ANNO 14
NUMERO 5
EURO 1,90
OTTOBRE NOVEMBRE 2024
Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.
www.mcgmagazine.it
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Fino al 10 novembre in mostra le radici e le nuove frontiere della fotografia.
Tutte le proposte di viaggio per ammirare scenari unici nel loro genere.
Il lupo azzurro di Silver da 50 anni non perde il pelo e nemmeno il vizio.
Ciao Sammy! Solo un grande GRAZIE!
L’eterno fascino deL soprannaturaLe
Medjugorje, un tempo un desolato villaggio dell’Erzegovina, è oggi una delle capitali mondiali del turismo religioso grazie alle ricorrenti apparizioni mariane, su cui la Chiesa mantiene da decenni una posizione attendista. Dal 1981, anno delle prime apparizioni, ad oggi, Medjugorje è stato ed è oggetto delle attività mediatiche internazionali più disparate, dalla letteratura alla cinematografia, dai programmi radio-televisivi ai social, con estensioni e coinvolgimenti commerciali di ogni tipo. Inesauribili sono i confronti tra credenti, atei, psicologi, sociologi, ecc., che non portano mai ad alcuna conclusione, alimentando ulteriormente quell’alone di mistero che intriga coloro che sono sensibili al soprannaturale. Dopo decenni di dibattiti, polemiche e commissioni di studi ad hoc di varia natura, il 28 agosto scorso è stata approvata da Papa Francesco la nota del Dicastero per la Dottrina della Fede “La Regina della Pace” riguardo l’esperienza spirituale di Medjugorje, presentata poi il 19 settembre nella sala stampa della Santa Sede. Il testo non si pronuncia sulla soprannaturalità, ma riconosce gli abbondanti
“frutti spirituali” legati alla parrocchia-santuario dell’Erzegovina, e formula un giudizio complessivamente positivo sui messaggi mariani, autorizzando i fedeli ad aderirvi. In definitiva non si tratta di un “riconoscimento” ufficiale come quello che consacra alcuni noti luoghi di culto mariano, ma di una “autorizzazione” al culto pubblico, secondo precise motivazioni. La Chiesa Cattolica considera le apparizioni mariane come interventi di una “Mamma in favore dei suoi Figli”, e consente la devozione universale solo dopo un complesso processo di investigazione che prevede anche supporti tecnico-scientifici, cui può seguire l’approvazione. La Chiesa ammette che la maggior parte delle apparizioni rimane non verificata, e potrebbe essere spiegata con fenomeni naturali o interpretata scientificamente. Per questo motivo nel corso della storia, la gerarchia ecclesiastica ha sovente mantenuto un atteggiamento scettico nei confronti delle asserite apparizioni. Un’apparizione assume a tutti gli effetti la dimensione di un miracolo, e sui miracoli la Chiesa assume oggi posizioni estremamente caute, caratterizzate da analisi rigorose, nemmeno paragonabili ai criteri impiegati negli scorsi decenni, per non parlare degli scorsi secoli.
di giacomo gabriele morelli
LA CHIESA HA ESPRESSO LA SUA POSIZIONE, MOLTO ATTESA DAI CREDENTI, NEI CONFRONTI DELLA MADONNA DI MEDJUGORJE.
PER LE APPARIZIONI MARIANE DI MEDJUGORJE, CHE AD OGGI NON HANNO AVUTO UN RICONOSCIMENTO UFFICIALE, DALLA CHIESA È STATO AUTORIZZATO IL CULTO.
La posizione degli agnostici, dei non credenti, o semplicemente di chi basa la propria vita solo sul razionale e sul tangibile, riguardo il “miracolo” è ben nota. Oggi la modernità e le conoscenze scientifiche portano una larga fascia della società occidentale a ritenere il miracolo divino un fenomeno autosuggestivo sostenuto solo da irrazionale ingenuità. Ma se vogliamo filosofeggiare un poco, anche la negazione del miracolo non poggia su basi assolute. La scienza moderna (galileiana) ha il pregio di essere sperimentale, deve cioè muovere dalla realtà e deve provare le proprie tesi con esperimenti, leggendo i fenomeni in chiave matematica, fisica, chimica, ecc., così da essere il più obiettiva possibile.
Potremmo però dire che ciò determina anche il suo limite conoscitivo: essa non potrà mai sperimentare il “tutto”, non potendo cogliere ciò che non è misurabile o analizzabile in un laboratorio. Potremmo dire che la scienza moderna è sostanzialmente “induttiva”: moltiplica gli esperimenti e quando ne ha un ragionevole numero per poter capire le cause di un fenomeno giunge a formulare la “legge” che riguarda quest’ultimo.
La scienza giunge così a conclusioni spesso certe, ma talvolta non assolute. Per questo motivo, da un punto di vista di onestà intellettuale, la scienza non può apostrofare a priori un evento incomprensibile col termine “impossibile”; semmai solo “normalmente non avviene così” oppure “nelle normali condizione non avviene così”. Quindi respingere a priori il “miracolo” non è un atteggiamento del tutto razionale e scientifico. Quando per un fenomeno non c’è alcuna spiegazione scientifica, ci si può fermare e lasciare lo spazio ad altre interpretazioni. Se invece si afferma che “ora non c’è una spiegazione scientifica ma un domani ci sarà”, si compie un atto di “fede
cieca” nella scienza che non è più razionale di chi ammette la possibilità del miracolo. Molti però negano a priori che ci sia un Dio; e quindi devono conseguentemente negare a priori che ci possano essere suoi interventi miracolosi. Questi “a priori” sono però di fatto ideologici, con schemi preconfezionati non certo scientifici né/o razionali. I credenti ritengono che quando ci si trovi al cospetto di fenomeni inspiegabili di cui non si riesca a individuare scientificamente le cause, sia razionale ammettere che alla loro origine ci possa essere l’intervento diretto di una divinità. E ad oggi, ad esempio, più di sessanta, fra le migliaia di guarigioni riportate alla fonte di Lourdes, sono classificate come “inesplicabili” dai medici del Bureau des Constatations Médicales (Ufficio delle constatazioni mediche), il centro medico specialistico istituito dalla Chiesa a Lourdes per esaminare presunti miracoli locali. Tornando a Medjugorje, non era semplice per la Chiesa assumere una posizione su di essa. L’ affermazione introduttiva del comunicato del Dicastero per la Dottrina della Fede è stata esplicativa: “È arrivato il momento di concludere una lunga e complessa storia attorno ai fenomeni spirituali di Medjugorje. Si tratta di una storia in cui si sono susseguite opinioni divergenti di vescovi, teologi, commissioni e analisti». Ma le precedenti affermazioni del Pontefice «si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi» lasciavano presupporre una presa di posizione della Chiesa moderatamente positiva, e così è stato.
La Nota del Dicastero suona molto chiara. “I frutti positivi si rivelano soprattutto come la promozione di una sana pratica di vita di fede in accordo con la tradizione della Chiesa […] si registrano abbondanti conversioni di persone che hanno scoperto o
LE RIGOROSE PROCEDURE CODIFICATE E ADOTTATE DAL 1983 DALLA CHIESA IN MATERIA DI MIRACOLI HANNO DRASTICAMENTE RIDIMENSIONATO IL “MIRACOLISMO”.
riscoperto la fede, il ritorno alla confessione e alla comunione sacramentale, numerose vocazioni, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare […] si riportano pure numerosissime guarigioni […] tali esperienze avvengono soprattutto nel contesto del pellegrinaggio ai luoghi degli eventi originari piuttosto che durante gli incontri con i “veggenti” per presenziare alle presunte apparizioni […] la parrocchia del piccolo paese dell’Erzegovina è luogo di adorazione, preghiera, seminari, ritiri spirituali, raduni di giovani e sembra che a Medjugorje le persone si rechino soprattutto per rinnovare la propria fede piuttosto che in ragione di precise richieste concrete […] sono sorte anche opere di carità che si occupano di orfani, tossicodipendenti, disabili e si registra anche la presenza di gruppi di cristiani ortodossi e di musulmani”. Vengono espressi anche giudizi positivi sui messaggi mariani trasmessi dai veggenti e, su questi ultimi, soggetti spesso a diatribe, vi è stata una chiara presa di posizione: “Le conclusioni di questa Nota non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti […] in ogni caso i doni spirituali non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire [...] la valutazione positiva della maggior parte dei messaggi di Medjugorje come testi edificanti non implica dichiarare che abbiano una diretta origine soprannaturale”. Rimane comunque, al di sopra di tutto, il concetto che anche nel caso in cui un’apparizione mariana sia ritenuta autentica dall’autorità ecclesiastica, è comunque considerata una “rivelazione privata” e
in primo piano
quindi una “fonte subalterna alla Parola di Dio”, e la Chiesa non richiede ai fedeli di credervi.
Quanto sopra detto riguarda ogni luogo di culto mariano, a partire da Lourdes e Fatima, i più noti, sino alle più remote e meno conosciute località del mondo, a maggior ragione.
I luoghi di culto mariano nel mondo, dovuti ad
un’apparizione, e “riconosciuti” ufficialmente dalla Chiesa Cattolica sono 19. 1 Nostra Signora di Guadalupe (Messico, 1531), 2 Nostra Signora del Laus (Francia, 1664 - 1718), 3 Beata Vergine Maria della Medaglia miracolosa (Apparizioni a Santa Caterina Labourè, Parigi, 1830), 4 Nostra Signora del Miracolo (Apparizione ad Alphonse Marie Ratisbonne, Roma, 1842), 5 Nostra Signora de La Salette (Francia, 1846), 6 Nostra Signora di Lourdes (Francia, 1858), 7 Nostra Signora del Buon Soccorso di Champion (USA, 1859), 8 Nostra Signora di Pontmain (Francia, 1871), 9 Immacolata Concezione (Apparizioni di Gietrzwald, Polonia, 1877), 10 Nostra Signora di Knock (Irlanda, 1879), 11 Maria Santissima Addolorata di Castelpetroso (Castelpetroso, 1888), 12 Nostra Signora di Fatima (Portogallo, 1917), 13 Nostra Signora di Beauraing (Belgio, 1932 ), 14 Vergine dei Poveri (Banneux, Belgio, 1933), 15 Signora di tutti i popoli (Amsterdam, 1945 - 1959), 16 Nostra Signora di Akita (Giappone, 1973), 17 Maria Vergine e Madre (Finca Betania, Venezuela, 1976), 18 Nostra Signora di Kibeho (Ruanda, 1981), 19 Nostra Signora del
Rosario di San Nicolás (Argentina, 1983). Per un’altra ventina di apparizioni, prevalentemente avvenute in Italia, non vi è stato un riconoscimento, ma si è autorizzato il culto. Si nota in modo evidente come nell’ultimo secolo i riconoscimenti siano solo tre, e l’ultimo 40 anni fa. In questo ha sicuramente influito la procedura specifica adottata dalla Chiesa in materia di miracoli codificata nel 1983. Essa viene utilizzata soprattutto in caso di guarigioni inspiegabili, e si basa su una serie di misurazioni e analisi raccolte ed esaminate da una apposita consulta medica nominata dalla “Congregazione per le cause dei santi”. Di questo team di medici e scienziati fanno parte specialisti sia laici sia credenti, che analizzano ogni caso che viene loro sottoposto e stabiliscono se esso risponda ai 7 criteri che definiscono un miracolo di guarigione dal punto di vista medico-scientifico. Essi sono: 1La malattia deve avere caratteristiche di gravità, con prognosi negativa; 2 La diagnosi reale della malattia deve essere certa e precisa; 3 La malattia dev’essere solo organica; 4 Un eventuale trattamento non può aver favorito il processo di guarigione; 5 La guarigione deve essere repentina, inaspettata e istantanea; 6 Il recupero della normalità deve essere completo (e senza convalescenza); 7 La guarigione deve essere duratura (senza ricaduta). Una volta riconosciuti i sette criteri, si valutano le circostanze dell’evento in modo da collegarle con l’eventuale intervento divino (preghiere da parte del malato, pellegrinaggio in un luogo famoso per guarigioni miracolose, ecc.). Se dopo quest’ultima riflessione permangono dubbi sulla guarigione, essa viene archiviata come remissione spontanea. Per quanto riguarda i presunti miracoli a Medjugorje, riportati da innumerevoli testimonianze, la Chiesa Cattolica non ha ancora avviato indagini ufficiali.
Medjugorje è riconosciuta come un luogo di grande concentrazione spirituale, e come tale possibile teatro di eventi mistici. Conversioni, ravvedimenti e vocazioni, per la Chiesa sono già di per sé miracoli degni di nota e considerazione, senza bisogno di ulteriori dimostrazioni.
Si dice che le grandi crisi di civiltà siano anzitutto crisi demografiche. Tuttavia a differenza delle epoche passate, l’attuale diminuzione di nascite non è legata a fattori imprevedibili – come le carestie, le malattie o le guerre – ma una scelta consapevole. In tutto questo l’Italia detiene un triste primato negativo (1,2 figli per donna) che risulta anche dal confronto con Paesi vicini, quali la Germania in leggera crescita (da 1,33 nel 2016 a 1,54 nel 2019), e la Francia, il Paese europeo che registra il numero di nascite più alto (1,86).
Vediamo cosa fa la Francia per avere questo risultato. Il Paese ha iniziato più di 40 anni fa una politica pro – natalità, basata su tre pilastri: la possibilità di “part – time” nei primi anni di vita dei figli, assegni familiari e diversi altri sussidi “in relazione alle condizioni economiche e alla composizione del
nucleo familiare”, cui va ulteriormente “il celebre quoziente familiare, per cui si pagano le tasse in base al numero dei componenti della famiglia”.
Ultimo fattore, ma non certo per importanza, è l’agevolazione fiscale.
Un dato di confronto sul Pil dei Paesi più avanzati la dice lunga.
“La percentuale italiana di spesa in famiglie e minori rispetto al Pil, si è attestata, almeno rispetto agli ultimi dati, sempre attorno all’1%. Nel 2019 il dato francese si attesta sul 2,3%, quello tedesco 1,7% è leggermente inferiore alla media UE che è dell’1,8%. La spesa pro capite mostra un divario ancora più impressionante: in Germania, nel 2019, era di 1.347 euro, in Francia 781 e in Italia 331”. I dati vengono dalla ricerca di Michele Aramini “FIGLI No Grazie?
Oltre l’Inverno Demografico – Milano, Ancòra, 2023 –.
Quindi, il problema denatalità da parte del governo va visto dal lato della famiglia, su cui in primo luogo va concentrato lo sforzo contributivo. Perché la famiglia è l’unica garanzia di sopravvivenza dello Stato e pure il cuore della sua laicità. Già, perché dalla famiglia tradizionale lo Stato laico trae ciò che è necessario per sopravvivere e crescere i suoi figli, unica capacità duratura di sviluppo, e soprattutto i futuri pagatori di tasse. L’attuale governo sembra aver capito che le nascite, in costante diminuzione di anno dopo anno, si debba considerare il problema dei problemi, se insoluto condannerà nel tempo la nazione all’immobilità produttiva con l’insignificante crescita economica, e vedere conseguentemente un aumento esponenziale del numero degli anziani, già attualmente fra i più alti in Europa.
mEdJUGoRJE iL “nULLa osta” dEL PaPa
La Chiesa ha espresso la sua po- sizione, molto attesa dai credenti.
I dati del report “le sfide della geni- torialità” di Quid+ e i consigli degli esperti per essere genitori meno equilibristi e più consapevoli.
taRdimEnti con Un viP
Taylor Swift è soltanto al 9° posto
sPEciaLE
126 anni di passione equestre
L’itaLia non È Un PaEsE PER GEnitoRi 22
Da 35 anni nel mondo dell’editoria, classe 1962, da 12 anni dirige MCG Magazine dopo esserne stato per 8 il coordinatore editoriale. È titolare della Morelli Media Partner e co-fondatore di Advance. E’ direttore editoriale anche del nuovo settimanale MCG Week.
Sino a pochi giorni fa pensavamo che la biro esplosiva di James Bond fosse una divertente trovata cinematografica: beh, ora non più.
Showcooking, degustazioni, sfide tra maestri pasticceri e premi ai migliori: un dolce programma per tutti i palati
sbRisoLona &co a mantova 34
toRna manGiamUsica a fidEnza
Dieci grandi nomi, sei spettacoli e cinque mangiastorie in quattro imperdibili serate! 18
L’editore non si assume alcuna responsabilità in ordine al successivo cambiamento di date o programmi riportati in questa pubblicazione Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente magazine, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore. 10
Le migliaia di cerca-persone e walkietalkie esplosi contemporaneamente nelle tasche degli ignari militanti di Hezbollah ci portano, tra lo stupore mondiale, dal cinema alla realtà. Tentando di dare una spiegazione che pare sia alla portata di pochissimi, in questi giorni nel mondo migliaia di politici, di militari, di funzionari dalle cariche nevralgiche più disparate stanno adocchiando con una certa diffidenza il proprio telefonino e tutti gli analoghi aggeggi elettronici di uso comune, passati da icona della modernità a tragicomica insidia. Ma questa vicenda ha avuto un prologo. Nello scorso aprile l’Iran lancia contemporaneamente contro Israele trecento tra missili balistici e droni kamikaze. Tutti si attendono una strage. Gli sciami di razzi raggiungono Israele da varie direzioni in tempi supersonici ma, ben prima di oltrepassare il confine, vengono polverizzati in aria dal sistema antimissilistico locale: un solo ordigno su oltre trecento riesce a bucare lo scudo israeliano. Ora tutto questo si sta ripetendo ai
confini col Libano in un’escalation dagli sviluppi imprevedibili. Stiamo assistendo a perversi e drammatici videogiochi, che si praticano non per ricreazione sul divano di casa, ma sulla testa di migliaia di famiglie inermi ad una distanza risibile dal territorio italiano. Se conviviamo a fatica, con ricorrenti incazzature, con le truffe mediatiche nei campi più disparati, adescati quasi quotidianamente da sms ed email che la polizia postale è ben lungi da contrastare, quando a entrare in gioco è la nostra vita e non solo il conto in banca la preoccupazione assume un’altra dimensione.
A questo punto ci chiediamo, tra il serio e il faceto, quanto ci rendano vulnerabili le batterie al litio fatte esplodere in Libano, ma ben presenti anche nei nostri cellulari, tablet, pc, elettrodomestici, e via dicendo. Auguriamoci che le potenzialità negative della tecnologia rimangano solo tali.
Marco Morelli
direttore@mcgmagazine.it
MantovachiamaGarda Periodico bimestrale
Registrazione del Tribunale di Mantova N° 01/2011 del 15/02/2011
Direttore Responsabile Marco Morelli
Capo redattore Giacomo Gabriele Morelli
Art Director e Progetto Grafico Matteo Zapparoli
Pubblicità: MMP MORELLI MEDIA PARTNER, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn)
Editore: MARCO MORELLI, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn)
Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Capato, Alessandra Fusè, Anna Maria Catano, Barbara Ghisi, Elena Benaglia, Elena Mantesso, Elena Kraube, Elide Bergamaschi, Flora Lisetta Artioli, Gastone Savio, Michela Toninel, Maria Theresa San Juan, Paolo Carli, Rita Bertazzoni, Rosa Perosi, Veronica Ghidesi, Vittoria Bisutti, Valentina Corini.
L’Italia non è un Paese per genitori, che, sempre più in bilico tra preoccupazioni e stanchezza, si sentono schiacciati e confusi, investiti da un eccesso di informazioni e lasciati spesso soli. Questa la fotografia che emerge da “Le sfide della genitorialità”, il nuovo report realizzato da QUID+, la linea editoriale a marchio Gribaudo - Idee Editoriali Feltrinelli dedicata al tempo di qualità di genitori e figli rivolta ai bambini da 0 a 7 anni, che ha coinvolto oltre 3.000 genitori. Il report, disponibile a questo link, è arricchito da un’analisi delle risposte del campione intervistato da parte degli esperti QUID+, con strategie da mettere in campo nella vita di tutti i giorni, per essere genitori più consapevoli, anche dei propri bisogni. Il 56% dei genitori che ha risposto al questionario ha un’età compresa tra i 30-40 anni, seguiti dal 37% circa di genitori ultraquarantenni.
INVESTITI DA CRESCENTI PREOCCUPAZIONI
Uno degli elementi chiave emersi dal report, costruito, domanda dopo domanda, per tracciare un ritratto dei genitori italiani, è infatti lo stato di incalzante preoccupazione in cui si trovano i ge-
I DATI DEL REPORT “LE SFIDE DELLA GENITORIALITÀ” DI QUID+ E I CONSIGLI DEGLI ESPERTI PER ESSERE GENITORI MENO EQUILIBRISTI E PIÙ CONSAPEVOLI a cura di elena kraube
nitori italiani. Il 77% dei partecipanti pensa che i genitori di oggi vivano in ansia per le difficoltà finanziarie, ma anche organizzative, legate direttamente alla gestione della famiglia. «Siamo genitori equilibristi, figli di generazioni che hanno certamente vissuto contesti molto diversi dai nostri; genitori in un mondo in cui è spesso essenziale e vitale per entrambi lavorare a tempo pieno. Siamo adulti che sentono il bisogno di stare il più possibile vicini ai propri figli, dando loro il meglio, offrendo quante più possibili occasioni di crescita ma, allo stesso tempo, genitori che si scontrano con l’impossibilità economica e organizzativa di gestire tutto», sottolinea Sara Ghirelli, Parent Coach, uno degli esperti di QUID+ che ha analizzato le risposte del report.
LA SOLITUDINE DEI GENITORI
Il ruolo dei genitori è nettamente cambiato negli ultimi decenni, nel segno di una maggiore parità di genere e una crescente condivisione delle responsabilità parentali. Tuttavia, quando questa collaborazione manca, il sostegno della famiglia tradizionale, specialmente dei nonni, diventa sempre più fondamentale. L’8,6% degli intervistati ha sottolineato la propria solitudine, sottolineando una tendenza all’isolamento sociale. Questo rischio è amplificato nelle famiglie monoparentali, una sfida significativa per il tessuto sociale italiano. Per Barbara Franco, autrice e ideatrice di QUID+, questo è un chiaro segnale: «Nell’epoca dei social media, di “tutti che sanno tutto di tutti”, la solitudine sta dilagando, anche tra le famiglie, che sono per antonomasia il nucleo fondante della società, nucleo intimo di relazione e condivisione. Abbiamo lanciato questo nuovo questionario rivolto a genitori proprio per comprendere come si sentano nel proprio ruolo genitoriale: una sorta di termometro per misurare il “ben-essere” di madri e padri oggi. In pochi mesi sono arrivate circa 3.000 risposte, a conferma che si tratta di un tema estremamente sentito. Scorrendo le percentuali delle risposte alle diverse domande, il mio occhio di mamma è caduto subito su quella più elevata di tutto il questionario: il 96% dei genitori che hanno risposto a questa indagine sono mamme. Un dato che ci restituisce una fotografia, limpida e cristallina del ruolo della donna nell’attuale famiglia italiana, all’interno della quale la figura genitoriale della mamma, nonostante i cambiamenti sociali del
modello tradizionale di famiglia, rimane il fulcro portante. Una considerazione che acquista un valore ancora maggiore se si tiene conto del fatto che quella di oggi è sempre più una mamma “multitasking”».
IN CERCA DI SOSTEGNO
Dal sondaggio emerge come ancora solo il 58% dei genitori riceva un supporto da parte del proprio partner nella crescita dei figli. Condividere il carico educativo con adulti esterni al nucleo familiare più stretto può risultare faticoso e generare una situazione conflittuale ma alla lunga porta a grandi benefici. Tra i tanti, la creazione di un ambiente più stimolante e vario per il bambino e più tempo libero personale per i genitori. Quasi la metà dei genitori (44%) afferma di essere alla costante ricerca di un equilibrio tra le esigenze lavorative e il desiderio di offrire il meglio ai propri figli. È vero, i bambini hanno bisogno di vivere esperienze stimolanti, ma, secondo le neuroscienze, tutto ciò di cui hanno piena necessità è un senso di protezione, sicurezza e comprensione da parte degli adulti. È per questo che una comunità coinvolta e solidale attorno ai genitori può fare la differenza. «La diversità di stili educativi è utile e arricchente. Studiosi, psicologi e pedagogisti infatti dibattono ogni giorno su questi temi, e nessuno ha ancora trovato la ricetta perfetta in educazione. Forse è proprio per questo che “per educare un bambino ci vuole un villaggio”», sostiene Nicola Tomba, esperto in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva.
LA GESTIONE DEL SONNO
E DELLA RABBIA E ALTRE SFIDE
Per il 44% dei genitori italiani la sfida principale nel crescere un figlio è la gestione dei capricci e della rabbia, seguita dall’educazione al sonno (25.4%). Affrontare le crisi emotive dei bambini può essere difficile, specialmente quando manca il supporto o quando si viene condizionati da giudizi esterni. Tuttavia, comprendere le necessità implicite dei bambini dietro le loro difficoltà e adottare approcci educativi basati sulla comprensione e sull’accoglienza delle emozioni può aiutare a vivere queste situazioni in maniera costruttiva. Allo stesso modo, la gestione del sonno autonomo presenta ostacoli significativi per i genitori, che spesso si trovano a fronteggiarne le conseguenze anche sui propri cicli di riposo. Comprendere la fisiologia del sonno infantile e adottare abitudini sane può contribuire a mitigare queste difficoltà e a favorire il benessere generale di bambini e famiglie. «La genitorialità regala momenti di grande sod-
disfazione, ma può presentare svariate sfide legate alla crescita psicofisica dei bambini. Anche se ciascuna famiglia affronta questi passaggi con un personale livello di turbamento, è normale sperimentare momenti di frustrazione, sino ad arrivare a veri e propri mental breakdown. È importante, allora, recuperare qualche nozione teorica che non promette di eliminare il problema, ma aiuta a far luce sui bisogni impliciti dei bambini, che si nascondono dietro alle loro difficoltà. Le situazioni più complesse da gestire per i genitori sembrano essere quelle legate al cambiamento e alla spinta evolutiva che conduce i piccoli verso l’autonomia e l’autodeterminazione», afferma Sabrina Verzelletti, Psicologa clinica e di area neuropsicologica.
DESIDERANDO TEMPO PER SÉ,
SENZA SENSI DI COLPA
La stragrande maggioranza dei genitori intervistati (71.5%) non riesce a ritagliarsi sufficiente tempo per coltivare i propri interessi. Essere genitori è un impegno che richiede dedizione ed energie, un viaggio quotidiano di crescita accanto ai propri figli. Resta di grande importanza il valore del tempo da dedicare a se stessi, non solo per il proprio benessere psicofisico, ma anche per
IL 77% DEI GENITORI ITALIANI HA DIFFICOLTÀ ECONOMICHE E ORGANIZZATIVE NELLA GESTIONE DELLA FAMIGLIA.
migliorare la qualità delle relazioni familiari. «Una risposta alla “carenza” di tempo che i genitori hanno a propria disposizione può essere quella di provare a conciliare il proprio tempo con quello dei figli. Che cosa significa? Vuol dire semplicemente coinvolgere i propri figli, renderli partecipi dei nostri interessi e delle nostre passioni, condividere con loro le cose che amiamo fare e che ci fanno stare bene dallo sport, alla lettura, all’arte…», spiega Antonella Dogliatti, maestra nella scuola dell’infanzia.
LA NECESSITÀ DI PARENT TRAINING Il sondaggio evidenzia, infine, che quasi il 40% dei genitori desidera maggiori sostegni economici o una riduzione dell’orario lavorativo per migliorare la qualità del proprio ruolo. Allo stesso tempo, il 22% ritiene importante avere più occasioni di formazione sulla genitorialità, mentre il 18% vorrebbe una maggiore condivisione degli obiettivi educativi. Questi dati riflettono la persistente percezione di “mancanza di tempo” da parte di un terzo delle persone occupate con figli, influenzando i rapporti genitore-figlio. Emerge quindi l’esigenza di una genitorialità consapevole, che privilegi la qualità del tempo trascorso con i figli e favorisca una maggiore attenzione agli scambi relazionali significativi.
Quelli che sembrano mancare sono soprattutto i momenti di formazione che spingano a diventare genitori più consapevoli, perché «l’obiettivo non è diventare genitori perfetti, è proprio dagli errori e dalla riparazione relazionale degli stessi che si apprende, ma diventare più consapevoli delle emozioni che la responsabilità educativa della genitorialità suscitano in ciascuno, trovando un modo differente di reagire all’emotività che permetta di mantenere una relazione positiva, attivando prima in sé stessi quel comportamento che si desidera osservare nel proprio figlio» conclude Laura Carai, Terapista della Neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Secondo una nuova ricerca di NordVPN NordVPN, tra le aziende leader nel campo della cybersecurity,contenuti per adulti, i siti di video hosting gratuiti e i siti che si spacciano per popolari e affidabili brand rappresentano le principali minacce alla sicurezza e alla privacy, con la presenza di malware, annunci intrusivi e tracker Nel solo mese di maggio, la funzione Threat Protection Pro di NordVPN ha bloccato più di 5 miliardi di annunci intrusivi, quasi 40 miliardi di tracker e 60 milioni di tentativi di infezione da malware. Con oltre 4,3 milioni di incidenti legati al malware, gli italiani sono tra i più colpiti tra tutti gli utenti di Threat Protection Pro a livello globale. Un’analisi approfondita di questi incidenti ha rivelato minacce critiche per la sicurezza online e la privacy, che gli utenti dovrebbero conoscere e contro cui dovrebbero proteggersi.
“Ogni giorno affrontiamo minacce informatiche senza nemmeno accorgercene. Anche se non vediamo malware o tracker a occhio nudo, o riusciamo a gestire l’irritazione causata dagli annunci invadenti, ciò non ci salva da gravi problemi di privacy e sicurezza informatica. Dobbiamo migliorare le nostre conoscenze e utilizzare strumenti tecnologici affidabili per evitare queste minacce. La maggior parte delle funzioni anti-malware integrate nelle VPN più diffuse si limita solitamente a un semplice filtro DNS. Lo strumento di protezione digitale di NordVPN, aggiornato a Threat Protection Pro, aiuta gli utenti a evitare hacking, tracciamento, phishing, truffe, malware, annunci e cookie fastidiosi.,” ha detto Adrianus Warmenhoven, consulente per la sicurezza informatica di NordVPN.
CONTENUTI PER ADULTI, STREAMING VIDEO E FALSI LINK DI OFFICE365 TRA LE PRINCIPALI MINACCE. IN ITALIA, UN DISPOSITIVO SUBISCE IN MEDIA 75 ATTACCHI DI MALWARE AL MESE.
Malware nascosti nei siti per adulti e nei falsi link a Office365.
Il malware è un software dannoso, che include virus, trojan, ransomware e spyware, progettati per danneggiare i dispositivi degli utenti. Può rubare dati sensibili, crittografare file importanti o persino assumere il controllo dei dispositivi, consentendo ai criminali informatici di avere l’accesso totale. Il modo più comune in cui gli utenti possono infettare i loro dispositivi con il malware è visitando siti pericolosi.
La ricerca di NordVPN rivela come dal 1° gennaio al 31 maggio, Threat Protection Pro ha bloccato più di 24 milioni di link dannosi in siti con contenuti per adulti (o l’8% di tutti i siti bloccati), oltre a 16 milioni di link in siti non classificati (5%) e 13 milioni in siti di servizi web (4%).
Inoltre, i criminali informatici ricorrono sempre più spesso a nomi di brand famosi, usando errori ortografici ingannevoli, per indurre gli utenti a cliccare su link di phishing e scaricare file infetti. Il 99% di tutti gli attacchi di phishing si serve di circa 300 brand per commettere la frode. Tra i marchi più sfruttati dal cyber crimine per ingannare gli utenti e diffondere malware ci sono Office365 (86.000 URL falsi, poi scoperti), Gazprom (60.000), AT&T (28.000), Facebook (19.000) e Bet365 (15.000)*.
“In questo i brand non hanno alcuna colpa: falsi come questi danneggiano anche la loro reputazione, costringendo le aziende a dare loro attivamente la caccia. Ma l’elevata popolarità del marchio può indurre le vittime a sentirsi al sicuro e quindi ad abbassare la guardia,” ha detto Warmenhoven.
In Italia, un dispositivo subisce in media 75 attacchi di malware al mese.
Il rischio di essere infettati da malware varia anche a seconda della regione geografica. Queste differenze potrebbero essere attribuite ai diversi livelli di connettività a internet, sviluppo economico e consapevolezza della sicurezza informatica nei vari Paesi.
La ricerca di NordVPN ha rivelato che Threat Pro-
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tection Pro ha bloccato più di 4,3 milioni di tentativi di infezione sui dispositivi degli utenti italiani nel periodo preso in esame. In media, il dispositivo di un utente italiano è esposto a 75 incidenti legati al malware ogni mese. Rispetto all’Italia, il Paese più colpito è l’Ucraina, con 786 tentativi di infezione da malware su dispositivo al mese.
I tracker invasivi dominano nei siti di video hosting gratuiti, compromettendo la privacy. I tracker web costituiscono una vasta categoria di strumenti che minano la privacy e monitorano l’attività degli utenti. Solitamente, si presentano sotto forma di script speciali, cookie del browser o pixel di tracciamento. Purtroppo, in caso di violazione dei dati, le informazioni raccolte dai tracker potrebbero finire nelle mani sbagliate. Per questo motivo, gli utenti dovrebbero prestare molta attenzione quando utilizzano i siti di video hosting gratuiti (che rappresentano il 28% di tutti i tracker bloccati), lo storage online (13%) e i motori di ricerca (13%), secondo l’indagine, principali responsabili nel tracciamento delle attività degli utenti online. Dal 1° gennaio, Threat Protection Pro ha bloccato 39 miliardi di tracker solo dai siti
di video hosting gratuiti, mentre la categoria dello storage online ha visto 18 miliardi di tracker bloccati.
“I siti web spesso condividono o vendono a terzi i dati raccolti dai tracker. Ma chi vuole proteggere la propria privacy può utilizzare diversi strumenti per diventare meno rintracciabile. Ad esempio, la VPN, che cambia l’indirizzo IP reale e la posizione virtuale, il blocco dei tracker o i browser per la privacy.”, ha detto Warmenhoven.
Le pubblicità invasive non sono solo fastidiose
Gli annunci invasivi e irrilevanti che appaiono in modo inaspettato, il blocco della pagina principale e l’apertura di nuove pagine e finestre sono comuni tra i siti di video hosting gratuito, i contenuti per adulti e le pubblicità.S Dall’inizio dell’anno, Threat Protection Pro ne ha rilevati e bloccati miliardi: rispettivamente più di 2B, 1B e 807M. Inoltre, gli annunci intrusivi non sono soltanto fastidiosi mentre si naviga in internet: rappresentano anche una seria questione di privacy e sicurezza. Possono infettare i dispositivi degli utenti, collegandosi a siti dannosi, violare la privacy raccogliendo dati dall’attività web e influire sulla velocità di caricamento dei siti.
Come proteggersi dalle minacce informatiche più comuni Per proteggersi dalle più comuni minacce alla sicurezza informatica, come malware, tracker e annunci intrusivi, Adrianus Warmenhoven consiglia di adottare le seguenti precauzioni: ● Sviluppare buone abitudini di sicurezza informatica. I criminali informatici fanno leva sull’apatia, la confusione e l’ignoranza, sperando che le vittime non prestino la dovuta attenzione. Ad esempio, la maggior parte dei tentativi di phishing coinvolge nomi distorti di brand famosi..
● Verifica, scarica, scannerizza, installa. Gli script del malware possono essere camuffati o addirittura nascosti in file legittimi. Assicurati sempre di verificare il sito web da cui intendi scaricare e utilizza strumenti anti-malware come Threat Protection Pro per esaminare i file scaricati. Questo vale anche per gli allegati delle e-mail sospette. ● Fai attenzione ai siti che visiti. Alcune categorie di domini web hanno maggiori probabilità rispetto ad altre di ospitare malware che potrebbero compromettere il tuo dispositivo. Se visiti siti web che potrebbero contenere malware, presta attenzione a ciò che digiti, clicchi o scarichi.
● Lascia che Threat Protection Pro ti protegga. Threat Protection Pro combina gli aspetti migliori delle soluzioni di cybersecurity più importanti in un pacchetto di sicurezza unico e completo. Esegue la scansione di ogni file scaricato alla ricerca di malware, impedisce l’accesso a pagine dannose utilizzate per il phishing, le truffe e l’hosting di malware e blocca le pubblicità fastidiose.
Metodologia: Le statistiche sopra riportate sono state acquisite analizzando i dati aggregati raccolti dal servizio Threat Protection Pro di NordVPN nel periodo dal 1° gennaio al 31 maggio 2024. NordVPN non è sostenuta, controllata, sponsorizzata, affiliata o in alcun modo associata ai proprietari dei brand citati. I marchi sono menzionati al solo scopo di fornire con precisione informazioni relative ai nomi dei brand più utilizzati dai criminali informatici per ingannare gli utenti e diffondere malware*.
