35° Maratona dles Dolomites - Enel

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I ciüf,

i fiori

delle

Dolomiti Nei prati di montagna

I prati di montagna rappresentano un tipo di biodiversità creata dall’uomo attraverso la deforestazione. Per mantenerli, lo sfalcio è necessario altrimenti queste aree diventano di nuovo bosco. I nostri prati, che si possono distinguere in aridi, magri, umidi e con larici, offrono tante piante particolari e sono importanti anche per insetti e uccelli che nidificano a terra. Normalmente i prati di montagna sono falciati una sola volta l’anno nel mese di agosto: in questo modo gli uccelli possono nidificare senza essere disturbati. Un consiglio ai contadini contemporanei: l’utilizzo intensivo di concime compromette molte specie di piante tipiche dei prati magri, ma anche di insetti che vivono su questi prati.

Genziana (Gentiana acaulis)

Senza genziane, che prati di montagna sarebbero? Questo gioiello primaverile che tutti conoscono si presenta con un fiore a imbuto dal colore blu intenso, foglie a rosetta e stelo molto corto e rientra perciò nel genere ‘acaulis’, vale a dire senza fusto. L’impollinatura avviene grazie ai bombi e come tutte le specie di genziana, in Alto Adige è più che mai protetta.

Giglio rosso (Lilium bulbiferum)

Conosciuto anche come ‘Giglio di San Giovanni’ perché fiorisce in prossimità della festa del santo a fine giugno, questo fiore dal magnifico colore arancione è protetto e perciò non si può raccogliere. Imponente, dal fusto lungo fino a 90 centimetri, si presenta con uno o più fiori, massimo sei, a forma di ombrello compatto e rivolti verso l'alto ognuno dei quali ha sei petali giallo-aranciati, con punteggiature più scure in rilievo.

Arnica (Arnica montana)

Nonostante rechi benefici più che mai riconosciuti, questa pianta è velenosa. E nello stesso tempo bellissima. L’arnica è una pianta perenne che appartiene alla famiglia delle Asteraceae e si presenta con foglie basali e foglioline più piccole (foglie cauline) lungo il fusto e un unico fiore sul gambo che a volte diventano anche tre. Il fiore è simile alla margherita dal colore giallo aranciato.

Colchico d’autunno (Colchicum autumnale)

Fiore simile al croco, dal colore rosa-violetto si presenta in autunno dopo lo sfalcio dei prati, mentre le foglie e le capsule con i semi crescono la primavera successiva. Nella mitologia dolomitica è il fiore di Samblana, la signora dell’inverno. Velenoso, talvolta è confuso con lo zafferano ed è per questo conosciuto anche come falso zafferano: occhio, semi e bulbo contengono colchicina, sostanza altamente tossica.

Pascoli, praterie calcaree ed arbusteti

Le praterie alpine sono ambienti naturali privi di alberi, che si estendono dai 2400 ai 2800 metri di quota. Si formano quando specie colonizzatrici, con i loro apparati radicali ben sviluppati, riescono a insediarsi e a consolidare

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Il tema della Maratona, come è noto, riguarda i ciüf, i fiori. Ma quali sono e dove si trovano questi piccoli, meravigliosi gioielli della natura che costellano le Dolomiti? Ecco a voi, cari ciclisti, un breve excursus floreale suddiviso in quattro sezioni per capire, conoscere e apprezzare il bello che ci fiorisce intorno. brecciai e ghiaioni in movimento. Le praterie calcaree sono fra le associazioni vegetali più ricche di specie e più variopinte delle Alpi. Quando la neve scioglie precocemente spesso si prospetta un’estate arida. Per proteggersi dall’eccessiva evaporazione molte piante hanno sviluppato una folta peluria e foglie carnose. I pascoli di alta montagna, malghe comprese, sono paesaggi di origine secondaria, ovvero creati dall’uomo per favorire il pascolo del bestiame. Il foraggio proveniente dalle malghe ha un alto contenuto di vitamine, sali minerali e proteine facilmente digeribili. Di conseguenza anche la carne, il latte, il burro e il formaggio qui prodotti sono di alta qualità. Purtroppo l’elevata concimazione del suolo causata dallo sterco del bestiame è responsabile della scomparsa di molte piante alpine, adattate a vivere unicamente su suoli poveri di nutrienti; inoltre il calpestio del suolo causato dagli animali molto spesso contribuisce all’aumento dell’erosione.

Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum)

Quando fiorisce, è uno spettacolo, lo sappiamo tutti noi amanti della montagna. Il suo arbusto cespuglioso caratterizzato dai fiori rosa ci accompagna nelle nostre lunghe camminate. Si distingue dalla simile Rhododendron ferrugineum, che vive in ambienti acidi ed umidi e lo si trova sui monti calcarei e dolomitici fino a 2600 metri di quota.

