. Giovanni Comparini dall’età di 13 anni seguì con curiosità e professionalità i sapienti consigli del maestro Alceo e nel 1972 diventò il titolare insieme alla moglie Carla: la sua più grande intuizione è stata quella di coniugare tradizione e innovazione nella lavorazione dei prodotti, contando sempre e solo su materie prime di altissima qualità, rendendo la sua pasticceria una delle più rinomate del territorio mantovano.
Sarà invece Roberto Boninsegna a ricevere il premio Gemma dei Gonzaga, riconoscimento che vuole valorizzare le qualità, l’opera e l’impegno di chi ha contribuito a dare lustro al territorio mantovano sia a livello nazionale che internazionale attraverso la propria attività sportiva e professionale, oltre che umana. Durante la premiazione si terrà un’intervista grazie alla quale il pubblico sarà accompagnato in un viaggio nella sua carriera di sfide e grandi successi, dove non mancheranno anche curiosità inerenti al suo legame con i dolci mantovani. Non solo premiazioni, ma anche tantissimi appuntamenti per deliziare i palati di tutti i partecipanti del festival, tra cui incontri con i ristoratori del territorio in programma ogni giorno della kermesse, grazie ai quali si potranno degustare i dolci tipici del territorio.
UNA TRE GIORNI DEDICATA INTERAMENTE AI PIÙ
CELEBRI PRODOTTI DELLA PASTICCERIA REGIONALE ITALIANA, CON UN FOCUS SULLA SBRISOLONA E SUI NUMEROSI DESSERT CARATTERISTICI VIRGILIANI.
Ad aprire il ciclo di incontri “A tavola con la dolcezza”, venerdì 13 ottobre ci sarà
Il Gelso Nerodi Castellucchio che presenta la Sbriso-mela dello Chef e Patron Faruk Neziri che proporrà una rivisitazione del tipico dolce mantovano con note stuzzicanti conferite dalla mela e dalla cannella, il tutto arricchito dalla morbidezza della farcitura alla crema e dalla croccantezza della copertura della Sbrisolona. Sabato 14 l’appuntamento sarà dedicato alla torta di Rose del Ristorante Lo Scalco Grasso, osteria contemporanea di Mantova. La forma di questo dolce, le cui origini risalgono alla fine del ‘400 in occasione del matrimonio tra Francesco II Gonzaga e Isabella d’Este, rimanda a un cesto di boccioli di rose, mentre la farcitura di burro e zucchero gli conferisce un gusto soave e una dolce morbidezza. A chiudere il ciclo di incontri sarà l’Osteria Da Pietro di Castiglione delle Stiviere (Mantova) che presenterà la sua Torta Helvetia. Questo celebre ristorante, che basa la sua cucina sui valori della tradizione locale dell’Alto Mantovano e delle Colline Moreniche, farà assaggiare al pubblico la sua originale versione di Torta Helvetia in un appuntamento guidato da Pietro Ferri, per un trionfo di dolcezza con dischi di pasta sovrapposti a mandorle tritate, albumi montati a neve e zucchero.
Il critico gastronomico, scrittore e volto televisivo Edoardo Raspelli presenterà “I Maestri Pasticceri di Raspelli”, due incontri dedicati alle pasticcerie da lui selezionate (intervisterà i fratelli Strada della rinomata pasticceria Strada di Bresso (MI) ge-
stita da Mimmo e Sergio che portano alto il nome della loro famiglia dal 1965, anno di fondazione da parte del padre, il signor Bruno Strada e Tisti Pasticceria & Tea Room di Domodossola, un appuntamento che farà degustare al pubblico presente una versione della sbrisolona innovativa) che porteranno una loro versione rivisitata dei dolci della tradizione. Ma le sorprese non finiscono qui: sarà il pasticcere Luca Perego in arte LuCake a ricevere il premio come Ambasciatore del Gusto per l’edizione 2023.
Spazio anche agli abbinamenti tra vino e Sbrisolona con gli incontri “I grandi Passiti di Massobrio” dove Paolo Massobrio racconterà tre aziende del territorio mantovano produttrici di vino passito i cui sapori sapranno valorizzare la dolcezza della Sbrisolona. I protagonisti di questo primo appuntamento che si terrà alle ore 11.00 presso il PalaVirgilio saranno: l’azienda Ricchi di Monzambano con il passito Le Cime, la Cantina Reale Boselli di Volta Mantovana con il passito Mantopass e la Cantina Gorzoni di Villimpenta con Crepuscolo Appassito (ancellotta e merlot).
Info:
Sito web: www.sbrisolonafestival.it
Facebook: Sbrisolona & Co.
Instagram: @sbrisolonafestival
Email: info@sbrisolonafestival.it
IÈ sabato 11 marzo 2023, aeroporto di Malpensa. Il volo per Kathmandu parte nel pomeriggio. L’orario di ritrovo è stato fissato per mezzogiorno e qualche minuto prima sono già tutti presenti. Tutti pronti a partire per questa nuova missione del progetto Cuore di bimbi della Fondazione milanese Mission Bambini Ci sono medici e infermieri volontari. Vanno in Nepal - presso il “Manmohan Cardiothoracic Vascular and Transplant Center” della capitale - per operare al cuore almeno sei bambini in lista d’attesa, nati con una grave cardiopatia: gli interventi sono molto complessi e l’équipe locale necessita di supporto per eseguirli. Altri bambini già operati in precedenza verranno visitati, per monitorare il loro stato di salute.
Ma di questa missione un po’ speciale fanno parte non solo i medici, gli infermieri e lo staff di Mission Bambini. Insieme a loro c’è anche chi - in fondo - questo viaggio lo ha reso possibile: l’imprenditore lecchese Marco Galbiati, accompagnato da un amico. “Quando siamo partiti eravamo perfetti sconosciuti per il resto del gruppo - racconta Marco al rientro. E una delle cose che mi ha più colpito di questa fantastica esperienza è stata proprio questa: il clima di amicizia che si è creato nell’arco di una settimana tra noi partecipanti. Tutte persone eccezionali, a partire dai medici volontari. Hanno dimostrato una dedizione e un’umanità uniche”.
C’è una scena in particolare che Marco non potrà mai dimenticare: “Tra i bambini operati - continua - uno aveva una patologia molto grave e l’intervento è stato molto complesso. Non scorderò mai le lacrime di gioia che segnavano il volto di uno dei medici volontari, all’uscita dalla terapia intensiva, dopo la conferma che questo bambino era finalmente fuori pericolo”.
Per Marco il viaggio in Nepal ha rappresentato il coronamento di un grande sogno e l’occasione per toccare con mano quanto di prezioso si può davvero fare grazie alla solidarietà: salvare vite umane, vite di bambini che nascono con una grave malattia al cuore e che nel loro Paese non trovano il necessario per essere curati. “Ho conosciuto Mission Bambini diversi anni fa - racconta Marco - e
nel 2022 insieme abbiamo deciso di dar vita alla campagna di raccolta fondi QuindiCiSiamo. L’obiettivo iniziale era raccogliere fondi a sostegno del progetto Cuore di bimbi della Fondazione, per operare al cuore 15 bambini”.
Quindici, come gli anni che aveva Riccardo - il figlio di Marco - quando il suo cuore ha ceduto improvvisamente, su una pista da sci, mentre erano in vacanza insieme.
“Il dolore per la perdita di un figlio è qualcosa di incommensurabile - confida Marco. Tanto che non esiste una parola per descrivere questa condizione innaturale. Quello che ho provato a fare è stato “trasformare il dolore”
in solidarietà. Fin da subito, donando gli organi di Riccardo. E ancora oggi, a distanza di sette anni, con QuindiCiSiamo: per ricordare Riccardo e dare la possibilità a tanti bambini con problemi cardiaci di continuare a vivere”. L’obiettivo di raccogliere i fondi necessari ad operare 15 bambini - già di per sé ambizioso, considerato che il costo di un’operazione nei Paesi in cui interviene Mission Bambini è mediamente di 1.500 euro - è stato raggiunto nel giro di pochi giorni, grazie a un’enorme ondata di solidarietà e affetto. Da qui l’idea di prolungare la durata dell’iniziativa a tutto l’anno 2023, per operare quanti più cuori possibile.
“Non mi aspettavo un simile successo - continua ancora Marco. Mi sembra di aver fatto poco, e di aver ricevuto molto di più. A partire dai messaggi di solidarietà delle persone che donano. Tra queste, anche alcuni papà che hanno vissuto la mia stessa tragedia: spero che anche loro possano “trasformare il dolore”. Perché ho capito una cosa: la solidarietà può anche partire come gesto di una singola persona, ma poi si propaga a dismisura, come l’onda di un sassolino gettato nello stagno, che ne produce tante altre, una dietro l’altra, ben oltre la nostra immaginazione” A oggi QuindiCiSiamo ha superato i 135.000 euro raccolti.
NEPAL-ITALIA: GEMELLAGGIO DEL CUORE
Sul suo territorio svettano alcune tra le montagne più alte del mondo e scorrono tanti fiumi. I trasporti sono carenti e gli ospedali pochi. Per questo in Nepal spostarsi da un’area all’altra del Paese è molto complesso. E nascere con una grave cardiopatia qui - specialmente se in un villaggio - è molto rischioso. Così oltre 10 anni fa è nata “Save the Heart”, organizzazione nepalese presieduta dal Dottor Anil Bhattarai, cardiochirurgo che si è specializzato in Italia all’Università di Pa-
elvis, il primo bambino operato a bologna nel 2005
dova. Obiettivo principale dell’organizzazione è quello di raggiungere con appositi “campi screening” anche le aree più remote del Paese. I bambini ai quali viene diagnosticata una cardiopatia vengono successivamente trasferiti a Kathmandu per l’intervento.
Dal 2019 Mission Bambini sostiene “Save the Heart” sia per portare avanti l’attività dei “campi screening” sia per coprire i costi di viaggio, vitto e alloggio dei bambini che vanno ad operarsi nella capitale accompagnati dai loro familiari. In più la Fondazione organizza missioni di medici volontari per offrire supporto nell’esecuzione dei casi più complessi. Nel complesso sono già 140 i bambini nepalesi cardiopatici operati e salvati grazie a Mission Bambini, oltre a migliaia di bambini visitati.
DA ELVIS IN POI: 2.553 BAMBINI
SALVATI CON CUORE DI BIMBI
Elvis è stato il primo: nato in Zimbabwe, è stato portato a Bologna per essere operato perché nel suo Paese non c’erano ospedali attrezzati per l’intervento al cuore, né tanto meno medici in grado di eseguirlo. Era l’anno 2005. A fine 2022, i bambini cardiopatici operati e salvati grazie al progetto Cuore di bimbi di Mission Bambini sono diventati 2.553.
Le cardiopatie rappresentano la più diffusa anomalia congenita e, per questo, uno dei più rilevanti problemi di salute a livello globale. Ogni anno, nel mondo, si stima infatti che siano oltre 1 milione i bambini che nascono con una malattia del cuore. La metà di loro, se non viene operata nei primi anni rischia la vita; gli altri vanno incontro a gravi problemi di
sviluppo della crescita. Il progetto Cuore di bimbi è gestito direttamente da Mission Bambini, che definisce strategia, Paesi e modalità di intervento sotto la supervisione scientifica del Dr. Stefano Marianeschi, cardiochirurgo pediatrico Responsabile struttura semplice dipartimenta-
le dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.
Le modalità di intervento previste dal progetto sono tre.
- Innanzitutto le missioni di medici volontari, nei Paesi dove esistono ospedali attrezzati ma le equipe locali non sono in grado di eseguire gli interventi di cardiochirurgia pediatrica più complessi.
- Poi i viaggi dei bambini in Italia, nei casi in cui non sia possibile operare nel Paese di nascita.
- Infine il sostegno agli ospedali locali attraverso la fornitura di attrezzatura e materiale di consumo per gli interventi, azioni di miglioramento delle strutture sanitarie, copertura dei costi delle operazioni per le famiglie più povere.
La formazione del personale medico locale è uno dei punti qualificanti dell’azione di Mission Bambini: l’obiettivo di lungo termine è infatti quello di rendere i Paesi di intervento autonomi nel trattamento delle cardiopatie infantili. I medici locali vengono formati dai colleghi volontari durante le missioni o attraverso periodi di specializzazione in Italia coperti
da borsa di studio. Nel complesso sono più di 100 i professionisti sanitari della cardiochirurgia pediatrica (oltre a cardiochirurghi anche cardiologi, anestesisti, medici e infermieri intensivisti e tecnici) che in questi anni hanno dato la propria disponibilità a partire come volontari, oltre che dall’Italia, anche da Spagna, UK, USA.
In particolare i professionisti italiani lavorano in alcuni tra i migliori ospedali del Paese: oltre all’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, l’Ospedale Regina Margherita di Torino, l’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Hesperia Hospital di Modena (in collaborazione con Hesperia Bimbi Onlus), l’Ospedale del Cuore G. Pasquinucci di Massa (in collaborazione con “Un Cuore, Un Mondo” Massa).
Attualmente il progetto Cuore di bimbi è attivo in 8 Paesi: oltre che in Nepal (con missioni operatorie e sostegno all’organizzazione locale “Save the Heart”), anche in Albania e Kosovo (con i viaggi in Italia organizzati insieme a strutture sanitarie locali) e in Africa (in Eritrea, Kenya, Uganda, Zambia, Zimbabwe). Nel corso del 2022, dopo uno stop lungo
quasi due anni imposto dalla pandemia, sono finalmente riprese a pieno ritmo le missioni operatorie ed è stato possibile salvare complessivamente 150 bambini attraverso un intervento di cardiochirurgia pediatrica. Da segnalare anche le tre borse di studio che sempre nel corso del 2022 Mission Bambini ha finanziato in collaborazione con l’International Heart School per la frequenza di altrettanti medici stranieri al master annuale interuniversitario “Cardiochirurgia e tecnologie applicate alla cardiochirurgia” organizzato dall’Università degli Studi di Bergamo e con la partecipazione diretta dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Mission Bambini ETS (Ente del Terzo Settore) è una Fondazione nata nel 2000 su iniziativa dell’imprenditore e ingegnere Goffredo Modena. Rendere felici e sani i bambini è la nostra missione. Bambini come Rozalinda, che nel 2022 abbiamo portato in Italia dall’Albania, per un intervento al cuore. O come Anmol, che è stato operato al cuore nel suo Paese, il Nepal: dopo la pandemia i nostri medici volontari sono finalmente tornati in missione, per salvare decine e decine di vite. Matteo invece vive a Napoli e grazie al nuovo progetto “Scintilla” può frequentare il nido: ora ha tanti compagni con cui giocare e la sua mamma ha trovato un lavoro. Anche all’estero diamo a migliaia di bambini la possibilità di studiare, coprendo i costi per la retta scolastica, il pasto, la divisa e i libri. In Paesi come Brasile, India e Uganda sosteniamo negli studi anche centinaia di ragazze. Vogliamo aiutarle a realizzare il loro sogno: laurearsi e costruirsi un futuro. In 23 anni abbiamo aiutato oltre 1,4 milioni di bambini e ragazzi, attraverso più di 2.000 progetti in 77 Paesi. E continueremo a farlo, ancora e ancora. Insieme a tutti i nostri donatori, ai volontari, alle aziende e alle fondazioni partner.
Poter fruire di tutti gli spazi (pubblici e privati), dei servizi, dei trasporti e delle relative infrastrutture, è un requisito necessario affinché una Nazione possa definirsi fondata sul principio di uguaglianza e garantire il diritto di piena cittadinanza a ogni persona.
Occorre dunque cambiare paradigma per vivere le città all’insegna dell’inclusione, programmando interventi su aree, percorsi, posteggi, ingressi e trasporti, al fine di consentire alle persone con disabilità, siano queste sensoriali, motorie, sociali, intellettive e di gravità diverse, di raggiungere in autonomia luoghi di interesse pubblico e privato.
Tra le varie iniziative, meritevole di attenzione è sicuramente “La carovana dell’autonomia urbana”, promossa e organizzata dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), in molte città italiane.
Questo progetto rappresenta un aiuto concreto per il raggiungimento di una maggiore autonomia urbana delle persone cieche e ipovedenti. Dopo oltre sei anni di un attento lavoro di ricerca e sviluppo, con la fattiva partecipazione di un folto numero di soci UICI, che lo hanno profilato e affinato sulle proprie esigenze, è nato LETIsmart, un sistema tecnologico di altissima affidabilità, ideato da Marino Attini, ingegnere ipovedente che ha messo a disposizione la sua esperienza professionale nel settore della microelettronica, e sviluppato in sinergia con l’azienda SCEN.
“Io ho avuto solo un’idea, semplice ma sincera, per aiutare il prossimo: così era Letizia e così è LETIsmart. Ringrazio la vita e tutti coloro che mi sono a fianco in questo percorso credendoci”, ha dichiarato Attini ricordando la moglie Letizia,
scomparsa dopo oltre 30anni di vita insieme. L’acronimo LETI (light engine and tag informations), da cui il dispositivo prende il nome, è un omaggio alla sua memoria.
Presentato a giugno nella sede milanese dell’UICI, LETIsmart è molto semplice da utilizzare: con soli due pulsanti integrati nel manico del bastone bianco, o in un piccolo pocket ad uso delle persone ipovedenti o con grave disabilità motoria, permette a chiunque di orientarsi e di identificare un punto preciso di destinazione. Un sistema che può essere collocato in punti strategici come incroci, semafori, fermate dell’autobus, uffici, negozi ma anche siti turistici, ospedali, scuole per città smart sempre più inclusive e vicine alle persone più fragili. A Milano sono stati installati due device: uno all’ingresso dell’Unione Ciechi e l’altro davanti all’ingresso di Regione Lombardia, Nucleo 1 di Piazza Città di Lombardia. Qui si è svolta la presentazione del funzionamento del primo di 15 strumenti forniti in comodato d’uso gratuito dai quattro distretti Lions della Lombardia. Per l’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità Elena Lucchini, “attraverso questo sistema radio a bassissima emissione di radiofrequenza potremmo fornire ai non vedenti, dotati di bastone trasmittente, informazioni immediate per aumentare e semplificare l’autonomia di movimento delle persone con disabilità. Un sistema innovativo che testimonia l’impegno quotidiano di Regione Lombardia a favore dell’inclusione. I nostri spazi istituzionali sono la ‘Casa di tutti i Lombardi’ e da oggi saranno ancor più accessibili e fruibili a tutti”.
“Questo – ha dichiarato Attilio Fontana, Presidente della Regione Lombardia – è uno di quei tanti esempi di collaborazione virtuosa fra pubblico e privato sociale che siamo capaci di
Questo progetto rappresenta un aiuto concreto per il raggiungimento di una maggiore autonomia urbana delle persone cieche e ipovedenti.Ing. Marino Attiniel Garda_ Biblioteca
realizzare in Lombardia. E un piccolo/grande segnale che la nostra istituzione vuole dare agli ipo e non vedenti per fornire loro un supporto concreto e maggiore libertà di movimento e accesso agli uffici regionali”. Presenti alla cerimonia anche Mario Barbuto, presidente nazionale Unione italiana ciechi e ipovedenti-Uici, Alberto Piovani, Presidente UICI Milano, Diego Bertocchi, presidente della società triestina Scen srl che ha prodotto questi dispositivi, i quattro governatori lombardi del Lions club: Sergio Pedersoli, Francesca Fiorella, Massimo Conti e Marco Accolla. Si spera che LETIsmart possa essere installato su tutto il territorio nazionale, integrando i sistemi tradizionali, come i percorsi tattilo-plantari e le mappe tattili.
La tecnologia assistiva rappresenta una importante opportunità, ma anche un dovere che questa società deve cogliere per rendere migliore la vita di molte persone e, in maniera transitiva, di tutti: questa è certamente la vera sfida, la sfida più importante che ognuno di noi dovrà affrontare, che non è tanto tecnologica, quanto piuttosto culturale.
Regione Lombardia si è impegnata a portare avanti anche per il futuro queste sfide, al fianco dell’Unione Italiana ciechi e ipovedenti e al fianco di tutte le associazioni che sostengono il diritto di tutti ad una vita inclusiva e autonoma in città.
Per poter progettare al meglio una città accessibile è stato inoltre realizzato il volume intito-
lato “La città del presente”, che raccoglie le esperienze, le osservazioni e la ricerca di tutti i componenti del Gruppo di Lavoro 4 Vita Indipendente, come supporto alla progettazione e alle fasi decisionali, senza entrare nello specifico degli articoli di legge. I componenti di questo team sono: Vittorino Biglia, Sergio Prelato, Nunziante Esposito, Elena Ferroni, Giuseppe Fornaro, Fabrizio Marini, Huber Perfler, Angelo Di Maglie, Barbara Leporini Massimiliano Naccarato, Samuele Frasson e Raffaele Squeglia.
Il volume è suddiviso in nove sezioni, ognuna delle quali affronta un particolare focus: le persone con disabilità visiva e la loro interazione con l’ambiente, le linee guida per l’eliminazione delle barriere architettoniche, i piani PEBA MUSEI, le nuove barriere della tecnologia, come il touch screen senza screen reader (le macchine che non parlano), le tecnologie applicate alle infrastrutture urbane e agli edifici, l’accessibilità dei servizi igienici per le persone con disabilità visiva, la leggibilità e i relativi problemi di illuminazione e le soluzioni più immediate per gli edifici pubblici o aperti al pubblico.
Nella prefazione, il Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto ha scritto: “Non si tratta della classica presentazione che espone solo tecnicamente i problemi riguardanti le barriere architettoniche e sensoriali, ma vuole essere, invece, molto di più. Nelle pagine che seguiranno, potremo leggere la nostra storia, la nostra visione della città, i grandi passi in avanti compiuti nel campo della mobilità, così discusso, a volte anche in modo controverso. Da qui la necessità per noi di provare a disegnare e condividere con la cittadinanza e le istituzioni che cosa rappresenta per noi ciechi e/o ipovedenti la città di oggi. Con questo manuale, frutto di confronto intenso di idee ed esperienze personali molteplici e diverse, desideriamo proporre una pratica, un progetto, una metodologia che intendono andare al di là della mera declinazione delle soluzioni tecniche, sia pur necessarie, per abbracciare una sfera più vasta e comprensiva nella quale venga messa al centro l’individuo con le sue caratteristiche, i timori dovuti alla disabilità, le cognizioni acquisite… Insomma, con tutto il bagaglio umano di ricchezza di sensazioni, emozioni, esperienze, necessità e desideri di conquistare giorno dopo giorno, me-
tro dopo metro, strada per strada, quella autonomia personale è un presupposto essenziale della libertà degli esseri umani.
‘La città del presente’ e stata già in parte realizzata nello scenario urbano attuale, ma spesso in modo incoerente e poco sistematico. Abbiamo ritenuto utile, pertanto, con chiarezza e grande determinazione, offrire al pubblico, ai tecnici, progettisti e operatori del settore, alle istituzioni in genere, il “punto di vista” delle persone con disabilità, quelle che vengono definite più fragili, forse del corpo e nei sensi, ma di certo non nella voglia e nella legittima pretesa di vivere in pieno la propria vita personale.”
Vivere in una società più inclusiva, significa semplicemente accogliere la disabilità come risorsa che genera valore, supportarla attraverso scelte strategiche, tecnologiche ma non solo, con la consapevolezza che “le difficoltà non sono mai superate con gli occhi di chi guarda, ma con la forza, il coraggio, la volontà e il cuore di chi le affronta” (A. Monteri)
https://youtu.be/R5q8LhVR6yM
(presentazione di Alberto Piovani, Presidente UICI Milano)
https://youtu.be/Y3MkRz-aYPY
(presentazione in Regione Lombardia)
Si Spera che LeTiSmarT poSSa eSSere inSTaLLaTo Su TuTTo iL TerriTorio nazionaLe, inTegrando i SiSTemi TradizionaLi, come i percorSi TaTTiLo-pLanTari e Le mappe TaTTiLi.Vittorino Biglia (UICI Torino) delegato al Congresso Nazionale straordinario di Ottobre, ritratto insieme a Spritz Presentazione LETIsmart in Regione Lombardia con il Presidente Attilio Fontana e Mario Barbuto, Presidente Nazionale UICIBiblioteca Mario Barbuto, Presidente Nazionale UICI con Attilio Fontana, Presidente Regione Lombardia, e l’Assessore Elena Lucchini ioteca
di elena cardinali
Lidea era di andare a cercare fortuna in Australia, ma il destino l’ha dirottata su Capo Verde, nell’isola di Boa Vista. E qui, dopo dieci anni di attività da imprenditrice nel settore dell’ospitalità, che Sonia Stacchezzini, cinquantenne mantovana nativa di Moglia, ha messo le radici.
Tanto da meritare anche la cittadinanza della piccola repubblica sorta nel 1975 sulle ceneri dell’ex colonia portoghese nata sulle dieci isole che formano l’arcipelago di fronte alle coste del Senegal. Qui oggi gestisce un confortevole B&B, il MiMaBo (tradotto, Io con te), e alcuni appartamenti per le vacanze. E in parallelo si occupa dei bambini poveri della zona per i quali ha fondato un asilo gratuito.
Sonia è una donna dallo spirito eclettico. Dopo gli studi al liceo di Mantova, ad indirizzo chimicobiologico, ha seguito un corso come restauratrice di mobili, maturando poi esperienza lavorativa anche in campo edile con le costruzioni in cartongesso.
“Amo la manualità”, spiega questa bella signora bionda dal fisico atletico, “sono curiosa di come nascono le cose, in particolare le abitazioni. Amo costruire e arredare”. Con l’ex marito il progetto era di portare l’esperienza maturata in Italia in qualche parte dell’Australia, “ma una vacanza all’isola di Sal, nel 2006, ha cambiato le nostre prospettive. E l’opzione principale è diventata Capo Verde”.
Nel 2007 Sonia e il marito si trasferiscono definitivamente a Capo Verde dove s’impegnano nel settore edilizio, in forte espansione, in particolare per la rifinitura degli appartamenti. In aggiunta aprono anche una ditta di prefabbricati. Ma la crisi immobiliare del 2008 blocca l’attività e la coppia rientra per qualche mese in Italia, fino a quando un’impresa italiana li contatta per segui-
re degli impianti di produzione di acqua potabile per un hotel di Boa Vista. E’ in questo periodo che Sonia conosce una psicologa italiana che lavora in un hotel e che opera a favore dei bambini delle baraccopoli di Santa Cruz,nell’isola di Sal Il progetto solidale si chiama “Un click per un sorriso” e Sonia vi aderisce con entusiasmo, fino a rilevarlo del tutto nel 2013 e a farlo riconosce-
re ufficialmente al Governo di Capo Verde. Oggi l’associazione ha sede a Sal Rei, il capoluogo di Boa Vista, ed è sostenuta economicamente da un sodalizio italiano che ha sede a Bologna, “Fiori di Campo”. Dà aiuto ad un centinaio di bambini dai sei mesi ai cinque anni, si occupa anche delle loro famiglie e di quelle le cui scarse condizioni economiche non permettono di dare un’istruzione ai bambini, in particolare quelli nati nelle baracche della periferia. Molti di questi bambini, grazie all’asilo messo in piedi da Sonia in una casa di Sal Rei, vengono tolti dalla strada e da situazioni di potenziale degrado sociale. Il progetto solidale dell’imprenditrice mantovana ha un occhio di riguardo, inoltre, per i bimbi con disabilità o con disagio psichico, per i quali è spesso intervenuta con soluzioni specifiche. Sonia ha anche finanziato alcune operazioni chirurgiche su bimbi nati con malformazioni.
“L’asilo è diventato un progetto nazionale dal 2011”, spiega Sonia Stacchezzini, “e oggi ospita una settantina di bambini dai tre ai sei anni. I piccoli ospiti, seguiti da personale specializzato del luogo, arrivano alle 6.30 e restano fino alle 18, facendo la prima colazione, il pranzo e la merenda. Per le famiglie, che qui sono mediamente molto numerose, è un grande aiuto. Oggi questa realtà è molto conosciuta e ci sono anche privati che offrono contributi, come generi alimentari o aiuti economici. Una grossa ditta dolciaria italiana mi ha inviato di recente un prezioso carico di colombe pasquali che i bimbi e le loro famiglie hanno molto gradito”.
Nostalgia per l’Italia? “In Italia, a Mantova, torno periodicamente, per stare con la famiglia. Ma ormai il mio cuore è a Capo Verde. Qui ho costruito un rapporto speciale con la gente, basato sull’onestà e il rispetto. Ho realizzato posti di lavoro e i bambini sono diventati tutti i miei nipotini. Quando mi vedono saltano sulla sedia e gridano “Ciao tia Sonia”.
ALCHIMIA
AMBADUE’
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Cos’è la fibrosi cistica? Ce lo spiega il Dott. Federico Cresta, specialista in Pediatria presso il Centro Fibrosi Cistica Liguria.
«La fibrosi cistica è una malattia genetica, ad andamento cronico e progressivo che si manifesta solitamente durante l’infanzia.
La patologia è dovuta all’alterazione della proteina CFTR: il malfunzionamento di quest’ultima a livello delle membrane delle cellule epiteliali provoca la produzione di sudore ad alto contenuto di sali e secrezioni mucose vischiose. Gli organi maggiormente colpiti, oltre all’apparato respiratorio (broncopneumopatia cronica ostruttiva) sono il pancreas (insufficienza pancreatica, diabete giovanile, pancreatite) e l’intestino
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(subocclusioni intestinali). La diagnosi viene effettuata attraverso il test del sudore.
I trattamenti farmacologici e fisioterapici, insieme alla diagnosi precoce resa possibile dallo screening neonatale, hanno contribuito negli ultimi anni ad un netto miglioramento della prognosi e della qualità di vita dei pazienti affetti» Quante sono in Italia le persone affette da questa patologia?
«Sono circa 6mila i malati e si stima che ogni 2.500-3.000 dei bambini nati nel nostro Paese, 1 sia affetto da fibrosi cistica (200 nuovi casi all’anno circa) come confermano i dati raccolti dal Registro Italiano Fibrosi Cistica» Quanti sono i pazienti con fibrosi cistica
colpiti dal Covid-19?
«Secondo l’ultimo report del RIFC nel periodo febbraio - luglio 2020 sono 21 i pazienti con fibrosi cistica risultati positivi all’infezione da SARS-CoV-2. Un numero non eccessivamente elevato frutto di due fattori: l’attenzione sempre alta dei malati, abituati a proteggersi dalle infezioni intercorrenti; il ricorso alla telemedicina che ha ridotto al minimo gli spostamenti. Molti dei Centri Fibrosi Cistica durante il lockdown si sono serviti sia del telemonitoraggio che del supporto territoriale per la terapia domiciliare, al fine di minimizzare gli accessi in ospedale in periodo pandemico»
MAroCMAroC: rItUALI D’orIEntE GoLD CoLLAGEn HYALUronIC ForMULASpazio Bibas è un angolo di bellezza a due passi dal lago. Siamo nel cuore di Desenzano del Garda, un negozio che è anche una galleria eclettica, con oggetti d’autore, d’interior design, oggetti che raccontano storie e suggeriscono tendenze, il tutto con stile. Una galleria ricca di idee e suggestioni per un dono speciale, per una coccola di classe da concedere a sé stessi. Perché, diciamocelo, ci sono tante opzioni là fuori, ma un negozio come questo offre un’esperienza completamente diversa e più profonda: unica.
Accanto alla bellezza del luogo c’è quella degli oggetti che qui, come in uno scrigno prezioso, si possono trovare: ogni pezzo è un’opera d’arte, creato con cura e dedizione da artigiani che mettono il loro cuore e la loro anima in ciò che fanno.
Non sono solo vestiti o oggetti, ma espressioni di creatività, stile e passione. Scegliendo un regalo a Spazio Bibas, si ha la certezza di trasmettere il messaggio che la persona a cui stiamo facendo il dono meriti qualcosa di straordinario. Spazio Bibas offre una vasta gamma di opzioni, e si è certi di trovare il regalo perfetto per ogni persona che conta nella nostra vita. Che si tratti di un abito elegante, magari firmato Thanny che utilizza per le sue creazioni, caratterizzate da linee morbide e sinuose e texture originali, anche con sorprendenti effetti plissé, bellissimi tessuti in lino, seta, cachemire e lane pregiate, oppure di una borsa di design, di un oggetto per la casa firmato Galbiati, NasonMoretti per i vasi di Murano, lampade di Printworks e di Villeroy & Boch. Anche l’olfatto vuole la sua parte e allora ci si sbizzarrisce tra una ricercatissima selezione di profumi di nicchia come Etat Libre D’Orange, Mes Bisous, Milano Fragranze, La Manufacture, Spirit of Kings, Patricia Nicolai, State Of Mind, Baruti, Malbrum, Olibanum, Rajani
E per la parte beauty la scelta si orienta su brand etici, sostenibili ed efficaci come, ad esempio, Magdalena, una linea 100% vegana, bio e cruelty free, i cui prodotti racchiudono la forza della
natura del Tirolo grazie alle erbe e piante di alta montagna o Höbepergh che nasce sull’Altopiano di Asiago, una terra di antica tradizione dove da sempre è diffuso l’uso di piante per curarsi con oltre 900 specie che crescono spontanee e selvatiche che danno vita a cosmetici unici per formulazione e risultati.
Qualunque sia la scelta ogni regalo diventa il ricordo tangibile di un gesto di affetto, un’opportunità per la persona a cui teniamo di sentirsi amata ed apprezzata, unica come il dono che riceve.
Spazio Bibas è, inoltre, anche sul web con un online-shop che permette di scegliere, comodamente da casa, il meglio di una selezione di retail d’autore: www.spaziobibas.it.
Un luogo dunque, reale e virtuale, dove fermarsi e trovare ispirazione circondati dal bello e da scelte originali e di classe. Uno scrigno di tesori dove catturare l’oggetto che interpreta al meglio i propri desideri o un dono che non si fa dimenticare.
Spazio Bibas
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La nuova frontiera dello skincare professionale si chiama Cellula+: il nuovissimo brand di cosmetica professionale studiato da Atar 22 S.p.A. in collaborazione con la Dott.ssa di Medicina Estetica Rita Giacomello, da oggi solo nei migliori centri estetici qualificati. Cellula+ propone trattamenti all’avanguardia che rispondono con efficacia ai principali inestetismi della pelle attraverso il rinnovamento cellulare profondo. Il risveglio della pelle in soli 30 minuti di seduta in istituto. Quali sono i vantaggi del rinnovamento cellulare? Il trattamento di esfoliazione professionale è un momento essenziale per attenuare e prevenire la maggior parte degli inestetismi della pelle. Questo processo consente alla pelle di liberarsi dall’eccessivo ispessimento, di rigenerarsi e di assorbire maggiormente gli attivi contenuti nei cosmetici. Ne conseguono un’elevata idratazione e luminosità.
Come spiega a proposito di sensibilità ed invecchiamento cutaneo, la nota dottoressa di Medicina Estetica Rita Giacomello, “La soluzione quindi, è liberare la pelle dalle cellule morte in eccesso. Eseguire trattamenti di peeling riporta lo spessore dello strato corneo alla normalità e fa respirare gli strati sottostanti soffocati da un eccesso di cellule morte. Infatti il ripristino del turnover cellulare fisiologico è il meccanismo più importante per rigenerare una pelle disidratata e precocemente invecchiata.”
I trattamenti professionali Cellula+ sono studiati per soddisfare qualsiasi tipologia di pelle e grazie all’elevata concentrazione di ingredienti attivi, si ottengono risultati visibili in poche subite: pelle liscia, morbida al tatto, luminosa e compatta...come nuova!
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di idratazione profonda della pelle
La sinergia con pura VITAMINA C ed Acido Mandelico invece è un trattamento essenziale per tutti i tipi di pelle. Ha un’intensa azione ossigenante, antiossidante, rigenerante e risponde efficacemente agli inestetismi legati all’ iperpigmentazione e alle macchie cutanee in generale. Il kit di trattamento è in formato monodose per favorire ed offrire la massima igiene e prevede un percorso di cinque sedute in cabina che si concludono con il kit domiciliare per perfezionare la rigenerazione e la riparazione della pelle nei due giorni successivi alla seduta.
