RICERCARE ARCHITETTURA II
MASSIMO BRESOLIN DUE ANNI ALLA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA PER LA SOSTENIBILITA’ ALL’UNIVERSITA’ IUAV DI VENEZIA PORTFOLIO DEI LAVORI
a Marta Francesco Enrico che puntuali ad ogni mio disegno commentano, ironici: “saraea mia bea sta roba qua?!?�
INDICE ARCHITETTURA pensare alla sostenibilità.
pag. 07
SOSTENIBILITÀ COSTRUIRE E RECUPERARE Orto hotel a te l’orto: progetto di un complesso ricettivo e centro studi a Polesella.
pag. 10
SOSTENIBILITÀ E TRASFORMAZIONE Studio, analisi e progettazione della trasformazione dell’architettura.
pag. 18
SOSTENIBILITÀ E CITTÀ Relazione tra l’architettura e la città
pag. 22
SOSTENIBILITÀ E TERRITORIO La panificazione strategica del territorio
pag. 28
SOSTENIBILITÀ E METODO DI VALUTAZIONE Analisi, lettura e progettazione mirata
pag. 34
6
ARCHITETTURA PENSARE ALLA SOSTENIBILITA’
Parecchi mesi fa, su una nota rivista di architettura è stato un pubblicato un articolo con un titolo al quanto inquietante, sostenibilismo: il culto del verde. Determinare l’inizio dell’era sostenibilista in architettura, secondo il mio parere, è come praticamente annunciarne il suo fallimento e la sua conclusione. Come del resto tutte le correnti che si fregiamo del suffisso –ismo. Vale la pena chiedersi con lo stesso spirito in cui è stato scritto l’articolo cosa vi sarà dopo l’era dell’architettura sostenibilista. Anche perché scorrendo le pagine di qualsiasi libro di storia dell’architettura contemporanea si più notare come gli –ismi siano in sempre più rapida successione e quindi le previsioni di un post-sostenibilismo non possono che avere che un verbo al un futuro prossimo. Vi sarà un era incorporati vista??? La tecnologia ci aiuterà a costruire dei vestiti che ci possono permettere di regolare vivere in assenza di ambienti climatizzati??? Oppure vi sarà un trans-geniscista??? In cui la medicina provvederà a modificare il nostro corpo a seconda delle esigenze, modificando quando necessario il nostro corpo direttamente dal DNA??? Oppure vi sarà un architettura marziani sta??? Poiché dopo aver allegramente devastato il nostro pianeta dovremmo evacuarlo, per colonizzare il pianeta rosso??? Oppure non vi sarà nessuna architettura??? Perché secondo la fantomatica previsione Maya nel 2012 andrà tutto quanto a farsi benedire??? E mi fermo qui. Potremmo divertirci ancora a lungo a ipotizzare cosa potremmo combinare tra non più di
trenta quarant’anni. Ma lasciamo perdere la sfera di cristallo e torniamo all’oggi. È possibile che così come il marmo ha caratterizzato le colonne e i capitelli templi classici, la pietra e il legno hanno dato forma ai castelli del medioevo, l’acciaio il vetro e il calcestruzzo hanno costruito grattacieli del secolo appena trascorso, allo stesso modo le nostre architetture verranno ricordate come quegli edifici avvolti in una coperta di verde??? Quel che è certo che non possiamo di certo giocarci i temi che tratta la sostenibilità in una moda passeggera, uno stile verde per andare a colorare gli edifici degli anni dieci del XXI secolo. Quindi ripartiamo dalle basi e ordiniamo questa raccolta, per dimensioni. Dalla cosa più piccola a quella più grande, dall’edificio alla città. E così mi ritorna in mente una frase che mi fu detta, al primo giorno di scuola, alla facoltà di architettura: “Tutta la storia dell’architettura si può riassumere nelle diverse forme di relazione che l’abitante ha con l’ambiente attraverso l’architettura.” Aggiungendo poi che “In architettura qualsiasi strada è già stata percorsa, studiata, valutata, provata, scartata o approvata, in passato. Perché come diceva Luis Kahn “ciò che era è sempre stato ciò che è sempre stato e ciò che sarà è sempre stato” ” È quella relazione, quel intimo discorso, che si svolge nei nostri progetti che deve essere l’obbiettivo dei nostri sforzi. Costruire una relazione tra l’uomo e l’ambiente, quanto più appropriata possibile, in base al contesto che di volta in volta ci si pone di fronte. Un compito da svolgere con l’umiltà del servitore, scegliendo nei nostri discorsi il tono più appropriato
7
venice cit
m y r. p. #s
tac
all te ee b rref
riciclo
co acca
de
ira island emission ttà
ojet id
et of pr
m oad ap2
e#
IBM s
lanetary one yp
homew a
r
yi us fl #r
z
n urba fut
m tono o
abi u dh #ci
#ene ure rg
nte
confine
risorse
nerative #ge
ntrol n co
#missio
nning pla
a
sensoriu
#icone
# interfaccia interfaccia
#database
facilizzatore
simbiosi interlocutori
creatività ni #
op c o st ity
anetary y pl
d clou
g stokol # bi
porter ms
e
8
pp for venic #a
# risorse immateriali
thinkbelt cloud
#venice cit
# polarizzatori
Negroponte Alexander Price
polarizzatore
sion winne y vi
simbiosi interlocutori
potteries
r
#mondo
Negroponte Alexander Price
risorse umane conoscenza
metodo strategia
processo 0carbon 0 waste smartcity
at and soci #ch
idee database
etwork al n
mo
net pla
tical tow ver
m a e a li ri
cis
r terrefor k ca
gram pro
archizoom
tr
ar city ab asd
# in one teg
# risorse naturali
utensile
sa n fra n
m refus
rinnovab m#
te rre
ecoefficie
ng #twe
fo r
ili
do conn flui
#smarter
ees au
audi ss
#ecoeffi cienza o i zer m
anfre m m di
homewa
n
# risorse umane
one razi
tin en leg # tion
eal solvi
#NET obotic b
sione sociale coe
gl acco ienz
ività
#espress
energy
y driverle
et OMA #
BIG #isola
sion #bio y vi
ersità div
ote
#incorpo razione
050#net
#biodiver orm
marter city
sità
itazioni su ru #ab
#H2 sion O
re etto ve
nice city vi
AGENDA 21 UE 2020/ decoumpling
morfologia potteries thinkbelt cloud
e i contenuti più corretti, alle esigenze e all’ambiente. In pratica costruire un testo appropriato, seguendo i pretesti e i contesti del brano, che con il nostro lavoro, ci prepariamo a scrivere. Ma forse nell’era delle e-mail dei social network e degli smart-phone, nell’era degli sms in formato codice fiscaliano delle foto taggate su facebook dei video su you-tube, in cui grazie alla sempre più rapida comunicazione a distanza, non è più necessario costruire discorsi complessi. E lo si nota anche in architettura, questa grossa difficoltà a compiere un discorso articolato, che associato al quasi smisurato ego dei progettisti, pronti solo a lasciare un proprio ricordo in questa valle di lacrime, trasformi sempre più spesso un discorso di architettura, in un vagito disperato di un bambino, che altro scopo non ha, che richiamare l’attenzione di chi gli sta attorno. Dando forma agli – ismi più incredibili. Forse dovremmo, io per primo, fare un grossissimo sforzo di umiltà, e tornare a imparare a parlare, a mettere insieme frasi e brani di architettura