MCG DICEMBRE GENNAIO 2024

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ANNO 13 NUMERO 5 EURO 1,90 DICEMBRE - GENNAIO 2024 Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.

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LIFESTYLE . MODA . ARTE . CULTURA . VIAGGI

HERVÉ BARMASSE Ripartiamo dal Cervino

IL CULTO DEL GOSSIP Un filone con largo seguito che non incontra crisi e che muove importanti capitali.

IL GRANA IN MOSTRA Una storia per immagini racconta in 20 scatti il Grana Padano a Eataly-Verona.

CHRISTMAS TIME Natale 2023 e Capodanno sono alle porte: i migliori suggerimenti per festività indimenticabili.





in primo piano

La storia di un comportamento sociale

Figaro qua, figaro là, il culto del gossip

A

dire il vero non c’è molta attinenza tra il “Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini e il “pettegolezzo”, se non la professione del protagonista tuttofare della famosa opera lirica: da che mondo è mondo la barberia o il salone di coiffeur per signora sono le università del “gossip”, sebbene oggi surclassate dai social. Gossip etimologicamente è un’espressione che ci hanno lasciato in dote gli anglosassoni. Ha il significato appunto di chiacchiera mondana, commento malizioso, e rappresenta un comportamento sociale ricreativo che le persone adottano relazionandosi tra loro e confrontandosi con gli altri, emozionandosi, indignandosi, gioendo, criticando, e naturalmente fantasticando con la mente. Oggetto di gossip sono coloro che fanno qualcosa che esula dai confini del gruppo o che va oltre a ciò che era ammissibile in una determinata comunità. Insomma, il gossip è la voce “moralizzante” dell’opinione pubblica, potente, e discriminatoria quando utilizzata in modo sbagliato. I protagonisti del gossip per antonomasia sono sempre persone di “rango”, ma anche i

personaggi meno coloriti possono generare gli spunti di pettegolezzo più accaniti, in fin dei conti sono i comportamenti “fuori dalle regole” a far discutere, più che non chi li compie. Il gossip televisivo e quello dei rotocalchi alimentato dai paparazzi oggi campa sulle vicende delle famiglie altolocate e sui più o meno finti pettegolezzi vicini ai nomi famosi dello spettacolo, dello sport e della politica, e ha sostituito quello meno gustoso riguardante il vicino di casa o la macchietta del quartiere; ma in realtà il pettegolezzo ha sempre fatto parte dell’umanità, affidato che sia ad una chiacchiera da bar o da telefono o ad uno dei moderni talk-show che bucano lo schermo, dove personaggi celebri riempiono i salotti a suon di parole e situazioni coinvolgenti, ai limiti della fantasia ma a volte rappresentando semplicemente delle scomode verità. Il vizio di spiare dal buco della serratura la vita dei vip ha origini ben più antiche rispetto ai paparazzi e alle riviste di gossip. Ha sempre conservato lo stesso sapore, oggi sulla poltrona del parrucchiere o sotto l’ombrellone, così come una volta nei salotti di corte o, prima ancora, nei capannelli di comari al mercato del rione. Un modo per passare il tempo? Sì, ma anche un collante sociale per raccontare la nostra

di giaCOMO GABRIELE MORELLI

UN FILONE EDITORIALE AVENTE AMPIO SEGUITO, CHE NON INCONTRA CRISI E CHE GENERA E MUOVE IMPORTANTI CAPITALI.


in primo piano

IL GOSSIP È LA POTENTE VOCE “ MORALIZZANTE” DELL’OPINIONE PUBBLICA, DISCRIMINATORIA E LESIVA QUANDO UTILIZZATA IN MODO NON APPROPRIATO PER SECONDO FINI. storia muovendosi su un terreno comune a tutti quanti. Di gossip ne abbiamo trovato già traccia al liceo nelle traduzioni dal latino; già lì trovavamo narrazioni di eccentricità anomale, dalle follie di Caligola che nominò console il proprio cavallo, a Nerone che oltre a tre mogli pare avesse anche due mariti. Insomma pettegolezzi sopravvissuti nei secoli e arrivati a noi persino dai nostri libri di storia. «Senza pettegolezzi l’informazione non esisterebbe” dice il docente di sociologia Marco Lombardi, “cancellarli vorrebbe dire annullare le relazioni; i mezzi di comunicazione sono l’estensione dei nostri sentimenti e il mondo è un villaggio. Insomma, noi cerchiamo relazioni nella nostra prossimità e vedere che i vip hanno i nostri stessi problemi ed entrano in casa nostra con le loro debolezze, ce li fa sentire più vicini. Abbiamo bisogno di ridurre le distanze e il gossip ha proprio questo potere. Ovviamente però bisogna distinguere tra gossip e fake news: il gossip non chiede il permesso di raccontare, è sfrontato ma non inventa nulla, la fake news invece è la costruzione pilotata di una falsità”. La psicologa sociale Nicoletta Cavazza, nel suo libro «Pettegolezzi e Reputazione», racconta le due facce della maldicenza. “Il pettegolezzo è potente e pervasivo, la reputazione altrui è il suo vero bersaglio. Proprio come gli attori, ciascuno di noi vive una vita davanti e una dietro le quinte: scoprire cosa nasconde il retroscena degli altri senza rivelare il nostro può essere un gioco divertente quanto spietato. In realtà sia il pettegolezzo sia la reputazione svolgono anche funzioni importanti nel rafforzare i legami sociali, rendere prevedibile la realtà e promuovere comportamenti cooperativi”. E’ così è da generazioni. Tanto che la storia dei tempi nostri si potrebbe ricostruire in varie sue

pieghe sfogliando gli archivi delle riviste gossipare. Una su tutte: Novella 2000 che ha narrato, spiandoli ma mai inventandoli, i costumi degli ultimi 100 anni d’Italia, passando dalle scappatelle extra matrimoniali degli attori «in bianco e nero», alle pose osé degli anni Cinquanta che oggi sarebbero foto da educande. La rivista, uscita per la prima volta in edicola nel giugno 1919, inizialmente aveva la pretesa di proporsi come rivista letteraria ma fu ben presto decretata come «Vangelo» popolare delle cronache rosa e nere. Gli esordi, alla fine della prima Guerra mondiale, erano a cadenza mensile, poi divennero quindicinali. Tra i fondatori ebbe Tomaso Monicelli, padre di Mario, regista de «I soliti ignoti», e pure firme celebri come Luigi Pirandello e Gabriele D’Annunzio. Proprio lo stesso Vate fu tra gli autori celebri del giornale, diventandone anche protagonista e non solo una firma, cogliendone a fondo lo spirito provocatorio e «pruriginoso», intuendo cioè che lo scopo della rivista era dire quello che non si poteva, e far vedere quello che si sarebbe dovuto celare. Il poeta venne ritratto in copertina intento a scrivere con aria intellettuale, ma tra le pagine all’interno apparve in pose da sirenetto in spiaggia, con indosso solo un misero perizoma a sacchetto: scatti scandalosi, nel 1927, che anticiparono di quasi un secolo le immagini che oggi troviamo ovunque. All’inizio del Novecento, quando nasce, la cronaca rosa protagonista indiscussa del gossip è molto ristretta e comprende solo le vicende private delle famiglie aristocratiche e dell’alta società. Nel dopoguerra si allarga ai divi del cinema. Oggi la cronaca rosa, come già detto, riguarda oltre gli attori, anche i cantanti, i personaggi della televisione e i campioni dello sport. Le riviste di gossip hanno dedicato anche ampio

IL VIZIO DI SPIARE DAL BUCO DELLA SERRATURA LA VITA DEI VIP HA ORIGINI BEN PIÙ ANTICHE RISPETTO AI PAPARAZZI E ALLE RIVISTE DI GOSSIP CONTEMPORANEE.

spazio alla cronaca nera: dal caso Tortora al rapimento Moro, ovviamente con tono ben diverso rispetto a quelli dei quotidiani. Hanno raccontato ad esempio il caso di Pierpaolo Pasolini, il poeta assassinato in spiaggia in una vicenda avente sfondi sessuali, in cui troverà analogie decenni dopo l’assassinio dello stilista Gianni Versace, e la tragedia di Luigi Tenco, morto suicida dietro le quinte di Sanremo e avente una relazione tormentata con la cantante Dalida; ma sarebbero centinaia le storie da elencare. Tuttavia i grossi filoni seguiti dalle cronache riguardano le storie d’amore. In Italia le più seguite con vendite milionarie di copie di riviste furono due su tutte: quella tra Carlo e Diana, farcita di amanti, colpi di scena e gialli sulla morte della nota principessa triste, e quella tra Al Bano e Romina, amore nazional-popolare vissuto e sofferto da generazioni. Altra storia di grande fortuna per gli editori del settore, entrata nelle case e vissuta come se si fosse trattato della vita della vicina di casa riguardò Mina, la ventenne diva nazionale, popolarissima e dal talento infinito, resa ragazza madre da Corrado Pani, attore bellissimo e già sposato. Altre donne sarebbero andate lontano, scappate, nascoste, come Claudia Cardinale che fece passare suo figlio per suo fratello; Mina no, con coraggio parlò e visse il suo amore alla luce del sole in un’epoca bigotta in cui le donne non erano assolutamente libere di amare e in cui la Dama Bianca di Fausto Coppi (altro caso che fece scalpore), già sposata prima di iniziare la relazione col grande ciclista, finì persino in prigione.

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n. 5 Dicembre-Gennaio 2024


Oggi le vicende di famose coppie scoppiate, TottiBlasi le più recente, non reggono minimamente il confronto emotivo con quelle drammatiche di quei tempi. Più soft e meno coinvolgenti i gossip riguardanti invece i “potenti”. Dopo un lungo vuoto temporale lasciato da Gianni Agnelli, protagonista della bella vita del dopoguerra di cui aveva rivoluzionato tutte le regole non fuggendo dai paparazzi ma mettendosi in posa con infinite donne dichiarando «Innamorarsi è da camerieri», il protagonista più recente di vicende piccanti è da individuarsi fuor di dubbio, suo malgrado, in Silvio Berlusconi, con risvolti non solo rosa ma anche giudiziari ad essi legati che continuano a trascinarsi ancor oggi dopo la sua scomparsa e che promettono anco-

n. 5 Dicembre-Gennaio 2024

ra inedite rivelazioni. Una storia da nulla, acqua fresca al confronto, la relazione tra Palmiro Togliatti, integerrimo segretario del Partito Comunista Italiano, sposato, e Nilde Iotti, affiorata dopo l’attentato in cui rimase ferito il politico nel 1948. Ben più tosto e con conseguenze invece pesanti l’incredibile gossip scatenato dal presidente americano Clinton e dalla sua relazione con la stagista Monica Lewinsky, ben più graffiante della tragica relazione tra Marylin Monroe e i Kennedy. A questi ultimi casi si può associare l’aspetto più subdolo che il gossip può nascondere e scatenare, stravolgendone il suo scopo ricreativo e trasformandolo in un’arma, in un potente mezzo ricattatorio a fini economici, politici e sociali. Non è rilevante che il pettegolezzo sia vero o fal-

so: ciò che è determinante è se il pettegolezzo sia offensivo o peggio. Perché il pettegolezzo, quando è lesivo dell’onore e della dignità personale altrui, è una diffamazione, ovvero un reato perseguibile penalmente, anche se si riportano fatti veri e/o provati. Oggi la cronaca rosa riguarda un numero sempre maggiore di personaggi pubblici e mira ad avere il riscontro di un enorme interesse da parte del pubblico, anche se questo non necessariamente comporta un aumento di popolarità dei personaggi coinvolti e un conseguente incremento della loro visibilità mediatica. Molto di frequente, infatti, si ottiene ad arte l’effetto contrario: i personaggi pubblici coinvolti in scoop, non sempre credibili ma spesso ingigantiti o scritti a tavolino, finiscono per avere una caduta di popolarità e di immagine nei confronti del pubblico, dei media e della critica. Nei quotidiani, le notizie di cronaca rosa non vengono più confinate nelle pagine della cronaca cittadina, ma occupano un loro spazio nelle pagine di cronaca nazionale. Si parla addirittura di «stampa scandalistica» quando l’esagerazione di eventi e notizie è lo scopo principale di una pubblicazione periodica; tale cronaca rosa becera è scoraggiata da un folto gruppo di giornalisti ed esperti in comunicazione, in quanto classificata come deformazione dell’informazione per via della voluta poca attendibilità. Ma il fatturato che genera questo gossip costruito ad hoc, talvolta smentito poche ore dopo la sua diffusione (quando ha però già fatto il giro del mondo) è veramente consistente, calamitante per i suoi creatori. Gli appositi ripiani delle edicole abbondano letteralmente di riviste gossipare più o meno qualificate: il filone è sempre trainante e non conosce crisi. Le note controverse attività giornalistiche di alcuni personaggi criticati, ammirati, discussi, sono un esempio di quanto il gossip professionistico possa rivelarsi fumo ben confezionato, ma anche che questo ai lettori non dispiaccia. A dimostrazione che l’informazione negli anni si è evoluta e ha cambiato il concetto di pudore, intimità, limite. Siamo cambiati noi.

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Provincia di Brescia tutta da vivere e da scoprire Panorama da Tremosine

a cura di francesco colombera

Dai fitti boschi alpini della Valle Camonica alle spiagge dei laghi d’Idro, Iseo e Garda, passando per colline tappezzate di pregiati vigneti della Franciacorta e della Valtènesi, la provincia di Brescia racchiude nell’arco di circa 150 km una straordinaria varietà di paesaggi, luoghi, proposte turistiche. Un accogliente scrigno di tesori di natura, arte, storia, gusto, esperienze che sa stupire e all’interno del quale ciascuno può ritagliarsi la sua vacanza perfetta. E che questa estate accogliere gli ospiti in totale sicurezza, per rigeneranti vacanze all’insegna del green, della natura, della vita attiva, del benessere e del gusto. Una terra ideale per vacanze Made in Italy, che volendo si può decidere di scoprire anche, inanellando meta dopo meta, un piacevolissimo tour estremamente variegato. Montagne a tutto sport Valle Camonica, Valle Trompia e Valle Sabbia accolgono gli ospiti con quanto di meglio richiedono gli amanti della montagna. Dal trekking alla mountain bike, fino al cicloturismo sui più bei tracciati della penisola, i fan del movimento a un passo dal cielo possono usufruire di un’offerta veramente unica. Natura incontaminata, paesi incantevoli, strutture di ogni tipologia (dal raffinato hotel al camping), calda accoglienza, pietanze tipiche, una quarantina di rifugi è ciò che trovano i turisti, con il corollario di panorami mozzafiato, parchi naturali, importanti tracce della storia. Con un’infinità di tracciati per mountain bike, il Parco Nazionale dello Stelvio e il Parco dell’Adamello dove rigenerarsi con la potenza della natura, una fitta rete di sentieri dal fondo valle all’alta quota, la Valle Camonica è il paradiso per gli amanti delle attività outdoor, focalizzate principalmente nella parte alta della vallata, nel Comprensorio Pontedilegno-Tonale

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Comprensorio Pontedilegno Tonale

e nell’area di Borno, cuore dell’Altopiano del Sole. Per i ciclisti esperti o semplici appassionati, tra alpeggi e mulattiere risalenti alla Prima Guerra mondiale, si trovano leggendarie salite del Giro d’Italia come Gavia e Mortirolo oppure Crocedomini e Vivione, oltre a percorsi per downhill e gravity nei boschi di Ponte di Legno e Temù, il bike park del Passo Tonale. Per chi predilige la camminata lenta, imperdibili la Via Valeriana e il Cammino di Carlo Magno, due percorsi paesaggistici, storici e culturali da percorrere in più giorni, che dalla Valle Camonica arrivano fino al lago d’Iseo. Tra Valle Trompia e Valle Sabbia i sentieri ben marcati del Monte Maniva sono l’ideale per trekking di più giorni e semplici passeggiate, anche seguendo sentieri che ripercorrono i luoghi della Grande Guerra e della Resistenza. Fra le due valli, fino a Brescia, la Greenway delle Valli Resilienti è un eden per gli appassionati delle due ruote, a cui mette a diposizione ben 3.500 km ciclabili, 74 percorsi dedicati a slow, road e mountain bike e 9 tour da effettuare attraverso splendidi paesaggi montani. Tre laghi, tre mondi Con le loro diverse anime, i tre laghi di Garda, Iseo e Idro rappresentano tre differenti modi

di intendere la vacanza. Unici e stupendi, vicini ma diversi per peculiarità, colori, panorami e attività da praticare. Il Lago di Garda, il più grande d’Italia – con i suoi litorali, le ville Liberty e un fascino in grado di incantare grandi della letteratura come Goethe, Mann, Kafka e D.H. Lawrence – disegna un ambiente dall’atmosfera calda e glamour, in cui l’ospitalità è un arte storicamente apprezzata da turisti italiani e stranieri. Le sue rive, baciate da un clima mite e mediterraneo, sono punteggiate da caratteristici borghi, castelli, monasteri e incantevoli cittadine ricche di monumenti e cariche di storia, quali Sirmione, Desenzano, Salò, Gardone Riviera, Limone. Straordinaria la sua vegetazione mediterranea, lussureggiante di olivi, limoni, palme, a cui fa da contrappunto il fascino della montagna e della natura intatta dell’entroterra, protetto per larghi tratti da parchi e riserve. Una cornice perfetta per vacanze green e attive in uno dei contesti più affascinanti del Belpaese. Fra le innumerevoli possibilità di movimento, la ciclopedonale del lago di Garda - considerata la passerella più spettacolare d’Europa - è un incredibile percorso di 2 km in totale sicurezza a picco sul lago, che collega Limone con il confine di Riva del Garda.

Montagne, laghi, colline tappezzate di vigneti: un caleidoscopio di proposte, dove ciascuno può rita-

n. 4 Agosto-Settembre 2020


Rocca di Lonato


Da 35 anni nel mondo dell’editoria, classe 1962, da 12 anni dirige MCG dopo esserne stato per 8 il coordinatore editoriale. È anche titolare della Morelli Media Partner, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore di Advance.

Un anno tra luci e ombre

S

e ne va un 2023 grigio, emblema della citazione biblica “niente di nuovo sotto il sole”, rimarcando appunto il ripetersi in continuazione nella vita e nella storia di vicende liete e tristi secondo uno schema che non dovrebbe più sorprenderci, ma che invece non riesce a lasciarci indifferenti. Quest’anno l’alternarsi tra positività e negatività ci ha visto trepidare per i conflitti bellici a noi più vicini, dove nell’era del digitale e dei missili da un milione di dollari pilotati con una play station si combatte a tu per tu in trincee gelide e fangose o in bui cunicoli sotterranei come un secolo fa durante le nostrane vicende belliche o nella lotta al brigantaggio meridionale. A queste drammatiche tragedie abbiamo però visto contrapporsi lo slancio festoso dei giovani presenti in centinaia di migliaia alla Giornata Mondiale della Gioventù indetta dal

Papa a Lisbona in agosto, in quello che è apparso un confortante messaggio di volontà di pace proiettato nel futuro. Parimenti abbiamo potuto assistere ad una parvenza di recuperata normalità nei flussi turistici sulle nostre spiagge nonché nella nostra quotidiana vita sociale dopo i lutti e gli avvilimenti causati dal covid; un’agognata “normalità” indispensabile per i nostri già precari equilibri di ogni tipo. Equilibri messi a dura prova dalle difficoltà economiche del Paese, ora gestito da un Governo per la prima volta in Italia guidato da una donna, impegnato nel sostenere i sistemi portanti e indispensabili di una nazione che in fatto di finanze sta raschiando in fondo al barile. Con soddisfazione dei piccoli risparmiatori nel 2023 abbiamo visto schizzare i Bot al 4%, dopo anni di tassi d’interesse addirittura al di sotto dello zero, anche in questo caso ri-

marcando la ciclicità degli eventi; con un’inflazione doppia non si tratta di un arricchimento ma di un impoverimento, ma tant’è, anche di questo la nostra emozionalità neolatina ci condiziona le reazioni. Siamo ancora una comunità capace di riunirsi festosa per la vittoria quest’anno nella Coppa Davis della nazionale italiana di tennis, ma pure di stringersi commossa vicino alla esemplare dignità di un padre, già provato dal destino, a cui è stata sottratta una figlia dal tipo di violenza più rivoltante della nostra presunta civiltà. Che il 2024 porti cose buone!

Marco Morelli

direttore@mcgmagazine.it


MantovachiamaGarda Periodico bimestrale Registrazione del Tribunale di Mantova N° 01/2011 del 15/02/2011 Direttore Responsabile Marco Morelli Capo redattore Giacomo Gabriele Morelli Art Director e Progetto Grafico Matteo Zapparoli Pubblicità: MORELLI MEDIA PARTNER, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn) Stampa: GRAFFIETTI STAMPATI S.n.c. - S.S. Umbro Casentinese Km 4,500 - S.S. 71 - 01027 Montefiascone (Viterbo) Editore: MARCO MORELLI, Via Dante Alighieri 4, 46040 Gazoldo degli Ippoliti (Mn)

Hanno collaborato a questo numero: Alessandra Capato, Alessandra Fusè, Anna Maria Catano, Barbara Ghisi, Barbara Rachetti, Benedetta Bottura, Donatella Lavizzari, Elena Benaglia, Elena Mantesso, Elena Kraube, Elide Bergamaschi, Flora Lisetta Artioli, Gastone Savio, Gianluigi Negri, Michela Toninel, Maria Theresa San Juan, Paolo Carli, Rita Bertazzoni, Rosa Perosi, Veronica Ghidesi, Vittoria Bisutti, Valentina Corini. Puoi ABBONARTI scrivendo a: abbonamenti@mantovachiamagarda.it Sarai ricontattato da un nostro incaricato. L’editore non si assume alcuna responsabilità in ordine Al successivo cambiamento di date o programmi riportati in questa pubblicazione Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente magazine, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.

Mantovano ma residente sul Lago di Garda, da 30 anni lavora nel campo della comunicazione e del marketing. Classe 1974, Art Director di MCG, è anche presidente di Grinder, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore e CEO di Advance

SOMMARIO FIGARO QUA, FIGARO LÀ, IL CULTO DEL GOSSIP

protagonisti HERVÉ BARMASSE

speciale mercatini di natale

Il gossip televisivo e quello dei rotocalchi alimentato dai paparazzi oggi campa sulle vicende delle famiglie altolocate

Montagna sostenibile.Ripartimo dal Cervino.

una storia per immagini

L’IMPRENDITORE DELL’ANNO

6 italiani su 10 sono rimasti a piedi con la propria auto

La mostra sul Grana Padano raccolta in 20 scatti esposti a Eataly a Verona

Marina Nissim di Bolton Group S.r.l. riceve il riconoscimento più importante come Vincitrice Nazionale

Il 9% ha finito il carburante. Ma oltre agli aneddoti più comuni, gli utenti di Parclick. it ne hanno condivisi alcuni davvero insoliti.

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Tutte le località e le curiosità per vivere la Festa più sentita dell’anno..

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LA REDAZIONE MCG 19 anni di Successi sotto gli occhi di tutti.

CAPO REDATTORE

Gabriele Morelli

Federica Pagliarone

Elide Bergamaschi

Elena Mantesso

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Alessandra Capato

Barbara Ghisi

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Rita Bertazzoni

Gastone Savio

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M.T. San Juan

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Lisetta Artioli

Michela Toninel

Vittoria Bisutti

Enrico Corno

Gianluigi Negri

Silvano Tommasoli

Elena Benaglia

A PARER MIO

di GASTONE SAVIO

IL NUCLEARE SICURO NON INQUINA La Cop 28, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, che da giovedì 30 novembre si è tenuta a Dubai, ha assunto una crescente importanza nel dibattito internazionale. All’apertura, pur con l’assenza del presidente cinese e quello americano, si è concluso positivamente il tema che aveva interessato il dibattito della Cop 27, tenuta lo scorso anno. Al centro l’istituzione del fondo “Loss & damage” (perdite e danni) che consiste negli aiuti ai Paesi più poveri del mondo da parte delle economie più ricche e sarà temporaneamente ospitato dalla Banca Mondiale. Tra i primi Paesi ad essersi impegnati ci sono gli Emirati Arabi con 100 milioni di dollari, il Giappone con 10 milioni, la Gran Bretagna con 60 milioni di sterline e l’Italia con 100 milioni. Dalle dichiarazioni finali è sembrato si sia tenuto

conto del convitato di pietra: la Natura, si è aperto al nucleare di quarta generazione (sicuro) che produrrà energia elettrica a zero emissioni gassose. E l’Italia? Intervenendo sul tema del nucleare Giorgia Meloni ha affermato “credo si debba essere molto pragmatici e non ideologici, io non ho preclusioni su nessuna tecnologia che possa essere sicura e che possa aiutarci a diversificare la nostra produzione energetica”. Abbiamo cominciato a sentire che il pragmatismo tenta di far premio sull’ideologia. Fondamentale! Perché le valutazioni sulla soluzione del problema del riscaldamento globale sulla scorta delle conclusioni degli scienziati dell’IPCC, dall’inizio istituito per produrre rapporti che sostenessero l’ipotesi antropica delle variazioni climatiche e del controllo delle emissioni di gas serra, attri-

buendo all’insieme delle attività umane un ruolo centrale e determinante nelle impressionanti modifiche ecologiche che percepiamo intorno a noi. Eppure c’è una buona parte del mondo scientifico (dal premio Nobel Carlo Rubbia al fisico dell’atmosfera Franco Prodi, dal grande fisico Antonino Zichicchi al grande chimico Franco Battaglia) che nega questo ruolo centrale: “I cambiamenti climatici, sostiene questa parte della scienza, sono il frutto prevalente dei cicli secolari del clima”. E non tacciateli di negazionisti, perché non lo sono. Per cui di fronte alla dicotomia di idee ci si chiede se non sia opportuno che le due scuole di pensiero scientifico non ne dibattano pubblicamente con un dialogo sincero e sereno. In ballo c’è la vita del pianeta ed anche la nostra.


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Ph. Roberto Treccani

24 EDIZIONE DEL

24 DICEMBRE dalle 23.45

(ORE 23 SANTA MESSA)

25 DICEMBRE dalle 15 alle 18 26 DICEMBRE dalle 15 alle 18 (S. MESSA CON IL VESCOVO MARCO) 30 DICEMBRE dalle 17 alle 20 1 GENNAIO dalle 15 alle 18 6 GENNAIO dalle 15 alle 18 (CON L’ARRIVO DEI RE MAGI - S. MESSA FINALE)

7 GENNAIO dalle 15 alle 18 Le manifestazioni si svolgeranno anche in caso di maltempo

w w w. p r e s e p i o d i p i u b e g a . i t

Comune di

Piubega


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n. 5 Dicembre-Gennaio 2024


in copertina

Hervé Barmasse Montagna sostenibile Di ENRICO MARIA CORNO

Quanti nomi di alpinisti ‘viventi’ conosce un lettore medio di MCG magazine? Reinhold Messner, Simone Moro ed Hervé Barmasse, tre leggende mondiali della montagna. Altoatesino del 1944 Reinhold Messner, con ambizioni da politico e da divulgatore, il primo ad aver raggiunto la cima di tutti e quattordici gli 8000 del mondo, uno che negli ultimi anni ha aperto una infinità di musei a sua immagine e somiglianza; bergamasco del 1967 Simone Moro, autore di numerosi libri e pilota di elicottero che detiene numerosi record per l’altitudine raggiunta tanto da essersi specializzato nel soccorso alpino sulle vette del Nepal. A gennaio 2020, durante l’ascensione al Gasherbrum I (7925 metri) nella catena del Karakoram tra Cina e Pakistan, è caduto a testa in giù in un crepaccio profondo come un palazzo di sette piani salvandosi solo grazie alla compagna di cordata, l’alpinista altoatesina Tamara Lunger, che lo ha miracolosamente tirato fuori. E poi c’è Hervé Barmasse, valdostano di Valtournenche, 46 anni da fare il 21 dicembre, virtualmente l’unico che sia ancora in attività e che ogni mattina esce di casa e va in ufficio sul Cervino, la sua montagna. I tre alpinisti sono molto diversi tra loro per età, indole ed estrazione culturale ma ciò che li accomuna è la nazionalità italiana, una imprescindibile fede nello “stile alpino” di ascensione, un solido bagaglio di risultati sulle montagne più alte del mondo e una straordinaria capacità comunicativa e voglia di raccontarsi. Il suo nome è legato ad ascensioni audaci soprattutto in Pakistan, Tibet e Patagonia ma questo non gli impedisce di considerare ancora le Alpi - e soprattutto le Alpi valdostane con il Bianco e il Rosa, e ancor più il Cervino – come una terra dove si possano compiere imprese avventurose che fanno battere il cuore come un 8000. Sulla sua montagna di casa, che i locali chiamano “Gran Becca”, Hervé ha lasciato in modo incisivo la sua traccia tanto da diventare l’alpinista che, tra vie nuove, prime invernali e prime in solitaria, ha compiuto più imprese. Come noi siamo compiaciuti quando cambiamo strada per andare in tabaccheria a comprare le sigarette, così lui esce al mattino e sceglie una nuova via per arrivare in cima ai 4478 metri del Cervino. Abbiamo incontrato Hervé a casa sua, sotto il versante italiano del Cervino, lui che viene da una famiglia che su quella montagna produce guide alpine da ben quattro generazioni. Va da sé che chi vive la montagna tutti i giorni abbia sviluppato una sensibilità superiore alla media per tutto quanto riguarda l’ambiente che lo circonda e il rispetto necessario per la natura e abbia il tempo per analizzarne e metabolizzarne ogni aspetto arrivando ad una certa consapevolezza. L’obiettività del pensiero di Hervé, scevro da estremismi di sorta, lo ha fatto conoscere anche nelle platee televisive nazionali: peraltro noi siamo arrivati proprio mentre Cervinia stava vivendo una polemica molto accesa sull’opportunità di organizzare o

n. 5 Dicembre-Gennaio 2024

Hervé Barmasse (©alexdemilia)

meno le quattro gare di Coppa del Mondo di sci alpino che avrebbero dovuto aprire la stagione agonistica in due weekend consecutivi a metà novembre. Sarebbe stata una prima assoluta, il Matterhorn Cervino Speed Opening, l’unico evento transfrontaliero dell’intero circuito con partenza prevista in territorio svizzero, dalla zona della Gobba di Rollin sopra Zermatt, e arrivo in territorio italiano, a Cime Bianche Laghi di Breuil-Cervinia. Le polemiche vertevano sulla sostenibilità economica dell’evento (sono due anni che vengono predisposti il campo di gara - la pista è lunga 3700 metri - e tutta la macchina organizzativa ma le otto gare sono sempre state annullate o per assenza di neve o per maltempo) e soprattutto sulla effettiva sostenibilità ambientale: “Quest’anno, pochi giorni prima delle gare, i giornali svizzeri hanno sollevato il problema, pubblicando foto di ruspe che spaccavano il ghiacciaio per lavorare la pista”, racconta Hervé Barmasse. La faccenda è stata ripresa anche dalla stampa italiana e perfino dalla procura di Aosta che ha indagato sulle autorizzazioni necessarie ai lavori sulla parte valdostana del ghiacciaio del Teodulo: “Sono più di 30 anni che le ruspe lavorano sui ghiacciai ma le cose sono peggiorate molto negli ultimi 10 per colpa della crisi climatica. Le le ruspe lavorano sul ghiacciaio per bonificarlo, per metterlo in sicurezza per tutti gli sciatori, dagli atleti ai frequentatori della domenica e delle settimane bianche.

Tutti i libri di Hervè “La montagna dentro”, edito da Laterza, è stata la sua prima fatica letteraria, uscita in libreria nel maggio 2015. Un libro in cui Hervé racconta sé stesso, la sua storia, la passione, la fatica, l’emozione delle scalate. “Cervino, la montagna leggendaria” è il secondo libro di Hervé Barmasse, edito questa volta da Rizzoli, ed è il primo scritto che racconti del Cervino e che sia strato scritto direttamente da un alpinista. Un punto di vista personale e autorevole su questa montagna per ricordarne trionfi e tragedie. Ciò che fa la differenza è che tra queste righe si può tornare con la memoria ai nomi di grandi alpinisti hanno fatto la storia su queste rocce, a partire da Walter Bonatti, ma si può anche leggere le storie, le opinioni e i sentimenti di comuni frequentatori di questi sentieri e di queste pareti. Perché il Cervino non è solo degli alpinisti affermati ma è di tutti.

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in copertina

Lo hanno fatto passare come un evento straordinario ma non lo è”. Del resto, all’inizio della primavera ci sono ruspe che lavorano su tutte le spiagge più belle d’Italia per sistemarle dopo l’inverno, renderle più belle ed accessibili, per rifornirle di sabbia nuova e nessuno si lamenta. “La domanda da farsi oggi è: ciò che stiamo facendo ha ancora un senso? È’ giusto compromettere l’ecosistema di un ghiacciaio per far sciare i turisti sapendo che questa attività, lo sci estivo e lo sci su ghiacciaio hanno gli anni contati? Ci sono soluzioni alternative? Possiamo considerare una forma nuova di turismo più sostenibile? E per quello dobbiamo solo sederci intorno ad un tavolo e discuterne e penso che da Breuil Cervinia e Valtournenche, con un po’ di coraggio, potrebbe iniziare il cambiamento. Il consorzio turismo e l’amministrazione comunale sono da sempre molto attenti a valutare i problemi e a risolverli”. Hervé spiega che – in linea generale - tutti noi dobbiamo accettare i nostri limiti e le nostre paure, senza distruggere l’ambiente per superarli. “Fino a che si potrà, scieremo ancora, ma arriverà un giorno in cui anche lo sci invernale non sarà più possibile. Forse tra 50 anni, forse tra 100 ma succederà. Meglio non farne un dramma e guardare avanti, guardare al futuro con lungimiranza e iniziare a cambiare l’offerta turistica della montagna. Io direi, ripartiamo dal Cervino”. L’impatto dell’uomo ha tremendamente velocizzato il surriscaldamento globale – e Michele Freppaz, ordinario all’Università di Torino e membro del Comitato Glaciologico Italiano presente alla chiacchierata lo conferma – e oggi possiamo fare solo scelte corrette e di buon senso per rallentare quanto più possibile il processo e tornare ad un ciclo più naturale delle cose. “Quando ero ragazzino, il ghiacciaio che avrebbe dovuto ospitare le gare di Coppa del Mondo si chiamava “Ghiacciaio di Valtournenche”, poi ritirandosi ha dovuto necessariamente cambiare nome in Ventina e ora si chiama Ghiacciaio del Teodulo”. Hervé Barmasse è ben consapevole che è la nostra mentalità a dover cambiare: “I campi base sull’Himalaya sono un immondezzaio e più si sale verso la vetta e più le cose peggiorano a vista d’occhio. Vecchie tende e sacchi a pelo, corde di nylon, spazzatura… è praticamente impossibile portare tutto a valle. Dobbiamo cambiare il nostro modo di salire le montagne,

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il nostro atteggiamento e iniziare a scalare solo se siamo in grado di non lascia traccia del nostro passaggio. L’ego è il nemico più grande dell’uomo, ma se volgiamo iniziare a cambiare le cose, ad avere un atteggiamento positivo verso l’ambiente che ci circonda, dobbiamo metterlo da parte e accettare che forse, non tutti sono fatti per l’alpinismo d’alta quota”. Il rispetto della natura in montagna, per Hervé, si traduce anche con la scelta consapevole di preferire lo stile alpino durante le sue salite sulle vette più alte del mondo “senza sherpa, senza campi preallestiti, senza corde fisse e senza ossigeno. In pratica facendo affidamento solo sulle proprie forze. Le immagini di decine e decine di alpinisti in fila indiana

che salgono contemporaneamente in cima all’Everest come su tutte le vie normali dei 14 ottomila ormai sono una consuetudine. Questo non è alpinismo ma turismo di massa. La scorsa estate sul K2, uno portatore pakistano in fin di vita non è stato aiutato da nessuno. Tutti hanno puntato il dito su una cordata che doveva arrivare in cima a tempo di record ma a scavalcarlo sono state una sessantina di persone. Questo è l’alpinismo che va di moda oggi, un alpinismo privo si sensibilità e umanità che purtroppo è praticato ancora la maggior parte degli alpinisti professionisti. Questa è mancanza di rispetto perla montagna e per la vita”.

