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buona, considerato che ancora oggi dico “minestra dell’asilo” di certe minetre poco appetitose. Avevamo però altro cibo portato da casa nell’immancabile sestin de l’axiℓo (cestino dell'asilo). Nelle aule c’erano i banchi su misura per noi bimbi. Si iniziava con le preghiere e poi esercizi con carta, matite e altro. E si cantava, ovvero i miei compagni cantavano mentre a me la suora dava una caramella per stare ad ascoltare. Dopo pranzo si poggiava la testa sopra le braccia sul banco e si faceva o si fingeva un sonnellino. Alla fine tornavano le mamme e si andava a casa. Dell’asilo mi ricordo abbastanza bene anche perché, grandicello, vi portavo i fratelli più giovani ed era comunque un noto punto di riferimento. Elementari Quando a Vicenza c’era pericolo di bombe siamo andati a casa dei nonni e in quel paese andavo a scuola al Patronato Ruffini. Ero alunno della maestra Fioretto, nota per essere terribile ma forse era anche brava. Di allora ricordo i mitragliamenti degli aerei americani, la paura della maestra, il suo schiaffo per un mio inopportuno commento, la morte di un uomo in una casa vicina alla scuola. Finita la guerra, tornati a Vicenza, andavo al Patronato Leone XIII. Non so per quale motivo andavo lì, piuttosto lontano da casa, forse era quando le scuole più vicine erano inagibili. poi frequentavo le scuole a due passi da casa e ovviamente ci andavo a piedi e da solo.