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Scuole
from Tempo lontano
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buona, considerato che ancora oggi dico “minestra dell’asilo” di certe minetre poco appetitose. Avevamo però altro cibo portato da casa nell’immancabile sestin de l’axiℓo (cestino dell'asilo).
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Nelle aule c’erano i banchi su misura per noi bimbi. Si iniziava con le preghiere e poi esercizi con carta, matite e altro. E si cantava, ovvero i miei compagni cantavano mentre a me la suora dava una caramella per stare ad ascoltare. Dopo pranzo si poggiava la testa sopra le braccia sul banco e si faceva o si fingeva un sonnellino. Alla fine tornavano le mamme e si andava a casa.
Dell’asilo mi ricordo abbastanza bene anche perché, grandicello, vi portavo i fratelli più giovani ed era comunque un noto punto di riferimento.
Elementari
Quando a Vicenza c’era pericolo di bombe siamo andati a casa dei nonni e in quel paese andavo a scuola al Patronato Ruffini. Ero alunno della maestra Fioretto, nota per essere terribile ma forse era anche brava. Di allora ricordo i mitragliamenti degli aerei americani, la paura della maestra, il suo schiaffo per un mio inopportuno commento, la morte di un uomo in una casa vicina alla scuola.
Finita la guerra, tornati a Vicenza, andavo al Patronato Leone XIII. Non so per quale motivo andavo lì, piuttosto lontano da casa, forse era quando le scuole più vicine erano inagibili. poi frequentavo le scuole a due passi da casa e ovviamente ci andavo a piedi e da solo.
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Medie
Le scuole medie erano più lontano, a Piarda Fanton. Da Viale Margherita non esisteva il ponte sul Retrone e per andarci dovevo passare per quello delle Barche. Potevo arrivarci passando per Ponte degli Angeli o risalendo la strada del Macello. Nessuno ci veniva in auto accompagnato dai genitori e anch’io ci andavp a piedi, con qualsiasi tempo e temperatura, come tutti.
Superiori
L’Istituto T.C. era in Contrà San Marcello, confinante con Liceo Classico e Scientifico. Ci andavo a piedi passando per Ponte degli Angeli, il Corso* e, inizialmente, Via Riale. Alcuni miei amici più giovani frequentavano la scuola di quella via e così c’incontravamo al mattino per una chiacchierata prima di iniziare le lezioni.
Successivamente facevo il Corso fino alla chiesa dei Filippini dove talvolta entravo per una preghiera, specialmente se mi attendeva un’interrogazione o un compito in classe. Girando a destra la strada finiva proprio davanti al portone della scuola. Non avevamo più il cestello con cibo ma fra noi c’era uno che portava panini e altro e li vendeva ai compagni. Così, durante l’intervallo, vagando per la loggia o nel cortile si poteva anche mangiare .
Poi la scuola si trasferì ancora più lontano, dalle parti di San Felice, completamente dall’altro lato della città: io abitavo verso Padova e la scuola era verso Verona. Ma si continuava ad andare a piedi. Non ricordo di avere mai
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preso il filobus, l’automobile era una rarità e non ricordo se avevo la bicicletta. Eravamo diversi amici e facevamo assieme a piedi tutta la strada. Incrociavamo gli studenti dell'I.T.I. Rossi (con loro non c’erano buoni rapporti) e altre persone che nemmeno salutavamo ma alle quali tutte avevamo affibbiato un nome a seconda delle caratteristiche fisiche o altro. Ricordo solo Adamo, uno col pizzetto. (*) Con “il corso” s'intendeva il Corso Andrea Palladio
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Date
Non sapevo proprio d’averle. Non pensavo che nel cassetto ci fossero le mie vecchie pagelle. In tanti anni e tanti traslochi non le avevo mai viste, o almeno non lo ricordo. Ma ieri cercando altre cose, ho trovato una bianca cartellina con scritto Massimo e con dentro le pagelle. E così le date che cercavo di ricordare e ricostruire le ho lì, scritte e certificate.
La prima cosa che mi ha colpito è che a quel tempo non scrivevano il codice fiscale TRMRMO36E24L840K* ma scrivevano chiaramente Tramaglino Romeo di Lorenzo e di Mondella Lucia nato a Vicenza provincia di Vicenza il 245-1936.
I figli non portavano il cognome della madre ma il suo cognome e nome era su tutti i documenti, il sesso si capiva dal nome e tutti sapevano che il padre era maschio e la madre femmina. Forse perché nessuno sapeva cos’era praivasi e politicalli correct, ma a me non dava alcun fastidio.
L’altra cosa che mi ha colpito è che la prima pagella ha sulla prima facciata opera balilla (in alto), un grande fascio littorio e a.XXII (al centro),
MINISTERO EDUCAZIONE NAZIONALE (sotto) e sull’ultima facciata una frase firmata Mussolini, tutto scritto in caratteri molto grandi. È datata Sandrigo, 31 maggio 1944-XXII.
Io ricordavo una sola fotografia da figlio della lupa o