che provino ad avere un senso, rimettendoci a servire le persone che hanno bisogno del nostro lavoro per vivere la loro vita. Ritornare a costruire quel semplice spazio di intermezzo tra la terra e il cielo. Ma anche queste non sono parole nuove, di esempi il passato ne ha moltissimi, ma citerò il più noto. Parlerò di quel discorso manifesto che Mies compie alla sua presentazione ufficiale a Chicago. Lui ammirato architetto tedesco, l’architetto del padiglione di Barcellona, del Weissenhof di Stoccarda, l’architetto di villa Thugendhat a Brno. Lui, conscio ormai, di essere uno dei capofila del movimento moderno, giunge nella città dei grandi architetti americani, la città di Sullivan prima e di Wright dopo. E pronuncia le sue famose quanto essenziali frasi. “Vogliamo un ordine che dia a ogni cosa il suo posto. E vogliamo dare a ogni cosa ciò che è conforme alla sua essenza. Di più non vogliamo. Di più non possiamo.” Naturale proseguo di quel quanto mai scarso scritto che quindici anni prima annunciando “Ciò che ci preme è liberare tutta l’attività edilizia dalla speculazione estetica. E fare di nuovo del costruire ciò che è sempre stato. Costruire.” Quasi come un Gesù, nell’ultima cena, compie un sforzo di enorme umiltà,
lavando i piedi agli apostoli, affinché questi possano seguire l’esempio dato. La stessa umiltà che dovremmo avere nei confronti degli altri abitanti di questo pianeta, uomini piante o animali che siano, ed esserne i custodi. “La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo” usando le parole di Papa Francesco nel discorso di inizio pontificato il 19 marzo 2013. Mai come in questi momenti in cui siamo immersi nella crisi non solo economica, ma anche politica, culturale e ambientale del nostro mondo, dobbiamo compiere uno sforzo di umiltà e di rigoroso impegno, per provare a ricominciare a percorrere un’altra via di cui poco conosciamo. E percorrerla altro non è che l’essenza del nostro lavoro, oltre che essere il suo lato più bello. Infondo “quel che mi affascina rispondere a domande per le quali non conosco la risposta” e questo lo diceva Kahn. “Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Is 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio. (….) Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.” Sono le parole di papa Giovanni Paolo II pronunciate ai giovani raccolti nella giornata mondiale della gioventù a Roma il 19 agosto del 2000 Non vi sono parole forse più belle più semplici più dirette per poter costruire il futuro, un autentico manifesto per noi giovani per raccogliere il testimone dalle generazioni precedente e consegnarlo ai nostri figli.
9
SOSTENIBILITA’ COSTRUIRE E RECUPERARE
ORTO HOTEL A TE L’ORTO: PROGETTO DI UN COMPLESSO RICETTIVO E CENTRO STUDI A POLESELLA
COORDINATE DEL PROGETTO LUOGO Polesella, Rovigo TIPOLOGIA Edificio ricettivo e culturale TIPOLOGIA Albergo compatto e diffuso con fattoria didattica e centro studi per corsi post diploma ad indirizzo agrituristico.
10
Una nave, un veliero risale il Po, come un tempo facevano gli Veneziani ed Estensi, si ancora al molo di Polesella, supera l’argine in una delle piene del grande fiume e si arena nell’entroterra. Ma anche al suo opposto una galea in costruzione pronta a prendere il largo. La nave e l’architettura, una dicotomia fortissima, come dichiarano, gli schizzi di Sverre Fehn. L’architetto norvegese, dichiara sempre nel suo lavoro, la perfezione della nave e l’imperfezione dell’architettura. La prima come portatrice di avventura e conquista, l’altra prodotta della miseria dei bisogni umani, figlia dei nostri stessi limiti. La nave di Fehn, una costruzione perfetta, capace di resistere agli impeti del mare, che però risente dell’umana fattura, la bonaccia, quell’immobilità estrema, così antitetica rispetto all’ambiente marino, fluido, in continuo movimento, ma così simile a tutte le cose nate dal suolo e che al suolo come vedremo ritorna. Già il suolo. Il suolo dove l’uomo è nato e si è evoluto e li ha tracciato le sue regole, le sue leggi, e sul suolo rimangono le loro tracce indelebili del suo passaggio ricordi della sua vita sociale, nulla di più lontano mare, ogni onda ripiega su un’altra cancellando la traccia del passaggio della nave. Il suolo, dove l’uomo ha compito i suoi studi, quanto mai necessari per rispondere alle sue esigenze e tra le prime analisi vi è la geometria. Tutte le opere di Fehn ricorrono continuamente alla geometria, e alla misura, intesa nella sua più integrale definizione di confronto di grandezze omogenee, un continuo confronto con la natura ad esso circostante, l’espressione di un continuo venir meno, una
continua mancanza dell’uomo che per espletare i suoi bisogni, più o meno essenziali deve necessariamente modificare la natura con le sue opere. Il viaggio in nave viene compiuto per ricercare nuovi orizzonti, l’orizzonte non è altro che la separazione tra la terra o il mare e il cielo, ed è in quel piccolo frammento, in questo piccolo spazio che tutta la storia della terra gravita, tra la terra e il cielo, abbiamo bisogno di entrambi, ambedue ci sono indispensabili, ma d’altro canto non possiamo vivere in un confine, come uomini, con i nostri forti limiti abbiamo bisogno di ancorarci al terreno per slanciarci verso il cielo. Sta tutta qui l’architettura di Fehn nella creazione di uno spazio tra terra e cielo. Creare due piani, è questo il compito dell’architetto, uno su cui le cose giacciono e uno dove la luce discende. Memore dei viaggi compiuti, testimone della volontà, della necessità umana di compiere un percorso, e della volontà di compierne sempre di nuovi di più avventurosi, ma anche segno indelebile dell’insuccesso di alcuni tra i più arditi, in cui l’uomo ha tentato di sradicarsi dalla terra a cui però è inequivocabilmente schiavo. Tutte le opere di Fehn, hanno anche la caratteristica della semplicità e il rigore, nulla in più di ciò che non è strettamente necessario è presente nella sua architettura, ma tutto estremamente lussuoso. La parola lusso non sta ad indicare l’ostentazione della ricchezza dei materiali, ma bensì richiama per assonanza alla parola lussuria, al godere dei piaceri della vita, e l’economia delle risorse non impedisce a questo. Sta nel porgere, nel mostrare, nel mettere insieme i materiali per creare l’archi-
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