“Cervino. La montagna leggendaria” Il libro di Hervé Barmasse diventa una mostra Non è ancora tardi per andare a Torino per visitare “Cervino. La montagna leggendaria” la mostra ospitata negli spazi del Museo Nazionale della Montagna, in collaborazione con la Casa Alpina IREN della diga di Ceresole Reale, Fondazione Venesio e Scarpa, che vuole raccontare la montagna più iconica delle Alpi attraverso gli occhi di un alpinista e ripercorrerne la storia delle ascensioni fino ai giorni nostri tramite i materiali storici del Centro Documentazione del Museo e di altri archivi. Le fotografie, i documenti, materiali origi-

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nali e video narrano le imprese dei protagonisti e una proiezione immersiva che fa rivivere ai visitatori il fascino dell’iconografia che ha visto nascere e nutrito il mito del Cervino. La mostra è un virtuale spin-off dell’omonimo libro illustrato firmato da Hervé Barmasse ed edito da Rizzoli, pubblicato nel dicembre di due anni fa. La mostra, aperta fin dalla scorsa estate, chiuderà il prossimo 14 Gennaio 2024.

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www.mynet.it www.vogliadifibra.it



Bussolengo (Vr) fino al 7 gennaio 2024

L’Evento

Dieci le Cene con Babbo Natale nella scintillante location del Villaggio di Natale

A CURA di M.T. SAN JUAN

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na nuova e grande scenografia che ci fa entrare nel sogno, uno show tutto da scoprire, gli alberi pieni di luci e colori, presepi di ogni tipo per celebrare il primo, che fu realizzato a Greggio 800 anni fa, e poi le cene con Babbo Natale, la grande pista di pattinaggio sul ghiaccio, le golosità e i profumi delle feste, l’atmosfera che sa di magia, ricca di show ed eventi. Ha aperto il 4 novembre scorso il Villaggio di Natale Flover (Bussolengo, Verona) il luogo più magico al mondo, un posto senza tempo che scalda il cuore, riaccende le tradizioni, fa risuonare l’aria dei sogni che sono nostri fin da quando siamo bambini. Fino a domenica 7 gennaio, il Villaggio di Natale rimarrà aperto tutti giorni, dalle 9 alle 19.30, con orario continuato. “Non vediamo l’ora di accogliere i visitatori e di offrire loro una esperienza memorabile – racconta Silvano Girelli, amministratore delegato di Flover-. Tutto, all’interno del nostro villaggio parla di Natale, di magia, di festa. Una volta varcate le porte, ciascuno potrà immergersi in una realtà fiabesca, in cui sognare ad occhi aperti e perdersi tra i mille mondi che abbiamo creato”. Come ogni anno, anche questa 27° edizione del Villaggio di Natale Flover si apre con una grande novità: è la magica scenografia che conduce i visitatori in volo, dentro un mondo fantastico. Un viaggio pieno di colori in mongolfiera che ci conduce nel cuore del Natale e nei profumi delle feste, per farci planare nella casa di Babbo Natale, oppure nella tana degli elfi, ad assaggiare i dolci appena

VILLAGGIO DI NATALE FLOVER TUTTA LA BELLEZZA DELLE FESTE COME OGNI ANNO, ANCHE QUESTA 27° EDIZIONE DEL VILLAGGIO DI NATALE FLOVER SI APRE CON UNA GRANDE NOVITÀ: È LA MAGICA SCENOGRAFIA CHE CONDUCE I VISITATORI IN VOLO, DENTRO UN MONDO FANTASTICO.

sfornati o a scoprire i villaggi nordici, prima di concedersi di pattinare a lungo sulla grande pista di ghiaccio. Anche il ristorante del Villaggio ha un nuovo look e nuove proposte per accontentare tutti i palati: c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i sapori della tradizione, quelli del Tirolo e la pizza. E così anche i golosi più esigenti potranno soddisfare la propria voglia di dolcezza con l’angolo dedicato alla pasticceria o le caldarroste, il vin brulé, lo zucchero filato e perfino la speciale birra delle feste. Senza, ovviamente, dimenticare Babbo Natale: i bambini hanno sempre la possibilità di consegnare la propria letterina e di fare una foto con lui. Anzi, a dire la verità, è possibile cenare insieme al babbo dalla lunga barba bianca e poi creare un divertente vestito da gnomo e ballare con gli elfi la nuova sigla del Villaggio di Natale Flover, altra novità di quest’anno. Tutti possono partecipare alla Cena con il babbo, basta prenotare su www.flovershop.it ed essere protagonisti del grande show che racconta come si vive il Natale nel mondo. Ma Natale vuol dire anche rivivere la bellezza e l’emozione delle tradizioni. Per questo Flover riserva a tutti gli appassionati di presepi la propria straordinaria esperienza e una miriade di opportunità di scelta tra presepi tradizionali, napoletani, mignon, in terracotta e nordici. È stato allestito un portico

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dedicato ai villaggi sacri e a chi ama realizzarli. Non solo: perché per chi preferisce i villaggi Lemax, sono disponibili le ultime novità che permettono di creare bellissimi paesaggi del Nord America. Pezzi introvabili, da collezione, o rari rappresentano una grande tentazione per gli appassionati. E poi ci sono le proposte senza tempo del Villaggio di Natale: dalle trend room tematiche al giardino d’inverno, dal meraviglioso Trenino Flover Express, passando per la dispensa di Mamma Natale, in cui trovare sfiziose golosità e ricercati prodotti Made in Italy, fino al 7 gennaio la magia si può toccare con mano. Per le informazioni su tutti gli eventi e le proposte in programma: www.ilvillaggiodinatale.it Flover Garden Center, via Pastrengo 14 a Bussolengo (VR) Quando: fino al 7 gennaio, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.30 orario continuato (chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio). Ingresso libero. Per i gruppi è richiesta la prenotazione attraverso il sito www.ilvillaggiodinatale.it Contatti: tel. 045 6704141 info@ilvillaggiodinatale.it www.ilvillaggiodinatale.it Facebook: @VillaggiodiNatale Instagram @ilvillaggiodinatale_flover

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19-21 gennaio 2024 VERONA

L’Evento

un punto di riferimento internazionale per il mondo delle moto, nonché leader nel settore delle personalizzazioni e delle tendenze innovative

A CURA di M.T. SAN JUAN

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itorna l’evento fieristico più importante al mondo dedicato alla moto, capace di puntare i riflettori come nessun altro sul mondo delle due ruote e sull’utilizzo della motocicletta. Una manifestazione che nel corso del tempo è divenuto un vero e proprio punto di riferimento nel settore, imponendosi anche a livello di stile, costume e tendenza. Motor Bike Expo permetterà ai visitatori di ammirare moto uniche provenienti da ogni parte del mondo e customizzate dai migliori preparatori di stampo internazionale. Ma non mancheranno, naturalmente, gli ultimi modelli delle più importanti Case motociclistiche, accessori imperdibili ed eventi collaterali. Saranno occupati 7 padiglioni e coperta una superficie totale di 100.000 mq a cui si aggiungono 5 aree esterne. Ben tre giorni di divertimento e conoscenza, nel corso dei quali saranno esposte circa 3.000 motociclette provenienti da 35 Paesi. Una delle caratteristiche più importanti di Motor Bike Expo è che qui si potrà toccare con mano qualsiasi tipo di moto: ammireremo modelli racing, pista, fuoristrada, custom, elettriche e tecnologicamente avanzate. Sarà anche possibile acquistare abbigliamento, accessori e componenti. Il divertimento prosegue nelle aree esterne, con le esibizioni, i contest, le gare, gli show e i demo ride che coinvolgono anche il pubblico. Largo anche ai premi, con l’elezione delle moto più affascinanti del salone grazie agli eventi ideati

Motor Bike Expo 2024 all’orizzonte solo grande spettacolo NON MANCHERANNO GLI “SPECIAL GUEST”, UNO DEI PUNTI DI FORZA DI MBE CHE RIESCE SEMPRE A PORTARE NEL CUORE DELLA FESTA I PIÙ ACCLAMATI CUSTOMIZER ED I GRANDI PERSONAGGI DELLO SPORT E DELLO SPETTACOLO.

dalle aziende e dalle riviste del mondo del custom. Di particolare interesse anche i Workshop Motor Bike Expo, ideati per fornire ai professionisti e ai motociclisti del futuro nozioni utili alla loro formazione e alla sicurezza stradale. È prevista anche un’area usato di Motor Bike Expo: uno spazio dove concessionari e pubblico si incontrano e dove è possibile dare la caccia a veri e propri affari. È un’area interamente dedicata alla vendita, dove anche i privati possono esporre il proprio mezzo. NOVITÀ MBE 2024 ED ESCLUSIVA EUROPEA: CHOPPERS MAGAZINE INVITATIONAL Una delle novità e dei contenuti più attrattivi del prossimo MBE è il Choppers Magazine Invitational: contest dedicato ai migliori chopper d’Europa, curato dall’editore Cary Brobeck della rivista americana Choppers Magazine. Dopo un estenuante tour di chopper show in tutti gli Stati Uniti – sponsorizzato dalla casa madre Harley-Davidson – direttamente da Los Angeles, esporrà una selezione di pezzi unici per la prima volta in Europa, realizzando un prestigioso “Chopper Show” da non perdere al padiglione 2. Info: www.motorbikeexpo.it

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arte e cultura

RUBENS a MANTOVA

7 motivi per vedere la mostra

a cura di giacomo cecchin

Perchè una mostra su Pietro Paolo Rubens a Mantova? Perchè all’interno di Palazzo Te? La risposta è più facile di quanto possa sembrare. Rubens ha lavorato per il duca mantovano Vincenzo I Gonzaga dal 1600 al 1608 come pittore, cortigiano, mercante, procacciatore di opere viaggiando in lungo e in largo per l’Italia e l’Europa. Durante il suo periodo mantovano il pittore fiammingo ha sicuramente visitato Palazzo Te e sappiamo che ha osservato con attenzione gli affreschi per i numerosi disegni che ne ha tratto e per i ri-

ferimenti che ha inserito in molte sue opere. Un’ultima osservazione: Rubens si inserisce nel lungo elenco di artisti che hanno lavorato per i Gonzaga. La famiglia mantovana si comporta con il mercato dell’arte come fanno oggi i presidenti delle squadre di calcio: vogliono il meglio e amano gli stranieri. 1. Anche i maestri ricevono rifiuti. I santi Gregorio, Domitilla, Nereo e Achilleo in adorazione della Madonna della Vallicella, un dipinto olio su tela di 477 x 288 cm realizzato

San Gregorio in adorazione della Madonna. Grenoble

nel 1608, è uno dei pochi quadri di Rubens rifiutati dai committenti. Sono gli Oratoriani della chiesa nuova di Roma a chiedere al pittore di realizzare una seconda versione dell’opera. Rubens non si abbatte per il rifiuto provando a vendere l’opera già realizzata al suo datore di lavoro, il duca di Mantova. Per convincerlo gli scrive che potrebbe anche cambiare i santi già realizzati attribuendogli simboli e oggetti sulla base delle preferenze del duca. E’ un vero e proprio servizio di personalizzazione e di Customer care.Alla fine però non riuscirà a vendere l’opera.

San Michele espelle Lucifero e gli angeli ribelli. Madrid

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Le tre Grazie. Madrid

2. Angeli e demoni, tra cielo e inferno. In un’Europa scossa dalle guerre tra cattolici e protestanti Rubens descrive l’attualità ispirandosi alle storie della Bibbia e dei Vangeli come nel caso di San Michele che combatte con Lucifero. L’arcangelo impugna invece della spada delle folgori che sembrano prese direttamente da quelle che Giove scaglia su Fetonte (nella camera delle aquile) o sui giganti (nel camerone dei Giganti). 3. I geni copiano, i mediocri imitano. Quando Rubens arriva a Mantova va sicuramente a Palazzo Te e vede finalmente dal vivo le invenzioni di Giulio Romano. In molti suoi quadri riprende dei modelli, delle figure e delle idee che scopre a Mantova e nel resto d’Italia. Nel quadro delle Tre Grazie la donna di schiena riprende la posizione di Psiche nell’affresco realizzato sulle pareti della sala da pranzo di Palazzo Te (la Camera di Amore e Psiche), rielaborandola in modo personale. Tutta l’arte rinascimentale è ispirata al principio del copia e migliora, che ha anche decretato il successo delle piccole e medie industrie italiane di oggi.

4. Le incisioni sono l’anima della conoscenza (e del commercio). Come faceva Rubens a conoscere l’arte di Giulio Romano prima di arrivare in Italia? Grazie alle incisioni delle invenzioni di Giulio Romano che erano diffuse in tutta Europa. L’incisione è come se fosse una scansione in bianco e nero: la possono distribuire in numerosi esemplari per far conoscere un’idea, un’innovazione o un affresco. Sarà Raffaello a lanciare questa strategia commerciale, ripresa da Giulio Romano e che consente a Rubens di essere aggiornato sulle novità dell’arte Made in Italy prima di venirci davvero. 5. È lo storytelling bellezza. Disegni, dipinti, arazzi: nulla è alieno al genio di Rubens. Il pittore fiammingo è un grandissimo narratore. Gli commissionano 8 quadretti della vita di Achille che diventano cartoni per degli arazzi. Nel quadretto della rabbia di Achille riesce a sintetizzare la scena con dettagli che la rendono cinematografica: Achille sta per sguainare la spada contro Agamennone per punirlo di avergli negato il possesso della bella prigioniera Briseide. Il pelide viene fermato da Atena ma la sua rabbia emerge nel leone incatenato alla palla di ferro e nella cariatide a destra, con la benda sugli occhi che simboleggia la furia cieca. 6. Peter Paul Rubens, un multipotenziale barocco. Il mito del multitasking è stato soppiantato dalla teoria del multipotenziale, la persona dotata di molti talenti e soft skills. Rubens era un potenziale assoluto: pittore, cortigiano, ambasciatore, maestro, faceva tutto e meglio di tutti. Il pittore fiammingo parlava addirittura italiano, francese, spagnolo, tedesco, latino e ovviamente il fiammingo, ma scrive le sue lettere in italiano. Un aneddoto racconta che un giorno nel suo studio di Anversa, Rubens stesse dipingendo, ascoltando la lettura di un libro, dettando una lettera e conversando con i suoi ospiti. Dal multipotenziale al multitasking.

Romolo e Remo. Roma

7. Rubens e le storie tra santi, Bibbia e mitologia I grandi pittori del passato oggi sarebbero dei registi cinematografici o di serie TV. Le storie sono dappertutto: nelle chiese, nei palazzi, sulle facciate degli edifici principali e tutti le conoscono e le creano. Oggi noi facciamo spesso fatica a riconoscere i personaggi e i temi dei quadri e degli affreschi perchè abbiamo perso l’abitudine a quei racconti. Abbiamo quindi bisogno delle didascalie per capire chi sono i personaggi e cosa sta succedendo. All’epoca invece pochi sapevano leggere ma riconoscevano al volo nelle pitture le storie che si sentivano raccontare tutti i giorni. In mostra ci sono tantissimi quadri di Pietro Paolo Rubens (e non solo) che raccontano storie della Bibbia, dei santi e della mitologia e anche gli affreschi di Palazzo Te sono una specie di serie TV avvincente e coinvolgente.

L’ira di Achille. Rotterdam

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Natale. è magia!

luci, colori, profumi, regali per la festa più sentita dell’anno a cura di m.t. san juan


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speciale natale

I più iconici e sognanti mercatini natalizi tra cime straordinarie e borghi fiabeschi. Ecco dove trovarli e dove vivere soggiorni magici. L’Avvento in Kufsteinerland, una regione austriaca situata in Tirolo, è un momento magico in cui la cittadina si trasforma di luci, colori, profumi natalizi che aprono il cuore. La tradizione e cultura sbocciano e vestono questo angolo tirolese di aria di festa. Kufstein è partner di “Advent in Tirol” il marchio di qualità che garantisce l’autenticità dell’Avvento e dell’atmosfera natalizia: tra i criteri che si devono soddisfare non c’è solo l’aspetto esteriore, ma anche la vasta gamma delle offerte, come i programmi che si concentrano su tradizioni e costumi, l’atmosfera particolare che emanano le città romantiche e i villaggi tradizionali, che sanno rendere l’Avvento un’esperienza speciale. Le altre regioni che fanno parte di “Advent in Tirol” sono Achensee, Hall in Tirol, Innsbruck, Rattenberg, Seefeld e St. Johann in Tirol. La fortezza di pietra dall’aria solenne si veste di atmosfera natalizia Da uno spuntone di roccia, la fortezza di Kufstein, simbolo della città, incute quasi timore. Il grigio della roccia, le solide mura difensive e le torri le regalano austerità. Ma nel periodo natalizio, tutto si trasforma e anche la solenne fortezze cede alla dolcezza dell’Avvento, addobbandosi di atmosfere placide e tranquille. Nel periodo natalizio, al suo fascino senza tempo, si aggiunge quello del mercatino natalizio che emana in tutta la città il dolce profumo della cannella e fa vibrare le mura con mille luci di Natale, in grado di rendere la fortezza un castello da fiaba. Anche le casematte, dove un tempo sparavano i poderosi cannoni e le armi di artiglieria pesante, acquisiscono un’aria allegra e speciale: le bancarelle sono situate anche in questi antichi corridoi con volte a botte, rientranze e anfratti. Anche l’angolo più buio diventa nel periodo natalizio un luogo di luce e allegria dove immergersi nell’atmosfera dell’Avvento. Info: www.kufstein.com

Il Natale di Lana in Alto Adige è davvero magico. Le strade e gli alberi sono illuminati da tante lucine e addobbati da sfere rosse luccicanti. L’atmosfera del mercatino Polvere di Stelle nel fiabesco Giardino dei Cappuccini, con le sue 22 casette in legno che custodiscono oggetti di autentico artigianato altoatesino e i 6 stand gastronomici, è davvero unica e invita i visitatori a muovere i primi passi verso il magico mondo del Natale. Il Natale di Lana è speciale anche grazie ad altre iniziative, come la Cassetta per posta natalizia. L’Associazione turistica di Lana e dintorni, infatti, mette a disposizione una

cassetta postale presso il mercatino Polvere di Stelle e cartoline natalizie con immagini suggestive di Lana. Chiunque potrà scegliere la cartolina preferita e indirizzarla con i propri auguri ad amici e cari in tutto il mondo. L’Associazione turistica di Lana e dintorni si occuperà dell’affrancatura e della spedizione. La pista del ghiaccio nella piazza del Municipio rappresenta una novità di quest’anno per il Natale di Lana. Fino al 24 dicembre la pista sarà aperta, per il divertimento di bambini, giovani e adulti, tutti i giorni, dalle 14 alle 17 dal lunedì al venerdì, e sabato e domenica dalle 10 alle 17. Disponibile anche un servizio di noleggio pat-

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Brunico, Mercatino di Natale. ( Foto di Helmut Moling, credit Brunico Kronplatz Turismo)


speciale natale

tini vicino alla pista. Nel periodo dell’Avvento, i negozi del centro di Lana con le loro vetrine addobbate offrono infiniti spunti per uno shopping natalizio ricco di scelta, così come quelli che si trovano nel distretto artigianale di Lana. Uno di questi è Farinarium, il negozio per prodotti da forno di Molino Merano, dove, oltre ad una grande varietà di farine e miscele provenienti da oltre 23 diversi cereali e al lievito madre di produzione propria, si possono trovare diverse farine selezionate e accessori per la preparazione di biscotti a tema natalizio. Ottime anche le miscele per preparare il panettone a casa propria, sia tradizionale, sia senza glutine. Infine, molto valida, anche come idea regalo, la box per gli amanti dei dolci natalizi, che contiene tutto l’occorrente per creare un panettone e dei biscotti molto speciali. Una visita merita senz’altro anche Florale Werkstatt, dove Theo e Thomas sono sempre disponibili a dare suggerimenti e a creare bellissime composizioni floreali a tema natalizio e corone d’Avvento, per rendere la casa ancora più accogliente per il pranzo di Natale o la cena della Vigilia. Bio Kistl e Pur Südtirol sono 2 negozi che offrono prodotti di ottima qualità provenienti dall’Alto Adige, sia alimentari, sia di artigianato e cosmesi. Bio Kistl per Natale propone dei set regalo per uomo e donna con prodotti per la cura del corpo, mentre Pur Südtirol aiuta a trovare la soluzione migliore per un cesto regalo con vari prodotti. Per ulteriori informazioni: natalealana.it

Brunico, Mercatino di Natale. ( Foto di Helmut Moling, credit Brunico Kronplatz Turismo)

I mercatini di Natale più creativi sono in Emilia In Emilia, Mercatini di Natale creativi ed eventi natalizi arricchiscono borghi, castelli e città d’arte della Terra dello Slow Mix – www.visitemilia.com – tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Ogni domenica dal 26 novembre al 24 dicembre 2023, artigianato artistico, spe-

cialità alimentari, food truck e degustazioni animano Piazza Ghiaia di Parma. Inoltre, per i bambini c’è la rassegna Racconti di Natale con narrazioni animate. I castelli emiliani, oltre 50 in tutto il territorio, diventano incantevoli tra luci e meraviglie, come il Castello di San Pietro in Cerro (PC) dove il 25 e il 26 novembre si accendono le Magie del Natale,

Vipiteno,Mercatino di Natale - Foto Klaus Peterlin

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speciale natale

occasione per visitare le sale interne con una collezione di arte moderna e contemporanea e i 40 Guerrieri di Xian. Nei borghi medievali vengono allestite mostre speciali, come “Un mondo di Presepi” nel Palazzo del Podestà di Castell’Arquato con oltre 100 presepi di tutto il mondo. Sull’Appennino Reggiano, imperdibile è il Presepio di Gazzano di Villa Minozzo (RE) con le opere del famoso presepista Antonio Pigozzi, comparse anche in alcuni film. A Bobbio (PC), il 17 dicembre è la data della Croccantata, che celebra il tipico dolce natalizio nello scenario di uno dei Borghi più Belli d’Italia. Tanti gli event, le esperienze e i soggiorni da vivere in Emilia su www.visitemilia.com Luci e piroette al Mercatino di Natale di Vipiteno (BZ) Un giro in carrozza e una danza sulla pista di pattinaggio sotto la Torre delle Dodici di Vipiteno sono alcune delle esperienze che si possono fare immergendosi nel regno del Mercatino di Natale (dal 23 novembre al 6 gennaio 2024) della città medievale della Valle Isarco. Fra ghirlande luminose e originali idee di artigianato, spuntano presepi intagliati a mano e golosità appena sfornate. Ad un passo dal cuore dei mercatini, il Romantik Hotel Stafler di Vipiteno rivela sorprese natalizie invitando gli ospiti a vivere “La magia dell’Avvento”. L’offerta di 2 notti, valida dal 24 novembre al 21 dicembre 2023, è l’ideale per visitare i Mercatini di Natale di Vipiteno, soggiornando in camera o suite di charme, dove assaporare anche biscotti altoatesini e specialità locali fatti in casa. Sono inclusi: la colazione, il coffee & cake time nel pomeriggio, l’ingresso nel centro benessere Romantica e un buono wellness di 25 euro per un massaggio rilassante, un menu dell’Avvento di 6 portate servito nella Gasthofstube, una tazza di vin brulé al profumo di cannella al mercatino di Natale e una specialità locale come regalo di partenza. Il prezzo per 2 notti è a partire da 327 euro a persona. Tel. 0472771136, www.romantikhotels.com

Vipiteno, Mercatino di Natale - Foto Klaus Peterlin

Il soggiorno da fiaba tra i Mercatini di Natale di Bressanone e di Brunico (BZ) Un’atmosfera sognante attende gli appassionati dei Mercatini di Natale a Brunico tra decorazioni meravigliose che illuminano il centro storico dal fascino medievale e la pista da pattinaggio, con lo sfondo del Plan de Corones innevato. Ai piedi del Duomo e della Hofburg circondati da dimore centenarie si spandono i profumi seducenti del Mercatino di Natale di Bressanone. Sono tra i più fiabeschi dell’Alto Adige, entrambi ad un passo da Castel Maurn, a Palù, frazione di San Lorenzo

di Sebato (BZ). I Mercatini di Natale di Brunico e di Bressanone sono aperti dal 24 novembre 2023 al 6 gennaio 2024. Per il soggiorno a Castel Maurn, prezzi da 350 euro per suite per 2 persone a notte. Tel. 0474 835311, www.maurn.it Il Mercatino di Natale culinario di Dobbiaco (BZ) I sapori sono protagonisti al Mercatino culinario di Natale di Dobbiaco (BZ), avvolto dalla scenografia delle Tre Cime di Lavaredo. Biscotti speziati e delizie della tradizione della Val Pusteria conquistano i palati tra musica ed eventi, dal 24 novembre al 6 gennaio 2024. È un’atmosfera che riscalda il cuore, da vivere a partire dal Romantik Hotel Santer di Dobbiaco, che si trova in una posizione strategica anche per visitare i mercatini di Lienz, San Candido e Brunico. Con l’Holidaypass, messo a disposizione dall’hotel, si possono raggiungere i mercatini in modo comodo e veloce, utilizzando i mezzi pubblici gratuitamente. Inoltre, dal 7 al 22 dicembre 2023, con l’offerta dedicata ai Mercatini di Natale in Alto Adige un giorno di vacanza su 3 è gratis. È incluso l’uso del centro benessere di circa 3mila mq, con late check out per l’area wellness fino alle 19.00 del giorno di partenza. Inoltre, gli ospiti partecipano ad un ricco programma di attività: Walking, Kneipp, Pilates, 5 Tibetans, Neuromobility. Il prezzo per 3 giorni ne in mezza pensione è a partire da 414 a persona. Tel. 0474972142, www.romantikhotels.com

Brunico, Mercatino di Natale. ( Foto di Helmut Moling, credit Brunico Kronplatz Turismo)

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S P E C I A L E

n a t ale

di rita bertazzoni

MATERA UN NATALE DA FIABA Presepe vivente

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arlo Levi, nel suo libro “Cristo si è fermato a Eboli”, la descrive così: “Chiunque veda Matera non può non restarne colpito tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza”. Una bellezza forte, complessa, a tratti spigolosa, che si comprende soltanto quando ci si perde tra i vicoletti del centro storico, camminando fra le case scavate nel tufo. Sono i famosi Sassi che, insieme al Parco delle Chiese Rupestri, sono stati inseriti nel 1993 nell’elenco del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. A questo titolo la cittadina della Basilicata ha aggiunto nel 2019 quello di Capitale Europea della Cultura. Tra le città più antiche del mondo, Matera è un autentico gioiello scavato nelle montagne. Le stratificazioni della storia e il delicato rapporto con la natura che la circonda ne fanno un sorprendente museo a cielo aperto e chiunque la vede rimane colpito dal suo fascino unico. Non a caso ha conquistato fotografi e registi di tutti i tempi, tra cui Henri Cartier-Bresson, Pier Paolo Pasolini e Mel Gibson. Ammaliante di giorno, quando la luce avvolge le sue abitazioni di pietra, conferendo loro tonalità che richiamano i colori delle dimore del medio oriente, Matera assume un’aura magica di notte. Illuminata da fiammelle luminose, appare come un grandioso presepe allestito sotto il cielo stellato, con la luna a vegliare sulla scena. A dicembre risplende ancora di più, grazie alle numerose iniziative che la animano per le festività natalizie. A cominciare dal tradizionale Presepe vivente. “IL PRESEPE D’ITALIA: PANE E PACE” Quest’anno il Presepe vivente nei Sassi di Matera giunge alla XIII edizione ed è dedicato alla pace, come suggerisce il suo titolo, “Il presepe

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Illuminata da fiammelle luminose, appare come un grandioso presepe sotto il cielo stellato

d’Italia: pane e pace”, che intente esprimere un messaggio di speranza e condivisione. È un omaggio al profondo messaggio pronunciato a Matera durante la visita pastorale di Papa Francesco, che ha segnato la conclusione dei lavori del XXVII Congresso Eucaristico Nazionale. Il presepe vivente ha come protagonisti indiscussi i Sassi e si svolge lungo 4 km di percorso, che partono dal centro storico e attraversano il sasso Barisano e il sasso Caveoso, mettendo in scena oltre 200 comparse tra attori professionisti, figuranti, rievocatori storici e compagnie teatrali provenienti da tutta Italia. La rievocazione sacra, programmata per i giorni 8, 9, 10, 16, 17, 29, 30 dicembre 2023 e 5, 6 gennaio 2024, si articola attraverso diverse espressioni artistiche, offrendo una varietà di interpretazioni. Dal suggestivo ritratto storico dell’impero romano nel Sasso Barisano, con le scene del castrum, della scuola dei gladiatori, della domus e delle vestali, evocando la Giudea di 2000 anni fa, fino alle suggestive rappresentazioni dei numerosi figuranti che danno vita a scene di mercati e antichi mestieri. Il culmine è rappresentato dalla performance teatrale diretta dal regista lucano Gianpiero Francese di Opera Prima. Grazie alla partecipazione di attori professionisti, vengo messi in scena i momenti più emozionanti della nascita di Gesù, creando un coinvolgente mix di pathos e commozione. L’evento è arricchito da giochi di luci, video mapping e proiezioni in 3D, contribuendo ulteriormente a rendere unico questo spettacolo. MATERA CHRISTMAS VILLAGE Torna anche quest’anno Matera Christmas Village nella suggestiva Piazza Vittorio Veneto illuminata a festa da luminarie natalizie. Dal 1° dicembre al 7 gennaio, nel cuore di Matera si può assistere a spettacoli con artisti di strada,

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INSIEME AL MATERA CHRISTMAS VILLAGE, LA MOSTRA SUL FUTURISMO ARRICCHISCE IL PROGRAMMA DELLE FESTIVITÀ NATALIZIE Matera

contornati dalle tradizionali zampogne natalizie, concerti e canti natalizi, ammirare il Presepe in cartapesta, gustare ricette della tradizione culinaria materana e giocare con la tombola in piazza e il gioco dell’oca. Inoltre, nelle caratteristiche casette in legno si possono scoprire l’artigianato locale e i prodotti tipici lucani, come il Miele di Ripacandida da gustare in purezza sul pane di Matera, i Peperoni cruschi, il pecorino Canestrato di Moliterno e il Marroncino di Melfi, che entra nel delizioso ripieno dei dolci calzoncelli fritti, o le castagne abbrustolite sul fuoco. I PIATTI TIPICI DELLA TRADIZIONE NATALIZIA La cucina natalizia della Basilicata è un affascinante intreccio di tradizione, storia e sapori che celebrano l’essenza della cultura locale. Tra gli antipasti spiccano le Pettole, palline di pasta lievitata fritte in olio d’oliva, che possono essere preparate da sole o con l’aggiunta di peperoni cruschi, broccoli o acciughe. Il piatto principale è la pasta, con gli Strascinati (così chiamati perché lavorati a mano e strisciati con le dita) conditi con un ragù misto di carne. Il tradizionale secondo natalizio, invece, è il baccalà, immancabile nel menù delle feste. E per dessert? Il Piccilatiedd’ è un’autentica delizia, una sorta di pane dolce alle mandorle che affonda le sue radici nella più antica tradizione di questa terra. Ci sono, poi, i Chinulidd’ o calzoncelli di castagne: una pasta di grano duro ripiena di una deliziosa crema di castagne, fritta e poi arricchita con uno strato di zucchero a velo o gocce di miele.

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LA MOSTRA SUL FUTURISMO A Palazzo Lanfranchi si può ammirare “Futurismo italiano. Il contributo del Mezzogiorno agli sviluppi del movimento”. La mostra, ideata da Annamaria Mauro e Daniele Ferrara, è curata da Massimo Duranti ed è promossa dal Museo nazionale di Matera in collaborazione con la Direzione regionale Musei Veneto. In esposizione, oltre 130 dipinti, sculture, disegni, provenienti da musei pubblici, fondazioni, archivi e collezioni private. Completano il percorso documenti d’archivio editi e inediti provenienti da diverse istituzioni mentre dal Museo nazionale Collezione Salce sono giunti ben 25 manifesti futuristi, a conferma della collaborazione tra i due musei intorno al progetto “Futurismi”. Accanto a Boccioni, Balla, Severini, Carrà, Depero, Prampolini, Dottori, Benedetta ci sono personaggi meno noti ma non meno significativi, come Roherssen, Bologna e Castellana. Un focus è riservato al contributo che la Lucania ha dato al Futurismo, attraverso due rarissime opere di Joseph Stella, nativo di Muro Lucano, ma trasferitosi a 19 anni negli Stati Uniti, definito “il primo futurista d’America”. La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2024 (museonazionaledimatera.it). QUIET LUXURY A BORGO SAN GAETANO A pochi chilometri da Matera, Borgo San Gaetano (borgosangaetano.com) di Bernalda (MT) è un ottimo indirizzo dove soggiornare per scoprire perle segrete della Basilicata. Un antico frantoio convertito in albergo diffuso con eleganti suite e dimore di charme. Il sapiente lavoro di restauro ha saputo creare qualcosa di unico, mixando pietre, legno e materiali originali con dettagli di stile e design contemporanei. Uno scrigno di bellezza e armonia dove ci si sente come a casa. Le sette sistemazioni sono una garanzia di privacy e serenità: i casalini si aprono sul vicolo privato mentre le suite sono realizzate su due livelli negli antichi spazi del frantoio. Ogni stagione sprigiona il suo fascino ma certamente le festività di fine anno regalano un’atmosfera speciale da vivere in totale relax per assaporare ogni esperienza. In primis, quella gastronomica con i prodotti d’eccellenza del territorio. Pane fatto in casa, formaggi, salumi, jogurt e latte freschissimi, e ancora succhi di frutta bio e un trionfo di dolci della tradizione sono alcune delle bontà da gustare a colazione, il miglior inizio di giornate da dedicare a visite, passeggiate, o semplice ozio.

