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L’EVENTO DEL MESE
L’ingresso del 12 e 13 novembre è gratuito
Info e prenotazioni Com. di Volta Manovana
Gli orari di apertura: il sabato dalle ore 10.30 alle ore 21.00 la domenica dalle ore 9.30 alle ore 19.30
Tel. +39.0376.839431 da Lunedí a Sabato h. 8.30 - 13.30 info@avoltaperstarbene.it www.avoltaperstarbene.it
di Marco Morelli Tanti gli eventi per gli appassionati e le famiglie
DAL 12 AL 13 NOVEMBRE - A Volta Mantovana assaggi, degustazioni, visite guidate
“A Volta per star bene” le eccellenze agroalimentari Olio Extra Vergine di oliva, tartufi e vini spumanti Metodo Classico e Charmat: il tris di eccellenze agroalimentari italiane si conferma protagonista della XII edizione di “A Volta per star bene”, evento organizzato a Volta Mantovana sabato 12 e domenica 13 novembre 2011 presso Palazzo Gonzaga da Comune e Pro loco Voltese (info: www.avoltaperstarbene.it). Provenienza dei prodotti in degustazione, banco d’assaggio e mostra – mercato: il mantovano, in primis i prelibati tartufi delle Colline Moreniche, ma non soltanto. A Volta sarà infatti possibile assaggiare e acquistare il meglio della produzione anche nazionale, accompagnata da un’ampia proposta di altri prodotti tipici di molte regioni d’Italia. Salumi, formaggi, confetture e prodotti da forno completeranno la proposta. Il prologo dell’evento: lunedì 7 novembre Il prologo dell’evento, organizzato in via eccezionale quest’anno nella giornata di lunedì 7 novembre, porrà l’attenzione su solidarietà e alimentazione. Alle ore 15 avrà inizio la “Partita del Cuore” fra la Nazionale Italiana Ristoratori e la squadra della Fondazione Exodus di Don Antonio Mazzi. Il ricavato dalla partita sarà devoluto alla Fondazione. A seguire, alle ore 18.00, il TalkShow dedicato al tema “Tipico e buono. Viaggio fra alimenti e ricette, dal territorio al ristorante”. L’incontro sarà moderato da
Un precedente convegno con Alberto Lupini e Nazionale Ristoratori
Il Programma dell’edizione 2011 La manifestazione si articola in Mostra dei vini spumanti e dell’olio extravergine di oliva, con banco d’assaggio dove gli appassionati potranno degustare i prodotti esposti, e Mercato, dove le aziende espositrici mettono in vendita i loro prodotti: vino, olio, tartufi, salumi, formaggi, confetture e prodotti da forno. A disposizione viene dato un bicchiere da degustazione con busta porta bicchiere a 2,50 euro. Sabato 12 alle ore 10,30 “Apertura Mostra”, alle ore 11,00 “Inaugurazione ufficiale”, alle ore 17,00 “Unità d’Italia, 150 piatti per 150 territori: la Lombardia e il mantovano”, alle ore 18,00 “Aperitivo”. Dalle ore 18,30 “Animazioni” e alle ore 21,00 chiusura . Domenica 13 alle ore 9,30 “Riapertura Mostra”, alle ore 14.30 “Gara di ricerca del tartufo con il cane addestrato”, alle ore 19,30 chiusura. A Palazzo Gonzaga troverete i tartufi delle Colline del Garda; inoltre si terrà la Rassegna dell’editoria di settore. Le famiglie potranno godere dello Spazio-bambini con animatori professionisti.
Prologo lunedì 7 novembre con la “Partita del cuore” fra Nazionale Italiana Ristoratori e Fondazione Exodus di Don Mazzi
Alberto Lupini, Direttore di “Italia a tavola”, e coinvolgerà ristoratori, produttori e operatori. Al termine, Cena di Gala, ovviamente a base di prodotti tipici delle Colline Moreniche del Mantovano. A Volta per star bene… fra assaggi, degustazioni, visite guidate e menù convenzionati A disposizione dei visitatori saranno calice e taschina (2,50 Euro). Per tutta la durata della manifestazione si svolgeranno degustazioni guidate da sommelier, analisti sensoriali ed esperti (per prenotazioni: info@avoltaperstarbene.it– tel. 0376 839431). E sarà anche possibile visitare lo storico Palazzo Gonzaga, sede dell’evento e della rassegna dell’editoria di settore, e il mastio del Castello. Per i bambini è previsto uno spazio – animazione gestito da apposito personale. Fra le varie iniziative in programma, si segnala la gara di ricerca del tartufo con cane addestrato che si terrà domenica 13 novembre alle ore 14.30. Sia sabato 12 che domenica 13 i ristoranti di Volta Mantovana pro-
porranno uno speciale Menù a prezzo convenzionato di 25,00 Euro vini compresi. Ecco l’elenco completo delle strutture che aderiscono all’iniziativa: Agriturismo Addis, Agriturismo Bellaria, Agriturismo Bortolino, Agriturismo Cascina Boshi, Agriturismo Cà Roma, Agriturismo Corte Aquileia, L’osteria di Edmondo, Ristorante Buca di Bacco, Ristorante C’era una volta, Ristorante La fontana, Locanda La Valle, Ristorante Miramonti, Ristorante Sqola, Ristorante Villa Boselli, Trattoria da Rita, Trattoria Stangada. Abbiamo chiesto all’assessore alla cultura e al turismo del comune di Volta Giuseppe Basso e al presidente della Pro Loco Mauro Segna lumi sulle origini della manifestazione. “ La manifestazione era nata come festa del vino novello” ci dice Mauro Segna “ma crollato il mercato di quest’ultimo si sono agganciati alla festa i vari prodotti ( olio, tartufo, spumanti) che hanno fatto grande negli anni questo territorio. Non a caso il novello, possiamo dirlo oggi, era più un pretesto per fare assaggiare i prodotti tipici della zona, ad esempio i capunsei, che un vero vino da presentare e promuovere. In un periodo freddo dell’anno “A Volta per star bene” vuole riproporre e rilanciare anche i prodotti e gli ingredienti poveri
della zona, che non precludono la realizzazione di una cucina di pregio e di piatti importanti”. “Tante le novità” aggiunge Giuseppe Basso. “Per gli appassionati, nel bosco dei giardini di Palazzo Gonzaga, ci sarà per il 4° anno consecutivo la gara dei cani da tartufo. Per grandi e piccini, nelle antiche cucine del Palazzo si terranno, sabato e domenica pomeriggio, corsi di
cucina per imparare a fare i capunsei. Soprattutto i bambini potranno realizzarli e portarseli a casa per la cena. Gli “Ordallegri” animeranno le giornate seguendo la tematica del “Filos nela stala” mentre la domenica mattina, dopo aver fatto la colazione del contadino in piazza, si potrà assistere alla sfilata dei trattori”. “Avremo tra di noi” conclude
Basso “il Presidente della Camera di Commercio di Asti con delegazione al seguito. Un modo per celebrare ufficialmente una manifestazione creata dal compianto Alessandro Scardeoni del Ferrari Club Volta Mantovana, che fu l’autentico promotore di questa iniziativa”. Non vi resta che passare un week end sulle colline all’insegna del gusto e del divertimento.
La Nazionale Italiana Ristoratori ospite d’eccezione
La NIR a Volta per suggellare un evento in costante ascesa Il Gotha della ristorazione nazionale ha deciso di recarsi in quel di Volta Mantovana richiamata dall’eco di una manifestazione che anno dopo anno conquista produttori e visitatori. Per questo motivo Perbellini, Santini & C. scenderanno in campo lunedi 7 novembre contro una selezione mista formata dai ragazzi di don Mazzi, autorità locali, e alcuni ospiti ancora top secret. Fondata nel 1995, l’Associazione Nazionale Italiana Ristoratori annovera fra i suoi
soci e sostenitori gli operatori del settore che spontaneamente hanno deciso di impegnare la loro immagine e il loro tempo in iniziative di solidarietà. Fra questi, molti nomi noti sia a livello nazionale sia a livello mondiale. Attuale Presidente è Giorgio Bini, del ristorante “Aquila Nigra” di Mantova; Vice Presidente è Enzo Pittura, dei “Sette Colli” di Filottrano (AN) ; i Consiglieri sono Giovanni Santini, “Dal Pescatore” di Canneto sull’Oglio (MN); Giancarlo Perbelli-
ni, “Perbellini” di Isola Rizza (VR); Francesco Gardinali, “L’Antico Giardino” di Ravalle (FE); Giuseppe Maddalena, dell’ “Osteria della Fragoletta” di Mantova ; Stefano Tommasi, del “Borgo Antico” di Ospedaletto di Pescantina (VR) . Fra i soci fondatori e sostenitori, i più autorevoli nomi del settore, da Gualtiero Marchesi a Gianfranco Vissani, da Giorgio Pinchiorri a Francesco e Romano Tamani (elenco completo e info: www.nazionaleristoratori.it).
La Fondazione Exodus, nata nel 1984 come Gruppo da un’idea di Don Antonio Mazzi e formalizzata nel 1996, è una Onlus attiva nel campo della comunicazione sociale, della formazione e promozione di programmi con adolescenti e giovani e nella cura dalle dipendenze e dal disagio sociale (www.exodus.it). A pochi chilometri da Volta Mantovana, a Cavriana, sorge una delle sedi della Fondazione, la Casa di Beniamino.
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L’EVENTO DEL MESE
Dove il divertimento è formato famiglia
Biglietti per partecipare a Fieracavalli 2011
Si parte dal Villaggio del Bambino, dove si insegna ai piccoli ad approcciarsi al cavallo. Star d’eccezione Kenya, la zebra selvatica
Per qualsiasi informazione Telefonare allo 041.27.19.009 (dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 18.00) www.fieracavalli.it
di Vittoria Bisutti Anche i più piccoli sono chiamati ad essere protagonisti
Parola d’ordine interattività
DAL 3 AL 6 NOVEMBRE Fieracavalli è giunta alla sua 113esima edizione
A Verona “tutta l’Italia che monta in sella” Fieracavalli, giunta alla sua 113esima edizione, è la tradizionale manifestazione fieristica dedicata a tutta “l’Italia che monta in sella” ed appassionata di equitazione. Gli spazi di Fiera Verona ospitano l’importante kermesse internazionale Fieracavalli-International Horse Festival, dal 3 al 6 novembre con un calendario ricco di novità dove è il cavallo l’unico e vero protagonista. Varenne guarda lontano, a un futuro che appare radioso, nel poster che presenta e rappresenta la manifestazione. Un futuro che nasce da un glorioso passato, degno, come recita il titolo, di una “Fiera di Razza”, dal 1898, una delle più importanti manifestazioni al mondo nel settore equestre. Allo stesso tempo, il nuovo staff di Fieracavalli, guidato da Luciano Rizzi, ha voluto come scelta presa con determinazione, aprirsi al pubblico, alle associazioni, agli espositori, in un incontro che ha rispecchiato l’evidente segno di un grande cambiamento, di una svolta, sia organizzativa che gestionale, decisa e chiarificatrice rispetto al passato. “Opportunità, criticità, nuove iniziative – ha detto Rizzi – ma soprattutto la necessità di accogliere le esigenze dei veri protagonisti, che sono appunto il pubblico, le associazioni, gli espositori. Noi non amiamo le promesse, ci piacciono i fatti. Siamo la fiera equestre leader in Italia e tra le principali nel mon-
Innovazione continua, applicata ad un mondo senza tempo. Per questa edizione Fieracavalli punta sull’interattività. La manifestazione diventa così un vero e proprio portale di intrattenimento, dove contenuti e immagini vengono prodotti direttamente dal pubblico. Il pubblico, attraversando salone per salone, si imbatterà in performance live di talenti emergenti nell’arte equestre mondiale, potrà scoprire, con le istantanee di “Un clic fuori dal ring”, un volto inedito di Fieracavalli. Si appassionerà al salto ostacoli dell’unica tappa italiana della Rolex FEI World Cup™, vivrà il dietro le quinte della grande competizione internazionale ammirando dal vivo gli allenamenti dei campioni del ranking mondiale. Anche i più piccoli sono chiamati ad essere protagonisti: nel Villaggio del Bambino, l’interattività la fa da padrone, grazie a percorsi dedicati alla natura e laboratori per scoprire il mondo del cavallo, come il battesimo della sella, l’Asinobus, la Patente Asinina e molti altri.
Un calendario ricco di novità dove è il cavallo l’unico e vero protagonista. Testimonial d’eccezione il mitico Varenne do, con 100.000 mq di superficie espositiva, oltre 150.000 visitatori, con un’incidenza estera che si avvicina al 20%. Riusciremo a mantenere questo livello qualitativo e quantitativo solo restando a contatto con tutte le realtà che compongono Fieracavalli”. Gli appuntamenti clou della manifestazione saranno ancora una volta la World Cup Fei di salto ostacoli (di cui Verona è l’unica tappa italiana), HorseLyric, il gala serale che registra ormai da quattro anni il tutto esaurito, il “Salone del bambino”, che si avvarrà anche quest’anno della collaborazione con lo Zecchino d’Oro, e i saloni di ItaliaAlleva, Cavallo Spagnolo, Purosangue Arabo, Western, con gare di morfologia e finali nazionali. Sarà una parata di stelle per la tappa scaligera della Rolex FEI World Cup™: quest’anno in campo ci sarà anche il canadese Eric Lamaze, campione olimpico di Pechino 2008, vice-campione della Coppa del Mondo in carica e finalista dei mondiali di Lexington 2010. Il fuoriclasse nordamericano quest’anno ha entusiasmato il pubblico
italiano aggiudicandosi il Gran Premio Roma a Piazza di Siena, uno dei pochi Gran Premi che mancavano nel suo palmares. Il terzetto che è salito sul podio della finale della Rolex Fei World Cup ™ 2010/2011 nella primavera scorsa a Lipsia, è al completo sui terreni di Jumping Verona: hanno infatti già confermato la propria presenza anche Jeroen Dubbeldam (il vincitore del Gran Premio di Verona lo scorso anno, terzo nell’occasione) ed il tedesco Christian Ahlmann che in Austria è invece salito sul gradino più alto del podio. Grande novità per questa 113° edizione, come evidenziato da Armando Di Ruzza, membro dello staff della kermesse equestre scaligera, riguarderanno la presenza degli stand espositivi all’interno del campo prova della World Cup Fei e la destinazione delle aree all’aperto, che vedranno protagonisti animazioni, caroselli, attività dimostrative, ludiche e didattiche, per avvicinare sempre più il pubblicoal mondo del cavallo. Fieracavalli sembra proprio che abbia deciso di aprirsi, di avvicinare la gente che lavora in questo settore, di ascoltarne le esigenze. In fondo, di tornare al passato, quando la Fiera era fatta dai cavalli, dagli uomini esperti di cavalli e dai semplici appassionati, per poter continuare a guardare da leader al futuro.
Fieracavalli sembra proprio che abbia deciso di avvicinarsi alla gente che lavora in questo settore
Il salone è diviso in quattro macro aree Westernshow, Salone del Cavallo Arabo, Salone del Cavallo Italiano e Salone del Cavallo Spagnolo dove vengono raccontate e mostrate le eccellenze delle razze presenti. Sono 3 i padiglioni interamente dedicati alle attrezzature per cavallo e cavaliere; inoltre un fitto programma di appuntamenti e competizioni sui ring dove appassionati e
curiosi sono richiamati da un’atmosfera unica completa l’offerta dettagliata della manifestazione. Lo spettacolo equestre serale torna a presentarsi nella sua veste più tradizionale, riportando alla luce il titolo con il quale aveva esordito nel 1991. Per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Fieracavalli presenta il Gala d’Oro in una veste speciale ovvero “Celebration”.
Un viaggio che parte dal Villaggio delle Tradizioni
Fieracavalli: un percorso dedicato alla scoperta del nostro territorio Quest’anno a Fieracavalli il visitatore potrà godersi uno degli aspetti più folcloristici della manifestazione attraverso un’iniziativa destinata a raccogliere grande consenso tra il pubblico. Per la 113° edizione di Fieracavalli si potrà accedere, con un unico biglietto, ad un percorso che coinvolge storia, gusto e tradizione in un’unica esperienza polisensoriale. Il nostro viaggio parte dal Villaggio delle Tradizioni dove esperti gastronomi si affiancheranno agli allevatori di razze
autoctone per condurci attraverso la storia del nostro stivale: dal Trentino Alto Adige alla Sicilia. Potrete gustare canederli, panada e speck Alto Adige IGP mentre guardate gli Haflinger, cavalli tipici del Trentino. Nel Veneto potrete assaggiare alcuni tra i vini più famosi al mondo. Rappresentazioni e dimostrazioni coinvolgeranno gli oltre 100 cavalli da tiro pesante rapido, tipici della pianura veneta. Il regno degli Estensi prende vita con i gusti inconfondibi-
li della zucca e del tartufo dell’ Accademia del delta del Po. Tra i tavoli dell’area gastronomica il giullare, il mangiafuoco e il gobbo reciteranno in rima medioevale estense, mentre i cavalli Camargue-Delta si esibiranno in rievocazioni risorgimentali. Dal Po all’Adriatico, con le olive ascolane, il ciasculo e il brodetto per conoscere la terra marchigiana. I cavalli sono quelli del Catria, di origini antichissime e particolarmente adatti al turismo equestre. Al Lazio è dedicato un ring di
400mq dove i 150 cavalli maremmani sfileranno con i propri cavalieri in un excursus storico, dalle origini etrusche fino a Garibaldi. Non perdetevi il pecorino romano. Per scoprire il resto delle curiosità Fieracavalli vi aspetta.
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il direttore
Sommario
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L’abito realmente fa il monaco?
“
Siete simpatizzanti del proverbio “L’abito non fa il monaco”, oppure sostenitori del detto “La forma è sostanza”?
“
Siete simpatizzanti del proverbio “L’abito non fa il monaco”, oppure sostenitori del detto “La forma è sostanza”? E’ un quesito tutt’altro che frivolo, in una società in cui la Comunicazione è il propulsore di ogni cosa. Non parliamo infatti di coloro che fanno della moda o dello “stile” un’ imprescindibile motivo del proprio essere, parliamo di quei personaggi che con la propria immagine condizionano le nostre scelte, da quelle poco rilevanti di ogni giorno a quelle fondamentali della vita e del vivere sociale. Sull’argomento sono state scritte montagne di libri e trattati; saper catturare l’attenzione e la fiducia altrui porta infatti a vantaggi incalcolabili, non solo economici. Nel quotidiano, per quanto ci si tenga informati e preparati, c’è sempre un interlocutore finale con cui doversi rapportare, che sia un commerciante, un assicuratore, un bancario, un funzionario e così via. Spesso abbiamo a che fare con uno sconosciuto, e con lui dobbiamo affrontare gli ultimi dubbi sull’acquisto di un’auto o di un costoso elettrodomestico, sulla stipula di una polizza assicurativa o di un mutuo bancario, e via dicendo. Dove non arrivano le nostre conoscenze dobbiamo affidarci alla presunta affidabilità di costui e, non avendo in genere alcuna informazione sul suo conto, a condizionare le nostre ultime decisioni sarà la sua capacità di trasmettere competenza e il suo modo di proporsi. Ed è scontato che per un’operazione importante ci infonderà maggiore credibilità un interlocutore compìto e dall’aspetto curato, pur sapendo che tenderà a tirare l’acqua al proprio mulino, piuttosto che un suo collega sboccato in camicia hawayana e piercing multipli, che ci trasmetterà sospetta superficialità. Questo criterio di valutazione di una persona lo adottiamo a maggior ragione nel caso in cui siamo chiamati alla scelta dei nostri governanti. In questo caso i media ci forniscono abbondanza di indizi sulla loro vita personale, nonché una moltitudine di occasioni per cogliere il loro modo di atteggiarsi ed esprimersi. Possiamo nel tempo valutare la loro rettitudine e coerenza nell’espletare i compiti loro assegnati, e possiamo farci un’opinione sul loro merito ad essere rieletti. Detto questo resta incomprensibile il successo di personaggi politici e/o televisivi, uomini e donne, delle cui discutibili vicende personali perennemente in vetrina si conosce ogni particolare, che continuano imperterriti a mietere consenso popolare. Evidentemente per molti elettori e/o utenti televisivi, accecati dalla politica o dalla ricerca di ricreazione, l’abito fa proprio il monaco.
Marco Morelli Direttore responsabile morelli.vocedimantova@mynet.it
Per informazioni Tel. 0376 224951 | Cell. 333 6272824 Per pubblicazioni mantovachiamagarda@mynet.it
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A VOLTA PER STAR BENE Si rinnova sulle colline moreniche la kermesse enogastronimica
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FIERACAVALLI 2011 Tutto è pronto a Verona per l’evento più atteso dell’anno
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RITRATTI VERONESI In esclusiva la curiosa intervista al presidentissimo Luca Campedelli
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GIORGIO BESCHI La mia scelta di abbandonare l’Unitalsi per fondare l’OFTAL di Mantova
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ALESSANDRO SAVIOLA Intervista ad uno degli eredi dell’impero fondato dal compianto Mauro Saviola
ALLO SPORT Countdown per il Gp Comuni di Castellucchio 34 LINEA e Marcaria, classica di ciclocross
a parer mio di GASTONE SAVIO
Il Re dopo aver interrogato gli astrologi di corte, ritenuti scienziati, certamente per quel che costavano, più che indovini, e preso atto dei risultati delle loro attente osservazioni su astri e pianeti, si convinse che il tempo atmosferico sarebbe stato ottimo e avrebbe potuto concedersi, senza difficoltà alcuna, l’agognato periodo di caccia. Gli astrologi, tanta era la loro compiacente adesione ai desideri del sovrano, azzardarono che neppure un tuono
Il popolo intuisce, lo si ascolti! avrebbe rotto l’armonia del creato. Davanti la muta dei cani, poi i portatori, infine il sovrano e i suoi dignitari si apprestarono a varcare la soglia della reggia per raggiungere le zone di caccia. Dopo il ponte levatoio c’era uno spiazzo verde, dove, nella stessa mattinata, un contadino faceva pascolare le sue bestie. Il Re fu incuriosito della vicinanza del gregge al castello e fece chiamare il contadino per avere spie-
gazioni. La testa china ed il cappello in mano, ma con voce ferma: “Maestà cerco di stare vicino alla stalla perché fra poco piove e né io, né le mie bestie abbiamo voglia di bagnarci”. Dopo un attimo di perplessità, la risposta secca del Re: “Buon uomo, tu, senza stipendio e quindi senza autorità, osi contraddire i miei astrologi? Loro mi hanno assicurato che non pioverà e non pioverà” .
Il Re ordinò di andare avanti. Nel primo pomeriggio, preparate le vettovaglie ed allestite le mense, il Re si apprestava a calmare gli stimoli della fame quando un tuono secco e rabbioso solcò l’aria, l’annuncio del temporale, subito pioggia a catinelle. Il Re, in tutta fretta, diede l’ordine della “ritirata”, comunque fatta sotto un diluvio. Il Re, il giorno dopo, senza tenere in alcun conto le ragioni della Casta, che
faceva quadrato intorno agli astrologi per evitarne il licenziamento, per esprimere un giudizio obiettivo chiamò il contadino per cercare di capire come, senza sondaggi, indici e grafici, non avesse sbagliato le previsioni meteo. “Semplice Maestà, credo al mio asino, quando il mattino si gratta l’orecchio contro la mangiatoia durante il giorno è pioggia, e non ha mai sbagliato, ieri, sia io che lei Maestà ne abbiamo avuto conferma. Non ci è dato sapere se il Re abbia sostituito gli astrologi con l’asino. Il Re e il contadino non sono soggetti semplicistici, ma gli attori di una storia semplice, ma incisiva come lo è la saggezza popolare. Il popolo va ascoltato, nelle circostanze più tragiche della storia la voce del popolo è la voce di Dio e se chi governa si sottrae a questo comandamento arrischia che le sue decisioni non siano credute e, pertanto, di non essere seguito, ma contestato.
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Mantova e dintorni
SOLFERINO Due domeniche da non perdere. Domenica 6 si terrà la oramai famosa castagnata, mentre il 13 appuntamento con il mercatino del piccolo antiquariato, collezionismo e tante curiosità.
GONZAGA
Welcome to the Christmas Village Kermesse giunta alla sua tredicesima edizione, nel tempo si è trasformata in un appuntamento da tenere evidenziato in agenda. Un’anteprima del Natale quale prenderà il via venerdì 18 per poi concludersi domenica 20 novembre. Trattasi per l’appunto di un villaggio colmo di sorprese e ricche novità tutte natalizie, quali si estendono tra articoli di artigianato artistico, idee regalo, addobbi natalizi, specialità enogastronomiche, e spazi dedicati al divertimento per i più piccoli, il tutto in un’area espositiva coperta e riscaldata di oltre 8.000 metri quadrati, suddivisa in quattro padiglioni. Verrebbe da dire, un vero e proprio paesi dei balocchi, in grado di ospitare un numero di oltre 15.000 visitatori, oramai aficionados, che ogni anno non mancano a questo must del Natale gonzaghese. Una va-
lida alternativa rivolta a chi, nella dura arte dell’acquisto dei regali natalizi, voglia trovare idee originali e divertenti, lontano dalla calca propria dei grandi centri commerciali. In particolare quest’anno, la fiera si pone come principale obiettivo quello di soddisfare le ri-
chieste degli ospiti più esigenti, indirizzando le proprie esposizioni sulla qualità e sulle peculiarità puntando sul pezzo unico ed introvabile. Oggetti dal design raffinati propri degli anni cinquanta, per poi passare al coloratissimo ventennio sessanta e settanta, e anco-
f
ra libri, stampe, bigiotteria in argento, con pietre dure. Non mancheranno nemmeno articoli per la casa e pregiati tessuti. Sempre legato al tema “casa”, invece, come non prevedere un’area dedicata all’arte in cucina con produzioni d’eccellenza prettamente italiane, in cui sarà possibile partecipare a corsi di cucina corredati dalla sapienza di esperti nell’apparecchiare la tavola in uno dei periodi dell’anno in cui serenità e convivialità restano indubbiamente le caratteristiche più evidenti. Eccellenti chef mostreranno infine l’arte del stupire, con sculture di cioccolato e finger food, il tutto ovviamente con un occhio di riguardo all’economia e al risparmio. All’interno della fiera, a disposizione dei visitatori saranno attivi servizio bar, punti ristoro in comode aree debitamente arredate, ampi parcheggi gratuiti.
la otografia
mn
a cura di Elisa Turcato
SABBIONETA
Ultime giornate per Art Festival 2011 Anche quest’anno la rinascimentale Sabbioneta, torna protagonista con la seconda edizione della manifestazione organizzata dal Centro Studi Giovanile Ermes, caratterizzata da eventi quali, mostre, incontri, approfondimenti, e spettacoli. Kermesse inaugurata lo scorso 17 settembre, vedrà la sua conclusione domenica 20 novembre e avrà come filo conduttore il rapporto tra storia, arte contemporanea e alta moda, affrontato con uno sguardo del tutto innovativo. Senza contare una particolare esposizione arricchita da oltre cento opere, tra abiti, costumi, accessori, fotografie, oggetti e dipinti provenienti da musei, collezionisti privati e dai brand dell’alta moda, il tutto allestito tra il Palazzo Ducale e la Galleria degli Antichi. Potranno essere, inoltre, ammirati costumi di scena del ‘500 e del ‘600 a cura dello stilista milanese Gianni Tolentino: tra le sue opere spiccherà l’abito da sposa ispirato a Grace Kelly. Per maggiori dettagli, consultare il sito web: www.csgermes.org. ROVERBELLA
Tornano le leggende mantovane Sta per prendere il via il concorso di scrittura sul tema “Crea una leggenda mantovana”. Consiste nell’inserire all’interno del racconto, un luogo e tre termini tra quelli indicati nel bando. Sarà riservato un riconoscimento speciale per il testo che acquisirà più preferenze. L’iniziativa è organizzata a cura dell’Avis di Malavicina, in collaborazione con la Librogusteria “Il Pensatoio” e con il sistema bibliotecario Grande Mantova. Le opere dovranno essere inviate via posta elettronica all’indirizzo storiemantovane@gmail.com, entro e non oltre il 30 novembre. CASTEL GOFFREDO
Incontro con il pianeta libro
Grande successo per il Remember Eden Discoteque di Piubega: più di mille persone hanno partecipato alla straordinaria riapertura a scopo benefico. Nella foto 3 Dj storici: Danilo Devincenti, Massimo Devincenti e Massimo Mondadori.
MANTOVA
Master in cure palliative A cura dell’associazione di volontariato denominata “Gli Sherpa Onlus” è stata bandita una borsa di studio pari a € 10 mila a favore di un laureato in medicina e chirurgia. Il candidato avrebbe l’occasione di frequentare il master universitario di primo livello specializzato in cure palliative al termine della vita, per l’anno accademico 2011-2012, presso l’università degli Studi di Milano. Le richieste degli interessati dovranno pervenire entro e non oltre mercoledì 30 novembre alle ore 18.00, presso la sede legale de “Gli Sherpa” sita in Via Martiri di Belfiore. OSTIGLIA
Allegria con il Novello Un appuntamento con uno dei vini più amati e ricercati è in programma nel comune di Ostiglia, con l’edizione 11’ Expo Vino Novello, sabato 12 e domenica 13 novembre. Presso il Palaexpo situato nel quartiere fieristico, sarà allestita una mostra mercato, corredata da prodotti tipici, con le relative tecnologie il tutto per festeggiare questa tipologia di vino. A disposizione dei visitatori, numerosi esperti e sommelier saranno in grado di offrire preziosi consigli su come servire ed accompagnare il novello. Per maggiori informazioni chiamare il numero 0386/302511 oppure consultare il sito web: www.comune.ostiglia.mn.it
L’appuntamento è previsto per domenica 6 novembre: ben 150 bancarelle colme di libri, costituiranno il più grande mercato d’Europa. Un importante riconoscimento è stato infatti regalato all’iniziativa un indiscutibile primato, ovvero la palma del più grande del mercato europeo dei libri del passato. Libri sotto i Portici porterà una vera e propria invasione di volumi nelle piazze e nelle vie del centro storico. Verranno proposti un numero come 40 mila testi vivacizzati da presentazioni librarie.
MANTOVA
Operazione matrimonio E’ in procinto di aprire i battenti, dopo molti anni di assenza, la raffinata fiera dedicata interamente ai futuri sposi. Trattasi per l’appunto della kermesse denominata “Mantova Sposi 2011”, che si terrà presso la splendida cornice del Palazzo della Ragione sito in Piazza Erbe i giorni sabato 12 e domenica 13 novembre. Due giornate costellate da grandi eventi e sorprese attorno al momento, considerato il più bello della vita di coppia. Appuntamenti imperdibili come sfilate di abiti da sposa e da sposo, degustazioni tra i migliori catering e pasticcerie della zona. A disposizione dei futuri sposi - quali desiderano ottenere idee, consigli e quant’altro sull’organizzazione del rito nuziale - sarà presente una delle migliori Wedding Planner locali, alla quale il rinomato Enzo Miccio, ha tramandato i suoi più preziosi insegnamenti e consigli sull’organizzazione del matrimonio. Negli anni trascorsi questo genere di iniziativa ha portato nella provincia virgiliana centinaia di persone, inte-
ressate e anche incuriosite dalle varie manifestazioni in programma. Con l’edizione 2011, Mantova ritorna così ad essere luogo di un’iniziativa presente in ogni città limitrofa e sempre fonte di molto interesse. Un weekend all’insegna del matrimonio e di tutte quelle molteplici attività necessarie alla buona riuscita del grande evento. Sono previste, infatti, numerose aziende mantovane che con le loro particolari presentazioni di beni e servizi offriranno un fitto programma di anteprime con tutte le novità per il 2012, rappresentazioni di cui le caratteristiche principali si distinguono tra creatività e originalità. Tutto il meglio delle nozze, quindi, dalla location, al flower design, all’abito nuziale, alle fedi, fino alla scelta della musica, dell’autovettura, del fotografo, delle bomboniere, alla luna di miele. Par-
ticolare degno di nota la possibilità di poter effettuare prenotazioni o stringere accordi direttamente presso gli stand, usufruendo di promozioni particolarmente vantaggiose. Praticamente tutto il “dietro le quinte” celato da semplice ed emozionato sì. Fautrice dell’evento Marilena Zigrini, titolare di “White Passion” Wedding and Events Planner quale opera nella province di Mantova, Reggio Emilia, Modena, Verona e Parma.
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SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA Domenica 6 novembre ore 9.30 presso il complesso monumentale Festa dell’Unità Nazionale e giornata delle forze armate.
bs
Brescia e dintorni a cura di Elena Andreani
BRESCIA
L’arte Moderna sale in cattedra
CHIARI
Nona edizione di microeditoria E’ in programma da venerdì 11 a domenica 13 novembre in Villa Mazzotti la nona Rassegna di Microeditoria Italiana. La manifestazione è curata dall’associazione culturale L’Impronta in collaborazione con il Comune di Chiari. L’edizione 2011 è dedicata al politico bresciano Mino Martinazzoli e filo conduttore della IX rassegna è la celebrazione della Carta Costituzionale nel 150° dell’Unità d’Italia come valore fondamentale per la civile convivenza associata al tema del lavoro per dare spazio al futuro culturale, politico e sociale del Paese. Numerosi gli appuntamenti per l’edizione 2011 della kermesse in Villa Mazzotti che, tra ospiti di spicco, incontri con gli autori, presentazioni di libri e occasioni di dibattito, si qualifica come il più importante evento editoriale di settore a livello regionale.
