14 minute read

I fiori delle Dolomiti The flowers from the Dolomites

Next Article
Cortina d'Ampezzo

Cortina d'Ampezzo

I ciüf,i fiori delle Dolomiti

Il tema della Maratona, come è noto, riguarda i ciüf, i fiori. Ma quali sono e dove si trovano questi piccoli, meravigliosi gioielli della natura che costellano le Dolomiti? Ecco a voi, cari ciclisti, un breve excursus floreale suddiviso in quattro sezioni per capire, conoscere e apprezzare il bello che ci fiorisce intorno.

Advertisement

Nei prati di montagna

I prati di montagna rappresentano un tipo di biodiversità creata dall’uomo attraverso la deforestazione. Per mantenerli, lo sfalcio è necessario altrimenti queste aree diventano di nuovo bosco. I nostri prati, che si possono distinguere in aridi, magri, umidi e con larici, offrono tante piante particolari e sono importanti anche per insetti e uccelli che nidificano a terra. Normalmente i prati di montagna sono falciati una sola volta l’anno nel mese di agosto: in questo modo gli uccelli possono nidificare senza essere disturbati. Un consiglio ai contadini contemporanei: l’utilizzo intensivo di concime compromette molte specie di piante tipiche dei prati magri, ma anche di insetti che vivono su questi prati.

Genziana (Gentiana acaulis)

Senza genziane, che prati di montagna sarebbero? Questo gioiello primaverile che tutti conoscono si presenta con un fiore a imbuto dal colore blu intenso, foglie a rosetta e stelo molto corto e rientra perciò nel genere ‘acaulis’, vale a dire senza fusto. L’impollinatura avviene grazie ai bombi e come tutte le specie di genziana, in Alto Adige è più che mai protetta.

Giglio rosso (Lilium bulbiferum)

Conosciuto anche come ‘Giglio di San Giovanni’ perché fiorisce in prossimità della festa del santo a fine giugno, questo fiore dal magnifico colore arancione è protetto e perciò non si può raccogliere. Imponente, dal fusto lungo fino a 90 centimetri, si presenta con uno o più fiori, massimo sei, a forma di ombrello compatto e rivolti verso l'alto ognuno dei quali ha sei petali giallo-aranciati, con punteggiature più scure in rilievo.

Arnica (Arnica montana)

Nonostante rechi benefici più che mai riconosciuti, questa pianta è velenosa. E nello stesso tempo bellissima. L’arnica è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Asteraceae e si presenta con foglie basali e foglioline più piccole (foglie cauline) lungo il fusto e un unico fiore sul gambo che a volte diventano anche tre. Il fiore è simile alla margherita dal colore giallo aranciato.

Colchico d’autunno

(Colchicum autumnale)

Fiore simile al croco, dal colore rosa-violetto si presenta in autunno dopo lo sfalcio dei prati, mentre le foglie e le capsule con i semi crescono la primavera successiva. Nella mitologia dolomitica è il fiore di Samblana, la signora dell’inverno. Velenoso, talvolta è confuso con lo zafferano ed è per questo conosciuto anche come falso zafferano: occhio, semi e bulbo contengono colchicina, sostanza altamente tossica.

Pascoli, praterie calcaree ed arbusteti

Le praterie alpine sono ambienti naturali privi di alberi, che si estendono dai 2400 ai 2800 metri di quota. Si formano quando specie colonizzatrici, con i loro apparati radicali ben sviluppati, riescono a insediarsi e a consolidare brecciai e ghiaioni in movimento. Le praterie calcaree sono fra le associazioni vegetali più ricche di specie e più variopinte delle Alpi. Quando la neve scioglie precocemente spesso si prospetta un’estate arida. Per proteggersi dall’eccessiva evaporazione molte piante hanno sviluppato una folta peluria e foglie carnose.

I pascoli di alta montagna, malghe comprese, sono paesaggi di origine secondaria, ovvero creati dall’uomo per favorire il pascolo del bestiame. Il foraggio proveniente dalle malghe ha un alto contenuto di vitamine, sali minerali e proteine facilmente digeribili. Di conseguenza anche la carne, il latte, il burro e il formaggio qui prodotti sono di alta qualità. Purtroppo l’elevata concimazione del suolo causata dallo sterco del bestiame è responsabile della scomparsa di molte piante alpine, adattate a vivere unicamente su suoli poveri di nutrienti; inoltre il calpestio del suolo causato dagli animali molto spesso contribuisce all’aumento dell’erosione.