In occasione della Festa dei Lavoratori, il Centro Studi di Distretto Italia, un progetto del Consorzio ELIS, promosso nell’ambito della presidenza di Autostrade per l’Italia, che vede la partecipazione di 56 soggetti - tra grandi imprese operanti nel nostro Paese, agenzie del lavoro e altri enti - ha messo in luce il mismatch nel mondo del lavoro di oggi e 10 mestieri oggi introvabili.
Da una parte, infatti, abbiamo le aziende, con il 75% delle loro offerte di lavoro che riguardano profili professionali attinenti a mansioni tecnicopratiche.
Dall’altra gli studenti delle superiori, che la pensano diversamente: secondo una ricerca dello stesso Centro Studi realizzata da Skuola.net, il 49% di loro, scarta a priori l’ipotesi di svolgere professioni di tipo tecnico o manuale, indirizzandosi invece verso percorsi liceali e, successivamente, studi accademici spesso di carattere teorico, contribuendo ad ampliare il divario tra la richiesta delle aziende per profili tecnici e giovani che non trovano un impiego perché non sono adeguatamente formati.
ATTUALMENTE 3 OFFERTE DI LAVORO SU 4 SI RIVOLGONO A PERSONE FORMATE IN AMBITI TECNICI E PRATICI. MA, ORMAI, LA METÀ DEI GIOVANI SEMBRA NON VOLERSI PIÙ “SPORCARE” LE MANI.
Autista di mezzi pubblici, carpentiere, macchinista, escavatorista, esperto di AI: ecco le 10 professioni introvabili in Italia
Attualmente 3 offerte di lavoro su 4 si rivolgono a persone formate in ambiti tecnici e pratici. Ma, ormai, la metà dei giovani sembra non volersi più “sporcare” le mani. Per questo le “Scuole dei Mestieri” di Distretto Italia continuano nella loro missione, offrendo corsi che consentono alle aziende di formare i lavoratori e le lavoratrici di domani. Specie nei settori in cui la carenza di manodopera non è più sostenibile
In un futuro non così lontano il nostro Paese rischia di restare a piedi, letteralmente. Potrebbe, infatti, diventare sempre più difficile trovare un mezzo pubblico, costruire nuovi palazzi o grandi opere, far circolare i treni o contare su una rete elettrica in linea con le esigenze della transizione ecologica. Non tanto per mancanza di investimenti, quanto per la carenza di personale che molti di questi settori stanno sperimentando.
I 10 mestieri introvabili
Da una parte abbiamo le aziende: il 75% delle offerte di lavoro riguardano profili professionali attinenti a mansioni tecnico-pratiche, come evidenzia il Centro Studi di Distretto Italia, un progetto del Consorzio ELIS, promosso nell’ambito della presidenza di Autostrade per l’Italia, che vede la partecipazione di 56 soggetti, tra grandi imprese operanti nel nostro Paese, agenzie del lavoro e altri enti, con l’obiettivo di ridurre gli appuntamenti mancati tra lavoro e giovani.
Dall’altra parte della barricata, invece, troviamo proprio questi ultimi: quasi la metà degli studenti delle superiori (49%), secondo una ricerca dello stesso Centro Studi realizzata da Skuola.net, scarta a priori l’ipotesi di svolgere professioni di tipo tecnico o manuale. E infatti i più si indirizzano verso percorsi liceali e, successivamente, studi accademici spesso di carattere teorico, contribuendo ad ampliare il divario tra la richiesta delle aziende per profili tecnici e giovani che non trovano un impiego perché non sono adeguatamente formati.
Ci sono poi alcuni settori che soffrono più di altri: trasporti, costruzioni, meccanica, elettronica, meccatronica, information technology, retail e telecomunicazioni. Da cui deriva una lunga lista di profili introvabili: ecco i primi 10 in ordine di “rarità”.
Autista di Mezzi Pubblici
Nonostante i progressi della guida autonoma, servono ancora esseri umani alla guida dei mezzi pubblici. A patto di riuscire a convincere nuove leve: guidatori e guidatrici di autobus, tram, metropolitane sono ormai introvabili.
Carpentiere
Oltre ad avere i mezzi che solcano le strade, bisogna anche costruirle. E anche a questo serve la figura del carpentiere. Si tratta di un mestiere ad alta specializzazione del mondo delle costruzioni che richiede di interpretare disegni tecnici, di utilizzare attrezzature specializzate, di realizzare impalcature, di lavorare con elementi metallici. Tecnico dell’Armamento Ferroviario
In un paese come l’Italia, le linee ferroviarie rappresentano un punto di eccellenza che va sviluppato e manutenuto con figure che si occupino dell’Armamento Ferroviario: maghi della saldatura che fanno parte delle squadre che realizzano e mantengono in sicurezza binari e affini.
Movimentatore di Macchine da Terra Uno dei mestieri che ci riporta all’infanzia: chi non ha mai costruito un castello di sabbia o giocato con ruspe ed escavatori giocattolo? Questi “strumenti”, però, possono rappresentare una solida opportunità anche per i più grandi, visto che scarseggia personale qualificato in grado di manovrarli nei cantieri, di eseguire movimenti di terreno al loro interno, di curarne la manutenzione ordinaria.
Macchinista
Un mestiere storico e di cui ancora oggi si sente una gran necessità: colui o colei - siamo infatti nel 2024 e certi stereotipi sono stati superati - in grado di condurre i treni alla propria destinazione, nel rispetto degli orari di partenza e di arrivo. Svolgendo il proprio compito in collaborazione con il capotreno e con la sala operativa.
Addetto al Segnalamento Ferroviario
Una sala operativa che svolge operazioni non banali quanto fondamentali, visto che chi si occupa di segnalamento ferroviario deve essere in grado di operare nell’ambito dell’ERTMS (European Rail Traffic Management System), lo standard che permette oggi ai treni dei vari paesi di circolare liberamente su tutta la rete continentale.
Esperto di Intelligenza Artificiale
Un mestiere figlio di questi tempi. Si tratta dei professionisti e delle professioniste che, materialmente, devono “allenare” i sistemi basati sull’intelligenza artificiale per avvicinarsi al ragionamento e al linguaggio umani (il cosiddetto machine learning). Queste risorse saranno sempre più ricercate dalle aziende che sviluppano nuove generazioni di AI o che hanno necessità di avviare internamente una trasformazione digitale di processi e servizi.
Addetto alla Gestione Cantieri
Una figura chiave per qualsiasi cantiere, il “regista” in campo, che ha le competenze tecniche per lavorare in sicurezza, coordinando il personale specializzato. Per questo, chi la riveste, deve conoscere i metodi di lavoro, i materiali e le tecnologie utilizzate per realizzare le opere. Dando anche supporto nella gestione amministrativa del progetto, con un occhio al cronoprogramma dei lavori.
Cost Controller di cantiere
Nei nostri cantieri manca la “regia”, ma anche chi “difenda” la… cassa. Ovvero chi, tramite software specifici, tenga sotto controllo le previsioni di costo delle lavorazioni previste e ne monitori l’effettiva spesa, affiancando la direzione di cantiere nelle attività di programmazione e di gestione.
Impiantista Elettrico
Come accade nelle case dei comuni cittadini, così anche nelle imprese non è semplice reperire elettricisti. In particolare l’impiantista elettrico, colui che si occupa della manutenzione ordinaria e degli interventi straordinari su impianti di distribuzione a bassa e media tensione, civili e industriali. Garantendo l’approvvigionamento di energia ad abitazioni e ambienti di lavoro.
La soluzione a questo deserto di competenze non sarebbe nemmeno così impossibile da praticare: molte di queste professioni sarebbero accessibili combinando un diploma, anche liceale in alcuni casi, con un corso di formazione intensivo di qualche settimana.
Come hanno fatto, ad esempio, le aziende di Distretto Italia lanciando le “Scuole dei Mestieri”, ambiti tematici che si articolano in diversi corsi nei settori trasporti e mobilità, grandi opere, energia e dati, gestione store, tecnologie digitali e intelligenza artificiale. Percorsi professionalizzanti che rimandano alla bottega rinascimentale, con cui le imprese consorziate mirano proprio a “creare” autonomamente le risorse di cui hanno bisogno.
“Le grandi sfide infrastrutturali che attendono il Paese vedono oggi la necessità di risorse e competenze adeguate - afferma l’Amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Roberto Tomasi-. Figure professionali sempre più difficili da reperire sul mercato del lavoro, mestieri di cui le grandi aziende infrastrutturali hanno bisogno. Non solo professioni legate al passato, ma
anche strettamente correlate all’arrivo di nuove tecnologie”.
In questo, prosegue Tomasi, “le Scuole dei Mestieri appaiono quindi centrali per la formazione della futura forza lavoro del Paese, luogo ideale dove mettere a fattor comune le esigenze di competenze nel breve periodo, costruendo percorsi di orientamento e formazione in grado di offrire opportunità di impiego, con l’obiettivo di rispondere al fabbisogno del comparto pro- duttivo e industriale nazionale. È indispensabile fare sistema: una sfida che Aspi ha colto per far fronte all’ingente piano di ammodernamento e potenziamento della rete, partecipando attivamente alla formazione dei futuri lavoratori, per creare una catena virtuosa delle competenze”.
Chi non ha mai sognato di trovarsi a cena con una celebrità e poi… passare ad altro? In occasione della stagione estiva, durante la quale si è tutti propensi a fantasticare un pizzico in più, complici la calura e i conseguenti indumenti sempre più ridotti a minuscoli pezzi di stoffa che giocano sui corpi scolpiti degli attori di Hollywood e i cantanti da tutto esaurito, Ashley Madison, piattaforma leader internazionale per chi è alla ricerca di love affaire extraconiugali[1], ha chiesto ai suoi utenti di votare i vip con chi tradirebbero il proprio partner primario[2].
Ben il 66% dei rispondenti alla survey almeno una volta ha immaginato di intrattenere una relazione con una celebrità, e il divario tra i due generi non è eccessivo (67% uomini contro 58% donne). Inoltre per il 6% non è vero che tra il dire e il fare c’è di
mezzo il mare, infatti pochi (ma buoni) sono riusciti nel proprio intento, ovvero di avere una tresca con una star mondiale. Dato non del tutto di fantasia se ognuno di noi si fermasse a pensare che nella sua cerchia di conoscenze ha sicuramente un’amica/un amico che una scappatella con un VIP ce l’ha avuta, o almeno così vanta. Del resto chi non vorrebbe essere la Sara Leal[3] della situazione, se si può avere una notte con Ashton Kutcher… A proposito Kutcher nella classifica non compare proprio… nel vasto plateau di scelta che va dal cinema alla musica fino ai social media. E i primi in classifica sono piuttosto ovvi: chi ha fatto strage di cuore tra gli uomini è la Barbie per eccellenza, l’attrice e produttrice cinematografica australiana Margot Robbie (15%), mentre per le donne è Brad Pitt, sex symbol per eccellenza, a rappresentare il sogno proibito a livello mondiale (18%).
Tra le donne VIP con cui si tradirebbe volentieri il partner, Taylor Swift, la regina degli stadi estivi di tutta Europa è soltanto al 9° posto della classifica alla pari con Dua Lipa, sorpassata dall’eterno look della bella donna acqua e sapone della porta accanto, Jennifer Aniston, la tenebrosa Salma Hayek, la modella e attrice colombiana Sofia Vergara (recentemente su Netflix con una Narcos serie ‘Griselda’), la intricata Natalie Portman (primo film di successo nel 1994 Léon), Anne Hathaway, l’eterna stagista de ‘Il Diavolo Veste Prada’, la bomba sexy Shakira e il premio Oscar Halle Berry.
CELEBRITÀ FEMMINILI
1. Margot Robbie
2. Jennifer Aniston
3. Salma Hayek
4. Sofia Vergara
5. Natalie Portman
6. Anne Hathaway
7. Shakira
8. Halle Berry
9. Taylor Swift, Dua Lipa
10. Jennifer Lopez
11. Reese Witherspoon
12. Rihanna
13. Kim Kardashian
14. Beyoncé
La classifica maschile, a parte l’inflazionatissimo Brad Pitt, mette solo al 5° posto Dwayne Johnson, alias The Rock, pseudonimo che l’attore e produttore cinematografico si porta dietro dai tempi della sua carriera da wrestler nella WWE. Prima di lui al 4° e 3° posto si trovano rispettivamente Bradley Cooper e Ryan Gosling, mentre sul podio subito dopo Pitt c’è il mitico Chris Hemsworth noto anche come Thor (Kenneth Branagh, 2011).
CELEBRITÀ
1. Brad Pitt
Chris Hemsworth
Ryan Gosling
Bradley Cooper
Dwayne Johnson
Tom Brady
Pedro Pascal
09 - 11 Ottobre 2024
Rimini Expo Centre
Torna alla Fiera di Rimini dall’09 all’ 11 ottobre per la sua 61° edizione la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia e per la commercializzazione dell’offerta turistica italiana nel mondo: TTG Travel Experience.
TTG Travel Experience rappresenta la manifestazione di riferimento per la promozione del turismo mondiale in Italia. Questo evento di grande risonanza richiama operatori provenienti da tutto il mondo e attrae i principali attori delle aziende nel settore turistico, creando un ambiente ricco di opportunità e sinergie. L’evento, che si svolge in tre giorni intensi, è un vero e proprio punto di incontro per i professionisti del settore turistico. Qui si riuniscono enti del turismo, tour operator, agenzie di viaggi, compagnie aeree, trasporti, strutture ricettive, servizi per il turismo, tecnologie e soluzioni innovative. La diversità dei partecipanti crea un ambiente dinamico in cui è possibile stabilire nuove partnership, scambiare idee e conoscenze, e scoprire le ultime tendenze e innovazioni nel mondo del turismo.
TTG Travel Experience va oltre la mera esposizione di servizi turistici; è un vero e proprio laboratorio di idee per gli operatori turistici di tutto il mondo. Qui, i partecipanti possono intercettare nuove tendenze e innovazioni, scoprire nuovi format turistici e ispirarsi alle aspettative e alle esigenze dei consumatori moderni. Questo evento offre una piattaforma unica per esplorare il futuro del settore turistico e per adattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato.
Inoltre, TTG Travel Experience è una fonte di informazione inesauribile per coloro che cercano una panoramica completa del settore turistico. Attraverso workshop, conferenze e incontri, i partecipanti possono accedere a conoscenze approfondite e informazioni preziose su temi chiave del turismo mondiale.
In sintesi, TTG Travel Experience è sinonimo di turismo. È un evento che riunisce le menti più brillanti e i professionisti più influenti del settore, creando un ambiente dinamico e stimolante. È un’occasione imperdibile per chiunque sia coinvolto nel mondo del turismo, che desideri rimanere aggiornato sulle ultime tendenze e connettersi con i leader del settore a livello globale.
Il TTG racchiude in un unico marketplace: ► ITALIA: l’area che rappresenta la più grande piazza di contrattazione dell’offerta turistica italiana nel mondo.
► GLOBAL VILLAGE: l’area in cui si concentra l’offerta dei tour operator e delle imprese di prodotti e servizi per il turismo rivolti alla rete distributiva.
►THE WORLD: l’area in cui si trovano le principali destinazioni internazionali interessate a sviluppare business con gli intermediari del prodotto turistico.
L’evento fa parte della piattaforma The Italian Marketplace for Travel&Hospitality, il brand firmato Italian Exhibition Group, che rappresenta la risposta di qualità tutta italiana a una domanda internazionale in continua evoluzione;
è un nuovo modello di sviluppo strategico del business, che unisce in un unico evento le community delle tre più importanti fiere di settore: TTG Travel Experience, SIA Hospitality Design –
il Salone Internazionale dell’Accoglienza e SUN Beach&Outdoor Style – il Salone B2B di riferimento per il mondo dell’outdoor, degli stabilimenti balneari e dei campeggi.
TTG Travel Experience include anche BeActive, un progetto inaugurato nel 2019 all’interno dell’area Italia. BeActive offre un approccio più personalizzato alla vacanza, tenendo conto delle nuove esigenze del viaggiatore. Le proposte spaziano dal turismo sportivo a quello slow, naturalistico e sostenibile, creando un’offerta su misura per la destinazione Italia.
TTG Travel Experience offre numerose opportunità di business durante la fiera, tra cui: Speed Date: Un’occasione unica per i venditori dell’area Italia e gli acquirenti internazionali di incontrarsi e stringere accordi.
Business Matching: Un’opportunità di collegamento tra le destinazioni internazionali presenti nell’area THE WORLD e la rete distributiva italiana. Questo facilita la promozione delle destinazioni internazionali presso il pubblico italiano. Agenda Appuntamenti: Un servizio dedicato esclusivamente agli espositori dell’area ITALIA per organizzare incontri con i buyers internazionali. Questo consente di stabilire contatti preziosi e di ampliare la propria rete di affari.
Quando: da mercoledì 09 a venerdì 11 ottobre 2024 Dove: Quartiere Fieristico di Rimini, Via Emilia, 155 – Rimini
Ingresso: riservato agli operatori del settore.
Fieracavalli, la manifestazione di riferimento del panorama equestre internazionale, taglia il traguardo delle 126 edizioni e cambia look, rinnovando la propria immagine sia nel logo che nei colori per omaggiare Verona - la città che le ha dato i natali nel 1898 - e per rendere visibile, fin dal primo sguardo, la sua anima più profonda: quella legata alla valorizzazione del cavallo.
Dal 7 al 10 novembre più di 140.000 visitatori tra atleti, appassionati o semplici curiosi potranno avvicinarsi a oltre 2.000 cavalli, scoprendo così la biodiversità nazionale, lo sviluppo del cavallo da sella italiano, gli esemplari di razza araba, americana e spagnola, senza dimenticare i cavalli Criolli, gli Shire e i Quarabs, tutti in mostra grazie alle 35 associazioni allevatoriali presenti.
Per gli amanti dello sport, inoltre, la rassegna scaligera propone un palinsesto ricchissimo di gare di Salto Ostacoli che si snodano in due padiglioni e su tutti e quattro i giorni di manifestazione. Partendo dal Padiglione 8 che ospita non solo la ventitreesima edizione di Jumping Verona, unica tappa italiana della Longines FEI Jumping World CupTM, ma anche le finali dell’Italian Champions Tour - primo circuito nazionale itinerante a squadre - e il 126 Gran Premio Fieracavalli, lo special event dedicato alle migliori promesse del Salto Ostacoli Italiano. All’Arena FISE (Padiglione 5), invece, si ritrova il meglio del comparto giovanile del nostro Paese pronto a sfidarsi sul filo de secondi in diverse gare che si concluderanno con l’attesissima Coppa delle Regioni U21. Per vedere i grandi campioni internazionali prepararsi alle gare in programma e capire quale sia la preparazione che ci cela dietro a un grande risultato, inoltre, tappa irrinunciabile è al Padiglione 7 con il campo prova della Longines FEI Jumping World CupTM e uno spazio dedicato alla “nascita del cavaliere” con lezioni di caduta da cavallo, un simulatore per migliorare postura e atteggiamento in gara - senza stressare il cavallo - e una palestra per la preparazione atletica di cavalieri e amazzoni.
Dalla monta inglese si passa poi a quella americana con il Westernshow (Pad.12) che, per questa edizione, si tinge di rosa grazie a competizioni di Barrel Racing e di Freestyle Reining riservate esclusivamente alla categoria Lady. Il ring a stelle e stri-
sce permetterà, inoltre, di assistere anche a competizioni di Team Penning, Ranch Riding, Ranch Trail, Ranch Rail e Ranch Conformation, a cura di AIQH, senza dimenticare l’avviamento al reining con Pietracavalla e il divertimento con i balli country del saloon e con l’imperdibile toro meccanico.
Fieracavalli, però, non è solo sport, ma anche divertimento formato famiglia, con attività pensate per intrattenere e far conoscere le mille sfaccettature del mondo equestre a grandi e piccini. Al Salone del Bambino (Pad.1) si trovano, infatti, attività didattiche e formative pensate per i più piccoli oltre all’immancabile Battesimo della Sella e all’arca di Fieracavalli. In Area A, invece, grande spazio a spet-
tacoli e dimostrazioni all day long per scoprire da vicino razze e tradizioni da tutto il mondo, oltre a utilizzi diversi del cavallo: da fedele alleato durante il lavoro, a compagno perfetto per numeri artistici, fino a supporto emotivo in situazioni di malattia fisica e psicologica. E se ancora non bastasse, l’appuntamento da non perdere è con il Gala d’Oro Pathos, in programma giovedì 7 e sabato 9 novembre al Padiglione 8, che ospiterà i più importanti artisti equestri nazionali e internazionali che, con le loro esibizioni, saranno capaci di trasportare tutti in un’atmosfera magica, fatta di emozioni davvero indimenticabili.
Sicurezza e benessere animale restano, anche quest’anno, i pilastri portanti della manifestazione che dedica un interno padiglione all’Horse Friendly Arena (pad.11): tre ring dove vedere i cavalli lavorare in libertà, conoscere le migliori tecniche di equitazione consapevole grazie alle più importanti scuole internazionali e scoprire tutti i professionisti che ogni giorno ne assicurano il benessere, come osteopati, veterinari, maniscalchi e pareggiatori. Sempre in tema sicurezza, inoltre, Fieracavalli ha deciso non solo di allungare del 50% l’Horse Safety Loop - il percorso transennato per i cavalli - per permettere al pubblico di vedere cavalli in ogni angolo della fiera, ma di creare anche una app aperta a tutti per eventuali segnalazioni di malessere e disagio degli animali durante lo svolgimento della rassegna, così da avere “occhi” ovunque e riuscire ad intervenire tempestivamente in situazioni di difficoltà.
Dopo il successo dello scorso anno, infine, torna anche il Salone del Turismo Rurale e dei Prodotti Tipici. Lo spazio dedicato alla scoperta della bellezza e della varietà delle risorse rurali italiane si sposta al Padiglione 4 e raccoglie i migliori produttori enogastronomici italiani, capaci di raccontare il ricco patrimonio di tradizioni del nostro Paese.
L’appuntamento per scoprire il meglio del mondo equestre è a Verona, dal 7 al 10 novembre 2024. www.fieracavalli.it
verona 11 - 13 ottobre 2024
LA MANIfESTAZIONE DIRETTA PER IL QUINTO ANNO CONSECUTIVO DA STEfANO RAIMONDI, E CON LA VICEDIREZIONE ARTISTICA DI ELENA fORIN, SEGNA UN IMPORTANTE RINNOVAMENTO IN TERMINI ORGANIZZATIVI
ÈA CURA di M.T. SAN JUAN
tutto pronto per la 19. edizione di ArtVerona, in programma dall’11 al 13 ottobre 2024 nei padiglioni 11 e 12 di Veronafiere. La manifestazione diretta per il quinto anno consecutivo da Stefano Raimondi, e con la vicedirezione artistica di Elena Forin, segna un importante rinnovamento in termini organizzativi, puntando a mantenere alto il livello qualitativo delle gallerie espositrici e dei progetti collaterali, che anno dopo anno rinsaldano l’alleanza con le imprese, le istituzioni e il tessuto culturale cittadino.
“Veronafiere per ArtVerona ha dato vita a progetti di collaborazione con altre manifestazioni in portafoglio quali Vinitaly e Progetto Fuoco e, nel prossimo futuro, altre sono in valutazione con top brand di proprietà e organizzati direttamente. Una attività utile alla sensibilizzazione del mondo dell’impresa attraverso progetti mirati – ha dichiarato Federico Bricolo, Presidente di Veronafiere S.p.A. – Per ArtVerona, inoltre, realizziamo a ogni edizione un programma culturale in collaborazione con le principali istituzioni pubbliche e private del territorio, e per l’incoming di qualificati collezionisti provenienti dall’Italia e dall’estero”.
“La prossima edizione di ArtVerona si configura come una piattaforma di scambio capace di riflettere sull’attualità attraverso diverse proposte – ha aggiunto Stefano Raimondi, Direttore artistico di ArtVerona. – La fiera ha saputo costruire una identità precisa, che di anno in anno si alimenta
SI PUNTA A MANTENERE ALTO IL LIVELLO QUALITATIVO
DELLE GALLERIE ESPOSITRICI E DEI PROGETTI
COLLATERALI, CHE ANNO DOPO ANNO RINSALDANO L’ALLEANZA CON LE IMPRESE, LE ISTITUZIONI
E IL TESSUTO CULTURALE CITTADINO
con nuove iniziative attraverso il coinvolgimento di numerose gallerie, la commissione di grandi opere ad artisti italiani e internazionali, la partecipazione di fondazioni, archivi e studi d’artista, il dialogo permeabile con la città e l’attenzione ai collezionisti e al tessuto imprenditoriale. Con lo straordinario intervento site-specific e time-specific di Ugo Rondinone, l’Habitat di Fabio Mauri che riunisce per la prima volta l’intero corpus degli “Zerbini”, il progetto alla GAM di Mario Merz, il programma di accoglienza di gallerie e collezionisti, i numerosi premi e moltissime altre proposte in fiera e in città, l’edizione 2024 di ArtVerona completa il percorso iniziato cinque anni fa per promuovere e valorizzare il sistema dell’arte italiano”.
“La partecipazione dei Musei civici alla programmazione degli eventi di ArtVerona dedicati al contemporaneo – ha commentato Patrizia Nuzzo, Curatrice Responsabile della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea della GAM – si rinnova anche quest’anno attraverso diverse collaborazioni che si svolgeranno in più siti museali, tra cui la più significativa è la mostra dedicata a Mario Merz realizzata dalla GAM Achille Forti con ArtVerona e con la Fondazione Merz per i prestigiosi prestiti accordati. L’avventura artistica di Merz meritava di approdare nelle sale di Palazzo della
Ragione – dopo la straordinaria esposizione dedicata a Giulio Paolini, ancora in corso fino ad agosto di quest’anno – sia per gli affascinanti valori del suo linguaggio sia per il rilevante percorso creativo che rappresenta uno spaccato incisivo nella storia dell’arte del nostro recente passato.”
Proseguono, anche nell’edizione 2024, i progetti di rilevanza internazionale come Red Carpet, che vede il coinvolgimento dell’artista Ugo Rondinone, e Habitat, che conferma la stretta collaborazione con i Musei Civici di Verona, in particolare con la Galleria d’Arte Moderna Achille Forti, la quale realizzerà una mostra dedicata a Mario Merz, figura cardine dell’Arte Povera, con importanti prestiti dalla collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, mentre negli spazi in fiera verrà presentato un focus sull’opera di un altro grande artista italiano: Fabio Mauri. Si rafforza anche la collaborazione con ANGAMC – Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, partner di lungo corso di ArtVerona, a sostegno del sistema dell’arte italiana. Le sezioni espositive della fiera sono tre, a cui si aggiunge una nutrita partecipazione del mondo editoriale e degli spazi no profit.
GRANDI CHEF
GUIDANO I PICCOLI CUOCHI NELLA PREPARAZIONE DI DECINE DI RICETTE
Cucinare coinvolge i cinque sensi, migliora concentrazione, manualità e precisione, arricchisce il vocabolario e allena al rispetto delle regole e alla pazienza, ecco perché vale la pena iniziare da bambini. Torna a ottobre “Cuochi per un giorno” (www.cuochiperungiorno.it), il Festival nazionale di cucina per bambini, un’occasione per tutti gli under 13.
Dodici anni, un grande successo: per il 2024 l’appuntamento è sabato 5 e domenica 6 ottobre a Modena, presso il club la Meridiana (Via Sant’Ambrogio 66, a Casinalbo di Formigine): una villa settecentesca e un parco secolare faranno da sfondo alle creazioni culinarie dei piccoli cuochi. Lo scorso anno oltre 7.000 partecipanti con grembiulino e cappello d’ordinanza hanno messo le mani in pasta per realizzare altrettante ricette, pensate apposta per loro. L’evento è ideato da Laura Scapinelli e dallo staff de “La Bottega di Merlino”, libreria per ragazzi e laboratori creativi di Modena.
Due giornate, decine di appuntamenti e laboratori in cui gli chef in erba potranno annusare, toccare, dosare, impastare, miscelare, modellare, cuocere e mettersi alla prova, imparando tante cose nuove.
Non mancheranno vere e proprie lezioni di cucina con chef da tutta Italia, per incuriosire anche mamma e papà; tra i primi a rispondere alla chiamata del festival due stellati: Luca Marchini, chef del ristorante “L’Erba del Re” e “Trattoria Al Re Gras” di Modena e lo chef Andrea Incerti Vezzani del ristorante “Ca’ Matilde” di Quattro Castella (Reggio Emilia); sempre dalla provincia di Reggio Emilia arriverà Andrea Medici, chef dell’ “Osteria in Scandiano”, mentre è atteso da Milano Galileo Reposo, corporate pastry chef di D.ream International, azienda con sede a Londra specializzata nell’avvio e nella gestione di ristoranti in tutto il mondo.
Dal Quinoa Lab Marrara, in provincia di Ferra-
5 e 6 ottobre 2024 Modena
E’ L’UNICA MANIFESTAZIONE IN ITALIA CHE COINVOLGE SETTEMILA BAMBINI IN DUE GIORNI PER TRASMETTERE IN MODO SEMPLICE, LUDICO E STIMOLANTE LA PASSIONE, LE TECNICHE E LE TRADIZIONI LEGATE ALLA CUCINA.
ra, arriverà Angelica Lodi, chef esperta di lieviti e paste lievitate gluten free, e da Roma Andrea De Bellis, pastry chef della pasticceria caffetteria Libera.
Ogni piccolo partecipante potrà cimentarsi in fantasiose ricette con la supervisione degli studenti dell’Istituto alberghiero Spallanzani di Castelfranco Emilia, vivendo un’esperienza ludica ma allo stesso tempo formativa e con la possibilità di imparare le regole del mangiar sano. Non mancheranno attività interattive collaterali: al Festival saranno presenti numerosi stand per avvicinarsi alla cucina attraverso diversi linguaggi espressivi. Ci sarà una libreria golosa, spettacoli e storie in cucina, angoli sensoriali, giochi e numerosi ospiti tra cui l’imprenditrice digitale e scrittrice Alice Agnelli - in arte “A Gipsy in the Kitchen” e la “dietista delle famiglie” Verdiana Ramina. Inoltre, attraverso la loro partecipazione, i bambini aiutano altri bambini: parte del ricavato della manifestazione verrà infatti devoluto a Dynamo Camp, l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare bambini affetti da patologie gravi o croniche nel periodo di post ospedalizzazione e/o in fase di remissione dalla cura; qui minori che convivono con la malattia possono praticare attività ludiche e sportive: è un’esperienza di svago, divertimento, relazione e socialità in un ambiente naturale e protetto. Rai Kids è media partner della manifestazione.
Dove e quando: sabato 5 e domenica 6 ottobre dalle 10.00 alle 20.00 alle porte di Modena, presso il club la Meridiana, Via Sant’Ambrogio 66, a Casinalbo di Formigine (MO).
Quanto: Il prezzo del biglietto varia a seconda delle attività a cui si sceglie di partecipare. Tutte le informazioni e il regolamento si trovano sul sito www.cuochiperungiorno.it.
L’EvEnto
5-10 novembre Fiera Milano-Rho
L’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE
DELLE DUE RUOTE APRE IL CAMMINO VERSO L’EVENTO 2024
Una data da ricordare: 19142024. EICMA compie 110 anni e si appresta a celebrare in grande stile una nuova edizione, la numero 81, dal 5 al 10 novembre prossimi, a Fiera Milano-Rho. L’Esposizione internazionale delle due ruote ha infatti lanciato stamane la sua campagna di comunicazione, segnando così il calcio d’inizio del percorso di promozione di EICMA 2024. Il claim scelto, “Eicma. Lasciamo il segno da 110 anni”, è un manifesto della kermesse internazionale stessa, che campeggia su un visual che descrive, con un tratto artistico, la scia lasciata dal passaggio di una moto.
A spiegarne l’ispirazione è il presidente di EICMA, Pietro Meda, sottolineando come “EICMA segni ogni anno un prima e un dopo: al termine di tutte le edizioni il mondo delle due ruote, così come quello della mobilità, non è infatti più lo stesso: si trasforma, evolve, compie un passo in avanti”.
“L’obiettivo – ha rimarcato l’ad Paolo Magri - è quindi celebrare la storia, l’evoluzione del brand EICMA e la sua funzione esclusiva per l’industria e la filiera, ma soprattutto un traguardo unico al mondo, che molto probabilmente non ha precedenti tra le manifestazioni fieristiche di ogni natura merceologica”.
Ed è lo stesso Lorenzo Marini, artista, pubblicitario, co-founder e direttore creativo dell’agenzia Yes Marini di Milano, che ha firmato nuovamente la campagna di EICMA, ad esprimere il
SUL SITO UFFICIALE DI EICMA, UNICO CANALE DI VENDITA, SONO GIÀ DISPONIBILI I BIGLIETTI PER IL PUBBLICO DI QUELLA CHE SI ANNUNCIA COME UN’EDIZIONE CONTRADDISTINTA DA GRANDI RITORNI E DA UN’OFFERTA ESPOSITIVA E DI INTRATTENIMENTO UNICHE
senso del suo lavoro creativo.
“La differenza tra il prodotto e la marca – ha dichiarato Marini - è che, mentre il prodotto fa, la marca è. Mentre il prodotto lascia un ricordo, la marca lascia un segno. EICMA ha il grande privilegio di lasciare segni da 110 anni. Anche la scia di una moto racconta la bellezza della velocità, il piacere della libertà, il viaggio nel tempo”. Il cammino verso EICMA 2024 è quindi aperto: appuntamento per tutti gli appassionati dal 5 al 10 novembre, le giornate di martedì 5 e mercoledì 6 sono riservate ai professionisti del settore, mentre l’apertura al grande pubblico è prevista da giovedì 7 a domenica 10 novembre. Sul sito della manifestazione sono già disponibili le prime informazioni di quella che si annuncia un’edizione contraddistinta da grandi numeri, grandi ritorni e da un’offerta espositiva e di intrattenimento uniche e coinvolgenti. La biglietteria, online, sempre sul sito www.eicma.it, aprirà invece il primo di agosto.
UNA TRE GIORNI DEDICATA
INTERAMENTE AI PIù CELEbRI
PRODOTTI DELLA PASTICCERIA
REGIONALE ITALIANA
TA CURA di M.T. SAN JUAN
utto è pronto per la terza edizione di Sbrisolona&Co.,il Festival dedicato alla Sbrisolona e ai dolci tipici italiani promosso da Confcommercio Mantova, realizzato con il contributo di Regione Lombardia e patrocinato dal Comune di Mantova e Camera di Commercio di Mantova.
Una tre giorni dedicata interamente ai più celebri prodotti della pasticceria regionale italiana, con un focus sulla Sbrisolona e sui diversi dolci tipici dell’area mantovana.
Dal 18 al 20 ottobre il centro storico della città diventerà uno scrigno di dolcezza, per celebrare la regina della tradizione dolciaria mantovana, la Sbrisolona, torta fatta di “briciole” che trova le sue origini prima del ‘600 quando arrivò anche alla corte dei Gonzaga. Parallelamente, troveranno spazio anche le dolci eccellenze enogastronomiche della nostra penisola per deliziare il palato di grandi e piccini.
Insomma, un appuntamento imperdibile per tutti i golosi, dagli appassionati agli addetti ai lavori, che potranno degustare, acquistare e conoscere i dolci della tradizione.
Il ricco palinsesto di eventi si dislocherà tra Piazza Sordello, Piazza delle Erbe e Piazza Broletto e prevede showcooking, degustazioni guidate, laboratori e sfide culinarie. Non mancheranno poi le interviste condotte da ospiti illustri, durante le quali il pubblico potrà incontrare ed ascoltare dal vivo grandi nomi dal panorama culinario e della pasticceria, ma anche personalità dello spettacolo e dello sport.
SHOWCOOKING, DEGUSTAZIONI, SFIDE TRA MAESTRI
PASTICCERI E PREMI AI MIGLIORI: UN DOLCE PROGRAMMA PER TUTTI I PALATI
Gli angoli più suggestivi del centro saranno poi animati da esibizioni e intrattenimenti, laboratori e giochi per bambini, installazioni e artisti di strada. Spazio poi alle premiazioni: durante Sbrisolona&Co., infatti, verrà conferito il premio “Virgilio di Zucchero” a Gianni Margini, titolare della Pasticceria Atena, un importante pasticcere della città che ha portato lustro e fama al territorio mantovano. Pasticceria Atena nasce nel 1976 quando Gianni e Carla, giovani sposi, aprono la prima pasticceria nella piccola cittadina di Sabbioneta. Una produzione artigianale dove cura del prodotto e rispetto della tradizione si percepiscono nella qualità dei prodotti proposti. Nel tempo Gianni e Carla sono stati affiancati nel lavoro dalle figlie: Caterina, Francesca, AnnaMaria. La formazione costante, la ricerca delle migliori materie prime, ha permesso di mantenere alta la qualità dei prodotti offerti e di dare vita a delle creazioni originali che potessero raccontare il territorio e le specialità mantovane.