Il 25 novembre verrà inaugura presso la Fiera di Brescia l’innovativa rassegna “Brescia Arte Moderna e Contemporanea”. L’arte moderna in particolare si identifica con le opere artistiche prodotte tra il 1860 e il 1970 punto d’inizio dell’arte contemporanea. Per «arte moderna» si intende la concezione dell’arte propria di un’epoca che esprime una forma di «rifiuto» per il passato e di apertura alla sperimentazione, a questo proposito gli artisti sperimentarono nuove forme visive e avanzando concezioni nuove dei materiali e della funzione dell’arte. L’arte contemporanea si riferisce generalmente all’arte creata nel presente. L’uso dell’aggettivo “contemporanea” è utile e finalizzata a definire l’arte dei nostri giorni. L’espressione tende ad includere tutta l’arte creata dalla fine degli anni
L’evento si presenta come un insieme armonico di stili e di proposte dei grandi Maestri della pittura e della scultura degli ultimi sessanta anni
sessanta del XX secolo. Da questa sintetica carrellata di definizioni, nasce il progetto Brescia Arte Moderna e Contemporanea, cioè la volontà di rappresentare le anime artistiche dal ‘900 ad oggi. L’obiettivo di Brescia Arte Moderna e Contemporanea è di esprimere al meglio l’ampia e professionale realtà delle gallerie italiane che operano nel moderno e
nel contemporaneo. L’evento si presenta come un insieme armonico di stili e di proposte dei grandi Maestri della pittura e della scultura degli ultimi sessanta anni. Accanto a nomi noti: Alviani, Bertini, Boetti, Crippa, Scanavino , Sironi, Schifano, incontreremo nuove proposte che rappresentano gli esponenti dell’Arte Contemporanea
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più recente. Brescia vuole divenire un appuntamento da non mancare per i collezionisti e gli operatori del settore, ma anche un’occasione di accesso e di conoscenza per chi si avvicina al mercato dell’arte. Dal 25 al 28 novembre 2011 una superficie espositiva di ben 3.000 mq accoglierà 60 Gallerie d’Arte di diverse Città Italiane. L’inaugurazione avrà inizio alle ore 19 di venerdì 25, sabato e domenica si potranno visitare gli spazi espositivi dalle 10 alle 22.00, il lunedì dalle 10 alle 13, la periodicità sarà annuale e l’ingresso è di € 10.
la otografia
CILIVERGHE DI MAZZANO
“La moda oltre il tempo” Anche i Musei Mazzucchelli di Ciliveghe di Mazzano il 5 e il 6 novembre si apprestano ad ospitare una mostra del Vintage dal titolo “Made in Vintage la moda oltre il tempo”. Non si tratterà solamente di una mostra mercato ma di una selezione accurata di espositori che hanno fatto la storia del Vintage in Italia. Accanto a questo evento potrete trovare una mostra collaterale di Valentino r di Yves Saint Laurent. L’evento seguirà i seguenti orari sabato e domenica dalle 10 alle 20 ingresso 5 € intero e 3 € ridotto. Per maggiori informazioni 030.212421. MONTICELLI BRUSATI
Fiera del cioccolato 2011 Sabato 19 e domenica 20 si svolgerà l’VIII edizione della Sagra del Cioccolato, ormai tradizione di Monticelli Brusati. Verranno allestiti stand con degustazioni di specialità artigianali al cioccolato e con prodotti tipici del territorio. Il tutto verrà ricreato all’interno di una tensostruttura riscaldata che ospiterà: produttori di cioccolato, artigiani cioccolatai che mostreranno le fasi di produzione di cioccolato ed offrirà assaggi gratuiti, stand dedicati ai vini delle Cantine Monticellesi con degustazione e stand gastronomici. Per maggiori dettagli: www.comune.monticellibrusati.bs.it.
L’European Outdoor Film Festival EOFT 2011 arriva anche a Brescia, giovedì 3 novembre dalle 20 e 30 presso l’Auditorium Copernico di Via Balestrieri. Forse non tutti la conosceranno a fondo ma si tratta della più importante rassegna a livello internazionale sulla comunità sportiva outdoor, dall’alpinismo alla mountain bike.
MANERBA DEL GARDA
FIESSE
“Sagra del Porsel de Fiess”
Il corposo gusto dell’olio Manerba tra sabato 19 e domenica 20 novembre scende in campo o forse meglio tra gli uliveti con l’annuale rassegna Prim’Olio dedicata esclusivamente all’oro verde fluido dorato prodotto dalle prime spremiture delle olive. L’olio extravergine che si estrae dai frantoi di questa parte di lago non ha bisogno di parole. Insieme al vino di Riviera, è l’ambasciatore della gardesanità, di uno stile di vita che è dato praticare unicamente sulle sponde del Benaco, nei borghi dominati dagli antichi castelli, fra le Pievi e le preziose cappelle votive, fra i giardini delle ville e i sentieri dalla parvenza mediterranei delle zone umide e boschive. Manerba del Garda ne celebra il tempo della nascita, quell’attimo eterno di storia in cui l’oliva sacrifica se stessa per cedere all’uomo il suo succo, quel pregiato nutrimento che impreziosisce le tavole fin dalle età più remote. Prim’Olio propone al pubblico occasioni nelle quali l’olio appena franto è sempre protagonista e lo invita a conoscere la
suggestione del territorio che lo genera e a riflettere sulle sue potenzialità. La manifestazione è anche vetrina del suo territorio e del benessere che intende trasmettere. Ecco allora che per “cogliere” nel concreto il nocciolo della questione, all’aria aperta, giunge il tempo de “Il Cammino dell’olio”, che conduce il pubblico in visita guidata e gratuita tra uliveti e frantoi pronti a svelare i loro processi di produzione: sabato e domenica, alle 10.45 ed alle 15.30. Da mattino a sera, dalle 9.30 alle 18.30 di entrambe le giornate, gratuito e a ritmo continuo, i visitatori potranno partecipare a “Gust’olio”, banco d’assaggi degli oli della Valtenesi e dell’Alto Garda con la possibilità di acquisto dell’olio da parte degli stessi. Dalle 11,00 alle 12.30 e dalle 16,00 alle 17.30, sia il sabato che la domenica, Palazzo Minerva offre un aperitivodegustazione a cura della Strada dei Vini e dei Sapori del Garda e “guidati” da esperti sommelier dell’AIS, dove fanno capolino, abbinati ad alcuni pro-
Da venerdì 25 a domenica 27 novembre Fiesse ospiterà la consueta 21° “Sagra del Porsel de Fiess”! Non si tratta di una semplice sagra del maiale ma di un insieme di valori e di sapori che tengono alto il valore culturale del maiale nella nostra società e della mentalità della bassa bresciana. Sulla scena dunque il maiale, i prodotti da esso derivati e i tradizionali sapori casalinghi. Le serate saranno allietate da buona musica e da intrattenimento per tutte le età. Essendo da poco mutata la dirigenza della Pro Loco sicuramente delle innovative accortezze saranno apportate alla manifestazione che da anni accoglie numerosi visitatori. MONTICHIARI
Al via “Energy Days”
dotti tipici del territorio, i vini Doc del Benaco. Tutta la manifestazione avrà luogo presso il Palazzo Minerva nella piazza centrale del comune gardesano. L’evento è organizzato dal Comune di Manerba e in particolare curato dall’Assessore al Commercio Podavini.
Energy Days è la Mostra Convegno della Green Economy specialistica che si rivolge al pubblico ed agli operatori dei settori del Risparmio Energetico, delle Energie Rinnovabili, della Bioedilizia e della Mobilità Sostenibile. Per tre giornate dall’11 al 13 novembre verranno sviluppate tematiche quali: smaltimento amianto su capannoni agricoli e loro sostituzione con impianti fotovoltaici, certificazione energetica degli edifici ed utilizzo del manuale d’uso degli immobili. Per info 030 961148.
10 | Novembre 2011
Verona e dintorni
VERONA Presso l’Ente Fiera, il 26 e 27 novembre si terrà Elettroexpo. Orari di apertura: sabato dalle ore 9.00 alle ore 18.30, domenica dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Info: www.veronafiere.it
GARDA
Il Natale “autunno-inverno” Un Natale in anticipo. Di un mese circa. Un’affermazione strana, certo, ma che ora cercheremo di spiegare con calma. E per rendere ancora più intrigante la questione, è opportuno dire sin da subito che tale festività proseguirà oltre il 25 dicembre. Fin da piccoli ci è stato insegnato che la giornata dedicata alla Nascita di Cristo va trascorsa assieme alle persone care, con sentimenti di gioia e armonia, mettendo da parte i possibili dolori e rancori presenti. Un giorno in compagnia. Tuttavia, muovere sinceri passi in direzione dell’altro sono azioni che non devono avere età, né tantomeno devono essere ancorate a singole date all’interno del calendario. Il trascorrere del tempo non in solitudine è una componente fondamentale della specie umana, un qualcosa che ci nobilita. Pertanto, la cittadina di Garda ha scelto
Da venerdì 18 il lungolago sarà pronto a ospitare numerose casette in legno che offriranno ai visitatori sia oggettistica di impronta natalizia che prodotti gastronomici locali
di iniziare a celebrare il Natale con un leggero anticipo, già a novembre. Il motivo fondante di una simile decisione? Un modo per mostrare ai suoi abitanti, ma non solo, che il desiderio di condividere anche solo alcune ore di tranquillità e serenità è assai forte. Da venerdì 18 il lungolago sarà pronto a ospitare numerose casette
in legno che offriranno ai visitatori sia oggettistica di impronta natalizia che prodotti gastronomici locali. Vi sarà la consueta settimana “bavarese” in onore della località di Beilngries, paese della Germania legato all’abitato veronese da un vincolo di gemellaggio. A partire dalla prima metà del mese di dicembre, inol-
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tre, a prendere le redini del protagonista sarà il celebre Presepe del Borgo, una ricostruzione della Natività allestita con grande abilità e tradizione da un gruppo di volontari del luogo. Infine, il ricco programma includerà mostre, concerti e cori musicali. E dopo il 25 dicembre, un “caloroso” appuntamento (dato il probabile freddo) sarà il falò del giorno dell’Epifania. Il Natale di Garda si concluderà l’8 gennaio del prossimo anno. Con un ritardo di circa due settimane. Un’affermazione, anche questa, forse un po’ strana. Ma vera.
la otografia
vr
a cura di Daniele Adami
VERONA
“A cena con gli Scaligeri” Molte pietanze sono mescolate a pezzi di storia. Quasi tutte, probabilmente. A ogni assaggio la mente corre indietro nel tempo per cercare di immaginare quelle genti del passato che erano solite degustare lo stesso cibo. Ingredienti che mutano nel corso degli anni, sapori leggermente diversi, ma un gusto che continua ad appassionare i palati. Chissà cosa si mangiava a Verona quando a risiedere nelle sue terre erano gli Scaligeri. Martedì 8 novembre, alle ore 20.00, presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio, si cercherà di rispondere a questa domanda. Ciò nonostante, non vi saranno solo forchette e coltelli. Musica, poesie dialettali, racconti e aneddoti relativi ai principi Della Scala saranno i veri protagonisti della serata. In più, uno sguardo ad alcuni luoghi poco conosciuti e visitati della città. Con un sottile velo di mistero. Info e prenotazioni: 345/6040338. BARDOLINO
A tavola col “novello” L’acqua nutre la vigna. La pianta cresce assieme ai suoi grappoli colorati di un rosso rubino. L’uva viene afferrata con le mani e assaggiata. Il profumo è intenso. È l’ora di cogliere gli acini e di portarli a fermentare. Tuttavia, esiste un tipo di vino che non lascia il tempo necessario allo zucchero presente di tramutarsi in alcool. Stiamo parlando del novello, una bevanda che ama abbinarsi ai salumi, al pesce, ma soprattutto alle castagne arrostite. A Bardolino, presso la piazza del porto, il 5 e 6 novembre si potrà bere questa dolce primizia. Info: www.bardolinotop.it. BEVILACQUA
Spettacoli di Mistero 2011
Sabato 5 novembre dalle ore 15.30 alle ore 20.30 si terrà l’incontro di preghiera eucaristico mariano presso il Palasport di Verona con la presenza di Marija Pavlovič, veggente di Medjugorje.
CASTELNUOVO DEL GARDA
Antica Fiera di Cavalcaselle Una festa popolare, che mostra radici assai profonde e durature nel proprio territorio, e nelle persone che vi abitano. L’antica fiera di Cavalcaselle, infatti, racchiude numerosi ingredienti. E non parliamo solo da un punto di vista enogastronomico. Oltre alle specialità culinarie locali, dal 18 al 21 novembre le vie della località veronese saranno toccate da un raduno equestre, da un mercato artigianale, da un’esposizione di macchine e prodotti agricoli e da spettacolari giochi di strada. Il teatro scelto per questa festa? Colle San Lorenzo. Info: 045/7596216. BOVOLONE
Una piazza di castagne Un frutto caratteristico dell’Europa Meridionale, utilizzato in cucina in svariati e affascinanti modi. Soprattutto nella creazione di dolci. Ma quando si pensa alle castagne lo sguardo della gente non può non rivolgersi a quello strano strumento chiamato “rostidora”. Qualche minuto di cottura e si avrà tra le mani (e poi in bocca) un sapore che non ha eguali. A Bovolone, sabato 12 novembre, si svolgerà la tradizionale “castagnata”. In via Carlo Alberto, a partire dalle ore 16.00 si potrà degustare tale prezioso prodotto della natura, assieme a un bicchiere di vino.
Un’occasione per conoscere il Veneto. Un percorso diverso e mosso dal desiderio di incuriosire le persone, che può essere intrapreso sia da chi vive entro i suoi confini che dai visitatori. “Spettacoli di Mistero” è un’iniziativa che tocca numerosi e affascinanti luoghi della regione, con lo scopo di raccontare antiche leggende che animano questo territorio, o di crearne di nuove. Il 4 novembre il Castello di Bevilacqua diventerà teatro di storie che coinvolgono streghe, folletti, fate, fantasmi e tiranni. Alle spalle, un caloroso intrattenimento musicale. Info: www.spettacolidimistero.it.
VERONA
Il lavoro del “cercar lavoro” Nell’antichità si sentiva spesso parlare di otium (l’ozio, lo svago, il passatempo, l’odierno e oramai italianizzato inglese hobby) che si contrapponeva al negotium. Una semplice traduzione per questo secondo termine latino? Il lavoro. Nel corso della storia, nelle varie epoche, di volta in volta si dava maggior peso o all’uno o all’altro, a seconda, soprattutto, delle circostanze economiche in cui versava la società. Da un lato, l’idea di un’occupazione lavorativa come la massima aspirazione da raggiungere nella vita, dall’altro, la convinzione che il lavoro dovesse servire unicamente per avere poi la possibilità di un ritaglio di tempo libero, nel quale si riusciva (o doveva) esprimere la vera e semplice natura umana. E oggi? Qual è la relazione che intercorre fra l’otium e il negotium? Concentriamoci, per forza di cose, sul secondo elemento. Nel nostro Paese la situazione occupazionale giovanile non gode di buona salute. È assai difficile trovare o mantenere salda una fonte economi-
ca di sostentamento. In fiera a Verona, dal 24 al 26 novembre si svolgerà la mostra-convegno Job&Orienta, una delle più importanti iniziative dedicate alla formazione, alla scuola e al lavoro. Il cemento che legherà i tre elementi sarà, quest’anno, la “cultura dei mestieri”: una profonda conoscenza delle pratiche, delle teorie, e di alcuni segreti, è fondamentale per affrontare e gestire un impiego, presente o futuro. Pertanto, una vasta area della rassegna si concentrerà sull’incontro fra il mondo giovanile e le realtà aziendali. Le due parti in causa potranno darsi appuntamento presso la “Piazza di Job&Orienta” (vera novità dell’edizione 2011), un luogo dove poter discutere di importanti problemi, riflettere sulle difficoltà che riguardano il settore lavorativo, proporre idee e possibili soluzioni per tentare di uscire da un momento tutt’altro che roseo. Lo scorso anno oltre 46.000 visitatori hanno partecipato alla manifestazione. Numeri in costante crescita, il che di-
mostra la presenza di una folta schiera di persone che decide di muoversi da casa alla ricerca di un aiuto e di un consiglio per il futuro. Con la tenue e forte speranza per un futuro. La partecipazione all’evento è gratuita. Orari di apertura: dalle 9.00 alle 18.00. Info: www.veronafiere.it.
12 | Novembre 2011
Laura Tassi
a cura di Alessandro Andreolli
L’associazione Sankofa L’Associazione Sankofa nasce nel 2010 riunendo il percorso artistico e pedagogico di Laura Tassi e quello di Ibrahim Ouattara, attore/danzatore originario di Bobo Dioulasso (Burkina Faso), per promuovere attività sia didattiche (corsi e stage) sia artistiche (ricerca e spettacoli) nell’ambito della danza d’espressione africana, contemporanea e del teatro danza. Ha
già all’attivo l’organizzazione di seminari di teatro danza con Julie Anne Stanzak (Tanztheater Wuppertal/Pina Bausch), la realizzazione di un primo studio dello spettacolo “Lu konò: nella Corte” (vincitore del Bando C.R.E.A.R.R., La Casa dei Racconti/Provincia di Rieti) sull’incontro tra donne africane ed europee, lo spettacolo “Akua Ba, tutte le volte che nasco”
sul tema della maternità. A breve sarà attivo il sito www.sankofamovingart.com che si invita a consultare per essere aggiornati sulle proposte in continua evoluzione. Per maggiori informazioni: SANKOFA A.S.D. - Via Follo 7 – 25064 Gussago (BS) - Tel.: 030.8360021 / 331.2823720 - associazionesankofa@ gmail.com - www.sankofamovingart.com
Un approccio creativo alla danza africana “La danza d’espressione africana è un approccio creativo alla danza africana che prende spunto dalle danze tradizionali dell’Africa: partendo da ritmi e passi propri di alcune di queste danze, si ricerca un’essenza che possa comunicare anche al di fuori del contesto tradizionale. Quell’essenza che può parlare all’Uomo - e dell’Uomo – d’ogni provenienza e colore perché va oltre il corpo alla radice più profonda dell’essere”, spiega Laura Tassi, danzatrice, coreografa e insegnante, formatasi artisticamente e pedagogicamente nella danza africana, nella danza contemporanea e nel teatrodanza. Approdata in Europa intorno agli anni ’50-’60, prima nei Paesi ex-coloniali come Francia e Inghilterra, questa danza ha conosciuto una progressiva diffusione che arriva a toccare l’Italia intorno agli anni ’80. La definizione “danza africana” nasconde tutta la diversità e la ricchezza di un continente e a volte si corre il rischio di ridurre quest’arte così ricca a una danza di carattere o folkloristica. “La danza d’espressione africana è invece una danza contemporanea, universale che trae la sua origine dalle danze d’Africa ma si sviluppa attraverso il contatto di tali danze con altre discipline e forme artistiche e di movimento. Le lezioni di danza d’espressione africana possono toccare diverse pratiche: dalla danza africana alla danza contemporanea, dallo yoga al gioco teatrale, offrendo l’opportunità di lavorare sul proprio corpo in modo divertente ed espressivo” continua. Ci si ricollega alla terra per cercare un contatto che porti centratura, allineamento ed equilibrio; attraverso questo contatto, il lavoro sulla colonna vertebrale e il ritmo delle percussioni si scaricano le tensioni e lo stress accumulati nel corpo e l’energia liberata riprende a circolare portando una sensazione di benessere, forza e vitalità e migliorando anche fiato e tono muscolare. “Per me l’incontro con la danza africana è stato molto simile all’innamoramento. Praticavo danza jazz da anni e avevo iniziato ad avvicinarmi al mondo del fitness e dell’hip hop quando andai “per caso” a fare una lezione di prova di danza africana. Ricordo come se fosse oggi la sensazione di aver finalmente trovato una “casa”, un luogo che il mio corpo riconosceva come se ci fosse sempre stato; ricordo le pedalate per arrivare da Porta Venezia fino al M.A.S. di Milano da Emanuel Miller ( Jamaica), il mio primo insegnante a cui sono estremamente grata. Dopo questo inizio ho continuato a cercare con entusiasmo altre fonti e così sono arrivata a Jean Claude Hertin (Guadalupa) e a Boris Decebal (Guadalupa/Francia); grazie al prezioso ed impagabile sostegno di quest’ultimo
ho incontrato Koffi Koko che ritengo il mio Maestro in quanto mi ha permesso di passare dall’entusiasmo alla consapevolezza della profondità della dimensione spirituale e artistica che si può aprire attraverso la danza africana. Da qui nacque la necessità di andare in Africa, così nel 1998 partecipai ad un viaggio-studio in Ghana per approfondire la danza e la musica tradizionale. Il primo di una serie di viaggi in Africa Occidentale (Ghana, Benin, Burkina Faso). Si sono poi susseguite la formazione a Bordeaux e l’inizio dell’insegnamento, le collaborazioni con artisti italiani e africani, gli spettacoli in Italia e in Africa, il passaggio da Bobo Dioulasso (Burkina Faso) fino ad arrivare alla costruzione di una famiglia italoburkinabè! Una vera rivoluzione nata da una piccola lezione di prova di danza africana…” ricorda. La danza diventa così un passo verso la cultura africana o, viceversa, può essere la conseguenza di un interesse già vivo verso l’Africa. “Tutto sta alla motivazione, alla sensibilità,
all’apertura e alla necessità della singola persona. Per me è stata la danza ad aprire una porta verso l’Africa: prima la sentivo molto distante e ora è parte fondamentale della mia vita a livello professionale e personale. E’ raro che chi pratica la danza africana non sia già stato o prima o poi non vada in Africa e non senta un richiamo verso altre forme di espressione di questo ricco continente: dal cinema, alla letteratura, all’arte”. Molte le iniziative per i prossimi mesi: corsi e seminari soprattutto sul territorio bresciano, corsi serali al Fitlab, nuovo spazio in zona cinema OZ e alle Gocce di Gussago (BS), e seminari all’a.s.d. L’Aura di Brescia. “A Milano saremo alle Officine Morghen. A febbraio inviteremo Julie Anne Stanzak a Brescia per un seminario. Sul fronte spettacoli rientreremo in “cantiere” con Dulce Sangalli e altri compagni di viaggio per proseguire il percorso creativo aperto con “Akua Ba”, l’ultima creazione. Alla luce della recente seconda maternità, vorrei proporre percorsi di “danza in gravidanza”, mentre a fine ottobre inizio la formazione di Yoga Kundalini secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan, pratica che sento affine alla danza africana” conclude.
Laura Tassi in Kon+ª ( foto Dulce Sangalli). Sopra al titolo: una lezione di danza africana a “Brescia benessere 2011”
Atelier di teatro Centre Siraba giugno 2004
Partendo da ritmi e passi propri di alcune di queste danze, si ricerca un’essenza che possa comunicare anche al di fuori del contesto tradizionale
A sinistra Laura Tassi in Akua Ba ( foto Dulce Sangalli). Sopra e accanto Laura Tassi in Kon+ª, Atelier di teatro Centre Siraba e Spettacolo Fabbrica del Vapore (MI) 2004
Novembre 2011 | 13
Luca Campedelli
a cura di Silvano Tommasoli
Una grande passione trasmessagli dal padre Luca Campedelli è nato il 24 ottobre del 1968 a Verona. Dalla morte del padre Luigi, nel 1992, è il maggior azionista della Paluani, storica azienda dolciaria veronese produttrice di un pandoro di alta qualità, e dell’Associazione Calcio ChievoVerona che, sotto la sua guida, è salita in serie B nel 1994 e in A nel 2001. Fin da bambino, ha cominciato a seguire la squadra anche in trasferta per poter stare accanto al padre, che gli ha trasmesso
questa passione attraverso un’educazione severa, permettendogli di entrare negli spogliatoi e di partecipare alle attività sociali non prima che fosse diventato adulto. Oggi, dopo aver affidato gli affari correnti dell’azienda al fratello e al cugino, si occupa personalmente della società sportiva con l’impegno di mantenerla nella massima divisione operando sul mercato con quella saggezza economica che gli ha trasmesso il padre, che
non mancava mai di raccomandargli di fare attenzione a che “il calcio non mangiasse il pandoro”. Nel difficile mondo del Calcio della massima divisione, il ChievoVerona è considerato una delle società più sane e più solide, sul piano economico. Anche come gruppo di lavoro, il ChievoVerona ha costruito al suo interno rapporti solidi e concreti che, caso unico nel mondo del calcio, si protaggono a lungo negli anni. (s.t.)
Un presidente “dietro le quinte” Che il gioco del calcio non sia proprio più uno sport puro e semplice, è un fatto sotto gli occhi di tutti. Con un crescendo rossiniano interminabile, uno straordinario successo travolge chiunque calpesti l’erba di uno stadio. Giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti di società si trovano, dalla domenica al sabato, al centro di un tourbillon che li porta a occupare spazi sempre più ampi nelle sezioni dei giornali, e delle televisioni, dedicate allo sport, alla cronaca, al costume, fino al pettegolezzo rosa. La “società dello Spettacolo” si è impadronita anche di questo sport corale, e ne scandisce ritmi e regole con l’unico strumento che conosce, il frullatore mediatico: chi finisce nel magico contenitore – o ci si getta, ben consapevole dei vantaggi oltre che degli svantaggi che ne derivano – viene triturato dalle lame rotanti e la sua vita restituita al pubblico sminuzzata e amalgamata con quella degli altri “ingredienti”. Non so se sia rimasto lontano da questo meccanismo perché di lame se ne intende, oppure ceda il palcoscenico ad altri perché «Sono pigro – mi dice – e lascio che i miei collaboratori, che hanno più capacità di me, facciano il loro lavoro». Certo è che Luca Campedelli, presidente dell’A. C. ChievoVerona, preferisce rimanere in una posizione defilata, e vivere il calcio come sportivo e come spettatore. Come calciatore, solo fino ai suoi dieci anni quando, lo confessa con sorriso decisamente autoironico, «mi sono reso conto di essere scarso. Non c’erano scuse, in squadra non mi facevano giocare e i miei sogni sono stati infranti quasi subito». Per lasciare spazio a un sogno ben più grande, quello di continuare il cammino del padre Luigi – morto prematuramente nel 1991 e dal quale ha ereditato la società Chievo – fino a
«Il nostro obiettivo è quello di coltivare, attorno a noi dentro lo stadio, un ambiente familiare» portare la squadra nella massima divisione calcistica. Un sogno condiviso da un intero quartiere della città di Verona, Chievo appunto, che ha visto la “sua” squadra, sotto la guida di Luca, salire ai vertici del calcio nazionale, passare in un pugno di stagioni dalle categorie semiprofessionistiche alla serie A, dal campo parrocchiale “Bottagisio” allo stadio di San Siro, la Scala del calcio. Tutto questo, a me che per questo sport non sono consumato dalla passione (confessione fatta subito al presidente Campedelli, a scanso di inevitabili brutte figure), tutto questo sembra estremamente british. Come avere la squadra di quartiere in serie A, mentre la più nobile com-
pagine cittadina fino allo scorso campionato era impegnata (si fa per dire) tra i dilettanti. Come i sostenitori del Chievo che vanno allo stadio al pari di una tranquilla festa in campagna, portandosi dietro i bambini più piccoli con tanto di giocattoli e bambole (eh sì! Il vostro ritrattista, per verificare ciò, è anche andato allo stadio per la prima volta in vita sua). Come il presidente, così distaccato e flemmatico, che se ne sta dietro le quinte e, con una moderatezza che credo sia più unica che rara in questo mondo, mi dice che, quando tutto si poteva pensare tranne che arrivare a giocare in serie A con il Chievo, in famiglia seguivano l’Inter, come squadra del cuore. E anche se qualcuno si spinge a proporre paragoni forzati proprio tra l’Inter e il Chievo, le due squadre «giocano assieme, nella stessa divisione, ma fanno campionati diversi. Il Chievo è una squadra che disputa il campionato della simpatia da parte del pubblico e del fair play, e ogni anno ci piazzamo bene, perché il nostro obiettivo è quello di coltivare, attorno a noi dentro lo stadio, un ambiente familiare». Ma le grandi redazioni sportive, le più importanti, non vi trascurano un po’?
La sua grande passione
Nel 2011 è diventato Campione italiano assoluto di scherma storica per l’epoca Medievale
«È giusto che sia così. La TV non può perdere tempo con le società più piccole. Capisco che loro vogliano parlare delle cinque, sei squadre che hanno più rilevanza, che, insieme, raggruppano il 70% degli appassionati del nostro sport, e fanno quasi i tre quarti dell’audience. È giusto che a una piccola squadra dedichino attenzione quando fa un exploit, quando batte una grande». Poi, con un tono ancora più basso e sussurato, come volesse non farsi sentire dagi altri, aggiunge che «quando si batte un av-
versario importante, se ne ha anche un grande onore». Dicevamo prima che Luca Campedelli di lame se ne intende. Infatti – protetto da un nome d’arme che qui non sveleremo in rispetto verso la sua grande riservatezza – aderisce all’Ordine delle Lame Scaligere, associazione affilliata al CONI che approfondisce lo studio dell’arte schermistica del Basso Medioevo, occupandosi sia di scherma storica sia di rievocazioni. In quest’ambito, nel 2011 è diventato Campione italiano assoluto di scherma storica per l’epoca Medievale, e gli è stato assegnato anche, naturalmente, il premio fair play. Forse questo spiega molte cose di Luca Campedelli, diventato quasi vent’anni fa un giovanissimo presidente di club calcistico, e che è stato educato dalla sua famiglia e dalle severe regole dello sport che pratica a un comportamento sempre cavalleresco, sia sulla pedana della scherma storica sia su quella, molto più impegnativa, della vita e della gestione del calcio. Io non frequento lo stadio, e non so se avrò occasione di incontrare ancora questo garbato, elegante gentiluomo di altri tempi. Nel caso, devo proprio ricordarmi di chiedergli almeno il nome della scuola cavalleresca alla quale si è formato. Vorrei suggerirlo a tutti quei presidenti che affollano l’Italia del calcio e non, a tutti quelli che strepitano e urlano nelle nostre orecchie, e sgomitano per avere il loro mezzo minuto di telecamera e di notorietà. Ce ne sarebbe un grande vantaggio per tutti…
14 | Novembre 2011
Fratel Giancarlo
a cura di Alessandra Borghi
Fratello dell’Opera Don Calabria Nato a Gonzaga (MN) nel 1949, fratel Giancarlo Conato decide presto di diventare Religioso Fratello dell’Opera Don Calabria, non sacerdote: gli impegni e i voti sono gli stessi, ma non celebra la messa e non amministra i sacramenti. Parte per la Romania il 10 ottobre 1997, su proposta del suo superiore dell’Istituto Don Calabria di Verona. L’attività inizia a Tamaseni, insieme al confratello don Manuel Oliveira. Nel luglio 1998 la comunità si
trasferisce definitivamente a Ràcàciuni, in provincia di Bacàu, nella regione della Moldavia rumena. La Fondazione Cattolica S. Giovanni Calabria si propone, secondo lo spirito del suo fondatore, di aiutare bambini e ragazzi, poveri e ammalati, attraverso le dovute cure, un’assistenza morale e sociale, un’istruzione, una formazione anche professionale per una vita vissuta con dignità e ispirata a sentimenti di solidarietà.
