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Alessandro Brugnoli è il nuovo direttore del Parco Naturale Adamello Brenta
Si chiama Alessandro Brugnoli ed è nato a Verona nel 1965; fino al 30 aprile sarà direttore tecnico dell’Associazione cacciatori trentini, mentre dal giorno dopo (diciamo probabilmente dal 2 maggio) entrerà nell’ufficio del direttore generale del Parco naturale Adamello Brenta, a Strembo. Non per svaligiarlo, ma per succedere a Cristiano Trotter, che ha vinto la selezione ed è andato a fare il direttore al Parco Paneveggio-Pale di San Martino, di cui fu direttore amministrativo fino al 2017, quando vinse la selezione di Strembo. Sul suo nome il Comitato di gestione ha fatto confluire il 75% dei voti dei presenti all’assemblea di giovedì 16 marzo: 18 voti su 24; 6 sono andati a Marcello Scutari, che face(a parte della terna scelta dalla Giunta esecutiva insieme a Brugnoli e a Costantino Bonomi.
Nel complimentarsi con il vincitore della selezione, il presidente del Parco Walter Ferrazza ha espresso a nome dell’ente un sincero ringraziamento anche al direttore uscente Cristiano Trotter. Quindi ha dichiarato che “le competenze di Brugnoli saranno preziose per accompagnare il Parco nel cammino che sta facendo, così come lo sono state quelle del direttore uscente, con cui si è sviluppata un’ottima sintonia. Va detto che, comunque il Comitato si fosse espresso, saremmo come si dice ‘caduti in piedi’ – ha aggiunto Ferrazzaperché tutti e tre i candidati erano seri e capaci. Da domani torniamo a rimboccarci le maniche per affrontare con fiducia le sfide che ci attendono”.
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Il presidente Ferrazza: “Le competenze di Brugnoli saranno preziose per accompagnare il Parco nel cammino che sta facendo, così come lo sono state quelle del direttore uscente, con cui si è sviluppata un’ottima sintonia”.
Alessandro Brugnoli: chi
è costui? Si è laureato in scienze naturali presso il Dipartimento di biologia animale e genetica di Firenze, con una tesi svolta in collaborazione con l’allora Museo tridentino di scienze naturali, oggi Muse. Ha lavorato dapprima come ricercatore all’Istituto di selvicoltura dell’Università di Firenze, per poi passare alla Provincia autonoma di Trento come funzionario forestale, con vari incarichi successivamente assunti anche presso la Commissione provinciale per l’esercizio venatorio, il Comitato faunistico e la Commissione di abilitazione alla pesca.
Dal 2000 ad oggi è vicedi- rettore dell’Associazione cacciatori trentini con funzioni di comandante del corpo ei guardiacaccia e direttore tecnico.
Come si diceva, Brugnoli ha fatto parte della terna scelta dalla Giunta esecutiva secondo una procedura piuttosto macchinosa. In verità la Giunta non ha dovuto nemmeno scegliere, come ha spiegato il presidente al Comitato, perché alla selezione si sono presentati in cinque, due dei quali di fatto si sono chiamati fuori: Annalena Puglisi non si è presentata, mentre Daniele Bassan (già dipendente del Parco) pur partecipando al colloquio ha dichiarato di non sentirsi ancora sufficientemente pronto per dirigere una struttura complessa come quella del Parco naturale.
Le novità per l’Ente non sono finite. Infatti oltre alla selezione per il nuovo direttore ha emesso un bando per il direttore amministrativo. Nel 2017, quando abbandonò (dopo poche settimane dal suo arrivo) il ruolo di direttore il padovano Silvio Bartolomei, dando una cocente delusione all’allora presidente Joseph Masè che lo aveva trovato ed incoraggiato a venire a Strembo, rassegnò le dimissioni anche la direttrice amministrativa. Che non fu mai sostituita, probabilmente perché Trotter, per storia e per competenze (era direttore amministrativo del Paneveggio-Pale di San Martino) poteva svolgere anche quell’incarico.
Brugnoli ha davanti un compito di responsabilità. Non è un caso che rispetto al passato si siano presentati pochi aspiranti. Se al momento della scelta di Trotter alla selezione parteciparono in otto, stavolta erano solo cinque. E nemmeno uno viene dalla struttura del Parco, nonostante (per ammissione di molti) le teste pensanti esistano anche in quegli uffici. Molte le tematiche sul tavolo, che vanno dal rapporto con i grandi carnivori (lupi ed orsi) al turismo di massa che volenti o nolenti impatta sul territorio, dalla ricerca scientifica all’educazione ambientale, dalla crisi idrica (con la scomparsa dei ghiacciai, che è qualcosa di più di un rischio) ai rapporti con la provincia, da cui discendono le risorse economiche, benzina per andare avanti.