BASILICATA, STATE OF MIND È la nuova campagna di promozione di Apt Basilicata, presentata in anteprima, ad ottobre scorso, al TTG di Rimini. Protagonisti del video “Basilicata, State of Mind” cinque atleti lucani, campioni di sport e di valori: due medaglie d’oro mondiali, Domenico Acerenza (nuoto) e Francesca Palumbo (scherma), una medaglia d’oro europea, Terryana D’Onofrio (karate), un primo ballerino del Teatro alla Scala di Milano, Claudio Coviello, un simbolo del ciclismo italiano nel mondo, Domenico Pozzovivo. Lo spot, per la regia di Luca Curto, è stato girato in luoghi e scenari tra i più suggestivi della Lucania, dalla costa di Maratea ai boschi dei Parchi Nazionali dell’Appennino lucano, dalle Dolomiti Lucane ai Calanchi di Craco fino alla Murgia Materana. La conferenza stampa al TTG di Rimini è stata l’occasione per parlare anche del progetto Turismo delle Passioni e dei nuovi strumenti di promozione territoriale, come le guide Camminare in Basilicata e Parchi della Basilicata, quest’ultima realizzata insieme al Touring Club Italiano. Info: www.basilicataturistica.com www.aptbasilicata.it

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SPECIALE mostre

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UN CAPODANNO INDIMENTICABILE BRINDARE ALL’ANNO NUOVO IN ITALIA O ALL’ESTERO: SIAMO TUTTI ALLA RICERCA DELLA LOCATION MIGLIORE di Rita Bertazzoni

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SPECIALE CAPODANNO È difficile immaginare location migliore di Innsbruck per abbracciare l’anno nuovo in grande stile. Anche quest’anno San Silvestro sarà accompagnato dalle tradizionali celebrazioni del Capodanno montano per tutta la famiglia. All’insegna del motto “L’armonia degli opposti”, dal 29 dicembre al 6 gennaio le facciate di quattro maestosi edifici del capoluogo del Tirolo si trasformeranno in uno spettacolare “video-mapping 3D”. Il palazzo imperiale Hofburg, la chiesa di corte Hofkirche, il Duomo di San Giacomo e le facciate colorate di Mariahilf si animeranno di suoni e immagini con sorprendenti effetti speciali e installazioni immersive. Il capodanno dei bambini, in centro storico e nella piazza antistante la Hofburg, comprende anche il “Circo di San Silvestro” che spazia dal teatro dei burattini a stazioni gioco. Con la corsa di San Silvestro per tutto il centro storico, l’anno si chiude con un’avvincente sfida sportiva, prima che la musica dal vivo e l’imponente spettacolo pirotecnico sulla Seegrube celebrino degnamente lo scoccare del 2024. Dopo mezzanotte, via all’immancabile Silvester Beats: il party di capodanno nell’immensa sala Dogana del Congress Innsbruck. La città a portata di mano con la Innsbruck Card Per sfruttare al massimo l’offerta turistica della capitale del Tirolo, girando la città in modo semplice e confortevole, sfruttando i mezzi pubblici ed evitando le code alle biglietterie, gli ospiti possono dotarsi della pratica Innsbruck Card. Una semplice tesserina consente l’ingresso gratuito a 22 musei e luoghi d’interesse, corse su impianti di risalita selezionati, spostamenti gratuiti con i mezzi di trasporto locali e l’autobus hop-on/hop-off. Comacchio: un viaggio attraverso tre secoli per festeggiare il nuovo anno! Dopo il grande successo dello scorso anno, la Sala degli Aceti, che fa parte del complesso dei Marinati di Comacchio, ospiterà ancora la cena di gala del capodanno comacchiese. Un capo-

Cena di Gala a Comacchio

danno dunque che offrirà ai turisti la possibilità di scoprire la bellissima cittadina, denominata per i suoi ponti in pietra e i suoi canali, la piccola Venezia.Il luogo dove si terrà la cena di gala è un pezzo molto importante della storia di Comacchio perché è qui che da secoli, con un procedimento rimasto inalterato nel tempo, vengono lavorate e marinate le anguille pescate nelle Valli salmastre che circondano la città. Un Capodanno dove musica, divertimento e buona cucina, non mancheranno sicuramente, ma quello che lo renderà speciale sarà proprio l’atmosfera ottocentesca che si respirerà prendendo parte a questa festa. All’arrivo presso il Museo della Manifattura dei Marinati i turisti verranno accolti ed accompagnati a scoprire i luoghi storici e le barche antiche della città lagunare, facendo così un tuffo nel passato e nella storia della città lagunare. Dalle ore 20.00 si terrà l’esclusiva cena di gala per festeggiare la notte più lunga dell’anno nel-

la suggestiva cornice della Sala degli Aceti recentemente ristrutturata. Con i suoi tini e le sue enormi botti, che conservano l’aceto per la marinatura, questa sala ha in sé atmosfere d’altri tempi che ricordano, come proprio qui, veniva svolto il duro lavoro di marinatura delle anguille. Durante il cenone si gusteranno piatti prelibati a base di pesce sempre accompagnati da un piacevole intrattenimento musicale del Duo Voce Musica Righi e Caleffi fino al brindisi di mezzanotte, quando ci sarà il tradizionale spettacolo di fuochi artificiali a tempo di musica, visibile dal centro storico di Comacchio. I festeggiamenti proseguiranno con musica dal vivo in Piazzetta Trepponti dove alle 00.30 si potrà assistere alla spettacolare cascata di stelle lunga 30 mt. I biglietti per la Cena di Gala saranno acquistabili online alla pagina https://bit.ly/CapodannoComacchio24 in cui ci saranno tutte le informazioni necessarie ed il dettaglio del menù. Profumi e sapori della svizzera all’AC hotel Nice by Marriott Ricorda uno chalet di montagna, con pareti e grandi tavoli di legno, pelle di mucca e luci soffuse che creano un’atmosfera calda e accogliente. Ma siamo a due passi dal mare e dalla famosa Promenade des Anglais in una delle città più vivaci della Costa Azzurra: Nizza. Qui, nella hall dell’elegante AC Hotel Nice by Marriott, normalmente arredato con mobili di design contemporaneo, è stato ricreato un autentico ristorante svizzero. Con tanto di alberi innevati a ricordare il paesaggio d’Oltralpe. Si chiama Tradiswiss Garden, è stato inaugurato a novembre e fino a metà febbraio 2024 propone di vivere un’esperienza gastronomica memorabile. Non una semplice cena ma un viaggio nei profumi e sapori delle Alpi svizzere, un momento romantico e conviviale per gustare le specialità della tradizione, come la raclette e la fonduta preparate con formaggi di prima qualità, i taglieri di salumi, il Vacherin Mont d’Or Dop, i croccanti röstis (sorta di frittata di patate), la fonduta di cioccolato svizzero, accompagnati da una ricca carta di vini svizzeri, francesi e internazionali. Il menu di Capodanno è da leccarsi i baffi: inizia con una coppa di Champagne e amuse-bouche, prosegue con carne secca del Vallese Igp, vinaigrette al miele e zenzero, rösti al foie gras, chips di pancetta secca Igp, fonduta di Vacherin fribourgeois e Gruyère Dop allo Champagne e tartufo nero invernale, carpaccio di prosciutto

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crudo Igp, patate al vapore, millefoglie con Toblerone. www.tradiswissgarden.com A Capodanno le mille luci di New York brillano per te Una città unica al mondo, che nel tempo ha guadagnato centinaia di appellativi diversi la Grande Mela, la città che non dorme mai, la città dalle mille luci – New York è una delle indiscusse capitali culturali degli Stati Uniti. Percepita come emblematica del Nuovo Mondo per la sua storia, ben più antica rispetto a quella di altre città americane, ci accoglie con un senso di immediata familiarità. Sarà perché l’abbiamo amata e ammirata in così tante pellicole cinematografiche e serie televisive da custodirla nel nostro immaginario anche prima di averla visitata, o perché il piano urbanistico di Manhattan, così caratteristico, “a griglia”, non

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permette di perdersi nemmeno a un bambino ma la sensazione è quella di trovarsi a casa. Kibo propone per la prima volta New York tra le sue destinazioni, e invita a soggiornarvi durante un periodo incredibilmente speciale: il Capodanno. Se ogni stagione in questa vivacissima metropoli ha la sua peculiarità, il periodo della Holiday Season la ammanta di un fascino romantico senza uguali. Le luci, che già sono le protagoniste delle notti newyorchesi, si moltiplicano, le vetrine e le strade risplendono di addobbi a tema e l’atmosfera di festa si riverbera negli animi – multiculturali - della città. Imperdibili la pista di pattinaggio sul ghiaccio al Rockfeller Center, sotto al grande albero di Natale, o la più green Wollman Rink di Central Park, aperta nel lontano 1949, una serata in uno dei teatri di Broadway, che in questo periodo propongono spesso classici e musical, una

le sue destinazioni, e invita a soggiornarvi durante un periodo incredibilmente speciale: il Capodanno. Se ogni stagione in questa vivacissima metropoli ha la sua peculiarità, il periodo della Holiday Season la ammanta di un fascino romantico senza uguali. Le luci, che già sono le protagoniste ezzanotte a Times Square. Muoversia in camera doppia. La partenza del 30 dicembre 2023 prevede invece il soggiorno in solo pernottamento al rinnovato ed elegante NH Collection Madison Avenue, a partire da 2098 euro a persona in camera doppia. www.kibotours.com

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SPECIALE MOSTRE

Grana Padano DOP, una storia per immagini A CURA DI MARCO MORELLI (Foto di Nicola Zago).

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Un laboratorio didattico di fotografia promosso dal Consorzio di tutela del Grana Padano per raccontare, attraverso le immagini, la storia e le tradizioni del formaggio simbolo dell’italianità e la Dop più consumata al mondo. L’iniziativa, partita il 23 settembre, si è articolata in cinque incontri guidati dal fotografo Ruggero Ughetti, che si sono svolti tra le provincie di Brescia, Verona e Mantova. «I partecipanti hanno potuto apprendere i principi basilari per realizzare un reportage — spiega il presidente del Consorzio del Grana

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Padano, Renato Zaghini —mediante una serie di attività che raccontano con la fotografia i momenti salienti del lavoro nella filiera che ogni giorno fa nascere le forme di Grana Padano. La finalità del Consorzio è stata quella di essere il promotore di un progetto culturale e di aver stimolato la narrazione per immagini della nostra DOP. In secondo luogo, l’obiettivo è stato quello di raccogliere almeno 20 scatti fotografici di qualità per raccontare in modo esaustivo e originale la filiera». Le fotografie consentiranno di arricchire l’ar-

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“La stagionatura può durare complessivamente da un minimo di 9 a oltre 20 mesi. Durante questo periodo avvengono una serie di importanti cambiamenti fisico-chimici con cui il formaggio acquisirà le sue tipiche caratteristiche organolettiche. Gli ambienti deputati alla stagionatura sono coibentati e dotati di sistemi che regolano la temperatura, il grado di umidità e l’aerazione necessaria. Le forme vengono curate, pulite, girate ogni 15 giorni circa grazie a macchine spazzolatrici e rivoltatrici robotizzate.” (Foto di Luca Artioli).

“Vista dall’alto di un caseificio dove, nelle caldaie in rame a forma di campana rovesciata, si produce Grana Padano. Il rame rappresenta il metallo per eccellenza per produrre il prezioso formaggio in quanto è un ottimo conduttore di calore. Tradizione e innovazione: qui i gesti più antichi si intrecciano con le più avanzate tecnologie per garantire sempre la qualità di un prodotto quasi millenario. ” (Foto di Cristina Gallini).


SPECIALE MOSTRE

chivio d’immagini del Consorzio e saranno utilizzate per attività promozionali sui canali web e social consortili. «Questo laboratorio didattico di fotografia — sottolinea il direttore del Consorzio di tutela, Stefano Berni — ha raccontato per immagini le fasi fondamentali del processo di produzione del Grana Padano e le sue tradizioni, le pratiche operative, gli uomini e le donne protagonisti della sua bellissima storia». Inaugurazione della mostra fotografica “Una storia per immagini” Lo scorso Venerdì 1° dicembre è stata inaugurata la mostra fotografica presso la sede di Eataly Art House di Verona, in via Santa Teresa, 12. L’esposizione comprende la selezione di 20 fotografie, realizzate durante il laboratorio dai venti fotografi non professionisti che hanno partecipato attivamente a questa esperienza di natura didattica: le immagini. La ricognizione fotografica è avvenuta nel cuore della zona di produzione del Grana Padano. L’incipit del racconto è ambientato presso un’azienda agricola dove i fotografi hanno documentato l’attività di allevamento delle vacche da latte all’interno del suggestivo contesto ambientale e paesaggistico, caratteristico della Pianura Padana. La seconda parte del laboratorio è stata dedicata al processo produttivo all’interno di un caseificio. Le fotografie testimoniano i momenti più significativi della nascita del formaggio nelle caldaie di rame, fino al momento in cui la forma inizia il suo lungo riposo nei magazzini di stagionatura. Il reportage si chiude idealmente con la suggestiva fase della marchiatura a fuoco della forma che sancisce il momento in cui il formaggio diventa ufficialmente Grana Padano DOP. I fotografi che hanno partecipato al laboratorio provengono dalle provincie di Mantova, Verona e Brescia, zone, cuore del Consorzio Grana Padano: Luca Artioli, Vincenzo Basile, Giulia Bellintani, Ezio Bignotti, Gianluca Bonazzi, Claudio Brambilla, Mattea Caccamo, Cristina Gallini, Antonella Gialdi, Matteo Fantuzzi, Rosy Fezzardi, Loris Franzini, Monica La Barbera, Ambra Mariani, Lucia Papaleo, Mauro Rossi, Cristina Soardo, Francesca Tirelli, Alex Veneri, Nicola Zago. Durante l’inaugurazione della mostra, che durerà sicuramente fino alla fine dell’anno con previsione di prolungamento anche a tutto gennaio 2024, sono stati consegnati i diplomi ai venti partecipanti.

Ruggero Ughetti ( il secondo da dx, nella foto di Cristina Soardo ) durante un momento del laboratorio

ruggero ughetti: “la mostra è stato il momento conclusivo di un percorso didattico durato alcuni mesi” Ruggero Ughetti si occupa di comunicazione visuale e fotografia. Realizza laboratori didattici rivolti alle scuole, dalle primarie ai licei. Nel 2015 fonda a Mantova, con Marco Brioni, Frammenti di fotografia, progetto che ha coinvolto alcuni tra i più autorevoli rappresentanti della cultura visiva contemporanea. “La mostra che abbiamo inaugurato presso la sede di Eataly a Verona” ha affermato Ughetti “ha segnato il momento conclusivo di un percorso didattico durato alcuni mesi: in questo tempo, abbiamo usato la fotografia come codice privilegiato per raccontare i momenti salienti della filiera del Grana Padano. Tuttavia, a dispetto delle apparenze, la mostra fotografica non è la cosa più rilevante di questo percorso: la mostra è solo il momento apicale di un’esperienza il cui focus principale rimane, nella realtà, tutto ciò che è accaduto prima della sua inaugurazione. In altre parole, è nel processo condiviso per ar-

rivare fino all’esposizione fotografica che sta la sostanza e lo scopo di questo progetto. Uno degli obiettivi di questo laboratorio, infatti, era quello di imparare a utilizzare la fotografia per raccontare storie; viviamo in un momento storico nel quale l’orizzonte comunicativo è dominato dal paradigma iconico: sempre più, cioè, usiamo le immagini, statiche e in movimento, per comunicare. Possedere un certo grado di alfabetizzazione visuale, diviene, di conseguenza, non più un vezzo, ma una competenza fondamentale per muoversi in modo consapevole e critico nella nostra società. E questo progetto, come molti di quelli che sto realizzando in questi anni, è stato orientato in questa direzione. Attraverso “Una storia per immagini”, il Consorzio ha avuto il merito, tra le altre cose, di farsi promotore di un’iniziativa che ritengo di grande valore culturale, di un progetto di cui c’è sempre più bisogno”.

consorzio grana padano: il formaggio dop più consumato al mondo Del Consorzio Tutela Grana Padano fanno parte 129 aziende di lavorazione, che gestiscono 142 caseifici produttivi, 149 stagionatori e 200 preconfezionatori. Nel 2022 la produzione è stata di 5.212.103 forme, pari a 202.051,4 tonnellate, trasformando circa 2,760 milioni di tonnellate di latte munto in 3.835 stalle. L’intera filiera produttiva del prodotto a denominazione d’origine protetta più consumato nel mondo conta così su 50mila persone coinvolte. Nel periodo gennaio - ottobre 2023 sono state lavorate 4.531.682 forme con un aumento del 5,02%. rispetto ai primi dieci mesi dell’anno precedente. ©Rebecca Moseman - The car boys

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In crescita anche l’export, che nel 2022 ha segnato un +6,19% rispetto al 2021 con 2.363.706 forme esportate, pari a circa il 47% del totale delle forme marchiate. Nel 2022 la produzione lorda vendibile di formaggio stagionato alla consegna franco punto vendita è stata di 1,7 milioni di euro, che al consumo è salita a 3,2 milioni di euro, di cui 1.550.000.000 in Italia e 1.650.000.000 all’estero. Queste performance lo rendono il formaggio DOP più consumato nel mondo. Dal 1954 il Consorzio Tutela Grana Padano garantisce il rispetto della ricetta tradizionale e la sua alta qualità riconoscibile e ritrovabile

in ogni singola forma prodotta. Il 24 aprile 2002 un decreto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha riconosciuto al Consorzio le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura generale degli interessi relativi a Grana Padano nella sua natura di prodotto DOP, ovvero a Denominazione di Origine Protetta. Presidente del Consorzio è Renato Zaghini, affiancato dal vice presidente vicario Giuseppe Ambrosi, dal vice presidente Attilio Zanetti e dal tesoriere Valter Giacomelli. Direttore generale è Stefano Berni, direttore amministrativo Carlo Costa.

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speciale apindustria mantova

Apindustria Confimi Mantova

Un nuovo Consiglio Direttivo: Francesco Ferrari torna alla guida dell’Associazione Piccole e Medie Industrie

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rancesco Ferrari è stato eletto alla presidenza di Apindustria Confimi Mantova con il consenso unanime del Consiglio nella prima riunione di insediamento a seguito dell’Assemblea che ha visto riuniti a San Benedetto Po oltre 350 imprenditori. È stata una scelta nel segno della continuità vista l’esperienza di Ferrari alla guida dell’associazione negli anni precedenti alla pandemia (dal 2011 al 2017). Ferrari tra l’altro ricopre anche il ruolo di presidente lombardo ed è vicepresidente nazionale di Confimi, la confederazione nazionale dell’impresa manifatturiera che aggrega 45 mila imprese impiegano 650 mila dipendenti con un fatturato aggregato di quasi 85 miliardi di euro. “Sono orgoglioso che i miei colleghi abbiano deciso di eleggermi dandomi la loro fiducia – ha dichiarato subito dopo l’elezione Francesco Ferrari – e sono convinto che con il nuovo consiglio potremo lavorare con concretezza ed efficacia a favore dello sviluppo dell’Associazione piccole industrie e per il bene del territorio”. L’Associazione di via Ilaria Alpi continua a crescere e oggi rappresenta quasi 600 aziende per un totale di 16.000 addetti. “E’ un ruolo difficile quello dell’imprenditore ma è anche il lavoro più bello del mondo – sottolinea il presidente Ferrari – uno dei nostri obiettivi è far sentire la voce delle imprese nelle sedi istituzionali. Purtroppo la dirigenza politica ha la grossa responsabilità di persistere negli errori del passato, nel voler raccogliere consensi e voti nel breve, perché i governi in Italia durano mesi, non anni. I governi continuano a drogare il mercato con interventi straordinari: la Tremonti non aveva insegnato abbastanza e non ci siamo fatti mancare nulla con i super bonus facciate, il bonus monopattino, il quattro punto zero etc. Mi chiedo se sia possibile che non impariamo mai dalla storia e per farci belli politicamente accendiamo solo fuochi fatui, lasciando ai cittadini del futuro i problemi finanziari? E’ possibile che nessuno pensi ad una politica economica di lungo respiro, evitando i fuochi d’artificio e governando il Paese con il buon senso di un padre di famiglia come facciamo noi nelle nostre imprese?”

Il presidente di Apindustria Confimi Mantova, Francesco Ferrari

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Ecco i nomi del nuovo Consiglio:

Il nuovo Consiglio Direttivo

Francesco Ferrari Ferrari Growtech Srl Comune di: Guidizzolo Attività: Produzione di macchine agricole per ortaggi Sito internet: www.ferrarigrowtech.com

Stefano Redini Redini Srl Comune di: Castiglione delle Stiviere Attività: Attività di raccolta, recupero e riutilizzo di scarti edili e di rifiuti inerti non pericolosi Sito internet: www.redinisrl.it

Marco Baldan Baldan Plastica Srl Comune di: Mantova Attività: Stampaggio di materie plastiche Sito internet: www.baldanplastica.com

Barbara Sereni Allpack Srl Comune di: Suzzara Attività: Imballaggi in cartone ondulato Sito internet: www.allpack.it

Stefano Bottura Artemisia Srl Comune di: Castel Goffredo Attività: Intimo esternabile uomo-donna Sito internet: www.intimoartemisia.com

Anna Supino Supino Srl SB Comune di: San Giorgio Bigarello Attività: Commercio di mobili, arredi, scaffalature e d attrezzature per uffici, negozi e magazzini Sito internet: www.supino.it

Gabriella Eoli Transfilms Comune di: Castel Goffredo Attività: Corriere espresso, spedizioni internazionali e logistica Sito internet: www.transfilm.it

Claudio Urbani Freddi e Cagossi Snc Comune di: Borgo Virgilio Attività: Manutenzione macchine per uffici Sito internet: www.freddiecagossi.it

Carlo Mondini Advance Srl Comune di: Mantova Attività: Web & Seo Sito internet: www.advance.srl

Silvia Volpi Amica Chips Spa Comune di: Castiglione delle Stiviere Attività: Produzione snacks Sito internet: www.amicachips.it

Simona Rebecchi Rebos Oleodinamica Srl Comune di: Castiglione delle Stiviere Attività: Costruzione di cilindri oleodinamici e scatole ad ingranaggi Sito internet: www.rebosoleodinamica.com

Marco Zanoni Zanoni Srl Comune di: Castel Goffredo Attività: Concessionaria Automezzi MAN e officina autoveicoli industriali Sito internet: www.zanoni-man.it

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"Non basta fare benefit bisogna farlo bene” Francesco Ferrari

presidente Apindustria Confimi Mantova

"Non tutto è benefit ma un po’ di benefit si può trovare dappertutto" Claudio Urbani

presidente Api Servizi srl SB

"Nessuno è completo in sé stesso, ma è una parte del tutto” Il team di lavoro Confimi

www.api.mn.it

tel. 0376221823


speciale coldiretti mantova

Coldiretti Mantova

accompagna l’agricoltura nel futuro

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n anno dopo, la guerra non è vinta, le prime battaglie contro il cibo sinntetizzato nei bioreattori, sì. Ed è grazie all’impegno di Coldiretti, alle migliaia di firme raccolte in Italia, agli sforzi di un sindacato che non è solo dalla parte degli agricoltori e degli allevatori italiani, ma è allo stesso tempo una forza sociale, dalla parte dei cittadini, dei consumatori, di chi chiede che la Cucina italiana entri di diritto a far parte di quei beni immateriali tutelati dall’Unesco, quale espressione di qualità di una Dieta mediterranea che da oltre dieci anni si può fregiare di tale requisito. È anche grazie al supporto del ministro dell’Agricoltura e Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, che ha visto la luce il ddl contro il cibo artificiale e il “meat sounding”, un provvedimento firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che di fatto vieta la produzione, il consumo e la commercializzazione della carne coltivata, un risultato che prende atto della contrarietà dei cittadini italiani alla carne sintetica, pericolosa deriva contro la zootecnia reale, contro la corretta economia circolare e contro la dieta mediterranea. Il decreto, inoltre, vieta l’utilizzo di tale terminologia in prodotti plant-based, fornendo così indicazioni più chiare ai consumatori, che hanno il diritto a una corretta e chiara informazione quando acquistano il cibo. Un provvedimento che risponde alle esigenze dei cittadini italiani, alla luce dell’indagine Coldiretti/ Censis, in base alla quale sette italiani su dieci (70%) sono contrari alla messa in commercio del cibo artificiale prodotto in laboratorio dalla carne al latte fino al pesce, che gruppi di potere finanziario stanno cercando di imporre sui mercati mondiali nonostante le perplessità sugli effetti a lungo termine sulla salute umana e sull’ambiente. Non è la prima volta – ricorda Coldiretti - che facciamo da pionieri in Europa, visto che l’Italia, proprio grazie al pressing di una raccolta di firme della Coldiretti, è stata il primo Paese ad adottare norme nazionali per l’obbligo di etichettatura di origine degli alimenti verso il quale si sta progressivamente allineando l’Unione europea con il superamento di dubbi e contestazioni, a livello nazionale e comunitario, che fanno ormai parte del passato. Ora la battaglia si sposta in Europa, chiamata a dare risposte al mondo agricolo all’insegna dell’innovazione e della sicurezza. Un ambito nel quale rientra il grande tema delle Tea, le Tecniche di evoluzione assistita, che andrebbero a rispondere alle esigenze di un’agricoltura impegnata a produrre di più, ridurre l’impatto ambientale, incrementare la resilienza di fronte ai cambiamenti climatici. In un contesto a tratti complesso (sul fronte clima l’estate 2023 ha avuto un impatto dirompente sull’agricoltura di casa nostra), secondo la Fede-

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razione provinciale di Coldiretti la sfida dell’agricoltura mantovana si allinea alle esigenze del settore su scala nazionale: incrementare le esportazioni, aumentare il valore aggiunto (anche grazie a reti e filiere integrate), migliorare l’economia circolare attraverso le energie rinnovabili e l’utilizzo del digestato, ma anche gestire con estrema razionalità le risorse idriche. Azioni che impongono investimenti da parte delle imprese agricole che, in verità, non sono mancati nel corso del 2022 e del 2023. Coldiretti Mantova, l’organizzazione agricola più rappresentativa sul territorio, rivela che gli investimenti in macchine e mezzi per l’agricoltura 4.0, strumenti per la gestione digitalizzata delle imprese, robotica, ma anche sistemi per la produzione di energia da fonti rinnovabili agricole, strutture e terreni hanno continuato a mantenersi elevati, con un impatto sulla provincia per oltre 35 milioni di euro. E tutto ciò benché i tassi di interesse siano cresciuti. Resta la fiducia. Il mondo agricolo si conferma resiliente.

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COLDIRETTI MANTOVA Sede Provinciale Mantova, Via P. Verri 33 - BOMA tel. 0376-375311 - mantova@coldiretti.it

sito web: mantova.coldiretti.it


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Confai Mantova sostiene

l’innovazione digitale: così gli agromeccanici sono protagonisti della sostenibilità e competitività delle imprese

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e la sfida dell’Unione europea è quella di implementare il tasso di digitalizzazione in agricoltura, le imprese agromeccaniche professionali partono avvantaggiate. Sempre più nelle campagne le imprese agromeccaniche stanno trainando la diffusione del precision farming, soluzione essenziale per accompagnare quella transizione ecologica e ambientale che è la spina dorsale del Green Deal europeo e della nuova Pac, entrata in vigore da un anno e con un livello di ambizione sul piano green particolarmente elevato (ma non rinviabile). Confai Mantova, la Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani con sede nel capoluogo, in via Argentina Altobelli 3, si conferma l’associazione di rappresentanza di un tessuto imprenditoriale – agromeccanici, prevalentemente, ma anche agricoltori e allevatori, ai quali sono dedicati specifici corsi di aggiornamento professionale, su misura – che resta dinamico e attento alle esigenze dell’agricoltura moderna, nonostante le difficoltà. La conferma arriva da un sondaggio condotto da Confai Mantova fra le imprese agromeccaniche della provincia, dal quale è emerso che le imprese che offrono servizi terziarizzati professionali sono le più attrezzate per applicare la digitalizzazione, l’agricoltura di precisione, l’innovazione IoT, con l’obiettivo di assicurare la riduzione

Il presidente di Confai Mantova Marco Speziali

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delle emissioni, la tutela del suolo, delle risorse idriche, dell’ambiente e del paesaggio rurale. In una provincia a forte vocazione agricola e alimentare come Mantova, il segmento delle imprese agromeccniche si mostra solido, caratterizzato da aziende dinamiche e a dimensione familiare, che investono (6 imprese su 10 hanno investito negli ultimi due anni fra 100.000 e 500.000 euro e l’11% delle imprese agromeccaniche ha superato i 500.000 euro) nell’innovazione digitale, in grado di offrire flessibilità nei servizi e tempestività negli interventi, alla luce anche dei cambiamenti climatici in atto che impongono rapidità, versatilità e macchine di ultima generazione. Le imprese agromeccaniche sono consapevoli della centralità dei servizi in agricoltura. Oggi produrre cibo sano, sicuro e in quantità per garantire un accesso a prezzi equi alla popolazione non soltanto europea, ma mondiale – alla luce del ruolo che svolge l’Ue in chiave globale e con l’avanzare della fragilità alimentare in seguito ai cambiamenti climatici e ai conflitti bellici, su tutti l’invasione russa dell’Ucraina – è solo una delle missioni (la più importante) del comparto primario. Altrettanto strategici sono i servizi legati all’ambiente e alle comunità rurali, per non disperdere un patrimonio di tradizioni e di qualità della vita strettamente connesso anche alla produzione di beni agricoli e alimentari. E proprio il percorso verso l’agroecologia, i servizi ecosistemici, la tutela della biodiversità, la resilienza ai cambiamenti climatici, il sequestro di

carbonio, le imprese agromeccaniche giocano un ruolo insostituibile e sono gli attori principali. Come affrontare un futuro così sfaccettato e impegnativo? Per il presidente di Confai Mantova, Marco Speziali, e il direttore Stefano Bonisoli, non ci sono dubbi: formazione, innovazione e sicurezza sul lavoro sono i tre pilastri sui quali costruire un futuro solido e vincente. Elementi determinanti per consentire alle imprese agromeccaniche di compiere un salto di qualità, che si traduce in competitività, maggiori opportunità di redditività per le filiere, sicurezza sul lavoro. L’agricoltura mantovana guarda al futuro con fiducia, grazie al contoterzismo professionale all’avanguardia.

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L’Agromeccanico protagonista dell’agricoltura del futuro

Gli Agromeccanici Mantovani augurano Buon Natale e Felice Anno Nuovo

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economy

Il prestigioso riconoscimento, giunto alla sua XXVI edizione, celebra ogni anno gli imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 40 milioni di euro

L’Imprenditore dell’Anno

Marina Nissim di Bolton Group S.r.l. riceve il riconoscimento più importante come Vincitrice Nazionale

a cura di marco morelli

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arina Nissim, Chairwoman di Bolton Group S.r.l, è la vincitrice nazionale della XXVI edizione del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno® “per la capacità di condurre un Gruppo internazionale, i cui prodotti sono consumati ogni giorno da milioni di persone, con prioritaria propensione alla sostenibilità, all’ambiente e alla valorizzazione delle persone, portando l’azienda verso una crescita globale ed etica”. Il prestigioso riconoscimento, giunto alla sua XXVI edizione, celebra ogni anno gli imprenditori italiani alla guida di aziende con un fatturato di almeno 40 milioni di euro, che abbiano dato il proprio contributo allo sviluppo territoriale e nazionale, dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e COO di EY Europe West, ha dichiarato: “Con il Premio EY L’Imprenditore dell’Anno® celebriamo da 26 anni le storie di imprenditrici e imprenditori che hanno saputo distinguersi e scrivere pagine di successo per le proprie aziende e persone. Anche in questo periodo complesso di fragilità economica, e un PIL che stimiamo che in Italia crescerà dello 0,7% nel 2023 e dello 0,8% nel 2024, i leader italiani dimostrano di saper reagire reinventando i modelli di business e puntando su innovazione, flessibilità e talento”. La cerimonia di quest’anno ha voluto celebrare in particolare il tema dell’arte: un grande imprenditore, proprio come un grande artista, affronta e vince le sfide del futuro attraverso la capacità di trasformare la realtà con visione strategica e innovazione. Enrico Lenzi, responsabile Italia del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno® ha dichiarato: “E’ un onore poter celebrare ogni anno le eccellenze dell’imprenditoria italiana, vero punto di forza del nostro Paese e del nostro tessuto economico. Nel DNA di EY c’è da sempre la volontà di supportare imprenditrici e imprenditori e aiutarli a superare le sfide dei nostri tempi. Credo che sia proprio questo nostro impegno a rendere così speciale il Premio, insieme al contributo della nostra Giuria indipendente che anno dopo anno valorizza l’uni-

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Marina Nissim

cità e il valore ineguagliabile del tessuto imprenditoriale del Paese”. Proprio durante la serata, inoltre, gli ospiti hanno avuto l’opportunità di vivere un’esperienza immersiva presso l’esclusiva galleria di opere d’arte interattiva allestita in occasione della Cerimonia, resa unica grazie al supporto della Realtà Aumentata e dell’Intelligenza Artificiale. La vincitrice Marina Nissim, Chairwoman di Bolton Group S.r.l, ha dichiarato: “Sono molto felice e onorata di ricevere oggi questo importante riconoscimento che vorrei condividere con tutte le persone che ogni giorno dedicano le loro energie

per lo sviluppo del gruppo Bolton. I nostri marchi e prodotti iconici accompagnano e arricchiscono la vita quotidiana di milioni di persone nel mondo da oltre 75 anni. Sono orgogliosa di guidare questa straordinaria squadra di boltoniani e di affrontare insieme le grandi sfide che il futuro ci riserva. Vorrei infine dedicare questo importante riconoscimento a mio padre Joseph, fondatore del gruppo e mio punto di riferimento e di ispirazione quotidiano”. Il Premio Family Business è stato assegnato a Chiara Mastrotto, Presidente di Gruppo Mastrotto S.p.A. “per il coraggio e la visione strategica

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dimostrate nella conduzione di un business familiare, che pur mantenendo i valori della tradizione, è stato in grado di cogliere le sfide dei tempi moderni, adattandosi ad un mercato in costante cambiamento”. Il Premio Crescita Globale è stato assegnato a Dario Roncadin, Amministratore Delegato di Roncadin S.p.A. SB “per la sua visione strategica e innovativa che gli ha permesso di guidare la crescita globale dell’azienda, portando un simbolo dell’eccellenza italiana all’estero, pur mantenendo il forte legame con il territorio e il sostegno dell’economia locale”. A Lorenzo Caminoli, Presidente di EC Holding S.p.A., è stato assegnato il Premio Innovazione “per l’audacia e la visione nel creare soluzioni innovative di processo, al fine di implementare la crescita internazionale garantendo il pieno coinvolgimento degli stakeholder”. Per la categoria Modelli di Business Sostenibili è stato premiato Vittorio Alpi, Presidente di Alpi S.p.A., “per aver trasformato il proprio modello di business adattandolo ad un mercato in continua evoluzione, mantenendo alta l’attenzione alla qualità del prodotto e alla sostenibilità ambientale e sociale”. Il Premio Tradizione Italiana è stato assegnato a Romana Tamburini, Presidente di Surgital S.p.A. “Si aggiudica il Premio Tradizione italiana per la passione e il coraggio che le hanno permesso di dare vita a una grande azienda alimentare, facendo del connubio tra tradizione italiana e innovazione il segreto del successo del proprio business.” A ricevere il Premio Speciale Giuria è stato Enrico Cerea, Executive Chef di Da Vittorio S.r.l., “per aver saputo con sapiente intuizione fare dell’attività di famiglia un modello di business innovativo, valorizzando il proprio patrimonio culturale con metodologie all’avanguardia e portando così l’azienda a risultati eccellenti”. Francesco Giberti e Luca Masseretti, rispettivamente CEO & Founder e CFO & Founder di Babaco Market S.p.A., hanno ricevuto il Premio Startup “per aver saputo trasformare un problema in un’opportunità, ed aver così creato con coraggio un business impegnato concretamente nella protezione della biodiversità e nella valorizzazione della ricchezza del nostro territorio.” L’edizione di quest’anno si arricchisce, inoltre,

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do Corbetta, Professore all’Università Bocconi di Milano, e composta da Alberto Baban, Presidente di VeNetWork, Laura Colnaghi Calissoni, Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Carvico; Giovanna Gregori, Consigliere Delegato di AIDAF; Monica Mandelli, Head of Latin America-Client and Partner Group in KKR; Cristina Scocchia, Amministratore Delegato di Illycaffè; Antonio Gozzi, Presidente del Gruppo Duferco. La ventiseiesima edizione del Premio EY L’Imprenditore dell’Anno® si è svolta con il supporto dei partner Banca Finnat, Microsoft e Board Italia.