Rododendro irsuto

(Rhododendron hirsutum)

Quando fiorisce, è uno spettacolo, lo sappiamo tutti noi amanti della montagna. Il suo arbusto cespuglioso caratterizzato dai fiori rosa ci accompagna nelle nostre lunghe camminate. Si distingue dalla simile Rhododendron ferrugineum, che vive in ambienti acidi ed umidi e lo si trova sui monti calcarei e dolomitici fino a 2600 metri di quota.

Pino mugo (Pinus mugo)

Altra pianta che ci accompagna nelle nostre escursioni in quota, il pino mugo è un sempreverde che appartiene alla famiglia degli arbusteti nani e trova il suo habitat specifico sui terreni calcarei. Alto da uno a tre metri con rami sparsi, contiene un olio essenziale con note proprietà antisettiche e secretolitiche. Le gemme, le resine e le pigne ovali si utilizzano per aromatizzare il liquore o il distillato, mentre gli oli essenziali sono usati in fitoterapia.

Camedrio alpino (Dryas octopetala)

Pianta perenne, forma spesso estesi tappeti in grado di colonizzare macereti e terreni instabili come rocce, rupi, pendii, ghiaia fine e detriti. I fiori sono solitari, molto decorativi che sbocciano da giugno ad agosto. I fiori e le foglie nella medicina popolare sono usati per fare tisane che combattono infiammazioni interne ed esterne. In ladino ‘Te da La Crusc’, tisana di Santa Croce.

I fiori endemici delle Dolomiti

Oltre alla grande ricchezza di specie floreali presenti nelle Dolomiti, un altro aspetto rende molto interessante il nostro territorio alpino: la presenza di molteplici specie endemiche, spesso relitti preglaciali. Si tratta di inflorescenze che crescono sulle rocce o sui ghiaioni, a quote oltre i 1200 metri di altitudine, sopravvissute sulle cime delle montagne che durante le ere glaciali non erano ricoperte dal ghiaccio.

Campanula di Moretti

(Campanula morettiana)

La campanula di Moretti è una pianta perenne che cresce in cuscinetti nelle fessure di pareti a strapiombo attraversate da correnti d’aria umida, oltre i 1000-1200 metri di altezza. Il gambo è corto, raggiunge un’altezza di 8 centimetri, e presenta per lo più un fiore singolo a forma di campanula dal colore blu-viola Fiorisce nel mese di agosto.

Raponzolo di roccia (Physoplexis comosa)

Il mitico raponzolo delle fiabe abita le fessure di pareti dolomitiche o calcaree fin verso i 2000 metri. Ha una radice simile a una piccola rapa e il fiore in tedesco è chiamato artiglio del diavolo, in virtù della sua forma ad uncino. Ha fiori di colore lilla chiaro, con punte più scure e si presenta con 15-30 fiori raccolti in un unico capolino. Fiorisce tra luglio e agosto.

Sempervivum dolomiticum

Pianta succulenta, foglie a rosetta verde scuro e appuntite, spesso con la punta marrone. Fusto alto, fino a 5 centimetri, che porta uno o più fiori rossi. Habitat: massi con esposizione meridionale, a quote superiori ai 1600 metri. Fiorisce in agosto.

I Parchi naturali dell’Alta Badia

Parco naturale Puez-Odle: un libro di storia della terra

Maestose pareti di roccia, prati alpini delicatamente ondulati posti davanti a creste montuose di forme bizzarre e fitti boschi di conifere caratterizzano gli oltre diecimila ettari del Parco Naturale Puez-Odle, che includono territori della Val Badia, Val Gardena e Funes. Questo parco si può considerare un ‘libro aperto’ sulle Dolomiti. I geologi, infatti, possono osservare tutti tipi di roccia, studiare gli sconvolgimenti tettonici e analizzare i fenomeni di erosione più caratteristici.

Parco naturale Fanes-Senes-Braies:

nel regno degli animali

La terra inespugnabile, che si cela dietro rocce di dolomite che toccano il cielo, da sempre induce gli uomini a raccontare storie. Da queste parti natura, mito e storia sono fusi da e per sempre. Gli altipiani di Fanes, Senes e Fosses sono caratterizzati dal carsismo - solchi, fenditure, pozzi, doline e grotte - più di ogni altra zona nelle Dolomiti. Qui, dove l’uomo evita le condizioni atmosferiche avverse, gli animali riescono a trovare abbastanza spazio libero per sopravvivere. È il loro regno, il regno degli animali.

