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Riprendere entusiasmo per la nostra libertà

Quanto è bella la libertà, ma quanto è facile perderla quando la si dà per scontata!

Viviamo, come tutti avvertiamo, un periodo di grandi trasformazioni sotto vari punti di vista e ad ogni livello della nostra società. Nel trambusto di ogni giorno probabilmente non ci rendiamo conto che qualcosa di pericoloso sta verificandosi per rapporto al valore fondamentale che la libertà.

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Abbiamo moltissimi documenti, dagli statuti comunali alle Nazioni Unite che mettono la libertà fra i principi fondamentali che debbono reggere la nostra società e per i quali le istituzioni devono impegnarsi a garantire. Non certamente la libertà di fare quello che si vuole, ma la libertà di cittadini che, posti davanti a diritti e doveri, devono poter avere, coltivare ed affermare la loro dignità in un quadro in cui nessuno possa offendere o limitare le loro idee, i loro pensieri e la possibilità di agire senza limitazioni nel rispetto delle regole. Abbiamo avuto nel passato, anche non mol- to remoto, periodi nei quali non si era liberi di pensare ed esprimere ciò in cui si credeva e manifestare apertamente le proprie idee nei confronti di chiunque ed in particolare nei confronti dei governanti. Purtroppo stiamo registrando situazioni in cui molte affermazioni solenni presenti nei vari documenti delle società democratiche non hanno più quella “sostanza” che abbiamo visto in tempi in cui si lottava con generosità e determinazione per affermare la propria libertà. Vi è l’affermarsi di un crescente individualismo che mira solo al raggiungimento di interessi personali, con una noncuranza di ciò che ci circonda nella società e senza porre la necessaria attenzione a manipolazioni, soprattutto di carattere politico, che ci stanno portando verso tempi oscuri. Sta perdendo sempre più fiato l’entusiasmo per la libertà. Lo si avverte in varie parti d’Europa, oltre che a livello globale. Per quanto riguarda la nostra Europa segnali allarmanti si avvertono in Germania, e tutti sappiamo che cosa significhi la Germania nell’Europa e per l’Europa. Di fronte all’affermarsi di movimenti di estrema destra che generando paura con la motivazione che le identità nazionali sono in pericolo per la l’avanzare di diversità non allineate con la tradizione nazionale, dal colore della pelle e costumi di vita, vi è troppa indifferenza. Serve maggiore consapevolezza di pericolosi fenomeni sociali che anche i media non mettono sufficientemente in evidenza. Basta star bene e soddisfare i propri bisogni e desideri come vogliamo e poi non interessa quello che dicono e quello che fanno coloro che ci governano, sono affari loro.

Di fronte alla stessa guerra in Ucraina, sta scemando l’approccio iniziale nel sostenere un popolo al quale l’invasore ha tolto la libertà. Ora basta che si mettano d’accordo come vogliono in modo che noi non si abbia più nessuna conseguenza è che si possa riprendere a vivere meglio, come prima della guerra, e non ci importa che le soluzioni che saranno dotate feriscano pesantemente la libertà di un popolo.

Si avverte pure in varie parti dell’Europa l’affievolirsi della volontà di impegnarsi sulla base di quel principio di sussidiarietà di cui abbiamo parlato più volte nel nostro giornale e per il quale ogni persona deve innanzitutto utilizzare tutte le proprie forze e possibilità per soddisfare i propri bisogni.

Meglio è che sia lo Stato ad occuparsi il più possibile per farci star meglio e poi non interessa che lo Stato approvi leggi ed assuma decisioni che non sono in linea con i principi e valori fondamentali dell’agire umano. Anzi, meglio sia lo Stato in qualche maniera a darci un lavoro o comunque creare le condizioni perché io possa star bene, ed il resto non interessa.

Quanto riguarda l’Europa, è importante che da Bruxelles arrivino soldi e tutto il resto non interessa.

No. È necessario che si prenda tutti coscienza della necessità di una ripresa di entusiasmo nel sostenere la libertà, ad iniziare dalla libertà di stampa e di opinione, che sono basi fondamentali della democrazia. Il tema della libertà deve ritornare al centro di dibattiti pubblici, dibattiti che devono poi convogliare ciò che ne esce nei canali costituzionali a nostra disposizione.

Dopo la caduta del Muro di Berlino si dà per scontato di essere entrati, anche nell’Est europeo, in una nuova epoca di grande libertà data per scontata. Purtroppo non è così; rendiamocene conto e agiamo di conseguenza.

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