Grande attesa per i nomi di altri due premiati: “La Gemma dei Gonzaga” andrà ad una personalità di spicco che abbia contribuito alla valorizzazione di Mantova a livello nazionale o internazionale, che ha visto la partecipazione delle scorse edizioni di personaggi come ad esempio, Roberto Boninsegna, dirigente sportivo e allenatore, ma anche il
conduttore televisivo Patrizio Roversi. Il premio “Ambasciatore del Gusto” sarà, invece, conferito a chi, tramite il proprio impegno e il proprio talento abbia contribuito a diffondere e a portare lustro al comparto culinario e dolciario e vuole omaggiare chi si è distinto anche per i valori che veicola attraverso la propria professione e nel 2023 ha avuto l’onore di vincerlo Lucake, giovane pasticcere e food blogger.
Infine, quest’anno il Premio Inclusione sarà assegnato all’Associazione ANFFAS di Mantova. Un riconoscimento per onorare l’impegno dell’associazione nel sostenere le persone con disabilità intellettive e relazionali, promuovendo l’inclusione e la partecipazione attiva nella comunità. ANFFAS è un pilastro fondamentale per Mantova, e il premio vuole essere un tributo alla loro dedizione e ai successi ottenuti nel migliorare la qualità della vita delle persone che assistono.
La terza edizione di Sbrisolona & Co si presenta con ottimi presupposti per un vero successo all’insegna della dolcezza coniugata sapientemente alla tradizione dove tutti gli ingredienti si mescolano perfettamente. L’evento è promosso da Confcommercio Mantova, realizzato con il contributo di Regione Lombardia, con il patrocinio del Comune di Mantova e della Camera di Commercio di Mantova, e organizzato da SGP Grandi Eventi.
CRESCE L’ATTESA PER LA FESTA
PIÙ SENTITA DELL’ANNO
i svolgerà il 21 novembre a Casalmoro (Mn) la tradizionale sagra della “Madonna del Dosso”, la principale sagra del paese, che affonda le sue radici in una leggenda di tradizione popolare.
Una sagra speciale anche e soprattutto per il rito dei “mortaristi” che, nei giorni della Madonna del Dosso, accompagnano le messe con lo sparo dei mortaretti.
La ricorrenza prende il via ufficialmente la vigilia ovvero il 20 novembre, alle 16,30, con gli spari dell’Ave Maria accompagnati dalle campane suonate a mano. La festa vera e propria comincia già dalle prime ore del mattino del 21 novembre con la celebrazione della messa delle 5.30; è usanza popolare alla fine del rito religioso fare una colazione a base di tagliatelline in brodo, trippa, cotechino e lenticchie. Vengono poi celebrate altre messe alle 9, alle 10.30 e alle 17.30 per coloro che sono impossibilitati a partecipare a quella più solenne officiata all’alba. I momenti cardine delle varie liturgie, ad orari ben precisi consolidatisi nella tradizione, sono accompagnati dallo scoppio di mortaretti, chiamati in dialetto “murtèr”.
Dopo il tramonto, terminata l’ultima celebrazione liturgica, si tiene il tradizionale spettacolo pirotecnico offerto dai mortaristi, volontari che si occupano della organizzazione e della buona riuscita della festa. Nei giorni della Festa, e in quelli antecedenti, sono in programma numerose iniziative culturali,
La copertina del libro “Madònò del Dos” scritto da Marco Morelli e Stefano Bandera
IL FAMOSO GRUPPO MORTARISTI CHE ANIMA LA MANIFESTAZIONE SARA’ PROTAGONISTA ANCHE DI UN LIBRO CHE NEI GIORNI ANTECEDENTI LA FESTA VERRÀ DISTRIBUITO A TUTTA LA CITTADIENZA
musicali, ludiche ache fanno da corollario alle numerose celebrazioni religiose. Tra queste iniziative segnaliamo la presentazione del libro “Madònò del Dos”, edito da MMP, realizzato dal giornalista Marco Morelli e da Stefano Bandera, ex presidente del gruppo Mortaristi che verrà presentato a Corte Castello in data ancora da definirsi e che si avvale del Patrocinio del Comune di Casalmoro che vede nel sindaco Maura Tommaselli una delle persone più legate a questa splendida tradizione. La generosità di un noto casalmorese renderà possibile la distribuzione gratuita del libro (120 pagine di aneddoti, testimonianze, racconti, interviste) a tutte le famiglie di Casalmoro, un gesto di grande spessore che sarà particolarmente apprezzato dai cittadini casalmoresi.
La sagra si concluderà ufficialmente a mezzogiorno del giorno successivo, con lo sparo degli ultimi mortaretti. La sagra viene ancora definita popolarmente della “Pollastrella”, denominazione antica che trova spiegazione nel menù tipico del tempo: minestra con i fegatini, pollo o cappone in genere ripieni e abbinati al cotechino con le verze, bussolano o torta sbrisolona.
PRIMA ChE ARRIVI L’INVERNO è BELLO PROLUNGARE
IL PIÙ POSSIBILE UN CONTATTO
RAVVICINATO CON LA NATURA
Il Lago di Garda a inizio autunno, oltre che un caleidoscopio di colori e profumi, con la natura che cambia, l’avvio del foliage e la luce brillante che accende il turchese dell’acqua e il blu del cielo, è un laboratorio a cielo aperto sull’agricoltura del territorio, con eventi e attività tutte da vivere e sperimentare.
E prima che arrivi l’inverno è bello poterle scoprire prolungando il più possibile un contatto ravvicinato con la natura che con il freddo dei mesi invernali sarà un po’ più difficile. Anche per questo, vale la pena programmare qualche giorno in uno dei camping village di Lago di Garda Camping, che offre una selezione di strutture sulle sponde venete e lombarde del Benaco, in punti panoramici, affacciati su bellissimi tratti di costa e con accesso diretto all’acqua per le ultime nuotate dell’anno nel lago o nelle piscine riscaldate o per pagaiare in canoa o sul SUP. Senza dimenticare la possibilità di fare trekking o percorsi in bicicletta, partendo direttamente dal campeggio e seguendo, per esempio, la pianeggiante pista ciclabile che collega Lazise a Punta San Vigilio: un itinerario di circa 13 km che tocca Bardolino, località rivierasca noto per il suo bel centro storico e l’ottimo vino omonimo, e il borgo di Garda, adagiato su un romantico golfo e noto per la sua Rocca leggendaria.
La combinazione eventi legati all’agricoltura e contatto natura è un ottimo binomio che esprime il meglio di sé con la libertà unica che regala un soggiorno in uno dei camping village di Lago di Garda Camping,.
LE STRUTTURE DI LAGO DI GARDA CAMPING
RAPPRESENTANO LA SCELTA IDEALE PER VIVERE
LA POESIA DEL BENACO QUANDO L’AUTUNNO LO RENDE ANCORA PIÙ SCENOGRAFICO
La festa dell’uva e del vino di Bardolino (3-7 ottobre)
Giunta alla 93° edizione, la Festa dell’Uva e del Vino si terrà quest’anno dal 3 al 7 ottobre e vedrà animarsi il centro di Bardolino con numerosi appuntamenti e spettacoli. Ben cinque i giorni di festa, nel corso dei quali godersi concerti serali, chioschi enogastronomici, stand dedicati al vino Bardolino, degustazioni guidate a cura del Consorzio Tutela Vino Classico DOC, spettacoli teatrali, convegni, incontri sul tema del vino, mostre delle migliori uve e del miglior vino Bardolino. Tra gli elementi chiave di questo nettare, delicatamente fruttato e fragrante, con note di ciliegia, marasca, fragola, lampone, ribes e accenni di spezie, c’è il suo territorio con il microclima unico del Garda e le colline moreniche, elementi fondamentali per la qualità della Corvina, del Corvinone, della Rondinella e della Molinara, i principali vitigni autoctoni dell’area, nonché per andare a visitare direttamente più di una cantina. In occasione della Festa dell’uva e del vino, Il Camping La Rocca organizza nei vigneti della sua azienda agricola “Rocca del Garda” sovrastanti il campeggio, attività di raccolta dell’uva e aperitivi in vigna
La festa del miele di Lazise (4-6 ottobre) Per tradizione, la prima settimana di ottobre Lazise ospita un evento all’insegna della dolcezza: la fiera nazionale “I giorni del Miele”, dedicata all’apicoltura, al miele e ai prodotti legati all’alveare usati per la salute e la bellezza della persona. L’edizione del 2024 è la numero 45 e oltre alla ricca mostramercato dedicata ai mieli di tutta l’Italia viene allestita un’ampia area espositiva con i prodotti dell’apicoltura, macchine e attrezzature dedicate, materiali apistici e una rara selezione incentrata sull’editoria del settore, molto interessante anche per i non addetti ai lavori per capire quanto le api siano affascinanti e importanti per tutti. Obiettivo della manifestazione è, infatti, favorire la conoscenza dell’apicoltura, della produzione del miele e dei suoi derivati, nonché una maggiore consapevolezza in merito alla salvaguardia delle api.
Raccolta delle olive e dell’uva
Dall’inizio dell’autunno, il lago di Garda si fa teatro di due festose attività legate alle sue eccellenze: la vendemmia e la raccolta delle olive, con diverse realtà che aprono le loro porte proprio per condividere lo spirito gioioso di questo momento atteso tutto l’anno. Da non mancare anche il Museo del Vino, ospitato dalla storica cantina Zeni di Bardolino.
Lupo Alberto festeggia 50 anni. Vero e proprio fenomeno di costume.
Alzi la mano chi non ha mai comprato un diario o le caramelle di Lupo Alberto o ricevuto un biglietto di auguri con il lupo azzurro. E parlo di merchandising perché mentre qualcuno può anche non amare i fumetti, tutti hanno conosciuto il personaggio di Silver anche solo per le pubblicità progresso come ad esempio quella contro l’AIDS. Ma facciamo un passo indietro e torniamo a quel 1974 quando un giovane Guido Silvestri frequentava la bottega di Bonvi (quello delle Sturmtruppen) e inventava una fattoria dove i lupi si innamorano delle galline, le talpe filosofeggiano e i cani pastore randellano senza pietà per tutelare la sicurezza degli animali. Per questo abbiamo chiesto a Silver di rispondere ad alcune domande.
Da dove nasce l’idea della striscia con la fattoria McKenzie?
Ricordo che lavoravo nello studio del grande Bonvi e mi fu data la possibilità di creare una storia mia e allora mi venne in mente una fattoria. Quando andavo a scuola in autobus il paesaggio fuori dal finestrino era fatto di corti agricole e poi subivo il fascino delle strisce americane e dei cartoni animati di Chuck Jones e Tex Avery. Da lì nasce questa fattoria che è un non luogo o meglio è un luogo immaginario dove rifugiarsi per staccare dalla quotidianità,
Il lupo doveva da subito essere il protagonista o si è conquistato il ruolo sul campo?
No, all’inizio c’era solo la fattoria e poi dalla terza striscia il lupo diventa protagonista anche perché era perfetto per creare curiosità vista la sua storia d’amore con Marta, una gallina.
L’hai ripetuto cento volte ma la storia del colore az-
Il lupo azzurro non perde Il pelo e nemmeno Il vIzIo. 50 annI e non sentIrlI per la strIscIa dI sIlver.
zurro per Alberto è da non perdere: ce la racconti? Anche qui il caso. In quei tempi i fumetti uscivano in bianco e nero. Però con il successo della striscia sul Corriere dei Ragazzi il lupo aveva conquistato la copertina e quindi si rese necessario il colore, non c’era Photoshop e ci fu qualche errore di comunicazione con il ciano che doveva metterci il colore. Io il lupo me lo immaginavo grigio, ma si arrivò al pantone 297.
Come nasce una striscia di Lupo Alberto?
Dall’osservazione di quello che mi circonda, dalle persone che incontro, da quello che leggo sui giornali. E’ un processo che per me è diventato automatico: cerco di trovare l’ironia anche dove non c’è e di far sorridere le persone anche in tempi come questi dove il sorriso è difficile da frequentare.
Dopo 50 anni di strisce come si fa a continuare ad essere creativi?
Mi aiutano tutti i personaggi della fattoria McKenzie. E’ come essere il capocomico di una compagnia di teatranti che a turno vengono chiamati a salire sul palcoscenico. Ognuno ha le sue caratteristiche: quando serve la beata ignoranza arriva il papero Glicerina, se invece occorre la filosofia ecco Alcide il maiale e quando la forza bruta è l’unica soluzione possibile arriva il toro Krug senza dimenticare la cocotte del gruppo Silvietta la passera scopaiola.
Ed Enrico la talpa dove lo metti?
Ma lui si mette da solo, sbuca quando meno te lo aspetti gridando “Ehila Beppe”, facendo scoprire Lupo Alberto e guadagnandogli un sacco di legnate. Anche lui si è conquistato spazio con la moglie Cesira ed è diventato uno dei personaggi più apprezzati dai lettori.
In quale personaggio della fattoria ti identifichi se puoi dircelo senza farti nemici gli altri?
Penso che MCG non arrivi alla fattoria e quindi posso rispondere senza problemi. E’ una scelta che è cambiata con l’età. Se da giovane potevo solidarizzare con Lupo Alberto, così recalcitrante
agli obblighi sociali, oggi avverto maggiori affinità con Enrico la Talpa, accomodante, irrequieto ma sazio. E quando in casa strillo (sono un papà severo!) mi sento un pochino Mosè.
Com’è il rapporto con i lettori?
E’ uno degli aspetti che mi rende più orgoglioso. I miei lettori sono cresciuti insieme al lupo e la rubrica delle lettere è una delle più seguite sul mensile che racconta le avventure della fattoria. Ho visto il formarsi di coppie, l’arrivo dei figli e le difficoltà della vita. E’ come essere stato uno zio che provava ad ascoltare senza dare troppi consigli, ché a sbagliare si è bravissimi anche da soli. E’ per questo che ho prestato Lupo Alberto anche a campagne importanti come quella per sensibilizzare i giovani sull’AIDS o quelle sulla sicurezza stradale.
Com’è andata la mostra di Modena sui 50 anni delle strisce di Lupo Alberto?
E’ andata molto bene. Per me è stato bello tornare nella città dove tutto è iniziato con Bonvi e le sue Sturmtruppen. Oggi la frequento poco anche se mi mancano alcune cose di Modena come il cibo e via, anche la nebbia.
Guido Silvestri in arte Silver
Silver, al secolo Guido Silvestri, esordisce nel fumetto nel 1971 collaborando a Nick Carter, personaggio cardine della trasmissione “Gulp! Fumetti in TV” ideato da Bonvi e De Maria. Nel 1974 crea per il Corriere dei Ragazzi la strip di Lupo Alberto. Dal 1984 attraverso varie esperienze editoriali Silver e la Fattoria McKenzie danno vita a una rivista interamente dedicata al personaggio di Lupo Alberto, da cui avranno origine svariate iniziative in campo sociale e commerciale che consacreranno Lupo Alberto come vero e proprio fenomeno di costume.
Dopo i primi 50 anni quali sono i progetti per i prossimi 50?
C’è un nuovo libro in uscita a ottobre “Tutto un altro Lupo Alberto”, edito da Gigaciao e firmato da autori quali Dottor Pira, Maicol&Mirco e Spugna. L’idea non è mia. Si è trattato dell’iniziativa di un giovane autore, che con un gruppo di collaboratori mi ha chiesto di stravolgere il personaggio cui si sentono legati fin da piccoli. Mi è sembrata una proposta folle, per questo ho subito detto di sì. E mi sto divertendo come non mi capitava da tempo.
li ultimi anni ci stanno abituando a un caldo estivo che si alterna a piogge torrenziali e a temperature che oscillano di molti gradi da un giorno all’altro.
Condizioni che rendono l’agricoltura più complessa e in alcune zone impraticabile.
Se alle condizioni naturali aggiungiamo anche un lunghissimo tempo di conflitto - oltre 40 anni! - penso ti sia facile immaginare che non solo l’agricoltura, ma la vita in generale sia complessa e a tratti impossibile, soprattutto se sei una donna. Questo luogo esiste: è l’Afghanistan. Ed è qui che la coltura idroponica può fare la differenza!
Con il sostegno al progetto Green Rooms dell’organizzazione italiana She Works for Peace, siamo arrivati fino a Kabul per formare sia sul piano teorico che su quello pratico un gruppo di 35 donne - molte vedove o responsabili di famiglie con minori e persone con disabilità - sul funzionamento e la costruzione di impianti idroponici.
Le colture idroponiche permettono di coltivare piante risparmiando il 70-90% dell’acqua utilizzata, possono avere una resa fino a tre volte superiore a quella dell’agricoltura tradizionale e, sviluppandosi anche in verticale, occupano meno suolo.
L’obiettivo finale?
Coniugare sicurezza alimentare e impiego femminile tramite la creazione di impianti idroponici a livello domestico. Gli impianti aiutano le donne ad acquisire nuove competenze tecniche, offrono accesso a un’alimentazione adeguata per le loro famiglie, e aiutano a creare opportunità di impiego e inclusione a livello locale.
Il futuro delle donne afghane passa dall’agricoltura, dalla sua evoluzione tecnologica e anche da persone come te che credono e costruiscono una
società in cui tutti e tutte hanno una possibilità.
IDROPONICA DOMESTICA: L’INNOVATIVO
PROGETTO DI SHE WORKS FOR PEACE
Il contesto
Con un conflitto in essere da oltre quarant’anni, l’Afghanistan è un paese che si ritrova a dover far fronte a innumerevoli necessità e limitazioni sociali, culturali e strutturali che ne impediscono una piena ripresa sociale ed economica.
In particolare, la condizione delle donne, soprattutto al di fuori dei principali centri urbani, è estremamente critica, aggravata dalle restrizioni
in atto che limitano l’accesso all’istruzione superiore, la libertà di movimento senza un accompagnatore e le opportunità di impiego.
Il Paese fronteggia anche una diffusa mancanza di sicurezza alimentare che riguarda 20 milioni di persone, circa la metà della popolazione. I tagli ai progetti di aiuto alimentare gestiti da organizzazioni internazionali stanno inoltre avendo ricadute pesanti sull’intera popolazione, colpendo però più duramente le famiglie guidate da donne: • l’84% di loro non ha cibo sufficiente per via delle restrizioni in corso
• 3.2 milioni di bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta
Il Progetto e l’impegno di Fondazione Marcegaglia Per rispondere a questi bisogni nasce il progetto Green Rooms – stanze verdi – di She Works for Peace sostenuto da Fondazione Marcegaglia con una donazione di 50 mila euro.
In coerenza con la missione di Fondazione, il progetto punta all’autonomia delle donne e alla loro emancipazione come motore della società; l’occupazione femminile è quindi al centro di questo impegno insieme alla sicurezza alimentare tramite la creazione di microimprese idroponiche a livello domestico.
Gli obiettivi del progetto:
• formare 35 donne capofamiglia;
• trasferire competenze teorico-pratiche sui sistemi di coltura idroponica;
• garantire disponibilità di frutta e verdura per tutto l’anno, fornendo alla famiglia cibo di qualità e salutare anche in presenza di spazi ridotti;
• fornire competenze manageriali alle donne e garantire opportunità di lavoro attraverso la creazione di una cooperativa alimentare. Nella seconda fase del progetto è prevista infatti la creazione di una cooperativa a gestione e partecipazione femminile per la vendita di ortaggi freschi e la trasformazione alimentare. Il risultato atteso è la sostenibilità e l’autonomia personale delle donne e la ripartenza dell’economia e della società afghana.
Che cosa resta alle regioni italiane coinvolte nel progetto del Grand Depart del Tour de France 2024 dello scorso luglio e di conseguenza al Belpaese? Una domanda semplice che richiede però una risposta articolata, aprendo sul tema un bouquet di argomentazioni, L’analisi specifica sulla ricaduta economica in Emilia-Romagna del grande evento ciclistico estivo, portata avanti da SG Plus in collaborazione con l’Università di Parma, ha dato finalmente risposte oggettive, certificate. Che definire positive è estremamente riduttivo, come illustrato dalla ricerca illustrata nei giorni scorsi al Grand Hotel di Rimini.
Nei tre giorni in cui il Tour ha solcato le strade della regione - dalla Toscana sino a Rimini, da Cesenatico a Bologna, con ripartenza da Piacenza verso il Piemonte - si sono radunate a bordo del percorso circa un milione e quattrocentomila persone. Vale la pena ribadirlo: questo soltanto in Emilia-Romagna, ma i dati di Firenze, Torino e dintorni, seppur non ufficializzati, non dovrebbero discostarsi granché da quelli scaturiti dall’analisi congiunta svolta sull’asse della via Emilia. L’indotto diretto, pertanto, una delle due direttrici che l’ente regionale ha utilizzato per misurare l’efficacia di un evento, è stato a conti fatti pari a 124,3 milioni di euro (di cui 56,5 legati all’ospitalità e 42 agli extra, come attività ricreative e trasporti). Ovvero, a fronte di un investimento di poco superiore ai 5 milioni, il cash flow prodotto è pari a 24 volte tanto. A ciò va aggiunto l’effetto differito, l’altro grande elemento misuratore che gode della cassa di risonanza dell’evento per i successivi 12-18 mesi. Ovvero quanto deriva in termini di visibilità e promozione dei luoghi dalle dirette televisive (185 milioni di ore in tutto il mondo per l’evento secondo solo alla Coppa del Mondo di calcio e all’Olimpiade ma che a differenza di essi si svolge ogni anno, oppure 150 milioni di telespettatori solo in Europa), nonché dai social (13,7 milioni di fan, un milione e mezzo di impressions e 14 milioni di interazioni durante le tappe sul suolo italiano). Persino i gestori telefonici hanno monitorato l’attività degli smartphone sul
percorso, ricavando picchi di utilizzo inconfutabilmente collegati al passaggio della corsa, dai numeri in linea con quanto enunciato in precedenza.
Per concludere, l’introito stimato dell’effetto differito è calcolato in 276 milioni di euro, il che porta l’operazione Tour de France a chiudersi entro la fine del 2025 con ricavi attorno ai 400 milioni. Tutto è nato quattro anni fa in una pausa tra le ondate di Covid, quando in Emilia-Romagna vide la luce Sport Valley, un piano straordinario per la riqualificazione degli impianti sportivi e il sostegno dello sport di base e della pratica motoria, puntando sull’organizzazione di grandi eventi sportivi nazionali ed internazionali quale catalizzatore e veicolo di promozione turistica dell’area.
Non a caso, grazie all’esperienza di Davide Cassani, presidente di Apt Emilia-Romagna ma soprattutto deus ex machina delle operazioni che sul territorio riguardano il ciclismo d’élite, Imola si prese subito - era il 2020 - il Campionato del mondo lasciato libero dalle svizzere Martigny e Sion, salvando capra e cavoli in casa Unione Ciclistica Internazionale. Ora, con il Grand Depart la regione emiliana («l’unica orizzontale» amano ripetere da quelle parti indicandone la particolarità quale soggetto distintivo, ma scandagliando la cartina italica non è del tutto vero) si è fatta alleata della kermesse sportiva estiva più in vista, senza dubbio la più importante sotto il profilo ciclistico. Migliorare quanto ottenuto nel 2024 forse non è possibile a breve termine, ma consolidarsi sì. L’onda lunga dell’effetto Tour durerà ancora per parecchio tempo. «Sono numeri importanti quelli che prendiamo in considerazione - ha detto Cassani, che nella sua carriera di ciclista professionista di Tour de France ne ha corsi 9 (il primo nel 1985, ndr) e ne ha commentati 19 per la Rai -. Sono sempre stato ottimista, perché sapevo che cosa potesse portare il Tour sul nostro territorio. Credo sia giusto oggi rendicontare e mostrare i dati di ciò che è stato un risultato eccezionale. Ma non c’è solo il Tour, è l’intera regione a godere i benefici del cicloturismo. Siamo stati i primi
ad attrezzarci con i bike hotel, ne vantiamo ora circa duecento. Abbiamo 9mila chilometri di strade percorribili, ad uso delle biciclette. Più di dieci Granfondo che promuovono il nostro territorio. Ospitiamo abitualmente il Giro d’Italia, abbiamo avuto la Grande Boucle e, appunto, il Mondiale. Siamo reduci dall’organizzazione all’autodromo Simoncelli di Misano Adriatico dell’Italian Bike Festival, una tre giorni che ha visto 360 stand di settore esibire i loro prodotti, tra test, workshop, presentazioni ed eventi dedicati, nel paddock del circuito. Mentre nell’autunno del 2023 Riolo Terme ha ospitato la conferenza internazionale dei tour operator legati al settore bike, con 140 partecipanti giunti persino da Stati Uniti, Canada, Giappone, Sudafrica e Giordania. Sappiamo di essere sulla strada giusta, investendo sul territorio abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre facoltà per rendere l’area il più appetibile possibile».
«Se la crescita economica del Sistema Paese è in Italia dell’0,8%, mentre in Europa è dello 0,6%, in Emilia-Romagna ha già raggiunto l’1,1% - lo incalzano all’unisono il presidente della Regione Emilia-Romagna Giammaria Manghi e la presidente facente funzioni Irene Priolo -. Ma soprattutto ci gratifica la consapevolezza dei residenti, che seppur tra qualche difficoltà emotiva legata agli eventi atmosferici che hanno messo a dura prova alcune zone della Romagna l’anno passato e che si sono ripetute anche nelle scorse settimane, hanno compreso gli investimenti economici in ambito sportivo e di conseguenza l’impegno della Regione. Ed oggi ci ritroviamo in casa due tappe del Motomondiale, un Gran Premio di Formula Uno, la Coppa Davis, il Mondiale di pattinaggio artistico e tanto altro ancora. Siamo in evoluzione continua. Sempre con la massima attenzione rivolta ai piccoli eventi e alle realtà sportive che si fanno carico delle organizzazioni». Per dirla alla Julio Velasco è l’Emilia-Romagna quella regione in cui si mischiano le peculiarità del nord e del sud dell’Italia, un luogo in cui vivere non è tempo sprecato. (G.P.G.)
stato inaugurato a Cavaion Veronese (VR) il “Parco degli Olivi”, progetto firmato dal Comune di Cavaion Veronese insieme al Consorzio di tutela dell’olio Garda DOP.
Si tratta di un vero e proprio oliveto didattico dell’olio Garda DOP, uno spazio aperto a tutti in ogni momento dell’anno dove poter entrare in contatto con la cultura olivicola del territorio, la storia e le caratteristiche del prezioso “oro verde” che viene prodotto in questa zona: l’olio Garda DOP.
Il taglio del nastro da parte della Sindaca Sabrina Tramonte e del Presidente del Consorzio olio del Garda DOP Simone Padovani, e la benedizione con l’olivo da parte del parroco di Cavaion don Daniele Granuzzo, sono avvenuti lo scorso venerdì 6 settembre, nell’ambito di WardaGarda, il festival dedicato all’olio Garda Dop e al suo entroterra. Presenti all’inaugurazione molte autorità tra cui i sindaci dei comuni del territorio e la Provincia di Verona, rappresentata dal consigliere Maria Orietta Gaiulli.
“Oggi celebriamo il nostro prodotto più rappresentativo – ha commentato Sabrina Tramonte, Sindaco di Cavaion Veronese – e lo facciamo in uno spazio che, come amministrazione, abbiamo fortemente voluto, nella convinzione che la millenaria cultura dell’olivicoltura gardesana meritasse un luogo speciale dedicato al nostro prezioso olio Garda DOP. Un progetto che abbiamo realizzato anche grazie alla collaborazione con il Consorzio di Tutela, che abbiamo l’orgoglio di ospitare nel nostro paese.
Un’area verde unica nel suo genere, che vuol essere luogo della memoria e della cultura ma anche laboratorio a cielo aperto, dove bambini, studenti ed appassionati potranno partecipare a visite guidate e degustazioni di olio Garda DOP”. “È un grande orgoglio aver lavorato al fianco del Comune di Cavaion per il progetto che oggi inauguriamo – ha sottolineato l’Avv. Simone Padovani, presidente del Consorzio olio Garda DOP – siamo
a cura di V.cOriNi
riusciti a realizzare un percorso di apprendimento tra gli olivi identificato da totem che illustrano zona di produzione, storia, metodo di ottenimento e caratteristiche dell’olio. Un luogo in cui cultura e conoscenza si intrecciano, permettendo ai visitatori di scoprire tutte le stagioni dell’olivo e il suo prodotto più prezioso: l’olio Garda DOP. Uno spazio con il quale omaggiamo anche il lavoro dei nostri olivicoltori che con impegno e tenacia mantengono viva l’olivicoltura gardesana. Per questo ringraziamo, a nome di tutti i nostri consorziati, l’Amministrazione Comunale di Cavaion che ha voluto dare un bel segnale inaugurando il Parco degli Olivi nell’ambito di WardaGarda, il festival dell’olio Garda DOP e la Camera di Commercio di Verona che ha condiviso e sostenuto economicamente questo progetto”.
Il Parco degli Olivi
Sono 170 le piante di olivo messe a dimora nei pressi di Casa Berengario, sede del Consorzio di tutela, suddivise nelle principali varietà dell’areale gardesano: Casaliva, Frantoio e Leccino. All’interno dell’oliveto è stato allestito, grazie al contributo della Camera di Commercio di Verona, un percorso didattico tra gli olivi, con appositi totem informativi dove sono illustrate le principali informazioni sull’olio Garda DOP: zona di produzione, storia, metodo di ottenimento e caratteristiche dell’olio.
Obiettivo dichiarato dell’Amministrazione di Cavaion Veronese proprietaria dell’oliveto e del Consorzio di tutela dell’olio Garda DOP che ne cura la gestione è far vivere il “Parco degli Olivi”, oltre che come nuovo parco pubblico, come luogo di conoscenza, spazio in cui si potranno organizzare visite guidate e degustazioni di olio Garda DOP, proponendo attività formative ed informative a bambini, studenti ed appassionati che potranno assistere e meglio conoscere le diverse fasi della pianta; dalla fioritura alla raccolta.
Un Parco che sarà anche luogo della memoria, in
cui preservare e tramandare la storia millenaria dell’olivicoltura gardesana che, nel corso dei secoli, ha plasmato le sponde del lago, oggi conosciute nel mondo proprio per gli oliveti che ne ricamano i pendii.
Il “Parco degli Olivi” di Casa Berengario non sarà solo un giardino speciale ed unico ma, come ogni oliveto che si rispetti, terrà fede al suo ruolo produttivo: nasce qui, infatti, l’olio Garda DOP che il Consorzio di tutela utilizza per le proprie attività di promozione e valorizzazione, vestendolo con la bottiglia istituzionale ed il logo del Consorzio; e sempre da questi olivi si ricava l’olio Garda DOP che l’Amministrazione di Cavaion Veronese personalizza con l’etichetta comunale allo scopo di promuovere i prodotti di qualità del proprio territorio.
di giacomo gabriele morelli
Se ne parla ormai da anni. Inutilmente. Secondo il WMO (World Meteorological Organization) negli ultimi trent’anni il livello del mare è aumentato in media di 9,4 cm in tutto il mondo. In alcune zone del Pacifico l’innalzamento raggiunge i 15 cm. L’oceano sta straripando. L’innalzamento dei mari dovuto allo stravolgimento climatico è causato interamente dall’umanità. Stiamo rapidamente esaurendo il tempo a nostra disposizione per arrestare la tendenza. Le popolazioni, le economie e gli ecosistemi dell’intera regione del Pacifico sud-occidentale ne sono fortemente colpiti. In alcuni Paradisi turistici, come le Isole Cook, le misurazioni dell’innalzamento del livello del mare sono pari o inferiori alla media globale, ma altrove, in particolare nelle Samoa e nelle Figi, l’innalzamento osservato è tre volte superiore. A Tuvalu, in Polinesia, la superficie terre-
stre è già così ridotta che i bambini usano l’asfalto dell’aeroporto internazionale come parco giochi. Secondo gli esperti, anche se in futuro l’innalzamento del livello del mare sarà contenuto, Tuvalu potrebbe essere completamente sommersa entro 30 anni. La situazione dei Paesi del Pacifico è stata ignorata in passato, soprattutto a causa del loro isolamento e del loro minor peso economico. Ma la regione è un indicatore di ciò che inevitabilmente accadrà in tante altre parti del mondo.
Nel 1961 Mainetti (6mila dipendenti e 9 sedi nel mondo) ha introdotto i portabiti in plastica come alternativa ai tradizionali appendini in legno. Oggi propone con grande successo ai propri clienti appendini innovativi in termini di design, funzionalità e sostenibilità. Un innovativo concetto per valorizzare i capi d’abbigliamento e per rispet-
tare l’ambiente. Realizzati in carta riciclata, gli appendiabiti sono plastic free e completamente riciclabili. Gli appendini Paperform Hanger sono realizzati grazie ad innovativi cicli di produzione certificata FSC. Questo è un messaggio molto forte a vantaggio dei brand della moda impegnati nella salvaguardia del pianeta.
il cai contro il laricidio di cortina il caffè tostato coi raggi di sole
E’ “Made in Italy”, e senza emissioni inquinanti, un caffè pregiato, PuroSole, tostato unicamente con i raggi del sole. Ad averlo realizzato è stata un’impresa italiana, la Digitarch Farm. L’idea è venuta ad un gruppo di esperti di robotica e software. Durante il percorso per realizzare un eliostato, è loro venuta l’idea di utilizzare questa tecnologia per essicare i chicchi di caffè verde. L’eliostato è un dispositivo utilizzato per captare i raggi del Sole, concentrarli verso una caldaia, generando vapore rovente che aziona una turbina collegata ad un alternatore. Nel caso di PuroSole la luce del sole viene invece concentrata nel punto di tostatura, penetra nel caffè crudo, e questi in pochi minuti cambia colore sprigionando il suo aroma. PuroSole non ha dunque bisogno di bruciare gas: per tostare 1000 kg di caffè evita la produzione e l’immissione in atmosfera di oltre 400 Kg di anidride carbonica.
di g.g. morelli
Le cronache dei media ci narrano quotidianamente episodi legati ad interferenze del mondo animale con la vita quotidiana umana, sia rurale che urbana. Si va dai lupi che aggrediscono animali di ogni tipo, ai cinghiali che grufolano nei giardini cittadini e sulle spiagge tra i bagnanti; dai cervi che divorano i meleti, agli orsi in escalation; e innumerevoli altre criticità, regione per regione. Se da un lato è positivo e gratificante assistere al ritorno di molte magnifiche specie che negli scorsi decenni si erano numericamente ridotte al lumicino, per contro inevitabilmente si creano controversie per la loro gestione. La protezione dei raccolti agricoli e degli animali da reddito presenta limiti oltre cui nulla si può fare; la vulnerabilità di colture
e allevamenti rimane alta anche impiegando recinzioni, cani da guardiania, e sistemi elettronici all’avanguardia. Stesso dicasi per la dissuasione all’ingresso degli animali maggiori negli abitati e, soprattutto, al loro accesso alle strade asfaltate: l’aspetto più drammatico. Al cospetto di queste emergenze senza precedenti, in Italia l’opinione pubblica è fortemente divisa riguardo le proposte per correre ai ripari. Fondamentalmente le posizioni contrapposte sono due. La prima è quella di chi auspicherebbe una riduzione delle specie problematiche, tramite una studiata selezione su larga scala affidata a personale specializzato. La seconda posizione invece è quella di coloro che
Il Club Alpino Italiano mantiene ferma la sua posizione contraria, sin dall’inizio dei lavori, per la costruzione della nuova pista da bob a Cortina d’Ampezzo, cominciati con il taglio di 500 larici secolari. La perdita è gravissima in termini di naturalità del territorio e del paesaggio. C’è chi sostiene che i “parchi a larice” da secoli sono soggetti a tagli per l’utilizzo di legname. Questi tagli però sono ben diversi da quello a raso effettuato in questo caso, senza alcun rispetto delle procedure forestali. Un’opera che il C.I.O. ritiene intempestiva rispetto al cronoprogramma predisposto per le Olimpiadi invernali 2026, ed enormemente costosa: verosimilmente poco meno di un centinaio di milioni di euro. Un impianto faraonico non sostenibile quanto al suo mantenimento in futuro, e sostanzialmente inutile, data la disponibilità di altri impianti già esistenti e il ristrettissimo numero di praticanti delle discipline sportive interessate.
ritengono inaccettabile l’abbattimento di animali, ritenendo che, in natura, un equilibrio naturale si verifica gradualmente da solo, senza sacrificare vite. Nei Paesi in cui si è abituati a convivere con la fauna potenzialmente problematica, i governi adottano senza indugi il primo metodo di gestione faunistica. In Italia, impreparati a queste nuove presenze “dannose”, al momento la Politica cerca solo di tamponare alla bell’e meglio i guai che via via si pongono all’attenzione, stando col piede in due scarpe. Col risultato di scontentare tutti, ed acuire i problemi.