tettura a generare piacere per chi abita questo spazio. Non meno di Fehn i SANAA, riescono in questo intento. D’altro canto l’architettura giapponese è maestra in questo, e sia Fehn che ovviamente gli stessi SANAA vi fanno continuamente riferimento, nel lavoro che compiono per creare le loro architetture. I SANAA che come Fehn spesso riuniscono sotto la stessa copertura, numerosi spazi completamente indipendenti, ma cosa meno frequente rispetto all’architetto norvegese, riescono a frammentare la loro architettura riuscendo comunque a mantenere l’unitarietà dello racconto architettonico. Il gruppo danese de BIG, in uno dei loro numerosissimi, e recenti lavori, sembra ricalcare le sezioni e il linguaggio architettonico del loro vicino e quasi contemporaneo Fehn. Riproponendolo ai nostri occhi, medesimi racconti ma con linguaggi a tratti simili e a tratti differenti, dati dal continuo confronto con l’ambiente circostante. Polesella sull’argine del Po, segna il naturale punto di frontiera tra le regioni Veneto ed Emilia Romagna. Inoltre il Polesine è forse una delle aree più votate all’agricoltura del nord est della pianura padana. Sono queste le occasioni i pre-testi che il luogo ci fornisce. Polesella diventa un naturale luogo di incontro tra le due rive del grande fiume. Un luogo in cui gli interessi comuni di due regioni possono coincidere in unico progetto. Negli ultimi anni si è visto sempre più prendere piede, l’unione tra l’agricoltura e la campagna e le strutture ricettive per l’ospitalità. Il contadino molto spesso diventa anche ristoratore e albergatore. Agriturismi prima, fattorie didattiche e agri campeggi poi, si stanno sempre più diffondendo nei nostri territori, anche per doverosamente promuoverne e condividere le bellezze territoriali ed enogastronomiche. Per gestire queste strutture è quanto mai necessario preparare anche le persone che vi lavorano. Istituti tecnico-agrario e turistico alberghieri da qualche anno hanno cominciato a inserire nei loro piani di offerta formativa, specializzazioni volte a queste attività, ma la natura specifica degli istituti rende ancora oggi abbastanza separate le materie di insegnamento. Polesella può diventare sede di un Centro di Formazione Professionale, dedicato a tutti coloro che vogliano in-
12
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
serirsi nel comparto agri-turistico, principalmente neo diplomati. In questo luogo hanno la possibilità di apprendere e conoscere la parte mancante del loro percorso formativo, sia in maniera didattica, sia in maniera diretta e fisica. Come spesso avviene negli istituti agrari, la scuola diventa anche azienda in cui i ragazzi sperimentano in sul campo ciò che è stato insegnato in aula, e permette in parte di finanziare i loro studi, colmando le lacune dei finanziamenti pubblici, che in questo caso potrebbero essere divisi tra due regioni. La scuola quindi si affianca all’azienda agricola, che a sua volta si unisce al ristorante, al resort. Il centri sportivi e ricreativi, mercato dei prodotti locali, luoghi di benessere, orto botanico, museo e centro di ricerca socio ambientale economico diventano naturale corollario delle attività principali. Il forte carattere didattico, diventa punto attrattivo di scolaresche di tutti i cicli scolastici. Mentre nell’arco dei week end e nei periodi di vacanze, le strutture sono preparate ad accogliere famiglie bambini, anziani in cerca di relax o perché no giovani in cerca di quiete per rilassarsi o studiare lontani dal trambusto delle città. Il tutto unito dall’acqua. Elemento quanto mai, amato, ma anche rispettato, temuto e qualche volta odiato nel Polesine. Sarà il ridare queste consapevolezze agli ospiti agli studenti agli abitanti lo stimolo principale del nostro progetto d’architettura. Sono infatti i canali di scolo dei campi argillosi che segnano le linee guida del progetto. Come nel famoso quadro di Paul Klee il terreno è diviso secondo direttrici principali e secondarie. Ben nota è la battuta di Klee: « L’arte non riproduce
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
13
il visibile, ma rende visibile ». Utilizzava infatti la pittura come strumento di indagine dei meccanismi profondi della natura; noi utilizziamo i suoi studi e le sue regole come una formula inversa, dalle sue regole ai nostri spazi nella campagna del Polesine. Nell’alveo dei grande fiume si ancorano a piccoli moli un gruppo di House Boat, assieme ad un imbarcazione più ampia che si relaziona direttamente al nuovo porto presso il borgo di Santa Maura. L’unico gruppo di case ad avere ancora una relazione quasi veneziana con l’acqua essendo al di la dell’argine. Le linee dei moli valicano l’argine e raggiungono la campagna, inizialmente molto fitte queste guidano la composizione dell’agri campeggio e del resort. Anche qui come il gruppo di House Boat, un elemento principale va man mano frammentandosi nel territorio. L’argine cesura nettissima, fa anche da linea speculare per i temi compositivi del progetto. Superato lo scolo Magarino, le linee diventano più rade, e gli spazi vengono utilizzate per le coltivazione intensive: orti e frutteti, gestite dalle fattorie esistenti anche con scopo didattico. Superato un altro canale di scolo si apre la campagna polesana, coltivata in maniera estensiva a cereali e barbabietole. Qui vi si immerge la Villa Selmi, sede del Centro di formazione professionale.
14
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
15
16
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
LABORATORIO SOSTENIBILITA’ II prof. Marina Montuori, Paola Scaramuzza, Luigi Schibuola, Fabrizio Gay
17
SOSTENIBILITÀ E TRASFORMAZIONE STUDIO ANALISI E PROGETTAZIONE DELLA TRASFORMAZIONE DELL’ARCHITETTURA
“La vostra casa cresce con voi e voi crescete con la vostra casa.” Adolf Loos. Può essere questa l’affermazione che fa da filo conduttore alla seconda parte della raccolta, che si occupa di trasformazioni. Perché se in primis, giocoforza, bisogna apprendere i fondamentali del buon costruire, in secondo luogo bisogna iniziare anche a capire quali siano le strade effettivamente più opportune per applicarli. E è qui che necessario segnare un punto molto particolare. Sostenibilità non è direttamente legata dalle prestazioni energetiche, ma tutto il ciclo di vita dell’edificio, o ai suoi cicli di vita. Nella città storica, così come nella storia dell’architettura, sono molti gli esempi di riuso, ri-funzionalizzazione o radicali trasformazioni del tessuto edificato. Alterando di fatto la costruzione o la logica degli edifici, ma mantenendone alcune parti. Costruendo di fatto un ciclo di recupero e riuso a seconda delle condizioni di servizio della fabbrica in oggetto. E così come la casa cresce assieme a chi la abita cresce anche la città con i suoi abitanti.