Essere missionario nel lontano Bangladesh Oltre i Monti Carpazi, nella parte nord-orientale della Romania, opera da oltre un decennio il missionario Giancarlo Conato. Il suo impegno, qui, è quello di servire la Comunità di Ràcàciuni come “amico” dei giovani, responsabile insieme alle famiglie della loro formazione umana. Ma i tanti anni di governo comunista sono ancora una remora che fatica a scomparire e che rende più difficile il suo lavoro. I tempi di Ceausescu e delle proteste contro la miseria innescata dalla sua politica fallimentare hanno scalfito in modo indelebile la vita dei rumeni. Così si pronunciava la Sig.ra Ceausescu, ufficialmente nota come “La Migliore Madre che La Romania Potesse Avere”: «I vermi non sono mai sazi, per quanto si dia loro da mangiare». Quando Fratel Giancarlo giunse a Ràcàciuni per la prima volta, la situazione era disperata e di quella che sarebbe diventata la sua “Casa” non c’era quasi nulla. «La “prima pietra” fu posata nel 1991, dopo la caduta del governo di Ceausescu. Ma i lavori della chiesa si protrassero per alcuni inverni. Durante le celebrazioni il vento portava sempre con sé un po’ di neve, tra il disappunto degli adulti e il divertimento dei bambini; la temperatura non superava mai i 10° sotto lo zero». Com’è cambiato da allora il grado di povertà della comunità di Ràcàciuni? «Da un lato, in meglio: una maggiore disponibilità economica, il lavoro di tanti all’estero, gli interventi da parte dello Stato, un desiderio crescente di riscattarsi dalla vita passata. Tutto questo è alla base di numerosi cambiamenti, diciamo così, “esteriori”. Dall’altro, però, è cresciuto il dislivello tra chi ha un lavoro e uno stipendio garantito, e la gente povera, sempre più povera. La maggior parte della popolazione “ràcàciumena” lavora nel settore agricolo, ai limiti della sopravvivenza. Soltanto un numero esiguo trova impiego nelle industrie della città di Bàcau e il tasso di disoccupazione è del 35%». “Crisi economica”, è ormai l’eco di un’epidemia internazionale. Quali le ripercussioni in Romania? «Tra le più forti. In diverse parti del Paese è aumentata la percentuale delle persone in cassa integrazione; non si accordano più soldi per gli interventi sociali e le entrate familiari sono diminuite sensibilmente. Il numero dei bambini poveri rumeni e il tasso di abbandono scolastico nelle zone ru-
rali del Paese è triplicato». Questo accresce il valore dei progetti sociali dell’Opera Don Calabria. Come insegna il vostro statuto, il problema da affrontare con maggiore urgenza è quello educativo, di tanti giovani altrimenti destinati all’emarginazione. Cosa significa, in Romania, essere poveri, ma sopratutto essere con i poveri? «Parliamo di povertà a tre livelli: economico, spirituale, culturale. In questi anni ho cercato di prendermene cura realizzando un Centro Diurno per bambini tra i 7 e i 14 anni, con problemi scolari e sociali. Per chi, provenendo da famiglie particolarmente povere, non può frequentare la scuola, è nato il progetto delle Adozioni a Distanza. G.R.E.F., invece, è una specie di grest estivo, aperto a tutti». Ha gli occhi pieni di luce, Fratel Gian-
carlo, quando parla dei suoi bambini. Ama questa terra, la sua gente. La speranza è quella di poter restare ancora a lungo, per realizzare almeno altri due progetti che porta nel cuore: «Garantire un pranzo giornaliero ai bambini del Centro che, spesso, rientrati a casa, non trovano nulla da mangiare; e realizzare una piccola biblioteca che dia loro la possibilità di consultare materiale didattico e libri di lettura». La tua missione si prefigge degli obiettivi a carattere sociale e “socializzante” molto alti nei confronti dei giovani. In questa terra, comunicare significa parlare rumeno; professare la propria fede essere, generalmente, ortodossi. Non deve essere stato facile per te guadagnare la fiducia delle famiglie. «La lingua è stata senz’altro la prima difficoltà. Il rumeno è una lingua neolatina ma, a quasi 50 anni di età, la capacità di apprendimento e di inserimento non è stata facile. Oggi il mio rapporto con la gente è ottimo. Ne ho avuto prova, per la prima vol-
Fratel Giancarlo non sa fino a quando durerà la sua missione: è un religioso con voto di obbedienza, farà il missionario fino a quando ce ne sarà bisogno
Fratel Giancarlo offre servizio presso la comunità di Ràcàciuni come “amico” dei giovani
ta, rientrato qui dopo una breve pausa in Italia: ad aspettarmi una simpatica accoglienza, sia da parte del villaggio, che delle autorità. Parla da sé il fatto di aver ottenuto la cittadinanza di onore a Ràcàciuni. E dopo tutti questi anni, posso dire di sentirmi un po’ rumeno anche io!». Un tema caldo è quello della “malavita rumena”. C’è, forse, da parte di tutti noi, un’ostilità di fondo nei confronti di una missione come la tua, in un Paese generalmente percepito come una minaccia per il quieto vivere. Come senti di poter parlare della Romania a chi non vi ha mai messo piede? «Mi pare, in tutta coscienza, di dover sfatare l’immagine che in Italia ci siano così tanti rumeni e far chiarezza quando si parla di loro; spesso sotto il nome di rumeni finiscono gli zingari con nazionalità rumena. Il comportamento di questi due gruppi che vivono e lavorano nel nostro Paese non è lo stesso e non è giusto confonderli. È un po’ come il giudizio dato all’estero di noi italiani: italiano-mafioso. Il popolo rumeno non è un popolo violento o di malaffare; la malavita rumena è quella “normale” di ogni nazione. Infine, credo si sia dimenticato troppo in fretta che anche noi siamo stati un popolo di emigranti e che, spesso, abbiamo assunto comportamenti riprovevoli in terra straniera». Fratel Giancarlo non sa fino a quando durerà la sua missione: è un religioso con voto di obbedienza, farà il missionario fino a quando ce ne sarà bisogno. Per chi resta in Italia, forse, non è facile persuadersi delle sue parole. Che si voglia o no guardare con meno sospetto a questo popolo, di certo non si può rimproverare un bambino di essere un “criminale” se, per primo, il mondo ha commesso nei suoi confronti il più grave di tutti i crimini: la negazione di un’istruzione, di uno spazio ricreativo o peggio ancora di una famiglia. Ai suoi ragazzi fratel Giancarlo guarda ancora con fiducia. Per loro parte un progetto educativo, da loro può nascere un’educazione alla diversità. SEGRETERIA IN ITALIA Istituto Don Calabria Procura Missioni S. Zeno in Monte, 23 37129 Verona Tel. 045.8052911
Novembre 2011 | 15
Giorgio Beschi
a cura di Marco Morelli
Ho scelto l’OFTAL per continuare ad aiutare gli ammalati
L’OFTAL
L’OFTAL è formata da volontari ed è un’associazione ecclesiale, guidata da sacerdoti
In aiuto agli ammalati Giorgio Beschi impegnato nella sua attività di volontariato
Non tutti sanno che esiste un’associazione nata nel 1911 da una fervente idea di Monsignor Rastelli. A quel tempo, di ritorno dal suo primo pellegrinaggio a Lourdes (fatto come ringraziamento per un incidente che aveva subìto e che normalmente avrebbe dovuto essergli fatale), monsignor Rastelli sentì nascere dentro di sé la necessità di tornarci al più presto, accompagnando altre persone bisognose sia nel corpo sia nello spirito. Già l’anno successivo, nel maggio del 1912, ritornò infatti con il primo malato. Cominciò così, facendo girare la voce tra i suoi parrocchiani, tra mille difficoltà e con i pochissimi mezzi che si avevano allora a disposizione. Ma quando “Qualcuno” dall’alto decise che la sua opera era meritoria Mons. Rastelli riparti alla testa di un pellegrinaggio della diocesi vercellese composto da ben 350 pellegrini e 30 ammalati. Era il 1913. Scoppia la grande guerra e solo nel 1920 i pellegrinaggi riprendono, e anno dopo anno il giro s’allarga a tutte le 18 diocesi piemontesi. Per decisione della Conferenza Episcopale del 1932 a Torino, la sezione Piemonte è divisa in due: una per l’Arcidiocesi di Torino e l’altra per quella di Vercelli con l’intesa che quest’ultima si costituisca in Opera Piemontese Trasporto Ammalati a Lourdes (OPTAL) ma diventa quasi subito Federativa (OFTAL) e sarà questa che si estenderà, col tempo, dovunque sia richiesta dai rispettivi vescovi, in tutto il territorio nazionale. Fu nel 1932 che si potè realizzare il sogno del primo “treno Oftal” diretto a Lourdes, con quote minime, per a favorire i malati più bisognosi: oggi i treni
sono diventati oltre venti ogni anno. Dagli anni ’70 l’Oftal sceglie anche altri Santuari come meta di pellegrinaggio: Banneux in Belgio (Santuario della Madonna dei poveri), Loreto (Santa Casa), Terra Santa, Fatima. L’Oftal vive della generosità dei buoni, della prestazione volontaria del personale che, a proprie spese, accompagna ed assiste i malati ed i pellegrini e di coloro che donano offerte per il trasporto dei malati ed anziani bisognosi. “Dare a favore dei malati è un atto di squisita carità di chi ha ricevuto da Dio il tesoro inestimabile della salute e dei beni di fortuna”: questo l’autentico motto, la linea guida di chi sceglie di aderire a questa organizzazione. Abbiamo incontrato a Castiglione delle Stiviere una persona che da vent’anni sposa questa filosofia di solidarietà estrema: Giorgio Beschi. Entrato a far parte dell’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) nel lontano 1991 come barelliere, Beschi ha ricoperto più ruoli e compiti durante il pellegrinaggio (capo vettura, capo ai piani come trasporto ammalati, responsabile albergo, vice responsabile e quindi responsabile dell’ospedale “Salus” di Lourdes) diventando nel 2005 vice presidente dell’Unitalsi di Mantova, incarico che lascia nel 2008 rimettendo il suo mandato, continuando la sua attività come semplice barelliere. La svolta quest’anno, ovvero la scelta di passare all’Oftal. Quali sono state sig. Beschi le motivazioni di questo passaggio tra associazioni che, in fin dei conti, svolgono la stessa attività? «Credo che in questi anni all’Unitalsi
LOURDES
Per migliaia di persone l’Oftal significa l’associazione che porta i malati in Pellegrinaggio a Lourdes
si sia guardato poco al rinnovamento. La carta d’identità dei volontari dell’associazione mantovana conferma che si è guardato poco al discorso “giovani”, che non sono stati attratti per entrare a far parte dell’organizzazione. Si erano create, inoltre e purtroppo, frizioni e attriti interni all’associazione, che mal si legavano al discorso “fratellanza” sbandierato dall’Unitalsi come uno dei principi cardine da seguire. E ho deciso quindi di fare una scelta, pur lasciando numerosi amici e validi volontari nell’associazione mantovana». Com’è stato il passaggio all’Oftal? «L’accoglienza è stata calorosa. Ho trovato un ambiente non schematiz-
«Avevo voglia di rimettermi completamente in gioco. Al Presidente della sezione di Brescia dell’Oftal avevo confermato la mia decisione di mettermi al traino con la massima disponibilità, senza nulla chiedere. E così è stato. Ho potuto apprezzare in tal modo un ambiente dove le gerarchie non si avvertano, né si ostentano, una organizzazione nei ruoli perfetta, una logistica e una tempestività di interventi entusiasmante». Ma esiste un progetto di portare a Mantova l’Oftal? «Diciamo che si è mosso più di qualcosa. E’ sorto un gruppo che ha come responsabile spirituale quel Don Mar-
zato, come quello che ho frequentato negli ultimi ann, ma molto familiare ed armonioso. Nonostante i vent’anni di esperienza da Unitalsiano mi sono iscritto come semplice volontario ed ho iniziato a partecipare alle varie riunioni pre-pellegrinaggio, non solo tecniche, tenute in modo magistrale e coinvolgente dal Vescovo di Brescia. Ho apprezzato molto, infine, l’approccio più allegro, gioioso, solidale con l’ammalato. L’animazione è in modo fattivo al centro dell’attività dell’Oftal». Ma mi spieghi: come ci si sente a togliersi i gradi di colonnello, vista l’esperienza ventennale acquisita con l’Unitalsi, e tornare a fare il soldato semplice come scelta?
co Belladelli che ha terminato la sua esperienza con l’Unitalsi mantovana lo scorso anno e che, per anni, ho avuto la gioia di conoscere ed apprezzare. Io sarò il responsabile dell’area Mantova per l’Oftal. Insieme a me collaborerà un gruppo di amici che ha già fatto l’esperienza del pellegrinaggio». Guardando ai costi balza agli occhi anche una sensibile differenza nei prezzi che appaiono, di primo acchito, ben inferiori per quanto riguarda l’Oftal. Me lo conferma? «E’stata per me una grande sorpresa constatare che abbiamo effettuato il pellegrinaggio a Lourdes con costi inferiori di circa il 30% rispetto all’Unitalsi. Coi tempi che corrono non è poco». Se guardiamo al futuro dell’Oftal a Mantova, lei cosa vede? «L’obiettivo è di creare un gruppo sempre più coeso e omogeneo, e di fare un treno con partenza da Mantova che vorremmo diventasse una sede di riferimento, come lo è oggi Brescia. Voglio inoltre creare un pool di sponsor che, annualmente, ci permettano di aiutare maggiormente quegli ammalati che rinunciano oggi al pellegrinaggio, per una questione di costi. Sono certo che con un ulteriore sconto di 100 € a testa, in molti si potranno recare nella terra di Bernadette. Faremo, infine, diverse serate, nei capoluoghi mantovani con maggior numero di abitanti, per presentare la nostra organizzazione» conclude Beschi. Per i nostri lettori c’è un numero per raccogliere ulteriori informazioni? «Certamente. Tutti possono chiamare allo 0376.670027. Il pellegrinaggio a Lourdes si terrà dal 6 al 12 agosto 2012. Padre spirituale dello stesso sarà don Marco Belladelli». Già, Lourdes. Ci andai anch’io come barelliere dell’Unitalsi dieci anni fa. Che dirvi se non che vi aspetta una magnifica grotta e un ambiente unico, ove pregare viene spontaneo.
16 | Novembre 2011
Gruppo Saviola
a cura di Manuela Reni
Un impero industriale nato dalla grande idea di un uomo lungimirante La Pianura Padana, profondamente incisa da ovest ad est dalla sua grande arteria d’acqua, il Po, e il sistema dei suoi affluenti, costellata di pioppeti, incastonati come smeraldi lungo le golene del fiume, ha da sempre industriato i suoi abitanti ad avvalersi delle sue ricchezze: acqua, legno e terra fertile. L’alleanza con il Grande Fiume, arcano e potente volano di attività produttive e commerciali, ha favorito nel tempo la nascita di grossi complessi
Mio padre, dal sorriso contagioso e dall’incrollabile ottimismo, lo ricordo come uomo di principi, con un grande rispetto del lavoro e dei lavoratori industriali che sono stati determinanti per la crescita del Paese. A tale prestigiosa finalità non è venuta meno la Sadepan, fondata nel lontano 1963 da Mauro Saviola, a Viadana, adagiata sulla riva sinistra del Po. L’Azienda, dopo successive evoluzioni, si è trasformata all’inizio del gennaio 2011 in Saviola Holding, di cui fanno parte 8 business units con 17 stabilimenti tra Italia, Belgio e Argentina. Era un’epoca di fermento produttivo e di intraprendenza imprenditoriale, durante la quale uomini capaci che guardavano al futuro con ottimismo e determinazione come Mauro Saviola, già forgiati dalle difficoltà post belliche, ebbero il coraggio di tradurre le proprie idee in concrete strutture produttive, preceduti solo da poche Ditte storiche nella Provincia di Mantova. Mauro Saviola è mancato nel 2009, ma ha lasciato in eredità, grazie alla sua esperienza di vita tutta immersa nel mondo del legno (già a 11 anni è apprendista falegname nella bottega del padre ebanista Alfredo) un impero industriale, leader nel settore del legno e della chimica,
a livello nazionale ed internazionale, con 1630 dipendenti e un fatturato di 670 milioni di euro. C’è di che inorgoglirsi solo guardando a queste due nude cifre. Ma si comprende meglio la fattiva complessità che sta dietro queste cifre, come mi spiega compiutamente il figlio Alessandro, a cui sono passate le consegne della dirigenza generale in qualità di Presidente della Saviola Holding, se si contestualizzano nel merito, le idee forti e lungimiranti con cui Mauro Saviola, i suoi eredi e i suoi collaboratori hanno saputo anticipare i tempi. Hanno saputo infatti ottimizzare tutte le risorse a disposizione e puntare su cospicui investimenti che hanno dato impulso all’innovazione scientifico-tecnologica. “Mio padre, dal sorriso contagioso e dall’incrollabile ottimismo, lo ricordo come uomo di principi, con un grande rispetto del lavoro e dei lavoratori, che lui chiamava a tutti i livelli gerarchici : collaboratori, per sottolineare quanto tutti siano indispensabili nella catena produttiva. Essendo un uomo curioso della vita e del lavoro, si poneva di fronte ai problemi in modo sempre creativo e precorritore dei tempi”. Ma facciamo un passo indietro per seguire il filo della storia. Durante un viaggio in Germania, Mauro Saviola vede un impianto che sbriciola i rami e pressa i trucioli e decide di ordinarne uno uguale, anche se dovrà ingegnarsi per racimolare i soldi necessari, perché 350 milioni all’epoca erano un ostacolo insormontabile. Inizia così a produrre i primi pannelli fatti con la ramaglia del pioppo a cui seguirà un notevole implemento produttivo, anche se si porrà a breve il problema
Sopra: Alessandro Saviola In basso a sx: Alfredo Saviola
del costo della colla ureica fornita dalla Montedison, che gioca al rialzo del prezzo e di cui detiene praticamente il monopolio. Questa sarà la molla che spingerà Saviola nel 1968 ad auto produrre il collante e, dopo attente ricerche scientifiche ed indagini di mercato, a produrre per primo in Italia, alla Sadepan Chimica aperta nel 1973, resine per legno a basso contenuto di formaldeide, considerata nociva per le emissioni tossiche nell’atmosfera. Oggi la Sadepan Chimica, business unit della Saviola Holding, ha all’attivo 3 stabilimenti di cui 2 fuori Provincia, uno a Castel Seprio (Va) e l’altro a Trucazzano (Mi). Il 25% della produzione di colla è destinato all’autoconsumo e il restante 75% viene messo sul mercato nazionale ed estero. Puntando sempre all’innovazione e alla ricerca, sono state messe a punto anche speciali resine in polvere, destinate a paesi particolarmen-
te caldi come la Nigeria e il Camerun ed altri paesi del Sud Est Asiatico, verso cui è impossibile, dato il clima, il trasporto di resine tradizionali. Inizia dunque già negli anni 70, un’attenta ricerca per la creazione di un prodotto che fosse sia competitivo sul mercato che dotato di una migliore sostenibilità ambientale, anticipando così l’esigenza commerciale legata all’emergenza planetaria della salvaguardia dell’ambiente, esplosa all’inizio del Terzo Millennio e che porterà in seguito Mauro Saviola alla “rivoluzione”ww del mercato dei pannelli truciolari. Tale rivoluzione nasce dall’idea del riciclaggio del legno dismesso e porta alla creazione del cosiddetto Pannello Ecologico. Infatti a partire dal 1992, dalla Sadepan, non verrà più utilizzato materiale vergine per la produzione di pannelli truciolari, salvando perciò dall’abbattimento circa 10.000 alberi al giorno, ma verrà utiliz-
zato legno riciclato al 100%, grazie ad un network di raccolta con 3000 containers sul territorio nazionale. Ciò ha dato origine ad un processo virtuoso di produzione industriale che ha ricevuto altresì l’avallo e il conseguente sdoganamento del Pannello Ecologico sul mercato, del Decreto di Legge Ronchi, 1996, che ha segnato la svolta epocale del riciclo dei materiali, in Italia, a cui si è aggiunta la creazione dei relativi Consorzi di filiera, come il Conai che si occupa del recupero degli imballaggi. “Un prodotto di materiali riciclati possiede dunque un intrinseco plus valore, grazie al fatto che per sua natura, contribuisce all’ ecosostenibilità dell’ambiente, evitando non solo lo spreco di materiale vergine, ma anche un ulteriore emissione di anidride carbonica nell’atmosfera”, spiega Alessandro Saviola. Il Gruppo Mauro Saviola, grazie ad originali tecnologie di raccolta, cernita e trasformazione, fa sì che il legno, da rifiuto, divenga preziosa risorsa . Il Gruppo utilizza 1,5 milioni di tonnellate di legno post-consumo destinato alla creazione di pannelli truciolari, a loro volta utilizzati nell’arredamento e, in misura minore, nell’edilizia. Grazie alla lungimiranza di questa filosofia produttiva, Mauro Saviola fu invitato al Convegno Internazionale di Erice sulle Emergenze Planetarie, dal Professor Antonino Zichichi che gli tributò tutti gli onori dovuti al merito eccezionale. “La domanda di Pannello Ecologico è in continua espansione e dopo essere stati impegnati con investimenti considerevoli fino
al 2009”- dice il Presidente Alessandro Saviola - “oggi è soprattutto il momento di trovare nuovi sbocchi di mercato e, se devo dire come intendiamo affrontare questa crisi economica senza precedenti : vedo senz’altro l’apertura del nostro business con il Pannello Ecologico, oltre Oceano, negli Stati Uniti, oltre ad una razionale gestione di ciò che già esiste ”. “Il pannello riciclato al 100% ha ricevuto la prima certificazione particolare FSC e grazie all’utilizzo di resine speciali a basso contenuto di formaldeide, contiamo di entrare sul mercato nordamericano”. Alessandro Saviola, 38 anni a novembre, coadiuvato dal fratello Alfredo, 34 anni, Amministratore delegato della Ditta di Trasporti Delta, la business unit della Holding, che le garantisce la quasi completa autonomia della logistica, ha ricevuto un’onerosa, anche se entusiasmante, eredità in un momento di economia globale in crisi. “ Soffro per essere il primo a dover affrontare il problema della Cassa Integrazione, richiesta per 450 dipendenti, applicata però solo all’occorrenza specifica, a seconda dei flussi di mercato. Purtroppo, essa rappresentava la scelta più razionale che potessimo fare per l’Azienda, in un momento storico così delicato”. Le prospettive per il futuro rimangono ampie, anche se non mancano alcune criticità da dipanare: “Mi auguro inoltre che venga reso cogente il Decreto legislativo 152, 2006 che disciplina lo smaltimento dei rifiuti e che ne stabilisce una gerarchia, seguendo un procedimento di: prevenzione, riutilizzo, produzione energetica e smaltimento, ma che confligge con la legge di incentivazione alle bio-masse per la produzione di energia da fonti rinnovabili, in quanto le sovvenzioni non prevedono una diversificazione dei materiali da rifiuto in legno e la loro virtuosa modalità d’uso, ciò fa sì che le aeree di interesse fra produttori di pannelli truciolari e i produttori di energia si sovrappongano ed entrino in concorrenza tra loro. I produttori di energia, beneficiando delle sovvenzioni pubbliche, penalizzano i produttori di pannelli truciolari che si ritrovano dei forti concorrenti sul mercato e conseguenti costi di produzione più alti . Di certo la produzione di energia è importante per tutti, vorremmo però che venissero meglio regolamentate le concessioni delle sovvenzioni pubbliche”.
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FRANTOI VENETI REDORO Amore e passione per l’olio dal 1895 L’Azienda REDORO è situata a Grezzana, nel cuore della Valpantena, a nord di Verona, una valle coltivata quasi interamente a uliveti e vigneti. Secondo una tradizione e una dedizione amorosa nei confronti della terra, che si tramanda di padre in figlio, l’Azienda coltiva dal 1895 parte degli uliveti che la circondano. Il segreto del successo dei Frantoi Redoro è la presenza dei tre frantoi, vicinissimi al cuore della produzione: uno a Grezzana, sede principale dell’azienda; un altro a Mezzane, situato nella valle omonima che si estende dalla pianura nell’est veronese sino alla zona collinare della Lessinia, anch’essa coltivata quasi interamente ad uliveti; questi due frantoi ospitano la produzione dell’Extravergine Veneto Valpolicella DOP. Infine nel frantoio di Bardolino rilevato di recente dall’azienda, viene prodotto esclusivamente Olio Extravergine di Oliva Garda DOP. I frantoi lavorano a pieno ritmo nei tre mesi di raccolta, ottobre, novembre e dicembre. Vengono raccolte olive provenienti dalle vallate vicine, coprendo un raggio di estensione molto vasto, che abbraccia ben sette valli. Sono quasi un migliaio i produttori agricoli che portano le loro migliori olive ai tre frantoi. La produzione media annua è di circa 20/25.000 q.li di olive, suddivisi in circa 5.000 q.li lavorati dal frantoio di Mezzane, 5.000 da quello di Bardolino e circa 10/15.000 q.li lavorati a Grezzana. I contadini raccolgono le olive direttamente dalla pianta, a giusta maturazione, e le portano ai frantoi in giornata, garantendo così l’assoluta freschezza e l’integrità del frutto consegnato. Nel frantoio di Mezzane le
olive vengono molite con macine in pietra con il sistema della spremitura a freddo: si tratta di un antico e tradizionale metodo che garantisce il mantenimento delle proprietà organolettiche naturali dell’olio extravergine di oliva, senza privarle dei principi nutritivi e dei suoi benefici naturali, per una sana alimentazione. Negli altri due frantoi si segue il metodo dell’estrazione a freddo e dal 2010 a Grezzana è presente un nuovissimo impianto di molitura ad alta tecnologia che ad oggi in Veneto è tra i più importanti e all’avanguardia. La produzione dell’olio è rigorosamente controllata da personale specializzato che segue con attenzione ogni fase di lavorazione, portando a molitura solo olive sane e di qualità in grado di produrre le eccellenze dei Frantoi Redoro, e cioè: - Redoro 100% Italiano - Redoro Biologico - Extravergine Garda DOP - Extravergine Veneto Valpolicella DOP.
Nuovo impianto produttivo eco-sostenibile a km zero Malgrado le difficoltà dell’ultimo periodo, segnato dalla crisi globale, la Redoro Frantoi Veneti di Grezzana, ha deciso di migliorare lo standard già alto della sua produzione olearia, investendo in una tecnologia pulita che migliora la qualità dell’olio e rispetta l’ambiente. Una tecnologia impegnativa perché l’investimento rappresenta il 10% del fatturato aziendale annuo. Il nuovo impianto, inaugurato a fine 2010, è in grado di lavorare 30 quintali di olive all’ora. Riproduce con mezzi innovativi la tradizionale molitura in pietra che, con l’estrazione a freddo migliora le qualità organolettiche e nutrizionali dell’extravergine e rispetta l’ambiente. La Redoro, con questo nuovo impianto che viene utilizzato per tutta la produzione, garantisce al consumatore un olio extravergine d’oliva che conserva nella maniera migliore possibile, sia le caratteristiche organolettiche, che quelle nutrizionali (tecnologia “morbida” sotto battente azoto a km zero) e nel contempo si qualifica sempre ai migliori livelli, in quanto si impegna a rispettare l’ambiente utilizzando tecnologie innovative eco-sostenibili.
Frantoi Redoro lancia la campagna
“STO FRESKO!”
Il consumatore attento sceglie prodotti freschi, garantendosi così benessere e salute a tavola. Scegliamo il pane fresco, la pasta fresca le verdure e la frutta fresca… ma abbiamo mai pensato anche alla freschezza dell’olio, soprattutto quando lo consumiamo fuori casa? Al ristorante, in pizzeria… ci siamo mai preoccupati di guardare attentamente l’olio che ci viene servito in tavola, controllandone etichetta, provenienza e soprattutto data di scadenza? L’attenzione all’integrità e alla freschezza dell’olio è uno dei fiori all’occhiello dei Frantoi Redoro, che per primi lanciano la campagna “Sto fresko!”. L’aggettivo “fresko” assume così diversi significati: l’olio Redoro è fresco perché viene lavorato nella stessa giornata in cui le olive sono molite: l’olio di produzione è garantito da un’annata di nuova raccolta, cioè gli oli confezionati sono freschi di stagione… È fresco perché viene conservato in un ambiente dove la temperatura è mantenuta costantemente tra i 13 e i 18 °C… È fresco perché la data di scadenza non supera mai i 12 mesi. Infine è fresco perché l’aggiunta dell’azoto prima della sigillatura con il tappo, garantisce il mantenimento di tutti i profumi e i sapori che caratterizzano l’olio appena imbottigliato. Per noi di Redoro, “fresko” non è soltanto una parola, ma una garanzia, un impegno verso il consumatore…
L’olio che esce dal frantoio è molto profumato, dal colore verde intenso con riflessi dorati, dal sapore dolce, corposo e fragrante di oliva, subito pronto per essere gustato sul pane o su qualsiasi altra pietanza. Anche la confezione dell’olio è ben curata dall’Azienda REDORO: ne è prova la scelta della bottiglia registrata a marchio REDORO, bella esteticamente e funzionale, per il suo originalissimo manico. L’amore della famiglia per la terra, che si ritrova nello stile di lavoro e nei rapporti con ogni collaboratore, si ritrova nella filosofia aziendale REDORO, basata essenzialmente sulla qualità di quello che produce e sulla garanzia che vuole dare al consumatore. (M.M.)
Punta a Emirati Arabi e paesi dell’est
L’olio extravergine d’oliva Redoro arriva in queste settimane anche nei mercati degli Emirati Arabi, della Lettonia e dell’Estonia. L’azienda di Grezzana punta ad essere sempre più presente all’estero, dove oggi realizza già il 40% dei ricavi. Una soluzione che sta portando soddisfazioni, grazie anche a quei Paesi che già da tempo conoscono i prodotti Redoro. “I mercati dove andiamo forte” spiega Daniele SalIl nuovo impianto produttivo eco-sostenibile a km zero vagno, dei Frantoi Redoro, che oggi conta 25 dipendenti “sono ciare i nuovi sughi biologici in olio il Giappone (12% del fatturato rela- extravergine pronti all’uso, il tonno in tivo all’export), Stati Uniti (15%) e olio extravergine e l’olio fresco, dove nord Europa (13%), ai quali presto è importante l’utilizzo rispettando si aggiungeranno nuovi orizzonti date di scadenza con intervalli brevi che cercheremo di conquistare gra- tra l’imbottigliamento e il consumo.” zie a qualche operazione di co-mar- Redoro ha chiuso il 2010 toccando keting che puntiamo a concretizzare i 7 milioni di euro di fatturato (+10% entro breve. Comunque guardiamo rispetto al 2009) e prevede di manall’estero con la prospettiva di au- tenere le medesime cifre per quanto mentare il fatturato nei paesi emer- riguarda l’anno in corso. genti. Nel frattempo stiamo per lanFulco Naccari
18 | Novembre 2011
di don MARCO BELLADELLI
Nuova evangelizzazione e conversione Sabato 15 Ottobre 2011 il nuovo dicastero vaticano, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, presieduto dall’Arcivescovo, Monsignor Rino Fisichella, ha organizzato un convegno internazionale sul tema “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione – La Parola di Dio cresce e si diffonde (At 12,24)”, al quale hanno partecipato più di otto mila persone in rappresentanza di 30 Conferenze episcopali e di movimenti ecclesiali oggi particolarmente impegnati nell’evangelizzazione. Iniziato nella mattinata con la prolusione del Presidente e un dibattito assembleare, i lavori sono proseguiti nel pomeriggio con la testimonianza di suor Veronica Berzosa, la quarantacinquenne fondatrice della Comunità “Iesu Communio”, nuovo Istituto religioso di vita contemplativa che nella laicissima Spagna di Zapatero in pochi anni ha fatto il pieno di vocazioni, accogliendo al suo seguito centinaia di ragazze tra i 20 e i 30 anni. Suor Veronica, che viene chiamata la santa Teresa d’Avila dei nostri giorni, anche questa volta è riuscita a trasmettere in modo straordinario il suo ardente e incontenibile amore per Gesù e per la Chiesa. Dopo di lei ha parlato Vittorio Messori, noto al grande pubblico per i suoi libri e i suoi vari scritti, il quale, riflettendo sulla sua esperienza personale, ha denunciato l’inutilità del protrarsi nella Chiesa delle dispute da pollaio post conci-
La nuova evangelizzazione non decollerà, finché la Chiesa di oggi non si convincerà della necessità di una profonda conversione liari, auspicando invece un maggior impegno per l’annuncio fondamentale del Cristianesimo: “Gesù è risorto!” e per convincere gli uomini di oggi sulla ragionevolezza della scelta di fede. E’ stata quindi la volta di Marco Bersanelli, esponente di Comunione e Liberazione, professore di astrofisica all’Università di Milano, impegnato in importanti progetti di ricerca internazionali di cosmologia. Prendendo sempre spunto dalla propria esperienza personale, ha parlato dello stupore dello scienziato di fronte alle meraviglie del creato da coniugarsi con la fede in Cristo, Primogenito di ogni creatura e unico Salvatore dell’uomo. L’ultimo ad intervenire è stato il Vescovo colombiano, Monsignor Fabio Suescun Mutis, che ha proposto una strategia per la nuova evangelizzazione, che abbia come centro propulsore la parrocchia. Intervallato da vari stacchi musicali, tra i quali anche un breve concerto di Andrea Bocelli, il convegno si è poi conclu-
Il 15 ottobre si è svolto un convegno internazionale sul tema “Nuovi evangelizzatori per la Nuova Evangelizzazione – La Parola di Dio cresce e si diffonde“ so alla presenza del Santo Padre, che ha esortato tutti i presenti a “un rinnovato senso di responsabilità verso la Parola di Dio e la diffusione del Vangelo”, certi che il Signore non farà mancare anche oggi la sua grazia. Prima dell’arrivo di Benedetto XVI, era stata presentata la nuova piattaforma on line Aleteia (dal greco “Verità” - www.aleteia.org), che si propone di rispondere alle domande di fede e di vita secondo gli insegnamenti della Chiesa Cattolica. In serata i nuovi evangelizzatori hanno percorso le vie del centro storico di Roma annunciando il Vangelo in strada e invitando i passanti ad unirsi a loro nell’adorazione eucaristica nelle chiese aperte fino a mezzanotte. Il convegno si è concluso Domenica mattina con la partecipazione in San Pietro alla S. Messa celebrata dal Papa. Anche se qualcuno addirittura la collega al Concilio Vaticano II, è stato Paolo VI a parlare per primo di evangelizzazione al termine dell’Anno Santo del 1975, nell’esortazione apostolica “Evangeli Nuntiandi”, seguita al Sinodo svoltosi un anno prima. Fu però Giovanni Paolo II a definire il significato della nuova evangelizzazione, nuova non nei contenuti, ma nello slancio interiore, nella ricerca di modalità che corrispondano alla forza dello Spirito Santo e siano adeguate ai tempi e alle situazioni, nuova anche per i Paesi di antica evangelizzazione. Nonostante i ripetuti annunci di tre Papi e fatta eccezione per qualche lodevole e significativa esperienza, la nuova evangelizzazione non decolla. La Chiesa di oggi infatti non si è ancora convinta di aver bisogno di una profonda conversione, che la purifichi dagli errori e dall’ipocrisia in cui è caduta soprattutto in questi ultimi decenni. Soltanto allora lo Spirito Santo la riempirà di quello slancio interiore, per mezzo del quale i primi Apostoli conquistarono il mondo. http://clericusvagus.blogspot.com
L’argomento è di una attualità sconcertante ed ha interessato psicologi e sociologi. Una statistica dell’ISTAT ha rivelato che in Italia vi sono sempre meno matrimoni e aumentano invece i casi di convivenza al di fuori dell’istituto matrimoniale. Il matrimonio è in crisi non soltanto nel nostro Paese, ma in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, si registra un divorzio ogni due matrimoni. La convivenza fuori dal matrimonio, afferma un sociologo, è spesso simile al legame coniugale, infatti presuppone la fedeltà reciproca, la procreazione e la comunione dei beni. Domandiamoci, perchè tra i giovani si protende verso la convivenza senza alcun legame matrimoniale stabile? Forse per una fuga dalla responsabilità che comporta quest’ultimo, oppure per un rifiuto del matrimonio stesso, considerato come un’imposizione frutto della tradizione, oppure per sostenere il cosiddetto “amore senza vincoli”, che cozzerebbe con l’idea dell’indissolubilità del matrimonio? Certamente, la convivenza senza legame ufficiale è conseguenza diretta o indiretta di esperienze “prematrimoniali” che si perpetuano nel tempo, come una forma di pigrizia sociale, di legittimazione inconscia di un fenomeno tendente a superare l’istitu-
La convivenza come fenomeno sociale La convivenza senza legame ufficiale è conseguenza diretta o indiretta di esperienze “prematrimoniali” che si perpetuano nel tempo to matrimoniale. Questa “ribellione”, oltre che di carattere sociale, è anche di natura psicologica. Infatti, il rifiuto di seguire delle norme giuridiche non risulta essere soltanto una “moda” per sostenere la crisi di ciò che alcuni studiosi chiamano il “matrimonio monogamico di tipo ottocentesco”, ormai superato dall’inesistenza di princìpi etici assoluti, ma serve anche a dimostrare che non occorre rifarsi ad esperienze del passato, si è liberi dall’essere, con il fallimento del matrimonio catalogati come dei deboli e degli sprovveduti che abbiano fatto delle scelte sbagliate per evitare le quali basta non omologarle con un atto pub-
blico e quindi rendere stabile, nell’ordinamento sociale l’unione. Se non c’è riconoscimento non c’è neanche bisogno di annullamento. Questa “libertà senza vincoli” è soprattutto una manifestazione di egoismo, in quanto i rapporti intimi non possono essere separati dai legami interpersonali. Questi, a loro volta, non possono essere intesi soltanto come un istinto o un sentimento, ma esprimono tutta la ricchezza di un’adesione personale completa. Qualsiasi rapporto sessuale al di fuori del matrimonio, non rispetta la realtà personale del proprio partner, non rappresenta cioè un’intima comunione di per-
sone e, anche se avviene per il libero assenso dei due, rimane sempre una soddisfazione soggettiva del proprio desiderio, senza quell’assunzione di responsabilità che comporta invece un rapporto stabile e durevole nel tempo. Col matrimonio si associa proprio l’assunzione completa delle responsabilità dei coniugi, i quali, oltre ad essersi impegnati alla vicendevole fedeltà davanti a Dio, qualunque sia la certificazione del matrimonio, dinanzi alla società si assumono ufficialmente quelle responsabilità che, senza il vincolo matrimoniale, si fonderebbero soltanto su una libera e discriminante scelta soggettiva.