I polimeri sintetici sono comparsi alla fine del XIX secolo, intorno agli anni 1860, ma è stato solo dopo la Seconda Guerra Mondiale che è iniziato davvero il “boom della plastica”, classificando tale materiale come uno dei più diffusi sin dai suoi inizi come resina fenolo-formaldeide. Inizialmente concepita per migliorare le condizioni di vita umane, la plastica è oggi diventata una vera minaccia per l’ambiente e per la sicurezza del pianeta e di tutti coloro che lo abitano. Basti solo pensare al caffè che, negli ultimi anni, ci viene servito in tazze di carta: apparentemente una scelta green ma che in gran parte dei casi presenta un packaging misto di carta e plastica che spesso porta al rilascio di sostanze chimiche dannose e di microplastiche e può quindi danneggiare gli organismi viventi se finisce nella natura. I contenitori monouso hanno, infatti, da sempre il difetto di essere rivestiti con un sottile strato di plastica impermeabilizzante che si è ri-
Gallo et al. (2018) hanno evidenziato che Gli impatti ambientali e i costi economici della produzione e del consumo di plastica, uniti aGli sprechi, peGGioreranno nel breve termine
velato nel tempo come un potenziale rischio elevato per l’ambiente.
Attualmente, la plastica è presente in tutti gli ecosistemi dell’ambiente (aria, acqua e suolo), soprattutto a causa dell’ampia diffusione dell’imballaggio alimentare presente sul mercato – per prodotti come latticini, carne, pesce o bevande, compresa l’acqua minerale – che è in gran parte realizzato in plastica o nel formato misto di carta e plastica. Il contatto tra il cibo e l’imballaggio è quasi sempre la causa di trasferimenti reciproci tra contenitore e contenuto. La qualità dei prodotti alimentari è, quindi, influenzata dall’interazione con le sostanze presenti nella composizione dell’imballaggio, che a volte determina l’alterazione delle qualità nutrizionali e l’incidenza sulla sicurezza del consumo.
La presenza di microplastiche è stata rilevata negli ecosistemi del suolo, nelle nuvole, nelle acque
su 17 dei 22 volontari sono state individuate microplastiche con una concentrazione media di 1,6 microgrammi per millilitro
superficiali, nei sedimenti costieri, nelle sabbie delle spiagge, nei sedimenti d’acqua dolce e persino nel nostro sangue. Piogge e nevicate contengono un numero significativo di microplastiche, talvolta invisibili a occhio nudo. L’intensa diffusione della plastica associata alle scarse prestazioni dei sistemi di gestione dei rifiuti, inclusa la raccolta e la cattura a fine vita, ha portato a un accumulo massiccio di rifiuti plastici nell’ambiente con un tasso effettivo di riciclo che si attesta solo al 10%.
In questo scenario, le catene alimentari subiscono una grave contaminazione a causa delle emissioni di sostanze chimiche organiche idrofobe. L’acqua rappresenta uno dei principali veicoli per l’esposizione cronica alle microplastiche perché viene consumata quotidianamente ed è senza dubbio la fonte più importante di tali componenti nella nostra dieta; l’acqua viene utilizzata, ad esempio, in quantità considerevoli durante la preparazione delle pietanze, la pulizia e la sanificazione degli impianti di lavorazione alimentare. Tali particelle possono entrare nelle fonti di acqua potabile in diversi modi: dal deflusso superficiale (ad esempio dopo un evento di pioggia) agli effluenti di acque reflue, agli straripamenti dei sistemi fognari combinati, agli effluenti industriali, ai rifiuti plastici degradati e alla deposizione atmosferica (OMS 2019). Le bottiglie di plastica e i tappi utilizzati nell’acqua in bottiglia possono anche costituire fonti di microplastiche nell’acqua potabile. Sebbene si possa ipotizzare che la fonte di contaminazione per alcuni prodotti, come la birra o le bevande analcoliche, sia l’acqua; per altri, la contaminazione potrebbe avvenire attraverso l’ambiente, altri componenti costitutivi, processi produttivi o materiali di confezionamento.
Secondo uno Studio dell’Università di Newcastle, ogni settimana ingeriamo fino a 2.000 piccoli frammenti, equivalenti a circa 5 grammi, il peso di una carta di credito; annualmente, la media di assunzione si attesta oltre i 250 grammi. La maggior parte di queste particelle, che misurano meno di 5 millimetri, viene assorbita attraverso l’acqua che consumiamo, sia proveniente da bottiglie che dal rubinetto. Benché i prodotti del settore ittico risultino essere tra i più contaminati, non fanno eccezione il sale da cucina (rilevate in ben 18 ricerche), il latte, il miele, il riso, lo zucchero, la frutta e la verdu-
ra, varie bevande e persino la birra, spesso confezionata in bottiglie di vetro o lattine di alluminio. La fonte di contaminazione nei pesci, molluschi e crostacei è chiaramente identificata come proveniente dal mare. Al contrario, l’origine delle microplastiche riscontrate negli altri prodotti risulta meno definita, anche se - come dicevamo prima - si sospetta possa derivare principalmente dalle pellicole di confezionamento e dagli imballaggi. Si tratta di una situazione drammatica per la salute umana e quella del pianeta.
I ricercatori dell’Università di Göteborg lo hanno dimostrato in uno studio che testa l’effetto di tazze monouso realizzate con materiali diversi sulle larve di zanzara.
I risultati hanno dimostrato che i rifiuti mal gestiti hanno la capacità di influire negativamente sulla biota acquatica.
L’impatto sulla salute delle persone
Da una rIcerca Dell’unIversItà DI amsterDam sul rapporto sangue e mIcroplastIca è emerso, che su 17 DeI 22 volontarI sottopostI aD esame, sono state InDIvIDuate mIcroplastIche DI varIe tIpologIe, con una concentrazIone meDIa DI 1,6 mIcrogrammI per mIllIlItro.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), gli impatti delle microplastiche sull’uomo possono manifestarsi attraverso rischi di natura fisica, chimica o microbiologica[8]. Da un punto di vista fisico le microplastiche[9] e le nanoplastiche possono superare le barriere biologiche, come quelle intestinali, ematoencefaliche, testicolari e persino la placenta, causando danni diretti, soprattutto agli apparati respiratorio e digerente, che sono i primi ad entrare in contatto con le microplastiche. I rischi chimici, invece, sono provenienti dalla presenza di contaminanti come plasticizzanti (ftalati, bisfenolo A) o contaminanti persistenti (ritardanti di fiamma bromurati, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili) nelle microplastiche. Molti di questi contaminanti, in quanto interferenti endocrini, possono provocare danni al sistema endocrino, causare problemi nella sfera riproduttiva e nel metabolismo, sia nei figli di genitori esposti alle microplastiche durante la gravidanza, sia in età adulta a seguito di esposizione nelle fasi iniziali della vita (neonatale, infanzia, pubertà).
Secondo i dati di Confagricoltura, le donne attive nel mondo agricolo sono circa 256.815, con il 30% di titolari o socie (numeriche 2021). Demeter Italia ha raccolto le testimonianze di 3 imprenditrici, dal Nord e dal Sud e di settori diversi, che con il loro punto di vista si fanno portavoce dei valori della biodinamica e di cosa significa essere donna nel panorama odierno dell’agricoltura.
Abbiamo intervistato:
Dora Brio della Società Agricola Biodinamica Brio Mazziotta a Montescaglioso in provincia di Matera, che, insieme al figlio Donatello, coltiva circa 10 ettari ad ortaggi e agrumi in un terreno storicamente vocato all’agricoltura.
Federica Camerani, poliedrica vignaiola che assieme a sua madre Marinella Camerani coltiva 20 ettari a Mezzane di Sotto (Verona) producendo i vini di Adalia, Corte Sant’Alda e Podere Castagnè nella Valpolicella orientale.
Rosalia Caimo dell’azienda Terra di Lomellina in provincia di Pavia i cui 86 ettari in conduzione biodinamica dal 2006 producono riso, cereali e altri seminativi.
Cosa vuol dire al mondo d’oggi essere un’imprenditrice agricola?
Dora: “Nella nostra società, indipendentemente dal genere di appartenenza, non è semplice condurre un’attività economica, soprattutto al Sud. Noi donne abbiamo il compito di riaffermare quotidianamente le grandi conquiste storiche che abbiamo raggiunto, in particolare nei lavori che sono sempre stati ritenuti più adatti agli uomini, e di sfatare il mito che non possiamo ‘cambiare’ le regole dell’imprenditoria: abbiamo tutte le capacità per gestire un’azienda e migliorarla”.
Federica: “Penso che oggi sia arrivato il momento di non fare più distinzione tra imprenditore e imprenditrice. Il mondo dell’agricoltura unisce tutti gli attori della campagna e ha sempre avuto le donne, oggi protagoniste di questa realtà alla pari degli uomini, sempre presenti nei lavori delle famiglie contadine”.
Rosalia: “Le imprenditrici donne sono in aumento, soprattutto nel mondo biologico e biodinamico, perché l’agricoltura, con l’aiuto della tecnologia e dei macchinari, ha fatto passi da gigante, ponendo la forza fisica in secondo piano. Ma la ragione più profonda è legata al fatto che il lavoro agricolo si sta affrancando dalla sua connotazione storica di attività legata solo ed esclusivamente a soggetti più deboli e meno istruiti (basti pensare che la servitù della gleba in alcuni paesi è stata eliminata di recente). Tutti possono fare agricoltura, specialmente le donne, che sono più sensibili nei confronti della materia vivente e della terra”.
Perché hai scelto il metodo biodinamico?
Dora: “Nel 1996 ho costituito l’azienda agricola, dapprima a conduzione biologica, con l’intento di produrre cibo sano nel rispetto della natura. Nel 2011 uno dei maggiori esperti in materia, Alex Podolinsky, arriva in Basilicata per una serie di conferenze e da
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allora è iniziato il mio passaggio alla biodinamica. Per me ‘biodinamico’ non è solo un metodo di coltivazione, è anche un approccio al lavoro agricolo che mi permette di esprimere appieno la mia creatività”.
Federica: “Mi ritengo fortunata perché porto avanti un percorso di agricoltura biodinamica iniziato da mia madre e che io ho condiviso appieno. A mio avviso, biodinamico è sinonimo di qualità e rispetto. Qualità della nostra vita e di quella di animali, piante e di tutto ciò che ci circonda; rispetto per il presente che viviamo e per quello che lasciamo per il futuro”.
Rosalia: Ho iniziato a produrre riso e cereali biodinamici dopo i 35 anni ma da decenni leggo Steiner e mi interesso di antroposofia. Quando mi sono dedicata pienamente all’agricoltura, ho seguito vari corsi sulla biodinamica e ho messo in pratica quello che avevo
imparato sui libri. Applicare questi principi non significa soltanto adottare un metodo di coltivazione ma scegliere un vero e proprio stile di vita, nella sfera lavorativa e privata”.
Qual è il valore aggiunto di essere un’azienda biodinamica certificata Demeter?
Dora: “La sostenibilità è un tema attuale per il nostro e per altri settori, e possiamo dire che quella biodinamica sia la pratica agricola sostenibile per eccellenza: le piante si nutrono direttamente dall’humus presente nel terreno, la cui fertilità è la prima preoccupazione di chi coltiva, producendo così alimenti sani. La certificazione Demeter garantisce quindi al consumatore, attraverso un marchio riconoscibile in tutto il mondo, che il cibo che sta acquistando faccia bene alla sua salute e a quella dell’ambiente.
Federica: “Essere certificati Demeter, prima di tutto, significa condividere gli stessi principi di vita e di lavoro con colleghi e amici. È inoltre una strada per far conoscere a tutti l’agricoltura biodinamica ed è garanzia per il consumatore”.
Rosalia: “Il marchio Demeter ci consente di vendere i nostri prodotti al nostro target, attento alla salute e all’ambiente. Vi sono inoltre iniziative e convegni organizzati dall’associazione, utili per gli addetti ai lavori e per tutte le persone che desiderano approcciare questo metodo di coltivazione e fare networking”.
L’impegno delle donne e di tutti gli agricoltori del mondo biodinamico è quindi una costante. Non si tratta solo di un modo di fare agricoltura, ma di una vera e propria filosofia di vita. Demeter Italia, che ha sede a Parma, garantisce che ogni fase del processo, dalla produzione alla trasformazione dei prodotti, sia conforme ai principi di sostenibilità, nel rispetto della natura e del ciclo delle stagioni, e fa sì che le aziende possano fregiarsi di un marchio riconosciuto a livello mondiale.
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Il Cleansing Foam è un detergente viso in mousse, vegano, soffice e nutriente arricchito da ingredienti attivi e agenti detergenti. Uno degli ingredienti ricorrenti di questa linea 50+ consiste nelle cellule staminali vegetali estratte dagli ulivi, presenti anche in questo prodotto. Le cellule staminali donano alla pelle una forte carica di energia, rendendolo particolarmente adatto alle pelli mature, mentre altri ingredienti, come la Niacinamide e il Pantenolo, penetrano nella pelle idratandola, levigandola e migliorandone l’elasticità. Adatto a tutti i tipi di pelle, il Cleansing Foam può essere utilizzato per detergere la pelle e rimuovere il make-up da viso ed occhi. Allergy Certified, vegano, dermatologicamente testato, privo di profumazione https://perfumology.it/brand/ecooking/
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AMBADUÉ è un brand italiano di cosmesi biologica che parla di natura presentando delle garanzie: estratti vegetali di alta qualità, materie prime da fonti rinnovabili, attivi di derivazione naturale altamente innovativi. Nella foto la Maschera Relax: si tratta di una maschera viso di colore blu con un profilo sensoriale che potenzia l’effetto rilassante e calmante. Note tonde di giglio, elemi, mirra, olibano e sandalo si fondano con il blu, un colore morbido, accogliente, rasserenante e calmante. L’effetto è dovuto alla stimolazione dei recettori dei cannabinoidi cutanei, i quali inducono sensazioni di benessere che attraverso la pelle, giunge al cervello e quindi, a tutto l’organismo. Il pigmento blu è ottenuto da erbe medicinali indiane usando antiche tradizioni Siddha: la colorazione naturale ottenuta da fiori, cortecce, erbe, foglie e radici. https://ambadue.com/online/
Essenza: un nome che evoca sia il mondo delle fragranze sia le proprie radici, i propri valori, la propria interiorità, l’espressione del sé. Un design essenziale, uno stile grafico al tratto di grande impatto, jus ricchi e coinvolgenti e genderless. ESSENZA si articola in una pregiata collezione di fragranze declinate in 6 EAU DE PARFUM di cui 2 straordinari ELIXIR, ciascuna con un concept forte e volitivo sottolineato da un bouquet ricco e complesso, da cui spiccano 2 elementi principali che lo identificano. Il layering contraddistingue il brand: questa tecnica, che trae origine dalla routine cosmetica giapponese, viene traslata in ambito profumieristico e consiste nell’applicazione combinata di 2 fragranze. La sovrapposizione delle stesse, in misura e proporzioni diverse, consente di personalizzare al massimo la propria fragranza. https://www.essenzaparfums.it/
intervista al dott. massimo del sette
I problemi collegati alla vista sono meno conosciuti, quando si parla dei sintomi dell’ictus cerebrale. Come mai?
La parola al Dott. Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia Policlinico San Martino di Genova.
I disturbi visivi che possono essere espressione di un ictus, sempre a comparsa improvvisa, possono essere di vario tipo: impossibilità alla visione da un solo occhio, visione sdoppiata di oggetto osservato con entrambi gli occhi, difficoltà alla visione degli oggetti in una metà del campo visivo, a destra o a sinistra, visione offuscata per una oscillazione degli oggetti fissati. Possono passare inosservati o sottostimati, anche perché spesso si ritie-
ne che un sintomo visivo sia di esclusiva competenza oculistica anziché neurologica. Si può stimare che almeno il 20% di tutte le persone colpite da ictus ischemico presenti un disturbo della vista tra quelli elencati.
Perché è importante che la popolazione sia consapevole che anche i disturbi visivi vadano annoverati tra i sintomi di un possibile ictus?
Riconoscerli è fondamentale perché può fare risparmiare tempo prezioso per iniziare le terapie prima possibile, consentendo una diagnosi più precoce e garantendo un trattamento più efficace. I problemi visivi spesso vengono sotto-
valutati, o attribuiti a problemi oculari, oppure, se associati a cefalea, attribuiti a crisi emicranica. La perdita parziale o totale del campo visivo, in uno o entrambi gli occhi, è anche uno dei problemi visivi più comuni dopo un ictus e necessita di una riabilitazione specifica, che richiede un lavoro in équipe multidisciplinare e la creazione di un progetto personalizzato, prevedendo un percorso capace di accompagnare anche i possibili risvolti psicologici. Oggi vi sono diverse possibilità di recupero anche attraverso strategie di riabilitazione o di rieducazione alla visione, una funzione che è fondamentale per l’autonomia delle persone.
Secondo i dati di www.clinicabaviera. it, una delle aziende leader in Europa nel settore dell’oftalmologia, sette italiani su dieci soffrono della sindrome da visione al computer, una condizione temporanea che deriva dalla focalizzazione degli occhi sullo schermo di un Pc per periodi di tempo prolungati e ininterrotti e i cui sintomi spesso includono affaticamento della vista, prurito, secchezza oculare, visione offuscata, arrossamento o addirittura mal di testa e dolore alle palpebre.
Nell’era digitale, l’uso del computer sul posto di lavoro ha raggiunto livelli record, con oltre il 75% dei lavoratori che ne utilizza uno come parte fondamentale del proprio lavoro quotidiano, e con un conseguente aumento significativo dei casi di affaticamento degli occhi, secchezza oculare, visione offuscata e mal di testa, solo per citarne alcuni. L’uso eccessivo degli schermi è stato anche collegato a un maggiore sviluppo della miopia: si stima infatti che oltre il 30% degli italiani sia miope, in gran parte a causa del numero di ore che trascorre davanti a un computer.
Questo impatto negativo dell’uso dei dispositivi può essere però in qualche modo ridotto seguendo alcune pratiche corrette. Dagli esperti di Clinica Baviera ecco alcuni consigli per evitare che gli schermi danneggino gli occhi:
1. Mantenere una postura corretta La prima cosa da fare per evitare di danneggiare gli occhi con lo schermo del computer è mantenere una buona postura, in modo da ridurre l’affaticamento degli occhi. Si dovrebbe stare seduti con la schiena dritta, i piedi appoggiati sul pavimento e lo schermo all’altezza degli occhi, evitando di piegare le spalle e abbassare lo sguardo. La parte superiore dello schermo dovrebbe trovarsi all’altezza degli occhi o leggermente al di sotto di essi, in modo da consentire agli occhi di guardare verso il basso con un’angolazione comoda quando si osserva la parte centrale dello schermo. Quest’ultimo dovrebbe trovarsi a una distanza di circa 50-70 cm, più o meno a un braccio di distanza; se lo schermo è molto grande, è consigliabile aumentare un po’ la distanza. Anche l’inclinazione dello schermo è importante: dovrebbe essere leggermente inclinato all’indietro, di circa 1020 gradi, in modo che la superficie si trovi sempre a un’angolazione comoda per gli occhi.
2. Configurare correttamente lo schermo
Impostare correttamente lo schermo del computer è fondamentale per proteggere gli occhi e prevenire problemi come affaticamento visivo e secchezza oculare. Le dimensioni del testo devono essere adeguate: se il carattere è troppo piccolo, gli occhi possono sforzarsi troppo. Attraverso le impostazioni di visualizzazione del sistema operativo, è possibile aumentarne le dimensioni o impostare lo schermo alla sua risoluzione originaria per ottenere la migliore chiarezza possibile e quindi garantire che testo e immagini appaiano nitidi e non pixelati. Può essere una buona idea anche regolare la frequenza di aggiornamento (il numero di volte al secondo di aggior-
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namento dell’immagine sullo schermo), poiché una frequenza di aggiornamento elevata riduce lo sfarfallio, contribuendo così a ridurre di conseguenza l’affaticamento degli occhi.
3. Usare la giusta illuminazione
L’uso continuo del computer può causare spasmi nei muscoli ciliari dell’occhio, rendendo difficile cambiare la messa a fuoco dagli oggetti vicini a quelli lontani. Questo fenomeno è noto come “accomodazione inadeguata” e può peggiorare nel tempo se non si adottano misure correttive. È importante quindi assicurarsi che l’illuminazione dell’ambiente di lavoro sia adeguata: non bisogna lavorare in una stanza buia con lo schermo come unica fonte di luce. Un’illuminazione buona e diffusa nella stanza completa la luce dello schermo, evitando riflessi e abbagliamenti; l’ideale sarebbe la luce naturale, ma se non è possibile è meglio utilizzare un’illuminazione indiretta simile a quella ambientale. Lo schermo deve essere poi posizionato in modo da non ricevere la luce diretta del sole, né davanti a una finestra; inoltre, se possibile, andrebbe applicato un filtro anti-riflesso. Oltre alla luce ambientale, è necessario regolare la luminosità e il contrasto dello schermo, che deve corrispondere all’illuminazione ambientale; un trucco semplice e utile come riferimento è quello di guardare uno sfondo bianco: se lo schermo sembra una fonte di luce, allora è troppo luminoso; se sembra grigio e opaco, allora è troppo scuro. In ogni caso il testo deve essere facile da leggere. Una buona idea è anche quella di impostare il filtro per la luce blu in modo che si accenda automaticamente al crepuscolo e si spenga all’alba; questo è particolarmente utile se si lavora di notte, poiché la luce blu potrebbe interferire con il sonno.
4. Fare pause regolari
Fare pause regolari è molto importante per mantenere una buona salute degli occhi. È importante muovere gli occhi in direzioni diverse per rilassare i muscoli e ridurne l’affaticamento. Un esercizio molto consigliato e utile proprio in questo senso è quello di guardare un oggetto a circa 6 metri di distanza ogni 20 minuti per circa 20 secondi: è anche chiamata la regola del 20-20-20.
5. Sbattere frequentemente le palpebre
Sbattere frequentemente le palpebre aiuta a mantenere gli occhi lubrificati e a prevenire la secchezza oculare, una delle principali cause di disagio quando si utilizzano dispositivi elettronici. Quando si è concentrati sullo schermo, si tende inavvertitamente a sbattere meno le palpebre, il che spesso porta alla secchezza oculare e aumenta il rischio di contrarre infezioni agli occhi. Si dovrebbe cercare di sbattere le palpebre consapevolmente e spesso per mantenere gli occhi lubrificati.
6. Tenere gli occhi idratati
Come già detto, l’uso prolungato dei dispositivi provoca secchezza oculare, quindi, oltre a cercare di sbattere le palpebre più spesso, è bene anche idratare gli occhi. L’uso di lacrime artificiali può integrare la mancanza d’idratazione: si tratta di colliri che imitano la composizione delle lacrime naturali e aiutano a mantenere umida la superficie dell’occhio. È importante scegliere lacrime artificiali prive di conservanti, specie se devono essere usate frequentemente, e applicarle sempre secondo le istruzioni del prodotto.
7. Educazione e sensibilizzazione sul posto di lavoro
L’educazione e la sensibilizzazione sul posto di lavoro sono essenziali per proteggere la salute degli occhi dei dipendenti che trascorrono molto tempo davanti allo schermo del computer. Le aziende dovrebbero fornire una vera e propria formazione per prendersi cura della salute degli occhi, in modo che i dipendenti siano consapevoli delle migliori pratiche e di come attuarle. Incoraggiare un ambiente di lavoro che promuova pause regolari e adattamenti della postazione di lavoro può aiutare a prevenire problemi di salute visiva. .
8. Seguire una dieta equilibrata
Una dieta equilibrata ricca di vitamine, minerali e antiossidanti è essenziale per mantenere una buona salute degli occhi. Mangiare una varietà di frutta, verdura, pesce e noci, non solo aiuta a proteggere gli occhi dalle malattie legate all’età ma migliora anche la salute generale della vista. Gli esperti di Clinica Baviera spiegano cosa non dovrebbe mai mancare nella dieta:
9. Utilizzare alcuni utili strumenti digitali
Oggi esistono inoltre numerosi strumenti digitali che possono contribuire a migliorare la salute degli occhi e l’uso di filtri per la luce blu sui dispositivi è essenziale per ridurre l’affaticamento degli occhi. Software come f.lux, Night Shift (sui dispositivi Apple) e la modalità luce notturna (su Windows 10) regolano automaticamente la temperatura del colore dello schermo, riducendo la quantità di luce blu emessa. Oltre ai software, esistono occhiali con lenti speciali che filtrano la luce blu, ideali per chi passa molte ore davanti agli schermi.
10. Consultare un oftalmologo
Infine, è importante sottoporsi a visite oculistiche regolari per individuare precocemente i problemi di vista. Se si riscontrano sintomi persistenti di stanchezza oculare, visione offuscata o mal di testa, è bene consultare uno specialista.
Benessere, aziende, scuola, ambito socio-sanitario tra cui ospedale, cure palliative, anziani, carcere, disabilità. Sono questi i principali settori dei benefici comprovati dello Yoga della Risata, come verrà approfondito durante il IV Congresso Italiano che, dopo il grande successo del 2019 e una lunga attesa durata ben 5 anni, tornerà tra un mese, dall’11 al 13 ottobre 2024, sul Lago di Garda, al Parc Hotel di Peschiera del Garda (VR). Due gli interventi formativi, in modalità virtuale, dei fondatori indiani della pratica: il medico Madan Kataria e sua moglie Madhuri, inoltre si alterneranno sul palco tanti esperti, tra cui 1 medico, 3 psicologi, 6 professionisti sanitari.
Sarà un’esperienza corale, inclusiva e fortemente formativa, aperta a tutti e promossa dalla Master Trainer Lara Lucaccioni, una delle più attive al mondo, con l’obiettivo di promuovere il benessere delle persone e realizzare la missione del Movimento: salute, felicità e pace nel mondo attraverso la risata. Sono previsti oltre 30 appuntamenti, come talk e workshop con ospiti nazionali ed internazionali, formazione, buone pratiche, giochi, risate e Funny Night, per sperimentare la via più semplice ed economica al benessere. Obiettivi che sono confermati dalla media partnership con il settimanale Donna Moderna e dalla sponsorship dell’azienda di medicina naturale Prodeco Pharma, due realtà da sempre attente al benessere psico-fisico.
Lo Yoga della Risata è una pratica rivoluzionaria dall’enorme valore terapeutico, ideata nel 1995 e basata sull’intuizione unica che tutti possono ridere anche in assenza di umorismo, con innumerevoli benefici scientificamente dimostrati. Coinvolge oggi più di 3 milioni di persone in oltre 115 Paesi con migliaia di Club della Risata gratuiti, che ne sono il cuore. Sono oltre 500 quelli italiani (elenco geolocalizzato).
“Dopo 5 lunghi anni – puntualizza Lara Lucaccionisono felice e orgogliosa di promuovere di nuovo questo evento straordinario, aperto a tutti, per far sperimentare come ridere sia la miglior medicina a costo zero, come dimostrato dalla stessa ricerca scientifica. Non tutti, però, sanno come farlo. La via è quella indicata dello Yoga della Risata, che ci insegna a ridere anche quando la vita non ci sorride, con enormi benefici. Il Congresso, con l’intervento straordinario del fondatore della pratica, il medico Madan Kataria, sarà l’occasione per condividere tutte le applicazioni terapeutiche di questa pratica rivoluzionaria. L’obiettivo finale è diffondere salute, felicità e pace, secondo quella che è la missione dello Yoga della Risata!”
IL PROGRAMMA E I RELATORI
All’evento saranno presenti alcuni tra i principali esponenti italiani e stranieri della disciplina. Tra i relatori: la Master irlandese Tové Kane (azienda), il Master australiano Merv Neal, collegato online (salute mentale), il manager Ilario Tricarico (azienda), il medico Vittorio Fusco (ospedale), la biologa nutrizionista Leslye Pario (stress), lo psicoterapeuta Francesco Cianci (intelligenza emotiva), la psicologa Daniela Sirtori (psicologia), la docente universitaria Rosaria Cirillo (scienza della felicità), l’insegnante
a cura di V.cOriNi
Elena Berrone (scuola), la pedagogista Monica Lombardi (Pedagogia della Gioia), la psicologa clinica e della riabilitazione Anna Bondaschi (cure palliative), il fisioterapista Marco Squarzoni (interventi uno a uno), le infermiere Simonetta Pocchiesa (anziani e morte), Maura Como (pazienti oncologici) e Gabriella Mozzone (processo di guarigione), l’educatrice e pedagogista Cinzia Perrotta (carcere), la facilitatrice Lalla Ribaldone (disabilità).
CHE COSA È LO YOGA DELLA RISATA È una disciplina trasformativa, semplice ed economica, che si pratica anche da soli, ma la cui forza principale è data dal gruppo. Nasce dall’intuizione unica, secondo cui ciascuno di noi può decidere di ridere senza l’ausilio della comicità, portando il corpo a farlo per scelta: emettiamo il suono della risata e lo sosteniamo progressivamente attraverso la respirazione, per almeno dieci minuti, con gli stessi innumerevoli benefici, in quanto il nostro corpo non distingue una risata spontanea da una autoindotta. Tanto più che, dopo qualche risata autoindotta, essa finisce per diventare autentica e contagiosa. Se siamo in gruppo, ciò avviene grazie all’effetto dei neuro-
ni specchio e della giocosità sperimentata durante gli incontri; se siamo da soli, ci fa ridere il nostro sé che ride, che gioca con il suono delle risate e nutre il suo bambino interiore, e inneschiamo così la risata, respiro dopo respiro. Inspiro-trattengo e rido diventa la via per il nostro benessere!
I BENEFICI E LE RICERCHE SCIENTIFICHE
Dopo 10 minuti di risata incondizionata si scatena il cosiddetto joy cocktail, una produzione biochimica dall’effetto antidepressivo e ansiolitico, data dalla generazione dei cosiddetti ormoni del benessere, ossia endorfine, serotonina e ossitocina, e dall’abbassamento dell’ormone dello stress, il cortisolo. Inoltre, attraverso la pratica, si potenzia l’ossigenazione, rendendo più vitale ed energico il nostro corpo, diventando anche più presenti a livello mentale; aumentano le difese immunitarie, diminuisce lo stress fisico, mentale ed emotivo, si riducono il rischio di malattie al cuore e la pressione arteriosa, migliorano la digestione e il transito intestinale. Viene inoltre favorito il sonno, si creano profonde relazioni e si aumenta la resilienza.
Sono oltre 700 le ricerche scientifiche che attestano tali benefici. Tra le numerose riguardanti la diminuzione del cortisolo, l’ormone dello stress, grazie alla risata, la più significativa è la meta-analisi del maggio 2023 , comprendente 8 studi e 315 partecipanti. Da questa ricerca è emerso che con la risata - spontanea e non - si può ottenere una riduzione del cortisolo del 31,7%. Anzi, con una singola sessione di risate autoindotte si giunge addirittura al 36,7%. Queste analisi hanno dimostrato il potenziale ruolo terapeutico degli interventi che inducono alla risata come strategia complementare per migliorare il benessere di tutti ed evidenziano la necessità di ulteriori ricerche volte a migliorare la nostra attitudine alla risata.
Per informazioni e per rimanere aggiornati: congressoyogadellarisata.it.
Il concetto di benessere per una persona che vive con demenza è spesso frainteso. Se pensiamo che essa perda progressivamente la propria identità, potremmo rischiare di prendere decisioni al suo posto, credendo di agire per il suo bene. Iniziamo a scegliere noi il suo menù, la coinvolgiamo in eventi sociali che non ha richiesto e le facciamo vivere attività che riteniamo adatte per stimolarla cognitivamente. Tuttavia, in questo modo, corriamo il rischio di sottrarre alla persona con demenza il diritto di decidere per sé stessa e di partecipare attivamente alla propria vita quotidiana. Il benessere comprende anche il creare momenti di vita significativi, alimentati da emozioni positive e relazioni sociali autentiche. È fatto di natura, risate, silenzio e comprensione. Questo vale anche per le persone con demenza: recenti studi hanno dimostrato che possono raggiungere un buon livello di benessere, se si pone l’attenzione su concetti come autoefficacia e gioia. I ricercatori definiscono il benessere come l’equilibrio tra le risorse personali e le sfide quotidiane, un obiettivo che è raggiungibile anche per chi vive con la demenza. Quali sono allora gli indicatori di benessere per una persona con demenza? Possiamo elencarne alcuni fondamentali. Innanzitutto, il benessere emotivo: stati d’animo positivi, anche legati a semplici attimi di gioia nel presente; il significato della vita, che permette di accettare e accogliere la diagnosi passando dai limiti alle possibilità; il senso positivo di sé, che comprende l’identità (io sono) e l’autoefficacia. Infine, l’attività e le esperienze che si vivono: restare attivi e impegnati in attività di valore, che diano un senso di autonomia ed appartenenza è cruciale, così come coltivare buone relazioni sociali. Non meno importante è il sentirsi soddisfatti della propria vita così com’è, senza il peso delle aspettative esterne. Le persone con
demenza meritano di vivere in un ambiente che coltivi questo senso di benessere. La cura quotidiana può essere arricchita di significato quando diventa non solo un insieme di gesti, ma un rituale che nutre sia chi riceve, sia chi dona.
Dalla routine al rituale: la cura come danza Immagina la cura quotidiana non come una serie di compiti da spuntare, ma come l’arte della preparazione di un tè pregiato. Non è sufficiente gettare acqua calda sulle foglie: c’è bisogno di attenzione, di un ritmo preciso. Proprio come l’acqua che scorre lenta nella tazza, il prendersi cura di una persona con demenza richiede presenza, intenzione e l’abilità di sintonizzarsi sui bisogni dell’altro. La routine può trasformarsi in un rito, un momento di connessione autentica. La cura, spesso, rischia di restare incastrata nel susseguirsi delle mansioni da completare. Tuttavia, per trasformare ogni gesto in un atto significativo, dobbiamo recuperare la dimensione del senso e del significato all’interno delle azioni che possono diventare un rituale di valore. Questo significa considerare ogni interazione come una danza, in cui il carepartner o il professionista della reazione di cura e la persona con demenza si muovono insieme, in uno scambio dinamico di rispetto, gentilezza e dignità. La cura ha bisogno
A cura del Team Sente-mente®: interventi di confronto, crescita, sviluppo, sostegno e allenamento per uscire dallo stato di impotenza e per allenare la resilienza. Contenuti per: persone che vivono con la demenza, carepartners, professionisti della cura e della relazione, leader di servizi socio-sanitari. Vuoi iscriverti all’esclusiva newsletter di Sentemente®? Entra nel sito www.letiziaespanoli.com e iscriviti per ricevere idee, riflessioni, materiale di approfondimento e contenuti speciali. Inoltre, sarai aggiornato su tutte le opportunità formative del modello. Vuoi iscriverti alla Scuola di Formazione per l’allenamento delle tue soft skills? Ogni settimana sul canale Telegram di Giorni Felici esercizi, esperienze e riflessioni per allenare la resilienza, l’autoefficacia, la speranza e l’ottimismo. Su Spotify trovi due canali ricchi di contenuti straordinari: Sente-mente® Voice e Giorni Felici Voice
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Elena Mantesso elena.mantesso@sente-mente.it
Il benessere per le persone con demenza è fatto dI presenza, emozIonI e momentI sIgnIfIcatIvI dI vIta.
di ricercare e cogliere le potenzialità dell’altro, quel potenziale che è molto di più di una risorsa “residua”, non è ciò che resta, ma ciò che esiste ed esisterà fino all’ultimo respiro. Quando riusciamo ad essere presenti non solo nel fare, ma anche nell’essere, allora possiamo trasformare anche i momenti più semplici in occasioni di vera cura.
La buona cura come progetto sartoriale Come afferma il Professor Sandro Spinsanti “ridurre la cura a prestazioni significa deformarne il significato umano e sociale.”
Ogni incontro rappresenta una opportunità di connessione e di crescita reciproca. Ogni piccolo gesto può diventare straordinario, se accompagnato dalla consapevolezza dell’importanza di ciò che facciamo. In questo modo, non ci limitiamo a “fare” la cura, ma diventiamo parte di un processo che arricchisce noi e l’altro. La nostra presenza può far sbocciare un fiore di umanità anche nelle situazioni più difficili. Il focus, quindi, non è la diagnosi o la malattia, ma la persona, con la sua storia di vita, i suoi valori, i suoi bisogni, i suoi desideri e non desideri, i suoi diritti e le sue volontà. Per questo la buona cura non può trovare terreno fertile nella standardizzazione, ma si nutre della personalizzazione.