18
Per questo motivo vengono raccolti tre esempi, uno di studio, uno di analisi, l’altro di vera e propria progettazione. Il primo studia e segue le trasformazioni del tessuto della città storica, comprendendone le parti e il loro mutare nel corso degli anni. Il secondo analizza un edifico storico di edilizia minore, in cui diventa prioritario non tutelare la fabbrica in se stessa, ma il suo genio costruttivo, le scelte e l’organizzazione dei materiali. La terza parte di progetta, interviene su edifici esistenti, seppur molto più recenti, ma con alternanza di tutela e trasformazione che solo gli esempi studiati hanno di affinare nelle metodologie di scelta. Un famoso proverbio recita che fu il medico pietoso a far morire il proprio ammalato. Tale proverbio può essere facilmente al costruire e all’architettura. Quali scelte, e in che momenti operare per poter “curare” o addirittura salvare gli edifici !??! Per fare ciò dobbiamo doverosamente saper leggere la cartella clinica del paziente, saperla interpretare capire quali siano le operazioni fatte in passato e saper fare le scelte adeguate.
STORIA DELL’ARCHITETTURA Donatella Calabi TIROCINIO Claude Petarlin SUMMER SCHOOL Paolo Faccio
VERIFICHE VERIFICA A STATO LIMITE DI DANNO
[
a *0 m/s 2
( )
a *0 ≥ a g PVR ⋅ S = a SLD
]
a SLD m/s 2
]
a SLD m/s 2
[
1.795
[
a *0 m/s 2
a *0 ≥ S e (T1 ) ⋅ ψ( Z) ⋅ γ = a SLD
]
0.494
[
1.795
Verificato
]
0.544
Verificato
Verifica a stato limite di danno Soddisfatta VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA LINEARE)
a *0 ≥
a*0 ≥
( )
a g PVR ⋅ S q
[
a *0 m/s 2
= a SLV
[
]
a SLV m/s2
]
a SLV m/s2
1.795
[
a *0 m/s 2
Se (T1 ) ⋅ ψ(Z )⋅ γ = a SLV q
]
0.933
Verificato
[
1.795
]
1.072
Verificato
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi lineare) Soddisfatta VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA NON LINEARE)
d*u [m]
d*u ≥ SDe (Ts ) = ∆ d (Ts )
d *u ≥ S De (T1 ) ⋅ ψ (Z ) ⋅ γ
PLANIMETRIA
0
2
STRATIGRAFIA E FASI COSTRUTTIVE PROSPETTO EST INTERNO PRIMO PIANO
10 m
0
1
5m
Ts T 1
2
2
Ts Ts 1 − T + 0.02 T 1 1
= ∆ d (T1 )
∆ t (Ts )[m]
0.092
0.030
d*u [m]
∆ t (Ts )[m]
0.092
0.013
Verificato
Verificato
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi non lineare) Soddisfatta
VERIFICHE VERIFICA A STATO LIMITE DI DANNO
[
a *0 m/s 2
( )
a *0 ≥ a g PVR ⋅ S = a SLD
]
a SLD m/s 2
]
a SLD m/s 2
0.229
[
a *0 m/s 2
a *0 ≥ S e (T1 ) ⋅ ψ( Z) ⋅ γ = a SLD
[
]
0.494
0.229
[
Non Verificato
]
0.544
Non Verificato
Verifica a stato limite di danno Non Soddisfatta VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA LINEARE)
a *0 ≥
a*0 ≥
( )
a g PVR ⋅ S q
[
a *0 m/s 2
= a SLV
[
[
]
a SLV m/s2
]
a SLV m/s2
0.229
a *0 m/s 2
Se (T1 ) ⋅ ψ(Z )⋅ γ = a SLV q
]
0.794
0.229
Non Verificato
[
]
0.912
Non Verificato
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi lineare) Non Soddisfatta VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA NON LINEARE) * u
d [m]
d*u ≥ SDe (Ts ) = ∆ d (Ts )
PRELIEVO CAMPIONE
0
5m
1
d *u ≥ S De (T1 ) ⋅ ψ (Z ) ⋅ γ
Ts T 1
2
2
T T 1 − s + 0.02 s T1 T1
= ∆ d (T1 )
∆ t (Ts )[m]
0.015
0.034
d*u [m]
∆ t (Ts )[m]
0.015
0.012
Non Verificato
Verificato
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi non lineare) Non Soddisfatta
13.9 18.0
25.2
100.0
21.6
VERIFICHE
24.9
VERIFICA A STATO LIMITE DI DANNO
23.0
26.8 16.2
22.6
22.0
STRATIGRAFIA E FASI COSTRUTTIVE PROSPETTO EST INTERNO PIANO TERRA
28.8
22.5
21.0
[
a *0 m/s 2
( )
a *0 ≥ a g PVR ⋅ S = a SLD 0
1
]
a SLD m/s 2
]
a SLD m/s 2
0.478
5m
[
a *0 m/s 2
a *0 ≥ S e (T1 ) ⋅ ψ( Z) ⋅ γ = a SLD
[
]
0.494
0.478
[
Non Verificato
]
0.544
Non Verificato
Verifica a stato limite di danno Non Soddisfatta
100.0
VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA LINEARE)
prospetto ovest interno, piano primo
SCHEDA MURATURE FASE
campione 04
M04 a *0 ≥
seconda fase MATERIALI
BLOCCO
CARATTERISTICHE
ciottoli e blocchi in calcare (di origine morenica?)
GIUNTO
malta friabile
connessura
a*0 ≥
DIMENSIONI
mediamente irregolari, spaccate, colore grigio-bianco,rosso. Corsi sub orizzontali, presenza di zeppe in laterizio e in lapideo. Visibili corsi di ripianamento.
L= 10 - 23 cm H= 8 - 19 cm
malta marrone chiaro; inerti di colore bianco, marrone, grigio, nero.
inerti: max 2 cm giunti verticali: 1 - 4 cm giunti orizzontali: 2 - 4 cm
[
a m/s
= a SLV
[
0.478
[
]
a SLV m/s
]
a SLV m/s2
0.478
a *0 m/s 2
Se (T1 ) ⋅ ψ(Z ) ⋅ γ = a SLV q
2
]
0.794
[
Non Verificato
]
0.912
Non Verificato
VERIFICA A STATO LIMITE DI SALVAGUARDIA DELLA VITA (ANALISI CINEMATICA NON LINEARE)
d *u [m]
d*u ≥ SDe (Ts ) = ∆ d (Ts )
d *u ≥ S De (T1 ) ⋅ ψ (Z ) ⋅ γ
Ts T 1 2
2
Ts Ts 1 − T + 0.02 T 1 1
= ∆ d (T1 )
∆ t (Ts )[m]
0.029
0.033
d *u [m]
∆ t (Ts )[m]
0.029
0.011
Non Verificato
Verificato
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi non lineare) Non Soddisfatta
TIPO APPARECCHIATURA
INGRANAMENTO
IPOTIZZATA: semplice (1 paramento)
INTONACO
q
2
Verifica a stato limite di salvaguardia della vita (analisi lineare) Non Soddisfatta
N.R.
finitura
( )
a g PVR ⋅ S
* 0
non è possibile verificare la presenza di diatoni. All'interno dei fori pontai sono visibili elementi di punta.
