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Le cose cambiano
from Tempo lontano
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latte fresco (almeno nei primi tempi), dal castagnaciaro quello del castagnaccio e dall’osteria quello del crinto. Magari questi odori si possono ancora sentire fra le bancherelle dei mercati, ma sono pochi ormai i prodotti venduti non in igieniche inodori confezioni.
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Anche il calzolaio aveva il suo profumo di corame (cuoio) e fino all’anno scorso qui, nella giusta stagione, si sentiva il profumo delle caldarroste rimescolate in un padellone bucherellato sopra fuoco di legna: quest’anno sono mecca nicamente mosse in un recipiente coperto e non profumano più molto.
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Scuole
Dopo più di settanta anni i ricordi sono confusi, si accavallano e non so più bene il prima e il dopo, ma ricordo dov’era l’asilo, dove le scuole elementari, dove le medie e dove le medie superiori.
Asilo
All’asilo – nessuno diceva scuola materna – mi portava e mi veniva a prendere la mamma, a piedi o con la bicicletta. Era dove finiva la strada. Dopo l’asilo si poteva proseguire o superando il Bacchiglione sulla passarella o percorrendo il tracciato sull’argine sinistro del fiume. L'asilo era gestito dalle suore dorotee che a quel tempo erano anche un po’ ovunque: in asili, ospedali, case di cura o di riposo e parrocchie, specialmente in quella di San Pietro dove avevano ed hanno la casa madre.
Dall’incrocio di Porta Padova si andava verso Ponte degli Angeli; dopo Barawitzka, nei primi portici, si girava a sinistra verso la chiesa di San Pietro e Oratorio dei Boccalotti. Finito il piazzale la strada proseguiva solo a destra verso Ponte degli Angeli, ma prima di arrivarvi si voltava a sinistra e avanti fino alla fine della via e all’asilo.
Nel cortile dove si giocava c’era una vasca di pietra, un labio (albio), contenente la terra crea (argilla) con cui ci si trastullava come anni dopo facevano col pongo. Nella sala grande c’erano lunghe tavole con appositi buchi per le scodelle di metallo della minestra e le panchine dove ci sedevamo. La minestra non doveva essere particolarmente