Numerosi giovani della Gen Z si rivolgono al mio studio di Consulenza Sessuologica, per riflettere sull’amore e sul suo significato. Ecco cosa è emerso dalle loro testimonianze:
1) l’amore è fatica, troppo impegnativo: Il primo punto che emerge è questo: per la Gen Z, l’amore rappresenta un impegno, una limitazione della propria libertà. I ragazzi sono cresciuti in un contesto narcisistico, con genitori iper-protettivi e un forte individualismo, è normale, quindi, che non comprendano il concetto di sacrificio per l’altro e che l’idea della dipendenza emotiva – anche se positiva – li spaventi. Scegliere di stare in una relazione significa entrare in una dimensione intima, esporre le proprie vulnerabilità, i propri bisogni, dare spazio ai sentimenti più veri, e vedere l’altro come uno specchio che riflette luce e non ombre su di noi.
2) hanno paura di soffrire. Tuttavia, la percepita fatica e la sensazione di limitazione non sono le uniche – né forse le vere – ragioni per cui i giovani oggi sono restii ad avere relazioni. Dietro l’intollerabile idea di dover giustificare le proprie scelte a qualcun altro, si nasconde una paura più profonda: quella di soffrire, di es-
a cura della dott.SSa roSa peroSi
sere abbandonati, di non essere più al centro dei pensieri dell’altro. Alcune ragazze mi raccontano: “Quando qualcuno ti piace, invece di pensare “Mi farà stare bene”, pensiamo “Mi farà stare male”». Una consapevolezza che, da una parte, dimostra come le nuove generazioni siano coscienti che il rapporto più impegnativo che dobbiamo affrontare prima di poterci dare a qualcun altro è quello con noi stessi, dall’altro, li induce a restare sempre un passo indietro.
3) preferiscono le “situationship”. Attenzione: questo non significa che non attribuiscano valore ai sentimenti. L’amore è ancora uno dei valori in cui credono. Ed è proprio qui che risiede il paradosso. I ragazzi ci pensano, lo hanno in mente, lo desiderano, ma ne sono spaventati e quindi lo evitano. E cosa fanno? Spesso abbandonano per primi, anticipano le mosse, cercando di gestire le proprie paure emotive. Oppure, come accade sempre più spesso, si trovano in quella che chiamano “situationship” o “amicizia con benefici”. Lucia, 25 anni, fidanzata da sei, la descrive così: “ci si incontra, ci si bacia, si fa sesso, ma senza mai definirsi una coppia”. Un approccio che, ai tempi della generazione Boomer, non esisteva: dopo il primo bacio arrivava immediatamente la fatidica domanda: “Allora, stiamo insieme, giusto?” E sarebbe stato un problema se il ragazzo avesse esitato a rispondere.
4) vivono “situazioni” più che “relazioni”. In una società sempre più fluida, dove la sessua-
lità è più osservata nei film porno o nelle app di incontri che vissuta realmente, molti giovani scelgono di non impegnarsi troppo in una storia il cui destino è incerto. E così, invece di “relazioni”, preferiscono vivere “situazioni”. Una forma di «disimpegno emotivo», come lo definisce Elisa, che lo ha vissuto in prima persona, in cui i confini sono molto labili e incerti, e proprio per questo appaiono più rassicuranti. Anche se in realtà non lo sono: perché la mancanza di impegno non implica necessariamente assenza di stress. Anzi, la mancanza di definizione, a volte, può riempire la mente di incertezze, incoerenze e imprevedibilità.
Perché la Gen Z mette troppa testa e poche emozioni? C’è chi, però, desidera vivere una storia autentica, dichiarata. Ma in molti casi si tratta di relazioni vissute in maniera “normalizzante”, assopita, con il freno a mano tirato, dove le emozioni sembrano essere sedate, intrappolate, chiuse in gabbia. «Sono stato fidanzato per un anno. Sembrava un matrimonio più che una storia d’amore tra ragazzi», racconta Lorenzo, 22 anni. In altre parole, zero trasgressione, nessun gesto impulsivo, ma piuttosto serate a casa e vacanze con i futuri suoceri. Anche questo è un modo per razionalizzare i sentimenti, per non viverli d’istinto e per avere l’illusione di controllare la situazione. Eppure, l’amore, specialmente a vent’anni, andrebbe vissuto senza paura, ma come una possibilità di crescita e cambiamento, poiché offre l’opportunità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un’altra persona. Per farlo, i giovani devono riscoprire il bisogno naturale di essere amati per ciò che sono e di amare con autenticità.
Abbiamo compiuto 20 anni e abbiamo deciso di avere un figlio.
Scelta coraggiosa, direte voi.
È vero ma è il regalo più bello che potevamo farci; per chi come noi vuole tramandare tutta la bellezza della quale è stato fortunato spettatore.
Abbiamo dato alla luce MCGWEEK, venite a conoscerlo. mcgweek.it
È toccato alla Mahler Chamber Orchestra, l’ensemble fondato da Claudio Abbado, sotto la direzione di Antonello Manacorda e con la partecipazione della soprano Anna Proaska, inaugurare a Verona, lo scorso 8 settembre, la XXXIII edizione de “Il Settembre dell’Accademia”. Cinque appuntamenti suggellati, lo scorso 29 settembre, dal magnifico concerto dell’Orchestre des Champs-Elysées diretta da Philippe Herreweghe nel segno di Bruckner, nel doppio centenario dalla nascita. Sul leggio dei ragazzi della MCO, la Berceuse Elégiaque di Busoni, composta in memoria della madre e presentata nella versione per orchestra per la prima volta nel 1911a New York con la direzione di Mahler - di lì a poco prematuramente scomparso -, i Siebenfrühe Lieder dello stesso Mahler trascritti per orchestra e soprano da Eberhard Klokea, e la rivoluzionaria Sinfonia n. 9 di Dvořák “Dal nuovo mondo”, una delle pagine più celebri e sorprendenti dell’ultimo Ottocento : musica
Cinque appuntamenti suggellati dal ConCerto dell’orChestre des Champs-elysées LOVE LIES BLEEDING IO SONO UN PO’
Un film furbo, ammiccante e volutamente ironico. Un eccesso che intrattiene. Due donne si innamorano ma devono fare i conti con una famiglia violenta. (Fonte mymovies.it)
perfetta per la Mahler Chamber Orchestra che d’incontro di civiltà - con 50 musicisti che rappresentano 27 nazionalità - è da sempre fautrice e ambasciatrice..
Mahker Chamber Orchestra
di giorgia poli
L’autolesionismo dei soldati durante il primo conflitto mondiale come specchio della follia di ogni guerra. Gianni Amelio gira un film ambientato in Friuli-Venezia Giulia, durante la Grande Guerra. (Fonte mymovies.it)
Il teatro Patologico di Dario D’Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla malattia mentale. (Fonte mymovies.it)
Un affettuoso mix di dramma e commedia sul set esplosivo di un film che non si riesce a concludere. La storia ruota attorno a Simon che sta dando il via alle riprese di un film sulla lotta combattuta da un gruppo di operai per mantenere in vita la loro fabbrica e, con essa, il loro lavoro. (Fonte mymovies.it)
Un concerto a Mollège, uno a Fuveau. E, lo scorso 15 agosto, in un’unica folle journée, ben tre concerti, di cui uno – l’ultimo, serale – nello scrigno del palco principale. Unica formazione italiana, il Trio Kobalt – Irené Fiorito al violino, Lorenzo Guida al violoncello e il casalasco Riccardo Ronda al pianoforte – ha preso parte a questa edizione numero 44 del Festival International de Piano de La Roque d’Anthéron, luogo magico situato nella Provenza delle immagini da cartolina; un paesino di nemmeno cinquemila abitanti che nei trenta giorni di Festival si prepara ogni anno ad accogliere la gioiosa invasione di migliaia di spettatori al giorno, nella meraviglia del Parc du Château de Florans. Qui il Trio, formatosi presso il Conservatorio di Lugano, ha seguito le lezioni del prestigioso Trio Wanderer. Al termine del serrato calendario di lezioni, via, comme il faut, subito in scena, nella giornata dedicata ai gruppi da camera, con la simbolica investitura di formazione di rango ricevuta proprio sul palco centrale del Parc du Château sulle note del secondo Trio op.76 di Joaquin Turina, magnificamente srotolato di fronte ad un pubblico numeroso e noncurante del tempo incerto.
Una generazione. È questo lo scarto che costituisce l’arcata temporale lungo la quale si estende l’avvincente percorso di ascolto che l’etichetta Stradivarius dedica alla musica italiana per violoncello e pianoforte composta a cavallo tra fine del XIX secolo e prima metà del XX, con la chicca ulteriore di due prime incisioni assolute. Sul leggio di Chiara Burattini e Umberto Jacopo Laureti, interpreti che, pagina dopo pagina, rivelano, nella spiccata, naturalissima eleganza del loro serrato dialogo, quanto ricca e articolata sia la scena cameristica italiana in questo scorcio di storia, sfilano in un’ideale galleria di ritratti i volti di Ferruccio Busoni, Ermanno Wolf-Ferrari, Gian Francesco Malipiero. Accanto, all’ombra delle loro giganteggianti figure, i profili di Domenico Alaleona e di Enrico Mainardi, personalità di prima grandezza che questo lavoro discografico contribuisce a portare in piena luce e a scoprirne le differenti ma altrettanto spiccate individualità, anche nel fitto intreccio delle relazioni umane e dei reciproci influssi.
Ancora una settimana per poter visitare la mostra personale del visionario artista e coreografo Jan Fabre
L’ autore belga Jan Fabre espone presso la Galleria Gaburro di Via Cerva 25, a Milano. Famoso per la scultura in bronzo De man die de wolken meet, ossia L’uomo che misura le nuvole e Searching for utopia “Alla ricerca dell’utopia” Jan Fabre è considerato uno dei più controversi e geniali artisti contemporanei.
Inaugurata il 19 settembre Stella, un’esposizione che si svolge attraverso installazioni video, fotografie, disegni e sculture che celebrano l’amore e la bellezza tanto cari all’artista. La mostra curata
da Melania Rossi nasce in occasione dell’evento al Teatro Out Off di Milano che presenterà, in prima visione, cinque monologhi di Jan Fabre. Una drammaturgia che trasporta lo spettatore in un viaggio atemporale dove la protagonista Stella Höttler veste i panni di Cassandra, mitica profetessa inascoltata, in estasi religiosa con i piedi nudi nella terra soffice che si carica dell’energia della natura. Sulla scena insieme a lei si muovono delle tartarughe considerate creature guida. Pare che sul loro carapace sia disegnata la natura ciclica del tempo. Sagge, pazienti e caratterizzate da una lentezza che sovverte leggi e limiti, le tartarughe sono protagoniste di storie e racconti che costellano il pensiero umano, omaggiate dall’artista in una speciale selezione di sculture e disegni esposti in mostra.
Jan Fabre ci ricorda la nostra parte più profonda, quella dell’abbandono al flusso naturale che ci fa entrare in sintonia con l’energia del cosmo. Se nell’opera filmica Stella è la profetessa oracolare in estasi, nella serie di fotografie in mostra, dal titolo Smoking Stella, la stessa attrice, con indosso ancora i vestiti colorati di scena, è nella versione rilassata da backstage.
Vediamo questa donna bellissima che gioca con una sigaretta accesa: in queste fotografie, rigorosamente scattate dall’artista in analogico, c’è il richiamo alla pittura d’interni fiamminga ma anche alla fotografia erotica anni Settanta.
Proprio grazie ai manifesti femministi di quegli stessi anni, oggi questa donna può liberarsi dal messaggio politico e giocare con la sua licenziosità consapevolmente. La luce calda, le pose audaci e intime, la bellezza piena di un giovane corpo femminile, la sigaretta a porre l’accento su
Dopo il successo delle precedenti tappe al Mudec di Milano, a Palazzo Barberini di Roma e a Palazzo Ducale di Genova, dal 2 ottobre 2024 al 23 febbraio 2025 al Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova arriva “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”, la mostra che racconta al pubblico questo straordinario processo creativo.
era mio paDre. nuova eDiz.
Giovanni, un giovane maldestro e disorientato la cui vita è puntellata dalla presunta stabilità della sua famiglia, dall’amore assurdo e platonico per Chiara e da poche altre consapevolezze, un venerdì sera che sembrava trascorrere nel modo più pacato e ordinario, riceve la notizia della sparizione del padre. A partire da questo accadimento imprevisto e dirompente, il protagonista si trova di fronte alla sfida più importante della sua esistenza...(www.ibs.it)
volevo essere una FarFalla. come l’anoressia mi ha inseGnato a vivere
Michela Marzano è un’affermata filosofa e scrittrice, un’autorità negli ambienti della società culturale parigina. Dalla prima infanzia a Roma alla nomina a professore ordinario all’università di Parigi, passando per una laurea e un dottorato alla Normale di Pisa, la sua vita si è svolta all’insegna del “dovere”. Una volontà ferrea, ma una costante violenza sul proprio corpo...(www.ibs.it)
alcune parti del corpo di questa seducente Pandora contemporanea. Jan Fabre, con ironia sensuale, ci invita a riconsiderare questi antri come porte attraverso le quali proviamo a conoscere il mondo. Porte da cui sbirciamo ciò che è esterno a noi e che ci permettono di sentire, godere, soffrire. La serie fotografica fa parte di un progetto di multiplo, realizzato con la casa editrice Parallelo42 Contemporary Art, edizione speciale, dal design prezioso. Smoking Stella appare come un intimo manifesto poetico in cui Fabre, da artista e da uomo, sceglie di consegnare alla sinuosità di un corpo di donna il potere del fuoco, il mistero del fumo, la perseveranza del rito. Nella visione da vanitas dell’artista belga, tutto questo si fa fumo di una sigaretta. Fascino metamorfico e potente le cui origini risalgono ad epoche remote della storia umana. Il corpo della giovane donna in estasi diventa il corpo dell’arte, oracolo moderno da interpretare, osservare, vivere. Orari di apertura dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 13.00 dalle 14.00 alle 19.00. www.galleriagaburro.com
Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider. Al Mudec dal 12 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025 Milano
Elio Fiorucci. Triennale di Milano, dal 6 novembre 2024 al 16 marzo 2025
MATISSE PICASSO MODIGLIANI MIRÓ. Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble 05 Ottobre al 12 Gennaio 2025 Padova, Palazzo Zabarella
FOTOGRAFIA E FEMMINISMI. Storie e immagini dalla Collezione Donata Pizzi 05 Ottobre al 15 Dicembre 2024 Ravenna Fondazione Sabe
veronika DeciDe Di morire
Veronika ha ventiquattro anni, una vita normale, eppure non è felice.Per questo decide di morire, ingerendo una dose eccessiva di sonniferi. Ma il tentativo fallisce e si risveglia tra le mura dell’ospedale psichiatrico di Villete, dove il suo cuore ammalato scopre un universo di cui Veronika non sospettava l’esistenza. Qui conosce Mari, Zedka, Eduard, persone che la gente “normale” considera folli, e incontra il dottor Igor, che attraverso una serie di colloqui cerca di eliminare dall’organismo di Veronika l’amarezza che la intossica... (www.ibs.it)
la priGione
Ad Alain Poitaud, direttore appena trentaduenne di un settimanale di enorme successo, bastano poche ore per smettere di essere l’uomo che è stato e «diventare un altro». Accade in una piovosa sera di ottobre, allorché, tornando a casa per cambiarsi in vista di una cena in compagnia della moglie Jacqueline e della piccola corte di cui è solito circondarsi, trova ad aspettarlo davanti al portone un ispettore della Polizia giudiziaria...(www.ibs.it)
Negli ultimi anni l’Associazione Culturale Chronos3 si è imposta nel territorio bresciano e mantovano come nuova realtà creatrice di progetti culturali innovativi e attenti al territorio.
Un lavoro che ha portato registi e attori a calarsi nel nostro territorio, dando vita ad eventi di grande successo.
Un mix di innovazione e tradizione teatrale sapientemente misurati dai tre direttori artistici, Nina Arioli, Vittorio Borsari e Manuel Renga, e dalle tante collaborazione con le nuove compagnie teatrali under 35 del panorama italiano ed internazionale.
Abbiamo incontrato per MCG magazine Vittorio Borsari.
Quando nasce e come si sviluppa l’attività dell’Associazione Culturale Chronos3 ? Chronos3 nasce nel gennaio 2013 presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano dall’incontro di tre registi: Manuel Renga, Vittorio Borsari e Valentina Malcotti.
Al nucleo di partenza si è aggiunta nel settembre 2023 Nina Arioli operatrice di teatro sociale, e dal 2016 Elisabetta Bonelli per il comparto amministrativo/organizzativo.
I tre registi hanno creato progetti collettivi o singoli presentati nei teatri più importanti a livello nazionale: Piccolo Teatro, Teatro Franco Parenti, ATIR, Teatro Libero, Teatro della Cooperativa, Festival
di paolo carli
l’AssociAzione culturAle chronos 3 si è impostA nel territorio bresciAno e mAntovAno come nuovA reAltà creAtrice di progetti culturAli innovAtivi e Attenti Al territorio.
di Asti, Festival Fringe di Torino, IT Festival Milano. Tutti i progetti targati Chronos3 si collocano nell’ambito della drammaturgia contemporanea mettendo in scena le opere di giovani autori impegnati ad indagare la complessa realtà dell’oggi.
Dal 2014 la compagnia è socia del Teatro Libero a Milano e dal 2016 Manuel Renga diventa codirettore artistico del teatro.
Dal 2015 la compagnia fa parte del Circuito Ministeriale Multidisciplinare della Lombardia CLAPS Spettacolo dal Vivo, dando valore ad un lavoro che si sta consolidando sul territorio della regione.
Dal 2016 ad oggi Chronos3 viene selezionata attraverso il bando NEXT di Regione Lombardia, circuitando così in importanti teatri di tutta Italia. Nel 2016 il progetto Circuito Contemporaneo / Switch on! vince il finanziamento triennale del bando FUNDER35 di Fondazione Cariplo.
Dal 2013 la rassegna Circuito Contemporaneo si
sviluppa stabilmente nei comuni di Carpenedolo, Brescia e Toscolano Maderno.
Nel 2022 vince il finanziamento triennale del bando FUNDER35 di Fondazione Cariplo, con il progetto annuale “Luoghi parlanti”. Bando e progetto che trovano la loro continuità nel 2024 con IN MY PLACE
Cosa caratterizza le proposte di Chronos 3 ?
La direzione artistica dell’Associazione Culturale Chronos3 è caratterizzata da azioni che seguono da sempre 4 principali direzioni:
- Teatro come Territorio
Le scelte produttive della compagnia hanno da sempre cercato di radicarsi in un vasto territorio intorno al Lago di Garda, luogo di provenienza dei fondatori della compagnia, immaginando di costruire in diverse sedi un efficace e duraturo rapporto con le comunità locali. Chronos3 è presente in numerosi teatri di provincia, ma anche in luoghi differenti spesso non convenzionali dove è ancora più necessario costruire nuove visioni per la popolazione.
- Teatro come Tecnologia
Costruire progetti, rassegne e spettacoli site specific mettendo al centro la tecnologia in campo artistico. Si tratta di portare in luoghi in cui ciò non è usuale, una nuova visione di teatro e di arte, fortemente correlata con la modernità.
- Teatro come Drammaturgia Contemporanea Da sempre la direzione artistica ha cercato di lavorare a spettacoli che trattassero temi e contenuti di grande attualità (diritti e dignità della singola persona, stranieri di seconda generazione , migrazione.. ) Per farlo ci si è sempre affidati a giovani autori tra i più premiati e riconosciuti a livello nazionale (Emanuele Aldrovandi e Tobia Rossi fra gli altri).
- Teatro come Educazione
Molta attenzione è riservata alle azioni educative e di audience development. Crediamo sia fondamentale immaginare un futuro dove spettatori e nuove generazioni possano intrecciare il loro percorso facendo un’esperienza profonda dell’arte teatrale.
Quanto è importante l’aspetto formativo per la vostra realtà?
Tra le attività principali dell’Associazione Culturale Chronos3, oltre alla produzione teatrale, c’è la proposta formativa teatrale con laboratori per amatori e professionisti, in diverse fasce d’età. Questa attività si concretizza nel 2017 con la creazione della Scuola di Teatro A.C.T., attiva nelle province di Brescia e di Mantova proponendo corsi di teatro per amatori e professionisti in diverse fasce d’età, ma anche laboratori d’arte e workshop professionalizzanti su temi specifici come: dizione e public speaking.
La pedagogia di Scuola A.C.T. non mira ad insegnare un metodo unico, ma a creare e modellare lo stile personale di ogni allievo, con l’intento di permettere a ciascuno di vivere l’esperienza del teatro offrendo, a chi nutre un interesse verso questa forma d’ arte, l’opportunità di accedervi attraverso una struttura operativa qualificata per la formazione teatrale.
In questi anni abbiamo collaborato con tanti Comuni e scuole di diverso ordine e grado del mantovano/bresciano : Asola, Volta Mantovana, Castiglione delle Stiviere, Medole, Carpenedolo, Montichiari, Padenghe sul Garda, Salò, Toscolano Maderno, Gardone, Gargnano, Tignale e Tremosine.
All’interno delle scuole, i nostri operatori teatrali conducono progetti atti a sostenere i bambini e i ragazzi nella didattica e nella crescita, con un’attività formativa dal carattere espressivo e culturale. È per noi da sempre importante sostenere il fatto che, fare teatro a scuola, sia un supporto emotivo e sia di supporto trasversale a tutte le discipline. Oltre ai laboratori, dal 2023 Chronos3 organizza per gli istituti superiori delle matinée a tema, altro progetto che vuole coinvolgere i ragazzi in temi di attualità attraverso lo strumento del teatro.
Cosa raccontano i vostri spettacoli.
I nostri progetti vogliono rapportarsi con i principali temi d’attualità che circondano le nostre vite. Provando ad offrire, in modo semplice e profondo, chiavi di lettura della realtà.
Molto importante è il rapporto con tanti giovani autori italiani ormai lanciatissimi anche nella letteratura e pubblicati dalle principali case editrici italiane quali Einaudi e Mondadori. Ci riferiamo a Emanuele Aldrovandi, Tobia Rossi e Giulia Lombezzi.
L’ultima importante produzione “Cardio Drama. Spettacolo semiserio su un organo quasi perfetto”, è stata elaborata grazie all’incontro con l’ex primario di cardiologia della Poliambulanza di Brescia Claudio Cuccia e a un percorso di studio
all’interno dell’ospedale intervistando più di 40 persone di tutte le età.
Lo spettacolo con grande successo sta facendo tournée da due anni e ad inizio giugno è andato in scena anche al Teatro Bibiena per ASST Mantova. Come è stato l’ultimo anno di attività?
Soprattutto in questo ultimo anno abbiamo sviluppato molti progetti orientati al racconto teatrale del nostro territorio, della nostra storia e delle nostre tradizioni. In particolare Luoghi Parlanti che ha coinvolto i comuni di Montichiari e Carpenedolo, ha rafforzato la rete della nostra associazione con gli enti amministrativi e scolastici.
Il progetto ha creato un’offerta culturale per la fascia 6-11 anni per avvicinarli alla conoscenza dei luoghi della cultura dei nostri territori. Le visite teatralizzate sono state rivolte agli istituti comprensivi con repliche aperte anche al pubblico. E a conclusione del progetto l’esito di un laboratorio teatrale realizzato da alcuni bambini delle classi quarte e quinte della scuola primaria.
Due sono state le produzioni più importanti di questo ultimo anno, la prima, in collaborazione con MaMiMò Teatro Piccolo Orologio, “La Pietra” di Marius von Mayenburg con la regia di Manuel Renga, che ha debuttato a gennaio.
A maggio ha debuttato “Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi”, dal testo di Davide Carnevali e con la regia di Vittorio Borsari, produzione Chronos3.
Progetti futuri?
Nel prossimo futuro saremo sempre più impegnati nell’arricchimento delle nostre proposte.
A partire da ottobre attiveremo una nuova sede per i corsi di teatro di Scuola A.C.T. a Montichiari (BS).
Sempre da ottobre, saremo in tournée in Piemonte, Friuli, Trentino e Marche con lo spettacolo “Cardio Drama” toccando anche il 27 novembre la prestigiosa sala del Teatro Grassi di Milano presso Il Piccolo Teatro.
Abbiamo in programma due nuove produzioni, una delle quali debutterà a febbraio 2025. Con la regia di Vittorio Borsari, testo di Giulia Lombezzi, questo nuovo spettacolo affronterà in modo ironico e intelligente il grande tema dell’educazione dei figli. Il progetto IN MY PLACE, in prosecuzione di “Luoghi Parlanti” coinvolgerà, oltre a Carpenedolo e Montichiari, anche il Comune di Volta Mantovana. L’offerta culturale, sempre rivolta alla 6-11 anni; in particolare, il nostro nuovo progetto per questa preziosa fascia d’età intende sviluppare delle attività creative e partecipate, volte ad abbattere le “barriere” e offrire uno sguardo inclusivo attraverso lo strumento del teatro e vivendo i luoghi della cultura del nostro territorio.
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Alice, 8 anni, ha superato una leucemia.
la chiesa più amata dai mantovani e più frequentata dai turisti che spesso la scambiano per un battistero. La Rotonda di San Lorenzo è un meteorite romanico al centro di Mantova, città che invece vive più di gotico e rinascimento. La storia millenaria di questa chiesa è legata in particolar modo a Matilde di Canossa che, secondo la tradizione, ne volle la costruzione nelle forme del Santo Sepolcro di Gerusalemme per sciogliere un voto fatto dal padre Bonifacio e non realizzato a causa della sua morte improvvisa. Eppure in questi quasi 1000 anni di storia possiamo individuare almeno 5 date fondamentali per ripercorrerne le vicende.
312 – è la data riportata sul marmo che fa da architrave al portale che si trova di fronte alla scalinata e si apre sul piccolo sagrato che un tempo ospitava il piccolo cimitero della chiesa (ricordato dalla lapide con la scritta PAX). La data ricorda probabilmente la dedicazione di una chiesa a San Lorenzo, martirizzato proprio il 10 di agosto del 258, in questo luogo e costruita secondo la tradizione su un sito occupato da un tempio pagano. Dell’epoca romana resterebbero a perenne ricordo le due colonne in pietra poste di fronte alla piccola abside che contiene l’altare. Forse questa era la chiesa più antica di Mantova considerando che nel 312 i cristiani sono ancora perseguitati (solo un anno dopo, nel 313, l’editto di Costantino consentirà di praticare liberamente il cristianesimo all’interno dell’impero).
1083 – la tradizione fa risalire a quest’anno l’edificazione della Rotonda di San Lorenzo per volere di Matilde di Canossa. La data è incisa sull’architrave dell’ingresso principale della Rotonda, quello in asse con l’abside e oggi inutilizzato per l’innalzamento del livello stradale. Matilde ha 35 anni e solo 6 anni prima aveva raggiunto il suo massimo successo politico con il perdono di Canossa che aveva visto la pacificazione tra papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV nel castello sui colli reggiani. Secondo alcuni studiosi la Rotonda avrebbe potuto essere la cappella palatina di Matilde al fianco del suo palazzo (collocato forse nello spazio dell’attuale Palazzo della Ragione) ripetendo la struttura che si trova ad Aquisgrana, la capitale dell’impero di Carlo Magno. All’interno della Rotonda rimangono lacerti di affreschi, alcune formelle in terracotta e particolari in pietra provenienti da altre costruzioni. Da non perdere la salita al matroneo da una delle due scale ricavate nello spessore dei muri perimetrali.
1580 – è un anno fondamentale per la Rotonda perché il duca Guglielmo ne dispone la chiusura adducendo come causa il rumore proveniente dal vicino mercato di Piazza Erbe che avrebbe disturbato la celebrazione della messa. In realtà non abbiamo certezze sulla motivazione della soppressione anche se in effetti durante una visita pastorale al tempo del cardinale Ercole Gonzaga si scrive nella relazione al vescovo che il prete di San Lorenzo teneva cucina e dormiva nel matroneo. Nonostante la chiusura della Rotonda che sarà inglobata successivamente nelle case del ghetto ebraico resterà il ricordo di San Lorenzo, tanto che la parrocchia del centro città comprendente anche la Basilica di S.Andrea manterrà la dedicazione al santo della graticola.
1906 – è l’anno in cui il comune di Mantova autorizza la costruzione di una strada che colleghi piazza Erbe a Porto Catena. Per questo si iniziano a demolire le case che chiudevano la piazza del mercato collegando la Torre dell’Orologio alle case sull’altro lato. E’ ancora oggi impressionante vedere le foto senza la Rotonda con l’insegna di un macellaio e una piccola croce in alto sopra le case (for se ancora quella che si vede oggi sulla piccola lanterna della chiesa). Durante le demolizioni si vedono le fondazioni, i muri e le colonne della Rotonda e si decide di ricostruirla prendendo a modello quella di Almenno San Bartolomeo in provincia di Bergamo. Nel 1911 i lavori sono praticamente completati ma sta arrivando la prima guerra mondiale e tutto si blocca. 1926 – è l’anno della consacrazione della Rotonda che viene affidata ai terziari domenicani il cui cappellano Padre Celestino Battaglia la ottiene dal soprintendente Clinio Cottafavi. E’ la provvidenza dicono i credenti, è un colpo di fortuna direbbero gli altri che la Rotonda ci sia ancora. Infatti dopo la fine della guerra e il termine dei lavori l’intendenza di finanza proprietaria del terreno su cui sorge la chiesa cerca una parrocchia cui affidarla ma nessuna accetta spaventata dalle spese. E’ una situazione di stallo della quale tenta di approfittare la famiglia Gallico che ha appena terminato di edificare il palazzo che tutt’ora si trova dietro la Rotonda. Se infatti si ottenesse il permesso di demolire la chiesa, gli appartamenti del palazzo aumenterebbero il loro valore perché avrebbero come vista la piazza e la basilica di S.Andrea. Ma tutto si ferma proprio per l’intervento di padre Battaglia e la Rotonda è ancora lì ad accogliere chiunque voglia entrarvi.
IIl festival fotografico COLORNOPHOTOLIFE di Colorno (Parma) giunge quest’anno alla sua 15esima edizione, mantenendo la sua prerogativa di fondere in un’unica manifestazione le radici e le nuove frontiere della fotografia arricchendosi da alcuni anni di momenti musicali e audiovisivi. Il suo clou è stato da venerdì 27 a domenica 29 settembre, ma eventi e mostre si protrarranno fino al 10 novembre. Questo continuo rinnovamento ha portato il festival ad essere uno dei più seguiti a livello nazionale, anche lo scorso anno è stato quello con maggior pubblico e partecipanti della manifestazione italiana di lettura portfolio denominata “Portfolio Italia”, la più importante a livello nazionale.
Torna poi per il terzo anno il concorso di lettura per Fanzine “READ-ZINE” ideato e proposto dal festival colornese.
Essendo un festival tematico l’edizione 2024 avrà come focus: “Totem e Tabù”, simboli e modelli tra passato e presente. Se per la collettività il Totem rappresenta ciò che viene esaltato, adorato, elevato alla massima evidenza, al contrario il Tabù rappresenta ciò che deve essere occultato nella massima oscurità. Entrambi assumono queste definizioni per attribuzione dogmatica, cioè senza ragioni logiche, è un processo collettivo che avviene “di pancia”. Proprio perché non sono animati dalla logica, la loro forza è impressionante nel dettare il comportamento collettivo che ovviamente procede, senza ragionevolezza, governato da credenze e pregiudizi. In entrambi ha un ruolo decisivo l’immagine Simbolo che in alcuni casi diventa il Modello (da imitare). Il Simbolo e il Modello conferiscono presenza concreta nella realtà sensibile a una determinata idea Totem e di Tabù. Guardando aspetti generali è facile individuare queste caratteristiche nelle religioni e nelle ideologie. Osserviamo però che oggi scegliere un credo religioso o laico è un percorso consapevole che si compie leggendo e discutendo: l’umanità di oggi ha attraversato la stagione postmoderna senza accorgersene, perdendo molta affezione per fedi e ideologie. La manifestazione ha una fase laboratoriale di preparazione dei lavori collettivi che saranno esposti al festival, tramite incontri on line e workshop. Questa attività è costruita in collaborazione con il Dipartimento Cultura DiCult della FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche): i risultati dei laboratori saranno esposti nell’ambito del festival colornese nella sala Juventus di Colorno.
LE MOSTRE FOTOGRAFICHE DEL FESTIVAL
Le mostre ufficiali dei grandi autori saranno esposte nei locali storici della cittadina. In Aranciaia, al piano terra (dal 27/09 fino al 10/11), cinque le esposizioni. Sarà visibile “La ricerca della bellezza” di Elio Luxardo (19081969), diventato famoso come il fotografo delle dive e dei divi di Cinecittà, dagli anni Trenta agli anni Sessanta, dedicando la sua carriera a costruire immagini perfette di corpi e volti. A cura di Roberto Mutti, la mostra raccoglie oltre 100 scatti dell’artista di origini italiane ma nato in Brasile, dove si è affermato come autore di documentari e prima ancora come atleta. “Il richiamo dell’anima profonda” del parmigiano Oreste Ferretti, grande viaggiatore e appassionato delle culture antiche e primitive, a cura di Silvano Bicocchi, presenta un coinvolgente reportage avvalendosi del proprio ampio archivio fotografico che comprende sette portfolio tematici e ci accompagna alla scoperta dei misteri e del fascino di diversi Totem e Tabù venerati nelle celebrazioni sacre e profane che dall’Asia ci portano all’Africa, concludendo con lo sguardo sospeso verso il futuro sulla surmodernità di Dubai.
“Professione reporter: Angelo Cozzi. Prospettive fotografiche del secondo Novecento”, a cura di Ascanio Kurkumelis, si concentra su una parte della sua grande produzione e mette in risalto due delle sue passioni: il reportage e il ritratto. La mostra è l’occasione per riscoprire fotografie che hanno fatto la storia e per riaccendere l’attenzione su un autore che ha condotto con le sue immagini milioni di lettori nel vivo degli avvenimenti storici più significativi dal 1951 alla fine degli anni Ottanta. Con “La ricostruzione tra rito e mito” dall’archivio dell’agenzia romana Publifoto conservato dal CSAC dell’Università di Parma, Claudia Cavatorta e Paolo Barbaro hanno individuato scatti che si muovono tra l’ufficialità e la cronaca tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Anni in cui Publifoto è in relazione con nuovi modelli di giornalismo. Sono scatti che ci riportano ad aspetti di un’Italia scomparsa, tra arretratezza e consumo, tra realtà locale e dimensione già globale della cultura d’immagine. Infine il lavoro di Lorenzo Cicconi Massi dal titolo “Fedeli alla tribù” si concentra sui giovani, un viaggio dagli anni Duemila attratto dalle forme, dai colori del trucco e dai tatuaggi messi in bella mostra nell’esigenza di mascherarsi e riconoscersi tra Italia, Malta e Beijing.
Salendo le scale si aprono gli spazi del MUPAC (piano superiore dell’Aranciaia) e qui incontriamo altre sei mostre, vincitrici di premi nazionali con cui il COLORNOPHOTOLIFE collabora (sempre dal 27/09 al 10/11).
Pierpaolo Mittica con il progetto “Semipalatinsk, il crimine dei test nucleari”, a cura di Paola Riccardi, ha vinto la terza edizione del premio fotografico Umane Tracce, dedicato alla memoria di Nicola Paccagnella e fondato nel 2020 da Paola Riccardi (curatrice della mostra) insieme a Stefano Bianchi e a Enzo Cortini. Il fotografo rimarca, attraverso le immagini, come la minaccia delle armi nucleari sia un problema attuale, portando alla luce un esempio lampante delle conseguenze dannose dei test atomici: il poligono nucleare di Semipalatinsk, in Kazakistan, nato durante la Guerra Fredda, dove si generarono radiazioni il cui impatto sulla popolazione delle aree abitate circostanti venne tenuto nascosto per decenni dalle autorità sovietiche. Francesca Dusini, giovane fotografa trentina, con “Švejk” (opera vincitrice premio MUSA) racconta con le sue immagini la vita sul set di una serie tv ispirata alle opere di Hašek e Brecht che raccontano le avventure di Švejk. Ne emerge una straordinaria forza espressiva
degli sguardi e dei gesti degli attori, non professionisti. “Per mezzo di sguardo immacolato” di Caterina Codato (vincitrice del ColornoPhotoLife 2023) è un lavoro fotografico composto da venti immagini realizzate lo scorso anno alla pinacoteca Martini di Cà Rezzonico, Museo del 700 Veneziano che guardano l’arte e le opere di altri artisti attraverso lo scatto fotografico generando nuove narrazioni, trasfigurando il dipinto originario. “Omotesando” del salernitano Massimo Napoli (vincitore Portfolio Italia 2023) punta lo sguardo sulla quotidianità frenetica di una delle zone dello shopping e della moda più famose di Tokyo con la scelta di un bianco e nero intrigante che conferisce al portfolio un’atmosfera quasi misteriosa in uno stile decisamente contemporaneo. “A mezzo metro da terra” di Maurizio Guarino (vincitore Tema fisso ColornoPhotoLife 2023) è un lavoro realizzato tra ottobre 2022 e marzo 2023 all’interno del centro diurno socio-sanitario della cooperativa sociale “Kepos” – onlus della città di Prato – che ospita in modalità semi-residenziale 13 persone, tra ragazze e ragazzi, con disabilità motorie. Infine la collettiva “Strange days” con le venticinque migliori fotografie partecipanti al concorso TTA –Travel Tales Award, concorso per fotografi amatoriali e professionisti che dà spazio ai racconti di viaggio.