Non presente
COMPORTAMENTO IN CASO DI AZIONI SISMICHE
Ribaltamento rigido dovuto ad un migliore riempimento dei vuoti tra i blocchi e quindi ad un migliore ingranamento dei blocchi stessi. Migliore ancora la qualità del legante.
2
1 1
2 140
2-2
STRATIGRAFIA E FASI COSTRUTTIVE PROSPETTO EST ESTERNO
0
1
5m
1-1
CREATO CON LA VERSIONE DIDATTICA DI UN PRODOTTO AUTODESK
20
STORIA DELL’ARCHITETTURA Donatella Calabi TIROCINIO Claude Petarlin SUMMER SCHOOL Paolo Faccio
STORIA DELL’ARCHITETTURA Donatella Calabi TIROCINIO Claude Petarlin SUMMER SCHOOL Paolo Faccio
21
SOSTENIBILITÀ E CITTÀ LA RELAZIONE TRA L’ARCHITETTURA E LA CITTÀ
Il vuoto urbano, la tessera mancante. È questo il tema di questo capitolo che riunisce tre diversi progetti, tre diversi approcci alla progettazione, tre tentativi di declinare il tema della sostenibilità legata alla città. Tutti e tre si riuniscono nell’operare in contesti simili, una metropoli, un vuoto urbano, posizione non pienamente centrale, un tessuto di relazione non pienamente formato. Tre luoghi completamente diversi: la città mediterranea, una metropoli nordamericana, l’agglomerato urbano sub tropicale, con ovviamente tre latitudini, tre climi completamente diversi. Tre programmi funzionali completamente differenti: la residenza, il teatro e lo spazio dello spettacolo, l’urban farm. Tre metodi di progettazione completamente diversi. Il primo, tradizionale, legato allo schema antico del progetto, per step e per scala, dal impianto urbanistico al dettaglio passando all’alloggio, fatto di continui e progressivi aggiustamenti. Un processo lento, lineare, impositivo in cui i tasselli si uniscono necessariamente in ordine prefissato e univoco. Il secondo metodo, di passaggio. In cui il programma funzionale caratterizza il progetto e al suo variare varia anche lo spazio che l’architettura mette a disposizione, un progetto legato alla mutevolezza, ai cicli delle
22
persone che lo vivono, dei programmi che queste intraprendono. Ma ancora con metodi di realizzazione e di applicazione del tutto legati alla tradizione. La terza maniera cambia il paradigma, se fin prima la progettazione riduceva man a mano i parametri, creando una equazione di fatto sempre più semplice, con assioma riducibile in “se … allora…”, la progettazione contemporanea li mantiene per quanto possibile riuniti, creando un’equazione multi-parametrica. Il progettista passa da essere il separatore, a essere il gestore. Al variare di un parametro varia anche il risultato finale, ed i parametri principali, spaziano dall’intensità delle relazione alle scelte tecnologiche, creando un metodo di lavoro che un progetto definito. In questo caso l’architettura si customizza, varia, muta nel tempo nello spazio e negli usi, in maniera molto più rapida che in passato. Quale sia il metodo più organico, più funzionale, più adatto alle esigenze di chi lo abita e lo utilizza, non è dato a sapere, almeno per ora, siamo in un epoca di passaggio, in cui nessuno dei metodi si è affermato e in cui soprattutto nessuno ha affossato definitivamente l’altro. Sta alla cultura del progettista capire quale effettivamente sia il più conveniente da utilizzare.
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ I - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Giuseppe Longhi
THEATER
cultural ecology
CREATIVITY
INFORMAL
INTERACTIVITY
FEEDBACK
project
biotic space
de-materialization incorporation coesion
policy station embassy/consulate municipality
reduction of phisical, human and governance resources; increasing of natural ones.
actual resource flux
capacity health ability education
reduction of phisical and governance resources; increasing of natural and human ones.
biotic resousces city gardens urban farm
buildings industry infrastructure trades
es sourc n re ma hu
immateria l reso urce s
nce
phisical resource
s
osurces natural re
gov ren ac
24
LABORATORIO DI SOSTENIBILITĂ€ I - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Giuseppe Longhi
central park 95.000
intangible
physical
world morphology
human
broadway 35.000
natural
ATTRACTIONS physical resources 2.000
north america
WORLD THEATRE europe
asia
human resources 8.000
INTANGIBLE RESOURCES 8.000 +∞
usa
of
MoMa 8.000
africa
radio city music hall 6.000
penn station 600.000
natural resources 2.000 madison square garden 20.000
south america
new york public library 6.000
australia
theater
hingh line park 10.000 empire state building 9.600
+
imput
+
import..
export..!
+ ++
e nc rna ks ve r go etwo n
++
-
abacus project
a yn ed ativ s cre mic
feedback
abacus project
ta flo bolic ws
+ ++
me
abacus
abacus project
output
abacus project
+ ++
sma resou rt rces
social ics dynam
++ + ++ abacus project
interactive
project
EVO 2000
2050
CREATIVITY DYNAMICS
theatral suggestions
multimedial
phisycal
informal
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ I - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Giuseppe Longhi
25
CONTINUUM+FRAMMENTI
BARCELLONA ABITARE SOSTENIBILE 41.3° 2.01°
CONTINUUM+FRAMMENTI
PLANIMETRIA DELLE COPERTURE PLANIVOLUMETRICO
1:200
1:500
LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIBILITA’ 1 PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALERIA TATANO, FRANCESCO MUTIGNANI
GRETA ANTONINI 272652 MASSIMO BRESOLIN 272367 GIULIA DAL FORNO 272572
5
SVILUPPO PLANIMETRICO DELLA VOLTA CELESTE E DEL CAMINO SOLARE E DELLE SUE OSTRUZIONI-CONTINUUM
SEZIONE VERTICALE 1:20 SVILUPPO PLANIMETRICO DELLA VOLTA CELESTE E DEL CAMINO SOLARE E DELLE SUE OSTRUZIONI-FRAMMENTI
CROSS//STACK VENTILATION LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIBILITA’ 1 PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALERIA TATANO, FRANCESCO MUTIGNANI
GRETA ANTONINI 272652 MASSIMO BRESOLIN 272367 GIULIA DAL FORNO 272572
COSTRUIRE A SECCO 1
LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIB
PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALE
1st June - 31st August 10:00 - 14:00
26
LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIBILITA’ 1 GRETA ANTONINI 272652 LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ I - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Giuseppe0 Longhi MASSIMO BRESOLIN 272367 PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALERIA TATANO, FRANCESCO MUTIGNANI
GIULIA DAL FORNO 272572
PLANIMETRIA DELLE COPERTURE
1:500
PROSPETTO
1:200
CONTINUUM+FRAMMENTI
LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIBILITA’ 1 PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALERIA TATANO, FRANCESCO MUTIGNANI
PLANIMETRIA DEI PARCHEGGI
1:500
GRETA ANTONINI 272652 MASSIMO BRESOLIN 272367 GIULIA DAL FORNO 272572
PROSPETTO
2
1:200
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ I - PROGETTAZIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO Giuseppe Longhi LABORATORIO INTEGRATO SOSTENIBILITA’ 1 GRETA ANTONINI 272652 PROF. PATRIZIA MONTINI, FABIO PERON, VALERIA TATANO, FRANCESCO MUTIGNANI