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UN MONDO DI ATTENZIONI PER LA TUA PELLE
Cellula+ propone un nuovo approccio alla bellezza e le parole d’ordine sono armonia, cura e attenzione per una pelle più sana prima di tutto. La pelle infatti, oltre ad essere l’organo più vasto del nostro corpo, è anche quello più “riflessivo” di altri aspetti legati allo stile di vita, le abitudine alimentari ma soprattutto allo stress. Non dobbiamo solo prenderci cura di ciò che vediamo ossia dei segni evidenti d’espressione, l’orientamento deve essere più profondo e generale. La ricetta per una pelle sana e giovane è abbinare efficaci trattamenti di skincare professionali ad una corretta igiene cosmetica quotidiana ma soprattutto ad uno stile di vita più equilibrato che predilige per esempio un’alimentazione corretta e molta attenzione alle nostre abitudini, al nostro stato psico-fisico ed allo stress.
“E se la soluzione fosse in una cellula?” vuole essere molto più di chimica sulla pelle! Non un semplice trattamento estetico, ma un percorso cosmetologico, filosofico, di salute e di bellezza naturale.
Si celebrano i venti anni di un’azienda, a volte, anche quando c’è poco da gioire. Invece, in questo caso, i numeri cantano, eccome se cantano: il fatturato, quest’anno toccherà quota 52 milioni di euro, con la previsione di raggiungere i 60 nel 2024, gli 80 nel 2027, i 100 nel 2030 e con la previsione di assumere nuovi collaboratori.
Insomma, sorrisi larghi alla Cantabria Labs Difa Cooper di Caronno Pertusella (Varese), azienda leader nella realizzazione di prodotti dermatologici, farmaceutici e cosmetici studiati per prendersi cura della pelle sia sana che con patologie. L’azienda è parte del gruppo internazionale Cantabria Labs, presente in 83 Paesi di 4 continenti (con filiali in Cina, Portogallo, Francia, Messico e Marocco, oltre a quella italiana). Ed è proprio questo è il motivo della torta di compleanno: 20 candeline perché due decadi esatte sono passate dal momento in cui, nel 2003, l’intuizione del manager italiano Stefano Fatelli e dell’imprenditore spagnolo Juan Matji ha fatto sì che la storica azienda varesina Cantabria Labs Difa Cooper, fondata nel 1959, entrasse nella galassia Cantabria Labs guidata da Matji, a sua volta figlia di una lunga storia e decisa a internazionalizzarsi sempre più.
«Quando io e Juan abbiamo iniziato a ragionare di questa fusione, lui mi diceva sempre che l’Italia è un posto di grande innovazione e rilevante dal
CANTABRIA LABS DIFA COOPER, FILIALE ITALIANA DEL GRUPPO INTERNAZIONALE CANTABRIA LABS, FESTEGGIA I 20 ANNI DALLA SUA NASCITA CON NUMERI STRAORDINARI. CRESCONO FATTURATO E DIPENDENTI.
punto di vista scientifico. E mi esortava a non preoccuparmi solo del business in sé, ma di portare in azienda tutte le energie positive che potessi intercettare sul territorio» ricorda Fatelli, classe 1964, amministratore delegato di Cantabria Labs Difa Cooper e Amministratore Unico di Cosmetica Italia Servizi.
Aggiunge, in sincerità: «Io pensavo fosse poco più di una frase motivazionale per un progetto che immaginavo si sarebbe sì sviluppato, ma in modo più limitato. Invece aveva pienamente ragione».
Sono state dunque bruciate tutte le tappe. Ciò, grazie a un modello multilocale in base al quale le filiali Cantabria nel mondo gestiscono anche in autonomia le proprie attività di ricerca, produzione e commercializzazione, approcciando così in modo dinamico e flessibile le specificità dei diversi mer-
cati: «È successo inoltre che l’Italia si sia imposta come hub di connessione tra lo sviluppo generale del gruppo e le pratiche d’innovazione, i brevetti e i prodotti che siamo andati a sviluppare per poi farli divenire patrimonio comune». E ancora: «La straordinarietà di questi 20 anni deriva dal fatto che, col nostro format specifico e con un’identità che ci colloca tra il farmaceutico e il cosmetico, abbiamo lavorato con centinaia e centinaia di dermatologi e farmacisti creando una partnership e una fiducia che ancora oggi mi sorprendono e mi emozionano».
D’altra parte, le emozioni e l’empatia sono un connotato specifico che caratterizza sia Cantabria Labs Difa Cooper che Cantabria Labs. Il patto stretto nel 2003 da Fatelli e Matji teneva conto di questa situazione e forniva la chiave di volta di un successo possibile, poi divenuto reale: far crescere il business attraverso un gruppo di lavoro inquadrato in una struttura snella, decentralizzata ed efficiente e con un saldo impianto di valori, in una sorta di “umanesimo imprenditoriale” che trova sintesi nel motto “Celebrate life”, inno alla vita. Dunque attenzione all’uomo, ricerca scientifica, sostenibilità, solidarietà. Ossia: migliorare la qualità e la salute delle persone attraverso i propri brevetti, fornendo loro benessere, comporta necessariamente che tale benessere sia percepito anche dai collaboratori aziendali. Non è un caso che Cantabria Labs Difa Cooper sia stata premiata più e più volte da Great Place to Work - Best Workplaces, nel 2006, 2008, 2010, 2017, 2019 e 2020. Oggi Fatelli può dire: «Lavorando bene con persone che si sentono parte attiva dell’impresa, sono stati 20 anni non solo straordinari per i risultati raggiunti, ma quasi “facili”. È stata insomma una costruzione cresciuta mattone dopo mattone e propiziata dal nostro team meraviglioso, che mi riempie d’orgoglio. Assumerei di nuovo tutti quanti, non c’è dubbio».
E il futuro? Da sempre l’azienda di Caronno Pertusella, come pure la controllante iberica, punta la sue fiches sull’innovazione, tanto da destinare circa il 12% del proprio fatturato interamente alle politiche di ricerca scientifica e di sviluppo: si tratta, parlando dell’intero budget di Cantabria Labs, di circa 35-36 milioni di euro nel solo 2022.
Fatelli: «Sono scelte coraggiose ma che ci hanno
sempre ripagato. E che sono confermate dalla ceo di Cantabria Labs, Susana Rodríguez, una donna giovane e dinamica che sa coniugare un approccio manageriale innovativo con lo spirito che abbiamo costruito negli anni con Juan, basato sempre sulla continua voglia di crescere, ma insieme e in armonia». Tra l’altro Cantabria Labs ha da tempo avviato politiche per la sostenibilità ambientale, l’inclusione e la lotta alla povertà, sposando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (ossia gli OSS. In inglese: Sustainable Development Goals) redatti dall’Onu. Proprio sulla loro base, Cantabria Labs ha stilato un proprio Manifesto Celebrate Life, in 10 punti, che riassume una missione di fondo: migliorare la qualità e la salute delle persone per celebrare la vita. Se gli OSS si collocano in tre ambiti (persone, pianeta e crescita economica), Cantabria Labs nel Manifesto Celebrate Life ha voluto declinare que-
sti ultimi sulla base dei valori che ne connotano da sempre l’attività: innovazione, imprenditorialità e prossimità. Essere vicini alle persone per farle andare lontano.
Se è ben conosciuto l’assoluto rigore scientifico con il quale il gruppo approccia il proprio settore («In un mercato percepito a volte come effimero, noi facciamo precedere da approfonditi studi clinici ogni proposta di prodotto al consumatore. Credo che sia proprio questa la vera differenza rispetto ad altri: l’evidenza clinica che certifica la qualità»), in occasione di questo compleanno si può anche sognare: Stefano Fatelli, dove sarete tra altri 20 anni?
«Il gruppo Cantabria Labs ha registrato un fatturato di 300 milioni nel 2022 (con 1.200 dipendenti), di 345 quest’anno (con 1.350 dipendenti), sarà di 500 milioni nel 2026, mentre le nostre previsio-
ni iniziali collocavano tale traguardo un anno più tardi. Ecco: non so cosa saremo tra 20 anni, ma tra una decina sfonderemo complessivamente il miliardo, e noi italiani di Cantabria Labs Difa Cooper i 200 milioni.
Perché? Perché finché lo spirito dell’azienda rimarrà questo, davvero nessuno sarà in grado di fermarci».
L’AD STEFANO FATELLI: «ABBIAMO PUNTATO SU RICERCA E VALORI.
OGGI SIAMO CIRCONDATI DA UNA FIDUCIA INCREDIBILE»
Nell’articolo precedente ho parlato di attività motoria, come indispensabile metodo di prevenzione alle problematiche più o meno gravi della schiena. Attenzione però a distinguere attività motoria e sport. Troppo spesso ci si avvicina alla pratica sportiva, dopo aver saputo di avere un problema del rachide, e (peggio ancora!) convinti che essa sia metodo di cura. Ahimé tale convinzione a volte risiede nei consigli del medico che ci ha visitato!! Intendiamoci, lo sport fa bene, ma deve essere affrontato in piena efficienza fisica e con adeguata preparazione. Inoltre la pratica sportiva presenta anche qualche effetto collaterale, principalmente dettato dalla ciclicità dei movimenti utilizzati, che hanno effetto usurante su determinate parti del nostro corpo. In sostanza lo sport non può e non deve curare o compensare una disfunzione articolare. L’attività motoria mirata, è fattore preventivo e compensante una problematica rachidea, dandoci la possibilità di preparare il nostro “sistema corpo”, sia alla quotidianità degli sforzi lavorativi che ad una sana attività sportiva.
La posizione in piedi diventa estremamente faticosa se mantenuta a lungo senza la possibilità di muoversi. Quando per esempio ci si trova in fila in posta o si attende il proprio turno in un negozio, è utile alternare una serie di posizioni, tra le quali quella con gli arti inferiori leggermente divaricati, distribuendo il carico in modo uniforme su entrambi, o quella su un piede solo con l’altro arto flesso. Quando è possibile, si devono trovare degli appoggi: per esempio, per lavare i piatti ci si può appoggiare con il bacino al lavabo, con i piedi leggermente arretrati; al telefono, si può appoggiare tutta la schiena ad un muro con le anche e le ginocchia leggermente flesse o il bacino ad una scrivania. Un’ altra posizione spesso consigliata, ma da assumere solo quando il busto è bene eretto e non inclinato in avanti, è quella con un piede in appoggio in avanti su uno sgabellino.
La posizione corretta al lavandino per lavarsi è molto simile alla posizione per sollevare oggetti pesanti: si tratta di divaricare gli arti, piegare leggermente le ginocchia e inclinare il busto in avanti flettendosi a livello delle anche. Per lavare i denti, si può appoggiare una mano al lavandino o alla parete in modo di scaricare in parte il peso del corpo. E’ decisamente sconsigliato lavare i capelli nel lavandino: meglio farlo sotto la doccia o eventualmente inginocchiarsi al suolo e lavarli nella vasca da bagno. Per infilare le calze o pantaloni, ci si può sedere e sollevare un arto, cercando sempre di flettere il meno possibile il rachide lombare. In casi estremi, di fronte ad un dolore molto intenso, ci si deve distendere a letto e flettere un arto alla volta verso il busto. Per allacciare le scarpe, infine, è consigliabile accovacciarsi mantenendo il busto bene eretto.
Se misuriamo la nostra statura nelle diverse ore della giornata, ci accorgiamo che alla sera siamo più bassi rispetto al mattino, perché nelle ore diurne, a causa del costante carico, lo spessore del disco si riduce. E’ perciò fondamentale dormire un numero sufficiente di ore su un letto valido per permettere ai nostri dischi di riacquistare il loro spessore originario e mantenere la loro efficienza ed elasticità.
E’ importante che il piano del letto sia sufficientemente rigido, possibilmente con una rete a doghe di legno, che costituisce la superficie ideale per sostenere il materasso. In alternativa si può inserire una tavola di legno sotto il materasso. Quest’ultimo deve essere concepito in modo da adattarsi alle nostre curve fisiologiche e da opporre ai rilievi del corpo la giusta pressione. Deve quindi essere non troppo rigido (il letto cosiddetto ortopedico nella maggior parte dei casi respinge il corpo, non lo accoglie) né troppo cedevole, in modo da non provocare una cifosi lombare quando si dorme supini e l’atteggiamento scoliotico quando si è sul fianco.
Non ci sono posizioni a letto ideali e cambiare la propria posizione notturna abituale (escluso nel caso di dolore) è francamente tra le cose più difficili da fare, salvo ricorrere a strane forme di tortura medievale (punti d’appoggio dolorosi).
In ogni caso, per modificare la postura del rachide lombare a letto, provocando un incremento o una riduzione della lordosi in base a quanto si intende ricercare, si deve agire su tre punti:
1. il capo;
2. gli arti inferiori;
3. direttamente la zona lombare
In queste zone si possono interporre cuscini o punti d’appoggio diversi adattando completamente la posizione e trovando quella più confortevole Questo è importante soprattutto in caso di dolore in corso e di necessità di mettersi a letto per trovare un sollievo momentaneo. Anche in questo caso però si scoprirà che qualunque postura antalgica dura pochi minuti, per poi richiedere di essere modificata.
Se ci sono dolori notturni, invece, secondo lo stesso principio, nel dormire supino può risultare utile inserire un cuscinetto sotto il tratto lombare, in modo da aumentare la lordo si lombare, oppure elevare leggermente le gambe posandole sopra un cuscino all’altezza delle ginocchia, in modo da ridurre la lordosi.
Se il paziente ha l’abitudine di dormire sul fianco, si può provare ad inserire un cuscinetto cilindrico all’ altezza della vita riducendo la possibile flessione laterale del rachide o inducendone una in
senso opposto. Può essere utile evitare di chiudersi nella posizione fetale, che comporta una cifosi totale. A volte è utile anche introdurre un cuscino sotto la gamba controlaterale al fianco in appoggio, che viene flessa a livello dell’anca e del ginocchio.
Se, invece, si preferisce dormire proni, si può posizionare al bisogno un cuscino sotto l’addome. In ogni caso, non esiste una posizione ideale per tutti: sarà il dolore a guidare il soggetto nella scelta della postura più adatta alle proprie esigenze in quel momento.
Per il rachide cervicale, poi, è necessario adattare l’altezza del cuscino sia da proni che da supini per mantenere la testa allineata alla colonna, quindi non in flessione anteriore o posteriore o laterale; questo è vero in posizione supina e sul fianco, mentre in postura prona il cuscino spesso è controproducente, fatta eccezione nel caso in cui lo si usa come appoggio laterale per il capo semiflesso lateralmente. Per chi ha una cifosi dorsale un po’ accentuata, poi, e dorme in postura supina, è bene utilizzare un cuscino un po’ più alto.
Per leggere a letto, infine, può risultare utile sovrapporre dei cuscini, in modo da sorreggere tutto il rachide, creando un piano inclinato che mantenga inalterate le curve fisiologiche
di elena mantesso
La gentilezza è una forza unificante che, se coltivata con cura, può migliorare significativamente l’atmosfera all’interno delle residenze per anziani. Ciò include il rispetto reciproco, l’attenzione alle esigenze di ognuno e la capacità di ascoltare e comprendere le paure e le preoccupazioni degli anziani. Nelle professioni di cura, la gentilezza si esprime spesso attraverso piccoli gesti di empatia e attenzione.
Questo può includere l’offrire un sorriso, ascoltare con pazienza le storie dei residenti o prestare una mano quando necessario. La cura empatica è fondamentale per il benessere degli anziani e contribuisce a creare un ambiente accogliente e rassicurante per tutti. Empatia è portare sempre la tua mente ed il tuo cuore dove sono i tuoi piedi. Perché se non sei presente ad ogni azione che compi non solo farai della cura della somma di trascuratezze, ma rischierai di creare un’assistenza orientata all’azione e non alla relazione.
Ma come poterlo far accadere? Attraverso l’ascolto attento delle storie, dei desideri, dei bisogni e delle preoccupazioni dei residenti, allenando la capacità di mettersi nei panni degli anziani, comprendendo le loro emozioni e i loro vissuti e non “forzando” mai azioni: altrimenti può iniziare a farsi strada la trascuratezza e il maltrattamento; attraverso la condivisione di momenti di gioia e di sostegno nei momenti difficili, perché il tempo da vivere insieme agli anziani non è sempre tempo di attività, di lavoretti, ma soprattutto tempo di valore, senso, significato, reciprocità e condivisione.
L’impatto positivo della gentilezza si esprime anche nelle relazioni tra personale e anziani. I piccoli gesti di gentilezza possono fare la differenza nella vita dei residenti, contribuendo a instaurare un clima di fiducia e comprensione reciproca. La gentilezza è contagiosa e, quando diffusa, può migliorare la qualità della vita all’interno delle residenze per anziani.
Come farlo? Ad esempio: considerando la possibilità di celebrare i successi e riconoscere l’impegno e la fatica anche dei colleghi, incoraggiando la gentilezza tra i membri della squadra attraverso la formazione e il sostegno (quando creiamo percorsi agli operatori delle residenze per anziani su questo argomento sono così tante le cose belle che accadono, ma una tra tutte è la diminuzione delle trascuratezze e dei maltrattamenti).
Gentilezza e stress
Nessun ragionamento sulla gentilezza è completo senza includere il lavoro di Hans Selve, che ha sostenuto che per ridurre gli effetti negativi dei fattori di stress quotidiani, dobbiamo fare del bene agli altri. In The Stress of Life, suggerisce che così facendo le nostre risposte fisiologiche allo stress cambiano e migliorano. Semplicemente essere spettatore di gentilezza e cura attiva la neuropsicologia della gentilezza, elevando lo spettatore e promuovendo la generosità, la connessione interpersonale e l’inclusione. La gentilezza apre l’opportunità di rafforzare la resilienza in contesti di stress più elevato come quello dell’assistenza sanitaria. L’umanità comune ricorda alle persone la loro connessione con altre personeche soffrono tutte a un certo punto della loro vita - e allevia i sentimenti di solitudine e isolamento. L’autogentilezza è un’espressione attiva di cura verso sé stessi che può aiutare le persone a chiarire le loro intenzioni su come vogliono trattarsi. È un tema straordinario da affrontare in tutte quelle relazioni di cura, educative e riabilitative. Come afferma la Dott.ssa Letizia Espanoli “non si può oggi essere professionisti di catene di montaggio di gesti di cura espropriati di umanità. Non ci si può più permettere il lusso di
La proposta è di iniziare riportando gentilezza nei luoghi di cura e il nostro impegno è quello di provare a spiegare “come” questo si possa fare. Abbiamo prima raccontato questo “come” in un libro esaustivo sull’argomento “La gentilezza nelle relazioni di cura” (L. Espanoli, F. Zedda, Editrice Dapero, 2023) e invitiamo ora le RSA che lo hanno letto (o che lo leggeranno) a prendere parte insieme a noi a un “viaggio” che prosegue, concretamente, lungo questa direzione.
Aderire al manifesto che proponiamo significa impegnarsi a diventare una Residenza per anziani gentile, ovvero scegliere di sviluppare consapevolezza e competenza intorno a ogni elemento che compone la Cura, per tornare ad avere professionisti che amano il proprio lavoro e persone felici di essere accolte tra le nostre mura.
Puoi scoprire di seguito il regolamento per aderire e le opportunità che vi aspettano: https://www.editricedapero.it/residenza-per-anziani-gentile/
La gentiLezza apre L’opportunità di rafforzare La resiLienza in contesti di stress più eLevato come queLLo deLL’assistenza sanitaria.
lavorare nell’ambito dei servizi in uno stato di apnea lasciando sott’acqua tutti gli aspetti che ci rendono umani, come l’emotività, l’appartenenza, il bisogno di sicurezza.”
La gentilezza è come un muscolo Essere professionisti della cura vuol dire portare la nostra mente, il nostro cuore e il nostro corpo al lavoro e metterci nella condizione di incontrare la mente, il cuore e il corpo dei nostri residenti, in un continuo “permesso, posso?”. Perché quello spazio tra i corpi non è mai vuoto. La gentilezza è un concentrato di tenerezza e di delicatezza che pervade le nostre vite e le nostre relazioni. Ci accompagna nei diversi ruoli della nostra vita. Tutti siamo chiamati a essere seminatori di gentilezza ricordandoci che gentilezza non è solo sorridere e ringraziare, ma è ciò che deriva dall’intenzione. Per questo è fondamentale allenare la gentilezza come un muscolo, che giorno dopo giorno aumenta dimensioni, elasticità ed efficacia. Oggi anche la scienza sostiene i benefici e i vantaggi della gentilezza, è quindi tempo di darle la possibilità di esistere nelle azioni concrete, non solo a parole.
egli ultimi tempi diverse persone si sono rivolte al mio Studio di Consulenza Sessuologica per problemi di Ghosting. Ma di cosa si tratta? Chi sono i soggetti che spariscono improvvisamente senza dare spiegazioni, interrompono la comunicazione, troncano le relazioni di amicizia, amore, o lavoro in modo freddo e drastico? Fino a un giorno fa si sapeva tutto di lui (o di lei) ed ora basta. Stop. Buio assoluto.
Chi fa Ghosting costringe la vittima a vivere immersa in un roboante silenzio, in un vuoto abissale, perché si è improvvisamente reciso qualsiasi ponte che possa collegarla a voi.
Infatti, non risponde più al telefono, non visualizza i messaggi sulla chat, non replica alle mail. Dunque il Ghosting è la sparizione repentina e senza appello di qualcuno che con la vittima aveva un rapporto profondo, intenso, magari longevo e sicuramente significativo.
Un allontanamento messo in atto in modo cinico, con freddezza e nell’intento di rompere con un taglio netto e non rimediabile, la relazione. Può accadere in amore, ma anche nell’ambito delle amicizie e perfino sul lavoro.
a cura della dott.SSa roSa peroSi
Il
Quali sono le ragioni di chi lo fa e gli effetti su chi lo subisce?
Chi fa Ghosting sicuramente la considera una strategia vantaggiosa perché è facile, evita il confronto, dimostrando così di avere a cuore soltanto la propria posizione e le personali necessità. Le persone che praticano il ghosting tendono ad essere individui con un grande bisogno di chiudere le porte e voltare pagina, con scarsa tolleranza all’incertezza. Anche se il ghosting può lasciare ambiguità in una relazione, per chi lo esercita, rappresenta in realtà un punto fermo, la fine di un rapporto. Diciamo che è una forma di evitamento del dolore. La separazione implica di solito dispiacere o colpa e sparire permette di non confrontarsi con il volto sofferente dell’altro.
Ma non solo. Molti temono una reazione rabbiosa, o costrittiva e quindi rifuggono da quelle reazioni. Alcune persone possono avere paura dell’impegno o dell’intimità, sentirsi sopraffatte dalla prospettiva di una relazione più seria o intima e potrebbero decidere di interrompere il contatto per evitare queste emozioni. Altri ancora spariscono per proteggere l’altro dalla loro stessa insoddisfazione, o mancanza di interesse. Non dimentichiamo comunque che dietro ogni comportamento, incluso il “farsi fantasma”, ci sono solitamente una serie di motivi. Di tutt’altro genere l’impatto che questo tipo di azione può avere sul malcapitato di turno, il quale vede disintegrarsi in un nanosecondo, una serie di vitali certezze.
Ho visto persone che avevano subito ghosting anni prima e che, a distanza di tempo, il ricordo dell’esperienza risulta essere ancora molto doloroso, più di una rottura “tradizionale”, cioè con un incontro a tu per tu. E’ probabile che coloro che optano per
questo genere di addio non si rendano conto del danno che causano all’altra metà. Quando l’altro diventa “fantasma”, si provano emozioni sgradevoli, possiamo dubitare del nostro valore, arrabbiarci, rimuginarci sopra. Ma non è un dolore traumatico, qui bisogna essere netti, i traumi sono altri. Se il dolore permane vuol dire che c’era una vulnerabilità sottostante.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato come il ghosting sia in grado di causare sofferenza, soprattutto ai più giovani, a chi tende molto a confrontare il proprio valore con gli altri e a chi definisce la propria identità attraverso le relazioni sociali. In generale, persone che hanno storie di vita più dolorose, fatte di perdite traumatiche, trascuratezza emotiva, abuso o violenza, sono più esposte da adulti a incontri relazionali infelici. Sono a rischio, quindi, anche di trovarsi a fare i conti più facilmente con la comparsa improvvisa di fantasmi”. E’ importante però ricordare che ogni persona reagisce in modo diverso al Ghosting e che le conseguenze possono variare a seconda della personalità, delle esperienze passate e delle circostanze, ma in ogni caso è cosa buona cercare di affrontare le relazioni e le comunicazioni in modo aperto e rispettoso per evitare di causare inutili sofferenze agli altri.
sesso è vIta, mantIenIlo vIvoLa dott.ssa Rosa Perosi
Si conferma la tendenza di vivere la cucina come area fluida con la zona giorno e la sala pranzo. L’ambiente adibito per cucinare diventa così spazio per accogliere nuove soluzioni generalmente ad appannaggio dell’area dining come ripiani, vetrine e sistemi giorni.
Le colonne diventano sempre più attrezzate aprendosi ad una moltitudine di proposte funzionali. In tal senso segnaliamo la colonna operativa Atelier di Molteni&C, versatile e applicabile a tutte le linee di cucine del brand. Si tratta di una colonna estremamente personalizzabile nelle finiture, negli accessori e nelle funzionalità. Tra le novità un nuovo espositore porta bottiglie in eco skin completo di portabicchieri. Anche le ante diventano un importante dettaglio estetico, dagli scenografici effetti vedo non vedo, con motivi dogati in essenza e vetri fumé.
TENDENZE
Old Ford è il nuovo tavolo di Molteni&C progettato da Rodolfo Dordoni. Old Ford ha il piano dai bordi arrotondati che si incurvano con armonia verso il basso per legarsi alle quattro gambe laccate lucide (disponibili in rosso borgogna, verde pino o nichel nero), unite da una struttura a forma di H. Il top è disponibile in marmo Emperador, Calacatta o Sahara Noir con finitura in poliestere opaco o lucido. Ad impreziosire il piano vi è una cornice sottostante color antracite.
Sintesi perfetta di estetica e innovazione tecnica, il telaio di Old Ford è realizzato con la tecnica dell’idroformatura, un processo del settore automotive che impiega la pressione dell’acqua per plasmare i materiali. Il risultato è un tavolo leggero e al contempo resistente e rigido.
Tra le novità segnaliamo Blade Lab di Modulnova, connotata da un’isola in pietra Piasentina fiammata e da numerosi vani contenitivi (che comprendono tra gli altri una cantina vini con ana vetrata a bilico) che si celano da un apparente parete rivestita. Ancora presentata la tendenza del mix and match di materiali differenti come da Aster Cucine, che contrappone top in marmo con le ante dogate e colonne in essenza per un effetto borghese.
In occasione del suo 50°anniversario, Sciangai di Zanotta, il celebre appendiabiti che ha segnato la storia del design, progettato nel 1973 da Jonathan De Pas, Donato D’Urbino, Paolo Lomazzi viene proposto in un’edizione speciale e illimitata in versione multicolor. Basato su uno schizzo originale dei designer, Sciangai 50 è così declinato in una tavolozza di colori vivaci .
La consolle G-Code di Giorgetti firmata da Dante O. Benini e Luca Gonzo è una novità 2023 dal forte impatto scenografico. L’elemento che dona unicità a G-Code è la struttura metallica realizzata con 49 cilindri in tre differenti dimensioni e finiture.
L’ispirazione di questo reticolo portante nascedall’osservazione della spazzola del kit di cortesia in aereo.
L’illuminazione è uno dei punti cruciali dei progetti di interior design degli spazi residenziali e di quelli commerciali/ricettivi. Non basta inserire lampade con superficialità solo perché devono assolvere alla loro funzione di illuminare, ma è necessario creare un’atmosfera piacevole, elegante, in grado di combinarsi in modo armonioso con gli arredi della stanza. Tecniche e decorative, oggi il mondo del light design propone lampade per tutti i gusti. Dalle icone a quelle contemporanee, c’è solo l’imbarazzo della scelta e dei brand come: Artemide, Flos, FontanaArte, Foscarini, Louis Poulsen, Nemo…. La luce deve proporsi come una componente non invasiva, accompagnando ed esaltando l’ambiente, il quale, se gode già di una buona luce naturale, avrà bisogno di pochi elementi ma giusti. Ovvero, mai limitarsi ad un’unica fonte luminosa come il classico lampadario sopra il tavolo, ma creare più punti a seconda del contesto d’uso. Intorno all’area living, ad esempio, vicino al divano andranno previste delle soluzioni con un’intensità minore della luce principale per rendere un’atmosfera intima, che invita alla conversazione e al relax.
L’area adibita alla TV, idealmente, dovrebbe essere illuminata a distanza nel retro – al fine di evitare fastidiosi riflessi durante la visione – con luci dimmerabili, ossia regolabili nell’intensità.
La sedia Youpi di Bonaldo, novità del 2023, è un progetto firmato da Fabrice Berrux connotata da una forma sagomata che ricorda le sembianze di una figura umana stilizzata. Una seduta avvolgente, dalle forme sinuose e dallo schienale rotondo, disponibile in due basamenti differenti: a quattro gambe metalliche o con una base cilindrica e svasata. Il rivestimento può essere in tessuto o pelle.
Prosegue lo scarico nell’oceano delle acque di raffreddamento della centrale nucleare giapponese di Fukushima. Un processo che potrebbe richiedere anche 30 anni. Nei container di acciaio si sono accumulate 1,34 milioni di tonnellate di acque reflue da smaltire. L’operazione di sversamento, iniziata a fine agosto dopo il via libera del governo giapponese, è stata approvata dall’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica), e secondo l’operatore TEPCO non c’è alcun rischio per la salute; i limiti della radioattività sarebbero praticamente nulli o bassissimi. Secondo le autorità giapponesi, lo svuotamento dei serbatoi è necessario per smantellare completamente l’impianto che nel 2011 ha subito un grave danno a causa del terremoto e dello tsunami: il peggior disastro nucleare dopo quello di Chernobyl. La Cina, parimenti alla Corea del Sud, in pieno disaccordo con
i pareri dell’AIEA son tornate a criticare con durezza il Giappone dopo l’avvio delle operazioni, definendo la mossa “estremamente egoista e irresponsabile”, bloccando l’importazione di prodotti ittici in attesa dei test che si faranno i prossimi mesi su campioni prelevati nell’area marina oggetto dell’operazione. C’è grande attesa quindi, da parte di tutto il mondo, per gli sviluppi di questa drammatica vicenda, la cui conclusione riserva pesanti incognite.
Infestante, ma decisamente saporita! Presenta varietà con fiori coloratissimi. La Portulaca è una pianta osservabile nei nostri orti e giardini, a volte anche fastidiosa perché invade i vasi di piante e aiuole. Eppure se ne sottovalutano gli importanti benefici. Semplice da coltivare, potrebbe essere un ingrediente in più nella nostra cucina per arricchire i
Da alcuni anni a dare un significativo supporto alle conoscenze etologiche su molte specie animali recitano un ruolo di prim’ordine le fototrappole. Sono strumenti tutt’altro che recenti, ma la loro diffusione attuale, a prezzi ormai molto contenuti sposati a elevate qualità tecnologiche, ha invogliato centinaia di appassionati ad utilizzarle, al punto da far diventare il fototrappolaggio un hobby di nicchia. E’ grazie ad esso che si è potuta comprovare la presenza di alcune specie date in Italia come estinte (ad esempio la lontra, il castoro ecc.), in aree e territori insospettabili. Alla stessa stregua alcune specie storicamente ritenute esclusivamente tipiche di habitat specifici, vengono riprese e documentate con sorpresa saltuariamente in ambienti
piatti di un quid di originalità. Considerando le sue numerose proprietà benefiche, vale la pena provare ad usare la Portulaca anche in cucina. Oltre all’impiego in insalate online si trovano pure ottime ricette. Come per i funghi ne esiste una varietà tossica, dal sapore però pestifero.
Da nemico numero uno di cozze e vongole a piatto prelibato e nutriente. Potrebbe essere il futuro del famigerato granchio blu, diventato il protagonista anche di un intervento del Governo per contrastare i danni al settore degli allevamenti dei molluschi di questo predatore del mare arrivato nel Mediterraneo dal Nord America. “Il granchio blu è vorace e sta determinando danni all’ecologia e all’economia delle aree marine, ma può diventare un alleato a tavola. È ricco di proteine di alta qualità e povero di acidi grassi saturi. Quindi uno scudo per il cuore ma occhio ai livelli di sale”. Lo sottolinea Mauro Minelli, immunologo e docente di `Fondamenti di dietetica e nutrizione´ all’Università LUM, analizzando le caratteristiche del `Callinectes sapidus´ o granchio blu. In attesa di mezzi efficaci per contrastare l’invasione di questa specie aliena, via libera quindi alle prospettive culinarie, tutte ancora da perfezionare ma intriganti.
Gli incendi distruggono i boschi e gli eventi meteo estremi come il downburst sradicano centinaia di alberi. In questo scenario, e con una revisione dei fondi del PNRR stanziati per la riforestazione, a che punto è il Piano Nazionale per piantare 6,6 milioni di alberi entro il 2024 nelle 14 città metropolitane italiane per contrastare l’inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità? Ecco la risposta a questo interrogativo data da Carlo Blasi, docente di Ecologia vegetale alla Sapienza di Roma e componente della cabina di regia per l’applicazione della misura del PNRR per la forestazione urbana: “Il primo obiettivo del Piano di mettere a dimora 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 è stato raggiunto. Per i rimanenti saranno usati anche 330 milioni di euro di fondi nazionali, che hanno il vantaggio di non avere scadenza al 2026”. Incrociamo le dita.
in teoria a loro non confacenti. Ne sono esempio i lupi, i cervi e gli istrici nei campi coltivati della Pianura Padana, o addirittura specie apparse in Italia da pochi anni come lo Sciacallo Dorato o la Genetta. Trattandosi di specie rare, attive in orari prevalentemente notturni, solo il fototrappolaggio ha la possibilità di rilevarne la presenza, nonostante il numero veramente esiguo di apparecchiature dislocate sul campo. La tecnologia a infrarossi o termica adottata da questi strumenti, in continua evoluzione, ha migliorato ulteriormente il rendimento e la spettacolarità delle documentazioni foto e video. Naturalmente è un hobby che deve rispettare norme precise. Le fototrappole si
possono collocare solo sui terreni di proprietà o col consenso dei relativi proprietari, mentre nei territori demaniali si gode di maggiore libertà purché non si interferisca palesemente nella privacy dei turisti occasionali. Unico aspetto negativo di questa pratica sono i furti che avvengono saltuariamente, e che consigliano di mascherare nel migliore dei modi gli strumenti e di ancorarli con appositi accorgimenti che impediscano la loro rimozione. Ma in genere le soddisfazioni superano di gran lunga i possibili “incidenti” di percorso.
na nuova visione del marketing, al servizio di un’economia del benessere è possibile? Ne parla
Paola Rizzitelli, Wellness Economy Strategy Consultant, nella riedizione aggiornata e ampliata del suo libro “Il marketing del Benessere. Il cambiamento necessario per una nuova economia”, prodotto editoriale curato da Bookness (pp 292, 19 euro).
Un manuale destinato alla costruzione di un’economia del benessere attraverso un marketing nuovo e rivoluzionario incaricato di trainare il cambiamento, a partire da una wellness economy che può cambiare abitudini e scelte d’acquisto, puntando al ben-vivere della società.
Paola Rizzitelli spiega: “Gli esseri umani, come parte interattiva di un sistema economico di produzione e di scambio, hanno contribuito in modo consapevole o inconsapevole alla creazione dello scenario abbastanza deprimente degli ultimi decenni, certamente aiutato da strategie di marketing prevalentemente manipolatorie e contrarie alla tutela della salute globale. Oggi, invece di continuare a rifugiarci dietro l’immagine di vittime del sistema, è necessario che utilizziamo i medesimi strumenti, quindi anche il marketing, con coscienza e nuove modalità, impegnandoci a generare un sistema che porti benefici per tutti”.
La prefazione è di Claudio Pagliara, medico oncologo esperto in medicina olistica, la postfazione di Franco Manti, professore dell’Università di Genova e premio Unesco per la bioetica nel 2020. Il capitolo sulla vita di Paola “Come sono rinata nel benessere”, che contiene la sua reason why e il perché della scrittura di questo libro, è stato ampliato e spostato in appendice.