Massimo Antonelli

di un nuovo premio, il Premio Scaleup, che ha l’obiettivo di riconoscere la realtà imprenditoriale più innovativa affermatasi in poco tempo nel mercato grazie a soluzioni disruptive e con ambiziosi target anche sulla sfera internazionale. Il Premio Scaleup è stato assegnato a Francesco De Stefano (CEO & Co-Founder), Jacopo Gervasini (CFO & Co-Founder), Paolo Cassis (COO & CoFounder) e Giovanni Avallone (CIO & Co-Founder) di Caracol S.r.l. “per aver creduto in un progetto ambizioso, che ora rappresenta un ottimo esempio di tecnologia italiana pronto a gettare le basi per un percorso di espansione internazionale”. Ad assegnare i premi la Giuria presieduta da Gui-

EY, BUILDING A BETTER WORKING WPRLD EY esiste per costruire un mondo del lavoro migliore, aiutare a creare valore nel lungo termine per i clienti, le persone e la società, e costruire fiducia nei mercati finanziari. Supportati dall’uso di dati e tecnologia, i team di EY in oltre 150 Paesi creano fiducia attraverso servizi di revisione e aiutano i clienti a crescere, trasformarsi e portare avanti il business. Operando nel campo della revisione, consulenza, assistenza fiscale e legale, strategia e transaction i professionisti di EY si pongono le migliori domande per trovare risposte innovative alle complesse sfide che il mondo si trova oggi ad affrontare. “EY” indica l’organizzazione globale di cui fanno parte le Member Firm di Ernst & Young Global Limited, ciascuna delle quali è un’entitàlegale autonoma. Ernst & Young Global Limited, una “Private Company Limited by Guarantee” di diritto inglese, non presta servizi ai clienti. Maggiori informazioni su raccolta e utilizzo dei dati da parte di EY e sui diritti individuali che ricadono sotto la legislazione sulla protezione dei dati sono disponibili su ey.com/IT/privacy. Le Member Firm di EY non prestano servizi legali dove non è consentito dalle normative locali. Per maggiori informazioni sulla nostra organizzazione visita ey.com

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CAPELLI DI SETA

SOCO PRESENTA

SO ONE

So One è un brand professionale all’avanguardia che fa parte del Gruppo SOCO, un’azienda che celebra nel 2019 50 anni di storia e che fa dell’innovazione il suo punto forte: già nel 1969 rivoluzionava il settore grazie alla prima lacca ecologica no gas al mondo. Oggi So One continua a rinnovarsi presentando la nuova linea Washing & Conditioning pensata per le diverse tipologie di capelli, per un trattamento che inizia in salone e continua a casa. Cinque linee di prodotti per detergere e preparare i capelli allo stile desiderato con cinque profumazioni esclusive nate dalla miscela di due fragranze naturali e senza allergeni. Le nuove linee sono: Colored, Blonde, Curly, Silky e Volume. Info: https://www.soone.it/ita/

LINEA REPAIR CIELO ALTO

CON CHERATINA E COLLAGENE

Dalla ricerca dei laboratori SOCO oggi nasce la nuova linea Repair Cielo Alto, un programma sinergico per riparare i capelli sfibrati e rovinati. Sono molti i comportamenti quotidiani sbagliati che mettono a rischio la salute dei capelli. I capelli diventano così fragili e stopposi e si spezzano. La Linea Repair di Cielo Alto è un prezioso cocktail di Cheratina, Collagene, Arginina ed estratto di Moringa racchiuso in 2 prodotti pratici come lo Shampoo e il Balsamo Rifibrante (quest’ultimo nella foto). Questi ingredienti penetrano nella corteccia del capello, rifibrano la struttura capillare dall’interno andando a riparare i legami spezzati e creano uno scudo a difesa del capello. Info: https://www. cieloalto.it/

FRAGRANZE PER LE FESTE

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Un profumo davvero speciale per le feste ma anche per San Valentino. Æxtra: una preziosa pozione d’amore, una fragranza unisex che esalta l’odore del corpo sudato e lussurioso. Un particolare profumo legnoso sensuale muschiato: æxtra contiene un’elevata concentrazione di bagdanol, una molecola di legno di sandalo con una sfumatura cremosa di latte che gli conferisce un carattere cosmetico e una tipica nota di sandalo, calda e legnosa come l’olio di legno di Sandalo. Le ricche note legnose e cremose, unite al cashmeran, che apporta note animali e di muschio di quercia, regala grandi emozioni olfattive. Il risultato è un profumo unico, complementare ai nostri odori, che stimola il desiderio. Info: www.perfumology.it

Salute & Bellezza apivita

DALLA GRECIA

LE API E LA BELLEZZA APIVITA è stata fondata ad Atene nel 1979 da due farmacisti pionieri della sostenibilità ambientale, Niki e Nikos Koutsianas. APIVITA (la “vita dell’ape”) offre una vastissima gamma di prodotti di bellezza naturali ed efficaci per viso, corpo e capelli. Le sue formule sfruttano la potenza della natura greca con ingredienti chiave delle api ad alto valore aggiunto e piante medicinali, valorizzati dalla cosmetologia green all’avanguardia. I prodotti sono alimentati dalla nuova tecnologia brevettata, il complesso PROPOLIFT altamente concentrato in propoli e polifenoli della vite e fortificato con collagene di origine vegetale. Info: https://www.apivita.com/ italia/

INTERVISTA AL Prof. Gioacchino Tedeschi

EMICRANIA

DIAGNOSI E CURA A CHE PUNTO SIAMO E QUALI NOVITÀ

L’emicrania si manifesta una prevalenza pari al 12% della popolazione mondiale (fino al 27% della popolazione femminile in età fertile) di cui circa 6 milioni di persone solo in Italia e rappresenta, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la patologia più disabilitante per numero di anni persi a causa della malattia. Ciò comporta gravi ripercussioni sulla vita dei pazienti che ne soffrono anche in considerazione della predilezione dell’emicrania per la popolazione giovane-adulta, epoca in cui gli individui sono al massimo della loro realizzazione lavorativa, professionale ed affettiva con impatti economici che, in Europa, possono arrivare a cifre intorno ai

30 miliardi di euro all’anno, la maggior parte indiretti legati ad esempio alla ridotta produttività, all’assenteismo o al presenteismo, quest’ultimo inteso come la presenza poco produttiva sul luogo di lavoro. Fortunatamente, in questi anni il nostro armamentario terapeutico si è arricchito: oltre all’impiego della tossina botulinica che si è dimostrato altamente efficace nella prevenzione dell’emicrania cronica possiamo oggi contare su di una nuova classe di farmaci, i cosiddetti anticorpi monoclonali anti-CGRP, molecole altamente tollerabili e sicure a somministrazione sottocutanea (a cadenza mensile o trimestrale a seconda delle diverse molecole) o endovenosa (a

cadenza trimestrale). Tali molecole sono capaci, in tempi brevi, di dimezzare il numero di giorni di emicrania in circa il 70% dei pazienti fino ad arrivare, in una piccola ma non trascurabile percentuale di pazienti, alla completa scomparsa degli episodi emicranici. Anche nell’ambito del trattamento degli attacchi di emicrania sono emerse delle novità terapeutiche. Tra questi vanno menzionati i gepanti che promettono di costituire una sorta di rivoluzione nell’approccio terapeutico ai pazienti emicranici in quanto potranno essere posizionati oltre che come terapia dell’attacco anche come terapia preventiva


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GOLDEN AGING

Rilassarsi in vacanza ed investire in una vita lunga e vitale A CURA Di MARCO MORELLI

Tre le terapie più di successo e in voga in USA per aiutare il corpo a mantenersi giovane e vitale oggi abbiamo le terapie endovenose con cocktail vitaminici con soluzioni tailor-made in base alle diverse necessità. La terapia IV è una terapia personalizzata che consiste nella somministrazione endovenosa (flebo) di vitamine, micronutrienti, antiossidanti, finalizzata a rigenerare l’organismo e favorire il benessere della persona, rafforzando le difese immunitarie, aiutando il processo di rinnovamento cellulare e contrastando l’invecchiamento. Già molto richiesta all’estero come pratica antietà soprattutto in America, la terapia IV sta incontrando un successo crescente anche in Italia. L’ADLER Spa Resort THERMAE, elegante struttura termale situata nelle vicinanze dello storico borgo di Bagno Vignoni (SI), propone le IV già da due anni ed ultimamente ha implementato nuovi cocktails vitaminici ottimizzando ulteriormente il livello di personalizzazione e di efficacia dei trattamenti. Ma vediamo dove nasce e come funziona. La terapia vitaminica IV viene utilizzata dagli anni ‘80 e nasce con il Dr. Myers, colui che formulò il celebre Myers’ Cocktail. Negli anni si è evoluta diventando estremamente popolare come supporto all’organismo dal momento che le vitamine e micronutrienti assunti tramite l’alimentazione o integratori orali vengono assorbiti dall’intestino in quantità molto variabile per molteplici fattori.

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Con la terapia IV invece, i minerali e le vitamine entrano direttamente nel flusso sanguigno e sono interamente e prontamente disponibili. Il vantaggio è l’assunzione completa ed immediata dei micronutrienti e la possibilità di personalizzare la terapia: dopo un’attenta valutazione del paziente, il medico consiglia il mix giusto in relazione agli obiettivi da raggiungere. Gli effetti collaterali sono minimi. Esistono molti tipi di infusioni di vitamine per via endovenosa disponibili, classificati in base alle diverse motivazioni di somministrazione: - Booster immunitari: infusione studiate per ridurre l’infiammazione e la durata delle malattie e proteggere dalle infezioni. - Stimolatori del metabolismo: infusioni studiate per aumentare il metabolismo generale del corpo, ripristinare i livelli di energia e migliorare le prestazioni del corpo. - Potenziatori di recupero: infusione indicate principalmente per gli sportivi o dopo una malattia. Per ridurre l’infiammazione dei tessuti, i tempi di recupero dopo l’esercizio e reintegrare i nutrienti essenziali.

L’ADLER Spa Resort THERMAE è un luogo perfetto in cui prendersi cura di sé, per investire in salute ma in un ambiente di piacevolezza a 360°: si può godere dei benefici delle acque termali curative, e di una serie di servizi d’eccellenza, tra cui i servizi SPA e MED affiancati da uno staff di 42 persone qualificate ed empatiche pronte a soddisfare le esigenze di ogni ospite.

Vitamina C, molteplici vitamine del gruppo B, acido folico, L-Carnitina, calcio, glutatione, sono alcune delle sostante benefiche utilizzate nella terapia. Il costo della seduta è a partire dai 270 euro.

ADLER MED è un servizio medicale dedicato alla salute e a trattamenti per vivere a lungo e in benessere, con un laboratorio di analisi privato e programmi personalizzati di depurazione, prevenzione e anti-aging e gestione dello stress.

Si può godere dei benefici di queste innovative terapie di salute in un contesto di charme, in un luogo accogliente, nato per il benessere ed il relax, in uno sfondo paesaggistico unico, tra le dolci colline della Val d’Orcia.

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n. 4 Agosto-Settembre 2020


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KHINESIS

A CURA DEL PROF. GIANNI ZANOTTI

Ruolo e compiti delle diverse figure professionali L’ultimo argomento trattato riguarda i compiti delle diverse figure che si occupano del “problema” schiena. Giunti qui, però, permettetemi un ringraziamento particolare. Da anni, come tanti altri operatori del settore, i nostri contatti culturali e le varie associazioni a cui apparteniamo, ci forniscono questo materiale così importante e valido sotto il profilo socio/educativo. Ma da altrettanti anni, il nostro problema è mettere a disposizione della gente queste informazioni, abituati, come siamo, a trattare quasi sempre pazienti che hanno già dei problemi! Questo giornale, nella figura del direttore Marco Morelli, mi ha fornito questa stupenda opportunità, facendo quasi diventare la mia modesta divulgazione una sorta di manuale della schiena! A lui vanno i miei più sentiti e sinceri ringraziamenti per quanto ha fatto e fa per la diffusione dei piccoli problemi di ogni giorno che una comunità deve affrontare. Mi auguro di poter continuare, nel futuro prossimo, in una nuova collaborazione con lui a vantaggio della vostra salute. Gianni Zanotti

Prof. Gianni Zanotti Diplomato Istituto Superiore di Educazione Fisica La Cattolica Brescia. Chinesiologo e Direttore Tecnico dello Studio “Khinesis”di Asola (Mn)

Introduzione Come sempre accade, anche per l’aspetto ergonomico l’intervento non è riservato ad una singola figura professionale, ma ricade piuttosto sotto le competenze di diversi professionisti. Il problema però, in questo caso, è che la definizione stessa di ergonomia, con il duplice compito ad essa spettante, implica necessariamente l’importanza del ruolo sia di chi progetta (architetto) e controlla la salute sul posto di lavoro (medico competente), che di chi interviene sul lavoratore a scopo preventivo, che si tratti di prevenzione primaria, secondaria o terziaria. In realtà, quindi, proprio per la sua multifattorialità l’applicazione pratica dei principi ergonomici diviene per definizione multidisciplinare. E se una delle figure professionali interessate non interviene, allora si incorre quasi sempre nel fallimento. Ossia: se l’architetto progetta bene, ma il medico competente non valuta il lavoratore/paziente (d’ora in poi definito solo paziente, anche se in caso di prevenzione primaria si tratterà di un lavoratore), e gli operatori della riabilitazione non intervengono sulla sua modalità di movimento e non gli insegnano le tecniche necessarie, il risultato non sarà economicamente efficace. Di seguito proponiamo alcuni appunti che non vogliono essere esaustivi, ma intendono semplicemente offrire un contributo al chiarimento dei ruoli delle singole figure professionali in gioco che, come sempre abbiamo sostenuto, solo dalla collaborazione reciproca e dal dialogo, scevro di problematiche “economiche” o di rivalsa professionale più o meno larvata, potranno ottenere quell’unico risultato per cui tutti noi operiamo: il benessere del paziente. Raggiungere questo obiettivo permetterà di ottenere un miglioramen-

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to della qualità di vita, unita ad una migliore gestione delle scarse risorse economiche disponibili (quindi anche quelle del datore di lavoro e della società in toto) che consentono di disporre dei fondi che poi nuovamente si riflettono sulla salute del paziente. Il versante “paziente” Intervenire sul paziente è compito fondamentale della prevenzione. Quasi sempre questa funzione viene svolta dagli operatori della riabilitazione che, nella maggior parte dei casi, hanno sviluppato le maggiori competenze sia tecniche che psicologiche (dati i loro compiti istituzionali terapeutici). Essi intervengono quindi spesso nella prevenzione primaria e, quando quest’ultima non viene svolta, trattano un paziente che è oramai diventato un paziente. Intervenire sul versante del paziente richiede notevole competenza, ma anche e soprattutto l’attenzione quotidiana e lo sviluppo progressivo delle proprie cognizioni e capacità di intervento. Come è risultato chiaro dagli esempi sopra riportati, spesso l’intervento ergonomico è determinante per risolvere i problemi dei pazienti. Eppure a volte ci si limita a proporre dei piccoli pacchetti preconfezionati, quali opuscoli o foglietti offerti dalle case farmaceutiche, spesso pieni di “Sì” e di “No”, anche ben illustrati, ma senza alcuna spiegazione e senza alcun intervento da parte dell’operatore. Altre volte, si danno due consigli al paziente, ma non li si pratica in prima persona di fronte a lui, magari piegandosi per raccogliere un oggetto in palestra sfruttando la schiena e non le gambe. Cambiare abitudini di vita consolidate, posture quotidiane o movimenti che si svolgono da sempre in un certo modo, con tutti i colleghi che fanno altrettanto, è molto difficile. Superare l’idea di essere, per questo, invalidi e di divenire degli esclusi oggetto del ridicolo per un modo di muoversi supposto come strano, richiede forti motivazioni ed un buon insegnante. La motivazione e l’insegnamento sono la chiave di volta: se è vero che il mantenimento dei sintomi o la loro ricomparsa dipende spesso quasi solo dall’impostazione ergonomica della vita professionale e quotidiana, non dedicare un tempo sufficiente (non basta dire, si deve mostrare; non basta mostrare, si deve far fare; non basta far fare, si deve controllare; non basta controllare, si deve ricontrollare a distanza) ed un’attenzione particolare (anche questo è motivare; anche questo è imparare come svolgere al meglio il proprio compito di ergonomo) significa venire meno al proprio dovere terapeutico.

Il medico Il medico ha un duplice compito: 1.valutativo, cercando di individuare quali elementi relativi al lavoro del paziente possano aver avuto un ruolo nel determinarne i sintomi; 2.terapeutico, indicando se è determinante prestare particolare attenzione agli aspetti ergonomici e influendo positivamente sulle motivazioni del paziente. Il primo aspetto può essere soddisfatto se si chiede al paziente non solo che lavoro svolge, ma anche e soprattutto come lo svolge, con che continuità, con quali attrezzi principali. Il secondo invece richiede una particolare attenzione psicologica: un intervento su base ergonomica, infatti, richiede sempre forte motivazione, perché spesso il paziente lo sottovaluta o per incomprensione del suo ruolo eziologico determinante o per comodità, in quanto è più facile farsi curare che curarsi in prima persona. A questo proposito è anche fondamentale ricordare che quanto detto dal medico rimane impresso al paziente e costituisce la base indispensabile per l’intervento tecnico successivo.

Il fisioterapista Il compito del terapista è da un lato di valutazione ulteriore, dall’ altro di insegnamento attento e perseverante. Egli è infatti in grado di dedicare un tempo maggiore rispetto al medico, potendo quindi arrivare a simulare l’attività lavorativa o, in alcuni casi del tutto particolari, addirittura a fare un sopralluogo sul posto di lavoro. Questo permetterà di raffinare la fase diagnostica e consentirà di integrare il lavoro svolto dal medico. In fase terapeutica poi è fondamentale non trascurare l’importanza dell’ergonomia di fronte alla più forte tentazione del terapeuta: quella della risoluzione dei sintomi. Spesso, infatti, si tende a trascurare il proprio intervento di tipo ergonomico, o a limitarlo ad un piccolo contributo, per cercare di risolvere il dolore o di fare un intervento più accurato su altri elementi come la postura, o la coordinazione, o la forza, o 1’articolarità, o quant’altro. Eppure, come già sottolineato, sia la soluzione dei sintomi che la prevenzione dipendono molto dall’uso che fa del proprio corpo la maggior parte dei pazienti. D’altro canto, se non ci si dedica del tempo e dell’attenzione, non si sviluppano quell’esperienza e quell’impostazione personale che sono gli unici garanti del risultato. Il fisioterapista ha un ruolo unico e spesso insostituibile nella fase terapeutica: non può non essere attento all’ ergonomia. Il chinesiologo In gran parte dei disturbi vertebrali, in cui non si riconosce una eziologia specifica, può essere utilizzato un efficace approccio educativo / rieducativo, tipo back school, con insegnamenti adeguati ed esercizi specifici di ginnastica adattata nella quale il chinesiologo / diplomato ISEF-laureato in scienze motorie svolge un ruolo essenziale. Il suo intervento si esplica in due fasi fondamentali: in quella più propriamente preventiva educativa e in quella di mantenimento del risultato dopo il trattamento riabilitativo su base individuale, che deve essere il più breve possibile, perché è anche il più costoso per il paziente e per la società. In fase preventiva primaria prestare attenzione agli aspetti ergonomici consente di evitare i problemi successivi, mentre durante il mantenimento deve essere garantita quella perseveranza che è l’unico baluardo contro la recidiva. Inoltre è necessario offrire un supporto di conoscenze che consenta di fugare i molteplici dubbi che possono affliggere il paziente. L’uso di manifesti o altri strumenti analoghi può dare lo spunto per domande e fungere da utile ausilio.

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speciale sente-mente

Guidati dai valori un viaggio nella vita oltre la demenza

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el caos della vita quotidiana, i valori emergono come faro guida, influenzando le nostre scelte in modi spesso impercettibili. Questo articolo vuole essere come un breve viaggio introspettivo, un invito ad aumentare la consapevolezza e a riconoscere il potere silenzioso dei valori. Avere consapevolezza dei valori contribuisce in modo positivo al benessere psicologico e alla soddisfazione nella vita (Schwartz e Bilsky). L’auto-riflessione diventa il veicolo per identificare e comprendere questi valori radicati che agiscono come ancore nella nostra esistenza. Questo processo non solo ci consente di acquisire consapevolezza di ciò che è davvero importante per noi, ma ci offre anche la possibilità di adattare le nostre azioni in armonia con tali valori. Un esempio tangibile di questo concetto è evidente nel lavoro di Ryan e Deci del 2000, che ha stabilito una connessione diretta tra l’aderenza ai valori personali e un aumento della motivazione intrinseca, contribuendo così a un senso più profondo di realizzazione personale. I valori diventano così non solo guide per le nostre azioni, ma anche pilastri che danno significato alle nostre scelte quotidiane. La consapevolezza dei valori non è solo un riflesso interiore, ma è anche la chiave per allineare attivamente la nostra vita in armonia con ciò che è veramente significativo per noi. Nel percorso della vita, i valori emergono come un faro che illumina le nostre scelte, e quando ci troviamo ad affrontare la diagnosi di demenza di un familiare o di chi assistiamo come carepartner, questo faro diventa ancor più cruciale. Il viaggio introspettivo alla scoperta dei valori, come descritto, assume quindi una dimensione ancora più significativa quando consideriamo la relazione con chi vive con demenza.

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di elena mantesso

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La consapevolezza come bussola nella relazione In primo luogo, la consapevolezza dei nostri valori diventa la chiave per mantenere una connessione autentica con la persona che vive con demenza. Solo attraverso la consapevolezza possiamo vivere al meglio il presente e scegliere con intenzionalità, ad esempio, azioni colme di gentilezza che possono contribuire alla costruzione di quel ponte per attraversare le sfide quotidiane. Questa consapevolezza può essere un faro di orientamento, aiutandoci a comprendere meglio le esigenze mutevoli della persona, anche quando la memoria o l’aspetto cognitivo sono in difficoltà. La ricerca di Gitlin et al. (2009) dimostra che la creazione di momenti basati sui valori personali può ridurre i comportamenti percepiti come aggressivi e migliorare la qualità della vita nelle persone con demenza. In secondo luogo, l’integrazione dei valori nella relazione può contribuire positivamente alla gestione di situazioni complesse. Adattare i valori diventa un atto di empatia, creando un ambiente che rispecchia la storia e l’identità della persona. Uno studio del Journal of Alzheimer’s Disease (2014) sottolinea come un ambiente rispettoso dei valori personali possa migliorare il benessere cognitivo ed emotivo nella persona che vive con demenza. Questo adattamento non solo preserva la loro dignità, ma crea anche spazi di connessio-

ne autentica, dove la malattia non cancella la ricchezza della persona e della sua identità. La creazione di un ponte possibile Infine, mettere in pratica i valori diventa un atto di accuratezza e dedizione nel contesto della diagnosi. Integrare i valori nella routine quotidiana, nelle scelte e nelle relazioni può portare a un senso più profondo di soddisfazione e realizzazione, non solo per il carepartner, ma anche per chi vive con demenza. In questo modo, i valori diventano un faro di guida che illumina il percorso attraverso le sfide della demenza, contribuendo a costruire relazioni che, nonostante le difficoltà, sono intrinsecamente significative. In conclusione, il viaggio alla scoperta dei valori si arricchisce quando si estende alle esperienze che condividiamo all’interno della relazione nel campo di reciprocità. I valori diventano non solo la bussola personale, ma anche il fondamento su cui costruire ponti di ascolto, incontro ed espressione. Nella complessità della demenza, i valori diventano anche il filo conduttore che tessiamo con cura, creando connessioni autentiche e significative.

n. 5 Dicembre-Gennaio 2024


Il sesso è vita, mantienilo vivo

C’era una volta il West… no, scusate. il Sesso!!

S

ono diversi i giovani che manifestano disinteresse per la sessualità, non desiderano e non cercano un contatto fisico con l’altro. Si, avete capito bene: oggi, la generazione dei 18-30enni dichiara di fare meno sesso rispetto a quanto ne facessero i loro coetanei vent’anni fa. Sono meno interessati. Ma come è possibile questo? In passato vi era molta curiosità rispetto al sesso, c’erano le “fuitine d’amore” ed i giovani provavano un forte desiderio di trasgressione contro le norme sociali percepite come limitanti. Oggi viviamo in una società sicuramente più libera e meno sessuofobica della precedente, infatti gli adolescenti possono decidere di trascorrere la notte con il fidanzato/a nella casa dei genitori, con il loro consenso s’intende, eppure, si dichiarano più interessati a vivere una sessualità di tipo “virtuale” che fatta di contatto fisico. La curiosità per il sesso sembra essere svanita, non più avvolta da quel velo di mistero che aveva in passato. Il venir meno della curiosità e del desiderio di scoperta sembrano essere legati (anche) al facile e rapido accesso alle informazioni e alle migliaia di video e immagini pornografiche a cui tutti possono accedere in qualunque momento e che vanno a rinforzare stereotipi e convinzioni irrealistiche sulla sessualità, condizionandola negativamente. E poi, i giovani di oggi, grazie alla PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), sono la prima generazione ad aver scoperto che il sesso non è più l’unico mezzo per procreare: non serve più scambiarsi i liquidi per avere figli e così lo si è svuotato persino della sua centralità nell’accoppiamento. Si era creduto che il distanziamento sociale dovuto alla pandemia avrebbe alimentato il desiderio per l’altro, mentre invece abbiamo visto

n. 5 Dicembre-Gennaio 2024

a cura della dott.Ssa rosa perosi

La dott.ssa Rosa Perosi

che è cambiato persino il concetto stesso di desiderio. Oggi i giovani non vogliono possedere il corpo dell’altro, si innamorano di più della sua apparenza, della sua immagine; hanno meno necessità di vivere una sessualità fisica, perché vogliono e preferiscono vivere nella mente dell’altro. Questa nostra società, sempre più narcisistica, ha cambiato i rapporti fra gli individui e nel vissuto quotidiano dei giovani, raggiungere il piacere

da soli è molto più semplice e quindi prendono sempre più spazio i rapporti sessuali “virtuali”, il sexting, i sex toys, grazie ai quali condividono comunque contenuti erotici, ma a distanza. Ma è proprio così? E se il problema di fondo non fosse il sesso ma i sentimenti? Il timore di entrare in una relazione profonda con l’altro, che solo il coinvolgimento del corpo e delle emozioni può dare? Un approccio sano alla sessualità passa attraverso la conoscenza di sé che dipende anche dalla relazione con l’altro/a. Il sesso è un’esperienza meravigliosa e complessa dove le persone si impegnano per stare bene, a dare e ricevere reciprocamente il piacere, in un clima di rispetto reciproco. La sessualità è anche una forma di comunicazione, che non può essere sganciata dalla componente emotiva, che emerge nella relazione fisica e che ne condiziona i livelli di soddisfazione e di appagamento. Vivere un approccio più virtuale e meno fisico alla sessualità, cioè, viverla dietro ad uno schermo, condiziona il modo di interagire con l’altro, impoverisce la qualità comunicativa della relazione, delle sue componenti affettive ed emotive. Ad esempio, si evidenzia solo ciò che si è interessati a mostrare, si tende a nascondere quello che non piace, i nostri limiti e le nostre insicurezze. Si può interrompere la connessione quando l’esperienza crea disagio o insoddisfazione, si rischia di fare richieste che tengono poco conto dell’impatto che possono avere sull’altro. Tutto questo non aiuta né a vincere le proprie vulnerabilità né a migliorare la relazione con l’altro. Il sesso virtuale, in poche parole, è una sorta di scorciatoia ed il mio timore è che dovremo sempre più prepararci al sesso a distanza: qualche sensore collocato qua e là sul corpo ed una maschera immersiva. Non esiste un sesso più sicuro di così….

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solidarietà

Make-A-Wish Italia A NATALE ABBIAMO BISOGNO DI STELLE COME TE!

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a casa ufficiale di Babbo Natale si trova a Rovaniemi, in Finlandia, sul Circolo Polare Artico: lì è possibile incontrarlo di persona, visitare la sua casa e la sua fabbrica dei giocattoli e, soprattutto, scrivergli. Ogni anno, il Babbo Natale finlandese riceve circa mezzo milione di lettere che contengono i desideri di altrettanti bambini nel mondo. Natale è sinonimo di desiderio. Natale è gioia, condivisione e amore, è un momento speciale per stare con le persone care ma può diventare anche un’occasione per regalare un sorriso, per fare del bene e contribuire a costruire un mondo migliore. I doni solidali permettono di coniugare il piacere di regalare con la possibilità di sostenere un progetto come quello di Make-A-Wish Italia, che da quasi 20 anni opera capillarmente sul territorio per realizzare i desideri di bambini e ragazzi affetti da gravi patologie. Per i bambini malati, la realizzazione del desiderio del cuore è qualcosa di più di un semplice dono ricevuto: è una cura straordinaria, la possibilità di tornare a essere bambini nonostante la malattia, perché la gioia e la spensieratezza si traducono in forza e capacità di reagire con più determinazione. Il contributo sia dei privati cittadini che delle realtà aziendali è cruciale per la realizzazione dei desideri e per questo motivo, in occasione del prossimo Natale, Make-A-Wish dà l’opportunità di contribuire con un dono e/o un gesto solidale. Come? ADOTTARE UN DESIDERIO Scegliendo di sostenere uno dei desideri in attesa di essere realizzati, si conoscerà la storia del bambino e, una volta esaudito il desiderio, si potranno vedere le foto e leggere le testimonianze delle emozioni vissute dal bambino, dalla sua famiglia e dai volontari che lo hanno accompagnato. Come afferma Lorenzo, sostenitore di Make-AWish, “Adottare un desiderio è come abbracciare un sogno comune da condividere con una perso-

na che non hai nemmeno mai visto, ma che non vedi l’ora di veder sorridere.” REGALI SOLIDALI Oggetti unici e artigianali da regalare ad amici, parenti, clienti, dipendenti, da scegliere separatamente o confezionati all’interno della scatola rossa Make-A-Wish da collezione. Eccoli nel dettaglio*: ● Il Panettone Make-A-Wish: panettone della tradizione da 1 kg, prodotto da Vergani e sapientemente preparato nel rispetto della ricetta originale e con materie prime di qualità. ● Spumante “Gioia” Brut: bollicina di origine veneta vinificata con metodo charmat in bottiglia da 0,75 lt. ● Il canestrello di Montebruno: il tradizionale canestrello Ligure di 250g, ottenuto con lavorazione artigianale e materie prime di alta qualità e prodotto da Antico Forno a Legna da Carlo. ● Ciocco-Stelle: confezione da 160 g di cioccolatini artigianali a forma di stella (4 fondenti e 4 al latte), prodotti da Bodrato. ● Stellina Luminosa: luce led a forma di stellina. ● Mug: tazza in ceramica rossa e oro. ● Calendario 2024: calendario Make-A-Wish contenente 12 foto di desideri realizzati. ● Biglietti di auguri: disponibili in vari formati e decorazioni, cartacei e online, personalizzabili. ● Wish Card: donare la possibilità di utilizzare sul sito shop.makeawish.it un voucher di un importo a scelta per acquistare un prodotto solidale o fare una donazione. uno dei nostri prodotti solidali oppure per fare una donazione. DONARE ORE DI LAVORO (riservato alle aziende): l’azienda può coinvolgere i propri dipendenti dando loro la possibilità di donare ore lavoro a Make-A-Wish Italia e può amplificare il ricavato raggiunto.

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Per maggiori informazioni sul Natale Solidale di Make-A-Wish, si veda: https://www.makeawish.it/natale/ Make-A-Wish® Italia Onlus è stata fondata nel 2004 da Fabio e Sune Frontani, in ricordo della loro primogenita Carlotta, scomparsa all’età di 10 anni, a causa di una grave malattia. Dal 2004 a oggi ha realizzato più di 2900 desideri, facendo la differenza nella vita di tantissimi bambini e famiglie. Un desiderio che si realizza, infatti, permette al bambino di vivere un’intensa esperienza emotiva che diventa complementare alle cure mediche. “L’incontro tra Make-A-Wish e un bambino gravemente malato è un momento magico, perché dà il via ad un viaggio che porterà significativi cambiamenti nella vita di quel bambino e della sua famiglia. Lo vediamo ogni giorno e, tuttavia, continuiamo a stupirci dei benefici concreti che ne scaturiscono” - afferma Sune Frontani, Presidente e co-fondatrice di Make-A-Wish® Italia “Voglio ringraziare tutte le aziende che, nel corso degli anni, ci hanno sostenuto e tutte quelle che quest’anno decideranno di dare un senso in più al loro Natale, dando la possibilità ai nostri bambini di intraprendere percorsi coinvolgenti, pianificati con cura e studiati perché rispecchino il più possibile i loro desideri”. È sempre possibile sostenere Make-A-Wish® Italia: ● donando il 5x1000 della propria dichiarazione dei redditi, senza costi (cod. fiscale 95090980103): https://www.youtube.com/ channel/UCzXcm4JO0E4b9DafcdI7CbA ● con una donazione: https://www.makeawish. it/come-donare/ ● adottando un desiderio https://www.makeawish.it/adotta-un-desiderio/

n. 5 Dicembre-Gennaio 2024




ECo&green

FOCUS

di giacomo gabriele morelli

di g.g. morelli

Deserti verdi per contrastare la CO2

Cani in libertà a rischio lupo

Ridurre le emissioni di CO2 potrebbe non essere sufficiente per contrastare gli effetti del cambiamento climatico in corso. Secondo gli esperti, anche se riuscissimo ad azzerare completamente le emissioni entro i prossimi dieci anni, gli effetti degli elevati livelli di anidride carbonica presenti nell’atmosfera potrebbero continuare a influire sul clima della Terra ancora per un migliaio di anni. A meno di non riuscire a trovare strategie efficaci per riassorbire buona parte della CO2 già emessa. C’è un’idea: creare progressivamente ampie aree verdi nelle zone attualmente desertiche. Si studia di creare dapprima piccole isole verdi utilizzando tipi di piante in grado di mettere in atto una specifica strategia di sopravvivenza alle condizioni di temperatura molto elevata e di carenza idrica tipiche delle aree desertiche. Queste piante si chiamano in gergo “ossalogeniche”; nel corso della

loro evoluzione esse hanno imparato a immagazzinare il carbonio che sequestrano dalla CO2 atmosferica sotto forma di cristalli di ossalato di calcio. In caso di necessità legate a periodi di siccità estrema, l’ossalato di calcio può essere riconvertito in acqua e anidride carbonica. Queste isole verdi, se l’esperimento avesse successo, potrebbero in futuro espandersi autonomamente a formare dei grandi “tappeti verdi” nel bel mezzo del deserto.