IL SEME CHE HA DATO FRUTTO
Luigi Martin e Zelia Guerin
«Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del Cielo che della terra» Teresa, lettera 261 del 26 luglio 1897. Luigi Martin e Zelia Guerin erano i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. Due sposi che hanno saputo testimoniare la fede e la carità nella quotidianità della vita coniugale. Comunemente siamo abituati a pensare alla santità
come a qualcosa di stereotipato che va vissuto singolarmente, quasi in solitudine, intraprendendo una vita consacrata. Va però tenuto presente un principio importantissimo, sottolineato dal Concilio Vaticano II e ribadito più volte dallo stesso Giovanni Paolo II: ogni fedele è tenuto a realizzare pienamente nella carità la propria vita, in qualsiasi stato e condizione si trovi. Luigi e Zelia sono l’esempio di questo. Beatificati nel 2008, grazie alla guarigione di Pietro Schilirò, bambino affetto da una grave malformazione congenita, sono una testimonianza per tutte le coppie di oggi. Guardando a loro non si deve pensare a una vita, per così dire, utopica e idilliaca, quasi fuori dal tempo.
Anche i Martin avevano una famiglia del tutto simile alle altre del loro tempo; c’erano la casa, i figli da crescere, il lavoro. La ricchezza di questi genitori consiste nell’aver vissuto la vita familiare in unione con Dio. Per tutto l’arco della loro vita, nelle gioie e nei dolori (dei nove figli quattro morirono ancora piccoli), hanno coltivato la propria fede nella preghiera, nei sacramenti, sostenendo con carità chiunque fosse in difficoltà e insegnando tutto questo alle loro figlie. Guardando ai coniugi Martin, ogni nucleo familiare potrebbe imparare ad essere, nonostante i dolori, le avversità, luogo di comunione, di dono di sé e di speranza. «Un giorno Zelia incrociò un giovane uomo la cui nobile fisionomia, l’atteggiamento pieno di dignità, la impressionarono. Una voce interiore le mormorò in segreto: é quest’uomo che ho preparato per te. L’identità del passante le fu ben presto rivelata. Iniziò così a conoscere Luigi Martin».
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Fondazione Senza Frontiere a cura di Paolo Carli
Adozioni nelle Filippine in memoria di padre Tullio Favali Nelle Filippine, al Sud, nell’isola di Mindanao, grande quanto l’Italia settentrionale, si trovano ancora numerosi villaggi di “tribali” dimenticati da tutti. Quando nel 1930 le popolazioni delle isole centrali delle Filippine le Visayas, cominciarono ad entrare nell’isola di Mindanao lungo i corsi d’acqua, cacciarono via dalle foreste le popolazioni che vi abitavano già prima, spingendole sui monti. I tribali continuarono a vivere nella foresta sui monti fino al 1960/70, quando cominciarono ad entrare le “Compagnie del legname”, straniere, che disboscarono tutti i monti, lasciandoli letteralmente “pelati”, portando via ogni tipo di albero autoctono pregiato. I tribali non avevano mezzi per opporsi e si videro togliere il loro habitat naturale. Non avendo più la foresta e non essendo capaci di lavorare la terra, hanno cominciato un lento ed inevitabile declino di povertà e di morte per fame. Ancora oggi ci sono numerosi villaggi, sparsi sui monti, dove le persone vivono di sussistenza quotidiana, assistite o da missionari, o da alcune associazioni per i tribali, che dagli anni ‘70 hanno cominciato ad interessarsi dei locali per rivendicare i loro diritti alla terra e alla vita.
Alcuni territori sono stati così dichiarati dal governo “ancestrali” e pertanto le “Compagnie minerarie” straniere, non hanno potuto saccheggiarli ulteriormente. Tuttavia permane una condizione di povertà estrema, segnata dalla mancanza di strade, acqua, scuole, luce, cibo, ecc. E’ stato individuato un villaggio nel Davao del Norte, Dulyan, abbastanza centrale in quella zona, in cui sostenere una scuola elementare affinché i bambini possano non solo istruirsi, ma anche mangiare almeno una volta al giorno, e così poter riscattarsi da questa situazione di povertà. La comunità di Dulyan Il Villaggio di Dulyan fa parte del Barangay di Palma Gil, nella parte
centro-orientale dell’isola di Mindanao nel sud delle Filippine. Il villaggio e’ occupato dalla tribu degli Ata-Manobo (Manobo e’ il ceppo originale suddiviso in una decina di sotto tribu, una di queste sono appunto gli Ata). Attualmente nel villaggio vivono 70 famiglie per un totale di 373 individui. Gli Ata manobo sono la popolazione originale della zona praticamente da sempre (alcuni studiosi dicono che sono venuti dal Borneo migliaia di anni fa). Non sono stati influenzati ne dall’arrivo dei missionari islamici nel XIII secolo (si sono diffusi più nella parte occidentale e centrale dell’isola di Mindanao) nè da quelli cattolici nel XVI secolo. Inizialmente abitavano nella parte pianeggiante lungo le sponde dei fiumi dove vivevano di pesca mentre la parte collinosa e montagnosa era foresta e zona di caccia. Erano fondamentalmente cacciatori e raccoglitori. Nella foresta trovavano tutto ciò di cui avevano bisogno per vivere, dal cibo alle medicine. Come dicono loro ora, la foresta era il loro mercato dove potevano prendere senza pagare. Avevano anche un pò di agricoltura (riso, granoturco,manioca) anche se ancora con metodi rudimentali. Il sostegno della Fondazione è finalizzato a dare la possibilità ai minori e ai giovani di questo villaggio e di quelli intorno, di frequentare la scuola con la convinzione che, quando saranno adulti un po’ istruiti, non si limiteranno a sopravvivere, ma potranno anche pensare e programmare un futuro migliore. Inoltre la Fondazione intende soste-
nere un agronomo ben preparato perché insegni alle famiglie dei villaggi a coltivare la terra e si proceda anche ad una nuova piantumazione di alberi autoctoni con radici profonde affinché possano frenare il degrado ambientale dovuto al disboscamento, che provoca continui smottamenti di terreno con grave pericolo per le abitazioni e per le famiglie che vivono sui pendii. Nel recente viaggio conoscitivo tra i villaggi dei tribali di queste zone, fatto con Anselmo Castelli, ci siamo resi conto di quanto ci sia da fare per recuperare situazioni di ingiustizia che si sono avvicendate negli anni e che hanno provocato realtà davvero incredibili di povertà e di fame. Il progetto delle adozioni a distanza e
Il sostegno della Fondazione è finalizzato a dare la possibilità ai minori e ai giovani di questo villaggio e di quelli intorno, di frequentare la scuola
dello sviluppo agricolo sarà dedicato a “ P.Tullio Favali, Pime”, che morì ucciso proprio nell’isola di Mindanao, nel villaggio di La Esperanza, a Tulunan (Kidapawan), mentre soccorreva i poveri. Nelle Filippine tutti lo conoscono e ne sanno la storia. Sarà un modo per far sì che il suo sacrificio continui a portare frutto per il riscatto di quelle popolazioni per cui ha dato la vita. Per l’adozione a distanza di un minore o giovane € 35,00 al mese per almeno 12 mesi. Don Giuseppe Bergamaschi COME AIUTARE LA FONDAZIONE PER LE OFFERTE E CONTRIBUTI BANCA Bonifico presso: • B.C.C. di Castel Goffredo c/c 8029 (IT 27 M 08466 57550 000000008029) • Unicredit Banca Filiale di Castel Goffredo c/c 101096404 (IT 79 Y 02008 57550 000101096404) POSTA Versamento sul c/c postale 14866461 (IT74 S 07601 11500 00001486646) Il versamento va intestato a: Fondazione Senza Frontiere - Onlus, Via S. Apollonio n. 6 - 46042 Castel Goffredo (MN), C.F. 90008460207. Confidiamo nella generosità di molti
I danni procurati dalla “civilizzazione”
Privati dei terreni e “comprati” con pochi denari Agli inizi degli anni ‘60 le compagnie del legname, col permesso del governo e l’uso di militari, incominciano ad invadere i lori territori e disboscano praticamente tutta la zona togliendo agli ata-manobo la fonte primaria di sussistenza cioè la foresta. Nel 1989 una delle compagnie dopo aver disboscato tutto chiede e riceve il permesso dal governo di piantare alberi da taglio con uso di pesticidi e concimi. Nel 1991 gli indigeni incominciano a reclamare perchè non hanno più terreno dove poter
vivere, pero si crea pure divisione tra loro perchè alcuni capi villaggio che vengono pagati dalla compagnia si alleano e complottano con la stessa compagnia per costringere gli indigeni a lasciare le loro terre. Il 30 di novembre del 1993, 25 capi villaggio che sono contro la compagnia si trovano, discutono, formano l’organizzazione Salugpungan ta’tanu igkanugon e si impegnano e giurano di lottare per la difesa delle loro terre e rifiutano di lasciare le loro terre alla compagnia. Incominciano cosi operazioni da
L’attività della associazione è molto intensa e accurata
parte dei militari per costringere gli indigeni a lasciare i loro terreni e essere messi in una riserva. Nell’ottobre del 1995 il gruppo degli indigeni guidato dal capo (Datu) Gibang Apuga dichiara guerra alla compagnia uccidendo 7 persone e ferendone 4 con lancia e frecce. Attualmente l’organizazione Salugpungan ta’tanu
igkanugon comprende 84 villaggi (compreso il villaggio di Dulyan) e ha come scopo: La difesa delle terre ancestrali, Educare la loro gente perchè sappiano ragionare con la loro testa e non essere imbrogliati facilmente, Programma sanitario che si basa soprattutto sulla medicina tradizionale, Lo sviluppo agricolo delle loro
terre ancestrali. Nel 2004, data la situazione particolare della zona dove il governo non mostra nessun interesse ad aiutare gli indigeni, il gruppo del Rural Missionaries of the Philippines (RMP), gruppo di preti, suore e laici impegnati, inizia un programma educativo per adulti in 11 villaggi spersi sulle montagne. Sotto
forte insistenza da parte dell’organizzazione Salugpungan ta’tanu igkanugon nel 2007 ha inizio nel sito (frazione) Dulyan una scuola elementare riconosciuta dal governo. Attualmente c’e’ una scuola materna e quella elementare che va dalla prima (due sezioni) alla quinta con 270 studenti . Gli studenti provengono dal villaggio Dulyan e da alcuni villaggi limitrofi. Purtroppo la gente e’ molto povera e per tutto il travaglio che ha dovuto passare non e’ mai riuscita a venirne fuori. Essendo la scuola private, il governo non da niente e quindi tutte le spese (salari degli insegnanti, materiale didattico, costruzioni etc.) sono a carico della gente che naturalmente non riesce a sostenere e quindi viene aiutata parzialmente dal RMP. In mancanza di fondi il governo minaccia di chiudere tutto.
20 | Novembre 2011
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Il 29 novembre al Palafabris di Padova si esibirà il gruppo rock americano… Info www.zedlive.com
SPETTACOLI di Federico Martinelli
Giunge alla terza edizione il “Festival Franco Maragola”, sei serate musicali a ingresso libero incentrate sull’Ottocento e sul Novecento, nel segno della storicità e della contaminazione, in programma da martedì 8 novembre a martedì 20 dicembre nei teatri-auditorium di Brescia. Organizzato dall’Orchestra da Camera di Brescia, il festival vuole valorizzare la musica da camera ma anche la corale e il jazz, grazie alla partecipazione di giovani e giovanissimi emergenti. A inaugurare la rassegna, martedì 8 novembre all’Auditorium di Brescia, sarà proprio l’Orchestra da Camera di Brescia che, assieme a Giovanni Angeleri, raffinato e intelligente violinista già Premio Paganini, proporrà le musiche di Franco Margola, Samuel Barber, Niccolò Paganini, Antonio Bazzini e, nel centenario della nascita, di Nino Rota. Guidata da Filippo Lama, l’Orchestra eseguirà Sei madrigali di Margola, Adagio per archi op. 11 di Barber e omaggerà Rota attraverso il suggestivo Concerto per archi. Con Angeleri, metterà in parallelo il Paganini dell’Andante un poco sostenuto, dell’Allegro vivace a movimento perpetuo e delle “Streghe” op.8 con il Bazzini di “La Ronde des Lutins” Scherzo fantastique Op. 25. Seconda serata, il 17 novembre al Teatro Sancarlino, dedicata alla musica da camera con il Quartetto Prometeo, una delle formazioni italiane più apprezzate. Giulio Rovighi e Aldo Campagnari, violini, Masimo Piva, viola, e Francesco
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Smasching Pumpkins
Padova Ridens
Giuseppe Giacobazzi, Rocco, I Mancio e Stigma, Baz. Il meglio della comicità. Inizio 11/11. Info www.zedlive.com
Padova, Gran Teatro Geox
Una presentazione delle prime serate dell’importante festival bresciano
Il piacere della musica di grande qualità Giunge alla terza edizione il “Festival Franco Maragola”, sei serate musicali a ingresso libero Dillon, violoncello, porteranno l’attenzione sull’interessante Quartetto n.3 di Ghedini e sulle inedite Annotazioni per quartetto d’archi di Franco Margola. Non mancherà l’esecuzione del Quartetto in la maggiore n.3 di
Robert Schumann e del Quartetto in re minore “La morte e la fanciulla” di Franz Schubert. “I Piccoli Musici”, interpreti giovanissimi ma capaci di stupire per precisione ed espressività, saranno in scena mercoledì 30
novembre all’Auditorium Barnaba, diretti dal maestro Mario Mora. Il gruppo metterà a confronto autori classici dell’800 ( J.B. Weckerlin, F. Mendelssohn, G. Faurè. G. Rossini, F. Doppler) con la canzone d’autore inglese e francese rappresentata da Charles Trenet e Bob Chilcott. I pezzi di Franco Margola per ottoni annunceranno, martedì 6 dicembre al teatro San Barnaba, il capolavoro stravinskyano Histoire du soldat, interpretata dall’Enemble dell’Orchestra da Camera di Brescia diretto da Vittorio Parisi e con Luciano Bertoli nel ruolo di narratore. www.orchestradacameradibrescia.com
Verona, Teatro Nuovo - Anche quest’anno la rassegna con grandi nomi nazionali
Grande Teatro, per grandi Attori Il Grande Teatro è diventata, nel corso degli anni, la rassegna più vista in tutto il Veneto
Grande Teatro anche quest’anno a Verona, con la tradizionale rassegna organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona e da Teatro Stabile- Fondazione Atlantide. Ospitata all’interno del Teatro Nuovo, in Piazza Viviani, “Il Grande Teatro” è diventata, nel corso degli anni, la rassegna più vista in tutto il Veneto, grazie anche alla qualità della proposta artistica, ogni anno sopra la media. Un cartellone, quello della stagione 2011-2012, all’insegna del Teatro del Novecento con attori e registi di primo ordine nella scena teatrale italiana. Si inizia
con “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello per la regia di Fabio Grossi con Leo Gullotta (dal 15 al 10 novembre) per poi proseguire con “Roman e il suo cucciolo” di Reinaldo Povod per la regia e con Alessandro Gassman (dal 29 novembre al 4 dicembre). L’istrionico Franco Branciaroli sarà in scena dal 13 al 18 dicembre con “Servo di scena” di Ronald Harwood. Ma è con gennaio che la rassegna entra nel pieno del suo splendore. Ad inaugurare la seconda parte, dopo la pausa natalizia sarà il duo teatrale per eccellenza: Glauco Mauri e Roberto Sturno in “Quel-
lo che prende gli schiaffi” di Leonid Nikolaevič Andreev dal 10 al 15 gennaio. Poco dopo dal 24 al 19 Luca de Filippo presenterà “Le bugie con le gambe lunghe”, intramontabile testo di Eduardo. Dal 7 al 12 febbraio Paolo Valerio ed Elena Giusti presenteranno “Piccoli crimini coniugali” di Eric-Emmanuel Schmitt. La rassegna si avvia alla conclusione con “Il fu Mattia Pascal” per la regia e con Tato Russo, dal 21 al 26 febbraio e “Cyrano de Bergerac” da Edmond Rostand per la regia e con Alessandro Preziosi. www.teatrostabileverona.it
Magia in danza e musica, i Momix a Padova Acclamati in tutto il mondo per la sorprendente creatività, agilità e spontaneità scenica i Momix, illusionisti e narratori di atmosfere che fanno sognare il pubblico per la capacità di unire musica e danza atletica in un dialogo costante tra oggetti e luci, sbarcano a Padova il 3 e 4 novembre al “Gran Teatro Geox” per uno spettacolo desinato, come ormai siamo abituati, a lasciare il segno nel pubblico. Nel trentesimo anniversario di attività, la compagnia diretta da Moses Pendleton, che registra il tutto esaurito nelle centinaia di repliche annuali del suo spettacolo, ripercorrerà le migliori coreografie (difficile farne una selezione) degli spettacoli “Passion”, “Baseball”, “Opus Cactus”, “Sun Flower Moon” e “Bothanica”, ultima performance di danza che vanta il titolo di
più vista al mondo grazie a un tour durato un anno e mezzo e 150.000 spettatori solo in Italia. Ma non si tratta solo di revival; Momix Remix regalerà all’Italia tre nuove coreografie, nuove illusioni e narrazioni di mondi nascosti: “Baths of Caracalla”, sulle musiche di “Reverence” di David e Steve Gordonm, “If you need somebody” sulle musiche di Johann Sebastian Bach e “Duets” sulla musica “Wonderland” di Warp Technique. www.zedlive.com
Verona, Teatro Nuovo
La grande comicità: da Dapporto a Marco Paolini Giunge alla quattordicesima edizione “Divertiamoci a Teatro”, rassegna ideata dal Teatro Stabile di Verona dedicata alle commedie piacevoli, brillanti e garbate con l’intento di far ridere con intelligenza, senza cadere nella comicità banale e scontata. Composta di otto spettacoli, replicati per tre sere, la rassegna porterà a Verona i nomi più rappresentativi del teatro contemporaneo. Ad aprire il calendario di spettacoli saranno Massimo Dapporto e Benedicta Boccoli con “La verità”, in scena l’8, 9 e 10 novembre per la regia di Maurizio Nichetti. Il testo di Florian Zeller gioca su una delle situazioni teatrali per eccellenza: il tradimento. Questo tema, ormai un “classico” del teatro brillante, porta i quattro personaggi a vivere situazioni estreme, in uno scambio continuo di battute e ruoli. Secondo appuntamento
il 23-24 e 25 novembre con Cochi e Renato, impegnati in “Finché c’è salute”, spettacolo dedicato tanto ai loro cavalli di battaglia quanto a nuove e divertenti trovate, sempre caratterizzate da un umorismo graffiante e dal non-sense. Gag, canzoni, modi di dire che ormai fanno parte del nostro quotidiano, animeranno uno spettacolo in cui il gioco delle parti renderà protagonista ora l’uno ora l’altro e in cui a trionfare sarà la spensierata leggerezza della comicità di questi due grandi maestri. www.teatrostabileverona.it
Brescia, Palabrescia
Albanese, il comico irriverente Si apre all’insegna della grande comicità la rassegna invernale del Palabrescia. Il 19 e 20 novembre difatti, per la regia di Giampiero Solari, debutta il nuovo spettacolo di Antonio Albanese, classe 1964. Il recital racconta “con corrosiva comicità e ritmo serrato, un mondo popolato da personaggi tipici del nostro tempo” attraverso la tipica connotazione di dirompente fisicità cui l’humor di Albanese ci ha abituato. Il pubblico sarà trascinato in un colorato, surreale e grottesco mondo popolato da personaggi tanto bizzarri quanto veritieri come Epifanio, L’Ottimista, il Sommelier, Alex Drastico, Perego e Cetto La Qualunque, personaggio-icona reduce dal suc-
cesso cinematografico dello scorso anno. Sono “maschere e insieme prototipi della nostra società, visi conosciuti che si ritrovano nel vicino di casa, nell’amico del cuore, in noi stessi” purtroppo però, verrebbe da aggiungere, tanto questi suscitano all’apparenza una grassa risata ma, all’occhio della ragione suggeriscono rabbia e pietà per l’inconsistenza e superficialità del loro spessore umano e professionale. Ma si tratta di comicità e quindi spazio alle risate grazie a un comico che riesce sempre a sorprendere. www.palabrescia.com
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Ryuichi Sakamoto
Il 13 novembre a Padova musiche già edite e nuove composizioni del musicista giapponese. Info www.zedlive.com
Il 18 e 19 novembre un musical divertente, spumeggiante, coloratissimo. Info www.zedlive.com
Bob Dylan e Mark Knopfler, sia musica! L’incontro tra il menestrello del rock di Duluth, Bob Dylan e il “Sultano dello swing” Mark Knopfler, ex leader dei Dire Straits, si farà. Si annunciava come un evento destinato a segnare la storia della musica ancora nella sua gestazione, ora diventa realtà. I due grandi artisti suoneranno insieme per circa 30 concerti europei di cui solo 4 italiani. È corsa al biglietto quindi! Il debutto di uno dei concerti più “attesi e inattesi” degli ultimi anni, annunciato dagli organizza-
tori di “ZED!”, sarà proprio a Padova, il 9 novembre, al PalaFabris. I due artisti, particolarmente affezionati al nostro paese tornano dopo i recenti successi; l’ultimo live italiano di Knopfler risale al 2010 mentre è fresco di giugno il concerto soldout di Bob Dylan tenutosi all’Alcatraz di Milano. L’evento prevede due concerti in uno, visto che sia Dylan, sia Knopfler saliranno sul palco con la propria band, ma non è escluso che le due leggende si esibisca-
no insieme, anche a seguito delle collaborazioni già avvenute in passato. Per l’occasione, durante il tour saranno festeggiati i 70 anni di Dylan e i 50 di Amnesty International, associazione alla quale lo stesso Dylan renderà omaggio e non è detto che Knopfler, dopo due anni dalla pubblicazione di “Get Lucky” non decida di pubblicare un nuovo album dopo questa entusiasmante esperienza. www.zedlive.com
Dal 10 al 13 è di nuovo “Segni d’infanzia” In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Segni d’infanzia si tinge di bianco, rosso e verde per l’apertura ufficiale
pagnia Rodisio e Nuvole in tasca). Non mancheranno illustri artisti provenienti dai Paesi europei più all’avanguardia nel settore, come la compagnia francese Théâtre des TaRaBaTeS e il jazzista norvegese Terje isungset. Anche la musica sarà protagonista, nella cornice del Teatro Bibiena, con “I racconti di Mamma Oca”, omaggio al compositore Maurice Ravel dell’Orchestra da Came-
Martedi 15 novembre al Gran Teatro di Padova si potrà assitere al concerto del mitico gruppo
Verona, Teatro Filarmonico
Si rinnova a Mantova il grande appuntamento dedicato all’arte e al teatro per i piccoli
In un anno particolarmente difficile per la cultura, Segni d’infanzia, festival internazionale che da sei anni anima l’autunno mantovano, cambia, taglia e si trasforma in una quattro giorni destinata a proporre nella splendida cornice della città di Mantova alcune innovative e originali proposte del panorama artistico odierno. Sotto il segno dell’animale simbolo 2011, il riccio, distinti i generi teatrali contribuiranno a creare un’emozionante atmosfera piena di colori, magie e suggestioni, dal teatro classico alle performance più acrobatiche, dai concerti alla danza, dai percorsi espositivi ai laboratori. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Segni d’infanzia si tinge di bianco, rosso e verde per l’apertura ufficiale, mercoledì 9 alle ore 17.00, alla Loggia del Grano, dove bambini, maestre e famigliari saranno invitati a cantare insieme l’inno d’Italia. Confermandosi evento unico nel suo genere in Italia dedicato al teatro per il giovane pubblico e soprattutto finestra di rilievo sul panorama internazionale, il festival ospita quest’anno, nell’ottica di dare risalto alle eccellenze made in Italy, compagnie teatrali nazionali fra le più giovani e innovative (Teatro del Piccione, Teatrodistinto, Com-
ra di Mantova, e con “Carovana Musicale”, funambolico e travolgente concerto del Circo Diatonico. In Piazza Castello sarà allestito, in collaborazione con il Parco del Mincio da giovedì 10 a domenica 13, un suggestivo Bosco delle emozioni. Segni d’infanzia 2011 vanta anche un progetto speciale per gli adolescenti dai 12 ai 18 anni: “Comunicare le emozioni” in cui la fotografa catalana Cristina Nuñez li guiderà a indagare la loro immagine in modo non stereotipato per imparare a conoscersi lavorando sulla propria identità e sulle emozioni attraverso il linguaggio fotografico. Installazioni, un convegno, spettacoli di piazza, aperitivi e vari laboratori completeranno il cartellone. Che rinnova anche la collaborazione con la compagnia di Dario Moretti, Teatro all’improvviso, attraverso due proposte: “La camera delle meraviglie”, ideata e creata da Moretti, e la nuova produzione “La natura dell’orso”, che promette di affascinare con i prodigiosi oggetti del collezionista. Il programma dettagliato del festival è consultabile sul sito www. segnidinganzia.org. (V.P.) Info: tel. 0376.1511955 segreteria@segnidinfanzia.org
Quando il violino è… rock Con la stagione invernale iniziano i grandi concerti organizzati da “Eventi Verona”. E s’inizia alla grande, con la rassegna “Classici” e l’arrivo il 28 novembre al Teatro Filarmonico di Verona di David Garrett, il violinista rock più famoso al mondo. Figlio di un avvocato tedesco e di una ballerina statunitense David Garret, classe 1980, nel 2009 è entrato nel Guinnes dei Primati per aver eseguito “Il volo del calabrone” in soli sei secondi. L’evento, promosso con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona (Assessore Erminia Perbellini n.d.r), si caratterizza come uno dei più attesi della stagione invernale. Definito da Madonna come “il Brad Pitt del classic rock”,
Si presenta come “uno tra i più rivoluzionari ed entusiasmanti eventi spettacolari” e sarà tra gli eventi di punta della stagione veronese. Dopo l’eccezionale successo nel tour del 2009 “STOMP” sarà in scena al Teatro Nuovo di Verona il 4, il 5 e il 6 novembre. Lo spettacolo mette in scena le sonorità del nostro tempo in una sequenza senza trama, personaggi né parole, traducendo in sinfonia i rumori della civiltà urbana contemporanea. Attraverso strofinii, battiti e percussioni di ogni tipo, i ballerini-percussionisti-attori-acrobati di “STOMP” daranno voce agli oggetti della vita quotidiana trasformandoli in strumenti musicali: bidoni, pneumatici, lavandini, scope diventeranno strumenti per far musica e ritmo in un continuum d’irriverente ironia che accompagnerà le due ore di spettacolo. Nata a Brighton nel 1991 dalla creatività di Luke Cresswell
Novembre 2011- Fitto il calendario
Musica in città e provincia
www.teatrosalieri.it
La stagione 2011/2012 di “Tempo d’Orchestra” ha inaugurato con un’intera giornata all’insegna della musica di Ludwig van Beethoven e prosegue per oltre venti appuntamenti che, come consuetudine, si terranno nei teatri di Mantova e nelle sale d’incontro della Provincia. Uno degli elementi che caratterizza la nuova edizione della rassegna è la presenza a ben otto eventi dell’Orchestra da Camera di Mantova anche se non mancheranno altre punte d’eccellenza come celebri
Eventi Verona 045.80.39.156 info@eventiverona.it
STOMP: è tempo di ritmo
A Mantova è protagonista la grande musica classica
due importanti compagnie europee: il Ballet de l’Opéra de Paris, con coreografie di R. Nureyev, il Ballet de l’Opéra de Bordeaux, con una serata dedicata a George Balanchine, il Balletto di Torino, con lo spettacolo Le Vergine, sulla splendida musica di Čajkovskij. Per la musica un ciclo di concerti con nomi del calibro di Sergio Cammariere, Giovanni Allevi e Danilo Rea.
David Garrett proporrà, oltre ai pezzi più celebri anche le melodie del nuovo disco “Rock Symphonies” che ha già venduto milioni di copie e che si è consolidato come “il miglior punto di incontro fra cultura classica ed attitudine rock”. Garrett, apprezzato dagli amanti della musica per la sua semplicità e agilità artistica, è considerato “l’unico personaggio in grado di suonare gli AC/DC e Vivaldi nello stesso concerto”.
Verona, Teatro Nuovo
Grandi artisti al Teatro Salieri di Legnago Grandi eventi al Salieri di Legnago; la prosa caratterizzata da tre fili conduttori: divertimento con il musical “Happy Days”, cabaret, con “Varie-età” di e con Massimo Lopez, classici con Il Ventaglio di Goldoni e Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e novità con uno sguardo al mondo della scuola e dei giovani con la commedia The History Boys tratto dalla commedia di Alan Bennett del 2004. La danza sarà presente con
The Manhattan Transfer
da non perdere
Padova, Palafabris
L’evento prevede due concerti in uno, visto che sia Dylan, sia Knopfler saliranno sul palco con la propria band
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Peter Pan: il Musical
solisti della scena internazionale. Per il mese di novembre, martedi 8, al Teatro sociale di Mantova la “MoravianPhilharmonic Orchestra” sotto la direzione di Alfonso Scarano, eseguirà pezzi di R. Wagner e G. Mahler. Martedi 15, all’Auditorium di Poggio Rusco l’“Orchestra da Camera di Mantova” accompagnerà il violinista Nicola Benedettine nell’esecuzione di W.A. Mozart, F.J. Haydn. Pochi giorni dopo, sabato 19 al Bibiena “I Virtuosi delle Muse” accompagneran-
e Steve McNicholas, l’idea di STOMP ha trionfato in questi ultimi anni nei più importanti festival e teatri del mondo, da Broadway a Parigi, da Los Angeles a Tokyo. Danza, teatro e musica insieme in questo spettacolo diventano sintesi e compenetrazione di più arti, avvicinandosi alle ricerche delle avanguardie del Novecento per un evento che è rock e al tempo stesso pop, come espressione massima della cultura metropolitana il cui intento è di “liberare, attraverso il ritmo, i suoni più comuni e per questo più sconosciuti dell’epoca contemporanea”. www.zedlive.com
no il soprano Roberta Invernizzi su musiche di H.J. Rigel, H.M. Berton, N.M. Dalayrac, F.J. Gossec, F. Devienne, A. Grétry, W.A. Gli appuntamenti di novembre si concludono il 21 novembre, al Duomo di Mantova con l’“Orchestra da Camera di Mantova” e il “Coro Ricercare Ensemble” che eseguiranno musiche di G.F. Haendel, W.A. Mozart, G.F. Haendel. Info: www.mantova.com
22 | Novembre 2011
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BAGNO NELLA LANA DI PECORA
All’Arosea Life Balance gli impacchi di lana stimolano la microcircolazione e rafforzano il sistema immunitario. www.arosea.com
SCELTI DA NOI
Un pieno d’energia prima dell’inverno. A Corvara nella Welness Farm dell’Hotel la sapienza delle cure di bellezza polinesiane. www.postazirm.com
di Marco Morelli
la “dritta”
Al The Crystal di Obergurgl in Tirolo parte la campagna per sciare senza perdite di tempo
Mens sana in corpore sano
Quant’è bello… sciare in pantofole Sciare, per chi ama la neve, è senza dubbio una delle esperienze sportive più belle. Ma, d’altra parte, la preparazione dell’attrezzatura, la vestizione, i trasferimenti sulle piste, l’acquisto degli skipass, le code e così via sono un corollario spesso faticoso, noioso e talvolta impegnativo (in particolar modo quando si ha famiglia), che incidono negativamente sulla voglia di partire. The Crystal Hotel di Obergurgl, nel Tirolo austriaco, quest’anno ha detto basta agli sprechi di tempo e ha adottato una serie di misure a favore degli sciatori affinché la giornata sia interamente dedicata allo sci. In ascensore sulle piste da sci The Crystal, nell’Ötztal, ha la fortuna di sorgere proprio sulle piste da sci (110 km di piste e 24 impianti solo ad Obergurgl, a cui si aggiungono i 150 km di Sölden, il tutto ai piedi di 22 ghiacciai e ed oltre 40 cime, un paesaggio da capogiro). Così ha deciso di sfruttare questa posizione privilegiata per adottare una serie di iniziative che piaceranno
Natura e Oriente
Tre, o più, giorni in Alto Adige, all’Hotel Pfösl di Nova Ponente, per ritrovare il piacere delle camminate in un ambiente incontaminato e riprendere fiato (alla lettera, eh!) attraverso gli insegnamenti di tecnche respiratorie calmanti o stimolanti. Perché con la vita che facciamo, sempre di corsa e sotto stress, abbiamo bisogno di fermarci un momento per renderci conto che abbiamo disimparato a respirare. Incredibile, vero? Eppure è così, anche se la respirazione è dovuta a uno stimolo nervoso automatico, che, in una persona sana, è senza soluzione di continuità. Ma la respirazione “risente” delle nostre emozioni, con le quali è in rapporto diretto: non è forse vero che se una forte
The Crystal Hotel di Obergurgl quest’anno ha detto basta agli sprechi di tempo e ha adottato una serie di misure a favore degli sciatori molto agli sciatori per la stagione 2011/2012. Skipass in hotel: lo skipass diventa parte del soggiorno in hotel, cioè si prenota anche on line insieme alla camera, o direttamente in hotel, si ritira alla reception quando si arriva e lo si utilizza per tutto il soggiorno. Entrata diretta agli impianti di risalita: l’ospite si alza dal letto toglie pantofole e pigiama, indossa scarponi e tuta da sci, prende l’ascensore ed è già sulla pista e su uno dei 24 impianti di risalita. Può raggiungere direttamente gli impianti del “Festkogel Bahn” senza nemmeno uscire
dall’hotel. Un comodo passaggio appositamente realizzato porta l’ospite direttamente alla funivia di Gurgl. Scuola sci in casa: l’ospite può prenotare ed avere il maestro di sci per sé o per i figli direttamente davanti all’hotel. Skidepot: appena si lascia la pista da sci per entrare in hotel, ogni ospite ha a disposizione lo skidepot con il sistema di riscaldamento e disinfezione degli scarponi. Li troverà l’indomani, caldi e profumati. Wellness al rientro: dopo una giornata di sci, si passa dalla pista all’hotel e una volta tolti sci e scarponi, ci si può recare
direttamente alla Spa e alla zona wellness, prendendo con sé la borsa con asciugamani, pantofole e accappatoio forniti appositamente dall’hotel all’ospite al momento dell’inizio della vacanza. Noleggio sci e attrezzature in hotel: al fine di evitare inutili spostamenti, The Crystal ha introdotto in hotel il servizio di noleggio di sci e attrezzature, che possono essere prenotati anche on line prima della partenza della vacanza.