L’industria del benessere analizzata nel manuale è legata alla comprensione di un significato evoluto di wellness: ricerca attiva di modi di vivere, scelte e stili di vita che conducono a uno stato di salute olistica.
Il libro, arricchito da interventi e interviste, non contiene solo pensieri e suggestioni, ma anche strumenti concreti rivolti a un preciso gruppo di imprenditori e professionisti, o aspiranti tali, che operano nel settore della wellness economy. L’obiettivo è farli operare in maniera etica, responsabile e sostenibile, in direzione di un’economia, il cui obiettivo diviene, appunto, quello di generare benessere nella vita delle persone, promuovendo la ricerca proattiva di nuovi stili di vita. Come? Attraverso un marketing che prevede una “rivoluzione copernicana”, definito “marketing del benessere”: un marketing del e per il benessere, che non generi solo profitto, ma che possa cambiare abitudini e scelte d’acquisto. Per informazioni: www.sinergieperilbenessere.com/
In libreria dal 10 ottobre
Pagine: 256 | Prezzo: 19,90 euro
«Queste ricette sono un atto d’amore nei confronti dei miei lettori. Ne ho incontrati tanti in giro per l’Italia e sono stato travolto da un’accoglienza calorosa che mi ha fatto sentire a casa. Pacche sulle spalle, strette di mano, selfie, sorrisi, risate, racconti, dediche, persino una proposta di matrimonio! Ed è pensando a loro, a voi, alla schiettezza e alla semplicità che ci contraddistinguono che ho preparato questa carrellata di ricette, da piatti della cucina regionale italiana a variazioni come la pasta all’arrabbiata con i funghi o la genovese di polpo, dalle specialità di paesi lontani fino a dolci golosissimi che fanno subito festa. Per condividere con voi il sapore caldo e accogliente di un piatto assaggiato insieme.»
Luca Pappagallo
Con il suo gusto inconfondibile e il suo talento per la cucina, Luca Pappagallo esplora i sapori più autentici e genuini della tradizione italiana e internazionale. Antipasti sfiziosi, primi sontuosi, secondi golosi e dolci che fanno venire l’acquolina in bocca in un ricettario che trabocca di delizie per tutti i gusti, tutte le forchette e tutte le tasche: dalla tegamata di Pitigliano agli spaghetti all’assassina, dalle melanzane a scarpone al sofrito di Corfù, passando per lo zuccotto alla fiorentina e i biscotti all’anice per chiudere la cena in bellezza. Senza dimenticare il piatto che fa felici praticamente tutti, le polpette!
Più di cento piatti per chi ama i sapori di casa ma anche le escursioni in terre lontane, per chi bada alla forma ma soprattutto alla sostanza e agli ingredienti genuini e… per chi non vuole passare ore ai fornelli. Nella migliore tradizione di Casa Pappagallo®, una celebrazione della cucina in tutte le sue forme per tutti coloro che non rinunciano mai a leccarsi le dita!
Il Festival della Fotografia Etica è diventato ormai, da fine settembre a fine ottobre di ogni anno, un evento atteso da migliaia di persone – appassionati di fotografia ma non solo – che raggiungono Lodi da tutta Italia per immergersi in un concentrato di storie da tutto il mondo, per riflettere e stupirsi. “Storie uniche, emozionanti ma necessarie”, come dichiara Alberto Prina, Direttore del Festival. 20 mostre, quasi 100 fotografi da 40 paesi diversi e 5 continenti, oltre 700 immagini esposte. Questi i numeri della quattordicesima edizione del Festival dal 30 settembre al 29 ottobre.
Cuore espositivo è sempre il World Report Award - Documenting Humanity. A partire dalla categoria MASTER, vinta da Evgeniy Maloletka con il reportage L’assedio di Mariupol, in cui ha raccontato il drammatico assedio russo alla città ucraina, devastata e con decine di migliaia di civili che hanno perso la vita o costretti alla fuga; la categoria SPOTLIGHT va a Bob Miller per il reportage The Last Generation: Zoey’s Dream, in cui i sogni dell’adolescente Zoey Allen si scontrano con la crisi delle medie aziende agricole americane, in
cui anche lei vive; menzione speciale nella sezione Spotlight va a Sarah Pabst e al suo Everyone in Me is a Bird, lavoro intimistico in cui il lutto per la perdita e la gioia per una nuova nascita vanno a plasmare la percezione e l’esperienza della quotidianità; la categoria SHORT STORY è stata vinta da Alessandro Cinque con il reportage Alpaqueros, che racconta la questione della crisi climatica attraverso la situazione che stanno vivendo gli allevatori di alpaca in Perù; menzione speciale nella sezione Short Story va a Luisa Lauxen Dörr e alla sua Imilla, che è il nome di un collettivo di skaters boliviane che indossano abiti tradizionali per combattere contro la discriminazione; la categoria STUDENT, vinta da Gerd Waliszewski con Between the Sirens, proporrà la dura realtà dell’Ucraina invasa dalla guerra, in cui i giovani cercano di vivere la loro vita quotidiana che viene regolarmente interrotta dalle sirene d’allarme e dai missili in arrivo; la sezione SINGLE SHOT è stata infine vinta da Mohammad Rakibul Hasan con l’immagine The Blue Fig, una riflessione sul riscaldamento globale che sembra avere un impatto sproporzionato su alcuni Paesi piut-
tosto che altri, come ad esempio il Bangladesh. Tutte le mostre saranno visitabili presso Palazzo Barni, tranne il percorso del Single Shot esposto alla Banca Centropadana.
Anche quest’anno Lodi, in collaborazione con Bipielle Arte, accoglierà l’unica tappa lombarda della mostra internazionale itinerante del World Press Photo, il grande concorso internazionale di fotogiornalismo e fotografia documentaria più famoso al mondo che si svolge da oltre 50 anni e indetto dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam. Quasi 150 immagini che arrivano dai 5 continenti per raccontare storie incredibili. Si tratta di lavori firmati per le maggiori testate internazionali, come National Geographic, BBC, CNN, The New York Times, Le Monde, El Pais. Grande attenzione, come sempre, sarà per la sezione Uno Sguardo sul Mondo, visitabile presso il Palazzo della Provincia, che propone un percorso realizzato in collaborazione con Agence France-Press sulla crisi climatica. Siccità, incendi, inondazioni sono sempre più frequenti così come l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai e le ondate di caldo, fenomeni che interessano di-
© Rafael Vilelaverse aree del pianeta. Ogni giorno le notizie raccontano di un disastro naturale che accade da qualche parte e di persone colpite da fenomeni improvvisi, potenti e incontrollabili. Il consenso scientifico sul fatto che il cambiamento climatico sia in atto e che sia causato dall’uomo è forte. In ogni angolo della Terra, i fotografi di AFP hanno documentato gli effetti e le conseguenze che stanno minacciando sia la fauna selvatica che gli esseri umani.
Lo Spazio Approfondimento quest’anno proporrà due nuovi progetti dell’organizzazione no-profit Vital Impacts alla cui guida vede Ami Vitale, nota fotografa del National Geographic. La mostra si presenta in una duplice versione, outdoor e indoor. La prima sarà allestita presso i giardini pubblici della città e vedrà esposte una cinquantina di immagini di giovani fotografi provenienti da tutto il mondo che hanno partecipato al Vital Impact Grant, premio nato per supportare coloro che si impegnano nell’ambito della fotografia naturalistica e dell’attivismo a favore del Pianeta. La versione indoor, invece, vedrà protagonisti molti maestri della fotografia naturalistica i cui lavori saranno esposti nell’exchiesa dell’Angelo. Queste immagini fanno parte della collezione invernale di scatti che i loro autori hanno concesso per una raccolta fondi, che ha l’obiettivo di sostenere il Reteti Elephant Sanctuary in Kenya, luogo per cui Ami Vitale, fondatrice di Vital Impact, si spende da molto tempo.
Lo Spazio No Profit nel chiostro del ex-ospedale Gorini quest’anno sarà ricco di ben 4 progetti: il fotografo Filippo Venturi per l’organizzazione PSCORE con Awakenings, progetto che racconta come ogni anno molti nordcoreani, in prevalenza donne, tentano di scappare in cerca di una vita migliore per loro e per le proprie famiglie; la spagnola Maria Clauss per l’ONG Medicos del Mundo con Donde no habite el olvido, sulle vittime delle rappresaglie della guerra civile spagnola; Davide Torbidi per la Camera del Lavoro Lodi con il progetto Ho visto e non ho più dimenticato, sulla scottante tematica degli elevati numeri di infortuni e morti sul lavoro in Italia; infine il progetto Vivere la bellezza della Società Cooperativa Sociale ONLUS Nuova Assistenza, che ha trasformato alcune opere d’arte fra le più note al mondo in fotografie grazie agli operatori-fotografi ed ai pazienti che si sono prestati a questa collaborazione. Tocca poi a Le vite degli altri, spazio tematico
di Palazzo Modignani che conterrà quattro bellissimi focus fotografici che vogliono indagare la stretta relazione che si crea tra le persone e il luogo in cui vivono, le tradizioni che vengono portate avanti ma anche i cambiamenti che influenzano le società.
Laura Morton ci accompagna in un viaggio per la Silicon Valley dove è la tecnologia a farla da padrone con le sue start-up e il wi-fi veloce: la nuova frontiera del sogno americano; Paul Ratje racconta le province del Sichuan e del Qinghai, al confine tra Cina e Tibet, e le nuove generazioni non più legate solo ai costumi del passato ma alla ricerca di nuove professioni e un moderno stile di vita; Toby Binber ha trascorso moltissimi anni tra le strade di Belfast insieme ai ragazzi che ora sono diventati quasi adulti in una città che non è cambiata; infine Lukas Kreibig, che racconta il cambiamento climatico in Groenlandia e come questo stia andando ad impattare sulla vita delle comunità Inuit. Infine, Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi che
sarà allestita nella sede della Cavallerizza. Raccontare il territorio in cui si vive e si è immersi ogni giorno non è impresa semplice. Essere obbiettivi e sapersi guardare dentro, partendo dalle proprie radici per arrivare al presente fatto di luci e ombre, è una sfida emozionante. Per questo si ha bisogno dello sguardo esterno, meglio se diverso e lontano, che sappia vedere il quotidiano, invisibile a chi lo guarda con gli stessi occhi, e che sappia svelare con la bellezza di uno scatto l’identità di un territorio, con la leggerezza della fotografia quello che non conosci o non vuoi conoscere. Da queste esigenze necessarie e importanti nasce questo progetto finanziato dal bando Strategia Fotografia 2022 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Provincia di Lodi. Sin dai primi mesi di quest’anno il fotografo Gabriele Cecconi, reportagista di fama internazionale con esperienza su tematiche ambientali, è arrivato nel lodigiano per posare il suo sguardo su questo territorio. La scelta di proporre un’indagine fotografica è significativa, oltre che per le caratteristiche antropologiche di quest’area, anche per la crisi idrica che nel 2022 ha investito il nord-Italia, con conseguenze drammatiche sul tessuto economico-sociale dell’area.
Generazione dopo generazione, l’acqua ha rappresentato una risorsa che ha consentito il sostentamento e lo sviluppo di un’area economica tra le più produttive e fertili d’Europa. Tutto questo ora è in pericolo e il rischio più grande è la perdita della civiltà contadina.
Contemporaneamente al Festival si svolgerà FFE – OFF, un circuito di mostre fotografiche,
esposte in negozi, bar, ristoranti, gallerie, circoli culturali e aree pubbliche della città. Lo scopo di FFE – OFF è quello di valorizzare e diffondere le opere di chiunque voglia proporre le proprie realizzazioni. Per questo motivo non ci sono vincoli tematici o di genere, in quanto FFE – OFF non è un’estensione del programma principale del Festival della Fotografia Etica.
Il team educational del Festival proporrà le consuete visite guidate per le scolaresche su prenotazione dal lunedì al venerdì per studenti delle scuole primarie, secondarie di primo e secondo grado, accademie e scuole di fotografia. Nelle domeniche di ottobre il team educational offrirà inoltre la possibilità di frequentare i Kids Labs, laboratori fotografici per bambini e ragazzi dai 5 agli 11 anni per avvicinarsi alla fotografia e scoprire il mondo attraverso le immagini. Un’edizione caratterizzata oltre che per la qualità delle mostre anche per il livello degli incontri, le visite guidate con i fotografi, le letture portfolio, le presentazioni di libri e per le attività educational, che verranno organizzate come di consueto in presenza, ma anche online per le scolaresche che a causa della distanza non potranno recarsi a Lodi.
Questa edizione è resa possibile grazie al supporto del Comune di Lodi e tanti altri sponsor, che a diverso titolo hanno contribuito con il loro supporto.
Epson, Imaging partner del Festival, supporta la stampa delle mostre e continua ad essere protagonista nella sfida tecnologica di portare le immagini all’aperto attraverso la realizzazio-
ne di mostre outdoor per una nuova fruizione dell’Immagine fotografica. In una delle sedi espositive l’azienda sostiene inoltre il Festival attraverso la proiezione di immagini in grandi
dimensioni.
FUJIFILM Italia, sarà presente al Festival in qualità di Award Sponsor del WRA e a sostegno dello spazio Corporate in quanto partner del progetto Elegia Lodigiana di Gabriele Cecconi attraverso la fornitura di apparecchiature fotografiche, sistema Large Format GFX, utilizzate per la realizzazione. Con il suo supporto, avvalora e incoraggia il grande impegno che il Festival mette ogni anno in campo per celebrare la fotografia. FUJIFILM Italia è da sempre in prima linea per rimarcare il valore della fotografia, per la sua capacità di raccontare la collettività e la realtà che ci circonda.
L’Erbolario, azienda cosmetica lodigiana, molto vicina ai temi legati alla salvaguardia del nostro Pianeta e al rispetto delle risorse, sostiene uno spazio espositivo che racconta la bellezza della nostra Madre Terra e al contempo la sua fragilità: immagini che sono un monito per tutti noi e che devono spronarci ad adottare soluzioni rispettose dell’ambiente.
Tutte le mostre, compresa quella al World Press Photo, saranno accessibili solo se si è in possesso di biglietto giornaliero o abbonamento acquistabili online e in loco. La mostra ai giardini pubblici della città è invece a libero accesso. Per tutte le informazioni e dettagli visitate il sito del Festival.
Info: www.festivaldellafotografiaetica.it
Più ancora di quella dei loro colleghi maschi, la memoria delle compositrici francesi del XIX secolo si è perduta, ed è solo grazie a ricerche e a progetti discografici recenti che le si sta a poco a poco riscoprendo. Otto CD arrivano, dunque, per racchiudere, in un ideale sentiero d’ascolto, la parola delle donne. Compositrici del passato, dimenticate o oscurate rispetto a colleghi uomini, arbitrariamente qualificate come minori da una storia scritta ad uso e consumo dei soli maschi. Tutte, salvo poche, pochissime eccezioni sfuggite a questa impietosa scure. Con il consueto approccio che coniuga rigore scientifico ed eleganza nelle scelte, il Palazzetto Bru Zane di Venezia riunisce qui una folta schiera di artisti e, sotto la sua egida, affida loro il compito di ridar voce alla storia e, ancor prima, di riscrivere un destino. Musica da camera, brani sinfonici, pezzi per pianoforte e voce. Un mosaico di ventun personalità vissute nella Francia del XIX secolo da scoprire o da riscoprire.
La scena è quella, ampiamente rodata, firmata da Hugo de Ana. A campeggiare, la gigantesca testa dell’angelo – benedicente o vendicatore, nella sua maschera inespressiva – le cui braccia sembrano delimitare lo spazio; nella mano destra, la spada impugnata e successivamente abbassata in segno di difesa, di giusta vendetta o, forse, di resa di fronte alle trame già ordite della sorte. In Arena, a Verona, la Roma della repubblica bonapartista è tutta qui, racchiusa in questo accenno di cornice contrappuntato dal ricorrere di cannoni e fucili. In buca, il braccio saldo di Francesco Ivan Ciampa cede a qualche concessione di troppo, con un inevitabile afflosciarsi della tensione drammatica. Nei panni della protagonista, lo scorso 10 agosto, era Sonya Yoncheva, pasta di voce straordinariamente corposa e grande omogeneità a scolpire una Tosca un po’ troppo diva e non altrettanto amante. Anche Vittorio Grigolo era un Cavaradossi seduttivo con il pubblico e piuttosto fumantino nel dare corpo e spessore al suo personaggio. Positivo ma non abbastanza subdolo, non all’altezza del suo malefico quanto insinuante Scarpia, era Roman Burdenko. Al termine della recita, applausi generosi per tutti da parte di un’Arena con diverse poltrone vuote.
Shoshana, il film diretto da Michael Winterbottom, è basato su una storia vera. Gli agenti britannici Thomas Wilkin (Douglas Booth) e Geoffrey Morton (Harry Melling) si trovano a Tel Aviv tra gli anni 30 e 40 poco prima della costituzione dello Stato di Israele. (Fonte comingsoon.it)
Anatomia di una caduta, il film diretto da Justine Triet, si svolge in una zona remota delle Alpi francesi. Sandra (Sandra Hüller) è una scrittrice tedesca che vive in uno chalet di montagna con il marito Samuel (Swann Arlaud) e il figlio undicenne Daniel non vedente. Un giorno Samuel viene trovato morto, immerso nella neve davanti a casa sua. La sua morte viene giudicata misteriosa. (Fonte comingsoon.it)
Ghost Dog vive in una capanna in cima al tetto di un edificio abbandonato, con la sola compagnia dei piccioni viaggiatori. Scandita dalla lettura e dall’osservanza delle regole d’onore di un antico codice samurai, la sua giornata trascorre nell’assolvimento del suo lavoro di killer al servizio di Louie, un mafioso che, anni prima, è intervenuto salvandolo dall’aggressione di una gruppo di bianchi fanatici. (Fonte comingsoon.it)
C’è ancora domani, film diretto da Paola Cortellesi e sua opera prima, è ambientato nella seconda metà degli anni ‘40 a Roma e racconta la storia di Delia (Paola Cortellesi), sposata con Ivano (Valerio Mastandrea), da cui ha avuto tre figli. La donna riveste esclusivamente i ruoli di moglie e madre e tanto basta per definirla. (Fonte comingsoon.it)
Si innalza, discreta e insieme struggente, la voce dell’Armenia profonda, delle sue chiese e delle sue pietre, per millenni soffocate sotto il piede usurpatore. In questo magnifico percorso d’ascolto, grazie a tre musicisti d’eccezione quali Eva Zaïcik, David Haroutunian e Xénia Maliarevitch, il canto di questa terra antica e traboccante di bellezza affiora in tutta la sua forza evocativa, nel suo carico di storia, dolore, memoria, sogno. Al centro del viaggio, la scrittura increspata e popolareggiante, nuda, aspra e dolcissima, di padre Komitas, la tensione spirituale stipata in pagine essenziali e visionarie come solo una preghiera sa essere. Nel 1902 scriveva che suo compito sarebbe stato quello di “recuperare e divulgare le radici della musica folkloristica” della sua terra. Quattro anni più tardi, di fronte alla figura barbuta di questo religioso, compositore e musicologo, un entusiasta Claude Debussy gli corre incontro e si inginocchia ai suoi piedi. Con una devozione che consente di coglierne ogni voce, ogni dettaglio, i tre interpreti si fanno messaggeri e custodi di un patrimonio di trepidante intensità, in un dialogo insieme accorato e sorvegliatissimo.
Grazie alle diverse esperienze lavorative è in grado di vedere il mondo dell’arte dal punto di vista dell’artista, dello storico, del collezionista e dello spettatore. Lui è il mantovano Massimo Pirotti, musicista che ha sempre amato l’arte in tutti i suoi aspetti. Da quasi 10 anni si è appassionato alla curatela delle mostre d’arte. Ha studiato più generi musicali che gli hanno aperto la mente e lo stesso ha fatto con lo studio della storia dell’arte, cercando di ragionare da storico in maniera
analitica per poi inserire la sua sensibilità, nella valorizzazione e nella divulgazione. Il progetto MaterManto nato come progetto musicale è diventato un’entità che propone un servizio divulgativo, attraverso una multipla valorizzazione mediatica dell’artista.
Chi sono i suoi collaboratori?
“Spesso collaboro con il fonico Lorenzo Sattin e il videomaker Graziano Menegazzo, media partner come Massimiliano Sbrescia, artista e grafico pubblicitario. Molte mostre anche importanti sono riuscito a metterle in piedi da solo svolgendo ogni tipo di mansione dalla grafica all’allestimento, presentazione, testo critico, video e colonne sonore. Dal 2019 affianco artisti digitali come gli Hackatao, pionieri della cryptoarte e molti altri a cui ho composto musiche per opere NFT. Alterno collaborazioni con la Galleria MAD di via Cavour 59 a Mantova, gestita da Lucia Quasimodo, dove sono state fatte mostre di altissimo livello, a luoghi istituzionali come il Museo Diocesano Francesco Gonzaga, la Casa di Rigoletto e la Casa del Mantegna, più altre realtà nella provincia mantovana”. Quali sono stati gli eventi più prestigiosi del 2023?
“Nell’ultimo anno ho fatto un numero considerevole di mostre prestigiose. Presso la Galleria MAD: Paintbeat di Mark Kostabi e Tony Esposito, “Pista mentis revelatae” di Saturno Buttò, e la recentissima su Andy Warhol Warhol’s World dove abbiamo ricostruito la Silver Factory. Presso Casa di Rigoletto invece le mostre: “Percorsi cognitivi” di Nicola Dusi Gobbetti, una dedicata al fotografo Giovanni Fortunati e la recente di Andrea Vizzini “Passaggi alchemici”. Seguono le installazioni sonore alla
Dal 20 settembre 2023 al 21 gennaio 2024, Palazzo Reale a Milano ospita JIMMY NELSON. Attraverso 65 fotografie di grandi dimensioni (alcune di 2x3 metri), appartenenti ai cicli più famosi della produzione di Nelson, la mostra documenta l’evoluzione creativa dell’autore, che ha trascorso la vita viaggiando per il mondo e fotografando alcune delle culture indigene più a rischio di scomparsa raccontando gli usi e i costumi tradizionali che si sono preservati in un pianeta sempre più globalizzato e facendo emergere anche le loro emozioni.
Giù nella valle
Ci sono animali liberi, cupi e selvatici, altri che cercano una mano morbida e un rifugio. In mezzo, tra l’ombra e il sole, scorre il fiume. I due fratelli sono Luigi e Alfredo, un larice e un abete: a dividerli c’è una casa lassù in montagna, ad avvicinarli il bancone del bar. E poi Betta, che fa il bagno nel torrente e aspetta una bambina. In questo romanzo duro e levigato come un sasso, Paolo Cognetti scende dai ghiacciai del Rosa per ascoltare gli urti della vita nel fondovalle. (www.ibs.it)
il temPo delle meraviGlie. le sorelle di Waldfriede
L’ultimo capitolo di una saga emozionante. L’infermiera che nell’arco di trentasei anni ha raccontato le appassionanti cronache di uno degli ospedali più antichi di Berlino e dei suoi indimenticabili personaggi. (www.ibs.it)
Casa del Mantegna dove dal vivo realizzo insonorizzazioni di mostre importanti organizzate dalla Provincia di Mantova. Infine la mostra dedicata alla grafica dell’incisore Stefano Grasselli presso il Museo Diocesano Francesco Gonzaga”.
Quali i prossimi?
“Dopo Warhol’s World alla galleria MAD ci sarà un importante evento con Lorenzo Puglisi, artista che ha esposto alla biennale di Venezia e agli Uffizi. Seguiranno Emilio Tadini, e il progetto “Le vie del segno” con 5 artisti che hanno valorizzato il segno grafico come Andrea Jori, Nicola Dusi Gobbetti, Daniela Savini, Mauro Quetti e Stefano Grasselli. Infine l’installazione sonora nel 2024 della biennale Light Art alla Casa del Mantegna”. Cosa è importante salvaguardare oggi nel mondo dell’arte?
“Bisogna saper discernere i percorsi significativi degli artisti. Collaborare con loro in maniera costruttiva facendoli crescere attraverso un’attenta modalità divulgativa con i mezzi odierni, cercando di essere più efficaci e immediati nella comunicazione. Sintetici e comprensibili nei testi critici. L’arte serve per comprendere la vita dal passato al presente, pianificando il futuro”. www.instagram.com/matermanto/
L’OFFICINA DELLA SCULTURA. VI EDIZIONE
Dal 02 Ottobre 2023 al 30 Novembre 2023
Sedi varie BERGAMO E BRESCIA
ANTONIO CAMPI A TORRE PALLAVICINA.
Dal 09 Settembre 2023 al 19 Novembre 2023
Museo Diocesano CREMONA
CHAGALL. IL COLORE
DEI SOGNI
Dal 30 Settembre 2023 al 13 Febbraio 2024 Centro Candiani VENEZIA
VINCENT VAN GOGH. PITTORE COLTO
Dal 21 Settembre 2023 al 28 Gennaio 2024
Mudec – Museo delle Culture MILANO
la verità di maria
Egitto, 69 d.C. Ha viaggiato a lungo, e adesso ha bisogno di un posto dove nascondersi dagli uomini che vorrebbero metterla a tacere. Nonostante i rischi, Lia è pronta ad accogliere quella donna nella sua casa e a proteggere lei e la sua storia. Perché la sua verità è un segreto per cui vale la pena morire. Egitto, oggi. Era sepolta da anni negli archivi del Museo del Cairo, tra altre centinaia di reperti destinati a non essere mai né studiati né esposti.( www.ibs.it)
la Gente di BilBao nasce dove vuole
Libro vincitore del Prix du premier roman 2022. Maria Larrea ricostruisce il puzzle delle sue memorie famigliari e ci porta nel racconto della sua vita, più romanzesco di qualsiasi invenzione. Una storia di orfani, bugie e legami famigliari ingannevoli, di corrida, amore e ricerca di se stessi. «Una struggente dichiarazione d’amore che affascinerà tutti gli amanti della genealogia, delle inchieste e della Storia.» - Elle (www.ibs.it)
Avete mai pensato ad un crossfit culturale a Palazzo Ducale? Sapete cos’è il crossfit?
Si tratta di una disciplina ginnica consistente nell’eseguire movimenti tratti da vari sport (corsa, sollevamento pesi, arrampicata), al fine di esercitare il maggior numero di muscoli possibile. Se volete provare a fare un crossfit culturale a Palazzo Ducale potete mettere insieme 5 pittori diversi per una sorta di esercizio di stile che attraversa circa 3 secoli. Anche se le vendite gonzaghesche e il sacco di Mantova hanno derubato Mantova delle opere dei più grandi pittori italiani, è ancora possibile vedere opere di Pisanello, Mantegna, Raffaello, Giulio Romano e Rubens.
Pisanello (1395-1450?)
Gli affreschi di Pisanello sono una delle curiosità di Palazzo Ducale. Fino al 1969 infatti si sapeva che il grande pittore aveva lavorato per i Gonzaga però per 5 secoli si era persa ogni traccia degli affreschi. Sarà il soprintendente Giovanni Paccagnini a riscoprire il Pisanello con una notizia che fece il giro del mondo. Con la tecnica dello strappo si riuscirono anche a recuperare le sinopie, ovvero i disegni preparatori degli affreschi realizzati. Pisanello dipinse un grande ciclo arturiano con un torneo cui partecipano i Gonzaga, che si riconoscono per i loro colori araldici: il bianco, il rosso e il verde. Alcuni misteri rimangono ancora irrisolti come ad esempio perché il ciclo non fu finito ma sicuramente è una delle opere più belle da vedere a Palazzo Ducale.
Come farsi un’idea della Celeste Galeria dei GonzaGa durante la prossima visita a palazzo duCale
Andrea Mantegna (1431?-1506)
Erano molte le opere che Mantegna realizzò per i Gonzaga ma oggi a Palazzo Ducale ne rimane soltanto una: la Camera Picta, meglio conosciuta come Camera degli Sposi. Si tratta di un capolavoro dipinto da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474 all’interno del Castello di San Giorgio. In uno dei torrioni angolari il pittore dipinge una scena di famiglia con il marchese e la marchesa e una piccola nana e l’incontro tra Ludovico II e i figli il cardinale Francesco e l’erede Federico. Mantegna compie il suo capolavoro con l’occhio dipinto sulla volta che apre la vista verso un cielo solcato da nuvole leggere. Un’ultima curiosità: non si tratta di una camera matrimoniale (anche se Camera degli Sposi trae in inganno) ma di uno studiolo, il luogo di lavoro del marchese Ludovico II.
Raffaello
Se dobbiamo essere sinceri non ci sono opere di Raffaello a Palazzo Ducale anche se gli arazzi fiamminghi sono tessuti utilizzando dei cartoni del pittore di Urbino.
E’ una serie acquistata dal cardinale Ercole Gonzaga e che era esposta in Santa Barbara e fu portata nell’attuale collocazione durante il periodo austriaco (ricordiamo anche che dal 1866 fino al 1919 gli arazzi furono portati a Vienna e restituiti dopo la sconfitta dell’Austria nella Prima Guerra Mondiale).
Raffaello realizzò i nove cartoni per il papa Leone X Medici che è raffigurato, in uno degli arazzi, con una berretta rossa in testa dietro San Paolo che predica agli Ateniesi.
Un’ultima curiosità: i cartoni di Raffaello sono arrivati fino a noi (7 su 9) e sono esposti al Victoria and Albert Museum di Londra.
Giulio Romano (1499?-1546)
L’allievo prediletto di Raffaello arriva a Mantova nel 1524 grazie all’intervento di Baldassarre Castiglione e al servizio di Federico II Gonzaga. La prima opera a cui si dedica è la costruzione di Palazzo Te ma a Palazzo Ducale Giulio realizzerà l’appartamento ufficiale del marchese. La sala più famosa è la Sala di Troia che racconta gli episodi più importanti dell’Iliade e propone una volta con scene di battaglia che si sviluppano senza soluzione di continuità. Giulio Romano si ispira ai bassorilievi romani e mette la sua capacità scenografica e teatrale al servizio di Federico II, prima marchese e poi duca di Mantova. Una curiosità è che in questa sala si trova una delle prime immagini (o forse la prima in assoluto sopra il Po) della scultura del Laocoonte che l’artista aveva sicuramente visto a Roma dove era stata scoperta agli inizi del 1500.
Come mai un artista come Rubens decide di venire a Mantova alla fine del 1500? Sicuramente per molti motivi ma anche perché al Palazzo Ducale c’era una collezione di opere dei più grandi artisti italiani da studiare.
Il fiammingo svolgerà per il duca Vincenzo I Gonzaga non solo il ruolo di pittore di corte ma anche quello di ambasciatore.
Al Palazzo Ducale rimangono solo due sue opere: un piccolo bozzetto ma soprattutto il grande telero che rappresenta la famiglia Gonzaga in adorazione della Santa Trinità. Questa spettacolare pala d’altare era conservata all’interno della chiesa dei Gesuiti a Mantova insieme ad altre due opere che però sono state rubate dai napoleonici.
La tela rimasta a Mantova fu tagliata in pezzi per prepararla al trasporto ma si riuscì a tenerla a Mantova: purtroppo furono tagliati frammenti della tela e oggi ha l’aspetto di un puzzle mal riuscito con alcuni pezzi esposti come opere autonome.
Ritorna Mangiamusica, format identitario e culturale creato dal giornalista Gianluigi Negri, che ogni anno registra uno straordinario successo di pubblico e critica. Le grandi storie della musica e del gusto approderanno sul palcoscenico del Teatro Magnani di Fidenza (Parma) grazie all’originale rassegna, a ingresso libero, la cui ottava edizione si aprirà sabato 21 ottobre
Cantautori, musicisti e artisti saranno “abbinati” ai migliori prodotti del Made in Borgo: a Fidenza (conosciuta anche come Borgo San Donnino) arriveranno nomi come Eugenio Finardi (nel tour “Euphonia Suite” con Mirko Signorile e Raffaele Casarano), Antonella Ruggiero (accompagnata al pianoforte dal maestro Roberto Olzer), Dolcenera, Matthew Lee
Questo il programma:
- Sabato 21 Ottobre
Eugenio Finardi - “Euphonia Suite - Tour” (con Mirko Signorile e Raffaele Casarano)
- Sabato 28 Ottobre
Matthew Lee - “Back to Rock & Love Tour - Piano Solo”
- Sabato 11 Novembre
Dolcenera - “Piano Solo Recital”
- Sabato 18 Novembre
Antonella Ruggiero - “Concerto versatile” (con Roberto Olzer)
GLI ARTISTI DEL GUSTO
E LE DEGUSTAZIONI GRATUITE
Gli artisti del gusto di questa ottava edizione sono Fabio Serventi e Elisa Testi del Caseificio Sociale Coduro (miglior Parmigiano Reggiano d’Italia secondo “Gambero Rosso”) e della Bottega del Coduro, i componenti dell’associazione Le Colline di Fidenza (Fabio Pederzani con le farine dell’Azienda Agricola Pederzani, Alberto e Angelo Gallicani con i vini della Cantina Le Antighe, Giuliano Persegona con il Parmigiano bio del Caseificio Persegona, che sarà presente in due serate, sia con l’associazione che individualmente ), Federico e Lorenzo Frascari con le cinque nuove Focacce natalizie della Pasticceria Origo.
Le degustazioni si terranno nel foyer del Teatro, al
termine dei concerti, mentre le presentazioni dei prodotti e dei produttori avverranno sul palco, prima dell’ingresso in scena dei vari musicisti.
MODALITÀ DI ACCESSO
Tutte le serate di Mangiamusica si svolgono al Teatro Magnani di Fidenza ed iniziano alle 21. Sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili (senza prenotazione).
I PARTNER
Mangiamusica è un progetto fortemente voluto dal Comune di Fidenza e dal suo sindaco Andrea Massari, organizzato dall’associazione culturale Mangia come scrivi, con il supporto di Conad Centro Nord, Gas Sales Energia, Habilis - Fisioterapia Riabiltazione Osteopatia, Officina Fecci Alfredo, Reale Mutua Fidenza, Vittoria Assicurazioni Fornovo, Cna Parma, Ze.Ba., Gaibazzi Costruzioni, First Point, Geometra Zerbini Ernestino, Euroauto, Euroservice.
IL FORMAT: NOTE POP, CIBO ROCK
“Dal 2016, con Mangiamusica - Note pop, Cibo rock, abbiamo legato il nome di Fidenza al binomio cibo e musica - afferma l’ideatore e direttore artistico Gianluigi Negri - per raccontare la nostra identità e assaporare le grandi storie della musica. Fin da subito è stato un grande successo, crescente di stagione in stagione. La rassegna è ‘gemella’ del Festival Mangiacinema, la cui decima edizione si è tenuta lo scorso giugno a San
Secondo Parmense”. L’originale format pop, unico in Italia, ha già ospitato al Teatro Magnani Niccolò Agliardi (vincitore del Golden Globe 2021) con Edwyn Roberts e Enzo Gentile, Piero Cassano (cofondatore dei Matia Bazar) con Fabio Perversi e Piero Marras, Flavio Oreglio e Alberto Patrucco, Neri Marcorè, Francesco Baccini, Andrea Mirò, Ezio Guaitamacchi & Friends (Paolo Bonfanti, Laura Fedele, Brunella Boschetti) nello spettacolo sui Rolling Stones “Altamont”, Le Sorelle Marinetti, Claudio Simonetti, Vincenzo Zitello & The Magic Door (Giada Colagrande, Arthuan Rebis e Nicola Caleo), Enzo Iacchetti, Davide Van De Sfroos (in tre occasioni diverse, l’ultima delle quali il “Maader de Autünn TOUR”, unica data italiana a ingresso libero), Roberto Brivio (insieme a Oreglio e Patrucco), Rossana Casale (con Emiliano Begni, Francesco Consaga, Ermanno Dodaro, Gino Cardamone), Renato Pozzetto, Enrico Ruggeri e i Decibel, Cristiano Godano, Roberto Vecchioni, Federico Zampaglione (Tiromancino), Morgan, Eugenio Finardi (con il chitarrista Giuvazza), Violante Placido (con Sebastiano Forte), gli Oliver Onions, Omar Pedrini (con Davide Apollo, più i Màdrega), Tullio Solenghi. Nel 2020, a causa del Covid, la quinta edizione si è tenuta all’interno del Festival Mangiacinema.