Pino mugo (Pinus mugo)

Altra pianta che ci accompagna nelle nostre escursioni in quota, il pino mugo è un sempreverde che appartiene alla famiglia degli arbusteti nani e trova il suo habitat specifico sui terreni calcarei. Alto da uno a tre metri con rami sparsi, contiene un olio essenziale con note proprietà antisettiche e secretolitiche. Le gemme, le resine e le pigne ovali si utilizzano per aromatizzare il liquore o il distillato, mentre gli oli essenziali sono usati in fitoterapia.

Camedrio alpino (Dryas octopetala)

Pianta perenne, forma spesso estesi tappeti in grado di colonizzare macereti e terreni instabili come rocce, rupi, pendii, ghiaia fine e detriti. I fiori sono solitari, molto decorativi che sbocciano da giugno ad agosto. I fiori e le foglie nella medicina popolare sono usati per fare tisane che combattono infiammazioni interne ed esterne. In ladino ‘Te da La Crusc’, tisana di Santa Croce.

I fiori endemici delle Dolomiti

Oltre alla grande ricchezza di specie floreali presenti nelle Dolomiti, un altro aspetto rende molto interessante il nostro territorio alpino: la presenza di molteplici specie endemiche, spesso relitti preglaciali. Si tratta di inflorescenze che crescono sulle rocce o sui ghiaioni, a quote oltre i 1200 metri di altitudine, sopravvissute sulle cime delle montagne che durante le ere glaciali non erano ricoperte dal ghiaccio.

Campanula di Moretti (Campanula morettiana)

La campanula di Moretti è una pianta perenne che cresce in cuscinetti nelle fessure di pareti a strapiombo attraversate da correnti d’aria umida, oltre i 1000-1200 metri di altezza. Il gambo è corto, raggiunge un’altezza di 8 centimetri, e presenta per lo più un fiore singolo a forma di campanula dal colore blu-viola Fiorisce nel mese di agosto.

Raponzolo di roccia (Physoplexis comosa)

Il mitico raponzolo delle fiabe abita le fessure di pareti dolomitiche o calcaree fin verso i 2000 metri. Ha una radice simile a una piccola rapa e il fiore in tedesco è chiamato artiglio del diavolo, in virtù della sua forma ad uncino. Ha fiori di colore lilla chiaro, con punte più scure e si presenta con 15-30 fiori raccolti in un unico capolino. Fiorisce tra luglio e agosto.

Sempervivum dolomiticum

Pianta succulenta, foglie a rosetta verde scuro e appuntite, spesso con la punta marrone. Fusto alto, fino a 5 centimetri, che porta uno o più fiori rossi. Habitat: massi con esposizione meridionale, a quote superiori ai 1600 metri. Fiorisce in agosto.

I Parchi naturali dell’Alta Badia Parco naturale Puez-Odle: un libro di storia della terra

Maestose pareti di roccia, prati alpini delicatamente ondulati posti davanti a creste montuose di forme bizzarre e fitti boschi di conifere caratterizzano gli oltre diecimila ettari del Parco Naturale Puez-Odle, che includono territori della Val Badia, Val Gardena e Funes. Questo parco si può considerare un ‘libro aperto’ sulle Dolomiti. I geologi, infatti, possono osservare tutti tipi di roccia, studiare gli sconvolgimenti tettonici e analizzare i fenomeni di erosione più caratteristici.

Parco naturale Fanes-Senes-Braies: nel regno degli animali

La terra inespugnabile, che si cela dietro rocce di dolomite che toccano il cielo, da sempre induce gli uomini a raccontare storie. Da queste parti natura, mito e storia sono fusi da e per sempre. Gli altipiani di Fanes, Senes e Fosses sono caratterizzati dal carsismo – solchi, fenditure, pozzi, doline e grotte – più di ogni altra zona nelle Dolomiti. Qui, dove l’uomo evita le condizioni atmosferiche avverse, gli animali riescono a trovare abbastanza spazio libero per sopravvivere. È il loro regno, il regno degli animali.

Centro visite Fanes-Senes-Braies

L’edificio riprende la forma dei fossili (ammoniti), con rampe espositive a spirale. Al suo interno si racconta la storia delle Dolomiti, a partire dalla formazione, con tanto di fossili, caverne e i resti dell’orso speleo di Conturines. Il centro è dotato di salette dedicate agli ambienti più tipici del parco naturale, con esempi di flora e fauna tipica. Un’ampia sezione è dedicata ai pascoli alpini di Fanes e Senes, e molto interessanti sono i terrari con anfibi e rettili. Ad ogni stagione il centro ospita una mostra temporanea che va ad arricchire il già elevato contenuto espositivo. Lo spazio si trova in via Catarina Lanz 96, a San Vigilio di Marebbe ed è aperto dal martedì al sabato con ingresso libero.


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