(http://www.pfoesl.it)
Un gioiello incastonato tra le Dolomiti
Info: The Crystal ****S Tel. +43 (0)5256 6454 info@thecrystal.at, www.thecrystal.at
La Spa tutta speciale di un hotel simbolo del turismo alle Maldive Il resort Kurumba alle Maldive: un simbolo del turismo in questo arcipelago perché è stato il primo albergo ad essere costruito e il primo albergo a ricevere dei turisti dall’estero nel lontano 1972. Ora è un resort di lusso dove mare esotico e wellness di classe si sposano in un connubio perfetto. I deluxe bangalow fronte mare, con pavimento in tek, letto a baldacchino, doccia interna ed esterna nel giardino, misurano 74 metri quadri e sono solo la soluzione intermedia. Vengono superati in lusso dalle ville private, con jacuzzi, salotto e camera matrimoniale. Per non parlare delle “pool villas” con piscina privata e giardino con cascata o delle “presidential villas” con gazebo per la lettura. Uno dei fiori all’occhiello del Kurumba è la sua Spa, un centro benessere che si richiama
emozione ci toglie il fiato, quando ci calmiamo tiriamo un bel respiro di sollievo? In un week-end in questo bell’albergo – che ha sposato la filosofia dei Vitalpina® Hotels – la fitness coach Bernadette dello staff interno mi ha concretamente dimostrato come il controllo del respiro migliori la qualità della vita quotidiana, e consenta di recuperare energie e concentrazione. Massaggi, saune e un cuoco di grandi capacità hanno fatto il resto.(S.T.)
Il “Croce Bianca Leisure & Spa Hotel” si trova a Canazei (TN), nella parte più settentrionale della Val di Fassa (TN) ove c’è un lembo di terra in cui sembra possibile toccare il cielo con un dito. Questo luogo, oltre ad essere dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è talmente prezioso che a fare da guardiani sono i massicci dolomitici più belli: Marmolada, Sasso Lungo, Sella e Pordoi. Un posto che è il paradiso per gli sportivi o per chi semplicemente ama rilassare lo sguardo davanti a panorami di raro splendore. Rifugio ideale dove vivere romantiche emozioni, punto di partenza per escursioni indimenticabili, accogliente ristorante dove degustare le specialità locali
alle Maldive dell’antichità dove tutto era circondato dall’acqua nel più completamento isolamento in mezzo all’oceano indiano. Un percorso sull’acqua porta infatti alle cabine di trattamento circondate da alte palme. In un ambiente orientale, ecco l’oasi dove provare il benessere esotico. Che ne dite di essere avvolti con bende profumate, intrise di olio di monoi e, dopo la doccia, provare un balsamo a base di fiori tropicali? Potete provare trattamenti particolarissimi come quello giapponese per avere pelle come seta nella delicata zona intorno agli occhi o il massaggio tailandese con le erbe..C’è il ristorante indiano, quello cinese, quello libanese, quello italiano, quello internazionale, il grill in riva all’oceano. Un’occhiata ai prezzi: dal 1° ottobre al 30 novembre un pernottamento in bed and breakfast parte da 147 euro a persona. Dal 1° dicembre al 31 marzo parte da 176 euro a persona. Per informazioni Gateway Tel. 02.866901 - www.universalresorts.com
il suggerimento di ANNA MARIA CATANO
Una vacanza da sogno, un Natale indimenticabile. Alle Maldive in uno dei più bei paradisi naturali del nostro pianeta. Se amate il lusso il Coco Palm Bodu Hithi e il Coco Palm Dhuni Kolhu sono l’ideale per un soggiorno raffinato o per una romantica luna di miele. Nella privacy più assoluta, tra l’azzurro del mare e quello del cielo. Il Bodu Hithi, isola privata, è un elegante rifugio a cinque stelle nell’atollo di Malé nord, a 40 minuti di motoscafo dalla capitale. Sentieri sabbiosi si snodano tra le mangrovie e le palme da cocco: il Resort comprende cento ville deluxe, tutte con
Coco Palm resort
in angoli suggestivi, e grotta di benessere per dedicarsi alla bellezza del proprio corpo. Le camere, in tutto 46, sono ampie e confortevoli. Il Wine & Dine Restaurant, vanta il suo nome nelle migliori guide gastronomiche. Gioiello del centro benessere è una vasca idromassaggio a dodici posti inserita in un contesto che rievoca un magico cielo stellato. Per assistere invece a uno “Skyline Dolomitico” da Oscar l’ideale è immergersi nella vasca idromassaggio esterna con acqua riscaldata, o prendere il sole e riposarsi nell’ampio giardino, distesi su comodi lettini, ammirando il panorama circostante. Per maggiori informazioni: Tel. 0462 601111, www.hotelcrocebianca.com
piscina privata,un ventaglio di bar e ristoranti e la Coco spa, anch’essa costruita su palafitte con vista sull’oceano e trattamenti thailandesi, indonesiani e indiani. Dhuni Kolhu invece è una grande mezzaluna di sabbia e palme nel remoto atollo di Baa, raggiungibile però anch’esso in mezz’ora di volo da Malé. In divehi, idioma maldiviano, dhuni significa “arco” e kolhu “punta dell’atollo”. Il Coco Palm, 84 villas, è circondato da spiagge di candida sabbia e dalla barriera corallina. Per gourmet : dal 30 gennaio al 5 febbraio nelle cucine del Coco Palm Bodu Hithi si parlerà italiano. In arrivo Igor Macchia, chef da una stella Michelin e una carta di vini toscani. www.cocopalm.com
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Musica a Corte a Corte Pallavicina
A Polesine Parmense (PR) si invitano i nobili d’animo e di palato a tre appuntamenti cultural gastronomici. Si inizia il 30 ottobre. www.acpallavicina.com/relais
A Friendly Weekend!
Al Falkensteiner Hotel & Spa Bleibergerhof, fino al 20/12/2011 chi va in vacanza con un’amica avrà un massaggio in omaggio. www.falkensteiner.com
APPUNTI DI VIAGGIO di Marco Morelli
Singolare notte di Halloween a Stoccolma In Svezia Halloween non ha le zucche. Neppure fantasmi e zombie. E forse neppure Halloween come lo intendiamo noi. Neppure il giorno corrisponde al 31 ottobre. La notte dedicata al regno delle tenebre è il primo sabato di novembre, che quest’anno cade il 5 novembre. In questa data vengono ricordati i morti e la tradizione vuole che dopo il tramonto le persone vanno nei cimiteri a deporre ghirlande fatte di pino e candele creando un’atmosfera unica nel suo genere. Un viaggio singolare ma che permette di apprezzare e conoscere la Svezia e le sue usanze più autentiche. In particolare, da segnalare ai turisti c’è la visita a Skogskyrkogården (che significa il cimitero nel Bosco), cimitero progettato dall’architetto Gunnar Asplund nel 1917, che, dal 1994 è patrimonio mondiale dell’UNESCO per la sua particolarità ed unicità: questo cimitero è attorno un bosco di pini esteso per 100 ettari; entrando si è avvolti da un’atmosfera suggestiva: conifere secolari, profumo di resina, silenzio profondo e lapidi disposte ai piedi degli alberi. E se poi si aggiunge il buio, il respiro si ferma per qualche secondo. Commozione e stupore si mescolano. La
Graz Tourismus offre tante occasioni convenienti per visitare la città
cerimonia è autentica e profondamente sentita. A Skogkyrkogården si riuniscono migliaia di persone che lasciano le loro candele e si fermano in raccoglimento a ricordare i loro cari scomparsi. Il bosco si trasforma e come per incanto diventa illuminato come se centinaia di folletti del bosco avessero deciso di uscire dalle loro tane con le lanterne a dare il benvenuto a tutti i visitatori. Anche la tomba della Divina Greta Garbo, stoccolmese di nascita, giace in questo meraviglioso bosco incantato. Guidastoccolma. eu propone un tour guidato per capire e approfondire gli aspetti culturali della Svezia: guide autorizzate accompagnano i turisti per la città e, il 5 novembre, al cimitero di Skogkyrkogården per partecipare alla cerimonia delle candele. Il tour di guidastoccolma. eu propone, oltre alla partecipazione alla cerimonia al cimitero Skogkyrkogården, anche una visita guidata alla città, con ingresso ai musei più significativi. wwww.guidastoccolma.eu
Apre il nuovo Joanneumsviertel: la città si rinnova I festeggiamenti per il genetliaco dello Joanneum sono iniziati a gennaio e si concluderanno l’anno prossimo. Il clou è fissato per il 26 novembre Due secoli di vita non sono pochi, soprattutto per un museo, anzi un super museo universale, con la più grande raccolta di opere d’arte dell’Europa centrale. Un museo che unisce l’architettura contemporanea della Kunsthaus di Peter Cook e Colin Fournier, due visionari immersi nel futuro, al più grande, e originale, arsenale antico del mondo con una collezione d’armi che supera i 32.000 oggetti, 7 ettari di parco ricoperti dalle sculture dei migliori artisti contemporanei, da Yoko Ono a Tobias Pils, alle raccolte naturalistiche, con allestimenti innovativi immersi in un mondo barocco, di Schloss
Trautenfels. Tutto questo, ma non solo, è l’Universal Museum Joanneum: 21 musei in cinque diverse location tra Graz e dintorni. I festeggiamenti per il genetliaco dello Joanneum sono iniziati a gennaio e si concluderanno l’anno prossimo. Il clou è fissato per il 26 novembre quando sarà inaugurato il nuovo Joanneumsviertel un pezzetto del cuore di Graz completamente rinnovato, stravolto. In pratica tre antichi palazzi sono stati trasformati in un nuovo centro per l’arte, la cultura e la conoscenza nel downtown di Graz. Nel nuovo Joanneumsviertel ci sarà spazio per la nuova Neue Galerie, la
Collezione Multimediale, il Museo di Storia Naturale e per la Biblioteca Nazionale della Stiria. Saranno collegati da uno stupefacente corridoio sotterraneo che fungerà da ingresso comune, centro informazioni e area informativa e di orientamento su tutte le collezioni raccolte nel Joanneumsviertel. Un cortile circolare, poi, porterà al centro visitatori con le biglietterie e il museum shop. Ci saranno postazioni per computer e connessione internet wlan, per permettere agli ospiti di entrare in contatto con tutto il mondo. Il progetto, curato dallo studio di architetti madrileni Nieto Sobejano Arquitectos insieme a Graz Architects eep, ha rispettato le direttive di salvaguardia degli antichi palazzi cittadini voluti dell’Unesco, che ha premiato Graz come Patrimonio Mondiale per il suo pregevole centro storico barocco, puntando quindi sull’interno. Graz Tourismus offre tante occasioni convenienti per visitare la città. L’offerta 3x2, ad esempio, offre tre giorni a Graz al prezzo di due. Ad esempio pernottando al centralissimo Palais Hotel Erzherzog Johann **** sino al 19 dicembre si spendono 165 euro a persona, in camera doppia, per 3 pernottamenti con la colazione, l’uso della sauna e della palestra e il collegamento internet, un buono per un dolce e un caffè, una bottiglia di vino stiriano e una Museum Card valida per 48 ore all’Univesalmuseum Joanneum.
Sull’isola di Nosy Be una vacanza tra mare e natura Nosy Be è un’isola vulcanica, situata a circa 8 km dalla costa del Madagascar, nel canale di Mozambico
il giramondo di ALESSANDRA CAPATO
Alle Terme Luigiane di Calabria Le Terme Luigiane, mettono a disposizione degli ospiti un parco termale, tre piscine di acqua termale, fanghi e un nuovissimo centro benessere inaugurato solo il luglio scorso. Quest’ultimo è dotato di piscine idro-care
Il resort Domaine de Lokobe si raggiunge in barca costeggiando l’ultima foresta originaria dell’isola malgascia, tra profumi intensi di ylang-ylang e vaniglia. Grandi emozioni tra lemuri, camaleonti variopinti e un’ intatta barriera corallina. Nosy Be è un’isola vulcanica, situata a circa 8 km dalla costa del Madagascar, nel canale di Mozambico. Ha un’area complessiva di 300 chilometri quadrati e il punto più alto, costituito dal monte Lokobe, è 450 metri sul livello del mare. È circondata da un arcipelago di altre isole minori fra cui Nosy Komba (celebre per i lemuri macaco), Nosy Mitsio, Nosy Sakatia, Nosy Tanikely, le isole Radama e Nosy Iranja. Il capoluogo dell’isola è la città di Andoany. Sull’isola ci sono undici laghi vulcanici,
ad acqua dolce; un’area del thermarium comprende bagno turco, cascata di ghiaccio, fontane per il massaggio cervicale e docce emozionali. Una spaziosa sauna finlandese; cabine per trattamenti dimagranti e rassodanti e ancora un angolo esclusivo con vasca idromassaggio a due posti e cromoterapia. Senza dimenticare una curata zona relax. Diverse sono le proposte. A scelta il Percorso Umido (tisana, doccia, bagno turco, doccia emozionale, relax, percorso d’acqua Kneipp); oppure il Percorso Absolute Wellness al quale si aggiunge un massaggio antistress emozionale, trattamento viso, pedicure estetico e curativo; mentre il Percorso DeepWelness contempla un massaggio antistress emozionale e
che costituiscono un’importante risorsa d’acqua per la coltivazione ed un ottimo habitat per i coccodrilli. Il paesaggio è molto vario e dominato da grandi colline e rilievi minori. La costa è frastagliata, ricca di insenature e piccole baie. Il clima di Nosy Be è ideale per una vacanza. Ventisette gradi di media con percentuali molto basse di umidità. L’isola ospita la Riserva naturale di Lokobe. La riserva protegge l’ultimo lembo di foresta prima-
trattamento viso. E ancora il Percorso Emotional oppure il Percorso Face Care dedicato alla cura del viso. Tutti i trattamenti vengono eseguiti da personale specializzato; in particolare il massaggio antistress emozionale racchiude tre fondamentali tecniche: drenaggio linfatico con metodo Vodder, massaggio connettivale di ElisabethDicke, massaggio bionergetico di William Reich. I trattamenti vengono eseguiti con i prodotti ricavati dalle materie prime termali: acqua, fango e alghe, che, grazie alla loro composizione particolarmente ricca di zolfo, fanno delle Terme Luigiane un centro di eccellenza. Telefono 0982 94054 www.termeluigiane.it
ria di Nosy Be, una foresta fitta e umida che ricorda quelle della costa orientale del Madagascar Il resort Domaine de Lokobe è immerso in una natura incontaminata, caratterizzata dal profumo di ylang ylang, di caffè e di spezie come il pepe e la vaniglia, e dalla sua spiaggia con i piccoli isolotti di sabbia fine e le sue acque cristalline. Il resort si raggiunge in barca costeggiando la foresta. Dal Domaine de Lokobe si possono fare escursioni indimenticabili come quella alle piccole isole vicine. Si parte direttamente dalla spiaggia del villaggio e dopo circa 40 minuti di navigazione si arriva al Parco Marino dell’isola di Tanykeli dove c’è la possibilità di nuotare in un acquario naturale ricco di varie forme di vita marina. L’isola è
ricoperta da una ricca vegetazione tropicale. Tanikely è una piccolissima e incantevole isola vulcanica, abitata da volpi volanti e lemuri macaco. Incontri ravvicinati anche con tartarughe centenarie e coloratissimi camaleonti. Per andare al resort Domaine de Lokobe sull’isola di Nosy Be bisogna rivolgersi al tour operator milanese “Un Altro Sole”. Una settimana in pensione completa (bevande incluse), volo e trasferimenti compresi, costa 1.190 euro a persona dal 1° al 27 novembre. Dal 28 novembre al 4 dicembre costa 1.090 euro a persona e dal 5 al 15 dicembre costa 1.050 euro a persona. Per informazioni e prenotazioni, “Un altro Sole”, Tel. 02.5731321 www.unaltrosole.com
Vivere l’Africa a prezzi giovani
Vivere l’Africa attraverso campi organizzati, situati nei luoghi più belli. Itinerari scelti e guide esperte. Niente supplemento per i single che dividono tenda e lodge con un compagno di viaggio. Tutti partecipano all’organizzazione di pranzi e cene. Risultato: prezzi imbattibili e nuove amicizie. Si chiama “Viaggi Giovani”, un tour operator di nicchia che propone viaggi per tutte le età purchè si abbia spirito giovane e capacità di adattamento. A prezzi imbattibili. Prendiamo per esempio la Namibia, partenza 21 novembre, rientro 3 dicembre. Fantastici giorni nel deserto del Namib e nel parco di Etosha a 2.250 euro a persona. www.viaggigiovani.it
24 | Novembre 2011
Successo con gli Armadi ad ante scorrevoli
ABITARE di Barbara Gazzi
TENDENZE Al Macef 2011 il salone dell’arredamento, da poco trascorsa, non poteva non esserci Fiori e Foglie. Il verde è sempre al centro dell’attenzione ed ora lo vediamo entrare nelle nostre case sotto forma di vere piante, usate nella vita di tutti i giorni, quelle che conosciamo e usiamo tutti: le erbe aromatiche. Da Elho coloratissimi coprivasi per piantine di origano, maggiorana e timo appena acquistati dotati già di forbici per l’utilizzo immediato delle profumate spezie in cucina. Un tocco di arredo anche per l’orto sul balcone che, allontanandosi dalle sue origini rustiche, diventa allegro e divertente intonando agli ortaggi i colori dei vasi capienti in cui
Profumo di Vasi coltivare. La resina plastica, fino adesso confinata ai vasi esterni dove offre garanzia di durata e resistenza, entra in casa, con forme moderne e accattivanti e colori d’arredo decisi quali bianco, tortora, nero su fioriere intelligenti dotate di rotelle funzionanti anche a pieno carico. Da Mathilde M. la spugna da bagno diventa una morbida candida rosa con cui lavarsi, mentre la Cereria Lumen offre essenze naturali nelle sue candele vegetali fatte con soya OGM free o deliziosi profumi nelle candele agli olii essenziali da agricoltura biologica.
VIAGGIO NELL’ARREDAMENTO
Il Giro del mondo in ottanta giorni Il Giro del mondo in ottanta giorni o più. Perché scegliere una sola meta quando possiamo arrivare nelle piazze più glamour del mondo o sdraiarci su spiagge di incontaminata bellezza o vedere lo spruzzo solitario di una megattera? La consolidata tradizione del brand Austin Parker continua con successo la sua crescita anche nel 2011 lanciando il nuovo modello 54 Fly, un’imbarcazione dagli elevati standard qualitativi, comoda e vivibile, con accessori e finiture di pregio, capace di prestazioni entusiasmanti. Le linee generali riprendono le peculiarità del lobster rivisto in chiave moderna da uno dei più affermati designer italiani, l’architetto Fulvio De Simoni che con il suo team Italproject ha progettato linee, spazi e dettagli assimilando caratteristiche classiche a soluzioni innovative. La stretta collaborazione fra l’ufficio tecnico del cantiere e il noto architetto è uno dei punti di forza della nuova linea Austin Parker che tanto interesse sta raccogliendo attraverso la presenza a tutte le più importanti fiere di settore in Italia e all’estero.Le linee morbide e inconfondibili del
La consolidata tradizione del brand Austin Parker continua con successo la sua crescita anche nel 2011 lanciando il nuovo modello 54 Fly, un’imbarcazione dagli elevati standard qualitativi
Gli armadi con ante scorrevoli costituiscono una valida alternativa ai classici armadi con ante battenti. Ciò risulta particolarmente vero in presenza di ambienti di dimensioni contenuti, in cui il giusto livello di comfort e vivibilità può essere conseguito solo attraverso una sapiente gestione e organizzazione dello spazio disponibile. Nella scelta dell’armadio per la camera da letto occorre considerare, oltre al volume occupato dalla struttura, l’ingombro dell’apertura dell’anta. In camere dalla metratura limitata, la vicinanza dell’armadio al letto (o ad altre strutture) può determinare l’impossibilità di aprirne agevolmente le ante, determinando così un serio problema sul fronte della praticità. Gli armadi ad ante scorrevoli permettono di ovviare efficacemente a questa criticità: le ante scorrevoli non occupano spazio rispetto alle ante che si aprono a libro e a battente, si aprono facilmente con un semplice gesto della mano. Il meccanismo di funzionamento degli armadi ad ante scorrevoli vede la presenza di un binario metallico situato nella parte superiore della struttura: le ante sono appese a questa struttura attraverso apposite piastre dotate di rotelline, delle quali sono equipaggiate. Alle estremità del binario metallico sono collocati agganci metallici, la cui funzione è quella di frenare le ante in movimento alla fine del loro percorso ed evitare che si sgancino. Gli armadi ad ante scorrevoli possono caratterizzarsi per la presenza di un numero variabile di ante, generalmente inferiore rispetto a quello degli armadi ad ante battenti o a libro (3-4 contro 6-8 degli armadi tradizionali). Una particolare tipologia di armadio che può essere ricondotta alla categoria degli armadi ad ante scorrevoli è rappresentata dagli
armadi ad ante complanari. Gli armadi ad ante complanari si caratterizzano per il fatto che, quando le ante sono chiuse, la superficie che ne risulta è continua e priva di discontinuità e dislivelli. Ciò è possibile perché, nel momento in cui si apre un’anta, i binari su cui è montata non si limitano a farla scorrere ma la muovono anche verso l’esterno. Agli armadi ad ante complanari si contrappongono gli armadi ad ante sovrapposte: in questo caso le ante si muovono lungo una doppia guida e, pertanto, quando vengono chiuse formano una superficie discontinua. Oltre ad essere il complemento di arredamento ideale per la camera da letto, gli armadi ad ante scorrevoli possono trovare collocazione in qualsiasi altra stanza della casa dove si renda necessario l’inserimento di un armadio per una migliore conservazione dei propri effetti personali e organizzazione degli spazi. Gli armadi ad ante scorrevoli offrono insomma elevata praticità e semplicità di utilizzo, grazie alla loro peculiare capacità di richiedere uno spazio ridottissimo (circa 60 cm) per poter essere aperte. Unico limite: l’impossibilità di aprire contemporaneamente tutte le ante visto che, in virtù del particolare meccanismo di chiusura che caratterizza questi sistemi, nel momento in cui se ne apre una un’altra deve necessariamente restare chiusa.
RENDERE UNICA LA PROPRIA CASA
progetto lasciano subito intendere il carattere dell’imbarcazione: sia nell’interno che nell’esterno eleganza e raffinatezza in stile classico si mescolano al design moderno rendendola una imbarcazione fuori dalle mode, destinata a durare nel tempo, cosa non da poco in un settore dove i valori del nuovo tendono in pochi anni a perdere valore.All’esterno presenta un ampio pozzetto servito da una generosa piattaforma bagno e l’hangar per il ricovero del tender di servizio. Negli interni è stato ricercato uno stile caldo, avvolgente, grazie all’impiego dei toni dell’arancio, del mar-
rone e delle essenze del legno, giocate su abbinamenti chiaro-scuri che danno luce e movimento agli ambienti. L’elegante hard top crea un ambiente accogliente e vivibile protetto da una chiusura vetrata con porta scorrevole che lo mette in comunicazione con il pozzetto, creando uno spazio comodo e razionale. Qualità costruttiva e ricerca delle soluzioni caratterizzano in particolare modo gli interni come si riscontra nell’ampio salone arredato con divani in pelle, valorizzato dalla collocazione della cucina in un apposito ambiente, ricavato immediatamente sotto la scala di ac-
cesso alle cabine: un elegante ringhiera in acciaio e cristallo accompagnano in cucina e negli ambienti sottocoperta. Le cabine sono eleganti e rifinite in pelle e legno, quella armatoriale con il letto in posizione laterale, servita da bagno esclusivo con doccia e quelle degli ospiti con due lettini separati e apposito bagno di servizio: il lay out prevede 3 cabine 2 bagni, bagno, cabina marinaio con bagno, ampio salone e la cucina separata. Grande attenzione alla sala macchine con una accurata disposizione degli impianti, tutti ispezionabili con estrema facilità.Le prestazioni sono eccellenti (30 kn crociera / 34 kn max) e i consumi contenuti, grazie alla combinazione fra 2 motori MAN da 900 HP e le perfette linee dello scafo. Lunghezza 16.50 m. / larghezza 5,10 m. / dislocamento 26 t. Che il vento sia con voi!
Un nuovo programma per il soggiorno C’era una volta…
Il baule delle meraviglie C’era una volta il baule dei ricordi gelosamente nascosto dai proprietari. Ineguagliabile ricchezza da condividere con le generazioni future, tra stupore e meraviglia, nel ritrovare vecchie foto e piccoli oggetti intrisi di significato. Oggi vengono riproposti come arredo d’epoca. Non dimenticate di inserirne uno nel vostro soggiorno come tavolino o nella stanza da letto come comodino. Magari potete scegliere un baule con intarsi della lontana Mongolia e la camera si riempirà di un delizioso profumo d’oriente.
Il sorriso a portata di Mano Le prime foglie si staccano dagli alberi per trasformare i prati verdi nelle mille sfumature autunnali, il buio raggiunge prima le nostre finestre e un po’ la nostalgia si impadronisce dei sorrisi. Cerco uno svago divertente alla tv e con la famiglia Adams e i suoi strani personaggi mi ritorna il buon umore, al termine della puntata “Mano” esce dalla sua simpatica scatola e saluta i telespettatori strappandomi un’altra risata. Deciso, devo trovare per la mia casa un oggetto che mi ricolleghi ad un momento divertente, mano una mensola milleusi. Da utilizzare in mille modi diversi. Può essere un porta dvd o videogiochi da parete, un porta cd da muro, un elemento di una originalissima libreria
Vastissimo programma per la zona giorno componibile sia a spalla che a elementi sospesi realizzato e lucidato a mano da lucidatori e falegnami sapienti. I dettagli ne confermano tutta la maestria. Questo vastissimo programma può arredare il soggiorno, la sala da pranzo, lo studio, la libreria e addirittura la zona notte. La collezione Green è il punto di incontro tra la qualità e la flessibilità artigianale con il gusto del mobile moderno. Minimale nella scocca, si caratterizza per un decoro floreale in noce canaletto applicato in rilievo che corre da anta ad anta. L’applicazione in rilievo dell’essenza crea una piacevole sensazione tattile: una nuova dimensione per il godimento dell’arredamento. La composizione E302 è caratterizzata da un corpo avanzato con profondità 45 cm inserito nella libreria che crea un effetto di sospensione e leggerezza. Il mobile è dotato di 2 ante con apertura a push e 3 vani attrezzati nel corpo avanzato: si tratta di due cassetti (uno dotato di prese elettriche per l’alimentazione di piccoli trasforma-
da creare a vostro gradimento in una parete ma può anche essere una bellissima ed originale mensola da applicare a parete vicino ad una presa elettrica dove appoggiare e ricaricare telefoni, videocamere, videogiochi, Ipod e qualsiasi altro oggetto che necessita di essere ricaricato. Ma potrebbe anche essere un bellissimo svuota tasche in un ingresso dove mettere chiavi, spicci, foglietti e quant’altro o anche un portasapone in un bagno o solamente un oggetto decorativo della casa. E’ fatto in resina con interno pieno e consistente, ha 2 viti in tinta per fissaggio a parete con fisher da 6mm. Design by Luca Guidi e misura 17,5cm di profondità, 9cm di larghezza e 11cm di altezza.
tori) e una ribalta con ripiano estraibile, molto utile nel caso in cui sia utilizzato per le apparecchiature elettroniche collegate al televisore.La collezione Green è realizzata a partire da pannelli tamburati di alta qualità con struttura interna in legno massello di abete, disponibili in 3 differenti profondità. Si caratterizzano per il forte spessore, 4 cm, e per il particolare sistema di assemblaggio invisibile ad altissima tenuta. Gli elementi inseribili (cassetti, ante, porta TV) sono caratterizzati da materiali di alta qualità come il legno massello ed il legno multistrati. Per i frontali delle ante sono disponibili il noce nazionalee il noce canaletto. La struttura della collezione Green è disponibile con finitura laccata opaca o in tanganica trasparente. Ante e cornici lisce sono disponibili in noce nazionale, in noce canaletto, in laccato opaco, in laccato lucido e in foglia oro o argento. Ante e cornici con rilievo sono disponibili in diverse finiture visibili a campionario. Tutte le finiture sono realizzate a mano.
Novembre 2011 | 25
stile libero di ANTONIO SCOLARI
Una seconda pelle La frase “sotto il vestito niente” non è certamente indicata per l’argomento di questo mese perché sotto, stavolta, c’è l’intimo, che parla di noi. Si perché è un accessorio che esprime la personalità e molto altro, un vezzo che per molti è diventato come una seconda pelle e uno status che negli anni, ha rafforzato il suo ruolo e la sua importanza. Lo dimostra l’attenzione che le grandi griffes hanno riposto in questo comparto e il business che c’è dietro, con negozi e spazi unicamente dedicati a questi capi. Le tendenze cambiano ad ogni stagione, dai colori alle fantasie, dal tradizionale boxer in cotone a quelli aderenti, allo slip alto o basso. Ricerca sul fitting, innovazione e molto altro, sono solo alcuni dei dettagli di un prodotto, nei confronti del quale, gli uomini ripongono molta attenzione e consapevolezza. Ecco quindi alcuni riferimenti al carattere e alla personalità, che l’intimo rivela di noi: Il boxer morbido, ultra-
Pizzo, raso o cotone. Più personale... che intimo!