Negli ultimi anni il lupo italiano si è spesso guadagnato l’attenzione dei media. Il suo numero sul territorio della Penisola è fortemente aumentato. La sua rapida moltiplicazione è stata resa possibile da un’elevata presenza di ungulati, suo cibo per elezione, che ha portato la popolazione nazionale a raggiungere gli oltre tremila esemplari. Fin qui buone notizie; un ottimo risultato in ottica ambientalista e animalista. Ma, come accaduto per l’orso in Trentino, ora questa popolazione così incrementata ha creato e sta creando crisi apparentemente irrisolvibili in certi settori “umani”. Le popolazioni selvatiche di ungulati (cinghiale, capriolo, daino, cervo) si sono fortemente contratte a causa delle predazioni del lupo, e quest’ultimo si è concentrato

Ecologia

Successo del riciclo delle bioplastiche Vola in Italia il riciclo delle bioplastiche compostabili trattate insieme ai rifiuti organici, viaggiando con oltre 8 anni di anticipo rispetto agli obiettivi. La quantità di imballaggi riciclati nei circa 155 impianti di trattamento ha raggiunto quota 60,7% (46.600 tonnellate a fronte di 76.800 immesse sul mercato). È quanto emerge dalle relazioni di Biorepack,

Curiosità

Come realizzare Volt commestibili Tra le 200 migliori invenzioni del 2023 la rivista Time riporta anche un’invenzione made in Italy ed è assolutamente insolita. Il prototipo di batteria che assomiglia a una barretta energetica, realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Milano. Una batteria non solo commestibile, ma anche ricaricabile realizzata con ingredienti che solitamente vengono consumati a tavola. In particolare l’anodo è realizzato con la riboflavina (o vitamina B2), presente nelle mandorle, e il catodo è composto dalla quercitina, presente per esempio nei capperi. Il carbone attivo, antitossico ottenuto da vegetali come il cocco, permette di trasportare la carica, mentre il separatore, necessario in ogni batteria per evitare cortocircuiti, è realizzato con alghe Nori, comunemente utilizzate nella preparazione del sushi. Gli elettrodi sono stati poi incapsulati in un contenitore di cera d’api, da cui escono due contatti in oro alimentare, usato per le decorazioni di pasticceria. n. 3 Giugno-Luglio 2013

consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi. A livello regionale, le performance migliori sono quelle di Valle d’Aosta (100% della popolazione coperta), EmiliaRomagna (99%), Veneto, Toscana e Puglia. In leggero ritardo il perfezionamento della raccolta nelle isole.

Bandito il legname di guerra Il legno è la materia prima per antonomasia dello sviluppo sostenibile e della lotta alla crisi climatica. Ma per essere sostenibile il legno deve provenire da una gestione forestale sostenibile, e quindi essere certificato, escludendo quello da fonte controversa che deriva da deforestazione, tagli illegali e degrado di ecosistemi causato da anomalie dovute a conflitti bellici. Di questo si occupa il PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes). La certificazione è fondamentale per combattere il cambiamento climatico, difendere il pianeta, ma anche per preservare equilibri sociali e rispettare i lavoratori. Per tale motivo il Consiglio internazionale del PEFC ha deciso di dichiarare che il legno proveniente dalla Russia e dalla Bielorussia è ufficialmente considerato ‘legname di guerra’, e in quanto tale non potrà più essere usato in un prodotto certificato PEFC.

sugli animali degli alpeggi (bovini, equini ed ovini) mettendo alle corde veri e propri settori produttivi nonché centenarie realtà contadine. Le diatribe sono all’ordine del giorno, e le soluzioni adottate paiono tutt’altro che efficaci e/o accettabili. Negli ultimi due anni un nuovo problema sta evidenziandosi in modo esponenziale: la predazione da parte del lupo di cani da guardia, da compagnia e da caccia. In particolar modo il cane da caccia che si allontani troppo dal proprietario nei boschi è diventato un bersaglio ben più facile del ritrovamento di animali selvatici ora rarefattesi, e si sta registrando una “specializzazione” in questo senso di dimensioni che non ha pari nelle altre

nazioni europee. Secondo un Report presentato da Federcaccia a Roma in ottobre ad una commissione di politici ed autorità ambientali, certificato da veterinari, guardie forestali e guardacaccia, le predazioni di soli cani da caccia negli ultimi due anni è stata superiore ai 400 casi. Un’entità sicuramente sottostimata data la mancata denuncia di molti casi e l’impossibilità di provare il vero motivo di molte “sparizioni” dubbie di cani. Insomma, pare che per i cani che vivono liberi in “zona lupo” si prospetti una vita molto meno spensierata.

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dossier /Operazione Cooking

Granchio blu Nel piatto, per tutti

Alieno, invadente e molesto, il granchio venuto da lontano si è adattato ai nostri mari, portando scompiglio. Con ingegno ricerca, però, può diventare addirittura una risorsa. Soprattutto in cucina. E la dimostrazione è stato l’evento promosso dalla Regione Emilia Romagna che ha portato in tavola l’ospite indesiderato dell’Adriatico e con l’occasione ha visto partecipare riunirsi le istituzioni, gli esperti del settore gli operatori della pesca e dell’acquacoltura, della ristorazione, biologi e giornalisti. Tutto questo perché il Callinectes Sapidus (questo il nome scientifico del granchio blu) rappresenta un serio pericolo per l’ecosistema marino e le attività ittiche. Così lo chef Igles Corelli ha messo insieme una super brigata stellata ed ha convocato i nomi più celebri che si sono messi ai fornelli ed hanno messo in pentola il famigerato granchio blu. Dalla pizza al risotto, dalla zuppa al gelato. Il granchio è stato protagonista di un incontro gustoso

di alessandra capato

Semplice da cucinare e gustoso al palato, il granchio blu si presta a numerose preparazioni. E i tempi di cottura sono piuttosto rapidi anche per conservare le sue proprietà nutrizionali

con alcune delle 44 eccellenze DOP e IGP dell’Emilia Romagna. Si sa’ il cibo ha il potere di unire e di far parlare. E degustare. A partire dall’aperitivo presentato dal butcher chef, Fabrizio Mazzantini quindi Salsiccia di Mora Romagnola, Aceto balsamico tradizionale di Modena, Sale di Cervia dell’Antica Salina Camillone e Zucca violina alla brace. Il vignaiolo-alchimista Giorgio Mercandelli ha preparato il Corallo: cocktail a base di London dry Gin, Aceto di yuzu e Sakè, acqua di mare infusa alla Salicornia, vino alchemico Golem metodo classico. Non poteva mancare la Pizza al tegamino cotta al vapore. Granchi blu, Cardoncelli, Lattuga di mare, polvere di Peperone crusco di Senise e Olio Brisighella Dop del premiato pizzaiolo Filippo Venturi (miglior pizzaiolo emergente per la guida del Gambero Rosso). E come nel “Paese dei balocchi” sono arrivati al tavolo i succulenti piatti con le ricette del menu


bonaccini: “vogliamo tutelare i pescatori e il nostro mare con tutti gli strumenti possibili”

in america questo crostaceo viene consumato con regolarità Dalla pizza al risotto, dalla zuppa al gelato. Il granchio è stato protagonista di un incontro gustoso con alcune delle 44 eccellenze DOP e IGP dell’Emilia Romagna

di Igles Corelli & degli chef stellati che hanno preparato a base di granchio blu e prodotti IGP: Avocado, Pera dell’Emilia Romagna, Sale di Cervia, Granchio blu e Caviale ideato da Fulvio Pierangelini del mitico ristorante “Gambero Rosso” affacciato sul mare di San Vincenzo in provincia di Livorno. Irripetibile la sua passatina di ceci e gamberi e imitata in tutto il mondo. Mentre Philippe Leveille, lo chef di origine francese e innamorato dell’Italia ha ideato il Granchio blu gratinato alle erbe aromatiche con Guanciale di Mora Romagnola e Olio delle Colline di Romagna Dop. Vale la pena degustare uno dei suoi menù al Miramonti l’Altro, il ristorante stellato di Concesio in provincia di Brescia. E’ arrivato direttamente da Casa Vissani, il ristorante a Baschi in provincia di Terni anche Gianfranco Vissani il re degli chef che ha stupito il palato con una Zuppa di Granchio blu, mirepoix di Pesce al profumo di Cannella con Anolini al Granchio blu, Broccoletti al Tabacco e Lambrusco e Olio di Brisighella Dop. Uno dei padri fondatori della cucina moderna, Igles Corelli, tra gli artefici con Bruno Barbieri e Marcello Leoni della fantastica esperienza del Trigabolo di Argenta ha messo in tavola un Risotto con il riso Delta del Po, Scalogno di Romagna, Ostrica d’oro di Goro, Granchio blu e Mortadella Bologna Igp. Singolare il piatto di Salvatore Tassa, del ristorante Cantine Ciociare dove ama sperimentare una nuova visione di tradizione. Con il granchio blu ha realizzato l’Estrazione criogenica vegetale e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop. Non ama definirsi chef ma preferisce il più semplice “libero cuciniere”. Il Trancio di Branzino dell’Adriatico, polenta mantecata al Formaggio di Fossa di Sogliano Dop in guazzetto di Vongole veraci di Goro e Olive taggia-

Alessandra Capato con lo chef Igles Corelli

Il cinghiale del mare, con le sue chele potenti, sta sterminando le vongole, cozze e altri molluschi. Così facendo sta provocando un danno alla biodiversità dell’habitat dei nostri fondali. Il fattore aggravante è che questo specie non ha competitor o un predatore che possa tenergli testa e limitarne in qualche modo l’attività. Gli

unici che possono contrastare il granchio blu sono i coccodrilli, lo squalo martello o la tartaruga. La scienza però è unanime: inserire nell’ambiente marino un suo antagonista può essere pericoloso per l’ecosistema, perché non potendo prevedere la conseguenza di questa “lotta tra titani”, si potrebbero avere danni ancora maggiori. Tanto che il fenomeno Granchio Blu ha assunto le proporzioni di una calamità naturale che mina la sopravvivenza delle principali economia ittica del Delta del Po sia dell’Emilia Romagna che Veneto. Il rischio è alto e potrebbe prevedere la chiusura di imprese familiari e la scomparsa di eccellenza alimentari “Made in Italy”. Una delle soluzioni è di metterlo nel piatto e portarlo sulle tavole italiane o esportarlo in America, dove il crostaceo si consuma con regolarità, con un prezzo che può essere superare i cento euro al chilo.

Nella foto al centro il sindaco di Goro Maria Marika Bugnoli con il sindaco di Comacchio Pierluigi Negri, il Presidente della Regione Stefano Bonaccini e il team di chef stellati che hanno realizzato l’evento.

lo chef Igles Corelli ha messo insieme una super brigata stellata ed ha convocato i nomi più celebri della ristorazione italiana che si sono messi ai fornelli ed hanno messo in pentola il famigerato granchio blu

sche è il piatto di Valentino Marcattilii dove ha messo la leggerezza, la semplicità e il rigore che contraddistingue il suo stile. Per comprendere la sua cucina è bene passare dal Ristorante San Domenico di Imola. E per concludere in dolcezza non poteva mancare un dessert speciale a cura di Paola Vissani sorella di Gianfranco. Una idea stupefacente: Diplomatico allo zabaione al Marsala, Alchermes di Baldo, stecco di gelato al Granchio blu, salsa all’Arancio e Timo. Il tutto accompagnato da vini selezionati come lo Spumante metodo classico Francesco Bellei Brut, Lambrusco di Sorbara Doc e Rosè del Cristo. Le ricette saranno disponibili su un ricettario realizzato anche in versione cartacea e distribuito nei canali della ristorazione regionale, in quello Horeca e a fiere ed eventi turistici, supportato da una campagna social per contrastare la presenza del granchio nelle nostre acque, favorendo la commercializzazione e il consumo.


mostre

Il linguaggio delle immagini In mostra la fotografia italiana tra gli anni 80 e 90.

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a fotografia è un mezzo profondamente influenzato dallo sviluppo tecnologico. Il periodo storico tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta ha impresso una forte accelerazione da un punto di vista tecnico, prima con la diffusione di computer e internet e poi del supporto digitale. Ma sono anche anni durante i quali ci si è dovuti confrontare da un lato con l’eredità culturale di Luigi Ghirri - scomparso nel 1992 - e dall’altro con esperienze di pratica e di ricerca oltre confine, iniziato già dalla fine degli anni Ottanta. A questo periodo articolato, fertile, complicato è dedicata la mostra “Il linguaggio delle immagini. Fotografia in Italia tra gli anni 80 e 90” a cura di Marcella Manni e organizzata dalla Fondazione Campori di Soliera (MO), impegnata ad indagare le forme espressive della contemporaneità. Luigi Ghirri, Franco Vaccari e Olivo Barbieri sono figure di primo piano in quegli anni, artisti che interpretano in modo singolare e autonomo la ricerca, condividendo il legame di origine con il territorio emiliano. La mostra, aperta gratuitamente al pubblico fino a domenica 7 gennaio 2024, è allestita presso il castello Campori, simbolo di Soliera: la fortezza medioevale nella sua lunga storia è stata abitata dalle potenti famiglie degli Este, dei Pio e dei Campori, che nei secoli l’hanno resa un’elegante residenza nobiliare; ora è diventata il Castello

Beijing, China, 1991 ©Olivo Barbieri, Courtesy Fototeca Biblioteca Panizzi

Tornando a casa © Alessandra Spranzi, Courtesy collezione Donata Pizzi

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a cura di V.Corini

Cassano d’Adda, Diga 1987 © Gabriele Basilico/Archivio Gabriele Basilico - Città metropolitana di Milano / Museo di Fotografia Contemporanea, Milano- Cinisello Balsamo

dell’Arte, una sede espositiva dedicata ai linguaggi artistici contemporanei, che ha ospitato mostre con artisti di primo piano nel panorama dell’arte italiana e internazionale (come “Intra moenia. Collezioni Cattelani” inaugurata nel 2018, la mostra personale “Arnaldo Pomodoro. {sur}face” nel 2020, “Mauro Staccioli. [re]action” nel 2021 e la mostra fotografica: “Giochi di verità” con opere di autrici italiane provenienti dalla Collezione Donata Pizzi nel 2022). Il Castello dell’Arte ha arricchito anche il centro storico di Soliera con importanti installazioni, tra cui l’Obelisco per Cleopatra, imponente opera monumentale alta 14 metri progettata da Pomodoro che svetta all’ingresso e il grande arco triangolare Portale di Mauro Staccioli, attualmente installato in via P. Nenni. “Questo progetto di mostra esplora “Il linguaggio delle immagini” con riferimento a un arco temporale preciso - spiega la curatrice Marcella Manni e si pone l’obiettivo, certo non esaustivo quanto di prelievo, quasi di ‘carotaggio’, di raccogliere, presentare e mettere a confronto opere e autori che in quegli anni hanno affrontato con la loro ricerca, le sfide dell’avanzamento tecnologico e allo stesso tempo affinato e precisato un proprio linguaggio, estetico e formale”. Attraverso un nucleo di opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private (Collezione Trevisan, Collezione Ettore Molinario, Collezione Donata Pizzi, Gamec Bergamo, Collezione Marco

Antonetto, tra le altre), in mostra sono presenti oltre 60 opere di autori numerosi e diversi, tra cui: Luigi Ghirri, Andrea Abati, Marina Ballo Charmet, Paola di Bello, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Carlo Benvenuto, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Vittore Fossati, Guido Guidi, Paolo Gioli, Luigi Ontani, Alessandra Spranzi, Alessandra Tesi, Franco Vaccari. Gli autori sono scelti indipendentemente dal criterio anagrafico, ma concentrando l’attenzione sulle opere, prodotte tra la fine degli anni 80 e gli anni 90; con questo stesso approccio si sono scelti autori che in quegli anni operavano con una pluralità di linguaggi. La mostra: “Il linguaggio delle immagini. Fotografia in Italia tra gli anni 80 e 90”, a cura di Marcella Manni Quando: fino al 7 gennaio 2024. Orari: sabato e domenica dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30; 1 novembre e 8 dicembre dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 19.30; 24 dicembre, 31 dicembre dalle 9.30 alle 13. Dove: a Soliera, presso il Castello Campori Quanto: l’ingresso alla mostra è gratuito Infoline: Fondazione Campori, tel. 059.568580 info@fondazionecampori.it | www.fondazionecampori.it/ | www.solieracastelloarte.it www.facebook.com/SolieraCastelloArte/ www.instagram.com/castellosoliera/

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MUSICA cinema & arte la rivista “Musica” lo ha annunciato come disco del mese

NELLA VOCE DI SCHUMANN, L’ESSENZA DEL CAMERISMO Cinque stelle. Così la rivista specializzata MUSICA ha salutato, lo scorso ottobre, l’uscita dell’ultimo lavoro discografico firmato da Paolo Ghidoni e da Marco Tezza per DaVinci Classics, annunciandolo come “disco del mese”: un viaggio nel mondo dell’ultimo Schumann, visto attraverso la lente scorciata di pagine dedicate ad altri strumenti e qui travasate sulle cordiere di violino e pianoforte. Un racconto nel racconto, dunque, ma anche uno straordinario osservatorio da cui indagare il compositore nell’ultimo arco creativo della sua vita. Per un interprete che della musica da camera ha fatto una sorta di stella fissa del proprio cielo, un incontro quasi inevitabile. “Schumann, come pochi altri autori, ti invita a cercare continuamente un dialogo che vada oltre l’incontro tra due strumenti. Il suo è uno sguardo che spinge a leggere al di là della scrittura, confessioni più intime, più riposte”. Le tre Romanze op.94, i Marchenbilder op.113, gli straordinari Fünf Stück im Volkston op.102, fino agli inevitabili Phantasiestücke op. 73. Miniature folgoranti

VISTI PER VOI AL CINEMA

DI ELIDE BErGAMASCHI

KOLESNIKOV E TSOY, E A CASALMAGGIORE È GIÀ FESTIVAL

“rubate” per un istante alla viola, al violoncello, al clarinetto, che spalancano universi di bellezza e di pura immaginazione.

di elena kraube

RICOMINCIO DA ME

napoleon

Toni è autrice di un brano pop di successo mondiale, che anni dopo si ritrova madre single di cinque ragazzi, con un quotidiano molto pesante. Un’indagine insieme toccante e divertente su una madre single, i suoi sentimenti e i suoi sogni di rinascita

Napoleon, il film diretto da Ridley Scott, è incentrato sulla vita di Napoleone Bonaparte, interpretato da Joaquin Phoenix, dalle sue origini alla carriera nell’esercito, fino all’ascesa come Imperatore. La storia è raccontata attraverso la relazione tanto instabile quanto avvincente con la sua prima moglie, Giuseppina (Vanessa Kirby), il più grande amore della sua vita.(Fonte comingsoon.it)

(Fonte mymovies.it)

cento domeniche Antonio Albanese torna a parlare dei drammi dell’uomo comune con Cento domeniche, film che riporta l’artista brianzolo dietro la macchina da presa a distanza di cinque anni dal suo ultimo lungometraggio, Contromano (2018). Albanese interpreta anche i panni del protagonista principale: un ex operaio che conduce una vita semplice, che verrà però destabilizzata (Fonte comingsoon.it)

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UN ANNO DIFFICILE il film diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano, è la storia di due amici incorreggibili, Albert e Bruno (Pio Marmaï e Jonathan Cohen). Uno vive di espedienti e l’altro ha una vita privata disastrosa, ma entrambi sono al verde e pieni di debiti a causa del loro consumismo compulsivo. Con queste premesse, i due un giorno decidono di intraprendere un percorso associativo... (Fonte comingsoon.it)

Una serata di grande musica, ma anche un gradito ritorno a sorpresa, quello di Pavel Kolesnikov e Samson Tsoy, indimenticati protagonisti di alcune tra le pagine più alte del Casalmaggiore International Festival e ora astri di prima grandezza in una carriera internazionale. Quello con Casalmaggiore è un rapporto di affetto profondo, maturato attraverso intere edizioni costellate da memorabili esibizioni, condivisione, scambi artistici e umani. Lo scorso 14 novembre, in un appuntamento imperdibile già sulla carta, il numeroso pubblico del Festival ha infatti ritrovato, presso il Teatro Comunale della città, uno scampolo dell’estiva suggestione. La seconda delle tre Sonate che Beethoven pubblica come op.31, il secondo dei quattro Impromptu tratti dall’op.142 di Schubert, a cui faceva da specchio il secondo dall’op.90. Un acquerello di primo XIX secolo dalle tinte screziate e dalle vampate di intensa drammaticità, cornice e sipario solistico a quello che si preannunciava come il culmine della serata, questa volta a quattro mani: lo squarcio ruvido e visionario di Stravinsky e del Sacre du Printemps e la sontuosa, intima eleganza della schubertiana Fantasia D 940. Applausi vivissimi, nel più limpido spirito del Festival.

LA VOCE DELL’ORGANO NEI TERRITORI DISEGNATI DA FONTANESI Radici nel severo magistero contrappuntistico, rami e foglie audacemente protesi verso soluzioni in cui è l’inatteso, il prezioso, a cogliere di sorpresa l’ascoltatore. In questo lavoro discografico, il mantovano David Fontanesi, in si rivolge all’organo, lasciandosi ispirare dalle sue potenzialità espressive. Una rosa di quattro Sonate, territori complessi e affascinanti irradiati da frequenti echi mutuati dal mondo bachiano, così come da quelli di Buxtehude, e accese da una scrittura la cui vivacità rivela, in filigrana, le lezioni apprese alle scuole di Mauro Bonifacio ma, soprattutto, di Azio Corghi. Ad esaltarne il tessuto, le tinte, le sottigliezze, attraverso una strumentalità salda e sorvegliata, è l’interpretazione di Andrea Albertin, perfettamente a suo agio alle prese con il sontuoso Tamburini – Bonato di Abano Terme.

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Arte senza vincoli I mondi di Claudio Barbieri Nel 2003 dall’appennino modenese una sua opera è giunta in Vaticano, come dono a Giovanni Paolo II. Entrando nella casa-studio del modenese Claudio Barbieri a Riccò di Serramazzoni, ci si trova circondati da numerosissimi dipinti astratto informali, ispirati dalle ricerche dei grandi artisti che hanno lasciato il segno nella storia dell’arte. Pare di visitare una mostra d’avanguardia del 1900. Ma ogni pezzo è sentito, impostato e creato con l’eleganza e la curiosità della sorpresa, attraverso la maestria dell’esperienza personale. E’ nato il 23 aprile del 1951 questo artista che di-

pinge di getto sensazioni ed emozioni del momento. Ha cominciato con il disegno e i temi religiosi optando in seguito, in età adulta per l’arte libera da vincoli formali. Autodidatta, non voleva e non vuole tuttora imposizioni. La svolta risale al 1990. Una nuova avventura attraverso l’arte dove la figura è stata posta in secondo piano, per dipingere le sensazioni interne del cuore e della mente. Fino al 2001 però si poteva intravvedere in qualche opera, ancora una parvenza di figurazione, anche se appena accennata. Come il dipinto del 2003 con dedica dell’artista, che il Comune di Serramazzoni gli ha richiesto per Roma, come dono al Papa. In seguito l’immagine reale è stata completamente tolta dall’impatto visivo, e tutto si è riversato nel colore e nel gesto. Nel 2013 non ci sono più i cicli di un tempo ma i suoi mondi. Noi lo abbiamo incontrato in un’esposizione al Club La Meridiana a Casinalbo di Modena e abbiamo notato la sua grande sincerità verso la pittura informale di sperimentazione. L’artista dipinge per sè stesso e per nutrire la propria anima con il piacere della ricerca sperimentale e della conoscenza. A differenza di altri artisti non desidera la notorietà, o il guadagno attraverso l’arte. Barbieri cerca il piacere e la verità della pittura. Cerca la più pura libertà d’espressione senza secondi fini. Afferma Claudio Barbieri: “l’arte non ha perimetri ne confini. Lo stile pittorico di abitudine o di convenienza è la firma del pittore e la mancata libertà dell’artista. Nelle mie opere le persone cercano spesso di vederci delle immagini o delle scene figurative reali. In questo modo però si condizionano ad una sola possibilità, mentre l’arte emozionale di colore e gesto che propon-

go ha infinite visioni ricettive. Quando poi mi dicono ciò che ci vedono, io non riesco più a percepire altro che quello facendomi condizionare. L’arte è una lieve, piacevole, pazzia”. Dal 1994 ha partecipato a concorsi d’arte in varie città: Sassuolo, Modena, Ferrara, Alba, Firenze, Catania, L’artista Claudio Barbieri Palermo, vincendo numerose medaglie d’argento e d’oro ed altrettante coppe. Dal 2005 in poi è stato pubblicato con le sue opere su diversi cataloghi e riviste del settore artistico come: Il Quadrato Pittori e Scultori italiani del Novecento, il Catalogo l’Elite, il Libro d’oro degli Artisti Contemporanei, il Catalogo Avanguardie Artistiche, il Catalogo d’Arte Moderna e Contemporanea F.I.A.F.T. Albo d’oro, il Dizionario Enciclopedico Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, il Catalogo C.A.I. Censimento Artistico Italiano, il Catalogo Leaders Protagonisti delle Nuove Avanguardie e la rivista Over Art, solo per citarne alcuni. La sua mostra a Riccò, dal titolo I Mondi di Claudio Barbieri, diverrà nel 2024 itinerante ed in primavera farà tappa a Mantova. Info: www.claudiobarbieripittore.altervista.org

DI Barbara Ghisi

CHRISTMAS DESIGn E’ iniziato da pochi giorni Christmas Design. La creatività per il Natale 2023, la prima edizione della grande mostra dedicata alla creatività a cielo aperto, fruibile da tutti, in una tra le più belle città d’Europa. Fino al 7 gennaio 2024, venti installazioni d’autore saranno esposte nelle piazze, nelle vie e nei cortili più iconici del capoluogo per raccontare il Natale attraverso un inedito itinerario di scoperta illuminato a festa che, tra realtà e illusione, da Città Bassa conduce fino a Città Alta. © Jimmy Nelson B.V | Jimmy Nelson, New Hakahau Mont. Oave Ua, Pou, The Marquesas Island, French Polynesia, 2016

le mostre © Ca’ del Bosco. Stefano Bombardieri, Il peso del tempo sospeso. Courtesy Fondazione Piero Cattaneo

Antonio Campi, Andata al Calvario, MRT-Galleria Sabauda, Torino (inv. 989)

Libri

fonte www.arte.it

ROBERT DOISNEAU Fino al 14 Febbraio 2024 Sedi varie Palazzo della Gran Guardia VERONA

I MACCHIAIOLI Dal 20 Gennaio 2024 al 09 Giugno 2024 Palazzo Martinengo BRESCIA

CHAGALL. IL COLORE DEI SOGNI Dal 30 Settembre 2023 al 13 Febbraio 2024 Marc Chagall, Rabbino n.2 1914-22, Centro Candiani olio su tela, 104x84cm. Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, VENEZIA Venezia

Vincent van Gogh, Interno di un ristorante, 1887. Olio su tela, Kröller-Müller Museum, Otterlo

VINCENT VAN GOGH. PITTORE COLTO Dal 21 Settembre 2023 al 28 Gennaio 2024 Mudec – Museo delle Culture MILANO

DI veronica ghidesi

L’età fragile

Demon Copperhead

Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre, da genitori e da figli, quando bisogna ricostruire e quando non si sa nemmeno dove gettare le fondamenta. Ma c’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo, in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire. Per questo Lucia, che una notte di trent’anni fa si è salvata per un caso, adesso scruta con spavento il silenzio di sua figlia (www.ibs.it)

Barbara Kingsolver si ispira all’opera iconica di Dickens con questo romanzo vincitore del Pulitzer, ambientato nel Sud degli Stati Uniti, per gettare luce sulle vite marginali di oggi, con la stessa rabbia, la stessa profonda compassione. La stessa fiducia nel potere di trasformazione di una bella storia. ( www.ibs.it)

Il segreto della donna più felice del mondo

sto aspettando che qualcuno mi chieda scusa

Un romanzo che ci porta a esplorare le sfumature dell’essere “quasi felici” e ci guida attraverso il viaggio di Selene Vanni, una donna che si ritrova a interrogare la sua esistenza, alla ricerca di un segreto che cambierà la sua vita. (www.ibs.it)

Michela Marzano invita lettori e lettrici a ragionare insieme con la curiosità e l’intelligenza che contraddistinguono la sua scrittura, in un romanzo che riflette sulle zone grigie e sull’ambiguità del rapporto che abbiamo con gli altri e con il nostro corpo. (www.ibs.it)

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spettacoli

FIORELLA MANNOIA E DANILO REA IN CONCERTO A VERONA CON “LUCE” Al teatro Filarmonico di Verona il 18 dicembre. “Luce” è il nome dello straordinario concerto live di Fiorella Mannoia e Danilo Rea. Dopo i ripetuti sold-out collezionati in tutta Italia, con oltre 30 date nelle location più suggestive, ora la coppia artistica torna ad esibirsi dal vivo nei più importanti teatri italiani. Sul palco Fiorella Mannoia, tra le più grandi cantautrici e interpreti della canzone italiana, insieme al piano di Danilo Rea, uno dei musicisti jazz più apprezzati del nostro Paese e non solo VENDITTI & DE GREGORI IN CONCERTO A BRESCIA L’11 DICEMBRE Venditti & De Gregori si esibiranno a Brescia a coronamento del lungo tour insieme iniziato il 18 giugno 2022 allo Stadio Olimpico di Roma. Un gran finale che arriva dopo oltre un anno di concerti che hanno unito migliaia di fan, registrando il tutto esaurito con oltre 250 mila biglietti venduti. Una storia comune e diversa, quella dei due, entrambi capaci di segnare la canzone d’autore e la musica italiana. Dopo il debutto con l’album “Theorius Campus” (1972), le loro carriere si sono divise fino ad arrivare a questo tour memorabile che li ha visti percorrere insieme tutta l’Italia e che ora si concluderà nei palasport.

ELIO E LE STORIE TESE TORNANO IN CONCERTO A BRESCIA Sfiniti dal dover rispondere quotidianamente ad almeno 20 persone a testa che chiedono «Quando tornate insieme?» e «Ma non vi eravate sciolti?», Elio e le Storie Tese risolvono il problema tornando nei teatri da ottobre, diretti dal famoso regista Giorgio Gallione, con lo spettacolo “Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo”.

glia, porterà la sua musica nei più prestigiosi palasport del mondo. Laura ritroverà quindi il suo pubblico con uno show che esalterà il suo repertorio con tutta la nuova musica che segnerà il nuovo capitolo della sua storia. “Non vado in tour dal 2019 – afferma Laura Pausini. È la cosa che mi è mancata di più in assoluto e, quando con Paolo, da oggi mio marito, abbiamo pensato al nostro viaggio di nozze, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito entrambi che il miglior modo per festeggiare ed essere davvero felici era ritornare sul palco. Il nuovo tour mondiale quindi sarà il nostro lungo viaggio di nozze!”

LAURA PAUSINI IN CONCERTO A MANTOVA IL 19-20 DICEMBRE Sarà un grande ritorno live quello di Laura Pausini che, dopo l’Anteprima World Tour in Piazza San Marco a Venezia e Plaza de España a Sivi-

MAX GAZZÈ TORNA IN CONCERTO AL TEATRO SOCIALE DI MANTOVA IL 21 DICEMBRE Bassista d’eccezione, straordinario musicista, compositore di opere ‘sintoniche’ e colonne sonore, attore sporadico e pilota sopra le righe:

len Bailey per le celebrazioni in onore di Martin Luther King, è formato dalle più raffinate voci e dai migliori musicisti delle Chiese Nere di Harlem e di New York.

TEATRO STABILE VERONA Il Grande Teatro 2023-2024 MARIO BIONDI SI ESIBISCE IN CONCERTO A TRENTO L’11 DICEMBRE ALL’AUDITORIUM SANTA CHIARA Mario Biondi torna ad incantare il pubblico con la sua voce calda, limpida e sicur HARLEM GOSPEL CHOIR IN CONCERTO A BRESCIA L’Harmel Gospel Choir, farà tappa al Gran Teatro Morato il 19 dicembre. Oltre che uno dei più famosi al mondo, l’Harlem Gospel Choir è anche uno dei cori gospel più longevi di sempre, da più di 30 anni sulle scene: fondato nel 1986 da Al-

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Max Gazzè è un artista ed un uomo capace di spostarsi in ambiti diversissimi sempre con grandissimo successo. In ogni cosa lo muovono una passione e una vitalità sconfinate, una energia che lui trasmette al pubblico in uno scambio reciproco. RON IN ‘SONO UN FIGLIO TOUR TEATRALE’ 15 dicembre, Teatro Comunale di Vicenza Ron ha scelto la dimensione teatrale per dare risalto alle nuove canzoni e alla qualità di un repertorio di musica italiana d’autore come ce ne sono pochi. L’affezionatissimo pubblico che lo segue da sempre avrà l’occasione di ascoltare il nuovo album Sono un figlio, composto da brani che lo rappresentano pienamente in questo periodo della sua vita. CLAUDIO BAGLIONI IN CONCERTO CON “ATUTTOCUORE” 29 gennaio, Fiere di Padova Claudio Baglioni, dopo gli spettacolari maxieventi dal vivo, nei grandi spazi a cielo aperto, da gennaio 2024 porterà “aTUTTOCUORE” anche nelle maggiori arene indoor d’Italia! “aTUTTOCUORE” sarà uno show fortemente innovativo, travolgente, grandioso, che affascinerà il pubblico, grazie a una nuova rappresentazione totale, a tre gigantesche dimensioni spaziali nella quale si fondono musica, luce, figura, gesto, azione e le molteplici arti e modalità dello stupefacente mondo dello spettacolo.

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S P E C I A L E

e v e n t i

foto e testi di donatella lavizzari

Grande successo per Villaggio Fantozzi Rocca di Lonato In primo piano il regista Paolo Galassi

I

n Emilia-Romagna, a pochi chilometri da Modena, un intero paese è stato trasformato nel tragicomico universo Fantozzi. Più di un anno di lavoro per la manifestazione che ha avuto luogo a San Felice sul Panaro, domenica 1° ottobre: uno straordinario unicum che ha attirato una folla di turisti e appassionati della saga del mitico Rag. Ugo Fantozzi. Difficile trovare le parole adatte per descrivere ciò che è accaduto. Credo che abbia preso forma un sogno. Il sogno di un’intera comunità che, con tenacia e amore, si è impegnata a realizzare Villaggio Fantozzi. Una manifestazione di estrema Bellezza e Poesia. Tutto è stato studiato nei minimi dettagli, grazie alla sapiente regia di Paolo Galassi, alla direzione artistica affidata a Roberto Gatti e alle molte scenografie disseminate in vari luoghi, ideate da Roberto Gavioli. Abbiamo potuto rivivere molte delle leggendarie scene dei film del nostro beneamato personaggio: la Coppa Cobram, il campo da tennis del famoso “batti lei”, l’ufficio del megadirettore galattico, la partita scapoli-ammogliati, la clinica dimagrante del professor Birkermaier, il balcone con “affaccio tangenziale” per prendere l’autobus al volo, la cucina di Fantozzi ricolma di sfilatini di pane, il circo, il Paradiso, la scalinata della nota corazzata, il funerale. Tra automobili e arredi d’epoca, centinaia di figuranti con i più disparati costumi hanno interpretato i personaggi Fantozziani, ricreando quell’atmosfera che aleggiava attorno agli interpreti originali. Siamo stati risucchiati in un vortice fatto di emozioni e di risate, trasportati da una comune voglia di partecipazione e condivisione.