MASSIMO BRESOLIN 272367 GIULIA DAL FORNO 272572
3
27
SOSTENIBILITÀ E TERRITTORIO LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEL TERRITORIO
Il tema della progettazione sostenibile del territorio, è un ragionamento soprattutto metodologico che formale o compositivo. Infatti storicamente tutti i piani strategici di sviluppo della città e del territorio che avevano come cardine la forma e la composizione architettonica come aspetto principali sono drammaticamente falliti. Calibrare un progetto di architettura per un periodo sovra-decennale se non addirittura secolare diventa estremamente complicato o praticamente impossibile. Occorre quindi a calibrare una strategia, un piano di azioni che possa essere di volta in volta ricalibrato e ricombinato, sia in termini di tempi, spazi, modi, funzioni e ogni variabile del progetto architettonico. Nasce quindi l’esigenza di ripensare al modo di progettare. Il progetto “moderno” era “la” soluzione ai problemi che il contesto presentava, era “la” miglior soluzione se non addirittura l’unica possibile. Il progetto contemporaneo invece è una delle tante soluzioni possibili, e viene scelto in base a un attenta valutazione analitica successiva alla sua realizzazione. Inoltre il progetto “moderno” basava sui bisogni e esigenze passate, il progetto “contemporaneo” invece si basa su sull’ottenimento di target futuri, lavorando per back casting. In sostanza il procedimento di progettazione responsabile prevede l’individuazione degli scopi, e quindi la quantificazione degli obiettivi da ottenere ad un determinato momento futuro, e quindi vengono programmate le azioni progettuali volte a ottenere i target prefissati. Per questo motivo diventa primaria lavorare sulla strategia e sugli obiettivi e in secondo piano passano le
28
azioni progettuali Fissati gli obiettivi e scritto il palinsesto, si inizia a elaborare un abaco di soluzioni, in modo tale da ricombinarle agevolmente nelle varie proposte di progetto. Non già “la” soluzione unica e univoca ma bensì uno spettro più ampio di alternative. Possibilità che verranno valutate analiticamente seguendo gli stessi parametri di rilievi utilizzati nella parte di analisi Come si è detto fino ad ora in architettura si ragionava su soddisfare delle esigenze e degli obiettivi dettati da bisogni passati attraverso la sola elaborazione di risorse fisiche e naturali. L’ Uomo ha avuto quasi sempre la consapevolezza della preziosità delle risorse che sfruttava, ma negli ultimi trecento anni con lo sfruttamento dello stock delle risorse fossili l’uomo ha perso questa coscienza. Di fatto la crisi che stanno attraversando l’umanità si compone di una componente ambientale, economica e sociale, dovuta alla pressione che le azioni umane hanno sull’ambiente. La soluzione più scontata è ridurre questo carico, rinunciando agli attuali livelli di pressione. Oppure cambiare completamente il paradigma. Innanzitutto bisogna considerare l’ambiente come un metabolismo e non come un magazzino, in cui l’uomo ne è parte e non padrone sostituendo lo sfruttamento con i flussi, l’accumulo o lo spreco con il bilancio. In questo caso la creatività diventa l’unica via per ottenere questi risultati. E i processi creativi facilmente si innescano in ambienti densi e ricchi di scambi, che possano polarizzare e facilitare la creatività.
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ III - Benno Albrecht - Giuseppe Longhi - Vittorio Manfron - Sergio Coppiello
venice cit
m y r. p. #s
tac
riciclo
e#
de
ira island emission ttà
r
yi us fl #r
all te ee b rref
lanetary one yp
IBM s ojet id
et of pr
m oad ap2
z
n urba fut
m tono o
abi u dh #ci
#ene ure rg
nte
homew a
nerative #ge
ntrol n co
#missio
a
sensoriu
#icone
# interfaccia interfaccia
#database
facilizzatore
simbiosi interlocutori
creatività ni #
d clou
g stokol # bi
porter ms
pp for venic #a e
# risorse immateriali
thinkbelt cloud
#venice cit
# polarizzatori
Negroponte Alexander Price
polarizzatore
sion winne y vi
simbiosi interlocutori
potteries
r
#mondo
Negroponte Alexander Price
risorse umane conoscenza
metodo strategia
processo 0carbon 0 waste smartcity
at and soci #ch
idee database
etwork al n
mo
net pla
tical tow ver
confine
risorse
nning pla
archizoom
m a e a li ri
co acca
gram pro
op c o st ity
# in one teg
tr
ees au
ar city ab asd
cis
r terrefor k ca
utensile
sa n fra n
m refus
rinnovab m#
te rre
ecoefficie
fo r
# risorse naturali
ili
do conn flui
#smarter
ng #twe
energy
#ecoeffi cienza o i zer m
anfre m m di
one razi
tin en leg # tion
sione sociale coe
n
# risorse umane homewa
ività
#espress
gl acco ienz
et OMA #
eal solvi
#NET obotic b
audi ss
y driverle
BIG #isola
sion #bio y vi
ersità div
ote
#incorpo razione
050#net
#biodiver orm
marter city
sità
itazioni su ru #ab
#H2 sion O
re etto ve
nice city vi
AGENDA 21 UE 2020/ decoumpling
morfologia potteries thinkbelt cloud
anetary y pl
Infondo siamo lontani solo una ventina di generazioni dal rinascimento, stagio1 R: CP, C.Price ne nella quale in cambio di paradigma e il passaggio alla centralità della per2 Potteries Thinkbelt, C.Price sona umana ha permesso, soprattutto 3 ArcMac, N.Negroponte al nostro paese, di avere un periodo di 4 Being Digital, N.Negroponte crescita economica e soprattutto culturale creativo 5 The population bomb, P.Erlichsenza precedenti. Per questo motivo è più opportuno 6 Urban dynamics, J.Forrester parlare di progettazione responsabile e non sostenibile. Ora se al sistema citato in precedenza aggiungiamo altri tipi di obiettivi e aggiungiamo alle risorse naturali e fisiche anche le risorse immateriali e umane, inoltre passiamo da una progettazione fatta per step e compartimenti stagni a una forma di progettazione continua in cui analisi, progettazioni e verifica lavorano su corsie parallele, otteniamo il metodo di progettazione responsabile “contemporaneo”. fonti
risorse umane
one planet
forze guida
benessere creatività
+ PIL
economia classica
confine
crescita risorse umane equità produttività biotica eliminazione pressione monitoraggio progetto
economia bio
bioticità
energie rinnovabili materiali biodiversità
smart Venice lagoon
risorse naturali
stimolo nuovi valori
accoglienza creatività espressività coesione sociale integrazione
5
scopi
produttività
risorse fisiche
4 connessioni network e feedback ubiquità piattaforma digitale smart
conoscenza
progetto dinamco
#database ideal solving
3
#polarizzatore
2
“potteries thinkbelt cloud”
risorse umane
elaborazione risorse
confine
processo metabolico
progettazione responsabile #facilizzatore interfaccia
risorse immateriali
risorse fisiche
risorse naturali
progetto
processo progetto
riciclo dematerializzazione accessibilità
morfologia
3
1
urban farm
corridoi biotici
bioticità
tasso di rigenerazione
servizi dell’ecosistema
natura
Venice smart Lagoon City.