FASHION STYLE di Vittoria Bisutti
(Parah)
L’intimo, con le sue proposte ogni anno sempre più spettacolari, rappresenta per noi donne un capo fondamentale e la sua scelta non è mai banale: che sia romantica, raffinata, sexy o colorata la lingerie rappresenta un capo che la dice lunga sulla nostra personalità, il nostro umore e i nostri desideri. Nonostante l’intimo sia, come tutti i capi di abbigliamento, sottoposto all’andamento della moda la cosa fondamentale da tenere sempre in mente quando si sceglie un “completino” è sentirsi totalmente a proprio agio! Per le donne che hanno come parola d’ordine “comodità” nel cassetto non può mancare l’intimo di cotone: comodo, morbido e dalle linee delicate è sempre attuale. Questo tessuto, inoltre, riduce il rischio di irritazioni e allergie. Per chi invece vuole osare di più, o per una serata speciale,non può mancare la guepiere magari ispirate alle atmosfere burlesque.Torna inoltre prepotentemente l’uso del body che concede sensualità anche alla donna lievemente in sovrappeso. Ma quali sono le ultime proposte in fatto di lingerie per poter essere sempre al passo? I capi proposti per la stagione spazia-
classico, è il preferito di coloro che sono legati alla tradizione e alla sicurezza e dei quali ci si può fidare. Quello attillato equivale a animo sportivo e pratico ma anche vanitoso, che ama mettere in mostra le proprie doti. Lo slip classico è per i caratteri concreti, che badano alla sostanza. Fantasie e colori aiutano a renderli meno noiosi, ma attenzione a non passare dalla concretezza al ridicolo. Gli slip a vita alta, sono sinonimo di ricercatezza e quindi sono i preferiti dai modaioli e dai giovani, che li esibiscono sotto i pantaloni a vita bassa. Infine ci sono i trunk, una via di mezzo tra boxer e slip attillati, che sono il must dell’eleganza, attenzione ai particolari e senso estetico.
più abbordabile! Il brand itano dai reggiseno a balconcino liano per eccellenza “Intimissiagli imbottiti push-up, dagli mi” ci presenta una collezione slip ai perizoma, culottes, braromantica e sensuale, delicata siliane fino ai più particolari e leggera, dominata da colori body (con trasparenze). Il raso pastello e impreziosita da delucido è sempre attuale, affiancori (da non dimenticare tra le cato dall’intramontabile pizzo. stampe i motivi floreali e aniIl nero rimane sempre il colore della seduzione ma viene reso più sofisticato abbinato all’avorio, al bronzo Per le donne che hanno o al rosa. come parola d’ordine Sicuramente la novità assoluta di “comodità” nel cassetto quest’autunno proviene da una delle non può mancare l’intimo più rinomate case di cotone: comodo, di moda. La parure “Crystal limited morbido e dalle linee edition” è il frutto delicate è sempre attuale più recente della liason creativa tra “La Perla” e SWAROVSKI ELEMENTS. malier: i must intramontabili Questo coordinato in seta e di questa collezione), che antulle, completato da una cinche quest’anno continuerà a far tura “stringivita”, è attraversato sognare le donne amanti di linda motivi geometrici in fettucgerie di alta qualità. cia di seta secondo la tecnica In ogni caso, indipendentedel “soutache” ricchi di cristalmente dal costo, queste nuove li che trasformano questi capi collezioni sottolineano quanin creazioni uniche ed emozioto questo tipo di capo oggi non nanti che cambiano il proprio sia più soltanto “intimo” in senaspetto a seconda della varianso stretto ma sia uno dei tanti te di colore. modi di esprimere la propria Non disperate se cercate qualpersonalità. cosa di speciale ad un prezzo
UN MARCHIO, UNA STORIA
La storia di PEROFIL, è scritta nel suo nome e nasce da un legame con i più nobili e pregiati filati, che negli anni è diventato indissolubile. Nel 1910 prese avvio a Bergamo l’attività dell’azienda, con una produzione altamente qualificata di fazzoletti abilmente e sapientemente lavorati artigianalmente con un processo speciale. Dal Filo di Scozia, nobile filato che ha da sempre contraddistinto l’azienda e la sua produzione, è iniziata successivamente quella di intimo maschile riconosciuto in Italia e nel mondo, per l’alta qualità dei materiali e la raffinata gamma di pigiami, fazzoletti, calze ed intimo. Sempre alla moda, nonostante non ci siano mai eccessi di tendenza, l’intimo di Perofil si distingue per la sobrietà, con il colore bianco alla base delle sue collezioni, che mantengono negli anni una fedele attitudine alla semplice eleganza, grazie anche all’impiego di materie pregiate e all’eccellente lavorazione che ne esaltano particolari e rifiniture. Un’eccellenza del made in Italy che ha festeggiato cent’anni e che produce anche per conto
di un altro marchio italiano Ermenegildo Zegna. Dalla tradizione con innovazione, è stata creata una nuova linea Perofil PF100, nata dall’incontro con Lycra 2.0 tape. E’ la prima collezione di intimo maschile, a livello mondiale, realizzata utilizzando questo film brevetto per termosaldature, che è perfettamente elastico e permette di sostituire bordi e cuciture tradizionali con finiture impercettibili eleganti e confortevoli senza trascurare comfort e vestibilità. www.perofil.it
26 | Novembre 2011
LIVING THE NIGHT
DEEPSIDE DEEJAYS, RICORDATE QUESTO NOME
ZONA BANDITA A VENEZIA
Time Records ha da poco licenziato per tutto il mondo il brano “Never be alone” dei rumeni Deepside Deejays. www.facebook.com/DeepsideDeejaysOfficial
Si tratta di uno spazio autogestito in Fondamenta dei Tabacchi, Santa Croce, Venezia. Info e prenotazioni: www.zona-bandita.noblogs.org
di Paolo Filipin
la “dritta”
Ha una grande, grandissima passione per la musica
Khady: stile teatrale, grinta e talento Khady ha 27 anni ed è nata a Casablanca. Ha una grande, grandissima passione per la musica. Spazia dal soul di Lauryn Hill, a Withney Houston, da Alicia Keys a India, Michelle Weeks, Barbara Tucker & Jocelyn Brown. Ha uno stile teatrale. Tra i tanti locali in cui lavora, citiamo almeno l’Hollywood, storica disco di Milano. Ogni mercoledì fa parte dello staff che organizza la serata “Gianluca Motta & friends”, un party capace in breve tempo di dare nuovo smalto alla nightlife milanese. Tra i tanti dj con cui spesso lavora, c’è un certo Bob Sinclair, con cui ha diviso la console ad Ischia, nell’estate 2010. Tra i tanti club in cui lavora c’è anche il Bambù di Mantova ( dove tornerà il 4/11 e il 9/12). Senza volere cadere nel solito luogo comune maschilista, essere una bella donna ti ha aiutato o ti aiuta? «Certo che aiuta, aiuta molto. Però non basta. Per il primo approccio, nella vita e nel lavoro, essere belli è sufficiente. Poi però ci vuole il talento, la professio-
Mi piace, quando lavoro, tornare un po’ ragazzina, potermi sfogare e sognare per qualche ora grazie alla musica nalità, la capacità di fare ciò per cui sei pagata. E allora la bellezza passa in secondo piano». Qual è la parte che ti piace di più del tuo lavoro e quale meno? «Mi piace, quando lavoro, tornare un po’ ragazzina, potermi sfogare e sognare per qualche ora grazie alla musica. Quando prendo il microfono vivo 2 o 3 ore di spensieratezza, spesso tocco il cielo con un dito, perché è una cosa che ti dà una carica incredibile e farlo per lavoro è ancora più unico… quello che
non mi piace è che qualcuno vede ancora il lavoro del vocalist come quello di un ‘tele venditore’ che parla in continuazione per salutare questo e quello. Io invece punto ad interrompere solo quando c’è qualcosa da dire o cantare la magia della musica». Lavori con molti Djs, rivalità tra prime donne o buona collaborazione in genere?
«Allora, di guerre in console spesso ce ne sono. C’è chi ti abbassa il volume, chi ti tocca l’equalizzazione così sembra che hai una brutta voce… ma di solito, quando lavori con i grandi, c’è collaborazione. Sinclar è uno che mi ha lasciato un bel po’ di spazio, ad esempio… E poi ci sono le rivalità con le colleghe. Con chi come me lavora da anni, non c’è mai un problema. Chi invece vuol emergere salendoti sui piedi, sinceramente dà fastidio». Sempre, cercando di essere antiretorici, che impressione hai del mondo dei giovani di oggi? «Tutti vogliono fare i dj, ma di musica capiscono poco. Il dj è oggi il prototipo della star, c’è poco da dire, ma è arrivato dove arrivato grazie alla preparazione, al lavoro, alla professionalità… Il pubblico della musica elettronica, rispetto a quello delle fashion disco in cui lavoro io, è più educato musicalmente. Purtroppo spesso chi viene a ballare spesso non sa neanche i ritornelli delle canzoni… però poi magari vuol fare il dj o il vocalist».
Magazzini Generali, 15 anni di successi live Da 15 anni i Magazzini Generali a Milano si impongono come una delle rare realtà italiane capace di essere di “tendenza” nel senso più pure del termine: dare spazio cioè e anticipare realtà che di lì a poco si faranno conoscere al di fuori del luogo dove accadono. Completamente rinnovati nel 2007 sia nella location ma soprattutto nella direzione artistica (affidata a Daniele Orlando) I Magazzini hanno nel tempo ospitato figure importantissime del panorama musicale (dai Chemical Brothers a Sven Vath) privilegiando sempre la qualità dell’offerta. Un piano interrato, uno rialzato e un soppalco sono in grado di accogliere più di mille persone . Un palco di cento metri quadri domina la struttura. Il
dj resident è l’ormai noto Lele Sacchi che ha saputo dare negli anni lo status di locale internazionale a questa scommessa. Ogni primo mercoledì del mese il locale propone Natural Wednesdays dedicato ai produttori italiani di talento con ingresso sempre gratuito. . I venerdì sono a cura alternativamente di BuggedOut, Reset! E Angels of Love insieme allo staff di Sodoma. Il sabato è l’ormai famoso PourHomme , notte dedicata al popolo GLBT con le migliori star della musica italiana e internazionale ( ricordiamo Loredano Berté e Patty Pravo). Alcuni appuntamenti di Novembre: il 24 Skrillex , il genietto ventitrenne dell’elettronica dubstep mentre Lunedì 7 Novembre I Rapture, unica data italiana per il gruppo principe del punk funk mondiale.Infine per gli amanti del genere, il cinque Novembre ci saranno I Trivium, giovani metallari italiani.
Bobadilla, 40 anni di divertimento
Nasce nel 1972 anticipando la “Febbre del sabato sera” e imponendo un nuovo concetto di locale: la discoteca. Nel ’90 il locale viene ristrutturato dall’architetto Ico Parisi acquisendo anche un’importanza architettonica che conserva fino ad oggi. Il venerdì sera ci si imbatte nel meglio della musica anni ’90. Il sabato ci si scatena con house e commerciale e per finire la domenica con il meglio degli anni ’80. A Dalmine (Bg). Info www.bobadilla.it
Juice Club, piccola perla
Il progetto Juice nasce 5 anni fa da un gruppo di artisti, promoters e soprattutto amici che hanno fatto sì che oggi il club sia uno dei pochi in Italia a proporre un venerdì house con nomi internazionali. Con una capienza massima di 500 persone , nulla è lasciato al caso: dai dettagli stilistici agli impianti audio alle scelte musicali. Da segnalare la collaborazione con Circoloco, liason che collega Ibiza al locale bergamasco. A Treviolo (Bg). Info www.juiceclub.it
Club Gamma, cuore europeo
Il Club Gamma rappresenta un contributo nuovo quanto originale alla “club scene”: un contenitore che raccoglie le esperienze vissute dietro e di fronte alla consolle, da protagonista o da semplice spettatore, in Italia come all’estero. Collocato nella parte inferiore del Fluido, all’interno del Parco del Valentino, comprende anche un caratteristico dehors che si affaccia direttamente sul Po. Da non perdere l’11 Novembre il dj set di Superpitcher direttamente dalla Germania.
Le Palafitte, disco sul lago
L’acqua si sa ha il suo fascino. Ecco Le Palafitte: sorge realmente sul lago d’Iseo, non in riva al lago. È conosciuto per la sobrietà e raffinatezza dell’impronta, opera una forte selezione fatto che porta ad avere una clientela adulta ed esigente. Fantastico è anche sorseggiare un buon drink sulla terrazza oppure avventurarsi tra le scelte del ristorante che non tradisce le aspettative di palati avvezzi. www.palafitteclubiseo.it
Il Limelight fa tendenza a Milano
Per info www.magazzinigenerali.it
È stato l’unico locale del nord a ospitare il primo Dj dei top 100 mondiali Armin Von Buuren nel 2011, questo ex cinema a pianta ellittica strutturato su due piani può vantare uno dei migliori impianti luci e audio d’Italia. Il ground floor è dotato di 8 schermi lcd e di un palco, il second floor più piccolo si sporge sul pian terreno e crea una zona più intima. La scelta musicale è varia, si passa dal commerciale al fashion mai banale. Info www.discolimelight.it
Mu: un’officina del divertimento
Entrare al Mu è un’esperienza interessante essenzialmente per due motivi: il primo è che ci si trova inseriti in un mondo parallelo al solito club, il secondo è che questo luogo non luogo è una vera e propria fucina-officina dove accadono cose. Non solo dj set di buon livello ma anche punto di incontro per laboratori di danza, giocoleria o percussioni liuteria o scrittura creativa. Aperto a nuove sperimentazioni è da provare senza esitazioni. Info: www.muparma.com
Novembre 2011 | 27
Leila Guerriero
DA LEGGERE
Suicidi in capo al mondo
di Serena Maioli
JAKOB ARJOUNI
“Carta straccia” Las Heras, una cittadina in capo al mondo dove gli alberi si sbattono come stracci al vento. Siamo nella Patagonia argentina, ma lontano dalle rotte turistiche. Una regione dove la gente era abituata a vivere con poco, trasformatasi in “terra promessa” per via di un clamoroso boom petrolifero. Siamo a un soffio dall’anno 2000. Tutti si preparano ad accoglierlo con feste, balli, fiumi di alcol, fuochi d’artificio. Ma il 31 dicembre 1999, per la comunità del paese, è un giorno da incubo. Juan Gutiérrez – ventisette anni, famiglia di solide tradizioni – si toglie la vita. Il fatto è che Juan è il dodicesimo suicida – secondo alcuni il ventesimo – in una manciata di mesi. C’è chi parla di sette sataniche, altri danno la colpa ai “troppi indios sepolti in zona”. Cosa si cela, veramente, dietro questo baratro? Leila Guerriero parte da Buenos Aires per Las Heras, e indaga. Domanda, domanda, domanda. Ma dalla polvere, dal vento e dal deserto non arrivano risposte chiare. Arriva invece la voce – anzi, un coro di voci – dei giovanissimi suicidi, e delle persone vicine alle loro speranze, ai loro sogni. La voce di Mónica, che si dipingeva le unghie di nero e sul muro uomini incappucciati, streghe, teschi. La voce di Carolina, che prima di mangiare una mela e chiudersi in camera per sempre, accompagna il figlio di tre anni all’asilo. O la vitalissima testimonianza di Pedro, regina del deserto e insegnante di inglese, di Naty, tenutaria del bordello, di Ricciolo, il più bravo DJ della Patagonia. Con il ritmo di un thriller, Leila Guerriero ci conduce ai margini del Grande Vuoto, in un luogo assoluto dove “il tempo è un fiume di pietra e ciò che conta è drammaticamente altrove”. Come non pensare a mille non luoghi molto più vicini a noi? “Venerdì 31 dicembre 1999 a Las Heras, provincia di Santa Cruz, era una bella giornata. La mattina aveva piovuto, ma il pomeriggio, sotto il buon auspicio di quella
“L’ometto sospirò. Il puzzle era finito. Allungò una mano verso il bicchiere, senza togliersi la cicca di bocca neppure per bere. Quando lo rimise giù, il bicchiere era vuoto. Di malumore, si asciugò il mento col dorso della mano”.
che si preannunciava come un’estate gloriosa, la gente si mise a fare la spesa, ad arrostire agnelli e maialini, vennero venduti litri di vino e sidro. Lì, e in tutta l’Argentina, ci si preparava ad accogliere il nuovo millennio con feste, alcol a gogò e fuochi d’artificio”. Leila Guerriero nasce a Junín, in provincia di Buenos Aires, nel febbraio 1967. A diciotto anni si trasferisce a Buenos Aires, dove si laurea in Scienze del territorio coltivando in parallelo studi letterari e filosofici. Nel 1991 esordisce come giornalista scrivendo per il quotidiano argentino «Pagina/12». Animo avventuroso, si dedica alla ricerca sul campo, appassionandosi al giornalismo di inchiesta e approfondimento. Nel 1996 entra in pianta stabile nella “Revista” del quotidiano «La Nación» e pubblica con Alfaguara la biografia della regista argentina María Luisa Bemberg per l’antologia Mujeres argentinas. Dal 2000 si moltiplicano le collaborazioni con giornali e riviste di vari paesi dell’America Latina e con «El País» spagnolo. Continui viaggi stimolano la sua curiosità e la volontà di affrontare temi di ampio respiro. Con Suicidi in capo al mondo, il suo primo libro, è entrata nelle classifiche dei best seller in America Latina, ed è stata paragonata a Truman Capote e Thomas Wolfe. È convinta che il vento dovrebbe essere vietato dalla legge, che il suicidio non rientri tra le scelte più inspiegabili dell’uomo; non possiede e non vuole possedere un telefono cellulare.
Leila Guerriero ha esordito nel 1991 come giornalista scrivendo per il quotidiano argentino «Pagina/12»
Devoto a Bacco, Tabacco e Venere, Kemal Kayankaya, detective turco con passaporto tedesco, rimedia un ingaggio. Un damerino lo assume per ritrovare la sua ragazza rapita; Kayankaya si trova invischiato in una squallida vicenda di corruzione nella civilissima Germania, inseguendo
una banda che specula sui profughi immigrati clandestini, promettendo documenti falsi: carta straccia, appunto. Una perla, drammatica e scanzonata, del genere ‘etno-thriller’, di cui Arjouni fu il fondatore,diciannovenne, all’alba degli anni Novanta. A quattordici anni, Jakob Arjouni scappa dal collegio ogni giovedì per giocare a biliardo nel quartiere a luci rosse di Francoforte. Scopre Hammett, Chandler, i film di Sergio Leone. Dopo la maturità, migra a Montpellier fingendo di studiare e si mette a scrivere. Quando Diogenes, ec-
cellente editore tedesco, decide di puntare su questo ventunenne acqua e sapone, il giallo ‘alla tedesca’ è in rovina. Jakob viene consacrato ‘enfant prodige’ dalla stampa e la Germania del ‘genere’ tira un sospiro di sollievo. Happy birthday, turco! va in classifica, Doris Dörrie ne cava un film di cassetta. Bullo e spaccone, Kemal Kayankaya, detective turco con passaporto tedesco, apre nel lontano 1985 il filone europeo dell’etno-thriller. In Europa ci si tuffano in molti. In UK, dove sono freddini con le novità dal continente, Kayankaya verrà scoperto solo nel 2007. Ma anche lì, per Jakob Arjouni tutti oggi fanno a gara con i complimenti. Con Kismet, siamo al quarto romanzo della serie: il più ruvido, spietato e ridanciano.
OLTRE LA PAURA di Lorenzo Calamai. Un viaggio attraverso l’animo umano Non è un libro di avventura e nemmeno di grandi pellegrinaggi in giro per il mondo, ma quello di Lorenzo Calamai lo definirei piuttosto un viaggio attraverso l’animo umano. A dar vita alle pagine del libro sono infatti storie di persone, a parlare sono ragazzi di strada, bambini abbandonati, famiglie che vivono al limite della sopravvivenza, malati, storpi, dimenticati da tutti in una città così degradata come sa essere Calcutta. Ma a parlare sono anche le voci dei tanti volontari che ogni anno arrivano da tutto il mondo per dare il loro aiuto in uno dei centri di Madre Teresa presenti in tutta l’India. Lorenzo è uno di loro, è lo zio di tanti bambini, è l’amico di molte famiglie, un punto fermo per tanti ragazzi. Lorenzo ci prende per mano e ci
accompagna tra gli slum di Calcutta, un formicaio di persone ammassate accanto a cumuli di spazzatura. Ci porta tra i mercati colorati, attraverso strutture fatiscenti, tra i mille volti che abitano le stazioni, tra povertà, storie di solitudine e odori che fanno mancare il fiato. Ma soprattutto ci porta a Prem Dan, un centro gestito dalle suore di Madre Teresa che accoglie persone malate, moribondi, gente di strada e uomini con problemi mentali. È un libro che ci parla della paura, quella dell’abbandono, della solitudine, dell’incertezza in una città infernale come Calcutta. Ma ci parla anche di speranza, di cambiamenti, di voglia di vivere attraverso le storie che abitano quella che Dominique Lapierre ha definito “La città della gioia”.
VISTI PER VOI di Marzio Pecchioli
COW BOYS & ALIENS
BUONO - Quello del regista Jon Favreau sembra essere un azzardo in piena regola. Mischiare tra di loro due generi così diversi e trovarsi di fronte ad un combattimento tra cow boys e …alieni! Chi l’avrebbe mai detto? Sarà che a garantire il successo della pellicola ci pensa una produzione che vede implicato niente popo’ di meno che il nome di Steven Spielberg, un biglietto da visita che assicura perciò una buona attesa. Protagonista Daniel Craig, il James Bond degli ultimi 007. Favreau ha vinto la scommessa. REGIA: Jon Favreau INTERPRETI: Daniel Craig, Olivia Wilde, Harrison Ford, Sam Rockwell
A dangerous method
Abduction
Final destination 5
Ex: amici come prima
BUONO - David Cronenberg esplora il mondo della psicoanalisi con un dramma che ha al centro i celebri fautori della nuova scienza, Carl Gustav Jung e Sigmund Freud. Il primo ha della capacità mentali straordinarie, che non tardano a finire sotto l’attenzione del secondo, fino a che, quest’ultimo, non considererà Jung come il suo potenziale erede. Il regista mette a fuoco i comportamenti degli scienziati e dei loro pazienti, rivelando un quadro che si rivelerà drammatico e affascinante allo stesso tempo.
DISCRETO - Ogni tanto le trame e i temi hitchcokiani salgono alla ribalta nei thriller mozzafiato, come a ricordare ai molti che al caro maestro della suspense Alfred si deve ancora molto. In “Abduction” -protagonista il lupo mannaro di “Twilight”, Taylor Lautner- sono forti i riferimenti a film come “Caccia al ladro” e “Intrigo Internazionale”. Nathan è un liceale che, come tutti i suoi coetanei deve affrontare i disagi dell’adolescenza. Finchè, un giorno, non scopre qualcosa che emerge dal suo passato…
BUONO - C’è chi sosteneva che le teorie hitchcokiane sulla suspense fossero morte e sepolte come il loro geniale teorico, ma con questo film è costretto a ricredersi completamente. Secondo episodio della saga girato con la tecnologia 3D, il film è un puro concentrato di tensione ed effetti speciali che rendono bene l’idea del terrore e della morte che avanza tra i personaggi senza che niente e nessuno possa evitarla. Riesce a stimolare costantemente lo spettatore. Se amate il genere resterete soddisfatti.
SUFFICIENTE - I fratelli Vanzina arrivano alla loro 52esima pellicola lavorando ad un film sequel del primo “EX”, film che non rientrava nella loro filmografia. I rapporti umani sono il piatto forte del dramma e della commedia italiana “dignitosa”, ovvero quella, che, saggiamente, prende le dovute distanze dalla stupidità del cine-panettone e cocomero. Equivoci tra vari personaggi come architetti ingenui, politici svampiti, ragazzi che vogliono conquistare nuove ragazze. Pellicola che non fa fatto molti furori.
REGIA: David Cronenberg INTERPRETI: Michael Fassbender, Keira Knightely, Viggo Mortensen
REGIA: John Singleton INTERPRETI: Taylor Lautner, Lily Collins, Alfred Molina, Jason Isaacs
REGIA: Steven Quale INTERPRETI: Nicholas D’Agosto, Emma Bell, Miles Fisher, Courtney Vance
REGIA: Carlo ed Enrico Vanzina INTERPRETI: Enrico Brignano, Tosca D’Aquino, Anna Foglietta
28 | Novembre 2011 Un eroico Lonquich ha interpretato con l’OcM l’integrale dei Concerti per pianoforte
La lunga giornata di Beethoven a Mantova
LE TRE MUSE di Elide Bergamaschi
Magnifico interprete, formidabile tessitore di musica come aria: vitale e naturalmente tesa all’incontro, scheggia di un’urgenza espressiva donata da un ultimo illuminista, dalla prima all’ultima nota avvolta in una totalità che non ammette intrusioni. Alexander Lonquich sembra sempre più deciso a percorrere in solitaria una parete tutta da tastare, ugualmente generosa di rischi e di seduzione: dalla scelta degli impaginati alla loro resa – luterana e al tempo spregiudicatamente moderna - fino alle formule scovate per lustrare senza svenderlo l’appuntamento con il pubblico del XXI secolo. La scorsa domenica 2 ottobre, apertura del diciannovesimo cartellone di Tempo d’Orchestra, per un giorno Mantova si è fermata davanti al suo sempre imprevedibile prodigio. L’unico rintocco delle ore era quello degli appuntamenti a cascata che il pianista tedesco ha scandito lungo l’intero corso della giornata, tutti nell’esclusivo segno di Beethoven e dei suoi cinque Concerti per pianoforte e orchestra. Cinque puledri che solo un pazzo potrebbe pensare di imbrigliare tutti d’un fiato, per giunta al doppio timone di solista e direttore. E invece, ecco la biga alata trionfante tagliare il traguardo del Quinto Concerto, non sempre impeccabile negli attacchi ma davvero “Imperatore”
il loggione Una lezione di umanità, di Musica come luogo di democrazia possibile, di bellezza nuovamente svelata nel piglio e nel colore sempre parlante di frasi ancora vive, come appena scritte. La compagine dell’Ocm, guidata da Carlo Fabiano, assicurava a Lonquich il sapore colloquiale, preziosamente camerista,
Una Messa da Requiem di mano Michelangiolesca
di una perfetta intesa fatta di inesauribile spontaneità, di piacere per l’estemporaneo creare, nella più severa cornice della tradizione. Levigate dalla lucidità di un disegno capace di dare ad ognuna una sua propria
drammaturgia, un profilo identitario, le cinque creature prendevano vita da un pianoforte concepito come retrobottega, golfo mistico della stessa orchestra, strumento nella pancia degli altri strumenti da suonare con la mente più che con le dita: la giocosa maniera del primo Concerto, l’eleganza già sospinta del secondo, il rovello del terzo. Fino allo sciogliersi delle vele nel mare aperto di una forma che scardina le convenzioni e già guarda lontano, all’oggi. Lonquich gran burattinaio annodava archi e pianoforte in un unico filo di Arianna narrativo. A trapuntare la sua linea – leggera, continuamente increspata – veniva chiamata la ciurma dei fiati, vivacissimi, e con essa le percussioni. Una lezione di umanità, di Musica come luogo di democrazia possibile, di bellezza nuovamente svelata nella disarmante traduzione di un artista che, a cinquant’anni (e forse controvoglia), è già un riferimento assoluto.
Meli e Gamberoni fuoriclasse nell’opera “americana” di Verdi
Al Festival Verdi un ballo in maschera... Ballo stringato, acceso con mestiere dalla bacchetta efficace di Gianluigi Gelmetti
Mentre fuori infuria la tempesta che dopo lungo assedio ha mozzato i vertici della politica cittadina, nei teatri di Parma regna la bellezza, quella raffinata esclusiva cura del dettaglio che era già dei passati fasti e che oggi operazioni come il Festival Verdi recuperano al meglio. In meno di una settimana, Un ballo in maschera e la Messa da Requiem si sono sfidati a qualche metro di distanza l’uno dall’altra, dall’ottocentesco sfarzo del Regio al coup de coeur che ogni volta attende lo spettatore all’ingresso del Farnese. Ballo stringato, acceso con mestiere dalla bacchetta efficace di Gianluigi Gelmetti e firmato dalla magnifica cornice scenica di Pierluigi Samaritani; sopra la buca, la scena tutta vetrate e sgargianti sete era perfetta sintesi tra la Boston città nuova e liberale e la radice europea, colta, ancora impregnata di
passionalità latina. Il Riccardo di Francesco Meli veleggiava sovrano nelle pieghe del suo personaggio schivo e fino alla fine enigmatico, tanto da mascherare il più classico dei delitti d’onore con una fête dégiusée: timbro smagliante in ogni zona, legati e fraseggi senza le solite sbavature del teatro all’italiana, tenuta uniforme. Al suo fianco, l’innocente, freschissima luminosità del paggio Oscar, una Serena Gamberoni giustamente accolta con ovazioni e desinata a sicuro avvenire, e la cupa solennità della maga Ulrica, affidata ad Elisabetta Fiorillo. Più incostante invece la resa di Vladimir Stoyanov, un Renato di belle tinte ma di intonazione non sempre perfetta, e dell’Amelia di Kristin Lewis, voce pulita ma solo a tratti calata nell’intima tensione che ne caratterizza il personaggio.
Trento snodo di uomini e di saperi E noi che crediamo di aver inventato qualcosa di nuovo! Considerazione che verrà spontanea a chi visiterà la mostra allestita al Castello del Buonconsiglio a Trento fino al prossimo 13 novembre. Temi come quello della mobilità, della circolazione di uomini, beni, idee del multiculturalismo della globalità non sono certo temi che riguardano solo l’attualità. Sono realtà con le quali l’uomo si è misurato nei millenni in Europa come nel resto del globo. Attraverso una selezione di preziose testimonianze archeologiche provenienti da oltre 50 musei e soprintendenze italiane ed estere, l’esposizio-
ne racconta di contatti, scambi e relazioni a largo raggio che hanno segnato gli sviluppi delle civiltà in Europa con la trasmissione di saperi, al contaminazione di modelli e stili di vita. Una fitta ragnatela di vie tra il Mediterraneo e il Centro Europa, le cui trame si intrecciano, si separano in un continuo divenire tra territori e culture lontani e diversi fino a trovare elementi in comune. A transitare lungo le diverse “Vie della Civiltà” non sono solo merci, ma uomini con le loro credenze e linguaggi, talvolta nati in ambiti locali talvolta giunti nel “Vecchio Continente” dall’Oriente.
Grande successo per la tanto attesa Messa da Reqiuem, creatura unica scaturita dalla penna di un Verdi sempre più lontano dalle spigolose geometrie del puro teatro d’opera e, dopo anni di attesa, finalmente affidata alla grande bacchetta di Yuri Temirkanov: l’affresco michelangiolesco ricreato con le sole mani, nel silenzio metafisico di un Teatro conficcato come voragine muta nelle viscere del farnesiano Palazzo della Pilotta. L’ingresso in sordina dei violoncelli apriva l’immaginario sipario su una livida casa di morti uscita da una pagina di Dostoevskij. Da subito, l’essenziale visione di Temirkanov prendeva il largo dalla barocca lettura affrontata due anni fa da Lorin Maazel. Qui l’arazzo si inabissava nella sua interna trama: la plasticità dei contrappunti, gli ingressi secondari chiamati fuori come ombre e presagi, l’umanità di cui ogni nota è pervasa lasciata vibrare senza mai un accento di artificio. In questa schiacciante cattedrale, Temirkanov sceglieva la via più ardua, quella di una drammaturgia tutta in filigrana, stanata sotto le colate laviche del Dies Iræ, nelle pieghe dei cromatismi dell’Offertorium, nell’invisibile legge
Ovazioni, tutti in piedi, grati per altro mattone della Parma che resiste, a dispetto della cronaca
di gravità che sostiene il Lux æterna: quel timor di Dio dell’uomo padano che nella musica avvertiva l’anima delle cose spuntava, lapidario, lì nella sua terra, tra la sua gente. Gemme indimenticabili erano i contributi di Sonia Ganassi, carnale e accorata nella pienezza di una voce quasi tattile, e di Francesco Meli. Buona anche la prova di Zanellato per vocalità ed ispirazione. Decisamente “scenica” invece, nei continui portamenti e nei vizi da tipica diva dei loggionisti, la Theodossiou, solo a tratti coinvolta nel totalizzante disegno. Ovazioni, tutti in piedi, grati per altro mattone della Parma che resiste, a dispetto della cronaca.
“Plainte calme” di Alexander Lonquich L’incisione ha ormai superato il primo lustro, ma la statura della sua portata non teme inflazioni. Con l’esotico titolo di “Plainte calme”, Alexander Lonquich consegna all’ascolto un distillato di Francia, insieme ad un cristallino ritratto di sé, interprete simile a nessun altro, antico e al tempo tanto contemporaneo da disarmare. Per l’ECM, il pianista tedesco inanella un immaginario ordito sul fervido telaio del Novecento, là dove tutto ha inizio: il velluto a tratti ispido degli Impromptu di Fauré, la visionaria notte del raveliano Gaspard de la nuit, opera che nelle sue tre stazioni racchiude l’essenza di un crinale, la rosa di Preludi di Olivier Messiaen. Un cammi-
no verso la solitudine inoltrata del Secolo Breve, là dove il linguaggio si frammenta, e la parola tace. Lonquich a tutto rimanda fuorché ad un mero esecutore: la sua è restituzione speculativa da demiurgo, incrollabilmente chiara alle dita e al pensiero, forgiata da un pensiero sorvegliato e mai uguale a se stesso. Una ferrea logica cui nulla sfugge, nemmeno la commozione.
Novembre 2011 | 29
Maurizio Allegretti ha scelto di aprire in centro a Mantova
Apre a Mantova la galleria moderna e contemporanea “Arte Arte”
Il collezionista d’arte Maurizio Allegretti ha scelto di aprire in centro a Mantova la sua nuova galleria. Dopo la prima sede di Villa Poma (Mantova) e in seguito la seconda a Legnago (Verona) ha optato per la città virgiliana. Profondamente legato alle bellezze artistiche e storiche della città che in gioventù lo hanno accompagnato nella sua crescita culturale, ha inaugurato in via Galana 9 la galleria Arte Arte. Con una collaboratrice laureata in storia dell’arte e grande esperta anche di antiquariato, ha messo a disposizione del pubblico opere di artisti moderni e contemporanei. Dai grandi maestri mantovani come Ugo Celada da Virgilio, Giulio Falzoni, Giulio Turcato, Lanfranco Frigeri (in arte Lanfranco), Vanni Viviani, Claudio Malacarne ed altri, fino ai grandi maestri internazionali come Afro Basaldella, Virgilio Guidi, Mario Sironi, Filippo de Pisis, Tano Festa e Mario Schifano solo per citarne alcuni. Numerosi sono anche i nomi degli artisti contemporanei emergenti tra i quali Federico Guida, Giovanni Frangi, Agostino Ferrari, Fulvio Di Piazza, Marco Cingolani, Paul Beel. Oltre 200 sono le opere che si possono vedere all’interno della prestigiosa sede. Da cosa nasce la sua passione per l’arte? «Dalla visione in giovane età delle opere che possedeva mia zia Iride. Grande amica del pit-
“Iniziai la mia collezione con l’acquisto di opere grafiche che allora ti proponevano con la vendita porta a porta. Erano gli anni ‘70”
tore Giulio Falzoni suo compaesano di Marmirolo, le acquistava continuamente acquerelli. Ho iniziato così a desiderare di possedere per mio puro piacere ancune di quelle opere. Iniziai la mia collezione con l’acquisto di opere grafiche che allora ti proponevano con la vendita porta a porta. Erano gli anni 70’ e quelle litografie numerate stampate in serie erano le uniche opere che allora potevo permettermi. Quelle stampe di Renato Guttuso, Salvador Dalì ed altri che non avrebbero mai acquistato valore nel tempo a causa dell’elevata tiratura delle copie furono le mie prime opere. Poi all’inizio degli anni 80’ acquistai in asta il mio primo dipinto ad olio su tela di Ernesto Treccani. Mi accostai in seguito alle gallerie d’arte ed incrementai la mia collezione di opere. Stimolato dall’allora parroco di Villa Poma, mio paese di residenza, organizzai un concorso di pittura dove conobbi artisti che contribuirono ad alimentare la mia passione per l’arte. Fu per scommessa con il pittore Vanni Viviani l’apertura nel 2001 della mia prima galleria Arte Arte a Villa Poma. Potei finalmente mostrare opere di grandi maestri come Osvaldo Licini, Mario Sironi, Filippo de Pisis, Remo Brindisi ed altri, accostate ai giovani emergenti». Quali sono gli artisti contemporanei su cui punta maggiormente?