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“Tutto questo è molto di più di quello che potevo aspettarmi. È meraviglioso, un grande tributo a mio padre”. ( elisabetta villaggio)

Nelle foto di Donatella Lavizzari tanti dei momenti salienti dei film del mitico ragionier Ugo Fantozzi

L’idea è nata dal “mega direttore galattico” Federico Mazzoli e realizzata con la partecipazione e il contributo di Sanfelice 1893 Banca Popolare, il Patrocinio del Comune di San Felice sul Panaro, in collaborazione con Pro Loco San Felice sul Panaro aps. “Ho voluto organizzare una manifestazione dedicata a Fantozzi. Da sempre – confessa Mazzoli sono un suo cultore. Avrei voluto diventare un attore, ma sono riuscito a diventare un ragioniere e quindi mi sembrava giusto rendergli omaggio.” “Da un’idea nata per caso – ha proseguito Roberto Gatti – si è sviluppato questo progetto. Nonostante le difficoltà iniziali, abbiamo cercato di creare al meglio il tutto. Ho riguardato almeno 20 volte i primi tre film di Fantozzi e abbiamo realizzato tutte le scenografie grazie al prezioso aiuto del nostro scenografo, Roberto Gavioli. Siamo riusciti a convincere Elisabetta Villaggio che non eravamo dei folli, ma semplicemente dei fan innamorati dell’opera di suo padre, e così ha sposato anche lei il progetto, affiancandoci durante questo percorso.” Elisabetta Villaggio, visibilmente commossa, ha aggiunto: “Tutto questo è molto di più di quello che potevo aspettarmi. È meraviglioso, un grande tributo a mio padre. È enorme, più di un film, più di un documentario, più di una mostra!”. Amatissimo da molte generazioni, Fantozzi, che debuttò sulla carta stampata (prima sull’Europeo e in seguito nella serie di libri, a partire dal 1971) ancor prima di trionfare sul grande schermo, è una “maschera comica dalla forza di archetipo”. Così Paolo Villaggio definì il suo ragionier Ugo, un personaggio letterario complesso e contradditorio, sicuramente non un intellettuale tout-court, ma dotato di uno spirito critico che lo porta a fare ragionamenti e scelte, nei film totalmente assenti.Fantozzi è un fenomeno di massa, appartenente alla mitologia POP.

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si sono potute rivivere molte delle leggendarie scene dei film del nostro beneamato personaggio

“Fantocci” per i colleghi, “Pupazzi” per i superiori, trascorre un’esistenza comicamente miserabile nel bugigattolo di una Megaditta. Lo stesso Paolo Villaggio non si prodiga in complimenti quando delinea un breve ritratto del suo personaggio nella premessa al primo libro nella quale ricorda il primo incontro con il ragioniere alla Megaditta, a Genova, in una fredda giornata di febbraio, in quel sottoscala che era il suo ufficio al quale si era mimeticamente adattato. Dopo aver commentato con lui una notizia di cronaca nera sul giornale, Villaggio conclude: “Ho capito che era un reazionario totale, ma soprattutto che era ignorante come un ragno marziano” (Villaggio, 2021). Il ragionier Ugo è anche l’emblema di quegli impiegati vittime di una routine sopraffattoria e di una vita color grigio topo, perennemente in bilico tra la povertà e l’aspirazione a ricchezza e successo, privi di una coscienza di classe e della dignità di un Cipputi.

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“Tutti i miei sketches – dichiarava Paolo Villaggio a Marlisa Trombetta, inviata del settimanale Vie Nuove - sono nati in mezzo a loro: quando ero impiegato all’Italsider a Genova. Ed in quella esperienza ho capito che i veri proletari, i veri sfruttati sono loro. L’operaio ha una coscienza di classe, l’impiegato non sempre. Ed è quindi su di loro che si deve operare. Sono tanti e destinasti ad aumentare. In una società ad industrializzazione avanzata, con un processo di automazione sempre più preciso, la diminuzione della mano d’opera è inesorabile, gli operai sostituiti dalle macchine, in fabbrica, andranno ad aumentare la classe impiegatizia negli uffici”. Il ragionier Ugo, perseguitato dalla “nuvola dell’impiegato”, protagonista di eventi grotteschi, al limite dell’assurdo, ha fatto sorridere migliaia di italiani. I suoi solecismi grammaticali (“Facci piano”, “Batti Lei?”, …), e altri modi di dire iconici, hanno trionfato per le vie di San Felice sul Panaro, scritti a gran lettere su cartelli, striscioni disseminati su muri e panchine, accompagnandoci in questo viaggio PAZZESCO. Sono stata una delle 10mila anime che, passeggiando nei pressi della Rocca Estense, ha incontrato il ragionier Ugo, la signorina Silvani, la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare, la signora Pina, Mariangela, Filini, Calboni e tanti altri personaggi, perfettamente calati nel loro ruolo: più di duecento attori e figuranti recitanti le sequenze più celebri tratte dalla saga cinematografica. Immancabile la Bianchina del ragioniere, di cui erano presenti una ventina di esemplari. L’apoteosi è stata raggiunta nel pomeriggio, davanti alla scenografia della ‘Megaditta’, lunga ben 250 metri, con uno strabiliante show guidato dall’attenta regia di Paolo Galassi: uno scoppiettante, caleidoscopico susseguirsi di attori e figuranti nelle scene più memorabili. Quadri viventi, con rimandi felliniani e contaminazioni artistiche varie, che ci hanno tenuti sospesi tra sogno e realtà. Contesto ideale per il concorso fotografico in programma, curato dal Photoclub Eyes. Villaggio Fantozzi è stato anche vettore per un progetto di villaggio solidale globale, avendo adottato simbolicamente Lugo di Romagna, Comune alluvionato a cui sono stati devoluti i fondi raccolti durante la manifestazione. Che dire? CHAPEAU!

Elisabetta Villaggio con il figlio Andrea

https://youtu.be/ mTpe2ONybzo?si=GzlnaI5KZKd8E_oC talk di apertura Villaggio Fantozzi https://youtu.be/e1nYJsNOxXI intervista a Elisabetta Villaggio https://youtu.be/-Cft9DpNioA intervista a Roberto Gatti https://youtu.be/0clxeGKGZzU inaugurazione Villaggio Fantozzi

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SPECIALE

VACANZE D’INVERNO 76

n. 4 Agosto-Settembre 2020


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LUXURY places Quando il turismo sceglie l’eccellenza

CASTELBRANDO Un incanto nelle colline del Prosecco CastelBrando, oltre ad essere uno dei più grandi castelli d’Europa, è anche uno dei più raffinati esempi di riqualificazione del patrimonio storicoartistico italiano. Si trova nel cuore delle Colline del Prosecco Superiore, patrimonio Unesco, immerso in 70 ettari di parco e foresta, alle pendici del monte Castello da cui domina il borgo di Cison di Valmarino (Tv). Riaperto dopo un importante restauro, che ha riportato alla luce la bellezza originaria di un luogo con oltre 2000 anni di storia – risale ai tempi dei Romani – oggi CastelBrando ospita un hotel 4 stelle con eleganti camere e suite, aree museali, ristoranti e bar, e una splendida Spa ricavata da antichi bagni romani e scavata nella roccia, recentemente inaugurata. Un ottimo punto di partenza per visite culturali nella regione e passeggiate a piedi o in mountain bike lungo i percorsi naturalistici che si snodano fra i vigneti di Conegliano Valdobbiadene. CastelBrando fa parte della Rete d’Imprese Visit Prosecco Hills (visitproseccohills. it) ed è un vero e proprio palcoscenico di esperienze legate all’enogastronomia, al territorio, allo sport e al benessere. Il contesto è davvero fiabesco e scoprirlo durante le festività natalizie è come immergersi in un sogno ad occhi aperti. L’Albero dei record Castelbrando vanta l’Albero di Natale vivente più grande d’Italia, acceso ufficialmente il 24 novembre, addobbato per le feste grazie ad esperti arrampicatori. Un vero e proprio albero dei record: si tratta, infatti, di un cedro dell’Atlante di oltre 230 anni, che si trova a oltre 400 metri di altitudine nella tenuta di Castelbrando che, a sua volta, sorge quasi a metà strada tra Cison di Valmarino e Follina, due dei Borghi più belli d’Italia. L’albero, che illumina l’intera vallata, dona al castello e a tutta la zona un’immagine unica, quasi commovente. Arte natalizia Il Presepe delle Colline è un’installazione artistica collocata presso il teatro Tenda, ideata e realizzata dall’artista locale Pietro Colmellere, che da anni si occupa di trasformare il legno in opere scultoree ritraenti la natura, scene della tradizione, personaggi del luogo. Queste figure, a grandezza naturale, sono realizzate con la legna del bosco che circonda CastelBrando, a seguito del taglio dovuto alla manutenzione. Un

omaggio al territorio nel rispetto dell’ambiente naturale e dell’ecosistema. Una mostra dedicata alla Natività La settecentesca Chiesa di San Martino, dove un tempo sorgeva il Castrum romano, è decorata con affreschi di Egidio Dall’Oglio. In questo periodo la chiesa ospita la mostra “Il profumo dell’Epifania”, curata dall’Associazione Tavolozza Trevigiana che è presente anche con altre opere e sculture. Nello spazio espositivo “I costumi del potere”, inoltre, si possono ammirare alcuni personaggi storici di grande prestigio, con repliche di costumi originali. Queste figure sono legate alle vicende del Veneto e alla vita del castello.

di RITA BERTAZZONI

La nuova ed esclusiva Princess Spa e Royal Wellness, di recente inaugurazione, è ispirata alle antiche vestigia romane

Visite guidate al castello Dalla Chiesa di San martino partono le visite guidate al castello, autentiche passeggiate nel tempo attraverso i segni di epoche diverse, che corrono lungo duemila anni di storia: dai reperti romani alle mura medievali, dal Rinascimento all’elegante Settecento. Alle storie di nobili e condottieri si intrecciano le leggende locali, tramandate di bocca in bocca, in cui si fondono misteri e fatti di cronaca arricchiti dalla fantasia popolare. Le visite sono condotte da educatrici museali in lingua italiana o inglese. Relax nella Spa principesca Per celebrare i 20 anni dal completamento del primo restauro (2003-2023) e i 2.000 anni dall’edificazione del primo insediamento romano lungo la via Claudia Augusta, con l’acquedotto e le Thermae, ad ottobre è stata inaugurata la nuova ed esclusiva Princess Spa e Royal Wellness: 2mila metri quadrati di spazi interni ed esterni, 5 pool-idromassaggio, 5 saune, percorsi kneipp, grotta dell’Himalaya, un antico bagno romano restaurato, la Donatello Relax (stanze dell’età imperiale romana), la sala del caminetto, il torrione di guardia, la cripto Spa, l’orangerie e i diversi solarium e terrazzamenti dei giardini

dell’Eden, il tunnel dell’amore, il terrazzo botanico del XVI secolo e le altalene della fontana di Venere. Sono alcune delle tante possibilità per rilassarsi e ritemprare corpo e mente in un ambiente di grande bellezza dove tutte le acque arrivano fresche e pure da sorgenti a 650 metri s.l.m., opera di un acquedotto di epoca Augustea, che ancora alimenta CastelBrando. CastelBrando via Brandolini 29 Cison di Valmarino (Tv) Tel. 0438 976011 www.castelbrando.it


LUXURY places Quando il turismo sceglie l’eccellenza

HOTEL BARRIÈRE LE MAJESTIC CANNES Lusso a 5 stelle per momenti indimenticabili

di rita bertazzoni

Un’idea per le festività di fine anno? Cannes e il suo mitico Hotel Barrière Le Majestic. Un 5 stelle lusso dove trascorrere momenti indimenticabili immersi nella bellezza, nell’eleganza, nel gusto, nell’art de vivre della Costa Azzurra. Consigliato in ogni stagione, è l’indirizzo perfetto per salutare il vecchio anno e celebrare quello nuovo. PIÙ CHE UN ALBERGO, UN’ESPERIENZA 257 Camere e 92 Suites distribuite su 7 piani. 3 Ristoranti - Le Fouquet’s Cannes, Le BFire e Paradiso Nicole & Pierre. Una sala cinematografica con 35 posti a sedere. Una Spa Diane Barrière. 2.500 foto di star a decorare le pareti. E, poi, 7 Suites spettacolari. Sono i numeri di un indirizzo iconico della French Riviera. Le Majestic, come lo chiamano a Cannes, non è semplicemente un hotel. È il luogo dove l’arte dell’accueil si esprime a livelli di eccellenza, declinandosi in esperienze e sevizi esclusivi per i suoi ospiti. L’hotel, che si affaccia sul mare e sulla famosa Croisette delle palme, davanti al Palazzo dei Festival e dei Congressi, sfoggia un’architettura esterna tipica degli anni ’20 del Novecento. Gli interni, invece, hanno impianto e dettagli Art Déco, cui si è aggiunto il nuovo interior design della piscina, della lobby e del ristorante con veranda Le Fouquet’s, che ha rinnovato il suo look nel 2017. Qui viene servita la prima colazione e qui si ritorna per la cena in un’atmosfera di luci soffuse. In alternativa c’è il Paradiso Nicole & Pierre dove gustare specialità mediterranee di mare accompagnate da una ricca carta dei vini. Nel 2017 è stato rinnovato anche il Bar Galerie del Fouquet’s Cannes imperdibile i cocktails originali firmati da Emanuele Balestrache valorizzano erbe e fiori locali. Tra programmi di bellezza in Spa, allenamenti nel centro fitness, visite al mercato con lo chef, percorsi gastronomici, rassegne nella sala cinematografica privata non c’è richiesta che non possa essere soddisfatta al Majestic che non offre solo servizi al top ma anche esperienze di piacere e benessere a 360 gradi.

IL TOCCO DELL’ECCELLENZA Al Majestic Barrière Cannes, l’unico membro a Cannes dei Leading Hotels of the World, ogni stanza o suite ha un carattere speciale per arredi, colori e tessuti di pregio. Ma ci sono anche sette suite sorprendenti per chi ricerca l’eccellenza senza eccezioni: la Penthouse Majestic (650mq) ha un solarium e una piscina privata di 11m di lunghezza; la Christian Dior (450mq) traduce lo stile haute couture della famosa Maison con lo storico motivo plissé dello stilista; lo spirito del cinema anima Mélodie (200mq) che deve il suo nome a un capolavoro del cinema francese di Henri Verneuil, con Jean Gabin e Alain Delon; la Michèle Morgan (85mq) è dedicata a una delle regine del cinema francese e aggiunge glamour all’eleganza; la Riviera (200mq) è un’ode al Mediterraneo: sembra di essere su uno yacht, tra mogano, cuoio naturale, un’atmosfera marina nei toni blu mare,

FIORI SEMPRE FRESCHI, RAFFINATE DECORAZIONI E SCENOGRAFICI LAMPADARI CREANO UN’ATMOSFERA DAVVERO SPECIALE NELLA GRANDE HALL

bianco, beige e ottone. Infine, ci sono le due Suites Signature realizzate nel 2019: Escale e Horizon, al 3° e al 5° piano, alcove di discrezione, serenità e comfort. MONDANITÀ E RISERVATEZZA Le Majestic è partner storico del Festival del Cinema e ogni anno a maggio una cinquantina delle sue camere sono riservate ai divi e ai loro sèguiti, come testimonia la galleria di ritratti fotografici – una bellissima collezione di oltre 2.500 scatti - di tutte le epoche affissi alle pareti dei corridoi che portano alle stanze. Diversa ma altrettanto suggestiva è l’atmosfera invernale dell’hotel, con le luci di grande effetto della facciata che sorprendono all’arrivo e le decorazioni floreali e natalizie che impreziosiscono la hall, dando il benvenuto agli ospiti con eleganza e calore. VIVERE LA SPIAGGIA. ANCHE IN INVERNO Pranzare in riva al mare, prendere un aperitivo a pochi metri dalla risacca con musica di sottofondo e dj set, contemplare il tramonto mentre le onde si infrangono sulla battigia. A Cannes si può tutto il tempo dell’anno perché le spiagge sono aperte con i loro ristorantini. Anche in inverno. Il consiglio? BFire è il ristorante della spiaggia del Barrière Le Majestic, proprio di fronte all’albergo, dove provare ottimi piatti di pesce o di carne. Plage Mademoiselle Gray, su boulevard de la Croisette, è invece la spiaggia privata dell’Hotel Barrière Le Gray d’Albion (4 stelle). Qui si assaggiano insalate, falafel e humus di ceci, composizioni di verdure cotte e crude da condividere ma anche piatti di pesce freschissimo, in base al pescato del giorno. Una cucina gustosa e leggera, d’ispirazione mediterranea speziata d’esotico. La luce è sfolgornte e il sole tiepido accarezza la pelle: solo l’albero di Natale piantato nella sabbia e le decorazioni luminose ci ricordano in che stagione siamo. HÔTEL BARRIÈRE LE MAJESTIC 10, La Croisette, Cannes (Francia) www.hotelsbarriere.com


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REGION SEEFELD TIROLS HOCHPLATEAU Scoprire la diversità sull’altopiano unico del Tirolo

A CURA Di M.t. san juan. fotoservizio © Region Seefeld, Moritz Klee, Tom Bause, Johannes Geyer, Mathias Obmascher

L’inverno nella regione di Seefeld rappresenta qualcosa di veramente magico. Collocato a sud dello Zugspitze, tra le montagne del Wetterstein e il Parco Naturale del Karwendel, si trova l’altopiano del Tirolo che si colloca a 1.200 metri. Qui le montagne offrono un enorme spazio aperto per poter scoprire e godere di un paesaggio invernale ricco di neve. Non c’è quindi da stupirsi se lo sci di fondo, le passeggiate invernali e lo sci alpino in quest´altopiano soleggiato diventino esperienze piacevoli. Un vero e proprio suggerimento che da esperti possiamo darvi è l´area di Wildmoos. Quest´ultima si trova collocata sopra Seefeld, Leutasch e Mösern, è molto apprezzata dagli sciatori di fondo e dagli escursionisti invernali e offre tutto ciò che può riscaldare il cuore con i suoi boschi cristallini, la luce calda del sole e le accoglienti baite.

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Rocca di Frassinello

UN VERO PIACERE Ma non sono solo le attività all´aria aperta a rappresentare un punto di forza nella regione. Nelle cinque piccole comunità che compongono l´altopiano si dà grande importanza al piacere, e si viene viziati ovunque: a partire da un comodo picnic invernale con prodotti regionali, mercatini dell’Avvento ricchi d’atmosfera e di prelibatezze tirolesi, un menu stagionale a base di Kaiserschmarrn fumante preparato davanti al camino scoppiettante dentro le classiche e accoglienti baite di montagna ove viene soddisfatto ogni desiderio culinario. Viene offerto anche il piacere del benessere per il corpo e per l’anima nell´appena rinnovata struttura dell´Alpenbad di Leutasch, ma anche gli hotel offrono numerose aree wellness, che invitano a rilassarsi in un accogliente tepore mentre fuori scendono i fiocchi nevosi che preparano mentalmente al godere della successiva giornata invernale.

VARIETÀ AUTENTICA Chi è alla ricerca di un’ulteriore varietà e vuole vivere esperienze particolari, troverà sull’altopiano del Tirolo ciò che cerca: fare escursioni con gli alpaka, partecipare a un workshop di cucina in una delle locande più caratteristiche della regione, imparare a leggere le orme lasciate dagli animali sulla neve, giocare in modo interattivo a “4 Gewinnt” nel parco delle luci del Kurpark o avventurarsi nelle notti invernali alla luce delle fiaccole. Seefeld offre in inverno quindi molto di più dello sci, dello slittino e del pattinaggio sul ghiaccio. POSIZIONE ESCLUSIVA MA DAVVERO FACILE DA RAGGIUNGERE! L’altopiano del Tirolo si trova tra le montagne e le valli, a 1200 metri di altezza, in uno dei luoghi più belli delle Alpi, ed è anche facilmente raggiungibile.

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E ciò addirittura senza bisogno di montare le catene da neve o senza fare fatica a raschiare i parabrezza. Tre stazioni ferroviarie (la più grande proprio nel centro di Seefeld) e sei linee di autobus rendono il viaggio in treno un gioco da ragazzi e garantiscono anche una mobilità illimitata in loco. La carta degli ospiti, valida come biglietto per tutta la regione, completa perfettamente l’offerta di trasporto pubblico. Questo è uno dei motivi per cui la regione è stata recentemente premiata con l’etichetta Ecolabel austriaco. La regione di Seefeld è orgogliosa di poter offrire un turismo interamente sostenibile e di proteggere così la preziosa natura per le generazioni future! www.seefeld.com

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Magia Natalizia e profumo di festa Il castello Belvedere (Foto WienTourismus Christian Stemper)

a cura di m.t. san juan

Il Natale è una delle stagioni più magiche dell’anno, e cosa c’è di più affascinante dei mercatini natalizi per immergersi nell’atmosfera delle feste? E quando il viaggio è coronato da un soggiorno speciale l’esperienza diventa indimenticabile tra suggestioni principesche, accoglienza discreta e calda, suite uniche, esperienze gourmet e benessere. Una vacanza dove conciliare anche il piacere di una sciata o una ciaspolata nel paesaggio innevato. Vienna: Natale Imperiale Hotel Beethoven Wien Vienna è impareggiabile nel periodo natalizio, per vivere un’esperienza immersiva e unica la location perfetta è l’Hotel Beethoven Wien, un boutique hotel proprio nel cuore della città, dove si respira l’essenza di Vienna. Da qui in un attimo si raggiungono le oltre 150 bancarelle del mercatino in Rathausplatz, nella piazza del Municipio, con le casette in legno circondate da un paesaggio da fiaba, con il bellissimo albero illuminato che si trova all’ingresso dell’area dedicata ai più piccoli dove, oltre alla pista di ghiaccio, ci sono un’antica

giostra, le slitte trainate dalle renne, una piccola ruota panoramica e tante installazioni luminose che raccontano storie di Natale. Un’alta meta da non perdere è l’Art Advent am Karlsplatz, celebre per i suoi originalissimi oggetti di artigianato con tantissimi workshop dedicati a grandi e piccoli. E poi l’eleganza di Schönbrunn i cui giardini, già dalla fine di novembre, si illuminano con i celebri mercatini e un calendario fitto di eventi. Tutto questo si trova ad un passo dall’ Hotel Beethoven Wien un hotel dall’anima glamour, dove ogni stanza è una porta su Vienna e la sua storia. Ciascun piano è, infatti, caratterizzato da un differente tema che racconta alcuni aspetti della città o è dedicato a una personalità della Vienna storica, ad un avvenimento, ad un’epoca. 47 camere tutte differenti l’una dall’altra con stili che vanno dal Biedermeier all’ Art Nouveau e che raccontano la città attraverso oggetti, tessuti e colori. L’hotel vanta inoltre il Bar LVDWIG, uno dei Bar più in voga della città, regno di Isabella Lombardo, Barwoman dell’anno 2021 per “Fallstaff”. Qui ci si da appuntamento per un aperitivo o un cocktail o anche per un pia-

cevole snack. Recentemente il Bar Lvdwig è, infatti, diventato anche Dinner Club, dove lo chef Luca prepara gourmandise dalle 19.00 alle 22.00. Mentre il mercoledì l’appuntamento è con il “Bubbly Music Wednesday”, un happy hour con bollicine, musica dal vivo e prelibatezze (dalle 19.00). La proprietaria dell’Hotel Beethoven Wien, Barbara Ludwig, autoctona viennese, parla italiano ed è una straordinaria “insider”, una guida culturale e culinaria preziosa. Con la sua presenza discreta, per i suoi ospiti, è un’inesauribile fonte di informazioni sugli eventi da non perdere e gli indirizzi giusti. Tariffe: da Euro 140,- per il solo pernottamento in camera Doppia Classic. Merano: Natale asburgico e di charme Imperialart Boutique & Design Hotel A Merano, l’influenza mediterranea si mescola con le tradizioni alpine e le tracce di un fasto imperiale immutato nella sua bellezza. Il mercatino di Natale di Merano è famoso per le sue decorazioni floreali e per le suggestive luci che adornano il centro storico della città. Dal 26 novembre (e fino al 6 gennaio 2024)

alla scoperta delle mete più affascinanti d’Europa per un soggiorno glamour, romantico e straordinariamente unico: un viaggio incantato tra atmosfere tradizionali e fascino imperiale.

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ecco gli appuntamenti dedicati allo shopping e al relax prenatalizio che in Alto Adige e Tirolo accompagnano i giorni dell’Avvento

nella Piazza delle Terme, lungo il Passirio e in Piazza Rena si accendono le luci della festa tra bancarelle con prodotti artigianali perfetti per regali unici. In calendario vi sono poi visite speciali per scoprire luoghi nascosti e aneddoti della città. Proprio nel cuore di Merano, c’è uno scrigno di bellezza, un mini-boutique hotel con 12 Suite dove confort, arte e bien vivre si fondono in un’unica esperienza: l’Imperialart Boutique & Design Hotel per un soggiorno tra oggetti di design, mobili d’epoca e opere di artisti contemporanei. L’hotel nato dall’estro creativo della coppia, Alfred Strohmer e Jutta von den Benken, ha, infatti, esaltato la storia dall’edificio con un tocco di modernità inaugurando il primo „Hotel d’arte“ dell’Alto Adige, realizzato in collaborazione con la direttrice della galleria d’arte contemporanea „Kunst Meran/o arte“. Nel 2023 è stata inaugurata la nuova suite immersiva “Oleandro, mon amour” creata dall’artista meranese Elisabeth Hölzl che ha realizzato uno spazio in cui si vive un tuffo nella natura attraverso un suggestivo viaggio nelle stagioni. Dall’hotel, inoltre, si raggiungono inoltre comodamente a piedi le Terme di Merano e sog-

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Hotel Gnollhof

giornando all’Imperialart Boutique & Design Hotel l’ingresso alle Terme Merano è gratuito. Tariffe: prezzi da 223 Euro per la room Galaxy. Da 260 Euro per la Suite “Oleander, mon amour”. Chiusa: un borgo da fiaba Chiusa (BZ) è un gioiello nascosto tra le montagne dell’Alto Adige ed è famosa per il suo incantevole mercatino di Natale. Il romantico centro storico, si veste a festa, con le pittoresche vie illuminate da centinaia di candele,

decorate con addobbi natalizi e con le bancarelle che si snodano per i vicoli medievali. Qui si possono scoprire prelibatezze culinarie regionali, oggetti artigianali e opere d’arte locali circondati da una scenografia da fiaba con gli edifici storici e il castello che sovrasta la città in una cornice natalizia unica. Immagini in alta risoluzione L’hotel Gnollhof**** a Chiusa (BZ) è adagiato su un poggio panoramico al limitare di un bellissimo bosco ed è il luogo perfetto se si è alla ricerca di un abbraccio caldo, di classe e lontano dalla frenesia delle feste. Qui si può godere della bellissima spa con infinity pool riscaldata, rilassanti massaggi e trattamenti corpo-viso e poi sauna panoramica finlandese e alle erbe, il Vitarium, il bagno turco classico e il bagno turco ai sali marini. Anche i piaceri della tavola sono straordinari: con ricette e prodotti della tradizione reinterpretati in chiave moderna per un’esperienza di gusto autentica. La posizione panoramica di questo scrigno di piaceri offre anche una miriade di sentieri da esplorare indossando le ciaspole. Per chi lo desidera, l’hotel mette a disposizione una guida che accompagna gli ospiti in escursioni sulla neve, con le ciaspole, sull’Alpe di Villandro, sull’Alpe di Siusi o sull’Alpe di Velturno. L’hotel Gnollhof è, inoltre, una base perfetta anche per una giornata di divertimento sulla neve: il Comprensorio sciistico Alpe di Siusi, che dista solo 16 km da Chiusa, mette a disposizione 23 impianti di risalita che coprono 60 km di piste da sci, mentre l’area sciistica Plose, ad una ventina di chilometri da Chiusa, offre circa 40 km di piste da sci. Tariffe: Con l’offerta “Attivi in inverno” (valida dal 25/01/2024 al 29/02/2024) per 3 notti prezzi da 375 Euro-. a persona con pensione buongustai.

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viaggi

Piscine “open air” con vista neve Lasciarsi incantare da un candido panorama immersi nell’acqua calda: un sogno che in inverno diventa realtà nelle bellissime piscine all’aperto con vista sulle montagne. In Piemonte, nel cuore di Alagna Valsesia (VC), villaggio di antiche tradizioni, la piscina esterna dell’Alagna Mountain Resort & SPA (a 31°) guarda il maestoso massiccio del Monte Rosa, da Punta Zumstein, Punta Gnifetti al monte Lyskamm. Accessibile in forma Spa Day anche a chi non soggiorna in hotel: un piccolo tempio del wellness con sauna finlandese, bagno di vapore aromaterapico, docce emozionali, cabine massaggio, e la piscina riscaldata (in parte coperta) col panorama mozzafiato. A soli 300 metri l’impianto di risalita del Monterosa Ski. (Tel. 0163 91350, www.alagnaresort.com) In Alto Adige/Südtirol, il rooftop della Sky Spa dell’ExcelsiorDolomites Life Resort è un palcoscenico aperto sulle Dolomiti che sembra di poter toccare con un dito, per un relax a tu per tu con la natura e in piena armonia: l’infinity pool con acqua a 33° domina i tetti di San Vigilio di Marebbe (BZ) e si affaccia sulle imponenti vette per un’esperienza di total relax anche perché dedicata solo agli adulti (www.myexcelsior.com) Vicino a Palù e a San Lorenzo di Sebato (BZ), il panorama diventa più dolce: le montagne ricoperte di fitti boschi che si ammantano di neve, si specchiano nella piscina panoramica riscaldata di Castel Maurn, antica residenza con affreschi d’epoca a narrare la sua gloriosa storia, le calde pannellature in legno del Settecento e arredi di design contemporaneo. A bordo piscina, sorseggiando un calice di vino e godendo del tepore del braciere, la vista spazia a 360° sul paesaggio circostante. (www.maurn.it)

Mira Hotels - Alagna Mountain Resort & Spa

Romantik Hotel Post

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Excelsior Dolomites Life Resort

Excelsior Dolomites Life Resort

Romantik Hotel Turm

Dalla piscina esterna panoramica con acqua a 36° si ammira la Valle di Landro sotto le Tre Cime di Lavaredo: è una vista unica anche quella offerta dal Romantik Hotel Santer di Dobbiaco (BZ), in Val Pusteria, a pochi chilometri delle 3 aree ski più apprezzate delle Dolomiti: Plan de Corones, Cortina e le Dolomiti di Sesto. Lasciarsi cullare dall’acqua della nuova piscina esterna riscaldata con acqua salina (20x5 metri), e poi dedicarsi agli esclusivi momenti del centro benessere di 3.000 mq, con la sua piscina interna, le saune, le zone relax e i trattamenti specifici che combinano il sapere delle erbe officinali con gli insegnamenti Kneipp. (www.romantikhotels.com)

Un tuffo in una piscina total black, con lo sguardo volto al massiccio dello Sciliar, uno dei simboli dell’Alto Adige. Un panorama spettacolare e un’emozione che si vivono dalla Black Pool a 30° all’ aperto del 5 stelle Romantik Hotel Turm di Fié allo Sciliar (BZ), affacciata sulle vette. Si può poi passare direttamente alla piscina interna ad essa collegata, e continuare ad immergersi nel relax della Spa, tra sauna al pino mugo, bagno turco aromatico, grotta di sale e Mystic sauna all’aperto. (www.romantikhotels.com)

La vista, di incredibile bellezza, è sulle Dolomiti del Latemar nel cuore della Valle d’Ega, da ammirare dalla piscina esterna a 30° del Romantik Hotel Post Cavallino Bianco di Nova Levante (BZ), poco distante dal lago di Carezza. Un’esperienza, immersi in un giardino di 45mila mq ricoperto da un manto di neve, totalmente rigenerante e che prosegue nel centro wellness panoramico. (www.romantikhotels.com)

Romantik Hotel Santer

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Una villa veneta del XV secolo, rivisitata e reinterpretata per ospitare uno stupefacente hotel di lusso, diventa la cornice suggestiva di una mostra permanente di arte contemporanea, raccogliendo al suo interno opere di artisti e designer di fama internazionale. L’accostamento di arte, design e moda in un contesto antico come Villa Amistà, rende l’intero progetto di Byblos Art Hotel un’affascinante scenografia, concepita per dare forma a un’eccezionale esperienza di ospitalità senza eguali.

arte E design DOVE

Lasciatevi sorprendere dal grande parco di 20.000 mq, dalla cantina del ‘500 con la ricca scelta di vini, dalla piscina immersa nel verde, dal centro benessere ESPACE, gioiello ispirato

terme pompeiane. In un contesto in cui SI INCONTRANO alle l’arte e l’eccellenza accompagnano ogni sfumatura dell’accoglienza, Il Ristorante Amistà, PER DARE VITA insignito di 1 stella Michelin, vi ospiterà con A UNA ESPERIENZA la sua cucina legata ai prodotti del territorio,

sensazionale

rivisitati in chiave moderna dalle sapienti mani dello Chef Mattia Bianchi.

Byblos Art Hotel Villa Amistà Via Cedrare 78 37029 Corrubbio di Negarine (Verona) Italia www.byblosarthotel.com info@byblosarthotel.com tel +39 045 6855555


turismo

LAGHI INVERNALI E IMMERSIONI DA BRIVIDO Immersione nel lago ghiacciato (c)Tirol Werbung, Ramon Haindl

Di MARCO MORELLI

Il Tirolo non è ricco solo di montagne, ma anche di laghi, laghetti e stagni. Ce ne sono oltre 600 in tutta la regione, grandi e piccoli, laghi balneabili e laghetti alpini, circondati da imponenti vette. Ciò che molti non sanno è che non sono una destinazione interessante solo in estate, ma sono attraenti anche in inverno. Incastonati nel paesaggio innevato, mostrano un lato particolarmente idilliaco. Con un ventaglio di possibilità per momenti indimenticabili dentro, sulle rive e intorno alle acque. Bagni di ghiaccio nel lago Hechtsee in Kufsteinerland Nuotare in un lago freddissimo quando le temperature dell’acqua sono intorno allo zero? I più coraggiosi ci possono provare, ad esempio, nell’Hechtsee. Il lago più grande del Kufsteinerland colpisce per la sua posizione idilliaca nel cuore delle Alpi di Brandenberg ed è una vera chicca da insider, soprattutto in inverno. Oltre al paesaggio innevato, che rende la passeggiata invernale così particolare, si incontrano regolarmente bagnanti irriducibili che frequentano il lago tutto l’anno. Ad esempio il tirolese Horst Karrer, che anche in inverno nuota ogni giorno nell’Hechtsee ghiacciato rompendo il ghiaccio con una zappa. Gli imitatori coraggiosi troveranno il loro posto per nuotare nella neve e nel ghiaccio lungo le sponde del lago. Proprio sulla riva si trova la Seearena Hechtsee, dove dopo un bagno nel ghiaccio ci si può riscaldare con una bevanda calda. Si consiglia di non fare mai il bagno da soli, ma sempre accompagnati. Si entra lentamente in acqua senza tuffarsi ed è raccomandato non prolungare l’immersione in acqua

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Immersioni nel lago ghiacciato (c)Tirol Werbung, Ramon Haindl

per più di due minuti. E’ buona norma proteggere la testa con un cappello o una cuffia senza immergerla in acqua. Ulteriori informazioni sul lago Hechtsee su: www.tirolo.com/a-lago-balneabile-hechtsee Escursioni invernali al lago Möserer See nella Regione di Seefeld – Tirols Hochplateau L’area paesaggistica protetta di Wildmoos nella regione di Seefeld è caratterizzata da una natura incontaminata e da un panorama alpino unico. L’escursione invernale al lago Möserer See conduce attraverso un paesaggio bello e tranquillo e offre alcuni motivi fotografici fantastici. La superficie dell’acqua ghiacciata del lago Möserer See è fiancheggiata sulle rive da alberi innevati e, soprattutto quando c’è neve fresca, si può solo intuire che sotto la coltre di neve si nasconda un lago. Il ristorante rustico Möserer Seestub’n con la sua accogliente terrazza soleggiata si trova proprio in riva all’idillio naturale. Lungo il percorso vale anche la pena fare una sosta al rifugio Lottenseehütte, dove ogni giorno si possono gustare torte fatte in casa, e il sabato i Kiachl, una specialità tirolese. Suggerimento: si devono calcolare circa tre ore di cammino per percorrere l’intero anello di Wildmoos. Ma c’è anche la possibilità di fare una parte del percorso con l’autobus Wildmoosbus o con il calesse trainato da cavalli.