Protagonisti di Mangiamusica - Mangiacinema Edition (a Salsomaggiore) sono stati Claudio Sanfilippo, Vincenzo Zitello, Piero Cassano, Andrea Mirò, Alberto Patrucco, Omar Pedrini, Ezio Guaitamacchi, Brunella Boschetti, Lucio Nocentini, Fernando Fratarcangeli.
Dal 13 al 15 ottobre torna a Colorno (Parma) il festival fotografico che dalla sua nascita cerca di proporre “radici e nuove frontiere” attraverso il suo nutrito programma di mostre, eventi e workshop. L’anteprima al via il 2 settembre con cinque esposizioni e appuntamenti fino al 26 novembre
La 14a edizione del ColornoPhotoLife tornerà a Colorno (Parma) dal 13 al 15 ottobre 2023 e il tema proposto è “Confini”, interpretato nelle sue molteplici accezioni.
In questo inizio di millennio qual è il senso dei “confini”? Quali sono i confini della fotografia? Domande a cui il festival, sia con le esposizioni che con gli incontri, cercherà di dare risposta.
Durante le tre giornate clou di ottobre si alterneranno momenti espositivi di fotografia, proiezione di audiovisivi, presentazioni editoriali, tavoli di letture del proprio portfolio, workshop, concerti musicali e, per il secondo anno, il premio di lettura fanzine Read-Zine.
Le mostre sono allestite nell’edificio dell’Aranciaia (piazzale Vittorio Veneto) sia al piano terra che al primo piano, nello spazio museale del MUPAC. Quest’anno ruoteranno attorno all’esposizione della prima vera reporter sociale: Tina Modotti con “Oltre i confini” (dal 13 ottobre al 26 novembre 2023) a cura di Ascanio Kurkumelis.
Un centinaio di fotografie, stampe originali ai sali d’argento degli anni Settanta, realizzate a partire dai negativi dell’artista che il compagno Vittorio Vidali consegnò al fotografo Riccardo Toffoletti, protagonista della sua riscoperta. L’inaugurazione si terrà venerdì 13 ottobre alle 18:30. Una grande fotografa, tra le maggiori interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso, che espresse
la sua idea di libertà anche attraverso l’impegno civile. Ancora oggi Tina Modotti rimane il simbolo di una donna emancipata e moderna, la cui arte è indissolubilmente legata alla ricerca verso una “nuova umanità”.
La mostra di Colorno è realizzata grazie al fondamentale contributo scientifico del Comitato Tina Modotti e racconta, attraverso gli scatti ai sali d’argento ma anche le lettere e i documenti, le vicende di uno spirito indomito, libero e anticonformista nel Messico degli anni Venti. Nella sua vita Tina trasforma il suo modo di fotografare, in pochi anni percorre un’esperienza artistica folgorante: dopo le prime attenzioni per la natura dove cerca l’estetica delle immagini (rose, calli, canne di bambù, cactus) sposta l’obiettivo verso forme più dinamiche, quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale diventando un’autrice-attivista. Le sue opere, realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello).
“Ogni anno pensiamo a come migliorare la proposta per essere attrattivi – precisa Gigi Montali, presidente del Gruppo Fotografico Color’s Light -. Quest’anno confermiamo le attività storiche e la letture di fanzine “Read-zine”, arrivata alla seconda edizione. Abbiamo
inserito momenti di svago attraverso shooting fotografici all’interno del parco della Reggia con figuranti in abbigliamento settecentesco e per la prima volta inseriremo un paio di mostre fotografiche all’interno dei plessi scolastici del paese. Inoltre pensiamo che la ricca proposta espositiva, tra cui spicca la mostra di Tina Modotti, possa attirare a Colorno appassionati di fotografia nel weekend del 14 e 15 ottobre con la sua ricca proposta tra talk, letture portfolio, workshop, proiezione di audiovisivi, shooting con possibilità di provare attrezzature fotografiche, visite guidate alle mostre e alle peculiarità della cittadina della Bassa Parmense. Una proposta questa che può attirare il visitatore a fermarsi due giornate a Colorno per trascorrere un weekend tra fotografia e bellezza della cittadina emiliana”.
Il festival è organizzato dal Gruppo Fotografico Color’s Light in collaborazione con Dipartimento Cultura della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche), è patrocinato dal Comuni di Colorno e di Torrile, dalla Provincia di Parma ed è sostenuto da Regione Emilia Romagna e Fondazione Cariparma, con il supporto di figure professionali coordinate da Gigi Montali. Negli anni il festival ha cercato di rinnovarsi e proporre nuove attività, in modo da essere attrattivo per il mondo fotografico sia profes-
sionale che fotoamatoriale. L’idea di base della manifestazione, quella di fondere in un’unica manifestazione le radici e le nuove frontiere della fotografia, è stata vincente, infatti diversi autori emergenti ospitati al festival si sono fatti apprezzare in seguito a livello nazionale.
Anteprima del festival già dal 2 settembre L’attività del festival ha avuto inizio il primo week end di settembre con l’inaugurazione delle mostre fotografiche allestite nei locali del MUPAC: “Unseen” di Alberto Bregani (collaborazione fondazione 3M) e “Oltre l’apparenza” di Lidia Caputo, Premio Musa per donne fotografe 2022, che rimarranno visibili fino all’8 ottobre. “Travelgram” by CPL, selezione del concorso internazionale Travel Tales Awards, “Thirsty Iran” di Yalda Moaiery, fotoreporter Iraniana, e “Free Iran” di Cesare Augello saranno visitabili fino al 26 novembre. A seguire proiezioni delle migliori fotografie del concorso #TA 2023. L’8 ottobre poi (sempre al MUPAC) ci sarà un workshop sul ritratto con Ugo Baldassarre, a cura di Foto Elite.
Clou del festival dal 13 al 15 ottobre
Con venerdì 13 ottobre si entrerà nella tre giorni clou del festival. Oltre alla monografica su Tina Modotti alle 18.00, alle 21.00 verranno inaugurate le mostre fotografiche negli spazi dell’Aranciaia: “Islanda aerial view” di Sandro Santioli, “Il Cammino” di Luciano Bovina, “They have gone” di Lorenzo Vitali e “Lo spettacolo della natura”, una raccolta di 15 anni del concorso Oasis Photocontest. A seguire - alle 21.30 - inaugurazione delle mostre fotografiche al MUPAC: “Vietato morire – Storie di ordinaria resistenza” di Renata Busettini e Max Ferrero, vincitori della 19a edizione di Portfolio Italia, “Il gigante dai piedi d’argilla” di Francesca Artoni, vincitrice Portfolio Maria Luigia 2022, “PH” di Michela Mariani, opera vincitrice del concorso “Umane Tracce Awards”. Al loro fianco prosegue l’esposizione delle cinque mostre fotografiche inaugurate il 2 settembre: “Unseen” di Alberto Bregani (collaborazione fondazione 3M), “Oltre l’apparenza” di Lidia Caputo, Premio Musa per donne fotografe 2022, “Travelgram” by CPL, selezione del concorso internazionale Travel Tales Awards, “Thirsty Iran” di Yalda Moaiery, fotoreporter Iraniana, e “Free Iran” di Cesare Augello. Le mostre di entrambi gli spazi rimarranno visibili fino al 26 novembre.
Dalle 22.00 concerto musicale del gruppo “Bottega Musicale & Photographers” accompagnato da immagini dei soci del gruppo Color’s Light. Sabato 14 e domenica 15 al MUPAC si svolgeranno le letture portfolio (13a edizione premio Maria Luigia), ultima tappa di Portfolio Italia, insieme alle conferenze più importanti. Sabato alle 10.30 verranno inaugurate le mostre collaterali (frutto dei laboratori “DiCult” della FIAF) esposte nei locali commerciali e in altri spazi collettivi della cittadina parmense, con visita guidata, a cura del direttore del Dipartimento Cultura Silvano Bicocchi. La manifestazione giunge a conclusione dell’attività dei laboratori “DiCult” della FIAF: parte dei lavori collettivi saranno esposti al festival nel Cinema Teatro di via XX Settembre nella sala Juventus e in altri spazi commerciali della cittadina, come avviene ormai da alcuni anni. Nel pomeriggio (15 –18) AV Lab - Laboratorio audiovisivi fotografici nell’appartamento del principe della Reggia di Colorno. Alle 15.30 visita guidata alla mostra di Tina Modotti e di Luciano Bovina con Silvano Bicocchi. Dalle 18 alle 19 al MUPAC talk con Silvano Bicocchi, Ascanio Kurkumelis e Antonella Monzoni dal titolo: “L’evoluzione della fotografia femminile, da Tina Modotti ai nostri giorni”. Alle 21.45 in Venaria presentazione degli audiovisivi vincitori al circuito DIAF e Concorso GAER. Domenica 15 (dalle 7 alle 11) workshop a Sacca di Colorno con il fotografo Stefano Anzola e, sia al mattino che al pomeriggio, shooting fotografici gratuiti con Noblesse Oblige. Possibilità di provare attrezzatura Lumix. Dalle 15 possibilità di visite guidate al patrimonio artistico di Colorno. Dalle 15 alle 18.15 al MUPAC, presentazioni editoriali e infine alle 18.30 premiazione Portfolio “Maria Luigia”.
I weekend di ottobre e novembre saranno arricchiti da attività collaterali così come sarà possibile visitare esposizioni al di fuori dei confini comunali. Per il programma completo del ColornoPhotoLife 2023 si consiglia di visitare il sito del Festival www.colornophotolife.it ma anche Facebook e Instagram, costantemente aggiornati.
INFO: E-mail: info@colornophotolife.it prenotazioni@colornophotolife.it Cell.: 349 3512737
E’ Brescia la protagonista degli Spettacoli d’autunno. Dopo il grande successo di sabato 30 settembre con la prima nazionale del nuovo tour dei Negrita è ripartita la nuova stagione 2023/2024 al Gran Teatro Morato di Brescia. Un calendario ancora in divenire, con diverse sorprese da annunciare, ma che vede già una notevole programmazione per il 2023 e 2024. «Una stagione già ricca di musica, divertimento e spettacoli per tutta la famiglia - afferma Valeria Arzenton di Zed Live- in un Teatro Morato sempre più punto di riferimento della cultura bresciana. Anche quest’anno non sono mancati i rinnovamenti per rendere la struttura sempre più moderna e confortevole. Iniziamo così la stagione con rinnovato entusiasmo sapendo di aver ancora moltissime sorprese da comunicare»
La grande musica al Teatro Morato tornerà sabato 14 ottobre con l’atteso concerto di Ron (recupero dello spettacolo rimandato lo scorso 14 aprile). L’artista sarà a Brescia con il suo nuovo tour teatrale “Sono un figlio Live Tour” per promuovere il suo ultimo album di inediti uscito a fine 2022. Ad accompagnarlo Roberto Di Virgilio alle chitarre e Giuseppe Tassoni al pianoforte e tastiere. Ancora biglietti disponibili sui circuiti Ticketmaster e Ticketone.
Un altro grande della musica italiana, Giovanni Allevi, ha promesso di ritornare in concerto ma non più ad ottobre bensì il 27 febbraio 2024. Allevi sta combattendo contro il mieloma multiplo diagnosticatogli a giugno 2022 ed ha bisogno ancora di tempo per recuperare una dimensione fisica e mentale che gli permetta di affrontare il palco con tutta la sua presenza e consapevolezza (i biglietti acquistati valgono per la nuova data). Il 24 novembre arriverà al Morato il rap di Emis Killa nel tour invernale in promozione al suo ultimo album “Effetto notte”. Il giorno dopo nuova data al Morato per Massimo Ranieri (25 novembre ore 21:30): dopo il clamoroso sold out del Marzo 2023 c’è grande attesa per questo nuovo appuntamento del “Tutti i sogni ancora in volo” Tour.
Non mancherà al Morato la grande comicità con tanti ritorni d’eccezione dopo i sold out della
scorsa stagione: il primo a tornare sarà Enrico Brignano il 10 e 11 novembre con lo spettacolo “Ma… diamoci del tu”. Il 18 novembre spazio a alla comicità irriverente di Luca Ravenna con “Red Sox” che annuncia oggi il raddoppio della data: l’artista ritornerà il 14 aprile 2024.
LUCIANO LIGABUE RADDOPPIA A VERONA
Raddoppiano tre date del tour che quest’autunno vedrà Luciano Ligabue protagonista nei palasport delle principali città italiane e che partirà il 9 ottobre proprio dall’Arena di Verona. E nel capoluogo scaligero si è aggiunta anche la data del 10 ottobre 2023 per un doppio appuntamento inaugurale davvero da non perdere. Per tutte le informazioni è possibile consultare i seguenti siti ufficiali: www.friendsandpartners. it - barmario.ligabue.com
FIL ROUGE - IL LEGAME
TRA DONNE OLTRE OGNI CONFINE
Il 28 ottobre alle 21.00 al Teatro Nuovo di Verona “Fil Rouge”, della coreografa Katia Tubini, racconta il legame tra donne oltre ogni confine. Un filo rosso che parte dalla pancia e che imprime, denuncia, accoglie e salva. Lo fa intrecciando parole scritte con il gesso sulla lavagna sullo sfondo del palcoscenico a passi e prese dal corpo di ballo della scuola Les Petit Pas . Lo spettacolo è dedicato a tutte le donne ucraine costrette ad abbandonare la propria vita, la famiglia dalla guerra, al disagio che provano lontane dalla propria terra.
È, inoltre, dedicato alla forza che tutte le donne vittime di violenza e abusi dimostrano ogni giorno, pur nella difficoltà e nel disagio. Il ricavato dello spettacolo sarà devoluto a una associazione che si occupa di diritti delle donne.
TEATRO STABILE VERONA
Il Grande Teatro 2023-2024
Dal 7 novembre al 17 marzo – per complessive quarantotto rappresentazioni – è in programma al Nuovo l’edizione 2023-24 della rassegna IL GRANDE TEATRO organizzata dal Comune di Verona in collaborazione col Teatro Stabile di Verona – Centro di Produzione Teatrale.
Inaugura la rassegna, dal 7 al 12 novembre, IL CASO KAUFMANN trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso ispirato a una storia vera. Ne sono interpreti Franco Branciaroli, Graziano Piazza, Viola Graziosi, Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin e Andrea Bonella. La rassegna prosegue, per quanto riguarda l’autunno, dal 21 al 26 novembre, con LA COSCIENZA DI ZENO, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli – Venezia Giulia e da Goldenart Production con la regia di Paolo Valerio e con Alessandro Haber come protagonista.
Il terzo spettacolo in cartellone, L’ISPETTORE GENERALE di Nikolaj Gogol, Inaugura la stagione invernale dal 5 al 12 dicembre. Prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dal TSV Teatro Nazionale, ha per protagonista Rocco Papaleo e si avvale della regia di Leo Muscat. Nei prossimi numeri di MCG vi terremo aggiornati sulle successive raprresentazioni.
I Quando i boschi iniziano a brillare di giallo dorato, arancione e rosso, le temperature sono piacevolmente miti e l’aria è cristallina, allora è di nuovo quel momento magico dell’anno: l’autunno. È questo periodo speciale in cui l’estate sta lentamente dicendo addio e l’inverno sembra essere ancora lontano: in Tirolo è ancora tutto da vivere, con feste variopinte, corsi per scolpire il legno, camminate dai mille colori, colazioni in quota per vedere l’alba. La natura diventa magia: il cielo terso, le cime delle montagne sono nitide, i tramonti sono come quadri d’autore che disegnano l’orizzonte e i rifugi alpini sono ancora aperti per dare il benvenuto davanti a un caffè caldo e una torta appena sfornata.
Foto: © Tirol Werbung, Mario Webhofer
Da settembre la Val Gardena inizia ad infiammarsi dei mille, caldi, colori dell’autunno e regala splendidi paesaggi carichi di energia vitale, con cieli tersi, aria cristallina, boschi fiammeggianti delle mille tonalità dal giallo al rosso, rocce dolomitiche infuocate dallo straordinario fenomeno dell’enrosadira: per chi vuole fare un pieno di benessere e vitalità prima dell’inverno, l’Hotel Granbaita Dolomites, raffinato 5 stelle nel cuore di Selva di Val Gardena con Spa e ristorante gourmet (associato alla prestigiosa associazione les Collectionneurs), resta aperto durante tutto l’autunno per far godere agli ospiti l’eccezionale gastronomia di questa stagione e coccolarli con i salutari trattamenti benessere ideali per affrontare in piena forma la stagione invernale.
E’ in questo periodo che si coglie l’anima più intima della Val Gardena, dove – dopo i frequentatissimi mesi estivi - torna la calma, che invita al relax più profondo. Per condividere con gli ospiti la magia delle Dolomiti incorniciate dagli infuocati colori autunnali il Granbaita Dolomites organizza escursioni con guide private dell’hotel
alla scoperta dei luoghi più nascosti e spettacolari della Val Gardena e pedalate panoramiche lungo semplici itinerari o tracciati da mito, quali la Sella Ronda che tocca le 4 vallate Ladine. Il tutto, mettendo a disposizione gratuitamente ebike dell’ultima generazione, caschetti, bastoncini e zaini da camminata.
RITUALI AUTUNNALI DI BENESSERE
L’autunno è una stagione perfetta per prendersi cura del proprio benessere e al Granbaita Dolomites lo si può fare grazie al salutare e rilassante percorso della Savinela Spa, che si estende per oltre 2.000 mq ed ha due grandi piscine, una interna ed una esterna, con acqua a 32°. Per rafforzare il sistema immunitario ed eliminare le tossine, ideali sono il bagno turco al vapore e quello aromatico, le saune (dalla tradizionale sauna finlandese a quelle al fieno e al cirmolo), l’oasi salina con grotta e piscina. Fra i molti trattamenti adatti per l’autunno, per i quali la sapienza alpina si mixa abilmente con quella ayurvedica e vengono utilizzati prodotti che traggono i loro principi attivi degli elementi
naturali delle Dolomiti, ci sono Detox - Skin Regimen, trattamento viso detox con azione antiage per pulire in profondità la pelle dai metalli pesanti, con effetto chelante e con longevity complex, particolarmente adatto a chi vive in città; Alpine Ritual Steviola, con bagno di fieno che previene problemi alle vie respiratorie e malattie stagionali come bronchiti ed influenze, seguito da un massaggio; Pinda Sweda, un trattamento ayurvedico con sacchettini riscaldati contenenti erbe di montagna, personalizzabile in base alle esigenze, che vengono passati sul corpo, rilasciando i principi attivi dei loro olii. Le coppie si possono affidare al Couple ritual, preceduto da private sauna e bagno turco, che aiutano a preparare la pelle ai successivi trattamenti e rilassare muscolatura e mente. Seguono peeling, impacco (scelto tra arnica, artiglio del diavolo, nigritella, nocciola, larice) che nutre la pelle donandone setosità e massaggio rilassante dell’intero corpo, che dona una sensazione di tranquillità e pace. Alla fine il relax con un cocktail di frutta fresca per ripristinare i sali minerali e liquidi persi con la sauna.
Dalla Spa, il benessere prosegue a tavola con la regia dall’Executive Chef Andrea Moccia. La proposta, estremamente varia e raffinata, del ristorante è uno dei must dell’hotel. L’autunno è una stagione particolarmente adatta per godere dei piaceri della tavola ed offre una straordinaria varietà di prodotti, dalle castagne alle noci di montagna, dalla zucca ai funghi, a cui Moccia attinge a piene mani creando un raffinato e ricchissimo Menu à la carte, che spazia dai tradizionali piatti altoatesini in cui sono valorizzate al massimo le materie prime locali, anche di piccolissimi produttori, alle ricercate proposte della cucina mediterranea e internazionale. Il tutto con l’abbinamento dei vini della fornitissima cantina (vanto dell’hotel), ricca di oltre 500 etichette altoatesine e delle più blasonate cantine internazionali.
IL MENU VITAL E LE SORPRESE DEL GRANBAITA GOURMET
Che la ristorazione sia uno dei valori su cui punta la famiglia Puntscher - Perathoner , proprietaria dell’hotel da tre generazioni, per rendere indimenticabile il soggiorno dei suoi ospiti è evidenziato anche dalla molteplicità, e diversità, di proposte che essi vi trovano. Chi desidera approfittare della vacanza per seguire un regime detox o dimagrante, può scegliere il Menu Vital, gustosissimo ma con basso contenuto calorico, che varia ogni giorno. Chi volesse poi regalarsi un’esperienza culinaria veramente eccezionale, può provare lo straordinario percorso del gusto del Granbaita Gourmet, il ristorante fine dining dell’hotel, aperto anche a chi non vi alloggia (chiuso in novembre). Atmosfera ovattata, mise en place ricercata, servizio ineccepibile, ha soli 7 tavoli per offrire il massimo del comfort. I menu variano con le stagioni. Seguendo le suggestioni dell’autunno, Andrea Moccia ha creato anche quest’anno una serie di nuovi piatti ad alta creatività, che si scoprono seguendo i diver-
si percorsi del Menu Degustazione Gherdeina e di quello Dolomites, frutto di tanta ricerca ed abile accostamento fra i sapori della tradizione alpina e quanto di più raffinato offre il mercato internazionale, dall’astice al Wagyu, al fois gras d’anatra. Chi ama farsi sorprendere può infine affidarsi al Menu A sorpresa, sinfonia a mano libera dello Chef. Oppure si può scegliere liberamente à la carte, giocando fra i vari percorsi.
Per l’autunno il Granbaita Dolomites ha messo a punto una serie di interessanti pacchetti. Per le coppie, il Couples Retreat, una romantica proposta per una vacanza di almeno 5 notti dedicata alle coppie (che include, fra l’altro, il benvenuto in camera con una bottiglia di Champagne e delicatezze e un rituale di coppia con sauna e bagno turco privati, peeling, massaggio rilassante, impacco nutriente, piacevole relax con cocktail di frutta fresca) e il pacchetto Granbaita Gourmet Experience con una cena nell’esclusivo ristorante Granbaita Gourmet, dove si gusterà il Menu Gherdëina firmato da Andrea Moccia. Per gli appassionati di Mountain Bike e per chi ama camminare, il pacchetto Hiking & Biking Paradise prevede escursioni guidate a piedi e in MTB con guide certificate e, a disposizione degli ospiti, Mountain Bike elettriche di ultima generazione, bastoncini e zaini da camminata. Sono tutti illustrati sul sito www.hotelgranbaita.com.
GRANBAITA DOLOMITES. LUSSO, STILE, CALDA ACCOGLIENZA FAMILIARE
Nato dalle idee e dai sogni della famiglia Puntscher - Perathoner, che l’aveva aperto in una posizione invidiabile nel centro di Selva di Val Gardena nel 1961 e ha deciso di rinnovarlo radicalmente nel 2019 con un’impegnativa e riuscitissima ristrutturazione di classe che gli ha fatto conquistare le 5 stelle, il Granbaita Dolomites interpreta in modo contemporaneo l’ospitalità e lo stile altoatesini, accogliendo gli ospiti con i suoi ambienti ampi e luminosi, rifiniti con amore e cura dei dettagli. Linee eleganti di legno, vetro e pietra che rievoca le Dolomiti che si scorgono al di là delle ampie vetrate, focolari che invitano al calore familiare, tessuti caldi e naturali per un progetto firmato dall’arch. Rudolf Perathoner, che ha saputo interpretare al meglio l’idea di ospitalità dei proprietari, sintetizzando innovazione e tradizione, contemporaneità e storicità, grazie ad un attento studio delle forme e una ricercata selezione dei materiali. Il progetto è stato insignito del Premio In/ Architettura 2020 Willis Towers Watson dall’Istituto Nazionale di Architettura. Uno sguardo sempre avanti senza dimenticare i valori della tradizione, la famiglia PerathonerPuntscher da oltre 50 anni si dedica al genuino piacere dell’ospitalità. Fra le mura dell’hotel si respirano familiarità, autenticità e un senso di benvenuto a casa. Carmen e Raphael con i figli Marco, Alexander e Anna curano personalmente ogni dettaglio per rendere la vacanza un’esperienza eccellente, convinti che anche un piccolo particolare la può trasformare in un ricordo carico di emozione.
Informazioni:
Hotel Granbaita Dolomites
Str. Nives 11, Selva di Val Gardena (BZ) Tel. +39 0471 795210www.hotelgranbaita.com info@hotelgranbaita.com
Il suo simbolo è la tartaruga, che qui ha scelto uno dei suoi luoghi privilegiati nel mondo per nidificare. Perchè a Boa Vista, nell’arcipelago di Capo Verde, di fronte al Senegal, ci sono ospitali e bellissime spiagge di sabbia chiara, perfette per scavare grandi nidi dove deporre le preziose uova che daranno vita alle future generazioni di tartarughe, dalle Caretta Caretta a quelle verdi alle nere. Già questo vale un viaggio a Boa Vista, nella stagione in cui i grandi rettili marini, testimoni viventi della preistoria zoologica del mondo, depongono le uova, vale a dire intorno alla seconda metà di luglio. Tempo un paio di mesi ed è il momento della schiusa, altro spettacolo da ammirare con il rispetto che le testuggini si sono guadagnate tra gli abitanti dell’isola che si sono organizzati, come l’associazione Naturalia che con i suoi specialisti organizza visite guidate per ammirare le fasi della vita dei grandi rettili marini, per proteggere le tartarughe, i loro nidi e i “bebè” che si affacciano alla vita per raggiungere il mare tra mille insidie.
NATURA SPETTACOLARE
Boa Vista, come le altre nove isole dell’arcipelago di Capo Verde, è figlia dei vulcani e il suo paesaggio conserva in buona parte l’aspetto primordiale che alterna aree desertiche ricche di dune, come il suggestivo deserto di Viana, e zone brulle e sassose costellate di massi scuri che ne ricordano lo stretto legame con le viscere della terra. Isola di contrasti e di grande bellezza, che si può godere tutto l’anno, dall’autunno caratterizzato dal clima mite ma con venti sostenuti, che ne fanno il richiamo perfetto per gli appassionati di windsurf e kitesurf, che qui hanno uno dei luoghi di raduno mondiali, come in primavera, quando si può assistere al passaggio delle
maestose megattere. A luglio e a settembre, poi, c’è l’emozionante spettacolo della deposizione e poi della schiusa delle uova di tartaruga, una delle più grandi attrazioni dell’isola.
ESCURSIONI
Boa Vista è un’isola visitabile tutto l’anno, ad eccezione di qualche breve periodo caratterizzato da un forte vento. Per il resto il clima è temperato e anche d’estate il caldo non è opprimente. Uno dei luoghi più suggestivi, da visitare con jeep, in pickup o con i quad (la maggior parte delle strade è costituita da piste) è il deserto di Viana, nella parte nord occidentale dell’isola. Largo appena un chilometro e lungo cinque, è caratterizzato da una sabbia chiara mescolata a granelli di terra nera. La presenza di grandi dune di sabbia chiara, che in molti punti arrivano fino all’oceano creando meravigliose spiagge caraibiche, è dovuta ai venti oceanici che trasportano immensi volumi di sabbia dal continente africano depositandoli sull’isola, creando un paesaggio lunare, di grande suggestione. Dal deserto di Viana, procedendo verso nord, si può visitare Cabo Santa Maria, dove si trova il relitto di una vecchia nave mercantile arenata nella sabbia e diventata uno dei punti d’attrazione per i turisti. I naufragi, del resto sono una componente fondamentale della storia locale, infarcita di cronache vere e di qualche aggiunta fantasiosa, come quella dei pirati che, da terra, accendevano fuochi truffaldini nelle aree di secca per attrarre qui i mercantili di passaggio, farli arenare e poi depredarli di tutti i loro beni. Di certo nelle parti di costa dove predominano le aguzze rocce vulcaniche come nelle aree di bassi fondali, più di qualche imbarcazione si è trovata in difficoltà. I resti lasciati dai natanti affondati oggi si trovano in un piccolo museo artigianale del male visibile a Sal Rei, il capoluogo di Boa Vista, e nel
nell’arcipelago di capo Verde, ci sono ospitali e bellissime spiagge di sabbia chiara, perfette per deporre le preziose uoVa che daranno Vita a generazioni di tartarughe
museo di Capo Verde, dove si può conoscere la storia locale. Di fronte a Sal rei sorge poi l’isolotto con il forte Duque de Bragansa, una struttura militare del 1820 costruita per proteggere l’isola da eventuali aggressori, di cui restano oggi solo alcune parti. Il luogo è diventato meta di escursioni organizzate.
LE SPIAGGE Sabbia chiara, mare azzurro e smeraldo. Poche parole per descrivere la meraviglia di questa parte del mondo dove il visitatore può trovare scorci all’infinito, dalle spiagge chilometriche alle sorprendenti spiaggette nate tra le insenature della roccia. Tra le più spettacolari la zona di Varadinha con la sua Praia amata dalle tartarughe e dove si possono avvistare anche gli squali, oltre a pesci dai colori sgargianti, In cielo, oltre ai gabbiani, non è raro veder volteggiare falchi marini che stringono tra gli artigli qualche preda appena pescata tra le onde. Altra zona spettacolare è la Praia di Santa Monica, una spiaggia di 18 chilometri con sabbia bianca e fine, dove i turisti possono trovare un artigianale ristorante sul mare, molto alla buona, dove gustare dell’ottimo pesce appena pescato cucinato alla griglia. Vicino a Sal Rei si trovano altre agevoli spiagge, l’Estoril e Praia de Cabral, dove si trovano piccoli ristoranti attrezzati anche per la spiaggia, con lettini e ombrelloni gratuiti, compresa la vigilanza di un bagnino. Prezzi più che modici: il costo per fruire di tutto è una consumazione al bar di pochi euro o meglio ancora del pranzo, che si aggira sui 10-12 euro, sempre con un piatto a base di pesce locale.
UN MARE DI STELLE
Altra esperienza da non perdere a Boa Vista è la “visita” alle stelle, un’escursione organizzata ( proposta da alberghi, resort e B&B, per essere accompagnati in una zona priva di fonti luminose per poter osservare la volta stellata. Di solito l’escursione comprende la cena e la presenza di guida specializzate che spiegano la disposizione degli astri. Con l’aiuto di telescopi, laser e tablet, e la giusta latitudine si possono riconoscere le costellazioni e i singoli pianeti, come Saturno e Giove, o le Pleiadi quando è il momento adatto. Un’esperienza emozionante.
VITA LOCALE
Se il visitatore sceglie di soggiornare a Sal Rei potrà più facilmente immergersi nella vita locale di Boa Vista, a contatto con la popolazione, molto cordiale, con i suoi piccoli ristoranti, i bar e i i posti dove alla sera si fa musica. Passeggiando tra le viuzze del vecchio borgo marinaro di Sal Rei, che purtroppo sta cedendo il passo a costruzioni moderne spesso poco in armonia con lo stile del luogo, si possono incontrare piccole botteghe artigiane, come quella di Eurico, un artista del recupero di relitti marini che vengono trasformati in oggetti d’arredamento. Ma ci sono botteghe dove trovare monili fatti di conchiglie, che diventano anche pezzi d’arredamento, lampade e soprammobili, o sartorie dove acquistare abiti, borse, fasce per i capelli e altri oggetti realizzati con i variopinti tessuti africani. Gli spostamenti a piedi non solo lunghi ma per chi non ama camminare troppo ci sono anche i taxi.
La cucina di Boa Vista è una fusione di tradizioni tra Africa ed Europa, che risente delle influenze del vicino Continente nero e della lunga dominazione coloniale portoghese che qui ha lasciato la lingua (si parlano il portoghese ma soprattutto il kriolo). Il pesce è tra le portate principali, sovente cucinato con le spezie. Nel piccolo delizioso ristorante Sodade, dove è visitabile la Casa de Cultura, un piccolo appartamento in stile coloniale rimasto integro, si gustano ottime polpettine di tonno al curry, manioca fritta e piatti a base di verdure del posto, oltre a pietanze di pesce del giorno. Nel piccolo ristorante a conduzione familiare Semplicidade si gustano dei sorprendenti spaghetti con il granchio mentre alla Churrascheria ci si può godere del gustoso pollo ai ferri con qualche spezia piccante. Raffinati i
crudi di tonno e di gamberi con pezzi di papaia serviti al ristorante Blu Mary. Il tutto annaffiato dal Cha, il vino della vicina isola di Fogo, o dalla birra locale.
DOVE ALLOGGIARE
Boa Vista negli ultimi anni ha conosciuto un vivace sviluppo alberghiero, incrementato in particolare dagli amanti degli sport come il surf e il kitesurf. Per chi ama il viaggio tutto organizzato, ci sono attrezzati villaggi turistici, mentre per chi ama immergersi nella vita locale può avvalersi di appartamenti in affitto e B&B, come il MiMaBo, molto vicino alle spiagge di Sal Rei, gestito dall’italiana Sonia Stacchezzini.
COLLEGAMENTI
L’isola è dotata di un aeroporto internazionale che la collega con voli diretti dall’Italia, come i voli Neos da Verona e da Milano Malpensa. Altri collegamenti con la compagnia portoghese Tap.
il paesaggio conserva in buona parte l’aspetto primordiale che
Lo scorso luglio, tre studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo, dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e delle Officine Fotografiche di Roma, nell’ambito del Lagazuoi Photo Award
New Talents 2023, hanno frequentato la residenza d’artista organizzata da Lagazuoi Expo Dolomiti, realizzando foto e video che catturano l’essenza delle montagne patrimonio Unesco. Affiancati da un team di creators Nikon Italia, in veste di tutor, hanno scalato pietraie, giocato con ottiche e cavalletti, consumato le suole degli scarponi sui sentieri del Lagazuoi. Macchina al collo, hanno vissuto in simbiosi con la pioggia, le rocce, il sole accecante e le nuvole basse, raccontando la loro avventura con immagini e stories condivise sui social.
Da questa bellissima esperienza è nata una mostra di reportage video e fotografici ospitata a Lagazuoi EXPO Dolomiti, il polo espositivo high tech situato all’arrivo della funivia Lagazuoi, a quasi 2800 metri di altezza, tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia. Si può visitare fino al 22 ottobre 2023 e merita sicuramente il viaggio.
NEW TALENTS 2023
Luna Belotti (Accademia Carrara di Bergamo), Luca Annaratone (Officine Fotografiche di Roma) e Giorgia Dal Molin (Istituto Italiano di
Fotografia di Milano) sono i tre studenti, selezionati dalle rispettive scuole coinvolte nel progetto, che lo scorso luglio hanno potuto partecipare alla residenza artistica in quota: cinque giorni trascorsi “on field”, a oltre 2700 metri, in un paesaggio spettacolare, a tratti estremo. Grazie alla partnership con Nikon Italia, i ragazzi sono stati affiancati da tre fotografi professionisti del team #NikonCreators: Mattia Bonavida, Samuele Cavicchi e Alberto Papagni. Ogni coppia ha creato un lavoro a quattro mani, supportato dagli strumenti di ultima generazione messi a disposizione dalla multinazionale specializzata nel settore della fotografia.
Da questa esperienza sono, dunque, nati tre progetti distinti, che raccontano l’alta montagna e il Lagazuoi a partire da una visione creativa, unica e differente. Il percorso ha visto popolarsi i canali social di Lagazuoi EXPO Dolomiti (#lagazuoidolomiti) di stories e contenuti in un flusso narrativo costante e coinvolgente.
“Con questo progetto puntiamo a restituire al pubblico l’emozione di una riscoperta estetica della montagna, lontana dal cliché visivi imperanti. Abbiamo scelto una chiave di lettura originale, unendo due elementi che solitamente non si presentano insieme: la freschezza dello sguardo di tre giovani in formazione, alle prese
con un territorio per loro sconosciuto, e l’esperienza consolidata dei professionisti Nikon, capace di tradurre visioni e immagini in una storia. È un’esperienza di vita” racconta Stefano Illing, ideatore di Lagazuoi EXPO Dolomiti e organizzatore del Premio. “In questo modo vogliamo stimolare una cultura della montagna capace di guardare avanti, e in primis alle nuove generazioni”.