«Devo dire che attualmente il panorama dell’arte contemporanea vede protagonisti numerosi artisti di qualità molto elevata. A mio parere senza togliere nulla a nessuno punterei su Luca Pignatelli, Velasco Vitali, Bernardo Siciliano, poi su Alessandro Papetti, Paul Beel e Federico Guida». Su chi o cosa investe attualmente? «Sul figurativo del novecento. Artisti come Michele Cascella, Renato Guttuso, Salvatore Fiume. Poi sugli artefici della pittura informale come Mario Schifano, Emilio Scanavino, Gilberto Zorio ed Emilio Vedova». Quali consigli darebbe ad un giovane artista che si affaccia al mondo dell’arte? «Di avere una sua personalità! Nel fare arte si attinge sempre dal passato e si guarda al presente per essere contemporanei, ma se non si ha originalità nel distinguere le proprie opere dalla massa, difficilmente si emerge. Bisogna essere caparbi fino alla fine per difendere e portare avanti la propria idea». Anche quest’anno la sua galleria ha partecipato alla Fiera d’Arte di Reggio Emilia. Come mai questa scelta? «Sono stato uno dei primi galleristi a partecipare alla prima edizione, e da allora non sono mai mancato. Oltre all’amicizia con il direttore artistico Renzo Mezzacapo trovo che sia una fiera d’arte di qualità, per niente dispersiva, a differenza di tante altre». Per informazioni cell: 3355397663
LA CASA DEGLI ARTISTI di Barbara Ghisi
Fino al 12 febbraio le grandi opere del Simbolismo internazionale Fondazione Bano e Fondazione Antonveneta, come sempre impegnate nella promozione della cultura, presentano a Palazzo Zabarella “Il Simbolismo in Italia”, preziosa mostra d’arte a cura di Fernando Mazzocca, Carlo Sisi e Maria Vittoria Marini Clarelli .Tra il 1880 e il 1915 il Simbolismo interpreta gli entusiasmi e le inquietudini della Belle Epoque, trasferendo nella pittura l’inconscio, il senso della vita, della morte, la fantasia, il mito, il mistero, valori che la rivoluzione industriale sembrava aver insidiato. La mostra è suddivisa in otto sezioni: “Il mistero della maternità”, “I protagonisti”, “Il paesaggio”, “Il
Sopra Sironi Mario (1958 circa) Povera bestiolina morta di fatica per un maledetto padrone T.m. cm 37x51 Sotto un quadro di Basaldella Afro (1958) Senza titolo Inchiostro su carta cm 19x28
mistero della vita”, “L’allegoria”, “L’abisso”, “La sala dell’arte del sogno”, “L’immaginario in bianco e nero”. La prima sezione apre con “Le due madri” di Giovanni Segantini presentata nel 1891 alla prima Triennale di Brera nella quale emerge ancora il pittore verista-pastorale volutamente affiancata a “Maternità” di Gaetano Previati, opera che, presentata nella medesima occasione suscita un acceso dibattito tra il pubblico per la scelta del pittore di “spogliare l’opera di cianfruscole” e focalizzare l’attenzione solo
sulla figura principale. Lungo le sale, ad accompagnare l’esposizione sono le opere di Pellizza da Volpedo, di Chini, di Sartorio, di Von Stuck, di Bocklin, di Bistolfi, di Boccioni e di numerosi interpreti del Novecento. Alla mostra è dedicato un ricco e curato catalogo di Marsilio Editore. Info www.palazzosabarella.it . (Federico Martinelli)
Paolo Simonazzi: Mondo Piccolo
Capita, alle volte, di perdersi nella Bassa per via della la nebbia. E capita anche di imbattersi in personaggi che sono tanto più grandi e straordinari quanto più mostrano di essere orgogliosi di vivere in un “mondo piccolo”. E’ lì, in quella Bassa che rappresenta <il luogo dove magicamente si incontrano reale e surreale>, che il fotografo reggiano Paolo Simonazzi si è “ritrovato”, portando avanti un discorso amoroso iniziato da tempo. Fino al 6 novembre, a Reggio Emilia, rimarrà aperta la sua mostra “Mondo piccolo” a Palazzo Casotti. E’ un percorso che amplia la mostra precedente del 2010, che Simonazzi aveva dedicato ai luoghi di Giovannino Guareschi e che aveva allestito in due diversi spazi museali, a Fontanelle e a Brescello.
Oltre alle foto, del progetto ora fa parte anche un film di Alessandro Scillitani, sempre dal titolo “Mondo piccolo”. La mostra, a ingresso libero, è visitabile il venerdì dalle 18 alle 21, il sabato, la domenica e dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il viaggio di Simonazzi non si è svolto solo nella Bassa parmense ma anche in quella reggiana e mantovana: “La Bassa non è solo un luogo geografico, ma un paesaggio simbolico e dell’anima”. Negli scatti a colori e nel documentario si incontrano gli uomini (e le donne) e si respirano le atmosfere di quella “fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino” che ha ispirato i libri di Giovannino Guareschi, al quale gli autori hanno affettuosamente rubato il titolo “Mondo piccolo”. Gianluigi Negri
30 | Novembre 2011
Un libro per dare speranza
L’intero ricavato verrà devoluto in beneficenza In questa pagina presentiamo l’ultimo libro di don Marco Belladelli realizzato in collaborazione con l’associazione Restituiamogli i sogni Onlus per raccogliere fondi destinati ai bambini dell’orfanotrofio di Citluk (Bosnia Erzegovina) e a quelli in difficoltà del nostro territorio. Il libro è in vendita in piazza Sordello 12 (info 333.6272824) al costo
Don Marco Belladelli
simbolico di € 5,00 interamente devoluti in beneficenza.
Per il terzo anno consecutivo l’Associazione onlus “Restituiamogli i sogni” mi ha chiesto di scrivere i commenti ai Vangeli della Domenica, raccolti questa volta in un vero e proprio volume, da diffondere tra gli Associati e gli Amici, che con i loro contributi sostengono le iniziative di solidarietà a favore dei Bambini bisognosi di aiuto in ogni parte della terra. Nella crisi a tutto tondo che il mondo intero sta attraversando, il Vangelo rimane e rimarrà un messaggio di vita, di amore e di speranza per tutti. Forse gli uomini di Chiesa non sono sempre come li vorremmo, ma nonostante questo, la Parola di Gesù non è offuscata. Aiutare qualcuno a leggere il Vangelo, a comprenderlo meglio, a sentirsene attratto, come da una luce che illumina le nostre tenebre, come da una voce amica tra le tante che ci disorientano, fino a riconoscere la presenza viva di Gesù accanto a noi, è sempre una sfida che vale la pena di affrontare. Se in questi tre anni, tra le migliaia di persone a cui è giunta questa pubblicazione, anche uno solo avesse fatto questa esperienza, vuol dire che il gioco valeva la candela e la mia fatica non è stata inutile. Ogni anno abbiamo cercato di migliorare, introducendo elemen-
ti sempre nuovi. Siamo passati dall’idea dell’agenda, a quella di un bell’album fotografico, ad un vero e proprio libro. Quest’anno la novità non si ferma alla confezione, ma riguarda anche il contenuto. Insieme ai commenti dei Vangeli 2011-2012 e alle foto dell’amico Gianfranco Magotti, troverete riportate delle “Preghiere”, attraverso le quali sarete aiutati ad aprire il cuore a Dio. Non è sufficiente capire la Parola di Dio. Nessuno dubita che Gesù fosse un Santo, ma questa convinzione non cambia un uomo in un cristiano serio. Soltanto attraverso la preghiera, cioè quel dialogo intimo e profondo che nasce e si sviluppa nella nostra anima, impariamo a riconoscere e a stare davanti a Dio in persona, senza averne paura, fino a scoprirlo “Amico”. Sono Preghiere nate nel profondo del cuore di Anna, che le ha scritte. Hanno un’ispirazione divina. Vi sorprenderete per quello che provocano interiormente. Qualcuno che le ha lette si è anche arrabbiato. Anche questo va bene, perché vuol dire che non lasciano indifferenti, ma che riescono a metter in moto il nostro spirito. Dopo che le avrete lette, mi direte se ho ragione o mi sono sbagliato. Vedo già qualcuno sorridere: ci vuole ben altro per questo nostro
mondo che non le emozioni e la sagra dei buoni sentimenti. Mi permetto in proposito un’ultima parola. Come diceva quel tale: “Datemi un punto d’appoggio e vi solleverò il mondo”. Da dove vogliamo cominciare a rifare questo mondo? Quale punto d’appoggio, se non te stesso? Nessuno può cambiare niente e nessuno attorno a sé, se non se stesso. E allora da dove cominciare se non dal nostro spirito? La spiritualità è tutto il nostro mondo interiore, dove molto spesso abbiamo accatastato una montagna di desideri, aspirazioni, ideali, valori, convinzioni, e chi più ne ha, più ne metta. Stanno là, nella più totale confusione, in attesa che mettiamo un po’ d’ordine, per dare un po’ di senso alla nostra vita. Mi rendo conto di essere troppo pretenzioso, ma lasciare le cose come stanno mi sembra proprio una vigliaccata. Oggi abbiamo bisogno di Spiritualità. Senza una solida base spirituale, continueremo a vivere in questa emergenza morale, nella quale sarà sempre più difficile distinguere il bene dal male. “Luce ai mie passi” è soltanto un modesto contributo a questa sfida, che non possiamo premetterci di perdere. Grazie! Mantova, 24 Settembre 2011
Novembre 2011 | 31
L'animale più pericoloso del mondo? Secondo il sito ufficiale “Live Science” l’animale più pericoloso del mondo è la zanzara, in particolare la specie Anopheles Gambiae, principale vettore della malaria che provoca ogni anno 2 milioni di vittime. Le più letali si trovano in Africa, Asia e Sud America.
LO SAPEVATE QUESTO? di Valentina Tomirotti
Il museo delle fogne della città Se siete a Parigi e volete vedere qualcosa di veramente singolare recatevi al “Musèe des Egouts“, il museo delle fogne della città. Migliaia di visitatori ogni anno visitano questo bizzarro museo nel sottosuolo di Parigi sfidando gli odori inevitabili. 500 metri di gallerie sotterranee, visitabili con una guida, documentano l’evoluzione del sistema fognario cittadino.
IL VINO DI SERPENTE Per chi vuole provare una bevanda estremamente curiosa, direttamente dall’Asia arriva il vino di serpente, nient’altro che una bottiglia di vino di riso con dentro un serpente. Originario del Vietnam, oggi lo si può trovare in tutto il sud-est asiatico. Il veleno dei serpenti, seppur naturalmente mortale, diventa inattivo a causa dell’effetto di denaturazione dell’etanolo, essendo principalmente a base proteica. Il vino solitamente si beve come “shots” o in coppe. Inizialmente utilizzato come medicina per problemi quali mal di schiena, reumatismi, lombalgie, e altri problemi fisici, oggi si dice che questa bevanda alcolica abbia un potente effetto afrodisiaco sugli uomini.
ESISTERA' L'AEREO TRASPARENTE? LA FERROVIA PIU' EMOZIONANTE El Nariz del Diablo è la spettacolare e avventurosa ferrovia che percorre un tratto mozzafiato sulle Ande, in Ecuador. Prima della sua chiusura, causata dalle piogge che provocavano molte frane, la Transandina arrivava ad un’altitudine di 3600 metri. Oggi è possibile percorrere solo il tratto da Riobamba a Sibambe. Un viaggio eccitante su un treno a vapore lungo le scoscese pendici delle Ande, attraversando ponti pericolanti e precipizi. Non mancano gli audaci che affrontano il viaggio seduti o addirittura in piedi sul tetto del treno.
Ebbene si, nel 2050 sarà possibile volare a bordo di un aereo totalmente trasparente. Airbus ha presentato a Londra il suo progetto al grande pubblico: un aereo senza finestrini ma con la fusoliera interamente trasparente che, grazie a speciali materiali, una volta in quota consentirà ai passeggeri di ammirare il panorama circostante da ogni punto, incluso il pavimento. Ovviamente l’aereo sarà dotato di tutti i comfort per garantire un viaggio piacevole. Oltre a sedili che si adattano al corpo del passeggero ci sarà una zona relax con aromaterapia, cromoterapia, sedili con massaggi e un sistema di aerazione con vitamine e antiossidanti che aiuterà i passeggeri più apprensivi a rilassarsi. Insomma questo velivolo, pronto per il 2050, sarà decisamente confortevole, divertente e, cosa non meno importante, meno inquinante; l’obiettivo del costruttore è infatti quello di non sprecare nessuna forma di energia: si sfrutterà ad esempio il calore dei corpi dei passeggeri per produrre parte del calore necessario a riscaldare la cabina.
LE ORIGINI DEL COUS COUS
L'ACQUA NERA?
Uno dei piatti più mangiati al mondo è senza dubbio il cous cous, chiamato seksu in berbero e kuskusu in arabo magrebino. Le origini del cous cous risalgono al XI secolo nella zona del Maghreb dove i berberi, popolazione indigena dell’Africa settentrionale dalla storia millenaria, lo utilizzavano come piatto-base della loro alimentazione; ma furono gli arabi a diffondere il cous cous anche in altri paesi come ad esempio Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Yemen, Senegal e Costa d’Avorio. L’ arte della preparazione del cous cous si basa in gran parte sulla paziente manipolazione del grano tritato. La semola viene lavorata con farina, sale e acqua fino a formare dei “granelli” che vengono poi cotti in una couscoussiera, pentola a due strati. Gli ingredienti base sono: verdure di stagione, legumi, carne (vitello, agnello, pollo, pecora, capra) e spezie a piacimento.
Direttamente dagli Stati Uniti arriva una bevanda veramente curiosa, la blk ovvero l’acqua nera! A primo impatto sembra essere una bottiglia nera contenente acqua, ma in realtà l’acqua è nera e imbottigliata in una bottiglia trasparente. Il colore potrebbe ingannare e far pensare ad una coca cola, ma la bevanda è assolutamente priva di odori e sapori, proprio come l’acqua. Il colore è dato dall’acido fulvico, comunemente utilizzato in agricoltura come supplemento del terreno e talvolta come integratore alimentare. Sull’etichetta della bottiglia si legge: “Naturalmente nero, blk è un’acqua fresca di sorgente naturale infusa con acido fulvico, la nostra formula organica di proprietà, con un pH elevato superiore a 9.0, aiuta a bilanciare i livelli di pH del corpo umano. Blk contiene oltre 77 tracce di minerali ed elettroliti, che sono una parte essenziale della salute e del benessere.”
IL MUSEO PIU' STRANO AL MONDO Al largo della località di Cancùn, in Messico, collocato nelle acque del Parco Nazionale di Isla Mujeres, l’incredibile museo subacqueo ospita 400 sculture di figure umane a grandezza naturale, create dall’artista britannico Jason de Caires Taylor. L’obiettivo è quello di invitare i turisti a visitare il museo per alleggerire la pressione sulla barriera corallina. Le statue dell’installazione permanente sono state realizzate in cemento a ph neutro per non danneggiare l’ecosistema dei fondali, permettendo il proliferare dei coralli sulle opere; tutto ciò favorisce la crescita dei coralli, minacciati dai cambiamenti climaticiUna mostra permanente ma in continua evoluzione.
IL VULCANO PIU' PERICOLOSO Yellowstone, nel Wyoming, è il più antico Parco Nazionale degli Stati Uniti. Il parco attira migliaia di turisti per lo spettacolo geotermico di straordinaria bellezza. Il “supervulcano” è un enorme caldera di 4000 Kmq che si è formata quando il vulcano è collassato 600mila anni fa. E’ considerato anche uno dei più pericolosi del pianeta in quanto l’accumulo di magma provoca l’innalzamento della pressione; un’eventuale eruzione potrebbe abbassare la temperatura della terra in modo catastrofico. “Supervulcano” non si riferisce alla grandezza ma alla potenza devastante di questo straordinario fenomeno naturale.
UNA MEDUSA DEL TUTTO INNOCUA Nella Repubblica di Palau, nell’Oceano Pacifico, più precisamente nell’Isola di Eil Malk, si trova il “Jellyfish Lake“, un piccolo lago salato, nato circa 12000 anni fa, con un ecosistema unico; il lago è abitato da una particolare specie di medusa, la Mestigias Papua che, adattandosi all’ambiente, ha perso le sue parti urticanti. Grazie all’assenza di predatori ogni giorno migliaia di meduse nuotano indisturbate e si riproducono velocemente.E’ uno spettacolo incredibile, ci si può immergere nel lago, profondo una quarantina di metri, e nuotare a contatto con meduse del tutto innocue senza finire urticati. CHE COS'È IL PUMUKKALE Pamukkale, in turco castello di cotone, è un aggregato di rocce di calcare e travertino che formano piscine di acque termali facendole assomigliare ad una cascata congelata. In uso sin dai tempi dei greci per il loro potere terapeutico, è un luogo che attrae turisti da tutte le parti del mondo. Pamukkale è uno degli spettacoli naturali più belli di tutta la Turchia e diventato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO per cercare di salvaguardare il sito dalla speculazione edilizia.
QUAL'E' IL PESCE PIU' GRANDE DEL MONDO? La pastinaca d’acqua dolce gigante è uno dei pesci d’acqua dolce più grandi in assoluto. Con delle dimensioni fuori dalla norma (sono stati pescati esemplari di 600 Kg) e una spina posta sulla coda che può raggiungere quasi i 40 cm, la pastinaca si colloca di diritto nell’élite dei pesci più pericolosi del mondo. Vive sui fondali di alcuni fiumi dell’Asia e dell’Oceania, in particolare Thailandia, Borneo Malese, Nuova Guinea e Australia. Gli esemplari più grossi sono circoscritti al fiume Chao Phraya, in Thailandia, dove le femmine possono raggiungere le dimensioni record di 4,6 metri di lunghezza e di 1,9 metri di larghezza.
L'EDIFICIO MENO INQUINANTE DEL MONDO? LA STRADA PIU' PERICOLOSA DEL MONDO La strada che collega La Paz a Coroico, in Bolivia, è stata definita nel 1995 la strada più pericolosa del mondo. Conosciuta come “La Carretera de la Muerte” è una strada stretta a doppia corsia con pareti di roccia da una parte e lo strapiombo di 600 metri di profondità dall’altra. Il lungo tratto impervio di 64 Km è regolarmente frequentato da camion e autobus. E’ stato stimato che ogni anno su questa strada muoiono tra le 200 e le 300 persone. Ultimamente la pericolosità di questo luogo ha attirato bikers da tutto il mondo che tentano il brivido del biking estremo. Negli ultimi anni hanno perso la vita almeno 30 ciclisti.
Costruito nel 2008 nella città di Manama, dallo studio di architettura Atkins, il Bahrain World Trade Center (BWTC) è il primo grattacielo al mondo a integrare turbine eoliche nel design. E’ composto da due torri gemelle a forma di vele, per un totale di 50 piani e 240 metri d’altezza. Le due torri sono collegate da tre ponti esterni, ciascuno in possesso di una turbina eolica da 225 KW, per un totale di 675 KW di potenza. Ogni turbina, con un diametro di 29 metri, è allineata a nord, direzione da cui soffia l’aria del Golfo Persico. La forma conica dell’edificio guida il forte vento proveniente dal mare direttamente verso le turbine. Le tre pale eoliche giganti forniscono fino al 15% del totale consumo di energia delle torri. Il progetto, che ha ricevuto diversi riconoscimenti per la sua sostenibilità, dispone di varie caratteristiche che lo rendono sostenibile ecologicamente: dal riciclo delle acque, ai tetti in ghiaia che forniscono un buon isolamento termico.
prossimamente anche su www.mantovachiamagarda.it
32 | Novembre 2011 Alberi come opere d’arte in miniatura
Innamorarsi di un Bonsai
ANIMALI E AMBIENTE di Benedetta Bottura
Il bonsai è un albero in miniatura, ma che mantiene tutte le caratteristiche della pianta tradizionale. Non è semplice coltivare e curare i bonsai, ma se si seguono le istruzioni si può avere un buon risultato. Per cominciare è meglio prendere delle piante già formate, non più alte di trenta centimetri, magari scegliendo specie resistenti, come il ficus, il melograno, l’acero, il cipresso o l’azalea. Il vaso deve essere rettangolare e poco profondo, al massimo 10 cm. Per sceglierlo si misura la pianta in tutta la sua altezza e si divide per due, per avere la larghezza del vaso, quindi una pianta di 30 cm avrà un vaso largo 15 cm. Prendiamo il terriccio più adatto alla pianta che abbiamo scelto, per il ficus, ad esempio, va bene il terriccio universale con l’aggiunta di un po’ di sabbia, l’azalea invece preferisce un terriccio alcalino, nel dubbio potete chiedere al vivaista. Preparate il vaso sistemando qualche sassolino sul fondo per favorire il drenaggio dell’acqua. Togliete la pianta dal vaso originale e dopo aver delicatamente liberato le radici dal terriccio, tagliatele di circa un terzo, poi lavatele sotto l’acqua corrente. Fate uno strato di terra di circa 4 cm e poi posate la pianta e riempite il resto del vaso. Per dare forma al bonsai, bisogna potarlo eliminando i rami che tendono verso l’esterno, sfoltendo la chioma e ripulendola dalle foglie in eccesso, per
mondo da cani Ricordate di non innaffiarli più di una volta a settimana, per evitare che le radici crescano troppo permettere alla luce di filtrare. Ripetete la potatura più volte durante l’anno, per limitare la crescita della pianta. I rami alti della pianta vanno tagliati al massimo di una decina di centimetri, cercate di potare non troppo vicino alle foglie o alle gemme. Per dare al bonsai la forma che volete, più o meno contorta, bisogno avvolgere il fusto e i rami con del fil di ferro sottile. Partendo dal tronco si avvolge la pianta a spirale, poi si passa ai rami più spessi.
di GIACOMO MORELLI
Boxer, sempre sulla cresta dell’onda per popolarità e gradimento
Una volta posizionato il filo lo si piega delicatamente per dare ai rami la forma desiderata, facendo attenzione a non romperli. Innaffiate abbondantemente e lasciate sgocciolare il vaso. Il fil
di ferro va tolto dopo circa tre mesi, comunque prima che lasci segni sul legno e riposizionato sui rami nuovi a mano a mano che crescono. I bonsai vanno posizionati in posti molto luminosi, lontani dalle correnti e in posti poco riscaldati. Ricordate di non innaffiarli più di una volta a settimana, per evitare che le radici crescano troppo e concimatelo, con un concime liquido, una volta ogni due mesi. Una volta l’anno, preferibilmente in primavera, rinvasate il bonsai in un vaso più alto e più largo di un centimetro, in quest’occasione accorciate un po’ le radici, eliminando quelle più lunghe e sottili.
Il Boxer è un cane di origine tedesca, iscrivibile alla categoria dei molossoidi/mastini. Il suo progenitore fu il bullenbeisser, un mastino da caccia specialista nell’afferrare ed immobilizzare i grandi animali selvatici; il bullenbeisser aveva muso largo e la canna nasale all’insù, caratteristiche mantenute poi dal Boxer, nonostante nella genetica di quest’ultimo sia presente anche il bulldog inglese antico. Il boxer è un cane di taglia media, con una costruzione compatta e quadrata, e una possente ossatura. I suoi movimenti sono vi-
vaci, pieni di forza e nobiltà. E’ una razza giovane, particolarmente adatta alle esigenze dell’ attuale società: un atleta giocoso, con forte tempra, bassa aggressività e grande amore per la famiglia, bambini in particolare. Il mantello è raso, fitto ed aderente, e si presenta con varie colorazioni; sebbene i più diffusi siano i soggetti fulvi o tigrati, con o senza presenza di pezzature bianche, esistono anche mantelli neri o addirittura completamente bianchi, che comportano però restrizioni o veti nella riproduzione e nelle attività espositive.
E’ vero che il Boxer è un cane delicato di salute?
Cani poliziotto, bagnino, cercatore e accompagnatore
E’ proprio il miglior amico dell’uomo I cani sono splendidi animale che, oltre alla compagnia, sanno fare davvero di tutto
Il miglior amico dell’uomo è anche un gran lavoratore. I cani sono da sempre addestrati per aiutare l’uomo nel lavoro e nella vita. A seconda della predisposizione, ci sono cani più adatti a fare certi tipi di lavoro piuttosto che altri. I cani poliziotto sono prevalentemente pastori tedeschi e labrador. Grazie al loro fiuto sono in grado di individuare tracce, di trovare persone nascoste e localizzare esplosivi e stupefacenti. Ci sono poi cani che vengono addestrati per essere di supporto a non vedenti e persone diversamente abili. Qualunque cane
Alcuni utili consigli per l’inverno
Proteggere le piante dal freddo È arrivato il momento di proteggere le nostre piante dal freddo. Il modo migliore è quello di portarle in casa, o di metterle in piccole serre. Sistemate i vasi in posti luminosi, lontano dai termosifoni. Per le piante che non possono essere portate in casa, ci sono diverse soluzioni. Per proteggere gli alberi, si avvolge il fusto con arelle di bamboo. Poi si copre la base con paglia e foglie secche. Questa tecnica si chiama pacciamature e può essere usata su tutte le piante, è sufficiente riempire i
vasi fino all’orlo con pezzetti di corteccia, foglie e paglia, o aghi di pino. La pacciamatura impedisce alle radici di congelare e va eliminata a fine inverno. La parte alta delle piante va avvolta con un telo di plastica, o di tessuto-non tessuto, chiuso in cima. Fate dei buchi per l’aria, in modo da evita la condensa, che favorisce la formazione di funghi. Infine ricordatevi di bagnare le piante quando la temperatura sale sopra lo zero e se avete tempo.
può essere addestrato per aiutare l’uomo nella vita quotidiana, ma sono più adatti i cani di taglia media mansueti e con uno spiccato senso dell’orientamento. Questi cani vengono addestrai a evitare ostacoli ad attraversare la strada, a non distrarsi con altri cani e prede. I cani vengono spesso impiegati come supporto nelle operazioni di salvataggio nelle calamità naturali. È il caso dei cani da valanga, per cui i più adatti sono i San Bernardo, ma si usano anche altri cani di corporatura robusta, come i pastore belga. Un cane da
salvataggio impiega circa mezz’ora a scovare vittime imprigionate sotto la neve, mentre a una squadra di venti uomini servono circa quattro ore, questo può fare la differenza tra la vita e la morte della persona da soccorrere. I cani da soccorso vengono anche impiegati per rintracciare persone disperse in caso di alluvioni, terremoti, esplosioni e incendi. Ci sono cani addestrati per il salvataggio in mare, i più famosi sono i terranova, ma tutti i cani di taglia medio-grande possono essere addestrati per questo scopo.
Contrariamente ad alcune dicerie il Boxer non è un cane delicato di salute, a patto che la sua selezione sia curata ed attenta. Parliamo di una razza con una costituzione fisicopsichica complessa, che richiede da parte dell’allevatore una notevole competenza. Per acquistare un cucciolo è quindi preferibile rivolgersi ad un allevamento specializzato. Controverse sono pure le recenti disposizioni legislative sull’amputazione di coda ed
orecchie, oggi vietate in Germania, e parzialmente in altri stati. Le orecchie appuntite o pendule, e la coda mozzata o lunga, sono quindi scelte non solo estetiche ed etiche ma anche opportunistiche, perché i soggetti amputati non possono essere iscritti alle expo di vari paesi esteri, perdendo quindi valore dal punto di vista riproduttivo e commerciale. Ciò che comunque non altera l’elevato gradimento del Boxer in famiglia.
Novembre 2011 | 33
Rosa, lavanda e altea contengono particolari principi attivi
Fiori: aiuto alla pelle in vista della stagione fredda Con l’arrivo dei primi freddi la nostra pelle soffre almeno quanto soffre sotto il sole estivo. Come correre ai ripari? Freddo, vento e pioggia, infatti maltrattano la nostra pelle. Tra i sintomi dell’aggressione degli agenti atmosferici sulla cute vi sono: naso paonazzo, labbra screpolate, pelle del viso che tira e mani secche. In generale, il primo consiglio è quello di idratare la pelle, soprattutto quella del viso e mani , che sono più esposte, ma anche quella del corpo, che viene seccata da docce e bagni frequenti. Rosa, lavanda e altea contengono particolari principi attivi e possono correre in nostro aiuto in queste situazioni, come testimonia la linea dei prodotti Dr. Hauschka (www. drhauschka.it), distribuita da Wala, azienda tedesca che da 70 anni sviluppa i propri preparati con soli ingredienti naturali. Questa linea è caratterizzata dall’idea fondamentale che la pelle possiede intrinseche capacità di auto-rigenerazione e nutrimento e questa cosmesi avvalora queste sue funzioni naturali, proteggendo la pelle dalle aggressioni esterne e favorendo la sua salute. Rosa, lavanda e altea sono tre i prodotti che
possono dare sollievo alla pelle secca ed arrossata dal cambio stagionale. Un ricco trattamento nutriente e protettivo per il giorno, ideale durante la stagione fredda, è dato dalla Crema alla Rosa, che stimola la rigenerazione dell’epidermide, riduce lo sfaldamento cellulare cutaneo evitando la disidratazione della pelle e rendendola morbida e vellutata e rinforza le pelli sensibili che tendono agli arrossamenti (grazie alle proprietà della rosa canina). La pelle del
Più muscoli? Più latte!!!
Per rafforzare e scolpire i muscoli oggi si potrà abbinare all’allenamento anche il latte. A dirlo è uno studio condotto dall’Università di Milano che ha stupito l’intero mondo del fitness che dimostra che le proteine del latte a fanno bene ai muscoli e ne migliorano la resa. Un equilibrato e sano allenamento mette i muscoli del corpo sulla giusta strada
ma non basta per scolpirli a dovere. Per questo è fondamentale l’alimentazione. Fino ad oggi si è sempre pensato che siano le proteine e pochi grassi a fare bene ai muscoli. Gli aminoacidi aiutano a mantenere una massa muscolare efficiente e tonica e aiutano a contenere il tessuto adiposo. Carne, pesce e uova sono una miniera d’oro per i nostri muscoli, ma nessuno aveva ancora pensato con convinzione al latte. Secondo gli esperti vanno assunte dopo l’esercizio fisico poiché il metabolismo è più veloce e dunque è possibile assimilarle subito grazie ad un incremento della sintesi proteica. Questo determina un aumento della massa muscolare. Gli studi poi si sono focalizzati sugli effetti dei diversi tipi di proteine. Quelle del latte (cioè le sieroproteine) si sono rivelate più efficaci per quanto concerne gli aumenti di massa magra soprattutto se affiancate da un sano allenamento.
trucchi & strucchi di ISOLDE SEEBER
di ELEONORA CAFFELLI
che e al freddo. La Crema per le mani, a base di preziosi oli vegetali ed estratti di altea e di bryophyllum rivitalizzano e favoriscono l’equilibrio idrolipidico della pelle rendendola morbida, liscia ed elastica. La Cosmesi Dr. Hauschka è priva di conservanti, coloranti e profumazioni chimico-sintetici, di oli minerali, parabeni, siliconi e PEG; è testata dermatologicamente e certificata BDIH “Cosmesi Naturale Controllata” e/o NaTrue, certificazione internazionale assegnata alla cosmesi autenticamente naturale e biologica.
Gli steroli vegetali aiutano a combattere il colesterolo? I fitosteroli sono steroli vegetali presenti nella frazione non saponificabile degli oli vegetali. Strutturalmente gli steroli sono simili al colesterolo, sebbene quest’ultimo non sia presente nelle piante. Non sono sintetizzati negli esseri umani ma vengono introdotti esclusivamente con la dieta. Il consumo tipico di steroli vegetali varia approssimativamente da 200 a 400 mg/die ed è più elevato nei vegetariani. Studi scientifici hanno dimostrato che assumendo con costanza due grammi di steroli vegetali al giorno, per tre settimane, è mediamente possibile ridurre il colesterolo “cattivo” del 10%. Il consumo di cibi contenenti steroli di origine vegetale ha quindi un effetto protettivo sulle vasculopatie. Gli steroli vegetali derivano da differenti fonti di oli che includono olio extravergine d’oliva, olio di legno di pino, olio di semi di soia, olio di riso, olio di noci. Tra i vegetali i contenuti più elevati si riscontrano in broccoli, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, olive verdi e nere. Per potenziare l’effetto di un’eventuale integrazione di steroli vegetali si consiglia di associarli ad una dieta bilanciata e ricca di fibre. Gli steroli non devono infatti diventare un pretesto per dire: “bene mi mangio due belle salsicce con uova fritte e con un po’ di fitosteroli tengo comunque sotto controllo il colesterolo “. Inoltre è importante concentrarsi sull’aumento dei valori del cosiddetto colesterolo buono, aumentando il consumo di pesce e di prodotti ad elevato contenuto di acidi grassi polinsaturi. auty” in generale. Come regola principale vale che sovrapponendo 2 colori complementari della ruota (i colori complementari sono quelli diametralmente opposti), essi si “annullano” a vicenda, affiancandoli invece si ottiene il massimo contrasto. Come si correggono, quindi, le discromie della pelle? Nel camouflage, il correttore va scelto in
La teoria dei colori “Quali sono i colori che valorizzano i miei occhi?” “Come posso coprire le imperfezioni della pelle?” Queste e altre domande ci rimandano immancabilmente alla teoria dei colori, usata nel maquillage - sebbene in maniera semplificata - per l’applicazione dei correttori e dei prodotti “be-
di Michela Toninel
la psicologa risponde
corpo può essere protetta con l’Olio trattante Torba Lavanda a base di estratti di piante officinali trattati in olio di oliva, di jojoba e burro di karité. Il cuore di questa particolare composizione è l’estratto di torba, ottenuto mediante un processo ritmico singolare per cui gli estratti di ippocastano ed equiseto, combinati con olio di oliva, vengono fatti maturare per una settimana a una temperatura di 37°C. Questo olio protegge dagli agenti esterni, dona un invisibile involucro protettivo, dona conforto a tutti coloro che sono sensibili alle variazioni climati-
TENDENZE
IN FORMA
base al colore del “difetto” che deve essere neutralizzato. Per le occhiaie viola si userà un correttore giallo di gradazione simile all’incarnato, per le occhiaie blu un correttore aranciato, sempre non troppo distante dalla tonalità del proprio incarnato, per le occhiaie grigiastre un correttore
pesca. Un correttore chiaro comporterebbe solo un cambio di colore delle occhiaie, uno troppo scuro causerebbe una discromia eccessiva da dover poi amalgamare. Per l’acne o couperose si usa un correttore verde malva o, più raramente, il celeste. Il correttore lilla viene usato per le macchie solari oppure senili, ottimo anche per rivivacizzare una pigmentazione spenta del viso. La teoria del colori si applica, naturalmente, anche al trucco degli occhi. L’iride verde viene valorizzata per esempio con il rosso, il rosa o il viola; gli occhi castani si evidenziano con ombretti nella tonalità del marrone, del viola e del verde; gli occhi azzurri trovano la loro massima espressività nel colore dorato e rame. Se l’iride tende invece al grigio, sarà meglio utilizzare colori dai toni freddi.