Ulteriori escursioni invernali intorno o ai laghi invernali del Tirolo si trovano su: www.tirolo.com/escursioni-invernali Pattinaggio su ghiaccio sul lago Piburger See Ötztal Otto laghi tirolesi diventano piste di pattinaggio su ghiaccio particolarmente romantici nelle fredde giornate invernali. Perché da nessuna parte è più bello scivolare sui pattini che su una pista di pattinaggio su ghiaccio naturale all’aria aperta, con l’aria fredda invernale in faccia e la vista sulle montagne circostanti. Uno di questi laghi è l’idilliaco Piburger See nella parte anteriore dell’Ötztal. Nel cuore di una foresta, i pattinatori su ghiaccio scivolano su una superficie di ghiaccio lunga due chilometri e larga otto metri. Presso il ristorante al lago si possono noleggiare i pattini da ghiaccio, così come l’attrezzatura necessaria per cimentarsi nel curling. A proposito: con l’ingresso gratuito, non solo i pattinatori possono entrare liberamente sulla superficie dell’acqua ghiacciata, anche per gli escursionisti il lago Piburger See è percorribile

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L’incantevole lago Moeserer See (c)Region Seefeld, Timo Borkowski

a piedi. Per riscaldarsi e fare una sosta, in riva al lago ci sono il Restaurant am Piburger See e il Gasthaus Seehäusl. Ulteriori idee di pattinaggio su ghiaccio sui laghi del Tirolo si trovano su: www.tyrol.com/ice-skating-in-tirol Sci di fondo al lago Vilsalpsee nella valle Tannheimer Tal Il particolare scenario naturale, dai prati e boschi innevati fino all’idilliaco lago Vilsalpsee nella valle Tannheimer Tal, rende la pista da fondo Vilsalpsee un highlight invernale per gli appassionati dello sci di fondo. Il percorso, lungo 13 chilometri, corre da Tannheim attraverso la riserva naturale Vilsalpsee ed è preparato sia per lo skating che per lo stile classico. Quando si arriva al Vilsalpsee vale la pena togliersi gli sci da fondo e ammirare lo straordinario paesaggio invernale del pittoresco lago. Direttamente sulla riva, il Gasthaus Vilsalpsee e il Café Bistrot Haubentaucher invitano a fare una pausa prima di ritornare verso l’uscita dalla valle sulla pista da sci di fondo, ora in discesa fino al punto di partenza a Tannheim. Ulteriori suggerimenti per le piste da sci di fondo verso o lungo i laghi tirolesi si trovano su: www.tirolo.com/sci-di-fondo

Sci di fondo al lago Vilsalpsee (c)TVB Tannheimer Tal, Marco Felgenhauer

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Immersioni nel ghiaccio al lago Urisee nel parco Naturparkregion Reutte L’Urisee, nella regione del parco naturale Reutte, essendo uno dei laghi più belli dell’Außerfern in inverno invita a una vera avventura: le immersioni nel ghiaccio. Nella cornice dello straordinario paesaggio invernale delle montagne tirolesi, qui i subacquei possono vivere impressioni emozionanti e grandi esperienze. Andare sotto il ghiaccio del lago, che è grande circa 5,7 ettari e profondo fino a 38 metri, è probabilmente una delle esperienze di vacanza più indimenticabili per gli appassionati di sub. Accompagnati da guide pro-

fessionali esperte, in questa esperienza unica non solo si affrontano le sfide della natura, ma si osa anche superare i propri limiti. Date, prezzi e ulteriori informazioni sulle immersioni sotto il ghiaccio nel lago Urisee si possono richiedere direttamente al fornitore, la Tauchbasis Urisee: www.instagram.com/tauchbasisurisee Ulteriori informazioni e numerosi suggerimenti per le vacanze invernali in Tirolo si trovano su www.tirolo.com/vacanze-invernali.

Pattinaggio sul lago Piburger See (c)Tirol Werbung, Ramon Haindl

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val tidone, emozioni pensieri e suggestìoni Nel fine settimana che ho trascorso nella bellissima Val Tidone ho raccolto emozioni, pensieri e suggestioni, e alcune parole-chiave che porto con me e che risvegliano i ricordi di un itinerario entusiasmante. Innanzitutto la dolcezza. L’arrivo in Val Tidone dalla pianura padana è una scoperta lenta e invitante delle colline piacentine, tra le quali il corso del torrente Tidone ha creato nel tempo splendidi scenari naturalistici. Un paesaggio dolce, dalle forme morbide, che infonde un senso di tranquillità e di calma. Il “Sentiero del Tidone” percorribile a piedi, in bicicletta o a cavallo è lungo 69 km e costeggia l’omonimo torrente permettendo di ammirare sia la varietà paesaggistica della valle sia le opere dell’uomo succedutesi nel corso dei secoli: rocche, castelli, mulini, pievi. I territori attraversati sono anche ricchi di tradizioni gastronomiche e costellati da importanti vigneti. Come tutta la provincia di Piacenza, anche in Val Tidone vengono prodotti salumi D.O.P. (coppa, salame e pancetta) e vini D.O.C. (gutturnio, ortrugo, malvasia solo per citarne alcuni). La valle piacentina annovera tra le sue eccellenze gastronomiche ben sette prodotti di Denominazione Comunale, ovvero certificati come nati e creati all’interno di comuni valtidonesi: la Chisöla di Borgonovo Val Tidone, la Treccia di Trevozzo Val Tidone, il Batarò di Alta Val Tidone, il Tartufo di Pecorara, la Patata di Busseto, la Coppa Arrosto e i Tortelli con le Ortiche di Genepreto. Curiosità: in Val Tidone si può incrociare anche un tratto della Via Postumia, che attraversa una parte di questo territorio per poi inoltrarsi nel pavese. Ricordo con piacere la genuinità, unita alla tenacia e alla passione degli artigiani dell’agroalimentare. Ho avuto l’occasione di conoscere alcuni piccoli produttori locali dediti alla valorizzazione del proprio territorio, come ad esempio l’azienda agricola Manfredi che produce e distribuisce il suo latte Bio nei distributori automatici della zona (se ne trovano due anche nella città di Piacenza) e lo utilizza per la produzione di Yogurt e Grana Padano Bio; l’azienda agricola Corte dei Principi che con il nome Terrantica realizza una linea di prodotti derivanti da colture naturali a regime biologico come farine di cereali, farine di legumi e prodotti da forno dolci e salati; il podere Gaiaschi a Gene-

Testo e foto di elena benaglia

Mulino di Borgo Lentino

preto, le cui origini risalgono agli anni trenta del secolo scorso, e che oggi, sempre in crescita e alla ricerca di equilibrio e produzione nel rispetto della natura, ha puntato sulla nuova linea di vini senza solfiti, dedicata ai 4 figli che ne hanno caratterizzato le etichette personalizzandole con loro disegni www.poderegaiaschi.it. Indimenticabile il silenzio di una notte passata al Mulino di Borgo Lentino, un borgo medievale che ha la capacità di astrarci dal tempo presente per immergerci in un’esperienza lontana dai rumori cittadini, circondati da alberi e panorami straordinari. Nel borgo si trovano appartamenti-vacanza, il museo dell’arte molitoria e ci si imbatte frequentemente in eventi organizzati con degustazioni di prodotti locali www.mulinodellentino.it Io ho partecipato alla cena degustazione a base di tartufo

nero de.co. di Pecorara gestita dell’Accademia di Cucina Piacentina, un’associazione di volontari che si dedicano con impegno e cura alla valorizzazione culinaria dei prodotti del territorio. Porto con me anche il senso di comunità che ho percepito alla 32° Rassegna provinciale del Tartufo De.Co Nero di Pecorara (Comune di Alta Val Tidone), nella quale i produttori locali sono essi stessi gli attivatori di dinamiche sociali ed economiche che dalla tradizione generano nuovi slanci e vivacità. La rassegna annuale è un appuntamento atteso dai gourmand locali, e non solo, attirati dal profumo del fungo ipogeo che ha reso celebri queste colline. Il tartufo nero di Pecorara è i tra i primi tartufi a vantare la Denominazione Comunale, con un vero e proprio disciplinare che i cavatori devono seguire. Vale la pena andare ad assaggiarlo!

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Natale 2023, la tavola delle feste!

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n. 4 Agosto-Settembre 2020


n. 4 Agosto-Settembre 2020

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FILETTO ARROTOLATO CON FUNGHI E PROSCIUTTO 1 kg. di filetto di manzo in un pezzo unico, 100 gr. di prosciutto crudo a fettine sottili, 50 gr. di formaggio grana a scaglie, 50 gr. di funghi porcini secchi, 1 bicchiere di vino bianco secco, una noce di burro, rosmarino fresco, olio, sale

il piacere dELLE FESTE

In una ciotola di acqua tiepida lasciare ammorbidire i funghi. Con un coltello dalla lama ben affilata aprire per il lungo il filetto e allargarlo con il batticarne fino ad avere una fetta spessa e larga. Sulla superficie distribuire i funghi strizzati e tritati grossolanamente, adagiare sopra le fettine di prosciutto, le scaglie di formaggio grana ed il rosmarino tritato. Arrotolare la fetta nel senso della lunghezza e legarla con lo spago da cucina. In un tegame a sponde alte scaldare qualche cucchiaio di olio con il burro, adagiarvi il rotolo di filetto e quando sarà dorato in tutti i lati spruzzarlo con il vino, lasciarlo evaporare, salare e continuare la cottura a fuoco moderato per 30 minuti, aggiungendo un mestolo di brodo se necessario.

di flora lisetta artioli

RISOTTO AI FINOCCHI, PORRI E CAPPESANTE

TORTA MERAVIGLIOSA

400 gr. di riso carnaroli, 400 gr. di finocchi teneri, 20 grandi cappesante senza corallo, 1 litro di brodo vegetale, 1 porro, 1 cucchiaio di burro, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 cucchiaio di aneto (facoltativo)

CREMA DI ROQUEFORT ALLE PERE 100 gr. di formaggio Roquefort, 200 gr. di ricotta, 2 pere succose di media grandezza (varietà decana), 3 cucchiai di panna (oppure latte), 8 nocciole tostate, 1 cucchiaio di burro, pepe bianco Sbucciare le pere, tagliare la polpa a dadini e farli saltare per alcuni minuti in una padella con il burro, spolverare con un pizzico di pepe quindi spegnere il fuoco e tenerli da parte. In una ciotola frullare il formaggio Roquefort con la ricotta e la panna. Suddividere in quattro bicchierini i dadini di pere e la crema di formaggio, guarnire con due nocciole in ogni bicchierino e servire accompagnando con crostini di pan brioche leggermente tostati.

il panettone di gigliotti ioni s r u c s E rmet gou

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Lavare bene le cappesante e farle poi saltare in padella con due cucchiai di olio 2 o 3 minuti per lato, tenerle poi da parte. In una padella scaldare 3 cucchiai di olio e insaporire il porro finemente tritato, aggiungere i finocchi tagliati a fettine sottili, unire un mestolo di brodo, salare, coprire e cuocere a fuoco basso per circa 20 minuti. Versare nella stessa padella il riso, lasciarlo insaporire qualche minuto quindi aggiungere poco per volta il brodo bollente, portare a cottura come un normale risotto, mantecare con il burro e un pizzico di aneto. Lasciarlo riposare un paio di minuti poi suddividerlo nei piatti individuali guarnendoli con le cappesante e il loro sughetto. Servire subito.

Abbinare il Natale al mangiar bene è semplice, al mangiar sano meno, ma in realtà questa oggi non è un’utopia. A realizzare questo “sogno” è Francesco Gigliotti che presenta per questo Natale 2023 il tre versioni: Tradizionale, ai Cioccolati, al Pistacchio del suo panettone ai grani alti e antichi. Il maestro della panificazione conosciuto in tutta l’Emilia Romagna per la sua Spanizza, il nuovo modo di mangiare la pizza, porta il suo credo anche nelle festività natalizie. Francesco Gigliotti “guru” dei grani alti e antichi incentra da sempre infatti il suo lavoro sul mangiare sano e sulla

valorizzazione della filiera corta e delle materie prime del territorio, elementi imprescindibili per la preparazione di tutti i suoi lievitati, dalla pizza al pane, dalle colombe ai panettoni. Una filosofia di lavoro che si basa sulla modernità di lavorazione di materie prime antiche e sempre meno utilizzate, prodotti biologici come i grani antichi e la farina macinata a pietra. Un panettone tradizionale nel suo aspetto, ma che al suo interno custodisce tutti i sapori e i valori nutrizionali dei grani che un tempo portavano avanti il nutrimento quotidiano.

200 gr. di cioccolato fondente, 150 gr. di burro morbido, 150 gr. di mandorle spellate e tostate, 150 gr. di zucchero, 4 uova, 1 cucchiaio di fecola , 1 bustina di vanillina, zucchero a velo Tritare le mandorle con un cucchiaio di zucchero. Fondere il cioccolato a bagnomaria e far raffreddare. In una ciotola sbattere i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso, incorporare il burro a pezzetti, unire il cioccolato fuso freddo. Montare a neve gli albumi, incorporarvi le mandorle, la vanillina e la fecola. Amalgamare il composto di albumi con quello di cioccolata e versare in una tortiera foderata con carta da forno, cuocere in forno caldo a 160° per 50/55 min. Servire cosparsa di zucchero a velo.

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gourmet

La Stella di Natale Vegana di chef canavacciuolo La Stella di Natale è la golosa novità del Laboratorio di Alta Pasticceria Artigianale dello Chef Antonino Cannavacciuolo: certificata vegana, è dedicata a chi ha adottato uno stile di vita orientato a scelte etiche e sostenibili. Questa golosa interpretazione del tipico dolce natalizio è perfetta come idea regalo o da gustare in compagnia di persone particolarmente attente al Pianeta. Dalle sapienti mani del Pastry Chef Kabir Godi nasce un impasto che unisce il delicato profumo dell’arancia, del mandarino e del limone candito a quello avvolgente della pasta di pistacchio. La glassa è un elegante mantello verde, di cremino e granella di pistacchio, che dona un pizzico di croccantezza ad ogni morso. I puristi delle tradizioni natalizie dovranno certamente ricredersi quando verranno conquistati da questa ricetta vegana. Il formato della Stella di Natale (750 gr.) è ideale anche per chi vuole concedersi un assaggio di questa particolare novità, senza rinunciare ai dolci più tradizionali. Ma le sorprese non finiscono qui! Per gli amanti della pasticceria vegana o per chi desidera stupire parenti e amici con un regalo originale, il Laboratorio ha ideato una box speciale, “Natale vegano”, che contiene gli ingredienti perfetti per un Natale goloso. Oltre alla Stella di Natale Vegana, la confezione contiene i Biscotti alla nocciola e riso nero, le Praline cocco e vaniglia bio e fairtrade e la Crema spalmabile alle nocciole e cacao, un vero tripudio di piacere. https://shop. antoninocannavacciuolo.it/natale-2023/

I GRANDI LIEVITATI DEL MAESTRO PENNESTRI’ Sottozero di Vincenzo Pennestrì presenta la nuova linea di lieviati per le feste 2023: una gamma di prodotti come sempre all’insegna della ricerca delle migliori materie prime, a cominciare dai prodotti del territorio. La linea del classico lievitato natalizio passa dal Panettone Tradizionale, con cubetti di arancia candita, uvetta cilena, vaniglia del Madagascar e pasta di mandarino, a quello al Cioccolato, confezionato con marmellata di arance calabresi. Per i più golosi ecco il Tre Cioccolati, accompagnato da una crema spalmabile alle nocciole. E ancora: il panettone al Pistacchio con la sua crema inclusa, ai Frutti di bosco semi canditi e ricoperto di cioccolato ai lamponi, servito con confettura di more, lamponi e mirtilli. Infine, il panettone alle Albicocche semi candite e ricoperto di glassa alle mandorle, con la sua marmellata. Tutte le creme che accompagnano i lievitati del Maestro Pennestrì sono realizzate direttamente nel “caveau” di Sottozero, il laboratorio d’eccellenza dove si tostano direttamente e in maniera naturale selezionati chicchi di caffè, frutti del pistacchio e nocciole. Special edition del Natale 2023 è un vero proprio omaggio alla Calabria con il panettone alla liquirizia, canditi al bergamotto, fichi secchi e ricoperto di cioccolato alla liquirizia. “Il panettone è un prodotto che amo – spiega il Maestro Pennestrì -. Mi piace proprio studiarlo,

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A Uve Rooms & Wine Bar di La Morra (CN) i più raffinati piatti piemontesi A UVE Rooms & Wine Bar di La Morra (CN), gli ospiti hanno la possibilità di degustare alcuni dei piatti più rappresentativi del territorio. Le colline generose del Langhe Roero e Monferrato offrono alcuni dei vini più celebrati al mondo, come il Barolo, il Barbaresco, il Nebbiolo, che meritano di essere abbinati a pietanze di raffinata eleganza. I piatti del menu del ristorante di UVE Rooms & Wine Bar seguono naturalmente le produzioni stagionali, per cogliere il meglio degli ingredienti nel momento della loro perfezione. Tra le specialità c’è naturalmente il tartufo, presente tutto l’anno nella sua varietà nera, e in autunno nella prelibata e preziosa qualità bianca. Una delle migliori ricette per esaltarne il sapore è quella che ne prevede la “spolverata” sui sottili tajarin, pasta fresca tirata a mano. E ancora le tenere carni di fassona, protago-

niste di delicate tartare o robusti stracotti, i formaggi e salumi piemontesi dal gusto deciso, le verdure e le uova da unire per strepitose pietanze che riportano al gusto più autentico della convivialità. www.uvelanghe.it

Una cena in carrozza Situato in un’antica carrozza ristrutturata, seguendo l’estetica dell’emblematico Orient Express che attraversava l’Europa negli anni Venti, Canfranc Express è il progetto gastronomico più ambizioso di Canfranc Estación a Royal Hideaway Hotel, guidato da Eduardo Salanova e Ana Acín. Riservato a soli dodici commensali, la proposta di Salanova e Acín cerca di recuperare l’eredità culinaria dell’Aragona e di suscitare emozioni attraverso i sapori e i prodotti tipici della regione, utilizzando tecniche d’avanguardia, preservando in ogni momento l’essenza della migliore cucina locale. Il ristorante si trova presso l’hotel Barceló Canfranc Estación, inaugurato nel 2023 e nato dalla ristrutturazione della storica stazione ferroviaria di Canfranc, a Huesca. La Stazione Internazionale di Canfranc, nei Pirenei aragonesi (Spagna), è stata uno dei più importanti complessi ferroviari costruito in Europa nel primo terzo del XX secolo, dichiarata Bene di Interesse Culturale nel 2002 (Patrimonio Storico e Culturale Ferroviario). Per maggiori informazioni: www.barcelo.com

testarlo, provarne nuovi gusti e combinazioni. E’ un piacere vederlo nascere, rispondendo così ad una domanda sempre crescente dal nostro territorio e da tutta Italia. Quest’anno abbiamo strizzato l’occhio alla tradizione, aggiungendovi un tocco tipicamente calabrese”. Altra novità è il PanettoneEsotico con mango candito, cremino di passion fruit e pomata di burro al mojito. Punta di diamante dell’offerta di Pennestrì è rappresentata dai panettoni ripieni di gelato, una vera e propria tradizione per la quale Sottozero è nota ormai a livello internazionale. Si va dal Tradizionale senza canditi con bagna alla vaniglia, gelato alla nocciola, cuore di cioccolato fondente e gelato di gianduia ricoperto di cioccolato fondente al 75%. Quindi il Panettone Giada con gelato alla nocciola reale delle Langhe, gelato alla pistacchiosa (con croccante di pistacchi), crema mediterranea al pistacchio, ricoperto di cioccolato al pistacchio, nocciole pralinate e pistacchi.

simone caporale best bars 2023 Simone Caporale, Global Ambassador Partner di Amaro Santoni, ha scalato la classifica dei Best Bars 2023 con il Sips di Barcellona. Il barman italiano ha conquistato il primo posto dei 50 migliori locali al mondo. Caporale con la sua capacità di anticipare i trend del settore sia nell’allestimento di un locale sia nelle proposte dei cocktail, ha portato nell’empireo dei bartender anche Amaro Santoni, l’aperitivo amaro a base di rabarbaro di altissima qualità, a base di 34 botaniche, simbolo degli aperitivi più glamour. Realizzato con l’infusione di ingredienti naturali, è un amaro che ha un sapore dolceamaro, identificato dalle note agrumate, dalla foglia di olivo, dal fiore dell’iris e, ovviamente, dal rabarbaro. Amaro Santoni rappresenta l’aperitivo italiano in chiave contemporanea, versatile in miscelazione e gradevole in purezza, sempre più presente nei bar e negli hotel.

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S P E C I A L E

t e r r i t o r i o di elena cardinali

valle camonica una vallata magica

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na vallata magica, dove si può passeggiare non solo in una natura meravigliosa ma anche nella storia, dalle origini dell’uomo, passando per la civiltà romana e fino ai giorni nostri. Accanto a iscrizioni rupestri millenarie e vini che si affinano nei laghetti di montagna una serie infinita di scorci incantevoli tra monti e vallate, vigneti antichi con vini singolari tutti da scoprire, il tutto accompagnato da piatti di lunga tradizione locale. In altre parole la Valle Camonica, un’area naturalistica, agricola, storica e archeologica tutta da gustare partendo dall’incantevole lago d’Iseo e proseguendo fino a Ponte di Legno e al Passo del Tonale. LA ZONA La Valle Camonica, ubicata nelle Alpi centroorientali lombarde, in provincia di Brescia, ha legato la sua fama all’estesa presenza di incisioni rupestri che nel 1979 le hanno fatto acquisire il titolo di primo sito italiano patrimonio mondiale Unesco. Qui si trovano tracce degli uomini della preistoria tra la fine del Paleolitico superiore (tra i 13mila e i 10mila anni fa), e l’Età del Ferro (un millennio a.C.), a cui si aggiungono reperti di età romana e medievale per arrivare fino ai giorni nostri. SITI STORICI Tutto questo è visibile in otto parchi archeologici, tra cui il parco nazionale delle incisioni rupestri a Capo di Ponte, in località Naquane. A questo si aggiungono il Museo nazionale della preistoria della Valle Camonica, sempre a Capo di Ponte, e il Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica di Cividate Camuno, delizioso borgo alpino dove si trova anche il Parco arche-

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ubicata nelle Alpi centro-orientali lombarde, in provincia di Brescia, ha legato la sua fama all’estesa presenza di incisioni rupestri

Nel 1979 le sue incisioni rupestri le hanno fatto acquisire il titolo di primo sito italiano patrimonio mondiale Unesco

ologico del Teatro e dell’Anfiteatro oltre all’area archeologica di via Palazzo. A Cividate Camuno si possono ammirare bellissimi resti di mosaici romani conservati nel museo oltre a statue e suppellettili provenienti dalle sepolture scoperte nella zona. Da non perdere, tra tanta storia, la bellissima chiesa di Santa Maria Assunta a Esine, che con i suoi affreschi medievali viene definita la Cappella Sistina Camuna. I PERCORSI Tra i numerosi itinerari storici e naturalistici c’è anche un percorso particolare, il Cammino di Carlo Magno che si sviluppa lungo tutta la Valle Camonica, dal lago ai passi alpini. L’itinerario parte da Lovere, paese che si affaccia sul lago d’Iseo, e termina a Ponte di Legno, nelle vicinanze del passo del Tonale. Si sviluppa per circa 100 chilometri ed è diviso in cinque tappe. Per saperne di più, camminodicarlomagno. it. Molta attenzione è stata prestata anche alle persone con disabilità grazie all’opportunità offerta da Valle Camonica per Tutti, che offre assistenza qualificata con delle cooperative sociali a chi ha bisogno di aiuto per le escursioni. Per saperne di più si può scrivere a: info@vallecamonicaxtutti.it. IL VINO Ricca di reperti preistorici e storici, la Val Camonica vanta anche una complessa biodiversità che si rispecchia anche nei vigneti coltivati tra piccole zone pianeggianti e declivi pedemontani. Sono sempre di più gli agricoltori e vignaioli appassionati che coltivano vitigni autoctoni da cui ricavano dei vini sorprendenti. E anche le tecniche d’invecchiamento sono singolari. Ne è un esempio quella praticata da personaggi come Alex Belingheri che fa riposare i suoi spumanti nei fondali del suggestivo lago Aviolo,

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Alex Belingheri, nella foto sotto, fa riposare i suoi spumanti nei fondali del suggestivo lago Aviolo

a oltre 1930 metri d’altitudine, nell’alta Val Paghera, che si immette nella Val Camonica. Per arrivarci servono due ore circa di cammino lungo il sentiero 21 che parte da Vezza d’Oglio. Una passeggiata o poco più, ampiamente ripagata dal paesaggio, tra cascatelle e animali selvatici, che hanno reso celebre il Parco Regionale dell’Adamello. Ma per portare il vino nel lago Aviolo non si usano i piedi né un furgone ma... le ali, o più precisamente le pale di un elicottero che, dando ogni volta spettacolo ai turisti di passaggio nella zona, fa la spola tra il punto in cui un camion deposita le casse di vino e il laghetto alpino, dove a coordinare le operazioni di inabissamento del prezioso carico mediante un verricello sono alcuni esperti sommozzatori. Sui fondali dell’Aviolo Alex Belingheri adagia, in casse di acciaio compatibili con l’ambiente naturale in cui vengono riposte, l’Adamadus Zero Estremo, spumante metodo classico. LA STORIA Una pratica che cominciò con il Millesimo 2016, recuperato nel 2018 dopo avere trascorso 12 mesi di affinamento sott’acqua. Si trattava di Riesling Renano. Con l’annata 2017 Alex ha puntato sul Souvignier Gris, uno dei cosiddetti

vitigni resistenti, PIWI, tra i primi a essere trasformato in spumante. Lo spumante deposto sui fondali doveva rimanere fino al 2020. Poi arrivò la pandemia a prorogarne di un anno il recupero. Per la precisione, I vini Piwi sono vini che vengono prodotti utilizzando le uve Pi Wi (acronimo del tedesco Pilzwiderstandfähig), che tradotto significa proprio resistenti agli attacchi dei funghi. Proprio per questa loro caratteristica, questi vitigni, consentono una drastica diminuzione – o addirittura un’ assenza – di prodotti fitosanitari come ad esempio i pesticidi. Solitamente infatti si utilizzano tali sostanze chimiche in quantità importanti per evitare le malattie funginee. A giugno di quest’anno è stata recuperata l’annata 2019, finita in acqua nel 2021. Si tratta di 2.240 bottiglie da 0,75 cl e 20 magnum. Nel contempo si calano nel bacino cinque cassoni in acciaio che contengono 2.400 bottiglie, che verranno recuperate nel 2025. “La bottiglia di spumante metodo classico Adamadus Zero Estremo viene spesso relegata a semplice oggetto che contiene un nettare prezioso ma, in realtà, ha un valore più nobile e determinante. Conservare i vini sott’acqua è coerente con i principi di buona conservazione e offre un proprio contributo all’ambiente, poiché risparmia energia per mantenere a temperatura costante le bottiglie” spiega il vignaiolo camuno. Esteriormente ogni bottiglia è diversa dall’altra perché, grazie a un particolare sistema di confezionamento, si possono mantenere a vista le sabbie e le incrostazioni avvenute nel corso degli anni. Questo metodo innovativo della cantina lacustre consente al vino di evolvere le sue caratteristiche grazie a fattori fisici unici, alcuni dei quali difficilmente riproducibili in cantina. IL CIBO Prima di tutto la polenta, meglio se fatta con il mais autoctono Spinato di Esine, dal sapore intenso che ben si accompagna con i salumi della zona, i funghi e la carne grigliata. Tra i primi piatti non possono mancare i tradizionalissimi casoncelli, ravioli ripieni la cui ricetta cambia da paese a paese, di famiglia in famiglia. In Valle Camonica cambiano anche nome e possono essere ripieni di patate, formaggio, formaggio e carne, erbe e cotechino, salame, verza e patate, quasi sempre conditi con fragrante burro fuso. In molti locali si trova anche il pesce del lago d’Iseo, spesso proposto marina-

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la Val Camonica vanta anche una complessa biodiversità che si rispecchia anche nei vigneti coltivati tra piccole zone pianeggianti e declivi pedemontani

L’Adamadus Zero Estremo, spumante metodo classico.

to come antipasto. A Esine si può gustare una golosa selezione di sapori camuni alla trattoria Stella, locale tipico in piazza Garibaldi, insieme ad un’accurata selezione di vini locali. A Darfo Boario, all’hotel Sorriso, semplice e accogliente, con una buona cucina, si può fare una piacevole sosta anche per conoscere le vicine terme. A Ponte di Legno, merita una fermata il Rasega Wine Bar dove si possono gustare piatti locali, tra cui un’ottima selezione di salumi, accompagnati dai vini della Valle Camonica in un ambiente dominato dal legno, comprese alcune grandi botti utilizzate come rustici salottini per le degustazioni. Info: www.turismovallecamonica.it

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ristoranti

Ristoranti in Tirolo sostenibili, contemporanei, invitanti a cura di marco morelli

Dalla zuppa di gnocchi di pancetta agli Schlutzkrapfen fino al tradizionale dolce Kaiserschmarren: i classici della cucina tirolese sono parte integrante del menu e si possono trovare in tutta la regione su pascoli alpini e rifugi, in locande e in molti ristoranti gourmet. Ma questi piatti della tradizione sono tutt’altro che obsoleti: i giovani chef hanno saputo rivisitarli in chiave contemporanea e i risultati sono un piacere non solo per il palato ma anche per gli occhi. In Tirolo, chi lavora nella ristorazione, che si tratti di tipici rifugi in montagna o sofisticati ristoranti stellati, si affida alla qualità garantita dai prodotti regionali e alla loro sostenibilità. L’attenzione e la curiosità verso la cucina vegetariana e vegana si sono tradotte in impegno a portare in tavola piatti saporiti nonostante l’assenza di quegli ingredienti che notoriamente conferiscono sapore alla ricetta: carne, pesce e latticini in generale. Ecco alcuni esempi selezionati che dimostrano come la tradizione della cucina tirolese sia riuscita a percorrere la strada giusta verso il futuro della ristorazione, interpretando in chiave contemporanea la classicità tirolese. Wilderin – Divertimento stagionale dalla regione alpina Regionale, stagionale, sostenibile – nel ristorante Wilderin, nel centro storico di Innsbruck, si mangia solo ciò che è disponibile al momento ovvero la frutta e la verdura che gli orti intorno a Innsbruck regalano nella rispettiva stagione – o meglio settimana, oppure ciò che è stato direttamente conservato con processi naturali. E poiché la carne viene sempre acquistata come “bestia intera” dagli agricoltori della regione, può accadere che il popolare filetto sia terminato e che le guance gustose spicchino nel menu. E l’occasione di provarle è imperdibile. Ciò che ispira il team intorno a Claudia Kogler e ai due chef Christoph Zingerle e Sören Schonard viene così spiegato: “L’indescrivibile gioia per il gusto delle Alpi, la dedizione ai prodotti dei nostri partner agricoli e di ciò che producono, nonché l’entusiasmo per l’ospitalità appassionata”. Grazie alla sua filosofia sostenibile e coerente, Wilde-

Ebbs, Unterwirt -® Tirol Werbung Hafele Nicolas

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Un piatto del ristorante Wilderin

rin ha ottenuto un cappello dalla prestigiosa guida “Gault & Millau”. L’Unterwirtinnen – Slow Food pluripremiato nello storico edificio Dal 1490, l’Unterwirt nella piccola comunità di Ebbs nel Kufsteinerland è censito sulle mappe. La tradizione e la storia dell’azienda di famiglia, che Sabrina, Maria e Katrin Steindl hanno rilevato dai loro genitori come “Die Unterwirtinnen” è esemplare: le sorelle hanno trasformato la locanda Unterwirt in un hotel gourmet a conduzione familiare, con un ristorante Slow Food, premiato con ben due cappelli “Gault & Millau”. Slow Food significa l’utilizzo di prodotti regionali e naturalmente biologici che vengono trasformati in interpretazioni contemporanee seguendo la classicità tradizionale della cucina tirolese e austriaca. Naturalmente, una Wiener Schnitzel non può mancare nel menu: “La Wiener Schnitzel è ancora un piatto d’autore della nostra casa e questa è una buona cosa”. Nonostante la chiara visione futuristica, le sorelle Steindl non dimenticano le loro origini: “La direzione che i nostri genitori hanno preso molto tempo fa è assolutamente giusta. Hanno stabilito questo standard di qualità, che ora continuiamo a sostenere. Dobbiamo solo adattare la filosofia per noi stesse e per il futuro e andare al passo coi tempi”. Sigillo di qualità per il commercio e la gastronomia Al fine di rendere la qualità dei prodotti tirolesi riconoscibile ai consumatori a colpo d’occhio, due sigilli di qualità contribuiscono all’orientamento. Ad esempio, il marchio di qualità “Qualität Tirol”, garantisce che il cibo sia regionale, sia prodotto in modo sostenibile e sia di altissima qualità, pro-

dotto e confezionato al 100% in Tirolo. In gastronomia, il marchio “Bewusst Tirol” testimonia una qualità particolarmente elevata. L’iniziativa della regione del Tirolo ha un occhio di riguardo per le aziende di ristorazione che si affidano sempre più ai prodotti regionali. Più di 220 aziende sono partner dell’iniziativa, che rafforza e promuove in modo sostenibile l’interazione tra l’economia tirolese e l’agricoltura. Ulteriori informazioni sulle delizie culinarie in Tirolo, sui piatti tipici tirolesi e sui ristoranti tradizionali e innovativi sono disponibili su: www.tirolo.com/gastronomia.