prel ievo di m
nto me ro bi
e on
ass
rigenera men to +
ria ate
deco mp osi zi
ri s o r s e n at u r ali
industria rete ferroviaria rete stradale costruito
rifiuti agricoli emissioni del costruito
m a n i p olaz ion e
ris o rs e fi sic h e
emissioni del trasporto
outp
u t- e m is si
o ni
e ri a li
rifiuti industriali
riuso +
rifiuti urbani
ricic lo
m at
generazion ed e i r ifiu ti
im
VR
PD
VE
le
MN
BG
nza sce o ism
AT
PV
TV BS
# polo i ndu # acco stria gl # con ie o # tur
nza
TO
CN
MI
peri di sa ne ne io raz ità tiv
# polo industria le # economia # confine
soddisfazione dei cittadini
se
le za n
CO
# polo i ndu st # polo con ria # prod osce uzi # int o e # crea
ris o r
PN UD
TS
VI sistema relazionale padano attrattori regionali
30
sistema relazionale padano, dove nella dimensione delle relazioni padane, che si sviluppano da torino a trieste, andrebbero riviste le politiche di integrazione della metropoli veneziana con i diversi nodi metropolitani presenti lungo questa asse. A scala più ampia, lo scopo di tale scenario potrebbe essere la costruzione di un sistema forte di area metropolitana con attenzione alla produzione di saperi.
La città intelligente del futuro prossimo potrà avere una sua declinazione nella laguna di Venezia. L’uomo ha avuto quasi sempre consapevolezza della preziosità delle risorse che sfruttava. Infatti negli ultimi 300 anni con l’utilizzo delle risorse fossili l’uomo ha creduto poter vivere sperperando le risorse del pianeta in cui abita. Dimenticandosi di fatto delle abitudini del passato. Negli ultimi cinquant’anni questo sistema è stato messo in crisi, le risorse si stanno esaurendo e la pressione continua ad aumentare. La soluzione più scontata è la decrescita rinunciando agli attuali livelli di benessere e ritornando sui passi percorsi. L’atra soluzione passa attraverso la conoscenza e la creatività. La strada che tutti hanno deciso di percorrere. Numerose sono infatti le convenzioni internazionali, auspicano infatti un utilizzo delle risorse più responsabile, attraverso l’innovazione sia tecnologica che dei sistemi economici. Nel nostro lavoro che andiamo ad introdurre abbiamo deciso di elaborare una maniera intelligente di sviluppo. Punto di partenza è la conoscenza e la creatività. Con i loro sviluppo miriamo ad aumentare la produttività, utilizzando in gran parte risorse rinnovabili. Questo porterà a un miglior benessere, e quindi allo stimolo di nuovi valori creativi, iniziando di nuovo il processo. Sistema nel quale viene considerato l’ambiente come un metabolismo, in
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ III - Benno Albrecht - Giuseppe Longhi - Vittorio Manfron - Sergio Coppiello
flus si d i
ma
ne-
be
nessere
ris o rs
eu
za
osc con en
econom
ia classic
confine
omia bio
econ
TV
a
+
azioni progettuali aumento della ricerca e dei poli della conoscenza
PIL
VE
green core
PD blue core
tà
dutt pro ivi
azioni progettuali ridistribuzione delle attività industriali manufatturiere lungo le linee di trasporto impiego dei locali dismessi, dismissibili e riconverribili per le attività di indotto trasformazione e servizio per le attività agricole specializzate
tura
agricol ris o rs e fi sic h e
02
Lab.3 Sostenibilità aumento della superficie impiegata docenti B.Albrecht collaboratori M.Frate e A.Magrin per l’agricoltura specializzata studenti Massimo Bresolin e Marina Mascarello
03
durevole precario
iperdenso ipervuoto
azioni progettuali aumento della biodiversità conseguente alla riduzione del carico inquinante regolamentazione del traffico navale interno aumento delle protette
r i s o r s e n a t u r a li
Ultra fast TLC
diversità
bio
strategia adattiva
bio
01
azioni progettuali aumento numero delle coltivazioni ad alto valore aggiunto
ssa ma la
Lab.3 Sostenibilità docenti B.Albrecht collaboratori M.Frate e A.Magrin studenti Massimo Bresolin e Marina Mascarello
guna
Lab.3 Sostenibilità docenti B.Albrecht collaboratori M.Frate e A.Magrin studenti Massimo Bresolin e Marina Mascarello
Universal comunications
aumento delle aree dedicate a corridoio ecologico
New tech New livel of security
aumento delle aree di rinaturalizzazione
Creative platform
ri alo
lo nuovi v mo
sti
Ubiquitous mobility
New tech paradigm
azioni progettuali aumento delle aree agricole periurbane (orti urbani-urban farm)
agricoltura
-prodparte cui l’uomo di un sistema più uction tractionè -con a: ex teri quale l’ambiente su a ampio, naturale. Parm te e non padrone. Il processo pertanto punterà all’elaborazione delle risorse umane, immateriali, fisiche e naturali secondo un sistema bilanciato di flussi e non di sfruttamento. L’innesco di fenomeni creativi è più probabile in ambienti densi, di persone che interagiscono e scambiano tra loro idee. rbon 0 waste 0 ca Venezia ha il limite di essere una città di provincia all’interno però di un sistema ricco di risorse. Connettersi a realtà più stimolanti e creative, permetterà a Venezia di innescare il processo che abbiamo descritto in precedenza. Proponiamo inoltre che il governo delle risorse sia effettuato tramite gli innovativi sistemi informatici e digitali, che permetto unitygenerare e gestire modelli mdi s com uito complessi ad un alto tasso di variabili. q i ub Strumenti che saranno anche il canale Opportunity principale per trasmissione della conoscenzaUbiquitos e l’elaborazione dei fenomeni Network creativi. Programm Analogamente al progetto “potteries think belt”Actions di Cedric Price, noi proponiamo di realizzare dei polarizzatori, e dei facilizzatori. In questo caso interamente virtuali. I primi serviranno a invogliare le persone a interconnettersi, i secondi agevoleranno gli utenti nella gestione dei complessi programmi. Programmi che gestiranno e genereranno i progetti per elaborare le risorse, fisiche, naturali, o immateriali che siano. La risposta formale. Alexander affermava che la soluzione formale di un problema è identica allo schema che lo risolve, in questo caso si pensa si instaurare un sistema trans scalare auto somigliante, una sorta di frattale, utile a spiegare il processo di formazione della città che il suo risultato finale. Ed è qui che nasce il paradigma dell’esagono. Una forma divisibile, scomponibile e regolare, che massimizza l’adattamento con i suoi lati anche a dimensioni diverse, rendendo utilizzabile in ogni caso lo sfrido di spazio tra una forma e l’altra, creando una strategia di adattamento, fatta di piccole cellule di edificato, che man a mano si riconvertono, ricostruiscono, rifunzionalizzano. ste (lifecycle) -wa tion mp