Quando il bambino si ammala Sta arrivando il freddo e con lui anche i primi malanni. e così hanno inizio le interminabili notti in bianco di bimbi, mamme e papà. Che si tratti di raffreddore, bronchite, virus intestinale o qualcosa in più, la malattia è sempre un evento critico, sia per bambino che per gli adulti che gli stanno accanto. Il bambino reagise al dolore, spesso, con una regressione: mostra infatti un rinnovato bisogno di coccole e cure come quando era molto piccolo. Ad esmpio può richiedere di essere imboccato, di poter dormire nel lettone, di avere tutti intorno a sé. La malattia può spaventare il bambino perché, come spiega Maria Rita Parsi, porta
con sé dolore dolore fisico e spesso una limitazione nella possibilità di muoversi. Accade così che il bambino si abbatta anche moralmente e psicologicamente. E’ così che i bimbi cominciano a lamentarsi, fare i capricci, provocare i genitori… Affichè mamma e papà si occupino di loro. Dottoressa, il mio bambino di 3 anni ha frequentato il nido lo scorso anno e quest’anno ha cominciato la scuola dell’infanzia. Lo scorso inverno si è ammalato tantissimo e mi vengono i brividi se penso che anche quest’anno potrei ritrovarmi nella stessa situazione di capricci, lamenti e notti in bianco. Cosa potrei dire per rassicurare mio figlio e tranquillizzarlo? Grazie .
E’ importante spiegare la bambino la malattia come un fatto normale che può accadere a chiunque. Se riesce potrebbe proporre le cure sotto forma di gioco, con pupazzi o personaggi, o drammatizzazioni con inversioni di ruoli. E’ importante evita-
re di raccontare bugie, altrimenti in futuro non si fiderà più. Qualsiasi cura il bambino debba sostenere è bene spiegare tutto con attenzione e rispetto, preparandolo a ciò che lo aspetta ed evitando inutili dettagli che possano accrescere le sue ansie.
Cara dottoressa, mio figlio di due anni deve essere ricoverato in ospedale. Non so proprio come prepararlo, cosa raccontargli. Io e mio marito siamo molto preoccupati per come affronterà questa situazione: dovrà fare molti esami e abbiamo paura che dopo questa esperienza non ne voglia più sapere di dottori e ospedali, ma purtroppo per come sta, sarà destinato ad entrare ed uscire da quelle strutture per parecchie volte. Carissimi, il contenimento affettivo di voi genitori e la loro serenità sono fondamentali. Sarebbe utile inoltre informarsi se nel vostro ospedale vengono realizzate iniziative di formazione del personale ospedaliero il cui spirito è il principio secondo cui il divertimento e il gioco, oltre alla presenza costante e assicurativa dei genitori, rap-
presentano la carta vincente per far superare ai bambini il trauma dell’ospedalizzazione. E’ importante comunque parlare al bambino dell’ospedale come di un posto dove si va per guarire e da cui, una volta guariti, si ritorna da mamma e papà. Sottolineate come medici e infermieri sono persone a disposizione di chi soffre per superare la malattia.
34 | Novembre 2011
il consiglio del mese LINEA ALLO SPORT
di ENRICO MARIA CORNO
di Paolo Biondo
Nuovi impianti e strutture per lo sci dei mantovani
4 DICEMBRE 2011 GP di Castellucchio e Marcaria
Un’emozione chiamata Ciclocross
Il ciclocross per il terzo anno consecutivo porrà la parola fine alla stagione agonistica coordinata dal comitato provinciale Fci e al tempo stesso regalerà emozioni forti agli appassionati e agli sportivi in genere. Il tutto è da ricondurre al Gp Comuni di Castellucchio e Marcaria, appuntamento organizzato dall’Uc Ceresarese in collaborazione con l’associazione La Senga che si terrà ad Ospitaletto il prossimo 4 dicembre a partire dalle 12,30. Quest’anno la gara ospitalettese oltre ad essere una delle tappe del Memorial Lele Dall’Oste avrà un ulteriore valore aggiunto ovvero sarà valida per l’assegnazione della maglia di campione regionale lombardo di ciclocross. La competizione allestita ancora una volta dall’associazione culturale La Senga avrà come protagonisti, sia tra i maschi e sia tra le femmine, non solo i dilettanti under 23 e elite, ma pure gli juniores e gli allievi.
La competizione sarà allestita ancora una volta dall’associazione culturale La Senga.
Sarà denominata Memorial Lele Dall’Oste
Come non bastasse gli organizzatori hanno aperto le porte, come nelle due edizioni precedenti, anche agli specialisti dello sterrato che gareggiano tra gli amatori. Il progetto al quale da tre stagione lavora con grande passione ed entusiasmo Fausto Armanini, ex campione di ciclocross che sarà affiancato in cabina di regia da personaggi molto esperti del settore quali i dirigenti del team ceresarese oltre ovviamente al ct della nazionale di ciclocross, Sebastiano Scotti,
Fausto Armanini è il deus ex machina del GP
Un onore poter ospitare il campionato regionale “Lo sforzo è stato notevole, ma ritengo che si sia riusciti ad allestire ancora una volta un evento che lascerà il segno”. Si esprime in questi termini Fausto Armanini deus ex machina del Gp. “In primo luogo- ha speigato l’ex campione di Ospitaletto- debbo ringraziare tutti coloro che mi sono stati al fianco in questa avvenutura. Tutti hanno dato il massimo per far si che gli sportivi e gli appassionati possano assistere ad una competizione ricca di fascino. Anche quest’anno conto di portare in terra mantovana i nomi più illustri della spe-
cialità soprattutto per quel che concerne la sezione dilettanti sia maschi e sia femmine. La presenza del ct della nazionale non fa altro che rendere l’appuntamento ancor più prestigioso. La federazione regionale ci ha affidato l’organizzazione del campionato regionale della specialità e la cosa ci rende orgogliosi. Lo scorso anno qualcuno ipotizzava a Ospitaletto una tappa del Giro d’Italia di ciclocross. “Fa sempre piacere poter allestire eventi di grande importanza per la specialità, ma rimango dell’avviso che ogni cosa a suo tempo.
ed i tecnici del comitato regionale Fci, è nato con l’intento di rinverdire in terra mantovana i fasti di un tempo quando questa specialità aveva un proprio spazio specifico nel corso della stagione agonistica. L’ultima volta che il ciclocross è stato proposto sullo sterrato virgiliano si era agli inizi degli anni ottanta e il palcoscenico scelto era quello di Rivalta sul Mincio. Da quel momento la specialità ha vissuto un immeritato momento di stanca e solo nel 2009 ha trovato le energie e gli stimoli giusti per tornare a dire la sua. Sin dalla prima edizione, quindi, si è compreso come il ciclocross sia ancora nelle condizioni di esaltare il fascino dello sport delle due ruote vissuto su tracciati impervi, sterrati e resi ancor più da ostacoli creati ad hoc dagli organizzatori dei vari appuntamenti. Inoltre svolgendosi in prevalenza nel periodo invernale anche elementi come la pioggia, la neve, la nebbia e il freddo contribuiscono a rendere il tutto ancor più coinvolgente e degno della massima attenzione. Molti atleti, ad esempio, praticando il ciclocross, nel periodo in cui la strada e la pista, per
taluni versi, riposano svolgono una sorta di preparazione specifica in vista degli impegni collegati alla nuova stagione agonistica. Nel momento in cui Armanini ed i suoi collaboratori hanno deciso di rimboccarsi le maniche e riportare il ciclocross nel mantovano, hanno trovato immediatamente la disponibilità del Comitato Provinciale Fci a sostenere il progetto e a coinvolgere il comitato regionale che credendo nelle potenzialità dell’idea hanno da subito collocato la manifestazione nell’ambito di una challenge prestigiosa quale il Memorial Lele Dall’Oste. Come non bastasse alla gara di Ospitaletto ha posto la propria attenzione pure il ct della nazionale che ha riconosciuto nel tracciato predisposto dagli organizzatori un ottimo banco di prova per quegli atleti che avrebbero dovuto poi vestire la maglia della nazionale in contesti di prestigio europeo e internazionale. Sta di fatto che all’appuntamento in questione è stato riconosciuto immediatamente il titolo di indicativa. Visto il successo ottenuto nelle due edizioni precedenti quest’anno la corsa ospitalettese, grazie sempre al Comitato regionale lombardo dell’Fci, ha compiuto un ulteriore salto di qualità. Oltre ad essere per il terzo anno consecutivo indicativa per gli europei, quest’anno sarà valida quale Campionato Regionale della specialità. Tutti i vari particolari della manifestazione d’inizio dicembre saranno illustrati dagli organizzatori in occasione della presentazione ufficiale che è stata posta in calendario il prossimo 19 novembre. Alle 15, infatti, nella sede della Cooperativa Sociale Arca di Ospitaletto, struttura che ospiterà il quartiere generale della competizione mentre il percorso verrà ricavato nell’area verde e nei terreni adiacenti, sarà allestita la cerimonia con la quale Armanini e molti big del mondo delle due ruote, a partire dal ct della nazionale Sebastiano Scotti, parleranno del valore sportivo del ciclocross e di eventi come quello in questione. (P.B.)
È ora di tirar fuori gli sci e cancellare la polvere che si è accumulata durante la bella stagione. Ogni anno, quando riprende a nevicare, leggiamo con interesse la lista delle principali novità che riguardano gli impianti di risalita sulle Alpi a noi vicine. A metà strada tra la Val Gardena e la Val Fassa, ad esempio, è stata rinnovata la Seggiovia Sasso Levante al Passo Sella, sul percorso del Sellaronda arancione. La vecchia tre posti, troppo lenta, che risale verso il Rif.Friederich August, è stata sostituita, così come in Alta Badia la vecchia seggiovia Costes da L’Ega, che porta gli sciatori da Corvara verso il Passo Campolongo, verrà sostituita con una quattro sedili. Sostituzione anche per la ben nota seggiovia Bamby, dietro il Moritzino, con una da sei posti. L’impianto, che trasporterà 2.200 sciatori l’ora, sarà lungo 770 metri e coprirà un dislivello di 300 metri. Grandissime novità a Plan de Corones dove alla nuova telecabina di Per-
ca – proprio davanti alla stazione ferroviaria del primo paesino dopo Brunico – corrisponde anche una nuova pista. A Cortina la nuova seggiovia Alpe Potor-Nuvolau sostituirà la vecchia monoposto Forcella Averau e la manovia Averau nell’area del Lagazuoi 5 Torri Giau, risolvendo definitivamente i problemi di collegamento tra le 5 Torri e il passo Giau e tra le 5 Torri e il Falzarego. La sorpresa della stagione però consiste nel grande nuovo collegamento sciistico da Pinzolo a Madonna di Campiglio, realizzato attendendo alle speranze degli appassionati che duravano da anni: in zona, forse l‘area sciistica di livello più vicina a Mantova, altre due grandi innovazioni nell’ospitalità: a Folgaria, sulle Dolomiti di Brenta, il nuovo MyVitalis Nature Hotel****, proprio sotto le piste da sci, ha aggiunto il primo ristorante anti-aging italiano al ben noto centro wellness (Info: tel.0464.721124, www.myvitalishotel.it) mentre a Madonna di Campiglio ha finalmente aperto il primo cinque stelle trentino sulle montagne. Aggiungendo il ristorante ‘Osteria Tipica Trentina’ all’offerta, l‘Hotel Chalet del Sogno si è così guadagnato il merito della categoria (Info: tel.0465.441033, www.chaletdelsogno.it). credit ufficio stampa dolomiti superski e hotel chalet del sogno in notturna
DSS
Corrado Lodi: orgoglioso del lavoro compiuto Il ciclocross; una specialità che anche a Mantova vanta moltissimi estimatori. Il ritorno sullo sterrato virgiliano di questa particolare sezione del mondo delle due ruote ha premiato anche il paziente lavoro svolto dal comitato provinciale Fci che ha trovato nella persona di Fausto Armanini un importante punto di riferimento. “Sin da quando con Fausto - ha spiegato il prediente provinciale Corrado Lodi - si è parlato di riproporre il ciclocross nel mantovano ho compreso che vi sarebbero state le condizioni per raggiungere importanti traguardi. L’entusiasmo e la passione con le quali Armanini ed i suoi collaboratori
hanno lavorato al progetto che quest’anno è giunto alla terza edizione ci ha permesso di confermare come in un territorio piccolo come il nostro vi siano potenzialità tali da consentire al ciclismo, vissuto in tutte le sue espressioni, di manifestare tutto il suo fascino” Son bastate due edizioni per ottenere già un importante riconoscimento ovvero l’organizzazione del campionato regionale lombardo; motivo d’orgoglio anche per lei quindi? “Certamente. Gli organizzatori da un lato hanno lavorato con molta professionalità e lungimiranza dall’altra il giudizio estremamente positivo
espresso dagli addetti ai lavori ha indotto i tecnici regionali di riconoscere a Ospitaletto il ruolo di palcoscenico per l’assegnazione della prestigiosa maglia biancoverde”.
Alcune immagini della manifestazione. Sopra Armanini con il sindaco di Marcaria, Carlo Orlandini, e i protagonisti della gara
36 | Novembre 2011 Una regione influenzata dalla cucina austro-ungarica
GUSTO di Flora Lisetta Artioli
CANEDERLI DI SPECK AL BURRO FUSO Ingredienti per 4 persone: 200 gr. di pane raffermo, 100 gr. di speck, 50 gr. di salsiccia, ½ bicchiere di latte, ½ cipolla, 1 uovo, farina, 50 gr. di burro, formaggio grattugiato, olio, prezzemolo tritato, sale, pepe Sbriciolare il pane e ammollarlo nel latte per almeno 2 ore. Tagliare a dadini lo speck, la salsiccia e tritare finemente la cipolla. Scaldare un cucchiaio di olio in una padella, far rosolare la cipolla con mezzo bicchiere di acqua e poi aggiungere lo speck e la salsiccia. Unire il pane ben strizzato dal latte e l’uovo, regolare il sale e pepe, la noce moscata e metà del prezzemolo tritato, quindi incorporare la farina sufficiente per ottenere un impasto morbido ma compatto. Formare delle palline come un mandarino. Portare a ebollizione e cuocere i canederli per 15 min. a fuoco dolce.
ZUPPA DI FUNGHI Ingredienti per 4 persone: 400 gr. di funghi porcini 1 scalogno, 1 spicchio di aglio, 1 cucchiaio di burro, 1 litro di brodo di carne, vino bianco secco, 200 gr. di panna fresca, 1 tuorlo, prezzemolo tritato, sale e pepe Pulire i funghi, quindi tagliarli a fettine. Tritare l’aglio e lo scalogno e farli appassire in una casseruola con il burro, aggiungere i funghi e cuocere per tre minuti, salare, pepare, bagnare con un bicchiere di vino, poi aggiungere il brodo, cuocere il tutto per 20 minuti. Togliere dal fuoco, incorporare la panna e il tuorlo d’uovo, mescolare bene, infine cospargere con il prezzemolo tritato.
Trentino Alto Adige: “nonsolomontagne”… Dal punto di vista amministrativo si tratta di una sola regione, ma la gastronomia del Trentino differisce notevolmente da quella dell’Alto Adige, nonostante i numerosi punti in comune. Il Trentino è storicamente una zona più povera, e le condizioni umili di vita si riflettono in una cucina relativamente poco elaborata, ma basata su piatti sostanziosi. L’Alto Adige ha subito invece l’influsso delle tradizioni mitteleuropee e in particolare austriache, da cui deriva una certa ricercatezza nella preparazione e presentazione delle portate. Date le similitudini del territorio e delle pratiche agricole, le materie prime sono sostanzialmente le stesse: orzo e segale (soprattutto in Alto Adige), cavolo cappuccio (con cui si producono i famosi crauti), prodotti caseari, mele, castagne, noci, frutti di bosco, funghi e carne di maiale. Trentino Non mancano ricette particolari “importate” da alti dignitari ecclesiastici durante il Concilio di Trento (1545 – 1563), la cui elaboratezza tradisce le origini aristocratiche di queste preparazioni: un esempio tipico è la lepre alla trentina, cucinata con un singolare salmì in agrodolce. Minestra d’orzo, canederli, molte varietà di gnocchi, torte salate e piatti creati per “riciclare” gli avanzi, come il gröstl (a base di pezzettini di manzo già cotti) sono più caratteristici dell’alimentazione quotidiana. La polenta è onnipresente, qui come in molte altre regioni del Nord, ed è spesso preparata con una mescolanza di farine diverse (soprattutto mais e grano sarace-
no). Rinomata è la farina gialla di Storo, con cui è preparata la Polenta Carbonera, un sostanzioso piatto unico in cui alla polenta sono aggiunti tre tipi di formaggio (due a pasta dura e uno a pasta morbida), salame, cipolla, sale e pepe, burro. Una pratica in molti casi effettuata a livello familiare è il trattamento del cavolo cappuccio a base di lardo e sale per ottenere i famosi crauti, serviti come contorno o impiegati come ingredienti in diverse preparazioni. Alto Adige L’influenza austro – ungarica è evidente nella gastronomia altoatesina, come testimonia la presenza di piatti come il gulasch (un denso e speziato stufato di manzo) e di prodotti tipici piuttosto elaborati a base di carne suina, come il saporito speck. Il gusto mitteleuropeo è testimoniato inoltre dai caratteristici accostamenti di sapori e l’uso
Una delle strade del vino di più recente istituzione è quella Piana Rotaliana
Guida agli itinerari enologici trentini
Un buon consiglio per andare alla scoperta degli angoli più suggestivi può essere quello di percorrere le 7 strade del vino
Un buon consiglio per andare alla scoperta degli angoli più suggestivi può essere quello di percorrere le 7 strade del vino. A cominciare da quella della Vallagarina che, ruotando intorno al Monte Baldo, tocca centri come Nogaredo o Rovereto che custodiscono una storia millenaria. L’ente tutela alcuni dei vini trentini più pregiati, come il Trentino Doc, il Trento Doc, il Valdadige Doc, il Casteller Doc e l’ Igt delle Venezie. Proseguendo lungo la Valle di Cembra si giunge nell’area della Strada del Vino e dei Sapori Colline Avisiane dove, soprattutto nella parte al confine con il Veneto, si coltivano uve pregiate quali Pinot, Chardonnay, Sauvignon, Traminer, Marzemino, Moscato Giallo, Nosiola con le quali si ottiene l’ottimo Trentino
doc. La più affascinante, per paesaggi ed attrazioni, delle strade del vino trentine è quella dal Lago di Garda alle Dolomiti di Brenta che si snoda attraverso l’Alto Garda Trentino, la Valle dei Laghi, le Giudicarie Esteriori, le Giudicarie Centrali, la Val Rendena, la Val del Chiese, la Val di Ledro e l’Altopiano di Andalo. La città di Trento, ed il suo più immediato hinterland, è attraversata dalla Strada del Vino e dei Sapori di Trento Città del Concilio. La produzione di vino spumante è un’antica tradizione. Una delle strade del vino di più recente istituzione è quella Piana Rotaliana che coinvolge i comuni di Faedo, Mezzocorona, Mezzolombardo, Nave San Rocco, Rovere’ della Luna, San Michele all’Adige e Zambana.
il buongustaio di ELENA CARDINALI
Non sembrava fino a poche settimane fa ma l’autunno ora è proprio arrivato. E anche se è stato più tempo da angurie che da castagne, voglio ricordare un bel prodotto tipico della montagna veronese, il marrone dopo di San Zeno di Montagna al quale è stata dedicata una grande festa il 22 e il 23 ottobre in piazza Schena, con spettacoli e banchetti per la vendita diretta di questo frutto dei
monti. I marroni di quest’area del Baldo, che si sono meritati la loro fama per la consistenza e il gusto morbido e intenso, sono i protagonisti di diversi piatti che i ristoratori della zona hanno proposto ai partecipanti, come la zuppetta di marroni, zucca e porcini, il petto di quaglia farcito di castagne con salsa al Bardolino, le pappardelle di castagne con ragù di selvaggina e pere caramellate, il minestro-
STRUDEL DI MELE
Il Trentino è una zona storicamente povera e le condizioni umili si riflettono in una cucina poco elaborata delle spezie. La tradizione pasticcera viennese si manifesta con la presenza di dolci molto ricchi ed elaborati come la torta sacher e il natalizio zelten. Anche se con qualche variazione, si ritrovano anche qui alcuni elementi della cucina trentina, come i canederli (qui chiamati knödel e preparati con pane di segale, speck e a volte fegatini) e i crauti (sauerkraut).
Ingredienti per la pasta di 2 strudel: acqua tiepida 100 ml, Farina 250 gr, Olio extravergine oliva 2 cucchiai, Sale, 1 pizzico, Uova1 medio-grande...per il ripieno di 2 strudel: burro 100 gr (per tostare il pangrattato), Burro liquefatto 100 gr (per ungere la sfoglia), Cannella in polvere 2 cucchiaini, Limoni la buccia grattugiata di 1, Mele Golden 1,5 kg, Pangrattato 150 gr, Pinoli 50 gr, Rum 4 cucchiai, Uvetta sultanina 100 gr, Zucchero Lo strudel è un dolce tipico del Trentino Alto Adige, ma le sue origini sono Turche. I Turchi preparavano un dolce di mele simile che si chiamava baklava. Questa ricetta fu variata e trasformata dagli ungheresi nell’attuale strudel che presto prese piede in Austria, che, a sua volta, dominando per un certo periodo alcuni territori dell’Italia del Nord, fece conoscere loro questo delizioso dolce. Il Trentino Alto Adige è ormai il depositario dei segreti della preparazione dello strudel, che qui ha avuto notevole successo anche grazie alle numerose coltivazioni di mele presenti sul suo territorio, che sono l’ingrediente fondamentale del ripieno di questo rotolo di pasta, assieme a uvetta, pinoli e cannella.
MAIALE AL FORNO CON MELE E ERBE AROMATICHE Ingredienti per 4 persone: 600 gr. di lonza di maiale, 4 mele renette della Val di Non, 1 spicchio di aglio, rosmarino, salvia, 1 bicchiere di vino bianco secco, 1 cucchiaio di miele, 50 gr. di burro, olio extravergine d’oliva, sale e pepe In un grande tegame far rosolare la lonza con 3 cucchiai di olio, quando sarà ben dorata, trasferirla in una teglia da forno insieme con l’aglio sbucciato e schiacciato e gli aromi, salare, pepare, coprire con il vino e cuocere in forno a 180° per circa 1 ora e 15 min. Lavare le mele, togliere con uno scavino la calotta superiore, versare al centro di ognuna un cucchiaino di miele, disporle in un tegame antiaderente con qualche fiocchetto di burro, ½ bicchiere di vino bianco e ½ bicchiere di acqua quindi cuocerle coperte per 15/20 min. Togliere la carne dal forno e lasciarla riposare quindici minuti prima di tagliarla a fette. Servire insieme a una mela cotta e guarnendo con rametti di erbe aromatiche fresche.
Evviva i Marroni di San Zeno!!
ne di marroni, il tronchetto di marroni e cioccolato servito con crema chantilly. Per chi ama il classico, i marroni sono ovviamente buonissimi anche cotti in forno o bolliti. L’asso-
ciazione ristoranti di San Zeno ogni anno fino a metà novembre propone la rassegna gastronomica “San Zeno Castagne Bardolino e Monte Veronese”, durante la quale vengono serviti menù degustazione a base di castagne del Baldo e marrone di San Zeno, abbinati con il vino Bardolino. Approfittatene quindi. Per saperne di più: www.ristosanzeno.it
38 | Novembre 2011
LUOGHI E SAPORI
I corsi di cucina presso “Le Tamerici”
la sagra della Polastrela
Continuano e sono sempre più appassionanti i corsi di cucina che Paola e Gianfranco tengono presso la sede di Bagnolo (Mn) Info: www.letamericisrl.com
A Casalmoro (Mn) il 21 novembre si potrà fare colazione alle 6 del mattino nei bar del paese con trippa e cotechino dopo la S.Messa delle 5.00. Imperdibile l’esplosione dei mortaretti
di Marco Morelli
La vendemmia della vite più antica e grande del mondo E’ stata una grande festa quella che ha accompagnato la vendemmia del Versoaln, la vite più grande e quasi certamente più antica del mondo! Il sorprendente evento ha coinvolto un nutrito gruppo di persone che, a Castel Katzenzungen a Prissiano, hanno raccolto i piccoli e preziosi grappoli maturi prodotti dall’eccezionale vigna. Quest’anno è stata un’ottima annata: la quantità e la qualità del raccolto è stata buona, con un contenuto zuccherino di 17 gradi barbour scarsi. Il vino prodotto dal Versoaln è un vino bianco, leggermente fruttato con una struttura delicata e dalla spiccata acidità. Molto gradevole! L’uva raccolta, circa 300 kg, viene lavorata dalla Cantina del Centro Sperimentale Laimburg, centro di competenza scientifica nell’ambito dell’agricoltura e della viticoltura in Alto Adige, e un piccolo numero di bottiglie di vino prodotte possono essere acquistate presso Castel Katzenzungen. Il vino Versoaln è proposto anche in degustazione ai visitatori che aderiscono al pacchetto turistico Giardini &
La vite è, dal 2006, sotto il patrocinio dei Giardini di Sissi a Merano e del Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg Vino (info su www.giardinidisissi.it), un pacchetto unico che, tramite la vite, patrimonio storico e culturale, approfondisce molti aspetti legati al vino, dalla storia della viticultura di 3000 anni all’aspetto organolettico e multisensoriale. Le caratteristiche uniche del Versoaln: la vite più antica e grande al mondo! E’ sicuramente un monumento storico di grande interesse quello che si trova davanti il visitatore a Castel Katzenzungen, una vite che cresce a ridosso di un muro su terreno porfirico allu-
vionale con più di 350 anni alle spalle e 300 metri quadrati di superficie! L’età di questo esemplare è stata stabilita scientificamente nel 2004, un’età simile è stata attribuita finora soltanto alla vite che cresce a Maribor in Slovenia. Varie sono le supposizioni sulle origini del nome “Versoaln”, l’antico vitigno originario del-
la Val Venosta. La versione più accreditata fa riferimento alla posizione delle vigne, di solito situate in posti difficili da coltivare, che costringeva i contadini a trasportare le uve vendemmiate in cesti trattenuti da corde. La parola dialettale “versoaln” infatti significa “assicurare il raccolto e trasportarlo per mezzo di corde”.
San Zeno, Bardolino & Monte Veronese: alla scoperta dei sapori del monte Baldo Quattordicesima edizione della rassegna gastronomica che propone interi menù degustazione a base di castagne del Baldo e marroni di San Zeno dop in abbinamento con il Bardolino, il vino del territorio. Dalle malghe arriva il formaggio Monte Veronese dop dell’alpeggio estivo. Fino al 13 novembre San Zeno di Montagna (Verona), sul versante occidentale del monte Baldo, affacciato verso il lago di Garda, ospita la quattordicesima edizione di “San Zeno Castagne, Bardolino & Monte Veronese”, una rassegna gastronomica che vede cinque ristoranti della cittadina montana, patria del marrone di San Zeno dop, proporre interi menù degustazione a base di castagne, in abbinamento con il vino rosso del territorio, il Bardolino, e con il formaggio Monte Veronese dop proveniente dagli alpeggi estivi. Per tutto il periodo della manifestazione, gli chef dei ristoranti Al Cacciatore, Bellavista, Costabella, Sole e Taverna kus preparano quotidianamente
piatti a cavallo fra tradizione ed innovazione: accanto al classico minestrone di marroni, sarà possibile gustare ricette quali i ravioli di brasato ai marroni, il petto di quaglia farcito di castagne con salsa al Bardolino, le braciole di cervo con salsa alle castagne, il tortino di patate viola Monte Veronese e porri con salsa ai marroni, la guancia di manzo con salsa ai marroni, il salame di castagne e cioccolato, il tronchetto di marroni con la crema chantilly ed altro ancora. In apertura, un assaggio di Chiaré, un aperitivo realizzato con il Bardolino Chiaretto Spumante, la menta fresca e lo sciroppo di fiori di sambuco. I prezzi dei menù, che comprendono una bottiglia di Bardolino ogni due persone, vanno dai 35 ai 44 euro. Nei locali aderenti all’iniziativa è anche possibile pernottare. I menù completi sono disponibili sul sito www.ristosanzeno.it
il ristorante di MORELLO PECCHIOLI
in vino veritas Al Castello di Spessa Resort oca e maiale protagonisti I prodotti dell’autunno sono i protagonisti di una serie di appuntamenti che il Castello di Spessa Resort di Capriva del Friuli (Go) dedica a gourmet e a chi desidera passare un week end nella tranquillità della campagna friulana, fra ritempranti passeggiate fra le vigne della tenuta, scorribande sulle Vespe a disposizione degli ospiti fra le colline, degustazione di vini nella cantina storica. Il 23 novembre è di scena l’oca che un tempo per i friulani era il “maiale dei poveri” e che oggi è al centro di una raffinata gastronomia di ricerca: tutti quindi a La Tavernetta al Castello. Infine, “Porco mondo” il 7 dicembre a La Boatina: omaggio al maiale, protagonista assoluto della tavola tradizionale friulana, e ai prelibati prodotti del-
la norcineria locale, dal prosciutto cormonese di Lorenzo D’Osvaldo a quello Igp di Sauris, ambedue leggermente affumicati, ma assolutamente diversi fra loro. Per pernottare - Un pernottamento in B&B per 2 persone in camera matrimoniale costa: da 180 € al Castello, 128 € alla Tavernetta al Castello, 85 € all’Agriturismo La Boatina. Le cene sono aperte anche a chi non alloggia nel Resort. Castello di Spessa Tel/Fax: 0481.808124 www.castellodispessa.it
Il Franciacorta Argens Saten Brut anche nel formato magnum
Il Franciacorta Argens Satèn Brut delle Tenute La Montina disponibile anche in Magnum: questa una delle novità della maison franciacortina, che ha scelto il grande formato per esaltare al massimo la struttura del Satèn, fra i suoi Franciacorta di punta. “Il nuovo formato permette alla struttura del nostro Satèn di evolversi ulteriormente, esaltandone i sapori e gli intensi profumi. Si va ad affiancare alle altre nostra Magnum, del Brut e dell’Extra Brut. Nel 2012 abbiamo in previsione anche la Magnum del Franciacorta Aurum Millesimato” spiega Michele Bozza, direttore marketing dell’azienda. Le uve di solo Chardon-
E’ ancora poco conosciuta, ma la cucina carnica è una delle più ricche, colte e saporite d’Italia, una cucina con le radici profondamente piantate nel territorio- innumerevoli i piatti a base di erbe spontaneenella storia e nel carattere delle genti carniche. Una cucina di confine che si nutre di cultura mitteleuropea. Il ristorante Cristofoli a Treppo Carnico riassume perfettamente questa filosofia. L’uso degli ingredienti- oltre alle erbe, formaggio di latteria, speck, carni di fattoria, polenta macinata a pietra, spezie orientali- è fantasioso, ma legato alle tradizioni e soprattutto genuino.
Ristorante Cristofoli
nay che compongono l’Argens provengono dai migliori vigneti delle Tenute La Montina, ovvero il Rubinia e Dossello, tra i più vecchi dell’azienda, posizionati verso il Lago d’Iseo da cui possono trarre tutti i benefici del microclima lacustre. Le uve vengono pigiate esclusivamente in modo soffice con il Torchio verticale Marmonier, procedimento grazie al quale si mantengono intatte tutte le proprie qualità organolettiche, che andrebbero in buona parte perse con una pressatura violenta e traumatica. Le fermentazioni, avvengono in parte in barriques di leggera tostatura in modo da conferire al vino eleganza, finezza e note di vaniglia. L’Argens ha una spuma soffice con un delicato perlage, un caldo colore paglierino di tonalità variabile in funzione dell’annata. Al naso presenta un bouquet complesso con sentori di miele di acacia e tiglio. In bocca denota una piacevole sensazione tattile di setosità. www.lamontina.it.
In menù creative insalatine, tortini di erbe, gnoc di susine e patate, l’autentico frico e il fantastico cjarsons, il piatto tipico della zona, un tortello di pasta povera con 18 ingredienti ben armonizzati: melissa, geranio odoroso, erba luisa, menta, cannella, uva sultanina e le spezie che i commercianti carnici portavano da Venezia in tutta Europa. Una favola gastronomica che la signora Novella, la cuoca e proprietaria dello storico Cristofoli propone in tutta la sua bontà. Dimenticavo l’indirizzo e il costo medio: menù degustazione 25 euro senza vini. Ristorante Cristofoli via Giacomo Matteotti, 10 33020 Treppo Carnico (Udine) Tel. 0433777018 www.albergocristofoli.it