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“Tutelare l’ambiente per garantire un futuro sostenibile per le e a venire”
da fonti rinnovabili attraverso una procedura semplificata in collaborazione con i BIM con la Cooperazione e il mondo degli Artigiani. Abbiamo anche attuato strumenti quali il Fondo partecipativo della cooperazione, la Riforma della disciplina delle Reti di Riserve, la creazione del Servizio Libro fondiario e Catasto con a capo un unico dirigente, oltre a numerosi altri interventi non meno rilevanti, legati ai territori come ad esempio l’approvazione, ad oggi, di 330 varianti ai PRG dei nostri Comuni e ancora, il recupero dei muretti a secco e ripristini prativi per Comuni e privati. Ci siamo anche impegnati nell’elaborazione di importantissimi documenti programmatrici con uno sguardo rivolto al futuro e che si rivelano utili strumenti per agire anche nel presente. Tra i più importanti ci tengo a ricordare: il programma di lavoro “Trentino Clima 2021- 2023” che costituisce l’atto di indirizzo che delinea il percorso finalizzato ad adottare la futura Strategia Provinciale di Mitigazione e Adattamento ai Cambiamenti Climatici; la “Strategia per lo sviluppo sostenibile”, il “Piano di Tutela delle Acque”; il “5° aggiornamento del Piano provinciale di gestione dei rifiuti” che analizza la situazione attuale ed evidenzia le principali criticità, nonchè la “Carta di sintesi della pericolosità”.
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E per quanto riguarda la zona delle Giudicarie?
Mi sono impegnato affinchè l’Amministrazione provinciale individuasse, in questa legislatura, risorse importanti per le opere che le Giudicarie aspettavano da molto tempo. In particolare ricordo la variante di Ponte Arche, per la quale sono stati impegnati, per il momento, 68 milioni a bilancio, la progettazione e la nomina di un Commissario che si occuperà di seguirne la realizzazione; opera, questa, che darà anche nuovo slancio alle Terme di Comano, a loro volta patrimonio di grande valore economico e sociale in particolare per le Giudicarie esteriori. E ancora la rettifica della galleria di Ponte Pià sulla Statale del Caffaro, la variante di Pinzolo – lavori entrambi già appaltati -, oltre a diversi altri importanti interventi quali la messa in sicurezza di alcuni tratti di strada tra San Lorenzo e Molveno. Si tratta di iniziative attese da troppo tempo, per le quali sono state trovate finalmente le risorse, e che cambie- ranno sensibilmente il volto della nostrà comunità e il modo di vivere e di fare turismo.
In vista delle elezioni provinciali quali sono le principali linee programmatiche che state predisponendo e che verranno presentate agli elettori per il governo del Trentino nei prossimi cinque anni?
Su tutti i temi, affronteremo trasversalmente la tutela della nostra “Autonomia Speciale”, in un momento storico che vede l’affievolirsi dell’attenzione culturale e politica della Comunità trentina su un tema basilare per il nostro futuro. Per questa ragione stiamo lavorando con il PATT per una proposta politica condivisa; autonomisti e popolari per la prima volta nella storia recente della nostra Terra impegnati fianco a fianco su questo tema.
Aggiungo che molto è stato fatto, ma che c’è ancora molto da fare, soprattutto nella messa a terra dei progetti che in questa legislatura hanno visto la loro fase di programmazione e progettazione. La parola chiave che ci guiderà nei prossimi anni sarà ‘continuità’. In particolare, ci riferiamo al nostro impegno sul territorio e al focus dedicato al rapporto tra grandi centri, fondovalle e territori per contrastare lo spopolamento. Deve proseguire inoltre il lavoro per tutelare l’ambiente che è, e deve essere, la nostra priorità, per garantire un futuro sostenibile per le generazioni presenti e a venire.
Nel frattempo non smettiamo di interrogarci e, soprattutto, di ascoltare: ecco perché nei prossimi mesi c’è la volontà di fare sintesi su alcuni temi strategici attraverso il percorso degli Stati Generali della Montagna come annunciato di recente dal Presidente Fugatti.
Dal punto di vista politico, il suo partito sarà in coalizione con altri schieramenti ed è già stato individuato il candidato alla carica di Presidente della Provincia?
