Il termine inglese packaging assume - nell’industria cinematografica americana - un significato ben preciso che si riferisce a un’attività specifica. Claudio Biondi si collega al concetto di marca come variabile multidimensionale - ovvero composta da molteplici elementi differenti, sia tangibili che intangibili - definendo l’artefatto audiovisivo in quanto brand con caratteristiche che possono mutare a seconda degli obiettivi e dei problemi che devono essere affrontati. In tale contesto nascono, in USA, le agenzie di “Movie Packaging” che rappresentano gli interessi di sceneggiatori, attori, registi e produttori. Siamo nel campo del packaging dei servizi, in cui tali organizzazioni offrono mediazione nel mettere insieme (impacchettare) una serie di interessi diversi finalizzandoli alla realizzazione di un determinato progetto filmico.