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Franco Panelatti, ingegnere ambientale: “Fondamentale rinnovare le condutture”

In qualità di ingegnere ambientale come vede la situazione idrogeologica del territorio locale dopo mesi di assenza delle piogge?

La carenza idrica ha ripercussioni su tutte le componenti ambientali del nostro territorio: i corsi d’acqua e i laghi sono prossimi alla portata e al livello minimo vitale, i boschi stanno soffrendo della carenza di precipitazioni mentre la campagna ne ha risentito già a partire dalla scorsa estate. Parecchi acquedotti nei nostri centri abitati hanno risentito lo scorso anno della carenza della risorsa idrica, Storo e Borgo Chiese ad esempio hanno le fontane pubbliche chiuse da più di un anno. Va detto che le reti acquedottistiche presentano diversi problemi legati alla vetustà ed allo scarso monitoraggio delle perdite e questo ha fatto sì che varie amministrazioni comunali abbiano deciso di mettere nei loro bilanci importanti risorse per la manutenzione delle proprie reti. Il Comune di Borgo Chiese ha intrapreso tramite la società partecipa- ta E.S.Co. BIM un’accurata indagine sull’acquedotto del centro abitato di Condino al fine di individuare i tratti che presentano maggiori criticità e poter intervenire nella ricerca e riparazione delle perdite.

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Cosa si prospetta a livello di abitazioni civili se continua questa mancanza d’acqua?

Il persistere di questa situazione può portare le amministrazioni comunali a decidere un razionamento dei consumi come abbiamo visto nel Comune di Castel Condino e Storo.

Cosa a livello della monticazione e dell’alpeggio?

Indubbiamente le scarse precipitazioni nevose di questo inverno creano non poche preoccupazioni in vista dell’alpeggio estivo; lo scarso apporto nevoso molto probabilmente sarà causa di poca disponibilità di acqua per le malghe. La scorsa estate si sono verificati casi di chiusura anticipata della monticazione in alcuni alpeggi proprio a causa della mancanza di acqua.

Come adattarsi a questa situazione?

Per quanto riguarda l’uso domestico è importante im- parare un utilizzo più consapevole e razionale della risorsa evitando gli sprechi. A livello agricolo ritengo sia necessario che il settore implementi sistemi di irrigazione delle culture più efficienti in modo da ridurre la richiesta di acqua (come l’irrigazione a goccia che consente di annaffiare le piante con continuità conservando l’idonea umidità del terreno e razionalizzando il consumo di acqua, evitandone lo spreco).

Favorire o forzare l’adozione di sistemi di recupero delle acque reflue?

Il recupero delle acque reflue è una soluzione interessante soprattutto in campo agricolo. Il riutilizzo delle acque reflue, al termine del processo di depurazione, è consentito solo per l’irrigazione in agricoltura, in aree a verde o sportive, per destinazione civile, lavaggio strade, sistemi di riscaldamento/raffreddamento, alimentazione di reti di adduzione e destinazione industriale, antincendio, processo, lavaggio e cicli termi- ci. È necessario valutarne con attenzione la fattibilità, in funzione dei costi, visti comunque i consumi relativamente modesti invece dei nostri centri abitati.

Spingere sul rinnovamento delle condutture delle acque dolci negli abitati?

Questo è un aspetto fondamentale. Il Trentino è un territorio montano abituato ad avere abbondanza di acqua nelle proprie sorgenti e falde. Queste ultime stagioni poco piovose fanno emergere sempre di più le criticità delle reti di adduzione (tubazioni tra le opere di captazione delle acque e i serbatoi di accumulo) e soprattutto di distribuzione (tubazioni che dal serbatoio vanno ad alimentare le utenze allacciate). Non a caso molti Comuni si stanno concentrando nella manutenzione dei propri acquedotti come dimostrato anche dalle richieste di accesso ai fondi PNRR dedicati. Questa situazione ha portato alla luce tutte le criticità della gestione comunale degli acquedotti che siamo abituati a vedere nei nostri territori; poche reti hanno contatori installati sull’adduzione e sulla distribuzione con conseguente scarsa percezione delle perdite e dell’effettivo fabbisogno delle reti.

Spingere verso l’adozione di specie vegetali resistenti all’acqua nelle aiuole pubbliche e private?

La scorsa estate si sono verificati casi di ordinanze omunali che hanno vietato l’uso di acqua per irrigazione dei giardini e questo deve far riflettere sul valore della risorsa; adornare il proprio giardino con specie vegetali meno esigenti può senz’altro aiutare ad aumentare il risparmio ma ritengo che in questa fase sia difficile “spingere” un privato cittadino alla scelta di determinate specie vegetali precludendone altre. Per quanto riguarda le aiuole dei parchi ritengo che al momento sia sufficiente fare un’analisi del sistema irriguo installato e intervenire puntualmente per installare soluzioni più efficienti.

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