In mostra, al lagazuoI Expo DolomItI DI CortIna, trE gIovanI fotografI raCContano, InsIEmE a nIkon, glI sCEnarI mozzafIato DEllE montagnE pIù bEllE D’ItalIa
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LA VINCITRICE DEL PREMIO 2023
Il 2 settembre, per l’opening della mostra, è stata premiata la vincitrice di questa nuova edizione del Lagazuoi Photo Award New Talent: Luna Belotti, classe 2001, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo. I suoi paesaggi lunari, abbinati a pagine manoscritte, hanno conquistato la giuria, composta da Elisabetta Illy, fotografa, Ceo e Founder di Picture of Change, Roberto Bachis, responsabile Nikon School e Training Specialist, e Stefano Illing, ideatore di Lagazuoi EXPO Dolomiti. “Certe Mattine”, come un moderno carnet de voyage, è il racconto dei cinque giorni trascorsi insieme ai suoi compagni sul Lagazuoi. “Il mio progetto Certe Mattine nasce direttamente dalla condivisione di questo viaggio con gli altri ragazzi” - spiega Luna - “Vengo dall’ambito della pittura, e mai prima d’ora ho potuto creare un così forte legame artistico e umano. È una situazione privilegiata, in cui si è portati a dare il meglio di sé”. Il soggiorno resta scolpito nella sua memoria come un periodo artisticamente fecondo. “Abbiamo vissuto in un tempo sospeso, senza orologi, tra paesaggi che, anche grazie alla pioggia e alla nebbia, ci avvolgevano in modo surreale e onirico. Ho scelto di unire scrittura, foto e disegno proprio per amplificare questa sensazione, fare dialogare il piano soggettivo con l’ambiente circostante. Queste montagne sono diverse a quelle a cui ero abituata, me ne sono innamorata”.
Il colpo di fulmine è un’esperienza sperimentata da tutto il gruppo, come racconta Luca Annaratone, giovane cameraman che ha lavorato con la pellicola analogica, sviluppandola in quota. “Un giorno il boato fortissimo di una saetta ci ha paralizzati dalla sorpresa, instillandoci un forte rispetto per le forze della natura. Questi cinque giorni hanno acceso in me la passione
per la montagna, caricandomi di un’energia che percepisco ancora. Insieme ai miei compagni ho potuto ragionare sul tempo, l’attrezzatura, il peso da distribuire nello zaino, su come la luce e il paesaggio, elementi apparentemente distinti, si allineino nel momento dello scatto. Attraverso il progetto “Dololaga” ho scelto di raccontare il contatto viscerale tra i monti e l’uomo, inteso come presenza storica, anche a partire dalle nostre esplorazioni nelle gallerie della Grande Guerra, che sono state un momento importante di questo viaggio”.
Giorgia Dal Molin, rispetto ai suoi colleghi, conosceva già queste zone, essendo di Belluno. Ma anche lei è stata profondamente colpita dall’esperienza. “Per me il Lagazuoi era solo una meta per gite da concludere in giornata. Rimanere così a lungo ha cambiato il mio rapporto con il paesaggio” ricorda. “Quando i turisti scendevano tutti a valle e noi restavamo in cima, da soli, ci sentivamo i padroni di questa immensità. Ogni sera ci scambiavamo impressioni, immagini e idee, immersi in un flusso costante di stimoli. Ed è proprio il dialogo il fulcro del mio progetto “A forza di essere vento”, legato al concetto di eredità emotiva, ovvero la capacità di trasmettere attraverso il paesaggio, per osmosi, sentimenti e pensieri, come il rispetto, il timore e l’ammirazione per questi panorami estremi, e la necessità di preservarli. Sono lezioni che mi ha instillato mio padre, riemerse in superficie”.
LAGAZUOI EXPO DOLOMITI
È il polo espositivo tra i più alti al mondo, a quota 2.732 metri, che sorge nel cuore delle Dolomiti, patrimonio Unesco, a metà strada tra Cortina d’Ampezzo e l’Alta Badia. Uno spazio innovativo e una galleria di valenza internazionale che ospita un calendario ricco di eventi, esposizioni e progetti dedicati alla fotografia, all’arte del passato e a quella contemporanea, alla storia e alla preistoria del territorio. https://lagazuoi.it
Lagazuoi Expo Dolomiti, Passo Falzarego (Strada delle Dolomiti, SS 48)
https://lagazuoi.it/index.php
Ad Albisano, sopra Torri del Benaco (VR), lo scorso 8 luglio, è stato inaugurato SPAHideaway Cape of Senses con 55 suites, 15.000 mq di superficie, una grande SPA, 2 piscine, oltre a 2 ristoranti e ben 450 mq di ambiente acquatico, con un panorama unico sul Lago di Garda.
SPA-Hideaway Cape of Senses (Adults Only) promette di soddisfare i 5 sensi, attraverso una cucina sostenibile ed eccellente, una cura meticolosa del corpo e dell’anima, stando in mezzo alla natura e ammirando il lago dall’estremità Nord fino a quella Sud.
La proposta per l’autunno è un pacchetto molto interessante che prevede 5 notti in camera doppia, inclusa colazione, e comprende 5 trattamenti, tutti dedicati al tatto, ovvero:
1 Rituale Senses Pinda (2h)
1 massaggio distensivo dorsale (50 min.)
1 massaggio deep tissue (50 min.)
1 riflessologia plantare (50 min.)
1 massaggio Abhyanga (80 min.)
Oltre ai servizi descritti, sono a disposizione tutti quelli della SPA del Cape of SensesSenses SPA - che si sviluppa su due piani per 2.000 m², innanzi a un giardino di 10.000 m² con olivi secolari.
C’è una zona Health & Beauty con sette salette a disposizione, una private spa per trattamenti e pacchetti di coppia, un angolo Health Food, curato direttamente dallo Chef di Cape of Senses, una grande SPA Library per sfogliare un libro e riscoprire l’armonia interiore con limoni e ulivi dove rilassarsi e sentire i profumi della natura, oltre a una vasta selezione di trattamenti viso e corpo olistici. Sono presenti libri e riviste di ogni genere: libri illustrati, riviste specializzate, quotidiani e letture consigliate. Tra le mensole della SPA Library si celano racconti, fotografie d’autore e consigli da carpire al volo.
La Senses SPA è un luogo energetico dove ripristinare l’equilibrio mentale e fisico attraverso i 5 sensi. Lo scopo è quello di accogliere gli ospiti offrendo loro un’evasione dalla routine quotidiana attraverso un tempio del benessere, dove ogni ambiente sia in grado di far sviluppare nuovamente i propri sensi, creando emozioni legate ad essi.
Lo SPA Menù parte proprio dalla stimolazione dei sensi. Aromaterapia con oli essenziali estratti da piante e fiori selvatici officinali,
manualità personalizzate, differenti texture di prodotti, musica studiata appositamente evocata anche da antichi strumenti, differenti tisane.
Uno dei punti di forza della SPA è la splendida vista dall’alto sul Lago di Garda. Il lago ha una capacità di mutamento in base al tempo, ai venti e alla luce del sole e per questo motivo, ogni volta che si scosta una tenda dalla cabina dei trattamenti o ci si sdraia su un lettino delle aree relax, il senso della vista cambia continuamente. Il benessere fisico, poi, si coniuga sempre con quello spirituale, per questo l’offerta comprende attività olistiche di gruppo e private come la meditazione, yoga, sessioni di campane tibetane, stretching dei meridiani.
La scelta della linea cosmetica è ricaduta su MEI, le migliori erbe italiane dal 1988, in
virtù della passione e della cura con cui sono raccolte le piante officinali selvatiche e anche per come esse sono lavorate, con l’estrazione a gas inerti. Queste piante subiscono un processo di lavorazione unico nel suo genere, in grado di concentrare il principio attivo nella sua interezza, senza allergeni e sostanze tossiche. Le molecole di questi purissimi oli essenziali, di grado alimentare, sono i Principi Attivi che penetrano attraverso la pelle e diffondono il benessere a tutta la persona, senza effetti collaterali.
Per lo sviluppo dei trattamenti Signature si è pensato alla valorizzazione del territorio attraverso l’utilizzo di prodotti come l’olio d’oliva biologico, l’olio di vinaccioli e gli oli essenziali agrumati. Inoltre, molto importante per la stimolazione tattile sono le manualità avvolgenti, dal calore di fagottini caldi alle erbe
selvatiche alla morbidezza di una spuma di sapone. In ultimo, l’introduzione di un suono sprigionato da antiche campane tibetane che è in grado di risvegliare il senso dell’udito. La SPA ha un design molto lineare, accogliente e caldo. La ripetuta presenza del legno richiama il legame dell’uomo con la natura, così come la presenza di piante all’interno della struttura e la possibilità di accedere in qualsiasi momento al giardino esterno.
Come la natura, così la SPA presenta un’atmosfera in grado di trasmettere calma e serenità, luogo perfetto per abbandonarsi ed evadere dalla realtà. L’aroma degli oli essenziali serve, invece, per sciogliere le tensioni e far riaffiorare il benessere, abbandonandosi a un profondo senso di distensione.
Fuori dalla SPA il giardino di Cape of Senses, un parco sensoriale affacciato sul blu del Lago di Garda, per respirare a fondo, far riaffiorare un’autentica sensazione di meraviglia, ritrovare la calma e rievocare la connessione ancestrale tra persone e natura.
Il giardino di Cape of Senses è un parco sensoriale per respirare a fondo, ritrovare la calma e rievocare la connessione tra persone e natura; anche le piscine a sfioro con vista sul lago, l’Infinity Pool immersa nel verde e la piscina sportiva, per nuotare all’aria aperta, offrono un collegamento diretto con la na-
tura circostante. Inoltre, una piattaforma per Yoga, Meditazione e Fitness, per le sessioni guidate. Un must la Private SPA in esclusiva per immergersi nel tepore di una vasca, ascoltare il lento fluire dell’acqua e per provare una profonda sensazione di libertà. Infine, a disposizione degli ospiti una palestra 130mq con vista panoramica e personal trainer, con attrezzature di ultima generazione - marchio Technogym - e 130 m² di spazio dedicato alla cura del corpo.
Due i ristoranti: “Osteria la Pergola” e “Al Tramonto”. Sapori autentici, colori intensi e accostamenti audaci. Una cucina naturalmente ispirata alla leggerezza italiana e alla freschezza del lago, per riscoprire il piacere delle ricette più semplici da gustare ammirando il Lago di Garda e illuminarsi alla luce del sole o della luna.
L’Executive Chef Francesco Pavan afferma: “Cerco ispirazione dal luogo in cui mi trovo, partendo da un prodotto tipico della zona, da un’essenza particolare o dalla bellezza del panorama. Lascio che sia il luogo a guidarmi verso il piatto stesso.”
L’offerta autunnale di 5 notti è a partire da 3.990€, in Junior Suite. Maggiori informazioni su: www.capeofsenses.com.
Lontano dalle tradizionali rotte del turismo di massa, Besançon, l’antica Vesontio di cui Giulio Cesare parla nel ‘De Bello Gallico’, è il capoluogo della nuova regione francese della Borgogna-Franca Contea. Vicino alle maestose montagne del Giura, si sviluppa lungo le sponde del fiume Doubs, circondata da 7 colli e sovrastata da una stupefacente Cittadella. Una “Città d’Arte e di Storia” famosa per la sua tradizione orologiera e per un art de vivre che la colloca fra le città francesi dove si vive bene. Complice il paesaggio vario e rigoglioso, il fiume, i boschi e i tanti spazi verdi. Una città a misura d’uomo dove cultura e natura vanno a braccetto.
Besançon è dominata dall’imponente profilo della sua Citadelle, mirabile testimonianza dell’architettura militare del XVII secolo, una complessa struttura difensiva arroccata a quasi 100 metri di altezza sopra il fiume Doubs. Fu costruita dall’ingegnere Sébastien Le Prestre de Vauban per volere di Luigi XIVed è considerata una delle più belle fortificazioni di Francia. Non ha caso è inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità Unesco. In origine faceva parte di una lunga cintura di fortificazioni che proteggeva i confini del Regno di Francia, con ben 18 km di bastioni che circondavano la città. Di questi oggi rimangono solo 600 metri che vale la pena di percorrere per regalarsi una vista impareggiabile sulla città e sulle colline circostanti. La fortezza ospita alcuni musei di grande valenza storica. Il Museo Comtois illustra le tradizioni popolari locali grazie all’esposizione di oltre 100mila oggetti e fotografie del passato e del presente. Il Museo di Besançon
aiuta a comprendere la ricchezza e la fragilità della biodiversità attraverso un’eccezionale collezione di animali naturalizzati. È riconosciuto come “Musée de France” per il suo patrimonio scientifico e il contributo in progetti di riproduzione e conservazione di specie rare. L’invito è quello di esplorarne i diversi ambienti: naturalium, acquario, insettario, noctarium, il giardino zoologico e la piccola fattoria. Infine, il Museo della Resistenza e della Deportazione, uno dei più importanti della nazione, riaperto l’8 settembre scorso con nuovi spazi espositivi permanenti e temporanei. Conserva una collezione di arte della deportazione unica nel suo genere, con oltre 600 piccoli dipinti, statuette e disegni eseguiti clandestinamente nelle prigioni e nei campi di concentramento del Reich. La mostra permanente, completamente rinnovata, conduce i visitatori in un viaggio attraverso la complessità della Seconda Guerra Mondiale.
NEL CUORE ANTICO
La visita di Besançon continua nel suo nucleo storico, ai piedi della cittadella, dove si ammira la Porta Nera, eretta nel 175 d.C. in onore di Marco Aurelio. Una sorta di arco di trionfo gallo-romano, alto 16 metri, dove sono scolpite sulla pietra alcune scene mitologiche e le vittorie romane contro i barbari. A pochi metri, si osservano le colonne di un teatro romano e di un acquedotto e si entra nella Cattedrale di SaintJean, dedicata a San Giovanni Evangelista che custodisce, oltre a diversi dipinti importanti, un autentico tesoro: l’Orologio astronomico. Realizzato a metà ‘800 da un maestro orologiaio, è tuttora funzionante, composto da oltre 30.000 parti e 11 movimenti. I 57 quadranti forniscono diverse indicazioni: calendari, movimento dei pianeti, stagioni, maree, eclissi solari, solstizi, fasi lunari, segni zodiacali in oltre 20 Paesi del
mondo. Partecipare alla visita guidata e assistere allo scoccare dell’ora è un’esperienza unica.
MUSEI DA NON PERDERE
Besançona vanta la più antica collezione pubblica di Francia: il Museo delle Belle Arti e dell’Archeologia, nato nel 1694. Oltre alla fama internazionale conferitagli dalla sua collezione di arte grafica europea (più di 6000 disegni), possiede anche un importante patrimonio archeologico con collezioni egiziane e mediterranee, numerose sculture, ceramiche, oreficeria e un eccezionale corpus di dipinti XV-XX secolo, da Bellini a Bonnard, da Courbet a Tiziano, da Rubens a Goya. Ciò che colpisce, entrando nel museo in Place de la Revolution, è l’architettura, che sposa un ex magazzino del grano, costruito nel XIX secolo, con una struttura in cemento grezzo, secondo il concetto di museo a crescita illimitata coniato da Le Corbusier. Le due architetture dialogano tra di loro così
come le collezioni di arte e archeologia. L’altra immancabile tappa è il Museo del Tempo, ospitato a Palazzo Granvelle, prestigioso edificio rinascimentale dai tetti finemente decorati. Questa istituzione cittadina rende omaggio alla storia e alla tradizione orologiera di Besançon, riconosciuta nel dicembre 2020 come patrimonio immateriale Unesco. Sotto il Secondo Impero, infatti, in città furono fondate 400 opifici, una scuola di orologeria e un Osservatorio che assicurava la trasmissione delle conoscenze e lo sviluppo di una fiorente attività industriale. Anche questo museo è ricco di pezzi unici, dai quadranti solari all’orologio atomico, dal Leroy 01 - l’orologio più complicato al mondo, con 24 funzioni - fino all’ipnotico pendolo di Foucault posto ai piedi della torre del palazzo. Allo stesso tempo, arazzi, mappe in rilievo, dipinti storici, mobili e altre opere d’arte invitano ad approfondire la storia della città e della regione.
A CASA DI VICTOR HUGO
Il 26 febbraio 1802 al civico 140 della GrandeRue nacque uno degli scrittori più famosi al mondo: Victor Hugo. A differenza delle altre abitazioni in cui visse, la sua casa natale non è né un museo né un luogo della memoria. In una scenografia contemporanea, che lascia molto spazio alla multimedialità, l’esposizione illustra le idee e le battaglie intraprese da Hugo non solo come scrittore ma soprattutto come uomo impegnato nella società, per la libertà d’espressione, per la dignità umana, per i diritti dei bambini e per la libertà dei popoli. Poeta, drammaturgo e romanziere, Victor Hugo è stato anche uomo politico che ha trasmesso il suo pensiero attraverso discorsi e azioni, oltre che scritti. Besançon ha dato i natali anche ai fratelli Lumière (1862 e 1864) e visse in questa città anche il grande pittore Gustave Courbet mentre la scrittrice Colette soggiornava per diversi mesi all’anno in una casa di campagna, oggi di proprietà pubblica, aperta in occasione di eventi particolari.
La Boucle è il nome dato al centro storico di Besançon che si sviluppa in un meandro del fiume Doubs, la cui forma richiama quella di un anello. Qui si trova un patrimonio architettonico di edifici antichi, statue, diversi ponti, belle piazze e strade. È storico anche il quartiere Battant dal carattere vivace e cosmopolita, con nume-
rosi negozi, bar e ristoranti con terrazze all’aperto. Ex distretto vinicolo, costruito sui pendii un tempo ricoperti di vigneti, si snoda accanto al quartiere Saint Jean, adagiato alle pendici della cittadella, intorno all’omonima cattedrale. Pieno di tesori nascosti, questo rione si sviluppa intorno alla Chiesa di Santa Maddalena e alle sue imponenti torri. In cima si trova il Fort Griffon che offre uno straordinario panorama su Besançon, i suoi campanili, la cittadella e le colline. Il quartiere de la Grande-Rue prende il nome da una delle strade più antiche, poiché un tempo era utilizzata dai carri romani. Il vecchio cardo maximus è una via completamente asfaltata, lastricata e in gran parte pedonale, fiancheggiata da case in pietra calcarea, grigio blu e ocra. Merita una passeggiata anche Quai Vauban, via pedonale con un susseguirsi di palazzi di fine ‘600 lungo il corso del Doubs all’altezza del ponte Battant, su cui si trova la statua di Jouffroy d’Abbans, l’inventore dei primi battelli a vapore, che ci porta nell’omonimo
quartiere. Da qui parte una lunga passeggiata di quasi 5 km da percorrere a piedi o in bicicletta che segue il corso del fiume, punteggiata da graziosi angoli di verde. Una delle attività più piacevoli è un giro in battello sul Doubs, per avere un altro punto di vista della città, sperimentare il funzionamento delle antiche chiuse e passare nel tunnel sotto la collina di Saint Etienne e sotto la Cittadella.
DOVE DORMIRE
Résidence Charles Quint residence-charlesquint.com
Hotel Le Sauvage lesauvage-besancon.fr
DOVE MANGIARE
Le Saint Cerf guide.michelin.com
Les Gamins facebook.com/lesgaminsresto Le Parc leparcbesancon.com
BAR à VIN
La buvette du Conservatoire labuvetteduconservatoire.fr
COMPRARE Utinam utinam.fr
INFO www.besancon-tourisme.com
www.bourgognefranchecomte.fr www.france.fr
Nella regione di Lana, in autunno, oltre al Törggelen, arriva anche Keschtnriggl, la Festa della castagna
Dal 15/10 al 5/11, infatti, a Tesimo-Prissiano, Foiana e Lana da ben 26 anni si festeggia la castagna con delizie culinarie in cui è ingrediente protagonista. Antiche ricette a base di castagne vengono riproposte in chiave moderna e un programma di eventi culturali, escursioni a tema e usanze tradizionali rende questa manifestazione un momento di grande attrattiva. In questa parte di Alto Adige il castagno e il suo frutto fanno da sempre parte del paesaggio e della cultura locali. Per tutta la durata della manifestazione, l’immancabile contadino Hans Laimer cuocerà le castagne provenienti dai suoi castagneti sul fuoco vivo davanti all’ufficio turistico di Lana, offrendole ai passanti.
Tra gli appuntamenti principali della Festa della castagna si segnala:
- La Festa e mercatino della castagna nel centro di Foiana di domenica 15 ottobre, dalle 11 alle 18, che dà il via ufficiale alla Festa della castagna con musica tradizionale, un mercatino dedicato alle castagne e alle specialità contadine a base di castagne, ed escursioni guidate con Guardie Forestali lungo il sentiero didattico sul castagno.
- Culinaria alle castagne, martedì 24 ottobre, dalle 10 alle 16, giornata dedicata alla degustazione di castagne presso il maso Törggelehof di Lana e di vino nel maso vitivinicolo bio Zollweghof, con escursioni nella natura e visita a antiche cantine, e pic nic in un castagneto. Costo a persona: 30 €.
- Bagno nella foresta ed energia del castagno, venerdì 27 ottobre, dalle 9 alle 12, per rilassarsi nella natura e con la natura, attivando tutti i sen-
si e utilizzando il potere del castagno, che dona pace, equilibrio e nuova creatività. Costo a persona: 35 €.
Con il nome Keschtnriggl, inoltre, sono state create delle specialità a base di castagna, da parte degli esercizi del territorio: Pralina e panettone a base di castagna della pasticceria Mair Andreas di Nalles; Cuori di castagna originali del maso “Wie-
a cura di v.corini
serhof” di Pavicolo/Lana; Birra a base di castagna del birrificio Pfefferlechner di Lana; Panettone a base di marron glacé, Fetta a base di castagna e Cuori di castagna del panificio Schmiedl di Lana.
Per informazioni su Regione di Lana: lanaregion.it
L’autunno è intensamente goloso in Emilia. Nel territorio di Parma, Piacenza e Reggio Emilia sono concentrati eventi enogastronomici capaci di sfidare i palati più esigenti di viaggiatori e buongustai. Così, la stagione dei tartufi e dei funghi, delle castagne e dell’uva che si fa vino, diventa l’occasione ghiotta per sperimentare le eccellenze della Food Valley partecipando a manifestazioni, fiere e rassegne originali, seguendo gli itinerari del gusto tracciati da Visit Emilia – www.visitemilia. com – la Terra dello Slow Mix, unica ed eclettica tra natura, cultura ed enogastronomia.
A PARMA NEL REGNO DEL FUNGO PORCINO E DEL CULATELLO
Tra le colline di Parma, dove gli 8 Musei del Cibo invitano a vivere storie e sapori di prodotti tipici come il Museo del Fungo Porcino di Borgotaro, il Museo del Parmigiano Reggiano e il Museo del Culatello, dal 15 ottobre al 19 novembre 2023 si celebra la Festa del Tartufo Nero di Fragno, occasione per visitare anche il borgo di Calestano. In Val Taro, invece, il 21 e 22 e poi il 28 e 29 ottobre si tiene la 10° Fiera del Tartufo di Bedonia, un altro appuntamento imperdibile per gli amanti del diamante della terra. Gli appassionati di formaggio possono approfittare della rassegna Caseifici Aperti il 7 e l’8 ottobre 2023, quando i produttori di Parmigiano Reggiano spalancano le loro porte organizzando visite guidate ai caseifici, alle stalle e ai suggestivi magazzini di stagionatura. Il viaggio nel gusto continua poi, in Bassa Parmense, dove è il maiale il protagonista della riuscita rassegna November Porc, che si svolge dal 3 al 26 novembre nelle terre del Culatello, tra Sissa, Polesine Parmense, Zibello e Roccabianca.
A PIACENZA TERRA DEL VINO E DI MIELE
I sapori d’autunno inondano di profumi anche gli splendidi castelli dell’Emilia, come il Castello di Paderna a Pontenure (PC), che il 7 e l’8 ottobre apre i suoi cortili e il suo grande parco per I Frutti del Castello, Rassegna di frutti antichi, fiori, piante, prodotti dell’agricoltura e dell’artigianato, con oltre 160 espositori da tutta Italia all’insegna della tutela della biodiversità. Restando nel territorio, che può vantare filari preziosi di vigneti lungo la Strada dei Vini e dei Colli Piacentini, si brinda con la Fiera dei Vini di Piacenza Expo dal 18 al 20 novembre, la mostra mercato delle produzioni vitivinicole italiane. Anche lo splendido abitato medievale di Vigoleno, tra i Borghi più Belli d’Italia, invita
ad assaporare calici d’autore e il tipico Vin Santo nella manifestazione Vinoleno d’inverno, il 18 e il 19 novembre. A Piacenza, il nettare degli dei non è solo il vino, ma anche il miele: dal 27 al 29 ottobre 2023 si tiene Apimell, la più importante mostra mercato internazionale specializzata nel settore apicoltura, in concomitanza con la rassegna enogastronomica Buonvivere, tra laboratori, degustazioni, convegni, prodotti biologici e di qualità. I più golosi devono visitare Castel San Giovanni l’11 e 12 novembre per deliziarsi con Cioccolandia, che chiama a raccolta i maître chocolatiers, particolarmente impegnati, in questa edizione, nella preparazione di un salame di cioccolato lungo 250 metri, con una montagna di profiterole formata da 3500 bignè, e con abbinamenti molto fantasiosi.
A Bobbio, un altro spettacolare borgo emiliano che affascina con il suo Ponte del Diavolo, il 10 dicembre si celebra la Sagra della Lumaca, inoltre, è da non perdere la Croccantata del 17 dicembre, che metterà alla prova gli artigiani del tipico dolce bobbiese a base di mandorle e zucchero.
A REGGIO EMILIA FRA PROFUMI DI CASTAGNE E TIPICI CICCIOLI
La stagione del foliage è l’occasione per assaporare i tipici “ciccioli” durante la Festa d’Autunno dei Ciccioli Balsamici di Albinea, che si terrà il 28 e il
29 ottobre 2023, in un’alchimia di sapori e degustazioni, tra cui non mancherà l’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia. Stand ed espositori prepareranno gnocco fritto, erbazzone, chizze verdi e al prosciutto e formaggio, torte tipiche, lasagne, lambrusco, vin brulè, sugo d’uva, baccalà, marmellate di zucca e zenzero e caldarroste. C’è un comune, inoltre, dove i norcini si sfidano per creare il miglior Cicciolo d’Oro: l’appuntamento è a Campagnola Emilia il 3 dicembre. Sull’Appennino Reggiano si spandono gli aromi delle castagne, celebrate a Cinquecerri Ventasso il 14 ottobre e a Cervarezza il 15 ottobre con la Festa della Castagna. A Marola, nel comune di Carpineti, il frutto d’autunno è festeggiato con una storica 59° edizione l’8, il 15 e il 22 ottobre, con uno scenografico padellone da record. Inoltre, il 15 ottobre è la data sia della Festa del Marrone del Faieto a Casina, sia di quella di Felina, a Castelnovo ne’ Monti, dove svetta la Pietra di Bismantova. A Cavola di Toano, invece, è il gioiello della terra a far ingolosire i visitatori con la 35° Festa del Tartufo nelle domeniche del 12 e del 19 novembre.
Per informazioni: Visit Emilia
E-mail: info@visitemilia.com
Sito web: www.visitemilia.com
Quando l’Eccellenza si sposa con l’accoglienza tipica della riviera Romagnola
IL Blu Suite è un resort con spiaggia e Spa che sorge a Bellaria-Igea Marina, a pochi chilometri da Rimini, ma nella tranquillità di una zona verde ben collegata alla città. Il blu e il verde sono tra i colori preferiti della sua direttrice e fondatrice, Katia Foschi, un autentico concentrato di cordialità romagnola, ma anche i leitmotiv di questo luogo dedicato al ristoro e al benessere della mente e del corpo, che si staglia sul mare e si circonda di verdi giardini.
Nella sua filosofia il Blu Suite resort beach e spa non vuole essere un semplice hotel, ma una meta in cui ritrovare la pace, il silenzio, la tranquillità, in cui godere di una vacanza in un’oasi appartata, ma allo stesso tempo dotata di tutti i confort e ben collegata alle principali attrazioni turistiche della Riviera.
SUITES
Il Blu Suite conta 45 camere, che sorgono proprio fronte mare, disegnate per i momenti di relax, comfort e silenzio per coppie e famiglie, e tra cui sono anche presenti suite e attici con vista, jacuzzi privata e solarium. (I prezzi delle camere si aggirano indicativamente intorno ai 120 euro a notte. I prezzi possono variare in base alle date e al periodo di occupazione).
Ogni camera è stata realizzata con cura, sapienza e materiali di design: corian, legno e ampie vetrate che le rendono solari e luminose. Ciascuna camera è dotata di tutti i servizi, dal wi-fi gratuito, al mini bar, fino alla cassaforte con anche il plus, per alcune camere, di avere un proprio angolo cottura attrezzato. All’interno di ogni camera gli ospiti troveranno anche a disposizione uno SPA kit.
LA SPA
Il fiore all’occhiello del Blu Suite, infatti, è certamente la sua Spa, uno spazio di 350 metri quadrati dedicati alla salute e alla bellezza, aperto anche agli esterni su prenotazione. All’interno della Blu Spa sono presenti una bio sauna, una vasca idrosalina con acqua riscaldata a 38 gradi, una vasca idromassaggio salificata con acqua riscaldata a 30 gradi un bagno turco, docce con cromo-aroma terapia, una sala relax e una palestra. (Prezzo ingresso a partire da euro 25 con Spa kit).
All’interno della Blu Spa si offrono diversi tipi di trattamenti, tutti praticati con prodotti naturali e pensati per alleviare le fatiche della mente e del corpo, che si rifanno alla disciplina Ayuverdica, millenaria tecnica curativa. Tra questi si possono annoverare il massaggio Blu Relax, pensato per condurre ad uno stato di rilassamento assoluto, il massaggio decontratturante fisioveda e il massaggio di coppia “Sensation” in Love Room. Non mancano naturalmente trattamenti per il viso ed il corpo come per esempio il trattamento anticellulite o il trattamento al sale di Cervia e burro di mango (con effetto esfoliante, defaticante, purificante e drenante) o ancora il rituale viso Ayurvedico “AYURGOLD” pensato per rigenerare corpo e mente. Tra i trattamenti da menzionare anche il massaggio ayurvedico per la gravidanza e il mas-
saggio bimbi, pensato per i bambini dagli 0 ai 3 anni, armonizzante e rilassante, durante il quale i genitori possono assistere ed apprendere spunti utili per poter eseguire anche a casa il massaggio.
FAMILY HOTEL
Tra le peculiarità di Blu Suite, infatti, spicca anche una grande attenzione riservata alle famiglie e ai più piccoli che si declina nella scelta di realizzare un hotel su misura per loro. Il Blu Suites non è infatti solo un hotel per famiglie, ma un luogo a misura di bambino che consente ai genitori di rilassarsi sapendo che i loro figli sono in ottime mani. Gli animatori, esperti e preparati, coinvolgono ogni giorno i ragazzi in attività di animazione outdoor intelligenti, mentre, per i più piccoli, sono disponibili servizi dedicati 0-3 anni (lo
staff del Blu fornisce ai genitori anche tutto l’occorrente per la cura dei bambini in spiaggia, dai fasciatoi, alle culle, ai passeggini..). Tantissime anche le attività sportive dedicate, tra cui, per esempio, sup-surf, pallavolo, lezioni di snorkeling, attività di orienteering, che si coniugano ai divertenti giochi organizzati nelle aree attrezzate dell’hotel, ai balli di gruppo e agli spettacoli che ogni sera vengono proposti.
L’animazione del Blu è infatti attiva, a partire dal mese di giugno fino a settembre, dalle 10 di ogni mattina sino alle 10 di sera. Per momenti speciali tutti insieme, poi, c’è la Family Spa: dalla domenica al venerdì, dalle 9.00 alle 11.00, alla tariffa di 40€ a famiglia.
Anche durante i pasti i bambini possono mangiare insieme agli animatori, assicurandosi un pasto sano e bilanciato, scrupolosamente studiato da nutrizionisti, mentre i genitori si regalano, per esempio, una cena romantica all’Alma Restaurant, il prezioso salotto per appuntamenti romantici, momenti da celebrare, eventi formali e cene a lume di candela.
Il Blu Suite riserva infatti grande importanza anche alla parte gastronomica del viaggio che si esprime nella scelta di materie prime di qualità, locali e biologiche. Il pesce è il tratto distintivo della cucina del ristorante gourmet Alma, una cucina per l’anima, attenta alle materie prime biologiche e alla salute. In cucina lo chef Giovanni Maniaci, ben radicato al territorio ma con lo sguardo aperto al mondo. Un modo per raccontare la riviera romagnola a partire dal suo oro blu, il pesce, ma anche dai prodotti locali dell’entroterra. Così le farine che vengono usate per i lievitati arrivano dal Molino Pransani, uno dei mulini storici di Romagna, un luogo antico e affascinante a pochi chilometri da Alma, che macina a pietra grani locali dal 1910; mentre l’olio, esclusivamente extravergine, nasce dalle colline riminesi, da olive raccolte e macinate a freddo dall’azienda agricola Fratelli Frontali. Ingredienti essenziali che si affiancano nel comporre piatti che mescolano storia, sapienza e creatività, per regalare sapori, emozioni
e esperienze che fanno unica questa terra. Tra i piatti signature il Raviolone dell’Adriatico con fumetto e finocchio marino, il Risotto Carnaroli del delta del Po con crema di bieta, acqua di pomodoro, bottarga e bergamotto e la Mormora, pesce dimenticato, servito qui ai carboni, con vinaigrette all’aceto di Riesling, cavolfiore e piselli
Oltre al più intimo Alma, il ristorante gourmet, gli ospiti potranno assaporare tutto il gusto della cucina tradizionale e mediterranea al Blu Restaurant. Al Blu Restaurant si inizia ogni giorno con una ricca colazione a buffet, con proposte dolci e salate, pane freschissimo, centrifugati preparati al momento, per poi continuare a fino all’ora cena. Tra i cavalli di battaglia del ristorante sicuramente le costine in salsa BBQ, gli spaghettoni all’astice e basilico rosso e il coniglio in porchetta. Per assecondare tutti i gusti e offrire la possibilità di assaporare diverse specialità, ogni sera viene proposto un tema diverso: dalla serata romagnola a quella barbecue fino ad approdare a quella etnica.
BLU
Per i momenti di break nel corso della giornata, per gustarsi una piadina romagnola (rigorosamente tirata a mano!), un poke, un piatto veloce, o un cocktail con i piedi nella sabbia , c’è L’Insolito Caffè, che accoglie gli ospiti da maggio a settembre sulla soglia della Blu Beach, la spiaggia privata, ampia ed attrezzata che si trova proprio ad un passo dalle camere.
Nella Blu Beach del Blu Suite gli ospiti possono trovare docce calde, una nursery, aree giochi bimbi e perfino un giardino sul mare . Ancora, per chi volesse prendersi una pausa dalla spiaggia, il Blu Suite offre la possibilità di rilassarsi nell’acqua riscaldata della piscina vista mare attrezzata con ben tre vasche di diversa altezza, per assecondare ogni esigenza, e impreziosita dal pool bar, aperto anche agli ospiti esterni.
EVENTI E MEETING
Oltre ad essere un luogo perfetto per una vacanza in famiglia e all’insegna del riposo, il Blu Suite si presta anche ad essere una location ideale per eventi di ogni tipo: feste priva-
te, agli addi al nubilato, feste di compleanno per bambini e naturalmente, matrimoni. Nella location del Blu Suite si può decidere infatti di celebrare la propria cerimonia in riva al mare, praticamente pieds dans l’eau, con allestimenti che vengono realizzati ad hoc per soddisfare ogni gusto ed esigenza.
Altrettanto personalizzati e personalizzabili i menù, creati dello chef Giovanni Maniaci, che rendono speciali aperitivi, pranzi, cene o merende, sulla spiaggia o nel giardino dell’hotel. Il team del Blu Suite supporta sempre gli ospiti in toto e si occupa dell’organizzazione degli eventi a 360 gradi.
Il Blu Resort di Bellaria Igea Marina offre anche ai viaggiatori business ambienti ampi e confortevoli e ben due sale meeting attrezzate. Nella Blu Space gli ospiti troveranno ben 150 posti a sedere, banchi, tavolo unico, strutture modulari, proiettori e luce naturale.
La Blu Work, con i suoi 45 posti a sedere, è invece l’ideale per piccoli gruppi di lavoro, sessioni di smart working o attività ricreative con spazio esclusivo.