Nel 2018 Progetto Trentino aveva sottoscritto un accordo programmatico con la coalizione di Centro destra in appoggio alla Coalizione per il Cambiamento. Pur di fronte ai pesanti avvenimenti, sopra descritti, vissuti dalla nostra Comunità in questa legislatura, giudichiamo positivamente i risultati raggiunti dalla Coalizione guidata dal Presidente Fugatti e, per questa ragione, riteniamo naturale la nostra presenza in Coalizione e sosteniamo la sua ricandidatura per permettere al Trentino un ulteriore quinquennio di stabilità e buon governo.
Il Centro, inoltre, per essere decisivo e poter offrire il suo contributo, deve dare segnali di aggregazione e questo è il lavoro che stiamo facendo attraverso un polo autonomista e popolare per evitare di disperdersi in mille rivoli.
I segnali per arrivare preparati alle lezioni provinciali ci sono già stati a partire dal sostegno al candidato Dorfmann alle elezioni europee del 2019. L’altro segnale è stato l’appoggio alle ultime elezioni politiche di settembre (insieme al PATT e alla SVP). Questo è il percorso avviato e sul quale stiamo lavorando per riuscire a concretizzarlo per le provinciali.
Continua dalla Prima
L’astensionismo è dovuto a tante cause. In Italia, abbiamo detto, nelle ultime elezioni regionali, sei cittadini su dieci si sono astenuti. Per il passato era normale raggiungere abbondantemente la maggioranza che sfiorava talvolta il 70-80%.
L’astensionismo è ormai diventato il partito più importante. Una volta si votavano i partiti e le persone venivano dopo, poi sono si sono votate le persone e i partiti venivano dopo, oggi sono in maggioranza chi non vota né le persone, né i partiti. Forse semplifichiamo un po’ troppo, ma la tendenza è ormai questa. E quali possono essere le ragioni dell’astensionismo?
Molte. L’astensionismo sembra essere soprattutto frutto del disinteresse e dell’indifferenza per la politica. Poi c’è chi non vota per presuntuosa ignoranza: io mi astengo perché il mio voto è ininfluente e non vale la pena perder tempo e la fatica necessaria per una scelta oculata. Poi c’è, in forte crescita, un astensionismo che può e deve essere considerato come voto di “ripicca” che rappresenta in un certo senso la faccia silenziosa dell’antipoliti- ca. Accanto alle persone che esprimono il loro disagio, più o meno rumorosamente, affidandosi a movimenti di ribellione e di protesta, ci sono cittadini che non votano proprio per marcare il rifiuto verso un orientamento politico che non condividono e un ceto politica che non merita fiducia. La sfiducia è dovuta sopratutto al malfunzionamento della democrazia rappresentativa che sembra non rappresentare più i veri bisogni degli elet- tori, ridotta purtroppo ad una semplice democrazia elettorale ( i cittadini sono corteggiati durante la campagna elettorale, ma poi lascino lavorare i politici eletti perché la politica è un affar loro: il cittadino troppo attivo e critico, il cittadino che vuole partecipare anche dopo le tornate elettorali, è poco gradito. Che stia fuori dai piedi!). Lo dicono gli stessi sondaggi: troppi cittadini hanno la percezione di essere esclusi dalla vita politi- ca e dalle scelte civili ed economiche conseguenti. Riassumendo: oggi le democrazie sono ormai screditate dall’incapacità di far fronte a vistose disuguaglianze sociali ed economiche. La democrazia dovrebbe garantire l’uguaglianza dei diritti a tutti promuovendo i principi sacrosanti della solidarietà. L’ha fatto per il passato, ma oggi non lo fa più. Purtroppo il nostro sistema democratico in realtà è sempre più condizionato da interessi particolari, da posizioni elitarie e spesse volte fuorvianti. Oggi si parla di post-democrazia dove il concetto di inclusione e di compartecipazione è di fatto smentito dalla politica fattuale. Basta andare ad ascoltare certi dibattiti di infimo livello culturale e gli sproloqui di alcuni politici in campagna elettorale per non stupirci se l’astensionismo sta trionfando ed ancor più trionferà in futuro a scapito della nostra libertà e della nostra democrazia.