Centro visite Fanes-Senes-Braies

L’edificio riprende la forma dei fossili (ammoniti), con rampe espositive a spirale. Al suo interno si racconta la storia delle Dolomiti, a partire dalla formazione, con tanto di fossili, caverne e i resti dell’orso speleo di Conturines. Il centro è dotato di salette dedicate agli ambienti più tipici del parco naturale, con esempi di flora e fauna tipica. Un’ampia sezione è dedicata ai pascoli alpini di Fanes e Senes, e molto interessanti sono i terrari con anfibi e rettili. Ad ogni stagione il centro ospita una mostra temporanea che va ad arricchire il già elevato contenuto espositivo. Lo spazio si trova in via Catarina Lanz 96, a San Vigilio di Marebbe ed è aperto dal martedì al sabato con ingresso libero.

Ciüf, the flowers from theDolomites

As you already know, the theme of this Maratona is ciüf, i.e. flowers. But what are these tiny, wondrous gems of nature dotted around the Dolomites, and where exactly are they? Dear cyclists, here is a brief floral overview divided up into four sections to help you find out more about, understand and appreciate all the beauty that blooms around us.

In mountain meadows

Mountain meadows are a type of biodiversity created by man through deforestation. To tend them, they need to be mown otherwise these areas return to woodland. Our meadows, which can be distinguished between arid, lean, humid and with larches, offer many special plants and they are also important for insects and birds who nest on the ground. Normally mountain meadows are mown just once a year in August: this way birds can nest undisturbed. A piece of advice for contemporary farmers: the intensive use of manure could compromise many species of plants typically found in lean meadows, as well as the insects who live in these meadows

Gentian (Gentiana acaulis)

What kind of mountain meadows would they be without gentians? This spring gem everyone is familiar with has a bright blue funnel-shaped flower, a rosette of leaves and a very short stem, which means it comes under the ‘acaulis’ genus, meaning stem-less. Pollination occurs thanks to bumble bees and like all other gentian species, it is protected more than ever in Alto Adige.

Tiger lily (Lilium bulbiferum)

Known locally as ‘Saint John’s Lily’ because it blooms at around the same time as the Saint’s day in late June, this flower has a magnificent orange colour and is protected, which means it cannot be picked. Impressive, with a stem up to 90 centimetres in height, it blooms with one or more flowers, up to six in total, in the shape of a compact umbrella and facing up, each one with six orange-yellow petals, with darker spotting in relief.

Arnica (Arnica montana)

Despite providing tried and tested benefits, this plant is actually poisonous. And at the same time extremely beautiful. Arnica is a perennial plant belonging to the Asteraceae family and it is presented with basal leaves and smaller leaves (Cauline leaves) along the stem and a single flower on the stem, sometimes there are three flowers. The flower is similar to a daisy and orange-yellow in colour.

Autumn crocus (Colchicum autumnale)

This flower is similar to the crocus, pink-violet in colour, and it blooms in autumn after the meadows have been mown, whereas the leaves and the capsules with seeds grow the following spring. In Dolomitic mythology, it is the flower of Samblana, the lady of winter. It is poisonous and sometimes mistaken for saffron, which is why it also goes by the name of false saffron: its eye, seeds and bulb contain colchicine, a highly toxic substance.

In Alpine pastures, limestone meadows and shrubland

Alpine meadows are natural environments without any trees, which stretch out at an altitude of between 2400 and 2800 metres above sea level. They are formed when colonising species, with their well-developed radical apparatuses succeed in settling and in consolidating pebbles and gravel in motion. Limestone meadows are among the richest and most colourful vegetable associations in the Alps. When the snow melts early, this often means an arid summer is coming. To protect against excessive evaporation, many plants have developed a thick down and fleshy leaves. High mountain pastures, including malga mountain huts, are landscapes of a secondary origin, i.e. created by man to encourage grazing livestock. The forage from the malga mountain huts is rich in vitamins, mineral salts and easy to digest proteins. Consequently, the meat, milk, butter and cheese produced here are of the highest quality. Unfortunately, the high soil fertilisation caused by cattle dung is responsible for the disappearance of many Alpine plants, which are only suited to living on nutrientpoor soils; moreover, the trampling of the soil caused by the animals very often contributes to increased erosion.