Tantissimi anche i servizi offerti come coffe break, light lunch, cene aziendali, possibilità di attività di team building all’aperto o in spiaggia, che trasformano ogni trasferta in una vera vacanza, aggiungendo come plus la posizione strategica a pochi minuti dai maggiori poli fieristici della Riviera Romagnola, a 2 km dall’uscita di Rimini Nord e a 8 km dalla Fiera di Rimini.
Tra le dotazioni di Blu Suite anche parcheggi e Garage custoditi dove lasciare la propria auto in comodità e sicurezza.
Info: BLU SUITE HOTEL
Via Alfonso Pinzon, 290, 47814 Bellaria-Igea Marina RN 0541 332454
https://www.blusuitehotel.it/
Katia Foschi nasce in una famiglia di imprenditori e, dopo i suoi studi in psicologia, passa letteralmente dal vendere case all’offrire emozioni a chiunque decida di trascorrere una vacanza da lei all’Hotel Blu Suite.
Il Blu Suite Resort Beach e SPA nasce dalla volontà di Katia, anch’essa mamma di due ragazze, Ludovica e Lucrezia, di regalare, soprattutto alle famiglie, una vacanza in Romagna all’insegna del divertimento ma anche del meritato riposo. Le parole chiave del Blu e di Katia sono qualità, genuinità romagnola e accoglienza che si declinano nelle migliorie che ogni anno vengono apportate, seguendo anche i suggerimenti delle famiglie e dei bambini stessi, per rendere l’esperienza vacanziera sempre più esclusiva. Da diversi anni Katia si è avvicinata molto al mondo Bio, e al mondo Eco, quello della buona tavola che rispetta la Natura: oltre all’amore per ciò che la circonda, per il mondo in cui viviamo e per garantire una sana proposta. Di qui anche lo sviluppo di un nuovo progetto, un ecosistema votato al benessere e alla vacanza indimenticabile, dove ognuno possa trovare la propria, personalissima dimensione di relax con la realizzazione di 25 nuove suites che apriranno le porte nei prossimi anni. Abbiamo incontrato Katia Foschi nel suo hotel sorseggiando un caffè a bordo piscina e abbiamo cercato di conoscere qualcosa di più di questa gentilissima e vulcanica imprenditrice.
“Il Blu Suite ai suoi inizi ha avuto una gestione diversa da quella attuale: mio padre ed io mettevamo a disposizione la proprietà e facevamo gestire l’Hotel da terzi in quanto io facevo un altro lavoro. Mi occupavo, infatti, sempre per mio padre e sempre nel settore immobiliare, di tutta la parte commerciale. Curavo, quindi, sia le vendite che tutta la parte burocratica relativa a documentazione, rapporti con i notai, etc. Devo dire che non abbiamo mai trovato degli affittuari all’altezza della situazione e sentendomi un giorno dire “Ti formiamo, sei assolutamente in grado di gestire tu l’Hotel”, ho raccolto la sfida ed ho iniziato una serie di Corsi di formazione, moltissimi a Milano, dove ho avuto l’opportunità di conoscere Franco Grasso, colui che è da sempre considerato tra i più importanti Revenue Manager d’Europa.
Rimasi letteralmente folgorata e pure lui, allo stesso tempo, molto impressionato dalla mia preparazione, venendo io dalla cantieristica. Nacque, se vogliamo chiamarlo così, un connubio mentale che mi fu di fondamentale aiuto per formarmi, affrontando di volta in volta step sempre più impegnativi. Ricordo che d’estate lavoravo, d’inverno studiavo: nulla si raggiunge mai senza sacrificio”.
Per quanti mesi riuscivate ad essere aperti?
“All’inizio per 12 mesi ma poi abbiamo ridotto, fino ad arrivare a 7-8 mesi”
Nel frattempo che cosa è maturato?
“Già dal 2008/2009 mio padre aveva questo desiderio di allargare la struttura: abbiamo presentato, credo, dieci progetti ma c’era sempre un cavillo che ci bloccava, perché questa è un’ area colonica che non sottostà allo stesso piano regolatore di altri terreni che ci sono in Italia, ma ha un regolamento proprio. Cinque anni fa, finalmente, con la nuova amministrazione, soprattutto con il sindaco attuale che è un ingegnere ( ed io questo lo voglio evidenziare perché, quando ci sono persone competenti ai posti di comando, questi sanno fare la differenza ) e col quale ‘parliamo la stessa lingua’, abbiamo ripresentato i progetti, trovando una fattiva sintonia che ci ha permesso di svilupparci e di allargarci. Abbiamo lavorato in mezzo a mille difficoltà, ma con tenacia ed abnegazione; proprio durante la Pandemia dove, tra zona rossa, gialla ed arancione, i dubbi amletici del ‘questo lo posso fare e questo no’, gli aumenti delle materie prime e dei servizi che si registravano nell’edilizia (dove ho speso un 30% in più di quello che avevo previsto), le garantisco non si dormivano sonni tranquilli. Oggi ci sono 45 stanze e, a progetto ultimato, ne avremo altre 22”.
Immagino di tipologie diverse…
“Esatto: ci sono monolocali, ci sono suite bilocali di 40 mq e trilocali di 50 mq (quindi proprio dei mini appartamenti con due camere da letto, due bagni, etc). C’è pure una super suite di 85 mq! “.
Il buon gusto nell’arredare che si respira in questo stupendo hotel deriva anche dall’aiuto di qualche professionista?
“A livello strutturale l’architetto Gasperini è stato protagonista, ma mi avvalgo anche di quella che è diventata una vera amica, l’architetto Barbara Vannucchi, che pur non essendo interior designer si è specializzata negli anni negli arredi d’hotel. Siamo complementari, abbiamo gli stessi gusti e questo ci ha permesso di fare scelte importanti e con reciproca soddisfazione. Io adoro il bianco,il blu, adoro tutto ciò che è semplice ed elegante: non mi piace l’opulenza e in questo ci siamo molto ritrovate”.
Nel recarmi stamane a fare colazione di buon ora, nonostante l’hotel so essere esaurito, ho trovato più personale al lavoro che turisti. La cosa mi ha favorevolmente impressionato: tutti molto indaffarati a pulire, riordinare, etc… non c’è una virgola fuori posto nel suo hotel.
“E’ vero, li faccio li iniziare tutti presto, e sono tutti contenti di iniziare presto: alle 08:30, che è l’orario, più o meno, in cui si svegliano gli ospiti, deve essere tutto pulito e in ordine. Ho più di 30 persone che lavorano per me e sono tutte fidelizzate, persone sulle quali si può far conto”.
Le scelta della SPA da dove deriva?
“Devo dire grazie a Mauro Santinato, un professionista che da oltre 30 anni svolge attività di consulenza nell’area marketing & sales, formatore e consulente per le principali catene alberghiere internazionali. “A Rimini mancano le Spa, quindi l’hotel lo facciamo innovativo con la Spa” mi disse. E la scelta si è rivelata assolutamente vincente, e da me particolarmente condivisa, dato che ho sempre avuto nei miei viaggi molta attenzione per quanto mi veniva offerto in termini di benessere, trattamenti, estetica, etc”.
Viene più sfruttata in media stagione?
“Guardi, l’hotel è aperto, come le dicevo precedentemente, per 8 mesi: la Spa è invece aperta per ben due mesi in più, perché da una parte voglio dare una continuità di lavoro alle mie dipendenti e dall’altra offrire un’opportunità, fuori stagione, anche agli esterni, in un territorio che di strutture simili non ne registra moltissime.
D’estate mi dà comunque la possibilità di
offrire al cliente, che magari è stressato e a casa non ha tempo di farsi dei trattamenti estetici oppure dei massaggi, un servizio in più di valore ed estremamente richiesto”. Invece la scelta dei matrimoni da dove nasce?
“Deriva dal fatto che mi annoio e quindi volevo una nuova sfida, che ci vuol fare, io sono così (ndr. …e sorride). Il primissimo matrimonio lo organizzai nel 2017/18 dopo esser stata contattata da una wedding planner di Bologna. Erano due ragazzi provenienti dal Belgio: bello, faticosissimo ma mi era piaciuto tanto ed abbiamo continuato. Tendenzialmente sono matrimoni che vanno dalle 30 alle 60 persone (ma ne ho avuto pure uno con 160 persone). Gli invitati sono contenti e pure i miei ospiti che non vengono disturbati né in spiaggia né in hotel, ma sono generalmente compiaciuti per l’evento”.
Non solo matrimoni ma pure eventi aziendali e meeting…
“Vero. Ho avuto recentemente 160 ospiti per festeggiare i cinquant’anni di Leroy Merlin…
ma gli eventi calendarizzati sono già diversi e ne siamo orgogliosi.
L’Hotel è completamente attrezzato con spazi consoni e le più innovative tecnologie per meeting di grande importanza”.
I suoi sogni del cassetto?
“Da una parte continuare a lavorare nel settore wedding (perché mi piace proprio…ndr.e sorride) e dall’altra creare, con le nuove 22 suite, un’offerta esclusiva per un cliente esigente, che desidera un contesto riservato, servizi in camera inclusi, spazi ampi e confortevoli, un servizio all inclusive dove non si pensa a nulla se non a rilassarsi”.
L’Alma Restaurant viaggia già in questa direzione. Ieri sera la mia cena è stata eccellente e lo chef, per uno come me che per anni ha fatto da ufficio stampa alla NIR, conoscendo il gotha della ristorazione nazionale, una piacevole sorpresa
“L’Alma restaurant è un regalo che ci siamo fatti, ma mi permette di mantenere un certo livello. Anche fuori stagione è decisamente apprezzato dagli esterni all’Hotel”.
La sua giornata dovrebbe essere di 28 ore ma, a parte gli scherzi, quali sono gli hobby di Katia?
“Gli hobby sono e rimangono i viaggi”.
L’hotel più bello dove è stata e che le è rimasto nel cuore?
“L’ Hotel 5 stelle Sofitel Legend Old Cataract Aswan nel deserto nubiano sulle rive del Nilo, di fronte all’isola Elefantina”.
Il viaggio che le manca?
“Il sogno è l’India che però non potrò fare prima di due anni: però il prossimo gennaio mi auguro di poter visitare Vietnam e Cambogia, perché sono sufficienti 10-12 giorni e quindi posso permettermi di staccare”.
Un’ultima domanda: il suo papà è sempre al suo fianco?
“Certamente. Stamattina era qui con me, dobbiamo presentare l’agibilità!”
Ferrara città degli Estensi. Ferrara città a due ruote. Un connubio tanto inaspettato quanto gradito. Il Castello estense - che con la Cattedrale domina le piazze centrali del centro storico - vanta all’interno sia un patrimonio artistico notevole che una riproduzione fedele degli spazi medievali del tempo che fu.
Pedalando per le vie del centro storico si scopre uno dei ghetti ebraici più significativi d’Italia dove è possibile visitare le sinagoghe ed il museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah. Sempre in bicicletta si può poi raggiungere il quartiere rinascimentale. Passando attraverso il pittoresco corso Ercole D’Este – considerato una delle strade più belle d’Europa - si raggiunge Palazzo dei Diamanti. In questa zona si possono ammirare palazzi signorili dove vengono ospitate mostre prestigiose. Accanto il meraviglioso Orto botanico dell’Università degli studi che vanta più di 700 specie vegetali.
Per chi invece vuole abbinare la cultura alla natura ed allo sport Ferrara offre una vera e propria “campagna in città” con ben cinque ettari di terreni agricoli all’interno delle mura percorribili sia a piedi che in bicicletta. Percorribili in bicicletta sono anche i 9 km di cinta muraria medievale immersi nel verde e nella quiete.
Per chi invece predilige la natura e vuole esplorare la campagna dei dintorni di Ferrara ci sono più percorsi ad anello che propongono una varietà di opzioni. Si può costeggiare il Po arrivando al suo antico Delta ed ammirando la flora e la fauna del luogo. Questa escursione è anche il modo migliore per comprendere il complesso sistema di gestione idrica del territorio che permette al ferrarese di prosperare. Ci sono poi diversi sentieri ciclabili lungo i quali si può ammirare il grande lascito culturale rinascimentale anche con visite guidate alle “Delizie estensi”. Tutti gli itinerari si concludono a bordo di un battello sul grande Po o su uno dei suoi canali laterali. D’obbligo un piatto di strozzapreti all’ Abate Ghiotto. O le deliziose tagliatelle fatte in casa dell’ Agrilocanda. Per il noleggio delle biciclette ci si può rivolgere a Agenzia Linktours
Per maggiori informazioni: www.visitferrara.eu
Porta la firma di SIMONIT&SIRCH, i Maestri di potatura richiesti nei vigneti dalle più famose Maison italiane e internazionali, l’ACCADEMIA Vine Lodge, elegante Country Hotel da poco aperto a Capriva del Friuli, nel cuore della pregiata area vinicola del Collio.
Marco Simonit e Pierpaolo Sirch (classe 1966, friulani, soci e amici da una vita, noti a livello internazionale per aver messo a punto il metodo di potatura che porta il loro nome e rende le viti più sane e longeve) hanno acquisito la struttura da un altro grande dell’enologia friulana, Silvio Jermann, e vi hanno portato il loro stile, creando un luogo d’incontro aperto a tutti, in particolare alla gente di vigna e ai wine lovers, che qui trovano non solo un accogliente hotel dall’atmosfera rilassata ed informale, ma possono anche vivere glocal experiences con i Vine Master Pruners
Immerso nel verde di un grande parco, 12 stanze, un bel porticato, una straordinaria prima colazione gourmet con prodotti del territorio, l’ACCADEMIA Vine Lodge è un posto dove si respira la cultura della vite e del vino. Un luogo ideale dove soggiornare per i wine lovers, per i turisti alla scoperta di queste incantevoli colline del Friuli Venezia Giulia note a livello internazionale per i loro eccellenti vini, oltre che per coloro che frequentano i corsi della VINE MASTER PRUNERS Academy, che qui ha sede. Del complesso fa parte anche una possente torretta, con le pareti ricoperte da scaffalature dove prenderanno via via posto i vini delle grandi aziende seguite dalla SIMONIT&SIRCH ed altri selezionati nei viaggi di lavoro in giro per il mondo: è il luogo deputato alle degustazioni e agli incontri. Per gli ospiti vengono organizzate verticali di vini prestigiosi, collegamenti on line con importanti Maison internazionali abbinate a degustazioni dei loro vini, corsi di cucina con noti chef, pic-nic fra le vigne, visite esclusive con degustazioni nelle più rinomate cantine del Collio e dei Colli Orientali o da piccoli produttori agroalimentari di nicchia, esperienze in vigna e con agricoltori della zona e molto altro ancora.
All’ACCADEMIA Vine Lodge si tengono anche corsi di potatura residenziali di successo per appassionati del verde e della natura e per addetti al lavoro, come quelli di Dendrochirurgia, l’innovativa tecnica messa a punto da SIMONIT&SIRCH per salvare la pianta della vite dal mal dell’esca senza estirparla, intervenendo come il dentista fa per una carie. “Cercavamo da tempo una struttura che ci rappresentasse, un luogo d’incontro aperto sul mondo, legato al nostro territorio, ma nello stesso tempo attento a recepire le mille contaminazioni e gli innumerevoli stimoli che ci vengono dal nostro lavoro nei vari continenti. Glocal, come è la nostra realtà - racconta Marco Simonit - Lo abbiamo trovato nella
Vinnaeria di Silvio Jermann, che si trova proprio vicino al nostro Campus Mario Schiopetto visitato da persone di tutto il mondo, dove nel corso degli anni abbiamo strutturato il Metodo SIMONIT&SIRCH e che rappresenta ormai a tutti gli effetti una base per chi segue i percorsi di formazione offerti dal nostro gruppo e per coloro che sono interessati al nostro lavoro e possono vederne qui una dimostrazione tangibile.”
Informazioni – ACCADEMIA Vine Lodge Capriva del Friuli (GO) - www.accademiavinelodge.it - info@accademiavinelodge.it - Tel. +39 0481 1988073
Gli alberi pennellati di sfumature accese, l’aria frizzantina, i ritmi rallentati… è tornato l’autunno e la Carnia, incantevole angolo “segreto” di Friuli Venezia Giulia, a un soffio dall’Austria, non solo si fa ancora più bella ma si fa cornice perfetta per le feste popolari che accendono ora il calendario, a celebrare appunto i colori ma anche i sapori di stagione.
Domenica 15 ottobre a Sutrio (uno dei più caratteristici borghi carnici) torna Farine di Flôr, rassegna gastronomica dedicata alle farine e ai cereali antichi. Protagonisti sono mulini, farine e delizie di Carnia. Un percorso pieno di gusto -tra piatti della tradizione e birre artigianali del territorio- che celebra la cultura contadina locale. Una cultura rurale e genuina, di cui altro sovrano è il formaggio di Malga, cui è dedicata nel medesimo giorno Formandi, mostra-mercato della miglior produzione casearia della montagna friulana. In programma anche degustazioni e la singolare Asta dei formaggi di Malga. In generale, sarà un fine settimana ricco di proposte per grandi e per piccoli: dai kids cooking all’escursione in e-bike con Visit Zoncolan, dalla nuova app FLICS per esplorare le memorie del territorio alla Fattoria Diffusa, la camminata a fondovalle per incontrare gli animali da cortile. A stuzzicare, non solo la gola, è anche la speciale promozione ideata per l’occasione dall’Albergo Diffuso Borgo Soandri, i cui confortevoli appartamenti sparsi negli antichi edifici del paese permettono di sentirsi come a casa, ma con tutto il comfort di un hotel. Il pacchetto Farine di Flôr 2023 comprende: una notte in alloggio superior o deluxe per due persone, il cesto della colazione con prodotti freschi del territorio a scelta, consegnato a domicilio; convenzioni e sconti nelle aziende agroalimentari, servizi e ristoranti di Sutrio; coupon degustazione per Farine di Flôr e per due birre artigianale a scelta (quote a partire da 125 € anziché 165 €). Disponibile anche la formula due notti, a 225 € anziché 265 €.
Informazioni e prenotazioni Albergo Diffuso Borgo Soandri tel. +39 0433 778921 - www.albergodiffuso.org info@albergodiffuso.org
In piccolo villaggio della pianura friulana, membro dei Borghi più Belli d’Italia, a due passi dal mare e dalle cittadine Unesco di Aquileia e di Palmanova, sono nascosti due dei più antichi castelli del Friuli Venezia Giulia: i castelli gemelli di Strassoldo di Sopra e di Sotto. La patina autentica e la suggestione che avvolgono il complesso vengono oggi preservate e valorizzate con amore dalla stessa famiglia che fece edificare il sito più di mille anni fa. Tra le varie iniziative proposte, le rassegne di alto artigianato e vivaismo “Magici Intrecci” che si tengono al castello di Strassoldo di Sopra in primavera e in autunno dal 1998, hanno acquisito un’ottima fama tra gli appassionati del settore a livello nazionale, ma anche in Austria e in Slovenia.
Il prossimo appuntamento è dunque per “Magici Intrecci Autunnali”, che si terrà il 13 ottobre 2023 (dalle 14 alle 19), il 14 e 15 ottobre 2023 (dalle 9 alle 19): sarà la cinquantesima volta che il maniero trasformerà i suoi saloni e i suoi giardini in una cornice d’eccezione per oltre 115 artigiani, vivaisti e piccoli produttori agricoli biologici selezionatissimi provenienti da tutta l’Italia. I visitatori potranno immergersi in un meraviglioso mondo fatto di storia, arte, bellezza, sapori e passione e vivere una vera e propria magia, che si ripete puntualmente ogni sei mesi, ogni volta con molte novità.
Il suggestivo percorso dell’evento unirà storia, creatività, passione e bellezze naturali e si dipanerà attraverso i saloni aviti dei due piani del palazzo principale, i giardini incantati e gli angoli nascosti del complesso castellano. Qui, il visitatore troverà prodotti rigorosamente artigianali: dagli arredi ai gioielli, dai capi artigianali unici, alle opere d’arte. Sarà anche l’occasione perfetta per cercare dei regali di Natale che non si trovano ovunque. L’antico Brolo, inondato da caldi colori autunnali e circondato da corsi d’acqua di risorgiva sarà, invece, il palcoscenico per vivaisti con piante particolari e rare e per golosità gastronomiche.
Sarà possibile trovare arredi per la casa e il giardino, abiti, gioielli, bigiotteria di alta gamma, cappelli, borse di ogni forma, lampade, capi lavorati al telaio e tinti con erbe officinali, scarpe da uomo e donna, cravatte, farfalle, friulane con ricami e cristalli, dipinti, oggetti antichi e di brocantage, cosmetici bio, profumi per l’ambiente e la persona, preparati fitoterapici, frutta e verdura biologica essiccata, candele di soia e cera d’api, sculture, creazioni in fildiferro, vimini, carta, vetro, ferro, legno, ceramica e molto altro.
Nell’antico brolo vestito di calde tonalità autunnali saranno presenti vivaisti con piante particolari e rare. Non mancheranno delizie per il palato, come pane particolare, golose cioccolate, torte glassate, creme, biscotti e pasticcini, chutney, primizie dell’orto, composti a base di peperoncini coltivati, marmellate, grappe di fiori ed erbe, miele, prosec-
co e vini premiati, olio extravergine d’oliva umbro, formaggi della Franciacorta e vero aceto balsamico di Modena. Lungo il percorso ci saranno tre piccoli punti ristoro. A corollario ci saranno diverse piacevoli iniziative collaterali.
L’appuntamento con “Magici Intrecci” si presenta come un’oasi fuori dal tempo, un ritiro speciale, una piacevole occasione d’incontro per fare un pieno di energia positiva. Infatti è più di una semplice mostra: è un crogiolo di attività e un balsamo per l’anima, un momento per riscoprire serenità e positività.
Per informazioni: www.castellodistrassoldo.it
E-mail: eventi@castellodistrassoldo.it IG e FB @castelli_di_strassoldo
La Bolgheri Coast è una regione affascinante e inebriante situata lungo la Costa Toscana, celebre per la sua bellezza mozzafiato e le rinomate cantine vinicole che vi si trovano. Questa regione è stata definita una destinazione enogastronomica di rara eleganza, dove la passione per il vino si fonde perfettamente con la magnificenza dei panorami. Qui, infatti, grazie ad un microclima perfetto per vitigni come il Cabernet Sauvignon o il Merlot, nascono pregiati vini famosi in tutto il mondo. Il The Sense Experience Resort, un’esclusiva struttura di lusso immersa in un parco naturale, offre un pacchetto speciale ai propri ospiti la possibilità di degustare questi prodotti grazie ad emozionanti tour che portano alla scoperta di alcune delle cantine più rinomate della Toscana.
La Bolgheri Coast offre agli occhi del visitatore panorami mozzafiato. Chilometri di natura incontaminata dalla vegetazione lussureggiante che si rincorrono tra dolci colline, monti, boschi fino ad arrivare al mare cristallino lambito da spiagge di sabbia fina. Qui si riesce ad accontentare ogni esigenza di visita, sia che si scelga il borgo antico come Bolgheri tanto caro a Giosué Carducci, sia una bella escursione nella natura, un’immersione o anche solo un soggiorno relax al mare. Se a tutto questo si aggiunge poi la buona cucina e l’ottimo vino allora il quadro è davvero perfetto. Già, perché non in molti sanno che il territorio di Bolgheri è celebre, oltre che per le sue caratteristiche storico-paesaggistiche, anche per la produzione di vini rossi. Grazie alle particolarità del terreno e al microclima soleggiato e ventilato con moderazione si sono bene adattati vitigni come il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc,
il Merlot e il Petit Verdot. In questo contesto l’attività umana che apprende e sperimenta e le interazioni di essa con la natura giocano un ruolo fondamentale per la produzione dei grandi vini, come sono il Sassicaia, considerato uno dei rossi più pregiati a al mondo, il Bolgheri Superiore, il Bolgheri Rosso, l’Ornellaia e ottimi bianchi tra cui il Vermentino e il Bolgheri Bianco
A produrre questi prodotti di qualità oltre trenta aziende del territorio che fanno parte del Consorzio Bolgheri DOC, istituito per garantirne l’assoluta qualità.
E quando si parla di prodotti di qualità non si può non parlare di soggiorni sempre al top, come quelli al The Sense Experience Resort situato nell’incantevole Golfo di Follonica Affacciato sulla spiaggia di Torre Mazza, è un angolo di paradiso immerso nella natura che, tra le tante esperienze da provare, propone anche i tour delle cantine del territorio come Petra Winery, Rocca di Frassinello, Tenuta Meraviglia, Tenuta Le Colonne, Le Mortelle, Tenuta Argentiera e Ornellaia che incarnano l’essenza di questa zona.
Un percorso impareggiabile è quello all’interno della cantina Ornellaia, che alla visita guidata nei vigneti storici dell’azienda e nelle cantine abbina la degustazione dei cinque migliori vini qui prodotti, accompagnati da tradizionali grissini con olio d’oliva. La cantina nasce nel 1981 ed è stata sempre sinonimo di eccellenza: qui
nulla viene lasciato al caso ed ogni vigna è identificata in base alla sua potenzialità e destinazione finale, con metodi e misure sempre attente alla sostenibilità del territorio. I vini sono opere d’arte, infatti per ogni nuova annata un artista di fama internazionale firma una serie di 111 bottiglie di grande formato della cantina. Molte delle bottiglie qui prodotte, come il Bolgheri Rosso Ornellaia, sono sempre presenti nelle tavole più esclusive del mondo, proiettando il Made in Italy nell’eccellenza internazionale.
Altra esperienza proposta dal The Sense Experience Resort è quella alla Tenuta Meraviglia, situata nel mezzo di uno scenario affascinante, ancora selvaggio, che guarda dall’alto il mare in posizione privilegiata. Le vigne si trovano a pochi chilometri dal litorale tirrenico, sulle prime colline, in una posizione ideale immerse in un clima mite e dolce. Qui sono oltre 30 gli ettari coltivati, di cui 11 destinati alla produzione di vini Bolgheri DOC, e tutte le vigne sono gestite in regime di agricoltura biologica, il che consente il massimo della genuinità. Il tour proposto comprende la visita ai vigneti e alla bottaia, per proseguire sulle colline de I Pianali dove è prevista la degustazione con l’assaggio dei tipici formaggi toscani, il tutto circondati da un panorama mozzafiato. La
Tenuta Argentiera è quella più vicina al mare di tutta la Doc Bolgheri: situata nella punta meridionale del territorio di Castagneto Carducci, è posta sulle quote tra le più elevate della denominazione. I suoi 153 ettari di estensione contengono una biodiversità unica che dà origine a grandi vini. L’ospite del The Sense, dopo la visita alla Cantina Monumentale, ha modo di degustare i vini dell’annata corrente accompagnato da prodotti locali e, volendo, aggiungere la visita guida del Vigneto Argentiero dove nasce l’iconico Bolgheri Superiore.
L’offerta “Luxury Fall” prevede: Pernottamento, Soft Drinks inclusi nel minibar in camera, Bici gratuite a disposizione, Bottiglia di Prosecco in camera all’arrivo, 1 Aperitivo a persona al Red Rabbit, Premium Breakfast complimentary (selezione di alcuni piatti aggiuntivi inclusi), Per chi prenota la tariffa di Pensione Completa, tavolo riservato con servizio e pranzo vista mare. Prezzo in camera doppia a notte con prima colazione a partire da Euro 236,00 Valido fino al 15 ottobre 2023
The Sense Experience Resort
Viale Italia 315 - 58022 Follonica (Grosseto) Tel. 0566 280035 - N. Verde: 800 948 885 www.thesenseresort.it booking@thesenseresort.it
The Sense Experience Resort 4****S è un esclusivo resort inaugurato a fine luglio 2020, nel cuore della Maremma Toscana: immerso in un parco naturale di 5 ettari sul mare nel golfo di Follonica a due passi dalla suggestiva area di Torre Mozza, si affaccia sul mare e dispone di una spiaggia privata. Il parco conserva piante e alberi secolari ed è circondato da bellissime dune di sabbia, riqualificate e conservate integralmente. Tra i servizi disponibili anche un’area con piscina esterna riscaldata.
Il resort si propone di offrire ai suoi ospiti un’esperienza totalmente immersiva, a contatto con la natura: i materiali scelti per gli interni, i sapori dei prodotti locali esaltati nei piatti, le suggestioni suscitate dai dintorni, creano un percorso sensoriale che si riassume nel suo slogan “Be natural, be you”. L’esclusività dell’esperienza è garantita anche da standard di alto livello, dagli
ambienti ai servizi. Il servizio di concierge tradizionale è stato sostituito con l’Experience Specialist che assicura a tutti gli ospiti un soggiorno memorabile.
Il resort è composto da 5 edifici con 112 camere tra Comfort, Deluxe, Superior e Suite tematiche di diverse tipologie, fino ad arrivare alle Two Bedroom Suite vista mare, con vasca idromassaggio esterna.
La scoperta del territorio prosegue a tavola con l’ampia offerta gastronomica che punta alla valorizzazione di materie prime e prodotti locali in piatti della tradizione toscana. Due i ristoranti: il ristorante centrale à la carte Dimorà per mangiare all’interno o presso il dehor esterno o sotto l’ombrellone, o il nuovo ristorante fine dining Eaté, segnalato nel 2023 dalla Guida Michelin, che si trova direttamente sulla spiaggia in una location suggestiva. Completa l’offerta il Mixology Bar Red Rabbit.
©_nukutepipi.com
Nell’immaginario comune quando si parla de Le Isole di Tahiti i resort di lusso, gli over water e le acque cristalline sono le prime immagini che si palesano davanti alla nostra mente.
Ma queste isole offrono un’altra possibilità che consente di fare un passo in più, di vivere un’esperienza in totale relax e con una garanzia privacy e solitudine assoluta. È questo il caso di The Brando, Motu Nao Nao e Nukutepipi.
THE BRANDO
Quando si parla di resort di lusso ne Le Isole di Tahiti, non si può non partire da Tetiaroa, e conseguentemente dal The Brando, il resort di lusso che deve il suo nome al noto attore Marlon Brando. Conclusa la costruzione solamente nel 2014, dieci anni dopo la morte dell’attore, conta un solo abitante Simon Teihotu Brando, figlio di Marlon e dell’attrice Tarita Teriipia. Situato nell’arcipelago delle Isole della Società a soli 15 minuti di aereo da Tahiti, è raggiungibile esclusivamente con un volo privato organizzato dalla struttura. Questo lussuoso complesso offre 35 ville in-
cantevoli dotate di piscina privata e accesso diretto alla laguna dove non è difficile incontrare tartarughe e mante che nuotano serenamente. Tutte arredate con gusto e materiali di origine locale certificata, rinnovabili e riciclati, le ville sono state costruite per incontrare le esigenze degli ospiti che sono alla ricerca di un’esperienza rilassante e in assoluta privacy. Il resort include due ristoranti che propongono una cucina fusion tra Oriente e Occidente, piatti della cucina polinesiana e piatti classici della cucina francese; inoltre, la presenza di un orto botanico garantisce la preparazione di pietanze sempre fresche con frutta e verdura rigorosamente bio. Un infinity pool vi accoglierà per lunghe nuotate così come una lussuosa spa con centro benessere dove godere di trattamenti rilassanti e professionali. Infine, è presente una Eco Station, una stazione di ricerca ambientale dove quotidianamente vengono proposti programmi e iniziative volte a testimoniare l’occhio di riguardo che la struttura ha nei confronti delle politiche green. La ricchezza dell’isola è presente anche in termini di biodiversità con 150 diverse specie di pesci, e più di 30 piante autoctone oltre ad
una grande varietà di uccelli. www.thebrando.com
MOTU NAO NAO
Restando nell’arcipelago delle isole della società non si può non menzionare il Motu Nao Nao, un’isola privata di soli 75 acri che si trova nella laguna di Raiatea a 1,5km dal centro amministrativo e a 45 km da Bora Bora. Molto meno conosciuta rispetto al The Brando a Tetiaroa, è raggiungibile esclusivamente in motoscafo privato o in elicottero.
Il motu ospita esclusivamente tre ville: Villa Miri, Villa Mana e Villa Miti tutte progettate dal designer Alain Fleurot che le ha arredate in maniera sublime riflettendo la maestosa bellezza e la natura paradisiaca che le circonda. L’esclusività della struttura è data anche dalla presenza di un servizio di ristorazione ad hoc: avrete infatti a vostra disposizione uno chef privato che in base alla stagionalità dei prodotti vi proporrà pietanza cucinate con ingredienti locali, frutta e verdura biologiche e fiori commestibili abbinati con gusto per concedervi una vera e propria esperienza gastronomica.
nelle Isole dI TahITI sperImenTereTe una culTura e un ambIenTe dIversI da qualsIasI alTro. sIa che parTIaTe per avvenTura, romanTIcIsmo o relax, scoprIreTe un legame auTenTIco con quesTa Terra, quesTo mare e quesTa genTe.
NoN c’è bisogNo di cercare di fare il maggior Numero di esperieNze possibili quaNdo ogNi momeNto della giorNata può offrire uNa seNsazioNe di cui fare tesoro.
Oltre a questo, potrete guardare un film con i piedi nella sabbia nell’ Outdoor Movie Theatre il cinema all’aperto a disposizione per una serata romantica o durante il giorno, esplorare l’isola intera in Kite Surf.
Infine, per entrare ancora più in contatto con la cultura locale non potete perdervi l’escursione organizzata sul Va’a Holopuni l’antica canoa con fondo trasparente che un tempo era l’unico mezzo di trasporto sia in laguna che in alto mare o uno spettacolo di Ori Tahiti. la tipica danza polinesiana. www.motunaonao.com
NUKUTEPIPI
Cambiando arcipelago e arrivando nelle Isole Tuamotu, c’è un altro paradiso poco conosciuto che è garanzia di privacy e relax completo.
Nukutepipi a 6000 km dalla terra ferma con una superficie di 5,6 km è senza dubbio uno dei rifugi più remoti al mondo. Tanto vera e autentica quanto esclusiva, è il luogo perfetto se si vuole fuggire dalla frenesia della quotidianità o semplicemente se ci si vuole godere una vacanza da re circondati da un ecosistema unico dove tutti i sensi saranno ispirati e messi alla prova. Tutto l’atollo ospita il Nukutepipi. Il lussuoso
©_Nukutepipi.com
ed esclusivo resort vanta 13 bungalow sulla spiaggia con un’unica camera da letto, due ville junior con due camere e una Villa Master. Tutte le sistemazioni offrono oltre ad un letto king size o due queen size, un lussuoso e spazioso bagno, un soggiorno con diversi sistemi di intrattenimento e una splendida vista sul mare e sulla laguna. Inoltre, per soddisfare le esigenze dei suoi ospiti del jet-set, l’isola dispone anche di una piccola pista d’atterraggio.
La ristorazione è personalizzata così come è
alta l’attenzione verso le allergie, le esigenze dietetiche e i gusti particolari degli ospiti. La volontà di mantenere un approccio sostenibile in questo esclusivo atollo è riscontrabile anche dal punto di vista gastronomico con una cucina gourmet sempre varia che viene proposta nel resort. Quotidianamente vengono piantati alberi e talee che garantiscono un’alimentazione sana, con frutta e ortaggi sempre freschi e con la produzione di prodotti biologici e sostenibili.
Per quanto riguarda le attività e l’intrattenimento, il Nukutepipi offre un’ampia gamma di servizi; Oltre a nuotare e fare snorkeling nelle acque incontaminate e cristalline in assoluta solitudine, l’isola è anche vicina ad una grande barriera corallina per gli appassionati di immersioni che non vogliono perdersi un emozionante incontro con le mante. Gli ospiti possono anche scegliere di navigare su una canoa tradizionale e persino nuotare con le balene! Se invece preferite rimanere sulla terraferma anche qui non rimarrete delusi: a vostra disposizione troverete un campo da tennis, un campo da basket, biciclette, tiro con l’arco o in alternativa, potrete godervi una lunga passeggiata immersi nella natura. Se questo non sarà sufficiente, avrete la possibilità inoltre di godere di un panorama incredibile: grazie alla scarsa luminosità causata dalla luce artificiale, quale posto migliore per osservare le stelle se non nel buio totale di un atollo tahitiano nel mezzo dell’oceano Pacifico?
www.nukutepipi.com
Per informazioni su Le Isole di Tahiti: https://tahititourisme.it/it-it/
Ingredienti: Olio di Arachidi, Farina 00 Due Tazze, Amido di mais 1/2 Tazza, Vodka 1 bicchiere, Acqua Frizzante 1 bicchiere e fredda, Uova 1, Gamberi 12
Scaldare l’olio in una padella. Nel frattempo, mescolare farina e amido di mais in una ciotola. In un’altra ciotola mescolare vodka e uovo in un’altra, aggiungendo l’acqua solo all’ultimo minuto. Quando l’olio è pronto, versare gli ingredienti liquidi nella ciotola della farina e mescolare. Immergere mezzo gambero nella tempura, togliendo gli eccessi di pastella prima di metterlo nell’olio. Lasciarlo friggere per due o tre minuti al massimo, usando bacchette di legno per girarlo.
Una volta pronto, metterlo su carta assorbente.
Ingredienti: Riso 500 g, Mozzarella 200 g, Uova 3, Pangrattato, Sale qb, Olio per friggere. Per il ragù: Sedano, Carota, Cipolla 1/2, Manzo 500 g, Maiale 100 g, Pomodori 500 g, Piselli 150 g
Ingredienti:
Sbucciate e tritate la cipolla. Sbucciate le patate, lavatele e grattugiatele a fori piuttosto grossi. Scolatele bene dall’amido. Mescolate le patate con la cipolla e la farina. Insaporite con sale e pepe. Fate friggere 2 cucchiai di impasto alla volta in abbondante olio bollente. Appiattite le frittelle con il cucchiaio. Appena i rosti sono ben dorati da ambo i lati, asciugateli con carta assorbente.
Iniziate con il cuocere il riso in acqua salata e fate poi riposare per 3 ore. Per il ragù, fate soffriggere sedano, carota e cipolla, aggiungete la carne e, dopo 10 minuti, i pomodori. Fate cuocere per 2 ore, poi aggiungete i piselli. Ora prendete una pallina di riso, fate un incavo, metteteci dentro un cucchiaino di ragù e un dadino di mozzarella. Chiudete la palla, passatela nell’uovo e nel pane grattugiato e friggete fino a quando non è dorata: gli arancini siciliani, preparati secondo la ricetta originale, sono pronti per essere serviti.
Ingredienti: Patate 400 g, Farina 150 g, Burro 50 g, Uova 1, Sale 1 pizzico
Per preparare i chifeletti prendete le patate, sbucciatele, lessatele e poi schiacciatele in un impasto ottenuto con la farina, il burro, un uovo e un pizzico di sale.
Stendete poi l’impasto così ottenuto con un mattarello e ricavatene delle mezzelune che friggerete in abbondante olio bollente, fino a quando non saranno ben dorate e croccanti.
Qual è il miglior prodotto italiano del mondo? Il Cacio di Afrodite del Caseificio Il Fiorino che ha conquistato la Golden Fork from Italy. La notizia è arrivata nei giorni scorsi da Londra, dove, nell’ambito del concorso Great Taste Awards, organizzato da The Guild of Fine Food, sono state assegnate le prestigiose “Forchette d’oro”, uno dei riconoscimenti internazionali più importanti del settore food and beverage. Il Cacio di Afrodite era già stato selezionato da una giuria di oltre 500 esperti come uno 36 migliori prodotti al mondo, dopo una scelta su 14mila prodotti. Sempre nella stessa
giornata il Caseificio il Fiorino ha fatto conquistato 9 medaglie, di cui quattro ori, al Mondiale du Fromage di Tours in terra francese. Gli ultimi riconoscimenti ottenuti in Francia ed Inghilterra si inseriscono in una storia che la famiglia Fiorini sta scrivendo, da oltre due secoli, alle pendici del Monte Amiata. Una storia in cui la tradizione casearia si tramanda di generazione in generazione, sempre attenta alle novità e ai mutamenti dei tempi. Un altro elemento chiave di tanti successi è il legame profondo con il territorio, quella Maremma che si ritrova nei pecorini de Il Fiorino rendendoli unici.
Cipolla 1, Patate 1 kg, Farina 100 g tipo 00 Sale, Pepe macinato fresco, Olio per friggereDomenica 8 ottobre 2023, dalle 10:30 alle 18:30, si festeggerà la ventiduesima edizione di Profumi di Mosto. Eventi, visite in azienda ed esperienze sul territorio, per scoprire insieme i vini rosa, rossi e bianchi della Valtènesi, della Riviera del Garda Classico e del San Martino della Battaglia. I partecipanti potranno visitare una o più cantine sulle colline tra Desenzano e San Felice del Benaco, attraverso i comuni dell’entroterra (Calvagese, Bedizzole e Puegnago) e quelli rivieraschi (Moniga, Manerba e Padenghe) e scoprire i vini prodotti in prevalenza con i vitigni autoctoni Groppello e Tuchì. I visitatori potranno confrontarsi direttamente con i produttori e approfondire la conoscenza del lavoro dei vignaioli della Valtènesi e della Riviera del Garda Classico. Tutti gli appuntamenti di “Profumi di mosto 2023” saranno a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria ( previa verifica della disponibilità) e non saranno acquistabili il giorno della manifestazione. La Casa del Vino è la sede del Consorzio Valtènesi. Affacciato sullo splendido panorama della Valtènesi e del lago di Garda, il palazzo denominato “Villa Galnica” si trova a Puegnago del Garda (BS). Qui, il Consorzio organizza diverse iniziative promozionali e di valorizzazione dei prodotti enologici tutelati.
Per il sesto anno Aria di San Daniele, il tour gastronomico itinerante che porta in giro per tutta Italia il Prosciutto di San Daniele DOP, è ripartito. Aria di San Daniele è un’occasione unica per conoscere le caratteristiche qualitative e organolettiche del prosciutto friulano. Con un ricco calendario di eventi, Aria di San Daniele prevederà una serie di appuntamenti in locali selezionati, come enoteche, osterie e ristoranti, durante i quali il Prosciutto di San Daniele sarà reso protagonista. In occasione di ogni serata verrà quindi offerta, ai clienti degli stessi locali, una degustazione di San Daniele DOP affettato al coltello o a macchina dai tagliatori del Consorzio. Il prosciutto sarà inoltre il protagonista di alcune delle ricette proposte dai diversi locali. Dopo le date di Roma a ottobre il tour si sposterà a Napoli dall’8 all’11, a Catania dal 15 al 18 e a Bari
nei giorni dal 23 al 26. Nel mese di novembre sarà il turno delle città di Milano, dal 5 al 7 e dal 12 al 14, e Torino dal 20 al 22 e dal 26 al 28. Brescia ospiterà l’ultima parte di Aria di San Daniele dal 3 al 6 dicembre.
Tutti gli aggiornamenti sul calendario delle tappe di Aria di San Daniele sono disponibili sul sito eventi. prosciuttosandaniele.it.
FORME, la manifestazione made in Bergamo dedicata al formaggio in ogni sua sfumatura, è giunta alla sua ottava edizione con l’obiettivo di perseguire il progetto dedicato alla valorizzazione e promozione nazionale e internazionale dell’intero comparto lattiero-caseario italiano. “FORME CULT”, questo il concept di quest’anno per le tre giornate che si terranno a Bergamo dal 20 al 22 ottobre, intende evidenziare il valore emblematico della manifestazione che è diventata un vero e proprio “cult event” per il settore e per il pubblico di appassionati di formaggio e food. Il naming dell’ottava edizione è inoltre un omaggio a Bergamo e Brescia nominate Capitale Italiana della Cultura 2023. Appassionati e intenditori sono quindi attesi ai numerosi appuntamenti dedicati alla valorizzazione e promozione del comparto lattiero-caseario, che si snoderanno in alcuni luoghi simbolo della città di Bergamo
Il tradizionale appuntamento della Festa del Ringraziamento, che richiama visitatori da vicino e lontano a Bolzano in Piazza Walther, quest’anno è previsto per la giornata di sabato 21 ottobre 2023, dalle 8.30 fino alle 17.
La Festa del Ringraziamento è una manifestazione molto popolare che trae le sue origini dall’antichità, quando organizzare la celebrazione annuale della Natura in onore dei raccolti che dona agli uomini, era considerato un momento imprescindibile e propiziatorio. Proprio questo è il senso che si intende rievocare in ogni edizione: ribadire il forte legame dell’uomo con la natura e l’importanza che essa riveste nella vita di tutti da sempre.
Il lavoro del contadino è strettamente vincolato alla natura: pioggia, neve, freddo, vento, sole, caldo, grandine, umidità sono tutti fattori che influiscono sull’andamento delle coltivazioni. Il buon esito del raccolto, pertanto, non sempre è garantito. Su 35 espositori totali, Gallo Rosso sarà presente con 17 contadini, pronti a raccontare i prodotti freschi, sani e genuini della loro terra, l’importanza della stagionalità e della regionalità per garantire salute e sapore.
Confetture di frutta, vino e sidro, succhi, castagne, formaggi e yogurt, pane, frutta e verdura (fresca e in conserve), frutta essiccata, tisane ed erbe, spezie, farina, speck e insaccati, carne fresca, grappe e liquori, uova, miele, cosmetici biologici e tanto
saranno acquistabili presso le bancarelle in Piazza Walter. Una bella opportunità per comprare prodotti provenienti direttamente dal maso e conoscere prodotti regionali di ottima qualità. Per il resto dell’anno, molti contadini vendono su altri mercati, in negozi alimentari o specializzati in alimenti biologici o direttamente sul maso.
Per ottenere il marchio di qualità Gallo Rosso sui loro prodotti, i contadini devono rispettare alcuni criteri fondamentali: i processi di lavorazione devono essere trasparenti e documentati e obbligatoriamente avvenire presso il maso; le materie prime lavorate devono provenire almeno per il 75% dal maso stesso; ogni prodotto deve superare una degustazione “anonima” eseguita da una commissione esterna di esperti. Alla Festa del Ringraziamento prenderanno parte anche varie associazioni agricole come l’associazione volontariato e il fondo di solidarietà rurale. Highlights della manifestazione saranno gli showcooking delle contadine, che mostreranno ai partecipanti i segreti e le ricette della cucina tradizionale altoatesina.
A volte l’eccellenza la si trova per caso. MCG per caso è capitato a pranzo al ristorante il Conte Dino di Monteroni d’Arbia (Si). Già l’accoglienza del sig. Riccucci merita un encomio e tutto lo staff è estremamente veloce, attento, gentile e disponibile. Ma sono i piatti proposti, in questo angolo sperduto di Toscana che fanno la differenza, la maggior parte con prodotti tipici a Km 0. La pasta è fatta in casa nei più disparati modi, gli antipasti di salumi sono eccellenti, la carne alla griglia davvero un “must”, squisita e cucinata alla perfezione. Vi consigliamo vivamente di provare questo ristorante: non so quando ma anche noi di MCG ci torneremo! Info: tel. 0577372213 www.ristorantecontedino.com
La Toscana, in autunno, è stupefacente. Complici i colori dei paesaggi, le temperature miti e un afflusso di turisti più basso rispetto ai mesi estivi, la stagione autunnale si rivela perfetta per passare qualche giorno nella splendida Val d’Orcia, che in questo periodo si presenta sotto una nuova luce. Ottobre e Novembre, infatti, portano con sé l’atmosfera ideale per visitare i borghi in pietra dove il tempo sembra essersi fermato e per gustare le numerose specialità di stagione, tra sagre ed eventi superlativi come l’Eroica, la più famosa gara di biciclette vintage, o la Mostra del Tartufo Bianco delle Crete senesi
Tappa obbligatoria in Val d’Orcia è Locanda in Tuscany - Luxury Country Resort, un antico podere intorno al quale si intravede solo il colore dorato del grano nelle sue differenti tonalità. Le 9 camere e suite di diversa tipologia sono un tutt’uno incastonato nella natura e sfoggiano tinte e arredi scelti con la massima attenzione per donare armonia e relax al soggiorno: un’atmosfera ovattata che riporta indietro nel tempo, pur strizzando l’occhio al moderno comfort. Le stanze si trovano nel podere principale o nella caratteristica dependance, che un tempo era il deposito delle iconiche “balle di fieno”. Divise in cinque categorie (Deluxe, Superior Deluxe, Grand Deluxe, Superior Grand Deluxe e Suite), trasformano la vacanza in un sogno, dove rigenerarsi a trecentosessanta gradi, abbracciati e coccolati dalle dolci colline arate e rese uniche dalle variopinte declinazioni concesse dalla luce. Il massimo del romanticismo è una cena presso la “Taverna di Mozart”, il ristorante di Locanda in Tuscany – Luxury Country Resort. La proposta enogastronomica è una sinfonia di piaceri e di contaminazioni culinarie con una cucina legata alla tradizione toscana, caratterizzata da una schiettezza unica e orchestrata dalla chef Tina Aigbovo Pinzi Nata 43 anni fa in Nigeria, Tina Aigbovo Pinzi si è trasferita in Italia, scegliendo un piccolo paesino nella provincia di Siena, San Casciano dei Bagni, per stabilirsi e creare la sua famiglia.
La curiosità verso la cucina italiana arriva con la nascita del suo primo figlio Stefano, che tra pappe e frullati le permette di sperimentare le basi della cucina e scoprire i prodotti eccellenti che quella terra offriva. Tina impara a cucinare nel rispetto della
una volta, “rubando con gli occhi” e affiancando i cuochi di alcuni ristoranti tipici tra Radicofani, Chianciano Terme, Fabro e la Maremma.
Oggi Tina ricopre il ruolo di Chef al ristorante “Taverna di Mozart”, dove realizza piatti tipici della tradizione toscana, completandoli con un tocco di naturale e personale eleganza. La sua cucina rispecchia appieno lo stile di Locanda in Tuscany, che ospita il ristorante: i suoi piatti sono un’esaltazione a tuttotondo della Toscana, dalla scelta delle materie prime, selezionate tra eccellenze di piccoli produttori toscani, al rispetto della reperibilità dei prodotti locali in base alle stagioni.
“Taverna di Mozart” lega il proprio messaggio al lusso dei sapori genuini di una volta, in uno spazio dinamico dove pranzare, cenare e sorseggiare un aperitivo. Il ristorante è stato ricavato nella vecchia stalla, rimasta intatta. I piatti proposti rispecchiano il leitmotiv della struttura, privilegiando proprio la territorialità: pasta e farro toscani, pici fatti in casa con farine locali, carni bio e praticamente a km 0 (il manzo proviene dal podere di fronte al Resort), olio extra vergine di oliva prodotto direttamente dai proprietari della Locanda in Tuscany. La carta dei vini è una selezione di etichette toscane naturali da viticoltori che non si affidano alla grande distribuzione, in linea con Amore Toscano, il progetto nato per valorizzare la ricchezza regionale supportando appunto artigiani e produttori locali. Nella carta dei vini viene evidenziata la distanza dalla cantina di produzione al Resort: ci sono così vini a 13 km di distanza, 25, 30 o 40 km. Divertente la proposta dei Cocktail, che rivisita in chiave regionale i drink più famosi.
Decisamente suggestiva la possibilità di sfruttare la location anche per delle Private Dining tra i cam-
pi di grano del Resort (se la stagione lo permette) o davanti allo scenografico camino esterno nel patio adiacente alla piscina, un modo originale per celebrare un’occasione speciale come una proposta di matrimonio, un anniversario o un compleanno avvolti da una magica allure.
Il ristorante “Taverna di Mozart” è aperto, su prenotazione, anche agli ospiti esterni e l’intero locale può essere affittato per feste private (può accogliere fino a 60 persone).
LE SORPRESE DELL’AUTUNNO TOSCANO
Tra le sorprese che riserva l’autunno toscano, molte le sagre con prodotti tipici: tra le tante eccellenze, la più rinomata è la Mostra del Tartufo Bianco delle Crete senesi a San Giovanni d’Asso l’11-12 e il 1819 novembre 2023, che abbina la parte enogastronomica a quella culturale con un viaggio sul Treno Natura che da Siena porta a San Giovanni d’Asso attraverso le colline senesi che separano Chiusi dalla Val d’Orcia.
E per concludere il soggiorno in bellezza e portare con sé un pezzo di Toscana, Locanda in Tuscany propone anche un’esperienza autentica del territorio: lezioni di cucina durante le quali si potranno preparare delle delizie da custodire preziosamente nella dispensa di casa.
Locanda in Tuscany
Luxury Country Resort in Val d’Orcia
Case Sparse Moro Fiacchi, 13 53023 Castiglione d’Orcia (Siena)
Tel. +39 0577 1700221
info@locandaintuscany.com
www.locandaintuscany.it
Aperto da pochi giorni nel centro storico di Seregno, Unitum, il ristorante degli chef Giuseppe Daniele e Gabriele Fiorino, ospita la rassegna: “Con le mani”. Tre cene a sei mani dove i giovani chef cucineranno con chef di spicco della scena culinaria italiana. Il 5 ottobre aprirà la kermesse Roberto Di Pinto del ristorante Sine di Milano, al quale seguirà il 24 ottobre Felix Lo Basso dell’omonimo ristorante milanese e a chiudere l’evento, il 28 novembre, sarà lo chef Terry Giacomello del ristorante Nin di Brenzone sul Garda.
“Questo appuntamento per noi è molto importante perché segna il passaggio ad una nuova fase della nostra vita professionale e personale. Ci è capitata un’occasione e l’abbiamo colta. Nel giro di pochi giorni abbiamo deciso di fare un passo in avanti aprendo Unitum, il nostro ristorante. Inaugurare questo momento con chef di così alto livello, ci dà la giusta dose di fiducia per camminare verso il futuro”
Unitum è un luogo per gli amanti della cucina di qualità, e la rassegna “Con le mani”, firmata da Laura Gobbi, esperta di comunicazione, offre un’opportunità unica per gustare piatti preparati da chef di grande talento.
“La vita è per il 10% cosa ti accade e per il 90% come reagisci,” un concetto che disegna perfettamente il carattere dei due chef.
IL PROGETTO UNITUM
Unitum dal latino unire, mettere insieme. Da questo verbo nasce il progetto gastronomico di Giuseppe Daniele e Gabriele Fiorino che racconta la loro amicizia, la loro identità e la loro visione di cucina.
“Cucina di sostanza” è la loro narrativa. Un’affermazione che non lascia spazio all’interpretazione. Una cucina forte e decisa che conduce alla concretezza e alla determinazione dei loro piatti. Essenzialità, semplicità e coerenza, le loro linee guida.
Giuseppe Daniele ha una solida formazione culinaria e ha lavorato con chef di fama come Cannavacciuolo, Antonio Guida e Niko Romito. Gabriele Fiorino, originario della Sicilia, ha acquisito esperienza in diverse regioni italiane e all’estero prima di entrare a far parte del team del Bvlgari Hotel di Milano, dove ha lavorato con chef di spicco come Roberto Di Pinto e Niko Romito.
UNITUM
Via Garibaldi 89
20831 Seregno MB
Email: unitumrestaurant@gmail.com
ESPERIENZA IN UNA CANTINA - ESPERIENZA IN CASA DEL VINO
Springo Bronze della cantina Le Manzane di San Pietro di Feletto (TV) vince il premio speciale “Tullio de Rosa” per il miglior spumante al 25° EnoConegliano, il concorso enologico regionale realizzato con la collaborazione dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani. La manifestazione è andata in scena questo weekend in una delle location più suggestive di Conegliano, l’ex Convento di San Francesco.
Creato nel 1998 per merito dell’Associazione Dama Castellana e dei suoi priori, EnoConegliano ha avuto fin da subito un grande successo anche oltre i confini regionali. «E’ motivo di grande orgoglio per noi ricevere questo premio - ha commentato Ernesto Balbinot, titolare della Società Agricola Le Manzane - anche perché Springo Bronze è stato il primo “Rive” della nostra cantina. E’ un riconoscimento che va alla nostra famiglia, ma anche ai nostri enologi e a tutti i nostri dipendenti che insieme a noi hanno creduto fortemente in questo progetto».
Oltre al premio speciale “Tullio de Rosa” per il Conegliano Prosecco Superiore DOCG Dry Rive di Manzana Springo Bronze Millesimato 2022, la cantina Le Manzane ha ricevuto anche due diplomi di merito per il Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze DOCG Dry Springo Gold e il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut “20.10” Millesimato 2022.
Springo Bronze è frutto della paziente ricerca della vigna perfetta, trovata attraverso una singolare combinazione di terroir, esposizione e microclima che, insieme, riescono a garantire le uve necessarie alla realizzazione di un prodotto di alta qualità. Nasce, infatti, sulla Collina di Manzana nel comune di Vittorio Veneto, una
delle 43 “Rive” elette e autorizzate in tutta la zona a denominazione garantita. Le viti, esposte a sud sulle colline più scoscese, il terreno argilloso e molto compatto insieme all’escursione termica giornaliera e alla brezza, regalano uve Glera ricche in aromi e acidità. Colore paglierino brillante ravvivato dal perlage fine e persistente, al naso svela note ampie e intense di frutta a polpa gialla, sentori di pesca, mela, banana e fiori di glicine con un finale leggero di crosta di pane. Il sapore è ricco, fresco e cremoso con buona pienezza e lunghezza in perfetta corrispondenza con il profumo, elegante ed armonico.
La cantina Le Manzane si trova a San Pietro di Feletto, a metà strada tra le Dolomiti e Venezia, nella fascia collinare della provincia di Treviso, nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, proclamate il 7 luglio 2019 Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. L’azienda, a conduzione familiare, è fortemente radicata nel territorio trevigiano come produttrice da quasi 40 anni. La cantina, tra le più dinamiche e interessanti nel panorama enologico del Conegliano Valdobbiadene, distribuisce sia in Italia che all’estero raggiungendo 36 Paesi.
i chiama Adamantis ed è il super white di Cantina Valle Isarco, una cuvée di Sylvaner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner che vuole valorizzare le varietà che maggiormente rappresentano la viticoltura estrema ed eroica di una delle zone più vocate d’Europa per la produzione di vini bianchi.
Adamantis è un termine latino che ha molti significati: in primis diamante, simbolo di Cantina Valle Isarco, ma anche qualcosa di cui invaghirsi, amare appassionatamente. Insomma, un qualcosa di prezioso che rispecchia la filosofia della più giovane cooperativa dell’Alto Adige, volta, da sempre, a esprimere i più alti livelli qualitativi della produzione dei propri soci.
«La nostra ricerca è stata quella di creare un vino che incarnasse l’eleganza e la freschezza del nostro territorio estremo», fa sapere Armin Gratl, direttore generale della cantina fondata nel 1961 da 24 famiglie e che oggi conta su 135 soci che coltivano 150 ettari di vigneti in 11 Comuni, da Bolzano fino a Sud i Bressanone (Varna, Bressanone, Funes/Tiso, Velturno, Chiusa, Laion, Castelrotto, Villandro, Barbiano, Fié e Renon).
Ed è dalla selezione del migliore filare di ogni varietà di Sylvaner, Grüner Veltliner, Pinot Grigio e Kerner che nasce questa nuova cuvée: il Sylvaner dona eleganza e frutto, il Grüner Veltliner porta i suoi intriganti sentori speziati, il Pinot Grigio conferisce struttura e potenza, infine il Kerner mette in gioco la sua raffinata aromaticità, regalando, assieme, un ritratto autentico del territorio di montagna da cui nasce questo vino.
Le varietà sono state vinificate separatamente e poi unite per la creazione del blend, che ha poi maturato 18 mesi sulle fecce nobili in barrique ed è affinato altri 18 mesi in bottiglia. Il risultato è un vino che al naso risulta di grande fascino e che presenta aromi tutt’altro che scontati, dove la pietra focaia si interseca a sentori di fiori bianchi, pesca, pepe bianco, incenso e una chiusura delicatamente agrumata e minerale. Al sorso è voluminoso, vibrante, con una tensione gustativa che fa intendere la grande longevità di questo vino, destinato a invecchiare fino a 10 anni. Prevalgono sensazioni di frutta matura e spezie, in un insieme minerale di grandissima classe.
Perfetto con i canederli coi formaggi d’alpeggio o con il salmerino agli aromi di montagna, Adamantis si sposa a tutti i pitti di mare a partire dalle crudità per arrivare fino ai più complessi secondi di pesce oppure a importanti preparazioni di carni bianchi.
L’annata di debutto di Adamantis è la 2020 e la produzione è limitata a 2mila bottiglie. Il prezzo al pubblico è di 98 euro.
A destra, nella foto di Helmut Moling, il direttore generale della Cantina sociale Valle Isarco Armin Gratl.
Oltre 570.000 euro destinati al finanziamento di progetti di ricerca, 5.500 chilometri percorsi da Nord a Sud della Penisola, 270 tappe, 45 charity dinner, 2 volumi pubblicati. Sono i numeri del Bike Tour, l’iniziativa charity sportiva ideata dal presidente FFC Ricerca Matteo Marzotto nel 2012, che quest’anno celebra l’XI edizione con un fitto programma di eventi e iniziative in Lombardia, partendo da Brescia. Dal 4 al 7 ottobre i bikers attraverseranno i luoghi più suggestivi della Franciacorta, Valcamonica e della Brianza, passando da Bergamo, Monza Pavia, per arrivare a Milano. Accanto al presidente FFC Ricerca Matteo Marzotto, che in alcune tappe pedalerà in
tandem con Nora Shkreli, sulle due ruote ci saranno anche i campioni di ciclismo Alessandro Ballan, Gianni Bugno, Claudio Chiappucci, Maurizio Fondriest, Francesco Moser, Paola Pezzo e lo storico nucleo di bikers composto da Max Lelli, Iader Fabbri e Fabrizio Macchi con Juri Chechi ed Edoardo Hensemberger, ragazzo con la FC e testimonial FFC Ricerca. Il Bike Tour apre la XXI Campagna Nazionale promossa dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica a sostegno della mission strategia “Una cura per tutti”. Per tutto il mese di ottobre, numerosi eventi e iniziative di sensibilizzazione animeranno il territorio grazie agli oltre 5.000 volontari della Fondazione.
L’Assessorato alle Pari Opportunità dell’amministrazione Comunale di Mozzecane propone con l’organizzazione tecnica dell’asd “Sei per Correre” e la del collaborazione delle associazioni del territorio la “Corsa in Rosa“ manifestazione sportivasociale aperta a tutti: donne e uomini di tutte le età e capacità motorie in gruppo o singolarmente. podisti/e, marciatori e marciatrici, praticanti Nordic walking, adulti, bambini e anche i nostri amici a 4 zampe potranno camminare e correre in compagnia ed in allegria per una festa di colori e divertimento!
L’evento è inserito nel calendario di attività dell’Ottobre Rosa promosso dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Mozzecane.
Per qualcuno può essere la più bella pedalata dell’anno, ancora ampiamente fattibile fino alla metà di novembre. Pochi giorni fa, durante la Settimana Europea della Mobilità organizzata a Riva del Garda, è stata presentata la “Canazei to Riva”, tanto divertimento da percorrere esclusivamente su pista ciclabile - non le cosiddette “strade a bassa percorrenza”. Nessuno aveva mai pensato di agganciare quattro ciclabili già esistenti da fare tutte in una giornata: si parte da Canazei, in Alta Val di Fassa, a circa 1450 metri e si scende fino a Molina di Fiemme lungo la Ciclabile dell’Avisio a circa 900 metri di altitudine. Tutta discesa, quasi tutta asfaltata: la Statale su un lato del fiume e la ciclabile sull’altro. A Molina, poco dopo Cavalese, ci si immette lunga il sentiero che per tanti anni è stata il tracciato della Vecia Ferovia, una delle maratone di MTB più note del calendario italiano. Si pedala seguendo il percorso della linea ferrata soppressa nel 1963: dopo una breve
serata conclusiva a verona
salita per superare il Passo San Lugano, ci si tuffa in discesa in territorio altoatesino. Arrivati a Egna nel fondovalle, si entra subito nella Ciclabile dell’Adige che segue il corso del fiume e della A22 fino a Rovereto sud. Circa 65 km di terra battuta attendono i ciclisti: la “noia” di un tratto dritto e pianeggiante può ben essere interrotta al BiciGrill di Faedo, dove fermarsi per ricaricare le batterie della bici elettrica e le proprie con un pranzo ad hoc per chi pedala. Da queste parti poi ci si immette direttamente nella Mori-Torbole, la ciclabile che risale lievemente fino al Passo San Giovanni (287 metri slm) sfiorando il biotopo del lago di Loppio e terminando con un ultimo panoramica discesa sul lago. 150 km di lunghezza, di cui quasi 80 in discesa, 8 ore in bici (meglio se a pedalata assistita, meglio se MTB o gravel) adatti a tutti.
RUn FOR Sla, Un SUCCeSSO!
Si è conclusa con i 130 km della tappa finale VeronaVenezia la staffetta solidale nazionale, che era partita lo scorso 28 agosto da Agrigento. Un’impresa unica, ideata da un gruppo di amici motivati dalla volontà di fare qualcosa di concreto per aiutare la ricerca, le famiglie e i malati di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), capitanati dall’ultrarunner Fabrizio Amicabile e da Marco Roma titolare dell’agenzia lonatese Roma Creattiva organizzatrice dell’evento, con Marco Crestale e un team di collaboratori, ha raggiunto l’obiettivo. Il messaggio si è propagato nelle più belle piazze d’Italia per raccogliere fondi per la ricerca. E proprio il 15 settembre scorso a Verona, gli organizzatori hanno festeggiato la fine della prima edizione
“Run For Sla - Agrigento Venezia 2023”. Un’occasione per condividere un percorso lungo sedici giorni, reso possibile da centinaia di persone che hanno realizzato un progetto senza dubbio sfidante ma che ha lanciato un messaggio importante: tutti insieme possiamo fare la differenza. Le voci di alcuni runner hanno raccontato emozioni, momenti di difficoltà e di soddisfazione. Presente alla serata anche la dottoressa Elisa De Berti, vicepresidente della Regione Veneto, il dottor Massimo Filippi, direttore dell’Unità di Neurologia dell’Ospedale San Raffaele. Le donazioni raccolte grazie alla manifestazione saranno devolute al Centro Ricerche IRCCS dell’Ospedale San Raffaele di Milano, punto di riferimento mondiale.
Tra romanticismo e ricerca scientifica nasce la storia delle scarpe da corsa Ulysses: grazie al lavoro e all’esperienza di tre amici che, nel 2020 a Dallas, hanno dato concretezza ad una idea seguendo la loro passione per il running. Massimo Rinaldi, Massimiliano Pedroni e Silvia Poggi hanno creato il brand Ulysses Running Co. che progetta, ingegnerizza, produce e vende prodotti tecnici di base per la corsa di alta qualità come scarpe da corsa e abbigliamento da corsa. La tecnologia sta nell’intersuola brevettata NARS, cioè Natural Adaptive Running System (sistema adattivo di corsa natu-
True Wireless Jabra Elite 8 Active: gli auricolari che fissano un nuovo standard di durata e vestibilità per la corsa e lo sport in generale. Sono progettati per essere resistenti in qualsiasi condizione d’uso, completamente impermeabili (fino a 1,5 metri) e totalmente resistenti alla polvere e all’acqua; la custodia di ricarica è classificata IP54 per essere a prova di polvere e spruzzi. Pensati per accompagnare gli allenamenti con un ottimo suono grazie al Dolby Audio, che offre un ritorno chiaro e realistico, sono dotati di Adaptive Hybrid Active Noise Cancellation (ANC) per ottimizzare automaticamente le prestazioni della cancellazione attiva del rumore in base all’ambiente in cui ci si trova, e la tecnologia Wind Neutralizing HearThrough™ che attutisce le interferenze del vento e non blocca i rumori del traffico. www.it.jabra.com
rale), che ha ricevuto un brevetto in USA. Tramite la sua compressione progressiva, la particolare intersuola produce il supporto necessario al piede, sia per gli atleti con iperpronazione, che per gli atleti non pronatori, pur mantenendo leggerezza e vestibilità di una calzatura neutra. La pronazione è il modo in cui il piede ruota e si appoggia a terra. Durante la corsa il piede si posa al terreno prima sempre con il bordo esterno del calcagno e poi ruota verso l’interno. Se la pronazione è ridotta, il carico del corpo si concentra sul bordo esterno del piede; se la pronazione è eccessiva, il carico si trasmette nella parte interna del piede e si parla di iperpronazione. L’itersuola NARS è adattiva, cioè ha un funzionamento a domanda e si attiva dopo un po’ che si usa la scarpa. Il romanticismo è legato al nome del brand. Ulysses si riferisce alla mitologia greca, all’eroico Ulisse, ma anche alle grandi ambizioni future che hanno gli ideatori del progetto e dell’azienda stessa; il lupo sul logo vuole essere un simbolo di lealtà; lo slogan “Run wild” è legato allo stato americano del Texas (città natale del brand) che nell’immaginario comune è uno stato selvaggio e libero. Tre sono i diversi modelli di scarpe Ulysses: Waya per la corsa su strada, Maikoh per sterrati e Honi per correre in città e spazi chiusi. Per info ed essere parte del “branco” come tester o ambasciatori si può visitare il sito www.ulyssesrunning.com/it
Si chiama Fuzee la nuova maglia prodotta da Oxyburn e pensata per fare sport con l’arrivo della stagione più fredda. Seguendo la filosofia “Live more lives” (vivere più vite), il marchio italiano Oxyburn è sempre più focalizzato nella creazione di capi intimi e tecnici al servizio del benessere e delle prestazioni di ogni sportivo, ideali per la pratica all’aria aperta in tutte le stagioni.
Questo brand, della provincia di Brescia giovane e dinamico, è orientato alla qualità e all’innovazione e a partire dalla produzione di calze, ha valorizzato il proprio know how dedicandosi alla creazione di capi intimi made in Italy.
La maglia da uomo Fuzee, per la stagione autunno inverno, è caratterizzata da un tessuto ultraleggero in grado di mantenere la giusta temperatura corporea con una particolare struttura a microrete auto ventilante e uno strato interno in fibra Dryarn®, idrorepellente, batteriostatica e dermatologicamente testata che aumenta la traspirazione anche nelle attività sportive più impegnative.
La maglia è ottimale sia per essere usata come intimo, cioè primo strato protettivo e anatomico in caso di freddo rigido per trattenere il calore senza inumidire la pelle, ma anche come strato esterno, poiché asciuga rapidamente con un naturale processo evaporativo di raffreddamento.
I capi Oxyburn per la corsa, bici e sport invernali si trovano nei negozi outdoor specializzati o su: www.oxyburn.it
A fine luglio nel comune di Garda, è stato inaugurato uno spazio acqua per nuotare nelle acque del lago in sicurezza. Si tratta di un campo boe, cioè di un’area delimitata da corde e boe galleggianti lunga 800 metri e profonda 70 metri, che inizia dalla spiaggia del Corno e arriva fino al ponte di Villa Canossa. Questo investimento importante è stato realizzato dal Comune di Garda con i fondi del PNRR e l’intervento è stato condiviso con le forze dell’ordine e con gli enti di riferimento che operano per garantire la sicurezza sul lago di Garda. In questo tratto le boe assicurano un buon riparo per turisti, sportivi e amanti del nuoto
in acque libere, sport sempre più diffuso e promosso dall’associazione sportiva locale MB Sport di Garda. Il nuoto in acque aperte è diverso dal nuoto in piscina, infatti il fondale non si vede, il vento e le onde possono rendere difficile la respirazione, la temperatura dell’acqua può essere fredda o calda e in certi casi può essere difficile avere punti di riferimento. Il team MB Garda, capitanato da Giuliano Beneventi, promuove allenamenti in squadra per triathlon, corsa e bici con l’obiettivo di far allenare insieme gli appassionati di questi sport, esperti o alle prime armi. www.mbsportgarda.it
Icampi da golf offrono panorami incantevoli e proprio per questo chi ama questo sport elegante sfrutta la propria passione anche per visitare luoghi meravigliosi sparsi in tutto il mondo.
Dal Marocco a Mauritius passando per il Portogallo e la Spagna fino alle Alpi francesi, Club Med offre oltre 20 destinazioni con alcuni dei campi più impegnativi e conosciuti al mondo, dove gli amanti del golf possono migliorare la propria tecnica insieme a insegnanti certificati, mentre il resto della famiglia può godersi il Resort scegliendo tra tutte le altre attività a disposizione: da sport di ogni genere come tennis, padel, a piscine all’aperto e indoor, trattamenti benessere, deliziosi aperitivi, pranzi e cene con sapori locali, fino a spettacoli per arricchire le proprie serate. Inoltre, per bambini e ragazzi dai 4 ai 17 anni sono inclusi i Kids Club, mentre Petit Club e Mini Club sono disponibili anche a partire da 4 mesi a 3 anni, con supplemento.
Di seguito una selezione dei Resort Club Med da sogno per chi ama il golf, perfetti per una vacanza in famiglia tra sport e benessere:
SPAGNA - CLUB MED MAGNA MARBELLA
Club Med Magna Marbella in Spagna, è stato inaugurato sulla Costa del Sol nel maggio 2022. Si tratta di una delle destinazioni golfistiche più popolari al mondo da oltre 100 anni, grazie al clima perfetto per giocare a golf tutto l’anno e gli splendidi golf club adatti a giocatori di ogni livello. Corsi di gruppo sono inclusi dagli 8 anni per chi partecipa al Mini Club. È inoltre possibile accedere al campo pratica che si trova all’interno del Resort con bunker e Pitch & Putt.
MAROCCO - CLUB MED MARRAKECH
LA PALMERAIE
Il Resort La Palmeraie offre un campo pratica circondato da ulivi, alberi di arancio e palme dove è possibile perfezionare la propria tecnica con lezioni di gruppo sul practice o sul pitch & putt di 9 buche. Queste lezioni sono inoltre incluse nel costo del proprio soggiorno. Scegliendo questa destinazione e pagando un supplemento, sarà anche possibile approfittare della vicinanza di molti percorsi come i Golf Club Al Maaden, Samanaha e Assoufid, nascosti a piedi dell’Atlas.
PORTOGALLO - CLUB MED DA BALAIA
Il Resort Da Balaia, in Portogallo, è ideale per il golf in famiglia, anche con i più piccoli, grazie al Minigolf vista Oceano direttamente all’interno del Resort stesso. Le lezioni di gruppo sono incluse a partire dagli 8 anni, sei giorni su sette. È possibile usufruire dell’accesso al Da Balaia Village Golf per giocare con dei professionisti della PGA Europe, opportunità inclusa nel soggiorno. Gli appassionati possono approfittare anche della conciergerie Golf per prenotare i Green Fees e giocare sui percorsi più belli dell’Algarve come l’Oceanica e la Quinta do Lago.
MAURITIUS - CLUB MED
LA PLANTATION D’ALBION
Giocare a golf su uno sfondo dominato dal cielo azzurro e dall’Oceano turchese di Mauritius non ha paragoni. Al Resort La Plantation d’Albion sarà possibile mettersi alla prova, imparare e migliorare la propria tecnica attraverso lezioni di gruppo incluse nel soggiorno, che rappresenteranno anche la chiave per eccellere sui tre percorsi ai quali sarà facilmente possibile accedere.
FRANCIA - GOLF E ARIA FRESCA SULLE ALPI
È risaputo che l’aria fresca e gli spazi aperti migliorino la concentrazione, che l’esposizione al sole aumenta i livelli di vitamina D, da cui il corpo trae solo benefici, e che ad alta quota si stimola l’ossigenazione dei tessuti. Lo sport è un amplificatore di tutto ciò perché apporta ulteriori benefici al corpo e allo spirito. Per questo, giocare a golf in montagna ha un effetto incredibile sul corpo e sulla mente. Questa estate, per affinare le proprie capacità i più appassionati, possono scegliere i Resort di Tignes (a 2.100 metri di altitudine, con un campo da golf a 5 minuti dal Resort accessibile tramite supplemento, con 18 buche e 5 km di fairway con vista lago e ghiacciai) e Les Arcs (1.800 metri di altitudine, con un campo da golf accessibile tramite supplemento, a 10 minuti dal Resort, con green fee da 9 o 18 buche) e dopo l’allenamento possono godersi il cibo locale, le piscine interne ed esterne, le escursioni e le terrazze al sole.
Green & Blue: la Maremma del Riva Toscana Golf Resort & Spa a Follonica (GR)
A volte, basta aggiungere una vocale per cambiare il senso di una parola. In casi eccezionali, quello che sembra solo un gioco lessicale può finire invece per incarnare un desiderio e una visione, l’unione di una passione e di un orizzonte che riempie gli occhi. È esattamente ciò che capita al Riva Toscana Golf Resort & Spa a Follonica (GR), dove gli amanti del green realizzano il sogno di colpire la pallina guardando un golfo che si tinge di rosso al tramonto, andando a inserire un’ulteriore sfumatura nella già esuberante tavolozza della Maremma. Il resort è votato all’amore per la natura e al rispetto della biodiversità, forse per la sua posizione straordinaria, o forse perché è impossibile rimanere indifferenti davanti a caprioli, daini, lepri, anatre selvatiche e ibis, che vivono liberi e che può facilmente capitare di scorgere in questo angolo rigoglioso. La tenuta è punteggiata da 2500 olivi da cui si produce un delizioso olio bio: proprio per questo sono banditi i prodotti chimici sia per il trattamento dei campi da golf sia per il resort, ma vengono privilegiati prodotti bio. Affacciate sul verde del campo o sull’azzurro del Tirreno, le camere d’ispirazione marina di questo gioiello firmato Mira Hotels & Resorts sono il cuore di un rifugio dallo stress che prende forma nelle direzioni del wellness, dello sport, del relax e del gusto. Ciò che cattura subito lo sguardo è inevitabilmente il suggestivo percorso da 18 buche, 12 delle quali vista arcipelago, concepito dal genio di Giulio Cavalsani, capace di coniugare le unicità naturali del territorio con le caratteristiche di una sfida tecnica e avvincente. Il disegno non è mai uguale o ripetitivo: tecnici par 4 dog-leg sono seguiti da insidiosi par 3 o da lunghi par 5 in salita e in discesa per creare una successione divertente e memorabile. Dai larghi fairways in bermuda, spesso circondati da fitti filari di olivi, si possono godere panorami unici sul Golfo di Follonica e sull’isola d’Elba.
È un luogo in cui dare sfogo alla propria passione per il golf ma anche un’oasi di benessere, che mette in pausa il mondo nella Naturae SPA curata da Starpool. In una struttura che abbatte gli spazi e solletica la voglia di prendersi cura di sé con sauna, bagno di vapore, percorso Kneipp, docce emozionali
e cascata di ghiaccio, spiccano attrezzature come l’innovativo lettino Zerobody e prodotti dalle formulazioni naturali quali i biocosmeceutici ISHI e le linee per capelli ETHÉ, elementi chiave di una filosofia fatta di trattamenti e rituali per il corpo e per la mente, che prevede anche la possibilità di prenotare un’esclusiva suite con Private SPA. Due piscine esterne infinity pool completano l’allettante profilo di un tempio votato all’abbattimento dello stress e delle preoccupazioni, che non può dirsi tuttavia totalmente esplorato senza un tuffo in profondità nella dimensione enogastronomica.
Dotato di una splendida terrazza sul campo da golf e decorato con travi a vista, il Ristorante Paspalum è il regno dello chef Marco Capra, maestro di cerimonie in un viaggio tra i sapori autenticamente toscani e i clas-
sici della cucina mediterranea, con un punto di partenza negli ingredienti di prima scelta e in un’accurata selezione di vini regionali e nazionali, custoditi nella cantina privata che ha accesso diretto dalla cucina. Per passare dalla piscina alla tavola, è caldamente consigliato un transito in bar e clubhouse, dove gustare cocktail e concedersi un aperitivo a bordo vasca.
In questa realizzazione di un sogno di lusso e comfort, perfetto anche per riunioni aziendali, workshop, presentazioni e momenti di team building, si possono anche progettare fughe tra sentieri, radure e onde, a piedi, in bicicletta e persino a cavallo o in barca a vela. Ogni direzione diventa l’occasione per spingersi indietro nel tempo o nel cuore della natura. Se il borgo di Suvereto, Pitigliano, Venturina Terme e il Lago dell’Accesa aprono scorci
temporali su epoche che vanno dagli Etruschi al Medioevo, il Parco Naturalistico delle Biancane, il Golfo di Baratti e le spiagge di Torre Mozza e Cala Violina sono esempi di come la Toscana sappia assumere tutte le forme dell’anima. Il pacchetto Stay & Play around Tuscany propone soggiorno e Green fee illimitati 18 buche presso Riva Toscana o altri campi del Consorzio Maremma- Punta Ala, Il Pelagone, Argentario e Terme di Saturnia. Possibilità di prenotazione Golf Cart e lezioni MIRA Academy. Nel prezzo anche il lusso di un percorso wellness presso Naturae SPA e accesso alle piscine esterne.
Prezzo a partire da 92 euro a notte per persona. Spa Experience offre invece un soggiorno incentrato totalmente sul relax, con una full immersion nel wellness presso la Naturae SPA di Riva Toscana, con massaggio viso o corpo, trattamento benessere e speciale lezione sulla skin care. A partire da 118 euro a notte per persona. Con il pacchetto Voglia di Maremma ci si prende una pausa dalla routine e ci si rigenera in un paradiso incastonato nel verde della Maremma: sport, relax e natura a una tariffa vantaggiosa, in altre parole Riva Toscana Golf Resort & SPA.
Non solo business è il pacchetto per prendersi una pausa dal lavoro e concedersi una coccola tra benessere, golf e deliziosa cucina toscana. Un soggiorno per rigenerarsi e prendersi una pausa dallo stress di ogni giorno. Gli ottimi piatti proposti dallo Chef nel Ristorante Paspalum, momenti di puro relax nella NATURAE SPA ed una partita di golf in compagnia del Maestro PGAI sui verdeggianti campi ammirando il meraviglioso mare, sono la soluzione perfetta per ritrovare le vostre energie! A partire da 117 euro a notte per persona. Infine segnaliamo il pacchetto Wine lovers, un viaggio esclusivo attraverso i vini e i sapori
unici della toscana, alla scoperta delle bellezze della Toscana, del suo mare e dei suoi sapori veraci. Si potrà scoprire una tradizione vitivinicola dalle mille sfumature grazie a questo pacchetto che, oltre a pernottamento e ricca prima colazione, include un’experience dedicata di degustazione con un Sommelier certificato AIS. Inclusa anche una bottiglia di Prosecco in camera e un vantaggio esclusivo presso il Ristorante gourmet Paspalum. A partire da 125 euro a notte per persona. Per visionare tutti i pacchetti: www.rivatoscana.it
Uno scorcio della Natura SPAStrada Provinciale 152 Km 47,87, 58022
Follonica (GR)
Info e Booking: +39 0566 028036 booking.riva@mirahotels.com
Sonia Penazzo ricopre con orgoglio la figura di Direttore del Resort coordinando le attività di uno staff altamente qualificato e fortemente motivato. Insieme al suo team ha l’ambizione di portare Riva Toscana a diventare sempre di più un riferiemento importante su un territorio che ama e che consiglia per la sua offerta a golfisti e non, assicurando standard elevati e ottimi servizi
Com’è andata la stagione estiva del Riva Toscana Golf Resort?
Riva Toscana ha aperto le porte a Dicembre 2021; il 2022 è stato un anno di rodaggio sia per la parte Resort che per la parte golf, che è purtroppo stato fortemente penalizzato dalla siccità. L’estate appena trascorsa è stata per noi di fatto la prima che possiamo considerare a pieno regime.
La struttura si trova in una zona fortemente vocata al turismo balneare, cosa che durante i mesi estivi fa virare pesantemente la nostra clientela verso questo tipo di esperienza. Abbiamo visto un flusso di golfisti, soprattutto stranieri (ma d’estate è la norma) che finalmente sta crescendo e sta iniziando ad apprezzare il nostro percorso, spettacolare sia da un punto di vista panoramico sia tecnico. Abbiamo fortemente voluto una connessine con i campi della Maremma Toscana per offrire ai nostri ospiti un pacchetto esperienziale completo.
Come vi preparate ad affrontare la stagione autunno/inverno?
Abbiamo visto ottimi risultati su Settembre, con l’incremento di turisti stranieri, principalmente svizzeri, ma anche tedeschi, francesi e americani. Il nostro focus è comunque quello di puntare ad una forte destagionalizzazione e per questo motivo il Resort avrà continuità fino all’epifania. Il clima estremamente mite che contraddistingue questa zona, fa sì che
si possa giocare a golf e godere di esperienze immersi nella natura fino a tutto Dicembre. L’importante offerta enologica, con la zona di Bolgheri a poche decine di km e molte cantine sul territorio che offrono degustazioni e prodotti d’eccellenza, completano il quadro per godere di una fuga autunnale a tutto tondo. Anche chi si trova sulla destinazione per motivi di lavoro ha presso la nostra struttura svariati servizi incluse sale meeting completamente attrezzate, la nostra Naturae spa con
percorso benessere e trattamenti corpo ma anche confort in camera con la visione gratuita di Netflix e una ristorazione del territorio a prezzi moderati. A questo proposito si avvicina la raccolta delle olive e per noi è un vanto poter proporre ai nostri ospiti l’olio di Riva Toscana, un prodotto biologico ottimo che diventa anche un souvenir immancabile. Completiamo i servizi con colonnine elettriche a servizio dei nostri ospiti per una visione sempre più green
Quali gli eventi in calendario?
Per quanto riguarda gli amanti del golf, abbiamo in calendario due eventi di grande rilevanza per fine Novembre/inizio Dicembre:
GOLF CLINIC CON IL CAMPIONE: una tre giorni all’insegna della tecnica, della buona compagnia e dello sport, insieme al pluri-campione italiano Costantino Rocca, che aiutato dal nostro Head Pro Alessandro Resseguier, faranno vivere agli ospiti che decideranno di iscriversi a questo evento, delle giornate di golf indimenticabili, fornendo consigli e suggerimenti che solo un atleta che ha calcato i campi delle più importanti manifestazioni golfistiche, sfidando campioni di rilevanza internazionale, sa dare.
PRO AM RIVA TOSCANA: ProAm alla sua seconda edizione, con formula Tour Scramble (si gioca sempre contro il par della buca). Un evento gestito dal nostro Golf Manager Gianni che vedrà il gioco e la competizione accompagnati da un servizio di accoglienza e ristorazione di livello presso il nostro Resort. Per chi, oltre al golf sta pensando ad una vacanza invernale, ma non troppo, anche quest’anno Riva Toscana riproporrà il pacchetto Capodanno, con cena e intrattenimento musicale.
Avete calendarizzato novità per la primavera estate del 2024 relative al Resort?
Gli appuntamenti golf sono sempre molto vivi e stiamo preparando un nuovo calendario gare che richiama sempre maggiori sponsor e una programmazione di eventi con i protagonisti del mondo del golf, ma non posso svelare troppo .
La nostra offerta sarà sempre più concentrata sulle attività esperienziali legate al benessere e al territorio che sa esprimersi al meglio in tutte le stagioni.
sonia penazzo: “puntiamo ad una forte destagionalizzazione”.
“Innanzitutto fa paura tutto ciò che non si conosce. Quindi io faccio del mio meglio per conoscere. E così riduco la mia paura”.
Il CAI Bolzano presenta la mostra prodotta dal Museo Nazionale della Montagna di Torino: “Walter Bonatti. Stati di grazia – Un’avventura ai confini dell’uomo”, a cura di Roberto Mantovani e Angelo Ponta, che verrà inaugurata l’8 novembre alla Galleria Civica di Bolzano, in piazza Domenicani, alle ore 18.00. Il CAI, Club Alpino Italiano, fonda la sua nascita sulla conoscenza, l’amore, il rispetto e la preservazione della montagna, tutti concetti su cui si basa la cultura della montagna soprattutto, ma non solo, per chi ci vive e opera. È per questo che il CAI Bolzano ha deciso di ospitare questa mostra dedicata a Walter Bonatti, alpinista ed espolatore che ha saputo andare alla scoperta non solo della montagna e del mondo, ma soprattutto di se stesso, attirato dal senso di avventura e dai viaggi nell’ignoto che portano a confrontarsi con il sé.
La mostra è la seconda tappa di questo importante progetto che, dopo essere stato esposto al Museo Nazionale della Montagna di Torino nel 2021, vuole rendere omaggio e far conoscere quanto più possibile la figura di Bonatti con fotografie e oggetti che mettano in evidenza quanto le sue avventure siano state senza confini.
Si entra così in un percorso realmente immersivo che porta il visitatore a conoscere il protagonista e la sua storia attraverso oggetti diventati iconici, come l’attrezzatura alpinistica dei primi anni di attività; alcuni dei machete
usati nel corso delle avventure nella giungla e nelle foreste; lettere e pagine tratti dai diari e dai quaderni.
Dei veri e propri ambienti “bonattiani” dove ci si può immergere con tutti i sensi: la montagna è ovviamente la protagonista della prima sezione, con una grande installazione multimediale dedicata al Grand Capucin e basata sulle riprese appositamente realizzate con il drone dal Soccorso Alpino Piemontese e Valdostano lungo il tracciato della via Bonatti-Ghigo del 1951. Ghiacci, foreste e vulcani rivivono in tre sale che restituiscono le suggestioni di quegli ambienti. Non mancano contenuti audio e video, per rivivere con gli occhi e la voce di Bonatti alcuni suoi viaggi e interviste.
«Sarebbe stato facile riempire le sale dell’esposizione facendo sfoggio della dovizia di documenti, scatti fotografici e materiali che Bonatti ha conservato. Certo, molto è stato messo in mostra. Ma non volevamo che tutto si esaurisse in un’esibizione di oggetti e di immagini, o nel ritratto di un campione del passato» - raccontano i curatori - «Perché l’interesse e l’affetto che ancora oggi circondano Walter non si spiegano solo con il valore delle scalate, il suo talento di reporter o il fascino dei suoi viaggi esplorativi: la sua lunga ricerca tocca corde profonde, le sue emozioni ci riguardano ancora, ed è attraverso queste che possiamo rileggerne l’esperienza». Il visi-
tatore ha così un’esperienza a tutto tondo di quella che fu la vita di Walter Bonatti, nato come alpinista per giungere negli anni Sessanta all’esplorazione del mondo, per oltre trent’anni protagonista di straordinarie avventure sulle pareti più difficili delle Alpi, nei fiordi patagonici, nei deserti e nelle giungle, tra i ghiacci e nei vulcani; viaggi sempre contraddistinti dalla genuinità che ha perseguito per tutta la vita rinunciando alle innovazioni tecniche o accostandosi senza armi agli animali “feroci”, vivendo esperienze di vita quotidiana con le popolazioni indigene che ha incontrato e cercando sempre di stabilire con la natura un rapporto profondo. La realizzazione della mostra è stata possibile grazie al lungo lavoro di riordino, studio, catalogazione e digitalizzazione dei materiali dell’Archivio Bonatti, donato al Museo Nazionale della Montagna di Torino dalla famiglia Vicario, erede dell’alpinista-esploratore, all’inizio di agosto del 2016, un lavoro sostenuto da Club Alpino Italiano, Regione Piemonte, Fondazione CRT, FESR – Fondo Europeo Sviluppo Regionale. Maurizio Veronese, Presidente del CAI di Bolzano e referente per le attività culturali dell’associazione conclude: “Abbiamo fortemente voluto portare a Bolzano la Mostra “Stati di grazia” affinché i nostri soci, ma non solo, anche coloro che amano la montagna e le sue imprese potessero incontrare Walter Bonatti alpinista, esploratore, ma soprattutto
uomo che alla montagna ed all’avventura ha dedicato tutta la sua vita. Soprannominato «il re delle Alpi», è stato una delle figure più eminenti dell’alpinismo mondiale. Oltre che alpinista e guida alpina, fu autore di libri e numerosi reportage nelle regioni più impervie del mondo, molti dei quali come inviato esploratore del settimanale Epoca. Ci auguriamo che ci sia un grande afflusso di persone interessate ad approfondire sempre più la figura di Bonatti e le sue svariate ed importanti imprese”.
Daniela Berta, Direttore del Museo Nazionale della Montagna - CAI Torino: “Siamo riconoscenti al CAI Bolzano per la possibilità di ampliare il pubblico di questo importante progetto che ha coronato il pluriennale lavoro condotto dal nostro museo intorno alla figura di Walter Bonatti, per valorizzare la quale abbiamo anche realizzato quest’anno una esposizione permanente in sede. L’Archivio è un cantiere sempre aperto che dà vita a molteplici iniziative per condividere gli “stati di grazia” di Bonatti e la sua straordinariamente feconda, ampia e attuale eredità culturale”.
Ad accompagnare l’esposizione c’è un catalogo,
che sarà possibile acquistare presso la Libreria Nuova Cappelli in Corso Libertà 2 a Bolzano, riccamente illustrato, che raccoglie i contributi di Daniela Berta, Veronica Lisino, Leonardo Bizzaro, Luca Calzolari, Roberto Mantovani, Franco Michieli, Angelo Ponta, Angelica Sella.
EVENTI COLLATERALI
A corollario della mostra ci saranno due eventi serali e, dal 29 novembre, si affiancherà un’altra esposizione, “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa”, che sarà ospitata dal Museo Civico di Bolzano, in via Cassa di Risparmio 14. La mostra racconta il lavoro del cineasta che documentò la spedizione italiana del 1954, che riuscì per la prima volta a salire la seconda montagna del mondo. Guidata da Ardito Desio, con la partecipazione di forti alpinisti italiani (tra cui anche il bolzanino Erich Abram, a cui è dedicata una sezione della mostra e che sarà il protagonista del secondo evento serale), la spedizione doveva e riuscì a dimostrare al mondo che l’Italia era in grado di compiere un’impresa così difficile.
Il 16 novembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20,30 verrà proiettato il film: “Fratelli si diventa. Omaggio a Walter Bonatti, l’uomo del Monte Bianco” regia di Alessandro Filippini e Fredo Valla. Al centro, il ritratto del personaggio simbolo dell’alpinismo mondiale, delineato da Reinhold Messner, che ha raccolto il testimone di Bonatti sulle montagne più alte della terra, in un’ideale staffetta fra due generazioni. I due alpinisti sono legati da un rapporto profondo e non privo di dissapori. Nel documentario si confrontano in un faccia a faccia serrato, condividendo la loro visione dell’alpinismo e dell’avventura, “scoprendosi appunto fratelli”. Nel film vengono ripercorse alcune delle più importanti imprese di Bonatti testimoniate dalle immagini dei film “Italia K2” di Marcello Baldi e “G-IV. Montagna di luce” di Renato Cepparo, rese disponibili grazie alla Cineteca del CAI.
Il 24 novembre al Teatro San Giacomo, in via Maso Hilber, alle ore 20,30 andrà in scena lo spettacolo “Walter Bonatti - Sognare ancora. Canti, parole e musica per un mito del’900”, con la regia di Angelo Ponta. Uno spettacolo per voci recitanti, coro, soprani e pianoforte, che ha scelto di raccontare la vita di Walter Bonatti dando voce e suoni ai suoi ambienti, alle sue emozioni e scoperte e a quella che lui chiamò esplorazione interiore. Un viaggio in musica che si unisce alle parole stesse di Bonatti per evocare il lato più intimo della sua figura e quella sua capacità di intravedersi fra le pieghe del mondo, ripercorrendo una vita che è stata sì avventura ma anche introspezione e ascolto.
Il 1 dicembre al Teatro Spazio Costellazione, in via Claudia Augusta 111, alle ore 20,30 si terrà la proiezione del film dedicato a Erich Abram, celebre alpinista che nel dopoguerra scalò tutte le vie più difficili delle Dolomiti e che nel 1954 partecipò alla spedizione del K2 insieme a Walter Bonatti. Con la partecipazione della consorte Carla Abram e di Augusto Golin.
Orari di apertura e info accessi:
8 Novembre 2023 – 8 Gennaio 2024 Bolzano, Galleria Civica Piazza Domenicani, 18 www.caibolzano.it - 0471 978172
Martedì-Domenica: ore 10,00-13,00
BMW prosegue con coerenza la sua offensiva di modelli nel campo della mobilità elettrica e presenta un’altra variante completamente elettrica del nuovo Sports Activity Vehicle (SAV) nel segmento delle compatte premium. La BMW iX1 eDrive20 (consumo di energia combinato: 17,2 - 15,4 kWh/100 km secondo WLTP; emissioni di CO2: 0 g/km, valori provvisori) consente un ingresso particolarmente attraente e allo stesso tempo economico nel mondo della mobilità elettrica premium. La seconda variante completamente elettrica del SAV compatto è alimentata da un motore elettrico con una potenza massima di 150 kW/204 CV (con boost temporaneo) e ha un’autonomia compresa tra 430 e 475 chilometri (valori provvisori secondo WLTP).
Ampliando la propria gamma nel segmento delle compatte premium, il BMW Group espande il piacere della guida a zero emissioni ad ampi gruppi target, dando così un ulteriore impulso alla diffusione della mobilità elettrica. La nuova BMW iX1 eDrive20 sarà disponibile dall’inizio della produzione nel novembre 2023. Come la BMW iX1 xDrive30 (consumo di potenza combinato: 18,1 - 16,8 kWh/100 km BMW Corporate Communications secondo WLTP; emissioni di CO2: 0 g/km) è prodotta nello stabilimento del BMW Group di Regensburg. Trazione elettrica altamente efficiente, tecnologia di ricarica all’avanguardia, autonomia eccellente. Come tutti gli attuali veicoli elettrici del marchio, anche la nuova BMW iX1 eDrive20 utilizza l’attuale tecnologia BMW eDrive di quinta generazione. Un’unità motrice integrata sull’asse anteriore del nuovo modello di base genera una coppia massima istantaneamente disponibile di 247 Nm oltre alla potenza massima di 150 kW/204 CV.
Il SAV compatto accelera da zero a 100 km/h in 8,6 secondi. La sua velocità massima è limitata elettronicamente a 170 km/h. La batteria ad alta tensione, alloggiata nel pianale del veicolo per risparmiare spazio, ha un contenuto di energia utilizzabile di 64,7 kWh. La sua elevata densità energetica, insieme all’efficienza del motore elettrico, contribuisce al consumo energetico favorevole della vettura e garantisce un’autonomia eccellente rispetto alla concorrenza. L’unità di ricarica combinata della nuova BMW iX1 eDrive20 consente una ricarica in corrente alternata fino a 11 Kw come standard. Ciò consente di caricare la batteria ad alto voltaggio da zero al 100% della sua capacità in 6,5 ore. Come optional è disponibile la ricarica a corrente alternata trifase con una potenza fino a 22 kW.
Nuovi orizzonti per la prestigiosa azienda mantovana che nei giorni scorsi ha diramato il seguente comunicato ufficiale:
“Dal 1° Ottobre 2023 la Tullo Pezzo Srl sarà protagonista di una nuova opportunità di collaborazione e business insieme a Bonera Spa. La Sede di San Giorgio Bigarello (MN), realizzata nei primi anni 2000, edificio dall’architet tura futuristica e di design, insignito dalla Camera di Commercio di Mantova con targa ad honorem “per aver abbellito l’ingresso della città”, sarà il luogo dove questa collaborazione si consoliderà.
Tullo Pezzo continuerà con l’attività di Service autorizzato BMW e MINI, in particolare con i servizi di Assistenza e Ricambi Originali e le nuove attività introdotte con il Mandato BMW Classic, dedicato ai restauri e manutenzionidelle BMW d’Epoca dei nostri clienti.
Con la grande esperienza di Davide Pezzo, già Presidente del Consorzio DOC Ricambi Originali MN-VR-VI e la professionalità dei nostri Service, sarà nostra premura fornire servizi sempre più innovativi, di qualità e che mettano il cliente al centro. Bonera Spa si occuperà della parte di vendita vetture BMW e MINI.
Entrare in collaborazione con un grande gruppo del panorama Automotive, che commercializza in altre sedi e
province, oltre i marchi BMW e MINI, anche BMW Motorrad, Mercedes, Smart, Toyota, Lexus, MV Agusta, sarà sicuramente un’ulteriore opportunità per la nostra azienda.
Nella nostra Sede di Castiglione delle Stiviere, uno spazio di oltre 6.000 m² di recente realizzazione, sotto la guida di Riccardo Pezzo, continueremo a svolgere l’attività di vendita automobili BMW e MINI d’Occasione e Multimarca, con tutte le relative soluzioni finanziarie e assicurative erogate da Alphera Financial Services, finanziaria del Gruppo BMW. Saranno naturalmente presenti tutti i servizi del Centro Service autorizzato BMW e MINI.
Per i nostri clienti questa collaborazione non comporterà nessun disagio, gli interlocutori per la Vendita e Post Vendita saranno gli stessi che hanno avuto l’occasione di conoscere negli anni.
La nostra mission è sempre stata mettere il Cliente al centro di tutte le attenzioni e in futuro continueremo a perseguirla con ancora più impegno e dedizione.
Tullo Pezzo è dal 1964, il Partner del marchio BMW più longevo d’Italia.
A testimonianza di avere BMW nel nostro DNA, nel 2005 è nato Tullo Pezzo Veteran Cars, Museo riconosciuto ASI, dove è presente la nostra Collezione privata di BMW d’Epoca, interamente certificata Targa Oro ASI.
Siamo certi, che questo sarà solo il punto di partenza per nuove sfide ed edificanti progetti firmati Tullo Pezzo”.
Davide Pezzo Riccardo Pezzonuovi orizzonti per la tullo pezzo srldi pAOLO CARLi
Si è conclusa la 33ª edizione del Gran Premio Nuvolari, con la vittoria dell’equipaggio n.64 formato dalla mitica coppia Andrea Vesco – Roberto Vesco, rispettivamente figlio e padre, alla guida di una splendida Fiat 508 S del 1935.
I top driver si sono distinti sin dalle prime prove, dimostrando concentrazione massima, competenza tecnica e grande spirito sportivo, in quella che è stata una gara combattuta insieme ai migliori e più importanti regolaristi italiani e stranieri, caratterizzata da un clima caldo e soleggiato per tutti i quattro i giorni. Si tratta della loro nona vittoria al Gran Premio Nuvolari, nell’anno in cui si festeggia la sua 33ª edizione.
“È stata una gara molto avvincente, mi piace dire che io partecipo per vincere; questa di oggi però si può considerare quasi una vittoria alla pari, perché solo pochi centesimi di secondo hanno sempre diviso i primi equipaggi in testa alla gara. La mia passione per le auto è nata in maniera molto naturale, mio padre ha sempre amato le vetture vintage fin dagli anni Settanta quando ancora non erano considerate d’epoca. La mia prima competizione l’ho fatta quando avevo appena 12 anni, ormai sono 30 anni che gareggio” ha dichiarato Andrea Vesco
“Questa edizione è stata particolarmente impegnativa e intensa, più sofferta del solito, alla fine
con i concorrenti che si disputavano il podio ci dividevano solo pochi centesimi di secondo, ma quando si giunge alle ultime battute bisogna stare molto attenti a non perdere mai la concentrazione, fondamentale per raggiungere l’obiettivo”, ha aggiunto Roberto Vesco. Secondo posto occupato dall’equipaggio n.59 di Turelli-Turelli, al volante di una Fiat 508 Sport Coppa Oro del 1934 con cui avevano trionfato già nell’edizione del 2021, in quello che è stato uno dei testa a testa più avvincente della gara. Terzo classificato l’equipaggio n.6 a bordo di una Fiat 508 C del 1937 composto dalla coppia Passanante-Molgora. Al quarto posto la coppia Fontanella-Covelli (n.3), su una Lancia Lambda Spyder del 1927 e quinti classificati, PatronPatron, (equipaggio n.55) alla guida di una MG L Magna del 1933, entrambi gli equipaggi autori di un’importante rimonta nel finale.
L’evento ha registrato un ottimo numero di presenze: sono stati infatti 275 gli equipaggi provenienti da tutto il mondo e selezionati da un’apposita commissione, a testimonianza dell’entusiasmo generato da quella che è considerata una delle gare più belle al mondo. Il mito del Grande Tazio rivive grazie ai numerosi gentlemen drivers che condividono i valori del Mantovano Volante quali la sportività, il coraggio
e la passione e le emozioni di un viaggio straordinario a bordo di veri e propri capolavori di storia, meccanica e design.
Numerosi i paesi in rappresentanza di tutto il mondo (Italia, Germania, Svizzera, Grecia, Lussemburgo, Olanda, Ungheria, Stati Uniti, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Uruguay, Argentina, Giappone, Polonia, Montecarlo, Repubblica di San Marino) e 49 le case automobilistiche in gara, dalle italiane Alfa Romeo, Maserati, Lan-
la vittoria è andata all’equipaggio n.64 formato dalla mitica coppia andrea vesco – roberto vesco, rispettivamente figlio e padre, alla guida di una splendida fiat 508 s del 1935.
L’evento ha registrato un ottimo numero di presenze: sono stati infatti 275 gLi equipaggi provenienti da tutto iL mondo e seLezionati da un’apposita commissione.
cia, Ferrari e Fiat, alle inglesi Jaguar, Aston Martin, Bentley e Triumph, dalle tedesche Mercedes, BMW e Porsche fino alle pursang francesi firmate Ettore Bugatti. Quest’anno sono state più di 100 le vetture anteguerra (fabbricate dal 1932 al 1939) che hanno preso parte alla manifestazione.
Significativa anche la presenza di numerose auto degli anni ’50; sono stati infatti 150 i partecipanti che hanno corso il Gran Premio con vetture dei marchi Ferrari, Jaguar e Porsche. Questa 33° edizione ha visto confermati i partner Red Bull, Banca Generali, Finservice Group a cui si è aggiunta la collaborazione con la casa d’aste Wannenes (official partner), Locman-Italy (Time keeper e Official Partner) e Penske Cars (automotive partner), grazie ai quali il “Nuvolari” ribadisce alcune delle proprie caratteristiche fondamentali: lo spirito della competizione sportiva, la celebrazione storica e il turismo itinerante.
Con una particolare sensibilità alle tematiche inerenti la salvaguardia dell’ambiente, è stata riproposta anche quest’anno l’iniziativa “Gran Premio Nuvolari Green”, un’importante azione di ecologizzazione realizzata con il patrocinio del Comune di Mantova. L’impatto ambientale provocato dalla circolazione delle auto storiche partecipanti all’evento verrà compensato dalla piantumazione, in aree selezionate, di un numero tale di alberi ad alto fusto da bilanciare la quantità totale di CO2 emessa.
GRAN PREMIO NUVOLARI 2023: I DETTAGLI DELLA 33ª EDIZIONE
Presenze: 275 gli equipaggi confermati al via, provenienti da tutto il mondo. Periodo di ammissione delle vetture: dal 1919 fino al 1976, oltre ad una rappresentanza di moderne Gran Turismo. Percorso: questa 33ª edizione ha proposto un percorso di circa 1.130 km tra le bellezze centro-settentrionali italiane, attraversando paesaggi suggestivi di Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria.
Il Gran Premio Nuvolari è una delle prove del “Campionato Italiano Grandi Eventi di ACI Sport”, del quale fanno parte anche la Coppa delle Alpi, la Coppa Milano Sanremo, la Coppa d’Oro delle Dolomiti, la Targa Florio Classica e il Circuito del Mugello.
La manifestazione, organizzata da Mantova Corse, si svolge nel rispetto delle normative F.I.A, F.I.V.A., A.C.I. Sport ed A.S.I. con una attenzione ai protocolli di sicurezza varati dalle federazioni sportive nazionali ed internazionali.
Una villa veneta del XV secolo, rivisitata e reinterpretata per ospitare uno stupefacente hotel di lusso, diventa la cornice suggestiva di una mostra permanente di arte contemporanea, raccogliendo al suo interno opere di artisti e designer di fama internazionale. L’accostamento di arte, design e moda in un contesto antico come Villa Amistà, rende l’intero progetto di Byblos Art Hotel un’affascinante scenografia, concepita per dare forma a un’eccezionale esperienza di ospitalità senza eguali.
Lasciatevi sorprendere dal grande parco di 20.000 mq, dalla cantina del ‘500 con la ricca scelta di vini, dalla piscina immersa nel verde, dal centro benessere ESPACE, gioiello ispirato alle terme pompeiane. In un contesto in cui l’arte e l’eccellenza accompagnano ogni sfumatura dell’accoglienza, Il Ristorante Amistà, insignito di 1 stella Michelin, vi ospiterà con la sua cucina legata ai prodotti del territorio, rivisitati in chiave moderna dalle sapienti mani dello Chef Mattia Bianchi.