Gli orari delle mostre in Aranciaia e MUPAC sono i seguenti: sabato e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Ingresso Aranciaia: 8 euro, ridotto 5 euro (soci Coop Alleanza 3.0, FIAF, residenti a Colorno, Nessunopress, gruppi con minimo 8 persone, over 65 e per chi arriva con biglietto della Reggia di Colorno), gratis bambini under 14.
LE MOSTRE COLLATERALI, nel parmense
Le mostre collaterali sono esposte in altri luoghi del territorio parmense: al circolo “Il portico” di Torrile Bruno Mezzadri del “GF Zoom” di Salsomaggiore con “Make up” e il mondo di colori e usanze al festival Mount Hagen che si tiene ogni anno in agosto in Papua Nuova Guinea. A San Polo di Torrile (nella sala Peppino Impastato della sede municipale) “G.F. Obiettivamente” di Parma scandaglia con le sue immagini il “Totem dell’eterna giovinezza”. A Ozzano Taro al Museo
Ettore Guatelli “La stanza dei Sogni” di Maurizio Ligabue dove attraverso le sue immagini si entra in un mondo di oggetti evocativi in cui spazio e tempo si annullano. Nella Cappella Ducale di San Liborio a Colorno, alle spalle della grande Reggia: “Ovunque Proteggimi” del “GF Color’s Light” di Colorno. Nella Sala Juventus della cittadina della bassa parmense verrà esposta la mostra fotografica dei Laboratori DiCult della FIAF a tema “Totem e Tabù”. Al Circolo sociale Maria Luigia (Venaria) di Colorno mostra con altri lavori dei Laboratori DiCult, al CRA San Mauro Abate di Colorno collettiva dei soci “GF Color’s Light” e nelle attività commerciali di Colorno si potranno ammirare altri lavori di autori vari. Infine anche la biblioteca di Sorbolo avrà una sua mostra fotografica.
La 15esima edizione del ColornoPhotoLife è organizzata da un comitato composto dai consiglieri del GF Color’s Light, dal direttore del dipartimento Cultura FIAF Silvano Bicocchi con il supporto di figure professionali coordinate dal presidente del GF Color’s Light Gigi Montali. Con il patrocinio del Comune di Colorno, Comune di Torrile, Comune di Sorbolo Mezzani, Provincia di Parma e Regione Emilia Romagna. Preziose le collaborazioni con CSAC Università di Parma, Archivio 3M, Il Fotografo, Viaggio Fotografico, TTA, OASIS e Istituto comprensivo di Colorno.
Per il programma completo e per tutti i dettagli sul festival ColornoPhotoLife 2024 si consiglia di visitare il sito www.colornophotolife.it ma anche le pagine social Facebook e Instagram, costantemente aggiornate.
PER INFORMAZIONI:
Sito web: www.colornophotolife.it
E-mail: info@colornophotolife.it Cell.: 349 3512737
@COLORNOPHOTOLIFE colornophotolife
Giorgio Armani è una delle figure più iconiche e influenti della moda e dell’imprenditoria italiana. Fondatore del Gruppo Armani nel 1975, ha saputo costruire un impero che rappresenta la prima vera multinazionale del Made in Italy, un simbolo di eccellenza, innovazione e qualità in tutto il mondo. Oggi, a quasi cinquant’anni dalla sua fondazione, l’azienda continua a crescere sotto la guida creativa e manageriale del suo fondatore, che ha chiuso il 2023 con un fatturato di 2,45 miliardi di euro, in aumento rispetto all’anno precedente. Il nuovo libro del Sole 24 Ore Giorgio Armani: L’uomo, il marchio, l’azienda, scritto da Marco Di Dio Roccazzella e Frank Pagano, e con i contributi di Giorgio Armani, Achim Berg, Federica Marchionni, Nicoletta Polla-Mattiot, Giuseppe Stigliano, in edicola per un mese da sabato 5 ottobre e in libreria dall’11 ottobre, indaga il “caso Armani” cercando di rispondere a due domande fondamentali: cosa rende unico il successo di Armani e cosa, invece, può essere replicato? Attraverso un’analisi approfondita dei vari aspetti del business – dal prodotto al pricing, dalla distribuzione al marketing, fino alla brand equity e alle prospettive future – il volume cerca di svelare i segreti di uno degli imprenditori italiani più ammirati al mondo. Giorgio Armani, oggi considerato uno dei padri fondatori della moda contemporanea, non ha mai smesso di reinventarsi.
A partire dal celebre “power suit”, la giacca destrutturata che ha cambiato il modo di vestire sia degli uomini sia delle donne, Armani ha saputo captare e anticipare i cambiamenti della società e del gusto. Il suo stile inconfondibile, minimalista ma raffinato, ha segnato intere generazioni, diventando un simbolo di eleganza e sobrietà. Ma dietro al successo del marchio non c’è solo la creatività. Come sottolineano gli autori del libro, Giorgio Armani ha costruito la sua azienda su solide basi imprenditoriali, adottando strategie innovative in termini di distribuzione, pricing e marketing. Ha mantenuto un controllo quasi totale sulla produzione e sulla gestione del marchio, evitando fusioni e acquisizioni che avrebbero potuto diluire la sua visione creativa. Questa rara combinazione di spirito imprenditoriale e genio creativo ha permesso ad Armani di mantenere una posizione di leadership nel mercato globale del lusso. Il Gruppo Armani non è solo una casa di moda. Negli anni l’azienda si è diversificata espandendosi in settori come l’arredamento, l’ospitalità e la ristorazione di lusso, sempre sotto l’occhio vigile di Giorgio Armani. Nonostante il successo, Giorgio Armani ha sempre mantenuto una visione umile e pragmatica del proprio lavoro. “Vorrei, con la mia storia, essere un esempio, uno stimolo e ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano”, ha dichiarato nel suo discorso
in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Global Business Management, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Piacenza l’11 maggio 2023. Questa filosofia del “lavoro vero” è uno dei pilastri del suo successo: un impegno costante per la qualità, l’innovazione e il rispetto per il consumatore. Infine, la particolarità della copertina interamente “plastic free” (evidenziata anche con il logo in quarta) per un’attenzione – e della Casa Editrice Giraldi e dell’Autrice – alla salvaguardia ambientale.
Isabel, curatrice editoriale di una prestigiosa casa editrice, riceve una proposta per un incarico di lavoro scomodo ma affascinante: allontanarsi dalla sua amata Milano e volare in Argentina per aiutare un giovane scrittore a realizzare il romanzo della propria, drammatica, storia familiare.
Isabel decide di accettare, lasciando in Italia una parte della sua vita, e si immerge nuovamente nei profumi di un Paese ancora sofferente per le ferite inferte dalla dittatura militare del dopo Golpe e mai rimarginate.
Il viaggio sarà anche l’occasione per ritrovare persone a lei care e per fare nuovi incontri appassionanti che lasceranno in lei un segno indelebile.
Il romanzo apre una finestra sul passato: abbraccia e srotola le forti contraddizioni di un Paese, da sempre in bilico fra bellezza e romanticismo senza tempo, con alle spalle una storia di dolore e morte. Ma cosa ci sarà alla fine di questo viaggio dell’anima? La prospettiva di un nuovo inizio?
“Ciao a tutti, amici lettori e amici scrittori, sono Cristiana Pezzotti, autrice di Isabelle, edito da Edizioni Open, un romanzo corale in cui prendono vita molti personaggi sullo sfondo di una Buenos Aires splendida agli inizi della primavera.
La storia si interseca con quella dolorosa del periodo nero della dittatura militare argentina del dopogolpe del 1976. Isabelle racconta di un viaggio di ritorno che la protagonista compie verso un che ama da sempre e lo fa per dedicarsi alla revisione del romanzo di un giovane autore in cerca di riscatto, la cui famiglia ha sofferto il dramma della dittatura.
Mentre scrivevo Isabel mi chiedevo se mi sarebbe piaciuto leggere piangerlo, ed è in quest’ottica di lettrice che ho compiuto io stessa il viaggio della protagonista. In lei c’è un po’ di me e nei personaggi ci sono le storie che mi sono state raccontate o che ho toccato con mano. Per questo vi invito alla lettura per il piacere di condividere insieme una storia che sentivo di dover raccontare”.
Le società del mondo moderno sono oggi percorse da un sentimento di rispetto e protezione verso il mondo animale, che via via è andato sempre più accentuandosi, fino ad assumere i connotati di vera e propria espressione e atteggiamento culturale. Sul rapporto uomoanimale si sono espressi alcuni grandi nomi della storia contemporanea e non. “La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” (M. Gandhi). Chi non ha mai avuto un cane non può sapere cosa significhi essere amato. (Arthur Schopenauer). L’amore disinteressato verso tutte le creature viventi è l’attributo più nobile di un uomo. (Charles Darwin). Fino alle parole di Madre Teresa di Calcutta: “Perché amare gli animali? Perché ti danno tutto, senza chiedere niente”. Espressioni a volte un poco sdolcinate, ma chi sente vivo il rapporto con gli animali non le troverà così lontane dal vero. Vari altri fattori poi contribuiscono a favorire interesse e dedizione verso gli animali, fino a rendere il rapporto con loro, in parecchi casi, addirittura preferibile a quello con gli umani.
Gli italiani, nel panorama occidentale, hanno scoperto il pet più recentemente rispetto alle comunità tradizionalmente più “animaliste”, ma ora questo rapporto lo stanno vivendo con coinvolgimento e intensità tipicamente latini. E’ ciò che traspare dalle storie e dagli aneddoti raccolti nel libro di Valentina Cristiani “Goal a 4 Zampe” (Giraldi Editore). Narrazioni che dipingono il rapporto col proprio cane, gatto, ecc., di una trentina di donne affermate nel mondo del giornalismo, della letteratura, della TV e dello sport. Sensazioni e sentimenti espressi quindi da posizioni squisitamente femminili, che comunque ben rappresentano l’atteggiamento generale di coloro che godono di questi membri aggiunti della propria famiglia. Ma sentiamo direttamente dalle parole di Valentina, autrice dell’opera, ciò che l’ha spinta ad avventurarsi in questo mondo. Valentina, la prima domanda è sempre ricorrente; come le è venuta l’idea di scrivere questo libro?
E’ arrivata all’improvviso e per caso, come succede per tutte le cose “magiche”.
L’idea di raccontare le storie di giornaliste e wags per il mio secondo libro “Goal a 4 zampe” per Giraldi Editori è frutto di una grande empatia tra donne, fiducia reciproca, spirito di collaborazione, lavoro di squadra, in primis con l’editrice Rossella Bianco, quindi con Simona Ventura che ha curato la prefazione, poi con Francesca Baraghini, giornalista di SkyTG24 che
ha scritto l’introduzione. L’idea è nata da una chiacchierata davanti ad un caffè con una mia amica, Tatiana Pagano, fondatrice e titolare del brand Rivêa,. Mi si è accesa la lampadina, così ho cancellato quello che avevo scritto fino a quel momento e, in pochi mesi, ho prodotto Goal a 4 zampe. Un libro che mi ha regalato grandi emozioni, soprattutto nelle presentazioni alla Mondadori e alla Feltrinelli, ma soprattutto nei commenti dei lettori.
Gli animali domestici aiutano a concentrarsi sul presente, soprattutto nel momento in cui passi del tempo con loro, distraendoti da pensieri angoscianti o preoccupazioni che riguardano il passato o il futuro. Accarezzare un animale stimola il rilascio di ossitocina (sia per te che per lui!), e aiuta a diminuire i livelli di stress. Faccio un esempio pratico: un animale domestico può tenerti compagnia ma può aiutarti anche a migliorare lo stress dopo una dura giornata di lavoro, facendo, per esempio, semplicemente una passeggiata al parco dopo ore chiuso in ufficio; a farti sentire meno solo, sapendo che a casa che c’è sempre qualcuno che ti aspetta; prenderti più responsabilità, avendo qualcuno di cui occuparti fin da ragazza/o, in un meraviglioso scambio reciproco. Invito tutti a provarlo.
C’è un messaggio affidato al suo libro?
Gli animali sono puri, sono veri, amano allo stesso modo dal primo giorno di vita fino all’ultimo. Sono angeli. Ne abbiamo di strada da fare noi umani. Come è nato e come si è evoluto in lei il rapporto con gli animali?
Io sono da sempre stata circondata dall’amore degli amici a 4 zampe. Da piccina ho avuto due tartarughe, poi un gattino, quindi un coniglietto nano. Ora c’è Chanel, la mia gattina “birichina” di 4 anni. Sono cresciuta e maturata insieme - e grazie - a loro, al loro
Valentina Cristiani
amore. Per quanto mi riguarda è un legame naturale, innato. Accarezzare un gatto o un cane o un coniglietto, ecc.., può essere paragonato a una SPA Biologica che aiuta a sentirci meglio. Quando passiamo del tempo con loro, non solo abbiamo un aumento di ossitocina, ma anche di altre sostanze che attivano il senso di piacere e benessere del nostro cervello, come la dopamina e le endorfine. La relazione con un pelosetto è terapeutica perché si fonda sulle emozioni che, reciprocamente, vengono scambiate tra il pet e la persona. E’ divenuto con gli anni un rapporto di simbiosi e scambio reciproco. Pensa che ci sia la consapevolezza, da parte dei fruitori della compagnia degli animali, che sono esseri senzienti?
E’ ciò che più mi auguro dal profondo del cuore. E da questo libro direi proprio di si.
Questa mia seconda opera regala emozioni di vita vissuta dai personaggi che guardiamo nel quotidiano in TV. Persone, conoscendole, della porta accanto che hanno un cuore. E grande. E lo aprono attraverso storie a tratti commoventi, a tratti simpatiche e spiritose con questi meravigliosi esseri senzienti”.
Cosa c’è e cosa vede nel suo futuro letterario?
“Scrivere, scrivere e ancora scrivere. Ho tante cose da dire e per farlo mi piace riempire un foglio bianco, il modo migliore che ho per esprimermi.
Leggere i miei 4-5 libri all’anno per rafforzare il mio stile. Ora sto lavorando sul mio terzo libro in merito ad una tematica non facile, quella dei pregiudizi. Un viaggio intimo e introspettivo. E ringrazio anticipatamente chi mi sta accompagnando, raccontandosi nel profondo”.
Ecco le date dei concerti principali da non perdere ad Ottobre e Novembre.
LIGABUE A VERONA
Nuove imperdibili date per i fan del rocker di Correggio: Luciano Ligabue dedica al suo pubblico un nuovo tour nei teatri più belli d’Italia. Location intime per ripercorrere insieme il passato, il presente e il futuro di quei suoi sogni di rock ‘n’ roll che hanno da sempre accompagnato la sua carriera. Il tour autunnale prevede ben 31 date, con un’unica tappa per ogni città coinvolta, senza repliche.
Dopo il grandissimo successo riscosso nel 2023 nella prestigiosa cornice dell’Arena di Verona, Ligabue si esibirà il prossimo 28 ottobre sul palco dello storico Teatro Filarmonico, una location d’eccezione che garantirà al pubblico un’esperienza esclusiva e irripetibile. Sul palco insieme a Luciano Ligabue ci saranno Federico
Poggipollini, che da 30 anni lo accompagna alla chitarra, Davide Pezzin al basso, Luciano Luisi alle tastiere e Lenny Ligabue, il primogenito di Luciano che ha suonato la batteria in tutti i brani dell’album “Dedicato a noi”.
Nato a Correggio nel 1960, Luciano ha cominciato a frequentare la musica attraverso l’esperienza giovanile nelle radio locali della provincia emiliana; il grande successo arriva nel 1990 con l’album “Ligabue“, che si propone con un sound sorprendentemente maturo.
GIOVANNI ALLEVI AL FILARMONICO
Lunedì 25 Novembre alle ore 21.00 al Teatro Filarmonico di Verona Giovanni Allevi presenta il suo “Piano Solo Tour 2024”.
Giovanni Allevi, compositore e pianista, da più di un anno combatte la sua più grande battaglia: la lotta contro il mieloma multiplo diagnosticatogli a giugno 2022.
Attraverso i suoi canali social ha costantemente dato aggiornamenti rispetto al suo stato di salute, esprimendo profonda gratitudine verso le centinaia di migliaia di follower che aspettano di rivivere la coinvolgente atmosfera dei suoi concerti pianistici e di rivedere il “filosofo del pianoforte”.
Il M° Allevi arriverà anche a Verona e sarà sul palcoscenico del Teatro Filarmonico lunedì 25 novembre, per una nuova data del suo concerto in pianoforte solo, pronto a fare emozionare ancora una volta il pubblico grazie alle sue note romantiche e al suo tocco inconfondibile. Compositore e pianista di fama internazionale, è responsabile di un profondo rinnovamento della musica colta, per riportare l’arte della composizione all’attenzione delle nuove generazioni. Diplomato in Pianoforte e in Composizione, ha calcato i palchi delle più importanti sale da concerto del mondo, dalla Carnegie Hall di New York al Teatro alla Scala di Milano, fino all’Auditorium della Città Proibita di Pechino. Grazie al suo impegno intellettuale, è punto di riferimento filosofico sui concetti di innovazione e analisi del cambiamento. Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e culturali,
è Stella d’Oro al Valor Mozartiano, Premio Falcone e Borsellino, ed Ambassador di Save the Children. Ha ricevuto apprezzamenti di stima da Papa Benedetto XVI, Papa Francesco, dal Premio Nobel Mikhail Gorbaciov. La NASA gli ha intitolato un asteroide:giovanniallevi111561. È autore e conduttore di un’innovativa docuserie in onda su Rai Play: “Allevi in the jungle”.
Grazie all’ultimo singolo “Our Future”, dedicato al Pianeta, ha iniziato una collaborazione con Earth Day European Network, che lo vede coinvolto come Ambassador della più importante iniziativa green dedicata alla Terra, oltre a rivestire il ruolo di presso i giovani, grazie al suo impegno intellettuale e al suo talento artistico, espressione di un linguaggio universale.
ANGELINA MANGO
Vincitrice della 74° Edizione del Festival di Sanremo con il brano “La noia”, Angelina Mango tornerà live con “Angelina Mango nei club 2024”. La rivelazione della nuova scena musicale italiana sarà di nuovo in tour per portare sul palco un nuovo racconto di sé e per mostrare la sua evoluzione personale e artistica nei principali club d’Italia.
Il 26-27 ottobre al Fabrique, Milano.
LA PIÙ GRANDE TROUPE MUSICALE CHAN COMPOSTA INTERAMENTE DA MONACI
La Jinghui Guangxuan Symphony Orchestra, intitolata ai maestri buddisti Jinghui e Guangxuan, è l’unica orchestra al mondo composta da monaci Zen. Questo ensemble unico combina l’esecuzione musicale con la meditazione Zen, integrando la vita quotidiana con la coltivazione spirituale attraverso la musica. L’orchestra è dedicata a promuovere i valori di sincerità, gentilezza e bellezza, nonché a favorire la pace nel mondo. Sotto la guida del Maestro Shi Wule, i membri fondono la cultura tradizionale orientale con tecniche musicali professionali, considerano ogni esibizione sia come una pratica Zen che come una cerimonia di preghiera buddhista. Questo concerto offrirà al pubblico un viaggio
spirituale senza precedenti, fondendo musica, danza e meditazione vocale Zen per creare un’esperienza trascendente. Il concerto è diviso in due parti. La prima parte presenta pezzi classici sia della tradizione orientale che occidentale, tra cui l’Ode al Popolo di Wang Ning, il Peer Gynt Suite di Grieg e il Finlandia di Sibelius, tutti reinterpretati attraverso la profonda lente della pratica Zen per esplorare i temi senza tempo della pace e dell’amore sconfinato. La seconda parte coinvolge il pubblico attraverso danza e meditazione vocale, tra cui un’adattamento danzato ispirato allo Zen:Il Fiore di Gelsomino e una dimostrazione di rituali quotidiani Zen, che fondono elegantemente tradizione e modernità. La meditazione vocale, caratterizzata da un canto corale, guida il pubblico in un regno di suono puro. L’intero concerto si svolgerà in un’atmosfera di serenità e solennità, con ogni nota e movimento che riflette il mondo interiore
dei maestri Zen. Il pubblico non solo sperimenterà la bellezza delle arti, ma raggiungerà anche una purificazione spirituale e una profonda tranquillità attraverso questo concerto intriso di Zen. A Milano il 13 ottobre al teatro degli Arcimboldi.
STEVE HACKETT – GENESIS GREATS, LAMB HIGHLIGHTS & SOLO
Teatro Dal Verme, Milano, 4 novembre
Dopo l’enorme successo dell’ultimo tour che lo ha visto protagonista nel nostro paese, il leggendario chitarrista dei Genesis Steve Hackett torna a grande richiesta di pubblico con lo spettacolo Steve Hackett Genesis Greats, Lamb Highlights & Solo.In occasione del 50° anniversario di The Lamb Lies Down On Broadway, Hackett presenta nel concerto una selezione di brani di questo iconico album dei Genesis.
Lo straordinario lavoro di Steve Hackett ha attraversato tutto il classico catalogo di album dei Genesis degli anni ’70. Negli ultimi anni lui e la sua straordinaria formazione, composta da Roger King (tastiere), Nad Sylvan (voce), Jonas Reingold (basso, cori), Rob Townsend (sassofono, flauti, tastiere aggiuntive)
e Craig Blundell (batteria), hanno riportato molti di questi album nelle sale da concerto con grande successo.
L’ospite speciale, Amanda Lehmann, si unirà all’intero tour alla chitarra e alla voce. Quale modo migliore per celebrare il mezzo secolo di questo straordinario album se non quello di includere una selezione di Lamb Highlights accanto ad alcuni dei migliori lavori solisti di Hackett e agli imperdibili Genesis Greats.“Non vedo l’ora di iniziare tour del 2024”, afferma Steve Hackett, “includendo i brani preferiti di ‘The Lamb Lies Down on Broadway’ e altri brani iconici dei Genesis insieme a gemme soliste”.Tutti i concerti del tour di Steve Hackett sono organizzati e prodotti da Musical Box 2.0 Promotion, Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci e Solo Agency Limited.
Il ROCK SYMPHO SHOW 2024
E’ diventato un evento sensazionale! Un’ondata di emozioni e impressioni, spinta ed energia pazzesca! Il 14 ottobre al teatro Carcano di Milano il nuovo programma del ROCK SYMPHO SHOW 2024 presenta leggendari successi rock del 20° e 21° secolo. Il programma ROCK SYMPHO SHOW è diventato una vera rivelazione e ha suscitato una tempesta di entusiasmo del pubblico in tutti i paesi d’Europa. Numerose interviste, pubblicazioni, storie televisive hanno alimentato l’interesse per la domanda: come dovrebbe essere un’orchestra moderna?
Ritorna Mangiamusica, format identitario e culturale creato dal giornalista Gianluigi Negri, che ogni anno registra uno straordinario successo di pubblico e critica. Le grandi storie della musica e del gusto approderanno sul palcoscenico del Teatro Magnani di Fidenza (Parma) grazie all’originale rassegna, a ingresso libero, la cui nona edizione si aprirà sabato 19 ottobre. Cantautori, musicisti e artisti saranno “abbinati” ai migliori prodotti del Made in Borgo: a Fidenza (conosciuta anche come Borgo San Donnino) arriveranno nomi come Davide Van De Sfroos, Andrea Mirò, Ezio Guaitamacchi e Brunella Boschetti, Paolo Jannacci e Enzo Gentile, Alberto Patrucco (con la sua band), Saule Kilaite, Vincenzo Zitello (con il maestro violinista Fulvio Renzi), Agadez (Giada Colagrande) con i suoi musicisti. Il pubblico, durante quattro imperdibili serate, in questa ricchissima stagione assisterà a sei spettacoli con dieci grandi nomi, e sarà “protagonista” di cinque Mangiastorie, con le tradizionali degustazioni gratuite di Mangiamusica.
QUATTRO SERATE DA NON PERDERE
Sabato 19 Ottobre
Davide Van De Sfroos, Andrea Mirò, Ezio Guaitamacchi, Brunella Boschetti - “Un uomo chiamato Bob Dylan”
Sabato 2 Novembre
Saule Kilaite - “Diario di un violino” Alberto Patrucco - “AbBRASSENS” (con Dimitri Pugliese - ukubass e Jacopo Pugliese - percussioni)
Sabato 9 Novembre
Agadez (Giada Colagrande) - “Queendoms” (con Massimiliano Coccciolo - tastiere ed elettronica, Lucrezia Testa Iannilli - bodhran e percussioni, Vincenzo Zitello - arpa celtica, lama sonora e flauti, Altea Narici - violoncello e backing vocals, Mariano Navone - bandoneon)
Vincenzo Zitello - “Graal - Ex libris” (con Fulvio Renzi al violino)
Venerdì 29 Novembre
Paolo Jannacci e Enzo Gentile - “Ecco tutto qui”
GLI ARTISTI DEL GUSTO E LE DEGUSTAZIONI GRATUITE
Gli artisti del gusto di questa nona edizione sono Fabio Serventi e Elisa Testi del Caseificio Sociale Coduro (miglior Parmigiano Reggiano d’Italia secondo “Gambero Rosso”) e della Bottega del Coduro, Giuliano Persegona con il Parmigiano bio del Caseificio Persegona, Federico e Lorenzo Frascari con le cinque Focacce natalizie della Pasticceria Origo e due storici artisti del gusto di Mangiacinema come Franco Branchi (Branchi prosciutti di Felino, produttore del miglior cotto d’Italia secondo Gambero Rosso) e Luca Bergamaschi delle Cantine Bergamaschi di Samboseto (Busseto) con i suoi vini guareschiani (le cui etichette vennero disegnate proprio da Giovannino Guareschi). .
Le degustazioni si terranno nel foyer del Teatro, al termine degli spettacoli, mentre le presentazioni dei prodotti e dei produttori avverranno sul palco, prima dell’ingresso in scena dei vari musicisti.
Dieci granDi nomi, sei spettacoli e cinque mangiastorie in quattro imperDibili serate: la nona eDizione al via il 19 ottobre. in cartellone, van De sfroos, Jannacci, mirò, zitello, patrucco, Kilaite, agaDez (giaDa colagranDe), guaitamacchi, boschetti, gentile.
IL FORMAT: NOTE POP, CIBO ROCK
MODALITÀ DI ACCESSO
Tutte le serate di Mangiamusica si svolgono al Teatro Magnani di Fidenza ed iniziano alle 21. Sono a ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili (senza prenotazione).
I PARTNER
Mangiamusica è un progetto fortemente voluto dal Comune di Fidenza, organizzato dall’associazione culturale Mangia come scrivi, con il supporto di Fondazione Monteparma, Conad Centro Nord, Gas Sales Energia, Habilis - Fisioterapia Riabiltazione Osteopatia, Officina Fecci Alfredo, Vittoria Assicurazioni Fornovo, Ze.Ba., Gaibazzi Costruzioni, First Point, Geometra Zerbini Ernestino, Menta Srl, SCC & Associati, Italpast, Edilscavi Srl, Officina meccanica Tanzi Rino & Figli.
“Dal 2016, con Mangiamusica - Note pop, Cibo rock, abbiamo legato il nome di Fidenza al binomio cibo e musica - afferma l’ideatore e direttore artistico Gianluigi Negri - per raccontare la nostra identità e assaporare le grandi storie della musica. Fin da subito è stato un grande successo, crescente di stagione in stagione. La rassegna è ‘gemella’ del Festival Mangiacinema, la cui undicesima edizione purtroppo non si è potuta svolgere per motivi che ho spiegato ampiamente in una lettera aperta dello scorso aprile, rivolta a pubblico, media e istituzioni” (qui il testo della lettera).. L’originale format pop, unico in Italia, ha già ospitato al Teatro Magnani Niccolò Agliardi (vincitore del Golden Globe 2021) con Edwyn Roberts e Enzo Gentile, Piero Cassano (cofondatore dei Matia Bazar) con Fabio Perversi e Piero Marras, Flavio Oreglio e Alberto Patrucco, Neri Marcorè, Francesco Baccini, Andrea Mirò, Ezio Guaitamacchi & Friends (Paolo Bonfanti, Laura Fedele, Brunella Boschetti) nello spettacolo sui Rolling Stones “Altamont”, Le Sorelle Marinetti, Claudio Simonetti, Vincenzo Zitello & The Magic Door (Giada Colagrande, Arthuan Rebis e Nicola Caleo), Enzo Iacchetti, Davide Van De Sfroos (in tre occasioni diverse, l’ultima delle quali il “Maader de Autünn TOUR”, unica data italiana a ingresso libero), Roberto Brivio (insieme a Oreglio e Patrucco), Rossana Casale (con Emiliano Begni, Francesco Consaga, Ermanno Dodaro, Gino Cardamone), Renato Pozzetto, Enrico Ruggeri e i Decibel, Cristiano Godano, Roberto Vecchioni, Federico Zampaglione (Tiromancino), Morgan, Eugenio Finardi (prima con il chitarrista Giuvazza, poi
con Mirko Signorile e Raffaele Casarano per il tour “Euphonia Suite”), Violante Placido (con Sebastiano Forte), gli Oliver Onions, Omar Pedrini (con Davide Apollo, più i Màdrega), Tullio Solenghi, Matthew Lee, Dolcenera, Antonella Ruggiero (con Roberto Olzer al pianoforte).
Nel 2020, a causa del Covid, la quinta edizione si è tenuta all’interno del Festival Mangiacinema. Protagonisti di Mangiamusica - Mangiacinema Edition (a Salsomaggiore) sono stati Claudio Sanfilippo, Vincenzo Zitello, Piero Cassano, Andrea Mirò, Alberto Patrucco, Omar Pedrini, Ezio Guaitamacchi, Brunella Boschetti, Lucio Nocentini, Fernando Fratarcangeli. #mangiamusica #cantachesimangia
autunno è la stagione dell’avvio al riposo: la natura si appresta al “letargo” e i colori che sprigionano le piante sono il segnale che qualcosa sta cambiando. Prima che la neve dipinga il paesaggio di bianco, lo sguardo si posa sui pendii delle montagne punteggiate dal giallo dei larici, il rosso degli aceri di monte e il bruno dei faggi. I pascoli tendono al giallo, anche l’erba si tinge di tinte autunnali e la montagna appare con un vestito nuovo che invita a riposarsi. Lo scenario è un dipinto e guardarlo ha l’effetto di un elisir di lunga vita: il cuore sorride, la mente si rilassa. E’ uno spettacolo che va in scena da sempre e da sempre cattura l’attenzione degli spettatori che si fermano a guardare questo affresco di colori abbellito dalle cime dolomitiche. La vetta del Putia sembra ancora più pallida quando i prati sottostanti si dipingono di marroncino e giallo. Il celebre Fanes è un puzzle di colori dove scorre l’acqua dei ruscelli aspettando di trasformarsi in ghiaccio verso dicembre. Il Piz da Peres al tramonto diventa infuocato e il cielo è terso come non mai. San Vigilio di Marebbe e San Martino in Badia prolungano la magia di questo periodo magico con “Autumn Special” fino al 3 novembre: quando la maggior parte degli hotel sulle Alpi chiude per la pausa autunnale (in attesa della stagione invernale), 48 strutture ricettive (per tutte le tasche) sparse su questo splendido territorio di San Vigilio di Marebbe e San Martino in Badia attendono gli ospiti con proposte curiose, scontate e anche gratuite.
Fino all’ 11 novembre oltre 15 avvincenti attività sono i cavalli di battaglia con cui San Vigilio e San Martino conquistano il cuore di chi desidera trascorrere qualche giorno nella bellezza au-
tunnale delle Dolomiti: è sufficiente prenotare in una delle 48 strutture aderenti per usufruire di tante occasioni (scontate o gratuite) per scoprire l’incanto della stagione dorata.
ATTRAZIONI GRATUITE
”Owl Park San Vigilio” che ospita 100 rapaci di 30 specie diverse, tra gufi, civette ed allocchi. La guida Mario Kelemina spiega le diverse caratteristiche di ogni specie: dove vivono, di cosa si nutrono, le abitudini sociali e come la loro presenza costituisca un anello importante nella catena alimentare.
Una volta diventati “esperti”, si può noleggiare gratuitamente il binocolo Swarovski Optik e osservare i volatili in libertà: solo nel Parco naturale Fanes-Senes-Braies vivono in libertà più di 10 specie diverse di uccelli rapaci.
Osservazione autunnale della volta celeste una serata da non perdere il giovedì. Il cielo terso e l’aria priva di afa rende la stagione autunnale ideale per alzare gli occhi verso il cielo. Accompagnati dalle guide Julian Rigo e Enrico Bonfan-
te si raggiunge un luogo circondato dall’oscurità più totale, ormai raro da trovare. In assenza di luci artificiali, stupisce per la ricchezza di stelle che punteggiano la notte. L’universo si apre e si lascia guardare: Julian, appassionato di astronomia, svela il nome delle costellazioni e dei pianeti che magicamente appaiono accanto alle maestose cime dolomitiche.
Yoga per gli appassionati ma anche i principianti, una lezione di yoga in un ambiente originale: un’autentica yurta mongola che crea un’atmosfera calma e rilassata tra i colori autunnali del parco di San Vigilio, punteggiato da grandi pini, abeti e sorbi.
L’escursione guidata è un’esperienza che arricchisce molto: al di là di essere accompagnati da una persona che conosce il sentiero, la camminata diventa un’opportunità per conoscere la geologia (le Dolomiti sono paragonabili ad un’enciclopedia completa), la fauna e la flora del territorio. Ogni martedì, Christoph Alfreider conduce un piccolo gruppo di escursionisti ai Prati di Medalges, nel Parco Naturale Puez –
Odle, parte del Patrimonio UNESCO delle Dolomiti. Qualche fiore autunnale sbuca timido tra l’erba che sta aspettando la neve: si osserva la natura che cerca la quiete. Il mercoledì è in programma un’escursione un po’ più impegnativa che porta al Sas dla Para, sopra il rifugio Fodara Vedla da dove il panorama abbraccia anche la conca di Cortina d’Ampezzo: il foliage è a largo spettro, con una vista impagabile.
USCITA IN BICICLETTA
Tra gli appuntamenti dell’ “Autumn Special” è presente anche la bicicletta. Guidati dai maestri della Bike School, si pedala su strade poco frequentate, dove gli affascinanti masi ladini storici nei dintorni di San Vigilio si svelano tra pascoli e ruscelli. Per chi preferisce l’asfalto, può scegliere tra le escursioni in bici da corsa che percorrono i più scenografici passi alpini. Organizzazione e bike guide sono gratuiti, il noleggio prevede uno sconto di 20 euro. Boulder. Attività gratuita con Autumn Special: al centro di arrampicata di Brunico, la parete di boulder sfida i principianti e gli avanzati.
Sono gratuiti anche tutti i mezzi di trasporto altoatesini, treni regionali compresi. La Holidaypass Card permette di muoversi per tutto il territorio della provincia di Bolzano: si può raggiungere dunque anche il Museum Ladin Ursus Ladinicus di San Cassiano (il cui ingresso è compreso nel pacchetto “Autumn Special”). Altro museo con ingresso gratuito è il Museum Ladin Ciastel de Tor di San Martino in Badia, che custodisce le tradizioni artigiane, i manufatti, la storia, la tradizione e la lingua ladina (tutt’ora parlata da circa 40 mila persone).
ATTRAZIONI CONVENZIONATE
CON AUTUMN SPECIAL
Tante le attività adrenaliniche a prezzi convenzionati che fanno letteralmente battere il cuore. Zip Line sospesa a 100 metri d’altezza, dove si “corre” sospesi ad un filo fino a raggiungere gli 80 km all’ora è la più lunga d’Europa. La sensazione è forte: la velocità e l’essere sospesi a parecchi metri da terra sono un connubio che emoziona.
Parapendio Chi vuole una maggiore di libertà di movimento e vuole provare a volare “libero”, può salire in cima al Plan de Corones e lasciarsi trasportare dall’aria fino a salire ancora più in alto del punto di partenza. Non è la velocità a fare battere il cuore, ma la sensazione di avere letteralmente le ali.