Hairy alpenrose (Rhododendron hirsutum)

When it blooms, it is a veritable spectacle, as all mountain lovers know. Its bushy shrub characterised by pink flowers accompanies us along our long walks. It is distinguished from the similar Rhododendron ferrugineum, which lives in acidic and humid environments and can be found on the limestone and Dolomitic mountains up to 2600 metres above sea level.

Mugo pine (Pinus mugo)

Another plant that accompanies us in our high altitude excursions, the mugo pine is an evergreen belonging to the dwarf shrub family and its specific habitat is in limestone soils. Between one and three metres in height with scattered branches, it contains an essential oil with well-known antiseptic and secretolytic properties. The buds, resins and oval pine cones are used to flavour liqueur or distillate, while the essential oils are used in phytotherapy.

Mountain avens (Dryas octopetala)

A perennial plant, it often forms extensive lawns capable of colonising rubble and unstable soils such as rocks, cliffs, slopes, fine gravel and debris. The flowers are solitary, very decorative and bloom from June to August. The flowers and leaves are used in folk medicine to make herbal teas to fight internal and external inflammation. In Ladin ‘Te da La Crusc’, Santa Croce herbal tea

The endemic flowers of the Dolomites

In addition to the great wealth of floral species present in the Dolomites, another aspect makes our Alpine territory highly interesting: the presence of a large number of endemic species, often pre-glacial relics. These are inflorescences which grown on rocks or gravel, at over 1200 metres in altitude, which survived on mountain peaks not covered by ice during the ice age.

Moretti bellflower (Campanula morettiana)

The Moretti bellflower is a perennial plant which grows in little cushions in the cracks of sheer rock faces crossed by currents of humid air, above 10001200 metres in altitude. The stem is short, reaching a height of just 8 centimetres, and it mostly has a single flower in the shape of a blue-violet bell. It blooms in August. Tufted horned rampion (Physoplexis comosa)

The legendary horned rampion of fairy tales inhabits the fissures of Dolomitic or limestone rock faces up to 2000 metres above sea level. It has a root similar to a small turnip and the flower is called the devil’s claw in German, due to its hook shape. Its flowers are pale lilac coloured, with darker tips and comes in groups of 15–30 flowers in each individual umbel. It blooms between July and August.

Sempervivum dolomiticum

A succulent plant, with dark green pointed rosette leaves, often with a brown tip. The stalk is up to 5 centimetres high, with one or more red flowers. Habitat: South-facing boulders at altitudes over 1600 metres. It blooms in August.

The Nature Parks of Alta Badia

Puez-Odle Nature Park: a book on the history of the earth

Majestic rock faces, gently undulating Alpine meadows set in front of bizarrely-shaped mountain ridges and dense coniferous forests characterise the more than ten thousand hectares of the Puez-Odle Nature Park, which include the territories of Val Badia, Val Gardena and Funes. This park can be considered an ‘open book’ on the Dolomites. Indeed, geologists can observe all types of rock, study tectonic upheavals and analyse the most characteristic erosion phenomena here.

Fanes-Senes-Braies Nature Park: in the animal kingdom

The impenetrable land, which lies behind Dolomite rocks touching the sky, has always led men to tell tales. Hereabouts, nature, legend and history merge together forever and ever. The plateaus of Fanes, Senes and Fosses are characterised by karst phenomena – furrows, fissures, wells, sinkholes and caves – more than any other area in the Dolomites. Here, where humans avoid adverse weather conditions, animals can find enough free space to survive. It is their kingdom, the animal kingdom.

Fanes-Senes-Braies Visitor Centre

The building takes the shape of fossils (ammonites), with spiral-shaped exhibition ramps. Inside, the story of the Dolomites is told, starting from the formation, with plenty of fossils, caves and remains of the cave bear of Conturines. The centre is equipped with rooms dedicated to the most typical environments found in the nature park, with examples of typical flora and fauna. An extensive section is dedicated to the Alpine pastures of Fanes and Senes, and their terrariums with amphibians and reptiles are well worth a view. Each season, the centre hosts a temporary exhibition which supplements the existing wealth of exhibition material. The space is located in Via Catarina Lanz 96, in San Vigilio di Marebbe and it is open from Tuesday to Saturday free of charge.

Arnica montana

Lilium bulbiferum Campanula morettiana

Physoplexis comosa Colchicum autumnale

Pinus mugo Dryas octopetala Gentiana acaulis

Rhododendron hirsutum Sempervivum sp.

This article is from: