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Bleggio, per l’agricoltura serve un bacino di riserva

La situazione nell’altipiano del Bleggio é preoccupante quando si parla di acqua. Il Consorzio Irriguo del Bleggio è unanime nella volontà di rinnovare i due terzi degli impianti, che con cinquant’anni di storia disperdono e sprecano acqua preziosa: mancano però i finanziamenti. Da qualche anno si parla anche di un possibile bacino per raccogliere l’acqua.

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“Le produzioni mensili della centrale di Ponte Pià e di quella di Cillà rivelano una situazione preoccupante – racconta Gianluca Schiavi, direttore generale del Consorzio elettrico industriale di Stenico. - Parliamo chiaramente di carenza nella portata d’acqua disponibile, a cui è direttamente proporzionale la produzione di energia”. Dati alla mano, confrontando il 2022 con il 2021, mese per mese, la quantità di energia prodotta nell’ultimo anno è davvero scarsa. La produzione parziale del 2022 supera di poco i 10mila Mwh, dato allarmante a confronto con la media annuale degli ultimi 10 anni di circa 18mila Mwh. I picchi riguardano i mesi estivi per la centrale principale di Ponte Pià, con riduzioni che arrivano fino al 50%. La centralina di Cillà, quella più piccola che usa l’acqua sulla condot- energia senza doverci approvvigionare dal mercato coi prezzi attuali, che sull’agricoltura”. ta del Duina, in stagione agricola usa solo l’acqua di supero rispetto a quella concessa al Consorzio irriguo. Ebbene, le produzioni degli scorsi luglio e agosto sono pressoché nulle.

Dopo la siccità dell’anno scorso, il 2023 minaccia di essere anche peggio. Già da ora i dati del Consorzio elettrico di Stenico rivelano una situazione critica alla centralina di Cillà. La preoccupazione non riguarda solo la produzione idroelettrica ma anche l’agricoltura locale.

“Quest’anno è cominciato già peggio dello scorso anno – chiosa Schiavi - e non avendo nevicato, il serbatoio naturale che alimenta il Duina è ridottissimo. Ciò lascia presagire, almeno per i prossimi sei mesi, un’importante scarsità d’acqua con forti ripercussioni sia sulla nostra capacità di produrre

Ci vedono lontano dal Ceis, la preoccupazione riguarda davvero anche il mondo agricolo. “Sono seriamente in pensiero per quanto potrebbe accadere quest’anno - queste le parole di Claudio Serafini, presidente del Consorzio irriguo del Bleggio.L’esperienza vissuta l’anno scorso spinge il nostro Consiglio di Amministrazione a cercare delle soluzioni che arginino il problema della siccità”.

Il Consorzio Irriguo del Bleggio si estende per 300 ettari circa, da Ponte Arche al Durone, da Cillà a Balbido. Ne fa parte chiunque possieda anche un piccolo pezzo di terreno, siano 10 metri quadrati o 10 ettari. “Il Consiglio ha già deliberato l’intenzione di rinnovare i vecchi impianti a pioggia e la decisione è stata accolta in Assemblea con tutti i consorziati. Parliamo di un grande areale, dove un terzo di impianti è a goccia, nuovo ed automatizzato, quello dei frutteti, due terzi invece di impianti a pioggia, datati almeno di 50 anni, da Marcé a Bivedo a Cares, che disperdono grandi quantità di acqua. Benché ci sia la volontà condivisa di intervenire, mancano i finanziamenti.”

“Già da qualche anno – aggiunge poi – è nata l’idea di creare un bacino di riserva per l’irriga- zione. L’idea è quella di trovare un punto strategico allo stoccaggio dell’acqua per l’irrigazione per quelle che sono esigenze attuali, sempre con un’ottica rivolta al futuro. Il Consiglio è unito nel portare avanti quest’iniziativa e ci lavora attivamente, ma siamo ancora in una fase embrionale, la progettazione vera e propria è ancora lontana. Nel frattempo gli effetti del cambiamento climatico riguardano soprattutto l’allungamento dell’irrigazione primaverile con le piante che iniziano a dare i primi movimenti già a inizio marzo. Cerchiamo di lavorare anche in questo caso per anticipare le irrigazioni con le concessioni esistenti”.

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