Rafting sul fiume dall’aria all’acqua quella pulitissima e fresca che sgorga dalle cime delle Dolomiti. Un’altra esperienza per i temerari che hanno l’occasione di guardare la natura da un altro punto di vista (lo sconto per queste attività varia dai 10 ai 20 euro).
SAN VIGILIO - DOLOMITES
San Vigilio - Dolomites è la cooperativa turistica nata per promuovere questo speciale territorio che si estende tra i paesi di San Vigilio di Marebbe e di San Martino in Badia. Oltre alla bellezza della natura alpina, questa incantevole regione votata al turismo, possiede delle caratteristiche che pochi altri luoghi alpini hanno: la lingua, la tradizione e la cultura ladina. L’ospitalità, la cucina, l’atmosfera, l’accoglienza sono impregnate di un flair speciale che si percepisce fin da subito dal dolce suono della lingua ladina: il buongiorno mette di buon umore con un “Bun De” e l’arrivederci suona con un incomprensibile “A s’odëi” che strappa un sorriso. La vacanza diventa una scoperta non solo di zone di grande bellezza ma anche di un patrimonio immateriale che non si tocca con mano ma si vive.
San Vigilio è un vivace centro turistico che non ha perso il suo carattere di paese alpino; comprende anche le minuscole frazioni di Pieve di Marebbe (il nucleo più antico), Longega (nei secoli era il punto dove sostavano i viaggiatori e i commercianti e Rina (un pugno di case isolate che orgogliosamente si mantengono in vita, nonostante la lontananza dai piccoli centri). San Vigilio è adagiato sul versante più soleggiato del Plan de Corones, (tra i più rinomati comprensori sciistici dell’Alto Adige), circondato dal Parco naturale di Fanes-Senes-Braies. Il paese di San Martino in Badia, un tempo sede giurisdizionale, è celebre per il suo castello “Ciastel Tor” e la sede dell’Istituto culturale ladino “Mircurà de Rü”. Le sue frazioni sono Piccolino, con le sue residenze signorili d’epoca, Longiarü, recentemente nominato “villaggio degli alpinisti” e Antermoia, posti in posizione idilliaca verso il passo delle Erbe. Il paese di San Martino è inserito nel Parco del Puez-Odle, una cartolina dolomitica, proprio come il Parco Fanes-Senes-Braies. La zona privilegiata, immerso in due parchi naturali, l’attenzione per l’ambiente, il rispetto per la natura e la gestione in chiave ecologica hanno permesso a “San Vigilio – Dolomites” di conseguire, per primo in Alto Adige, la certificazione internazionale per il turismo sostenibile GSTC (terza in Italia).
San Vigilio e San Martin sono tra le zone più incontaminate delle Dolomiti, “Patrimonio mondiale naturale dell’Umanità UNESCO”, offrono panorami straordinari e costituiscono la porta d’ingresso per due dei sette Parchi naturali altoatesini.
I comuni di Marebbe, e quindi San Vigilio, sono in gran parte inclusi nel Parco naturale di Fanes - Senes – Braies, che si distende per 25.453 ettari ed è, per superficie, il secondo dei parchi naturali altoatesini.
Gran parte del territorio di San Martino in Badia è ospitato dal Parco naturale Puez-Odle, che è definito un libro di storia della Terra. All’interno dei suoi 9.400 ettari circa di estensione, ad una quota media di poco inferiore ai 2.500 metri, questo ambiente presenta anfiteatri naturali, austere caverne, pinnacoli di roccia e bizzarre forme di erosione: luoghi come il “Col dala Soné” sull’Altipiano della Gardenaccia o sul “Col de Puez” custodiscono gli unici resti di depositi risalenti al Giurassico e al Cretacico di tutte le Dolomiti.
Info: www.sanvigilio.com
a cura Di MarcO MOrELLi
Novità in campo beauty e wellness per il 2024 nei Quellenhof Luxury Resorts, in Alto Adige e Veneto. A coordinare le spa dei tre resort è Alessandra Scatà, figura poliedrica, punto di riferimento per chi opera nei mercati del lusso e dell’ospitalità nel settore delle vacanze a tema benessere e, soprattutto, responsabile della ricerca e dello sviluppo di progetti volti ad ampliare l’offerta con moderni trattamenti altamente personalizzati. La sua esperienza è stata fondamentale per concepire la nuova linea cosmetica di creme “The Q Touch” e l’acqua profumata “The Q Sense”, entrambi totalmente Made in Italy. La primavera è poi culminata con l’apertura della 4 Elements Spa presso il 5 stelle Quellenhof Luxury Resort Passeier: un’oasi pensata per un pubblico di soli adulti (dai 14 anni in su) per godere del totale relax, grazie al suo particolare design basato interamente sui quattro elementi naturali - aria, acqua, terra e fuoco.
4 ELEMENTS SPA – ADULTS ONLY: NUOVA ESPERIENZA RELAX TRA ARIA, ACQUA, TERRA E FUOCO
Nella stagione primaverile, presso il Quellenhof Luxury Resort Passeier 5* è stata inaugurata la nuova 4 Elements Spa, l’oasi di tranquillità adults only, per un pubblico di età maggiore di 14 anni. Varcate le porte di quest’area, gli highlight a disposizione sono una biosauna Pirts (55° gradi con umidità tra il 40-55%), una sau-
na rituale costruita con la pietra naturale Pseirer originaria della Val Passiria, un Fire lounge con stufa a legna e salottino, due vasche (hot tub / cold tub) per immergersi e una terrazza solarium con area relax. L’intero ampliamento della zona saune è stato concepito principalmente come area nudista e basandosi interamente sul concetto dei quattro elementi ritrovabili in natura: aria, acqua, terra e fuoco.
“THE Q TOUCH” E “THE Q SENSE”, NUOVI PRODOTTI PER IL BENESSERE DEL CORPO
Il corporate design di questa nuova linea cosmetica è definitivo e i primi prodotti saranno disponibili negli hotel, in una prima tranche, a partire da ottobre 2024 e in una seconda fase dai primi mesi del 2025, per un totale di 20 cosmetici. Le linee sono denominate “The Q Touch” e “The Q Sense”, dove la “Q” trova il suo significato sia in “Quellenhof” che in “Qualità” ed entrambe sono sviluppate e prodotte in Italia ad hoc per i tre hotel.
Nello specifico, la linea “The Q Touch” include creme dalle proprietà assolutamente elevate, sviluppate con cosmetici dagli ingredienti certificati naturali e biologici e pensate per trasmettere proprio questo “speciale tocco magico” – il Q Touch –. “The Q Sense”, invece, è l’acqua dal profumo floreale, usata per rinfrescare, idratare, lenire o purificare la pelle dall’esterno prima di un trattamento signature.
NUOVA SPA MANAGER PER I QUELLENHOF LUXURY RESORTS
Queste importanti novità sono state rese possibili con il contributo della nuova general spa e quality wellness manager Alessandra Scatà Veneta DOC di origine, si presenta in hotel inizialmente come collaboratrice attiva dedita alla formazione degli operatori dell’estetica moderna per poi diventare parte integrante del gruppo Quellenhof, ponendosi come punto di riferimento per i tre resort 5 stelle e per raggiungere obiettivi come il rafforzamento della comunicazione e la stretta collaborazione tra gli alberghi, l’ampliamento dell’offerta beauty con nuovi trattamenti altamente personalizzati pensati in luoghi speciali e l’elaborazione di linee cosmetiche. Qualità, esclusività e personalizzazione sono, quindi, i temi cari alla general spa manager Alessandra Scatà e a tutto il gruppo impegnato giornalmente nelle spa d’hotel e, grazie a tutte queste recenti integrazioni in ambito beauty e wellness, gli ospiti possono godere di una maggiore garanzia di un’esperienza totalizzante di vacanza firmata Quellenhof Luxury Resorts.
Da ben tre generazioni l’hotel Regina Adelaide è gestito con oculatezza e maestria dalla famiglia Tedeschi
Erano gli anni ’60, agli albori del turismo gardesano, quando Giuseppe Tedeschi, insieme alla madre Rina, cuoca e proprietaria dello storico hotel Porta Leona in centro a Verona, acquistano Villa Tonini, elegante edificio liberty affacciato sul golfo di Garda che trasformano in hotel, preservandone l’impianto originario con dedica ad Adelaide di Borgogna, leggendaria regina (e santa) imprigionata nella Rocca che sovrasta il paese. Oggi i figli Gianpiero e Nicolò si occupano della gestione dell’hotel.
Un impegno costante, quello profuso dalla famiglia Tedeschi, che negli anni ha apportato alla struttura continui miglioramenti, preservando costantemente un’accoglienza discreta, elegante, familiare. Nei successivi 15 anni all’apertura dell’Hotel si concretizzano diverse opportunità di ampliamento: nasce la prima SPA della sponda veronese del Garda, una grande piscina scoperta nel centro del paese e 4 edifici di gusto classico, che man mano si connettono alla Villa stile liberty.
E’ il 2009 quando la famiglia Tedeschi apre anche un ristorante gastronomico (il Regio Patio) e una pasticceria (I Dolci della Regina), confermando negli anni il Regina Adelaide tra le strutture più prestigiose dell’offerta alberghiera gardesana.
L’hotel, 4 stelle superior, ospita 59 stanze (2 Loft Suite, 6 Suite, 12 Junior Suite Deluxe, 10 Junior Suite, 27 Superior, 2 Family Suite) arredate personalmente da Annalisa Tedeschi e dal figlio Nicolò
con mobili d’epoca, tessuti e rivestimenti ricercati, dettagli di design e composizioni di fiori freschi, soluzioni studiate settimanalmente. Le camere, tutte diverse l’una dall’altra, affacciano su piscina, giardino, lungo lago e corso pedonale del paese, per garantire massima tranquillità al riposo.
La proposta gastronomica, da sempre fiore all’occhiello del Regina Adelaide, racconta un’identità: memorie di gusto della famiglia si fondono alla riconosciuta esperienza e creatività dello chef Andrea Costantini, da oltre 10 anni al Regina Adelaide. L’hotel ha due ristoranti: Adelaide, rivolto
prevalentemente agli ospiti alloggiati e dedicato a proposte di cucina classica italiana di tradizione; Regio Patio, aperto anche agli ospiti esterni grazie ad un ingresso autonomo, rivolto ad amanti di cucina contemporanea in cerca di proposte di forte identità territoriale. Friulano d’origine, Costantini fa esperienza al Cervo di Porto Cervo e al Badrutt’s Palace di St. Moritz, fino a quando arriva alla locanda Solarola di Castelguelfo in provincia di Bologna, la cui cucina all’epoca faceva capo a Bruno Barbieri: con quello che sarà il suo vero grande maestro col-
labora proprio nell’anno in cui il locale conquista la seconda stella Michelin. Oggi al Regio Patio interpreta il Garda con un approccio libero, dalle ricette più tradizionali.
I suoi sapori sono nitidi, amplificati dalla rigorosa freschezza degli ingredienti che ama selezionare personalmente privilegiando piccoli produttori e realtà locali, come ad esempio l’azienda Agricola Enrico Morando per la prelibata gallina Grisa o il pregiato Zafferano Lessinia di Castagna Chiara. La sua ricerca sul pesce di lago è decisamente da
conoscere, più ancora i risultati gustativi che essa produce nei piatti che vengono proposti nel menu. Costantini da qualche anno ha infatti avviato una sperimentazione volta a definire una “nuova cucina del Garda” che trova la sua esaltazione nel menu degustazione Garda 100% tutto dedicato al pesce d’acqua dolce lacustre, rivisitato con fantasia.
Anche l’elemento vegetale è protagonista dei suoi piatti. “Non lardo”, “Spaghetti cacio e pepe di mandorla”, “Melanzana Steak”, “Cavolfiore e nocciola, burro di ricci di mare e albicocca” raccontano come chef Costantini ami nobilitare ingredienti solitamente destinati ad essere “complemento”, interpretandoli in maniera inusuale e spesso ironica. Non solo a vegetariani, dunque, ma a tutti coloro che amano e ricercano le capacità espressive più intense dell’elemento vegetale, Lo chef dedica Orto, un intrigante menu degustazione ispirato alle stagioni della campagna.
Le proposte gastronomiche sono accompagnate da un’interessante Carta vini, sempre in evoluzione, con più di 700 referenze italiane ed internazionali e grande attenzione alle produzioni locali, ai vini
naturali e a verticali di etichette che regalano negli anni emozioni diverse. Una ragionata selezione di birre artigianali, champagne, liquori e distillati completano l’offerta, studiata personalmente dal direttore Stefano Barbieri (da oltre 35 anni in hotel) e dal maître e sommelier Nicola Tumicelli. Entrambi, su richiesta, conducono degustazioni tematiche nella splendida cantina-caveau.
Dal 2019 lo chef Andrea Costantini fa parte degli Ambasciatori del Gusto; nel 2021 hotel e ristorante gastronomico entrano a far parte di Les Collectionneurs oggi ribrandizzato in Teritoria (https://www. teritoria.com/it/), rinomata community di strutture indipendenti presieduta da Alain Ducasse Il Regio Patio è naturalmente segnalato in tutte le principali guide gastronomiche.
Dalla colazione appena sfornata di pasticceria, alle delicatezze dolci e salate di metà mattina, i pranzi leggeri del Pool bar a bordo piscina, l’aperitivo all’American Bar rigorosamente in stile antiproibizionista, i sofisticati menu serali all’Adelaide o al Regio Patio, ogni momento della giornata al Regina Adelaide è rigorosamente artigianale e frutto di lavorazioni per lo più manuali.
La pasticceria artigianale, con una piccola brigata autonoma, si affaccia sul corso pedonale del paese; rivela sin dall’apertura un carattere “non convenzionale”. La produzione, infatti, si limita per lo più al consumo in giornata e le creazioni, rigorosamente freschissime, sono frutto di ingredienti selezionati da produttori locali o in base ai luoghi di produzione d’elezione (come per le mandorle siciliane, le nocciole del Piemonte, i pistacchi di Bronte, le arance candite siciliane o calabresi).
A Natale e Pasqua sul banco primeggia l’offerta dei lievitati naturali: Colomba, Pandoro e Pan’Ottone (panettone dedicato al marito di Adelaide Ottone
I di Baviera) godono ormai di un’affezionata clientela e di numerosi riconoscimenti (la pasticceria è segnalata sulla Guida del Gambero Rosso ed insignita delle 2 torte) Tutto l’anno propone mignon, monoporzioni, marmellate, chutney, biscotteria della tradizione (come i “SanVigilini” e la “Fogàsa gardesana”), cioccolateria classica e moderna, gelati naturali (in estate), torte per eventi e cerimonie. L’offerta benessere è altrettanto ricca e completa. Si articola in due aree: la SPA di 400 mq, e il Centro Beauty&Wellness di 160 mq, al primo piano. La SPA, appena rinnovata, è caratterizzata da un design moderno, materiali e tecniche costruttive tradizionali, impianti all’avanguardia realizzati da Starpool, azienda leader nel settore a livello mondiale. L’offerta comprende una piscina riscaldata a 30° con vasca idromassaggio, una vasca cali-
darium a 39°, una vasca frigidarium a 18°, una sauna finlandese, una sauna mediterranea in legno d’ulivo, un bagno turco e tanti intimi spazi relax. Nelle ampie cabine illuminate naturalmente del centro beauty è invece possibile abbandonarsi a trattamenti altamente personalizzati su lettini di ultima generazione con materassi ad acqua e in memory foam.
Le operatrici graduano intensità di massaggi, detersioni, oleazioni in base alla sensibilità del singolo cliente e miscelano sul momento prodotti cosmetici biologici certificati con vitamine ed oli essenziali selezionati in base al tipo di pelle.
È possibile, inoltre, scegliere per i trattamenti l’esclusiva linea Biologique Recherche, amatissima da celebrity come Madonna, Kate Winslet, Jennifer Aniston, Kylie Minogue, Cate Blanchett, Kim Kardashian. La sua gamma prodotto, particolarmente ampia per rispondere in dettaglio ad ogni possibile esigenza, ricorre per lo più a lavorazioni a freddo rispettando la struttura originale dei principi attivi; non utilizza inoltre profumazioni sintetiche. La proposta wellness si completa con un’ampia piscina esterna, dotata di lettini, aree relax e pool bar; è immersa in un rigoglioso giardino, progettato con piante e fioriture autoctone.xx
Il servizio di house keeping viene svolto due volte al giorno; quello di stireria e lavanderia, gestito in-house, è garantito entro le 24 ore. La reception è attiva tutto il giorno. Da qualche anno l’hotel, assecondando la peculiare vocazione della zona, offre servizi customizzati anche per vacanze su due ruote, in collaborazione con partner professionali: dispone di bike room con attrezzatura per piccole riparazioni, servizio lavaggio, noleggio bici di qualsiasi tipo e livello (strada, E-bike, MTB, E-MTB, bambini ecc..), guide per escursioni su misura, massaggi sportivi e defaticanti. Tutto l’anno è possibile, inoltre, organizzare per i clienti visite guidate a cantine e oleifici. L’hotel è aperto per gran parte dell’anno e svolge una breve chiusura da dopo l’epifania fino a metà marzo.
Molto suggestivo il periodo Natalizio a Garda, durante il quale la manifestazione Natale tra gli Ulivi addobba in stile nordico il lungo lago e rallegra con stupefacenti fuochi d’artificio sull’acqua la mezzanotte di fine anno.
NATALE A GARDA
FESTEGGIA CON NOI NELLA TRADIZIONE
DAL 22 AL 28 DICEMBRE, DA 3 NOTTI
Colazione a buffet dolce e salata di propria produzione con dolci artgianali, torte, frutta, yoghurt e una ampia selezione di uova, salumi e golosi piatti preparati al momento dalla cucina dell’hotel. Menù serale presso il ristorante Adelaide di 4 portate a scelta dalla Carta del Giorno curata dallo chef Andrea Costantini in base a stagionalità e territorio. Conclude la cena una deliziosa selezione al carrello dei Dolci della Regina.
Pranzo di Natale della Tradizione in stile “Regina Adelaide” con vini e bevande comprese.
Ingresso alla nuova SPA “I Segreti di Adelaide”, con piscina riscaldata, idromassaggio, 2 saune, bagno turco, vasche di reazione, sale relax, tisanera, area fitness Technogym. Accappatoio e ciabattine.Free Wi-Fi.Parcheggio privato.
3 notti per persona in camera doppia:
€ 465 in SUPERIOR
€ 590 in JUNIOR SUITE
€ 645 in JUNIOR SUITE DELUXE
€ 690 in SUITE
€ 770 in LOFT SUITE
Notti aggiuntive con mezza pensione per persona:
€ 130 in SUPERIOR
€ 170 in JUNIOR SUITE
€ 185 in JUNIOR SUITE DELUXE
€ 205 in SUITE
€ 230 in LOFT SUITE
Ed inoltre su prenotazione:
- Trattamenti di bellezza e massaggi presso l’esclusiva Area Beauty partner “Biologique Recherche” - Cene Gourmet al rinomato ristorante gastronomico Regio Patio (con compensazione della mezza pensione). Un’esperienza Fine Dining in un ambiente rilassato ed accogliente nella stupenda sala affescata affacciata sul giardino alla scoperta delle eccellenze del territorio gardesano, interpretate dallo Chef Andrea Costantini.
E’ possibile aggiungere un’ esperienza sul territorio per completare la vostra vacanza:
- Visita ad una delle Cantine storiche della vicina Valpolicella, al Museo del Vino o ad uno dei Frantoi del lago di Garda rinomati per il delicato Olio Extravergine.
- Trekking o uscite in bicicletta alla scoperta del Monte Baldo e dei suoi incredibili panorami sul lago accompagnati da guide professioniste.
CAPODANNO A GARDA AL REGINA ADELAIDE
RELAX, INTIMITÀ E SEDUCENTI
PROPOSTE CULINARIE
n. 3 Notti con arrivo tra il 29 e il 31 dicembre 2024
Prezzi per persona in camera doppia:
€ 690 in SUPERIOR
€ 835 in JUNIOR SUITE
€ 900 in JUNIOR SUITE DELUXE
€ 955 in SUITE
€ 1.050 in LOFT SUITE
n. 4 Notti con arrivo tra il 28 ed il 31 dicembre
Prezzi per persona in camera doppia:
€ 775 in SUPERIOR
€ 955 in JUNIOR SUITE
€ 1.030 in JUNIOR SUITE DELUXE
€ 1.100 in SUITE
€ 1.215 in LOFT SUITE
n. 7 Notti con arrivo tra il 27 ed il 31 dicembre
Prezzi per persona in camera doppia:
€ 1.045 in SUPERIOR
€ 1.315 in JUNIOR SUITE
€ 1.430 in JUNIOR SUITE DELUXE
€ 1.540 in SUITE
€ 1.710 in LOFT SUITE
Colazione a buffet dolce e salata di propria produzione con dolci artigianali, torte, frutta, yoghurt e una ampia selezione di uova, salumi e golosi piatti preparati al momento dalla cucina dell’hotel. Menù serale presso il ristorante Adelaide di 4 portate a scelta dalla Carta del Giorno curata dallo chef Andrea Costantini in base a stagionalità e territorio. Conclude la cena una deliziosa selezione al carrello dei Dolci della Regina.
Gran Galà di Capodanno con musica dal vivo Ingresso alla nuova SPA “I Segreti di Adelaide”, con piscina riscaldata, idromassaggio, 2 saune, bagno turco, vasche di reazione, sale relax, tisaneria, area fitness Technogym. Accappatoio e ciabattine. Free Wi-Fi. Parcheggio privato
Ed inoltre su prenotazione:
- Trattamenti di bellezza e massaggi presso l’esclusiva Area Beauty partner “Biologique Recherche”
- Cene Gourmet al rinomato ristorante gastronomico Regio Patio (con compensazione della mezza pensione). Un’esperienza Fine Dining in un ambiente rilassato ed accogliente nella stupenda sala affrescata affacciata sul giardino alla scoperta delle eccellenze del territorio gardesano, interpretate dallo Chef Andrea Costantini.
E’ possibile aggiungere un’ esperienza sul territorio per completare la vostra vacanza:
- Visita ad una delle Cantine storiche della vicina Valpolicella, al Museo del Vino o ad uno dei Frantoi del lago di Garda rinomati per il delicato Olio Extravergine.
- Trekking o uscite in bicicletta alla scoperta del Monte Baldo e dei suoi incredibili panorami sul lago accompagnati da guide professioniste.
Via S. Francesco d’Assisi, 23 Garda VR T. +39 045 7255977
WhatsApp per info: +39 393 8603564 info@regiopatio.it
Facebook: @ReginaAdelaide.Garda @regiopatio
Instagram:@regina_adelaide @regiopatio @dolcidellaregina
Chef: @andreacostantinichef
VIAGGI & EVENTI
a cura di marco morelli
Fotoservizio credit brand usa
Una vacanza all’insegna del foliage negli Stati Uniti è un’esperienza indimenticabile, grazie ai colori straordinari che stanno già trasformando i paesaggi. Le temperature si sono ormai abbassate, rendendo l’aria fresca e piacevole, perfetta per trascorrere più tempo all’aperto. Questo è il periodo ideale per esplorare parchi nazionali e riserve naturali, mete ideali per chi cerca un’avventura tranquilla e immersiva. Per ammirare al meglio questo spettacolo, Visit The USA propone sette destinazioni autentiche, immerse nel cuore degli Stati Uniti, perfette per ammirare l’autunno in tutto il suo splendore.
PANORAMI AUTUNNALI ALL’OZARK NATIONAL FOREST, ARKANSAS
Ozark National Forest, è uno dei parchi più affascinanti degli Stati Uniti, e in autunno diventa particolarmente suggestivo, quando il foliage trasforma il paesaggio in un tripudio di colori. Con i suoi oltre quattromila chilometri quadrati di estensione, il parco offre numerosi punti panoramici da cui ammirare le foreste tinte di sfumature autunnali. L’Ozark Highlands Trail, il percorso escursionistico più rinomato della regione, si snoda per circa 600 km attraverso una natura selvaggia e incontaminata. Durante il cammino, si incontrano cascate, ruscelli e
scorci boschivi avvolti dai colori autunnali, offrendo un’esperienza immersiva unica. In particolare le rive del fiume St. Francis e gli altipiani di Ozark sono luoghi perfetti per fermarsi e godere appieno della bellezza del foliage.
LA NATURA SELVAGGIA
NELLA CHATTAHOOCHEE NATIONAL FOREST IN GEORGIA
Il territorio del Chattahoochee National Forest in Georgia non solo ospita una rigogliosa vegetazione, ma custodisce anche una ricca storia americana. Le sue alte montagne, attraversate da fiumi e cascate impetuose, furono infatti lo scenario della frenetica prima corsa all’oro negli Stati Uniti. Queste foreste sono un vero paradiso per gli escursionisti, con circa settecento chilometri di sentieri panoramici e ricreativi da esplorare. All’interno del parco si trovano dieci aree selvagge protette, dove, a partire da ottobre, la natura si trasforma in uno spettacolo unico di colori e forme straordinarie. Il punto di osservazione più suggestivo è Brasstown Bald, la vetta più alta della Georgia, da cui si gode una vista mozzafiato a 360° sui Monti Appalachi meridionali e sulle valli circostanti. Un’esplosione di colori a Hill Country in Texas Hill Country Park è un vero mosaico di pae-
saggi mozzafiato, specialmente tra la fine di novembre e dicembre, dove altipiani, canyon scoscesi e torrenti sinuosi si fondono con la ricca fauna e flora tipica del Texas. Per gli amanti dell’escursionismo, il parco offre percorsi adatti a ogni livello di esperienza. Seguendo il West Peak Overlook Trail, si è ricompensati da una vista panoramica che abbraccia l’incantevole Hill Country occidentale. Per assistere a uno dei più straordinari spettacoli autunnali, il Lost Maples State Natural Area è una tappa obbligata. Qui, una foresta di aceri Bigtooth, tipici della regione, si accende in una sinfonia di colori vivaci. Questa rara meraviglia naturale, che ospita gli ultimi esemplari di aceri texani, attira visitatori da ogni parte del mondo per ammirare il foliage autunnale al suo massimo splendore. Il parco offre inoltre una rete di sentieri ben curati, aree per il campeggio e innumerevoli opportunità per scattare fotografie memorabili, regalando un’esperienza indimenticabile per chiunque ami la natura e l’autunno.
NATIONAL
Situata nel cuore dei Monti Appalachi meridionali, la Cherokee National Forest si trasforma in un tripudio di colori tra ottobre e novembre. Grazie ai percorsi panoramici facilmente accessibili, tutti possono godere dello splendido foliage, sia attraverso le strade percorribili in auto, che offrono vedute mozzafiato, sia lungo i sentieri escursionistici adatti a ogni età. Per gli avventurieri più audaci, esistono itinerari a tappe e sentieri ad anello che attraversano tutta la Cherokee National Forest, conducendo fino al Great Smoky Mountains National Park, famoso in tutto il mondo per la sua straordinaria biodiversità e le antiche montagne maestose. Esplorare questi luoghi significa immergersi completamente nella natura, dove i colori autunnali e la tranquillità dei boschi offrono un’esperienza unica.
SCOPRIRE LA STORIA DEL ROBBERS
CAVE STATE PARK IN OKLAHOMA
Il Robbers Cave State Park, incastonato tra le colline boscose dei Monti San Bois, nel sud-est dell’Oklahoma, prende il nome dalla leggendaria Robbers Cave. Un tempo rifugio di astuti fuorilegge, la grotta divenne una fortezza naturale inespugnabile, grazie alla sua posizione impervia e alle vie di fuga segrete. Oggi, il parco è una destinazione ideale per attività all’aperto, offrendo passeggiate nei boschi e a fine ottobre, i laghi riflettono i colori della vegetazione circostante, creando splendidi contrasti con il foliage autunnale. La rete di sentieri permette di esplorare la natura tra querce, pini e noci, attraversando paesaggi che spaziano da laghi tranquilli a fitte foreste. Robbers Cave State Park è una meta perfetta per escursioni in famiglia e per chiunque voglia vivere l’autunno selvaggio e suggestivo dell’Oklahoma.
IL FOLIAGE DI OAK CREEK CANYON IN ARIZONA.
Oak Creek Canyon, nel nord dell’Arizona, è un capolavoro geologico che si trasforma in una meraviglia naturale durante l’autunno. Percorrendo i tornanti della Highway 89A in direzione di Flagstaff, si possono ammirare da vicino le imponenti pareti del canyon e l’altopiano della Coconino National Forest, avvolti dai colori autunnali. Tra i sentieri più suggestivi per godersi il foliage, il West Fork Oak Creek Trail è una scelta ideale: segue il corso di un ruscello incorniciato dalle ripide pareti del canyon. Per chi cerca un’alternativa meno frequentata ma altrettanto affascinante, il sentiero del Casner Canyon è perfetto. Dopo aver attraversato il torrente Oak Creek, un tempo utilizzato per portare il bestiame ai pascoli, il percorso
si snoda in salita lungo il canyon, offrendo panorami sempre più ampi e spettacolari sulle formazioni rocciose circostanti. In entrambi i casi, l’autunno trasforma il paesaggio in un’esperienza indimenticabile.
Sport e passeggiate lungo
la Columbia River Gorge in Oregon
La Columbia River Gorge, che separa Oregon e Washington, è un canyon fluviale spettacolare lungo 130 chilometri e profondo fino a 1.224 metri. Si snoda tra scogliere, guglie e creste che si stagliano contro le vette della catena montuosa Cascade del Pacifico nord-occidentale. In autunno, l’accostamento degli alberi colorati e delle cascate crea una cornice straordinaria, con numerosi sentieri escursionistici che permettono di immergersi completamente nel foliage.
L’acqua, il vento e i paesaggi rendono la zona una destinazione di livello mondiale per attività all’aria aperta come escursionismo, ciclismo, sport acquatici e sport del vento. Inoltre, in autunno, i visitatori possono sorprendersi di fronte alla fauna selvatica, tra cui uccelli migratori e cervi.
a cura di M.T. San Juan
Da esattamente 20 anni, l’AQUA DOME – Terme del Tirolo Längenfeld è considerato il resort termale più prestigioso e architettonicamente affascinante dell’area alpina, un vero consiglio di lusso nella valle Ötztal. E questo non solo grazie ai recenti lavori di ristrutturazione. Le emozioni più intense si vivono tra 250 vette oltre i 3000 metri e la forza primordiale dell’acqua termale, che sgorga da una profondità di 1865 metri. In autunno, la combinazione di wellness e terme è perfetta per ricaricare le energie e rafforzare il sistema immunitario in vista dell’inverno, ad esempio con gettate di vapore in sauna e trattamenti esclusivi.
Inoltre, le temperature più miti invitano a svolgere attività all’aperto, accompagnati dallo spettacolo di colori della natura. Le impressioni autunnali più suggestive si colgono durante la discesa delle mandrie dagli alpeggi nella valle Ötztal, o nella Valle dei Granten, come vengono chiamati qui i mirtilli rossi che crescono nei pascoli di montagna oltre i 1400 metri di altitudine.
Il rosso acceso dei frutti e i colori del fogliame nella valle offrono uno scenario fotografico irresistibile! Ci sono 1600 km di sentieri da esplorare con calma, perfetti per lunghe camminate. Anche per andare in bici, l’autunno è l’ideale: prima ci si stanca, poi ci si rilassa nel comfort dell’AQUA DOME, tra le sue 12
piscine interne ed esterne e 11 saune. Un consiglio: provate l’esperienza di galleggiare nelle vasche galleggianti esterne, ammirando le vette circostanti. Circondati da montagne, luoghi di forza e acque termali, corpo e mente raggiungono uno stato di euforia: Lift Your Spirit! Con stile e cosmopolita: il nuovo Look & Feel
IL NUOVO BAR
Un vero colpo d’occhio nella hall è rappresentato dal nuovo bar con soffitto a specchio. Il team del bar, appassionato e altamente competente, ha selezionato oltre 100 varietà di gin, capaci di trasportare anche i più esperti in nuove dimensioni di piacere. Anche le limonate e i cocktail analcolici fatti in casa, come la limonata al basilico e albicocca o lo Spritzer al punch, sono un’esplosione di sapore. La sera, l’esperienza al bar si completa con eventi musicali. Nei nuovi ristoranti, non solo la vista, ma anche il palato viene coccolato: la gastronomia dell’AQUA DOME reinterpreta in modo sorprendente ricette tradizionali, specialità regionali e metodi di preparazione tipici dell’arco alpino.
COLORI ACCESI DURANTE
LE ESCURSIONI E IN BICI
Poiché le attività all’aria aperta fanno parte integrante di una vacanza all’AQUA DOME, le
escursioni giornaliere guidate permettono di scoprire i luoghi più belli della valle Ötztal. Gli esperti sanno che l’autunno è la stagione perfetta per camminare e andare in bici. Tutto può scorrere con più lentezza quando il sole è basso e i colori brillano. La montagna chiama e l’anima risponde! Che si tratti di una rilassante escursione nella natura verso il lago Winklbergsee con Maria, attraverso il sentiero geologico fino al lago che emana la tranquillità di un luogo di forza, o di un giro ad anello del “Wasserläufer”, che parte dall’AQUA DOME, costeggia il Fischbach, passa per la Brandalm e continua con panorami mozzafiato fino a Burgstein, l’autunno regala emozioni uniche. Il momento clou è l’impressionante ponte sospeso lungo 85 metri, che si eleva a 220 metri sopra la valle. Preferite esplorare la zona in (e-)bike? Il Sentiero ciclabile dell’Ötztal, lungo 52 chilometri, si snoda nella valle lontano dalle strade principali, spesso costeggiando il fiume Ötztaler Ache, attraversando paesaggi rocciosi selvaggi e luoghi idilliaci. L’AQUA DOME mette a disposizione una flotta di 50 (e-)bikes di alta qualità, pronte per esplorare vari percorsi, compresi quelli bike & hike, magari con la guida di Ralph, esperto delle migliori piste ciclabili della zona.
di Rita BeRtazzoni
Se pensate che non esista il Paradiso in terra, vi sbagliate. Nel sud della Corsica c’è un luogo che ha tutte le caratteristiche per esserlo e chiunque ci sia stato vi dirà che è un autentico Eden. Un luogo in cui mondo minerale, vegetale e animale convivono armoniosamente in un microcosmo di pura bellezza e rispetto fra le diverse specie. È il Domaine de Murtoli, tra Sartène e Bonifacio, nella Valle dell’Ortoli che dalle montagne digrada fino al mare, in un susseguirsi di paesaggi incontaminati in cui la macchia mediterranea lascia il passo a foreste di pini e sugheri, prima di incontrare lembi di soffice sabbia celati fra le rocce. Una tenuta di 2500 ettari, con boschi, orti, campi di elicriso e pascoli, 10 km di spiagge e calette, e una Riserva naturale classificata Natura 2000. Un universo a sé, magico, di indescrivibile sedu- zione. È proprietà di una famiglia corsa che negli anni ha portato avanti una grandiosa opera di restauro e valorizzazione nel segno della eco-sostenibilità, conservando la vocazione agricola e pastorale di questo luogo ancestrale aperto all’ospitalità, che comprende 20 bergeries e case rurali del XVII secolo, un hotel 5 stelle, un campo da golf a 12 buche, un maneggio, 3 ristoranti gourmand. Aperto da aprile a gennaio, il Domaine de Murtoli offre
in tutte le stagioni diversi motivi per andarci. Anche adesso che l’autunno regala le meraviglie del foliage. Nella bellezza selvaggia della natura, Murtoli è un rifugio dallo stress, una pausa per rigenerarsi, godendo di un clima mite e scegliendo fra diverse proposte di soggiorno, fra cui l’imperdibile Settimana Detox
DORMIRE NELLA NATURA
20 bergeries e 1 hotel cinque stelle formano un albergo diffuso con un servizio tanto impeccabile quanto discreto. Un’ospitalità al top dove il lusso ‘décontracté’ (rilassato) è un mix di bellezza, tradizione, privacy e comfort. Sparse nel verde, immerse tra la macchia mediterranea e la spiaggia, le bergeries e le residenze risalenti al XVII secolo nascono da ovili e stazzi abbandonati, case rurali, dimore patronali, mulini in rovina, restaurati nel massimo rispetto dell’architettura tradizionale corsa: muri a secco ricostruiti fedelmente, tegole antiche, scale in pietra, pavimenti in rovere o terracotta, persiane e porte in castagno, tinte vegetali e pareti in calce, lavelli di pietra. Semplicità, fedeltà alle forme antiche, materiali antichi e identitari dell’isola caratterizzano questi rifugi bucolici, con giardino privato e piscina scavata nella roccia.
Anche il più recente Hotel de la Ferme, ricavato nell’edificio centrale della tenuta, tra uliveti e orti, offre un soggiorno nel segno dell’eccellenza e della discrezione, ricreando l’atmosfera di una piazza di paese. Le nuove suite e le camere di lusso in stile tradizionale corso mixano fascino e autenticità del passato (mobili e materiali antichi, caminetti, stufe a legno) e un tocco di modernità con un innovativo sistema di domotica.