one planet
i m m at e ri a li
processo progetto
Social platform
2100
Economic platform
Enviromental platform
2050
2012
LABORATORIO DI SOSTENIBILITÀ III - Benno Albrecht - Giuseppe Longhi - Vittorio Manfron - Sergio Coppiello
31
passato remoto
passato remoto
primavera precoce - architettura verde
passato prossimo
passato prossimo
bolla di calore - camino di ventilazione
presente
presente ondata di gelo - tecnologia a secco
pioggia torrenziale - serbatoio di raccolta
futuro
32
futuro
LABORATORIO DI SOSTENIBILITĂ€ III - Benno Albrecht - Giuseppe Longhi - Vittorio Manfron - Sergio Coppiello
passato remoto
passato prossimo
presente
futuro
LABORATORIO DI SOSTENIBILITĂ€ III - Benno Albrecht - Giuseppe Longhi - Vittorio Manfron - Sergio Coppiello
33
SOSTENIBILITÀ E METODO DI VALUTAZIONE ANALISI, LETTURA E PROGETTAZIONE MIRATA
Sostenibilità non è solo architettura, ma riguarda tutte le attività che l’uomo con le sue azioni realizza. Questo, la storia ha iniziato occuparsi di sostenibilità non appena che ci si è resi conto che il pianeta su cui abitiamo non era così enorme come sembrava e soprattutto le risorse non così infinite come sembrava. La storia dello sviluppo sostenibile presso le Nazioni Unite si contraddistingue per tre Conferenze centrali: Nel 1972 a Stoccolma si è tenuta la prima Conferenza delle Nazioni Unite sul tema dell’ambiente. La Conferenza ha segnato l’inizio della politica ambientale internazionale. Per la prima volta, infatti, le questioni ambientali furono discusse a livello globale. In seguito, ancora nello stesso anno, è stato istituito il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente con sede principale a Nairobi, considerato presso le Nazioni Unite come la «voce dell’ambiente». Nel 1992 si tenne a Rio de Janeiro la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (ingl. Untited Nations Conference on Environment and Development UNCED). Durante il verticela comunità internazionale riuscì ad accordarsi su un documento programmatico per la realizzazione dello sviluppo sostenibile nel XXI secolo, l’Agenda 21. La Conferenza gettò inoltre le basi per la Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo con i principi di Rio, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
34
cambiamenti climatici, la Convenzione sulla diversità biologica, la Convenzione contro la desertificazione e la Dichiarazione dei principi perla gestione sostenibile delle foreste. Nel 2002 a Johannesburg si è tenuto il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (ingl. World Summit on Sustainable Development, WSSD). Alla Conferenza fu sottolineata l’importanza dell’Agenda 21 e la necessità di applicarla con coerenza a livello globale. Al termine del Vertice è stato approvato il piano di attuazione (Johannesburg Plan of Implementation) che ha fissato nuovi obiettivi in alcuni ambiti come i prodotti chimici e i rifiuti o la biodiversità. Infine furono concordate alcune iniziative di partenariato per l’attuazione. Nel 2012 si è tenuta la Conferenza Rio+20 in Brasile. Obiettivo centrale della Conferenza sarà il rinnovo dell’impegno politico per uno sviluppo sostenibile. I due temi principali saranno lo sviluppo di un’economia verde nell’ambito dello sviluppo sostenibile e della riduzione della povertà e le condizioni quadro istituzionali per uno sviluppo sostenibile, sintetizzati nel termine governance. I temi proseguono, e si sviluppano in numerosi eventi minori che entrano nei dettagli più approfonditi delle questioni, generando strategie di sviluppo, traducendole poi in azioni concrete, che verranno valutate e ricalibrate a seconda degli effetti generati.
ANALISI E GOVERNO DELLO SVILUPPO URBANO E SOSTENIBILE - CLIMATE CHANGE Francesco Musco
stu den tp rop os al
HO riz on
3. co m
HOf
HOf
H
n challengOreizon esig t d 2.
n challenge esig d 2.
winner tools and s trate gies
5. pilot proj ect
5. pilot proje ct
roject abet p alph
ort un itie s
ies acit cap nd sa
Ne
ng
m far al
ng
4. pr edback oto y fe t i ty nack 4 b u . d pi p n eem f lhi - crreoattio g e D o y ppo w t e i t N yp rtun m un far i itie m elhali - creating opp wD t s citie apa dc an
3. co m
w ne
digm ara ct p e j pro
conversat tart a ion 1. s conversa tart a tion 1. s strategic visione
accademia dell’emscher park a herne-sodingen françoise jourda & gilles perraudin
CHIUSURA PERIMETRALE VERTICALE
CHIUSURA SUPERIORE ORIZZONTALE
testa della trave in acciaio
modulo fotovoltaico OPTISOL SKY (vetro-vetro-foglio PVB) infisso poliedra sky 50s METRA trave di legno lamellare in larice tirante in acciaio
base della trave in acciaio trave reticolare di legno lamellare in larice trave secondaria della facciata vetrata autoportante con apertura in parallelo
0
5
10
20
30
40
50
CHIUSURA ESTERNA ORIZZONTALE controsoffitto tavolato ligneo 1,6cm trave orizzontale 24 cm tavo. scanalatura e linguetta 2cm isolante termico 3cm tav. scanalatura e linguetta 2cm travetto 6x4cm
PARTIZIONE ESTERNA VERTICALE rivestimento assicelle verticali 1,6 cm
Doverosa conclusione con i ringrazimenti di rito. Oltre ovviamente alla famiglia, agli amici, ai professori, sia quelli che mi hanno premiato, cosÏ come quelli che mi hanno penalizzato. ringrazio la mia bicicletta da corsa, le mie scarpe da ginnastica che mi hanno ascoltato, sopportato, sostenuto, aiutato a mettere in linea i pensieri, fare ordine ai progetti, finalizzarli e rappresentarli nel miglio rmodo possibile. Un altra avventura, un altro capitolo si è chiuso, adesso sotto con una nuovo percorso tutto da scrivere.
RINGRAZIAMENTI
37