La carne del ristorante Wilderin

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AUGURI

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chef

Denny Lodi Rizzini L’arte dell’illusione nel nuovo menù di Makoré

L’

illusione è la chiave di volta del nuovo menù di Makoré, il fine dining del centro di Ferrara. Una proposta che sfida i sensi attraverso profumi, sapori, colori, odori e consistenze, trasformando ogni piatto in un’esperienza giocosa e sorprendente in cui l’apparenza inganna e il gusto rivela la vera essenza. Una proposta che si fa promessa per qualcosa di sorprendente al pari di uno spettacolo di magia che va oltre l’apparente semplicità di un piatto e mostra la sincera volontà di far immergere l’ospite in una illusione gentile. Il percorso gustativo prevede due tappe: “La svolta” e “Il prestigio”. La Svolta è un menu che ricorda l’istante in cui l’illusionista trasforma qualcosa di ordinario in qualcosa di straordinario. Il Prestigio approfondisce il concetto del “fuori dal comune” per scatenare un’esplosione di emozioni e meraviglia. Dopo il momento di grande stupore iniziale si ritorna a casa, ai sapori e ai gusti familiari e rassicuranti. Cinque piatti, di cui quattro salati e un dolce, per il primo menù che diventano otto nel secondo. Entrambi sono alla cieca. Tra gli antipasti la Zucca, amaretto, senape, beurre blanc alla salvia un piatto vegetariano/ vegano che ricorda la bontà del tortello di zucca alla mantovana ma in versione piccole sfere aromatizzate. Come side del piatto un cappellaccio riprodotto nella sua forma, ma ripieno con zucca arrosto, mostarda di mele campanine e amaretti sbriciolati e il Calamaro ripieno, tonno, stracciatella, rapa alla soia un piatto che trae ispirazione da uno tipico della costa croata dove il

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a cura di marco mORELLI

Chef Denny Lodi Rizzini

calamaro viene farcito con prosciutto cotto e fontina, ma da Makoré il mollusco, proveniente dalla laguna veneta, vede protagonista il prosciutto di tonno marinato e la stracciatella fresca, al naturale. E’ rosolato sui carboni ardenti così la parte esterna si cuoce dolcemente mentre l’interno resta cremoso. Immancabile il “Pasticcio Estense” proposto nella sua versione vegetariana, un’idea avanguardistica di un classico della cucina locale a cui si unisce tra i primi la Pasta e fagioli un twist intrigante e raffinato sulla tradizionale ricetta veneta. Alla base del piatto troviamo due creme create con i fagioli cannellini e borlotti. La pasta viene sostituita da fagioli occhiello cotti in acqua e conditi con una fonduta di Parmigiano Reggiano. L’aroma è dato dalle lumachine di mare glassate al jus di vitello. Coerentemente con la scelta di valorizzare pesci meno noti e “poveri” ma nobilitati dalle mani dello chef Denny Lodi Rizzini, Makoré propone il Risotto al Go, furikake, pesto di alga nori, un omaggio dello chef a due terre alle quali è molto legato: il Veneto e il Giappone. Il riso è cotto nel brodo di Gò (pesce di fondale della laguna veneziana) e ricoperto con una gelatina di brodo dashi e la Terrina di pesce gatto, mou di mela e teriyaki, un signature con il quale viene riprodotto il sapore dell’anguilla cotta ai ferri attraverso un pesce di valle. Infine, il Carrello dei Bolliti, un piatto sorprendente, una reinterpretazione di un classico, in cui vengono sostituiti i tradizionali tagli di carne con diversi tipi di pesce, cercando di rispettare il più possibile la loro originalità. La lingua di baccalà prende il posto della lingua di manzo, il manzo viene sostituito con la “man-

zancolla” laccata in un jus di manzo, la pancia di maiale lascia il passo alla ventresca di tonno, il cotechino cede il posto alla salsiccia di tonno e seppia cotto in brodo di salsiccia, i muscoli facciali, calottari o collari sostituiscono i vari muscoli animali, infine la gallina è sostituita dalla gallinella. Il tutto è accompagnato da un consommé di brodo di gallina, puré e giardiniera. Al centro del piatto le tradizionali salse: la verde (prezzemolo, olio, aglio, scalogno, aceto), la salsa di rafano (base di gambero con radice di rafano) e la salsa ottenuta a partire dalle teste delle mazzancolle. Tra i dolci la Panna cotta ai frutti di bosco che diventa tale solo al tavolo mentre viene raccontata dal maitre. Questo dessert è realizzato con crema pasticcera ai frutti di bosco sopra la quale vengono adagiate le bacche sulle quali viene versata la panna calda che si addensa sul momento, sotto gli occhi dell’ospite prendendo la classica consistenza del dessert originario. Per chi preferisce non seguire uno dei due percorsi, l’ospite può scegliere alla carta. Nicola Mantovani, il maitre, e Isacco Giuliani, il sommelier e responsabile della cantina, operano in perfetta sinergia con lo chef. Giuliani propone una carta dei vini che omaggia il territorio e si spinge al resto dell’Italia e all’Europa. Una selezione accurata per esaltare al massimo la cucina e creare un’esperienza completa e appagante per gli ospiti. Makorè è aperto dal mercoledì al venerdì dalle 19.30 alle 22.00. Sabato e domenica dalle 12.30 alle 14.00 e dalle 19.30 alle 22.00 Per informazioni e prenotazioni Tel. 0532.092068 www.makore.it

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Castagner 5 Grappoli Bibenda per 4 grappe e oro al Concours Mondial de Bruxelles

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a cura di marco morelli

a incetta di premi Castagner, una delle distillerie più celebri e importanti del Nordest per la grappa di qualità. Nell’ultimo mese la società di Visnà di Vazzola (Treviso) si è aggiudicata i prestigiosi 5 Grappoli della Guida Bibenda 2024 risultando tra le aziende più premiate d’Italia. Ben 4 referenze hanno ottenuto il massimo riconoscimento per i vini e le grappe che viene assegnato ogni anno dalla Fondazione Italiana Sommelier: Grappa Fuoriclasse Leon 7 Anni Riserva, Grappa Fuoriclasse Leon 3 Anni Riserva, Grappa Riserva Invecchiata in Barrique di Ciliegio e Riserva 5 Anni Invecchiata in Barrique di Ciliegio. Grappa Fuoriclasse Leon 7 Anni Riserva si è anche aggiudicata la prestigiosa medaglia d’oro alla Spirits Selection del Concours Mondial de Bruxelles. Successi lusinghieri avvalorati dagli ultimi dati sul fatturato che vedono la distilleria veneta in costante ascesa a conferma che la grappa è pronta a competere sugli invecchiamenti con gli altri grandi distillati come il whisky, il cognac e l’armagnac. Nei primi 8 mesi dell’anno, infatti, il mercato della grappa ha registrato una flessione del 4%, ma il brand Castagner è cresciuto del 5%. «Stanno perdendo di più le fasce basse rispetto a quelle medio alte - dichiara il fondatore e CEO della società, Roberto Castagner -. Parlo della GDO (Grande Distribuzione Organizzata), mentre l’HORECA (Hotellerie, Restaurant e Café) è in crescita. Credo che quest’anno avremo un aumento della clientela del 25-30%. E da 10 mila esercizi pubblici, il nostro obiettivo sarà quello di arrivare a 15 mila clienti guidati sempre dallo stesso motto: “Aggrappati all’Eccellenza”».

Castagner riserva

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Al centro Roberto Castagner

Forte di questi risultati, la Distilleria Castagner presenta due nuove referenze: una grappa invecchiata 23 anni e un’esclusiva grappa di Amarone. Prodotta in appena 749 esemplari, “Castagner Riserva 23 anni” sarà nelle enoteche da metà novembre. E’ il frutto della visione di un fuoriclasse della distillazione come Roberto Castagner ed è una grappa celebrativa del suo percorso imprenditoriale. Coccolata come fosse un bambino, rappresenta un pezzo di storia dell’imprenditore trevigiano. «In questi 23 anni l’ho assaggiata mese per mese - racconta Roberto Castagner - seguendone l’evoluzione. “Castagner Riserva 23 anni” rappresenta per me molto più di una grappa, è infatti il simbolo di un percorso fatto di sogni, passione e lungimiranza». “Castagner Riserva 23 anni” è anche un modo per capire meglio lo stile Castagner. «Devi averci visto giusto 23 anni fa - continua il mastro distillatore - oggi questa grappa incontra i gusti del consumatore moderno. Quell’idea di eleganza, di avvolgente morbidezza, è quello che l’intenditore di spirits cerca, e corrisponde esattamente al mio stile». Castagner ha sempre creduto che il distillato di bandiera potesse imporsi sui mercati internazio-

nali. Per questo motivo, fin dalla nascita della sua azienda, ha investito sul concetto di grappa come rito italiano: ha creato una barricaia che oggi conta circa 3.000 barrique dimostrando grande lungimiranza in un contesto in cui (metà anni ‘90) la grappa consumata era per il 90% bianca. L’obiettivo è sempre stato quello di trasformare la grappa in un prodotto moderno e di alta qualità e i numeri gli stanno dando ragione. Altra novità firmata Castagner è la grappa “Mia Amarone”. Prodotta in soli 987 esemplari è frutto di un blend segreto con le migliori selezioni di grappa Amarone provenienti dalla riserva personale di Roberto Castagner. «In “Mia Amarone” - conclude Castagner - ho scelto le piccole botti di grappa di Amarone che negli anni hanno espresso al meglio, secondo la mia visione, il perfetto profilo di questa nobile Docg. Ne è nata una cuvée di grappa Amarone riserva che sento particolarmente mia e che ho creato per dedicare, ai grandi appassionati di Amarone come me, una selezione del meglio che ho saputo distillare negli anni da questo straordinario cru veronese».

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Cantina Riboli un viaggio sensoriale attraverso i sapori e i profumi del Piemonte

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antina Riboli, cantina vitivinicola d’eccellenza nell’astigiano, è entusiasta di presentare la sua straordinaria selezione di box regalo per il Natale 2023. Queste magiche confezioni trasmettono il calore e la tradizione delle festività, offrendo vini pregiati e prodotti gastronomici di alta qualità e rendendo il Natale ancora più speciale. I valori principali della cantina sono il rispetto del territorio, la sperimentazione dinamica e l’innovazione sotto diversi aspetti, pur rispecchiando perfettamente l’anima del Monferrato, dove la tradizione vitivinicola è una testimonianza di lunga data. Un elemento che distingue Cantina Riboli è il legame con il tema dello spazio, dei pianeti e dell’esplorazione, che insieme rappresentano l’intenzione dell’azienda a puntare sempre più in alto, verso la Luna, diventando un punto di riferimento del territorio, caratterizzato dall’avanguardia della produzione e della conduzione aziendale. Per il Natale 2023, Cantina Riboli ha ideato delle box regalo pensate per condividere momenti speciali con i propri cari, regalando la gioia di sapori autentici e vini raffinati. “Il Natale è un momento di gioia e condivisione, e desideriamo portare alla vostra tavola il meglio del Piemonte”, dichiara Roberto Riboli. “La selezione di box regalo rappresenta la nostra passione per la tradizione natalizia, la cucina e, naturalmente, i vini di alta qualità. Vi invitiamo a esplorare il Piemonte attraverso i nostri prodotti e a condividere il calore delle festività con le persone a cui volete

Box Spaziale di Natale

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a cura di marco morelli

Box del sorsonauta

bene. Il Natale è un momento magico, e speriamo che le nostre box possano contribuire a rendere questo periodo ancora più speciale”. Tra le diverse opzioni offerte dalla Cantina possiamo trovare:

CANTINA RIBOLI Cantina Riboli nasce negli anni 2000 quanto viene acquistata una casa di campagna con annessi 6 ha di terreno, i quali erano vitati solo per un ettaro di Moscato d’Asti Docg e nove filari di Barbera. Nel 2009 vengono vendemmiate e vinificate le prime uve di Barbera. Nel 2013 viene imbottigliata la prima annata ufficiale di Barbera d’Asti docg alla quale abbiamo dato il nome “Mappale 61” e da qui ha inizio una nuova avventura totalmente differente dove, grazie all’affiancamento di un enologo, si iniziano a creare capolavori uno dopo l’altro. www.cantinariboli.it Regione S. Giorgio, 11 – 14058 Sessame (AT) Telefono (anche Whatsapp): 338.54.83.088 Le visite sono solo su prenotazione, almeno 48 ore prima.Sabato dalle 11:00 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 18:00. Domenica dalle 11:00 alle 12:30. In settimana solo su appuntamento.

- la “Box Spaziale di Natale”, una saporita avventura tra le stelle natalizie dove un Panettone Classico di Italo Vezzoli (privo di uvette e canditi) ci sorprenderà per la sua autenticità, accompagnato da un fantastico Moscato d’Asti o, in alternativa, da un freschissimo Metodo Classico Riboli Blanc de Noirs (100% Pinot Noirs); - la “Box del Sorsonauta”, dove salirai su una nave spaziale all’insegna dell’esplorazione dei prodotti enogastronomici piemontesi. Avrai il piacere di gustare prodotti dolci e salati, come la Rocchetta di Roccaverano, il salame nero di suino e una gustosissima torta di nocciole piemontesi, il tutto abbinato a tre dei vini più rappresentativi della Cantina, ovvero la Barbera d’Asti Superiore, iI Moscato d’Asti e il Metodo Classico Riboli Blanc de Blanc. La scoperta dei prodotti Riboli non termina qui, infatti sul loro sito web sono disponibili altre box emozionanti da provare, mentre in cantina è possibile comprare la versione magnum (1,5 litri) di alcune delle etichette più ricercate, tra cui la Barbera d’Asti ed Estro, il cortese macerato in anfora. Ti invitiamo a celebrare il Natale 2023 con gli emozionanti vini di Cantina Riboli. Per ulteriori informazioni o per effettuare un ordine, visita il sito web www.cantinariboli.it.

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Da 20 anni vi Auguriamo Buon Natale ed abbiamo ancora i numeri per stupirvi.

BUONE FESTE

Dicembre 2022 - Gennaio 2023

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sport

a cura di michela Toninel

ATOMIC E TOP 50 LA SFIDA “NEXT GENERATION” In linea con la sua consolidata strategia di collaborazione con alcune delle principali realtà italiane impegnate nell’ambito dello sci agonistico giovanile, Atomic conferma anche quest’anno la sponsorizzazione tecnica dell’evento Top 50. Questo appuntamento valdostano è rivolto ai più talentuosi giovani sciatori provenienti da Italia e Paesi limitrofi. Atomic riconosciuto come il più grande produttore di attrezzatura per lo sci al mondo, continua a mostrare il suo impegno nel sostenere i giovani sciatori, dai principianti alle prime curve sulla neve fino ai talentuosi ragazzi che mirano a realizzare il sogno di una vita: far parte della Squadra Nazionale. Nella

babbo running a brescia

La 13^ edizione della Babbo Running, la corsa/ camminata più divertente dedicata al Natale, torna a Brescia domenica 10 dicembre 2023. La partenza è prevista alle ore 10:00 da Piazzale Locomotiva – Castello di Brescia. Babbo Running è la corsa/camminata ufficiale con barba e costume di Babbo Natale, per una giornata all’insegna della gioia del Natale, del divertimento e della solidarietà. 5/10 km a ritmo libero, in cui si partecipa in costume da Babbo Natale per portare una ventata di allegria nel centro città! Un evento ludico-motorio carico di allegria, ironico e divertente, che coinvolge appassionati di tutte le età, un autentico street show, la festa pre-natalizia per l’intera città, l’evento più atteso e dinamico del periodo natalizio, il modo più divertente per scambiarsi gli auguri di Natale!

fattispecie Atomic è lieta di rilanciare per il secondo anno consecutivo il supporto al Top 50. Si tratta di un evento che, giunto al-la sua terza edizione, avrà luogo come di consueto a Pila (AO), in particolare martedì 12 e mercoledì 13 dicembre p.v., con gare di Slalom Speciale e Slalom Gigante in cui saranno coinvolti i migliori Ragazzi e Allievi italiani e dei Paesi confinanti. Prenderanno parte al Top 50 le giovani promesse Atomic italiane Carlotta Pedronlini, Alenah Taschler, Giulio Paolo Cazzaniga e Michele Vivalda, e i transalpini Anton Escoubas, Mathilde Astoul, Meril Ance, Axel Murat, Aimery de Poilloud de Saint Mars, Paul Prades, Lénaelle Parand.

12 gare di Coppa del Mondo (più una) sulle Dolomiti È cominciata la stagione delle gare di Coppa del Mondo di sci alpino e noi mantovani abbiamo la possibilità di andare ad assistere in prima persona almeno alle gare sulle Dolomiti che stanno a (relativamente) breve distanza da casa. Ecco perché, oltre al Night Event con lo slalom maschile sulla 3Tre di Campiglio – cioè Dolomiti di Brenta - che come da tradizione è programmato il 22 dicembre, ci sono altre 12 gare maschili e femminili sulle Dolomiti che quest’anno sotto state raccolte e presentate sotto l’egida del Dolomiti SuperSki. La prima destinazione sciistica interessata è la Val Gardena che, come consuetudine, ospiterà un superG e una discesa libera maschili venerdì 15 e sabato 16 dicembre prossimi. Il weekend prenatalizio continuerà con le gare in Alta Badia, proprio dall’altra parte della montagna, domenica 17 e lunedì 18 dicembre con due slalom gigante sulla celebre Gran Risa. Tutti a Cortina il 26 e 27 gennaio con discesa e

di enrico corno

Kilde Aleksander Aamodt Credits Saslong Classic_Club superG femminili, il 30 a Plan de Corones per il gigante femminile (quello dove lo scorso anno Michaela Shiffrin ha vinto l’83° e 84° gara della sua carriera superando ogni record nella storia dello sci) per chiudere in Val di Fassa il 24 e 25 febbraio con due superG femminili sulla pista della Volata al Passo San Pellegrino. E se sono 5 gli eventi di sci alpino, in totale Dolomiti Superski ospiterà ben 20 appuntamenti di Coppa del Mondo e Coppa Europa in cinque discipline invernali, dallo snowboard allo skicross. Numeri impressionanti? Del resto - come confermato da Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski che ha presentato il carosello sciistico più grande del mondo compreso tra le province di Bolzano, Trento e Belluno – “noi gestiamo ben 450 impianti di risalita in 12 comprensori sciistici dove ogni anno quasi 4 milioni di appassionati sciano su ben 1.200 km di piste”.

AL LAVORO PER L’ATTESISSIMA 51a EDIZIONE

SALOMON E MARCIALONGA 2024 Il marchio francese con il rinnovo (firma nel 2022) della triennale partnership con la più iconica granfondo di sci nordico in Italia, è pronto a dare il proprio sostegno in vista dell’edizione 2024, con l’obiettivo di compensare le emissioni di CO2 derivate dalle attività “promozionali” che il brand ha in agenda. Fin dalle prime edizioni di Marcialonga, quindi ancora prima del recente rinnovo, Salomon e il Comitato Organizzatore hanno sostenuto l’importanza della diffusione e della promozione dello sci nordico, definito come lo sport “più autentico” sulla neve. Non a caso, nel corso della storia, Marcialonga è stata il punto di riferimento per i pionieri e il palcoscenico per professionisti del calibro di Maurillo De Zolt, Jørgen Au-

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kland, Asle Gjerdalen, Jerry Ahrlin, Michail Botvinov, Jesus Gutierrez e atlete come Maria Bonaldi Canins, Guidina Dal Sasso, Britta Johansson Norgren, Tatiana Bondareva o Cristina Paluselli. Nel ricordare poi come passione, autenticità, innovazione ma anche attenzione verso l’ambiente siano valori che accomunano Marcialonga e Salomon, il marchio francese in-forma come a livello globale si stia impegnando per raggiungere obiettivi basati su dati scientifici: riduzione assoluta del 50% delle emissioni CO2 entro il 2030 rispetto a una base di riferimento del 2019 ed emissioni delle stesse pari allo zero entro il 2050. Info: https://www.salomon.com/it-it/sustainability/innovating-a-more-sustainable-future

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©Obereggen LatemarAG Winter2223 Ph.Harald m Wistahler

NEL CUORE DELLE DOLOMITI OBEREGGEN Il cuore innevato delle Dolomiti si risveglia con nuove emozionanti ed offerte. A Obereggen, a soli 20 minuti da Bolzano, gli appassionati di sci e snowboard possono godere di un’esperienza unica: passare da un comprensorio all’altro senza mai sganciare gli sci o lo snowboard. Questa connessione tra l’Alto Adige e il Trentino permette di raggiungere i comprensori Pampeago e Predazzo, insieme a Obereggen, formando così il suggestivo carosello sciistico del Latemar, che offre oltre 50 km di piste, uno dei più famosi snowpark italiani e internazionali, 4 piste per lo slittino, parchi giochi

ARRAMPICARE A CAPRINO Bello o cattivo tempo, caldo o freddo, si arrampica sempre a Caprino Veronese nella palestra di Xadventure. La struttura offre una zona lead con vie di diverse difficoltà e una zona boulder. Alcuni percorsi sono già attrezzati con apposite corde posizionate in alto per coloro che preferiscono non arrampicare come primi di cordata. La tracciatura delle vie avviene ciclicamente, garantendo un ricambio ottimale. La palestra organizza corsi di arrampicata, lezioni di approfondimento e allenamenti ed è aperta per la pratica libera, previa registrazione negli orari stabiliti. Dal mese di Novembre si può arrampicare il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 19.15 alle 22.00, per massimo 8 persone; per accedere è necessario fare una tessera associava. Info su www.xadventure.it

escursionismo

CALZE XTECH 3D CON LANA MERINO Nel panorama dell’abbigliamento tecnico sportivo, XTech si distingue con la sua ultima innovazione: le calze in lana merino 3D. Grazie a una tecnologia seamless a struttura differenziata, queste calze offrono un alto livello di comfort e performance. La peculiarità principale di queste calze risiede nella loro costruzione senza cuciture a contatto con la pelle. La tecnologia 3D a struttura differenziata impiega vari livelli di lavorazione della maglia per massimizzare l’espulsione del vapore corporeo. Ciò contribuisce a mantenere il corpo asciutto durante l’attività fisica, fornendo un supporto ottimale per gli atleti in movimento. La composizione prevalente di lana merino aggiunge un tocco di eccellenza alle calze. La lana merino è nota per la sua resa termica inimitabile, offrendo calore naturale e comfort assoluto. La soletta ammortizzata conferisce versatilità alle calze, rendendole adatte non solo per il running e il ciclismo, ma anche per il tempo libero. Ciò che distingue ulteriormente XTech è il suo impegno per la sostenibilità e la sicurezza; infatti, tutti i capi sono certificati Oeko Tex Standard 100, garantendo l’assenza di sostanze nocive sia per l’uomo che per l’ambiente. Con sede a Brescia, il polo produttivo di XTech seleziona le migliori fibre tessili da tutto il mondo e l’impegno per la qualità e la sostenibilità rende XTech un leader nel settore dell’abbigliamento tecnico sportivo seamless altamente performante. www.xtechsport.it.

NOVITA’ A BRENTONICO

ASILO SULLA NEVE L’Altopiano di Brentonico si prepara per la nuova stagione tra ristrutturazioni e ampliamento dei servizi anche per i più piccoli. La grande novità di quest’anno è l’introduzione di un “asilo sulla neve”, con personale specializzato, dove i genitori possono affidare i loro bambini al mattino, sicuri che saranno accuditi con professionalità e divertimento, per poi riabbracciarli alla chiusura delle piste nel pomeriggio. Il servizio, attivo presso il miniclub dell’Hotel Polsa o presso il miniclub dell’Hotel Dolomiti, sarà attivo dalla domenica al venerdì dalle 10 alle 19 con pranzo incluso. Particolare attenzione è stata dedicata al

campo scuola di San Valentino, oggetto di un importante intervento di ristrutturazione. La creazione di una nuova area “primi passi” dotata di tapis roulant e una rimodellazione generale rendono l’esperienza degli apprendisti sciatori più agevole e piacevole. In tutto il comprensorio la tradizione di accogliere gli amanti della neve si rinnova, e quest’anno l’area si presenta ancora più attrezzata e accogliente grazie ad interventi mirati a potenziare il sistema di innevamento e grazie alla ristrutturazione di hotel e il rinnovo di baite e chalet. www.brentonicoski.com

sulla neve per i bambini, sentieri per le passeggiate invernali, 12 rifugi in quota e piste illuminate di sera. La stagione invernale del Dolomiti Superski si è inaugurata venerdì 24 novembre, con l’apertura della pista da sci e slittino. Gli impianti e le piste di Obereggen e Panpeago sono aperti ufficialmente dal 25 novembre e Predazzo dal 2 dicembre. La società impianti di Obereggen ha adottato scelte lungimiranti negli anni, implementando un sistema di gestione ambientale certificato e un impianto di bio-teleriscaldamento nel 2007. Il rifugio Oberholz è addirittura riscaldato con energia geotermica, dimostrando un impegno tangibile verso la sostenibilità. Tra le novità c’è la “Skimovie”: sulla pista Toler di Obereggen, dove gli sciatori possono mettere alla prova le proprie abilità in un emozionante slalom parallelo. Il percorso sarà allestito tutti i giorni e offrirà la possibilità di scaricare gratuitamente il video della propria discesa. Una novità assoluta della stagione invernale sarà l’apertura serale della seggiovia Obereggen-Oberholz in 7 serate dedicate. dalle 18 alle 23:30, per raggiungere il rifugio Oberholz a 2.096 metri d’altezza per un aperitivo lungo sotto le stelle ai piedi delle Dolomiti. Inoltre, la seggiovia Tresca è stata completamente rinnovata con nuove seggiole a 4 posti e stazioni a valle e a monte aggiornate. www.obereggen.com/


sport

X-BIONIC LAKE GARDA 42 IL 14 APRILE 2024 RITORNA LA MARATONA SUL LAGO DI GARDA

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a cura di marco morelli

i terrà la prossima primavera la terza edizione della X-BIONIC LAKE GARDA 42, la manifestazione podistica lungo le rive dell’alto Garda, dove le acque del lago incontrano i pendii delle montagne tra Lombardia, Trentino e Veneto.

Come nelle precedenti due edizioni, X-BIONIC LAKE GARDA 42 avrà luogo in primavera. La prima cosa da fare è cerchiare sul calendario la data della gara, domenica 14 aprile 2024, giorno in cui si correranno la tradizionale maratona LG42 e la mezza maratona LG21 di 21 Km, le due competizioni di X-BIONIC LAKE GARDA 42 entrambe inserite nel calendario FIDAL. Visto il successo del format, il programma resta invariato: i maratoneti partiranno dal lungolago di Limone sul Garda, il borgo nella provincia di Brescia famoso per le antiche limonaie, e passando per il Trentino, precisamente per Riva del Garda e Arco di Trento con vista sulle Dolomiti di Brenta, concluderanno la prova nel borgo medievale di Malcesine, in provincia di Verona, attraverso 42 chilometri di strade chiuse al traffico. La mezza maratona, invece, parte da Arco di Trento e condivide con la sorella più grande il traguardo di Malcesine. «Il valore della manifestazione supera gli aspetti agonistici, perché con X-BIONIC LAKE GARDA 42 vogliamo sottolineare quanto sia possibile fare squadra se ci si pone un obiettivo comune – ha commentato Patrizia Pederzolli, alla guida della manifestazione – e sin dalla prima edizione del 2022 abbiamo trovato uno spirito di condivisione nelle amministrazioni dei comuni attraversati che, lo ricordiamo, fanno parte di tre regioni diverse». Spazio anche ai campioni di domani nella giornata di sabato 13 aprile, con la LG Kids, la corsa di poco più di un chilometro che vedrà sfidarsi piccoli runner dai 5 ai 12 anni di età nei pressi della Rocca di Riva del Garda. Partner d’eccezione Si conferma partner ufficiale della manifestazione X-BIONIC, brand che da oltre vent’anni sintetizza la precisione svizzera e l’artigianalità italiana nella produzione di abbigliamento sportivo funzionale. La

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partnership si presenta come un incontro naturale tra realtà che si pongono entrambe l’obiettivo di migliorare le prestazioni e aumentare il benessere degli atleti, l’una con prodotti derivanti dal connubio di innovazione, funzionalità e qualità dei materiali, e l’altra con un evento che, oltre al carattere competitivo, mira a essere un’esperienza da ricordare, e perché no, da ripetere. Tutti i runner troveranno nel pacco gara le calze XSOCKS® RUN PERFORM CREW, messe a disposizione X-BIONIC e personalizzate per la LAKE GARDA 42. Grazie alle innovative strutture in mesh, alle fasce Suppronation® e ai cuscinetti Roll Support, gli atleti potranno sperimentare un’esperienza superiore di protezione dei piedi durante la corsa, oltre a supporto e comfort chilometro dopo chilometro. Pronti via! Sotto il profilo logistico, va ricordato che nella quota di iscrizione è compreso il servizio navetta, via terra o via lago, da e per i diversi punti di partenza e di arrivo delle due competizioni, con sconti riservati a gruppo sportivi, associazioni o società che decidessero di aderire come gruppi. Inoltre, per condurli alla scoperta dei piaceri enogastronomici del territorio, gli iscritti troveranno buoni spendibili in ristoranti convenzionati dei comuni interessati dalla gara. E all’arrivo? Oltre naturalmente la medaglia di finisher, chi gareggia potrà accedere al ristoro finale nell’area gastronomica allestita presso il traguardo di Malcesine, in attesa delle premiazioni. Gli unici aspetti su cui dovranno concentrarsi i partecipanti sono la propria performance atletica e godersi ciò che il Garda ha da offrire, grazie a un’organizzazione strutturata che può contare anche sul supporto di numerosi partner locali. L’edizione 2024, inoltre, prevede un’area EXPO ancora più grande e ricca di stand, allestita presso Riva del Garda, oltre a tanti e divertenti eventi collaterali organizzati nelle località coinvolte.

Ma che numeri! Una gara che pensa in grande, insomma, anche se forse sarebbe più corretto affermare che continua a pensare in grande. Nella passata edizione la XBIONIC LAKE GARDA 42 ha visto al via 2.700 partecipanti alle due competizioni, e aspettando la terza edizione gli organizzatori festeggiano già un primo parziale traguardo: raggiunta quota 2.000 iscrizioni. Di queste, il 44% ha scelto di correre la maratona LG42, il restante 56% la mezza maratona LG21. Analizzando i primi numeri, emerge sin da subito il valore internazionale della manifestazione, che conta atleti di ben 52 nazionalità differenti. Non è l’Italia il Paese con il maggior numero di iscritti, bensì la Germania con 500 runner, seguita da Italia con 300 (ma essendo le due gare iscritte nel calendario FIDAL gli organizzatori puntano a una buona adesione dei podisti italiani) e da Regno Unito con 190. Ultimo, ma non certo per importanza, il dato della presenza femminile: nel solco delle passate edizioni, le iscrizioni alla mezza maratona vedono per oltre la metà runner donne, segno che la distanza piace sempre più… all’altra metà del cielo. Per maggiori informazioni:

Per i lettori di MCG MAGAZINE al momento dell’iscrizione disponibile uno sconto Del 10% con il codice LG42MANTOVA10.

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motori

Sei italiani su 10 almeno una volta sono rimasti a piedi con la propria auto

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endolari che vanno al lavoro o a scuola, partenze con gli amici, viaggi per far visita ai parenti o semplicemente in vacanza. Gli italiani trascorrono molto tempo in auto e, ovviamente, la maggior parte di loro potrebbe raccontare un aneddoto capitatogli mentre era alla guida. Partendo da questo presupposto, https:// parclick.it la principale piattaforma online per la prenotazione di parcheggi in Europa con oltre tre milioni di utenti attivi, ha pensato di scoprire quali sono le disavventure più frequenti degli automobilisti italiani, incoraggiando i suoi utenti a condividere gli aneddoti più divertenti. Risulta che la situazione più frequente con cui gli italiani hanno avuto a che fare è il dover abbandonare l’auto in strada: sei su dieci si sono imbattuti in un problema come la foratura di una gomma, la batteria scarica, un guasto al motore o all’impianto elettrico; ma anche il restare senza benzina. Il 9% ha dichiarato di aver finito il carburante o, peggio ancora, di aver messo il diesel nel serbatoio al posto della benzina o il contrario; ed è proprio durante il periodo delle partenze estive che questi errori alla stazione di servizio aumentano rispetto a qualsiasi altro periodo dell’anno. Per evitare queste situazioni, è consigliato tenere monitorato lo stato del proprio veicolo. Nonostante ciò, quattro automobilisti su dieci hanno ammesso di non controllare adeguatamente il proprio mezzo prima di partire; non effettuare

di paolo carli

Rula Jebreal questo controllo aumenta del 50% la probabilità di avere un guasto. Parclick.it consiglia quindi di controllare lo stato degli pneumatici, il livello dei liquidi (olio, freni, liquido di raffreddamento, sterzo e tergicristalli), l’aria condizionata, la batteria e le luci prima di iniziare le vacanze estive. Per quanto riguarda il parcheggio, una delle maggiori paure delle persone è non ricordare dove si ha parcheggiato l’auto quando si torna a riprenderla, almeno secondo sette intervistati su dieci. Trovare l’auto può essere complicato; basti pensare che un 35% ha confessato di aver tentato di aprire un’auto che non era la sua. Per i più smemorati, la cosa migliore da fare è annotare sul cellulare l’indirizzo in cui si è parcheggiato e scattare una foto della strada; nel caso dei parcheggi, meglio cercare qualcosa che permetta di ricordare la posizione esatta (come un cartello o una pubblicità) e fotografare il numero del posto auto. Anche l’uscita dell’auto dal parcheggio è una delle principali cause di preoccupazione, con il 43% che ha dichiarato di non essere riuscito a scendere dall’auto perché lo spazio era troppo stretto. E, a proposito di orientamento, l’era digitale ha portato con sé la magia del GPS. Ma questa magia scompare non appena la batteria si esaurisce. È a questo punto che arriva il problema. Quasi quattro intervistati su dieci (39%) hanno dichiarato di essersi persi nel bel mezzo di un viaggio

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IL 9% HA DICHIARATO DI AVER FINITO IL CARBURANTE O, PEGGIO ANCORA, DI AVER MESSO IL DIESEL NEL SERBATOIO AL POSTO DELLA BENZINA O IL CONTRARIO perché il cellulare era scarico o senza copertura. Molti hanno già dimenticato come orientarsi sulle strade italiane senza il GPS, forse bisognerebbe tornare alle classiche mappe sul cruscotto. O forse meglio optare per un’opzione più contemporanea: un caricabatterie da auto. Ma oltre agli aneddoti più comuni, gli utenti di Parclick.it ne hanno condivisi alcuni davvero insoliti. Ad esempio, il 4% ha ammesso di aver pagato alla stazione di servizio e di essere poi andato via senza fare il pieno. E ancora, ad alcuni è capitato di guidare con il bagagliaio aperto, di lasciare le chiavi all’interno dell’auto, di non ricordare quale fosse l’auto a noleggio dopo averla parcheggiata, di non mettere il freno a mano dopo aver parcheggiato, di cambiare i tergicristalli in un parcheggio a un’altra auto uguale alla propria: e sono solo alcuni tra i più curiosi descritti dagli intervistati. Se c’è una cosa che dobbiamo riconoscere è che dietro ognuno di noi c’è sicuramente una storia interessante.

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