LA NATURA IN TAVOLA
Il soggiorno a Murtoli è un ritorno alle origini che prosegue a tavola con i prodotti della tenuta, del mare e della campagna corsa. Vitello e agnello dell’azienda agricola, frutta e verdura dell’orto biologico, olio d’oliva del frantoio, formaggi, pollame, latte, uova, miele, selvag-
gina, erbe e spezie della macchia locale, pesce si ritrovano nelle raffinate ricette proposte dall’executive chef Laurent Renard e dalla sua brigata, che si possono assaggiare nei tre ristoranti del Domaine, di cui uno stellato. La Table de la Ferme offre una cucina rustic chic da gustare nel corpo centrale della fattoria, due eleganti saloni impreziositi da grandi camini. La formula “I piattini”, sorta di tapas che invitano alla condivisione, viene servita nel lounge bar e, durante la bella stagione, in veranda e nei salotti sotto il pergolato davan- ti al green del golf. È sempre accompagnata dai vini della cantina interna, che annovera notevoli etichette corse, grandi denominazioni francesi e i migliori Champagne. Da non perdere il viaggio nell’alta cucina proposto dal ristorante 1 Stella Michelin, residenza estiva di Mathieu Pacaud. I piatti tipici della tradizione locale sono appannaggio de La Table de la Grotte, una location molto suggestiva ricavata in una cavità naturale, con ristorante, bar e cantina, tavoli in legno decorati con candelabri e un imponente camino sempre acceso. Lo stupore continua all’esterno, sulle terrazze panoramiche integrate nelle curve naturali della roccia, che offrono una vista mozzafiato tra mare e montagna. Imperdibile un aperitivo in musica al tramonto. Infine, la Table de La Plage, ispirata a una capanna di pescatori, è aperta in estate e offre una cucina di mare nella splendida spiaggia privata. Tavoli, sedie e strutture sono realizzati in legno di deriva, sistemati su terrazze tra ginepri e lentischi.
IN SIMBIOSI CON LA NATURA Il fascino esclusivo del Domaine Murtoli è l’essere ‘un mondo a parte’, un concept unico di agriturismo eco-sostenibile in una valle scandita dal ritmo del lavoro nei campi e disegnata da una natura che cambia di continuo - mare, fiumi, stagni, dune, pianure, colline, boschi e montagne - e offre infinite attività open air. Passeggiate nella macchia e sulla spiaggia, golf in un campo a 12 buche disegnato da Kyle Phillips, equitazione, gite in barca, sport acquatici, pesca in mare, percorso archeologico nella tenuta sono alcune delle proposte di un’autentica art de vivre locale. Il Domaine de Murtoli è anche un’azienda agricola con 500 pecore, un centinaio di vitelli e mucche, numerosi alveari, 5000 ulivi, 13 ettari di vigne, un caseificio che diventano anche luoghi di esperienze ludico-didattiche per i bambini durante i soggiorni attivi. E poi c’è l’orto, dove non solo gli chef ma anche gli ospiti, che
amano cucinare nelle loro bergeries, possono andare a raccogliere verdure fresche ogni giorno. E per chi vuole farsi coccolare da mani esperte, la Spa Nucca offre rituali di bellezza e trattamenti 100% naturali. In estate si trasferisce all’aperto, nascosta fra gli alberi e i cespugli di mirto e rose selvatiche a pochi passi dalle onde del mare, per un’esperienza sensoriale davvero unica. Il benessere qui è declinato anche in settimane wellness e detox che si tengono in primavera e in autunno: un momento da dedicare a se stessi per rigenerarsi nel corpo e nello spirito (vedi box).
SETTIMANA DETOX CON LA PENSÉE SAUVAGE 9-15 novembre 2024
La Pensée Sauvage, pioniera del benessere in Francia, ogni anno organizza una Settimana Detox, in primavere e in autunno, al Domaine de Murtoli. Un percorso esclusivo, con un team di naturopati e professionisti del wellness altamente qualificati, per aiutare le persone a disintossicarsi, liberarsi dallo stress, ritrovare il giusto equilibrio psicofisico in un luogo che non ha rivali. A seconda delle esigenze e problematiche soggettive, vengono proposti diversi percorsi che comprendono dieta, meditazione, yoga, passeggiate, tisane e riposo. La formula Détox Jeûne®, per esempio, consente di bere, durante la giornata, solo acqua, succhi di frutta diluiti, tisane e brodi vegetali. Détox Douceur®, tre succhi di frutta e verdura fresca o monodieta di riso o frutta di stagione. Con Détox Végétale® si possono gustare tre piatti gastronomici a base di vegetali bio mentre Détox Gourmande® ammette tre pasti gourmet composti da verdure, frutta fresca, cereali, legumi e dessert.
La giornata tipo? Si inizia con la tisana a base di erbe disintossicanti e il lavaggio del naso con la lota. Seguono il risveglio muscolare yogico e la meditazione, poi la colazione secondo il proprio piano dietetico. Normalmente dalle 10 alle 14.30 si fanno attività di escursionismo e al ritorno si pranza. Il pomeriggio è dedicato a riposo, trattamenti in Spa o laboratori di cucina vegana, la sera dopo cena a serate a tema. www.lapenseesauvage.com
DOMAINE DE MURTOLI Vallée de l’Ortolo, Sartène Corsica (Francia) tel. +33 (0)4 95 71 69 24 www.murtoli.com
INFO CORSICA: www.visit-corsica.com/it www.france.fr/it
di Rita Bertazzoni
Bologna “la dotta, la grassa, la rossa”. Dotta, per la sua Università, la più antica d’Europa (1088). Grassa, per la ricchezza gastronomica, che ne ha fatto uno dei templi della cucina italiana, insignita del marchio City of Food. Rossa, per il colore della pietra con cui è costruita la città. C’è sempre una buona occasione per tornarci. Il capoluogo emiliano non smette di sedurre: per l’indiscutibile fascino del suo centro storico, disegnato da 62 chilometri di portici patrimonio Unesco, per la proverbiale ospitalità della sua gente e la vivacità culturale, tra mostre d’arte, appuntamenti letterari e rassegne musicali (Bologna è anche Città creativa della Musica), e, naturalmente, per la buona cucina. Per molti è proprio il cibo l’essenza della bolognesità, contraddistinta da una tradizione gastronomica autorevole che si tramanda di generazione in generazione, unita ad una capacità di rinnovarsi con nuove e gustose idee creative. Negli ultimi anni, infatti, a dispetto della crisi, sono moltiplicate le aperture di nuovi locali ‘golosi’, tra ristoranti, osterie, enoteche, botteghe, scuole di cucina e street food dove le ricette, fedeli alla tradizione culinaria petroniana o rivisitate, si sposano con una attenta selezione delle materie prime, dei prodotti del territorio e delle eccellenze nazionali. Una contaminazione stimolante, fresca e aperta al nuovo, che si percepisce ovunque. Ne abbiamo selezionati alcuni fra i più interessanti, suggerendo un viaggio culinario in punta di forchetta.
Le ricette della tradizione sono sacre e intoccabili. Ma Bologna è in continua evoluzione anche a tavola e i nuovi ristoranti scelgono di rivisitarle con un tocco di creatività e innovazione. È il caso de La Porta Restaurant (laportadibologna.it), uno spazio poliedrico all’interno di una struttura avveniristica che comprende la caffetteria, il bistrot, un’area riservata agli aperitivi, una cigar room e il ristorante per cene di alta cucina, con vista sui giardini pensili di Porta Europa. Ogni sera sfilano in tavola ricette leggere e freschissime, con abbinamenti ricercati che esaltano profumi e colori e un occhio attento alla salute. Il risultato sono piatti raffinati che lasciano il segno. Merito dello chef Luca Virtuani, che vanta una lunga esperienza a livello internazionale, dalla Nuova Zelanda ai Paesi Bassi, dove ha lavorato per ristoranti stellati. È affiancato dalla pastry chef Sara Daolio, che propone una pasticceria originale senza mai perdere le radici della tradizione. Adiacente al ristorante, il bistrot La Porta Café (laportadibologna.it/cafe) propone delizie dolci e salate a tutte le ore, dalla colazione al coffee break di metà mattina, dalla pausa pranzo al tè pomeridiano, dall’aperitivo con con vista sullo skyline di Bologna alla cena. Tutte all’insegna dell’alta qualità delle materie prime e di una cucina leggera e raffinata, rispettosa della tradizione senza disdegnare le rivisitazioni. Ecco perché nel menu si trovano i grandi classici della cucina bolognese, come tortellini in crema di Parmigiano Reggiano e tagliatelle al ragù, ma ci sono anche proposte dal pescato del
giorno e secondi a base di carne pregiata. I dolci sono irresistibili: oltre alla piccola pasticceria che, come il pane e la pasta fresca, è rigorosamente preparata dallo staff interno, vanno assaggiati il gelato alla crema fatto in casa con fragole e scaglie di cioccolato e il ‘Dessert dell’orto’ con ricotta di mandorle, piselli freschi, fragole e mandorle a scaglie.
ISPIRAZIONI CONTEMPORANEE
Tradizione bolognese, contaminazioni dal mondo e originalità sono la cifra distintiva di un altro locale di tendenza a Casalecchio di Reno, pochi minuti d’auto dal centro di Bologna. Eden (edenrestaurant.it) è un autentico paradiso costruito intorno al vecchio chiosco del Parco Rodari, con ampi spazi interni e tanto verde, fra piante di tutti i tipi, una terrazza panoramica e la special zone Digital Worker. “Un luogo diverso, per uscire dalle righe e guardare oltre, come fa la giraffa simbolo del nostro locale, per sperimentare un nuovo modo di gustare cibo, stare insieme, condividere, lavorare” spiega il patron Amin Bayumi. “Per chi vuole tutto insieme, senza rinunciare a nulla. Brunch, dinner, work, cocktails, events conditi da ricette insolite impiattamenti gourmet e materie prime di altissima qualità a km zero”. Carni dray aged, fino a 120 giorni di frollatura, hamburger di Wagyu, griglia Josper, crudité di pesce, tortellini fatti in casa, menu di terra, di mare e vegetariano dall’orto per la cena, un trionfo di bontà dolci, salate e super food per i brunch del fine settimana con pancake, french toast, uova in tutte le maniere, brioche con cre-
me home made, estratti di frutta e verdura, frullati, yogurt. Gli arredi, la location e le proposte creative fanno di questo locale the place to stay.
SALUTE E GUSTO NEL PIATTO È un ambiente pieno di piante anche il ‘Bosco degli Ulivi’, una delle sale del ristorante Irnerio 10 Cucina Termale (grupposalutepiu.it/irnerio10), ambientato in uno spazio sotterraneo ma pieno di luce e con un microclima straordinario studiato per far crescere alberi veri, addirittura ulivi. In questo nuovo bistrot, che fa parte del polo salutistico del Gruppo Monti Salute Più collegato alle Terme Felsinee, si gusta una cucina contemporanea ispirata alla tradizione, caratterizzata da un contenuto minimo di grassi,
da cotture a vapore e a bassa temperatura. Nel menu si sceglie fra due le linee gastronomiche: Gusto&Salute+ e Gusto&Tradizione. Della prima fanno parte le zuppe creative e funzionali, realizzate con cocktail di ortaggi, erbe dell’orto, radici, alghe con specifiche finalità anti invecchiamento. Alla seconda appartengono ricette consolidate dalla saggezza popolare, aggiornate nella scelta delle materie prime, biologiche e a Km 0, e realizzate con un ingrediente esclusivo, l’acqua termale. Il locale è anche un bar e uno store dove acquistare i prodotti del benessere, fra cui la Birra Monti, unica bionda artigianale prodotta con acqua termale, diuretica, disintossicante e ricca di minerali, e gli Essenziali, una linea di liquori alle erbe. Poi ci sono i profumi Acqua di Felsina per il corpo, i profumi per l’ambiente, i prodotti di dermocosmesi ternale.
PIZZE CREATIVE E GOURMET
Gli amanti delle pizze golose hanno un indirizzo da mettere in agenda: Il Portico di San Donato (pizzeriaportico.it), a pochi passi dall’omonima porta di Bologna. Una pizzeria dall’atmosfera calda, dove gustare fragranti proposte con ingredienti di prima qualità, abbinamenti originali e impasti soffici e leggerissimi che lievitano per oltre 72 ore per una consistenza croccante fuori e morbida dentro. Il locale, capitanato da Giuseppe Giampaolo, pizzaiolo calabrese di lungo corso, propone una carta con 24 pizze. Da quelle tradizionali alle proposte più ricercate e intriganti, con abbinamenti inaspettati. Veri e propri capolavori gourmet che valorizzano le eccellenze italiane. La pizza ‘Bologna’ aggiunge a fior di latte e burrata di pasta filata pugliese la Mortadella Igp con granella e pesto di pistacchio; la ‘Acciughe e liquirizia’ mette crema di zucca, acciughe del Cantabrico e polvere di liquirizia; la ‘Princess’ è arricchita con fiori eduli, pomodorini secchi, mandorle, filamenti di peperoncini di Cayenna e miele aromatizzato al tartufo. Tra le new entry, la pizza ‘Intense Cafè’ è arricchita con mozzarella fiordilatte, guanciale croccante, pepe nero, polvere di caffè, dolcezza di cipolla e scaglie di ricotta salata, la ‘Sapori della mia terra’ abbina pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino Dop, salame piccante, menta in foglie, marmellata di peperoncino e miele, stracciatella di Burrata e filamenti di peperoncino di Cayenna. E che dire della ‘Re Sole’? È fatta con pomodoro, fiordilatte, pancetta al forno, tuorlo d’uovo fritto, crema di tartufo e foglia oro.
Oggi l’apparenza sembra essere più importante della sostanza. Viviamo in una società dove sempre più persone ostentano ciò che hanno, senza preoccuparsi di viverlo.
Il lusso in quest’epoca moderna, dunque, diventa la possibilità di scegliere di non farsi condizionare dalle apparenze, scegliere di superarle e puntare alla sostanza.
Il ritorno ai valori solidi, alla genuinità, alla piacevolezza di cose futili e concrete allo stesso tempo, che coccolano l’anima, lasciando qualcosa dentro di noi. Un’idea di lusso che pervade ogni ambito della nostra vita, e quello culinario, così importante per la cultura italiana, non fa certo eccezione.
Un esempio di lusso in cucina è rappresentato da Camponeschi, lo storico ristorante che si trova a Roma, in piazza Farnese, gestito oggi da Alessandro Camponeschi.
Il locale si trova circondato da edifici storici di grande valore, e i clienti del suo dehors possono consumare il proprio pasto ammirando meraviglie architettoniche come Palazzo Farnese, realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo Buonarroti e Il Vignola nella seconda metà del 1500, e la Chiesa di Santa Brigida, costruita da Pietro Giacomo Patriarca, la cui facciata risale agli inizi del 1700, mentre il campanile è di fine 1800.
Vediamo qual è oggi l’idea di lusso nel settore food secondo Alessandro Camponeschi.
a cura di V.cOriNi
La ristorazione fa parte della vostra famiglia da circa un secolo, prima con tuo nonno, poi con tuo padre, poi il tuo progetto insieme ai tuoi fratelli. Qual è il più grande insegnamento che ti hanno lasciato tuo padre e tuo nonno per eccellere in questo settore?
Il più grande insegnamento che abbia ricevuto da mio padre Marino e mio nonno Tommaso è l’importanza di puntare sulla perseveranza, sulla disciplina, sul sacrificio, sul metodo e sull’accoglienza del cliente. Indispensabile è vivere tutto questo in piena armonia ed equilibrio con passione e dedizione, perché poi, in fin dei conti, la mia con il ristorante è una Love Affair che dura da tanti anni.
La ristorazione è una professione che puoi fare solo con queste prerogative non ci sono alternative.
In che modo ritroviamo il concetto di famiglia e tradizione nel tuo ristorante?
Ritroviamo il concetto di famiglia e tradizione nel rapporto con lo staff (consolidato da ormai decenni) ma soprattutto nei piatti, nei loro sapori e profumi. E nel preparare le quarte generazioni di famiglia ad affrontare le nuove sfide del mercato.
Il locale aperto da tuo padre e dai tuoi zii è stato uno dei ristoranti più gettonati de “La Dolce Vita”. Che ricordi hai di quegli anni? Cosa ritroviamo nel tuo locale di quell’eredità?
Mio nonno Tommaso, arrivato a Roma negli anni ’30, dopo varie esperienze, rilevò a fine anni Quaranta un piccolo ristorante nei pressi di via Veneto.
Ristorante che beneficiò di quello che poi sarebbe divenuta “la dolce vita romana” così definita da Fellini nel suo film cult. Ospitando personaggi del Jetset internazionali, attori, registi, capi di stato… Nel ristorante ho passato tutti momenti felici della mia infanzia e della mia adolescenza insieme a mio padre Marino, mia madre Gabriella, i miei nonni, i miei zii Benito, Rosa, Andrea, e tutti i miei cugini. Oggi a piazza Farnese ritroviamo lo stesso spirito e la stessa filosofia del jet set internazionale e non. Il ristorante ed il wine bar sono Punto di riferimento della clientela romana ed italiana che frequentano abitualmente il Camponeschi.
Il vostro menù coniuga la tradizione con l’innovazione. Quali sono i 3 aggettivi che meglio descrivono la vostra proposta? E perché?
Siamo per l’apologia della bellezza e della bontà, pertanto un piatto deve essere: Buono, saporito ma soprattutto ben presentato.Perché la bellezza di un buon piatto è sempre una promessa di felicità.
Cosa è il lusso in cucina oggi? E cosa, più di tutto, esprime raffinatezza?
Qui la ricerca dell’eccellenza è alla base di ogni piatto. Materie prime di qualità eccelsa, valorizzazione della tradizione culinaria italiana, ma anche ricerca di nuovi sapori e nuovi accostamenti. E, infatti, importante che i piatti abbiano sempre qualcosa di nuovo da dire, ma che, allo stesso tempo, raccontino la loro storia ed esprimano quel che meglio rappresenta lo spirito di Camponeschi: il senso di famiglia.
Situata nel cuore del Monferrato, Montalbera presenta le sue selezioni di vini, ideali per abbinamenti gourmet che esaltano la tradizione enogastronomica piemontese. Guidata dall’innovativo imprenditore Franco Morando, l’azienda si distingue per la sua tradizione radicata e il costante impegno verso l’eccellenza. Tra le proposte per deliziare i palati spiccano quattro vini di alta qualità: Grignè Grignolino d’Asti DOC, il Viognier Calypsos Piemonte DOC, il Timorasso Colli Tortonesi DOC Derthona e La Tradizione Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG. Questi vini, frutto di tre varietà autoctone – Ruchè, Grignolino e Timorasso – e di una varietà internazionale, il Viognier, trovano la loro culla ideale nel territorio patrimonio dell’UNESCO, esprimendo al meglio il loro potenziale.
QUATTRO VINI DI MONTALBERA E QUATTRO PIATTI DELLA TRADIZIONE PIEMONTESE: ABBINAMENTI PERFETTI PER OGNI OCCASIONE
Come si può rinunciare a un calice di Grignè Grignolino d’Asti DOC, abbinato a un iconico vitello tonnato? Questo piatto tipico piemontese, composto da fettine sottili di vitello servite fredde con una salsa cremosa a base di tonno, capperi, acciughe e maionese, si sposa perfettamente con il carattere caldo e piacevole del Grignolino, creando un raffinato equilibrio gustativo. Irrinunciabile anche Il Viognier Calypsos Piemonte DOC, con il suo colore giallo paglierino cristallino e il profumo intenso di frutta fresca e fiori di campo, è ideale per accompagnare l’insalata di carne cruda all’Albese, un piatto di sottili fettine di manzo crudo condite con olio extravergine di oliva, limone, sale, pepe, parmigiano e funghi porcini freschi.
La morbidezza e la parte minerale del Viognier armonizzano con la tenerezza della carne cruda, offrendo un’esperienza gastronomica raffinata.
Il Timorasso Colli Tortonesi DOC Derthona è l’altro protagonista tra i vini bianchi di Montalbera. Con il suo colore giallo paglierino e il profumo intenso di frutta matura come mela cotogna, mandorla e nocciola, accompagnato da note minerali di pietra focaia e grafite, è perfetto con i peperoni alla piemontese.
Questo piatto tradizionale, composto da peperoni arrostiti e spellati, conditi con acciughe, capperi, prezzemolo, aglio e pane grattugiato, trova un abbinamento ideale nel Timorasso, creando un’esperienza gustativa armoniosa.
La Tradizione Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG è una delle espressioni Ruchè di Montalbera, nonché ottimo compagno per una cena o un pranzo gourmet. Un vino intenso, persistente e aromatico, dal palato caldo ed equilibrato che si sposa perfettamente con il Caponet, piatto tipico della tradizione composto da involtini di cavolo verza ripieni di carne tritata, riso e verdure, cotti al forno. Il ripieno è insaporito con aglio, prezzemolo e parmigiano, mentre le foglie di verza vengono sbollentate per renderle morbide e avvolgenti. Un abbinamento che racchiude diversi sapori in un abbraccio gustoso.
Sotto la guida di Franco Morando, Montalbera continua a innovare e a produrre vini di altissima qualità. La patria del Ruchè e del lusso naturale, Montalbera offre esperienze enoturistiche complete, dalle visite in cantina alle degustazioni di tutti i vini, fino all’accoglienza nelle Luxury Wine Suites. Un angolo di paradiso e relax, pensato per far vivere la bellezza del Monferrato.
Torna nel vicentino, dopo anni di assenza a causa del Covid, l’appuntamento con il torneo internazionale di scacchi “Città di Vicenza”, arrivato alla sua 24^ edizione, in programma da venerdì 8 a domenica 10 novembre a palazzo Cordellina.
“Siamo felici che torni a Vicenza un evento che mancava in città da prima della pandemia – le parole dell’assessore allo sport Leone Zilio – Sarà un’occasione importante per far conoscere la nostra città ai tanti appassionati del gioco degli scacchi provenienti da tutta Italia che parteciperanno al torneo. Non possiamo che ringraziare la biblioteca Bertoliana per l’ospitalità e gli organizzatori dell’evento, in
Il nostro lago si prepara ad ospitare un evento di caratura internazionale: si svolgeranno infatti a Peschiera del Garda i Campionati Mondiali di Street Fishing!
Anche Desenzano sarà protagonista di questo importante evento!
Due desenzanesi sono stati infatti convocati per rappresentare la Squadra Nazionale: Alexandro Mutti e Massimiliano Sella (atleti della A.S.D. Iron Fishing, pluri titolata associazione nella pesca sportiva), che lo scorso anno si sono resi protagonisti vincendo il Campionato Italiano ad Adria. Il programma dell’evento:
23 ottobre: parata di apertura con passaggio degli atleti in centro città.
24-25 ottobre: prove ufficiali
26-27 ottobre: gare ufficiali + premiazioni Riva
caMPionati Mondiali di street fisHinG verona
La Garda Half Marathon va a passo spedito e si appresta a vivere una nuova edizione (la ventiduesima) di successo. Gli spunti di interesse sono numerosi e uno di questi è rappresentato dalle 68 nazioni che figurano ad oggi in starting list, tant’è che il 70% degli attuali partecipanti è straniero, contro il 30% degli italiani. Un dato che la dice lunga sull’apprezzamento di cui gode la manifestazione anche oltre i confini nazionali.
Andati in archivio i Giochi Olimpici, il mondo dell’atletica guarda alle maratone e mezze maratone autunnali e, tra queste, c’è anche la Garda Half Marathon, che si conferma gara dai grandi numeri e dall’indiscutibile fascino.
Il percorso, con l’arrivo sulle sponde del Lago di Garda, rappresenta un “unicum” e le modifiche al tracciato apportate lo scorso anno hanno trovato l’approvazione dei partecipanti, come confermato dal trend delle iscrizioni. Lo start, anche nel 2024, verrà dato da Arco nei pressi del Casinò Municipale, sotto il Castello, con i successivi transiti da Dro e sul suggestivo Ponte Romano. Da lì i runner proseguiranno verso il lago lungo la ciclopedobabile, passando per Torbole e Riva del Garda, con arrivo nell’ampia e
Un grande evento per tUtta la famiglia!
particolar modo Stefano Dal Pra Caputo, che tanto si è prodigato per rendere possibile questo torneo”. L’evento, organizzato con il patrocinio del Comune di Vicenza dal Circolo scacchistico vicentino Palladio, e con il contributo di Agsm Aim, si svolgerà per la prima volta a palazzo Cordellina, in contra’ Riale, nella biblioteca civica Bertoliana. Prevista la partecipazione di giocatori e giocatrici provenienti da tutta Italia, con un massimo previsto di 100 iscritti. L’apertura della sede di gioco avverrà venerdì alle 14.30: entro le 15.30 dovrà essere confermata la presenza, e alle 16 inizierà il primo turno.
accogliente spiaggia dei Sabbioni. La formula della manifestazione è stata confermata, con le prove su tre distanze, ovvero la 21K, la 10K e la ludico motoria Run4Fun, senza dimenticare la Kids Run del giorno della vigilia, dedicata ai baby podisti. Un mix vincente, una proposta in grado di soddisfare tutte le esigenze dei runner e a portata di famiglia, tra chi desidera correre contro il cronometro e chi, invece, vuole concedersi un’esperienza unica nel proprio genere in uno scenario altrettanto unico. Altro dato significativo, a confermare e rafforzare il trend degli ultimi anni, è rappresentato dall’altissimo numero di donne iscritte, il 52% rispetto al totale, dunque più dei runner maschi.
Lo scorso anno furono in 4700 a presentarsi ai nastri di partenza, un numero che, secondo le attuali proiezioni, dovrebbe essere superato.
La Verona Run Marathon è molto più di una semplice gara podistica: è un’esperienza unica che combina sport, cultura e divertimento. Questa manifestazione, in programma per il 17 novembre 2024, offre a tutti l’opportunità di scoprire le meraviglie di Verona, una delle città più affascinanti d’Italia.
L’evento propone diverse distanze adatte a tutti i livelli di preparazione: la maratona completa (42,195 km), la mezza maratona (21,097 km), la 10 km e la 5 km. Inoltre, per i più piccoli, sarà organizzata una mini-run, permettendo così a tutta la famiglia di partecipare e condividere la gioia dello sport.
Il percorso della Verona Run Marathon si snoda attraverso il centro storico della città, passando accanto a monumenti iconici come l’Arena di Verona, Piazza Bra, Castelvecchio e il Teatro Romano. I partecipanti avranno la possibilità di ammirare le bellezze architettoniche e artistiche di Verona mentre si sfidano in una corsa emozionante.
https://www.veronarunmarathon.it/.
Commentatori sportivi, appassionati di sport a tutto tondo e anche musicisti: sono Riccardo Magrini e Luca Gregorio, note voci del grande ciclismo su Eurosport Italia che ad ottobre saranno al Pico Verde a Custoza, Verona. A grande richiesta, Giovedì 24 ottobre alle 19:30, Greg e Magro saranno i protagonisti della cena spettacolo “Cane Vecchio SaUnd” e si esibiranno in uno spettacolo musicale intervallato da racconti sportivi e aneddoti curiosi del mondo del ciclismo. Dall’amicizia nata tra i due, durante le telecronache di ciclismo, ha preso piede l’idea della band musicale che con canzoni di oggi e di ieri intratterrà il pubblico in modo divertente e informale. Info e prenotazioni: Paolo Martinelli 379-1823994 e Giorgio Facincani 388-9088563.
AllEnAmEnto
Sempre più spesso si parla di Nutraceutica cioè lo studio della combinazione tra i principi attivi degli alimenti (estratti di piante, animali, minerali e microrganismi) e gli effetti benefici e positivi che questi possono avere per la prevenzione e il trattamento delle malattie e la salute in generale. Quindi è sempre più chiaro il collegamento che hanno le abitudini alimentari sulla salute. Ne sono un esempio gli Integratori Botanici Puri prodotti da Bothaneys, azienda che crea integratori alimentari naturali superfood. Tra i prodotti c’è
Nuova stagione alla palestra Fast CrossFit di Bussolengo: al via le due sessioni annuali di special class, pensate per tenere sempre alto il livello della qualità dell’allenamento. Tra ottobre e novembre saranno organizzati particolari corsi tematici, svolti con un allenatore, che permettono di approfondire la conoscenza e la tecnica di allenamento di uno specifico gesto tecnico o sport. In particolare, saranno organizzate 5 special class: due che andranno a sviscerare i due movimenti principi della pesistica olimpica, lo Snatch e il Clean and Jerk (strappo e slancio); una per gli elementi tecnici della vogata e quindi l’utilizzo di indoor
Il 6 ottobre si terrà la 2^ edizione dell’OktoBearBIKEFest al Forte Gisella di Verona, la cicloturistica per amatori organizzata come un villaggio sportivo prima e festa della birra poi. Grazie alla collaborazione tra MtbGolosine e Gravel Verona, due importanti società ciclistiche dilettantistiche del panorama veronese, saranno allestiti 4 diversi percorsi, 2 fuori strada e 2 su strada, per valorizzare tutte le discipline delle due ruote e coinvolgere gli amanti della mountainbike, gravel e bici da strada. Sarà fornita la traccia gpx e si potranno percorrere in autonomia i percorsi “dedicati” da 60 e 100km da Verona verso il lago di Garda, sfiorando le zone del basso lago, fino ai piedi del Baldo e poi della Valpolicella, con un RistoroParty con musica a Bardolino. “Il club MtbGolosine quest’anno compie 35 anni” spiegano Matteo Corbellari e Gigi Scarabello e aggiungono: “Dalla fondazione sono stati raggiunti importanti traguardi e si continua a guardare al futuro con nuove e stimolanti avventure, fornendo agli atleti assistenza in gara, ma anche importanti giornate di aggregazione con tutta la comunità del ciclismo, eventi celebrativi e promozionali per tutto il Nord Italia”. Soddisfazione anche in casa Gravel Verona, che vede questo evento come un raduno per tutti gli amanti del Gravel del Garda e della pianura Padana. Il Villaggio di Forte Gisella, infatti, sarà aperto a tutti e fruibile ad appassionati e famiglie per divertirsi con musica e Dj.
Bothaneys Forces+. Questo integratore alimentare nutraceutico è utile per sostenere l’attività psico-fisica con azione tonificante ed energizzante, che aiuta la funzionalità del microcircolo. Oltre al Biancospino e Ginkgo Biloba (che può aiutare l’aumento di memoria e concentrazione) contiene: Maca, della famiglia delle Cruciferae, originaria delle Ande Peruviane che migliora la resistenza a stress e fatica; noce di Cola, frutto della foresta pluviale africana ricco di caffeina e teobromina, inibitori della fame e alleati del sistema nervoso e utile per la stanchezza fisica e mentale; pianta del Noni, detta “Gelso Indiano”, che migliora il tono energetico e può agire da analgesico contro dolori muscolari e articolari, stimola la secrezione di endorfine e serotonina, e contiene vitamina C e selenio. Per sostenere il sistema immunitario e dare supporto all’azione antivirale, antinfiammatoria e antiossidante c’è anche Integratore Alimentare Nutraceutico “Bothaneys Immunae 220g” che contiene uncaria, lichene islandico, echinacea e camucamu.I nutraceutici Bothaneys sono costituiti unicamente da sostanze di origine vegetale, cioè combinazioni di ingredienti nate per sostenere il benessere dell’organismo, sono lavorati tra loro in sinergia e purezza senza l’utilizzo di eccipienti. Questi particolari integratori si possono trovare nella farmacia di Madonna di Dossobuono, Ceccarelli a Verona e nella parafarmacia San Nicolò di Bardolino.
rowing e skiErg; una sui segreti della Rope Climb; un evento speciale, denominato Training Camp, che porterà gli atleti ad allenarsi avventurandosi in una intera giornata dedicata alla preparazione fisica. Il Fast offre anche una programmazione che abbraccia tutti gli elementi del Crossfit per preparare, chi lo volesse, a partecipare alle competizioni. Per mantenere alto il livello di allenamento delle varie classi, le sessioni sono programmate in modo specifico, sia per atleti principianti che “competitor”, con sessioni integrative specifiche. Allenamenti tutti i giorni dalle 7.00 alle 20.00 www.fastcrossfit.it
di paolo carli
Il modello pioniere del piacere di guida nel segmento delle compatte premium entra nella sua quarta generazione. Grazie alla presenza di un design dinamico, a una gamma di motorizzazioni completamente rinnovata e a una tecnologia del telaio ampiamente migliorata, la nuova BMW Serie 1 ha rafforzato il suo profilo di veicolo più sportivo nell’ambiente competitivo.
Il modello pioniere del piacere di guida nel segmento delle compatte premium entra nella sua quarta generazione. Grazie alla presenza di un design dinamico, a una gamma di motorizzazioni completamente rinnovata e a una tecnologia del telaio ampiamente migliorata, la nuova BMW Serie 1 ha affinato il suo profilo di veicolo più sportivo nell’ambiente competitivo. I motori altamente efficienti con tecnologia mild hybrid a 48 volt e un processo di produzione progettato per conservare le risorse e riciclare i materiali ottimizzano la sostenibilità nell’intero ciclo di vita del prodotto. Il suo carattere progressista si riflette anche negli interni ridisegnati, in una gamma ampliata di sistemi di guida e di parcheggio automatizzati, nel nuovo BMW iDrive con QuickSelect e negli innovativi servizi digitali basati sul BMW Operating System 9.
La presentazione della nuova BMW Serie 1 segna l’inizio di un nuovo capitolo nella storia di successo ventennale del marchio nel segmento delle compatte. Anche la nuova generazione di modelli sarà prodotta nello stabilimento del BMW Group di Lipsia. Il lancio sul mercato è previsto per ottobre 2024. La regione di vendita più importante è il mercato interno tedesco. Oltre agli altri Paesi europei, il Giappone è uno dei primi cinque mercati per la nuova BMW Serie 1.
DESIGN ESTERNO: FRONTALE DINAMICO
E PROPORZIONI TIPICHE DI BMW.
L’aura sportiva della BMW Serie 1 è sottolineata nell’ultima generazione di modelli dalle tipiche proporzioni BMW: un cofano lungo, una cellula passeggeri ben arretrata, una linea del tetto che scorre in modo dinamico e un posteriore
potente. Le dimensioni del modello a cinque porte sono cambiate solo leggermente rispetto al modello precedente. La lunghezza esterna della nuova BMW Serie 1 è aumentata di 42 millimetri, passando a 4.361 millimetri, mentre il passo è di 2.670 millimetri. La larghezza del veicolo è di 1.800 millimetri, mentre l’altezza è aumentata di 25 millimetri a 1.459 millimetri. Con un frontale straordinariamente piatto e significativamente più basso sulla strada rispetto al suo predecessore, la nuova BMW Serie 1 segnala più che mai il suo carattere sportivo. La griglia del radiatore BMW, ampia e protesa in avanti, presenta un’innovativa struttura a barre verticali e diagonali. I fari a LED di serie sono caratterizzati da vistosi elementi verticali per le luci diurne e gli indicatori di direzione. Come optional sono disponibili fari adattivi a LED con abbaglianti a matrice antiabbagliamento, funzione cornering light e accenti blu.
NUOVA GENERAZIONE DI MOTORI, CAMBIO STEPTRONIC A 7 RAPPORTI CON DOPPIA FRIZIONE DI SERIE.
Come il motore BMW M135 xDrive, tutti gli altri motori disponibili per la nuova BMW Serie 1 fanno parte dell’ultima generazione di motori modulari del BMW Group. Il motore a benzina a tre cilindri della nuova BMW 120 (consumo di carburante combinato: 6,0 - 5,3 l/100 km; emissioni di CO2 combinate: 135 - 121 g/km secondo WLTP; classi di CO2: D) e il motore diesel a quattro cilindri della nuova BMW 120d (consumo di carburante combinato: 4,8 - 4,3 l/100 km; emissioni di CO2 combinate: 125 - 112 g/ km secondo WLTP; classi di CO2: D - C) sono abbinate alla tecnologia mild hybrid a 48 volt, che ne migliora l’efficienza e l’erogazione spontanea
di potenza. Tutte le unità motrici trasmettono la loro potenza a un cambio Steptronic a 7 rapporti con doppia frizione di serie.
Con una potenza massima di 125 kW/170 CV, il sistema di trazione della nuova BMW 120 accelera da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi. La nuova BMW 120d genera una potenza di 120 kW/163 CV e accelera da 0 a 100 km/h (62 mph) in 7,9 secondi. La BMW 118d, anch’essa alimentata da un motore diesel a quattro cilindri (consumo di carburante combinato: 5,2 - 4,6 l/100 km (62 miglia); emissioni di CO2 combinate: 136 - 122 g/km secondo WLTP; classi di CO2: E - D) eroga 110 kW/150 CV e un’accelerazione di 8,3 secondi.